Neo Genesis Forumgelion
Salve appassionati fan, questa volta vi proponiamo qualcosa di diverso, non più
le abituali quattro risate spensierate, ma un racconto un tantino più
riflessivo, dal momento che si tratta di ricalcare un anime impegnativo
come Evangelion. Non temete, nonostante ciò non mancheranno comunque i
momenti di parodia, speriamo che possa piacervi
Un paio di premesse..
Roger è un OC (che ha 'recitato'
anche in altre nostre fic, d'altronde noi ci immaginiamo come una
compagnia teatrale, e quindi alcuni nostri personaggi possono anche
recitare nelle nostre storie - in questo caso sostituisce il ruolo
discreto e modesto di Maya.
Rei è stata rinominata Schrei perché...... la spiegazione a fine racconto.
Siete
pronti per questo misterioso viaggio nel futuro e nella mente umana???
Pronti per immedesimarvi nell'atmosfera della base dove il racconto è
ambientato? Lo siete? Bene, cominciamo!
Rumore di tasti battuti freneticamente da molte mani…
Odore di chiuso, con un retrogusto amaro, come di caffé ormai freddo…
Il calore di tante persone chiuse nella stessa grande stanza da ore.
Pannelli
luminosi, sfilze di dati controllati con la massima attenzione da
decine di occhi stanchi ma concentratissimi, sulla parete una grande
sigla, P.E.R.V., che in quegli anni era divenuto sinonimo di salvezza e
progresso, in fondo era la P.E.R.V. a difendere l’umanità dagli attacchi
delle creature chiamate angeli, che dal giorno del Second Impact, dove
si diceva che l’intera Antartide fosse esplosa a causa dell’impatto di
un meteorite, non avevano smesso di arrivare, cercando in ogni modo di
attaccare la base.
Erano anni difficili, tutti erano stanchi e
disillusi, credevano di aver dimenticato il significato ed il calore dei
rapporti umani, l’unico modo di sopravvivere era dedicarsi anima e
corpo alla P.E.R.V. ed ai sistemi che essa aveva messo a punto come
unica difesa dell’umanità, le unità Eva.
Nonostante ciò, sul viso
della dottoressa Ritzuko riuscì a figurare un sorriso, sedendosi
accanto alla vecchia amica e compagna di università, pronta a godersi
quella piccola pausa.
Ritzuko: Ah, non ne posso più, quanto lavoro!
Misato:
Dobbiamo mettercela tutta per completare i lavori di riparazione del
Geofront, l’ultimo attacco degli angeli ha causato ingenti danni…
Ritzuko: Vero, ma da quando possiamo contare su ben tre piloti, la raccolta dati procede senza intoppi!
Misato non poté fare a meno di notare il luccichio negli occhi della cara amica.
Misato:
Sembra che tu sia davvero interessata alle ricerche su questi
fantomatici angeli, e pensare che all’inizio non volevi saperne di
entrare nella P.E.R.V… Tua madre ha dovuto insistere molto per
convincerti!
Ritzuko: Lei era una delle menti più brillanti
dell’intera equipe, è grazie a lei se abbiamo sviluppato un sistema
tanto perfetto, i tre grandi computer che dirigono la base… Le Tre
Magus.
Misato: Già, ma tu avevi altro per la testa! Tutte
quelle assurde ricerche… Adesso sembri una persona diversa, così
concentrata sul lavoro!
Ritzuko: Ti ringrazio, e lo stesso posso
dire di te, non avrei mai creduto che potessi diventare davvero un
punto di riferimento così importante per uno dei nostri piloti…
Misato: Ti stai riferendo a Shinji?
Ritzuko: Non fare la finta tonta! Quel ragazzino ti adora, ed è
un bene considerando il pessimo rapporto che ha con suo padre.
Alzò
lo sguardo verso il pannello trasparente al quale era affacciato un
uomo arcigno e dallo sguardo severo, la dottoressa Ritzuko non riuscì a
trattenere un lieve disgusto.
Misato: Il comandante Ikari… Di
certo non è il modello di padre ideale, non ha quasi rivolto la parola
al povero Shinji da quando si trova alla base.
Una terza voce si unì alle due precedenti, Roger, il fedele
assistente della dottoressa Ritzuko, trascorreva volentieri il suo
tempo chiacchierando con le due donne, condividendo con loro una
sincera amicizia. Il suo modo di vedere le cose, sempre semplice e
benevolo, lo portò ad intervenire in favore del comandante.
Roger: Non siate
così dure con lui, dopotutto non ha avuto vita facile. Sua
moglie è morta dando alla luce il piccolo Shinji, e pare che
anche il secondo amore della sua vita lo abbia lasciato solo. In fondo
il suo atteggiamento freddo è comprensibile.
Misato: Sarà, ma io continuo a non capirlo fino in fondo.
A quel punto la dottoressa Ritzuko si alzò ed andò a
sgranchirsi un po’ le gambe fino alla macchinetta del
caffè.
Non
fece in tempo a frugarsi nelle tasche alla ricerca di una monetina che
una luce rossa e lampeggiante, seguita da una sirena d’allarme, riempì
l’atmosfera.
ALLARME, ALLARME!
Tutti
corsero ai propri posti, controllando febbrilmente i dati apparsi sui
monitor, dove tre figure gigantesche ed umanoidi si vedevano
attraversare una porzione di città.
La signorina Misato,
direttore operativo e responsabile degli Eva, corse alla propria
postazione inviando l’ordine di preparare le unità e mandare a chiamare
subito i piloti.
In una zona isolata della base, Shinji stava
giocherellando con il suo kendama, ancora non capiva perché si trovava
lì, forse aveva accettato solo nella speranza di ricongiungersi a suo
padre. Che illuso era stato, il comandante non sembrava avere il minimo
interesse per lui e così la sola idea di dover tornare nuovamente su
quel robot lo deprimeva profondamente.
Sentì la sirena d’allarme, si
alzò lentamente nonostante la consapevolezza dell’imminente pericolo, e
così era di nuovo il momento di salire su quel coso… Sospirò dirigendosi
controvoglia negli spogliatoi.
In un altro settore della sede
della P.E.R.V., Schrei sedeva su una sedia, di fronte a lei un muro
bianco, vuoto. Vuoto come i miei ricordi, disse a se stessa. Seguitava a
vivere giorno per giorno, senza comprendere realmente quanto le
accadeva, sapeva solo che il suo dovere era pilotare l’Eva, null’altro.
Certo, il comandante aveva una particolare predilezione per lei, ma
questo non la rendeva felice. Quando sentì l’allarme ebbe voglia di
fuggire, fuggire lontano dalla battaglia che si sarebbe consumata di lì a
poco, non sapeva il perché, ma non voleva combattere.
“Fate
largo! Sono un pilota dell’Eva!!!” gridava Asuka mentre correva verso
gli spogliatoi, doveva fare in fretta, il destino dell’umanità
dipendeva da lei! Era stata scelta per quel compito, nessuno meglio di
lei avrebbe potuto portarlo a termine. Sentendosi un’eroina, la ragazza
aprì con un calcio la porta degli spogliatoi, entrandovi senza
esitazione.
Dentro allo spogliatoio trovò Schrei in procinto di cambiarsi, con la sua solita flemma, anzi, la sua solita inerzia.
