Un bizzarro gruppo di amici

di Hero98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I due fratelli ***
Capitolo 2: *** Presidente alle prese con il Bad Touch Trio ***
Capitolo 3: *** Non tutto appare com'è realmente ***
Capitolo 4: *** Sospensione ***



Capitolo 1
*** I due fratelli ***


Foggia, una piccola città nella parte settentrionale della Puglia, la cosiddetta Capitanata. Ha avuto una grande storia ma adesso è considerata una delle provincie peggiori d’Italia. Vandalismo incontrollato, furti, immondizia ovunque… Questo è il panorama. Ma con le dovute attenzioni si riesce a viverci con serenità.
E’ proprio in questa città che vive Gabriella, una ragazza di quindici anni dai lunghi capelli scuri e gli occhi verdi. Frequenta il Liceo Classico Vincenzo Lanza situato davanti una grande piazza con una fontana nel centro di Foggia, dove intorno alle aiuole, seduti su muretti di pietra, si fermavano gli studenti del liceo. E così la mattina era movimentato più che mai, l’aria fredda invasa da urli, risate e voci varie. Un’esplosione di energia.
E Gabriella, pur non essendo molto socievole, si era ritrovata con un gruppo di amici piuttosto bizzarro.
Scese alla fermata dell’autobus con le mani bianche per il freddo a reggere le bretelle dello zaino per non far sforzare troppo la schiena. Non le piaceva l’inverno perché non sopportava essere limitata nei movimenti da sciarpe, guanti, cappelli, giubbotti… L’unica cosa che le piaceva era la neve ma, purtroppo, non cadeva mai a Foggia.
-Iella! – un urlo la distolse dai suoi pensieri per concentrarsi sulla figura alta che stava correndo nella sua direzione con un braccio alzato che continuava ad agitare a destra e a sinistra per salutarla e farsi notare.
-Ciao Alfred… - sospirò la ragazza quando la figura era ormai a due passi da lei e sorrideva. Alfred era il ragazzo più esuberante, impertinente e vitale che avesse mai conosciuto. Cercava ogni volta di essere al centro dell’attenzione e ci riusciva sempre. Non sempre in modo positivo però…
Era biondo, con due ciuffi che gli ricadevano ai lati del viso sempre allegro e luminoso. Aveva due occhi splendidi, azzurri come specchi d’acqua che risaltavano dietro le lenti degli occhiali, una volta le disse che li portava solo per bellezza. Anche il fisico era perfetto con solo un lieve accenno di pancia coperto dalle ampie felpe che adorava portare. Poteva essere considerato un sex-simbol, anche se lui preferiva essere definito un eroe, l’unico problema era il suo carattere esasperante.
-Iella, come va oggi? – esclamò con il solito sorriso tenendo le mani in tasca, forse per proteggerle dal freddo.
-Bene, grazie. Ma per favore non chiamarmi in quel modo, se proprio vuoi usare un diminutivo chiamami Gabri… - rispose la bruna con un’espressione rassegnata di chi sa già la risposta.
-No, troppo banale! – come aveva previsto. La ragazza sospirò poi notò una figura dietro il biondo.
-Buongiorno Matthew! – sorrise a un ragazzo quasi identico all’altro. Questo era esile e aveva i capelli sempre biondi ma con un taglio più lungo di quello del fratello. Si, erano quasi gemelli, li dividevano solo dieci mesi di differenza che catalogavano Alfred come  “fratello minore”, cosa che lui non sopportava perché non voleva essere secondo a nessuno, nemmeno a suo fratello.
-Buongiorno anche a te… - sussurrò Matthew in risposta accennando un timido sorriso e facendo un passo avanti per stare affianco al fratello.
Un'altra caratteristica di Matthew era che essendo molto timoroso e riservato passava più volte inosservato e quelle poche volte che riusciva ad essere notato lo scambiavano per il fratello minore. Per questo motivo spesso i due avevano discussioni che li portavano a non rivolgersi la parola per un po’ di tempo. Ma alla fine prevaleva il grande affetto che provavano l’uno per l’altro e diventavano più uniti di prima.
Era solo una questione di invidia: Alfred desiderava essere dolce e bravo come Matthew, invece quest’ultimo ammirava il fratello per la sua capacità di parlare con chiunque con naturalezza e affrontare ogni situazione con entusiasmo.
Insomma erano una bella coppia e a Gabriella a volte dispiaceva poterli incontrare solo prima di entrare a scuola, siccome frequentavano entrambi una classe superiore alla sua.
Li salutò con un gesto della mano per poi entrare nella sua aula. La attendeva una lunga mattinata.

