Il Settimo Cavaliere - Una Strana Missione

di lames76
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Preludio ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Preludio ***


Prologo

Menion cadde a terra dalla solita altezza di circa due metri. Faceva missioni per Faerie da parecchio tempo, ma non aveva ancora imparato a non ruzzolare per terra quando sbucava attraverso il passaggio magico.
Apparentemente, stavolta non indossava nessuna armatura ed, ad attutire l’impatto, fu un piccolo tavolino di legno che ando' sonoramente in frantumi nell’istante in cui la sua schiena vi sbatte' sopra con forza.
"Possibile che non ci sia un altro modo per viaggiare?", si chiese massaggiandosi la schiena mentre si rialzava, "O almeno per atterrare!", il ragazzo ebbe solo il tempo di rendersi conto che si trovava nel soggiorno di una casa di stile vittoriano prima che un urlo di donna lo facesse trasalire.
Si volto' e vide che a lanciarlo era stata una donna dai capelli neri ornati da qualche ciocca bianca, che indossava jeans ed una maglietta bianca.
Nel mentre Menion tentava di scrollarsi di dosso i trucioli ed i pezzetti di legno che si erano staccati dal tavolino, cercando anche di alzarsi in piedi.
Le donna, ripresasi dallo stupore, pronuncio' alcune frasi seccamente in una lingua musicale. Uno strano scintillio apparve attorno alle sue braccia e, quando lei le sposto' seccamente in avanti, la strana luce fu proiettata contro Menion.
Il ragazzo fu sollevato da terra da un’esplosione luminosa e fu sbattuto contro un armadietto che era alle sue spalle. Anche questo fini' sfondato prima che lui ricadesse a terra stordito.
"E’ meglio reagire", penso' Menion mentre la rabbia di essersi fatto cogliere di sorpresa cominciava a ribollire in lui.
Con un pensiero e la sua spada magica gli apparve in mano mentre si rialzava.
La donna ripete' il gesto, stavolta con piu' violenza, ma il Cavaliere di Faerie era pronto e sposto' la sua arma come a pare il colpo. Senti' una forte botta contro la lama quando quella strana luce la colpi', ma riusci' a bloccare la magia. La donna lo guardo' sorpresa.
«Lasciami spiegar...», inizio' a dire Menion.
Ma lei fece un movimento diverso, sparando la sua luce verso l’alto colpendo una riloga. Una tendina cadde addosso al cavaliere e lei ne approfitto' per scaraventarlo, con un’altra esplosione luminosa, fuori da una finestra. Rotolando tra i cocci di vetro, Menion si libero' della tendina e si accorse di essere all’aperto. Si affretto' a scivolare fuori vista ed ad acquattarsi dietro una siepe. Pochi istanti dopo la signora apparve sulla soglia della sua dimora e si guardo' in giro cercandolo.
Non avendolo visto, rientro' in casa.

Menion si ritrovo' a camminare per le strade di una grande citta' moderna. Riusci' immediatamente a capire dove si trovava, il Golden Gate indicava chiaramente che era a San Francisco. Si chiese cosa diavolo ci faceva li', in tutte le missioni che aveva svolto per Faerie, ed erano ormai molte, era sempre stato mandato indietro nel tempo. Stavolta invece era nel presente ed era anche quasi certo che fosse nella sua stessa linea temporale!
"Se me l’avessero detto ci sarei venuto in aereo", penso' mentre camminava senza una meta precisa, "Cosi' mi sarei risparmiato la caduta e l’incontro con quella pazza scatenata..."
Senza rendersene conto si accorse che oramai si era fatta sera e la luna faceva capolino tra i palazzi. Ora si trovava in una specie di giardino di fronte a quello che poteva essere un campus universitario. Si fermo' da un lato della stradina che stava percorrendo ed estrasse il suo specchietto. Pochi istanti dopo l’immagine di Tintinnio apparve su di esso.
«Tutto bene?», gli chiese la fata.
Menion preferi' non rispondere per non dover insultare la sua piccola amica.
«Questa volta la tua missione sara' diversa dal solito. Sono in gioco forze molto potenti. Non dovrai restare in disparte, ma dovrai assolutamente difendere questa bambina... ad ogni costo», sullo specchietto apparve il volto di una giovanissima ragazza dai capelli rosso fuoco, «Attualmente si trova a poche decine di metri da te, il suo nome e' Elora»
«Perche' questa volta e' diverso?», chiese il cavaliere.
Di solito doveva solo far si' che il male non interferisse con la storia senza interferire con essa. Tintinnio era stata molto chiara su quella faccenda durante la sua prima missione. Ma stavolta gli aveva detto che doveva attivamente difendere quella ragazzina... un cambiamento del tutto inaspettato.
«Lei e' speciale, ma purtroppo non posso dirti di piu' ora, anche io sono stata colta alla sprovvista da questo cambio di programma», la fatina era visibilmente amareggiata.
«Va bene, sai che non me la prendo con te!», cerco' di rincuorarla lui.
«In bocca al lupo Menion!», si affretto' a salutarlo l’essere fatato.
La superficie torno' normalmente a riflettere il suo volto dall’espressione corrucciata.
"Tintinnio ha detto che e' attualmente vicino a me", si guardo' intorno, "Allora potrebbe essere in quella biblioteca", con passo sicuro vi entro'.

Impiego' solo pochi istanti per trovarla. Era seduta ad una scrivania insieme ad una ragazza piu' grande che, come la bambina, sfoggiava capelli rossi. Stavano sfogliando un enorme libro ed in quel momento, nella sala non c’era nessun’altra persona.
«Sei Elora?», Menion si era avvicinato a loro.
«Si perche'...», quando la ragazza piu' grande alzo' gli occhi dal libro si blocco' con nello sguardo la paura. Fece rapidamente alzare la piccola e poi inizio' a retrocedere il piu' velocemente possibile.
«Fermatevi non voglio farvi del male!», cerco' di calmarle lui.
La ragazza piu' grande sembro' credergli e si fermo', ma si mantenne ad una distanza di sicurezza e fece mettere Elora dietro di lei preparandola a fuggire a gambe levate.
«Sono stato mandato qui per proteggere quella bambina», il cavaliere cerco' di usare un tono di voce convincente.
«Da cosa?», gli chiese la ragazza piu' grande.
«Dal... male», rispose lui incerto se dire di piu', «Vi sembrera' impossibile, ma nel nostro mondo camminano anche esseri malvagi come... »
«...mostri?», fini' per lui la frase la giovane.
Menion si fermo' un attimo. Come poteva lei sapere certe cose?
«E tu chi saresti?», pareva incuriosita ed un po’ meno spaventata ora.
«Sono un Cavaliere di Faerie», rispose lui, «Siamo un ordine di cavalieri dedito alla protezione degli innocenti e della storia...»
Sembrava piu' propensa a credergli, «E’ per questo che hai attaccato la mia maestra stamane?»
"Allora era sua amica quella furia scatenata!", penso' imbarazzato, «A dire il vero e' stato un malinteso. Mi sono materializzato nel mezzo del suo salotto e deve essersi spaventa...»
Un imbarazzante silenzio si frappose tra loro.
«...mi impegno a ripagare tutti i danni naturalmente», le sorrise.
Lei rispose al sorriso con circospezione.
«Mi chiamo Menion», cerco' di portare il discorso a qualcosa di meno pauroso.
«Io sono Marie», rispose la ragazza piu' grande, «E mi sembra che tu conosca gia' la mia piccola amica...»
"Cavolo qui non si giunge a nulla cosi'!", penso' lui, «Come posso farmi credere?»
La ragazza parve pensare per un lungo attimo, «Potresti darmi la tua arma»
«Va bene», rispose Menion e fece apparire la sua lama in pugno con un solo pensiero, poi si sposto' verso di loro. La ragazza lancio' un urlo, si allontano' spingendo via la piccola.
Immediatamente il giovane si blocco' sul posto.
«Scusa!», mise la spada sulla scrivania precedentemente occupata dal duo femminile ed arretro'.
Marie si avvicino' ed impugno' l’arma; sembro' soddisfatta della cosa.
«Bene ora andiamo a casa», disse con voce calma, «Ma non fare nulla oppure la usero' contro di te!», si affretto' ad aggiungere puntandogli l’arma contro.
"Se solo sapessi non puo' ferirmi e che con un pensiero potrebbe tornarmi in mano, non saresti cosi' spavalda", penso' amaramente Menion seguendola fuori.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

«Eccoci arrivati!», esclamo' felice Marie mentre Menion accostava al marciapiede e fermava la macchina. La ragazza l’aveva fatto accomodare al posto di guida, aveva fatto sedere Elora al posto del passeggero e poi si era seduta dietro di lui. In questo modo si sentiva sicura e, nella sua testa pensava che avrebbe potuto infilzare Menion se questi avesse cercato di fare un tentativo di aggredire lei o la bambina.
Scesero e Marie gli indico' il portone della grande casa. Il ragazzo noto' che la finestra che aveva sfondato quella mattina non era ancora stata riparata ed ora era coperta da della carta di giornale. Arrivarono fino alla porta e la giovane la apri' con la sua chiave poi, appena furono dentro, chiamo' l’amica. Menion sorrise quando vide l’espressione di stupore della donna alla sua vista.
«Ma sei pazza?», chiese stupefatta rivolta a Marie, «L’hai portato qui in casa!», poi noto' la bambina, «E lei chi e'?»
«L’ho incontrata stamattina alla fine delle lezioni», spiego' la giovane, «Vagava per il campus ed era in stato di shock. E’ solo riuscita a dirmi che si chiama Elora. Quando l’ho toccata ho avuto una...», venne interrotta da una gomitata della donna, «Questo me lo dirai dopo...», poi Marie si affretto' a riferire il suo incontro con Menion ed alla fine tutte e due si girarono a guardarlo.
«Che cos’hai da dire?», chiese la signora.
«Che e' tutto vero», rispose con calma lui.
Rimasero in silenzio a guardarsi senza sapere cosa fare.
«Allora dacci una prova», lo incalzo' lei.
«Beh, la prova e' che siete ancora vive», rispose prontamente lui, «Se fossi stato un essere malvagio non lo sareste piu'...»
Le due si guardarono stupite.
«Hai molta fiducia in te», lo sfido'.
Menion non le rispose ma agi'.
Con un solo pensiero la sua spada scomparve dalle mani di Marie e apparve nelle sue. Ancora prima che la lama si fosse materializzata del tutto nella sua mano, si lancio' in una capriola a terra scontrando la ragazza che l’aveva accompagnato mandandola a gambe all’aria, poi, con un unico fluido movimento, si rialzo' e punto' la sua lama alla gola della donna.
Rimase qualche istante a fissare negli occhi la stessa, poi sposto' la spada e la fece sparire.
«Visto?», le disse con aria trionfante.
Il suo trionfo duro' solo pochi istanti perche' con un movimento improvviso della mano la donna lo scaravento' contro la parete con una piccola esplosione di luce.
«Va bene ti credo», ma si affretto' ad aggiungere, «Per ora...»