- E datti una mossa, Schrei! Abbiamo un'emergenza! -
Schrei
non le badò, e continuò con il suo solito ritmo. Asuka scrollò le
spalle e si spogliò in fretta, indossando senza por tempo in mezzo la
sua tuta.
A quel punto, con un tempismo perfettamente sbagliato,
entrò Shinji, ignaro di tutto, che si irrigidì nel vedere le sue due
colleghe seminude in procinto di cambiarsi.
Il ragazzo cominciò a sudare freddo, balbettando qualche scusa
incomprensibile, ma paralizzato dall'imbarazzo e la vergogna.
Schrei,
dal canto suo, lo degnò solamente di un'occhiata indifferente, e
riprese a cambiarsi con calma senza ulteriori distrazioni.
Fu la
rabbia di Asuka a sbloccare la situazione, coprendosi il torace con
una mano e dei vestiti accartocciati, e cominciando a tempestare Shinji,
tramite il braccio libero, con tutti gli oggetti che trovava.
- Non vedi che ci stiamo cambiando, razza di imbranato! Aspetta fuori il tuo turno! -
Il ragazzo, tutto rosso, obbedì goffamente all'ordine della sua compagna e richiuse la porta alle sue spalle.
Asuka tirò il fiato per un attimo, e non potè fare a meno, notando
l'indifferenza negli occhi di Schrei a fronte di tale imbarazzante
situazione, di domandarsi, esterrefatta, se costei, nonostante
l'evidente corpo femmineo con tutte le curve del caso, fosse davvero una
ragazza. Per esserlo, era davvero bizzarra.
Il senso del dovere
scacciò questi pensieri, e infilatasi di volata la tuta, si precipitò
fuori, non prima di voltarsi un attimo, e intimare Schrei di sbrigarsi,
altrimenti Shinji si sarebbe cambiato tra un'eternità, e gli Angeli
avrebbero combinato chissa quanti disastri nel frattempo.
Schrei
nonostante la lentezza uscì dalla stanza appena due minuti dopo,
salutando Shinji, finalmente libero di entrare, con un semplice:
"Sbrigati".
Shinji si cambiò in fretta e furia per recuperare il tempo perduto, e si precipitò al seguito delle due colleghe.
Il trio si riunì nei posti dove avrebbero dovuto infilarsi nelle Entry Plug.
Fu grande la loro sorpresa nel constatare, che ad aspettarli non c era nulla.
Asuka scalpitò con rabbia, cominciando a mandare improperi al
cielo, e invocando spiegazioni a qualche addetto inesistente.
Schrei restò muta come suo solito, e Shinji si guardava intorno, senza sapere i pesci da pigliare.
A venire in loro soccorso fu una voce da un cicalino loro vicino.
La voce era quella inconfondibilie di Misato.
-
Ci sono delle novità, ragazzi. Abbiamo apportato delle modifiche: ora
ciascun Eva è adattato per performarsi al meglio allo stile di guida di
ognuno di voi.
I ragazzi si guardarono l'un l'altro, continuando a non capire.
- Poche storie, - tagliò corto Asuka - Datemi il mio Eva e basta! -
-
D'accordo - sospirò il direttore operativo - Tanto più che il tuo Eva è
già pronto, nell'Hangar, inginocchiato, con la Entry Plug direttamente
innestata. C è una scaletta ad attenderti, dove potrai entrare
direttamente dentro.
- Roger! - annuì la bionda, e corse verso il gigantesco automa.
Misato fece un cenno all'assistente di Ritzuko come per dire che non era
stato chiamato in causa con il suo nome, ma che quella parola stesse per
"Ok, ricevuto".
- E io? - Chiese Shinji.
- Il tuo Entry
Plug è stato un pò modificato. Ora a tutti gli effetti è un aereo da
combattimento multifunzione. Dovrai pilotarlo per adesso, in modo da
dare supporto all'Eva di Asuka.
- Ma che scherzi sono questi? - Chiese sconcertato il pilota.
- Nessuno scherzo, Shinji. Per favore, fidati di noi. - supplicò Misato.
- V... va bene. Dove devo andare? - si rassegnò Shinji.
- Secondo Corridoio, lì c è il tuo Entry Plug ad aspettarti. Ora si chiama Core Plug.
E il ragazzo prese a correre nella direzione indicata dalla signorina.
Schrei, rimasta sola, non disse nulla, ma era chiaro il suo sguardo interrogativo riguardo lei.
- Schrei, tu entrerai in scena un pò più tardi. Anche
perchè il percorso per il tuo Entry Plug è un pò
contorto... -
Asuka era già arrivata davanti al suo robot, inginocchiato come indicato, e
salì in fretta la scaletta, dove entrò nel suo abitacolo. Le paratie si
chiusero, e Asuka rimase al buio, dentro la sua gigantesca armatura
di metallo. Diversi monitor si accesero intorno a lei. Instintivamente,
come aveva fatto altre volte, Asuka direzionò alcune leve, e il suo
Eva si alzò.
"Buona giornata, Miss Asuka".
Al pilota per poco non venne un colpo. Il suo Eva gli aveva parlato!
"Non
si allarmi, Miss Asuka. Sono un'intelligenza artificiale impiantata
su questo modello. Sono stato creato in modo da assecondare i suoi
diretti ordini in battaglia".
- Questa non me l'aspettavo davvero
da quei capoccia lassù - commentò stranita la ragazza - Montare
addirittura una AI. Non mi fido molto delle macchine che mi danno i
consigli. Ma se dall'alto hanno deciso così, ti asseconderò, ferraglia! -
- 'Ferraglia? Mi sfugge il significato della parola... -
- Lascia perdere, andiamo, Eva ARX 7!
- Molto bene allora, Miss Asuka. Si porti verso il sistema di aggancio della catapulta situata sulla pista 2, per favore. -
Il pilota non capiva molto, ma non le importava. Improvvisò un sorriso.
- Chiamami solo Asuka! -
Intanto i tre Angeli venivano tenuti costantemente sott'occhio dai supervisori della PERV.
Le
tre gigantesche figure umanoidi camminavano lentamente nella loro
mastodontica andatura, e ogni tanto, abbattevano qualche palazzo che si
trovava sulla loro strada.
Il primo angelo aveva uno strano aspetto
androgino. Lineamenti di un volto femminile si delineavano su una figura
innaturalmente secca e stinta. Sul dorso, partendo dalla testa, si
estendeva una pelliccia dalla quale partivano infinite schiere di aculei
di colori alternati, tra biancho candido e nero pece.
Ritzuko riconobbe la figura, mentre consultava l'archivio informatico interno sugli angeli.
- E' il quarantaduesimo angelo, l'angelo della bellezza mista. Il suo nome in origine è Bilcaul. -
Il
grosso porcospino umanoide intanto, si guardava intorno, intento a
studiare l'ambiente. Poi, un rumore attirò la sua attezione, e gli fece
volgere quello che potremmo definire sguardo, al cielo.
Una figura
dotata di un razzo agganciato sul dorso, stava volando vicino a lui: era
l'Eva ARX 7 di Asuka, pronta a dare la dovuta accoglienza agli
ospiti nemici.
L'Eva atterrò in piedi, mentre i reattori alla base
del jetpack esaurirono la loro fiammata. L'accessorio da volo si sganciò
dalla schiena dell'Eva, e cadde fragorosamente a terra.
