Addio
Sono
in aeroporto. Il mio volo decolla tra un ora e
io ho appena fatto il check-in. Sto tornando a casa dopo un mese e
mezzo qui.
Sto lasciando un posto che oramai chiamo casa, persone che considero
famiglia.
È molto peggio di quando sono partita un mese e mezzo fa:
allora avevo la
certezza che avrei ritrovato tutti al mio ritorno. Ora non so nemmeno
se
tornerò.
E
sto lasciando lui. Lui, che resterà qui per altre due
settimane. Vorrei
aggrapparmi a lui e abbracciarlo. Vorrei baciarlo fino a imprimere il
suo
sapore sulle mie labbra. Vorrei piangere sulla sua spalla e dirgli
tutto
questo. Vorrei, ma non lo farò. E non sarà poi
difficile trattenersi: dopotutto
convivo con desideri simili dal terzo giorno di vacanza. Un mese e
mezzo
sognando anche il minimo contatto, senza mai concedermelo per un
mucchio di
ottime ragioni, che ora mi paiono inutili: perché non potevo
certo rovinare la
bella amicizia che stava nascendo, perché non potevo mica
macchiare di
delusione i ricordi di questa splendida estate. Molto meglio tenere a
bada gli
istinti e condannarsi a vivere con il rimpianto.
Lo saluto con un abbraccio
distaccato, che
nulla ha a che vedere con quello che desidero. So che si tratta di un
addio.
Viviamo nello stesso stato, ma non ci vedremo mai più.
***
Sono
in
aeroporto. Sono venuto a salutarla e a dirle addio. Sono masochista e
parecchio: io detesto gli addii, li trovo dolorosi e non avevo
intenzione di
venire. Quando, però, lei mi ha chiesto se l’avrei
accompagnata, non ho saputo
dirle di no, come al solito.
Se
ne sta andando.
E con lei se ne va ogni possibilità di essere felice nelle
prossime due
settimane: ogni posto visto, ogni persona conosciuta, ogni cibo
assaggiato mi
ricorderà di lei, lo so. Vorrei stringerla a me e non
lasciarla andare. Vorrei
baciarla fino a morire soffocato. Vorrei supplicarla di restare, o di
portarmi
con sé. Vorrei, ma non lo farò. Per gli stessi
stupidi, ragionevoli motivi che
mi hanno trattenuto fin’ora. Lei non ha mai dato segno di
ricambiare e un mio
tentativo finito nel vuoto distruggerebbe la nostra amicizia e i
ricordi di
questa magnifica esperienza.
Mi
saluta con un debole abbraccio e io faccio violenza su me stesso per
costringermi a non trattenerla. Le sto dicendo addio ed è
meglio così: non
avrei la forza di continuare a starle lontano, se non troncassimo i
rapporti.
Spazio
autrice:
Ok..
Questa storia, gira nel mio pc da
qualche secolo e non l’ho mai pubblicata, perché..
beh non so perché.. Comunque
sono bloccata a casa dall’influenza, sono annoiata e senza
ispirazione quindi
ho deciso di postare questo reperto archeologico del mio netbook.
La
storia mi è veneuta fuori in un
periodo in cui pensavo molto a tutte le occasioni che si perdono per
paura o perché
si è troppo razionali.. Credetemi ne so qualcosa..
È una
one-shot proprio perché la realtà è
questa, perché la vita non sempre da una seconda
possibilità..
Spero
vi piaccia,
Daria
|