Mille
farfalle notturne
Emily
è emozionata, ancora qualche ora e potrà
finalmente coronare il suo
sogno d'amore: essere una donna felicemente sposata.
Il
suo destino l'aspetta, solo ad un passo di distanza.
«E-Emily?»,
una voce familiare penetra lentamente nella stanza, si ode un cigolio
sinistro.
«Victor!»,
esclama entusiasmata Emily, osservando la propria immagine in un
frammento di specchio. «Dovrei dirti che, ehm, vedere la
sposa
prima
del matrimonio porta male. Ma, ecco, non credo che possa valere per
noi».
Emily
ridacchia, si porta timidamente la mano davanti alla bocca.
Victor
osserva con discrezione la sua futura sposa, in quel momento indugia
lo sguardo ben oltre il visibile:
il vestito, ormai frammentato, di Emily gli
appare come una
meravigliosa visione, così il bouquet di fiori. È
bellissima,
davvero, sembra che quelle cose calzino a pennello solo su di lei.
«No,
ecco», Victor si schiarisce la voce, leggermente titubante.
«Credo
di aver bisogno di sedermi. È successo tutto così
in fretta».
Conclude
infine, dirigendosi verso una poltrona vuota. Emily china il capo,
dopodiché si avvicina e gli passa un braccio intorno alle
spalle.
«Lo
so», afferma, «è colpa mia,
probabilmente. Voglio sposarmi così
tanto che...».
«Che
mi hai trovato», Victor frena la sua frase, non vorrebbe mai
che lei
si incolpasse. «Vediamola così, ci siamo trovati
a vicenda».
Emily
sorride, a quel punto, per quanto possa sembrare sovrannaturale il
suo cuore sta battendo forte. Proprio così, il cuore
della sua
anima rimbomba
forte – e, sebbene Victor non possa
sentirlo,
sta facendo eco nella stanza.
«Trovarsi,
eh. Io credo che ci siamo cercati a lungo», afferma con un
velo di
malinconia, rabbuiando lo sguardo.
«Ma
il mondo è troppo piccolo per cercare. Bisogna scovare».
«E,
talvolta, non basta nemmeno questo mondo».
È
un semplice incontro di sguardi, poi, le mani si sfiorano con pudore
– le ossute dita di Emily si frappongono a quelle decisamente
più
umane del compagno,
non senza un pizzico di imbarazzo –,
è quasi
un attimo di perfetta armonia.
È
quasi amore – pensa Emily, con un po' di
malinconia.
Poi
la porta si apre di scatto, irrompono i fratellini di Emily: girano
loro intorno e li scherniscono, in modo infantile ovviamente.
È
in quel momento, quel misero istante di cruda verità, che
Emily
intuisce una cosa che non ha avuto l'accortezza di approfondire in
precedenza: Victor, il
suo futuro sposo, non prova nient'altro che
compassione nei suoi confronti. E ciò fa
male più dello
stesso – ipotetico – rifiuto.
Seppure
sia praticamente impossibile, Emily sente le farfalle nello stomaco
–
Victor, invece, non riesce a sentire nulla. Ed è proprio la
mancanza del nulla a spaventarlo.
Poi,
un tacito scambio di occhiate: mai come in quel momento i loro occhi
sono stati più sinceri, mai più tristi.
Nell'aria
sembra quasi che voli uno stormo di farfalle notturne –
dieci,
cento o forse mille? –, per quanto cerchino di
sopprimerle
saranno sempre lì: seppur coperte
da un manto notturno, appaiono
loro più luminose che mai.
«Non
senti qualcosa nell'aria, Emily?».
«Forse
sono i grilli», tenta lei, mordicchiandosi nervosamente il
labbro
inferiore.
«No,
no. Sono le farfalle».
Emily
china il capo, non può mentire a se stessa: «Sono
le farfalle»,
bisbiglia a bassa voce – ben sapendo che ignorarle, ormai,
è
inutile.
*
* *
{III°
Classificata al contest “La fiera dell'impossibile. Binomio
bilanciato di Angst e Fluff”, indetto da FataFaby89 e
vincitrice
del premio “Binomio bilanciato”}.
Risultati qui.
Effettivamente
so di aver puntato più all'amore non-corrisposto che al
“divario”
vero e proprio che divide Emily e Victor – la morte, per
l'appunto
–, sono
una eterna romantica... mea culpa.
ç_ç
Comunque,
è la prima volta che scrivo su questi due... sono
così puccerrimi
(!), il modo in cui Emily lo ama mi ha sinceramente
commossa
guardando il film. çç
Grazie
per aver letto,
Kì.
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