Il Jetpack
così posato, si aprì automaticamente, e mostrò, pronto per essere usato,
un gigantesco fucile mitragliatore, con alcune cartucce per munizioni,
nello scompartimento adiacente.
L'Angelo Bilcaul si mosse immediatamente verso il robot, urlando le sue cattive intenzioni.
L'ARX
7 estrasse immediatamente il fucile, lo imbracciò, prese con un gesto
le cartucce, ne infilò una nella fessura dell'arma, e scarrellò,
togliendo la sicura.
Mentre fissava il mirino, il pilota dentro l'Eva si concesse un sorriso: stava suonando il sospirato gong.
Quest'ultimo si materializzò sotto forma di una tempesta di proiettili contro Bilcaul.
Dopo
i primi colpi, Bilcaul strillò, si rannicchiò in posizione fetale,
lasciando che la pelliccia acuminata si richiudesse su di lui, come una
palla chiodata dalla difesa impenetrabile.
L'ARX 7 svuotò il
caricatore, e ne provò un altro: nessuno dei colpi riuscì a penetrare
ulteriormente il bersaglio. Gettò allora a terra il fucile
mitragliatore, ed estrasse il suo Coltello Molecolare, con l'intenzione
di attaccare la palla in un corpo a corpo.
- Attenta, Asuka! Potrebbe venirti addosso! - cercò di avvertirla Misato, ma il pilota non le badò.
Inaspettatamente, al contrario dei timori di Misato, il riccio cominciò ad arretrare.
- Ma cosa sta facendo? Sta scappando dallo scontro! - si lamentò
Asuka, mentre il suo Eva avanzava a grandi passi per raggiungerlo.
Il suo proposito non potè compiersi, poichè alcuni
tentacoli le si avvinghiarono su un braccio e su parte del torace.
Un
secondo Angelo, dal corpo innaturalmente snello, con un volto dai forti
tratti adolescenziali, con una vaga somiglianza con il primo angelo, ma
dalla fisionomia prevalentemente maschile. Dalla sua fronte si
estendeva una larga protuberanza piatta, alla base della quale,
estendendosi per tutta la testa, una folta estensione di grossi
tentacoli indipendenti, alcuni dei quali stavano appunto trattenendo
l'Eva di Asuka.
- Il quarantatreesimo angelo, secondo le
scritture, incarnazione della seduzione fraterna. Il suo nome è Tomcaul.
- spiegò la brillante mente della scienziata Ritzuko, le cui dita
continuavano freneticamente a cercare informazioni sul nemico.
-
Aaaah, che seccatura! - si lamentò Asuka, - facciamo un pò di
potatura! - reagì, facendo agitare il braccio della sua macchina gigante
munito di coltello.
I tentacoli recisi però,venivano prontamente sostituiti con
altri, e ben presto anche l'altro braccio venne immobilizzato.
Asuka urlò tutta la sua frustazione.
- AI, possibile che non si possa far nulla??? -
- Allo stato, Asuka, le capacità della braccia dell'Eva sono ridotte al minimo. Consiglio di.... -
-Oh, al Diavolo! -
Asuka si era stufata e mosse avanti e indietre le leve di comando, nel tentativo di liberarsi a strattoni.
Come risposta, alcuni tentacoli della testa di Tomcaul si avvinghiarono anche a una gamba dell'automa.
- M****, M****, M****! - imprecò Asuka.
Così
non va, pensò. Avevo promesso a tutti, ma soprattutto a 'lui', che
sarei diventata una pilota perfetta, degna del suo istruttore. Odiava
essere inerme, quando non aveva potere sugli eventi. Scosse la testa,
scacciando ogni pensiero. Si limitò a tirare fuori dalla sua tuta una
vecchia fototessera, guardando per un attimo l'immagine sopra
rappresentata: Un uomo non tanto più vecchio di lei, con un mezzo
sorriso, un'espressione furbetta, lunghi capelli biondi che gli
cingevano le spalle, braccia conserte, in una verde tuta mimetica
sgualcita, con tanto di autografo e dedica: "You are my only learner".
- No, non fallirò, sensei! -
Detto questo, schioccò le labbra sulla foto, la rimise nella tuta, e impugnò con decisione i comandi.
- Vediamo chi la spunta, s*****o! - provocò beffarda Asuka.
L'Eva cominciò a divincolarsi furiosamente.
- Asuka! Così facendo sforzerai troppo l'Eva! - fu la voce della coscienza, quella urlata da Misato.
Ma la ragazza non ascoltava: ora voleva solo liberarsi, e stendere quel mostriciattolo fastidioso.
Una
raffica di mitragliatrice colpì la schiena di Tomcaul, e distrasse la
sua attenzione abbastanza da agevolare gli sforzi dell'Eva.
Era arrivato Shinji sul suo Core Plug, in assetto da combattimento.
----------
Intanto,
Schrei era su un ascensore che aveva appena terminato la sua discesa, e
dinnazi a lei si aprirono le porte scorrevoli. Seguendo le indicazioni
luminose che le indicavano la strada, Schrei corse lungo un corridoio di
una decina di metri, alla fine del quale vi era un sedile fissato su
una lunga rotaia.
Schrei vi si sedette, e una cintura di sicurezza la
fissò allo schienale, mentre il carrello sul quale vi era il sedile,
partì a tutta velocità.
----------
Con ancora le bocche da
fuoco fumanti, il caccia di Shinji fece una manovra goffa per evitare
di schiantarsi direttamente sull'angelo.
- Maledizione, sto coso non è facile da guidare! - fu la protesta di Shinji
-
Razza di imbranato! Per poco non ti ammazzi da solo! - fu il commento
di gratitudine da parte di Asuka, che sfruttò l'occasione per
afferrare i tentacoli di Bilcaul, e, con una giravolta di centottanta
gradi, trascinarlo a terra.
Nella manovra, la gamba precedentemente martoriata dai tentacoli di Tomcaul cedette, e l'EVA ARX 7 si con il bacino a terra.
- Non dobbiamo perdere tempo! Shinji, preparati, stiamo lanciando i moduli del tuo Eva! - fu l'annuncio di Misato.
- Ma si aggancieranno bene? Oddio, ho paura! - Shinji era già in preda al panico.
-
Stai calmo, Shinji. Capito? Calmo! Andrà tutto bene! La procedura è
automatica! - fu la ancora una volta rassicurante voce della donna.
L'ARX
7 intanto, si avventò in ginocchio sul corpo di Tomcaul, e affondò il
suo coltello molecolare nella carne flaccide della sua schiena. Il
mostro urlò il suo dolore, e i tentacoli impazziti tempestavano l'Eva di
svariate sferzate.
Asuka tentò di ignorarle, e al colmo della rabbia, affondò diverse volte il coltello.
Nel frattempo arrivarono i famosi componenti dell'Eva, il busto, e le gambe, che volavano come velivoli indipendenti.
Il
Core Plug piegò le alì e la fusoliera su se stesso, trasformandosi in
un parallelepipedo, mentre le "gambe" gli si aggangiarono dietro, e il
Core stesso si infilò nel "busto".
