Nove anni e cinquantuno settimane

di _Luna_
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Jack estrasse la spada dal fodero talmente velocemente che Elizabeth se ne accorse a stento « E’ un’alquanto strana coincidenza che questi cani rognosi siano arrivati qui poco prima di te, mio carissimo e oltremodo inatteso Hector! Credo sia giunto il momento che tu mi restituisca la mia nave! »
L’altro capitano, del canto suo, digrignò i denti « Finiamola Jack! E dammi le carte! Lo sai cosa mi serve! O verrò a prenderle da me! »
Gli puntò contro la spada « Non avevi mandato questi rozzi topi per prenderle e poi, suvvia Hector, ti sembro così sprovveduto da portarmele appresso? » Il silenzio di Barbossa e l’occhiata ironica furono più eloquenti di qualsiasi risposta: si. Non si diede comunque per vinto e continuò ad accusarlo « Ad ogni modo, non li hai mandati tu per rubarmi le carte? »
Immancabile come sempre la scimmia Jack fece un sorriso alquanto inquietante da dietro le spalle del capitano « Non sono vigliacco come te, non mando dei tirapiedi per impossessarmi di qualcosa di tuo, mio caro » 
Fu allora che Elizabeth si intromise tra i due per fermare la probabile rissa « Basta. Ora basta! »
« Oh, Miss Turner. Non l’avevo vista, ho una buona mela sulla nave, se vi aggrada »
Trattenne un sorriso « No, vi ringrazio Barbossa »
La pistola era puntata contro Jack, che riprese a parlare « Com’è, sentivi la mia mancanza? » 
« Al massimo la mancanza della tua assenza! » rispose tagliente l’altro capitano, già pronto a dar battaglia. Elizabeth però era d’altro avviso « Stop! Fermo! Non azzardatevi a muovervi! Dentro casa c’è mio figlio e non voglio che vi veda combattere » Quando uno dei due iniziò a dire qualcosa lei lo zittì con un secco “shh”. Con fare sicuro e disinvolto, si fece seguire fino in casa, poi entrò in cucina e li fece sedere entrambi ai due lati del tavolo. Era una scena talmente comica che si sarebbe volentieri messa a ridere. Ritrovarsi lì, dopo diec’anni senza essersi mai visti, e riprendere a combattere per una nave…
« Bene, allora, qual è il problema? » Non si sarebbe affatto mettere da parte, se c’era anche un minimo d’avventura quel giorno, lei ci sarebbe stata. La battaglia di poco prima le aveva fatto venire ancora più nostalgia dei tempi passati, voleva ancora combattere, voleva ancora far vedere quanto valesse il re dei Pirati.
« Ah! Pensate forse che io risolverò questa situazione al tavolo con questo repellente rammollito rozzo ratto di sentina? » 
« Non parlerò mai con CapitanLuridaBarbetta » borbottò Jack, dall’altro lato del tavolo, sistemandosi i baffi già  ben puntati verso l’alto « Hai tentato di portarmi via le carte! E oltretutto hai la Perla! » Fu la goccia che fece traboccare il vaso: Barbossa saltò sul tavolo e sguainò nuovamente la spada così che l’altro capitano prese la sua e iniziò a difendersi dagli attacchi e dagli insulti.
Jack, dal canto suo, continuava a canzonarlo, parando facilmente i fendenti che sarebbero stati mortali. Fu proprio in quel momento che James, attirato dalle urla, arrivò nella stanza e iniziò a guardare il combattimento con occhi sognanti.
Tirò la manica della madre, che intanto era senza parole « Posso farlo anche io, mamma? »  Elizabeth lo condusse a forza nel letto e chiuse con la chiave la camera. Sapeva bene che se Jack fosse entrato nella vita di James non ne sarebbe uscito mai più. Lui era troppo piccolo per capire, per rendersi conto del pericolo che rappresentava quel poco di buono di Capitan Jack Sparrow. Non servirono a nulla i capricci e le preghiere del bambino. Quando ritornò nella sala, era semi-distrutta e il suo “ amico” stava continuando a prendere in giro Barbossa.
« Fermi! Qual è il problema? »
Fu Jack il primo a parlare « Questo ammutinato vuole le mie carte e non vuole ridarmi la Perla! » 
E poi Hector « Se non sbaglio – e io non sbaglio mai – le carte le ho recuperate io! Quando tu eri a gongolare e a riposarti nello scrigno di Jones! » 
« Stabiliamo una cosa! Io non gongolavo… e tu smettila! Anche perché non ho le carte qui con me e non riuscirei mai a dartele! E poi…gli anni passano anche per me! » 
Elizabeth colse la palla al balzo: anche se detestava ammetterlo, qualche ruga le aveva invaso il volto, senza deturparlo, certo, ma c’era. Mentre Will sarebbe rimasto un giovane di vent’anni, e fra altri dieci sarebbe sembrato suo figlio « Che cosa intendi, Jack? » 
Si voltò verso la donna e con un sorriso sghembo, disse « La fonte, gioia. La fonte » Le spiegò velocemente che esisteva una Fonte della Giovinezza che avrebbe potuto riportarti all’età scelta e lasciarti così per sempre « E se CapitanLuridaBarbetta mi desse gentilmente la Perla potrei…»
« Potremmo, Jack. Potremmo. Non mi sembra così difficile: troveremo insieme la Fonte, andando con la Perla e poi potrete riprendervi a spararvi per l’eternità, non vi pare? » 
« Mi piace. Veloce, bella l’ultima parte, simpatico. Abbiamo un accordo, Hector? » e porse la mano al capitano che però lo guardava arcignamente. Si vedeva chiaramente che odiava avere un patto con capitan Jack Sparrow, ma era altrettanto chiaro che non ne sarebbe uscito in alcun modo. Infine gli strinse la mano e gli domandò dove fossero le carte « Hehe, mistero! »


N.d.A.
Lo so, è scritto abbastanza male e in fretta!E' un capitolo un pochino strano ma... lascio la parola a voi lettori! Commentate, che mi fa piacere! Anche se avete critiche negative ;)





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