When the moon will call the little wolf
When the moon will call the little wolf
Capitolo
I: Il destino di colui che possiede il potere della luna
Se
un giorno vi saranno da catturare delle Carte Magiche
lasciate che a farlo siano un ragazzo e una ragazza.
Lasciate che provino odio, invidia e gelosia.
Lasciate che formino un’alleanza.
Lasciate che provino amicizia e amore.
Prima
sarà la volta delle carte che possiedono il potere del Sole;
e sarà
un giovane Fiore di Ciliegio chiamato a questa ardua impresa.
Protetta sempre da un Giovane Lupo dagli occhi dorati,
ella troverà in sé il potere di una nuova stella.
Poi
verranno liberate queste carte che possiedono il potere della Luna.
E
sarà la luna stessa a richiamare il Giovane Lupo al suo destino.
Un ragazzo in
cui saranno rinati i miei poteri, che per amore del Fiore di Ciliegio
supererà il Giudizio Finale e una nuova forza infonderà
alle mie preziose Moon Cards.
Ryouka Lunar
******
“Sakura” Correva a
perdifiato lungo un corridoio buio, senza sapere dove andare, senza una luce a
guidarlo. Correva a perdifiato con il terrore nel cuore, alla ricerca del suo
preziosissimo Fiore di Ciliegio.
“SAKURA!!!” La chiamava,
continuava a gridare il suo nome con tutta la forza che gli rimaneva ma lei non
c’era. L’oscurità l’aveva inghiottita. Lo aveva lasciato solo.
"Shaoran… Shaoran…” La
sua voce argentina lo chiamava, ridendo lo invitava a raggiungerla, ma non
riusciva a trovarla. Non riusciva ad uscire da quelle tenebre che lo tenevano
prigioniero.
Eccola. Un piccolo lampo
di luce rischiarava un punto laggiù, all’orizzonte, ma per quanto si sforzava
era sempre troppo lontano.
“Shaoran… Shaoran…” Il
richiamo di Sakura s’era fatto più lieve. Era andata via… perché non era
riuscito a trovarla… perché non ne era stato capace…perché era troppo debole…
“Sakura!” Shaoran Li si
svegliò di soprassalto, una mano che afferrava l’aria mentre candide gocce di
sudore gli imperlavano il viso. Ancora quel sogno.
Tentò di chiudere gli occhi e ricacciare
indietro quelle immagini ma era tutto inutile. Anche se era sveglio, il gelo di
quel luogo senza luce gli attanagliava lo stomaco in una morsa d’acciaio.
La sveglia segnava le 4:47.
S’alzò ed andò alla finestra, spalancando le grandi persiane di vetro. La
pungente brezza della notte acuì i suoi sensi ma era niente innanzi al gelo che
si sentiva dentro. S’incantò a fissare la luna piena, la fonte del suo potere.
Essa non era come il Sole
di Eriol o la Stella di Sakura. Non risplendeva di luce propria. Poteva solo
riflettere l’energia emanata dagli altri. Non si era mai tanto sentito così
vicino al satellite terrestre come in quel momento. Anche lui doveva dipendere
dagli altri, vivendo alla loro ombra. Un giorno, tutti si aspettavano che
avrebbe guidato il grande Clan Li verso la gloria ma quello era un peso troppo
grande per le sue giovani spalle. Non si sentiva pronto.
Si voltò a guardare il suo
giaciglio disfatto. Scosse la testa, sconfitto. Era inutile restare a letto, non
sarebbe più riuscito a dormire per quella notte. Tanto valeva la pena utilizzare
quelle ore per allenarsi con la sua spada. Per quello che poteva servire.
Erano trascorsi due anni da
quando era tornato a Tomoeda per stare vicino a Sakura ma in tutto quel tempo
non era riuscito a combattere quello strano e forte senso d’inadeguatezza che
provava standole a fianco. Lei era diventata così forte, anche più forte di
Eriol, anche più forte dello stesso Clow Leed. E lui, invece? Cosa aveva fatto
lui in quei lunghi mesi?
La paura gli mozzava il
respiro. E se un giorno Sakura si fosse stancato di lui, se avesse trovato
qualcuno di più degno e capace, che cosa avrebbe fatto?
L’avrebbe lasciata andare,
certo, tutto pur di vederla felice ma il suo cuore sarebbe stato infranto per
sempre. Aveva bisogno di lei come dell’aria, anche se non ne era degno.
