and so my life changed.

di gemstin
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Di nuovo la sveglia?
Oh santo cielo,avevo dormito pochissimo.
Mi ero addormentata verso le quattro e alle sette già dovevo svegliarmi,infatti mi suonò la sveglia.
Colpa di Justin. 
Stetti tutta la notte a pensare lui.
Chissà se anche lui stesse pensando a me.
Avevo una voglia assurda di vederlo,come quando si ha voglia di Nutella o di caramelle.
Scesi dal letto e infilai i miei piedi freddi nelle pantofoline viola che avevo. 
Andai in bagno,mi sistemai,poi scesi le scale e trovai uno dei soliti biglietti di mia mamma.
Uno di quei biglietti che oramai conoscevo addirittura a memoria: "Buongiorno tesoro,oggi come tutti i giorni ti ho lasciato questo post it sul frigo  per farti sentire la mia presenza.
ps:ricordati di scongelare la carne."
Sarà stata più di una settimana che non vedevo mia mamma,mi mancava,mi mancava anche una delle sue piccole carezze.
Presi lo zaino e uscii di casa.
Il mio pensiero era rivolto costantemente a Justin.
Arrivai a scuola. Entrai in classe e mi sedetti al banco. 
La mia compagna ancora non era tornata.
Ma,nonostante questo,il banco accanto al mio era vuoto.
Justin non era a scuola.
Sentii suonare la campanella,ancora non era arrivato.
Forse si era sentito male,pensai.
Iniziò la lezione e pochi minuti dopo sentimmo bussare la porta.
"Avanti" pronunciammo in coro.
"Buongiorno Professoressa scusi il ritardo."
Era arrivato.
Mi guardò e si diresse verso il banco vuoto,cioè quello accanto al mio.
Mi sorrise e ricambiai,ovviamente.
Quelle cinque ore passarono velocemente e appena suonò la campanella.
"Come va Nicole?" mi sentii dire con una voce angelica.
mi voltai ed era Justin.
"Benissimo." risposi sorridendo.
Ripensai che sarei stata tutta la sera sola
"Justin,hai voglia di venire da me stasera? Sono sola e quindi magari se ti fa piacere mangiamo una pizza e guardiamo un film,poi se vuoi rimani pure a dormire?tanto ho il letto di mia mamma"
"Certo,passo io a prendere le pizze e il film e ci vediamo stasera."
Nel frattempo,durante la conversazione eravamo usciti dalla scuola. Così mi avvicinai a lui,gli lasciai un bacio sulla guancia destra e mi diressi verso casa.
Passai l'intera giornata a studiare,ma con la mente pensavo a lui.
Erano le otto,oramai.
Poi passarono i minuti.
Le otto e mezza.
Le nove.
Pensai si fosse scordato di me,quando verso le nove e dieci sentii suonare il campanello di casa mia.
Pensai sarà mia mamma che ha finito prima di lavorare e ha deciso di fare un salto a casa sua.
Andai ad aprire la porta.
Era lui.
Aveva in mano una scatola con due pizze e un film Titanic.
"Scusami,davvero." disse
"Ho avuto dei problemi con mio padre." disse.
Iniziò a tuonare e a piovere.
"Vieni entra che piove." dissi,in modo comprensivo. 
Entrò e mi dette un bacio sulla guancia che si era bagnata,nel tempo precendente,di una lacrima. 
Non tanto perchè non si era ancora presentato,ma perchè credevo,che ancora una volta qualcuno mi avrebbe abbandonato. 
Mi risultava spesso difficile fidarmi delle persone dopo la storia con mio padre.
A lui avevo dato la mia fiducia.
E se gliel'avevo data,voleva dire che se la meritava,vola dire che senti dentro di me che lui sarebbe riuscito a custudirla.
Non volevo che se ne andasse dalla mia vita.
Non ora.
Avevo bisogno di lui.
Infatti così non fu.
Lui non aveva tradito la mia fiducia.
Aveva fatto di tutto per essere lì,quella sera.




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