Unitisi in un solo automa, l'Eva
prese vita, mentre i reattori del Core Plug, situati ora alla base della
schiena dell'Eva, ruggirono in tutta la loro potenza, uniti a quelli
nuovi, situati sui piedi.
- W-Wow. Un Eva che può volare senza supporto esterno! - fu il commento meravigliato di Shinji.
- In questo caso, è il tuo Core Plug a fungere da supporto! - corresse Ritzuko.
L'Eva
di Shinji estrasse un accessorio che si dispiegò in un grosso scudo,
come quelli usati dai poliziotti per l'antisommossa, e inoltre, tirò
fuori un fucile mitragliatore situato sulla schiena.
- Andiamo, Eva RX 78! - fu l'urlo di battaglia di Shinji.
L'ARX
7 di Eva dovette gettarsi fuori bersaglio, tra le imprecazioni e le
protesta di Asuka, mentre la raffica di Shinji riduceva in poltiglia i
tentacoli e il corpo di Tomcaul.
Presto l'RX 78 finì le munizioni,
allora estrasse dalla schiena un machete laser, e si gettò verso la
carcassa, i cui tentacoli erano ancora attivi, nonostante tutto.
Una pioggia di estremità dalla "testa" di Tomcaul si avventarono
sull'Eva di Shinji, ma questi si coprì con il grosso scudo, e
rispose all'attacco con un fendente laser che recise il resto dei
tentacoli.
- Meno uno! - fu l'insolito grido di soddisfazione di Shinji.
----------
Finita la corsa sulla rotaia, il carrellò si fermò, la cintura si
slacciò, e il sedile si impennò, facendo scivolare Schrei lungo uno
scivolo che si dipanava in un cunicolo sotterraneo.
La fine dello scivolo coincideva con l'apertura dell'Entry Plug, dentro il quale Schrei concluse la sua corsa.
La voce familiare di Misato accolse la ragazza.
-
Questo Schrei, è il tuo entry plug, modificato, come quello di Shinji,
in un velivolo. Il suo nome è Jet Plug. Accendì i motori, e tira avanti i
comandi: sei collegata direttamente a una rampa di lancio. -
Schrei
seguì minuziosamente le istruzioni: il Jet Plug ruggì dai suoi
reattori, e scattò come una molla, in direzione dell'uscita.
----------
- Il terzo angelo - esclamò Shinji.
L' RX 78 si lanciò all'attacco di una specie di Angelo dalle fattezze di gnomo.
Fu
una grande sorpresa per Shinji, quando al passaggio della sciabolata
laser, il suo nemico si scompose in tre piccoli umanoidi di taglia
ridotta.
Le dita di Ritzuko volavano freneticamente sulla tastiera,
quando finalmente anche il nome di quell'essere fu estratto
dall'archivio elettronico.
- Il sessantaquattresimo angelo, il campo di roccia! Il suo nome, Jonas.
Shinji tentò di colpire uno degli omuncoli col machete laser, ma questi erano
più agili del suo Eva. Uno dei tre gli si mise sulla schiena, e gli si
avvinghiò alla testa.
Intanto uno degli omuncoli stava saltellando in
direzione di Asuka. Il suo Eva cercò di evitare l'assalto, ma
invano: quell'esserino gli si avvinghiò sul corpo, e cominciò a
stringere, con l'intenzione di stritolarlo come una lattina vuota.
Dall'altra parte, l'omuncolo sulla schiena dell' RX 78, con uno strattone, strappò via la testa dell'Eva.
Shinji urlò.
Misato intervenne: - Shinji! Non è la tua testa! Non è la tua testa! -
A Shinji ci vollero parecchi minuti per calmarsi, e intanto dall'altra
parte, la struttura dell'Eva di Asuka stava cominciando a incrinarsi.
----------
Il
Jet Plug pilotato da Schrei era in volo: guidarlo era meno difficile di
quanto pensasse, notò la ragazza. Continuava a seguire le indicazioni
del computer di bord, che indicava la sua destinazione: uno grande
specchio d'acqua artificiale, costruito ai margini della sede della Perv
Fu stavolta Ritzuko a comunicare istruzioni a Schrei.
- Adesso tocca a te, Schrei. -
Schrei riuscì a sentire tramite l'interfono il ticchettio di un tasto, e avvenne qualcosa di maestoso.
Come
un miracolo divino, lo specchio d'acqua cominciò a dividersi e
prosciugarsi, risultato di una enorme voragine che si era aperta sul
fondo, nel quale stava convergendo tutta l'acqua.
Dalla voragine spuntò, in piedi su una pedana, l'Eva di Schrei, con una paratia aperta sulla schiena.
-
Il processo è tutto automatizzato - spiegò Ritzuko - tutto ciò che
devi fare è posizionarti in verticale sopra l'apertura che trovi sul
dorso del robot. Una manovra automatica di attracco infilerà il tuo Plug
direttamente all'interno dell'Eva. -
Fu quasi una cosa istintiva, per Schrei, quella manovra: nessuna difficoltà, come se non fosse la prima volta a farlo.
A contatto avvenuto, la paratia si chiuse con Schrei dentro l'Eva, e gli occhi di questo, per un attimo, si illuminarono.
Schrei
provò alcuni movimenti con i comandi, e il suo Eva agitò le braccia con
naturalezza. Poi si guardò intorno, e notò l'assenza di armi. Prima che
potesse chiedere spiegazioni, Ritzuko fornì tutte le risposte.
-
Non hai bisogno di equipaggiamento, Schrei. Le armi sono tutte
incorporate nella struttura stessa del tuo Eva Z. In quanto all'assetto
di volo, beh, preparati a una corsetta: ti aggancerai in rincorsa con il
Jet alato che ti stiamo mandando -
----------
Con una
gamba fuori uso, e il torace in procinto di andare in pezzi sotto una
disgustosa pressa vivente, l'Eva di Asuka non se la passava
allegramente.
La pilota stessa, tra l'altro, si sentiva incredibilmente frustrata dalla situazione: come uscirne?
- IA, suggerimenti? -
- Espulsione immediata dell'Entry Plug, Asuka. - fu il gelido consiglio dell'automa.
L'orgoglio
della ragazza non poteva accettare una simile eventualità: sarebbe
significato fuggire. E quindi, tradire una promessa, e le aspettativa di
chi credeva in lei.
A un certo punto, gli occhi le si spalancarono, le era balenata un'idea rischiosa, ma forse era l'unica via.
Tirò avanti i comandi dell'Eva. Il robot in questione, estrasse
un secondo coltello molecolare, e se lo conficcò nel torace.
La
grossa lama aveva demolito l'interno dell'Eva, ed era penetrata
pericolosamente vicino all'abitacolo della pilota, ma il risultato era
stato quello sperato: impalato, insieme all'Eva, vi era anche il
mostricciatolo stritolatore.
L'omuncolo apri la bocca, dal quale
fuoriusci un conato di sangue violaceo, e allentò la presa. Infine, le
braccia caddero penzoloni, e il mostriciattolo spirò.
L'ARX 7 si trascinò in soccorso dell'RX 78, inerme contro gli attacchi ripetuti dell'altro mostriciattolo.
- Stupido Shinji! - tuonò la ragazza - Ti devo sempre aiutare, anche conciata così!-
Uno scossone alla cabina di pilotaggio le fece ricordare la presenza di un terzo mostriciattolo, tutto per lei.
