Perchè
non ne abbiamo mai abbastanza e perchè sono circondata dai
circhi in questo periodo... brevissima storia che si inserisce nel
Quinto Volume. Buona lettura!
^
Carnival ^
Se
c'era una cosa che faceva incazzare Sylar di brutto, era svegliarsi
di colpo in un posto sconosciuto e con una sciacquetta bionda che lo
toccava. Poiché non erano tante le persone che si sarebbero
avvicinate a lui, di certo la capellona tatuata aveva una mira
particolare e avrebbe cercato di usarlo per i suoi scopi. Come tutti
gli altri.
*/*
“Perchè
mi porti al circo? Sai che lo odio, sono un'animalista convinta!”
“Ti
avevo detto di restare al college, sei voluta venire lo stesso. Ora
non lamentarti... questo non è un circo come tutti gli altri,
sta attenta a dove metti i piedi e non dare confidenza ai circensi.”
“Io
vedo solo zebre, cammelli, mangiatori di fuoco e prestigiatori. Non
c'è nulla di strano, qui.”
Claire
alzò gli occhi al cielo, si voltò verso Gretchen, le
sorrise con molta ironia e riprese ad occhieggiare le carrozze e i
gitanti.
Non
le piaceva il circo eppure non la smetteva di fermarsi ai banconi
dello zucchero filato rosa e al tiro a segno! Quando Gretchen ebbe le
tasche vuote, Claire sospirò, l'afferrò per lo zainetto
in cui stava stipando una pecora di peluche e si inoltrò verso
la parte meno chiassosa. Le carrozze dove dormivano i girovaghi.
Avrebbe trovato Samuel, lì?
“Vi
siete perse, signore?”
Ecco
la risposta. Claire si voltò con intenzioni bellicose, mentre
Gretchen batteva le palpebre a tutto spiano e continuava a mangiare
zucchero filato.
Claire
scambiò uno sguardo d'intesa con Samuel, indicò
Gretchen con gli occhi e alzò il mento di un altro centimetro.
Personalità
caparbia, pensò l'uomo con un piacevole sorriso e la mano
tesa verso il punto da cui erano appena venute. Claire fece
dietrofront continuando ad osservarlo, un rumore improvviso attrasse
l'attenzione di Samuel e quando un uomo seminudo balzò fuori
da un carrozzone, imprecando e riallacciando una camicia, Gretchen
prese Claire sottobraccio.
Claire
era saldamente inchiodata a terra, tanto da credere che l'erba le
avesse incollato la suola delle scarpe o che dei viticci sbucati dal
nulla si fossero ritorti attorno alle gambe. Aveva la bocca secca e
la mano che stringeva lo zainetto era rattrappita. Non ebbe paura per
se – non moltissima, a dire il vero – ma per la
sua amica. Sylar non ci metteva niente a prendersela con i più
deboli o a far del male gratuitamente alle persone che amava.
“Claire,
andiamo?”
Fottuto
superudito! Sylar smise di riallacciare la camicia che Lydia gli
aveva tolto nel suo patetico tentativo di seduzione, abbassò
le braccia e si aprì in un sogghigno. Se anche la cheerleader
era lì, Sullivan stava reclutando tutti i supereroi di New
York.
Il
circense spostò lo sguardo attonito sulla carrozza di Lydia,
ebbe un brivido freddo, si chiese se fosse ancora viva ma si
concentrò sull'uomo che avanzava verso le due ragazze.
Gretchen
lasciò il braccio di Claire, inconsapevole di ciò che
stava avvenendo. Sylar le passò vicino, la squadrò da
capo a piedi, strangolò una risatina e avanzò verso la
parte illuminata del circo. Oh, ma ce l'aveva con lei, quel tipo? Che
aveva da ridere?
Claire
riprese a respirare e il colore le tornò lentamente sul volto.
Aveva reclutato anche Sylar? In quale maniera era riuscito a
convincere quel mastino sciolto e rancoroso a fare squadra?
La
porta del carrozzone si aprì di nuovo e una sconvolta Lydia ne
uscì arrabbiata e alterata. Stringeva uno scialle di seta
lavorata sulle spalle e aveva tutta l'aria di uno che aveva appena
subito uno shock.
