Ma...Cos'è l'Amore?

di eldarion
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I personaggi non sono miei, appartengono a Yoichi Takahashi.

Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.

 

Note personali: questa storiella mi è venuta così, all'improvviso, e l'ho scritta di getto in un attimo di follia pura! E' una storia un po' strampalata e senza pretese, spero comunque che vi piaccia almeno un pochino...

Ringrazio coloro che leggeranno e quelli che lasceranno dei commenti a questa mia...Pazzia!

Buona lettura!

 

Ma...Cos'è l'Amore?
 

 

Era nato solo poche ore prima e non sapeva nulla dell'Amore. 

Come avrebbe potuto esprimerlo o aiutare qualcuno a comunicarlo? 

Questo si domandava mentre, incuriosito, osservava attentamente il flusso delle persone per le strade. Un andirivieni febbrile di mille occhi che osservavano, cercavano e forse anche, amavano. 

Una ragazza però lo aveva molto colpito, era passata più volte a guardarlo, sorrideva, lo fissava come se volesse farlo suo poi distoglieva lo sguardo e fuggiva. 

Eccola! Eccola ancora lì a scrutarlo con i suoi occhi sognanti e un lieve rossore a ravvivare quel suo viso delicato e dolce. Era carina, come avrebbe voluto essere suo e poter parlare d'amore per lei ma...Cos'era l'Amore?

Sembrava una cosa bella ma in realtà lui non lo sapeva cosa fosse, non lo sapeva proprio. 

La ragazza alzò le spalle e sparì di nuovo. Chissà cos'era quella luce che aveva negli occhi, forse era l'Amore, magari lei avrebbe saputo finalmente spiegargli cos'era quel sentimento chiamato Amore e a che cosa serviva. 

Chissà, chissà se sarebbe tornata a guardarlo con quei suoi occhi scuri e persi nei sogni.

La porta si aprì, era entrata una compagnia di ragazzine che con il loro vociare disordinato lo stavano assordando poi... Di nuovo la porta si spalancò e  il tintinnio del campanello lo riscosse. 

C'era un'aura nuova, qualcosa di speciale, non era entrata una persona qualsiasi. Era lei, era quella ragazza carina: si era decisa, finalmente! L'avrebbe riconosciuta tra mille altre persone lei, lei era diversa, il battito del suo cuore era inconfondibile. 

Con disappunto e tristezza però, si accorse che lei non era entrata per lui, comprava altre cose, era concentrata su altro; perché, perché non guardava lui invece? Il dolce sentimento che lei emanava aleggiava nell'aria ma lei cercava di trattenerlo, non dava ascolto al suo cuore che chiamava quel ragazzo; non gli dava ascolto pensava ad altri: agli amici, alla mamma, al papà, al suo fratellino ma perché, perché non ascoltava il suo cuore? 

La ragazza uscì lasciando nell'aria quella strana domanda d'affetto, quel particolare bisogno di dare e ricevere, quel sentimento dubbioso che un po' feriva, mordeva.

Se l'amore era quello, non era solo felicità ma anche malinconia e solitudine, dunque perché festeggiarlo, perché tutti lo volevano allora? 

Non bastava l'affetto di amici e genitori? 

Domande, domande...Quante domande e nessuno che rispondeva. 

Si distrasse di nuovo a guardare la folla che camminava e si fermava a guardare nella vetrina ma nessuno aveva con sé quell'agitazione e quel battito meraviglioso che possedeva la ragazza dai capelli neri, ormai svanita chissà dove per le vie della città. 

Di nuovo però un'emozione lo colse: la vide che tornava correndo. 

Lei aprì la porta in un soffio, il campanello, sorpreso, tintinnò bruscamente. Era proprio lei, trafelata, col cuore in gola e lo stomaco sottosopra!

"Desidera altro signorina?"

Disse una voce da dietro il bancone.

Lei annuì e indicó un po' tremante 

"Sì vorrei quel' Honmei Choco*, quello di cioccolato scuro con le nuvole e l'albero stilizzato" 

Parlava di lui! Era proprio lui! Era tornata per lui: lo stava comprando! 

Il commesso del negozio lo avvolse delicatamente in una carta crespa color turchese, lo chiuse in un sacchettino e lo porse alla ragazza.

Lei Prese il sacchetto tremando e con un gesto veloce, come se volesse volare via. Pagó e si precipitò fuori correndo all'impazzata. Corse incontro al vento gelido, precipitandosi verso casa nel buio incerto della sera illuminata dalle insegne e dai lampioni. Avrebbe desiderato spegnere tutte le luci per scomparire, annullarsi e perdersi nell'oscurità vuota. Da questi mesti pensieri nasceva un rimprovero che si ripeteva cantilenandolo a bassa voce...

"Non bastava un Tomo Choco*? Ma che cosa mi è venuto in testa? Ne riceverà a migliaia e...Come farò...Però, sarà buono...Posso sempre mangiarmelo io..." Rideva ma quasi le veniva da piangere mentre le luci artificiali continuavano inesorabili a colpirla e illuminarla impietosamente.

Lui, chiuso nel sacchetto e avvolto nella carta, la sentì chiaramente ma non capiva perché, anzi una volta in più si chiese cosa fosse l'Amore e perché, per quale arcana ragione faceva male allo stomaco, faceva ridere, piangere, scappare ed anche tremare.

D'improvviso la ragazza si fermò: era a casa.

"Sono tornata, ciao mamma!"

Disse allegramente cercando di non tradire emozioni.

"Ciao cara, fai presto la cena è già pronta, come mai così tardi?"

La ragazza non rispose, salì velocemente le scale ed entrò in camera. Con un sospiro e mille speranze adagiò il pacchetto sulla scrivania, togliendolo dal sacchetto. 

