NOTE:
Questa storia fa riferimento al film e al libro IT, se siete come me,
non leggetela (a me basta il minimo riferimento per tremare come una
foglia, ma sono masochista, suppongo, quindi...). Il linguaggio che ho
usato è abbastanza normale perché non mi
piacciono i termini volgari, ma in un punto compare una parolaccia
*musica drammatica* concedetemi la licenza poetica di scriverne ogni
tanto U_U
Non è colpa mia, comunque, eh!
Seriamente, io ho iniziato a leggere quel libro, mi ha abbastanza
turbato, ma anche affascinato... forse ho bisogno d'uno strizzacervelli
anche io... Alla fine questa storia è uno sfogo personale XP
Ho messo il rat arancione perché nonostante il finale
idiota, beh, può rievocare momenti di terrore Q_Q (parlo per
le persone sensibili, io vi ho messe in guardia, anche se la fic alla
fine è una scemata)
°
Teoricamente non dovevano fargli né caldo ne freddo certi
film, insomma, dopotutto era quasi di casa in una sorta di parco dei
divertimenti dell’orrore, perciò che motivo aveva
di temere zombie, mummie, demoni, vampiri, licantropi, bambole e clown
assassini se proprio il suo “uomo” era uno di
questi?
Nessuno, no?
Però, forse aveva bisogno di qualcuno che, con molta calma e
gentilezza, gli aprisse la testa e desse una bella ripassata al suo
cervello.
-Sono cose finte, nate dalla fantasia di qualcuno.- chissà
poi perché la voce che immaginava potesse parlare alla sua
materia grigia, fosse quella di Taichi. Lo immaginava paziente col suo
cervello fra le mani, intento a cullarlo e consolarlo come si fa con i
bambini.
-E anche se fanno paura, non sono reali.-
Aveva una forza di persuasione notevole, il prescelto del Coraggio
– una definizione, una spina in più nel fianco per
lui – forse era proprio per questo che era riuscito a
costringerlo a guardare quel maledetto film con lui.
Yamato aprì recalcitrante il rubinetto, quasi aspettandosi
che una testa impiastricciata di cerone sbucasse fuori e gli gridasse
oscenità del tipo –Lo vuoi un pompino, ragazzina?
Un pompino gratis.-
Eh, sì, alla fine si era lasciato di nuovo suggestionare,
non avrebbe dovuto cedere a Taichi, non avrebbe dovuto farsi raccontare
le differenze fra libro e film, non avrebbe dovuto lasciarsi convincere
dal suo sguardo da cerbiatto morto e soprattutto non doveva guardare IT!
Bevette un sorso d’acqua per rilassarsi, ripetendosi
mentalmente un mantra totalmente inutile.
“E’ tutto finto, è tutto finto,
è tutto finto, è tutto
finto…” per diversi minuti, poi visto che invece
di placargliela, l’ansia gliela stava facendo venire, decise
a “malincuore” di buttarsi direttamente fra le
braccia del suo di pagliaccio assassino. Doveva solo trovare una buona
scusa per presentarsi da lui senza fargli capire che aveva paura.
Stava valutando le varie ipotesi quando si accorse di alcuni palloncini
attaccati alla porta della maniglia della sua stanza e
sbiancò. Sentì il sangue gelarsi nelle vene e
perse la sensibilità alle gambe, tant’è
che dovette reggersi al lavello per non cadere a terra come un sacco di
patate.
La porta si aprì piano e una mano guantata fece capolino.
“E’ tutto finto, è tutto finto,
è tutto finto, è tutto
finto…” si ripetè mentalmente, si
pizzicò, ma ottenne solo di arrossare la guancia gelida.
“Merda, merda, merda…” poteva
difendersi, dopotutto era quello che sapeva fare meglio, doveva
difendersi!
Allungò il braccio per afferrare il coltello da cucina e –SORPESA!-
esclamò Piemon serafico –Buon complean…
perché mi stai puntando contro quel coltello?!-
Yamato rimase sconcertato e il silenzio calò nella stanza.
Il prescelto scivolò lentamente con la schiena
sedendosi a terra, non sapeva se ridere o piangere per la grandiosa
figura di merda appena fatta.
Alla fine rise di un’ilarità isterica e Piemon lo
fissò preoccupato per qualche secondo per poi annunciare,
serio -Yamato, noi dobbiamo parlare.-
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