Niff!Week

di inbadlounds
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #1day: Wednesday ***
Capitolo 2: *** #2day: Sonodueidioti - Oh god, yes! ***
Capitolo 3: *** #3day: Un quadro pittolesco! ***
Capitolo 4: *** #4day: Vive ogni giorno come se fosse il primo. ***
Capitolo 5: *** #5day: Il Natale che vorrei. ***
Capitolo 6: *** #6day: L'inizio della nostra storia ***



Capitolo 1
*** #1day: Wednesday ***


Autore: R i n
Fandom: Glee
Titolo:  Niff!Week
Genere: Generale, Comico, Fluff.. e poi vedrò!
Avvertimenti: Raccolta, One-Shot, Drabble, Flashfic, missing moments, future!fic, AU, What if...? 
Rating:
Verde, per ora.
Contoparole (per questa): 316
Note: Alla fine

  

Day 1 : The first day
Title: Wednesday

 
Jeff Sterling amava i mercoledì.

Non gli importava se quel giorno aveva un compito di storia o uno di algebra, era mercoledì e il solo pensiero bastava a

metterlo di ottimo umore.  

 
Jeff ricordava benissimo il suo primo giorno alla Dalton, che quell’anno era stato proprio un mercoledì. Dato che era il

primo giorno, tutti gli studenti del primo anno avevano avuto la giornata libera, giusto per orientarsi un po’ e far amicizia

con gli altri.


Il biondo conosceva già la Dalton quel poco che bastava, così non aveva fatto nulla di tutto ciò ed era andato dritto

dritto al camioncino dei gelati che aveva avvistato giusto qualche minuto prima – per poi scoprire che passava da li tutti i


mercoledì - e aveva chiesto al barista un cono con variegato alla nutella e panna. Aveva pagato il conto ed era stato sul

punto di voltarsi quando, inaspettatamente, era andato a sbattere contro qualcuno e il caso aveva voluto che il suo

tanto bramato gelato andasse a spiaccicarsi sulla giacca del malcapitato.


« Maporc… » aveva maledetto il biondo, più per la fine del gelato che per la giacca dell’altro.

Davanti alla faccia sbiancata di Jeff, il malcapitato era scoppiato a ridere.

« É solo un gelato, te ne prendo un altro se proprio devo » aveva risposto il moro, tra un singhiozzo e l’altro, mentre il

biondo, sentendo quelle parole, aveva ripreso un po’ di colorito.


« Certo che devi, è colpa tua se ho perso il gelato, visto mi sei piombato addosso ! E comunque, Jeff, piacere » gli aveva

detto, allungando la mano per aiutar l’altro ad alzarsi.


Il moro aveva alzato uno sopracciglio all’improvviso cambio d’umore dell’altro, e aveva sussurrato un appena udibile «

Nick ». Era evidentemente imbarazzato dall’acuta osservazione dell’altro.


 
Un sorriso di nostalgia spuntò sulle labbra del biondo, perché era a causa di Nick se Jeff amava i mercoledì. 


* *


Note: .. Mmh, si. Ho deciso di partecipare alla Niff!Week. 
Perdonate l'originalità del titolo della raccolta, ma .. non mi usciva altro. 
Ok, non ci ho proprio pensato ed avevo pure poca voglia. 
MA! in compenso ho messo i titoletti per ogni day.
Paparappapà!

N/A: Muaha, il primo giorno.  Non male, no?
Come sempre, le parole non bastano per ringraziare la mia fantastica beta, Silvia.  
Ti adoro, lo sai? u___u
*guarda l'ora* Damn! é tardi! è tardi! [cit.] 
A domani con la Roommate!Day.. kukukuku 

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Capitolo 2
*** #2day: Sonodueidioti - Oh god, yes! ***


Autore: R i n
Fandom: Glee
Titolo:  Niff!Week
Genere: Generale, Comico, Fluff.. e poi vedrò!
Avvertimenti: Raccolta, One-Shot, Drabble, Flashfic, missing moments, future!fic, AU, What if...? 
Rating: 
Verde, per ora.
Contoparole (per questa): 621
Note: Alla fine


Day 2 : Roommate!Niff
Title: Sonodueidioti - Oh god, yes!


 

« Dannazione, Jeff! »

Un Nick Duvall palesemente incavolato - e con un asciugamano stretta alla vita – fece capolino dall’entrata del bagno,

fissando con sguardo minaccioso il proprio coinquilino, che, spaparanzato sul letto dello stesso Nick, sgranocchiava una

quantità industriale di patatine, mentre sfogliava, controvoglia, un libro. 

« Eh? » sbiascicò il biondo, intento a contemplare le varie goccioline che scendevano lungo il petto nudo del compagno.

« Jeff! Ho passato l’intera mattina a far sparire ogni strato, e indecifrabile tipo, di sporcizia – non hai idea di quello che

ho persino trovato sotto il tuo letto! - e poi arrivi tu, et voilà, tutta fatica sprecata » indicò le varie briciole che 

occupavano il letto. « E tra l’altro vorrei proprio sapere per quale misterioso motivo devi sporcare sempre il mio di letto!»  

Gesticolò con fare nervoso, mentre l’altro non smetteva di boccheggiare.

« E smettila di far quella faccia da pesce lesso! Questa volta non la passi liscia, Jeff ! » Infierì il moro, fraintendendo

completamente  l’annaspare del biondo.

Jeff era ancora troppo concentrato a memorizzare ogni singola porzione di pelle, dato che  vedere Nick in quello stato

era un evento molto raro  e non si era reso conto che l’altro aveva smesso di parlare già da un bel pezzo e lo stava

guardando con un’aria molto strana e, perché no, anche divertita.

