talia
Bella gente, buon sabato pomeriggio e bentornati!
Ho
scelto un sabato soleggiato e tranquillo per pubblicare l'ultimissimo
capitolo della mia storia, che spero vi sia piaciuta fino ad ora! Vi
ringrazio tanto per le numerose letture, siete stati un pò
taciturni ma costanti :) Io ho scritto questo racconto un pò per
me stessa, per mettermi in gioco, e un pò per cercare di entrare
"nelle grazie" di questo fandom, che ha delle bellissime storie che ho
puntualmente recensito! Spero che voi facciate altrettanto con la mia,
mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, e ringrazio molto chi già
lo fa e mi fa sentire una scrittrice in erba migliore <3
Detto questo... buona lettura! presto ci rivedremo con "una delle mie"! :D
Ciry
Capitolo 7
Non
vedono Roland scortato dai due agenti su una volante: lo hanno fatto uscire da
un ingresso laterale.
Forse
Kate lo ha incrociato salendo le scale per andare in camera e prendere i
bagagli.
Non lo
sa, non le importa granché.
Aspetta
sua madre, James è al suo fianco sulla soglia della porta, a pochi passi dalla
sua auto.
Anche lui
ha dovuto rispondere ad alcune domande, ma lo ha fatto senza problemi, anzi, si
è reso più che disponibile.
Sono entrambi
silenziosi.
Talia è
un po’ triste, James cerca le parole adatte per quando dovrà salutarla
definitivamente.
“James?”
È lei
la prima a parlare.
“Sì?”
La vede
estrarre il suo fazzoletto rosso dalla tasca laterale dei jeans.
“E’ un po’
stropicciato, ma…” esordisce con il faccino un po’ colpevole.
Il ragazzo
ride intenerito e scuote la testa dicendole: “Puoi tenerlo! È tuo! Sarà un
ricordo di questa serata… particolare!”
“…
Grazie!”
È felicissima,
si sente perfino un po’ stupida perché il fazzoletto regalato le fa venire in
mente certi pegni d’amore che i nobili si scambiavano nel Medioevo…
Lei, la
principessa, lui, il principe.
Ma lei
è solo una ragazzina, e lui ha una figlia.
Pazienza…
Per un
attimo il suo cuore è stato più veloce del cervello.
“James?”
“Dimmi”
Prende il
coraggio a quattro mani. Ora o mai più.
“Grazie…
davvero. Per tutto.”
Jonesy avrebbe
senz’altro una ramanzina da fargli, se solo lo sentisse pensare.
Ma non
può farci niente. È più forte di lui, in quel momento.
Somiglia
ad una di quelle creaturine fatate che abitano i boschi, così minuta, dolce,
con la treccia lunga e ordinata fatta da Percy.
La trova
adorabile. E intelligente, e forte.
La abbraccia
in silenzio, dapprima con discrezione, lentamente, e una volta che le ha
circondato del tutto la vita sottile e priva di curve, la solleva, e si
avvinghiano stretti stretti l’uno all’altra.
Talia ride,
i piedi che penzolano ad una ventina di centimetri da terra, e inconsciamente
si imprime nella memoria il suo odore di fumo ed incenso, di cui i capelli
folti sono impregnati.
Poi lui
si stacca dall’abbraccio e la fronteggia, naso contro naso.
Il cuore
di quella bella ragazzina batte fortissimo, sembra quello di un uccellino,
riesce a sentirlo attraverso la maglietta, la giacca, a contatto con il suo
torace…
La bacia
sulla fronte, piano, quasi senza premere le labbra sulla sua pelle… poi la posa
di nuovo a terra, sorridente e senza una parola.
Per un
misero istante avrebbe voluto sfiorarle le labbra con le proprie, ma… no.
Non sarebbe
stato giusto nei confronti di nessuno dei due, ne ha la conferma quando si
scambiano un ultimo sguardo: Talia è rossa fino alla punta dei capelli, si
mordicchia le labbra, ma lo fissa con quegli occhi grandi e contenti.