Peccato però, che in quelle condizioni non avrebbe potuto fare granchè, e questo il suo avversario lo sapeva.
Asuka non potè che preparasi a ricevere il prossimo all'attacco del piccolo Angelo.
Chiuse
gli occhi un attimo, e sentì un impatto. Stranamente, nessuno scossone.
Riaprì gli occhi, e le si parò innanzi la spiegazione: il suo
avversario, in procinto di assalirla, era stato intercettato in volo da
pugno. O meglio, era un braccio, anzi, due, con le mani strette a pugno,
sparati direttamente contro lo gnometto.
Asuka guardò in
direzione del mittente, e vide l'Eva di Schrei, senza braccia, sorretto
da Jet Pack volante dalle lunghe ali bianche.
L'Eva Z si posò sul terreno, e le ali bianche si ritirarono nel Jet Pack.
Schrei
cominciò a correre con il suo Eva contro il nanetto, che si era già
ripreso dall'impatto, ma che era nel frattempo imprigionato dalle due
braccia autonome che lo avevano colpito.
Quando fu a portata di tiro, l'Eva Z si fermò, e Schrei premette un bottone, con un breve commento:
- Missili pettorali -
Il
torace dell'Eva Z si aprì in due, e dalle bocche di fuoco ivi
contenute, partirono due grossi siluri, che impattarono contro quel
secondo mostriciattolo, facendolo esplodere, insieme alle braccia.
- L'esplosione ha coinvolto anche i miei arti superiori. - fu il laconico commento di Schrei
Ritzuko trattenne una smorfia di disappunto.
- Accidenti, questa è davvero una svista imbarazzante! -
Shinji,
dal canto suo, aveva ripreso il controllo della situazione, e usò
finalmente lo scudo e il machete per difendersi dagli attacchi
dell'ultimo gnometto, che però, data la sua incredibile agilità, evadeva
regolarmente tutti i colpi dell'RX 78.
Schrei, con aria impassibile, volle dare una mano dalla distanza.
- Occhi calienti laser -
Gli occhi dell'Eva Z si illuminarono, e parti un fascio di luce densa che mancò per un soffio quell'esserino.
Niente da fare. Era davvero un bersaglio troppo mobile.
La ragazza allora tentò un piccolo asso nella manica.
- Soffio divino -
Da
quella che si potrebbe definre la "bocca" dell'Eva Z, si aprirono delle
paratie, mostrando una enorme grata a sbarre verticali. All'interno
della grata, un potente ventilatore si mise in funzione.
Il risultato
fu un "soffio" potentissimo da parte dell'Eva, che provocò una
devastante raffica di vento che raggiunse e investì il piccolo angelo.
Il piccoletto fu costretto a ripararsi dal vento incrociando le braccia, ma così facendo smise di saltellare.
Fu
l'occasione che Shinji aspettava: scagliò la sua sciabola laser , che
andò a trafiggere l'insidioso esserino: il bersaglio serrò quelle
piccole palline nere che fungevano da occhi, e si accasciò senza più
vita.
- E un altro eliminato! - fu il secondo insolito commento
di Shinji. Si sentiva stranamente soddisfatto... era la prima volta che
gli succedeva.
- Attento Shinji! -
Quel momento di
soddisfazione però, non gli fece accorgere della enorme palla spinosa
che aveva abbandonato il campo a inizio a battaglia, ma era venuta a
vendicare i suoi compagni: e neppure la tempestiva voce di Misato era
riuscita ad avvertirlo in tempo.
Lo scudo assorbì il colpo, e si
frantumo: questo salvò l'Eva, ma l'inevitabile forza d'impatto
scaraventò l'Eva di Shinji diversi metri lontano, andando ad atterrare
direttamente a fianco dell'Eva Z di Schrei.
La palla di riccio, intanto, si fermò un attimo, e riprese la rincorsa verso il trio di piloti.
Dal comando, l'agitazione era alle stelle.
- Spostatevi da lì! -
- Misato, è inutile: non farebbero in tempo - fu lo sconsolato commento di Ritzuko.
Asuka diede un pugno alla console. Possibile non si potesse far nulla? Con il
suo Eva in quelle condizioni poi... Non rimaneva che quella, estrema
soluzione.
- Userò il Lambda Shot! - sentenziò.
Misato si allarmò a quella terribile notizia.
-
No, Asuka, è troppo pericoloso! Presuppone una simbiosi mentale al
cento per cento con il proprio Eva. Rischi che la tua mente... -
- Senza contare le condizioni attuali dell'Eva! La struttura non reggerebbe! - aggiunse Ritzuko.
Atsukaiga rispose agli avvertimenti con un sorriso fiero, quasi sprezzante
- Ho qui con me la IA che mi darà una mano, vero? -
- Onestamente, Asuka, questa è quello che voi umani definireste 'pazzia' -
La logica della IA era comprensibilmente scettica.
- Non importa se è da pazzi, assecondami e basta! -
- Come preferisce, Asuka -
Passarono
alcuni secondi drammatici, con Bilcaul che si avvicinava come un treno,
e nel quale Asuka si concentrò, fondendo i suoi pensieri con quelli
dell'Eva.
L'ARX 7 cominciò a essere circondata da una forte aura
di energia, il cui calore costringe la schiena ad aprire un paio di
sbocchi per fare uscire del vapore.
L'Eva allargò le gambe, tese un
braccio a mano aperta verso il suo bersaglio, Bilcaul, e l'altra mano si
appoggiò sull'avambraccio teso.
Intorno ad Asuka si stavano
accendendo diversi monitor con l'allarmante scritta "OVERLOAD", ma lei
li ignorò, e continuò a tenere lo sguardo fisso sul nemico.
Billcaul si stava avvicinando sempre di più, era ormai a pochi metri.
Fu quello il momento opportuno.
- Lamda Shot! -
Al
grido di Asuka, dalla mano dell'Eva si sprigionò una enorme sfera di
energia, che venne sparata contro la palla irsuta che ormai gli si
parava davanti.
Una luce bianca, una enorme esplosione.
Con Misato mentre urlava cose incomprensibili, lo sguardo terrorizzato
di Shinji, quello inespressivo di Schrei, Asuka si ritrovò
immersa nel silezio più completo. L'immagine del suo sensei le
si materializzò, con un gran sorriso, e un pollice teso in su ad
indicarle il suo successo; ma tanto sapeva che era solo la sua
immaginazione, perchè ora i suoi sensi la stavano
abbandonando....
L'Eva ARX 7 era a pezzi. Ma lo stesso era accaduto anche a Bilcaul.
Asuka! Asuka!
La chiamarono in tanti, Shinji, Misato....
L'Eva
ARX 7 non esisteva più. Poco lontano tuttavia, vi era la Entry Plug,
dentro la quale, pur incosciente, vi era Asuka, ancora viva.
All'ultimo momento la AI aveva deciso di fare la cosa più logica:
l'espulsione automatica. Non era una cosa logica che un pilota si
sacrificasse: questo compito spetta alle macchine. Probabilmente, quella
IA che aveva supportato Asuka fino a quel momento, aveva tratto
proprio quelle conclusioni, ma adesso era ormai troppo tardi, per
chiederglielo.
