It just don't feel right

di _Kidagakash_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Harry's shock ***
Capitolo 2: *** Niall's feelings ***
Capitolo 3: *** Vale's story ***
Capitolo 4: *** I'm afraid of spoons! ***
Capitolo 5: *** Not a simple project! ***
Capitolo 6: *** A new life begins! ***
Capitolo 7: *** Finally the date! ***
Capitolo 8: *** Hello...uhm...I'm Niall! ***
Capitolo 9: *** The world was smiling to her. ***
Capitolo 10: *** Oh, you didn't know! ***
Capitolo 11: *** Temporary End ***



Capitolo 1
*** Harry's shock ***


1D Harry's Shock
Scusate, ma non so cosa prenda alla pagina alla fine XD

   Non capiva sinceramente perché tutti ne fossero convinti. Non era ancora arrivato a capire perché tutti pensassero 
quella cosa. Le fan, poi. Ancora peggio. Si tormentava le notti a pensare, ad escogitare un modo per capire il perché. Dov'era il senso. E perché, poi, lui doveva mettersi con testa e pensiero a cercare una scusa, una soluzione, una giustificazione? Non c'era nulla da spiegare. Il fantomatico "Larry Stylinson"  non esisteva. Full stop. Lui amava Harry, si, ma come un fratello minore. Non come un possibile amante. Louis non era mai stato il tipo che si tiene le cose dentro, non gli era mai importato veramente il giudizio altrui, tranne quello di poche persone. Non gli era mai passato per la mente di tenere per sé quel che sentiva e non gli era mai passato per la mente qualche strana "fantasia" su Harry.  Il suo Hazza, come gli piaceva chiamarlo. Ma era tutto un gioco, e lui sapeva benissimo che per il riccioluto era la stessa cosa. Se Harry fosse stato omosessuale, avrebbe fatto un outing in grande stile, anzi in grande " Styles", come gli piaceva dire. E lo stesso sarebbe stato per lui. L'avrebbe fatto senza problemi perché sul cammino verso la propria felicità, bisogna ricorrere ad ogni mezzo che si ha a disposizione. Ed era quello che lui faceva sempre. Di sicuro non era gay, altrimenti sarebbe saltato fuori. Avrebbe preferito morire piuttosto che vivere un'esistenza infelice e nascosta solo per la felicità altrui e per paura di quello che le persone avrebbero potuto dire o pensare. Louis era fatto così. Nessun mezzo termine. O bianco o nero. O felice o morto. E lui, da etero si sentiva proprio bene.

   << Zayn! Lo so che non ti stai ancora facendo la doccia. Smettila di guardarti in quel cavolo di specchio e muoviti! >>
Liam era appena passato davanti alla porta del bagno dove Zayn era rinchiuso da almeno un'ora. Aveva furbamente aperto l'acqua della doccia per far credere di esserci sotto, quando tutti conoscevano alla perfezione il vizio del moro. E se l'era immaginato proprio lì, davanti al suo stesso riflesso. Lo sguardo ammirato, i capelli infastiditi dalle mani che ci si intrufolavano dentro per sistemarli - cosa inutile, visto che si sarebbe fatto una doccia di lì a qualche secondo...minuto..ora... -, e poi il sorriso soddisfatto in relazione al fatto che si vedeva bellissimo. Soprattutto da quando una fan era svenuta quando lo aveva incontrato da vicino. Terribile, certo, ma impagabile. Vuoi mettere la soddisfazione di essere, o almeno sembrare, un dio? La soddisfazione che ti riempie il cuore quando sai di essere adorato come un meteorite caduto in terra? Essere al centro dell'attenzione di bellissime ragazze come la notizia di un avvistamento UFO? E Liam si era anche immaginato quel disgraziato, che al suono della sua voce si era già precipitato nella doccia, prima di urlare un "Liam, che hai detto? Non ti sento!". Ma l'altro lo sapeva bene. Lo aveva sentito eccome. Aveva perfino detto il suo nome! Zayn non sapeva proprio mentire. O forse, ci metteva solo scarso impegno.

    E mentre Liam ragionava sulle doti dell'amico, un Harry assonnato faceva il suo ingresso in cucina. A torso nudo, girava per la stanza sbocconcellando una fetta di pan carré, mentre con la mano libera si grattava "adorabilmente" - come diceva Louis - il culo. Strano ma vero, portava i pantaloni bordeaux di un pigiama che, tra l'altro, gli stavano decisamente larghi.
<< Dov'è la fortunata? >> domandò Niall, che era seduto a tavola e si rimpinzava di qualsiasi cosa con la scusa della "colazione". Non gli dedicò molta attenzione, preso com'era dal cibo, però si accorse dello sbuffo frustato di Harry, segno che qualcosa non andava. Si era accasciato malamente su una sedia e aveva appoggiato le braccia al tavolo, come se non volesse farle cadere, ma volesse piuttosto assicurarsi di tenerle ferme. Qualche smorfia scomposta, qualche altro sbuffo e una manciata di manate nei capelli dopo, il riccio aveva deciso di sputare il rospo, postumo da una attenta -e segretissima - riflessione.
<< L'ho riaccompagnata con lo scooter, stanotte >> aveva risposto, allargando le narici e alzando un angolo delle labbra, in segno di disappunto. Ma quella risposta celava decisamente qualcosa. Insomma, era ovvio che qualcosa era andato storto. Quando mai i ragazzi si erano svegliati senza trovare un'amabile ragazza in pantaloncini e canotta a fare colazione? La faccia di Liam fece capolino oltre il bordo dello stipite della porta, posando lo sguardo curioso sull'amico, Niall aveva - finalmente - smesso di mangiare e Louis era rimasto sulle scale a grattarsi la testa. Già. Zayn era ancora in bagno. Harry guardava il tavolo in un punto indefinito, come se le venature appena accennate fossero improvvisamente diventate interessanti. Manco a dirlo. E dire che non si era nemmeno accorto del fatto che tutti stavano guardando proprio lui. Possibile? E poi aveva cominciato a sentirsi osservato tutto d'un tratto. Ma ce ne aveva messo di tempo!
<< Mi state fissando?! >> chiese lui, restando imperterrito, ancora con lo sguardo sulla tavola lignea. Ognuno tornò ai propri affari come se nulla fosse, e Harry si sentì piuttosto disorientato.  Alzò lo sguardo e si trovò Louis intento ad analizzarlo. Aveva quasi lo sguardo preoccupato. Che cosa aveva spinto Harry a riaccompagnare una ragazza a casa? Era un'occasione praticamente unica.  Un evento epico. Da riportare sui libri di Storia. E più cercava di trovare una spiegazione plausibile alla Stranezza del Giorno, meno ci trovava un senso. Quando mai Harry aveva rifiutato una ragazza? Possibile che Harry stesse male? Possibile che Harry si stesse facendo condizionare dalle voci che giravano sul loro conto? Accigliato e perplesso, il ragazzo dagli occhi blu si portò una mano al mento, corrugando la fronte, per poi avvicinarsi all'amico riccioluto e scrutarlo maggiormente da vicino. Era piuttosto ovvio che lo facesse per strappargli un sorriso. Non gli piaceva vedere Hazza tutto sfatto e lui, in qualità di Boo Bear doveva fare qualcosa per aiutarlo.Non era contento nel vedere Harry in quel modo, e avrebbe fatto qualsiasi cosa gli avesse chiesto, se solo l'avesse voluto. In quel momento si limitò ad una scenetta comica. Niall li seguiva con la coda dell'occhio, ridendo sotto i baffi. Sapeva quanto Lou fosse legato a Harry e adorava il modo in cui cercava sempre di farlo stare bene. Ma Lou lo faceva con tutti e quattro allo stesso modo. E ognuno di loro lo faceva per i restanti quattro. Sorrise appena, nel vano tentatvo di trattenersi, e poi, quando si era accorto che Harry non dava alcun segno, occhi spalancati a parte, decise di aiutare il povero vecchietto di casa. Si alzò per assumere la sua stessa posizione e espressione avvicinandosi di più al viso del bruno. Sia il biondo che Boo Bear, si guardarono negli occhi dopo aver visto Harry guardare in un punto indefinito di fronte a sé.
Non rideva come avrebbe fatto di solito. Doveva esser stato uno shock pesante, se era ridotto in quello stato.
<< Insomma, Harry, ci dici che è successo?! >> chiesero all'unisono i due, preoccupati. Il suono della voce di Louis e Niall parve risvegliare appena appena il ragazzo, il quale ebbe una strana reazione. Il labbro inferiore gli tremò e le mani si portarono velocemente tra i capelli castani. Dopo alcuni istanti di puro silenzio, finalmente aprì bocca.
<< Queste ragazze vogliono vedermi morto! >> sussurrò con voce rotta.
I due amici si guardarono ancora, interrogativi. Harry si mantenne i capelli.
<< Voleva piastrarmeli, ci rendiamo conto?! >> urlò con gli occhi sbarrati, mentre Louis e Niall si trattennero a fatica, soffocando una risata, mentre Liam urlava dall'altra parte della casa.
<< Zaaaaaaaaaayyyyyyyn!!! >>





˜– s —™ ˜– s —™ ˜– s —™ ˜– s —™ ˜– s —™
1D

Nuovo fandom per me. Mi cimento, sissignore! Ma che vi devo dire?! Mi sono innamorata delle cinque carote e mo'...so cazzi. Spero che l'inizio vi piaccia. Comunque, non so cosa succederà le volte dopo, ma non credo che ci saranno rapporti "Larry" "Zian" e via dicendo. Non mi sento ancora pronta per provare a scrivere una tale cosa. Spero solo seguiate la storia e la recensiate (?) !
Se volete, seguitemi su twitter : @ValentinaLuongo Vi avvertirò ad ogni aggiornamento!

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Capitolo 2
*** Niall's feelings ***


1D_2 NIalL's Feelings

Nel capitolo precedente:

<< Insomma, Harry, ci dici che è successo?! >> chiesero all'unisono i due, preoccupati.
Il suono della voce di Louis e Niall parve risvegliare appena appena il ragazzo, il quale ebbe una strana reazione.
 Il labbro inferiore gli tremò e le mani si portarono velocemente tra i capelli castani.
Dopo alcuni istanti di puro silenzio, finalmente aprì bocca.

<< Queste ragazze vogliono vedermi morto! >> sussurrò con voce rotta.
I due amici si guardarono ancora, interrogativi. Harry si mantenne i capelli.
<< Voleva piastrarmeli, ci rendiamo conto?! >> urlò con gli occhi sbarrati.
Louis e Niall si trattennero a fatica, soffocando una risata.
Intanto Liam urlava dall'altra parte della casa.

