Assassin's Creed: Natural Born Killer

di alicew in wonderland
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un misterioso ragazzo ***
Capitolo 2: *** Assassini nati ***



Capitolo 1
*** Un misterioso ragazzo ***


Sofia, Marcello e Flavia fissavano ancora la pietra tombale, era il 24 giugno 1531 e la tristezza dei famigliari del defunto era accentuata dal vento che soffiava scompigliando loro i capelli. Stavano immobili, quasi senza espirare “Buon compleanno papà!” disse Marcello ricacciando indietro le lacrime che invece sua madre, Sofia, non riusciva a frenare da ormai sette anni mentre Flavia posava sulla tomba un mazzo di tulipani bianchi.
“Andiamo a casa!” disse Sofia smettendo per un momento di piangere “Abbiamo molto da fare e sono solo le 10.00!”
“Mi occuperò io della spesa in città madre!” disse Flavia camminando al fianco di Sofia
“Io andrò ad occuparmi della vigna!” disse Marcello e tornò di corsa a casa. Non era più un bambino e ora che era il capo della famiglia aveva un sacco di responsabilità e ancora non sapeva cosa il destino aveva in serbo per lui. Vicino a suo padre aveva fissato anche un’altra tomba di sfuggita quella di sua zia Claudia, morta da due anni, delle volte si domandava che fine avesse fatto suo cugino Giovanni, era sempre in giro a “caccia di avventure” diceva lui. “Anche questa è fatta!” disse il ragazzo stendendosi a terra sotto il sole cocente di mezzogiorno “Che caldo che fa! Il tempo sembra al quanto strano!” disse rimettendosi in piedi per poi notare qualcuno in piedi nel mezzo del campo che sorrideva, aveva un abito strano: un cappuccio nero che ne celava in parte il viso. Aveva all’incirca la stessa età di Marcello ma era strano, sembrava quasi un’ombra “Chi siete?” disse Marcello impugnando un coltello ma il ragazzo sorrise e cominciò a correre. Marcello gli corse dietro più veloce che poté ma uscito dal campo il ragazzo misterioso era sparito “Fratello che succede?”
“Flavia! Non hai visto passare nessuno da qui?”
“Solo te, perché c’era qualcuno?” chiese la ragazza preoccupata
“C’era un ragazzo della mia età qui poco fa! Un tipo strano! Se dovesse tornare lo accoglierò con un l’ospitalità del mio coltello!”
“Flavia! Marcello! Il pranzo!”
“Entriamo in casa e non diciamo nulla alla mamma, la spaventeremmo per nulla, probabilmente il caldo ti ha giocato uno scherzo di cattivo gusto!”
“Sono sicuro di quello che ho visto!”
Flavia sorrise dando una pacca sulla spalla del fratello.
La famiglia non guadagnava molto dalla vigna e dalle piccole commissioni delle donne a Firenze, per pranzo c’era di nuovo zuppa di cavoli.
Nel pomeriggio  Marcello decise di recarsi a Firenze per svagarsi un po’ passeggiando per la città notò di nuovo il ragazzo che era nella sua vigna “Ancora tu?” disse trovandoselo difronte “Si può sapere chi sei?”. Il ragazzo sorrise cominciando a correre e ad arrampicarsi sui tetti “Accidenti non sono un grande scalatore!”
Marcello non riusciva a salire sui muri e decise di seguire, per quanto gli fosse possibile, quello strano individuo dalla strada, ben presto lo perse di vista “Dannazione! Dov’è andato?”
“Avete perduto qualcosa?” chiese una voce dolce dietro di lui
“Veramente stavo inseguendo un individuo sospetto ma…” nel momento in cui i voltò smise di parlare “Voi chi siete?”
“Laura De Rossi! Sono arrivata da poco in città con la mia famiglia e non mi sono ancora ambientata, forse era meglio se restavo a Napoli da mio zio… Il vostro nome?”
“Marcello Auditore!” disse il ragazzo leggermente imbarazzato
“Ho già udito questo nome prima… mio padre mi parlava di un certo Ezio Auditore da Firenze che per un cero periodo fu a Venezia, lui all’epoca era un ragazzetto di strada che rubacchiava in giro, poi un giorno un quell’uomo gli diede del denaro e lui poté tornare a Napoli!”
“Quell’uomo era mio padre!” disse Marcello con un sorriso sincero
“Davvero?” chiese lei sorpresa
“Laura vieni subito qui!”
“O no mio padre! Senti rincontriamoci in piazza Duomo domani! C’è il mercato e mio padre mi lascerà libera!”
“Va bene a domani! Riprenderemo questa piacevole conversazione e poi ti mostrerò la città!” di solito Marcello non dava mai del tu a una donna, anche se della sua età, ma con lei era diverso, era entrato subito in sintonia con lei. Corse via, accorgendosi in oltre che cominciava a fare buio e che sarebbe dovuto essere a casa per la cena durante la quale non disse nulla di Laura, ancora non poteva dire di provare qualcosa avrebbe dovuto conoscerla meglio.
Verso le nove Marcello uscì in giardino dove rivide il misterioso individuo dal cappuccio nero “Questa volta non mi scappi!” urlò inseguendolo per i campi.
Marcello riconobbe il luogo verso cui il suo misterioso ragazzo era diretto: il posto dove lui si trovava quella mattina presto. Il ragazzo si arrestò vicino alla pietra tombale, Marcello lo raggiunse “Ora voglio risposte: chi sei e perché continui a seguirmi?”
“Caro Macello, conoscevo tuo padre tanto quanto basta per dirti che è venuto il tuo momento!”
“Per cosa? Spiegati meglio o giuro che ti uccido!”
“Parli come un vero Auditore! Complimenti! Seguimi, dobbiamo tornare a Firenze!”
I due camminarono fino a una vecchia villa in pessimo stato chiusa con delle travi di legno, il ragazzo misterioso ci passò attraverso Marcello era sbigottito “Che stregoneria è mai questa?”
“Non potevi pensare che io fossi davvero vivo! Ma davvero tu pensavi che…?” il ragazzo si mise a pensare  “Butta giù le assi e seguimi abbiamo fino all’alba!”
“Ok ma non ho ancora capito chi tu sia!”