Era questo che i suoi sogni
gli volevano comunicare? Che l’avrebbe persa per sempre?
******
Una figura incappucciata
era arrivata nella città di Tomoeda portata dal gelido vento del nord;
silenziosa come un’ ombra, vagava per le strade deserte alla ricerca di
qualcosa. Un’altra ombra la seguiva tentando di tenere il passo, ma quella
sembrava non accorgersi di lei. Guidata dagli argentei raggi lunari continuava
ad avanzare nel silenzio della notte.
Camminarono per un tempo
che parve loro infinito finché non giunsero in uno spiazzale abbandonato. Era un
buon posto. Le case intorno ad esso non erano molto fitte e grandi alberi di
ciliegio crescevano rigogliosi nel parco vicino. Sì, le piaceva.
"Qui va bene”. L’altra
figura si limitò ad annuire.
La prima ombra scavalcò
agile una vecchia catena che delimitava quel terreno spoglio e si diresse a
passi lenti verso il suo centro. Sorrise sotto il pesante mantello. Aveva
proprio scelto un bel posto.
Si portò una mano al collo
dove una brillante croce d’oro bianco risplendeva di magia. La gemma rossa che
vi era incastonata brillava di una luce sanguigna. Lui era vicino.
Strinse una mano a pugno e
con l’altra l’afferrò in una sorta di cerchio. Chiuse gli occhi richiamando a
raccolta tutto il suo potere. L’aria e la terra, gli alberi e le case, tutto
intorno a loro iniziò a tremare. Una magia spaventosa sarebbe stata evocata.
“Magia degli Spiriti,
rispondi al mio appello! Sciogli il sigillo delle tenebre e risveglia il mio
potere!” Urlò alla luna.
A quella invocazione una
luce fortissima investì le due figure, scagliandosi verso il cielo e avvolgendo
tutta la città di Tomoeda. Quando, finalmente, essa di disperse un nuovo
bizzarro edificio dai colori pastello si ergeva in quello che un tempo era stato
uno spiazzale vuoto. Sull’insegna, adornata da mille soli, lune e stelle una
scritta d’argento brillava nella notte.
MIDNIGHT’S MOON
BOOKSHOP
“Tu credi che questo sia il
posto giusto?” La figura più giovane chiese, in una gentile voce di donna un po’
insicura. Erano giunte da un posto molto lontano senza sapere bene chi cercare.
Attirate semplicemente dalla straordinaria magia della Luna che proveniva da
questa città.
“Si”. L’altra figura
s’abbassò il cappuccio, rivelando una donna dai lunghi capelli castani e dagli
occhi color del Cielo. Alzò gli occhi verso la volta stellata e sorrise alla
pallida luna d’argento. “È qui che vive. Ryouka è stata molto chiara al
riguardo. Presto lui verrà da noi ed, allora, la nostra missione avrà inizio".
“Come fai ad esserne così
certa?” Anche l’altra ragazza abbassò il suo copricapo lasciando che il vento
notturno accarezzasse i suoi soffici capelli dorati. I suoi occhi grigi
risplendevano curiosi.
La donna mora si toccò il naso con un dito. “Ho
semplicemente seguito l’odore dei fiori di ciliegio. È un richiamo così potente
a cui nemmeno un giovane lupo può resistere”.
La ragazza bionda annuì. “A
proposito di fiori di ciliegio. Tu credi che la nuova padrona delle carte di
Clow possa crearci qualche problema?”
“Penso di no. Ne è così
innamorata che sarebbe impossibile per lei potergli fare del male, anche
involontariamente. Ma il futuro è troppo imprevedibile perché si possa
divinarlo con certezza. In ogni caso né lei né la mezza reincarnazione di Clow
riusciranno a fermarmi dal mantenere la mia promessa. Ho dato la mia parola a
Ryouka Lunar e ho intenzione di mantenerla costi quel che costi”.
S’avviarono verso la porta
del negozio che si aprì per loro con un dolce suono di campanelli. “Vieni, sono
stanca. Ho proprio bisogno di una cioccolata calda”.
La bionda entrò sorridendo
ma la donna mora si soffermò ancora un istante ad osservare il cielo. Spero
che tutto si avveri come volevi tu, Ryouka. Lo spero davvero, amica mia.