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Capitolo 2
*** Presidente alle prese con il Bad Touch Trio ***


Gabriella si lasciò sfuggire uno sbadiglio cercando subito di coprirlo con la mano. Erano ormai quattro ore che stava seduta su quella scomoda sedia e sentiva un leggero formicolio attraversarle le gambe. Alzò la mano e appena il professore di matematica, un uomo sulla quarantina dall’aria trasandata, i capelli brizzolati e gli occhi azzurri che brillavano di una luce sinistra dietro le lenti spesse degli occhiali, le concesse la parola chiese di uscire. Appena fu fuori dall’aula e si chiuse la porta alle spalle iniziò a stiracchiarsi e a camminare per il corridoio deserto. Finalmente un po’ di libertà, le era venuto mal di testa alla vista di tutte quelle formule e figure poligonali. Ad un tratto qualcuno alle sue spalle la rimproverò:- Signorina cosa fa, una passeggiata per i corridoi?
Subito la ragazza si irrigidì e balbettando imbarazzata si girò verso la voce:- Mi scusi… io… - tirò un sospiro di sollievo quando riconobbe quella figura esile:- Ma sei tu Arthur! Mi hai fatta spaventare!
Il ragazzo scoppiò a ridere divertito cercando di darsi un certo contegno con una mano davanti le labbra. Arthur era il presidente del Consiglio d’Istituto, un ragazzo preciso e pignolo che odiava la confusione. Non era molto paziente e neanche molto socievole infatti andava d’accordo con pochissime persone e aveva più nemici che amici. Aveva sempre amato studiare per questo molti lo prendevano in giro e lo chiamavano “secchione” ma lui non ci aveva mai dato peso. Non era poi così alto, aveva i capelli biondi corti sempre in disordine, la carnagione pallida e dei meravigliosi occhi verdi. Per la corporatura esile non era molto forte.
-Piuttosto tu che fai in giro? –chiese Gabriella sorridendogli appena.
-Devo portare dei documenti al preside –rispose tranquillo il biondo mostrandole una cartellina di cartone azzurra che teneva sotto braccio.
All’improvviso qualcuno si avvicinò a noi e mi porse una rosa.
-Bonjour! –disse con voce calda e fece l’occhiolino a entrambi sorridendo con un fare molto malizioso.
Quel ragazzo era Francis. Sua madre era francese per questo ogni tanto si lasciava sfuggire qualche termine in quella lingua che adorava, la considerava elegante, la lingua dell’amore. Era alto quanto Arthur, i capelli di un biondo più chiaro portati lunghi fino alle spalle e mossi. A volte li legava in una coda bassa con un nastro lasciando comunque due ciuffi ad incorniciargli il viso dove spiccavano due occhi turchesi. Era un omosessuale dichiarato e non si vergognava affatto di attaccarsi come una cozza a qualunque suo conoscente, maschio o femmina che fosse. Soprattutto si divertiva ad irritare Arthur che non lo sopportava proprio nonostante si conoscessero dalle scuole medie e fossero in rapporti abbastanza buoni.
-Che fai in giro, rana? Tornatene in classe! –sbuffò il presidente guardandolo severo.
-Sto solo andando in bagno ad incontrare Antonio e Gilbert! Non ti scaldare… -rispose sorridente Francis accennando appena una calda risata per poi salutarci con un cenno della mano ed entrare in una porta poco più avanti nel corridoio.
Antonio e Gilbert sono i migliori amici di Francis. Insieme formano il “Bad Touch Trio” conosciuto in tutto il liceo per i continui guai che causavano. Inoltre avevano una certa fama come corteggiatori… L’unico etero nel gruppo era Gilbert un ragazzo albino dagli occhi rosso acceso che incuteva un po’ di timore anche a causa del solito ghigno che aveva sempre dipinto sul volto. Era anche il più egocentrico del gruppo e si considerava il “Magnifico” ma era anche molto generoso e per i suoi amici avrebbe fatto di tutto. Poi c’era Antonio di origini spagnole. Era alto quanto Francis, aveva i capelli castani che ricadevano in riccioli morbidi sul viso abbronzato e gli occhi verde oliva sempre luminosi. Gabriella non aveva mai visto scomparire dal suo volto il sorriso che a volte gli dava un aria un po’ idiota. Quasi tutte le ragazze del liceo gli andavano dietro. Conosceva Francis sin dalla prima elementare e sono sempre stati in ottimi rapporti, infatti non litigavano quasi mai e se accadeva il giorno dopo andavano di nuovo d’amore e d’accordo come se non fosse successo nulla.
Quel Trio esasperava e non poco Arthur che come presidente del Consiglio Studentesco doveva occuparsi della sicurezza della scuola.
Gabriella stava ancora riflettendo sulla rosa che gli aveva gentilmente donato Francis, chiedendosi dove le prendesse tutte quelle rose che regalava in giro, quando un rumore abbastanza forte proveniente dal bagno seguito dalle risate dei tre ragazzi fece sobbalzare Arthur costringendolo a correre per vedere cosa avessero combinato.
La ragazza lo seguì rimanendo però sulla soglia, dopotutto era il bagno dei maschi. Lo spettacolo era disastroso. Un lavandino era stato staccato e lasciato cadere a terra e dal tubo usciva un getto d’acqua che stava facendo allagare la stanza. Arthur si portò le mani tra i capelli disordinati in preda allo sconforto. Le tre pesti lanciarono una bombetta fumogena sul pavimento e se ne scapparono dalla stanza mentre i due poveri testimoni del misfatto tossivano convulsamente con le mani davanti bocca e naso e gli occhi chiusi da cui uscivano lacrime per l’irritazione causata dal fumo.
Si allontanarono velocemente e appena riuscirono a calmare la tosse il presidente strinse i pugni e con la voce ancora un po’ roca urlò:- Me la pagherete maledetti vandali!