“Ogni cosa a suo tempo! Vieni qui vicino al caminetto!” Marcello avanzò e vide un antico ritratto di famiglia
“Chi sono? Quella donna mi sembra di conoscerla e quel ragazzo mi somiglia!!”
“Sono la famiglia Auditore di 55 anni fa! I tuoi zii, Fabrizio e Petruccio, i tuoi nonni, Giovanni e Maria, tua zia Claudia e tuo padre Ezio, quello che ti somiglia.”
Marcello cercò di fare più luce con una lanterna tornando a fissare il quadro “Ecco com’era mio padre da giovane! Io ho un ricordo vago di lui ed era molto vecchio! Era un buon padre! Ma tu come conosci la mia famiglia?”
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 Il ragazzo sorrise “Seguimi! Hai ancora parecchie cose da vedere!” aprì una stanza segreta rivelando nascosta al suo interno un’armatura e una cappa bianca con un cappuccio del medesimo colore “Tuo padre era un assassino, anzi il mentore dell’ordine e tu sei destinato a prenderne il posto, ora che lui non c’è più!”
“Come posso sostituirmi a lui?”
“Semplice divenendo un assassino! In vita c’è il figlio di un amico di tuo padre: ‘La volpe II’, è così che lo chiamano, entrerai per mezzo suo nell’ordine!”
“E se io non volessi diventare un assassino?”
“Lo diventerai!”
“Non sei nessuno per darmi ordini!” intanto il sole cominciava a sorgere e i primi raggi a entrare dalla finestra
“E’ qui che ti sbagli!” disse il ragazzo levandosi il cappuccio
Marcello rimase immobile a fissarlo “No! Non è possibile tu sei cioè voi siete…”
“Ciao figlio!”
Il sorriso di Ezio era luminoso “Ti ho sorpreso?”
“Siete un fantasma?”
“Sì e sono qui per guidarti! I templari, nemici degli assassini, hanno giurato che si vendicheranno delle sconfitte subite ma tu puoi fermarli e conquistarti così la fiducia di ‘La volpe II’ e degli altri assassini!”
“Come?”
“I templari saranno riuniti tra due anni a Palazzo Arcivescovile, la tua missione è semplice: eliminare tutti con un incendio! Nel tempo che resta ti addestrerò con tua sorella ovviamente senza dire nulla a tua madre!”
“Ok padre! Come desiderate! Andiamo a casa a prendere Flavia?” chiese Marcello rivolto al padre
“Prendi l’armatura e la cappa, ti saranno utili!”
I due corsero verso casa “E’ strano vedervi giovane padre!”
“Ti sorprende che lo sia stato anche io?”
“Perché ci avete messo così tanto tempo per sposarvi? A quest’ora potevate avere anche dei nipoti!”
“Avevo cominciato a vivere normalmente tardi, troppo tardi, ma sono comunque felice di averti visto nascere e crescere fino a dove mi è stato possibile!”
“La zia Claudia è con te, ovunque tu sia?”
“Quando è morta tua zia?”
“Due anni fa! Non lo sapevi?”
“No!” Ezio era confuso.
 Una volta arrivati a casa Flavia vide un ragazzo camminare vicino al fratello che la salutò con un sorriso “Ciao Flavia sei davvero cambiata!” lei, che non si aspettava che quel ragazzo la conoscesse, rimase sorpresa
“Ci conosciamo messere?”
“Giusto non puoi riconoscermi! Sono ringiovanito di oltre quarant’anni!”
“Sorella lui è un fantasma, lui è…”
“Ezio Auditore da Firenze, tornato dove ho trascorso la mia vita terrena per addestrarvi e assicurarmi che prendiate il mio posto!” Flavia rabbrividì “Dov’è vostra madre?”
“Al mercato, non tornerà prima di mezzodì!” disse la ragazza incredula
“Meglio così! Lei non deve sapere che sono qui e ora al lavoro! Nel mio studio forza!” disse spingendo i ragazzi “La vostra missione è bruciare il Palazzo Vescovile ma prima dovete imparare a difendervi ed a usare armi” aprì un cassone ed estrasse le lame celate che soleva portare con sé mentre era in vita con un sorriso quasi nostalgico “Flavia questa è tua! Marcello prendi al volo!”
I ragazzi si infilarono le lame e osservarono il padre usare le sue colpire un covone di fieno “E’ facile! Ora tocca a voi!”
Flavia era abile e veloce e Marcello metteva forza in ogni colpo, imparavano in fretta entrambi, usarono anche delle spade e Ezio svelò loro il segreto delle lame uncinate.
Quando Sofia fu di ritorno notò che stavano parlando con uno strano ragazzo “Buona sera messere!” disse con un breve inchino “Marcello non mi avevi detto che avremmo avuto un ospite per pranzo! È amico tuo?”
“Si madre, è stata una cosa improvvisa vi chiedo perdono!” in quell’istante si ricordò di aver dato appuntamento a Laura in piazza Duomo! “Se dopo andassi in città?”
“Andassimo Marcello! Hai ancora parecchio da apprendere!” disse Ezio “Verrà anche tua sorella!”
“Ma è un appuntamento!”
“Che durerà poco oggi! Prima il dovere!” disse Ezio fissando il figlio con uno sguardo che non ammetteva repliche
“Va bene!” disse il ragazzo rassegnato
“Chi è la ragazza con cui ti devi incontrare?” chiese Sofia
“Laura De Rossi, è di Napoli ed è da poco arrivata in città. Ho scoperto che mio padre aiutò il suo una volta!”
“Davvero?” disse Sofia con la voce leggermente strozzata “Il tuo povero padre, quanto mi manca!” si asciugò di fretta una lacrima “Vado a preparare il pranzo e voi messere siete?”
“Ezio Della Francesca!” disse con un sorriso
‘Quella cicatrice sul labbro! No deve essere una coincidenza!’ pensò Sofia osservando bene il sorriso dell’ospite “Bene io entro se avete bisogno di me sapete dove trovarmi!”
“D’accordo madre!” dissero i due ragazzi in coro
“Perché non le avete detto chi siete?” domandò Flavia “Non ci vorrà molto perché lo scopra da sola!”
“So quello che faccio piccola mia, è per proteggerla!” disse Ezio “Entriamo ad aiutarla!”
Per tutta la durata del pranzo Sofia fissava quello che credeva essere Ezio Della Francesca ‘Eppure ha un aria così familiare! Ma cosa vado a pensare! Non è possibile!’
 


