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Autore: Akira Haru Potter
Titolo: Just
like cotton candy.
Fandom:
Beyblade
Pillola/e di ispirazioni
scelta/e: 11. Il dolore ha un sapore unico insieme a un
po' di dolce.; 18. A volte nella vita bisogna essere bastardi.
Personaggi e Pairing:
Takao Kinomiya, Kai Hiwatari, Max Mizuhara, Rei Kon, Professor Kappa;
KaixTakao
Genere:
Sentimentale, Commedia
Rating: Verde
Avvertimenti:
What if; Shonen-Ai; One-Shot
Note ed eventuali
dell'autore: La storia è ambientata alla fine della terza
stagione, anche se le descrizioni fisiche sono della prima. Quindi è
per questo che Kai ha gli occhi “cremisi” o Takao gli occhi oltremare
xD. Non è una fic ‘profonda’, ma è una commedia leggera, senza
pensieri, quindi spero che per questo non venga svantaggiata, anche
perché è nata proprio per non essere complessa e per farsi su due
risate o per sospirare un ‘Aww’ commosso! Il titolo significa: “Proprio
come zucchero filato” ed è data più o meno da una frase – idiota – che
Takao dirà a Kai.
Introduzione:
“Il dolore ha un sapore unico insieme a un po’ di dolce.”.
Non ricordò dove avesse sentito questa frase, probabilmente in qualche
serie televisiva o film, ma in quel momento Takao non poté che esserne
totalmente d’accordo.
Just like cotton candy.
Quando si svegliò dal proprio sonnellino, durante il pomeriggio di una
qualunque giornata estiva, Takao si mise seduto nel proprio letto,
grattandosi la lunga chioma scura mentre osservava un punto indefinito
della stanza; era stato svegliato da alcuni rumori molesti, provenienti
dalla camera adiacente alla propria.
Come un flash ricordò improvvisamente di come, alcuni giorni prima, i
suoi pazzi compagni di squadra avessero deciso di riunirsi al vecchio
team e di far tornare a brillare i Bladebreakers.
Di ciò Kinomiya non poteva che esserne contento, visto quanto gli erano
mancati.
Gli erano mancate tantissimo le risate, le avventure, ma anche i litigi
che sfociavano all’interno del gruppo. Erano una grande famiglia che si
voleva bene, ma che non poteva fare a meno di discutere.
E certamente in quel momento vi doveva essere un’accesa discussione,
perché sentì la voce di Max urlare: << Allora vedremo chi
ha ragione dei due, Rei-chan! >>.
<< Come vuoi tu, Maxie. >> l’interpellato
invece sembrava aver tirato un sospiro rassegnato << Ma
almeno così ti convincerai di come io abbia ragione. >>
<< Ma anche no! >> poi venne sbattuta la
porta scorrevole della stanza, segno che uno dei due era uscito da lì,
che poi si era scoperto essere l’americano, visto che si era subito
dopo fiondato nella sua camera, saltando nel letto per augurargli il
buongiorno.
Sicuramente certe cose non sarebbero cambiate mai.
*
“Il dolore ha un sapore unico insieme a un po’ di dolce.”.
Non ricordò dove avesse sentito questa frase, probabilmente in qualche
serie televisiva o film, ma in quel momento Takao non poté che esserne
totalmente d’accordo.
Si era trovato a litigare – come durante i vecchi tempi - con Kai per
una strategia sbagliata, architettata dallo stesso giapponese, e non
facevano altro che darsi colpe a vicenda.
Sembrava tutto nella norma, urla e borbotti connessi.
Certo però che, quando in un determinato momento si era sentito
tremendamente offeso e mortificato per gli insulti del russo, non si
era sicuramente aspettato un bacio da quest’ultimo.
Aveva addolcito in modo tremendamente rapido il suo dolore,
trasformandolo in un calore all’altezza del petto che gli bruciava
senza fargli alcun male.
Se ne chiese il motivo, visto che era proprio davanti al suddetto,
ancora intento a divorargli le labbra come se non ci fosse stato più un
domani.
E a lui, sinceramente, non poteva fregar di meno del fatto che forse
avrebbe dovuto fermarlo, visto che, davanti ai loro occhi, vi erano i
restanti componenti della squadra visibilmente scioccati.
Però quello era il suo primo bacio, e gli piaceva così tanto che non
avrebbe voluto smettere mai.
<< Mh, Kai, non ti sembra il caso di far respirare il
povero Takao? >>.
