Questa
storia partecipa al p0rn
fest! – aperto da pochissimo, fateci un salto. ;D
–,
il prompt usato è: “Sesso, dici? Come
funziona?”.
In
realtà è molto più fluff che porn,
Rapunzel e Flynn ispirano
troppa fluffosità (!). *-*
Spero
che vi piaccia, come noterete è ambientata prima del
matrimonio tra
i due.
Kì.
Di
ingenue domande e piacevoli
esperienze
Quel
giorno nel sontuoso palazzo si respirava un'aria diversa: proprio
quella mattina, infatti, iniziavano i preparativi per il matrimonio
più atteso dall'intero regno.
Rapunzel
adorava provare gli abiti da sposa, scegliere l'acconciatura
più
idonea e organizzare il ricevimento in ogni minimo particolare; meno
entusiasmato
era Eugene che, costretto a prepararsi al gran
giorno in
maniera impeccabile, vedeva sempre di meno la futura consorte.
Si
incrociavano davvero saltuariamente, ecco perché i cuori di
ambedue
provarono un improvviso guizzo di felicità quando i loro
occhi si
incontravano: Rapunzel
corse in sua direzione, trascinandosi dietro
un velo di almeno due metri.
«Non
dovrebbe portare sfortuna vedere l'abito da sposa?»,
domandò
Eugene, liberandola da quella costrizione sopra il capo.
«E
dove vorresti scappare, eh?», rispose di rimando lei,
inclinando
leggermente il capo.
Le
mani di Eugene erano sui suoi fianchi e, almeno così
sembrava, non
accennavano a spostarsi di un millimetro. Fu solo quando Rapunzel lo
implorò con lo
sguardo di lasciare la presa che Eugene
intuì e,
sebbene con molta fatica, la lasciò andare.
«Qualcosa
ti preoccupa, Eugene?».
Rapunzel
era una ragazza ingenua, la sua unica preoccupazione erano i
preparativi per la festa.
Non
poteva minimamente immaginare i pensieri che fermentavano nella sua
mente, giorno dopo giorno: lei era cresciuta in una torre, isolata
dal resto del mondo,
ignara di fronte ai desideri umani.
«Eugene...»,
lo premette ancora una volta la ragazza, sfiorando con le dita ossute
la sua guancia.
«Rapunzel»,
strinse le mani della ragazza alle sue, in una morsa ferrea. «Hai
mai pensato... al sesso?».
Ecco,
sì, lo aveva detto.
Rapunzel
indietreggiò – Eugene lo sapeva, doveva aver
commesso l'ennesimo
fallo –, gli diede le spalle e parve riflettere attentamente
sulla
domanda.
«Ehi,
comunque, possiamo anche far finta che non sia successo
nulla!»,
concluse infine Eugene, mostrando il suo solito charme.
«No!»,
esclamò risentita la ragazza. «In
realtà, non volevo dire
questo...», si giustificò infine.
«È una parola estranea, ecco».
Rapunzel
era cresciuta in un bosco, più precisamente all'interno di
una torre
isolata: naturale, a quel punto, che i rapporti umani fossero assai
limitati.
Tuttavia, pensava che madre Gothel avesse avuto il
tempo di
spiegarle un paio di cose fondamentali; ovviamente, la sua era una
speranza naufragata ancor prima
che potesse attraccare, il fatto che
avesse covato un simile pensiero in quel momento lo faceva sentire un
perfetto sciocco.
«Sesso,
dici? Come funziona?», Rapunzel si avvicinò,
sbatté le ciglia e
fece quella richiesta in modo niente affatto volgare.
Eugene
si fermò a pensarci qualche secondo, massaggiandosi con il
pollice e
l'indice il folto pizzetto, dopodiché trovò la
soluzione: «È
difficile spiegarlo teoricamente,
dovrei dimostrartelo praticamente».
Rapunzel
annuì, poi dibatté: «Fai pure pratica
su di me, allora!».
Di
fronte a quella richiesta, tanto diretta quanto ingenua, Eugene
acconsentì; quindi, sfoderando un sorriso che Rapunzel non
gli aveva
mai visto fino ad allora, prese
a slacciarle uno per uno i laccetti
del corsetto.
«Se
lo vuoi veramente, ti avviso che farà un po' male. Stranamente
male».
Rapunzel
annuì nuovamente, poi si lasciò prendere tra le
braccia di Eugene –
il quale la trasportò a qualche metro di distanza, laddove
gli
arbusti erano piuttosto alti.
Quindi,
seppure con molta cautela, le mani di Eugene si spostarono sui
fianchi della ragazza e, una volta accordato con lo sguardo un tacito
assenso, le sue dita presero
a intrufolarsi all'interno della gonna.
Solo una volta trovato il bacino, Eugene sorrise di puro
compiacimento e si liberò frettolosamente della cintura:
Rapunzel
era,
sotto ogni punto di vista, sconvolta e frastornata.
Tutto
ciò per lei era terribilmente nuovo, sentiva il suo cuore
galoppare
velocemente – e, in tutta sincerità, fu solo
quando Eugene prese a
muoversi con rapidità
che provò sensazioni mai sperimentate
in
precedenza.
Dovette
mantenere le mani saldamente ancorate alla giacca di pelle di Eugene,
permettendogli in quel modo di penetrare più in
profondità di
quanto già non fosse.
E faceva male, terribilmente, eppure la
sensazione di piacere era tale che qualsiasi sofferenza risultava
sopportabile.
Fu
solo quando ambedue caddero letteralmente stremati al suolo, che
furono costretti a fermarsi. Il cuore di Rapunzel tamburellava forte,
aveva appena vissuto i
minuti più eccitanti della sua vita.
«Questo...»,
respirò affannata, voltandosi dalla parte del compagno, «...
Questo sesso
mi piace, quando lo possiamo rifare?».
***
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