Berwald
osserva Tino, corrucciandosi mentre lo vede fingere palesemente di
non essere in grado di mettere a segno un misero canestro e
demoralizzarsi.
Per
piacere.
È
un giocatore consumato e sa benissimo quanto sia bravo in quasi tutti
gli sport. Non è alto come lui e Matt, ma gli basta saltare
per infilare quella stupida palla anche ad occhi chiusi, perché,
diamine, Tino salta come pochi.
La
cosa che lo sta innervosendo (da morire) è sapere che tutta
quella farsa è finalizzata ad attirare l'attenzione di Matt,
il quale o finge di non capire o lo asseconda.
Tra
l'altro Tino non ha alcun problema personale che lo distragga al
punto tale da compromettere la sua abilità sportiva, perciò
tutta quella benevolenza è irritante il doppio.
Matt,
non cascarci, è una re-ci-ta.
È
un danese sorridente quello che si avvicina alle spalle dell'amico
più minuto e si china in avanti per spiegargli che sta
sbagliando a tenere le gambe così diritte e bla bla bla.
Berwald
mugugna, senza staccare gli occhi dai due.
Vede
Tino arrossire e ridacchiare, mentre Matt mette le mani sulle sue che
tengono la palla e lo guida in una serie di movimenti di prova,
spiegando con calma come deve fare per avere successo. E, dopo alcuni
tentativi chiaramente truccati per finire male, Tino -oh, ma che
sorpresa!- fa canestro.
Anche
se Berwald non sa leggere le labbra e il danese gli volta le spalle,
capisce benissimo che il biondino lo sta ringraziando e che Matt gli
sta sorridendo come sempre, in quel modo che può illuminare
una catacomba.
È
con una fitta di gelosia micidiale che Berwald lancia la palla al
proprio compagno, spaventandolo per la potenza del tiro e mancando
per pochi centimetri la rottura di un innocente setto nasale.
«Va
bene, la lezione è finita! Tutti alle docce!», li
richiama il professore, fischiando e battendo le mani due volte.
Accompagnato
dallo sguardo terrorizzato del ragazzo il cui naso è salvo per
un fortuito caso, Berwald segue i compagni verso lo spogliatoio.
Non
riesce ad evitare di lanciare brevi e discrete occhiate alla schiena
nuda di Matt, ai suoi capelli biondi che bagnati sembrano molto più
scuri. Cerca di non esagerare e di fare il casuale, ma è più
forte di lui e lo sguardo viaggia da solo scivolando lungo il suo
corpo ed accarezzandolo quasi ingenuamente in ogni dettaglio
visibile.
Quando
l'amico si volta verso di lui, Berwald trattiene un verso soffocato e
si concentra intensamente sull'etichetta dello shampoo, in un
improvviso interesse per gli ingredienti che spera sia credibile.
«Hey,
Ber!», lo chiama. «Ah, proprio quello che cercavo! L'ho
scordato di nuovo! Grazie, eh!», dichiara, facendogli sparire
il flacone di plastica dalla mano.
«Mh»,
mugugna il ragazzo, impietrito, stringendo le dita attorno ad uno
spazio vuoto e guardandolo mentre si insapona i capelli
canticchiando. «Niente.»
«Uaaaah!»,
grida Matt mettendo il viso sotto l'acqua. «Negli occhi!
Aiuto! Bruciaaaa!»
Tutti
i ragazzi vicini scoppiano a ridere e lo prendono in giro, ma Berwald
riesce solo a fare un piccolo sorriso storto che si spegne quasi
all'istante, quando il suo sguardo entra in contatto con quello
lampeggiante di Tino.
Solleva
appena il mento in segno di sfida, ricambiando i lampi. Tino lo
fulmina ulteriormente e gli mostra le spalle, prendendo a sfregarsi i
capelli con furia.
Tolto
Matt (e gli animali), sembra l'unico a non turbarsi mai quando lo
guarda in un certo modo. Gli altri compagni dicono che sia spaventoso
il modo in li cui li osserva attraverso le lenti degli occhiali (e
molti bambini scoppiati in lacrime potrebbero confermare), ma lui,
Matt e Tino sono amici d'infanzia e sono cresciuti insieme.
Qualche
amico di vecchia data si diverte ancora a definirli “Il Trio
Nordico”, come se fossero una sorta di band musicale.
Il
Trio.
Un
trio che esiste ancora, senza più la sincerità di un
tempo, soltanto grazie a Matt che fa da collante (inconsapevole) tra
lui e Tino.
Non
che si odino, ma crescere e ritrovarsi con una cotta per lo stesso
ragazzo non li ha aiutati. Perlopiù fingono di sopportarsi
diplomaticamente, specie in presenza di Matt; se lui scoprisse la
verità sarebbe troppo doloroso ed entrambi sanno che rischiano
di rovinare quell'amicizia, perciò continuano a mantenere un
rapporto di facciata che c'è ancora, ma non è più
profondo come può sembrare ad un osservatore esterno. Come
Matt stesso crede.
Di
sicuro, Tino ha iniziato a volergli male già da qualche mese,
almeno da quando ha capito di averlo come rivale.
Rivale?
È così che lo considera? Uno scomodo sassolino lungo il
suo percorso di conquista? Non dovrebbe prendersela, in fondo vede il
finlandese allo stesso modo, eppure...
«Ber,
dico!»
Matt
gli schiocca le dita davanti agli occhi, ma non producono un gran
suono a causa dell'acqua. Sobbalza comunque e le fissa, guardandolo
poi negli occhi.
«Ah,
eccoti qui», sghignazza l'altro tornando alla propria doccia.
Berwald
si guarda la mano e si accorge che gli ha rimesso lo shampoo sul
palmo teso. A che stava pensando? A Tino? In un momento simile?
Un'occasione per perdersi in meravigliose fantasie accanto al ragazzo
che gli piace, mentre sono nudi nelle docce?
Imperdonabile.
Stupida mente che vaga senza controllo.
Si
insulta pesantemente e brontola qualcosa, riconcentrandosi per lavare
via ogni traccia di sudore.
«Pss,
Berwy», sussurra l'amico lì accanto allungando
leggermente il collo nella sua direzione. «Non è che
prima stavi guardando le lodevoli chiappe di Tino e ti sei incantato
ad immaginare sconcezze?»
Berwald
avvampa fino alle orecchie e gli tira lo shampoo in testa senza
rispondere.
-Angolo
Autrice-
Benché
abbia parecchie storie pronte sui Nordici, sono sempre stata restia a
pubblicare... ma! Sì, ce un ma o non sarei qui.
C'è
gente che insiste, mettiamola così. Gente che pensa che farei
felice (?) qualcuno condividendo queste storie.
Perciò
cominciamo con qualcosa di leggero, carino e poco impegnativo, ovvero
questa, talmente vecchia che non so come mi sia venuta in mente.
Non
è molto lunga nel totale, ma si presta bene ad essere divisa a
“blocchi”, diciamo, tanto che non sono nemmeno veri
capitoli e per trovare i titoli morirò.
*segamentalizza*
Prendete
questo primo come una specie di introduzione, giusto per capire chi
abbiamo davanti e che cacchio vogliono.
Matt.
Sì,
lo vogliamo in molti. *sguardo perv*
Tra
parentesi, è il nome che la mia misteriosa compagna di
playeraggio ha scelto per il suo Danimarca e tale è ormai zuo
nome anche in mie ztovie.
Finito
l'angolino inutile? Sì? Bene, addio. Chi ha voglia di spararsi
flebo di zucchero può accodarsi... ce ne sarà, più
avanti. (E non solo quello.)
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