<< Zaaaaaaaaaayyyyyyyn!!! >>



L'acqua gli grondava dai capelli e l'asciugamano blu era stato sapientemente legato in vita. Giusto per rendere più sexy la solita figura spettacolare che era.
<< Vas happening, Liam?! >> chiese uscendo dalla porta del bagno, con un asciugamano tra le dita della dritta per frizionare i capelli bagnati.
I passi calcati di Liam si sentivano dal soffitto. Aveva il terrore che venisse giù. Manco una mandria di rinoceronti... E in meno di qualche secondo, Liam scese le scale e gli si parò davanti con le narici allargate e lo sguardo assassino.
<< Come "Vas happening"? Sei da due ore in bagno! Abbiamo tutti una Signing Session oggi, non solo tu! >>
Il viso del bruno era praticamente quello di un pazzo imbufalito (?). La cosa la diceva lunga visto che Liam non perdeva mai la calma. Cercava di trattenersi dal non strangolare Zayn scegliendo un tono di voce calmo ma stizzito. Con quelle uniche parole, prese Zayn per un avambraccio e lo scaraventò fuori dal bagno, chiudendocisi dentro. Era un periodo particolare per Liam. C'era una ragazza che gli piaceva, Leena, ma lei pareva non notarlo nemmeno. Ed erano solo loro cinque a saperlo. Questa cosa demoralizzava terribilmente Liam che aveva un cuore piuttosto sensibile. Perciò Zayn non si sforzò nemmeno di replicare. Sia per non innescare un nuovo litigio, sia perché conosceva la sua situazione e voleva stargli vicino piuttosto che litigare. D'altro canto, Liam non voleva affatto litigare con Zayn.
Zayn, intanto, si recò in cucina, dove c'erano Niall e Louis che ormai si erano completamente abbandonati ad una fragorosa risata liberatoria. Non avevano resistito alla confessione e si erano accasciati sul tavolo, piegati in due. Harry, invece, aveva ancora l'aria sfatta ed era ancora seduto sulla sedia in malomodo.
<< Harry! La ragazza se l'è presa parecchio, eh? >> disse con nonchalance il moro, passando davanti al tavolo per raccogliere una mela dal portafrutta colmo fin su a formare una piramide di frutta che si trovava sul tavolo. Hazza alzò la testa con sguardo perplesso, come a chiederegli come facesse a sapere delle ragazza. Lasciò correre le domande che gli affollavano la testa e così prese a rispondergli.
<< Beh, io l'ho presa peggio di lei. Alcune sono proprio strane... >> sentenziò il riccioluto, dando segni di ripresa. << Liam come sta? >> chiese, pensando subito dopo a quanto scontata fosse la domanda.
<< Mi dispiace tanto per lui... >>
<< Niall, tu sei in grado solo di provare mal di pancia! >> scherzò Louis per sdrammatizzare tutta la situazione. E infatti tutti sorrisero, ma subito dopo tornarono al pensiero di Liam, distrutto.
<< Hey, perché dopo la Signing non lo portiamo in un bar?! Magari si distrae un po'. Credo ne abbia proprio bisogno >> intervenne Harry, spezzando il silenzio creatosi dopo la flebile battuta di Louis. L'idea di Hazza mise tutti d'accordo e perciò, non appena Liam uscì dal bagno, si prepararono tutti e si diressero, scortati, alla Signing Session che si sarebbe tenuta in un centro commerciale ad un'oretta di macchina di distanza dalla grande abitazione che avevano acquistato tutti i componenti del gruppo.
Tutte le persone che avevano riempito il centro commerciale non attendevano altro che incontrare i propri idoli. C'erano ragazze in lacrime, altre urlavano, alcune anche le due cose insieme. Molte invece erano in silenzio, ma con un sorriso stampato in faccia che avrebbe potuto illuminare l'intero posto, a detta di Liam, che aveva subito trovato il pieno consenso degli altri. Firmarono tantissimi autografi, riceverono maree di regali e altrettante maree di lettere. Abbracciarono le Directioners più emotive, scambiarono qualche parola con le più spigliate. Erano un po' stanchi ma tutto quel calore non poteva essere che un toccasana per loro, lenendo la fatica sopportata negli ultimi mesi. Ed era sempre così. Ogni volta che avevano contatto coi fan, sentivano la loro spossatezza rinchiudersi in un angolo nascosto del loro corpo, saltando fuori solo più tardi, quando si sarebbero ritrovati nell'auto. Quel giorno poi, la stanchezza non si sarebbe materializzata prima della vicinanza ad un letto. Erano intenzionati a risollevare Liam più di qualsiasi altra cosa al mondo.
Intento a firmare una foto di se stesso per una fan, una voce maschile lo raggiunse. Niall alzò la testa verso l'interlocutore. Un bel ragazzo dagli occhi grigi come il ghiaccio ma caldi come un sole estivo furono la prima cosa che vide.
<< Ciao >> disse il ragazzo dai capelli castani e gli occhi cinerei. Nonostante Niall era sicuro di non essere gay, trovava quel ragazzo bellissimo. Gli sorrise, porgendogli la mano, come per fargli segno di dargli il libro che aveva tra le mani.
<< Sono Ash e questo è di mia sorella >> gli disse subito il ragazzo, porgendogli finalmente il libro.
<< Si, grazie. Vuoi che ci scriva qualcosa di particolare?! >> chiese prontamente il biondino, raccogliendo il libro. Ash sorrise e annuì. Aprì il libro e gli indicò una busta da lettere di un delicatissimo verde menta pastello, che odorava anche di menta!
<< Potresti scrivere che leggerai la sua lettera? >> gli domandò infine il bruno. Niall, dal canto suo, si chiese che razza di richiesta potesse mai essere, però annuì semplicemente, sforzandosi di tenere a mente la lettera dal profumo singolare.
<< Come mai lei non è qui?! >> domandò incuriosito l'irlandese, scrivendo accuratamente la promessa che stava per fare alla ragazza.
<< E' ad X Factor. Fremeva così tanto dalla voglia di fare il provino che si è sentita malissimo quando ha scoperto che sareste stati qui oggi. Perciò, il minimo che io possa fare per lei è essere qui. Te ne ha scritte tante di lettere, ma questa è quella che avrebbe voluto darti, ne sono certo >> spiegò Ash con occhi vivi d'amore per la sorella.
<< Oh, wow. Falle un grosso "in bocca al lupo" quando puoi! >> disse ammiccando per poi fermarsi a guardare ciò che aveva scritto. << Com'è che si chiama tua sorella?! >> chiese ancora, rendendosi conto di non sapere a chi indirizzare l'autografo.
<< Charlie >> rispose semplicemente il bruno. Niall scrisse il nome della ragazza e sfilò la busta dal libro, infilandola nella tasca dei jeans scuri.
<< La leggerò appena posso. Promesso >>
Ash spalancò la bocca in un nuovo sorriso cristallino e poi abbracciò il ragazzo. << Sei adorabile come lei mi ha sempre detto di sapere >> e detto ciò, il ragazzo scomparve oltre la folla, lasciando nella mente di Niall il ricordo di quegli occhi grigi. Charlie. Gli piaceva. Gli sembrava il nome di una ragazza genuina e frizzante, qualcuno di simpatico e dolce allo stesso tempo. Adorava quel nome.  E provava quasi invidia ne sapere che quel ragazzo aveva una sorella di cui preoccuparsi, per cui fare qualcosa di speciale. Insomma, l'irlandese era figlio unico e desiderava così tanto avere un fratello o una sorella da amare, con cui condividere i propri pensieri, gioie e tristezze. E più pensava ad Ash e a Charlie e più si sentiva morire di solitudine. Ad un certo punto, ogni suono arrivava ovattato alle sue orecchie, le immagini gli scorrevano avanti agli occhi come se le stesse vedendo da fuori, a ralenty. E le fan correvano verso i suoi fratelli. Li abbracciavano, li baciavano, gli sorridevano. Li amavano. E lui si sentiva morire di solitudine, ancora. Di nuovo.


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 Iwuvyoubearymuch: Grazie mille per la recensione! Non ne aspettavo alcuna! Spero ti sia piaciuto il capitolo :D Un bacio e un immenso GRAZIE xx <3
Per fortuna non ci ho messo tantissimo. Mica male ahahhaha XD Quando si tratta di One Direction, l'ispirazione viene solo pensandoci ahahah
Comunque, spero che il capitolo vi sia piaciuto :D Mi sono focalizzata su Niall principalmente perché penso che questo evento dovesse essere raccontato per bene, in quanto ha un ruolo importante negli avvenimenti successivi. Ho capito. v'ho detto anche troppo.
Vabbè, non dimenticatevi di seguirmi su Twitter, ricambio SEMPRE. @ValentinaLuongo

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Capitolo 3
*** Vale's story ***


1D_3 VaLE's Story
Scusate in precedenza per eventuali scompensi nella pagina XD Non so sinceramente cosa prenda al programma!

Nel capitolo precedente:
Charlie.
Gli piaceva.
Gli sembrava il nome di una ragazza genuina e frizzante, qualcuno di simpatico e dolce allo stesso tempo.
Adorava quel nome.
  E provava quasi invidia ne sapere che quel ragazzo aveva una sorella di cui preoccuparsi, per cui fare qualcosa di speciale.
Insomma, l'irlandese era figlio unico e desiderava così tanto avere un fratello o una sorella da amare, con cui condividere i propri pensieri, gioie e tristezze.
 E più pensava ad Ash e a Charlie e più si sentiva morire di solitudine.
Ad un certo punto, ogni suono arrivava ovattato alle sue orecchie, le immagini gli scorrevano avanti agli occhi come se le stesse vedendo da fuori, a ralenty.
E le fan correvano verso i suoi
fratelli. Li abbracciavano, li baciavano, gli sorridevano.
Li amavano.
E lui si sentiva morire di solitudine, ancora. Di nuovo. "

Nel frattempo, in Italia.

<< E quindi eccoci qui.  La canzone è finita e spero tanto che vi sia piaciuta! >> lo sguardo vagò imbarazzato diretto nella webcam, poi sulla scrivania piena di fogli con su scritto testi di canzoni, dediche, appunti vari. Aveva appena finito di cantare una delle sue canzoni preferite, spiata dalla lente della webcam che avrebbe riportato tutto sul pc. E lei poi l'avrebbe caricato su You Tube. Così le persone che le avevano richiesto la canzone sarebbero state contente. "Tell me a lie". Dimmi una bugia. Oh, se l'aveva chiesto a Mick!

"Tell me I'm a screwed up mess
That I never listen, listen"

E cosa ci voleva a dirglielo? Lei sapeva benissimo di essere una svitata. Sapeva benissimo di essere un po' anormale, a volte. Però non voleva cambiare se stessa. Le piaceva quando le persone le dicevano le cose in faccia, chiaramente. E non si sarebbe offesa se il proprio ragazzo, anzi ex, le avesse detto di essere casino totale.  Beh, fanculo a lui che non l'aveva apprezzata fino in fondo.

"Tell me you don't want my kiss
That you need your distance, distance"

Era da un po' che sembrava strano, distante. Stava cercando di dirle qualcosa, forse? E cosa, dunque?
Erano un paio di settimane che ormai Mick pareva non saperne di volere un po' di intimità con lei quelle rare volte in cui ne avevano l'occasione. Fanculo.


