Half
Light.
I.
Unmellow Yellow.
Non
capita molto spesso, eppure Ewan può
giurare che in
questo momento casa sua è silenziosa.
Sadie è sparita qualche giorno prima, salutando loro ed il
proprio fidanzato con uno sbrigativo: "Ci sentiamo,
và".
Non
sa dove sia andata né quando tornerà, ma non si
è ancora fatto problema della cosa. Forse ha trovato posto
da una sua amica ed ha preferito cambiare
sistemazione? Forse è tornata dai genitori? Vuole passare
qualche mese fuori città?
Lo ammette, non si è mai interessato a Sadie. Non che sia
antipatica, solo non crede di poter trovare qualche punto in comune fra
il suo carattere e quello di lei: ammira tutta la forza che riesce a
mostrare, la passione che la spinge a scattare ad ogni minima critica,
ma non si ritrova.
C'è qualcosa di particolare in quella che interpreta come
"prepotenza".
In effetti, se pensa a qualcuno che farà strada, quella
persona è sicuramente lei.
Ma forse tutti questi complimenti sono dettati dal fatto che
è mattina e non c'è nessuno a tirarlo fuori dal
letto strepitando sulle pulizie che andrebbero fatte.
Si rigira fra le coperte, mettendosi più comodo.
Ewan McGregor, giovane promessa del cinema. Se è fortunato.
Al momento è solo un attoruncolo intento a poltrire nel
proprio letto, privo di lavoro o di un amante, con unico scopo quello
di svegliarsi tardi e posticipare la colazione di qualche altra ora
almeno. Va bene, magari impegnarsi per trovare qualcosa da fare.
Un rumore lo riporta alla realtà, strappandolo dal piacevole
dormiveglia. Lo prende come un segno per fare qualcosa.
Si alza, quindi, afferrando qualche vestito - ha l'abitudine di dormire
nudo, cosa che ha portato a non pochi equivochi nel corso dei mesi - e
mettendo tutto senza fretta. Evita di guardare la sua immagine riflessa
nello specchio, preferendo passarsi una mano fra i capelli
già scombinati.
Non c'è spazio per la vanità di mattina.
L'appartamento che divide con Jude è minuscolo. Situato al
terzo piano di una palazzina in una bella zona di Londra, di
esteticamente piacevole ha solo la porta di ingresso: bianca e pulita.
Questa si affaccia sul loro ingresso/minuscolo corridoio scuro, lo
stesso che riesce sempre a dare l'impressione di essere tremendamente
disordinato. O affollato.
Sulla sinistra si può trovare la stanza di Ewan - nella
quale entra solo il letto matrimoniale ed un armadio a due ante
sgangherato - la stanza di Jude - più grande, ma solo
perché la divide con la propria fidanzata, Sadie, la quale
ha personalmente arredato la camera seguendo i propri gusti - ed il
bagno.
Sulla destra la cucina, ed il salotto/camera che Jonny occupa
finché non si trova una propria sistemazione.
Probabilmente è l'unica parte della casa che vale la pena di
guardare: tre divani blu scuri, piuttosto comodi, due librerie, una
televisione ed un tavolino da caffè ricoperto di cose. Un
tempo c'era persino un tappeto, ma francamente Ewan non sa dove sia
andato a finire.
A conti fatti si tratta di un appartamento minuscolo, comune,
sicuramente troppo pieno. Ma accogliente, carino e soprattutto molto
economico - la qualità migliore.
Attraversa il minuscolo corridoio per arrivare nel salotto, dove vede
subito la fonte del forte rumore di prima: Jonny sta tentando di
trovare e distinguere le proprie cose, per poi buttarle alla rinfusa
nel borsone che porta sempre con sé quando deve passare
qualche giorno da loro. Nel tentativo, sta facendo cascare quasi tutto.
«Che stai combinando?» Domanda Ewan, ancora
assonnato ed un po' irritato; non è mai stato un tipo
mattutino.
