and so my life changed.

di gemstin
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Stavo davvero bene.
In pochissimi minuti tutti si avvicinarono a me e mi fecero gli auguri.
La fine della serata passò in un attimo.
Io e Justin tornammo a casa e ci buttammo subito sul letto per dormire. 
Eravamo davvero stanchi.
La "nottata" passò velocemente e io e Justin ci risvegliammo la mattina stesi sul letto di mia mamma abbracciati.
Dalla finestra entrava un filo di luce e il tempo fuori era uno dei migliori.
Non avremmo dovuto alzarci per andare a scuola perchè era domenica. 
Ce la prendemmo comoda.
Cavolo quanto profumava.
Appoggiai la mia faccia sulla sua spalla. 
La sua pelle era morbidissima e liscia.
Mi strusciavo a lui guardandolo sorridere. 
Quando ad un tratto lo abbracciai,come per sentirlo,ancora una volta,mio.
Lui fece lo stesso e per pochi minuti mi sentii protetta.
Chiusi gli occhi e ripensai a quel giorno,in cui,per la prima volta mi persi nei suoi occhi color nocciola.
Li riaprii e appoggia il mio naso sul suo. 
"Hai il naso ghiaccio" dissi arricciando il mio.
"Lo so,mi si congela ogni volta che sono agitato." rispose,inaspettatamente.
"E adesso sei agitato?" risposi,lasciando i nostri nasi a contatto.
"Sì,parecchio." mi disse sorridendo.
Tremava.
Tirai fuori la mano da sotto le coperte e la appoggiai,caldamente,sulla guancia che lui non teneva appoggiata al cuscino.
La distanza fra le nostre labbra era sempre minore.
Mi strinse i fianchi.
A quel punto tremavo anche io.
Mi dissi: dai,adesso basta tremare,bacialo,ora.
Evidentemente lui si disse la stessa cosa e così le sue labbra toccarono le mie. 
Mi sentivo protetta.
Ero davvero felice e non mi sarei mai voluta allontanare da lui.
Quel baciò però finì e lui si allontanò dalla mia bocca per sorridermi.
Io feci la stessa cosa.
Lo guardai dritto negli occhi,quei meravigliosi occhi che incontrai per la prima volta grazie a la mia sbadataggine. 
"Grazie di tutto,davvero." dissi abbracciandolo.
"Grazie a te di esistere,davvero." mi rispose.
Rimasi come pietrificata.
Non mi aspettavo di certo una risposta del genere.
Nessuno mi aveva mai detto una cosa così meravigliosa.
Tutto ciò mi suscitò un sorriso,un sorriso che se ne era andato da tanto e probabilmente,senza Justin,non sarebbe tornato.
Lo strinsi di nuovo a me.
Il suo corpo adesso era caldo.
Buttai un occhiata alla sveglia.
Oh cavolo,erano le undici e mezza.
Dovevo ancora mettere apposto casa e cambiarmi.
Sarei andata a pranzo con mia madre,che mi mancava infinitamente da un'intera settimana.
"Justin,devo alzarmi. A mezzogiorno e mezza devo farmi trovare pronta per andare a pranzo con mia mamma." dissi.
"Certo,alziamoci su..ma prima..."
Non feci in tempo ad accorgermi di quello che stava succedendo che mi ritrovai stessa su quelle lenzuola lilla a ridere a causa del solletico che mi stava provocando Justin.
"Okay,adesso puoi lasciarmi."dissi a fatica fra una risata e un'altra.
"No,mai." rispose con un aria da finto malefico.
"Ah si,vuoi la lotta? e lotta sia." risposi con un'aria da superiore.
Lo rabaltai e adesso lui si trovava nella mia situazione di partenza.
"Avresti dovuto saperlo,noi donne vinciamo in partenza." dissi,lasciandomi cadere su di lui.

 




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