"If he's the reason that's you're leaving me tonight,
Spare me what you're think and

Tell me a lie"

Detto fatto. Manco l'avesse detto ad alta voce. Balle su balle, fino a quando non l'aveva scoperto in auto a baciarsi con...quella.
Era un pomeriggio appena assolato di febbraio. Non pioveva e stranamente era di buon umore. Zainetto verde smeraldo su una spalla, felpa turchese a coprire la t-shirt grigia, jeans a sigaretta che le fasciavano i glutei e le gambe toniche e le Converse grigie a calzare i piedi. Aveva i capelli lisci sciolti, le ricadevano sulle spalle solo quando il vento non le soffiava contro. L'iPod nelle orecchie la estraniava dal mondo intero. Avrebbe potuto finire sotto un'auto grazie al volume assurdamente alto che non le avrebbe permesso di sentire un eventuale bussata di clacson. Ma lei camminava fiera, con le mani nelle tasche. Come se nulla potesse scalfire la sua anima. Percorse qualche isolato fino ad intravedere il lungo viale alberato in cui le villette a schiera facevano bella mostra. Terza villetta a destra. Quella con la casetta sull'albero. Sorrise al pensiero delle braccia di Mick attorno a sé nel momento in cui l'avrebbe sorpreso sulla porta di casa. Per fortuna la sua macchina era lì. E questo significava che Mick era in casa.
Man mano che si avvicinava, scorse dei movimenti all'interno dell'auto. Poteva essere tranquillamente Mick che era tornato dalla scuola di danza che frequentava sua sorella.
Andava sempre a prenderla perché era un po' lontano, ma decisamente la migliore della zona.
Solo che nell'auto non c'era la capigliatura castana di Carla. Piuttosto ce n'era una biondo platino. E di sicuro, Mick non baciava sua sorella in quel modo. Non le metteva le mani oltre il bordo del bustino nero e non se la portava a cavalcioni.
Cazzo.
Strinse i pugni e i denti. Vale non era una di quelle ragazze che piangevano. Piuttosto si sarebbe vendicata. Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di non mostrarsi debole .
Non agli occhi di quel farabutto.
Si avvicinò di soppiatto all'auto, fino ad arrivare alla portiera sinistra, quella del conducente. Sorrise malignamente, pregustandosi l'espressione di terrore con cui l'avrebbe accolta quel viscido una volta colto in flagrante. Fece scivolare le dita sottili nell'incavo della maniglia della portiera e con un sonoro scatto l'aprì.
<< Non sapevo che facessi certe cose davanti casa tua. Mi deludi, Mick. >> disse semplicemente, e nel contempo si godeva, come previsto, lo sconcerto negli occhi scuri del ragazzo. Quell'oca di Syria manco mosse dito. Gli occhi del ragazzo si sgranarono all'istante e scaraventò la bionda sul sediolino che aveva di fianco.
<< Non è come sembra. >> disse lui, uscendo velocemente dall'auto.
<< No, Mick, le bugie non si dicono. >> rispose pronta lei, con una calma tale che fece tremare il moro. In parte l'avrebbe preferita una bugia. Gliel'avrebbe chiesto esplicitamente. Se lei è il motivo per cui mi stai lasciando, o meglio tradendo, risparmiami ciò che pensi e dimmi una bugia. Ah, l'avrebbe adorato.
Mick nel frattempo aveva portato le mani sulle spalle di Vale e lei le aveva guardate, senza nemmeno scostarsi.
<< Sono venuta solo per portarti il quaderno che hai lasciato sul banco stamattina. >> continuò imperterrita, scostandosi solo per aprire lo zaino e porgergli il quaderno. Gli prese il mento etra lìindice e il pollice e lo fissò negli occhi.
<< No, hai ragione, non è quello che sembra. Ci si vede a scuola >>
E con un gesto della mano e un sorriso tiratissimo che avrebbe fatto invidia ad una qualsiasi donna di cinquant'anni rifatta a più non posso, salutò la bionda. Girò sui propri tacchi e se ne andò, seguita da un Mick supplichevole a cui non dava soddisfazione di risposta.
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<< Vale! C'è qualcuno a telefono per te! >> la chiamò la madre al piano di sotto. Cliccò il tasto di invio per caricare il video e scese frettolosamente le scale.
<< Chi è? >>  chiese in tono piatto.
<< Non lo so. Ma hanno chiesto di te. >>
Prese la cornetta del telefono tra le mani e rispose svogliatamente.
<< Si? >>
La voce maschile all'altro capo del telefono parlò subito e le gelò il sangue nelle vene.
<< Salve, sono Trevor Johnson. La contatto in qualità di Manager dei One Direction. >>


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__love : hey, ciao :D Alla fine sei passata! <3 Che adorabile che sei! Sono contenta che tu ti sia immedesimata in Niall perché in parte speravo che accadesse!Grazie per la recensione, eccoti il nuovo capitolo, spero ti piaccia e continuerai a seguire la storia <3
nicole12 : tesoro *_* grazie mille per averla recensita anche qui, lo sai che mi fa immensamente piacere! Spero ti piaccia questo nuovo capitolo <3
Iwuvyoubearymuch :   hey, ciao anche a te :D Sono contenta di ritrovarti a recensire anche questo capitolo :) E' importante vedere che a qualcuno la storia piace. Mi sento realizzata ahaha! Ad ogni modo è così. C'è una ragazza che non si fila Liam. Poi scopriremo il perché ;D Ovviamente Charlie avrà a che fare con Niall prima o poi, ma non dirò mica come andrà a finire, altrimenti tu ti scocci subito e non leggi la storia ç__ç No, scherzo - anche se spero che tu non lo faccia - e ti ringrazio per questo complimento che tu mi hai fatto. Prima o poi, magari, troveranno la storia e spero che piaccia anche a loro. Intanto apprezzo le poche recensioni avute come se fossero oro. Grazie mille ancora! <3
Al prossimo capitolo, presto in arrivo! <3

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Capitolo 4
*** I'm afraid of spoons! ***


1D_4 i'm afraid Of Spoons!


Nel capitolo precedente:
<< Vale! C'è qualcuno a telefono per te! >> la chiamò la madre al piano di sotto.
Cliccò il tasto di invio per caricare il video e scese frettolosamente le scale.

<< Chi è? >>  chiese in tono piatto.

<< Non lo so. Ma hanno chiesto di te. >>

Prese la cornetta del telefono tra le mani e rispose svogliatamente.

<< Si? >>

La voce maschile all'altro capo del telefono parlò subito e le gelò il sangue nelle vene.

<< Salve, sono Trevor Johnson. La contatto in qualità di Manager dei One Direction. >>



Uscirono dalla Signing Session e Liam sembrava un po' risollevato e ancora pieno di entusiasmo mentre si cimentava a raccontare gli incontri avuti con i singoli fan e tutte le strane domande e regali che gli facevano. Per fortuna, gli aveva fatto bene lavorare un po'. Si dirigerono al furgone nero dove c'era il buon Stanley, l'autista, ad aspettarli. Zayn si avvicinò all'uomo dai capelli brizzolati e gli sussurrò di portarli al Judas, un bar parecchio esclusivo da qulle parti.
Stanley era un uomo buono, sulla cinquantina, con il sorriso dolce e comprensivo di un nonno giovane sempre sulle labbra. Li accontentava e li viziava ogni volta che poteva. Gli diceva sempre che li vedeva come i nipoti che ancora non aveva. Avrebbe fatto di tutto per loro. Un po' come Paul. Figurarsi che una volta si rese disponibile a correre in soccorso a Zayn per problemi di cuore. Lo vide stare così male che prese l'auto, e si lanciò in una corse disperata per portarlo sotto casa della ragazza che gli aveva rubato il cuore, beccandosi una salatissima multa per guida estrema!
Però i ragazzi stabilirono senza possibilità di protesta che averebbero pagato loro la multa.
Un sorriso amorevole e un cenno della testa accompagnarono la risposta affermativa alla richiesta di Zayn.
Li fece entrare nel furgoncino nero e sfrecciarono verso il piccolo locale. Liam non sospettava nulla, ma nel frattempo parlava a raffica.
<< Quanto mi piace incontrare le fan! Sono tutte così dolci! >> aveva esclamato all'improvviso, guardando malinconicamente fuori dal finestrino. Gli altri annuivano con vigore, per rafforzare sempre di più le parole che sfioravano le labbra del ragazzo.
<< E poi c'è n'è stata una che era tranquillissima, mi è venuta accanto e mi ha abbraciato, ci siamo guardati e poi è scoppiata a piangere! Ho sentito una stretta al cuore... Oddio... Io non mi sono mai sentito così nei confronti di un artista. Cioè, in quell'abbraccio ho sentito un calore inimmaginabile, e poi... >> continuò imperterrito mentre i ragazzi, per prenderlo in giro, cominiarono a canticchiare, fingendo di non ascoltarlo.
<< Ragazzi, andiamo! >> li richiamò all'attenzione Liam.  Tutti risero e qualche secondo dopo, l'auto si fermò. Liam sembrava disorientato e gli pareva strano di esser già arrivato a casa.
Niall scese per primo e fu seguito a ruota da Harry, Louis, Zayn e infine un perplesso Liam. Gli occhi di quest'ultimo vagarono per un po' sull'insegna del bar, prima di realizzare di non essere a casa. I ragazzi lo trascinarono dentro prima che potesse porre una qualsiasi domanda.
<< Siamo qui perchè abbiamo deciso che... >> cominciò Harry, guardando Liam.
<< ... dobbiamo tirarti su di morale! >> finì la frase Louis. Stordiva il modo in cui la mente di quei due era collegata. Liam, d'altro canto, sorrise ai ragazzi, stringendoli in un abbraccio di gruppo. Sentiva di non avere parole per descrivere il bene che voleva ai ragazzi e per descrivere quanto fosse loro riconoscente. Vagò con lo sguardo perso negli angoli della sala, esaminando ogni piccolo particolare. In fondo, non c'era mai stato.
I ragazzi sorridevano contenti d'aver restituito almeno per un po' il sorriso all'amico che, nemmeno due secondi dopo, si spense. Seguendo lo sguardo del bruno trovarono Leena seduta ad un tavolo, da sola, con alcuni fogli tra le mani. Niall gli sfregò una spalla come per dargli conforto, ma parve non servire a molto. Liam sentì la terra crollare sotto i suoi piedi quando incontrò lo sguardo della ragazza che, invece di sorridergli, alzò gli occhi al cielo e si voltò dall'altra parte. Provò un certo fastidio a quell'attegiamento, ma fu sollevato di trovarla sola. Strinse gli occhi ad una fessura e chiuse le mani a pugno. Quella ragazza doveva dirgli perché lo evitava.
Si diresse verso il bancone marmoreo - quasi come il suo viso, ormai -, e ordinò due cappuccini. L'aveva beccata a berne uno più volte quando l'aveva incrociata a scuola, prima che non la frequentasse più. Con passo spedito, sotto gli occhi attoniti e curiosi dei ragazzi, Liam si diresse al tavolo, pronto ad un ennesimo "sparisci".
<< Non lo so perché mi eviti, ma spero che un buon cappuccino ti addolcisca >> le mormorò sedendosi al tavolo, senza nemmeno chiederle il permesso.
Lei sbuffò impercettibilmente, e alzò il capo con un estenuante lentezza.
<< Che vuoi da me, Payne? >>
La domanda della ragazza colpì il povero Liam come una padellata in fronte. Leena aveva praticamente parlato senza nemmeno guardarlo in faccia, sorpassandolo con lo sguardo. Il tono strascicato lasciava supporre che la ragazza odiasse Liam più di ogni altra cosa. Non voleva vederlo, non voleva saperne di lui.
<< Offrirti un cappuccino >> cercò di non scomporsi lui, allungando il bicchiere colmo fino all'orlo di panna. << E poi voglio sapere cosa ti ho fatto >> disse ancora, incrociando le braccia e posando lo sguardo negli occhi di lei. Leena aveva gli occhi scuri, grandi e profondi, i capelli castani avevano visto qualche volta la gioia di qualche altro colore. Liam l'adorò quando li portava rossi. Era piuttosto magra ma aveva tutte le giuste proporzioni. L'unica cosa che poteva essere una pecca, ma che invece Liam adorava, era l'altezza. Leena non era esattamente quella che si definisce "una stangona".
<< Non hai fatto niente, a parte continuare a seguirmi. Ma questo non mi sembra un buon motivo per trovarti simpatico >>  gli rispose annoiata, dirigendo stavolta lo sguardo negli occhi color nocciola di lui.
<< Ovvio, non mi dai la possibilità di parlarti! >> esclamò pronto, mentre alzava le sopracciglia, come per manifestare lo sconcerto.
<< Non ne ho motivo, Payne! >> esclamò a tono lei, sebbene il tono di voce fosse comunque annoiato e strascicato. E Liam si chiedeva se avesse qualcosa di sbagliato. Ce l'aveva? Era sbagliato lui per lei? Qual'era il prblema per cui lei sembrava detestarlo tanto?!
<< Scommettiamo che ti faccio ridere? >> domandò lui, cewrcando di convincerla a dargli una chance.
<< Sentiamo >> Liam sorrise, contento e si sistemò sulla sedia, tutto entusiasta, sebene la faccia che aveva davanti non fosse il ritratto dell'esaltazione..
<< Se ti faccio ridere, vieni a cena con me. In caso contrario, mi leverò dai piedi e non ti importunerò più >>
Leena restò un attimo immobile come per valutare la proposta. Infine annuì svogliatamente, conscia del del fatto che in realtà non aveva mai avuto a che fare con il riccioluto e perciò non aveva idea se il ragazzo fosse stato capace di farla ridere o meno. Optò per il massimo contegno.
Qualche istante di silenzio riempì la conversazione interrotta tra i due e così la ragazza cercò di esortarlo a parlare con un cenno del capo.
Dopo qualche attimo di esitazione, Liam cercò di farsi coraggio e parlare.
<< Ho paura dei cucchiai! >>
Leena restò per un momento interdetta. Era evidente che avrebbe voluto ridere, ma si trattenne, data anche la più evidente delle sorprese.
<< Mi prendi in giro, Payne? >> domandò cauta, sporgendosi sul tavolino.
<< Affatto.... >> rispose un po' titubante, timoroso di perdere la scommessa. Aveva voglia di invitare a cena quella ragazza. Voleva farla divertire, farle capire che non doveva nascondersi o scappare da Liam perché lui voleva solo farla sorridere, renderla felice. Era un sentimento abbastanza forte e a dire il vero anche abbastanza nuovo. Non si aspettava di provare così tanto calore in petto quando la vedeva e non credeva nemmeno fosse possibile sentire battere forte il proprio cuore ogni volta che le era vicino. Perso nei suoi pensieri, Liam fu distratto da una specie di melodia che colpì le sue orecchie.
Un suono dolce, soave. Un suono che fu accompagnato dalla visione di Leena, intenta a tenersi lo stomaco per le risate.


