Let the feast begin
Yuletide
“Ehi,
amico, era tutto davvero delizioso. Sono farcito di tacchino farcito!
Sei un gran cuoco, sai?”
“G-grazie,
detective. Veramente...”
“Ha cucinato la mia meravigliosa
cuginetta! Con un po' del mio aiuto. Vero, Pearly?”
“Quasi,
detective Scruffy! Sorella Bikini mi ha insegnato per davvero a
cucinare l'arrosto.”
“Era
tacchino arrosto, appunto, non farcito”.
“Era
tacchino farcito e arrosto, Nick!”
“Comunque
sia, complimenti, Pearls. Era magnifico.”
Le
luci di Natale tremolano a intermittenza, sfinite da ore di corrente.
La luce cade su volti sazi e soddisfatti – tutti,
forse, tranne
uno.
“Niiick,
non mi hai neppure lasciato invitare Alycia! Ecco, per colpa tua si
è
persa questa cena da sogno. Sei un essere senza cuore!”
“Larry,
devi rassegnarti, non... non avevamo posto. Sto addirittura usando lo
sgabello del computer per potermi sedere a tavola –
”
“Non
hai usato la poltrona, però!”
“Quella
è di Mia, non si tocca. E poi, come avrei potuto trascinarla
fin
qui?”
“Non ti credo! Stai mentendo come sempre, ti ho visto in
tribunale, sai?”
“D'accordo,
d'accordo. L'altro giorno, quando ti ho chiamato, ha risposto lei al
telefono. Ricordi? Bene, mi ha detto lei stessa che era impegnata per
questa sera. Non c'entro nulla io!”
“Ah.
Questo spiega tu- come, scusa?”
“Rassegnati, sciocco
concentrato di folle follia. Meglio risparmiare il fiato e la bocca
per il cibo.”
“Alyciaaaaaa!”
Dalla
porta della cucina si srotola un cono di luce, assieme a un filo di
fumo
nero.
“Ecco
qua. Dolci per tutti, preparati in casa!”
“In
casa della pasticciera all'angolo?”
“In
casa nostra, Maya, se non avessi carbonizzato i biscotti...”
“Ehi,
Nick! Non sono mica un meccanico io, sono una sensitiva!”
“Io
ho una laurea in legge. E comunque non serve essere meccanico per
usare un forno.”
“Il
forno è tuo, Nick, dovresti sapere tu come funziona! A
Kurain
abbiamo il microonde e i surgelati.”
“Non
male come dieta.”
“Amico,
non screditare i surgelati, sono ottimi e anche a buon
mercato!”
Un
mezzo silenzio di sonno, sazietà e festa
aleggia
sulla tavolata.
“Vi
vedo tutti un po' giù di corda. Coraggio! A Natale bisogna
sorridere
e augurarsi buona fortuna per l'anno nuovo.”
“Brava
Maggey, hai ragione! Ravviviamo l'atmosfera. Ah – come mai lo
stereo si è spento, amico?”
“Colpa
mia, scusatemi. Non me ne sono accorto. Forse il tronchetto di Natale
era troppo pesante?”
“Oh,
no, non te la prendere, Nick! Eppure hai ragione. Riconosco che
questa cena sarebbe potuta andare molto meglio.”
“Ehi,
non l'ho mai detto, Larry!”
Un
tintinnio interviene, proprio accanto a Phoenix e Gumshoe, dall'unico
lato della tavola rimasto quieto per tutta la sera.
“Non
importa come sarebbe potuta andare. Importano altre cose,”
sorride
Edgeworth, agitando lo champagne in lunghi circoli. “Che
siamo
tutti qui, per esempio.”
Le
chiacchiere si fanno più dense, più allegre.
Gumshoe è commosso;
si volta e riconosce il giusto merito a chi ha riportato il clima di
festa.
“Signore,
lei è sempre così ragionevole!”
“Si
fa il proprio dovere, detective. Non è vero,
Wright?”
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Non c'è granché da dire su questa piccola one-shot,
se non: buon Natale detto in uno stile del tutto sperimentale! Non uso
quasi mai un tipo di narrazione solo dialogica; ci provo ogni
tanto,
giusto per esperienza.
Voglio dedicare un saluto speciale ad alimanga, che mi ha scritto con
una gentilezza e un entusiasmo infiniti e che ancora aspetta le mie
recensioni. Arrivo molto presto, non preoccuparti. E grazie!
Un abbraccio caloroso a tutti i compagni di fandom, con i miei migliori
auguri :)
P.S.: Centesima fic! :D
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