Angolino di Hero~
Allora... sono ancora nella fase delle presentazioni. Ho notato che la storia non ha avuto poi così tanto successo ma ho voluto continuarla comunque perchè ci tengo molto e poi avendola appena iniziata ho pensato che i lettori si sarebbero appassionati dopo... Comunque spero che la storia sia di vostro gradimento. Bye bye! :D

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Capitolo 3
*** Non tutto appare com'è realmente ***


Gabriella, con il permesso di Arthur, era entrata nel bagno dei maschi dopo che il fumo si era diradato e l’acqua fermata. Avevano chiamato subito un collaboratore scolastico per fermare il getto che allagava la stanza per poi telefonare subito al preside e informarlo della situazione.
-Signor preside… sono mortificato, non so davvero come possa essere accaduto. Si… vi farò trovare quei tre delinquenti in ufficio. Arrivederci. –il biondo allontanò il suo cellulare dall’orecchio per poi premere il tasto rosso e chiudere la chiamata. Chiuse lo sportellino che fece illuminare lo schermo esterno mostrando l’ora e se lo infilò nella tasca dei jeans. Notò che era già l’una e che probabilmente avrebbero fatto tardi entrambi quel giorno nel rientrare a casa. Non che gli interessasse più di tanto, infatti viveva da solo in un piccolo appartamento facilmente raggiungibile con l’autobus. Piuttosto non voleva disturbare l’amica trattenendola ulteriormente:- Gabriella, se vuoi puoi tornare a casa. Qui me ne occupo io. –disse infatti con un sorriso gentile.
La ragazza scosse il capo e disse decisa:- No, oggi mia madre è fuori per lavoro quindi non importa se tornò più tardi. Questa situazione mi interessa.
Infatti, sebbene quel trio ne avesse combinate di tutti i colori, non era mai arrivato a causare un simile danno alla scuola e questo la insospettiva. Che ci fosse qualcosa dietro?
Lasciò scorrere lo sguardo lungo le pareti della stanza completamente ripulita dalle scritte e i disegni che prima la ricoprivano in modo disordinato. C’erano ancora dei segni, alcuni lasciavano ancora intuire cosa prima ci fosse scritto proprio nel punto in cui si trovavano, altri più sbiaditi e lontani era impossibile decifrarli. Ma la cosa che più attirò l’attenzione di Gabriella fu un’enorme scritta in vernice rossa, o almeno ciò che ne rimaneva dopo l’ondata d’acqua, che spiccava sulla parete di fronte il lavabo che il Bad Touch Trio aveva staccato. Ormai era quasi illeggibile, si scorgeva solo qualche lettera come una A all’inizio, una U con affianco qualche segno che lasciava intuire ci fosse una R, poi sotto di esse c’era una specie di serpente stilizzato che doveva essere una S, due C, un IO e infine tre linee orizzontali una sotto l’altra. Quasi sul pavimento si scorgeva la parte più rovinata che mostrava solo la parte superiore di qualche lettera come una linea orizzontale, un piccolo semicerchio un po’ più avanti e un altro alla fine.
Un terribile presentimento invase la mente della giovane che allarmata lanciò un’occhiata ad un Arthur che prendeva appunti su un piccolo blocchetto dove spiccava una bandiera del Regno Unito. Era un ragazzo troppo sveglio per non essersi accorto di niente. Infatti si girò verso di lei e guardandola con i suoi occhi color verde smeraldo, velati da una leggera insicurezza, disse:- Hai visto quella scritta…? Lì penso ci fosse scritto qualcosa contro di me…