˜– s —™ ˜– s —™ ˜– s —™ ˜– s —™ ˜– s —™

Yeah babes!
Come  state!? I'm back!
Un nuovo capitolo! Woohoo!
Che dire, non mi piace molto, però volevo proprio rispondere ad una domanda postami a proposito di Leena.
Spero questo capitolo ti basti per ora, perché le sorprese da parte di questa ragazza sono dietro l'angolo! Yeaaaa!
Nei prossimi capitoli, credo che racconterò delle altre ragazze, in modo tale da introdurle nella storia il prima possibile.
Sono consapevole del fatto che questo capitolo non è granché, e non vi nascondo che quasi non sapevo che scrivere.
Se non altro, sono riuscita a scriverlo xD
Bon, e dopo un bel ringraziamento, le risposte alle recensioni!
Ringrazio TUTTI coloro che hanno letto i capitoli, chi ha la storia tra i preferiti, i seguiti e le ricordate e soprattutto a che la recensisce!
Per favore, se pensate che il capitolo sia almeno "decente" fatemelo sapere!
Le recensioni sono il pane quotidiano per un autore!

itsphenomeniall: Awww Giuggi *_* Sono contenta di vederti qui a recensire la storia *_* #muchlove Grazie anche per avermi corretto l'errore, ma presa dalla foga, non ci ho fatto propiro caso XD
Iwubyouberymuch: grazie, grazie, grazie! Che bello vederti in ogni capitolo! Comunque, la storia tra Vale e Mick è una coa vecchia, perciò Vale si può lasciare cullare dai ricordi amari con il sorriso tra le labbra, perché sa che a perderci qualcosa è stato lui! Pensa che io pià ci pensavo e più vrei voluto vedere realizzare il sogno! Comunque eccoti il capitolo, presto presto *_* Spero che ti sia piaciuto come gli altri, e non preoccuparti per non "aver avuto il tempo" Non ti devi mica scusare! Anzi, grazie un casino per essere ancora qui!
Un bacio a tutti,
Vale ^^


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Capitolo 5
*** Not a simple project! ***


1D_5
Not a SiMPLe Project!
Nel capitolo precedente:
<< Scommettiamo che ti faccio ridere? >> domandò lui, cercando di convincerla a dargli una chance.
<< Sentiamo >> Liam sorrise, contento e si sistemò sulla sedia, tutto entusiasta, sebene la faccia che aveva davanti non fosse il ritratto dell'esaltazione..
<< Se ti faccio ridere, vieni a cena con me. In caso contrario, mi leverò dai piedi e non ti importunerò più >>
Leena restò un attimo immobile come per valutare la proposta.
Infine annuì svogliatamentea,
non sapeva
se il ragazzo fosse stato capace di farla ridere o meno.
Optò per il massimo contegno.

Qualche istante di silenzio riempì la conversazione interrotta tra i due e così la ragazza cercò di esortarlo a parlare con un cenno del capo.
Dopo qualche attimo di esitazione, Liam cercò di farsi coraggio e parlare.
<< Ho paura dei cucchiai! >>
Leena restò per un momento interdetta. Era evidente che avrebbe voluto ridere, ma si trattenne, data anche la più evidente delle sorprese.
<< Mi prendi in giro, Payne? >> domandò cauta, sporgendosi sul tavolino.
<< Affatto.... >> rispose un po' titubante, timoroso di perdere la scommessa.
Aveva voglia di invitare a cena quella ragazza.
Voleva farla divertire, farle capire che non doveva nascondersi o scappare da Liam perché lui voleva solo farla sorridere, renderla felice.
Era un sentimento abbastanza forte e a dire il vero anche abbastanza nuovo.
Non si aspettava di provare così tanto calore in petto quando la vedeva.
Non credeva nemmeno fosse possibile sentire battere forte il proprio cuore ogni volta che le era vicino.
Perso nei suoi pensieri, Liam fu distratto da una specie di melodia che colpì le sue orecchie.

Un suono dolce, soave.
Un suono che fu accompagnato dalla visione di Leena, intenta a tenersi lo stomaco per le risate.