Si era formata una specie di "tregua armata" tra quelle strane donne ed il Cavaliere di Faerie. Ora lui sedeva nel salottino della casa, dove solo poche ore prima era apparso dal nulla, seduta di fronte a lui in completo silenzio stava Elora e vicino a lei Gwynn, la donna. Marie, era scesa in cantina per consultare i libri della loro biblioteca personale, per controllare se era menzionato il suo ordine cavalleresco. Quando aveva cercato di parlare con la donna lei aveva elegantemente concluso ogni conversazione con un sorriso. E Menion aveva capito che era rimasta per controllarlo... forse perche' sembrava la sola che gli potesse tenere testa in combattimento.
Passarono diversi minuti e poi la ragazza sali' dalle scale.
«Allora sono stato graziato?», chiese Menion senza entusiasmo.
Marie lo ignoro' e si diresse invece verso Gwynn.
«Non c’e' scritto nulla a proposito dei Cavalieri di Faerie...», lo sguardo della ragazza era glaciale, «Pero' non c’e' scritto neppure che esiste un essere malvagio con una spada come la sua»
«Siamo ad un’empasse», Menion si alzo' e noto' che le donne si spostarono guardinghe, «Voi non vi fidate di me ed io non posso proteggere lei»
«Perche' dovremmo crederti?», domando' allora Marie, «Voglio dire, se tu sei il prescelto che deve salvare Elora allora perche' io avrei avuto quella visione?»
«Che visione?», Menion parve perplesso, mentre Gwynn le rivolse uno sguardo severo.
Menion osservo' le due con crescente curiosita'. Gwynn intanto aveva preso un telefono e stava chiamando qualcuno. Parlo' alcuni minuti, poi, dopo aver attivato il viva-voce si rivolse al ragazzo.
«Ripeti chi sei», disse con voce mono tono.
«Sono un cavaliere di Faerie e sono stato mandato per proteggere la ragazzina», Menion rispose con lo stesso tono.
«Serghjej tu hai mai sentito parlare di questi cavalieri?», domando' a sua volta Gwynn.
«Si, sono cavalieri che viaggiano nel tempo per evitare che le forze malvagie cambino il corso della storia o qualcosa del genere... tu saresti uno di loro?», rispose una voce maschile dal pesante accento russo.
«Esattamente», Menion si senti' un po’ piu' tranquillo, finalmente qualcuno aveva sentito parlare di Faerie, ora sarebbe stato piu' facile convincere quelle due pazze a lasciargli fare il suo lavoro.
«Gia', ma chi ci dice che tu sei davvero uno di questi cavalieri?», fece Marie per niente convinta, «Tanto per cominciare noi non ci troviamo in un’epoca passata... vieni forse dal futuro tu?»
Menion comincio' a sentirsi in difficolta', «A dire il vero no... appartengo alla vostra stessa epoca»
Gwynn ringrazio' la persona e chiuse la comunicazione. Lei e Marie si scambiarono uno sguardo colmo di diffidenza, «E’ meglio prenderci cura della ragazzina ora, poi decideremo se e' il caso di credergli o meno, va bene?», le sagge parole della piu' grande delle due donne posero fine a quel confronto.
Almeno si era giunti ad una tregua penso' fra se' Menion stanco di continue discussioni.

Quella sera cenarono tutti quanti insieme con una lauta cena composta da panini imbottiti, poi Elora venne sistemata nella stanza di Marie e le due decisero che ciascuna delle donne a turno avrebbero vegliato su di lei, mentre Menion riusci' ad ottenere solo un posto sul divano del salotto al piano inferiore di fronte ai resti del tavolino che aveva sfondato quella mattina.
Il primo turno di guardia tocco' a Gwynn, mentre Marie si sistemo' anche lei nel salotto per tenere d’occhio il ragazzo con la spada di cui nessuna delle due si fidava.
«Non ho bisogno di una balia», protesto' Menion offeso, «Perche' non mi lasci in pace?»
«Lasciarti in pace io? Guarda che sei tu che sei piombato in casa nostra senza essere invitato! Nessuno ti trattiene qui, puoi andartene quando vuoi!»
Il giovane decise di lasciar perdere ogni discussione e si arrese all’idea di dover passare l’intera notte in compagnia di quella ragazza.
Tutto era tranquillo. Menion era indeciso se fare un pisolino o restare sveglio.
Proprio mentre stava per abbandonarsi al sonno, senza alcun preavviso a parte il suono come di un risucchio, al centro della stanza apparve una creatura strana e terribile: pareva una specie di grosso insetto antropomorfo. La testa era quella di una mantide, dotata di due grandi occhi segmentati e due mascelle che si aprivano e si chiudevano ritmicamente, le braccia erano lunghe ed artigliate ma apparentemente umane, mentre il corpo era ricoperto da una sorta di tonaca o saio nero che impedivano di scorgerne i contorni e che gli arrivava fino ai piedi.
Appena apparso fece saettare un artiglio verso il corpo di Marie che non si era accorta di nulla ed in quel momento stava camminando avanti ed indietro al centro della stanza. Agendo completamente di istinto, con un balzo, Menion si frappose tra loro evocando la sua spada. Il mostro ritrasse l’arto e dopo aver emesso un forte stridio, scomparve nel nulla.
«Grazie!», balbetto' la ragazza troppo sorpresa per essere scioccata, «Se non fossi intervenuto mi avrebbe sicuramente ferita o peggio...»
«Come mai non hai usato i tuoi poteri per difenderti?», si informo' allora Menion, «Se ho capito Gwynn e' in grado di lanciare delle sfere di energia... tu non potevi fare lo stesso?»
Marie scosse il capo, «Non sono poteri... noi siamo... e' difficile parlarne con persone che non sono come noi... siamo... dotate di poteri magici... siamo druidi», vide, con stupore, che il ragazzo non era sconvolto dalla rivelazione, «Io ho iniziato come una wicca e poi Gwynn mi ha insegnato a poter operare veramente delle magie. Rispetto a quello che c’e' scritto sui libri e che ci tramandano i miti non siamo onnipotenti. Ognuna di noi e' specializzata in particolari campi: la mia maestra puo' controllare dei frammenti di luce ed usarli come armi, mentre io ho delle visioni»
«Cioe'? Predici il futuro?»
La ragazza parve riflettere un istante, chiedendosi se fosse il caso di raccontargli tutte quelle cose, in fondo ancora non c’era nessuna prova sul fatto che Menion non fosse un loro nemico, ma alla fine decise di dargli fiducia, in fondo le aveva appena salvato la vita.
«Posso vedere cosa accadra' nel futuro di una persona semplicemente toccandola, cosi'...», e per fargli capire gli prese una mano. Menion la osservo' assumere un’espressione strana e ritrarsi immediatamente.
«Hai visto qualcosa?»
«No, nulla!», ma aveva decisamente l’aria di mentire. Non gli avrebbe mai rivelato, nemmeno sotto tortura, che aveva appena visto lei e lui che si baciavano alla luce di un lampione.
«Se hai visto qualcosa puoi dirmelo, non mi spaventero', anzi magari mi aiuterai ad evitare che succeda»
Marie sembrava molto imbarazzata e riusci' a dire soltanto: «Ti ho detto che non ho visto nulla! Perche' non mi credi?»
«Perche' voi avete forse creduto alle mie parole?», fece Menion per nulla convinto.
Mentre discutevano Gwynn arrivo' dal piano superiore chiedendo alla sua allieva cosa fosse successo. Marie si affretto' a raggiungerla ed inizio' a spiegarle.
Intanto il cavaliere si era chiuso nel silenzio a riflettere.
C’erano troppe incongruenze in quella missione! Quelle donne sembravano abbastanza potenti da poter difendere da sole Elora, allora perche' lui era stato mandato? E chi era Elora, che ruolo ricopriva quella bambina? E quel mostro apparso nel soggiorno poco prima? Avrebbe potuto facilmente colpire Marie o lui, ma non l’aveva fatto, aveva semplicemente scelto di mostrarsi per poi scomparire... strano... Ma soprattutto, perche', a differenza di tutte le altre missioni che aveva compiuto, stavolta doveva partecipare attivamente?
Mentre era ancora intento a pensare avverti' un brivido corrergli lungo la schiena. Aveva gia' sentito quella sensazione e non gli piaceva affatto.
Proprio per niente.
Senza pensare fece comparire la sua lama magica in pugno.
«Cosa diavolo succede!», esclamo' Gwynn allarmata dalla mossa del ragazzo.
«Andate immediatamente di sopra!», urlo' in risposta Menion girandosi come a fronteggiare l’ingresso della grande casa.
Si avverti' un sibilo sordo e poi una serie di colpi secchi. Per ognuno dei colpi uno dei cardini della pesante porta d’ingresso salto' via, fino a che la stessa, non piu' sostenuta da nulla, crollo' a terra con un boato sordo. Una folata di vento e foglie secche si abbatte' nel soggiorno e sulla soglia apparve una figura incappucciata di nero che si stagliava sullo sfondo esterno illuminato dai lampioni. L’intruso fece alcuni passi entrando in casa e poi, una volta che si trovo' sotto la luce, abbasso' il cappuccio.
Con grande sorpresa delle due donne il volto che apparve non era quello di un brutto e deforme mostro, ma di uno splendido ragazzo biondo con occhi verdi, che sorrise calorosamente appena si accorse degli sguardi delle due. Ma fra loro si frappose Menion impugnando a due mani la sua arma.
«Ah, dovevo sapere che avrebbero mandato te, "cavaliere di riserva"...», lo apostrofo' con voce molto calma.
«Mattew non e' mai un piacere incontrarti!», ruggi' in risposta con una rabbia tremenda che traspariva ad ogni parola, «Forse stavolta riusciro' a toglierti quel sorrisetto dalla bocca!»
«Mi spiace "fratello", ma non sono qui per giocare con te», appena l’intruso pronuncio' quelle parole si senti' un urlo provenire dal piano di sopra, poi un fragore, come qualcosa caduto a terra pesantemente.
«Elora!», esclamo' Menion lanciandosi su per le scale seguita a ruota dalle due donne.
Il giovane fu il primo ad arrivare nella stanza di Marie. L’insetto antropomorfo teneva tra le braccia la bambina.
Il cavaliere si lancio' verso il mostro, ma questi letteralmente scomparve nel nulla, portando con se' la bambina e lasciando il ragazzo ad urlare di frustrazione.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

