THE MOON IS THE ONLY LIGHT WE’LL
SEE
“...Per la mia dolcissima Sunny-love,
perché il suo dono è stato graditissimo e perché l’adoro un
sacco...”
Avviso:
I personaggi di questa storia appartengono tutti all’autrice J.K.
Rowling. Io li ho utilizzati solamente per divertirmi e far divertire chi
leggerà questo lavoro. I fatti narrati di seguito non sono mai avvenuti nella
saga di Harry Potter.
Questo racconto è stato scritto con nessuna intenzione di lucro, quindi,
si ritiene che nessun diritto di copyright sia stato violato.
Buona lettura
Angèle
Di solito preferisco il freddo al caldo.
La luce all’ombra e le singolarità alle masse. Mi piace, mi è sempre piaciuto
essere definito un tipo originale. Qualcuno davvero speciale che sbaragli sempre
tutte le aspettative. E’ solo quando lo faccio che tu mi regali il tuo sguardo
delizioso particolarmente sconvolto. I tuoi occhi marroni venati di miele
s’illuminano come stelle e quel sorriso che mi regali mi colma la vita.
Adoro quello sguardo, sai? Adoro te in generale.
Non sai da quanto ho voglia di darti qualcosa in più, oltre al mio amore. Di
sommergerti del mio essere, di tenerti stretta a me in un abbraccio infinito.
Non mi basta più, da tempo ormai, il nostro rapporto. Ha bisogno di fare un
salto di qualità. Io ne ho bisogno. Perché il mondo come me lo mostri tu è più
bello, più ospitale, più mio.
Non ridere quando m’inginocchierò di fronte a te. Non inarcare quelle
sopraciglia quando ti prenderò la mano e, soprattutto, non dirmi di no quando te
lo chiederò. Sai che per me è un grande cambiamento. Lo sai, no, che ho il
coraggio solo perché sei tu. Insomma, tu ed io, inevitabilmente, ci ritroviamo
sempre accanto. Noi siamo legati da un filo invisibile che per troppe volte
avrei voluto spezzare, ma che fortunatamente non sono mai riuscito nemmeno a
sfilacciarlo.
Io e te.
Chi ha il coraggio di provare a portarti via da me? Chi ha la forza di
sfidare magie potentissime ed arcane? Sì, perché noi siamo anime gemelle, e le
anime gemelle sono protette da una magia potentissima: l’amore.
Io ti amo, Hermione. Credo di non avertelo mai detto. Nemmeno quando ti
rubavo dalle labbra sospiri e gemiti. Nemmeno quando ti stringevo tra le
braccia, nemmeno quando ti consolavo. Mai. Ho sempre pensato che tra noi le
parole fossero superflue.
Sono un idiota, vero?
Sì, perché nonostante fosse chiaro come la luce del sole che io senza di te
non esistevo, tu avevi bisogno di sentirtelo dire.
In fondo, hai ragione.
Meriti di essere ricompensata per le sensazioni meravigliose che mi esplodono
dentro ogni volta che mi accarezzi una guancia, che mi tieni una mano, che mi
sorridi. Sei molto più me stesso di quanto lo sia io.
Infilo le mani nelle tasche dei jeans. Il vento è freddo qui fuori, sul tuo
portico.
I tuoi genitori dormono accanto alla tua stanza.
Alzo gli occhi, una luce è ancora accesa.
E’ tardi, perché non stai dormendo, piccola mia? Perché sei ancora sveglia?
Leggi? Quasi sicuramente o magari, in un impeto di romanticismo, ti sei fermata
a pensarmi, a pensare al nostro rapporto. Ti starai domandando se va tutto bene
tra noi. In quest’ultimo periodo, sono stato scostante. Un po’ freddo. Tu l’hai
notato subito. Come fai a capirmi al volo? Hai per caso un radar nascosto in
quei bellissimi occhi color miele scuro? O ci riesci solo con me.