« C-cosa c’è? » chiese titubante il biondo, mentre Nick tentava in tutti i modi di non scoppiargli a ridere in faccia.

« Jeff… hai delle briciole di patatine sulla bocca… e...»  disse Nick, tra un singhiozzo e l’altro. « …Stai sbavando, Jeff!

Sbavando! Sembri…oddio, non lo so nemmeno io, ma sei così...buffo! » E il povero Nick dovette tenersi la pancia dal

troppo ridere, sotto lo sguardo prima stupito, poi offeso di Jeff.

« È colpa tua, accidenti a te! » Sbottò il biondo e, pulitosi la bava con il dorso della camicia, tornò a sgranocchiare le

patatine, facendo, se possibile, più confusione di prima, cosa che mandò in bestia l’altro.

« JEFF! » Sbraitò esasperato il moro che con un salto felino si buttò sul letto, cercando di afferrare quei maledetti

involucri di plastica dalle mani dell’altro.

Tra uno spintone e l’altro, Nick riuscì ad impossessarsi dei pacchetti e trionfante si allontanò dal biondo, che – come da

copione – mise il broncio.

Inaspettatamente il gesto euforico del moro causò un immaginabile scombussolamento al biondo, perché nel momento

esatto in cui Nick alzò le braccia in segno di vittoria, l’asciugamano che teneva legato saldamente alla vita si slegò e solo

grazie ai suoi riflessi pronti riuscì a ripararsi con un pacco di patatine. Davanti quella scena, che agli occhi di Jeff

sembrava avvenire al rallentatore, il biondo era piuttosto sicuro che non sarebbe sopravvissuto un altro po’ senza

saltargli addosso. Con tanti e cari saluti alla sua super cotta segreta per l’altro.

Nick, nel frattempo, divorato dall’imbarazzo e dal fugace sguardo che colse negli occhi dell’altro, riuscì ad recuperare

l’indumento e senza proferir parola, veloce come un fulmine, si rifugiò – di nuovo - in bagno, sperando che la terra lo

inghiottisse, perché quello che gli era appena capitato non gli era nemmeno passato per l’anticamera del cervello.

Quando chiuse la porta del bagno e ci si appoggiò contro, sentì chiaramente il rumore di patatine sgranocchiate venir

divorate con una frenesia esagerata, segno che Jeff, probabilmente, cercava un modo di strozzarsi per dimenticare lo

spiacevole spettacolo.

Con un sospiro rassegnato e ignaro dei pensieri del biondo – che erano l’esatto opposto di quel che credeva  – Nick

decise di farsi un’altra doccia.  Promise a se stesso che, una volta uscito da lì, un episodio del genere non gli sarebbe

accaduto mai più, con – credeva – enorme sollievo di Jeff.

                  * *

Note: Perdonate il titolo demente, ma.. ecco, ci stava. Eccome se ci stava u___u 
E si, Chris mi ha venduto i diritti per il " Oh god, yes!" *CrissColfercoffcoff*
DOVEVO METTERLO uwu

N/A: Bene, finalmente posto il secondo giorno. 
Mi sono divertita un mondo a scriverla, domenica - si, l'ho scritto domenica, dato che non avevo niente da fare - e... boh, fangherlando mentre scrivevo, commentando pure "ODDIO, NO. NO, ODDIO!" XD quindi potete capire in che stato pietoso ero u___u 
Bene, dato che la mia reputazione - assieme alla mia sanità mentale - sono andate rispettivamente a farsi fottere.. che dire? Grazie di cuore a chi recensisce, vi a m o anche se non lo sapete!
Inoltre, e non mi stancherò mai di riperterlo, un e n o r m e  grazie va a Silvia, *3* 
Bene, ringraziamenti fatti ora cerco di sfruttare la mezz'ora per la AU di domani. 
A presto! 
R i n,

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Capitolo 3
*** #3day: Un quadro pittolesco! ***


Autore: R i n
Fandom: Glee
Titolo:  Niff!Week
Genere: Generale, Comico, Fluff.. e poi vedrò!
Avvertimenti: Raccolta, One-Shot, Drabble, Flashfic, missing moments, future!fic, AU, What if...? 
Rating: 
Verde, per ora.
Contoparole (per questa): 519
Note: Alla fine

  

Day 3 : AU!Niff
Title: Un quadro pittolesco! 

 

 

« Ehi, pittole! Pittole!  »
 
Un bimbo, dai corti capelli biondi e limpidi occhi azzurri, gesticolava e urlava a gran voce verso il piccolo colle, dove un

giovane artista - armato di cavalletto, pennelli e tele – stava cercando l’angolazione migliore per dipingere, su richiesta,

uno schizzo di quotidianità di casa Sterling.

« Pittole! Noi andiamo ! » Esclamò il piccolo, indicando un albero di magnolia, a cui era agganciata un’altalena. Il piccolo 

voleva, infatti, che il suo pittole dipingesse lui e il suo fratellone all’altalena, con i petali della magnolia che cadevano

attorno.

La prima volta che aveva visto i suoi disegni, nonostante la tenera età, aveva subito notato che quel pittole, oltre ad

essere molto amico del suo fratellone, aveva una quantità industriale di tele che lo raffiguravano, ripreso da varie

angolazioni o vari momenti di vita quotidiana. Quindi, il piccolo aveva deciso che, per il suo quinto compleanno e

l’imminente partenza del fratello più grande, per non sentirne troppo la mancanza, doveva avere un dipinto da quel

pittole, con lui e suo fratello.

E quel pittole, con  i suoi bellissimi capelli neri coperti da quel suo basco verde e quel sorrisone che lanciava – di tanto in

tanto – a Jeff, beh, era proprio pittolesco.