Avrebbe pensato che fosse uno scherzo di cattivo gusto delle sue amiche se non fosse stato che l'uomo dall'altra parte della cornetta parlava in inglese e aveva un perfetto accento inglese. Per fortuna, lei se la cavava abbastanza bene con l'inglese.
<< Se è uno scherzo, non è divertente, la avverto >> spiegò in lingua, notando di sottecchi sua madre che la guardava un po' stranita. Era incerta sul da farsi, ma se l'uomo al telefono era realmente chi diceva di essere, era pronta a sveire seduta stante.
<< Per quale motivo questo dovrebbe essere uno scherzo? >> tentò ancora il suo interlocutore. La voce le arrivava alle orecchie piena di sicurezza, convinzione e, a dirla tutta, anche con una sorta di rassicurazione.
<< Non saprei. Io potrei dire di essere la Regina Elisabetta. Lei mi crederebbe sulla parola? >> domandò ancora, piccata e diffidente.
<< Mi dia solo il tempo di mostrarle che non sto mentendo >> rispose semplicemente l'uomo, poco dopo essersi lasciato sfuggire un risolino.
<< E come intend... >> cominciò lei, ma fu interrotta dal suono del campanello della porta. << La chiedo di scusarmi solo un momento, per favore >> disse avvicinandosi alla porta, con il cordless ancora tra le mani, per aprirla.
<< Ma le pare? >> domandò retorico l'uomo alla porta. Chiuse lo sportellino del cellulare che aveva tra le mani e le sorrise. Era alto, fasciato da un elegante completo grigio scuro di buona fattura e i capelli neri corti erano lasciati al naturale con qualche ciocca che gli ricadeva sulla fronte. Vale rimase tra lo sconcerto e l'esaltazione interiore per qualche istante. Lo aveva già visto. Lo riconosceva. Lo aveva visto spesso in alcuni scatti presenti su internet. Strabuzzò gli occhi  alla vista dell'uomo.
<< Trevor Johnson, piacere >> disse con voce calda, allungando la mano verso di lei per farsela stringere. La madre di Vale che nel frattempo era scomparsa chissà dove, fece di nuovo il suo ingresso nell'androne. Rimase spiazzata per un momento nel trovarsi Johnson alla porta. Quasi sembrò più scioccata della figlia. Valentina non ci fece caso, e strinse la mano al bel giovane.
<< Valentina Luongo, piacere mio >>
<< Si, so chi è lei >>
<< So anche io chi è lei, ma non so a cosa devo questa visita decisamente inaspettata >> andò dritta al sodo. Aveva il timore dei sotterfugi, e non le piaceva essere colta alla sprovvista. L'unica cosa che le sembrò ovvia fu quella di andare dritta al nocciolo della questione.
<<  Vale, fa entrare il Signor Johnson >> le disse la donna porgendo la mano verso l'uomo. << Steania >>.
L'uomo sorrise ed entrò in casa non appena Vale gli fece cenno di accomodarsi.l Si sistemarono su un divano in salotto e Stefania portò qualcosa di fresco da bere. Non una sola volta Vale mostò di essere in tensione e non gli diede nemmeno la soddisfazione di vederla tremare dall'emozione. Voleva che Johnson capisse con chi aveva a che fare.
<< Bene, signorina. come chiedeva prima, ecco, le spiego il motiva della mia visista >> prese un bicchiere di limonata e ne fece un sorso, posò il bicchiere e intrecciò le dita, appoggiando i gomiti sulle gambe. << Detto molto chiaramente, ho visto i suoi video su Youtube e credo che lei abbia una bella voce. Credo anche nella possibilità di riuscita del suoccesso e perciò le propongo una collaborazione con i miei assistiti, i One Direction. >> concluse infine, sicuro di aver colpito la ragazza.
Sentì il mondo tremare sotto i suoi piedi, i palmi delle mani parevano sudare, una strana sensazione di calore investì in suo corpo.
<< Collaborare con i ragazzi?! >> chiese incredula per un momento. Era piuttosto logico che avrebbe fatto presente una tale richiesta altrimenti non si sarebbe spiegata la presenza di Trevor Johnson in casa sua.  Il manager annuì e sorrise dolcemente alla ragazza. Li aveva chiamati "i ragazzi". Come se fossero i suoi amici, come se li conoscesse da tanto. Non poteva crederci. Le si stava presentando l'occasione di incontrare i suoi idoli su un piatto d'argento. L'occasione di realizzare i suoi sogni senza il minimo sforzo. L'occasione di avverare il suo desiderio nascosto solamente grazie a ciò che più amava fare e che la accomunava ai cinque artisti che popolavano la sua mente: cantare.
<< Si! >> esclamò entusiasta, alzando la voce. Trevor Johnson mostrò i suoi denti in un largo sorriso e alzò gli occhi al cielo.
<< Oh, menomale! E' fantastico! >> asserì sollevato Johnson.
<< Ma loro non sanno di questa collaborazione?! >> domandò con la voce che si affievoliva.
<< Certo che lo sanno. Prima di azzardare qualsiasi mossa, io e i ragazzi parliamo sempre. Voglio il loro appoggio quando si tratta delle manovre che riguardano il loro futuro. Credo sia legittimo, no?! >>
<< Quindi hanno visto i miei video?! >>
<< Si >> Trevor annuì  << e gli sono anche piaciuti parecchio >> specificò, facendola quasi sobbalzare dallo stupore. Lei di solito non mostrava i suoi sentimenti, ma il solo pensiero che il suo desiderio si potesse realizzare, le fece perdere il controllo. Si sentì le mani vibrare. Aveva captato qualcosa nelle parole di lui.
<< Aspetti, il... il loro futuro? >> chiese con voce flebile, tradendo decisamente il suo autocontrollo. L'uomo annuì e sorrise soddisfatto.
<< Speravo lo notasse. Il nostro progetto non è una semplice traccia ma un intero album. E se tutto va bene, l'etichetta discografica del Signor Cowell, la Syco, ha già pronto un contratto per lei >> si decise a sputare fuori il rospo. Finalmente le aveva detto tutto quello che doveva sapere. Collaborazione con i One Direction. Contratto discografico per lei. Avrebbe voluto svenire. Ma poi temeva che Johnson volasse via come un palloncino al vento e che avrebbe perso la possibilità di trovarsi faccia a faccia con i suoi idoli. Ma questo non doveva accadere. Mentre sentiva uno strano vortice ruotare nella sua testa, la madre di Vale fece ritorno. La ragazza spiegò tutto alla madre, dalla prima all'ultima lettera, parlando così veloce che quasi nemmeno la madre stessa riusciva a capirla. << E non m'importa se sarete contrari o meno. Io devo fare questa cosa, è il mio sogno. E mi sta chiamando. Credo di dover rispondere prima che riagganci >> concluse, sucitando l'espressione divertita del manager che, sebbene non parlasse l'italiano, immaginava quel che la ragazza stesse dicendo. Dopo un parlottare durato si e no un paio di minuti, Stefania si congedò e li lasciò di nuovo soli.
<< Io devo proprio andare ora >> disse sbrigativo l'uomo, che aveva controllato con un gesto automatico l'orologio. << La chiamerò in settimana e spero che parta per Londra con me entro la fine della stessa >> Detto ciò, si alzò dal comodo divano in pelle, ringraziò e salutò la madre di Vale e fece qualche raccomandazione alla ragazza. Cose del tipo "Rispondi al cellulare sempre. Non sai quando potri chiamarti". E così se ne andò. Le sarebbe sembrato un sogno e quasi temeva di doversi svegliare e affrontare l'amara verità. Ma il numero di Trevor Johnson sul cellulare era lì a fare da testimone e prova che tutto quel che era capitato nel giro di un'ora, era successo davvero.


Yolo!
Come state? Io sto...normale. Si può stare così? Boh.
Aaaahh...sono stata quattro giorni a Gardaland. Che dolce il mio amore *___*
Si, occhei, lo so che non frega una cippa a nessuno, ma questo è il mio spazio personale.
Potrò dire quello che mi pare, no? No. Uhm... va bene... ma come no?! Certo che posso!
Vabbé, uhm...ho voglia di caffé...
Waaaaaaa ho fatto una rima XD Ma che c'entra?! ...
Dai, mi ricorda un po' Lou e Zayn.
"Zayn: Next question is from Chloe...
Lou :And check my flow!
Zayn: Yeah...Chloe and check my flow... and she wants to know...got it?!"
Scusate, sono un caso perso.
E poi boh, ti passano le immagini dei Video Diary davanti ai tuoi occhi e desideri morire.
Ma io non posso morire! Non ora, almeno. Devo scrivere i capitoli! Hahahah
Beh, a parte questo angolo ritagliato fin troppo lungo, devo ringraziare.
Grazie a tutti quelli che leggono/preferiscono/seguono la storia! Siete grandi!
Ma i più grandi di tutti sono i recensori. Beh, abbiate pazienza.
Se volete avere quel di più dovete recensire... anyway...
Spargereste la voce sulla storia se vi è piaciuta?
Dankeschön :D
Leggete fino in fondo che c'è una sorpresa XD

nicole92: tesoro mio, grazie mille per la recensione <3 Sono contenta che ti sia piaciuta :D Ma d'altronde lo so, anche se fosse pura cacca non me lo diresti XD
Iwubyouberymuch: heilà! Che gioia vederti ancora qua :D Wow. Ho fatto un'altra rima...okay, basta.
Beeene che l'hai adorato :D Ma sai, quando scrivo niente mi pare un capolavoro :S Comunque Leena non ce l'ha con Liam, ma vedrai la situazione intricata della ragazza più avanti! Se pensi a qualcosa, dimmelo! Voglio sapere muahahahhahaha XD
E cos'è sta storia che invidi un po' il mio modo di scrivere? No, cara! Io non ho avuto tempo per farlo, ma ho letto solo il primo capitlo della tua storia. Appena troverò il tempo la leggerò tutta. Vabbè, comunque quello che voglio dire è che tu scrivi molto meglio di me! Cioé, hai un modo di scrivere abbastanza forbito, ci metti di tutto dentro e nonostante ciò, continua ad essere scorrevole! Fidati. Non hai proprio nulla da invidiarmi! :D
Ti ringrazio ancora per essere passata e spero abbia gradito anche questo capitolo <3


Yay
Un bacio e abbraccio virtuale a te che stai leggendo e sei arrivato fin quà - mi sa di JK Rowling *_* .
Vale <3

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Capitolo 6
*** A new life begins! ***


1D_6 Attenzione! Non so perchè, ma il sito va per gli affari suoi.
"I'm afraid of spoons" è il 4° capitolo, il 5° è "Not a simple project" e questo è il sesto. Perciò...non so, andate prima avanti e poi tornate indietro ahahah

New Life Begins!

Nel capitolo precedente:
 "<< Io devo proprio andare ora >> disse sbrigativo l'uomo, che aveva controllato con un gesto automatico l'orologio.
<< La chiamerò in settimana e spero che parta per Londra con me entro la fine della stessa >>
Detto ciò, si alzò dal comodo divano in pelle, ringraziò e salutò la madre di Vale e fece qualche raccomandazione alla ragazza.
Cose del tipo "Rispon
di al cellulare sempre. Non sai quando potri chiamarti".
E così se ne andò.
Le sarebbe sembrato un sogno e quasi temeva di doversi svegliare e affrontare l'amara verità.
 Ma il numero di Trevor Johnson sul cellulare era lì a fare da testimone.
La prova che tutto quel che era capitato nel giro di un'ora, era successo davvero. "