Si trovavano nel soggiorno della casa. Menion era seduto sul divanetto centrale mentre le due donne lo fissavano d’in piedi con aria inquisitoria. Dopo la scomparsa del "mostro insetto" si erano accorti che anche l’altro intruso, il ragazzo "bel tenebroso" era scomparso nel nulla
«Penso che tu abbia qualcosa da spiegarci», inizio' l’interrogatorio Gwynn.
«Ne so quanto voi...», menti' con poco entusiasmo il cavaliere.
«Chi era quel ragazzo che ha distrutto la porta?», chiese Marie fissandolo negli occhi.
«Non lo so», rispose Menion con un filo di voce distogliendo lo sguardo.
«Ti ha chiamato fratello!», gli urlo' Gwynn ora molto arrabbiata.
Dopo un lungo sospiro il ragazzo si decise a confessare tutto, «Noi ci chiamiamo cosi' tra cavalieri... siamo fratelli nella nostra missione...», sospiro', «Ma questa e' una faccenda... di cui non parlo volentieri», fece una paura, «Ed e' anche una storia molto lunga...»
«Abbiamo tempo», ripose Marie accomodandosi di fronte a lui.
Sembrava la piu' propensa delle due a credergli e la piu' incuriosita del saperne di piu'.
«Da dove iniziare?», si chiese Menion, «Sapete, la prima volta che giunsi a Faerie, quando diventai cavaliere, la fata che ora e' la mia Voce, cioe' colei che mi guida, mi disse una frase che mi lascio' interdetto: "Voglio dire che sette cavalieri esistono, esisteranno e sono sempre esistiti". Ma come poteva essere se io non ero ancora diventato il settimo cavaliere di Faerie? Alla fine, e con l’esperienza, capii. Faerie e' un luogo magico che esiste al di la' di qualunque continuum spazio temporale, e' in ogni tempo contemporaneamente... basta aprire un passaggio e si puo' raggiungere qualunque epoca, presente, passata o futura... beh per le future ci sono un mare di problemi ma questo non c’entra...», fece una pausa cercando di capire se era stato chiaro poi riprese, «Ebbene, mi autoconvinsi che sette cavalieri erano sempre esistiti perche' per Faerie io ero gia' un cavaliere! Lo ero stato dal momento della mia nascita. Anzi lo ero anche prima di nascere nella mia linea temporale perche' per Faerie, la preistoria con i dinosauri e l’eta' moderna... sono solo due stanze che si possono raggiungere, non sono due tempi distinti! So che e' complicato da spiegare... e da capire...»
«Hai detto che ti autoconvincesti», ora anche Gwynn pareva interessata, «Non e' cosi'?»
«Beh diciamo che e' cosi'...», sospiro' non sapendo se poteva dire altro, «...ma ho scoperto che, prima di me, c’era gia' stato un settimo cavaliere»
«Vuoi dire che quel tipo delle porta...», la donna era allibita.
«Si era lui il mio predecessore!», Menion strinse i pugni con rabbia, «Mattew Matrai, nato nel 1951, arruolato nei cavalieri di Faerie nel nostro 1976. Aspetto' di aver accumulato abbastanza esperienza e poi tradi' l’ordine. E’ una faccenda di cui non parliamo mai a nessuno. Mai, in tutta la storia era successa una cosa del genere. Quando appresi la notizia rimasi sconcertato. Lui apparteneva alla mia stessa linea temporale!»
«Ma sembra cosi' giovane! Ma se e' nato nel 1951 dovrebbe avere piu' di 60 anni!», si stupi' Gwynn.
«No, lui e' vissuto "tra il tempo" da quando e' diventato un cavaliere e quindi ha mantenuto l’aspetto che aveva quando e' entrato nell’ordine... quello di un venticinquenne!»
«Questo come ci puo' aiutare a ritrovare Elora?», chiese Marie.
«Mattew e' diventato una specie di mercenario della magia», rispose il cavaliere, «Ha ancora alcuni poteri dei cavalieri ma ne ha ottenuti altri servendo il male. Ora capisco perche' sono stato mandato, voi non potere fargli nulla solo io posso fermarlo»
Si formo' una barriera di silenzio tra di loro e quando fu chiaro che Menion non aveva intenzione di aggiungere altro le due si guardarono.
«Io cerco notizie su quel mostro insetto», propose Gwynn, «Tu Marie aspetta qui», aggiunse mentre usciva dalla stanza diretta verso la biblioteca.
«Tu Marie aspetta qui», ripete' a pappagallo il cavaliere, «In pratica: "Tu resta qui a sorvegliarlo"»
La giovane ragazza dai capelli rossi sospiro', il ragazzo non aveva tutti i torti. Finora non aveva fatto nulla di realmente aggressivo nei loro confronti, ma avevano continuato a trattarlo come se fosse stato un nemico. Lei era propensa a dargli fiducia ma era la piu' giovane delle due e non osava mettersi contro la sua maestra.
«Menion non ci hai detto tutto», la ragazza gli si sedette a fianco cercando di farlo parlare.
«E cosa te lo fa pensare?», le chiese lui con piu' astio di quanto volesse.
«Quando hai visto Mattew sei letteralmente stato posseduto dalla rabbia», pareva veramente interessata a sapere.
«E’ l’antitesi di tutto cio' che sono», provo' un ultima difesa il cavaliere.
«Non e' solo questo», lo fermo' lei.
Menion si giro' verso di lei e la fisso' negli occhi. Poteva parlargli di quello che Mattew gli aveva fatto? Era qualcosa che solo Tintinnio ed il Primo Cavaliere sapevano. Poteva fidarsi di lei? Si, c’era qualcosa in lei che gli ispirava fiducia...
Apri' la bocca come per iniziare a parlare ma fu interrotto dall’arrivo della donna.
«Su di un libro c’era scritto che il mostro insetto e' uno dei piu' potenti mostri stregoni» esclamo' Gwynn preoccupata.
«Che cosa?», Marie dimentico' completamente il discorso che aveva intrapreso con Menion «Perche' mai un mostro cosi' potente dovrebbe intervenire di persona per rapire una ragazzina? Di solito non agiscono mai direttamente, si limitano a dare ordini!»
Ancora una volta Menion si senti' escluso dai loro discorsi. Ma di che diamine stavano parlando?
«Potrei sapere cosa sarebbero questi mostri stregoni? O essere informato su cio' che accade e' di troppo disturbo per voi?»
Stavolta fu Gwynn a parlare: «Alcuni mostri sono piu' potenti di altri, i mostri stregoni possono esistere liberamente nella nostra realta' ma sono molto pochi»
«Dunque Mattew si sarebbe alleato con lui?», penso' Menion ad alta voce, «E questo potrebbe essere il motivo per cui mi hanno mandato qui da voi»
«Che intendi dire?», si informo' Marie
«Vogliono che noi collaboriamo. Voi conoscete i mostri, io conosco Mattew. Solo unendo le nostre forze potremo salvare Elora»
«Gia', la fai facile tu! Intanto l’hanno presa e non sappiamo dove l’abbiano portata... »
«Gia', e dove lo troviamo il mostro? Al supermercato?», sbotto' Gwynn.
Menion si alzo', «Io avrei un’altra idea...»
Nel suo sguardo brillava una strana luce.