Finalmente il suo fratellone li aveva raggiunti e, dopo aver salutato il suo amico pittole, gli aveva dato un piccolo bacio

sulla fronte.

Lo appoggiò sull’altalena e cominciò a dondolarlo piano: il piccolo aveva paura dell’alta velocità. Passarono alcune ore,

quando il piccolino, vedendo che il pittole stava scendendo dal colle con la sua tela, per poco non si lanciò dall’altalena

quando, dopo vari impacciati movimenti riuscì a liberarsi della giostra, lo raggiunse tutto eccitato.

Il pittole, vedendolo trottolare nella sua direzione, sfoggiò di nuovo quel suo sorrisone pittolesco e, fermandosi poco

prima del piccolo, si abbassò quel che bastava per scompigliargli i capelli.

« Pittole, allora?! » S’imbronciò il piccolo, mettendo un finto broncio – tale e quale al fratello più grande – e sbattendo i

piedini per terra.

« Eccolo, signorino Ben » e con un gesto maestoso gliela mostrò, che per lo stupore spalancò quei suoi occhietti limpidi

limpidi ed esclamò un “whooooahh” fin troppo esaltato.

 «’lone Jeff! ’lone! Guadda! Whoooah! » Esclamò il piccolo, saltellando su un piede e l’altro mentre Jeff li raggiungeva.

« Woah! Cosa ti dicevo, Ben? Questo è davvero bellissimo » disse il biondo al più piccolo, mentre con gli occhi esprimeva

tutta la sua meraviglia contenuta in quella perfezione al pittole.

« Uhm... ma…quetto, cos’è? » Chiese il piccolo, vedendo un piccolo scarabocchio all’angolo della tela.

« Quelle, Ben, sono le mie iniziali » disse il pittole. « N. D. , Nick Duvall. Così ti ricorderai di me » rispose con quel

sorrisone pittolesco.

« Oh, ma io non lo dimeticcchellò mai, pittole! Un giolno ti sposelò! » Annuì convinto il piccino, guardando ammirato il suo

artista, facendo sbiancare il fratello più grande.

« Prima, Ben, dovrai passar sul mio cadavere » lo zittì il più grande, mentre il piccolo, ignorando il commento del fratello,

continuava a contemplare ogni sfumatura del suo pittolesco dipinto.

 

* * 
 

Note: Fluff a volontààààààà *spargefluff*
POV di Ben Sterling, e posso dire che mi appartiene ( LOL ) al contrario di Nick e Jeff x'D
Quindi, il linguaggio da bambino è voluto. Lo trovo adorabileeee.
Non è un piccolo genio, quel furbetto? Eh? EH? *______* #ilovekid

N/D: Ecco il terzo giorno. AU!Niff.
Il mio cervello quando ha letto AU!Niff ha letteralmente letto MegaLynchofcourse ( più l'aggiunta di baby!Ross.)
Sì, il piccolo Ben è in realtà Ross da piccolo. Guardatevi il video della Famiglia Lynch a Natale u_u
E se ve lo state chiedendo, sì, Kim "la moglie di Curt Mega" è solo copertura u___u 
Sappiamo tutti che Curt sta con Riker, basta vedere i loro tweet u__u
Con questo discorso che potete benissimo ignorare, chiudo per stasera. 
Un'ultima cosa: ho notato che un certo Nick, alias Curt, ha fatto scalpore nella fic precedente. 
Ben 19 "like". Cioè io vi a m o ! E le recensioni.. god! Non ho parole. Sul serio, non credevo di arrivare a questi livelli, con le mie schifezzuole *o*. 
Vi adoro, ma tanto lo sapete già <3 
A domani con l'ANGSTTTTTTT - prepara il testamento.
R i n.

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Capitolo 4
*** #4day: Vive ogni giorno come se fosse il primo. ***


Autore: R i n
Fandom: Glee
Titolo:  Niff!Week
Genere: Generale, Comico, Fluff.. e poi vedrò!
Avvertimenti: Raccolta, One-Shot, Drabble, Flashfic, missing moments, future!fic, AU, What if...? 
Rating: 
Verde, per ora.
Contoparole (per questa): 1.580
Note: Alla fine

  

Day 4 : Why are you so sad?
Title: Vive ogni giorno come se fosse il primo

 

Colui che inventò la fatidica frase "E vissero per sempre felici e contenti" dovrebbe esser preso a calci nel fondoschiena,

senza tanti complimenti.

Quando la propria vita un attimo prima è perfetta, come ogni altro giorno, il momento dopo, zag, ecco che crolla il

mondo addosso… E non si ha più nessun motivo per vivere o respirare o mangiare.

E vissero per sempre felici e contenti, un bel fottuto tubo! ” 

Questo era il genere di pensiero che attraversava la mente di Jeff, quel pomeriggio di aprile, mentre si trovava in una

sala d'aspetto dell'ospedale.

Già, ospedale.

Sembravano esser passati secoli da quando, quel stesso mattino, Nick, forgiando quel suo fantastico sorriso e datogli

un bacio sulle labbra, era uscito dall’ alloggio che condividevano da quasi due anni, dicendogli che si sarebbero visti

quella sera.

« Ho un impegno di lavoro » si era scusato, in risposta all'occhiata interrogativa dell'altro, ed era uscito in fretta e furia,

lasciandolo  da solo a mangiare pancake.

 

*

Ed ora, eccolo lì, seduto su una stramaledetta sedia dell’ospedale, ad esser divorato dall’ansia e domandarsi perché il

suo ragazzo era stato ritrovato in tutt’altro posto tranne dove doveva essere.