Le funzioni vitali rilevate dai cervelli
elettronici della base tranquillizzarono i presenti. Avrebbe mandato al
più presto i soccorsi per la pilota, ma vi era un problema: Bilcaul non
era andato completamente distrutto.
- Ciò che è stato mandato in frantumi è solo la pelliccia di aculei! - commentò in fretta Misato.
Il corpo filiforme e molliccio di Bilcaul era ancora lì, e si stava trascindando con fatica verso....
- Guardate, si sta avvicinando alla carcassa di Tomcaul! - esclamò con sorpresa Misato.
A quella notizia Ritzuko assunse un'espressione cupa, e avvertì immediatamente.
-
Non dovete lasciarli unire! Bilcaul e Tomcaul sono i famosi angeli
gemelli della leggenda. Se si unissero ne verrebbe fuori qualcosa di
assolutamente spaventoso! -
Dal canto loro, intanto, i piloti
osservavano quell'essere avvicinarsi sempre più al suo simile. Gli
organi motori erano allo stremo, ed entrambi i mech non potevano contare
su movimenti veloci o elevazioni in volo.
- Dannazione! Se avessi una spada potrei finirlo! - si adirò Shinji.
- Puoi usare la mia daga diabolica -
Era
Schrei a proporre l'idea, mentre la coscia destra dell'Eva Z si aprì, e
una fondina fuoriuscì, con l'invitante elsa pronta per essere estratta.
- Il mio Eva è senza braccia, e quindi io non potrei usarla -
Shinji accettò con piacere l'offerta.
L'RX78
estrasse la daga diabolica, e si lanciò, barcollante, contro Bilcaul,
aiutandosi con l'attivazione del reattore del Core Plug.
Fu questione
di pochi secondi: La carcassa di Bilcaul si avventò sul corpo di
Tomcaul, un attimo prima che Shinji potesse intercettarlo: tutto ciò che
egli potè fare, fu di conficcare la lama su entrambi i corpi
sovrapposti.
Bilcaul accusò il colpo, ma ormai era troppo tardi: i corpi si erano già uniti.
- Noo! Stanno per formare l'Edo Domus! L'unione degli angeli gemelli! - fu il commentò allarmato di Ritzuko.
- Tenterò l'ultima carta - fu il commento di Schrei. Tirò in avanti la leva che pendeva dal soffitto e disse:
- Doppio fulmine spaziale -
Dalla
testa dell'Eva Z si elevarono due antenne, che cominciarono a essere
attraversate da scariche di elettricità elettromagnetica.
Dal cielo, un fulmine venne attirato sulla testa dell'Eva, caricandosi di una forte concentrazione di energia elettrica.
L'Eva
Z chinò in avanti la testa, e l'elettricità si scaricò completamente
con una violentissima scarica su quei duei corpi sovrapposti degli
angeli sovrapposti.
Un lampo di luce abbagliante investì il bersaglio, e tutti dovettero riparasi gli occhi per non venire accecati.
Quando la visibilità tornò ad essere normale, i corpi di Bilcaul e Tomcaul erano carbonizzati.
Carbonizzati,
ma si muovevano ancora! Anzi, non più due, ma un solo essere: l'Edo
Domus, un ammasso informe di aculei e tentacoli.
Intorno ad esso, un
forte vento cominciò ad alzarsi, diverse nubi coprirono il cielo, e un
principio di pioggia cominciò a cadere.
Una forte tempestà investì i due Eva rimasti, e li fece cadere a terra.
- Questo nuovo angelo, unione dei due precedenti, è capace di
violenti attacchi monsonici! - fu la conclusione di Ritzuko.
Non era solo questo, l'unico attacco di quell'angelo.
Uno strillo.
Anzi, no. Una cacofonia di suoni striduli e assordanti.
La
creatura si era messa a urlare, in un grido inumano. Troppo inumano,
perchè orecchie umane potessero ascoltarlo senza impazzire.
Questo
suono, questo.... urlo, raggiunse gli apparati fonici degli Eva, e da
lì, le orecchie dei piloti, nella loro prigione di pareti ridondanti di
note incoerenti e fischi acuti, come un enorme diapason, nel quale loro
erano in mezzo. La loro coscienza non potè sopportare tutto questo, e
per loro, fu il buio più completo.
Shinji sentì il suo corpo dilatarsi, espandersi come se fosse fatto di
fumo, tutto intorno a lui era buio… dove si trovava? Forse ancora
nell’entry plug dell’Eva? Eppure non sentiva il solito odore dell’lcl
che da sempre lo nauseava, questa volta l’aria era pregna di un profumo
diverso, sembrava un profumo di donna… Sussultò, i suoi muscoli si
sarebbero contratti all’unisono se solo in quel momento avesse avuto
sentore del suo corpo, non sapeva spiegarselo ma gli era balenata alla
mente, anche se non voleva ammetterlo, la signorina Misato…
Fu come
se nel suo inconscio più profondo si aprissero gli occhi di un
estraneo, si vergognò, cercò di richiudersi su se stesso per impedire
che quel suo sporco segreto venisse svelato.
Asuka si sentiva
davvero a disagio, per la prima volta non era tanto sicura di sé, c’era
qualcun altro, poteva sentirlo chiaramente, qualcuno che poteva
scorgere, dietro a tante barriere di falsa superbia, quanto in fondo
fosse fragile ed avesse bisogno di sentirsi necessaria. Quella di
pilotare l’Eva era la sua missione, la sua unica ragione di vita,
cos’altro le rimaneva?
Gli occhi di Shinji facevano male, stava
guardando il suo essere più profondo, volle coprirsi, ma si sentiva come
nuda in una stanza vuota, senza nulla dietro cui potersi nascondere.
Non
voleva che lui sapesse, non poteva accettare che qualcun altro
sfondasse le sue difese e la vedesse in quello stato, così miserabile,
sconfitta.
I due animi si sfiorarono, irrigidendosi e
richiudendosi in una scorza che comunque non riusciva a nasconderli,
cercavano di scrutarsi l’un l’altro, straniti da questa comunione che di
certo non volevano, preoccupati di non far trapelare nulla di quel
fragile sé che per tanti anni avevano cercato di ricacciare nel
profondo.
Non erano soli, c’era uno spirito estraneo in mezzo a loro,
attorno, dentro loro, era come se la realtà si fosse rovesciata, gli
altri non erano più figure esterne, da cui perlomeno la fisicità
impenetrabile dei corpi poteva proteggerci, ora gli altri erano dentro
noi, e la loro diversità si faceva sempre più intangibile, la comunione
delle anime stava avvenendo nonostante nessuno di loro lo volesse.
Schrei,
un animo così poco femmineo, oltre quel corpo leggiadro, straziava il
cuore di Shinji che non riusciva a comprendere perché la bella ed
enigmatica compagna potesse nascondere uno spirito tanto forte, quasi da
sembrargli persino più virile del suo.
Si vergognò. Si nascose.
Davanti a lui tre lune sorgevano illuminate da una luce rosata.
Che cos’era quel paesaggio? Shinji era certo di non averlo mai visto.
Eppure
una parte del suo spirito, di quel nuovo spirito trino che racchiudeva
tre esseri inconsapevoli, era già stato in quel luogo oltre lo spazio ed
il tempo.
Chi sei tu?
Io sono te.
