Eterei
How
I wish you'd only see
La paglia bruciava sul
pavimento lucido emanando bagliori giallastri, scoppiettando alle
scintille
improvvise. Watanuki fissava il fuoco di fronte
a lui come se contenesse il segreto della vita universale,
intensamente,
quasi senza respirare, e Doumeki continuava a chiedersi come facesse.
“Cosa ci vedi lì dentro?”
gli chiese infine compassato. Non ne era curioso, voleva soltanto
sapere se
avrebbe dovuto svolgere il suo lavoro
ancora una volta, o se tutto era davvero finito.
Watanuki era di molte
parole, e Doumeki era certo che avrebbe ricevuto una risposta irritata,
ma la
sua voce lo colpì come un archetto che spezza le corde di un violino.
“Un bagno. Qualcosa che
travolge.”
Era spenta, pensosa, come
se non riuscisse a spiegarsi l’esistenza delle cose attorno a lui. Non
era
ancora finita, Watanuki vedeva ancora qualcosa.
“Credevo che con quella
notizia tutto fosse finito.” gli disse, accennando a Himawari
accoccolata
accanto a lui. La ragazza dormiva silenziosamente da un po’, il capo
sulle
cosce di Watanuki, rannicchiata per non disperdere quel poco di calore
che
bruciava al centro della stanza.
Watanuki annuì.
“Pareva di sì, ma stasera,
io vedo di nuovo…”
Lanciò un’occhiata
fulminea a Himawari e il rosso dell’imbarazzo gli risalì alle guance
come
all’inizio della serata, l’ultima che lei avrebbe potuto trascorrere in
sua
compagnia. Il giorno successivo sarebbe andata in sposa ad un uomo che
l’avrebbe portata via, non sapeva neanche lei dove, per cominciare una
nuova
vita, ma lei era contenta. Aveva sorriso così tranquillamente, quella
sera,
alla notizia che, da quando aveva saputo del suo matrimonio, nessuno
spirito
aveva più fatto visita a Watanuki. Egli guardò ancora il fuoco,
desolato, e
rivide quella forza cosmica che l’aveva perseguitato per tutta la
serata.
Rifiutava di credere che
fosse colpa di Himawari e della sua prodigiosa cattiva sorte.
“Dimmi dov’è.”ordinò
Doumeki alzandosi in piedi lentamente e cominciando
misurare la stanza come se dovesse scovare
una persona nascosta.
“Non sembra malvagio.”
mormorò Watanuki cominciando a sentirsi in colpa. Forse dipendeva tutto
da lui,
magari era troppo suggestionabile, e aveva cominciato a credere che
fosse
davvero colpa di Himawari. Che bel modo che aveva di salutarla prima di
non
rivederla mai più, colpevolizzarla. “E’ soltanto molto grande. Sembra
un bagno
di folla, un bagno di gente. Non riesco a vederne la fine.”
“Dimmi dov’è.” ripeté
Doumeki, annoiato dai suoi mormorii.
“Alla tua sinistra,
accanto al fuoco.”
Doumeki guardò nel punto
che gli aveva indicato Watanuki, e vide solo paglia bruciata. Per la
prima
volta, però, sentì che una forza, una potente marea, lo trascinava
verso quel
punto. Li stava trascinando tutti, e non riuscivano a contrastarla.
Scivolavano
tutti inesorabilmente verso quel demone, come trasportati da un ciclone
potentissimo.
“Ci sta… trascinando
verso di sé, vero?” esalò
Doumeki disorientato.
Watanuki annuì,
sconcertato quanto lui e balbettò: “Tu… anche tu lo vedi?”
“No. Ma riesco a
sentirlo.”
Doumeki si avvicinò al
demone a grandi passi e gli si parò di fronte sperando che quella
strana
sensazione che sentiva sparisse con lui, ma quello non indietreggiò
neppure,
anzi prese ad attirarlo a sé con ancora più forza. Lo stava inghiottendo.
“Watanuki!” esclamò senza
pensare che Himawari stava dormendo e avrebbe potuto svegliarla.
Watanuki lo
fissava, gli occhi pieni di terrore, incapace di muoversi. “Watanuki,
mi sta
risucchia-”
Per un secondo la stanza,
il pavimento, il fuoco scomparvero e Doumeki si accorse che stava
galleggiando
nel vuoto. Corrugò le sopracciglia e si guardò intorno: non c’era
niente
attorno a lui. Poi ad un tratto scorse di nuovo i bagliori del fuoco,
Himawari
e Watanuki, ancora ancorato al suolo, e si ritrovò esattamente nel
punto in cui
era stato inghiottito. Il demone era ancora impettito davanti a lui.
