Tu mi hai gettato
nell’abisso di un pensiero fisso
Mi distruggerai, mi distruggerai
e maledico te perché di te non vivo.
Mi distruggerai, mi distruggerai,
ti abbraccio in sogno tutto il giorno
e sto di notte sveglio.
Tu mi distruggerai, mi distruggerai,
mi distruggerai.
-
Mi chiamo James!
In
quel momento è iniziata la mia discesa verso
l’Inferno:
una discesa lenta, inevitabile, ma di quelle ingannevoli che ti fanno
credere
di stare invece raggiungendo il Paradiso.
Finalmente
avevo un amico, una persona con cui parlare
liberamente, senza paura di venire sgridato per tutto ciò
che, da bambino qual
ero, innocentemente dicevo. James veniva come me da una famiglia
facoltosa, ma
il suo aspetto era quello di un ragazzino amato che aveva sempre potuto
esprimere le proprie idee; standogli accanto ho scoperto un nuovo
mondo, madri
che elargivano carezze ai propri figli e padri sempre pronti ad
accorrere al
minimo accenno di un problema.
Ho
sempre considerato James come il fratello che non avevo
mai avuto – mi rifiutavo di pensare a Regulus come al sangue del mio sangue. Ero contento di
ogni suo successo, ridevo
alle sue battute e ritenevo vivo ogni momento che passavo in sua
compagnia,
ignorando lo scompiglio che si stava creando nel mio cuore.
-
Ehi, ben fatto, Sirius! Ora ci riprovo anch’io.
Ricordo
la mano di James posarsi sul suo pelo nero, avverto
ancora, a distanza di tempo, il brivido che attraversò il
mio corpo: avevo
creduto che la causa fosse il vento freddo di quella notte, come avevo
fatto a
non capire?
James
si era complimentato con me, ero felice, ma non capivo
perché continuassi a latrare leccandogli il viso: non stavo
giocando, ero euforico.
-
Perché Lily continua a girare con Mocciosus?
C’è di meglio
in giro pronto ad attenderla!
Lily,
Lily, Lily.
Non
parlavi di altro, lei era al centro dei tuoi pensieri,
nemmeno il Quidditch riusciva a distarti. Quando la incontravi
sfoderavi il tuo
tipico sorriso sghembo, passandoti una mano tra i capelli, e io mi
chiedevo
come diamine riuscisse a
resisterti.
Ti sarei saltato addosso all’istante, sotto
l’aspetto di un cane o come lo
stesso Sirius: in quel momento ho capito che qualcosa non andava, che
non avrei
dovuto fantasticare su di te in quel modo.
Ormai
ero diventato preda dell’ansia, lasciavo che mi
mordesse facendomi sanguinare amore, passavo le giornate temendo di
dire
qualcosa di sbagliato che potesse farci litigare… Come se
avessimo mai discusso
in vita nostra! Avrei voluto dirti di guardarti intorno, di lasciar
perdere
Lily, ma poi cosa avresti fatto? Ti saresti lanciato su
un’altra ragazza,
rendendomi ancora più sofferente? Preferivo di gran lunga
fingere di accontentarmi
della qualifica di amico, dimostrarti che ci sarei sempre stato,
perché sapevo
che tentando un altro tipo di approccio avrei potuto rovinare tutto.
E
la nostra amicizia era – è
ormai la cosa più importante per me.
-
Ti ospiterò io, Felpato. Finalmente saremo veramente
fratelli, divideremo anche la stessa stanza! Non sei contento?
Contento?
Contento, James?
Contento
di non poter dormire la notte come ad Hogwarts per osservarti
senza essere visto, di reprimere ancora di più
l’istinto di baciare le tue
labbra e mordere ogni parte del tuo corpo?
La
sera che venni a vivere da te avevi avuto l’incoscienza
di toglierti la maglietta a causa del caldo. Restammo svegli fino
all’alba a
chiacchierare, non riuscivi a contenere la felicità di
avermi accanto a te sempre, e io
per sette lunghe ore
dovetti contenere il desiderio di accarezzare il tuo petto. Maledissi
il
Quidditch quella sera, lo maledissi per averti donato un corpo simile
che io
non avrei mai potuto sfiorare!
-
Lily ha detto di sì! VUOLE USCIRE CON ME!
Il
mio cuore sussultò. Urlavi la tua gioia, scegliesti di
dare la notizia a me per primo, a tuo
fratello. Mi costrinsi a sorridere, cercando di apparire
naturale, e ti
diedi una pacca sulla spalla complimentandomi per non avere mai
abbandonato le
speranze.
Mostrarmi
gentile con Lily inizialmente fu difficile, ma
sapevo quanto tenessi a una nostra amicizia. Rivolsi anche a lei quel
sorriso
falso a cui mi ero abituato da anni tanto da farlo sembrare il mio vero
sorriso.
Nel
frattempo soffrivo, cercavo di leccare ferite invisibili
e mi accontentavo dei baci che mi elargivi nei sogni più
dolci. Una notte mi
apparve la tua figura, completamente nuda, e le strinsi i capelli con
tanta
violenza che, quando mi svegliai e ti trovai nel letto accanto al mio,
ebbi
l’impulso di afferrarli di nuovo, costringendoti a fare
l’amore con me.
Sei
diventato la mia ossessione.
-
Vorresti essere il nostro testimone di nozze?
Ma
ti rendi conto di cosa mi hai chiesto? Chiunque con un
minimo di istinto di sopravvivenza avrebbe rifiutato, ma io no,
acconsentii
abbracciandoti per dimostrarti la mia – inesistente
– gratitudine. Avrei voluto
insinuare una mano nella tua maglietta, graffiarti la schiena come tu
mi facevi
sanguinare nei miei sogni proibiti, implorarti di sposare me al posto
di Lily.
Rimasi
in silenzio, consapevole che, se davvero tenevo a
rimanerti amico, avrei dovuto rinunciare a gridarti le mie emozioni
ancora una
volta.
-
Mi chiamo James!
In
piedi davanti all’altare attendi Lily, impaziente. Mi
lanci uno sguardo d’intesa e io faccio una smorfia per
prenderti in giro. Non
puoi avere ancora paura che lei ci ripensi!
Allora
la mia mente è attraversata da un pensiero
improvviso: se tornassi indietro nel tempo, rifarei tutto. Stringerei
la tua
mano, diventerei il tuo migliore amico, ti spingerei tra le braccia di
Lily.
Soffro per te, il petto mi sembra dilaniato; dovrei odiarti, eppure ti
amo.
Sei
la cosa migliore della mia vita e quella luce nei tuoi
occhi mi fa capire che, nonostante il dolore, non posso essere
più felice di
così. Mi basta sapere che quel sorriso che ora rivolgi a
Lily è il sorriso di
una persona che è cresciuta affidandosi a me.
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