Quando arrivarono in spiaggia, Daniel sospirò fermando
l’auto senza però spegnere il motore. Christopher,
seduto accanto a lui nel sedile del passeggero, si ridestò
dallo stato di trance in cui versava e spense l’ipod.
-Che succede?- domandò seccato togliendo le cuffie e
massaggiandosi le orecchie. Si guardò appena intorno e, come
se non fosse ovvio, il compagno gli disse –Siamo arrivati.-
-E c’era bisogno di piantarti in mezzo alla strada?-
-Non c’è parcheggio.- si difese quello, poi
rettificò –Oh, eccone uno!-
Ingranò la retromarcia e si collocò
nell’unico buco disponibile, vicinissimo
all’entrata per la spiaggia.
-Aspetta.- lo richiamò l’altro -Daniel, questo
è il parcheggio riservato ai disabili!-
Quello non parve preoccuparsi e Christopher lo fissò storto,
quasi volesse fulminarlo con gli occhi.
-Dai, non vorrai che mi metta in quello che si è appena
liberato? Sotto il sole cocente tutta la sera?-
Christopher insistette, tentando d’inculcare un po’
di buon senso al suo compare.
-Non è giusto, tu non sei un disabile.-
E Daniel sospirò, ma non certo per la ramanzina sciorinata
col perfetto accento inglese dal compagno, quanto per la visione della
vigilessa che si profilava all’orizzonte, armata di penna e
blocchetto e tanta, tanta “cattiveria”.
Anche Christopher la vide e squadrò l’incosciente
al suo fianco con dipinta sul viso la più classica delle
espressioni da “Te l’avevo detto”.
E l’avrebbe anche formulata oralmente quella massima dannata,
sennonché una lanciante fitta lo costrinse a chinarsi su se
stesso con le mani fra le gambe. Gli ci volle giusto una frazione di
secondo per capire che quel deficiente del suo compare
l’aveva colpito apposta sui gioielli di famiglia, anche
perché il disgraziato in questione uscì dalla
macchina con nonchalance e si premurò di aprire il suo
sportello, con la migliore fra le facce di bronzo, per poi aiutarlo a
uscire dall’auto.
Male come poté, Christopher, si aggrappò a lui,
trascinandosi fuori dall’abitacolo e, quando la vigilessa
giunse, ascoltò senza dire una parola lo sfoggio
dell’immensa fantasia di quel cretino, il quale spiegava alla
donna circa una sua presunta malattia. Se le sue palle non urlassero di
dolore, in quel momento, probabilmente l’avrebbe ucciso in un
istante.
Ma tacque fino alla fine di quello scempio verbale e si
lasciò condurre in spiaggia, mano nella mano, sottobraccio
con quel bastardo del quale, si appuntò mentalmente, si
sarebbe certo vendicato al momento propizio.
Oh, e quel momento di gloria giunse eccome…
Quando quella sera la vacanza volse al termine e al ritorno dalla
spiaggia i due scorsero la vigilessa, fu Daniel a contorcersi dal
dolore e Christopher ad aiutarlo a entrare nell’auto.
-Chi la fa, l’aspetti.- ghignò dando gas al motore.
Note: In
realtà è una completa idiozia e la bella
è che questa storia era più lunga ma... dunque...
i due farebbero parte di un gruppo di supereroi in stile sailor...
ehm... si in stile eroina dei manga. Perché c'è
Sailor Moon, ci sono le Mew Mew, ci sono le Pretty Cure e non ci sono
giovincelli che combattono per la gioia di noi femminucce? U_U
Però, rileggendo la storia scritta alcuni anni fa, beh, mi
vergognavo assai a mettere il combattimento contro la piovra pirahna
*cough cough*
Mi spiace solo che ho omesso la coppietta di piccionicini e lo
spogliarellista sexy, ma avrò modo di presentarveli quando
riuscirò a dar loro poteri decenti! XDD
E comunque, non imitateli per evitare le multe, perché fa
male U_U
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