«Credo di aver trovato un posto dove stare, dovrei
incontrarmi con qualcuno e parlarne.»
«Ah, va bene.»
«Non temere, ti lascio con Jude.»
«Ok.»
«Tienilo d'occhio, il ragazzo.»
«Come?»
«Ok, tu non sei la persona più adatta per questo
compito.» Risponde Jonny. Ha tenuto per tutto questo tempo un
tono di voce sbrigativo, forse accondiscendente, ed è con
questa aria che si reca verso la cucina, seguito dal proprio amico.
«Vuoi un caffè?» Propone senza troppo
entusiasmo, «Tanto lo faccio comunque.»
Ewan si siede, «Sappiamo cavarcela anche da soli, non abbiamo
bisogno di Mamma e papà.»
«Lo so, anzi, non divertitevi troppo!»
«Pfff,» sbuffa, «non devi preoccuparti
per questo, in teoria dovrei usare questi giorni per trovare un
lavoro.»
«Mh, sicuro? Sennò puoi aspettare di finire i
soldi e tornartene in Scozia.»
«Anche se fosse, non ti lascerei mai la camera!»
Ride finalmente.
«Sai già quando tornerai?» Chiede dopo
aver ricevuto il caffè bollente. Non c'è dubbio
che l'amico gli mancherà tantissimo, soprattutto per via
delle prese in giro che riescono sempre a rifilarsi, indipendentemente
dalla serietà del discorso.
«Ho progetti, diciamo. E voglio davvero trovare un posto dove
stare. In ogni caso, non mi dimenticherò mai di
voi.»
«Dovremmo sopportarti ancora, allora.»
«Esattamente.»
«Terribile.»
«So anche questo,» sorride l'altro, «devo
andare, non voglio fare ritardo. Ci sentiamo!» Lo saluta, per
poi avviarsi verso la porta - «Ciao anche a te,
Scemo.» Lo sente dire.
Qualche secondo e Jude è in cucina. Probabilmente svegliato
dalle loro chiacchiere o dal casino provocato dal frettoloso trasloco -
che neanche può essere considerato tale.
«Buongiorno,» dice, «fate troppo
rumore.» Aggiunge immediatamente. Decisamente sveglio per
colpa loro, magari programmava anche lui di passare la giornata nel
proprio letto; «E penso mi abbia chiamato 'Scemo'.»
Mormora mentre controlla se c'è ancora del caffè
rimasto.
«Lo ha fatto davvero.»
«Che maleducato.» Commenta, sedendosi nel posto
vicino al suo.
Non dice altro, probabilmente perché neanche lui vanta il
migliore degli umori di mattina. Altra piccola cosa che hanno in
comune, in effetti.
Per qualche minuto c'è silenzio, poi Ewan sente il bisogno
di chiarire: «Non so che cosa lo ha spinto a chiamarti
così, ma non ti odia. Gli mancherai anche tu.»
«Chi?»
«Miller. Se n'è andato, dice di aver trovato un
altro posto dove stare, senza rubare divani altrui.»
«Ah, quel cretino. Vuoi sapere perché mi
insulta?»
«Sorprendimi.»
«...Forse non dovevo dirti niente,» tentenna adesso
Jude, «comunque abbiamo avuto una 'piccola'
discussione.»
«Interessante. Di che tipo?»
«...Sportiva.»
Ed a questa risposta Ewan sente il bisogno di scoppiare a ridere,
fortissimo, cosa che l'altro non gli permette di fare in quanto
impegnato a spiegare: «Sai, tifiamo per squadre molto diverse
e la cosa non gli sta bene. Così dopo un paio di insulti ha
suggerito l'idea di risolvere il problema in modo più
maturo.»
«Sarebbe?»