«Dici che potrebbe funzionare?», chiese Gwynn incerta.
«Certo ma per farlo dovro' infrangere tutte le regole del mio Ordine e rischiero' tutto», rispose risoluto Menion.
«Ricapitoliamo il tuo piano», intervenne Gwynn, «Tu vuoi che veniamo a Faerie, che usiamo i nostri poteri per usare quello che chiami lo "Specchio del Tempo" e visualizzare dove e' stata portata Elora. Dopo di che, usare ancora i nostri poteri per entrare direttamente nell’immagine e salvarla. Giusto?»
«Allora perche' non lo fai tu?», chiese Marie.
«Ci sono delle regole», rispose Menion, «Un Cavaliere non puo' fare ritorno a Faerie dopo che ha iniziato la sua missione, questa e' la regola fondamentale. In piu' non puo' usare lo Specchio per nessun motivo a parte il partire per la missione»
«Perche' vuoi farlo allora?», chiese Gwynn.
«Perche' so per certo che e' la nostra sola soluzione per salvare Elora», rispose il cavaliere con veemenza, «Ora come ora non sappiamo neppure se e' ancora viva! Con lo Specchio potremo arrivare a salvarla prima che le capiti qualcosa, perche' potremo fare un viaggio nel tempo!»
Nonostante l’atteggiamento paranoico e sospettoso della sua maestra lei propendeva per credere alla storia del cavaliere.
La sua era stata una reazione istintiva.
Forse perche', fin da bambina, era sempre stata molto attratta dalle favole in cui cavalieri e principi in scintillanti armature, salvavano le damigelle in pericolo. Lei si era sempre immedesimata nei cavalieri naturalmente, non poteva sognare di essere una pusillanime che deve attendere per farsi salvare. In Menion, pur vedendo un ragazzo di poco piu' grande di lei, riconosceva i sentimenti e la determinazione che aveva sognato nelle notti dell’infanzia.
Il silenzio si frappose fra di loro.
«Bene, quando partiamo?», chiese Gwynn infine.
«Subito!», rispose Menion risoluto.
Menion prese dalla sua tasca lo specchietto e lo poso' sul pavimento. Fece comparire la spada nel suo pugno e la conficco' al centro della lastra. Il "passaggio di luce" si apri' pochi istanti dopo.
«Tenetevi per mano», disse il cavaliere prendendo la mano di Gwynn.
Poi lui salto' dentro il passaggio e pochi istanti la stanza era vuota.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

Menion atterro' rannicchiato e, per la prima volta da quando era cavaliere, non ruzzolo' a terra all’arrivo. Senti' in lui crescere una determinazione ed una sicurezza incredibili. Le sue compagne di viaggio non furono altrettanto fortunate ed atterrarono rotolando a terra qui e la'.
Quando si rialzarono si guardarono in giro con occhi sognanti.
«Cosi' questa e' Faerie», mormoro' Marie, «Il Regno delle Fate! E’ diverso dal luogo che avevo sempre sognato... molto, molto meglio! »
Menion osservo' la ragazza con un sorriso sulle labbra. Avrebbe voluto guidarla ad esplorare quel mondo spiegandole quello che sapeva ma non poteva. Aveva una missione da compiere. Anche se, per la prima volta, non era una missione per Faerie ma una personale!
«Andiamo», disse impaziente.
Si avviarono costeggiando il torrentello che scorreva alla loro destra.
«Quando entreremo nella radura delle Voci dei Cavalieri, Gwynn dovra' bloccare le fate in modo che non ci ostacolino, credo che il tuo potere di manipolare la luce potra' funzionare visto che le fate sono luminose per natura», spiego' il cavaliere.
«Va bene e poi?», chiese Marie.
«Poi userete le vostre conoscenze magiche per controllare lo Specchio», rispose lui evasivo.
«Sta commettendo un errore Menion, non lo faccia!», la voce proveniva dal torrente ed era una specie di gorgoglio. Le ragazze si voltarono e videro con sorpresa che a parlare era stata una carpa dorata.
«Signor Flush non ho chiesto il suo parere!», il ragazzo si giro' con rabbia e scaglio' un sasso nel corso d’acqua facendo fuggire il pesce, «Ed ora andiamo!»

Sbucarono nella radura pochi istanti dopo, Gwynn si fece avanti e sollevo' le braccia. Un’ondata di energia luminosa invase la radura. La donna barcollo' spossata da quella fatica, ma le fate parevano come bloccate. Poi le due donne druido ed il cavaliere si spostarono verso l’enorme Specchio che fluttuava al centro della radura.
Mentre le due erano intente ad osservare l’artefatto, Menion si inginocchio' accanto a Tintinnio.
«Mi spiace aver tradito la tua fiducia mia piccola amica», gli mormoro' con una tremenda amarezza in gola e sfiorandola con un dito, «Sto rovinando tutto. Mi dispiace tanto di averti deluso»
«Va bene, forse abbiamo capito come usare il potere di questo specchio», esclamo' risoluta Gwynn.
Dal nulla si alzo' la voce imperiosa di una donna, «Fermi!»
Menion si alzo' impugnando la sua spada e fronteggio' la nuova venuta.
«Non ti impicciare Giovanna», la sua voce era forte e sicura.
«Sai che non posso fartelo fare Menion», rispose il Primo Cavaliere impugnando a sua volta la spada ed avviandosi verso di loro con passo lento ma deciso, «So cosa vuoi fare, ma non posso permettertelo. So che hai sofferto ma questa non e' la strada giusta»
«Voi continuate!», urlo' Menion scagliandosi contro la Pulzella d’Orleans.
Il clangore delle due spade risuono' nella radura mentre i due cavalieri si battevano.
Le druido rimasero un attimo rapite dalla "danza" con cui i due si stavano battendo poi si riconcentrarono sulla loro formula.
Posero le loro mani a contatto con la superficie dello specchio e si concentrarono. Sentirono la magia della terra venire in loro soccorso e scorrere attraverso i loro corpi.
Una specie di nebbia apparve all’interno della lastra. Le druido continuarono a concentrarsi sempre piu' profondamente.
«Elora», pronuncio' Gwynn.
Lo Specchio si offusco' per un attimo poi mostro' l’immagine di una buia caverna.
Al suo interno era presente una ragazzina dai capelli rossi che loro conoscevano, legata ad un palo per le braccia. Di fronte a lei stava una persona incappucciata e poco lontano un ragazzo biondo.
«Menion l’abbiamo trovata!», urlo' Marie.
Il cavaliere, che fino a quel momento si era limitato a parare i colpi della ragazza si mosse con la fluidita' di un gatto. Non era sicuro di essere piu' bravo di lei ma era estremamente determinato e grazie a questa determinazione disarmo' Giovanna d’Arco e la fece cadere a terra.
«Menion stai sbagliando...», cerco' di fermarlo il Primo Cavaliere.
«Forse si' Giovanna ma non potrei piu' vivere se non tentassi questa cosa», la tristezza nello sguardo di Menion tradiva del tutto i suoi sentimenti.
Poi si giro' e corse verso le tre sorelle.
«Buona fortuna», mormoro' il Primo Cavaliere senza tentare minimamente di alzarsi e con un enigmatico sorriso sulle labbra.
«Gwynn entra dentro!», urlo' Menion alle due, mentre le raggiungeva. La donna, dopo un ultimo istante di perplessita' lo fece e scomparve dalla radura.
«Ora tocca a noi...», disse Marie.
Menion, in tutta risposta, punto' la lama della sua spada alla gola della giovane ragazza.
«Prima devi pronunciare un altro nome...», gli disse con estrema freddezza, «Edmond»
«Ma chi e'?», chiese la strega ma lui le spinse piu' a fondo la lama.
«Pronuncialo!», la sua voce era dura, ma, nei suoi occhi, vide un’espressione supplicante.
« Edmond », lo specchio cambio' mostrando quella che pareva una citta' moderna.
Menion lascio' la ragazza, «Mi dispiace», le sussurro' e si lancio' all’interno dell’immagine.
Marie rimase senza fiato.
Doveva raggiungere la sua maestra al piu' presto per aiutarla contro il demone poi ricordo' lo sguardo che aveva visto pochi istanti prima negli occhi del ragazzo e prese la sua decisione.
Dopo un respiro profondo salto' anche lei per raggiungerlo.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

