Dedico questa breve one-shot a mia mamma, perché oggi è
il suo compleanno e perché lei è stata la prima a leggere una mia fan fiction
che come questa, guarda caso, parlava di Hobbit! Tanti auguri mamma!!
CREDEVO CHE ANCHE VOI VOLESTE GODERVI LA CONTEA…
10 settembre 3021
Sam era sulla porta di Casa Baggins e osservava inquieto la
stradina che serpeggiava giù per il fianco della collina.
Da alcuni comignoli, che spuntavano tra l’erba delle colline
sottostanti, saliva già qualche sbuffo di fumo. L’aria si era fatta sempre più
fresca nelle ultime settimane e l’autunno colorava vivacemente la Contea,
illuminando con le foglie sgargianti il grigiore del cielo.
E Sam, come al solito, si preoccupava sempre quando non
sapeva dove si fosse cacciato il suo padrone. Non che pretendesse che Frodo gli
raccontasse tutti i fatti suoi, e non era nemmeno perché l’aria si era fatta
più fresca che era preoccupato. Il fatto era che vedeva Frodo sempre più
stanco, e quel velo di tristezza che offuscava i suoi occhi e non lo
abbandonava mai lo impensieriva ogni giorno di più.
« Vado a cercarlo! » esclamò Sam irrompendo in casa e
prendendo il suo mantello.
« Sam… » Rosie lo bloccò per un braccio « Non credi che
Frodo abbia bisogno, a volte, di stare un po’ da solo? Questa casa è sempre in
subbuglio, specie da quando è arrivata la piccola Elanor. Magari sente solo la
necessità di un po’ di pace. »
« Lo so. » borbottò Sam « Lo so, ma io mi preoccupo. E se la
sua ferita tornasse a fargli male? No, io devo andare a cercarlo. Solo per
essere sicuro che stia bene, non lo disturberò. »
Prese il mantello del suo padrone, che Frodo aveva
dimenticato, ed uscì in strada.
Dall’uscio di Casa Baggins, Rosie lo osservò allontanarsi.
« Per prima cosa lo cercherò nel boschetto di noccioli. » borbottava
Sam tra sé e sé « Al padrone piace sedersi in riva al laghetto, starebbe lì ore
e ore ad osservare la calma di quel luogo. »
Procedendo a passo di marcia, l’hobbit si diresse verso la
macchia di alberi che crescevano appena fuori da Hobbiville, praticamente certo
che lì vi avrebbe trovato il suo padrone.
Alcuni minuti dopo si ritrovò a procedere, con la
delicatezza tipica della sua gente, tra l’erba e le foglie secche con cui
l’autunno aveva deciso di ornare il sottobosco.
Aveva promesso a Rosie che si sarebbe solo sincerato che
Frodo stesse bene, senza infastidirlo, e così avrebbe fatto. Avrebbe evitato di
farsi sentire, sbirciando da lontano, e poi sarebbe tornato a casa.
Ma allora perché aveva preso con sé il mantello di Frodo?
« Solo per sicurezza, nel caso in cui il padrone avesse
freddo. » si disse, e continuò a camminare delicatamente e silenziosamente tra
le foglie.
Quando giunse nelle vicinanze del piccolo lago, la sua
prudenza aumentò. Se avesse potuto, si sarebbe fatto ancora più piccolo di
quello che era, per evitare di fare qualunque rumore.
Gli alberi presero a diradarsi, proprio dove si apriva una
piccola radura che lasciava spazio al laghetto. Esso nasceva da una risorgiva,
non vi erano fiumi ad alimentare le sue acque ed era il luogo in cui i giovani
hobbit, nelle calde giornate d’estate, si recavano a fare pic-nic o a giocare a
spruzzarsi con gli amici. Nessuno, però, aveva il coraggio di gettarsi a fare
il bagno perché, come ben si sa, gli hobbit non amano particolarmente i laghi e
i corsi d’acqua; non sanno nuotare e solo i Brandibuck della Terra di Buck
avevano a che fare con il Brandivino, non per niente erano considerati da molti
come gente un po’ strana.
Tuttavia, quel luogo era amato dalla maggior parte della
piccola gente di quella zona e, Sam lo sapeva bene, quando il suo padrone
spariva di solito lo ritrovava sempre lì.
E nemmeno quella volta, il buon Sam, si era sbagliato.
Seduto in riva al lago, su un mucchio di foglie secche, c’era Frodo, con lo
sguardo perso nelle leggere increspature che il vento produceva sulla
superficie dello specchio d’acqua.
La tentazione di andare a parlargli, per essere sicuro che
fosse tutto a posto, era grande per Sam, ma si ricordò ciò che aveva promesso
alla sua cara Rosie e, stringendo il mantello che si era portato dietro, si
voltò e fece per andarsene.
« Vieni pure, Sam. »
Certo, se lui era riuscito ad avvicinarsi con la leggerezza
tipica della sua gente, era anche vero che gli hobbit avevano anche uno
straordinario udito, non sviluppato come quello degli Elfi, ma abbastanza buono
da permettere a Frodo di accorgersi della presenza del suo amico.
Sam si avvicinò, arrossendo leggermente.
