Fiore

di MissShinigami
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Quando era giovane gli piaceva pensare al suo gruppo come un fiore, uno di quelli con i petali grandi, tutti uguali ma ognuno con la sua forma.
Sì, uguali ma diversi, uniti da qualcosa di più importante del loro semplice e solo ego.
Erano una grande famiglia, ognuno di loro ne rappresentava un componente: c’era chi era più responsabile e con la testa sulle spalle e chi non ci pensava due volte prima di combinare qualche guaio.
Ma a volte aveva creduto di sbagliarsi: ne erano capitate di cose durante le loro vite. La giovinezza ne combinava di tutte, è la miglior cosa che ti poteva capitare o la peggior disgrazia che  possa affiggerti.
Loro le erano sopravvissuti insieme, gli piaceva molto questo termine, perché era così che si sentiva: un ragazzo sopravvissuto alla sua scellerata giovinezza, un uomo.
E questo era stato per tutta la sua vita, un petalo grande e lucente, orgoglioso del suo colore. Gli era spesso tornata in mente la metafora del fiore durante la sua vita; ci aveva riflettuto  e aveva capito che non era solo una metafora, poetica ed irreale, me era lo specchio della loro vita, così come l’avevano vissuta.
Lui e i suoi amici, giovani, forti, uniti, un duro bocciolo compatto. Ma il tempo era passato e il bocciolo si era dovuto aprire, il profumo della vita aveva attirato le occasioni ed il successo, i petali si erano divisi, gli amici allontanati. Più ci pensava, più diventava triste, erano rimasti in contatto, ovvio, erano uniti da qualcosa di più importante del loro semplice e solo ego.
Adesso, steso a letta, da giorni ormai, sapeva come si sarebbe chiusa la metafora e come essa sarebbe stata il perfetto cerchio della sua vita.
In molti erano venuti a trovarlo, non i suoi amici; no, loro lo aspettavano, lui era rimasto indietro, l’ultimo petalo.
Già, perché anche il più grande e splendido dei fiori perde i suoi petali prima o poi, e ognuno di essi cadrà a terra con lo stesso moto, la stessa gravità li tira a terra, ma ognuno di loro avrà il suo momento. E lui era l’ultimo. Gli altri petali erano già caduti e ormai il dolce profumo della vita non attirava più neanche lui.
Quando arrivò il momento capì, sapeva cosa fare.
Così cadde anche lui a terra con gli altri; lasciò che la coscienza scivolasse via, tirata in basso dalla gravità.
Volò come un petalo nell’aria fresca e si ricongiunse con gli altri, perché erano uniti da qualcosa di più importante del loro semplice e solo ego.




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