In un attimo Marie si ritrovo' in quella che aveva tutta l’aria di essere il sobborgo di una cittadina europea che sembrava piuttosto accogliente.
«Dove mi hai portato? E dove e' la mia maestra?», chiese allarmata.
«Zitta e seguimi», fu la secca risposta del settimo cavaliere. Si solito non si rivolgeva mai in quel modo a una donna ma quella missione aveva per lui la massima importanza e non voleva correre il rischio di rovinare tutto.
Camminarono per un po’ in silenzio finche' non raggiunsero una casetta.
Era una bella casa circondata da un ampio giardino, penso' la giovane quando finalmente Menion le rivolse nuovamente la parola: «Aspettami qui!»
Quel suo tono di comando cominciava ad irritarla, non sembrava piu' la stessa persona gentile che si era dimostrato fino a quel momento. E se quel ragazzo fosse stato davvero un nemico? Perche' l’aveva separata dalla sua guida? Lei era la meno esperta e non poteva contare che su bizzosi poteri divinatori, se lui fosse stato un nemico non avrebbe avuto la minima difficolta' ad eliminarla. All’improvviso non fu piu' tanto sicura di potersi fidare di lui e, colta dal panico, si avvicino' alla casa per chiedere aiuto. Busso' alla porta con insistenza finche' non venne ad aprirle una signora bionda con un viso molto dolce. Capi' all’istante che l’avrebbe aiutata cosi' tento' di spiegarle che era in pericolo e doveva nascondersi. La donna pero' la guardo' con aria interrogativa come se non avesse capito nulla di cio' che le aveva appena detto e le rispose in una lingua che a lei parve essere francese.
Dunque si trovavano in Francia!
«La prego deve aiutarmi», esclamo' in un francese un po’ stentato. Per fortuna lo aveva studiato al college, anche se non avrebbe mai pensato che avrebbe potuto esserle utile in un simile frangente.
Marie non ebbe tempo di riprendere a parlare che senti' qualcuno posarle una mano sulla spalla. Si giro' e vide Menion sorriderle forzatamente.
«Non ti avevo detto di aspettarmi?», le sussurro' in inglese all’orecchio in modo che l’altra donna non potesse sentirlo poi si rivolse in francese alla padrona di casa ed esclamo': «Mamma questa e' Marie, una mia amica americana»
"Mamma?", la ragazza non riusciva a crederci.
«Ma Menion mi hai telefonato meno di tre ore fa dicendomi che eri ad uno scavo in Egitto e non sapevi quando mi avresti potuto telefonare di nuovo...», la donna era confusa.
«Volevo farti una sorpresa!», il ragazzo entro' nella casa con la giovane.
La madre li fece accomodare nel salotto e poi si allontano' a cercare qualcosa da bere da offrir loro.
«Io... ovvero il mio io di questo tempo e' appena partito per una missione...», cerco' di spiegarle il ragazzo. Una strana certezza si insinuo' nella mente di Marie, come un lampo di comprensione.
«Ti aiutero'», gli sussurro' la giovane quando furono soli.
«Allora aiutami a portarli via», rispose Menion, «Alle diciannove di questa sera dovranno essere lontani da questa casa»
La madre rientro' in quel momento.
«Mamma, stasera ceneremo fuori», esordi' il cavaliere, «Ho prenotato un tavolo per quattro in un ristorante del centro...»
«Ma Menion non possiamo», lo fermo' la donna, «Non ho niente da mettermi e tuo padre tornera' stanco dall’ufficio e poi...»
"Devo inventarmi qualcosa al piu' presto!", penso' il ragazzo, «Ma dobbiamo festeggiare!», disse senza pensare.
«E festeggiare cosa?», chiese la madre.
Menion si blocco' perche' non sapeva cosa dire, ci fu un lunghissimo istante di imbarazzo quando fu Marie ad intervenire.
«Il nostro fidanzamento!», esclamo' la ragazza aggrappandosi al braccio del giovane.
La druido dovette mordersi un labbro per trattenersi al ridere, quando vide che la faccia piu' stupita dei due presenti era quella di Menion.
«Oh, ma dovevi dirmelo prima...», disse la madre dopo un istante di silenzio. Si affretto' ad abbracciare prima Menion e poi la giovane. Infine si allontano' bofonchiando qualcosa circa l’avvertire subito il marito. Il cavaliere e la strega rimasero da soli.
«Il nostro cosa?», chiese il ragazzo tra lo stupito e l’arrabbiato.
«Beh dovevamo trovare una scusa no?», si difese la ragazza, «E’ stata la prima che mi e' venuta in mente...»
La rabbia si spense subito, «Hai ragione scusa e' che mi hai sorpreso», rispose Menion, poi un lampo di divertimento gli attraverso' gli occhi, «Sei una ragazza straordinaria... piena di risorse...», torno' serio, «Quando saremo a cena, verso le diciannove, io trovero' una scusa per allontanarmi dal ristorante e tornare qui per fermare Mattew. Tu dovrai intrattenere i miei genitori per almeno un’ora da quando me ne saro' andato»
«Cosa?», lo blocco' Marie strabuzzando gli occhi, «E la mia maestra?»
«Di lei non devi preoccuparti», rispose calmo Menion.
«Come non devo preoccuparmi!», la giovane strega si trattenne a stento dall’urlare, «Ora sta fronteggiando da sola quel demone e forse anche...»
«No, ora e' tranquilla e felice nella sua casa di San Francisco», rispose il ragazzo, «Ed a dire il vero pure tu ci sei...», la giovane lo guardo' confusa e lui continuo', «Ora siamo nel passato. Quando avremo finito qui, torneremo a Faerie e raggiungeremo la tua amica giusto pochi secondi dopo che sara' arrivata nel covo del demone...», la fronte di Marie si corrugo' mentre cercava di seguire il suo ragionamento, «Semplice meccanica temporale... piu' difficile da spiegare che da capire»

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

Il ristorante era affollato di persone. Il loro tavolo era collocato nella parte piu' interna del locale. Menion guardo' nervosamente l’orologio. Le lancette segnavano le diciotto e trenta. Sorrise ai suoi genitori e prese il suo telefono cellulare dalla tasca. Lo osservo' per qualche istante e poi si alzo'.
«Mi spiace rovinare questa serata», disse con calma, «Ma devo proprio scappare, un impegno di lavoro...»
«Va bene veniamo anche noi», rispose la madre facendo il gesto di alzarsi.
«No voi restate!», li blocco' il ragazzo, « Marie era ansiosa di parlavi...», vide la giovane ragazza lanciargli un’occhiataccia, «...e quindi potrete restare voi tre. Io tornero' al piu' presto ve lo prometto», detto questo saluto' i genitori e la druido e si affretto' ad uscire.
«E’ sempre cosi' impegnato ora...», disse la donna con un’ombra di rimpianto negli occhi, «...e pensare che da piccolo non si staccava mai da me»
«Ora e' cresciuto», disse il padre di Menion.
«Si' e' proprio grande ora, signora», aggiunse Marie sorridendo.
«Oh, ma non mi chiamare signora, chiamami pure Carla», rispose la madre di Menion.
«Si giusto basta formalismi», le fece eco il padre, «Chiamami Christian»
«Christian?», disse la strega stupita.
«Si' e' il mio nome, Christian De Ville», rispose incuriosito l’uomo.
"Ma allora chi e' Edmond?", penso' Gwynn.
Notando lo stupore della ragazza la madre di Menion domando': «Che c’e' cara? Qualcosa non va?»
«Nulla...credevo che il suo nome fosse un altro. Mi chiarisca una curiosita': chi e' Edmond?»
«Edmond? E’ il migliore amico di Menion. Vive a Marsiglia e sta per sposarsi. Anche se vivono in citta' diverse sono legatissimi, molto amici, hanno passato tutta l’infanzia assieme. Per Menion, Edmond e' come un fratello... Mi sembra strano che non te ne abbia mai parlato»
Marie sorrise imbarazzata, «Ma certo! E’ il suo migliore amico! Aveva sempre questo nome sulle labbra: Edmond di qua... Edmond di la'... non ho mai pensato a chiederglielo, credevo fosse il nome di suo padre!», la giovane strega riflette' ancora un poco su quel nome che il settimo cavaliere aveva pronunciato prima che lo specchio li conducesse in quel luogo poi sempre piu' incuriosita, «E dove si trova ora questa Edmond? Mi piacerebbe conoscerlo»
«Niente di piu' facile, mia cara», rispose la madre di Menion, «Sta per arrivare. Sara' a casa nostra proprio stasera, ecco perche' mi e' parso strano che mio figlio insistesse nel cenare fuori. Pensavo avrebbe voluto essere li' ad accoglierlo ma forse presentarti in famiglia era per lui molto piu' importante. Deve volerti davvero bene il mio ragazzo!»
Marie arrossi' imbarazzata, poi sbianco' in volto.
Accidenti! Perche' non ci aveva pensato prima? Menion aveva pronunciato il nome di Edmond prima di saltare nello specchio quindi era lui che voleva salvare, non i suoi genitori ed ecco perche' aveva voluto portarli lontano da casa e lasciarli in sua compagnia. Lui era corso a casa per impedire a Mattew di uccidere il suo amico.
Ma allora perche' lei si sentiva cosi' terribilmente a disagio?
Si sentiva in pericolo... un’altra idea si infilo' prepotentemente nella sua mente. Tornando nel passato avevano modificato il futuro ed ora era possibile che Mattew, sapendo i genitori di Menion da soli in un ristorante con la futura nuora, avesse deciso di colpire loro e non il ragazzo.
Oddio, cosa poteva fare? Lei non aveva abbastanza esperienza o potere per difendersi da quel ragazzo e la sua maestra, in quello stesso momento, si trovava nel suo salotto ignara di quello che stava succedendo alla Marie del futuro.
Nonostante fosse in un ristorante pieno di persone, si senti' incredibilmente sola.

Menion stava viaggiando in taxi verso casa e stava ripensando alla prima volta che aveva sentito parlare di Mattew. Lui non sapeva della sua esistenza ma, durante un discorso con Giovanna, il Primo Cavaliere, alla ragazza era scappato detto qualcosa circa un cavaliere decaduto. Cosi' lui si era incuriosito ed era riuscito a sapere tutto su di lui.
Fino a quel momento Mattew era un mercenario della magia, ma non si era mai apertamente posto dalla parte del male, lavorava solo per chi meglio poteva ripagarlo. Menion aveva deciso di incontrarlo piu' che altro per sapere le ragioni della sua decisione di abbandonare l’ordine.
Il cavaliere decaduto lo prese subito in antipatia. Forse era per il fatto che lui aveva perso il suo posto, forse perche' lui era stato accettato da tutti gli altri a differenza di lui, ma fra di loro sorsero subito degli attriti. Attriti che si tramutarono in odio, quando Menion fece fallire una missione, ben ripagata, a Mattew. Il cavaliere decise allora di passare apertamente dalla parte del male e decise di vendicarsi contro il suo sostituto, colpendolo negli affetti.
Mentre Menion era in missione nel passato, lui aggredi' Edmond, il suo migliore amico, uccidendolo.
Il taxi si fermo' e lui, dopo aver pagato la corsa, scese.
"Ma stavolta andra' diversamente", penso' risoluto.