Quasi sicuramente, anche questa volta.
Comunque, non ti devi preoccupare amore mio. Non mi comportavo così
stranamente perché avevo smesso d’amarti. Semplicemente il contrario. Dovevo
attraversare un periodo di stasi, per rendermi conto della meraviglia al mio
fianco, per capire che il nostro rapporto era pronto a fare il salto di qualità,
per trovare il coraggio di fare quello che sto per fare. Scusa il bisticcio
nelle mie parole. So che mi avresti bonariamente ammonito per questo. Ti adoro e
non ti sopporto quando fai così. Amo quell’espressione che si disegna sul tuo
volto ma non riesco a reggere quella sensazione d’inferiorità che mi attanaglia
nello stesso istante.
Ti amo troppo ed ho paura di non essere abbastanza per te.
Mi guardo intorno, affondando maggiormente le mie mani nelle tasche dei
jeans. Il cofanetto di velluto, comprato poche ore fa, è ancora lì, tacito.
Non puoi capire l’indecisione provata in quel negozio, a Diagon Alley. Nulla
era degno della tua bellezza, nulla mi sembrava adatto a te.
Afferro un sassolino e con forza lo lancio contro la tua finestra. E’ un
rumore sordo appena udibile. Aspetto, con il naso all’insù, fissando la tua
finestra chiusa. Non succede nulla.
Ne raccolgo un altro e lo lancio, di nuovo. Il rumore è stato più
percettibile stavolta. Attendo con ansia, ma invano.
Mi guardo intorno allarmato. Come faccio a parlarti senza disturbare nessuno?
Improvvisamente, i miei occhi si fermano sulla grondaia che sale sicura fino
al secondo piano della tua casa. Il tetto è spiovente è posso facilmente
camminarci su ed arrivare alla finestra accesa.
Senza nemmeno rendermene conto, mi sto già arrampicando. Sono sempre stato un
tipo molto agile e gli allenamenti da auror mi hanno aiutato molto. Arrivo senza
difficoltà alla fine del tubo e con un piccolo balzo leggero, atterro senza
rumore sul tuo tetto.
Fortunatamente, il signor Granger ci tiene alla sua casa...
Quanto ti amo, Hermione forse nemmeno lo immagini.
La luna splende piena ed alta nel cielo invernale. L’unica luce a rischiarare
il mio cammino e l’unica luce che gradisco quando sono da solo con te. Forse
perché il suo luccichio accende i tuoi occhi di magia? Già, forse anche per
questo.
Finalmente arrivo alla tua finestra. Le tendine bianche di delicato pizzo non
oscurano totalmente la vista. Ti ho individuato facilmente. Sei seduta sul tuo
letto; indossi la camicia da notte blue chiusa sul davanti da una serie di
bottoni bianchi e grandi. Hai i primi tre slacciati, lasciando una profonda
scollatura sul tuo seno.
Immediatamente arrossisco. Nonostante tu abbia condiviso con me momenti molto
intimi, non riesco a non arrossire di fronte alla tua bellezza e alla mia
imbranataggine.
Sposto il mio sguardo sulle tue gambe lisce e sode, che tieni allungate l’una
sull’altra, in una posa rilassata. Sorrido quando vedo i calzini bianchi che
ricoprono i tuoi piedi. L’indossi sempre, sei freddolosa. L’ho piacevolmente
scoperto una sera al mare, quando mi hai supplicato di abbracciarti perché
sentivi troppo freddo.
Amo tutto questo.
Hai un grosso libro davanti al viso ma non mi sfuggono i tuoi capelli tenuti
a freno da una matita. Non mi piace molto quando lo fai. Adoro i tuoi boccoli
castani e selvaggi che ti scendono sulle spalle. Perché li costringi così
dolorosamente?
Rimarrei a fissarti per ore, mai il vento freddo che entra nel collo del mio
cappotto, sembra volermi ricordare il motivo della mia visita.
