- Il Libro dei Libri -
«Tieni, Leone. Questo è per te». Leone – il primo nome di
Bookman Junior – non avrebbe mai scordato le parole di Bookman, quando
questi gli fece il suo primo regalo, pochi giorni dopo aver iniziato il
loro viaggio insieme per registrare la storia. Erano giunti nel Regno
Unito, e si erano svegliati da poco nella stanza della locanda che
avevano affittato per la notte.
«Per me?», chiese il bimbo, prendendo quel pacchetto dalla
forma parallelepipeda avvolto dalla carta colorata. «Ma non è il mio
compleanno…», pigolò piano.
«I regali non si fanno solo per i compleanni e per le feste
comandate», disse il vecchio, duro come al solito. Nonostante parlasse
con un bambino, Bookman non sorrideva mai. «È un presente importante ai
fini di diventare un Bookman, un giorno. Questo mio regalo è una chiave
di volta».
Lavi lo ascoltò, capendo quelle parole nonostante la tenera età
e comprendendo la figura retorica della chiave di volta, senza
immaginarsi nessun passepartout.
Nonostante la spiccata intelligenza e la grande memoria, però,
Leone rimaneva un bambino, e come tale non seppe resistere oltre di
fronte a un presente. Sorridendo, ruppe la carta e scartò il suo
regalo. Si trattava di una delle cose che Leone più adorava al mondo:
«Ma è… un libro!», trillò felice, guardando poi Bookman.
«Grazie, vecchio Panda!», urlò con gli occhi che brillavano di gioia,
mentre tornava a osservare quel pesantissimo tomo di cui gli era stato
fatto dono.
«Non è un libro qualsiasi, Leone. È molto di più», spiegò il
vecchio, indicandogli il titolo in copertina. «Questo è il libro dei
libri: il volume che ti permette di poter leggere qualsiasi altro libro
della stessa lingua».
Leone sorrise e lesse: “Dictionary”.
«È un dizionario», sorrise.
«Esatto,» annuì Bookman, «e dovrai leggerlo tutto in modo da
memorizzarlo, poi lo lasceremo a qualche biblioteca, magari».
A quella notizia, Leone si intristì di colpo.
«Maaa! Vecchio Pandaaa!», si lagnò. «È il mio regalo!», sbuffò,
stringendo quel volume al petto come se fosse il suo tesoro più
prezioso. Leone non aveva mai ricevuto regali, men che meno da Bookman,
e ci teneva a quell’insieme di pagine rilegate.
«Leone, noi siamo nomadi. Non possiamo portarci appresso dei
pesi simili: ci rallenterebbero». Effettivamente quel tomo era molto
grosso e pesava parecchio: era inadatto come oggetto da viaggio.
«Inoltre a noi Bookman basta leggere un libro solo una volta per
ricordarcelo a memoria, quindi sarà un ottimo esercizio», aggiunse il
vecchio, guardando Leone con sguardo duro.
Il bambino annuì piano, capendo che Bookman aveva ragione.
«Sì… va bene…», mormorò mogio.
«Bene. Finiscilo il prima possibile», si premurò di dirgli
l’altro, per poi andare verso il bagno in camera.
Leone guardò il vecchio che spariva dietro la porta, poi tornò
a sedersi sul proprio letto, iniziando a sfogliare il dizionario
d’inglese che gli era stato donato, andando alla lettera B e
scorrendolo fino a giungere alla parola Bookman.
“A learned person (especially
in the humanities); someone who by long study has gained mastery in one
or more disciplines”, lesse con gli occhi.
Approfittando dell’inequivocabile rumore proveniente dai
servizi, Leone strappò il fine foglio di carta e lo piegò fino a fargli
assumere la grandezza di un francobollo, infine si sfilò la benda e lo
nascose in una piccola tasca interna che si era fabbricato proprio lui
stesso, così da poterci nascondere qualcosa all’insaputa del Panda.
Nelle sue fantasie ci avrebbe nascosto una pietra preziosa, i semi di
una pianta miracolosa o un potentissimo amuleto, ma anche quella pagina
rappresentava un tesoro alla stessa stregua di quelli elencati prima.
Sorridendo, rindossò la benda e richiuse il libro con un tonfo.
Avrebbe iniziato subito a leggerlo, in modo da migliorare il
suo sapere come Bookman Jr, e, seppur con la morte nel cuore, avrebbe
eseguito l’ordine impartitogli sulle sorti del dizionario, tenendo da
parte quel piccolo pezzo di carta, come ricordo del suo primo regalo.
§Owari§
XShade-Shinra