Cap. 1
Questa storia ha
partecipato al contest "Let's Fly on Fantasy's Wings" indetto da
SunnyPain, classificanosi al quarto posto. I giudizi saranno riportati
al termine del nono capitolo.
La storia partecipa anche alla “Quote Challenge - Ipse Dixit”
indetta da Fabi_Fabi, con la seguente citazione tratta da “Il Signore
degli Anelli”: Gli alberi e le erbe e ogni cosa che cresce o che vive
in questa terra non hanno padrone. (Baccador)
Nickname: ely79
Titolo: Senza Luna
Numero dei capitoli: 9
Pacchetto scelto: Pacchetto della Luna
Trama: Neryon
fa ritorno presso il suo clan dopo anni di esilio. Il mondo è
cambiato per gli uomini e per i licantropi. E anche per uno come lui:
un Senza Luna.
Nda:
I licantropi sono visti da un punto di vista insolito: non sono mostri
sanguinari, bensì elementi di una società multietnica in
fase di sviluppo.
1
Sono passati quindici
anni da quando ho lasciato la mia città. Cammino lentamente,
girando con il naso per aria e lo sguardo perso in cerca di sagome che
mi ricordino dove mi trovi, ma sembra che i vecchi punti di riferimento
siano stati spazzati via quasi del tutto.
È davvero strano essere tornato a far parte di
questo mondo urbano. Lunghe strade alberate e gremite di persone
dividono i palazzi del centro, che s’innalzano maestosi verso le
nuvole. C’è una strana insistenza nel verticalizzare
tutto: gli edifici in primis, con le loro finestre alte e strette, e le
facciate scandite da un ritmo identico, si allungano come alberi senza
rami nel cielo. Persino i viali sono stati potati in maniera da
conferire slancio zenitale alle piante. Salite e discese si alternano
di continuo, dando l’impressione di trovarsi su un gigantesco
tappeto elastico che tenta di lanciarti in aria. La segnaletica
stradale è stata collocata in posizioni elevate, fino a
raggiungere e superare la sommità delle chiome. Sembra quasi che
la città tenti di staccarsi da terra e prendere il volo.
Riconosco in lontananza la sagoma del supermercato dove nostra madre ci
portava da bambini, ma osservandolo con attenzione scopro che è
stato ritinteggiato con i colori di un’altra catena di
distribuzione. Insegne di metallo e led fanno capolino dalle facciate,
esibendo nomi che spesso trovo amaramente sarcastici:
“Sunflower”, “Dawn-Dawn-Dawn!”, “Tails
Hunter”, “Bed of Wolfsbane”*. Sembrano venirmi
incontro con il preciso scopo di ricordare la mia diversità.
Musica allegra e ritmata, suonata dal vivo, arriva
dalle porte aperte dei locali. Si suonano gli stili più
disparati, tuttavia, non riesco a riconoscerne nessuno. Da troppo tempo
ascolto solo i rumori della natura. Il flebile ronzio delle auto
elettriche che affollano le corsie fa da sottofondo alle chiacchiere
dei passanti. Le voci. Ecco, le voci sono la sola cosa che mi pare
immutata: un brusio indistinto, una sorta di nebbia perennemente
presente.
Voci e sguardi. Ero convinto di passare inosservato, ma
mi rendo conto che si trattava di una vaga speranza, anche se non ne
comprendo la ragione. Apparentemente sono identico a tanti passanti,
anonimo quanto loro, tuttavia in molti si girano a guardarmi.
All’ennesima occhiata a metà fra il disgustato e
l’interrogativo, mi fermo a cercare il mio riflesso in una
vetrina. Finalmente scopro il perché di tanta attenzione: ho un
aspetto orribile e non serve essere un abitante di qui per dirlo.
Difficilmente sarei potuto passare per una persona qualunque: vestiti
trasandati e larghi, scarponi da montagna sporchi e consunti, capelli e
barba lunghi, fisico magro – per non dire macilento – di
chi mangia troppo poco. Senza contare che la stanchezza mi scava gli
zigomi facendo risaltare maggiormente gli occhi. Questi occhi, le cui
iridi argentee mi identificano come uno di loro. Anche un bambino
dell’asilo saprebbe distinguermi tra la folla.
Sospiro abbattuto, domandandomi se le cose potranno
migliorare, ora che sono qui. Ora che la mia famiglia mi ha chiesto di
tornare e rimanere.
Riprendo a camminare, in cerca del luogo dell’appuntamento.
*“Sunflower”,
“Dawn-Dawn-Dawn!”, “Tails Hunter”, “Bed
of Wolfsbane”: ovvero "Girasole", "Alba-Alba-Alba!", "Cacciatore
di code", "Letto di aconito". Tutte cose poco mannare...
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