Le due
organizzazioni nere
Kaito finì di leggere il giornale, che non diceva molto in
realtà, e fissò aoko. Quello che voleva sapere
lì non c’era.
- Gira pagina. – disse aoko,
capendo la domanda silenziosa.
C’era una grossa foto del tizio biondo che quella notte di
sei mesi prima Shinichi gli aveva detto chiamarsi Gin.
“Arrestato
capo della banda criminale.” Lo
sguardo cascò solamente su un pezzo del lunghissimo articolo:
Il
criminale racconta di non ricordare volti e nomi di coloro che uccide,
ma fra i nomi delle vittime sono stati riconosciuti più di
cento nomi,
fra cui quello del famoso illusionista Toichi Kuroba, che si credeva
essere deceduto durante un numero di magia….
Il suo cuore ebbe un balzo al petto e sorrise all’amica.
-
Shinichi ha mantenuto la sua promessa alla fine. Ha sconfitto entrambe
le organizzazioni. E ha scoperto chi ha ucciso mio padre. –
Il suo sorriso sembrava non poter finire mai.
- Ho chiesto un favore a
Shinichi…. –
- Cosa? – chiese attento il
ragazzo
Le parole della ragazza arrivarono flebili come un sussurro.
- Che???? Perché scusa?
– domandò lui, intuendo in parte le intenzioni
dell’amica.
Lo guardò dritto negli occhi. – potremmo scappare.
Insieme. Non potrebbero mai immaginare che kid...
-
No.- la interruppe lui. - Io non ho nulla da perdere ma tu hai una
famiglia, degli amici… non puoi farlo solo per scappare con
me. –
- Invece sì. Ti prego, il resto non mi interessa. Mi sento
terribilmente in colpa per averti fatto finire qui….
La
fissò. Non era convinto. – Perché
Shinichi mi aiuterebbe? È un maniaco
della giustizia ed io sono stato processato e condannato. –
-
Gliel’ha chiesto pure la sua amica, Ran. Ma lui ha risposto:
“Il fatto
che pensi che ogni criminale debba pagare, non vuol dire che io sia
sempre e comunque d’accordo con il tribunale sulla
pena.” –
-
E sia. Scapperò di qui. Aspettami domani sera a casa di
Shinichi. Per
piacere, chiedi a Jii di darti i miei vestiti di quando ero piccolo.
Credo che ne avrò bisogno.– disse con un sorriso.
Aoko lo salutò e corse fuori. Sì. La sera dopo
sarebbe stato libero.
Una
figura nera con la mantella correva nel quartiere Beika. Era stato
proprio un bel piano di fuga… ma non aveva resistito. Aveva
lasciato un
messaggio in bella vista nella sua ex cella, inciso a chiare lettere
sul muro… il ladro perde il pelo ma non il vizio,
pensò
Giunse a casa di Shinichi.
- Sei tu, Kaito? –
- Sì.
Shinichi aprì la porta.
- Kaito!! – esclamò
aoko, correndogli incontro.
- Zitta! Vuoi farmi scoprire? - La
rimproverò lui
- Scusa… - disse lei.
- Siete sicuri della vostra scelta?
– chiese Kudo.
- Sono appena scappato da prigione, credo
di essere abbastanza sicuro. – ribatté Kaito.
I
due ragazzi si guardarono negli occhi, vedendosi finalmente nelle loro
vere identità e contemplando uno il volto dell'altro. Alla
fine
SHinichi scrollò le spalle e rivolse lo sguardo altrove.
Ran
consegnò loro le pillole e gli indicò delle
stanze dove cambiarsi. Dopo
qualche minuto e molti urla, uscirono dalle due stanze un bambino e una
bambina.
In quel momento, qualcuno bussò alla porta. Ran
aprì.
- Buongiorno, ispettore Nakamori.
–
Kaito sobbalzò. Era già sulle sue tracce? Per
fortuna aveva finito di rimpicciolirsi.
- No. Kid non è passato di
qua. Siamo sicuri. –
- Possiamo dare un'occhiata?
-
Certamente, comunque noi siamo stati qui tutto il tempo,
perciò non può
essersi nascosto in una delle stanze visibili da qui.
- Grazie, questo farà
procedere le ricerche più speditamente.
Che babbeo, pensò Kaito.
- E voi due chi sareste? –
chiese guardando i bambini.