“Non è cattivo.” rispose Doumeki alla tacita richiesta di spiegazione
che Watanuki non gli avrebbe mai fatto a voce, ma che leggeva nei suoi
occhi
sconvolti.
Si riavvicinò al demone.
Una scintilla nei suoi occhi o forse nel fuoco ed era di nuovo
intrappolato nel
vortice che aveva origine nel centro della stanza. Nuovamente,
galleggiò,
circondato da braccia di fumo denso e nero, e atterrò a terra dove poco
prima
era stato in piedi. Capì che sarebbe continuato ad accadere finché quel
demone
non fosse stato scacciato via, ma stranamente la sua sola presenza non
bastava.
“Perché non va via?”
chiese Watanuki con voce strozzata. Quella presenza lo infastidiva
davvero
tanto, come non gli accadeva da molto tempo. Provò persino voglia di
svegliare
Himawari, dirle che la serata era finita e che poteva andare a casa,
per
liberarsi di quella creatura, perché il panico lo stava attanagliando.
Si
sporse leggermente in avanti, verso il demone, e lo guardò
terrorizzato: attese
che quello lo risucchiasse, trascinando con sé anche Himawari, almeno
sarebbero
stati insieme ancora, ma rimase ancorato al suolo. Quel vortice che
inghiottiva
a sé Doumeki schiacciava lui verso la terra, come la gravità.
Non c’era possibilità che
Himawari non andasse via.
“Perché tu non vieni
trascinato come me?” gli chiese Doumeki corrugando la fronte, ma
Watanuki non
le sentì neppure. Gli sembrava che il fumo acre che circondava il
demone si
stesse facendo più pesante e opprimente, e abbassò il capo.
La marea l’avrebbe
sommerso, prima o poi, non sarebbe resistito a lungo. Himawari si
sarebbe
svegliata e sarebbe andata via, il demone sarebbe scomparso con lei,
portando
via con sé tutti i cambiamenti che si
stavano lentamente rimescolando al centro della stanza, in quel
vortice,
modificando presente e futuro.
Ogni cosa sarebbe
cambiata: sarebbero rimasti solo lui e Doumeki, doveva accettarlo. Solo
allora
tutto avrebbe visto una fine.
Con la voce spezzata,
svegliò Himawari.
La realtà era diventata
allucinazione.
I
feel a change coming on
Rolling out of the blue like a storm
Crashing against my delirious thoughts where humanity's waiting alone
(Change – Poets of the fall)
Note: Questa fic avrebbe dovuto
partecipare al contest di LadyKokatorimon, “Il fandom del destino
(LOL)”, se
solo si fosse concluso in un altro modo. Ahimè, alle fine sono rimasta
l’unica
partecipante e la giudicia ha annullato il concorso. Peccato, perché
era
davvero molto interessante, e, soprattutto, era una bella sfida:
scrivere una
fic su un fandom “casuale”. A me è capitato xxxHolic, di cui avevo
visto solo
cinque o sei puntate dell’anime, ma che mi aveva da sempre incuriosito.
Come linea guida per
scrivere questa fic, ho utilizzato l’atmosfera che ho percepito per la
prima
volta guardando l’anime, cioè che ogni cosa fosse eterea, impalpabile,
sfuggente, come, in questa storia, i cambiamenti a cui Watanuki non
vuole
sottomettersi (per questo non viene inghiottito dal demone). Avevo poi
letto,
mentre ero alla ricerca di informazioni, di un evento del manga di cui
ho
parlato anche in questa fic (non dico esplicitamente di cosa si tratta
perché
non so se sia spoiler ^^) e questo è il risultato.
Pubblico comunque questa
fic, anche se sono terrorizzata soltanto all’idea di farlo, per avere
dei
pareri. Non mi aspetto che sia perfetta, data la mia scarsa conoscenza
dei
personaggi e delle ambientazioni del manga, ma vorrei sapere se è
comunque riuscita
a lasciare qualcosa e quanto io abbia capito dall’anime. Grazie per il
tempo
che vorrete dedicarmi e grazie alla giudicia per la sua gentilezza e
disponibilità. ^^
Ayumi
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