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Nel pomeriggio Marcello si incontrò con Laura solo per pochi minuti perché sua sorella arrivò all’improvviso e cominciò a tirarlo per la camicia “Perdonatemi Laura! Ci vedremo in giro!” disse Marcello con un sorriso
“Alla buon ora Marcello!” disse Ezio che controllava la sua lama celata “Ci sono buone nove con quella ragazza?”
“Come fanno a essercene! Se non la frequento come faccio a farmi amare?”  Marcello era seccato “Perché siamo in questo vicolo?”
“Perché ora mi seguirete!” disse Ezio arrampicandosi su un palazzo seguito subito da Flavia
“Io non vengo! Soffro di vertigini!” disse Marcello
“E’ la parte più divertente questa! Una volta che guardi dove mettere le mani è facile! Non fare la donnicciola e sali!” gridò Ezio
Da titubante Marcello divenne sempre più sicuro e giunse con il padre e la sorella in cima al palazzo “E ora? Scendiamo normalmente?”
“Saltiamo e atterriamo in quel carro di fieno!” disse Ezio
“Volete scherzare vero?” disse Marcello
“Là ti aspetta ‘La Volpe II’ se non ci vai ora non sarai ammesso nell’ordine!” disse Ezio “Basta che seguiate me!”
“Mostrateci come si fa!” disse Flavia entusiasta
Ezio si lanciò nel vuoto e atterrò nel carro, una volta uscito anche Flavia si lanciò.
“So già che me ne pentirò!” disse Marcello chiudendo gli occhi e saltando, sentì a malapena l’impatto con la paglia, era terrorizzato.
“Che femminuccia tuo fratello! Alzati su sei ancora vivo!”
“Tu sei…”
“La Volpe II e forse ti introdurrò nell’ordine! Non so come sia possibile ma vedo lo spirito di tuo padre qui vicino a noi forse potete spiegarmi meglio il perché!”
“Sono qui solo di passaggio per assicurarmi che i miei figli vengano riconosciuti.” Disse Ezio molto brevemente.
“Comprendo! Tra due mesi ci sarà la vostra cerimonia di introduzione nell’ordine e poi avrete la vostra missione tra due anni!”
“Sappiamo bene cosa dobbiamo fare!” disse Flavia
“Bene vi aspetterò tra due mesi alla vecchia Villa Auditore di Monteriggioni!” e La Volpe II si dileguò
 

