1^ settembre.
DAL DIARIO DI
GINNY.
Eccomi di nuovo ad
Hogwarts, al sesto anno. Mi sembra ieri la prima volta che sono entrata, e il
Cappello Parlante, con la cerimonia dello Smistamento, mi ha assegnato a
Grifondoro. Ricordo la gioia di tutti i miei fratelli: i gemelli non la
smettevano di congratularsi, mentre Percy già mi enumerava i miei doveri di
studentessa di quella Casa… Solo Ron era mogio per la faccenda della macchina
volante! Sono già passati sei anni! Sembra un sogno! Eppure adesso sono ancora
qui… Ma è meglio che io smetta di scrivere, è quasi l’una di notte, e domani ho
lezione.
DAL DIARIO DI
COLIN.
Ho iniziato il mio sesto
anno ad Hogwarts, e ancora rimango stupito a tutto quello che accade qui.
Ricordo perfettamente l’arrivo del primo anno, il mio timore verso gli
insegnanti… e l’ammirazione per Harry, e niente è cambiato pur essendo sempre
nuovo. Anche quest’anno ho con me la mia macchina fotografica, per immortalare
i gesti di Harry. Solo di una cosa mi pentirò sempre: di non aver scattato una
foto quando arrivò a bordo della macchina volante. Immagino come sarà stato
bello, al volante dell’auto, mentre atterrava lievemente sul Platano
Picchiatore… Novità dell’anno: abbiamo un nuovo insegnante di Difesa Contro Le
Arti Oscure. Nuovo… E’ stato il primo per me! Insomma, è Gilderoy Allock.
2 settembre.
DAL DIARIO DI
GINNY.
Oggi stavo conversando con
Harry durante una pausa concessami dalle lezioni quando una voce poco gentile
mi ha chiesto se potevo spostarmi perché occupavo tutto l’obiettivo. Inutile
chiedersi chi era: Colin Canon! Non solo perché è l’unico, qui, che gira con
una macchina fotografica al collo, ma perché è fin dal primo anno che prova
odio puro nei miei confronti. Non sopporta che io abbia la fortuna di essere la
sorella di Ron, e che quindi abbia la possibilità di parlare con Harry più
frequentemente di quanto possa lui… Ma almeno poteva essere più garbato nel
dirmi di spostarmi!
DAL DIARIO DI
COLIN.
Ma chi si crede di essere
Ginny Weasley, solo perché è la sorella di Ron? Era da un’ora che cercavo di
scattare una foto decente ad Harry, e quando finalmente avevo trovato la giusta
posizione… arriva lei e si mette a parlare con lui, occupando tutta la visuale
che l’obiettivo mi offriva! E solo perché le ho detto di spostarsi mi ha
guardato con odio… Oh, ma lei mi odia solo perché io posso fare quante foto
voglio ad Harry, mentre lei non ne può avere neppure una! Così impara a
portarsi la macchina fotografica da casa! Fallita!
…
28 dicembre.
DAL DIARIO DI
GINNY.
Devo fare il compito di
Pozioni: Piton, quest’anno, ci ha dato una lunghezza e un tema impossibili!
Però è meglio se mi trasferisco in Biblioteca: nella Sala Comune non si può
studiare con il clima natalizio che c’è. Mi dispiace “abbandonare” Harry alle
partite a scacchi con Ron, ma si divertono entrambi, dunque non c’è problema.
DAL DIARIO DI
COLIN.
Non è possibile: Piton ci
ha dato un tema così semplice per Natale… Forse il clima festivo sta agendo
bene anche sul suo organismo? Dobbiamo solo elencare difetti e virtù
dell’ultima pozione che ci ha insegnato a fare. E’ meglio se mi sbrigo subito a
svolgerlo, così è già una cosa in meno… Però è meglio andare nella Biblioteca,
qui nella Sala Comune c’è un chiasso indescrivibile! Solo Harry e Ron sono
silenziosi impegnati in una partita a scacchi. Forza Harry, tifo per te! Gli
faccio una foto veloce e corro in biblioteca!
DAL DIARIO DI
GINNY.