Prendo un respiro tranquillizzante e busso alla tua finestra.
Ti vedo sobbalzare e guardare verso i vetri. Abbassi il libro e scorgo i tuoi
occhi dietro le delicate lenti degli occhiali allarmarsi, quando mi riconosci
accovacciato fuori, sul tuo tetto. Ti alzi con uno scatto e arrivi davanti alla
finestra.
-Che succede?-
Io non ti lascio il tempo di preoccuparti ulteriormente. Quando mi apri,
balzo nella tua camera, afferrandoti il viso con le mani fredde. Ti sento
sussultare sotto quel tocco ed il mio cuore prorompe in un battito accelerato.
Abbasso il mio viso alla ricerca disperata delle tue labbra.
Non volevo esordire così, ma quando ti ho vista spaventata il mio senso di
protezione nei tuoi confronti ha avuto la meglio.
Quando le mie labbra incontrano le tue, il brivido che mi percorre la schiena
è intenso. La sento la sorpresa nel tuo atteggiamento. Ho dovuto muovere con più
insistenza la mia bocca sulla tua per riuscire a tranquillizzarti e a lasciarmi
approfondire il nostro bacio.
La mia lingua entra prepotentemente nelle tue labbra, accarezzando con
dolcezza il palato, poi, sento la risposta da parte tua e senza che riesca ad
accorgermene le nostre lingue s’intrecciano in un intenso bacio mozzafiato.
Nel tempo in cui, per necessità respiratorie ti lascio andare, appoggio la
mia fronte contro la tua.
Il tuo fiato affannoso mi fa salire il sangue alle orecchie.
I tuoi occhi socchiusi sono adorabili e le tue labbra gonfie e rosse mi fanno
venire voglia di baciarti di nuovo.
-Ron...- sussurri con voce bassissima e sensuale. –Che...-
Quando cerchi di concludere la tua domanda, io annullo di nuovo lo spazio tra
noi due e ti rapisco in un altro bacio. So che ti faccio arrabbiare quando mi
comporto così. Non sopporti di perdere il controllo della situazione, cedendolo
a me. Infatti, non ti accorgi nemmeno che ti ho sospinta con dolcezza fin sul
tuo letto. Ti ho fatto adagiare sul cuscino, senza che interrompessi il contatto
con le labbra. Una mia mano vaga maliziosa sul ventre e sulla coscia liscissima,
lasciata scoperta dalla stoffa del tuo pigiama.
Ti sento fremere di desiderio e mi mordi le labbra.
Mi sei mancata troppo in questa settimana d’idiozia che mi aveva colto.
Nel momento in cui la mia mano arriva a toccare la pelle morbida dell’interno
della tua gamba, sobbalzi, interrompendo con cattiveria il nostro contatto.
-I miei dormono di là...- dici con poca convinzione, arrossendo furiosamente
al tuo innegabile desiderio. –Non possiamo.-
Sorrido, avvicinandomi pericolosamente al tuo collo. –Dimmelo con più
convinzione e magari ci credo...-
Sento il mio cuore ed il tuo battere all’unisono.
Sei tu a baciarmi, questa volta, con passione che mai ti avevo vista provare.
Mi circondi il bacino con le gambe ed io sento il mio autocontrollo perdersi nei
meandri del tuo profumo.
D’accordo, hai di nuovo il controllo della situazione...
Cerco di passarti una mano sul seno, ma mi fermi incrociando le braccia sul
petto ed assumendo un’espressione adorabile da bambina arrabbiata.
-Io sono in collera con te, Ron...-
Ti sorrido con infinita dolcezza. Ti vedo vacillare sotto di esso e sento le
tue gambe serrarsi meglio attorno alla mia vita. Mi piaci quando diventi
possessiva, sto così bene tra le tue grinfie amorose.