«Beh, con una partita nostra. Squadra contro squadra, con la
differenza che io non ne ho una, siccome non gioco ogni sabato come fa
lui.» Si infervora un pochino, ignorando le risate che il
proprio amico sta cercando di trattenere, «Insomma, gli ho
detto che secondo me non era giusto. Non era un gioco alla pari,
ecco.»
«Infatti, come ha fatto a sfidare uno come te. Non
è mai stato nella tua cameretta rosa?»
«Quelle sono cose di Sadie!» Replica a questo
punto, stizzito ed imbarazzato, con le guance tinte improvvisamente di
rosso.
Cosa che fa scoppiare Ewan. E nel mentre della sua risata riesce solo a
sentire qualche pezzo di ciò che Jude sta strepitando,
qualcosa che suona come: «Ha deciso tutto
lei!»,
«Che dovevo dirle? Di non portarsi niente?!»,
«Poi si sarebbe anche arrabbiata, insomma, sai
com'è fatta!», «Dice che ha bisogno di
un tocco femminile intorno...»
«Che tu chiaramente hai gradito!» Continua
imperterrito; forse crudele, ma sinceramente divertito dalle reazioni
dell'Inglese.
«O quello o il conseguente litigio sul suo bisogno di
sposarsi.»
«Questa è cattiva. Sei un mostro, lo
sai?»
«Sì.» Risponde a bassa voce, per poi
correggersi: «No, non lo sono, ho solo agito per la pace.
Mia. Ma sempre pace.»
«Certo, certo,» annuisce Ewan, di nuovo calmo.
Questa nuova tranquillità gli permette di osservare il
proprio coinquilino con occhi diversi, per la prima volta quella
mattina: Jude sembra stanco, forse un po' stressato, non ha la migliore
delle arie. «Hai delle occhiaie tremende.»
«Oh, ma che ti prende oggi? Accetta l'idea che devi stare
solo con me per qualche settimana e vedi di comportarti bene. Sii
carino.»
«Già, io e te.»
Non passavano così tanto tempo insieme, senza nessun altro,
da tantissimo tempo.
*
A conti fatti non passano la giornata "insieme". Ewan legge qualche
inserzione che ha trovato sul giornale - e qualcuna che ha rubato dal
borsone di Jonny - ragionando su quale sia la scelta più
giusta da fare.
Si segna qualche numero da chiamare in futuro.
La verità è che tiene davvero tanto a quello che
vuole fare, a fermarlo c'è solo la leggera delusione che
ogni tanto sente - si aspettava qualcosa di diverso da tutto
questo, visto che non ha ancora ottenuto nessun grande ruolo
e nessuna grande speranza.
Di certo non ha intenzione di mollare adesso, ma non può
negare di sentirsi un po' tradito dalle sue stesse aspettative.
A sollevarlo leggermente c'è la sua consapevolezza del non
essere solo in questa condizione di incertezza.
Non ricorda come ha conosciuto Jude o Sadie o Jonny o uno qualsiasi dei
loro amici; probabilmente è stato solo per caso durante un
provino per il quale nessuno dei tre ha preso la parte, o forse
è stata una conoscenza graduale.
Non che sia successo tanto tempo fa, solo gli è difficile
focalizzare il momento in cui ha deciso che quelli sarebbero stati i
suoi nuovi amici.
L'idea di vivere insieme, invece, la ricorda bene - proprio
perché sua. Appartiene a quel periodo in cui aveva bisogno
di stare da qualche parte a Londra, molto più di quanto non
ne abbia Jonny adesso, e Jude si trovava al posto esatto nel momento
esatto con una fidanzata esatta.
Eccoli, quindi, in questo appartamento troppo affollato, tutti con lo
stesso obiettivo - sempre troppo lontano - fisso nella mente.
E di nuovo si sente un po' giù di morale.
Decide di eliminare la malinconia affondando in uno dei divani larghi e
guardando un film alla televisione, il primo che riuscirà a
trovare andrà benissimo.