Mentre usciva dal bagno i pensieri della giovane druido furono interrotti da un rumore proveniente dal salone principale. Mattew stava entrando nel salone con passo pesante puntando verso i genitori di Menion, aveva scaraventato a terra il maitre che gli aveva detto che non c’era posto. Il ragazzo biondo indossava un paio di occhiali da sole ed un vestito nero. A dirla tutta poteva sembrare uno dei protagonisti del film Matrix.
"Ed ora che faccio?", penso' Marie sempre piu' impaurita.

"Non c’e'?", penso' frustrato il Cavaliere di Faerie. Aveva perlustrato tutta la zona intorno a casa sua senza trovare traccia di Mattew. Stava ancora chiedendosi se non avesse sbagliato giorno, quando un altro taxi si fermo' di fronte alla casa ed ragazzo scese da esso. Gli occhi di Menion si illuminarono di gioia.
«Edmond!», urlo' al giovane e gli corse incontro.
Appena lo raggiunse l’abbraccio forte.
«Menion ma cosa?», chiese un po’ imbarazzato.
Certo erano amici e molto legati ma il ragazzo non era mai stato cosi' caloroso!
Il cavaliere riprese il controllo di se' a stento.
«E’ che... sono contento di vederti!», riusci' a balbettare.
Sorrise all’amico cercando di celare il fatto che i suoi occhi si erano inumiditi di lacrime.
«Mi aiuti a portare dentro le valige?», chiese lui ancora un po’ confuso dal comportamento dell’amico.
"Ma dov’e' Mattew?", si chiese intanto incuriosito lui.
«Allora?», adesso Edmond era impaziente.
Una luce si accese nella mente del cavaliere e la curiosita' si trasformo' in paura.
«Non c’e' tempo, dobbiamo tornare di corsa al ristorante!», gli rispose Menion spingendolo di nuovo dentro il taxi ed ordinando all’autista di ripartire.

Marie corse verso Mattew appena in tempo per deviare con un colpo di karate il suo tentativo di afferrare il padre di Menion. La giovane druido approfitto' dello smarrimento del ragazzo per assestargli un calcio nello stomaco ed atterrarlo.
«Cosa sta succedendo?», chiese la madre di Menion terrorizzata.
«Oh, non si preoccupi », rispose Marie trafelata.
In un attimo Mattew si rialzo' con un’espressione che metteva davvero paura.
«Chi diavolo saresti tu?», sibilo' con odio.
«Sono la fidanzata di Menion», menti' la giovane per guadagnare un po’ di tempo, «E non ti permettero' di far del male ai suoi genitori!»
«E cosi' tu saresti la fidanzata di quello smidollato? Devo dire che ha buon gusto! Ma non ti preoccupare non faro' nulla ai suoi genitori mi limitero' ad uccidere te», cerco' di colpirla con un pugno, ma la ragazza fu piu' veloce e lo schivo'. Per nulla impressionato Mattew estrasse dal pastrano la sua spada.
«Vediamo se sei ancora cosi' sicura di battermi», la scherni' con un sorrisino malvagio, ma proprio in quell’istante entro' nel locale Menion ed un ragazzo che Marie indovino' essere Edmond.
La giovane druido tiro' un sospiro di sollievo, «Non sono mai stata cosi' felice di vederti», disse rivolta al settimo cavaliere ma per un secondo si distrasse e fu afferrata per i capelli da Mattew.
«Fai un passo e morira'», gli sorrise il cavaliere decaduto puntando alla schiena della ragazza la sua spada. Poi gli lancio' un’occhiata sorpresa, «Tu non appartieni a questo tempo...»
«Lasciala subito, e' me che vuoi», gli urlo' in risposta il ragazzo.
«Se la vuoi dovrai seguirmi...», Mattew lancio' a terra una specie di pietra e nel punto in cui tocco' il pavimento si apri' una voragine, «...se ne hai il coraggio»
Detto questo si lancio' al suo interno trascinando con se' Marie.
Il cavaliere si sposto' per imitarlo, ma fu bloccato da Edmond.
«Tu non sei il Menion che conosco...», mormoro' trattenendolo per un braccio ed osservando alcune rughe sul suo volto.
«Ora non posso spiegarti», gli rispose lui, «Quando Menion... cioe' io... tornero' dal mio lavoro... raccontagli per filo e per segno tutto quello che e' successo. Allora ti spieghero' tutto. Fino ad allora occupati dei miei genitori»
Tolse la mano di lui dal suo braccio e salto' dentro al buco.

Gwynn si nascose dietro un’enorme pietra. Un globo di fuoco esplose a pochi centimetri da lei. "Ma dove diavolo sono finiti Menion e Marie!", fece esplodere una roccia con un lampo di luce vicino al mostro piu' vicino.
Da quando era apparsa dal passaggio nello Specchio del Tempo era stata sottoposta all’assalto di un mostro dopo l’altro e non poteva sperare di fermarli tutti.
L’insetto antropomorfo rimaneva incappucciato dall’altra parte della enorme caverna, in piedi a fianco di Elora, che era ancora priva di sensi. Di Mattew non c’era nessun traccia.
Improvvisamente ci fu un lampo e Mattew apparve in mezzo alla caverna tenendo saldamente Marie per un braccio.
«Sei arrivato cavaliere», disse la cavernosa voce del mostro insetto, «Ora che ci sono tutte potremo svolgere il sacrificio»
"Sacrificio?", pensarono le due druido leggermente impaurite e confuse.
Basto' un gesto solo all’insetto, per far apparire delle catene che bloccarono le due donne. Con un tremolio Marie scomparve da vicino a Mattew e riapparve, anch’essa incatenata, vicino alla sua maestra.
I mostri le si fecero tutti intorno minacciosi.
«Io penso al cavaliere », disse Mattew al demone insetto, «Non preoccuparti e procedi alla cerimonia...»
Detto questo lascio' la caverna.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

Marie si risveglio' sentendo un fastidioso formicolio alle mani. Doveva essere svenuta perche' non ricordava nulla di quello che era successo dopo la sua cattura e solo dopo essersi data un’occhiata attorno, comprese che il formicolio doveva essere dovuto al fatto che le braccia le erano state legate dietro la schiena e cosi' pure alla sua maestra che giaceva ancora priva di sensi al suo fianco.
Si trovavano dentro a un’enorme gabbia e lei poteva scorgere all’esterno quelli che parevano essere i preparativi di una cerimonia sacrificale. Solo in quel momento ricordo' che le vittime del sacrificio sarebbero state proprio loro.
«Gwynn!», chiamo' sottovoce nel tentativo di svegliarla, «Apri gli occhi, presto!»
Piano, piano anche l’altra druido ripresero i sensi e si guardo' attorno un po’ confusa.
«Che e' successo?», chiese la mentre Marie si affrettava a rispondere, «Dobbiamo fare qualcosa o per noi sara' la fine. Siamo state catturate dal mostro insetto ed ora stiamo per essere sacrificate»
«Hai un’idea di cosa fare?», domando' Gwynn, «Cosi' legate non possiamo nemmeno usare i nostri poteri»
«Aspettata!», esclamo' la giovane ragazza dai capelli rossi, «Io avevo preparato un incantesimo apposta per una situazione del genere...»
La sua maestra la fisso' ansiosa.
Lei si morse un labbro, «E che non lo ricordo», le due sbuffarono, «Ma l’ho annotato su il mio diario...»
«Usa il potere di proiezione astrale», disse semplicemente la piu' anziana.
«Ma io non sono capace ad usarlo lo sai!», mormoro' la studentessa.
«Puoi farcela ne sono sicura», la incito' la sua maestra con voce tranquilla, «Hai molto potenziale, sei solo troppo insicura»
Marie chiuse gli occhi e si concentro'.

Menion era apparso in una caverna ed aveva trovato ad aspettarlo il suo nemico.
Sapeva che Marie era in pericolo quindi afferro' la sua spada pronto a scagliarsi contro il suo avversario. Doveva fare presto perche' non sapeva cosa poteva capitare in quel momento alla druido.
In quel preciso istante il cavaliere decaduto tento' di colpirlo ma Menion dimostro' di avere pronti riflessi che lo aiutarono ad evitare l’affondo.
«Non ce la farai, Mattew», gli disse con rabbia, «Hai i minuti contati!»
«Zitto e combatti!»
Menion si lancio' in un duello senza respiro anche se il pensiero continuava ad andare a Marie.
Non sapeva perche' ma si stava affezionando in maniera pericolosa a quella giovane e Mattew dovette averlo intuito perche' un attimo dopo esclamo', «Anche se riuscissi ad uccidere me non ce la farai mai a salvare la tua ragazza»
«Quale ragazza?»
«Sai benissimo a chi mi riferisco, quella wicca che mi ha impedito di uccidere i tuoi genitori...e' spacciata!»
«Riusciro' a liberarla, non temere!», rispose allora schivando un altro colpo ma dentro di se' cominciava a non esserne piu' cosi' sicuro.



Nota: capitolo di passaggio, scusate se è corto.

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

Nel frattempo la giovane si stava sforzando, con tutto se stessa, per attivare quel potere che non era mai riuscita a padroneggiare. Gli era capitato solo una volta di riuscire a proiettare la sua essenza in un altro posto e per poco non si era persa sul piano astrale. Aveva imparato diverse formule e rune per cercare di usarlo ma non ci era mai riuscita.
La fronte le si imperlo' di sudore e lei strinse ancora di piu' gli occhi concentrandosi sulla sua agenda. Doveva fare in modo di trasferirsi a casa per recuperarla, solo cosi' avrebbero potuto...
Improvvisamente, la sensazione delle mani legate scomparve e lei apri' gli occhi sorpresa. Era seduta per terra nel soggiorno di casa sua da sola. Si alzo' e vide tutto traballare come se fosse stata ubriaca. "No! Resta concentrata!", si impose allungando una mano verso i diario. Lo senti' sotto le dita anche se, tutto attorno a lei la casa stava svanendo. Con uno sforzo sovraumano riusci' ad aprirlo e lesse la formula. Proprio in quell’istante si senti' come risucchiata via e, quando riapri' gli occhi che le si erano istintivamente chiusi, era tornata, legata, nella prigione.
«Conosco la formula», mormoro' sfinita.
«Bravissima!», senti' esclamare a Gwynn.
La giovane inizio' a pronunciare una sorta di nenia in una lingua da tempo dimenticata.
Le due druido scomparvero per un momento, poi riapparvero sempre all’interno della gabbia, immobili come in un fermo immagine della televisione.