-Come mai?- ti chiedo passandoti una mano tra i capelli, mentre con l’altra
ti accarezzo il viso.
Sbuffi, arrossendo. –Mi hai ignorato per un’intera settimana... pensavo ti
fossi stancato di me... di noi...-
Ti sorrido.
Hai un modo così strano di parlare quando sei imbarazzata. Di solito non
succede mai. Insomma, sei una delle poche persone che riesce a parlare con
disinvoltura dei significati nascosti delle rune senza incantarti... eppure,
quando si tratta dei tuoi sentimenti, diventi una comune mortale. Sei timida ed
insicura, proprio come tutti.
Mi chino su di te e, di nuovo, appoggio le mie labbra sulle tue.
Immediatamente, ti sciogli e mi concedi di stringerti possessivamente a me. Non
ho molto autocontrollo, quando ti bacio in questo modo. Le mie mani
vagano, ricercano, toccano la tua pelle e le tue forme sotto la stoffa della
camicia da notte.
-Io non mi stancherò mai di te...- sussurro, facendoti arrossire
maggiormente.
I bottoni slacciati aumentano vertiginosamente.
Quando allunghi le mani per togliermi il cappotto ed il maglione,
rabbrividisco.
Abbiamo bisogno l’uno dell’altra, urgentemente. Ti tiro su mentre cerco con
impazienza di toglierti di dosso quell’odiosa camicia da notte.
Ridacchi un po’, quando ti trascino sulle mie gambe con una mossa veloce e
silenziosa.
-L’hai imparata al corso di auror?- mi chiedi, mentre allunghi le tue mani
sui bottoni dei miei jeans.
Ben presto la tua biancheria intima insieme con la mia, si trovano
tristemente sul pavimento.
I nostri movimenti sono sincronizzati perfettamente, il mio bacino incontra e
respinge il tuo con armonia. Siamo fatti per stare insieme, noi.
Lentamente muovi il tuo corpo sul mio, portandomi all’apice della pazzia.
Ti tiro giù verso di me, desideroso di assaporare le tue labbra bollenti. Il
nostro bacio suggella un amore incredibile, qualcosa che ci unisce da tempi
memorabili.
Quando per necessità aumento il ritmo del nostro amplesso, mi mordi le labbra
a sangue, sussurrando.
-Ti amo, Ron...-
Dio, Hermione non sai quanto io!
Cerco di risponderti, ma l’ondata violenta del nostro piacere adorabile
m’invade, azzittendomi.
Ricaschi senza forze sul mio petto, respirando a fatica. I tuoi capelli non
sono più tenuti compostamente dal fermaglio. Con un gesto secco te li sciolgo
completamente.
-Lo sai che li adoro selvaggi...-
Ti passo una mano tra i boccoli, con soddisfazione. Il profumo del tuo
shampoo m’invade le narici quando te li muovo. Fragola, matura, rossa
fragola.
Rimaniamo ansanti ed abbracciati, poggiati l’una all’altro.
-I miei erano di là...- biascichi nascondendo la tua faccia nel mio petto.
Ti bacio la cima dei capelli intenerito dalla tua reazione. Ti accarezzo le
spalle nude, facendoti rabbrividire.
-Beh, non credo ci abbiano sentito...-
Tu scuoti la testa. –Speriamo di no. Sai che figura?-
Scoppio a ridere, tirandoti di nuovo su di me. Siamo a pochi centimetri e ti
vedo arrossire. Ti faccio ancora questo effetto?
Ti sorrido, congiungendo le labbra con le tue in un bacio molto dolce.
Anche tu lo fai ancora a me.
-Sei bellissima, Hermione.- ti confesso, accarezzandoti una guancia con le
labbra. Il tuo odore è inebriante e sento qualcosa risvegliarsi bruscamente in
me: pelle contro pelle, respiro contro labbra, odore contro naso...