«Ehi!» Sente qualche minuto dopo, per poi vedere
Jude entrare nel salotto. Effettivamente questa sembra essere la
giornata nella quale tutti si sentono in dovere di
rovinare i suoi
piani.
«Sto uscendo, ho ricevuto questo invito per...
qualcosa.» Annuncia mentre infila il cappotto nero; Ewan non
si rende conto di come si sia vestito l'altro, ma quello che
può vedere non pare troppo elegante.
Le occhiaie sono quasi sparite - non si notano più come
prima - ma nel complesso non sembra rilassato.
Jude è un ragazzo dai gusti esuberanti. Vuole sempre
qualcosa in più, indipendentemente da che cosa possiede in
partenza: non riesce ad accontentarsi mai. Qualche volta parla dei suoi
sogni che sono sempre pieni di particolari enormi - metropoli,
città immense, feste, luci - e di colori che nessuno dei due
conosce ancora. Parla di divertimento, di vita, di bruciarla forse.
Senza rifiutarsi nulla o perdere opportunità.
Probabilmente è quello che sta facendo anche adesso, mentre
infila chiavi e sigarette nelle tasche del cappotto.
«Vuoi venire?» Chiede senza guardarlo negli occhi,
semplicemente perché non ama stare da solo.
«Nah, non ti preoccupare: ho un appuntamento più
urgente con il nostro divano.»
«Benissimo, se non altro ti lascio impegnato.
Divertitevi!»
«Anche tu, Ju, e non tornare troppo tardi che mi
svegli.»
«Figurati.»
Detto questo sparisce, forse ha salutato ma lui non è
riuscito a sentirlo. Quello che riesce a constatare è che si
tratta di un fatto curioso: in questa giornata ha visto andare via
tutti quanti.
E finalmente si trova in una casa deserta, senza che questa sia solo
una piccola impressione. Vero silenzio.
Non che a lui interessi davvero, anzi, in una giornata come le altre
avrebbe accettato di andare senza nessun ripensamento - o pentimento
successivo - ma oggi non si sente in vena di festeggiare il Nulla: ha
una maniera diversa di affrontare i problemi o le insoddisfazioni,
preferisce isolarsi piuttosto che stare con sconosciuti incrociati per
caso in una nottata troppo alcolica.
Si rilassa del tutto e finalmente trova qualcosa da guardare.
Indistintamente si chiede dove sia andato l'altro, se aveva davvero una
meta già stabilita.
I veri Attori sullo schermo interrompono questi pensieri.
*
Lo sente rientrare verso le tre di notte. Chiaramente lui: il rumore
della toppa, i tentennamenti mentre gira la chiave, l'entrata
più sicura. Insomma, il ritorno di Jude Law nella sua umile
dimora - la stessa 'dimora' che si trasforma sempre in una Casa immensa
quando ne parla con qualche estraneo.
Di nuovo: non sa accontentarsi.
Ewan non si è illuso, è rimasto sul divano
finché ha potuto, ben sapendo che andare a letto sarebbe
stato più un rischio. In effetti non nutriva troppe speranze
verso la gentilezza di Jude, deve ammettere di essere rimasto sorpreso.
«Sei ubriaco?» Domanda, evitando di salutarlo.
Giusto un controllo.
«Abbastanza,» viene la risposta, «non
c'era la gente giusta per scatenarsi. Dovrei scegliere con
più criterio.»
«Nah, mi sa che quello lo hai usato bene.»
«Se è così, buonanotte!» Dice
sconnessamente, trascinandosi verso la propria camera. Probabilmente
butta via il cappotto, perché già non lo indossa
nel tempo che Ewan impiega per raggiungerlo - e lui lo trova sdraiato
sulle coperte rosa del letto.
«Sicuro che vada tutto bene? Non hai l'aria.»
«Sono stanco, Sadie è andata via.»