Dopo un ultimo schiocco, il russo si staccò dalle sue labbra gonfie e
ciliegine per le lappate.
La lingua di Kai sapeva di fragole.
<< Hn. >> e Hiwatari, ignorando la presenza
di Takao che lo osservava ancora sognante, gli svolazzò la propria
sciarpa in faccia, per poi dirigersi verso Rei, Max e il professore,
parlando con loro di una nuova strategia per Driger.
Kinomiya, in tutta risposta, era rimasto scioccato dalla mancanza di
tatto dell’altro.
Cioè, non che ora pretendesse il matrimonio: magari gli sarebbe
piaciuto che quello gli avesse detto una cosa come: “Mi dispiace, bello
mio, ma è stata soltanto una botta e via per sfogare lo stress.”.
Nemmeno quello, considerando meglio la frase, sarebbe stata una
risposta idonea alla situazione, ma Takao avrebbe preferito mille volte
quella frase che l’indifferenza di Hiwatari sull’accaduto.
“A volte nella vita bisogna essere bastardi.”.
Non ricordò nemmeno da dove avesse tirato fuori quella citazione – quel
giorno ne stava facendo uscire davvero tante, come conigli dal cilindro
di un mago – ma a pelle pensò che il suo amico russo avesse preso
quella frase come una filosofia personale.
Solo che al posto dell’‘A volte’ vi era stato sostituito il ‘Sempre’.
*
<< Posso sapere qual è il tuo problema? >>.
Kai Hiwatari si voltò nella direzione del giovane campione del mondo.
Si erano trovati seduti sulle pedane di legno che portavano al dojo,
mentre gli altri membri della squadra erano chissà dove in
giro per la casa.
Occasione perfetta per Takao per tentare almeno di capire il suo
compagno di squadra.
<< Non ho alcun problema. >> esalò quello
in un sussurro, mentre incrociava le braccia al petto.
<< Ah, sì? >>.
Il blader russo sospirò.
<< Ascoltami bene, Kinomiya: non ho problemi per la
testa, soprattutto con te. >>
<< Sul serio? Beh, io penso invece che un problemino, noi
due, ce l’abbiamo per davvero. >>
Un altro sospiro del ragazzo dai capelli bicolore.
<< Sto parlando, in particolar modo, del bacio di prima,
Kai. >>
Rimasero alcuni momenti in silenzio.
<< Non ho niente da dire al riguardo. >>
<< Ah, no? Beh, secondo me invece qualcosa me la dovresti
dire. >> sbottò il blader giapponese, mettendosi le mani
sui fianchi << Mi piacerebbe sapere perché all’improvviso
ti viene voglia di baciarmi, visto che il minuto prima mi stavi
riempiendo di insulti. >>.
Hiwatari sospirò.
<< E’ stato solo un bacio, Kinomiya. >>
<< A me è sembrato più di uno, Kai. >>
<< Tutto questo non ha senso. >>
<< Non ha senso il fatto che tu dica che non abbia senso!
>> asserì il ragazzo dagli occhi oltremare.
Kai si era alzato dalla sua postazione e si stava dirigendo all’interno
della casa.
<< D-Dove vai? >>.
<< Lontano da te. >>
<< Non pensavo che fossi così fifone, Kai! Non ti voglio
mica mangiare: voglio solo sapere perché l’hai fatto! >>
cercò di fermarlo, afferrando un suo braccio, ma il ragazzo dai capelli
bicolore si scostò bruscamente al suo tocco e non lo guardò negli occhi.
Takao rimase fermo, con la mano ancora alzata, intenta a stringere un
braccio immaginario sospeso nell’aria, prima di prendere nuovamente il
braccio di Hiwatari, così da voltarlo e attirarlo a sé.
Vide gli occhi cremisi di quello scintillare per quel gesto.
Senza volerlo fece un sorriso compiaciuto: << Potrei
comprenderti se mi trovassi attraente come un cucchiaio ad un magnete,
ma vorrei sentirlo direttamente dalle tue labbra. >>
L’altro sembrò ipnotizzato al movimento delle sue di labbra.
Probabilmente ripensava al contatto avuto appena un’oretta prima. E
anche Takao lo faceva.
<< Perché devi sempre essere così bastardo?
>> gli chiese il campione del mondo in un sussurro roco,
che l’altro sembrò ignorare << Ma pur essendolo, riesci a
provocarmi ferite dal sapore dolciastro, proprio come quello dello
zucchero filato. >>
Hiwatari parve sorpreso, tanto da sgranare leggermente gli occhi.
