Come se dovessi sentirmi triste

di MissShinigami
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“Mi sento come se dovessi essere triste ma senza nessuna ragione per farlo.”
Il suo voltò s’incupì.
“Perché?” chiesi con voce tremante.
Non era da me fare domande del genere; no, meglio: non era da me fare domande. Io davo risposte, ma la mia passione per la psicologia umana su di me non funzionava, almeno non sempre.
Fino a qualche attimo prima stavo ripensando ad una discussione fatta con lei sul senso del natale. Ne ero venuta a capo, certo. Parlarne con lei, mi aveva fatto vedere le cose sotto una luce diversa: aveva ragione senza ombra di dubbio ed ero felice di averlo capito, ma … perché doveva esserci sempre un ma?
Alzai lo sguardo dalla tv, stavo giocando alla play, a uno di quei giochi splatter che piacciono solo a me.
Lui mi guardava, lui che solitamente mi sembrava dotato di luce propria, adesso era triste.
Possibile che nonostante passassi la vita a cercare di capire la felicità, facevo soffrire chi mi stava intorno?
Si sedette sul divanetto accanto a me, io tirai le ginocchia al petto con fare difensivo, non ero ancora del tutto abituata al contatto, ne sentivo il bisogno ma era come se facesse male.
Ripresi a giocare, dato che lui non parlava.
Wow, nuovo record di uccisioni. 1531 morti. Sospirai, che felicità stupida, effimera e inutile.
“Forse so cos’hai.” parlò all’improvviso.
Mi voltai per guardarlo, il joystick iniziò a tremare tra le mie mani, premetti start.
“Che intendi dire?”
“Ho capito cosa ti turba.”
Non sostenni più il suo sguardo, mi voltai e iniziai a giocherellare con i tasti analogici del comando.
“Sei malata del tempo.”
Adesso però lo guardai in faccia, dritto negli occhi.
Rise. Lo avevo sorpreso?
“Non ti aspettavi che la risposta fosse così facile?”
“Non mi aspettavo che me la dessi tu. Di solito sorridi e annuisci, lo fanno tutti …” dissi poggiando il joystick sul tavolinetto basso del salotto.
Lui assunse una posizione più comoda, rilassata, invitante.
Mi allungai verso di lui, sopra di lui. “Così abbiamo un altro psicologo qui, he?” chiesi a pochi centimetri dal suo volto.
“Già.” rispose semplicemente.
Il suo alito caldo mi invase. Sorrisi.
Mi baciò e ne fui felice, ma questo non mi impedì di sentire un brivido lungo la schiena.




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