Menion era sempre meno sicuro di se'. Quando aveva iniziato il combattimento era certo che alla fin fine sarebbe riuscito a battere Mattew, non importava quanto tempo avrebbe impiegato... ma ora si che importava il tempo. Marie era in pericolo ed era suo dovere salvarla ed era anche in pericolo la piccola Elora e Gwynn!
«Che hai stai male?», chiese ironico il cavaliere decaduto notando la sua espressione preoccupata, «Oramai la cerimonia stara' gia' iniziando!»
Il ragazzo cerco' di nuovo di assaltare il suo nemico cercando di superarlo ma riusci' solo a cozzare contro le sue difese.
Ogni minuto che passava incrociando le lame con Mattew era un minuto in piu' che spariva dalla possibilita' di salvare le sue compagne. Cerco' di concentrarsi sullo scontro, ma il volto sorridente della giovane druido prese prepotentemente posto nella sua testa e lui non pote' non riflettere sulla cosa.
Un boato sordo provenne dalla caverna subito dopo quella in cui si trovavano.
«Ecco sta iniziando», disse Mattew sorridendo con malvagita'.
Menion capi' cosa doveva fare.
Finse di scivolare sul pavimento umido dell’antro ed appoggio' un ginocchio a terra, scoprendo la sua guardia. Il suo avversario non se lo fece dure volte ed affondo' con la punta della spada.
All’ultimo istante il cavaliere di Faerie si sposto' impercettibilmente a sinistra con il corpo, cosi' la lama del suo nemico non gli trapasso' lo stomaco ma "solo" un fianco.
Trattenendo il dolore, afferro' con la mano sinistra il braccio di Mattew impedendogli di estrarre la spada dal suo corpo e con l’altro gli conficco' la sua lama, diritto nel cuore.
L’espressione del cavaliere decaduto quando capi' di essere stato sconfitto fu piu' di stupore, per aver perso, che di paura. Un istante dopo cadde a terra svenuto mentre Menion si rialzo' tamponandosi la ferita al fianco con una mano.
"Nelle mie previsioni ora dovrei riportarlo a Faerie perche' sia giudicato", penso' il ragazzo, "Ma purtroppo non ho tempo!"
Detto questo si lancio' di corsa verso l’altra caverna, non badando al dolore della sua ferita ed al sangue che continuava a perdere imbrattando il pavimento della caverna.
Appena sbuco' nella nuova grotta vide una scena che lo gelo'.
Distesa ed incatenata ad un altare di pietra stava Elora, priva i sensi. L’essere incappucciato di nero, il mostro insetto, era al suo fianco ed impugnava una sfera di bruciante energia mentre le due druido erano legate all’interno di una gabbia di ferro.
Prima che lui potesse fare nulla, il demone lancio' la sfera di fuoco verso le druido disintegrandole.
Ruggendo di rabbia e di dolore per la perdita delle sue compagne, Menion si lancio' addosso' al mostro e lo getto' a terra con una spallata. Prima che potesse trafiggerlo con la spada pero' questi scomparve riapparendo ad una decina di metri di distanza da lui.
Il ragazzo si affretto a spezzare le catene che legavano la piccola, ma prima che potesse issarsela sulla spalla l’insetto gli fu addosso.
«E’ inutile!», tuono' il mostro stridendo in modo inumano ed incalzandolo con i suoi artigli, «Ora che il sacrificio e' fatto lei e' mia!»
«Prima dovrai uccidermi!», rispose amaramente il cavaliere di Faerie.
Il suo avversario era molto potente, ma Menion combatteva con il cuore ricolmo di dolore, rabbia ed amarezza. Sentiva di aver perso tutto e per questo combatte' piu' selvaggiamente del solito.
Incredibilmente il mostro insetto ebbe paura di quella reazione e di quell’umano che non temeva la morte. Tento' di fuggire ma fu raggiunto da un preciso affondo del cavaliere. Gorgogliando tutto il suo dolore il mostro si accascio' al suolo, privo di vita.
Menion prese in braccio la bambina poi si volto' e corse via, con gli occhi leggermente accecati da delle lacrime, seguendo una debole brezza che sentiva sulla pelle.
"Se tutto va bene mi portera' all’uscita", penso', "Sempre che non mi trovi negli inferi..."
Per sua fortuna non era cosi' e pochi istanti dopo sbuco' all’aperto.

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8

Dopo aver pronunciato la formula maestra ed allieva erano state trasportate pochi metri al di fuori della gabbia metallica in cui erano precedentemente intrappolate e subito dopo due loro simulacri erano apparsi incatenate all’interno.
«Penso che abbiamo un problema...», mormoro' Gwynn appoggiando una mano sulla parete della grotta e notando che passava attraverso il muro, «Sembra che la formula, ci abbia reso simili a fantasmi»
Per un attimo fisso' Marie che arrossi' visibilmente ma prima che potesse parlare apparvero dall’altro capo della caverna, con un boato assordante, il mostro insetto ed un altare di pietra a cui era stata incatenata Elora.
Prima che potessero anche solo pensare cosa fare fu il finimondo.
Da una delle due uscite sbuco' Menion brandendo la sua spada magica e Marie noto' che perdeva sangue da un fianco. L’insetto distrusse i loro simulacri con una sfera di energia prima di essere sbattuto a terra dal cavaliere.
Ci fu uno scambio di battute tra le due figure, mentre Menion liberava Elora dalle catene. Poi ci fu un violento quanto veloce combattimento che vide, alla fine, la morte del mostro e la fuga del cavaliere verso l’estero con Elora in braccio.
Subito le due druido si affrettarono a seguirlo.
«Ma dove pensa di andare!», urlo' Gwynn nella corsa, «Siamo nel covo del mostro e brulica di mostri. Non riuscira' mai ad uscire!»
Ma si sbagliava, infatti, pochi istanti dopo, sbucarono all’esterno e videro Menion allontanarsi nella notte zoppicando, verso quello che pareva un parco cittadino.
«Quei mostri riuscivano ad esistere nella nostra realta' solo grazie al potere del mostro insetto», le spiego' la sua maestra, «Ora che e' morto sono stati banditi nuovamente da questo mondo»
Le druido continuarono a seguirlo finche' il ragazzo non si sedette stremato sotto un albero subito imitato dalla piccola Elora. La bambina si addormento' appoggiata al tronco vicino al cavaliere.
«Dobbiamo aiutarlo», fece Marie preoccupata, «E’ ferito!»
Ma Gwynn la zitti', «Prima dobbiamo tornare tangibili»
La piu' anziana delle due parve riflettere un istante poi esclamo', «Dobbiamo tornare a casa e cercare una soluzione nei nostri libri magici»
«Cosa?», Marie non sembrava affatto d’accordo, «Non possiamo lasciare qui Menion ed Elora! Un mostro o Mattew potrebbe trovarli e sarebbe la fine per loro»
Gwynn la guardo' con una luce maliziosa negli occhi, «Com’e' che ti preoccupi tanto di quel ragazzo?»
Marie arrossi' violentemente e balbetto' confusa, «Ma no, che dici? Mi preoccupo di Elora, non dimenticatevi che lei e' l’innocente che dobbiamo salvare»
«Si, come no! Tu ti sei presa una cotta per quel cavaliere da quattro soldi!», Marie fece per difendersi quando Gwynn interruppe il battibecco, «Pero' non hai tutti i torti. Non possiamo lasciare qui Elora ma nemmeno portarla con noi. Accidenti, se solo non fossimo cosi'!»
Le druido si sedettero dunque di fianco a Menion senza che lui si accorgesse della loro presenza.
«Dobbiamo riflettere sul da farsi», bisbiglio' Gwynn e solo in quel momento le due si accorsero che Menion stava parlando.
«E’ tutta colpa mia», stava dicendo con rabbia, «Marie e' morta per colpa mia, non sono riuscito a salvarla e Mattew ha vinto anche questa volta portando via quella ragazza meravigliosa»
La giovane quasi non credette alle sue orecchie.
«Hai sentito? Ha detto che sono meravigliosa!», esclamo' con aria strana.
«Si, probabilmente e' impazzito per dire una cosa del genere», la punzecchio' Gwynn.
La giovane druida esclamo', «Posso rimanere io con loro, mentre tu ritorni a casa»
Le due si guardarono e poi la piu' grande annui'. Gwynn si alzo' e si incammino' verso la sua dimora.
Marie era intenta a capire cosa provava per quel giovane. Era sicuramente un ragazzo gentile ed aveva fatto qualcosa di molto dolce contravvenendo a tutte le regole per salvare il suo migliore amico anche se l’aveva fatto per ragioni personali. Lei si era fidata di lui fin dall’inizio, in modo istintivo. Eppure non aveva fatto nulla per difenderlo dalle accuse della sua maestra ed anche dalle sue! D'altronde lei era ancora un druido alle prime armi e non pensava di avere voce in capitolo contro quell’altra persona piu' grande ed esperta nell’arte della magia.
Un sorriso increspo' le sue labbra eteree al ricordo dell’espressione assunta da Menion quando lei aveva detto alla madre di lui che erano fidanzati.
Il ragazzo, intanto, aveva tirato fuori dalla tasca quello strano specchietto che aveva usato per portarli su Faerie.
Per un attimo la ragazza penso' che volesse trasferirsi altrove ma ricordo' che, a quanto aveva detto il giovane, non poteva tornare su quel mondo fino al termine della missione. Pero' aveva gia' contravvenuto a quella regola una volta...
Menion sembrava che si stesse specchiando o forse cercava di far riflettere i raggi della luna sulla superficie metallica?
Senza rendersene conto si sporse dietro di lui per vedere cosa stava guardando.