Non puoi essere me, io sono me.
Io sono il te che si rispecchia nell’animo degli altri.
Allora non sei me!
Ne sei sicuro? Ci sono molteplici te, quello nel cuore della signorina
Misato, quello nei pensieri della dottoressa Ritzuko, quello negli
animi dei tuoi compagni… Perché allora io non posso
essere te?
Dove sono?
Tale è la realtà.
No, questa non è la realtà, la realtà è diversa!
E’ diversa solo perché diversamente tu la percepivi.
Quindi dipende solo da me?
No.
E da chi allora? Dimmelo!
La realtà è un costrutto che si rende possibile a partire dalle convinzioni di molti esseri.
Chi sei tu?
Io sono te.
E chi sono io?
Appunto, chi sei tu?
Io sono Shinji! Shinji Ikari!
Lo sei?
No, io sono anche Asuka!
E poi?
E poi… Schrei!
Schrei. Sei sicuro di conoscerla davvero?
Lo credevo, ma ora mi appare così diversa che stento a riconoscerla.
Anche lei è il frutto di una tua falsa rappresentazione.
E quelle tre lune? Io non le ho mai viste, come posso avere questo ricordo?
Come puoi avere quel ricordo?
Rispondimi!
Tale è la realtà.
Un grido! Ancora un grido! No.
Non "grido". Non "scream".
Era altro. Un nome, il suo nome, ripetuto all'infinito.
"Schrei", "Schrei", "Schrei".
Era lei dunque. Loro, gli angeli, erano venuti per lei?
Ma perchè?
Schrei. Schrei. Schrei.
Misato: Che sta succedendo? Voglio trasmessi tutti i dati sul monitor centrale!
Roger:
Non riusciamo a capire, i rilevamenti mostrano un tipo di energia del
tutto sconosciuta, dov’è l’onda blu che caratterizzava gli angeli?
Misato: Sembra che i piloti siano entrati in contatto con qualcosa di misterioso, di…
Ritzuko: Di alieno!
Misato:
Cosa stai dicendo, Ritzuko? Quelle erano ricerche assurde a cui ti
dedicavi tempo fa, prima ancora di laurearti… Non vedo come questo possa
c’entrare adesso.
Roger: Assetto degli Eva gravemente danneggiato, impossibile il ripristino. Cosa dobbiamo fare, comandante?
Il comandante si aggiustò gli occhiali scuri con gesto sicuro.
Ikari: Proseguire con il rilevamento dati.
Roger: L’unità nemica è troppo vicina, rischiamo che i collegamenti neurali dei piloti possano cedere.
Ikari: Proseguire.
Misato:
No! La prego, aspetti! Ci troviamo in una situazione del tutto
sconosciuta, non possiamo mettere a repentaglio la vita di quei tre
ragazzi!
Ikari: Ho detto di proseguire.
Con questo il comandante pose fine alla questione, guardando con occhi avidi di conoscenza il monitor centrale.
Roger, rassegnato, dovette obbedire agli ordini.
Una
serie di scritte a tutti incomprensibili sfilò sul grande schermo, solo
il comandante parve capirle, strinse forte i pugni, stropicciando i
moduli che teneva tra le mani.
Ikari: Non è possibile.
M M M M M M M M M M M M M M M M M M M M
Un fascio continuo di lettere M invase completamente tutti i monitor della base.
Ikari: Più di un decennio di ricerche per un risultato del genere?
Gridò con uno scatto d’ira che gli fece addirittura cadere gli occhiali di dosso.
Misato: Non riesco a capire, che significano quelle lettere?
Roger: Riceviamo un nuovo segnale, l’onda ha una frequenza diversa.
Ikari: Ritrasmettere i dati, voglio una nuova sonda pronta a ricevere informazioni entro cinque secondi.
Roger: Comandante, credo che questo sia l’unico risultato ottenibile…
Ikari: Ritrasmettere!
Sancì
nuovamente, stavolta calcando la suola delle proprie scarpe sulla
sagoma degli occhiali, il vetro andò in frantumi, la montatura si
deformò, come i lineamenti del loro proprietario, ormai al limite di
ogni umana pazienza.
Misato: Ritzuko, non riesco a capire…
La
dottoressa invece aveva compreso fin troppo, prese per un braccio la
vecchia amica ed approfittando della fervente attesa del comandante per
la successiva immissione dei dati, cominciò a correre lungo i corridoi
stretti ed oscuri della base, dove mancava l’aria ed il fiatone
sopraggiungeva troppo presto, specialmente quando si aveva fretta.
Misato: Dove mi stai portando?
Ritzuko: Perdonami, ti ho tenuto nascoste molte cose, ma è arrivato il momento della verità.
Si
fermò di fronte da una porta sbarrata, sopra, i vari simboli di
pericolo volti ad allontanare tutto il personale non autorizzato.
Infilò
una tessera nella serratura, la porta si aprì su una stanza illuminata
da qualche neon rotto, un forte odore di medicinale permeava l’aria
chiusa, non c’erano finestre, entrambe le donne provarono un forte senso
di nausea e di vertigine, il lettino di ferro posto in un angolo della
camera era macchiato di sangue.
Misato: Cos’è questo posto?
La
sua compagna non si fermò a risponderle, proseguì fin nella stanza
successiva, dove un intricato garbuglio di fili e tubature si
convogliava in tre grandi scatole metalliche dalla forma di computer.
Misato: Queste sono Le Tre Magus, i super computer progettati da tua madre per il mantenimento della base…
Ritzuko anche stavolta proseguì con i propri lavori, svitando con l’aiuto di un
cacciavite il coperchio di una delle tre macchine.
Misato: Che stai facendo? Non sarà pericoloso lavorare ai computer proprio adesso?
Ritzuko: Sarà pericoloso, sì, ma non possiamo più sottrarci al compito che la verità ci impone.
Disse con un sorriso triste ma determinato.
Ritzuko:
In questi tre computer mia madre intrappolò un’essenza vitale. Le Tre
Magus, come gli Eva, hanno qualcosa di molto simile ad un animo umano.
Furono costruiti per uno scopo ben preciso: controllare e gestire gli
Eva, creature dalla forma femminile che a loro volta sarebbero state
usate per combattere e ricercare dati sugli angeli. Tuttavia qualcosa
non quadra, il diagramma d’onda di quegli esseri là fuori non era di
tipo blu, quelli non sono angeli!
Misato: E cos’altro?
Ritzuko: Alieni!
Misato: Ne sei sicura? Non potrebbe essere solo la tua solita fissazione?
Ritzuko:
Sono certa di ciò che dico, e per dimostrartelo cercherò nella memoria
di una delle Magus, Cindy. Lei ci darà una conferma.
Roger: Trasmissione dati completata, il rapporto è uguale al precedente.
M M M M M M M M M M M M M
Il
comandante subì un vero e proprio crollo psicologico, con uno spintone
mandò a gambe all’aria la scrivania che aveva davanti e cominciò a
gridare come un pazzo.
Ikari: Tutti questi anni sono stati dunque
buttati al vento? No, non possiamo arrenderci a questa triste evidenza!
Quegli esseri là fuori, creature dell’immondo sesso maschile, non
potranno sconfiggerci. Uniamoci tutti dunque in quella che sarà una
portentosa creatura, fondiamo i nostri corpi in una sola cosa!