<< Che romanticheria, Kinomiya. Non è da te.
>>.
<< Parlare così tanto non è da te, baka. >>
gli rispose a tono con un enorme ghigno, prima di coinvolgerlo in un
bacio travolgente, che mozzò il fiato ad entrambi.
Rimasero forse minuti a baciarsi, finché Kai non decise che il suo
orgoglio era stato infangato per troppo e scostò malamente l’altro.
Al fruscio delicato della sua sciarpa candida, seppe che il giovane dai
capelli bicolore l’aveva lasciato nuovamente in trance.
Il ghigno di Takao tornò più splendente che mai.
*
<< Ragazzi, ehm, c’è qualcosa che dovreste dirci?
>> chiese loro Max il giorno dopo.
L’intera squadra stava facendo colazione come sempre a casa Kinomiya.
Poteva sembrare una normale scena quotidiana, se solo non ci fossero
stati gli sguardi che Takao rivolgeva ad Hiwatari, piuttosto maliziosi
e sdolcinati, e le frequenti occhiatacce del russo indirizzate al
campione del mondo.
Per quegli atteggiamenti, soprattutto da parte del blader giapponese, i
loro compagni di squadra non potevano non insospettirsi.
<< Noi? Assolutamente niente. Tu devi dire qualcosa, Kai?
>> Kinomiya ammorbidì così il nome dell’amato – perché
ormai era inutile negare l’evidenza – con tono zuccherino.
<< Hn. >>
<< Sarebbe il caso di tradurlo con un: “No.”.
>> intervenne Rei al posto di Kai, mangiando il proprio
riso compostamente.
<< Beh, ma ieri vi siete baciati così all’improvviso!
>> esclamò il blader americano con il broncio, curioso
come non mai.
Dopotutto, non era mica da tutti i giorni vedere Kai e Takao darci
dentro in quel modo.
Nessuno si sarebbe aspettato i due rivali per eccellenza sbaciucchiarsi
senza pudore!
E poi aveva una motivazione più che valida nel voler essere informato.
<< E’ stato un assalto piuttosto piacevole, su questo non
c’è dubbio. >> ghignò il campione del mondo
<< Altro riso, Kai? >>.
In risposta quello gli porse la propria ciotola, facendosela riempire.
Gli altri erano rimasti a bocca aperta.
<< Da quando ti comporti da brava mogliettina, Takao?
>>.
<< Pfft, non so di cosa tu stia parlando.
>> asserì quello alzando il naso all’aria, come un
bambino viziato che vuole sempre aver ragione, per poi riferirsi
nuovamente al suo trovato amore << Ehi, Kai, andiamo a
sgranchirci un po’ le gambe? >>.
<< Hn. >> annuì quello leggermente, prima
di alzarsi e seguire il giapponese.
Il professore, che fino a quel momento aveva deciso di rimanere in
silenzio, prese parola dopo pochi minuti dall’uscita dei due:
<< Decisamente, c’è qualcosa che non va in quei due.
>>
<< Dici così perché si stanno baciando con trasporto
davanti i nostri occhi? >> ed effettivamente, dalla
finestra spalancata davanti il tavolino, potevano vedere i due blader
baciarsi con evidente passione.
Max stese le proprie labbra in un ghigno malizioso, prima di rivolgersi
a Rei: << Visto il comportamento di Takao da mogliettina
premurosa, posso affermare che il bacio donatogli da Kai ha avuto più
che effetto su di lui. Perciò è grazie a Kai che ora si comportano come
due fidanzatini. Quindi paga pegno, Rei-chan! >>.
Sorridendo mesto, il cinese passò la cifra pattuita al biondo americano
che, in tutta risposta, aveva allargato in modo spropositato il proprio
ghigno.
<< Io l’ho sempre detto che quei due sono fatti per stare
insieme! >> esclamò contento quello, prima di guardare
soddisfatto la scena decisiva della sua vincita.
*Note Finali d’Autore:
Il mio primo secondo posto.
Ancora non ci posso credere: con quei due idioti di Kai e Takao ce l’ho
fatta!
Sono riuscita ad arrivare almeno seconda! Il mio massimo era stato il
terzo posto, ma sto pian piano raggiungendo il massimo!
Mi rende felicissima, davvero <3
Questa piccolina è stata più volte modificata, ma è piaciuta e spero
che piaccia anche a voi che leggete adesso! Spererei davvero in un
vostro commento per sapere il vostro parere o anche solo per aiutarmi a
non commettere errori!
Baci <3
Anto*
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