******
Dall’altra parte della
città i guardiani Cerberos e Yue, che aveva subito abbandonato le sembianze del
mite Yukito, furono risvegliati da quella straordinaria ondata di magia. Cosa
stava succedendo?
******
“Ahh!com’è tardi! Non ho
sentito la sveglia e sono ancora in ritardo! Uffa, Kero-chan perché non mi hai
svegliata?”Come ogni mattina Sakura, la giovane padrona delle carte scelta dal
potente mago Clow Leed, era caduta giù dal letto… per l’ennesima volta in
ritardo. Aveva cominciato il primo anno delle superiori ma poche cose nella sua
vita erano cambiate. Sebbene ormai fattezze di donna stessero quasi
completamente sostituendo quelle della bambina che era stata, la sua innocenza
era rimasta immutata.
Il suo giallo pupazzetto
di peluche, meglio noto come Grande e Splendido Guardiano del Sigillo (così
almeno si definiva lui) Kero-chan si limitò a sbuffare e a rigirarsi nel suo
lettino. Anche se quella ragazza era una delle più grandi maghe al mondo ancora
non riusciva ad alzarsi in tempo. Bah! Avrebbe dormito ancora un po’, sì, ancora
un po’. Aveva passato quasi tutta la notte a tentare di battere il nuovo record
di Spinel, l’antipatico guardiano di Eriol ed ora aveva bisogno di un meritato
riposo. Sicuramente papà Fujitaka gli avrebbe lasciato da parte una bella
porzione di frittelle allo sciroppo. Quindi non doveva preoccuparsi. Un sorriso
di vittoria illuminò il suo visino giallo mentre la sua padrona sbuffava
infastidita dalla sua totale indifferenza intanto che si lasciava cullare nel
mondo dei sogni.
All’improvviso il piccolo
Kero si ricordò di una cosa molto importante. “Sakura” la richiamò. “Non hai
avvertito nulla di strano la notte scorsa?”
La ragazzina scosse la
testa e l’animaletto sospirò. “Cosa dovevo aspettarmi? Quando dormi non ti
sveglierebbero nemmeno un branco di elefanti!”
Lei non fece in tempo ad
arrabbiarsi con Kero, quello stupido peluche come lo definiva il suo adorato
Shaoran (al solo pensiero di lui tornava ad arrossire come un peperone), che il
suo sguardo cadde sulla sveglia. 7:40. Era tardissimo, pensò, precipitandosi giù
per le scale! “Beh, ormai potresti anche
alzarti da sola, mostriciattolo!” Touya, naturalmente. Anche se ora suo fratello
frequentava l’università, insieme a Yukito, passava molto più tempo a casa di
prima. Visto che era già venerdì, aveva deciso di trascorrere il fine settimana
insieme alla sua famiglia e questa era naturalmente un’ottima occasione per
stuzzicare la sua sorellina.
Sakura arrossì ancora,
almeno fino alla cime dei capelli, e non per la prima volta si ritrovò a pensare
a come sarebbe stato bello usare The Big, la carta dell’ingrandimento, per
dargli una lezione. Ma quello non era il momento… era tardissimo!
“Su non litigate di prima
mattina”. Fujitaka li richiamò con il suo eterno sorriso. I loro continui
battibecchi lo riuscivano sempre a divertire. “Sakura fermati a fare colazione”.
Le consigliò ma la ragazza si era già infilata la cartella in spalla e stava
salutando la foto della sua cara mammina.
“Prendo una merendina e
scappo, Shaoran mi starà già aspettando! Oggi vado a studiare a casa
sua!”Rispose. Con un gesto fulmineo aveva addentato un toast, afferrato le
scarpe ed era schizzata via correndo. Come sempre!
“Cosa?! Passerai tutto il
pomeriggio con quel cinesino antipatico!”. Urlò Touya ma lei era già lontana. Il
fatto che sua sorella e il cinesino si amassero lo rendeva ancora più geloso e
iper-protettivo. Non riusciva proprio a mandare giù che ora quel ragazzino della
malora fosse diventato la persona più importante nella vita del suo
mostriciattolo.
“Sai che non è vero! È un
bravo ragazzo e le vuole un bene dell’anima!” Il signor Kinomoto invece era
molto felice per i due ragazzi. Ora che sapeva delle loro avventure, cortesia
del giovane Eriol, era molto più tranquillo sapendo che la sua bambina sarebbe
stata protetta e amata fino alla morte. Guardò con nostalgia la foto di
Nadeshiko: spesso quei due gli ricordavano quando era giovane e la sua adorata
sposa era ancora con lui. Prese a canticchiare. Anche adesso era lì con lui,
anche se solo uno spirito. Ma sempre lì e sapeva che non l’avrebbe mai lasciato
solo.