L’avevano chiamato tre ore prima dicendogli che il moro aveva avuto un incidente. Una trave – gli avevano detto – si

era staccata dal gancio ed era balzata fuori dalla zona rossa, ferendo i passanti. Il più grave era stato, proprio, Nick.

« La trave l’ha colpito alla testa, provocandogli una profonda ferita alla tempia » aveva concluso l’infermiera al telefono.

Jeff era corso subito all’ospedale, rischiando, persino, di beccarsi una multa per eccesso di velocità, ma la cosa, al

momento, non gli importava.
 
Nick aveva avuto un incidente.

Nick era in sala operatoria.

Nick era in condizioni drastiche.
 
Ed ora eccolo lì, ad aspettare che qualche infermiera, medico, chirurgo o chiunque altro gli dicesse che Nick stava bene,

che era vivo. Il solo terrore di perdere il suo ragazzo, la sua anima gemella,  faceva rabbrividire il povero Jeff.

 

*

Diverse ore dopo, un' infermiera si materializzò davanti a Jeff per portargli notizie del suo ragazzo. «Le sue condizioni

sono stabili - aveva detto - ma ha subìto un delicato intervento al cervello. La ferita era profonda, molto probabilmente

avrà riportato qualche danno celebrale » aveva concluso, con un’ espressione triste e decisamente poco professionale,

per essere un’infermiera.

Il biondo aveva immagazzinato quelle parole in un angolo remoto della sua mente, perché l’unica cosa che gli

interessava, al momento, era che Nick fosse vivo. Infatti, saputa la notizia, aveva corso fino alla stanza di Nick e quando

l'aveva visto lì, nel letto, con gran parte della testa rasata e una fascia sulla fronte, che dormiva pacificamente, si era

tranquillizzato, perché nonostante tutto era ancora il suo Nick. Si sedette al suo capezzale, guardandolo tenendogli la

mano mentre riposava, per poi scivolare anche lui stesso in un sonno ristoro.

Quando Jeff si svegliò, notò che era già notte, dato che la stanza era illuminata dalla luce di un abatjour e il primo

pensiero fu che quel giorno era il loro secondo anniversario, ed erano dove non dovevano essere. Alzò gli occhi per

vedere se Nick si fosse svegliato e, notò con sorpresa, lo stava fissando.
 
Ma il suo sguardo non era quello solito... era uno sguardo, come dire... curioso?
 
« Tu.. mi sei apparso in sogno » gli disse Nick, con ancora quello sguardo tra il meravigliato e il sorpreso. « Sei un

angelo? » Domandò innocentemente e per un momento Jeff credette che Nick stesse scherzando. Nick, però, era

proprio serio. Rimase spiazzato e per poco il suo cuore non smise di battere

« Nick, s-sai chi sono ? » Domandò titubante il biondo.

L'altro non rispose, anzi, continuò a guardarlo ammaliato e, in un sussurro, bisbigliò qualcosa riguardante un angelo.

« Gli angeli ce l’hanno un nome? » Gli chiese poi il moro con far pensieroso.
 
E Jeff, Jeff era come pietrificato.
 
Nick non poteva aver perso la memoria.

Nick non poteva aver dimenticato tutto.

Nick non poteva aver dimenticato lui.
 
Con una scusa il biondo lasciò la mano del moro e abbandonò quella stanza.

Aveva bisogno di respirare e urgentemente di un medico.

Aveva bisogno di sentir qualcosa, tutto tranne quella verità che stava prendendo forma nel suo cervello a velocità

impressionante.

Perché se davvero Nick aveva perso la memoria

Solo a pensarci, Jeff sentiva l’aria farsi sempre più pesante e  stava soffocando.

Si sentiva soffocare e non poteva lottare, non riusciva a lottare.
 
Quando raggiunse l’infermiera con il responsabile che si  occupava di Nick e chiese ulteriori spiegazioni per poco a Jeff

non venne un mancamento. Tutto quello che riuscì a cogliere in quel complicatissimo discorso, tra le varie espressioni

poco rassicuranti dell’infermiera e le supposizioni del medico, furono solo “…perdita di memoria..” “…avere tanta

pazienza…” ed “…è una questione delicata…” “…vive ogni giorno come se fosse il primo…”

« Cosa? » Li interruppe il biondo. « Vive ogni giorno come se fosse il primo? In che senso? » Continuò, non riuscendo a

capire cosa volessero dire.

I due medici lo confortarono dicendo che quella di Nick non era una malattia, ma un danno celebrale: egli, infatti, soffriva

di perdite di memoria a breve termine.

Tutto ciò che faceva durante il giorno, con la notte,se lo dimenticava.

“ Vive ogni giorno come se fosse il primo .” 

Jeff, sentendo quelle parole, prima crollò, dando voce al suo dolore: pianse lacrime amare, lacrime di disperazione,

lacrime che sapevano di Nick, e soffocò ogni gemito, ogni singhiozzo, lì, accovacciato in un angolo dell’ospedale, mentre

l’infermiera, delicatamente gli poggiava una mano sulla spalla. “Lei non può capire” si diceva Jeff. “Lei non poteva

capire” continuava.

L’infermiera s’azzardò a dire che, forse, c’era un piccola possibilità che avrebbe potuto fare in modo che tornasse come

prima, ma tutto era ancora in via sperimentale.

Sentendo quelle parole, Jeff si rianimò, perché, se c’era anche una sola possibilità, avrebbe fatto di tutto pur di aver

indietro il suo Nick, perché non riusciva a sopravvivere senza di lui.

Domandò all’infermiera tutte quelle cose che potevano aiutar Nick a recuperar la memoria, e anche se ci fosse voluto del

tempo Jeff non si sarebbe arreso, avrebbe lottato, continuamente, per Nick.