Come faccio a resisterti quando ti aggrappi alle mie spalle, circondandomi di
nuovo il bacino con le tue gambe. Le tue labbra si chiudono
possessivamente sulle mie e giuro non vorrei mai che quest’attimo finisse.
Devo ricorrere a tutto il mio autocontrollo per bloccare il mio sangue che
inevitabilmente riprende a scorrere verso le parti più meridionali del mio
corpo.
Quando interrompo il bacio, afferro il tuo viso tra le mani. Guardo i tuoi
occhi socchiusi e quella labbra rosse e morbide ricercare ancora le mie.
Io e te non ne abbiamo mai abbastanza di noi.
-Io sono venuto qui...- inizio, respirando a pochi centimetri dal tuo naso.
-...perché avevo bisogno di parlarti...-
Ti passi la lingua sulle labbra, leggermente nervosa. –Cosa è successo?- I
tuoi occhi grandi ed allarmati mi fanno rabbrividire.
Ti afferro le mani, baciando le punte delle tue dita sottili. –Di nuovo
nulla, di vecchio tutto...-
Sorridi senza riuscire a capire, con dolcezza, come solo tu sai fare.
-Vedi...- continuo cercando di regolarizzare il battito del cuore. -... io e
te ci conosciamo da così tanto tempo. Abbiamo passato così tante avventure
insieme che questo periodo di calma mi ha fatto riflettere...-
Annuisci, stringendomi le mani.
-Temevo che il nostro rapporto potesse finire una volta portata a
termine la nostra missione di aiutare Harry...e quando questo non è successo
sono stato l’uomo più felice del mondo...-
Mi baci una guancia mentre mi accarezzi la nuca. –Non avrei mai potuto
lasciare un pezzo di me...-
Sorrido, arrossendo appena sulle orecchie. –Ecco...- le mani mi sudano. –Io
so di non essere stato un fidanzato modello: ti ho fatto piangere tante volte,
abbiamo litigato e ci sono stati periodi in cui ero così orso che se fossi stato
al tuo posto avrei lasciato perdere... eppure... eppure tu non l’hai fatto.-
Ti sorrido imbarazzato, quando il tuo sguardo mi esorta a proseguire.
-Quello che voglio dire è che io, nonostante non te l’abbia mai detto, ti
amo, Hermione. Ti amo come non ho mai amato nessuno e come mai credo riuscirò ad
amare. Tu per me sei indispensabile... ed il problema è che, Merlino, non so
fare discorsi meravigliosi, la strega delle parole sei tu... semplicemente tutto
quello che volevo dirti è questo: ti amo. Nulla di più...-
Alzo gli occhi e cerco i tuoi.
Mi stai fissando con tenerezza. Hai una mano sottile premuta sulle labbra e
il tuo sguardo miele scuro scintilla di lacrime. Lentamente una goccia
scende sulle tue guance ed io non posso fare a meno di raccoglierla con le mie
dita.
-Ora perché piangi, amore?-
Mi salti al collo, stringendomi forte.
-Perché essere amata da te è la cosa più bella che mi sia mai
capitata...-
Ti scosto da me e ti bacio. Le nostre mani vagano di nuovo sui nostri
corpi. Con insistenza e desiderio crescente.
-Aspetta...- ti dico ad un orecchio mentre i nostri respiri erano andati
troppo oltre. –Devo dirti ancora dell’altro...-
Ti ritiri più sorpresa che mai. Le tue guance adorabilmente spolverate di
rosso, contornano il tuo sorriso che io trovo stuzzicate. Sempre e comunque. Mi
piaceva anche quando avevi i denti troppo grani sul davanti. Un’imperfezione che
ti rendeva ancora più tenera ai miei occhi.
-Cos’altro hai da dirmi?- inclini leggermente la testa verso sinistra. I tuoi
capelli scendono su una spalla, perdendosi sul tuo seno. Contemplo quelle onde
marroni dai riflessi dorati.
Li accarezzo un attimo tu tremi.