"La cena è pronta..." 

La esortò la voce gentile della madre. 

Lei non si mosse, lo guardò ancora con un'ultima trepidante occhiata e sfiorò la sua carta turchese, come per salutarlo. Lo nascose piano nella sua borsa insieme a libri e matite, al buio. La ragazza Sospirò, spense la luce e uscì dalla camera. 

Lui restò lì quieto, fino al giorno dopo, quando sentì le mani gentili di lei che lo sollevavano. 

Tremava di nuovo e parlava da sola mentre osservava il campo deserto con i palloni abbandonati dopo gli allenamenti. Aveva lasciato andare via tutti, tutti quanti anche lui...

"Beh, eccoci qui...Mio caro dolcetto, cosa mi suggerisci di fare? Devo regalarti? E come?...E se ti mangiassi io?..."

Il campo tutto in disordine e inanimato le dava un senso di nostalgia e tristezza. Le ombre che stavano per avvolgere tutto la facevano sentire ancora più sola e inadeguata. Non poté trattenersi dal chiedere a se stessa cosa ci facesse lei lì, con quel pacchettino in mano. 

Abbassò lo sguardo, poi strinse il piccolo dolce al petto, lasciò tutto e corse via.

Si fermò davanti al giardino di una piccola e semplice villetta, era arrivata: il cancello era aperto e la casa illuminata. Entrò nel giardino avvolto dalla penombra della sera appena calata, come avrebbe voluto essere un'ombra e sussurrare tutto il suo Amore senza scoprirsi troppo, senza rischiare. Titubante, fece per suonare ma la porta si aprì prima che potesse pigiare l'interruttore: era lui, dagli abiti che indossava era chiaro che stava per uscire a correre.

Un sorriso spontaneo e aperto gli illuminò il volto, in fondo, lui aveva proprio voglia di vederla...

"Ciao Sanae...dimmi..."

Lei, in silenzio, gli porse il pacchetto di carta turchese e disse, con un filo di voce, prima di voltarsi e svanire nella sera "Devo andare adesso."

Lui la osservò allontanarsi lungo il vialetto poi si sedette sui gradini dell'ingresso.

Lei non aveva detto nulla, il piccolo Honmei Choco avrebbe parlato per lei, era quello il suo compito. 

Il dolce aspettò paziente mentre il ragazzo lo scartava lentamente facendo scricchiolare la carta. 

Tsubasa sobbalzò, trattenne il respiro, non era un dolcetto qualunque, era un Honmei Choco per lui; Sanae aveva pensato proprio a lui. Era fatta: l'Honmei Cioco aveva svolto il suo compito, aveva detto "Ti amo" al ragazzo ed ora poteva sentire una grande felicità traboccare da quel giovane cuore. 

Era emozionato, Tsubasa, della stessa emozione che animava Sanae. 

Il piccolo dolce, nell'attimo in cui fu donato lo percepì, avvertì l'amore che legava i due, sentì la forte emozione di lui, il cuore che batteva, la felicità e la speranza. In poco tempo, seppure chiuso nel suo piccolo pacchetto, aveva provato molte cose diverse: dubbio, incertezza, malinconia, affetto, felicità, gioia, paura, speranza...Forse aveva capito, l'Amore non era semplice. L'Amore aveva mille sfaccettature, mille forme ed espressioni. 

L'Amore era dolce e amaro, imprevedibile e travolgente. Ma era anche un'altra cosa, di certo era un sentimento bizzarro: quei due si amavano eppure non se lo erano detto apertamente...Quale stranezza! 

Amore era tutto questo e, forse, molte altre cose ma di sicuro era un'emozione che prendeva il cuore e riempiva la vita, un'emozione intensa da provare anche se non sai dove ti porterà. L'amore, in fondo, era da vivere... Era la vita stessa! 

Il capitano, mentre pensava sognante a quando avrebbe contraccambiato, posò il dolcetto con cura nel cassetto della sua scrivania, lo avrebbe conservato, era il primo regalo di Sanae!

Il piccolo Honmei Cioko sorrise nel buio: era felice di aver sentito tutto il dolce dell'amore così meravigliosamente impossibile da trattenere nel cuore e pensò...”Strano e capriccioso sentimento, chissà quante altre sfaccettature avrà...”

 

Fine

Vabbè, l'ho detto che era una pazzia comunque.... Buon San Valentino a tutti!

 

*L' "Honmei Choco", cioè "cioccolato del vero sentimento" viene donato dalle ragazze al ragazzo del quale sono innamorate. Anche in Giappone San Valentino è popolare. La particolarità di questa festa nella terra del sol levante è che sono le donne a regalare del cioccolato agli uomini. E' considerata anche in Giappone come festa degli innamorati ma le ragazze non regalano cioccolatini solo a mariti, fidanzati o al ragazzo oggetto del loro interesse amoroso, bensì a tutti gli uomini con i quali hanno un rapporto affettivo: amici, colleghi...è considerata una cosa piacevole. L'Honmei choco è, come detto, la cioccolata che si regala con il cuore ed è riservato alla persona amata. Per sentimenti meno profondi si regalano altri tipi di cioccolatini. Esistono i Tomo choco per gli amici ai quali si è legati da affetto e i Giri choco, "cioccolato per dovere", che si regalano a colleghi, capi o ad amici ma solo per ragioni sociali. Gli uomini contraccambieranno la premura femminile nel White day! :-)

(Le notizie le ho trovate tutte nel web, se ci fosse qualcosa di errato vi prego di farmelo sapere: non sono poi tanto esperta di cultura giapponese! Grazie)





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