******
Anche se era corsa via
poteva bene immaginare cosa suo fratello stesse sbraitando. Infondo era una
situazione che si ripeteva praticamente tutte le mattine. Kero-chan aveva anche
accettato che ora lei e Shaoran fossero una coppia ma Touya… Che nervi! Tuttavia
la sua rabbia scomparve subito, come neve al sole, non appena lo vide: come ogni
mattina, Shaoran la stava aspettando per fare la strada insieme. Era sempre così
dolce e premuroso con lei, i suoi occhi dorati le infondevano una carica
eccezionale.
Ma quella mattina lui era
strano, diverso dal solito. Il ragazzo, infatti, era molto pallido e sembrava
affaticato.
“Shaoran!” Lei gli corse
tra le braccia e lui la baciò sulla fronte. Come sempre. “Hey, stai male? Sei
così pallido!”
“Non ti preoccupare.
Stanotte non ho dormito molto: sarà per questo. È meglio andare: è tardi!” Non
voleva turbarla ma la situazione era più seria del previsto. Era da più di un
mese che quell’incubo spaventoso continuava a ripetersi e sentiva che le sue
forze non erano più quelle di un tempo.
In quei due anni in cui
Shaoran era tornato da Hong Kong, Sakura non era mai stata più felice e nulla
sembrava poterla turbare, perché aveva accanto il ragazzo che amava più di
qualsiasi altra cosa al mondo. Shaoran era sempre molto dolce con lei. Spesso
aveva cenato a casa sua e per suo padre ormai era un membro della loro famiglia,
anche se suo fratello Touya continuava a guardarlo con antipatia. Durante
l’estate era stata in visita a Hong Kong e la madre del ragazzo si era subito
affezionata a lei, capendo immediatamente il grande amore del figlio.
Vederlo quindi così, in
quello stato era per lei una stretta al cuore. Prima che potesse aggiunger
altro, Shaoran l’aveva presa per mano e insieme si erano incamminati verso la
scuola.
******
“Sakura, hey, Sakura!”
Tomoyo la scosse leggermente, cercando di attirare la sua attenzione. I suoi
occhi di smeraldo erano come ipnotizzati dalla vista del suo adorato piccolo
lupo, profondamente addormentato con la testa scomodamente appoggiata al banco.
La loro ultima ora era libera e nonostante tutto quel chiasso, Shaoran era
sprofondato in un sonno senza sogni, sfinito.
“Sakura, Li forse sta male?
Non ha una bella cera”. La ragazza dai lunghi capelli corvini era sinceramente
preoccupata per il loro amico e sapeva quale turbamento si era scatenato ora
nell’animo di sua cugina.
“Non lo so, Tomoyo. Mi ha
detto che è solo stanco, ma sono sicura che c’è dell’altro!”
La giovane Daidoji sorrise.
“Non ti preoccupare. Sono sicura che con una buona dose del tuo amore tornerà
subito come nuovo!” I suoi occhi s’illuminarono di mille stelline mentre la
Cattura-carte arrossiva fino all’inverosimile. “Non vedo l’ora di riprendere i
due piccioncini che si coccolano e si abbracciano dolcemente. Sarà una scena
impedibile per la mia collezione!”
“TOMOYO!”
******
“Sei sicuro di stare bene,
Shaoran?” Gli chiese preoccupata. Si erano seduti su una panchina vicino al
parco dei Pinguini mentre il vento, ancora freddo per quell’inizio di primavera,
faceva volteggiare nell’aria mille petali di ciliegio.
“Non ti preoccupare”. La
rassicurò con uno dei suoi rari sorrisi, quei sorrisi che rivolgeva soltanto a
lei. “Te l’ho già detto: sono solo stanco".
Ma lei non ne era convinta.
Avvicinò le sue labbra alla fronte del ragazzo e cercò di sentirne la
temperatura. Immediatamente a quel contatto, Li cominciò a bollire come un
pentolone pieno d’acqua.
“Sei caldo, Shaoran”. Gli
fece notare.
“S-Sto b-benissimo!” Quella
sua timidezza era davvero buffa alle volte.