Questo pomeriggio ero in
Biblioteca, seduta ad un tavolo, da sola, intenta a consultare un volume appena
preso in prestito, quando ho sentito la sedia davanti alla mia che veniva
trascinata. Ho alzato gli occhi, pensando che fosse una mia amica, invece era
Colin, che, avendo davanti al naso una foto che stava a rimirare compiaciuto,
non si era accorto della mia presenza. Ho fatto finta di nulla e ho continuato
a leggere, quando lui, tirato fuori dalla borsa il libro di Pozioni, ha
borbottato qualcosa sul fatto che non riusciva a trovare la pagina dove era
scritta la preparazione dell’ultimo intruglio che Piton ci aveva insegnato. Istintivamente
sono scoppiata a ridere un po’ rumorosamente, e mi sono meritata un’occhiata
torva non solo da parte della bibliotecaria e delle poche persone che si
trovavano lì, ma anche di Colin che, accorgendosi solo allora della mia
presenza, senza dire parola, si è alzato e se ne stava per andare via… se non
fosse stato trattenuto dal mio “Aspetta!”. Non so perché, ma mi è venuto
spontaneo richiamarlo… Ho pensato che entrambi dovevamo fare lo stesso compito,
che in sei anni non c’eravamo mai parlati, se non attraverso battutine piene
d’astio, e che era ora che iniziassimo a farlo… Insomma, mi è venuto naturale.
Lui, da parte sua, è ritornato subito a sedersi, dopo avermi lanciato un’altra
occhiata, questa volta sospettosa e leggermente meravigliata. Così, abbiamo
iniziato a parlare.
DAL DIARIO DI
COLIN.
Stupido, stupido, stupido!
Ma perché sono ritornato indietro, questo pomeriggio, quando la Weasley mi ha richiamato?
E poi, perché lei mi ha richiamato? Certo, non è stato un male rimettersi a
sedere, dato che mi ha spiegato che il tema che voleva Piton non era quello che
avevo capito io, ma non poteva essere qualcun altro a dirmelo? Doveva essere
proprio LEI? LEI che mi occupa gli obiettivi? LEI che non mi ha parlato in sei
anni? LEI che mi ha guardato sempre con odio? LEI… che è diventata
maledettamente carina durante questo tempo! Inutile negare: di solito l’ho
sempre vista come la ragazzina scialba che era il primo anno, innamorata persa
di Harry (come sa tutta la scuola dopo quel “biglietto-canoro” del San
Valentino di sei anni fa), ma ieri l’ho osservata bene. I capelli rossi e
lunghi fino a metà schiena, che sotto il sole pallido di dicembre mandavano
bagliori dorati, non più liscissimi ma leggermente ondulati… Gli occhi celeste
chiaro sconfinante nel grigiastro… Non ho capito un cavolo di quello che mi
spiegava di Pozioni perché ero intento ad osservarla. Quella che mi si è
presentata questo pomeriggio non era una ragazza, ma neppure una donna. Mi
sembrava una figura fuori dal tempo, una dea… Smettila Colin! Stai diventando
terribilmente sdolcinato! Ma è possibile innamorarsi e far innamorare di sé una
dea?
29 dicembre.
DAL DIARIO DI
GINNY.
Forse avrei fatto meglio a
non richiamare Colin, ieri… Questa mattina mi ha messo in grandissimo imbarazzo:
stavo parlando con le mie amiche, tranquillamente, quando si è messo ad
osservarmi a pochi metri, insistentemente. Le altre me l’hanno fatto notare,
ridacchiando, e ho ridacchiato anch’io, cercando di non far vedere il mio
imbarazzo. E’ stato ad osservarmi fino a quando le mie amiche non se ne sono
andate: solo allora si è avvicinato e mi ha detto che voleva chiacchierare un
po’… Ho accettato, e guardandolo meglio ho notato una cosa straordinaria: non
aveva la macchina fotografica al collo! E siamo passati circa due volte accanto
ad Harry, ma Colin non l’ha degnato di uno sguardo! Questo pomeriggio ho
cercato di capire il motivo del suo comportamento, ma l’unica spiegazione che
mi è venuta in mente è che si sia innamorato di me… Ma va, figuriamoci! Canon innamorato
di me? Canon, che mi odiava fino a pochi giorni fa? Eppure è l’unica soluzione
logica… Spero che non sia così. Lui non m’interessa, o almeno sì, ma solo come
amico, e non voglio che soffra. L’ho conosciuto come il ragazzino che si cela
dietro l’obiettivo, e per sei anni è rimasto tale per me, ma ora ho notato che
è cambiato: un bel ragazzo, dai capelli biondicci lunghi fino alle spalle, alto
e slanciato, che sa essere divertente e può fare battute argute… ma che, per
quanto mi riguarda, può essere solo un amico. Ieri non me ne ero accorta,
perché abbiamo parlato solo di scuola e di Pozioni, ma oggi mi sono resa conto
della sua “trasformazione”, e ne sono rimasta impressionata…
DAL DIARIO DI
COLIN.
