Half
Light.
II.
Midnight Blue.
In
realtà
è stato semplicissimo addormentarsi. Va bene, per qualche
minuto ha provato il desiderio di baciare Jude.
...No, non va bene, ma può sopravvivere.
Deciso questo, gli è bastato mettersi a letto e chiudere gli
occhi. Nessuna nottata insonne né niente del genere. Ha
persino sognato qualcosa - che non ricorda esattamente, riesce solo a
focalizzare dei colori vivaci sulla maglietta di una ragazza - senza
nessun significato ambiguo.
Si è svegliato tranquillo, di nuovo contento
perché per la seconda giornata di fila può
attardarsi lì, senza dover ascoltare le chiacchiere
provenienti dalla camera affianco, gli schiamazzi dalla cucina o le
urla su chi deve pulire. I rumori dell'aspirapolvere, dopo. Sadie non
dovrebbe proprio tornare sotto questo punto di vista.
«Svegliati.»
Non si sente neanche in colpa verso di lei. Insomma, adesso sa che lei
e Jude non vanno d'accordo per quanto riguarda il loro futuro insieme e
sicuramente la casa rientra tra i progetti. Se restare o andarsene. La
stanza vuota potrebbe andare a Jo-
«Ewan, mi vuoi ascoltare?!»
«Ma si può sapere che vuoi!» Urla,
scattando a sedere; non è un tipo mattutino, non lo
è stato mai, e svegliarlo a questo modo può
essere pericoloso.
«Non hai sentito il telefono?!»
Adesso che ci fa caso, anche Jude pare avere la stessa aria irritata.
Sicuramente svegliato dalla suoneria del già citato
telefono, si trova sulla soglia della porta - beh, non che potrebbe
stare da qualche altra parte, considerate le dimensioni della camera -
con addosso i pantaloni del pigiama e una cannottierina leggera. In
mano la cornetta.
«Non ho sentito,» risponde sbadigliando,
«chi è?»
«Un maledetto cretino che deve dirti qualcosa.»
Jonny? Oh, allora non scherzava quando diceva che sarebbe tornato
presto.
«Dovresti rispondere, sai.»
«Digli di richiamare.»
«Ha detto che devi richiamare,» riferisce Jude, per
poi dare la risposta: «dice che sono le dieci e che ti devi
alzare comunque.»
Ubbidisce rassegnato, ringraziandosi da solo se per una volta ha deciso
di infilarsi il pigiama anche lui. Il tempo di raggiungere il telefono
e Jude è già sparito di nuovo, probabilmente per
tornare sotto le sue coperte.
«Devi trovarti un'altra segretaria.» Dice Jonny.
«Già, questa è un po'
permalosa,» ridacchia lui, «non va d'accordo con
mio padre, tifano per squadre diverse.»
«Quel codardo,» lo sente mormorare, forse perso nei
ricordi di quel bisticcio, «ed io non sono tuo padre! Ti ho
chiamato per darti una bellissima notizia, mica per
controllarti.»
«Mh? Che c'è di tanto bello?»
«Ho finalmente trovato un posto dove stare!»
Esclama e in questo secondo Ewan può immaginarselo,
sorridente e vittorioso.
Eppure la novità non gli sembra eccezionale.
«So che cosa stai pensando: che non è niente di
ché ma,» continua Jonny con enfasi,
«solo perché non hai sentito la parte emozionante:
saremo vicini di casa!»
«Davvero?»
«Sì! Ti consiglio di festeggiare. Anzi, ti esorto
a farlo!»
«Mh, posso inventarmi qualcosa.»
«Oppure organizzo io stesso, per inaugurare e cose del
genere.»
«A Jude farebbe molto piacere.» Sospira, mentre
velocemente ripensa agli eventi della serata precedente; immediatamente
la tentazione di dire ogni cosa al proprio amico, di confidarsi con
qualcuno con i piedi per terra. Respinge il proprio istinto,
rifiutandosi di dare importanza alla cosa.
In effetti, non saprebbe neanche che cosa dire.
«Ci divertiamo troppo a prenderlo in giro,» sta
continuando Jonny, «preparagli la colazione da parte mia. Mi
sa che se la merita.»
«Ok.»
«Beh, ciao!»
Chiude la conversazione a questo modo, forse più sbrigativo
del solito. Ewan si volta per guardare le lenzuola sfatte, ma poi esce
della camera, deciso a seguire il consiglio appena ricevuto.
Per qualche secondo gongola persino della possibilità di
poter andare in giro come vuole.
*
Passa la mattina tentando di fare chiamate, si arrende solo dopo
pranzo, quando oramai non è più neanche l'orario
giusto per queste cose.