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Capitolo 2
*** Assassini nati ***


Quei due mesi erano volati e i due ragazzi si trovavano nella vecchia Villa Auditore in attesa degli assassini dell’ordine in compagnia del padre “La pensata di dire a nostra madre che andavamo a una festa in città non è stata grande!”
“Che altro potevamo dirle Marcello ‘Questa sera diventiamo assassini come nostro padre!’ ?”
“L’importante è che abbia funzionato!” disse Ezio “Entriamo! Ci stanno aspettando all’interno!”
La Volpe II vide il terzetto arrivare “Mentore volete pensarci voi?”
“Come preferite, non essendo vivo non posso avere pretese su nulla!” disse Ezio
“Sarebbe un onore per i vostri figli ricevere da voi stesso il marchio!” disse La Volpe II
Ezio sorrise e prese posto vicino al braciere “Cominciamo con te Flavia!”
“Farà male vero?” disse la ragazza allungando la mano
“Meno che morire!” disse imprimendo il segno sull’anulare di lei “Marcello!”
Il ragazzo chiuse gli occhi per quell’attimo
“Ricordate ragazzi! Il nostro credo è semplice!” disse La Volpe II “Trattenere la lama dalla carne degli innocenti.  Agire sempre con Discrezione. Non compromettere mai la confraternita.  Laddove altri seguono ciecamente la verità, tu ricorda... nulla è reale. Laddove altri sono limitati dalla morale e dalle leggi, ricorda... tutto è lecito.”
Ezio concluse con le stesse parole che aveva detto a Sofia mentre erano in viaggio per la biblioteca di Altair, rivolgendole questa vola ai figli  “Nulla è reale, tutto è lecito. Dire che nulla è reale, significa comprendere che le fondamenta della società sono fragili e che dobbiamo essere i pastori della nostra stessa civiltà. Dire che tutto è lecito invece, significa capire che siamo noi gli architetti delle nostre azioni e che dobbiamo convivere con le loro conseguenze sia gloriose sia tragiche. Ricordate anche un’altra cosa: non uccidere per vendetta.”
I ragazzi annuirono e tornarono a casa mentre gli altri assassini sparivano nella notte.
Il gran giorno della prima missione era arrivato Ezio guardò negli occhi la figlia notando il suo sguardo fiero e sicuro “Sei proprio un’ Auditore!”
“Vi ringrazio padre! Questa sera vi renderò fiero di me!"

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Poi si volse verso il figlio che si era appena calato il cappuccio sugli occhi “Possiamo andare!” Ezio sorrise notando la somiglianza con se stesso.
Era il 1533 e barili di polvere da sparo erano pronti per essere posizionati in vari punti del palazzo, Flavia si occupò delle cantine mentre Marcello delle stanze al primo piano e Ezio si occupava delle guardie
“Pronti ragazzi? Marcello entra nella sala e crea un po’ di disordine mentre tu Flavia dai fuoco alle tende della biblioteca, presto questo posto salterà in aria!” disse Ezio con sorriso maligno
Marcello irruppe nella sala della riunione “Buona sera signori!”
“Chi siete voi? Che cosa volete da noi?” chiese un uomo sulla cinquantina
“Solo impedirvi di attuare i vostri sporchi piani!” e lo assaltò colpendolo con la lama celata, sorrise leggermente e uscì dalla porta ridendo chiudendola dietro di sé e serrandola con un candeliere “Vado a far saltare la cantina!”
“La biblioteca già brucia! Fratello sii prudente tra poco il fuoco raggiungerà i restanti badili del primo piano!”
Ezio osservò la figlia e con un cenno del capo le disse di uscire con lui. Marcello accese una miccia e corse fuori da una finestra, dietro di lui l’incendio divampava mentre egli camminava in direzione del padre e della sorella.