Ieri ero stupido tre
volte? Oggi mi direi stupido all’ennesima potenza! Mi chiedo se tutti sbaglino
come me, quando c’è di mezzo l’amore. Cos’ho fatto? Direi piuttosto cosa NON ho
fatto! Volevo parlarle privatamente e quando l’ho vista con le amiche non ho
trovato nulla di meglio che starla a guardare fino alla fine della
conversazione con le altre… Volevo confessarle quello che all’improvviso ho
iniziato a provare per lei, invece mi sono lanciato in una serie di battutine
stupide che l’hanno fatta ridere, sì, ma che mi hanno fatto tanto sentire un
giullare o un buffone di corte. Volevo… quante cose volevo, e non ne ho portato
a termine neppure una! Così mi ritrovo peggio di prima, e non posso chiedere
aiuto a nessuno qui, perché tra i Grifondoro basta confessare qualcosa a
qualcuno che entro un’ora lo sa tutta la Casa… Quindi non posso ricevere consigli dei
maschi (alcuni dei quali sono stati con Ginny) né dalle femmine (tutte amiche
di Ginny…). Che pasticcio, che pasticcio, che brutta pasticcio! Anche perché
oggi ho scoperto che non solo è bella, ma anche intelligente… e non solo in
Pozioni. Riesce a farmi sentire inferiore a lei… E l’ho odiata per sei anni!
…
14 febbraio
DAL DIARIO DI
GINNY.
Oggi scendo in Sala Grande
per la colazione… e la trovo agghindata di fiori rosa! Ahi, ahi… qui c’è lo
zampino del professor Allock… E infatti è vestito di un pomposo abito dello
stesso colore dei fiori: avrà perso la memoria, ma le abitudini che aveva prima
le ricorda bene! Come era prevedibile, mentre lui faceva entrare i soliti nani
arcigni mascherati da Cupidi, l’intero tavolo dei professori stava per mettersi
a piangere… L’unico divertito sembrava Silente, ma dopo sei anni che sto qui ho
capito che il Preside ha un cuore d’oro e riesce ad accettare tutte le
stranezze degli insegnanti. Il giorno sarebbe passato allegramente, se non
fosse successo un “disguido” nel pomeriggio… Anche se non so se chiamare così
quello che è successo… E’ stato consegnato un messaggio ad Harry. E non un
messaggio qualunque, ma il mio… Il mio di sei anni fa! Non so come sia venuto
in mente ai nani, forse avevano poche richieste e quindi hanno ripescato dalla
loro memoria le vecchie Valentine musicali? Non so. Ma Harry ha ricevuto il mio
vecchio messaggio, per la seconda volta, nessuno ha capito che era riciclato, e
ho sentito tutti gli occhi puntati su di me. Non ho potuto resistere: sono
scappata… e mentre correvo, poco distante dal gruppetto di persone che aveva
sentito il messaggio mi sono scontrata con qualcuno… Ho alzato lo sguardo:
Colin. Con il volto pallido e gli occhi che fra poco si sarebbero riempiti di
lacrime. Lo sapevo, diamine, si è innamorato di me e io lo sto facendo
soffrire. E’ stata una carognata, ma ho biascicato solo “Scusa” e me ne sono
andata via, continuando la mia fuga. Quando abbiamo cenato ho notato che aveva
gli occhi rossi… Un quarto a mezzanotte del 15 febbraio, ma ancora non ho
sonno. Vado nella Sala Comune, magari lì riuscirò a distrarmi un po’.
DAL DIARIO DI
COLIN.
Lo sapevo. Lo sa tutta la
scuola, fin dal mio primo anno. Tutti sanno che Ginny è perdutamente innamorata
di Harry, e io non me ne sono mai preoccupato. In fondo, fino al 27 dicembre,
anch’io ero, in un certo qual modo, “innamorato” di Harry, no? Ed Harry è un
tipo che si fa amare, no? Però quando le cose cambiano, ti crolla il mondo
addosso. Come adesso, quando sono sicuro che Ginny mi piace ma che lei è ancora
cotta di Harry… come dimostra la
Valentina che ha ricevuto oggi. Sono rimasto fermo appena
l’ho sentita, pallido in volto, con gli occhi che mi prudevano perché le
lacrime erano impazienti di uscire… e come se non bastasse, come colpo di
grazia, Ginny correndo via mi è venuta a sbattere contro e mi ha chiesto scusa.
Scusa per cosa? Per essermi venuta contro o per la Valentina? Perché so
bene che lei ha capito che mi piace… Già il primo giorno che ci siamo parlati
ho fatto così tanti sbagli che era chiaro come il sole. Mi sono inventato una
scusa banale e sono salito nella torre dei Grifondoro, in camera mia, per
sfogarmi, imbrattando d’inchiostro e di lacrime questo diario… Più lo sfoglio
più vorrei strappargli le pagine. Ci sono annotati solo brutti ricordi, o
piccoli momenti di felicità che, alla luce dei fatti appena accaduti, si
sciolgono come neve al sole. Preferisco andare nella Sala Comune… Almeno lì non
vedrò nessuno.
