N.B. Ambientata dopo
l’altra mia fanfic Fonte
di calore.
“Sì,
eccomi.” Posai il telecomando sul tavolino e corsi
all’ingresso, mentre il campanello suonava per la seconda
volta. Aprii la porta, pronunciando un “Chi
è?” accennato, quando la risposta mi
arrivò tramite gli occhi. C’era un ragazzo alto un
poco più di Naruto davanti a me; moro, occhi scuri, sguardo
fiero e diretto.
“Buonasera,”
pronunciò, educato “Naruto è in
casa?”
Sorrisi,
scuotendo la testa.
“È
andato a studiare da un suo compagno, tornerà per
l’ora di cena. Mi spiace, vuoi accomodarti comunque? Ti offro
qualcosa.”
Sospirò
appena, rivolgendomi un’occhiata abbastanza rilassata.
“No,
la ringrazio, ero passato per parlare con lui. Lo vedrò
domani a scuola, grazie lo stesso.”
“Sei
un compagno di Naruto? Come ti chiami?”
Non conoscevo
gli amici di mio figlio di persona; quel poco che sapevo lo dovevo ai
suoi racconti.
“Uchiha
Sasuke.” Disse, facendo un lieve inchino.
“Sasuke-kun?”
ripetei, sgranando un poco gli occhi.
Lui annui,
guardandomi con un cipiglio alzato.
Era il ragazzo
del gioco della bottiglia. Ormai il suo nome era di casa da noi.
“Scusami,
è che Naruto parla spesso di te. Mi fa piacere conoscerti
finalmente. Entra, sul serio, ti offro un tè, oppure dei
biscotti, li ho fatti io stamani.”
Gli sorrisi,
facendomi da parte per permettergli di passare. Non posso crederci che
sia proprio lui il musone-asociale-di-un-teme.
“Non
vorrei disturbare.” Affermò, facendomi ridacchiare
per l’educazione che metteva in ogni frase.
“Nessun
disturbo, anzi. Senza Naruto e mia moglie la casa è un
mortorio. Oh, giusto, sempre che tu non abbia da studiare per la
verifica di domani.”
Il nero dei
suoi occhi brillò, quasi incuriosito.
“Verifica?”
“Sì,”
assicurai “quella di matematica. Naruto è andato
da Kiba proprio per studiare insieme.”
A quel punto
ghignò, abbassando la testa e lasciando che la frangia si
sparpagliasse sulla fronte.
“Non
c’è nessun compito domani. A dirla tutta
mancherà anche il professore di matematica.”
Potei quasi
scommettere di aver aperto la bocca e spalancato gli occhi, preso in
contropiede. Kushina avrebbe ammazzato nostro figlio, ne ero certo.
“Beh,”
iniziai, incerto “chissà se è andato
davvero da Kiba oppure è in giro a
divertirsi…”
“Opterei
per la seconda. Inuzuka è fuori con Nara e Akimichi, si
erano messi d’accordo stamani.”
Sospirai di
brutto, alzando gli occhi al cielo e scostandomi dalla porta.
“Ti
va di fare due chiacchiere, Sasuke-kun?” domandai, con tono
rassegnato e un poco divertito. Capì al colo il mio stato
d’animo, regalandomi un sorrisetto.
“Volentieri.”
Aspettai che
entrasse, richiudendo la porta alle nostre spalle.
“Prego.”
Mi seguì in salotto, dove gli dissi di accomodarsi.
“Vuoi
qualcosa?”
“Il
tè di prima va benissimo, la ringrazio.”
“Biscotti?”
Storse il
naso, indeciso su cosa dire.
“Non
ti piacciono?" Provai ad aiutarlo.
“Non
se sono troppo dolci.”
“Alcuni
sono al cioccolato amaro. Te li porto, nel caso volessi
assaggiarli.”
Fece un altro
piccolo inchino, sedendosi composto mentre mi dirigevo in cucina.
Presi
tè e biscotti nel giro di un minuto, premurandomi di non
farlo aspettare troppo.
“Ecco,”
appoggiai sul tavolo il tutto “sentiti libero di mangiare
quanto vuoi.”
“Grazie.”
Prese il tè, aspettando un poco prima di assaggiarlo.
Passarono i
secondi, e il silenzio regnò sovrano.
“Ti
trovi bene a scuola, Sasuke-kun?”
“Sì.
Non è difficile, anzi. I professori sono piuttosto
competenti.”
“A
detta di Naruto invece non sanno spiegare o pretendono
troppo.” Aggiunsi, ridacchiando.
Alzò
le spalle.
“Suo
figlio, scusi se mi permetto, prende tutto troppo alla
leggera.”
“Eh,
lo so.” Pensai a Kushina e alle sue sfuriate.
“specialmente negli ultimi giorni è davvero con la
testa fra le nuvole. È successo forse qualcosa che tu
sappia?”
Si fece
attento, lasciando un biscotto a metà.
“Non
direi. Che cos’ha?”