E
detto questo si strappò letteralmente la cintura dai pantaloni, e
gettato via il camice senza curarsi d’altro, corse bramoso verso i suoi
dipendenti.
Ritzuko nel frattempo aveva completato le sue
manovre, collegando i cavi della memoria di Cindy ad un monitor, era
solo ad un passo dallo scoprire la verità, perché quelli che il
comandante aveva insistito nel chiamare angeli erano in realtà in tutto e
per tutto simili agli alieni? A cosa serviva realmente la P.E.R.V.?
La
dottoressa diede il via al trasferimento dati, mentre anche Misato si
avvicinava allo schermo per vedere, sperava che quella confusione se ne
sarebbe andata lasciando apparire un senso in tutta quella situazione
caotica.
Cindy, amore mio, resta con me.
Misato e Ritzuko ebbero quasi i brividi, era la voce sempre austera del
comandante Ikari quella che avevano appena sentito implorare nelle
memorie della Magus?
-Non puoi restare sulla terra, non vedi
quanto sia miserabile ed egoista quest’uomo? Torna con me nel pianeta
delle tre lune, è quello il tuo posto.
Questa volta a parlare era stata una voce diversa, eppure ad entrambe sembrava di averla già sentita.
- Non ascoltarlo! Resta con me!
Era sempre Ikari, con quel tono piagnucoloso che nessuno mai avrebbe creduto di potergli attribuire.
- Mi dispiace, Gendo Ikari, ma devo andare.
E così quello era il vero nome del comandante, nessuna delle due donne ne era mai stata a conoscenza.
-No, non permetterò che tu lo
faccia, non posso vivere senza di te, Cindy! Esploderete entrambi, tu e
quell’essere malvagio che ti ha sottratta a me!
- Aspetta, Gendo, non lo fare!
KABOOOOOM!
Il rumore di un’esplosione fortissima fece vibrare l’intero schermo.
E
così il Second Impact aveva avuto origine in questo modo… Il comandante
si era accanito su Cindy e sullo sconosciuto che gliel’aveva portata
via. Ma che ne era stato di loro?
Ritzuko: Il resto si può
immaginare facilmente… L’anima di Cindy, ormai frammentata, venne
instillata in questa macchina, divenendo una delle Tre Magus… Per quanto
riguarda quella dell’altra persona coinvolta… Temo che sia stata
conservata in maniera diversa. Ikari creò per lei un corpo. Un corpo di
donna.
Misato: Schrei!
Esclamò, ormai tutto cominciava a delinearsi.
Ritzuko annuì, aveva raggiunto una fredda consapevolezza che quasi spaventava la sua amica.
Ritzuko:
Proprio così. Entrambi, Cindy e lo sconosciuto che poi venne unito al
corpo di Schrei, provenivano dal pianeta delle tre lune… Ikari la
chiamava angelo perché l’amava… Ma Cindy in realtà era un alieno.
Misato: Quindi per tutti questi anni ci ha ingannati!
Ritzuko:
Esatto, probabilmente quelli che ci attaccavano non erano altro che
altri alieni che volevano recuperare i loro compagni, rinchiusi da Ikari
e trattenuti in questa base.
Misato: Ma perché non liberarli? Ormai non gli servivano
più e sono stati solo causa di problemi per tutti noi…
Ritzuko:
Si vede che non conosci bene Gendo. Dopo aver perso la sua Cindy,
desiderò trovare nuove forme di vita da amare, a modo suo certo, ma
sempre di amore si tratta. Era letteralmente ossessionato dall’enigma
sul sesso degli angeli, sperava che fossero femmine.
Misato: Quindi
lo scopo della P.E.R.V. era solo quello di trovare un sostituto amoroso
per il comandante! Quelle creature ci attaccavano solo perché due di
loro erano tenuti come ostaggi… Non posso crederci, abbiamo mandato a
combattere quei tre ragazzi per l’egoismo di un vecchio pervertito!
Ritzuko: Mi dispiace ammetterlo, ma è così.
Misato: E adesso, cos’accadrà?
Nella
sala comandi nel frattempo il comandante era letteralmente impazzito, i
ricercatori fuggivano qua e là sparpagliando preziosi moduli,
rovesciando costosissime apparecchiature.
Roger: State calmi, vi prego, se ci comportiamo così come potremo difenderci da quel mostro là fuori?
Ikari: Ormai tutto è perduto, c’è solo un modo per ottenere la vittoria!
Il
comandante mise la mano nella tasca dei pantaloni, dove da anni
conservava il voluminoso perizoma di Cindy, quindi, dopo averlo palpato
per l’ultima volta, si decise a premere il pulsante rosso.
Roger: Comandante…
KABOOOOM!
-Una luce intensa, un canto quasi angelico.
Ma cos’è successo?
Siamo saltati tutti in aria?
Non credo, se lo fossimo, come potrei ora risponderti?
Chi sei?
Chi sei tu?
Io sono te.
Me? Ed io chi sono?
Tu sei me, e te. Noi siamo noi.
Siamo forse una cosa sola?
No, altrimenti come potrei risponderti dicendoti cose che non sai?
Dove siamo?
Nel mondo.
No, il mondo è diverso.
Lo era solo perché tu diversamente lo percepivi.
Non capisco.
Capirai.
Beh, non so se sarò in grado di abituarmici.
Lo pensi davvero?
Ancora non capisco che cosa sia accaduto… Dove sono tutti?
Chiamali, risponderanno, sono tutti qui, assieme a te.
Misa…Misato? Ci sei anche tu?
Un solo pensiero mi riporta a te, eccomi Shinji.
Com’è possibile? Tutto avviene così rapidamente.
Come se non me ne rendessi conto.
Infatti, ma tale è la realtà.
Oh, non credo che ti sarà difficile, infine, trovarne la chiave.
The end.
Le tre rivisitazioni degli Eva sono richiami tre diverse tipologie di
serie robotiche, come si possono intuire dai nomi affibiatigli: l'Eva
ARX7 di Asuka è ispirato al Full Metal Panic, l'Eva RX78 di
Shinji a Gundam (prima serie, principalmente) e l'EVA Z di Schrei a un
misto tra Mazinger Z e Venus A, nonché vari cliché di
serie Go Nagaiane.
Se i nomi e le fisionomie
degli
angeli vi sono sembrati familiari, non è stato per caso.
Inoltre, se
traducete l'unione dei primi due angeli, "Edo Domus", in un'altra lingua la risposta sarà subito
evidente :3 - e qui si collega anche la 'citazione' Schrei.
(soprattutto per la parte del monologo psychedelico):
Non "grido". Non "scream".
Era altro. Un nome, il suo nome, ripetuto all'infinito.
"Schrei", "Schrei", "Schrei".
Il nome del terzo angelo non credo abbia bisogno di spiegazioni.
Il tizio nella foto che Asuka chiama sensei è in
realtà Kurz Weber, consideratela una licenza poetica (tra le
tante). <3
Si, alla fine Gendo ha tirato
fuori la sua reale natura (ma da un'organizzazione nomata P.E.R.V. che
vi aspettavate? E il tutto è finito in una sorta di orgia di
anime (confusionario come il finale originale, dopotutto)
Ma che ci volete fare? Tale è la realtà.
|