Ce
l'ho finalmente fattaaaaaaaaaaaa! Mi farei una statua da sola XDXD
Tornando seri, finalmente posto l'ultimo capitolo di questa lugubre
storia *^* La prima parte è in comune, e poi la strada si
divide in due *A* A voi scegliere quale è la migliore (anche
se immagino quale sarà la più votata XD);
aggiungo anche che il finale che avevo in mente dall'inizio
è il primo, ma poi visto che amo gli happy ending, ho voluto
scrivere anche l'altro *^*
Detto
ciò, ringrazio Gattino Bianco, Alma e Jessica per le
recensioni <3
Il Destino non esiste
Capitolo
8: Doppio Destino
Si
svegliò di colpo: all'iniziò vide tutto sfuocato,
ma poi l'ambiente intorno a lei iniziò a prendere forma; un
'bip' insistente riecheggiava nella stanza, proveniente dalla sua
sinistra. Aki sbatté gli occhi più e
più volte e cercò di guardarsi attorno: era in
una stanza bianca; di fronte a lei c'era una porta e alla sua sinistra
una finestra dalla quale entrava la luce del sole attraverso le nuvole.
Si accorse in quel momento di avere qualcosa sulla faccia: con la mano
destra si spostò la mascherina dell'ossigeno e la
appoggiò sul petto; quel gesto le costò un grande
sforzo, e anche il tentare di tirarsi su con la schiena fu sfiancante:
la ragazza sentiva dolore in ogni singola parte del corpo. Dopo vari
sforzi riuscì ad appoggiare la schiena alla parete e a
guardarsi meglio intorno: quel fastidioso 'bip' proveniva da una
macchina che misurava, con vari tubicini attaccati a lei, il suo
battito cardiaco; dal braccio sinistro invece partiva un altro tubo
collegato ad una flebo: sì, era in ospedale... come diavolo
c'era finita?!?
Aki
tentò di mettere ordine nei suoi pensieri confusi; la testa
le faceva male, ma si sforzò di ricostruire gli avvenimenti
precedenti: l'ultima cosa che ricordava era la piazza di Firenze e
Yusei... Yusei! Dov'era?
La
ragazza si guardò intorno, poi girò piano il
collo: non c'erano ali sulla sua schiena. Possibile che fosse stato
solo un sogno? La caduta, l'essere diventata un Angelo, le morti, le
anime, Kia, gli Shinigami, Yusei... anche lui era stato solo un sogno?
“AKI!!!”
Hideo
Izayoi irruppe nella stanza seguito dalla moglie in lacrime e da un
dottore.
“Aki
Aki Aki!”
Suo
padre le fu subito accanto piangendo dalla gioia.
“Papà...”,
disse la ragazza a bassa voce, “non urlare per
favore”
“Sì
sì, scusami tesoro”, disse il padre cercando di
trattenere la felicità.
“Oh
Aki”, la chiamò la madre fra i singhiozzi,
“questo è un miracolo”
“Ma...
cosa è successo?”, domandò Aki confusa.
Hideo
guardò il dottore che fece un cenno di assenso con la testa,
e iniziò a raccontare: “Più di due mesi
fa hai avuto un incidente: la ringhiera della terrazza del tuo
appartamento ha ceduto e tu sei precipitata a terra; per fortuna una
tenda di un negozio ha attutito di molto la caduta. Ti hanno portata
d'urgenza qui e il giorno dopo ci è stato riferito che eri
viva ma eri entrata in coma, con poche possibilità di
risveglio...”
Alle
ultime parole Setsuko Izayoi fu scossa da un altro singhiozzo.
“...
e invece eccoti qui, sana e salva”, concluse raggiante il
padre.
Aki
era rimasta a dir poco interdetta: quindi ricapitolando, la caduta
l'aveva fatta veramente, ma quello che era successo dopo era stato...
un sogno? Eppure le era sembrato così reale... Yusei... si
era innamorata di un sogno allora? Quello che aveva vissuto era stato
tutto frutto della sua immaginazione? Già, doveva essere
così.
Grosse
lacrime le caddero dagli occhi sulle mani raccolte in grembo.
“Yusei...”
Destino numero 1: Ti
aspetterò
“Aki
perché piangi?”, chiese Hideo preoccupato.
La
ragazza si asciugò le lacrime: “No, niente,
è che ho fatto uno strano sogno che mi sembrava
così reale… E invece non lo era”
“Può
succedere”, si intromise il dottore, “che alcuni
pazienti che si risvegliano da un coma ricordino cose o fatti come se
li avessero vissuti; in realtà è tutto frutto
della mente. Non sappiamo cosa generi queste specie di
allucinazioni”
“Già”,
commentò Aki, “Deve essere
così”
“Comunque
il tuo risveglio ha davvero del miracoloso”,
continuò il dottore, “Ora però
è meglio che ti riposi, immagino che non sarà
facile assimilare quello che è successo”
Aki
rivolse un sorriso dolce al medico: “Sì, in
effetti è così”
“Bene”,
disse Hideo, “Allora ti lasciamo riposare piccola”
Sia
lui che la madre le diedero un bacio sulla fronte prima di uscire
seguiti dal dottore, lasciando Aki sola.