Jude fa capolino una seconda volta nella sua stanza, si guarda qualche
secondo intorno prima di capire che l'unico posto dove può
mettersi è il letto sfatto. La cosa non sembra rappresentare
un problema per lui: Ewan se lo ritrova sdraiato al proprio fianco in
meno di due minuti.
«Mi annoio,» spiega semplicemente una volta comodo,
«e mi volevo scusare per ieri sera.»
«Non devi farlo... sei stato sorprendentemente
carino.»
«Non credo. Perché sei scappato via,
allora?» Ridacchia, «Ricordo ogni cosa, non ero
così ubriaco.»
«Ho notato, hai persino detto qualche cosa sensata.»
«...Rispondi.»
«Mh? A cosa?»
«Sei scappato.»
Detto questo, Jude sorride. Ed è lo stesso Jude tentatore
che non si accontenta mai di ciò che ha e preferisce
prendere di più, quello che ha casualmente scoperto una
nuova forma di divertimento. Ewan non vuole chiedere a che cosa sta
puntando esattamente, dov'è proiettata la sua mente in
questo preciso istante.
«Dobbiamo buttare via la roba di Sadie,» si limita
a dire, «ha davvero un pessimo ascendente su di te.»
«Ne sei sicuro?»
«Certo che sì. Non credo di averti mai visto
offeso siccome non hai ricevuto il 'Bacio della buonanotte'.»
«Oh, quindi volevi davvero darmene uno!»
«No, io stavo scherzando. Tu
hai la testa piena di idee
folli.»
«Però tu sei un tipo strano,
ecco, i tuoi scherzi
toccano sempre ciò che vuoi. Quindi se vuoi possiamo
provare.»
«Sei pazzo.»
«Va bene, va bene. Fai finta di niente,» fa
spallucce Jude, apparentemente non turbato da nessuna parte della
conversazione, «ma mi chiedo perché proponi se poi
ti tiri indietro.»
Ewan si volta leggermente verso di lui, solo per scorgere la sua
espressione; lo vede indossare il solito broncio che mette in queste
occasioni, quando non riesce ad arrivare a qualcosa.
Deve ammetterlo: è curioso. Né più
né meno, solo curiosità.
In un certo senso è anche divertito, visto che sono soli da
meno di due giorni e già stanno mettendo in dubbio la natura
della loro amicizia e dei rispettivi gusti sessuali. No, ok, i loro
gusti sessuali non sono in dubbio - si ripete - lui sa perfettamente di
non essere omosessuale: stanno solo parlando di un bacetto e del modo
assurdo in cui Jude si relaziona alle persone da quando è
diventato un po' donna.
Niente di serio, basta calmarsi e trovare qualcosa con il quale
rispondere.
«Non mi tiro indietro,» tenta, «ti fermo
perché non voglio spezzarti il cuore.»
«Molto premuroso.»
«Figurati, sai che ti voglio bene.»
«Mi hai anche preparato la colazione.»
«Da parte di Jonny.»
«Mh, va bene,» sghignazza divertito, «era
molto buona.»
Si chiede perché no.
Si chiede che cosa c'è a fermarlo.
Alla fine si limita ad avvicinarsi e a poggiare un bacio sulle sue
labbra - buonanotte - soffermarsi qualche secondo
per leccarle con la
propria lingua e poi tornare al suo posto. Così, leggero e
tranquillo, come se niente fosse.
«Oh!!» Esclama Jude, spalancando gli occhi.
«Contento?»
«Oddio, non ci posso credere!!!» Continua a
delirare lui, improvvisamente agitato; forse sperava che il buonsenso
di Ewan li avrebbe salvati da questa situazione - buffo come anche
Jonny fosse arrivato alla stessa considerazione, il giorno prima - ed
ora si è ritrovato fregato. Pare non sapere che cosa fare o
che cosa dire.
Ewan invece è sicuro di non avere idee.
Aspetta che l'altro
si calmi, smetta di esclamare cose a caso e lo perdoni per aver seguito
la sua folle idea.
Quando l'unica cosa che lo vede fare è fissarlo si convince
che è arrivato il momento giusto.
«Ti rendi conto che non era neanche un "vero" bacio,
sì?»
«Non è per questo!»
«Hai anche cambiato colore.»
«Non posso crederci,» continua Jude, finalmente con
un tono di voce normale, «mi hai baciato ed hai anche le
labbra morbide.»
«Che cosa ti aspettavi?»
«Non lo so,» dice, per poi prendersi una breve
pausa e continuare, «magari possiamo riprovare.»
Forse questo è il suo turno nel dare di matto,
«Scordatelo.»
«Ma non ho capito se mi piace o no.»
«Beh, non vedo come questo possa essere un problema
mio.»