Da quel giorno Jeff cambiò e lo fece per Nick.

Comprò una quantità industriale di post-it, di vari colori – rallegravano il letto di Nick, si diceva – e ci scrisse sopra

semplici parole come “ stiamo insieme”, “ viviamo assieme” e “ la tua memoria fa schifo” e altre cose così.

A colpire Nick, però, notò Jeff, furono le fotografie.

Quando la prima volta, qualche giorno dopo l’incidente, Nick vide una loro fotografia - all’epoca erano ancora alla Dalton

-  ne rimase affascinato e si fece raccontare da Jeff tutti i particolari.

Un giorno, guardando una foto del loro primo appuntamento, Nick gli chiese che sapore avesse un bacio, un loro bacio,

e Jeff, non trovava parole per quella domanda. Lo baciò, in modo che potesse ricordar qualcosa, in modo che trovasse

lui stesso la risposta alla sua domanda. Lo baciò e fu proprio come il loro primo bacio, dolce, impacciato e molto

profondo.

Per Jeff, era un bacio come tanti altri, ma per Nick ogni bacio era come se fosse il primo.

 

*

I giorni passavano ma la memoria di Nick non faceva progressi e la pazienza di Jeff stava raggiungendo il suo limite. Dai

baci seguirono le lacrime poi le litigate poi ancora le coccole e altro ancora, tutto – prontamente - dimenticato da Nick il

giorno dopo e Jeff soffriva.

Ma poi, Nick sognava di loro e lo raccontava a Jeff e finivano che facevano l’amore, in quel letto d’ospedale e Nick si

addormentava felice sulla spalla del biondo e il giorno dopo si cominciava tutto da capo.
 
I giorni diventarono mesi, ma la memoria di Nick non faceva progressi e quando Jeff non ce la faceva più, scattava in

piedi e usciva da quella prigione. Lo abbandonava solo , in quella stanza fin troppo piena di ricordi, mentre gli urlava

contro che tutto quello era troppo, troppo per lui.

“Non ne posso più!” Gli urlava, con le lacrime agli occhi.  “ Che senso ha continuare se tu poi non ti ricordi niente?” E  

ancora :  “ tanto vale che ti dicessi che preferirei fossi morto o che ti soffocherei con il cuscino, tanto sarebbe inutile

perché tu continueresti a dimenticare tutto!” Sbottava la sera e, senza aspettar risposta, se ne andava.

Eppure il giorno dopo, tornava da Nick pentendosi delle sue scenate, scusandosi perché era uno stupido e quella

situazione lo soffocava terribilmente.

 

*

Un giorno, però quando tornò alla stanza la trovò vuota. Nick non era lì. Un attacco di panico colpì il biondo, già

temendo il peggio. Quando si voltò, per chiamare qualche infermiera, andò a sbattere contro un ragazzo.

« Ehi, siamo in ospedale, Jeffie. Non in un cimitero, a giudicare dalla tua faccia » Ridacchiò il moro.

Jeff lo guardò meravigliato e stupidamente gli chiese se si ricordava di lui, di loro e Nick gli rispose di sì, che stavano

insieme e che si ricordava tutto, dal giorno dell’incidente.

« Così non mi dovrai soffocare con un cuscino » gli disse, con uno filo di dispiacere al ricordo della scenata della sera

prima e l’attimo dopo Jeff lo baciava, lo stringeva, lo possedeva come non mai.

*

Nonostante quel che si dice, l’amore è più forte, persino della malattia.

Questo Jeff l’aveva imparato sulla propria pelle.
 
 

 * *

Note: I'm sorry. . . 

N/A : Inanzitutto, mi scuso per il ritardo. Ieri è stata una giornataccia. 
Vi prego, non odiatemi per questo quarto giorno, ero ispirata! 
Nella mia mente era tutto più bello e diverso, invece questa cosa fa schifo.
E ho persino cambiato il FINALE! Dovreste ringraziarmi u_u

-
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-
-
Piccolo OT - riguardante il finale di questa Niff - tra me e Whateverhappened, mia amatissima beta.
W: ma tu volevi farla finire con Nick che non si ricorda di Jeff? saaadica


R: no, volevo finirla con la morte di NIck dopo che gli ritornava la memoria.. u.u
W: AAAAAAH. Sadica al quadratooo. Penso che non ti avrei perdonata, sappilo.
R: I know, çwç 
Fine OT . 

Si, potete odiarmi. 
A domani, (dovrebbe esser oggi) per il Noel!Niff.
R i n.

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Capitolo 5
*** #5day: Il Natale che vorrei. ***


Autore: R i n
Fandom: Glee
Titolo:  Niff!Week
Genere: Generale, Comico, Fluff.. e poi vedrò!
Avvertimenti: Raccolta, One-Shot, Drabble, Flashfic, missing moments, future!fic, AU, What if...? 
Rating: 
Verde, per ora.
Contoparole (per questa): 709
Note: Alla fine

  

Day 5 : A very Niff Christmas
Title: Il Natale che vorrei

 

Il periodo più bello dell’anno per Jeff era, senza ombra di dubbio, il Natale. Quando tornava a casa per le vacanze, la

trovava piena di ghirlande, luci e all’angolo della stanza – accanto al camino - c’era un bellissimo e addobbatissimo

albero di Natale con, di fianco le calze dei rispettivi proprietari.

La cosa più sorprendente di tutte, e che Jeff adorava, era che ogni anno i colori cambiavano. Se un anno si decideva di

addobbare di giallo - rosso, l’anno dopo si passava al blu - argento e così via.
 

*

 
Quell’anno Jeff aveva deciso di trascorrere il suo Natale alla Dalton, assieme ai Warblers.