Il fatidico giorno era giunto. Vale doveva partire. Trevor Johnson l'aveva chiamata in settimana, come promesso. Era un'assolato sabato di aprile. Il padre aveva fatto una marea di storie, ma aveva alzato bandiera bianca quando aveva capito quanto fosse importante quell'occasione per sua figlia. La sorella, manco a dirla, l'invidiava da morire, sebbene fosse felice per lei. Stefania era in lacrime al solo pensiero di dover lasciarla andare e "compiere il proprio destino", come piaceva dire la ragazza quando sognava ad occhi aperti.
Johnson fu da lei solo due ore dopo la sua chiamata d'avvertimento. << Tra due ore sarò da te, mi raccomando! >> le aveva detto solamente. Ma tanto, si erano sentiti a lungo già durante la mattinata. La mora aveva preparato le valigie con una lentezza estenuante. Non sapeva cosa portare. Aveva disfatto un armadio intero e doveva rimettere a posto tutto prima di partire. Si guardava continuamente in giro, con il terrore  di dimenticare le cose essenziali. Tutto in pratica. Chiuse la valigia e ci si sedette su.
<< Lo spazzolino! >> urlò disperata, battendosi una mano alla fronte. << Sono un'idiota patentata >> disse a denti stretti, dirigendosi in bagno con il passo pesante di un elefante.
Si vestì velocemente, senza indossare nulla di complicato. Shorts di jeans, una t-shirt bianca, felpa nera e le sue amate converse canna di fucile. Preparò una borsa abbastanza grande e ci infilò di tutto e di più. Cellulare, fazzoletti, trucco - che tra l'altro non aveva nemmeno toccato -, elastici e un'altra marea di roba come quadernini e penne, nel caso un attacco di genio le fosse balzato alla mente, un paio di libri e l'immancabile iPod con le cuffie.
Quando Trevor arrivò a casa sua, si godette la scena della famigliola che si abbracciava di continuo e il loro parlare fitto fitto tra le lacrime.
<< Allora, che mi racconti? >> domandò il manager una volta che furono saliti nel grande SUV nero.
Trevor Johnson era abbastanza giovane, sulla trentina, forse. Era affabile, gentile e alla mano. Sapeva come mettere la ragazza a proprio agio e a lei sembrava quasi un fratello maggiore. E lui sembrava volere che fosse così. Parlarono per parecchio, quasi per tutto il tratto, fino all'aeroporto. E non ci volle molto ad arrivare. Durante il viaggio aereo continuarono a parlare e Trevor sembrava intenerito da Vale, che era tutta eccitata e quasi non riusciva a parlare in modo decente. Ma lui era gentile e l'aiutava parecchio.
Una volta arrivati all'aeroporto londinese, ad Heathrow, Johnson lasciò la ragazza in un bar, dicendo di dover fare una telefonata importante.
Mentre si sistemò ad un tavolo e aspettò la sua premuta d'arancia, sentì due ragazze, probabilmente americane, parlare tra di loro, al tavolo di fianco a lei.
<< Ti dico che ci dobbiamo andare. Cascasse il mondo! >> disse una ragazza dai capelli ricci.
<< E se non c'è? Non ci volgio nemmeno pensare! >> disse l'altra, dai capelli neri e mossi. Vale sapeva bene che non era buona cosa immischiarsi nelle conversazioni altrui, ma si annoiava e perciò allungò di nuovo l'orecchio.
<< Maddai, chi se ne frega! Tanto li becchiamo fuori lo studio! Una mia amica ha detto che mi farà sapere qual'è! Io ci tengo a vedere Harry. Sono venuta qui per vedere i One Direction e non me ne vado finché non accade! >>
Dentro di sé, Vale si sentiva tremare. Lei avrebbe saputo dov'erano i ragazzi tra un'ora o forse un giorno. Fremeva al solo pensiero. E un po' le dispiaceva per non poter dire niente alle ragazze,. Provò invece ad interagire con loro.
<< Ragazze, scusate. Non ho potuto fare a meno di sentire che siete alla ricerca dei ragazzi... >>
Le due si girarono verso di lei con aria interrogativa e poi s'illuminarono di colpo. << Anche tu? >> chiese la ragazza dai capelli neri. Vale annuì, sorridendo. Stava tipo mentendo a delle sconosciute. Il che andava bene perché erano delle sconosciute, ma non andava bene mentire. Nella sua mente aveva solo buone intenzioni, ma non poteva mandarle in frantumi agendo d'istinto. Le ragazze parlarono un bel po'. Vale, invece di diventare impaziente per l'attesa di Trevor, si scoprì piuttosto contenta di aver fatto la conoscenza di Sophi, la ragazza dai capelli castani e ricci, e Ashley, quella coi capelli neri e mossi.
<< Dov'è che alloggi? Magari siamo vicine, o magari possiamo semplicemente metterci in contatto e andara insieme a questa caccia al tesoro! >> esclamò tutta eccitata Ashley. Di sicuro non stava più nella pelle. I suoi grandi occhi scuri brillavano e sembravano pieni di speranza. Sophi, invece, parlava freneticamente di ogni cosa.
<< Non lo so, a dire la verità. Sono qui con...ehm...un amico. Sa tutto lui. >>
Le due si scambiarono un'occhiata d'intesa. << Si...un amico...! >> cantilenarono insieme, dando una leggera gomitata alla ragazza, che rise di gusto.
<< Si, un amico! Ma cosa andate pensando! >> rispose, prima di scoppiare in una fragorosa risata. Si scambiarono i numeri di cellulare e continuarono a chiacchierare per un bel po' su ciò che le accomunava. L'amore per quei cinque stupidi idioti. Tutto procedette tranquillamente, fino a quando, la testa scura di Trevor Johnson non spuntò tra tante altre. Tirò un sospiro di sollievo, notando che la ragazza si trovasse ancora lì e non si fosse spersa nei meandri del grande aeroporto. << Oh, sei qui, bene >>
Vale quasi sobbalzò. Si voltò e guardò l'uomo dal basso. << Mi hai lasciata qui. Dove avrei dovuto trovarmi? >>
Intanto Sophi e Ashley sbiancarono. Ovviamente anche loro conoscevano Trevor Johnson, manager dei One Direction. Non spiccicavano parola, il che era strano visto quanto avevano parlato durante quella mezz'ora, o forse più.
<< Beh, è ora di andare. Sono venuti a prenderci. >> disse asciutto lui, prendendo la sua valigia. La ragazza si alzò e storse le labbra. Le dispiaceva un po' andarsene. Era stata in buona compagnia, dopotutto. << Ciao ragazze, ci sentiamo in questi giorni! >> disse lei allegra, mentre sventolava la mano alle due, che tra l'altro ancora non si mossero. Sembravano statue di sale. Ferme e immobili. Vale non sapeva che dire. Un conto era che ipotizzassero qualcosa, un alto paio di maniche era dire apertamente che avrebbe collaborato con i One Direction, scombussolando un'intera rete di informazione. Con grande proabilità, la notizia sarebe finita su Twitter, Facebook, Tumblr e altri tremila social, e la cosa avrebbe mandato a monte l'intero progetto. E Vale non poteva permettere che ciò accadesse. Non poteva rovinar l'unica occasione importante della sua vita.  Con un sorriso, si allontanò dalle ragazze, sparendo tra la folla.
<< Ma...ma...quello era Trevor Johnson o me lo sono sognato? >> chiese Ashley, riprendendosi dallo stato di trance in cui era caduta.
<< Allora ce lo siamo sognato in due, mi sa... >> rispose Sophi, guardando insieme all'amica il punto in cui Vale si era eclissata insieme al manager.

***

<< Non avrai mica detto qualcosa alle due ragazze? >>
Vale cercava di star dietro al passo veloce di Johnson, ma l'impresa era impossibile. << No, certo che no! >> aveva esclamato col fiatone, facendosi spazio tra la folla. L'aeroporto sembrava non finire mai, e grazie a qualche "amorevole" signore, stava anche per perdere un occhio con sua prodigiosa gomitata. Si proteggeva l'occhio con una mano, imprecando a più non posso. Dopo aver pestato i piedi ad una signora che non si spostava - " per puro caso" - e aver urlato contro un bambinetto che si divertiva a tirarle i cordoncini penzolanti della felpa, obbligandola più volte a fermarsi, riuscì ad uscire dall'ammasso di gente e arrivare all'uscita. Una grande macchian nera coi vetri oscurati, proprio uguale a quella con cui Trevor era andato a prenderla a casa, li aspettava fuori. Mentre Johnson posava le due valigie nel portabagagli, Vale entrò in auto per fare la conoscenza dell'autista. Will. Un ragazzo dagli occhi giallognoli e magnetici, capelli neri e viso affilato. Non sorrideva perché pareva che gli fosse stato imposto così, ma Vale riusciva a vedere i bei denti bianchi e dritti ogni volta che apriva la bocca per parlarle.
<< Finalmente ci conosciamo! Ho sentito molti dello staff che parlavano di te e del tuo arrivo. Pare ti vogliano ad ogni costo >> disse lui, ammutolendosi subito dopo aver visto Trevor chiudere il bagagliaio, guardando dallo specchietto retrovisore. La ragazza rimase per un momento spiazzata. Davvero volevano lei? E perché doveva sembrarle tanto strano, quando era stato proprio il manager a piombarle in casa? Cercò di rilassarsi come poteva. Voleva solo chiudere gli occhi per un po', ma Trevor cominiciò a spiegarle alcune cose, visto che il tragitto non era poi così lungo. << Quindi hai capito? Oggi incontrerai alcuni dei tecnici. Andrai dritta alla sala di registrazione. Vogliono "provare" un po' la tua voce >> spiegò gesticolando, guardandola negli occhi, anche se lei guardava davanti a sé ed annuiva. << Poi con molta probabilità incontrerai i ragazzi >>. Vale si girò di scatto verso l'uomo e sgranò gli occhi. La semplicità con cui lui aveva detto quelle parole la risvegliarono come un secchio d'acqua gelata durante un beato sogno. La realtà delle cose stava per farle tremare le gambe. Possibile che fosse già così vicina alla sua meta? Possibile che era successo tutto così in fretta da non rendersene nemmeno conto? Con un po' di fortuna avrebbe incontrato Niall, Liam, Zayn, Louis e Harry nel giro di poche ore. Quella consapevolezza le fece venire voglia di sprofondare nel sedile dell'auto. Johnson sorrise alla sua reazione e le spiegò che se prendeva respiri belli profondi, tutto sarebbe andato per il verso giusto. Pochi minuti dopo, finalmente, arrivarono agli studi di registrazione. Una marea di gente l'assalì senza nemmeno che lei scendesse dall'auto. La sommersero di attenzioni, molti dissero il proprio nome, presentandosi, ma lei capì poco e niente.
<< Ok, lasciatela respirare un attimo, per la miseria! >> la salvò lui, facendole da scudo come se fosse un bodyguard. Vale chiuse gli occhi e trasse un profondo respiro come per calmarsi. Tutto ciò la spaventava. Quella gente sembrava come se fossero affamati di lei, non sazi di averla vista solamente. Sembravano che tutti si aspettassero qualcosa da lei senza che fosse nemmeno stata capace di mettere piede in terra. Venne scortata in un piccolo edificio dai muri ritinteggiati da poco con un viola scuro molto intenso, le porte blindate di acciaio parevano brillare al sole. Una volta entrata dentro, sentì he tutto quello che aveva sempre sognato era lì, davanti a lei. Anzi, oltre una spessa lastra trasparente a rivelare un microfono appeso al soffitto dall'altra parte della stanza. Sorrise e senza dar conto a nessuno, come se non esistessero, corse verso quel microfono e lo accarezzò. Lo guardava con beatitudine e ammirazione.
<< Vedo che sei già pronta. Che ne dici di cominciare a vedere come te la cavi? >> chiese il tecnico dello studio, che le pareva si chiamasse Craig.
E fu così che Vale si portò le cuffie all'orecchio, annuendo solenne, mentre le prime note di "I Want" si disperdevano nella piccola stanza.




Weilah!
Come state?
Io abbastanza bene. Lo scorso week end sono andata a Roma per i provini di X Factor.
OMG
Che ve ne frega? Niente. Se penso che lo passi? No.
Comunque, ritorniamo a noi. Mi dispace vedere che il capitolo precedente non ha ricevuto recensione alcuna e questo mi scoraggia un po'.
Ammetto che era un po' cortino e non c'era nulla di straordinario, però....vabbè.
Spero che questo invece vi piaccia un po' di più!
Recensite :DD
Un bacio, Vale <3

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Capitolo 7
*** Finally the date! ***


1d_7 finally The Date!

Nel capitolo precedente:
 "Sorrise e senza dar conto a nessuno, come se non esistessero, corse verso quel microfono e lo accarezzò.
Lo guardava con beatitudine e ammirazione.