“Oh, come siete carini!” Da
un cespuglio era spuntata Tomoyo, brandendo la sua fida telecamera davanti a sé.
“Perché ora non vi baciate? Sarebbe un finale perfetto per le mie riprese!” Li
implorò con i suoi occhi sbrilluccicosi.
Entrambi i cattura-carte
avvamparono sempre più.
“Tomoyo. Q-questa n-non è
u-una cosa che s-si fa a-a comando!” Riuscì a balbettare il cinesino. "Ci vuole
il momento giusto!”
A quella parole lui e il
suo adorato Fiore di Ciliegio iniziarono a sperimentare tutti i più
inimmaginabili stadi del colore rosso mai creati da Madre Natura. Mentre la
ragazza tentava di resistere alle suppliche della sua amica, uno strano richiamo
attirò l’attenzione di Li. C’era qualcosa alla fine del parco, oltre gli alberi
di ciliegio.
Iniziò a camminare in
quella direzione, quasi senza rendersene conto.
“Hey, Shaoran!” Lui le
ignorò così si precipitarono a raggiungerlo. Sembrava che conoscesse bene la
strada, che qualcosa lo stesse attirando a sé. Un qualcosa di magico che, però,
Sakura non riusciva ad avvertire.
Nessuno dei tre poteva
immaginare cosa li avrebbe aspettati, niente di meno quello strano negozio
immerso fra il rosa dei fiori… un negozio che nessuno dei tre aveva mai notato.
“Midnight’s Moon” Lesse
Sakura. “Ma voi sapevate che avevano aperto una nuova libreria?” Gli altri due
scossero la testa.
C’erano tanti scatoloni
intorno alla porta d’ingresso. “Forse si sono appena trasferiti. È ancora tutto
in disordine”. Fece notare Tomoyo.
Il volto di Sakura
s’illuminò. “Chissà se è gestita da persone simpatiche”.Prima che gli altri le
potessero rispondere una voce alle loro spalle li fece sobbalzare.
“Salve. Posso esservi
utile?” I tre si abbracciarono
spaventati.
“Oh, scusatemi. Vi ho
fatto molta paura?” Scossero la testa anche se era chiaro il contrario.
Era una ragazza dai grandi
occhi azzurri, visibili chiaramente dietro dei sottili occhiali rettangolari.
Portava i lunghi capelli castani raccolti in una grande treccia e li osservava
con dolce sorriso. Aveva in mano quello che sembrava un pacco molto pesante.
“Mi spiace davvero. Posso offrivi qualcosa per rimediare? La mia cioccolata
calda è una delle migliori del paese!”
I tre si guardarono ancora
un po’ impauriti prima di annuire.
“Io sono Dara e gestisco
questo negozio. Voi come vi chiamate?”
“Sakura”.
“Shaoran”.
“Tomoyo”.
Sakura piegò un po’ il
capo di lato. “Hai un nome molto particolare, Dara”.
“È gaelico” Spiegò.
“Significa quercia. Mi è stato dato da una persona molto importante per me”
Divenne quasi triste a quel ricordo ma si riprese subito. “Molto bene”. Sorrise
ancora. “Seguitemi. Scusate per il disordine ma siamo in città solo da qualche
giorno”.
I tre ragazzi seguirono la
giovane, che prese a canticchiare una dolce melodia.
******
Li aveva condotti in una
piccola saletta da the, tutto perfettamente in ordine a differenza dei numerosi
scatoloni sparpagliati ancora qua e là nella stanza adiacente fra i giganteschi
scaffali.
“Potete guardare un po’ in
giro mentre preparo la cioccolata. Non apriremo fino alla settimana prossima ma
mi piacerebbe avere un parere su come procedono i lavori”.
Sakura e Tomoyo erano
rimaste subito incantate dalla dolcezza di quella ragazza e subito avevano preso
a complimentarsi per la bellezza di quel negozietto. La sala da the era
deliziosa, emanava una calore molto piacevole, ed era perfettamente arredata
come una tipica stanza inglese.
"Wow"
Sakura era estasiata. "Ci sono così tanti libri!" Si meravigliò la ragazza. "E
tutti così diversi!" Anche Tomoyo ne era rimasta sorpresa. C'erano libri
diversissimi, in decine di lingue diverse.