Era il primo che passava con loro, ed era il primo anno che lo passava con il suo ragazzo. Con enorme piacere del

biondo, avevano la possibilità di addobbare la propria stanza, come se fosse stata casa loro, a patto che non

infrangessero alcuna regola.

Il biondo, inoltre, pregustava già l’addobbamento della Dalton, con le sue luci soffuse, vari nastri rosso-blu, colori-

simbolo della scuola oltre a varie ghirlande sparse qua e là con un enorme albero di Natale, piazzato in mezzo alla sala,

e i rispettivi regali sotto.

Con quel pensiero in testa, passò la mattina della vigilia ad abbellire la propria stanza, sotto lo sguardo divertito di

Nick: mentre fissò una ghirlanda alla porta, appoggiò un alberello sul davanzale della finestra, decorandolo con nastri

rossi e blu. Accanto appese due grandi calze, una rossa – sua – e una blu per Nick.

Continuò ad abbellire ogni angolo scoperto con vari nastri, poi si occupò delle vetrate, che decorò con degli stampini

spruzzandoci sopra della neve finta.

«Neve finta? Davvero?» Esclamò divertito il moro.

«È incantevole!» Gli rispose il biondo, terminando il lavoro, con un’ultima spruzzata.

Dopo qualche ora i due entrarono nella Sala comune e Jeff, già pregustando l’addobbamento sognato, rimase sbigottito

davanti a quella vista.

Non si aspettava, di certo, che la stanza fosse addobbata come aveva immaginato, ma un alberello con qualche nastro

poteva starci, invece… nulla. Non c’era niente.

«Di sicuro non credevo di trovare una stanza piena di luci colorate, un albero di Natale all’angolo ed enormi regali e

calze appese al camino, con i Warblers che indossano i cappellini di Babbo Natale! Quello che vedo, però, è solo una

misera stanza addobbata per la festa dei morti viventi!» Esclamò il biondo, andandosene, lasciando Nick e gli altri

alquanto perplessi.
 
Il biondo era sdraiato sul letto, intento a soffiare bolle di sapone, quando all’improvviso no virgola il suo compagno di

stanza entrò come una furia. Nick gli intimò di vestirsi e senza far storie di seguirlo, dopo avergli bendato gli occhi con la

propria cravatta. Il moro lo trascinò fuori dalla stanza, dalla scuola e – a giudicare dal rumore – stavano volando su un

qualche aereo, volando verso una meta sconosciuta per Jeff. Quando chiese a Nick che cosa stesse tramando, dato che

lui voleva passare il suo Natale nella bellezza della sua camera, in tutta risposta il moro gli ficcò un biscotto natalizio in

bocca, senza tanti complimenti.
 
Se Jeff credeva di dover passare il peggior Natale della sua vita, quando scese da quello che scoprì essere un jet

privato e venne finalmente liberato dalla cravatta rimase senza fiato.

Sì, colpito, perché non si aspettava di certo di finire a Rockefeller Center, ad ammirare uno degli alberi di Natale più belli

sulla faccia della Terra.  

Guardò il moro e con occhi lucidi gli mimò un “grazie”, perché sì, stava passando il miglior Natale di sempre. Se Jeff,

però, credeva che le sorprese fossero finite, si sbagliava di grosso.

Seguì lo sguardo di Nick e vide che al centro dell’albero c’erano gli altri Warblers con i loro cappelli rossi, che intonavano

una bellissima canzone natalizia, mentre piccoli fiocchi di neve cadevano dal cielo.

« È il miglior Natale di sempre, Nick » gli sussurrò all’orecchio che per tutta risposta lo baciò. Lo baciò con passione,

come quei baci lenti, dolci, dove le loro lingue s’incontrano, si cercano, si stuzzicano e che hanno il sapore del vero

amore.

Si staccarono, per riprendere fiato e Nick gli sussurrò, con aria certamente maliziosa, che le sorprese non erano finite.

Sì, Jeff Sterling stava passando il miglior Natale di sempre.

 

* * 

Note: Questa storia è stato un parto. Dato che siamo ad Aprile avevo poca ispirazione natalizia LOL quindi mi sono vista i video di Riker, quello di Natale *-* et voilà! Inoltre questa storia doveva era già pronta sabato, ma il mio pc ha deciso di ravviarsi e così ho perso tutto, pioichè che ho fatto casini con il salvataggio ed ho dovuto riscrivere tutto. ç___ç Hip hip urrà for me -.-

N/D: Chissà se qualcuno nota la battutina klainosa che ho messo.. ovviamente, adattandola alla storia.
E.. bho, ho guardato su Google maps quanto dista Westerville da Rockefeller Center ed erano tipo 6 ore, mi pare. 
Quindi, ho fatto di Nick un riccone che aveva a sua disposizione il Jet privato. u.u
Bene, ora vado. A domani (poco probabile) con il prossimo.. Engagement!Niff di cui ho, tipo, 0 idee. 
Tutti sanno che la notte porta consiglio LOL
A presto, 
R i n.

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Capitolo 6
*** #6day: L'inizio della nostra storia ***


Autore: R i n
Fandom: Glee
Titolo:  Niff!Week
Genere: Generale, Comico, Fluff.. e poi vedrò!
Avvertimenti: Raccolta, One-Shot, Drabble, Flashfic, missing moments, future!fic, AU, What if...? 
Rating: 
Verde, per ora.
Contoparole (per questa): 1603
Note: Alla fine

  

Day 6 : Engagement!
Title: L'inizio della nostra storia

 

Se pensate che questa storia sia come le altre, vi sbagliate di grosso, poiché nessuna storia ha mai avuto protagonisti tali idioti. Se non fosse statoper me, Trent Nixon, i due menzionati...
Beh, non avrebbero una storia, adesso.
 