Il tono con cui pronunciò quelle parole era incredibilmente triste. Anche se dimostrava sempre che non gli importassero gli insulti di qualche sciocco ragazzo in realtà tutte le persone che lo conoscevano bene sapevano che lo ferivano. Come biasimarlo dopotutto, a nessuno fa piacere essere disprezzati quando ci si impegna a fondo in qualcosa. E Arthur era molto sensibile anche se voleva sembrare forte.
La ragazza si concentrò sulla scritta. Le era chiaro che ci fosse scritto “ARTHUR SECCHIONE” sulle prime due righe, ma l’ultima la metteva in difficoltà in quanto ridotta a qualche segno sconnesso, comunque dedusse si trattasse di qualche insulto pesante.
Lasciarono la stanza e decisero di andare a recuperare i tre vandali. Arthur sarebbe andato nella classe di Antonio e Gilbert, mentre Gabriella avrebbe dovuto chiamare Francis.
I due si separarono dirigendosi nelle parti opposte del corridoio. La ragazza camminava svelta seguita dal rumore dei suoi passi che risuonava sottile tra le pareti. Arrivata davanti la porta dell’aula di Francis busso leggermente con le nocche aspettando che il professore esclamasse un “Avanti!” per poterla aprire e fare la propria comparsa nell’ampia stanza.
Il suo sguardo si posò subito sul ragazzo biondo che stava tranquillamente seduto al suo posto in fondo all’aula. Sembrava rilassato nonostante il disastro che aveva causato con i suoi migliori amici.
-Francis Bonnefoy deve uscire… -disse Gabriella continuando a fissare impassibile il ragazzo nonostante stesse parlando con il professore che nel frattempo la osservava a sua volta incredulo. A quelle parole qualche ragazzo nella stanza iniziò a ridere e a mormorare frasi come “Bonnefoy ha la ragazza” e “Forse è l’ultima vittima che ha mollato” che furono subito messe a tacere dall’ultima parte della frase: -…è convocato dal preside.
Subito un silenzio da cimitero invase l’aula e tutti gli occhi erano puntati su Francis che invece si alzò tranquillo per seguirla nel corridoio.
Una volta fuori la ragazza lo guardò negli occhi turchesi e scandendo bene le parole per dargli un tono più deciso disse:-Quella scritta nel bagno c’entra qualcosa. Dimmi subito perché l’hai fatto.
Lui si passò una mano fra i capelli biondi e sorrise caldamente:- Su quel muro c’era scritto qualcosa di tremendamente offensivo nei confronti del piccolo bruchetto… -era così che Francis chiamava Arthur da quando, da bambini, lo aveva trovato con i capelli lunghissimi e così disordinati da sembrare un bruco peloso.
Dopo una breve pausa continuò:- Non potevo permettere che quelle parole lo ferissero e la cosa più semplice era farle sparire con un getto d’acqua. Purtroppo non abbiamo avuto molto tempo… -Si lasciò scappare un sospiro rassegnato e con un leggero sorriso imbarazzato che raramente si dipingeva sul suo volto domandò alla ragazza:- L’ha vista vero? A volte vorrei che non fosse così intelligente…
Gabriella annuì con un lieve cenno del capo, sapeva che non era solo uno scherzo di cattivo gusto. E non rimase poi così sorpresa, quei due si volevano un gran bene.