«Hai iniziato tu...»
«Vero, ma adesso ti tocca trovare qualcun altro con il quale
pomiciare.»
«Vuoi anche pom-»
«Mi stai prendendo in giro, vero? Non c'è altra
spiegazione!»
Si sposta leggermente, giusto per guadagnare un po' di spazio, continua
a fissare il soffitto bianco - pretendendo di non essere esageratamente
preoccupato come invece è.
L'altro sorride alla sua reazione, «Certo che ti sto
prendendo in giro,» annuisce, per poi aggiungere con
incuranza: «anche se sono davvero curioso e dobbiamo trovare
qualcosa da fare.»
«Che mi dici di Sadie?»
«Credi che sia così importante?»
«Stiamo parlando della tua fidanzata, non della
mia.»
«No, intendevo quello che stiamo facendo: ha così
importanza per te?»
«È da ieri che mi ripeto di no.» Chiude
gli occhi, senza curarsi del fatto che con una risposta sola ha
confermato tutte le 'accuse' precedenti. «Dove è
finito il "restare semplici" che ci siamo ripromessi...»
«Non abbiamo es-»
«Sta zitto, Jude, che sono assolutamente convinto che questa
sia colpa tua.»
«Ultimamente è sempre così, anche se
non ho capito che cosa ho fatto di così
drammatico.»
«Ma come "perché", è da quando sei gay
-»
«Come? Io non lo sono!»
«Hai una cameretta rosa!»
«Lo so, ed è da ieri che me lo ripeti! Anzi:
è da ieri che non fai altro c-» e si ferma, forse
per non dire qualcosa di sbagliato.
«Cosa?» Lo esorta, di nuovo concentrato sul suo
volto.
«Niente, ti comporti da Ewan.»
«E tu da Jude. O Judie, dipende da dove ti trovi.»
Sospirano, quasi contemporaneamente. Come se non ci fosse altro da fare.
«Quindi...»
«Quindi?»
«Andrò nella mia cameretta. Camera. Giusto
per.»
«Sì, stare sicuri.»
«E non devi seguirmi.»
«Non ne avevo intenzione.»
«Eppure hai questa abitudine di seguire le persone, quindi
fermati.» Ma è Jude a stare fermo, ancora
lì. Forse indeciso sul da farsi, forse semplicemente
confuso, cerca qualcosa nei suoi occhi.
«Sennò puoi restare qui...»
«Non so, pare che nel tentativo di chiedere scusa abbia fatto
solo danno.»
«Sei stato Jude.»
«Sì.»
«Allora continua ed esserlo,» sospira,
«tanto ho capito che non ti si può cambiare.
Niente responsabilità, promesso.»
«Perfetto.»
Ewan non è sorpreso da questo cambiamento, né dal
significato equivoco che la sua frase è andata a prendere -
crede anche di essersi rassegnato, tanto le cose si svolgeranno a
questa maniera per un altro paio di settimane.
O forse sempre, se Sadie non torna.
Preferisce far finta di niente, il suo migliore amico pare essere della
stessa idea.
«Hai fatto un provino?» Mormora infatti,
chiaramente senza sapere su quale argomento andare a parare per
cambiare argomento.
«No, lo devo fare.»
«Giusto, oggi sei stato con me e ieri avevi un appuntamento
con il nostro divano.»
«Ricordi bene. Andiamo piuttosto d'accordo, siamo diventati
intimi.»
«Strano, non avete molte caratteristiche in comune.»
«Eppure il nostro amore è sincero.»
«Scusa.» Lo interrompe; non aggiunge altro, forse
per non rovinare questo secondo tentativo.
Ewan ci mette più del dovuto per capire il vero senso di
quelle parole, poi risponde con lo stesso tono: «Non fa
niente, mi rendo conto che è anche colpa mia.»
«Sì, tipo la parte dove mi ha baciato. Non posso
ancora crederci.»
«...Ma non volevi riprovare?»
«Pure. E non posso credere neanche a questo! Forse sto
impazzendo.»
«Conosco la sensazione,» annuisce,
«riusciremo ad uscire da questa storia?»
«Per come la vedo io hai solo due scelte: puoi provare ad
assecondarmi o puoi lasciar perdere e probabilmente pentirti per
sempre,» dice, cercando di capire qualche parte del soffitto
stava fissando l'altro prima, dopo qualche secondo aggiunge:
«e comunque non è stato il rosa a farmi diventare
così. Quando ero piccolo mia sorella aveva l'abitudine di
truccarmi. Contro il mio volere.»
«...Perché me lo stai dicendo?»
«Ed anche vestirmi con le cose di mamma.»
Questa volta scoppia a ridere, sciogliendo anche un po' del nervoso
accumulato, «Allora si tratta della tua natura.»