«Già ieri,» e non capisco come
faccia a
mancarti, «penso tornerà fra qualche
giorno. Non
è il caso di struggersi fra pene d'amore ed altre
sofferenze.»
«Non lo so...»
«Come?»
«Abbiamo litigato.»
Ah. Questo è insolito. Talmente inusuale che non lo aveva
neanche sospettato... è indeciso se chiedere o meno il
motivo di questo litigio, del resto sa che c'è solo un
argomento sul quale proprio non riescono a trovarsi, ed alla fine
sceglie di restare sul calmo: «Qualcosa di
importante?»
«Sai già che cos'è. Solita roba: devo
prendermi più responsabilità.»
«Che cosa le hai risposto?»
«Non so, ho blaterato qualcosa. So solo che è
troppo presto.»
«Forse no...»
«Sì, ti dico...» Ma poi non dice nulla,
lascia in sospeso la frase, convinto che l'amico possa darle un senso.
Nel tentativo riesce solo a suonare un po' più misterioso.
«Jude?»
«Non voglio rinunciare a tutto adesso.»
«Non è detto che tu debba farlo.»
Tentenna, non sapendo a che cosa si riferisce davvero o se condivide
ciò che sta dicendo. Il problema è che non riesce
ad afferrare e a capire pienamente l'identità del problema.
«In questi giorni, mentre saremo solo Io e Te, come hai
detto, rendiamo tutto più semplice.»
«Va bene.»
«Non voglio problemi.»
«Come vuoi,» fa spallucce, lievemente sollevato;
decide di smorzare i toni con una delle sue solite prese in giro,
giusto per andare a dormire con il cuore più leggero - ed
anche perché non può credere di aver avuto un
discorso del genere con il proprio migliore amico mentre si trovano in
una stanza rosa ornata di quadretti e animali di pezza: «Vuoi
anche il bacio della buonanotte, Judie?»
«Ma sta zitto.» Borbotta l'interpellato, prima di
alzarsi e tentare di spogliarsi.
Ewan non rimane mentre si infila il pigiama, si limita a girarsi e
tentare di andarsene mentre la voce dell'inglese lo saluta una seconda
volta - «Buonanotte!» - con un tono di voce
più contento.
Qualcosa gli pare strano, improvvisamente.
Qualcosa che non avrebbe mai considerato prima di questa notte, ecco, e
ha solo qualche minuto per chiedersi se magari non stava scherzando
quando si è proposto. Qualche secondo, e poi la voglia di
dormire.
♦
Note: salve, io sono la Vè. Grazie per
aver letto questo primo capitolo ♥ spero vi sia piaciuto pur
essendo, in un certo senso, solo introduttivo. Personalmente ho amato
scrivere questa mini-long, credo che sia una delle cose più
carine da me prodotte!
Qualche nota:
1) La fic è ambientata durante i primi anni novanta (questa
volta non ho voluto dare una datazione precisa); si tratta di una What
If? in quanto tratta di eventi mai accaduti e di svolte
probabilmente mai considerate - ma tiene gli attori 'reali'.
2) Ho inserito anche l'avviso OOC, piuttosto evidente soprattutto per i
personaggi secondari.
3) Il carattere di Sadie è basato su alcune interviste lette
recentemente (ma non sue, lo ammetto) e sull'idea che mi sono fatta di
lei nel tempo. Dubito che sia realmente
così irritabile... diciamo che è stata vittima
della trama.
Scusa Sadie u_u
4) Il titolo della fanfiction è stato *rubato* agli Arcade
Fire.
5) I titoli dei capitoli sono i colori dei vecchi pennarelli crayola,
for some reason. Quindi, ecco a voi: Unmellow
Yellow (#FFFF66)
Il prossimo aggiornamento arriverà venerdì: ho
già scritto tutto, quindi non dovete temere eventuali
ritardi (vedete, questa volta mi sono comportata bene).
A presto! ♥
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