SETA
L'ultima cosa che hai visto… la sua schiena che si allontana senza voltarsi.
L'ultima cosa che hai pensato… Stavolta è finita davvero.
L'ultima cosa che hai sentito… un tocco leggero come un sospiro.
Qualcosa che si posava, lieve, a coprirti come un sudario, a mettere la parola fine sui tuoi desideri incompiuti. Qualcosa che piano piano diventava pesante mentre si intrideva del tuo sangue, ti si attaccava addosso come una seconda pelle, ti toglieva anche l'ultimo barlume di coscienza.
La sua sciarpa. Quella da cui non si separa mai. Quella che ha un valore inestimabile. Il suo preziosissimo cimelio di famiglia.
Tu non hai avuto una famiglia. Nessuno che ti abbia lasciato qualcosa da un passato più lontano di quello che puoi ricordare. Nessuno a cui mostrare il tuo valore, nessuno a cui tornare di notte. Nessuno.
L'hai visto mentre inutilmente cercavi di rialzarti, mentre urlavi invano al tuo corpo di mettersi in moto ancora una volta. L'hai visto strapparsela di dosso con disgusto mentre guardava la macchia di sangue, il tuo sangue, l'unica cosa che eri riuscito a lasciargli.
Hai sentito la sua voce carica di disprezzo farti le congratulazioni per essere riuscito a toccarlo, il suo gesto secco come un'elemosina fastidiosa e poi lo spostamento d'aria quasi impercettibile della seta che ti scivolava addosso. Ti ha lasciato lì come una prostituta da strada sfregiata per la sua insolenza e tu ti sei sentito un niente, un granello di polvere che si dissolve nel fango. No, nemmeno una scimmia che ha cercato di mordere la luna nel lago, soltanto un insetto calpestato.
Perché, allora, non sei riuscito ad odiarlo?
La seta fresca ti ricopre mentre il tuo pensiero si perde. Per quel solo attimo prima del buio ti sembra quasi una carezza.
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