Ok... mi sto perdendo.
Non riesco a trovare il filo del discorso. Sei tu, Hermione, la mia
distrazione preferita. L’unica in grado di farmi alzare prestissimo la
domenica per raccogliere le campanule viola che tanto ti piacciono, la sola
persona in grado di riuscire a farmi isolare dal resto del mondo, l’unica ad
aver un tale potere su di me da distrarmi sempre e comunque anche con un
sorriso.
-Sei un po’ pallido...- mi sfiori la guancia con la tua mano bollente e
piacevole. –Stai bene.-
Rimango zitto per un lungo momento. Quasi stessi riflettendo sulla tua
domanda. Eppure non è così difficile rispondere. Insomma, non sono mai stato
meglio!
-Sto benissimo...- ti rispondo, facendoti rilassare. –Mai stato meglio. -
Sorrido.
Ci guardiamo negli occhi.
Un brivido.
Le farfalle.
Il profumo di fragole mature.
Ok, devo farlo. Ora. Altrimenti non ne ho più il coraggio e non posso non
averlo. Io la amo e voglio renderla la donna più felice del mondo. Spero solo
che questo la rende effettivamente tale.
Ti afferro le mani e te le bacio di nuovo, sciogliendo con difficoltà il
nostro abbraccio. Mi alzo, andando alla ricerca della mia biancheria e più che
altro dei miei pantaloni... o era il cappotto. Oddio, non ricordo dove diavolo
ho quell’astuccio. Cerco dovunque trovando solamente il mio intimo. I sento
ridacchiare incuriosita e non osso fare a meno di voltarmi, per ammonirti
bonariamente.
-Ridi?-
Annuisci.
Scuoto la testa.
-Non oso chiederti perché.-
Sorridi.
-Chiedilo pure...-
Mi fermo a fissarti. Poi, te lo chiedo.
-Perché?-
Sorridi di più e mi fai quasi morire.
-Perché sei buffo...-
-...Oh, grazie. La mia autostima sta volando tre metri sopra il cielo...-
-...e anche perché ti amo.-
Quest’ultima frase mi zittisce e rifocilla con una manata il mio ego. La
guardo soddisfatto e non aggiungo nient’altro, riprendendo a cercare.
Il mio cuore aumenta i battiti quando non riesco a trovare quel cofanetto da
nessuna parte. Non era nelle tasche dei jeans e nemmeno in quelle del cappotto.
Quando mi passo le mani nei capelli disperato, finalmente lo intravedo sul
pavimento a pochi passi dal letto.
-Diavolo di un...- mi blocco quando noto i tuoi occhi seguire i miei in
direzione del piccolo astuccio vellutato. Mi tufo a pesce riuscendo ad
agguantarlo prima che tu lo veda.
Inarchi un sopraciglio al mio gesto.
-Ma si può sapere che ti prende?- tiri il lenzuolo un po’ più su sul seno per
coprirti meglio. Quando io mi rivesto tu torni ad essere pudica... non ho mai
capito il motivo.
Un giorno me lo dirai, vero?
-Nulla.- mi sistemo a gambe incrociate sul pavimento. –Non voglio solo che tu
abbia anticipazioni su quello che sto per fare.-
Ti accigli un attimo. Contrariata.
-Ma...-
Mi alzo di colpo sulla schiena e ti tappo la bocca con un bacio. Profondo,
lento, sensuale.
Come piace a noi.
-Stai un po’ zitta...- ti dico scherzosamente, facendoti sorridere ed
annuire. –Allora...-
Mi schiarisco la voce. –Per favore, non ridere e non inarcare le sopraciglia
quando ti chiederò quello che sto per chiederti...- e lo sapevo avresti riso e
inarcato le sopraciglia in automatico.
-...Come non detto...- sussurro senza speranza.