Quella che vi sto per raccontare, fidatevi, è solo l’inizio: il resto non c’è dato saperlo.
 
Era una piovosa serata di novembre e tutti i Warblers – compreso me – erano riuniti nella Grande Sala, per rivedere – sotto gli occhi vigili di Wes e David - l’ultima prova e poi saremmo statitutti liberi.
Finite le capovolte, finite le piroette, finito tutto quello che si doveva finire, ci fuchi tornòin camera e chi – come me, David, Wes, Thad, Blaine, Nick e Jeff – si stava preparandoper la prima grande maratona di Twister nella storia della Dalton.
 
Wes, con il suo martelletto, richiamò l’ordine nella stanza e tutti ci zittimmo all’istante mentre prendeva una ciotola contenente dei nomi arrotolati e lo passò a David, che ne estrasse uno. La persona che veniva sorteggiata stava di guardia a girar la rotella e dettar istruzioni. Caso volle che a uscire fosse il mio nome.
Beh, non potevo sperare di meglio.
 
Vedete, qualche mese prima, Nick era venuto a trovare in camera e, dopo essersi assicurato che non ci fosse nessuno, mi aveva confidato– tra un giuramento e l’altro – che era innamorato. Innamorato del suo migliore amico. Nick non voleva dichiararsi per vari – e stupidi, aggiungerei – motivi ed era sicurissimo che Jeff fosse etero.
Da quel giorno, dopo la confessione di Nick, avevo decisodi osservare quei due.
Quando chiacchieravano in gruppo, uno lanciava fugaci occhiate all’altro e viceversa, senza che i loro sguardi s’incrociassero. Stavano spesso vicini, come se fossero legati da un filo invisibile e quando erano lontani, uno cercava con lo sguardo l’altro finché non lo vedeva. Insomma, era palese che anche Jeff provasse qualcosa per Nick, anche perché una volta l’avevo beccato mentre fissava il fondoschiena del moro e, quando mi aveva visto, aveva distolto velocemente lo sguardo, arrossendo furiosamente.
Nonmi sarei certo aspettatoche il biondo mi facesse visita qualche ora dopo e, deja-vù, anche lui, dopo essersi assicurato che in stanza non ci fosse nessuno,aveva confessatoche era innamorato di Nick.
In altre parole, avevo due stupidi amici che inconsapevolmente si filavano dietro a vicenda, da – stando alle loro confessioni - …mesi. Mesi!
 
Era giunto il momento di far muovere le acque e, quella sera, la maratona a Twister era un’ottima esca. La fortuna volle che ad occupare il trono e dettar istruzioni osservando la scena fossi proprio io.
 
Ad aprire le danze fu Blaine, che mise il piede destro sul colore verde, poi venne il turno di Nick, mano sinistra sul giallo, seguito da Wes, mano sinistra sul blu. Thad, invece, mise il piede sinistro sul giallo mentre a Jeff toccò la mano sinistra sul giallo, inconsciamente proprio vicino a Nick A chiudere la fila fu David, con il piede destro sul rosso.
La serata proseguì, con mille difficoltà dei giocatori sistemati in posizioni così strane e ambigue, mentre mani e piedi erano intrecciati in quello che sembrava un miscuglio di arti, senza aver la possibilità di capire a chi appartenessero.
Alcuni giocatori, come Blaine, David, e Wes, dopo vari turni, decisero di lasciare il gioco, poiché stava diventando una cosa impossibile. A tener duro rimasero solo Nick, Jeff e Thad.
Jeff era sistemato a forma di arco, a pancia insù, con la mano destra sul rosso, il piede sinistro sul verde, la mano sinistra sul giallo e il piede destro sul blu. Davanti a lui c’era Nick, con la mano e il piede destro sul rosso e l’altro piede sul verde e aspettava il suo turno. Thad, che dava le spalle agli altri due, si sbilanciò mentre cercava di spostarsi, andando a sbattere contro Nick e rotolando con lui sopra a Jeff
Dall’alto del mio trono, naturalmente, notai tutta la scena e mi accorsi che i due, nonostante fossero schiacciati dal dolce peso di Thad, erano talmente vicini che le loro labbra quasisi sfioravano.Si poteva sentire Nick deglutire con forza, mentre le guance di Jeff assunserosfumature rossastre.
Che cosa buffa, però! Tentavano di comportarsi da persone mature quando in realtà non erano altro che adolescenti alla loro prima cotta.
Nick si alzò di scatto – con una faccia a dir poco cadaverica, notai – e scrollando il povero Thad dal suo corpo, presosi le scarpe, lasciò la stanza senza proferir parola, sotto lo sguardo allibito di Jeff e quello confuso di Thad intento a massaggiarsi il sedere.
Jeff mi lanciò un’occhiata e capii che voleva raggiungere il suo amico e senza aspettar risposta, si alzò e raggiunse la lorocamera, dove sicuramente c’era Nick.
 