«Forse,» e si fa più serio,
«ma non per questi motivi.»
Così si alza, improvvisamente, come spinto da qualche forza;
si alza e se ne va dalla stanza, senza aggiungere altro, sicuramente
fiero per questa uscita di scena.
Ewan rilascia il respiro che non si era reso conto di trattenere. Nella
mente si scatenano fin troppe domande, fin troppi problemi lasciati
irrisolti: che cosa sta combinando? Come si fa a cambiare umore e
decisioni in così poco tempo? E perché dovrebbe
considerare di cambiare idea?
Neanche vuole trovare delle risposte, soprattutto perché sa
che non può davvero dare tutta la colpa
all'altro.
*
Ci ha messo più di mezzora per capire che sta solo
esagerando. Jude ha anche tentato di farglielo intuire: ha davvero
così importanza?
Probabilmente sì, perché il resto della serata
l'ha passato evitandolo. Ha persino aspettato che
l'altro finisse di
mangiare e levasse le tende dalla cucina per andare a cenare da solo;
un po' eccessivo, ma è l'unica cosa che può fare
se quando si trovano vicini smette di ragionare correttamente.
O coerentemente.
La fortuna non lo aiuta, ovviamente, visto che per l'occasione Jude ha
anche evitato di uscire; si è sistemato nel loro salotto con
un libro - non sa quale - e lì sta per almeno un'ora.
Dopodiché lo sente sbottare qualcosa sulla 'noia infinita'
di quella giornata e accendere la televisione.
Ed è qui che si rende conto di non avere niente da fare. In
una giornata normale andrebbe di là per unirsi alla visione
del film - ma oggi non può permetterselo.
Così, maledicendo la propria cocciutaggine mista a
disperazione, si spoglia ed infila sotto le coperte, deciso ad
addormentarsi presto per scacciare via le paranoie - ieri ha
funzionato, non vede perché non dovrebbe succedere di nuovo
- e sentirsi meno ridicolo. I suoni provenienti dall'altra stanza lo
cullano, in un certo senso, lo spingono a rilassarsi.
Sul suono della voce dei protagonisti.
Deve essersi addormentato sul serio, perché quando riapre
gli occhi non c'è nessun rumore in sottofondo, la tv non
è più accesa e sulla soglia della porta...
«Tu non stai dormendo davvero.»
Oddio, è tornato. Non gli è
bastato fargli
passare un'intera giornata chiuso fra quattro mura, prigioniero delle
sue insicurezze, deve anche tormentargli la nottata.
«Solo perché continui a svegliarmi.»
«Non riesco a dormire...»
«Chiudi gli occhi-» e continuerebbe a spiegare il
semplice procedimento del sonno, se non fosse che si sente ancora
intontito dallo stesso. Il mondo dei sogni è per molti versi
più interessante di quello vero, meno problematico.
«Resto qui con te.» Risponde Jude, ignorandolo.
Ed è chiaro - almeno ad Ewan - che si tratta di una pessima
idea, ma non riesce ad obiettare ciò che l'altro ha
già deciso: un secondo e se l'è ritrovato nel
letto, di nuovo.
Almeno indossa il pigiama - e non si può dire la stessa cosa
di lui.
Incredibilmente c'è silenzio - per tutta la casa.
Ci sono solo loro due, senza parole, e deve ammetterlo: si sente meno
solo.
Gli basta far finta di nulla, ignorare tutto quello che si sono detti
nel pomeriggio e ricordarsi che sono solo amici, abbandonati dalle
circostanze. In questo modo riesce persino a trovare gradevole la
presenza dell'altro, il calore provocato dal suo corpo, è
gra-
«Non ti azzardare!» Sibila quando i suoi pensieri
vengono interrotti da un braccio vicino al suo fianco.
Un tocco casuale. Sereno.
«Tranquillo.»
E in effetti rimane così finché non si addormenta.
♦
Note: forse vi state chiedendo come mai Ewan dorme
nudo mentre della gente si infila nel suo letto con scopi non proprio
puliti. La risposta è che recentemente ho visto The
Ghost
Writer di Polanski e la cosa mi ha ispirata in modo bizzarro.
In
più, per come ho deciso di renderlo in questa fic, Jude mi
pare proprio il tipo da fare una cosa del genere - ovvero infilarsi in
letti altrui.
E vorrei dire tantissime cose, ma sarebbero tutte spoilerose o_O quindi
direi che passo.
Il colore di questo capitolo è Midnight
Blue (#1A4876), e noi ci vediamo mercoledì
prossimo.
{-Ed un grazie enorme a voi che leggete, seguite, preferite,
commentate.
Vi adoro. ♥}
|