Menion si riprese dallo sconforto ingoiando l’amarezza ed imponendosi di pensare alla salvezza della bambina.
"Forse posso chiedere assistenza a Tintinnio...", penso' afferrando lo specchio ma si fermo', "Li ho traditi, come posso pensare che funzioni ancora o che loro vogliano ancora avere a che fare con me?"
Comunque, non aveva alternative ora che era solo con la bambina. Sposto' lo specchio mettendoselo davanti per cercare un raggio di luna quando si blocco'.
Sulla superficie, vicino al riflesso del suo viso, vedeva Marie come se fosse stata dietro di lui.
Si volto' di scatto ma non vide niente.
"Sto impazzendo...", penso' confuso ma quando torno' a guardare lo specchio vide nuovamente la ragazza come se fosse stata alle sue spalle.
La giovane apparve sorpresa, ma poi sembro' parlare anche se lui non la sentiva.
Un dubbio si insinuo' nella sua mente.
«Sei davvero tu?», il riflesso apparve nuovamente sorpreso e parlo' senza pronunciare parole.
«Non ti riesco a sentire, prova a scandire le parole cerchero' di leggere le tue labbra», si concentro' sui movimenti della giovane, «Magia... riuscita... male... siamo... vive...», il suo volto si illumino', «Sei viva! Fantastico!», riprese un po’ di contegno ed aggrotto' le sopracciglie, «Da quanto tempo sei li' dietro?»
La giovane sorrise e mosse le labbra e Menion arrossi', «Mi hai sentito dire che sei...», si blocco'.
Si volto', non piu' guardando lo specchio ma mettendosi di fronte alla posizione in cui lui credeva lei fosse ed esclamo', «Beh sappi che dicevo la verita', sei una ragazza fantastica e stavo male a saperti morta...»
Improvvisamente la giovane ragazza dai capelli rossi apparve di fronte a lui in carne ed ossa.
«Ehi! Sei tornata...», mormoro'.
«Gwynn deve essere riuscita ad annullare l’incantesimo», rispose lei imbarazza.
Rimasero un istante a guardarsi senza sapere cosa dirsi, poi Menion la abbraccio'.
«Si, effettivamente sei tutta intera», disse stringendola.
«Ah e' solo un abbraccio per esserne sicura...», inizio' la giovane un po’ delusa ma prima che potesse finire la frase lui sposto' il viso verso quello di lei e la bacio'.
Per un attimo Marie si irrigidi' per la sorpresa, ma poi si lascio' andare e rispose al bacio.
Quando le loro labbra si staccarono rimasero un altro lungo istante a fissarsi in silenzio.
«Lo sapevo che vi sareste baciati», la voce di Gwynn li colse completamente alla sprovvista.
Si voltarono e videro che la donna era ferma poco lontano e li stavano osservando, «Ho annullato l’incantesimo e sono tornata qui a prendervi», mormoro' trattenendo una risatina.
«Adesso mi prenderai in giro per sempre vero?», chiese Marie tra l’arrabbiato ed il rassegnato.
«Beh sai, e' da un po’ che non ho flirt... almeno avremo di che parlare», rispose Gwynn mal celando un sorrisetto ironico.
Il ragazzo prese la mano di Marie attirando la sua attenzione, «Vuole avere di che parlare?», le sussurro' strizzandole un occhio, «Allora diamogliela!», la attiro' a se' e la bacio' di nuovo.

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Capitolo 10
*** Epilogo ***


Epilogo

Menion riapparve nella solita posizione di Faerie dove fu subito raggiunto e scortato alla radura delle Fate da due centauri armati di lance.
Sapeva che sarebbe successo al suo ritorno ed era preparato.
Aveva infranto le regole piu' sacre dell’ordine e questo, lo sapeva, l’avrebbe portato quantomeno all’espulsione.
Giunse nella radura ancora immerso nei suoi pensieri. Qui non trovo' fate, vi trovo' solo una persona, il Primo Cavaliere.
Si accorse che i centauri li avevano lasciati soli e lui si avvicino' alla giovane a testa china.
«Allora che cosa hai da dire?», la voce della francese era dura anche se Menion, che la conosceva oramai cosi' bene, si stupi' di sentirci tono un pochino beffardo.
«Che mi dispiace di avervi tradito...», rispose lui, rattristato, «...ma non sono pentito di aver salvato Edmond»
Un velo di silenzio si frappose tra loro.
«Allora? Devo consegnare la spada?», sollevo' lo sguardo verso la sua interlocutrice e si sorprese di vederla sorridente.
«E perche' dovresti?», gli chiese lei fingendosi stupita.
Menion era completamente confuso ora.
«Lascia che ti racconti una storia», la giovane gli si mise a fianco e lo invito' a passeggiare con lei, «Pochi giorni fa mi e' stata assegnata una nuova missione... era una missione particolare, sicuramente la piu' strana da quando facevo parte di quest’ordine», Menion la osservava con curiosita', «Avrei dovuto salvare una persona e per la prima volta da quando Faerie e' nata, era una persona della mia stessa linea temporale e del mio futuro...», si fermo' sorridendo, «La cosa particolare e' che, per salvare questa persona, non potevo intervenire direttamente, come sai noi Cavalieri non possiamo agire in tempi futuri ai nostri, cosi' ho dovuto escogitare un modo per farlo, indirettamente...», il ragazzo era ancora confuso ma una strana idea iniziava a formarsi nella sua mente, «Cosi' ho deciso di far agire qualcuno al mio posto ma quel qualcuno era legato alla persona che dovevo salvare e questo complicava le cose. Mi rendo conto quanto la spiegazione sia complicata. Comunque, sono riuscita nel mio compito, la persona e' stata salvata ed io ho portato a termina un’altra missione con successo...», fece un’ultima pausa, «... grazie a te!»
Una lampadina si accese nella mente del settimo cavaliere, «Vuoi dire che hai ricevuto il compito di salvare Edmond?», Giovanna d’Arco annui', «E quindi la mia missione a San Francisco e' stata tutta una messa in scena per permetterti di salvarlo tramite me?», ancora una volta la ragazza annui', «Quindi Elora doveva essere protetta solo dalle donne druido e non da me...»
«Mi spiace averti dovuto coinvolgere in quella storia», la ragazza sembrava sinceramente dispiaciuta, «E mi spiace ancora di piu' non averti potuto dire nulla»
«Quindi non mi capitera' nulla nonostante abbia infranto i...», il Primo cavaliere lo fermo'.
«Cosa dovrebbe capitarti per avermi aiutato a portare a termine con successo un mio compito? E poi, tu non eri in missione, anche se credevi il contrario, quindi potevi tornare qui ogni volta che volevi...», gli si fece piu' vicina e mormoro', «Ma non ti azzardare mai piu' ad infrangere le regole... altrimenti dovrai batterti con me e, stavolta, non fingero' di perdere», gli strizzo' l’occhio con fare complice.
Tintinnio sbuco' fuori da dietro un cespuglio e gli volo' sulla spalla.
«Scusa tanto Menion», gli disse gettandogli le braccine al collo e stringendolo, «Ma non potevo dirti nulla neppure io»
«Ecco perche' le tue informazioni erano cosi' frammentarie questa volta», mormoro' il ragazzo, poi una domanda gli sorse in mente, «E Mattew?»
Giovanna si rabbuio' per un attimo, «Lui e' stata la parte piu' difficile del mio compito», sospiro', «Si e' sempre rintanato in tempi futuri ai miei cosi' che non potessi cercarlo e poi era il tuo predecessore dovevi affrontarlo per dimostrare, soprattutto a te stesso, che gli sei superiore. Comunque ora e' del tutto innocuo», Menion la guardo' stupefatto, «Si, battendolo gli hai strappato le ultime vestigia della magia di Faerie che ancora possedeva, prendendole tu. Ora lui e' in possesso solo della magia che si e' procurato servendo come mercenario, il che e' poca cosa. Mentre Elora sara' con le druido, il posto migliore visto che anche lei e' destinata a diventarlo»
«Ma...», il ragazzo era ancora confuso, «... perche' salvare Edmond? Le persone che salviamo portano a grandi cambiamenti nel destino del mondo, anche lui e' destinato a questo?»
Giovanna si rabbuio' mentre Tintinnio si volto' anch’essa verso il Primo Cavaliere di Faerie incuriosita.
«Si, lui aveva un destino importante... ma l’ha gia' compiuto...», per la prima volta da quando la conosceva, Giovanna pareva in difficolta', «...diciamo che... il fatto che sia vivo... aiutera' una persona ad essere piu' salda quando... quando sara' in grave difficolta'...», si morse le labbra.
Menion e la fatina si guardarono confusi ma le loro domande furono bloccate dall’arrivo delle alte fate che tornarono ai loro posti per riprendere il loro lavoro.
Il Settimo Cavaliere si ritrovo' a pensare che la persona che Edmond aveva aiutato a diventare piu' saldo era lui stesso e si ritrovo' a chiedersi quale oscuro destino avrebbe dovuto affrontare in futuro...

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