Il buio è
fitto nella Sala Comune dei Grifondoro. Tuttavia Colin distingue la figura di
una ragazza rannicchiata su una poltrona. I lineamenti del viso non lasciano
spazio a dubbi. – Ginny? – chiede, come per avere conferma. – Colin? – risponde
lei, con un tremito nella voce. – Non hai sonno? - . – No… - mente lui,
cercando di mantenere il tono della voce fermo e neutro. – Ho… mangiato troppo.
Ma neppure tu riesci a dormire, vedo. - . – No, infatti… Siamo a febbraio, ma
sento caldo… - . – Stai mentendo. - . – Anche tu, Colin. - . L’imbarazzo è
sceso fra i due. Si guardano per pochi secondi, e la prima a cedere è Ginny. –
Scusa! – esclama, con la voce piena di tristezza. – Per cosa? Per lo scontro di
oggi? Non ti preoccupare, non mi sono fatto poi così male… - risponde Colin,
facendo finta di non capire. – Colin, lo sai benissimo che non è per quello… Ti
chiedo scusa per la
Valentina mandata ad Harry. In realtà… - . – Perché devi
chiedermi scusa? Non m’interessa. Non sono mica il tuo ragazzo, puoi mandare
tutte le Valentine che vuoi, Ginny. - . – Vorrei finire di parlare… In realtà
io NON ho mandato alcuna Valentina. Quella l’avevo scritta sei anni fa, e i
nani l’hanno riciclata… Nessuno di voi se n’è accorto, ma io ho riconosciuto le
parole. - . Colin rimane in silenzio, come se stesse pensando: non sa cosa
dire, si sente a disagio. Potrebbe ripiegare su un semplice “E’ tutto ok”, un
banale “Ah!”, ma in fondo serve una risposta a quello che ha detto Ginny? –
Tenevo a precisarlo… Perché ho notato che ci sei rimasto male, e… - continua
lei, come a trovare una scusa alle sue parole. – Ti ringrazio per avermelo
detto. – taglia brusco Colin. Non vuole stare ancora a sentire… Serve solo a
farsi male. – Mi sta venendo un po’ di sonno… Vado a dormire. – continua il
ragazzo, con l’intenzione di restare sveglio tutta la notte e inondare di
lacrime il cuscino. – Buonanotte Ginny… - , ma non finisce di dire la frase che
Ginevra si interpone fra lui e le scale che portano al dormitorio maschile. –
Allora, Colin! Possibile che è tutto questo quello che hai da dirmi? E’ da più
di un mese che trovi tutti i pretesti più assurdi per starmi vicino, io penso
di aver capito il perché ma vorrei almeno avere una tua conferma! - . Il
tono è molto alto, quasi irato. Colin trova la forza proprio dalla rabbia di
Ginny: non risponde, si limita ad attirarla a sé e a baciarla… Un bacio
all’inizio timido, impacciato, poi sempre più violento, furioso, quasi per non
farla andare via, costringerla a rimanere lì, come se avesse tra le mani un
sogno che potrebbe svanire presto… Un sogno da cui vuole prendere tutto prima
che arrivi il risveglio. Ginny da parte sua non ha mai sentito un bacio così…
Ha avuto baci timidi e altri impetuosi, ma non come questo che sembra quasi una
richiesta d’aiuto, una domanda che vuole in risposta solo affetto… amore. –
Scu… - . Colin non riesce a capire cosa gli sia preso. Non riesce neppure a
chiedere scusa per l’imbarazzo… Se avesse in quel momento la bacchetta la
userebbe volentieri per far apparire una crepa sotto i piedi e sprofondare. – E
di che? – sorride Ginny… La richiesta d’aiuto è stata accolta. E’ come se quel
bacio avesse avuto il potere di convincerla ad accettare la verità… Colin non
sarebbe mai stato solo un amico, per lei. – Grazie del regalo di San Valentino…
- sussurra ancora la ragazza. Colin rotea gli occhi, spaesato, cercando di non
incontrare lo sguardo di Ginevra… Gli occhi gli cadono sull’orologio… -
Veramente è mezzanotte e cinque, dunque siamo già al 15 febbraio… - cerca di
replicare. – Beh, allora… abbiamo perso San Valentino… Non importa… Passeremo
un meraviglioso 15 febbraio! – esclama Ginny, convinta. Forse Allock, quella
mattina, aveva detto una cosa giusta… - Siamo ad Hogwarts, Scuola di Magia e
Stregoneria, ma credete a me, non c’è nessuna magia più grande dell’amore… - .