« Perdonatemi padron Frodo… avevo promesso a Rosie che non
vi avrei disturbato, che avrei solo controllato che non vi fosse successo nulla
e, infatti, stavo per andarmene… »
« Lo so Sam, ti conosco bene! » gli rispose Frodo,
facendogli segno di sedersi.
« Padron Frodo penserà che sono un gran rompi scatole… »
borbottò Sam, come per scusarsi, mentre si sedeva sulla riva del laghetto.
« So ancora distinguere un buon amico da un rompi scatole,
caro Sam! » lo interruppe Frodo voltandosi verso di lui con un leggero sorriso
« Quante volte ti ho già detto di non chiamarmi padrone? » aggiunse.
Sam lo osservò in silenzio, ed ecco che intravide di nuovo,
nei suoi occhi, quella stanchezza che dal termine della Guerra dell’Anello non
lo aveva mai abbandonato. Eppure non riusciva comprenderne il motivo: la loro
Contea era stata salvata e stava rifiorendo più bella di prima, Sauron era
stato sconfitto e ora Aragorn regnava su Gondor. Per quale motivo Frodo era
ancora triste?
« Vi ho portato il mantello, ho pensato che magari potevate
avere freddo. »
Frodo lo prese e se lo sistemò sulle spalle.
Rimasero per un po’ in silenzio ad osservare il lago, poi
Frodo parlò:
« Com’è bello l’autunno! » disse « Anche se pare che tutto
si stia preparando per un sonno senza fine, la natura ha trovato comunque il
modo di ravvivare il mondo colorandolo con tutte queste foglie! »
« La natura è il più grande spettacolo a cui la nostra vita
possa assistere! » disse Sam « Anche quando sembra tutto perduto, essa trova
sempre un modo per tirarsi fuori dai guai e ricominciare da capo! »
Frodo lo guardò coi suoi occhi chiari, mentre una risata
gentile si fece largo nella quiete del bosco:
« Non ti facevo così poeta, Sam! »
« Non sono un poeta, ho detto solo quello che penso. » si
schermì l’altro, come suo solito.
« È proprio questo il bello, Sam! Tu riesci a dire grandi
cose osservando ciò che agli occhi di tutti può sembrare ripetitivo e scontato.
È in questo che c’è poesia! »
« La natura non è scontata, » spiegò Sam « se la osserviamo
bene ci possiamo rendere conto di quanta grandezza vi sia dietro ogni sua
opera! »
« Sei fortunato sai? » disse debolmente Frodo, tornando ad
osservare il lago « Tu riesci ancora a trovare bellezza e speranza in ogni
cosa. »
« Cosa volete dire? » domandò Sam scosso.
« Io non ci riesco più. Per me è tutto uguale, è come se non
vi fosse più nulla qui, come se mi sentissi estraneo nel luogo di questa Terra
che ho più amato, l’unico che ho sempre considerato “casa”! È come se mi fossi
fermato in un eterno inverno… »
« Io… non capisco! »
Frodo fece un gesto sbrigativo con la mano, come a voler
dire di non dare peso alle sue parole, che aveva detto troppo, quando invece
non avrebbe voluto.
« È ora di rientrare, Sam. » disse, cercando di tagliare
corto « La cena sarà quasi pronta e Rosie ci starà aspettando. Meglio non
tardare, o si preoccuperà. »
Sam, che non aveva compreso appieno il significato di ciò
che aveva detto il suo padrone, ma aveva intuito il suo desiderio di farla
finita con quel discorso, si alzò e lo seguì.
« Padron Frodo? »
« Dimmi, Sam. »
« Glielo dite voi, a Rosie, che non avevo intenzione di
disturbarvi? »
L’altro sorrise:
« Non preoccuparti, Sam. Le spiego io come sono andate le
cose! »
29 settembre 3021
Sam osservava la piccola
barca allontanarsi dalla riva. I flutti la spingevano sempre più verso il
largo, ormai era diventata un puntino scuro che si avvicinava a varcare la
linea dell’orizzonte per scomparire per sempre dalla sua vista, per lasciare
per sempre la Terra di Mezzo.
Accanto a lui stavano
Merry e Pipino, silenziosi, ad osservare le onde e ascoltare la tiepida voce
del mare.
« Ora ho capito, Frodo. »
bisbigliò Sam « Ora ho capito. »
La nave era ormai
scomparsa dalla loro vista, rimaneva solo la luce del tramonto a ferirgli gli
occhi. Si voltò, e si diresse al suo pony, seguito da Merry e Pipino,
ripensando alle ultime parole che Frodo, non più il suo padrone, ma il suo
amico Frodo, gli aveva detto prima di partire:
« …sono stato
ferito troppo profondamente, Sam. Ho tentato di salvare la Contea, ed è stata
salvata, ma non per merito mio. Accade sovente così, Sam, quando le cose sono
in pericolo: qualcuno deve rinunciare, perderle, affinché altri possano
conservarle…»
L’ultima
frase, quella in corsivo, è presa dal libro.
Beh,
spero che la storia vi sia piaciuta! Grazie per averla letta, e magari per esservi
fermati un attimo per farmi sapere cosa ne pensate. Ciaoooooooooooooooooooooo!!!!!