Momenti ormai perduti, che non possono essere ignorati di Nadia_92 (/viewuser.php?uid=110752)
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Ultima telefonata
Ultima telefonata
"Pronto?"
Chi
mai poteva chiamarlo a quest'ora?
Chi
mai poteva chiamarlo in generale?
Lui,
che chiuso nel suo studio, stava lentamente assumendo le sembianze del
suo predecessore.
Occhiaie
accennate, su un viso candido che non aveva mai incontrato piaghe di
nessun genere.
Schiena
leggermente ricurva, a danneggiare un corpo dalla fragile bellezza.
Occhi
freddi, calcolatori. Dura roccia grigia.
"Ciao
Nate."
Da
quanto non era chiamato così?
Ma
la cosa che più lo stupì fu la voce che aveva
pronunciato quel nome. L'apparecchio sembrava non modificare affatto il
timbro di voce.
Maschia,
tagliente, pungente.
"Mihael."
Fu
l'unica cosa che l'albino seppe rispondere.
"Come
mai mi hai contattato?"
Una
domanda insapore, che normalmente averbbe fatto storcere il naso al
ragazzo dall'altra parte della linea.
Ma
quello non era il momento delle solite liti.
"Hai
visto i telegiornali oggi?"
Near
non capiva. Le uniche notizie che seguiva riguardavano Kira, ma Mello
non avrebbe mai chiamato per quello.
"Sì,
ma credo di non aver prestato attenzione come si deve."
Chissà
cosa aveva visto Mello? Tra l'altro, il suo rivale aveva usato il suo
nome solo in rarissimi casi.
Situazioni
fin troppo intime rispetto al solito andazzo.
Near
ti odio!
Near
ti supererò!
Near
ti straccerrò!
Nate
sta tranquillo.
"Bhe
allora non ha importanza."
Avrebbe
riattaccato. Near lo sentiva. Sentiva che nemmeno Mello era convinto
del motivo che l'aveva spinto a comporre quel numero.
"Grazie.
Qualunque cosa fosse."
Disse
il detective dai capelli lattei. Aspettando che la chiamata si
interrompesse.
Ma
ciò non avvenne.
"Aspetta
a ringraziarmi Nate. Aspetta domani."
Disse
Mello con voce criptica.
Lì
gatta ci covava e Near non era proprio sicuro di voler sapere cosa
avesse in mente il biondo.
Dopo
l'idea di uccidere quasi tutti i suoi agenti e far saltare in aria il
suo covo con lui dentro, chissà cosa poteva aver partorito
quel cervello geniale e contorto.
"Mihael...
ho un brutto presentimento."
Uno
sbuffo accompagnò quella confessione. Avrebbe voluto
chiedergli di rinunciare alla follia che probabilmente stava per
compiere. Ma così avrebbe ferito il suo smisurato orgoglio,
oltre al fatto che si sarebbe esposto troppo. Mai lasciare i sentimenti liberi, saranno un'arma contro di te.
"Ora
degl'altri ti importa?"
Chiese
Mello sprezzante. Come posseduto da un'ira innata, che veniva scatenata
all'improvviso, senza motivazioni particolari.
"Fa
come vuoi. Non ti fermerò."
E
detto questo chiuse la chiamata.
Subito
l'albino andò a controllare i notiziari locali.
Dug...
Quel
nome. Quell'orribile nome!
Come
osava ricomparire davanti ai suoi occhi? Anche solo per ricordare la
sua morte, segno che comunque aveva calpestato la terra del mondo che
lui proteggeva.
Ma
ora Near era grande.
Non
aveva più paura.
Non
era triste.
Non
provava niente.
Quel
vuoto accompagnò Near nella notte del 25 gennaio 2020.
Un
vuoto che l'accompagnò per tutti gl'anni avvenire.
Aveva
condannato l'unico.
Doveva
difenderlo.
Doveva
impedirglielo, perchè in fondo al cuore lo sapeva.
Ma
la mossa di Mello era fondamentale, sapeva anche questo.
Che
stupido! Aveva condannato l'unico!
E
aveva perso l'occasione... in quell'ultima telefonata.
"Pronto?
Isabelle?"
"Ciao
Nate."
Note
dell'autrice:
Capitolo
incentrato su Near.
Per chi non lo
sapesse, Dug era lo pseudonimo del killer dei suoi genitori nella fic
"Daughter, niece, problem".
E Isabelle
è un personaggio partorito dal mio cervello dalla multiforme
follia.
In questo
capitolo non ringrazio nessuno, anche perchè nessuno ha
commentato!
Fa lo stesso.
L'importante è che leggiate.
Eh?! Non vi
aspettavate una reazione così, vero?
Comunque ora il
prossimo giovedì chissà cosa uscirà.
Forse un
capitolo di questa storia...
oppure....
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