La
ragazza aspettò un paio di minuti affinché se ne
fossero andati veramente tutti, poi iniziò a piangere il
più silenziosamente possibile: era stato tutto un sogno!
Tutto! Anche Yusei... avrebbe voluto continuare quel sogno
all'infinito, anche se si trattava solo di un’illusione, uno
scherzo della sua mente. Si asciugò con la manica le lacrime
che continuavano a sgorgare: era una stupida, si era innamorata di
un'illusione...
“Ma
perché voi donne piangete sempre?”
Aki
girò di scatto la testa verso la finestra: in piedi, avvolto
in un mantello nero come la notte, con una falce nella mano destra
c'era...
“Yusei!”,
esclamò Aki, facendo per alzarsi e per andargli incontro.
“Alt!”,
fece lui andandole vicino, “Sei ancora debole e ti proibisco
di alzarti”
Aki
stava per sorridere quando si rabbuiò: “Tu non
esisti, sei solo frutto della mia mente”
Yusei
la guardò un attimo per poi sfoderare un sorriso ironico:
“Oh sì, certo, ma se fossi solo un'illusione
potrei fare questo?”, e detto ciò si
chinò su Aki e la baciò a fior di labbra.
Aki
si riscosse e accolse quel bacio come se l'avesse sempre desiderato:
“Allora non è stato un sogno”
“Complimenti
per la perspicacia”
“E
smettila di prendermi in giro!”, rise Aki, “...
Quindi è successo tutto veramente?”, riprese dopo
una pausa.
“Se
intendi lo scioglimento delle calotte polari, purtroppo
sì”
“Dai!
Lo sai benissimo cosa intendo”
“Stavo
solo scherzando!”, ribatté Yusei finto offeso,
“Comunque sì, tutto come te lo ricordi”
“Allora
non sono diventata scema”, commentò Aki,
“Quindi adesso resterai con me?”
In
quel momento toccò allo Shinigami rabbuiarsi:
“Aki, io non potrò stare ancora a lungo con
te”
Il
viso della ragazza perse il sorriso: “Che cosa
intendi?”
Yusei
sospirò: “Finalmente ho capito cosa sono gli
Angeli: sono persone entrate in coma il cui compito finisce con il
risveglio o con la morte effettiva; tu ti sei svegliata, quindi il tuo
compito è finito”
“E
questo cosa vuol dire?”
“Vuol
dire che noi non apparteniamo più allo stesso mondo; riesci
ancora a vedermi perché sei appena scampata alla morte
svegliandoti, ma fra poco tempo ritornerò a essere
invisibile ai tuoi occhi”
Aki
comprese subito il significato delle parole dello Shinigami:
“Perciò... questo è un
addio?”, chiese girando la testa da un lato con gli occhi
pronti a piangere di nuovo.
“No
scema”, disse Yusei prendendole il mento con la mano libera e
costringendola a guardarlo, “Questo è un
arrivederci; ricorda: anche se sarò in giro per il mondo,
sarò sempre vicino a te e ti proteggerò, in
qualunque momento, e un giorno ci rivedremo”
“Sì,
ma chissà quando! E poi ci vedremo solo per una frazione di
secondo! E magari non sarai neanche tu a raccogliere la mia anima! E
forse diventerò una predestinata fra settant'anni! E
poi...”
Yusei
le tappò la bocca con un bacio: “Ti riporto le
parole che mi disse un giorno un Angelo cocciuto: scegliamo noi il
nostro Destino, per cui, basterà che tu scelga di
incontrarmi e succederà”
Aki
lo baciò di nuovo: “Ti amo”
Yusei
si staccò: “Anch'io”, disse, per poi
scomparire dagli occhi della ragazza.
Aki
rimase sola, ma solo in senso fisico: era come se portasse dentro di
sé l'anima di Yusei. Si asciugò i rimasugli di
lacrime dagli occhi; ora era serena, perché sapeva che
l'avrebbe rivisto un giorno. Anzi, era convinta che l'avrebbe
riabbracciato e baciato, perché l'aveva deciso,
perché era finalmente padrona del suo Destino.
Destino numero 2: Per sempre
“Yusei?”,
chiese Hideo avendo sentito il sussurro della ragazza, “Chi
è Yusei?”
Aki
si riscosse: “E’ solo un sogno...”
“Un
sogno?”, chiese ancora suo padre
“Può
succedere”, si intromise il dottore, “che alcuni
pazienti che si risvegliano da un coma ricordino cose o fatti come se
li avessero vissuti; in realtà è tutto frutto
della mente... non sappiamo cosa generi queste specie di
allucinazioni”
Aki
annuì: “Deve essere così...”