- Kail. – rispose subito il
ragazzo. – e tu sei quello che si è fatto scappare
kid. –
- Impertinente. – il suo
sguardo si rivolse alla ragazza. – tu mi ricordi proprio mia
figlia, come ti chiami? –
- Akari. E tu mi stai antipatico.
– dichiarò lei.
- Dite un po’, dove li avete
pescati questi due marmocchi? – domandò
l’ispettore.
- Sono due Kudo, cugini da parte di mio
padre.
- Ah. Capisco. –
L’ispettore terminò la visita e i suoi uomini
uscirono dalla casa.
Tutti scoppiarono a ridere.
Tre giorni dopo.
- Che pizza! –
esclamò Genta. – da quando Conan se n'è
andato ci hanno chiesto solo di ritrovare una matita… -
-
Senza di lui tutto è più noioso! –
esclamò Mitzuiko. Ayumi sospirò. Le
mancava moltissimo la sua amica Ai, e ovviamente Conan. Non aveva detto
a nessuno delle misteriose parole che gli aveva rivolto prima di
scomparire.
- Lui e Ai mi mancano….
–
- Ciao! Voi siete Ayumi, Genta e
Mitzuiko, vero? – Kail e Akari si erano avvicinati ai tre.
-
Oh, voi siete quelli nuovi, vero? Avete un caso da proporci?
– domandò
Ayumi. Una volta era sempre stata la prima ad accogliere i nuovi
compagni… ma dopo la scomparsa dei suoi amici, non voleva
avere altre
delusioni.
- Veramente, volevamo entrare nel vostro
gruppo…. – disse Akari. –
c’è ne ha parlato Conan. –
- Conan?!! – esclamarono i tre,
interessandosi improvvisamente ai ragazzi. – siete suoi
amici? – domandò Ayumi.
- Lontani cugini… - disse Kail
con un gesto della mano.
- Beh, allora certo che potete entrare
nel gruppo, benvenuti!!! –
I
giovani detective si ripresero immediatamente con l’arrivo
dei nuovi
ragazzi. E di nuovo, l’armadietto di Genta si
riempì di lettere.
Epilogo.
Completati
gli studi, Shinichi si mise in proprio. Heiji si trasferì a
casa Kudo
con Kahzua, e misero in piedi un agenzia investigativa.
Ran
diventò un’infermiera, Kahzua una maestra delle
elementari, Agasa ebbe
successo inventando videogames, e Shiho entrò nella
scientifica,
decidendo di restare nel seminterrato dei Kudo. Grazie a lei, Heiji e
Shinichi misero le mani su casi molto complessi.
Goro tornò insieme ad Eri e rientrò nel corpo di
polizia.
Kail si divertì un mondo a fare spettacoli di magia ai suoi
nuovi amici. La prima volta che ne fece uno, i bambini commentarono:
- Mi ricorda quel mago… come
si chiamava? –
- Kaito kid! – aveva esclamato
Mitzuiko.
- Già quello che si vestiva
sempre di bianco … poi è stato catturato no?-
- Sì, ma perché si
è dichiarato alla sua ragazza – aveva detto Ayumi.
- Che modo stupido di finire in
prigione… - commentò Genta.
-
Non è vero! – esclamò Ayumi –
secondo me è molto gentile e
cavalleresco…- disse, ripensando al suo incontro con lui,
quella notte…
- Ahiaaa!!!- aveva esclamato Kail
– ma che ti piglia??-
-
Levati quel sorrisetto idiota dalla faccia! – disse Akari,
che era
salita sul palco e sferrato un pugno sulla testa di Kail.
I due litigavano sempre, ma tutti sapevano che si volevano bene.
E
questa era la vita nella grande Casa Kudo, non più
disabitata e vuota,
ma sempre vivace e indaffarata. Ma le storie da raccontare non
finiranno mai, così come i casi da risolvere ogni giorno, e
le
confessioni da fare all’ombra del cespuglio di rose, tinto
ogni giorno
da un diverso tramonto che segna la fine di un’avventura e
l’inizio di
un'altra, ancora tutta da narrare.
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By Sherry Myano
Eccoci giunti alla
fine! Che ne dite, vi piace?
Un enorme grazie a
tutti quelli che mi hanno seguito! Fatemi sapere se vi è
piaciuto!
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