“La mia famiglia siamo uno.”

Mi chiamo Scott, e ho quattro anni.
Sono il più piccolo di tre fratelli.
Sono sempre malato.
I miei genitori lavorano, i miei fratelli vanno a scuola.
Io resto sempre a casa con una baby sitter.
Lei però non fa parte della mia famiglia.
Sono solo.
Sempre solo.

“La mia famiglia siamo quattro.”

Mi chiamo Scott, e ho undici anni.
Da sei anni vado a scuola.
Da cinque caccio i topi dalla cucina.
Da quattro ho smesso di ammalarmi.
Da tre io e i miei fratelli non litighiamo più.
Da due mi chiamano “Diavolo in miniatura”.
Da uno ho imparato ad intagliare il legno.
Da ieri mia madre ci ha abbandonati.

“La mia famiglia siamo tredici.”

Mi chiamo Scott, e ho sedici anni.
Sono stato selezionato per partecipare ad un reality show.
La cosa è ridicola, ma devo vincere.
Ho bisogno di quel milione.
Forse, se diventassimo ricchi, mamma tornerà a casa.
Forse, se vedesse quanto sono forte, vorrà abbracciarmi di nuovo.
È deciso, non posso perdere.
Tanto peggio per chi si troverà sulla mia strada.

“La mia famiglia siamo due.”

Mi chiamo Scott, e ho quasi diciassette anni.
Tutti mi odiano, qui, tranne lei.
Lei mi ha saputo leggere dentro... O fuori?
Non so cosa sia esattamente un'aura...
È strana, ma gentile.
Mi parla, mi consola, mi sorride.
Avrei dovuto ringraziarla.
Invece l'ho eliminata.

“La mia famiglia siamo uno.”

Mi chiamo Scott, e ho ventitré anni.
Per tutti sono una persona cattiva, meschina, vigliacca.
Non me ne frega nulla.
Non ho bisogno di nessuno.
Nessuno... A parte lei.
Lei e i suoi sorrisi, lei e le sue premure.
Lei e i suoi baci.
Lei e...

-Scott, corri! Alice sta camminando da sola!-
Mi alzo e la raggiungo.
Un sorriso mi nasce spontaneo sul volto.

“La mia famiglia siamo tre.”