“Da
venerdì sera si comporta in maniera strana. Era uscito il
pomeriggio con alcuni compagni, forse c’eri anche tu, e
quando è tornato a casa, non ha mangiato niente per cena,
dicendo di sentirsi strano.”
Inaspettatamente
Sasuke sgranò gli occhi lievemente.
“Venerdì?”
“Sì.
Non ha voluto parlarne ma è evidente che ci sia qualcosa che
lo turba.”
Abbassò
gli occhi, e notai la mano che teneva il biscotto chiudersi quasi a
pugno.
“Lo
sapevo,” sussurrò, non troppo piano per non essere
udito “quel dobe.”
“Sasuke-kun?”
lo chiamai, quasi intimorito. “Tu sai…”
Sembrò
risvegliarsi, rivolgendomi uno sguardo abbastanza criptico.
“Mi
scusi. Ero venuto proprio per chiarire con lui. È da quel
giorno che mi evita e a quanto pare ci sta riuscendo.”
Il mio stato
di guardia scattò.
“Devo
preoccuparmi?” chiesi, serio ma fiducioso.
“No.
Ho tutta l’intenzione di risolvere io stesso se solo
riuscissi a farmi ascoltare da lui.”
Annuii,
sorridendo.
“Grazie.”
“Mh?”
“Per
preoccuparti di Naruto. Sono felice che alla fine siate diventati
amici.”
Mi
guardò, sollevando gli angoli della bocca in quello che
potei definire un piccolo sorriso.
“Suo
figlio deve etichettarmi come un teme anche a casa, non è
forse così? Altrimenti si sarebbe almeno scandalizzato un
po’ per il dobe che mi è scappato prima.”
Risi,
compiaciuto della sua acutezza nell’aver notato quanto quello
–alla fine- pronunciato nella mia frase precedente avesse
valore.
“Diciamo
di sì. Naruto comunque parla molto solo delle persone che
gli piacciono. Per questo, Sasuke-kun, sono convinto che tu gli piaccia
molto.”
Fu una frase
semplice e senza doppio fine, pronunciata con schiettezza e
sincerità. Per questo, ammisi, mi meravigliai del lieve
rossore che catturò i suoi zigomi e
dell’espressione diversa che assunse il suo volto.
“La
ringrazio.”
Scese
un’aria pesante, e mi chiesi se forse ero stato troppo
inopportuno. Feci per scusarmi, quando il campanello suonò.
Rivolsi un cenno a Sasuke-kun, e andai ad aprire.
“Ciao
papà.” Naruto era davanti a me, zaino in spalla e
occhi neutri.
“Già
tornato?” Lo feci entrare, e lui richiuse la porta.
“Io
e Kiba abbiamo finito presto.” Disse, senza guardarmi.
“Immagino.
Forse vi siete dimenticati che il professore non ci sarà
domani, mh?”
Sembrò
pietrificarsi, girandosi verso di me di scatto.
“Ma
tu… come…” balbettò, preso
in contropiede.
Sospirai,
guidandolo verso il salotto.
“Hai
visite.” Gli indicai con un cenno il divano, e appena si
accorse di chi ci fosse seduto sopra,
s’immobilizzò, diventando pallido. Aveva una
carnagione così abbronzata che mi fece quasi intimorire
quella reazione.
“Teme…”
disse, mordendosi le labbra.
“Dobe,”
Sasuke-kun si alzò, avvicinandosi a noi. “Dobbiamo
parlare.”
In quel
momento non seppi dire cosa pensai. Credo che la mia mente vagasse a un
probabile confronto, forse discussione, conoscendo il carattere di mio
figlio. Eppure, più guardavo i suoi occhi azzurri vacillare,
e quelli di Sasuke-kun emettere una nota di determinazione mista ad
aspettativa, non potei che rimanere spettatore di quel gioco di
sguardi. Certamente, era arrivato il momento dei chiarimenti. E, forse,
anche del ritorno del mio Naruto allegro e testardo di sempre.
Eccomi qui **
Che
velocità, mi stupisco. Merito di Minato, vi avverto XD
è lui che mi fa scattare, cioè, è
assurdo come mi trovo bene con lui. Parlo manco ci stessi insieme,
accidenti! X//D
Qui
c’è anche Sasuke ** ebbene sì, volevo
provare a mettere il mio personaggio preferito di sempre insieme a
Minato, che, guarda caso, dopo Sasuke è il mio preferito.
Insomma, una fanfic con i due che amo di più, più
la partecipazione di Naruto :D Ci sarà ancora un capitolo
oppure saranno due, non saprei, il seguito mi frulla in testa comunque,
e non sarà niente di complicato.
E, devo dirlo,
qui il SasuNaru c’è, se l’avete
avvertito è per questo, non per la vostra indole yaoi.
(uguale alla mia tra l’altro XD)
Grazie per
aver letto ^^
Un bacio!
P.S.
risponderò alle recensioni il prima possibile, questo vale
anche per le altre storie, scusate il ritardo, e grazie a tutti,
apprezzo tantissimo la vostra gentilezza!
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