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“Mi avete reso fiero di voi!” disse Ezio dando una pacca sulla spalla del figlio “Domani me ne andrò definitivamente, il mio compito è finito!”
I ragazzi si rattristarono Ezio capendolo li rassicurò “Solo perché non potete vedermi non significa che io non ci sia!”
“Papà prima mentre uscivo ho cominciato a vedere in maniera strana, tutto in una strana luce azzurra e i nemici in rosso! Cosa mi stava succedendo?” chiese Marcello
“E’ ‘L’occhio dell’aquila’ un dono che abbiamo in pochi!” disse Ezio entrando in casa
“Dove siete stati?!” disse Sofia “Che piacere rivedervi messere Ezio Della Francesca!” poi si rivolse arrabbiata verso i figli “Letti vuoti, nessun messaggio, cavalli spariti dalla stalla! Cosa facevate fuori nel cuore della notte?”
“Siamo andati a una festa!”
“Ti aspetti che io ti creda Marcello?” poi guardò la figlia “Flavia io voglio la verità! Dove eravate?”
La ragazza si bloccò “Non posso dirvelo dove eravamo perché voi non ci permettereste più di fare nulla!”
“Flavia spiego io a vostra madre dove eravate! Tanto prima o poi lo avrebbe scoperto comunque! Io per primo non sono stato sincero: il mio nome è Ezio, è vero, ma il mio nome di famiglia è Auditore mia dolce Sofia!”
La donna rimase immobile per un attimo poi disse “Eri tu fin dall’inizio!” e scoppiò a piangere 

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Ezio la abbracciò e le diede un bacio sulla fronte “Sì mia adorata, sono sempre stato io!”
“Quanto eri bello da giovane! Finalmente capisco a chi somiglia nostro figlio!”
“Vorresti dire che quando ero vecchio ero brutto?” disse Ezio facendo finta di essere offeso
“Ma cosa hai capito??” disse Sofia ridendo
All’improvviso comparvero altre ombre “Ezio vieni! Qui la tua vita è finita e hai assolto il tuo compito!”
“Vengo subito padre!”
“Dai fratellone non ci vediamo da più di quarant’anni!” disse Pietruccio
“Non scordarti che ci sono anche io fratellino” disse Federico
“E del tuo vecchio zio ti ricordi?” disse Mario Auditore in tono simpatico
“Dobbiamo ancora trovare Claudia!” disse Maria
Ezio sorrise e si rivolse verso la sua famiglia “Non preoccupatevi delle situazioni che avrete dinnanzi ragazzi, quando arriverà il momento saprete cosa fare! Ce lo avete nel sangue!” poi si volse verso Sofia “Un giorno ci rincontreremo amore mio e potremo di nuovo stare insieme!”
“Mi aspetterai dunque?” chiese lei
“Sempre!” disse Ezio abbracciandola per poi volgersi verso i suoi famigliari defunti e avviarsi con loro alzandosi il cappuccio sulla testa “Siete ciò che resta degli Auditore da Firenze figli miei! Voi siete assassini!” e con il sorriso che aveva il giorno in cui Marcello lo aveva visto per la prima volta scomparve.

COMMENTO AUTORE
Devo dire che l’ispirazione di questa storia mi è venuta un po’ così… a caso, dato che in “Assassin’s Creed Embers” si vede solo l’ultima parte della vita di Ezio e curiosando qua e là si vocifera che i sui discendenti ebbero un ruolo nella confraternita degli assassini per altri 150 anni mi sono chiesta come potesse essere possibile perché non sembra che nessuno dei suoi figli conosca la verità sul padre…
L’incendio del Palazzo Arcivescovile a Firenze è un fatto storicamente accaduto, ma non ho trovato spiegazioni sul come divampò l’incendio e ho improvvisato…
Tengo a precisare che le immagini che ho caricato non sono mie e che appartengono ai rispettivi proprietari.
Spero che comunque la storia sia piaciuta!
Alicew in Wonderland
 

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