"Ho viaggiato molto" Spiegò
la mora. "Ci sono culture così diverse che ho pensato di condividerle anche con
gli altri: è un peccato che la gente d'oggi legga così poco". Osservò, versando
la cioccolata in grandi tazze decorate con orsetti colorati.
"Mi piacerebbe tornare un
giorno con mio padre". Continuò la cattura-carte. "Lui insegna archeologia e
sono sicura che adorerebbe un posto del genere!"
Dara annuì. "Sì, farebbe
piacere anche a me".
Anche a Shaoran Li quella
ragazza era piaciuta. Era strano ma aveva avvertito un che di familiare.
Di nuovo quella sensazione.
Di nuovo quella specie di richiamo. Proveniva da lì. Dall’angolo più buio del
negozio. Aspettava lui. Prese ad avanzare
a passi lenti, che risuonavano cupi nel silenzio che regnava fra quei pesanti
scaffali. Sì, stava chiamando proprio lui.
Innumerevoli libri erano stati sistemati
ordinatamente in fila, su quell’ultimo ripiano ma non erano quelli che stava
cercando. No. Quella voce proveniva dall’angolo più remoto.
Come ipnotizzato, appoggiò
la mano su un vecchio libro dalla copertina di bronzo. Eccolo… Ecco da dove
proveniva la voce…
“Ahia!” la voce di Sakura
lo risvegliò da quello stato di torpore. Si precipitò verso la sala da the dove
la sua ragazza si toccava le labbra, imbarazzata. Si era scottata la lingua.
Meno male. Non le era successo niente.
Dara rise. “Vieni Shaoran,
la cioccolata è pronta”
Si sedette accanto alle sue
amiche, prendendo tra le mani una tazza fumante.
“Trovato niente di
interessante?” Gli sorrise ancora e lui arrossì. Quella ragazza gli dava una
strana sensazione… strana ma piacevole. Era come se si aspettasse qualcosa da
lui. Qualcosa che non capiva.
Se non fosse stato così
imbarazzato avrebbe percepito quello strano libro cadere a terra… aprirsi e
rivelare uno scompartimento segreto… avrebbe percepito il simbolo della Luna
apparire luminoso al suolo mentre tante sfere di luce colorate schizzavano in
aria prima di oltrepassare una piccola finestra lasciata aperta e disperdersi
nel cielo di Tomoeda…
Così come si era aperto
quel libro si richiuse. Sulla sua copertina spiccava uno strano animale simile
ad un gatto bianco con la fronte adornata da una luminescente gemma verde. La
decorazione sbatté gli occhi prima di prendere vita. Ancora una volta il cerchio
magico della Luna comparve nell’istante in cui la Guardiana con il simbolo del
Sole si liberava dalla sua dimora di carta…
******
La ragazza che si era fatta
chiamare Dara sorrise mentre percorreva il lungo corridoio. Aveva dovuto usare
un piccolo trucchetto affinché non si accorgessero di nulla ma ne era valsa la
pena. Infondo, quei tre le piacevano. Si sarebbe divertita molto in quella
città, ne era certa.
Il suo sorriso si tramutò in una vera risata
quando lo vide al suolo, il gatto bianco sulla sua copertina scomparso.
Bene… Il sigillo delle Moon
Cards era stato infranto…
Note:
Heylà! Dopo una lunga assenza eccomi con una
nuova fic, stavolta su Card Captor Sakura. Ne avevo abbozzato un po’ la trama
parecchi anni fa ma ora vedendo gli episodi, direi inediti, insieme a mia
sorella mi è tornata voglia di riprenderla.
Non temete non abbandonerò la mia fiction su Harry Potter ma fra la mancanza di
tempo (università, patente e lavoro) e questo str…..tto blocco dello scrittore,
devo riordinare un po’ le idee su come continuarla. Spero di scrivere presto il
prossimo capitolo.
Quanto a questa mia nuova operetta, ho finito questo cap in tre ore e come
avrete notato il mio personaggio preferito è Li Shaoran. Penso che userò i nomi
originali quindi se avete bisogno di chiarimenti fatemelo sapere. Credo che sia
un peccato che non gli concedano un po’ di spazio in più. Cielo per avere una
dichiarazione da Sakura, il povero Li deve aspettare il secondo film. Per la
linea temporale siamo circa qualche anno dopo il secondo film, due anni dopo che
Shaoran è tornato in Giappone, almeno secondo il manga.
Che dire: recensite. Spero vi sia piaciuto. Sayonara!
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