Dal canto
suo, James ricambia con un’occhiata prolungata, anche se discreta, ed è quasi
lusingato dalla gioia che la bimba sprizza da tutti i pori.
Non la
vuole alterare, né rovinare; non vuole tantomeno spaventarla o turbarla e non
vede l’ora che ritorni a casa, dalla sua mamma, spensierata e con un ricordo piacevole
– così spera.
Quando Kate
ricompare con le valige, sono mano nella mano, tranquilli e pronti a lasciarsi.
“… Che
Dio ti benedica, James. Sei stato prezioso, sia per Talia che per me…”
La donna
lo riempie di complimenti e benedizioni; lui si schernisce, ringrazia, le
lascia credere di avere il suo stesso Dio, le augura buona fortuna e la saluta
con una calda stretta di mano.
Talia non
la tocca nemmeno.
Si è già
trattenuto una volta e ora è decisamente scosso, non sa se potrà riuscirci di
nuovo.
“Ciao
James… Grazie ancora…”
La sua
voce si è fatta piccola piccola.
“Ciao,
Talia. Fai buon viaggio e abbi cura di te…”
La congeda
con affetto in un gesto della mano, e lei lo ricambia allo stesso modo dopo che
è salita in macchina… dopo che l’auto è partita… e poco prima che sparisca
dalla sua vista, dopo la prima curva.
Jimmy Page
sospira, pensieroso, felice, confuso.
Ha tante
cose, dentro.
Di confidarle
a chicchessia non se ne parla nemmeno!
Ma di
tramutarle in qualcos’ altro…
In realtà
sa già che cosa ne farà, di tutte quelle cose, mentre rientra nell’edificio…
§§§
“Mamma,
non ho sonno. Posso scrivere?”
“Va
bene, accendi la luce, là dietro… ma non starci troppo, ok, bambolina? Altrimenti
poi ti diventano gli occhi rossi…”
“Sì…”
Finalmente
una biro, recuperata dalla borsa di mamma.
Adesso può
trascrivere tutto, confidarsi con l’unico che saprà e capirà tutto, senza mai
fiatare!
Ma prima…
una cosa importante.
Ha cantato
quel ritornello a ripetizione in camera con i ragazzi, perciò ha fatto presto a
memorizzarlo, e poi le parole non sono difficili.
Proprio
quelle parole la aiutano a ricordare quelle che le ha detto Robert, quelle che –
aveva promesso – non avrebbe mai dimenticato.
Le butta
tutte giù, in fretta, non sia mai che decidano di scappare dalla sua testa!
E dopo
quelle righe introduttive, quel monito così grande e ancora in parte misterioso
per lei, può iniziare a confidare il resto…
§§§
“E
comunque era davvero… incantevole. Ti giuro che la guardavo e mi chiedevo perché
cazzo ho già ventiquattro anni!”
“Sei un
maniaco, Robert…”
“Ma io
sto parlando di bellezza, non ho nominato le sue tette o il suo culo!”
“No, ma
ci avrai sicuramente pensato, perciò evita le balle…”
“Adesso
mi verrete a dire che a voi non ha fatto né caldo, né freddo!”
“Ho tre
figlie femmine che diventeranno come lei! Di certo non ho immaginato niente di
scabroso!”
“Sinceramente,
io preferisco le donne… quelle vere, quelle fatte!”
“Anch’io,
ma questo non significa che-“
“Sentite,
io mi dissocio. Se Pagey entra e sente questi discorsi, di sicuro passiamo un
brutto quarto d’ora!”
“Tanto
quel pazzoide l’avrebbe sposata…”
“Già,
già, hai ragione, Bonzo…”
“Dovreste
smetterla anche voi!”
“Jonesy
cagacazzo!”
“Jonesy
prete a tempo perso!”
“Quanto
siete divertenti… Insieme poi…!”
THE END
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