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Capitolo 4
*** Sospensione ***


Il Bad Touch Trio uscì dall’ufficio del preside. Francis aveva un’aria molto imbarazzata, Gilbert sembrava davvero infuriato, mentre Antonio sorrideva tranquillo.
-Allora com’è andata?- chiese Gabriella, che aveva aspettato con un Arthur piuttosto agitato nel corridoio.
Il presidente del Consiglio Studentesco smise di camminare avanti e indietro e incrociò le braccia al petto facendo scorrere lo sguardo verde veleno negli occhi leggermente intimoriti dei tre vandali.
Dopo qualche minuto imbarazzante Antonio, sempre sorridente, si decise a rispondere anche per i suoi amici:- Siamo stati sospesi! Io per un giorno, Gilbert per due e Francis per tre.
Gabriella gli rivolse uno sguardo confuso chiedendosi del perché di quelle distinzioni. La sua curiosità fu colmata da Gilbert:- Questo deficiente! –indicò accusatore Francis – Si è messo in testa di fare l’altruista e di prendersi tutta la colpa!
La ragazza si girò verso il biondo che stava giocherellando con una ciocca di capelli in evidente imbarazzo. Nel frattempo Antonio era scoppiato in un’allegra risata:- Però a differenza mia, che sono stato zitto, Gilbert ha voluto contestare le scelte del preside e quindi ha ricevuto un giorno in più di sospensione!
L’albino gli rivolse uno sguardo omicida, poi lasciò che un ghigno si disegnasse sulle sue labbra:- Quel vecchio non capisce la mia Magnificenza! Avevo ragione io, naturalmente, ma solo perché lui è il Boss allora noi dobbiamo baciargli i piedi!
-Gilbert! –lo rimproverò Arthur irritato che offendessero un suo superiore.
L’albino volse lo sguardo altrove e si zittì.
Allora il biondo continuò:- E’ la seconda volta che vi sospendono quest’anno, per non parlare di tutte le note disciplinari… quando vi darete una calmata?
La domanda scatenò la risata di tutti e tre i ragazzi.
-Non possiamo cambiare, sarebbe come se tu prendessi appena la sufficienza in tutte le materie! –esclamò il mezzo francese ridendo caldamente.
Arthur sospirò poi finalmente decisero di uscire dalla scuola, Francis e Arthur si diressero verso la macchina del primo, Gilbert saltò in sella alla sua bici e Antonio e Gabriella raggiunsero la fermata dell’autobus per tornare a casa.
-Ehi bastardo! Si può sapere cosa passa in quella tua testa di cazzo?! –delle urla isteriche fecero voltare i due amici. Un ragazzo non molto alto e infuriato si stava dirigendo a larghi passi verso di loro. Si fermò proprio davanti Antonio guardandolo con gli occhi ambrati che sembravano volerlo incenerire.
-Oh, ciao Lovi! –lo salutò sorridente ignorando i suoi insulti piuttosto coloriti.
Lovino Vargas, il ragazzo più irritabile e volgare che Gabriella abbia mai conosciuto. Aveva i capelli castani e lisci che gli coprivano la fronte con due ciuffi, vestiva sempre alla moda ed era un vero playboy. Infatti, mentre con i ragazzi berciava in continuazione, con le ragazze era sempre galante e gentile. Purtroppo per lui, però, riceveva un’esasperante corte da Antonio. Quest’ultimo più volte aveva ribadito che Lovino era stato un colpo di fulmine e aveva capito che era l’amore della sua vita, e più volte il diretto interessato aveva cordialmente risposto “con tutte le fottute persone che si potevano incontrare in questa merda di città proprio il frocio bastardo doveva capitarmi?!” Ma Antonio non si era mai fatto buttar giù dai continui rifiuti e i costanti insulti gratuiti, a quanto pare per lui l’amore, oltre a essere cieco, era anche sordo.
-Ciao Lovi un cazzo! Si può sapere perché cazzo ti sei fatto sospendere?! Non che mi interessi, ma non vedo l’ora che te ne vai dalla mia fottuta scuola! – continuò infuriato Lovino, che era di un paio d’anni più giovane. Poi si accorse della presenza della ragazza e le sorrise cordiale:- Sono desolato Gabriella che tu debba assistere a queste sfuriate per colpa di quel fottuto bastardo…
Antonio cercò di dire qualcosa per difendersi ma Lovino glielo impedì con uno sguardo omicida e un “Taci, bastardo! Non voglio sentire una sola parola”. Poi salutò Gabriella con gentilezza e se ne andò com’era arrivato.
I due amici rimasti basiti da quell’uragano si guardarono e sospirarono. Quante altre volte era successo!



Angolino di Hero~
Ho messo un'immagine di presentazione della storia... fatta da me naturalmente. Spero vi piaccia.

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