Samuel
sospirò ma il colpo venne a Claire. Non credeva ai propri
occhi e la sua mente si rifiutava anche solo di immaginare Sylar a
letto con una donna. Era più probabile che le avesse fregato
il potere e che per qualche strano avvenimento l'avesse lasciata in
vita. Ma di solito non se ne andava in giro a torso nudo,
pensò prendendo Gretchen per mano e allungando il passo verso
il baraccone dei giocattoli animati. Un telecinetico all'opera, nulla
di nuovo per Claire ma Gretchen era estasiata e non la smetteva di
commentare e indicare. La ragazza si guardava attorno con le
sopracciglia aggrottate. Samuel le aveva chiesto di passare del tempo
al circo per ambientarsi e capire se avesse voluto o meno restare con
loro e condurre una vita 'normale'.
Una
casa semovente senza radici e con mille fratelli e sorelle. A Claire
ne bastava uno per perdere la pazienza e una doccia scassata non era
certo...
“Bu.”
Il
cuore le balzò nel petto, ma Claire chiuse gli occhi e si
voltò senza alcuna espressione in particolare.
Sylar
non guardava lei ma Gretchen. Fece una smorfia, scosse la testa con
un certo rammarico e afferrò Claire per l'avambraccio.
“Guarda
che urlo.”
“Tu
urli ed io ti strappo la spina dorsale” la minacciò
“voglio solo parlare. Sbarazzati della tua fidanzata.”
Ehi,
oh! Che si era messo in testa? Non era certo... oddio, era qualcosa
per lei ma da lì a dire che avevano un rapporto in quel
senso...
Sylar
le lasciò il braccio e svanì in una direzione. Claire
si domandò come fare ad allontanarsi con una scusa, ma quando
Gretchen annunciò di voler fare un giro nella Casa degli
Specchi, Claire le disse che l'avrebbe aspettata fuori. Si inoltrò
nella stessa direzione presa dal serial killer, si chiese se per caso
era impazzita a dargli corda ma la prima cosa che le uscì di
bocca non fu certo la domanda 'cosa ci fai qui?' ma un bel 'non sono
lesbica!' piuttosto scocciato, condito dalla tremarella che le
serpeggiava nel corpo.
“Sono
cazzi tuoi, splendore. Come sei arrivata fin qui?”
“Con
la bussola...” bisbigliò frugando nelle tasche e
mostrandogli l'oggetto. “E spero che mi riporti a casa perchè
non ho la più pallida idea di dove sono.”
Sylar
la girò da tutti i lati, provò a concentrarsi su di
essa per carpirne i segreti, ma l'oggetto era ostico da decifrare. La
chiuse e gliela porse con aria dubbiosa, strofinando un labbro. Ciò
che lo fregava sempre, era la curiosità. Poteva volarsene via
e tornare alla vita di sempre, ma aveva bisogno di risposte. E chissà
se la ragazzina gliene poteva dare qualcuna. “Lo sa tuo padre
dove sei?”
Che
gliene importava? Claire scosse la testa facendo ondeggiare i
capelli. “Devo tornare dalla mia amica.”
“E'
innamorata di te.”
Claire
allargò un po' le palpebre e fece un passo indietro. “E
tu come fai a saperlo?”
“L'ho
sentito. Come cazzo credi che lo sappia?”
Sgarbato.
“Mi scusi, mister empatia” soffiò nascondendo di
nuovo la bussola nella tasca interna del giubbotto. Aveva sentito un
'che spreco' o se l'era sognato? “Da quando hai smesso di
essere un one man band?”
“Non
lavoro con Sullivan, sta solo cercando di usarmi come tutti gli
altri” borbottò incrociando le braccia. “Sei già
stata nella tenda della veggente? E' facile riconoscerla, è...”
“...
tatuata.”
“Tipetto
interessante.”
“Ho
visto” mormorò e la sua voce grondò sarcasmo.
Sylar
scoppiò in una risata. Era vagamente agghiacciante perchè
era una risata genuina, non il solito risolino bastardo che le
tornava in mente anche di notte, insieme alla sua voce sussurrata.
“Quando vuoi, Claire.”
Quando
vuoi cosa?, pensò osservandolo allontanarsi e riprendendo
la strada verso la Casa degli Specchi.