“Aspetta”,
riuscì a dire Setsuko fra le lacrime, “ma Yusei
non è il nome del ragazzo che sta facendo avanti e indietro
in questo corridoio da due giorni?”
Ad
Aki per poco non venne un infarto.
“Non
lo so”, disse Hideo, “Io non ci ho mai
parlato”
“Io
sì”, continuò la moglie, “E
mi ha detto che era preoccupato per una sua amica che era in
coma”
Aki
sobbalzò sul letto: “E... E com'è?
Com'è fatto?”, chiese, cercando di trattenere
l'entusiasmo.
“Mah,
un ragazzo sulla ventina, abbastanza lugubre a dire il vero,
però con due occhi splendidi color...”
“Azzurro
cielo”, finì Aki, con una lacrima di
felicità che le rigava il viso.
“Sì”,
annuì la madre, “Ma quindi è un tuo
amico?”
“Una
specie”, rispose la ragazza ridendo, “Potreste
chiamarlo per favore?”
“Sarebbe
meglio che tu riposassi ora”, la ammonì il medico.
“La
prego, solo cinque minuti”, lo implorò Aki con la
faccia da cucciolo.
“Mmm...
va bene. Ma cinque minuti, non di più”
Lui
e i suoi genitori si avviarono verso la porta; prima di uscire Hideo si
rivolse a lei: “Aki ma non è che è il
tuo ragazzo?”
“Noooooooooo!
Cosa vai a pensare!”, esclamò lei arrossendo a
vista d'occhio.
“E
poi a te cosa importa?”, lo ammonì Setsuko.
“Ma
cara, metti che è uno squilibrato! E poi lei non ci ha mai
parlato di questo Yusei...”
“Oooh
piantala!”, disse ridendo la moglie, prima di sparire dietro
la porta seguita dal compagno.
Pochi
istanti dopo si aprì di nuovo e nella stanza
entrò un uomo completamente vestito di nero, con un sorriso
enigmatico sul volto, che scrutava la ragazza a letto con i suoi due
occhioni azzurri.
“Guarda
che non sei mica a un funerale!”, rise Aki.
“Non
iniziare”, replicò Yusei andandole vicino,
“Ho scelto il nero primo perché è il
mio colore preferito, secondo perché noto che va molto di
moda fra voi umani”
“Ma
è successo veramente? E cosa ci fai qui? Perché
ti vedono tutti?”
“Ehi,
piano! Per rispondere in ordine, sì, sei diventata veramente
un Angelo e io ero uno Shinigami. Alle altre due rispondo con un:
diciamo che dopo il casino che abbiamo combinato a Firenze...”
“Che
HAI combinato a Firenze”, puntualizzò Aki.
“...
i miei superiori hanno decretato che uno Shinigami così
instabile poteva essere un vero problema, così hanno messo
ai voti due opzioni: se mandarmi nell'oblio, oppure darmi un'altra
possibilità come umano. Ti lascio indovinare qual
è stato il verdetto”
Intanto
che parlava, si era seduto su una sedia vicina al letto, e in quel
momento Aki gli buttò le braccia al collo.
“Quindi
resteremo sempre insieme?”, chiese tra le lacrime.
“Perché?
Avevi altri programmi?
“Scemo”,
commentò lei dandogli un breve bacio.
“Comunque
la risposta è sì”, rispose Yusei dopo
che si furono staccati, “A meno che tu non mi abbia
già rimpiazzato nel frattempo”
“Oh
invece sì”, rispose seria Aki, “Non hai
visto quanto è sexy il dottore?”
“Ma
chi? Quel nonnetto che è appena uscito?”
“Ha
il fascino dell'uomo maturo”
“Sese”,
sorrise Yusei.
“Comunque”,
riprese Aki, “ho vinto io”
Yusei
la guardò perplesso.
“La
scommessa”, disse lei, “ti ho dimostrato che il
Destino non esiste”
Yusei
la guardò un momento e poi si lasciò andare in
una fragorosa risata: “Sì, hai ragione Aki, hai
sempre avuto ragione”, e la baciò con
più passione di quella notte a Firenze perché una
cosa era ormai certa: nessuno avrebbe più separato i loro
Destini che si erano finalmente intrecciati.
Finita
*^* Non ci credo neanch'io che sia finita *____* Nonostante i vari
intoppi, mi è piaciuto molto scrivere qualcosa di
alternativo (e spero che la pensiate anche voi così XD)
però mi sono imposta una regola: d'ora in poi
pubblicherò solo storie che ho già finito di
scrivere, così da non uccidere di attesa potenziali lettori
XD (questo non vale per il Reality, che da oggi avrà la
priorità assoluta dato che sono in mortale ritardo O_O)
Detto
questo, ringrazio tutti quelli che hanno seguito questa
storia, soprattutto chi l'ha recensita *^* Spero di non
avervi annoiati XD E arrivederci alla prossima *____* *va ad ascoltare
la cancone Angel di Robbie Williams, che consiglia a tutti*
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