DI
AMORI SENZA PIETA’
Era
stanca di lottare, era stanca.
Molti,
a scuola, l’avrebbero descritta come una ragazza
vivace, vanitosa anche se non ne aveva il motivo, sempre pronta ad
accorrere
come un cagnolino fedele al primo fischio del suo amato; molti
avrebbero
perfino detto che non si trattava di amore vero, bensì di
semplice cotta
adolescenziale per il suo compagno più in vista.
Eppure
non era così e Pansy lo sapeva bene, l’aveva
sperimentato sulla sua pelle con graffi e colpi invisibili. Pensava che
avrebbe
potuto amarlo per tutta la vita, che si sarebbero sposati e avrebbero
costruito
insieme una famiglia di rispettabili Purosangue; a dire la
verità, non le
importava nemmeno se i figli sarebbero finiti a Serpeverde o da
qualunque altra
parte, non le dava fastidio l’idea di vederli uniti a dei
Babbani.
L’importante, per lei, era avere il suo Draco sempre accanto
a sé.
E
poi le nozze, le fatidiche nozze. Per quanto era stata
cieca? Dal momento in cui Draco se l’era scrollata di dosso,
dicendole che
doveva toglierselo dalla testa, che lui avrebbe sposato
un’altra – e no, non
serviva ripetersi che il loro matrimonio fosse imposto dalle famiglie,
loro si amavano –, Pansy
aveva passato le
giornate chiusa in casa, rifiutando qualsiasi contatto con
l’esterno, a meno
che non venisse da lui. E da lui, ovviamente, non sarebbe mai venuto.
Si
chiudeva in bagno, scrutava il suo volto nello specchio, odiandolo
perché non
era come quello di Asteria, deturpandoselo con le unghie, poi si
mordeva le
braccia, voleva staccarsi la pelle nella speranza che sotto ci fosse
uno strato
diverso, più candido. Si era tagliata i capelli con un
coltello, strappando
fino a sentire la testa dolorare – ma che dolore poteva
essere in confronto a
quello del suo cuore?
Alla
fine, il giorno prima delle nozze, aveva preso la
decisione. Era stato un pensiero improvviso, ma così
suadente da farla
finalmente sorridere tra le lacrime. E allora aveva afferrato la cosa
più
affilata che si era trovata davanti ed aveva tagliato, sicura, non
poteva sbagliare.
Non poteva permettersi di rimanere in vita; no, non con Draco felice
con una
che non era lei.
Il
sangue raggiunse il pavimento, le bagnò i capelli ormai
riversi a terra, scivolando negli spazi tra una mattonella e
l’altra. Quella fu
l’ultima immagine che ebbe, mentre poche lacrime si
ostinavano a inumidirle
ancora gli occhi.
Nessuno
sarebbe venuto a controllare, nessuno si sarebbe
preoccupato per lei.
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Le nozze di Draco e Asteria, Pansy che si guarda nello specchio e
vorrebbe essere la sua rivale... sì, ho già usato
questi espedienti, ma per una storia a lieto fine. Oggi mi sentivo
così e... che posso farci?
Spero vi sia piaciuta, anche se, stavolta - e drammaticamente -, Pansy
non ha la sua rivincita.
Medusa
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