<< Vedo che sei già pronta. Che ne dici di cominciare a vedere come te la cavi? >> chiese il tecnico dello studio, che le pareva si chiamasse Craig.
E fu così che Vale si portò le cuffie all'orecchio, annuendo solenne, mentre le prime note di "I Want" si disperdevano nella piccola stanza."4


Dopo quella sera passata al Judas, Liam sembrava piuttosto su di morale. Sapere che Leena sarebbe uscita a cena con lui lo faceva stare bene. Era tornato il Liam di sempre.
Non aggrediva più nessuno e in più sembrava molto contento all'idea di conoscere qualcuno di nuovo come la ragazza che avrebbe dovuto raggiungerli per collaborare con loro. A dire il vero ne erano tutti molto entusiasti. Una nuova faccia era come un'acqua santa.
<< Sembra carina >> disse Harry, guardando uno dei pochi video che avevano visto. Tutti lo guardarono interrogtivi, ma lui si difese subito << intendevo simpatica! Che miseria! >>
Avevano detto che era italiana, aveva la stessa età di Louis, adorava cantare, mangiare e dormire. Bene.
Senza farlo diventare un pensiero fisso, si concentrarono meglio che poterono sul lavoro. Avevano parecchie cose da fare. Erano un po' stanchi, ma i fan sapevano rinvigorirli per bene. Erano passati ormai cinque giorni dalla fatidica sera e gli altri furono contenti di aver sollevato l'umore di Liam. Significava tanto vedere il loro "papino" tornare in sé. Le giornate passarono tranquille, se così si può dire, passando da un centro commerciale all'altro.
<< Grazie ragazzi. Finalmente sono dell'umore giusto per afftontare il lavoro come si deve! >> aveva detto Liam nel van.
Dopo qualche stupida battuta di Niall, tutti risero e tornarono a casa dopo il lavoro. Il giorno dopo, non solo sarebbe arrivata la nuova ragazza, anche se non l'avrebbero vista, ma Liam sarebbe uscito con Leena. Non stava più nella pelle e spesso lo si vedeva guardarsi allo specchio con qualcosa di nuovo indosso.
La sua camera era un autentico macello. Strano per essere la stanza di Liam. Decisamente insolito.
Se Liam era tanto in pena da sconvolgre la sua camera perché non sapeva che indossare, allora la cosa era grave.
<< Ho capito. Ti aiuto io. >> si offrì Louis quando lo vide con un pantalone verde pistacchio, una felpa bordeaux e le scarpe marroni leopardate.
Il viso di Liam parve rilassarsi un po'.
Il maggiore cerco' tra i vestiti da proporgli ma l'ostinazione del ragazzo spinse Louis a bendarlo. Giusto per non essere disturbato mentre faceva la sua "magia".
<< Ora sta zitto e togliti la cravatta solo quando te lo dico io, carota esaurita. >> Louis prese un paio di jeans non troppo scuri, gli fece indossare t-shirt e scarpe bianche e una giacca rossa con particolari blu e bottoncini dorati.
<< Vai e falla innamorare di te. >> gli disse BooBear, sfilandogli la cravatta dagli occhi. Liam sorrise soddisfatto, non trovando nulla da dire sul proprio outfit. Abbracciò l'amico e si fiondò giù per le scale. Uscì, prese l'auto e si diresse dritto al numero 32 di Christine Lane. Al ragazzo quella zona piacque parecchio. Christine Lane era un grande viale alberato pieno di villette a schiera che si susseguivano. Ogni casa era dipinta di uno dei colori dell'arcobaleno e quella che la seguiva era dipinta di un colore diverso, seguendo l'ordine del fascio colorato. Una volta finita la sequenza dei sette colori pastello, questa ricominciava, rendendo lo spettacolo assai delizioso. Il numero 32 era una graziosa villetta color porpora con infissi e porticato bianchi e un bel prato curato all'inglese. Accostò alla casa e scese dall'auto.
Solo allora si rese conto di essere nervoso. Aveva le mani tremanti. Gli smbrava di sudare freddo.
Il timore di essere scaricato all'ultimo momento s'insinuò nella sua anima, attaccandosi come miele tra le sue dita.
E se non fosse stato adatto a lei? Se l'avesse delusa? Se Leena non avesse voluto più uscire con lui e avesse cambiato idea?
Scosse la testa per cacciare via i pensieri. Bussò alla porta e una governante gli aprì. La donna aveva i capelli raccolti in una crocchia alta, un vestito blu scuro fino alle ginocchia e un grazioso grembiulino bianco ricamato, legato alla schiena.
<< Salve, la signorina Leena la invita ad entrare. Sarà pronta tra poco. >> Liam rimase di stucco per un momento. Dopo essersi ripreso, spiccicò un timido "Buonasera" e tentò di entrare. Ma non fece in tempo poiché Leena scese dalle scale nello stesso istante, fiondandosi alla porta. Liam rimase senza fiato.
La ragazza aveva i capelli raccolti alla nuca, qualche ricciolo lasciato libero sulle spalle e il solito ciuffo davanti agli occhi. Il vestito senza spalline aveva un motivo floreale. Tanti piccoli fiorellini azzurri e blu ricoprivano il vestito che scendeva morbido, poggiandosi sui fianchi finendo poco prima delle ginocchia, mentre sotto il seno portava un nastro azzurrino legato dietro la schiena. Scarpe piuttosto alte fasciavano i piedi di Leena. La ragazza, aveva deciso di diminuire al differenza d'altezza tra i due indossando un paio di decolleté blu lucidi dal taco vertiginoso.
Il risultato era piuttosto semplice, niente di troppo volgare o decisamente frivolo, ma a Liam parve di non aver mai visto creatura più bella.
<< Ciao, hai aspettato a lungo? >> chiese Leena. In realtà il ragazzo avrebbe preferito adottare un tono più duro con il ragazzo, giusto per non dargli grandi speranze, ma la tenerezza del viso di Liam non le diede scampo, facendole sciogliere il cuore. Sapeva quanto fosse famoso e non voleva rischiare di mandare a rotoli quello che i suoi genitori avevano faticato tanto a costruire per lei.
<< Buonasera. No, sono appena arrivato. stai bene? >> chiese lui, dedicandole già ogni attenzione possibile. Le porse la mano e lei la prese delicatamente. Si avviarono in auto e la ragazza non poté far a meno di pensare quanto fosse tenero e gentile lo sguardo che Liam le rivolgeva ogni volta che la guardava. Così sincero e così puro.

Hey girls!!!
Nessuna recensione. Beh, mi arrangerò, che devo fare.
Coooooooooooomunque! Io sto bien, e voi?
Non so che cavolo dire, perciò per non annoiarvi, vi lascio le foto di due nuove acconciature sulle teste dei nostri caroti.
Beh, eccovi la bellezza spudorata di iam e Niall!
HotLiam
HotNiall

BENE! Dopo questo spettacolo, spero che non siate morte.
Vi abbraccio tutte! Lasciate qualche recensionina ina ina che è deprimente!
Un bacio! <3
Vale ^^

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Capitolo 8
*** Hello...uhm...I'm Niall! ***


1D_8 Hello... uhm...I'm niall!

Nel capitolo precedente:
 "Le porse la mano e lei la prese delicatamente.
Si avviarono in auto e la ragazza non poté far a meno di pensare quanto fosse
 tenero e gentile lo sguardo che Liam le rivolgeva ogni volta che la guardava.
Così sincero e così puro.
"


<< Mamma, pronto! Mamma, per favore, mettiti dove c'è campo! Mamma, per la miseria, non ti sento! Ti vuoi... >> rapida occhiata al cellulare...
<< mamma scusa, è il mio! Ora mi sposto. Mamma! Non essere volgare! Adesso lo muovo il culo! >>

Beh, si, questa era una delle solite conversazioni che Charlie aveva con sua madre quando era al cellulare con lei. Solo che quella volta era diversa. Lei moriva dalla voglia di raccontarle del provino. Aveva deciso di tentare. Forse sarebbe riuscita nel suo intento e forse, dico forse, avrebbe avuto la possibilità di incontrare i suoi idoli. Unico motivo per cui si metteva a nudo cantando davanti a degli sconosciuti. Era stata una scelta difficilissima! Quel giorno i One Direction avrebbero avuto una Signin Session e lei l'avrebbe mancata. Porca di quella maledettissima miseria.  Ma se lei avesse superato le audizioni, la possibilità di incontrarli sarebbe stata più elevata e multipla. Vabbé, ormai era andata. Prima di tornare ad Immingham, aveva deciso di prendersi un paio di giorni per stare a Londra. Stava da suo fratello, Ash. Chissà com'era andata a lui la giornata. Non che ci fosse chissà cosa da chiedere visto e considerato che doveva lavorare. Bella noia. Camminando per strada intravide uno Starbucks perciò decise di fermarsi e prendersi un bel frappuccino al caramello. Entrò, pagò, aspettò il suo frappuccino e si diresse bella spedita verso casa di Ash.
<< Heilà, bro. Come è andato il lavoro? >> domandò ad alta voce la ragazza, posando le chiavi sulla mensola accanto alla porta d'ingresso. S'aspettava una risposta, ma non ne trovò. Suo fratello non era ancora rientrato. Strano. Erano le otto di sera, dove diavolo era finito? Si avviò spedita verso il lettore DVD e ci inserì il disco che più la faceva stare bene. Up all night. Scelse proprio quella da ascoltare. Aveva bisogno di lasciare ancora viva l'energia che aveva dentro di sé quando aveva affrontato il provino. Cominciò a ballare e cantare per tutta la casa. Girava, si scompigliava i capelli e li lanciava da una parte all'altra, come se volesse quasi farli volare dalla testa. Si divertiva, si scatenava., fino a quando....
<< Oh... ti stai divertendo, eh? >> disse Ash, con un sorriso ridicolo stampato in faccia. Merda.
<< Ehm...si, sai... >> cominciò lei, con le guance color porpora.
<< Beh, l'importante è che stai bene >> le disse in un sorriso. Le si avvicinò e la abbracciò. Uno di quegli abbracci che ti danno tanto. Di quelli che ti fanno capire tutto senza parole. Lo sapeva che Ash la stava abbracciando perché non aveva potuto accompagnarla ai provini e sapeva che credeva in lei.
<< Che ne dici se mangiamo qualcosa e mi racconti come è andato il provino? >> Charlie annuì e si diresse in cucina con suo fratello. Prepararono pasta al sugo, apparecchiarono la tavola e mangiarono. Charlie gli raccontava tutto quello che le era successo, sebbene le pareva di non avere nemmeno un ricordo di quel momento. Come se fosse sfocato, come se non fossero ricordi suoi. Era un effetto strano, ma lei lo associò all'eccessiva dose di adrenalina che aveva in quel momento. Ash comunque raccontò di una giornata di lavoro proveniente dalla sua fantasia e non le disse nulla riguardo all'incontro che ebbe con il biondo Horan. Non voleva darle false speranze e si aspettava che il biondino leggesse la lettera e ne capisse l'essenza. Charlie era speciale e lui sapeva che anche Niall Horan l'avrebbe appreso.

                                                                                    ***
Non aveva che fare, perciò si stese sul letto, a pancia in giù, quando sentì uno strano rumore provenire dalla tasca dei jeans. << Ma che...? >> Si alzò in piedi e sfilo con l'indice e il medio ciò che adesso ricordava essere la lettera di quella ragazza. Charlie. Certo, me ne ero scordato. La aprì e spiegò il foglio. lo distese e si mise a sedere sul letto, curioso di sapere cosa aveva da dire la lettera. Amava le sue fan, ma a volte tutti uei " Ti amo" , " Sei la mia vita ", gli sembravano stupidi e un po' immaturi. Non che non ci si può innamorare di qualcuno che non conosci di persona, però gli sembrava un po' superficiale. Mise i pensieri da parte e cominciò a leggere.