***
La
tenda della chiaroveggente era riccamente lavorate e colorata. Claire
alzò la tenda mentre Gretchen aspettava fuori. Aveva attaccato
con la Coca Cola e fra qualche ora sarebbero dovute andare in cerca
di un bagno chimico. Claire dubitava ce ne fossero in un circo
magico. Gretchen si sarebbe accontentata dei cespugli.
“Perchè
sei qui?”
Uhm,
come dirlo in parole povere? “Quel bastardo mi ha ordinato di
venire da te” soffiò e Lydia sorrise scostando la
scialle dai tatuaggi. Era davvero bellissima. “Ha detto che sei
interessante.”
“Ho
un potere interessante” rettificò con un certo fastidio.
Le prese le mani e le accarezzò le vene dei polsi. “Che
cosa vuoi sapere?”
“Perchè
sono qui. Cosa sto cercando. Perchè la mia vita finora sembra
tutta un'enorme sbaglio” sussurrò temendo che Gretchen
la udisse. La sua presenza le impediva di lasciarsi andare, la
riportava nel mondo reale e alla routine di tutti i giorni.
Lydia
chiuse gli occhi e si concentrò. Claire vide distintamente i
suoi tatuaggi muoversi e assumere varie forme. Nella prima era in
uniforme da cheerleader. Nella seconda mostrava i muscoli come un
disegno di Braccio di Ferro dell'epoca. Nella terza uccideva Sylar
con un coltello alla nuca e danzava sulla sua tomba. Nell'ultima
rimase solo il suo volto e Claire ritirò le mani in fretta.
Sparisci!, gridò al tatuaggio che si mosse dopo un
eterno istante e tornò a distendersi in un fiore stilizzato.
Lydia
aprì gli occhi. Aveva percepito la paura di Claire prima che
strappasse via le mani. “Hai visto qualcosa che ti può
essere utile?”
Quella
visione l'avrebbe tormentata per le notti in avvenire. “No...
ma ti ringrazio lo stesso...”
“Claire”
sussurrò quando accennò ad andarsene. “I miei
tatuaggi non mostrano il futuro ma i desideri più nascosti”
annunciò strappandole un singulto che restò in gola. “O
quel che vuoi vedere.”
“Le
ossessioni?” domandò tornando a sedere di fronte alla
donna. “Gli incubi?”
“Se
sono abbastanza forti, influiscono su...” Lydia deviò lo
sguardo sull'uomo apparso all'ingresso della tenda. Si scurì e
Claire si voltò a sua volta. “Sono con una cliente.”
“Samuel
ti sta cercando.”
“Quando
avrò...”
“Subito,
Lydia.” Edgard lasciò ricadere la tenda ma la donna ebbe
una rapida visione della ragazza che accompagnava Claire in allegra
conversazione con un comune nemico. “Porta via la tua amica.
Segui la bussola. Non tornare qui” sussurrò rendendole
il denaro. “Ho visto i suoi desideri.”
I
suoi...
“Ha
preso il mio potere ma non sa usarlo. Lui..”
Claire
le fece cenno di tacere e indicò le orecchie. La donna si
morse un labbro, cercò un pezzo di carta e vi scrisse
rapidamente sopra.
Ho
visto te, nella sua mente.
Claire
quasi cadde dallo sgabello imbottito.
Sta
cercando risposte e crede che tu sia in grado di dargliele.
Claire
si indicò interrogativa e si accorse di tremare di paura.
Dagli
quello che vuole.
“Eh?!”
esclamò allibita. “Cosa dovrei...”
Ti
farà delle domande, rispondi sinceramente.
Claire
annuì e inalò profondamente. Odore di incensi e
inchiostro. La stordivano un po'.
Lydia
la guardò ancora, perplessa. Tornò a scrivere e attesa
la reazione violenta.
Claire
non riuscì ad averla. Era sotto shock.
Il
mio potere può manifestarsi solo dopo un lungo contatto
fisico, ma lui non lo sa.
“Sa
sempre tutto quello che c'è da sapere” singhiozzò
spaventata. “Come è riuscita a fregarti?”
Lydia
sorrise e inclinò il capo, riportando lo scialle sulle spalle.
“Non lasciarti toccare o baciare.”
D'accordo.
Quella donna la voleva morta.
|