Tu fai una faccia adorabilmente colpevole. –Sì, scusami.-
Sospiro. –Non importa...- ti prendo l emani. –Ecco... e per favore, non
m’interrompere con quello sguardo interrogativo...- ed eccolo lì il tuo sguardo
interrogativo.
Abbasso la testa rassegnato. Tu ridacchi.
-Scusami, è più forte di me... Non riesco a controllare certe espressioni
facciali...-
Lo so che non ce la fai. Ma almeno sta volta potevi provarci. Va bene che non
sai quello che sto per chiederti, però. Puoi anche intuirlo!
-Allora...- riprendo per la terza volta. –E’ qualcosa che cerco di dirti da
tantissimo tempo e ti prego, ti scongiuro non darmi una risposta affrettata.-
Mi stringi le mani. Forse hai capito?
-Hai per caso deciso di accompagnarmi al museo delle rune domani?-
m’interrompi di nuovo. Se non fosse che ti amo più della mia vita ti avrei preso
a schiaffi. Mi spazientisco.
-Hermione, per favore, sto cercando di chiederti di sposarmi, se continui
così non ci riuscirò mai...-
Oddio. L’ho. Detto.
Rimani attonita con la bocca socchiusa. Bella e buffa come ti ho conosciuto.
Resto in attesa con il cuore che mi rimbomba nelle orecchie.
Ti vedo umettarti le labbra e poi mi dici.
-Chiedimelo con più gentilezza.-
E’ inutile sei sempre tu, Hermione. Qualsiasi sia il contesto.
Io, al contrario, avrei volentieri iniziato una bella litigata. Ma visto che
la risposta la voglio ed anche positiva abbozzo l’acidità e riformulo la
domanda.
M’inginocchio, ti prendo le mani e con un tono gentile ti chiedo
ancora.
-Hermione Jane Granger, amore delle mie vite passate, presenti e future, vuoi
sposarmi?-
Tu mi guardi con quel cipiglio fantastico che solo tu riesci a sfoderare in
certi casi.
Mi sorridi e con un sorriso dolcioso mi dici...
-No.-
Giuro di primo impatto stavo per rimanerci. Poi, ho rielaborato ed accusato
il colpo.
Mi guardi furba ed ho capito che vuoi di nuovo condurre tu il gioco.
-Perché?- ti chiedo con una voce strozzata.
-Perché prima mi devi regalare quell’ anello che ho visto a terra da quando
ti ho tolto i vestiti...-
Giuro mi darei volentieri un pugno in faccia. Con una velocità
impressionante, sfilo l’anello dall’astuccio. Ti sorrido, un po’ goffo.
-Scusami, hai ragione.- rimango in silenzio a fissarti le mani, mentre
tremante t’infilo l’anello minuscolo per le mie dita, ma perfetto per le tue.
-Bene.- mi sorridi. –Ora richiedimelo.-
-Cosa?-
-Ron, è la mia proposta di matrimonio voglio che sia perfetta.-
Alzo gli occhi al cielo. Proprio perfettina dovevo trovarla.
Ti amo.
-Hermione, mi vuoi sposare?- e con questo siamo a tre.
Mi guardi in silenzio, tenendomi sulle spine. Poi, con un sorriso che va da
un orecchio all’altro mi ti butti tra le braccia ed io sento il mondo tornare al
suo posto.
-Sì, sì, sì.- tre sì. Bene. Mi avresti sposato tutte e tre le volte.
Sorrido a mia volta e ti allontano per baciarti. Trovo la tua bocca, morbida
e profumata, contro la mia è perfetta. Mi perdo tra i tuoi boccoli ed il tuo
profumo e non riesco a capire nient’altro.
Vorrei dire tanto altro, ma rischierei di raccontare al mondo intero la mia
prima e pessima figura con i Signori Granger. E non credo che interessi.
O almeno, spero.
THE END
(o almeno, spero)
“Ah, la dedico a Sunny-love, anche per il suo onomastico"
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