*
Jeff trovò la camera apparentemente vuota, anche se una dolce scia di Hugo Boss aleggiava nella stanza, segno che Nick era effettivamente lì.
«Nick, sei in bagno?» disse, appoggiando l’orecchio alla porta. Sentìuna specie di grugnito strozzato venire dall’altra parte che lo fecepreoccupare.
«Nick, se non esci subito da lì, giuro che sfondo la porta! Perciò, se ci sei appoggiato, scansati!»
Jeff, continuando a non ricevere risposta, arretrò di qualche passo per prendere la rincorsa e, ignaro che Nick avesse girato la toppa della porta e si fosse spostato dalla traiettoria, prese lo slancio e dopo aver sfondato la porta, andò a sbattere contro il pavimento del bagno, tutto sotto gli occhi di dell’altroche lo guardava cercando di non ridere.
«Cavoli, sono proprio un’idiota… Che… Che pessima figura che ho fatto» borbottò Jeff imbarazzato, mentre si passava nervosamente la mano tra i capelli e guardava ovunque tranne che il moro.
«Perché eri così preoccupato?» Gli chiese Nick, avvicinandosi un poco.
«Eri strano» gli disse il biondo, guardandolo intensamente.
«Anche tu» confessò l’altro, mentre il biondo alzava un sopracciglio.
«Che ti succede, Nick?» continuò Jeff, mentre l’altro arrossiva tutt’un tratto.
«Io…» Bofonchiò il moro mentre si alzava, lasciando la frase sospesa.
 
Tutto accadde in una frazione di secondoe senza dar il tempo al cervello di connettere ciò che era successo. Un attimo prima, la mano di Jeff afferravail braccio di Nick tirandolo e l’attimo dopo il biondo era a un centimetro dalla bocca dell’altro.
I loro respiri erano sincronizzati e il profumo di Jeff arrivava forte e potente alle narici di Nick, tanto da mandarlo in estasi. Il moro incrociò gli occhi dell’altro e mentre la presa sul suo polso si allentava, Jeff azzerò la distanza con un timido bacio a fior di labbra e poi un altro e un altro ancora.
I piccoli timidi baci divennero dei veri baci, dolci e intensi allo stesso tempo.
I due non avevano bisogno di spiegarsi, per quello, c’era tempo.
Erano quei baci repressi, tanto immaginati e agognati che bramavano tanto.
E si baciarono, un po’ goffi e inesperti com’erano, mentre le loro mani esploravano la pelle dell’altro fino a posarsi sulla nuca. E così restarono, abbracciandosi e baciandosi, per un po’ di tempo.
«Jeff… Hai cambiato il profumo» sussurrò il moro, staccandosi dalla spalla dov’era appoggiato guardando il biondo.
«Sono tre giorni che lo uso…  Me l’aveva consigliato Trent» si giustificò l’altro, strusciando il naso contro la spalla.
«Trent» scandì lentamente Nick più a se stesso che all’altro, mentre un sorriso sfociava sulle sue labbra. Non doveva essere una coincidenza che il biondo usasse un profumo che il moro amava e che a consigliarlo era stato proprio quell’unico amico cui Nick stesso aveva confessato, esattamente sei giorni prima, che l’avrebbe voluto sentire su Jeff.
Il moro prese con la mano il mento del biondo e, prima di baciarlo, gli sussurrò «Discrezione, Jeff» e continuò a lambirgli dolcemente il mento.
 
*
 
Passarono dei giorni, che divennero settimane, dalla serata di Twister e beh, non persi d’occhio quei due. La faccenda mi puzzava, perché sentivo dentro di me che c’era qualcosa, qualcosa che al momento mi sfuggiva. Insomma, si comportavano normalmente, solo che – notai, con occhio attento – c’erano dei piccoli e fugaci momenti in cui capitavano carezze, piccoli strusciamenti e sguardi intensi. In pratica, la loro tensione sessuale si tagliava con un coltello e il mio cervello stava elaborando tesi – una sempre più improbabile dell’altra, poiché i soggetti erano tali, o li reputavo io stesso, idioti – e… avevo bisogno di una conferma. Perciò presi i miei libri di trigonometria e mi avviai, con una scusa, verso la camera di Nick e Jeff e senza bussare mi precipitai dentro.
La scena, signori miei, che mi capitò davanti agli occhi non la dimenticherò mai. Mai. Giuro.
Sul letto, circondati da patatine, nutella, pop-corn e libri aperti, c’erano i due sopraccitati idioti, avvolti in un miscuglio di quel che sembravano gambe e braccia, uno accorpato all’altro che … oddio,  no. Non vado oltre.
«T-Trent?» Domandò Jeff, sbiancando di colpo.
A quella scena, ogni tassello nella mia mente si aggiustò e... quei due... quei due idioti, da quella sera – m’impiccassi io, ne ero certo – stavano..stavano insieme! Insieme! E a nessuno dei due era passato non dico per il cervello, ma almeno per l’anticamera di avvisarmi, con qualsiasi mezzo! Insomma, prima mi avevano confidato i loro segreti e poi, puff, tanti saluti al povero Trent che aveva cercato in tutti i modi di aiutarli. Tzk, che bel ringraziamento.
Rimasi imbambolato a fissarli e, dato che nessuno dei dueparlava,  mi voltai e feci per uscire. Fu allora che mi giunse alle orecchie un flebile «Grazie,amico» e un sorriso sfiorò le mie labbra.
Beh, che dire? Quello che successe dopo questo fatto non c’è dato saperlo; ricordatevi solo, cari lettori, niente è impossibile.
Parola di Trent Nixon.
 
The End.

***

Note: FATE UNA STATUA A TRENT/DOM. Perchè, diamine, senza lui la Niff/MegaLynch non esiste u__u 
Dopo questa, posso anche andarmene. 
Sì, il POV è .... di Trent Nixon. Amore, lui.
N/A: Scusate l'eeeeenorme ritardo. Ma ho un casino di cose, tra cui una mini-long Klaine in progress e tra lavoro,studio,glee,studio,glee,studio,glee,studio 24 ore al giorno non  bastano, manco morta.
Quindi, perdonatemi, please!  
E poi, scrivere questa OS è stato un vero e proprio parto. 

..

Grazie a tutti voi, per le recensioni, per le visite...Grazie. 
A presto, 
Rin.

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