" Ciao Niall... troppo banale. Ciao biondo... troppo amichevole. Ok.
Niall,
dalle prime righe sembro una fuori di testa. Te ne do atto. Non credo che questa lettera arrivi mai a te, perciò so che sto parlando con un misero foglio di carta verde menta che odora e che ho pagato qualche penny. Bello schifo. Però, facciamo finta che sia tu. Non è uno sforzo tanto difficile. Sia chiaro fin da subito, non ti dirò ti amo. Che sciocchezza! Più in là, forse, quando ci fidanzeremo, ci sposeremo e avremo qualche pargolo. E sono seria, credo. Comunque, ti scrivo perché, boh, io personalmente sento il bisogno di farlo. Vorrei tanto che tu mi conoscessi. So che potremmo essere amici. Lo sento davvero. Credo tu abbia davvero bisogno di qualcuno che ti dica che sei speciale, bellissimo, pieno di talento e che per qualcuno conti molto. Per me conti un sacco, sai? Quando non ti vedo sorridere prendo a pugno i muri o, quando mi capita lui, mio fratello. Povero diavolo. Lui fa tanto per me, sai? A volte non me ne rendo conto, ma sono una teenager è questo è normale. Anzi, di più. Beh, ad ogni modo, quello che voglio dirti è che sei una persona meravigliosa e che quando vedo una tua foto, o sento la tua voce, il cuore mi si riempie di non so cosa ma sento che possa esplodere da un momento all'altro. E la paura più grande è che tu non puoi essere accanto a me per vedere le lacrime che scorrono sul viso quando accade. Perché vorrei davvero che tu vedessi la gioia che mi procuri, sempre. Anche se solo penso a te. Ed è un peccato che tu non mi possa essere vicino perché, te l'assicuro, potremmo divertirci un mondo assieme!
Comunque, nel caso tu ne abbia voglia, sotto ti lascio il mio numero, così puoi chiamarmi. Non mi aspetto che tu lo faccia, sarebbe un sogno, ma almeno posso sperare che tu un giorno legga questa lettera assurda e decida di chiamarmi solo per sapere se sono davvero fuori come una terrazza o no.
Ti voglio bene - che modo sciocco per finire una lettera.
Charlie.

Niall rise alla fine, ma il cuore batteva all'impazzata mentre leggeva e lo sentiva fare capriole e contorcersi ad ogni lettera scritta dalla grafia precisa e femminile.
Più sotto, c'era davvero il numero di quella strana ragazza, e preso dalla curiosità, tirò dalla tasca il suo cellulare, compose il numero e chiamò, aspettando che Charlie rispondesse.
<< Pronto? >> rispose lei dall'altro capo del telefono. La sua voce sembrava divertita ed era terribilmente bella.
<< Ciao, uhm....sono Niall... >>
<< Ok, so che non è uno scherzo, riconoscerei la tua voce tra mille... >>
Ma Charlie non parlo più.
<< Charlie, ci sei? >>
<< Merda....>>



Ciao :D Ciao a tutte/i!
E' un sacco che non posto un capitolo. Sia per i vari impegni, sia perché le visite sono poche, le recensioni nulle e quindi la voglia di continuare sembra persa chissà dove. Spero vivamente che non ricapiti perché io ho realmente intenzione di continuare e scrivere e pubblicare più velocemente possibile.
Comunuqe, che mi dite? Vi piace il capitolo? Perché non me lo fate sapere? Eh...eh?
Va bene. Io intanto vi dico che sto bene e che sto postando una bella foto. Poi morirò....dopo aver pubblicato, s'intende!
nnn
Questa è vecchia, ma i ragazzi comunque sono messi anche meglio adesso :Q__________
Vabbé, vi lascio.
Un bacio a tutti!
Vale!

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Capitolo 9
*** The world was smiling to her. ***


The world was smiling to her.


Dal capitolo precedente:
"Niall rise alla fine, ma il cuore batteva all'impazzata mentre leggeva e
lo sentiva fare capriole e contorcersi ad ogni lettera scritta dalla grafia precisa e femminile.
Più sotto, c'era davvero il numero di quella strana ragazza, e preso dalla curiosità,
tirò dalla tasca il suo cellulare, compose il numero e chiamò, aspettando che Charlie rispondesse.
<< Pronto? >> rispose lei dall'altro capo del telefono.
La sua voce sembrava divertita ed era terribilmente bella.
<< Ciao, uhm....sono Niall... >>
<< Ok, so che non è uno scherzo, riconoscerei la tua voce tra mille... >>
Ma Charlie non parlo più.
<< Charlie, ci sei? >>
<< Merda....>>"


Liam, finalmente, e forse lo sarebbe stato per un bel po', era felice. Le cose con Leena si erano messe bene. Ah, si. Leena non si chiamava Leena. La ragazza aveva confessato a Liam che i suoi genitori erano agenti segreti dell'FBI e, poiché durante una missione la loro copertura era saltata e i malavitosi a cui avevano teso una trappola aveva conosciuto la loro identità ( e a dirla tutta, volevano farli fuori) avevano deciso di mandare i loro tre figli in Inghilterra, da una zia. I due ragazzi e la ragazza furono costretti a cambiare le proprie identità: Michael era diventato Noah; Sebastian era diventato Conor e Nicole era diventata Leena. Il “Daddy Direction” era rimasto scioccato all’inizio, ben conscio del guaio in cui si era ficcato trascinandosi dietro anche lei. Le aveva proposto di lasciar perdere tutto, di non frequentarsi più, così da non metterla in pericolo, ma lei rifiutò categoricamente.
Nel frattempo, Vale si era tenuta in contatto con Sophi e Ashley e aveva confidato loro il suo segreto, dopo essersi accertata che le due avrebbero taciuto se lei fosse riuscita a far incontrare le due ai cinque ragazzi. Ma per ora, sarebbe meglio raccontare come sono andate le cose tra Niall e Charlie…
 
Non poteva credere che Niall Horan avesse chiamato proprio lei. Non poteva credere che Niall Horan fosse all’altro capo del telefono. Eppure era così. Era vero. Ma perché avesse chiamato proprio lei era un mistero. Ma soprattutto, chi diavolo aveva avuto la geniale idea di dare il suo numero all’irlandese? Si era appena alzata da tavola, stava ascoltando Ash che le raccontava della sua giornata senza sapere che, nel momento esatto in cui si era alzata ed era andata in camera a rispondere al cellulare, la sua vita sarebbe cambiata.
Tornò col telefono ancora appiccicato all’orecchio mentre Ash la guardava interrogativo. Non ci mise niente a rispondere alle sue tacite domande. Indicò il cibo sulla tavola, convinta ciecamente che il fratello si sarebbe ricordato di tutte le volte che lei lo aveva istruito su Niall. Era sicura al cento per cento che Ash si sarebbe ricordato che il biondo è un ingordo di cibo. E infatti, così successe! Ash le sorrise amabilmente, spalancando gli occhi per la sorpresa. E così, Niall aveva riuscito a stupirlo e a lasciarlo incredulo. Spinse le mani in avanti, come per incoraggiarla a parlare.
<< Non è che ho sbagliato numero? >> borbottò a se stesso il biondo.
<< No, no. Non hai sbagliato, affatto. Sono Charlie, scusami! >> si affrettò a rispondere lei. Il solo timore che Niall potesse riagganciare la terrorizzò.
<< Oh, menomale, pensavo di essermi appena reso ridicolo. Ascoltami, Charlie, lo so che questa può suonare una cosa veramente strana – strana forte, direi -, ma non è che domani potremmo incontrarci? >>
Alla brunetta tremarono le gambe, non le sembrava vero che Niall Horan le stesse chiedendo di incontrarlo. Parlare di appuntamenti le sembrava veramente prematuro visto che comunque non la conosceva affatto. Cercò di convincersi che forse si erano già incontrati, ma semmai fosse successo lei se lo sarebbe ricordata di certo, altrimenti avrebbe dovuto essere sotto effetto di stupefacenti. Ma Charlie non aveva mai preso droghe.
<< Si, ovviamente! >> rispose, senza farselo dire due volte e senza pensarci su altrettante volte.
Concordarono uno Starbucks poco lontano da casa di Ash, si sarebbero dovuti incontrare verso le 15. Era perfetto, visto che il giorno dopo era sabato e lei non sarebbe andata a scuola.
Una volta chiusa la telefonata lanciò il telefono per aria e abbracciò il fratello.
<< Niall ha chiamato proprio me! Come sia possibile non me lo spiego, ma sinceramente ora come ora non mi interessa nemmeno. Ho appuntamento con lui domani, posso andarci, vero? >>
E quando suo fratello annuì, lei fu decisa a reputarsi la persona più felice del mondo. Ed Ash, dal canto suo, vedendo sua sorella così felice capì di aver fatto la cosa giusta. Aveva fatto bene a riporre le sue speranze nel biondo, e la gioia che provò in quell’istante fu la più calda e grande di tutta la sua intera vita.
 
Il giorno dopo…
I One Direction entrarono in un edificio che ormai conoscevano fin troppo bene e si fecero strada da soli lungo un corridoio verde pastello. La nuova ragazza li stava aspettando alla fine di questo, in una grande stanza piena di divanetti, poltrone e cuscini.
Quando Liam posò la mano sul pomello della porta, si voltò a guardare gli altri. Erano tutti felici ed eccitati, gli occhi trasudavano curiosità.
Non appena lo girò e aprì la porta, una ragazza, dagli occhi color cioccolato e lucidi e i lunghi capelli boccolosi dello stesso colore, li accolse con un gran sorriso.
Vale si alzò in piedi e sentiva che era l’unica cosa che avrebbe fatto per il resto della giornata. Stare lì, in piedi, a fissare i suoi idoli. La tensione di chissà quanto tempo le scorreva nel corpo, le attraversava le gambe, scendeva nei piedi e si inchiodava al pavimento. Le sembrava una trappola tesa dalla sua stessa emozione e aveva paura anche solo di muovere un passo. I ragazzi le corsero incontro e senza nemmeno tenderle una mano la coinvolsero in un potentissimo abbraccio di gruppo urlando eccitati “benvenuta in famiglia”.
Si presentò, minacciando il suo autocontrollo. Se non si fosse messo all’opera sarebbe stato un gran bel guaio, conseguendo una figura tremenda. I ragazzi le chiesero di tutto. Nome, cognome, età, cosa facesse nella vita. Tutto, insomma. Lei cerava di rispondere meglio che poteva, e i ragazzi erano dolcissimi nel cercare di capirla. Le avevano detto che il suo inglese non era affatto male e che non faticavano molto a capire cosa dicesse, ma spesso dovevano aiutarla con le parole. Se per l’emozione o perché era davvero ignorante in materia, questo nessuno dei cinque seppe dirlo.
<< E quindi ora sono qui… >> concluse, finendo di spiegare ai suoi idoli l’intera storia.
<< Wow. Trevor si che è un tipo determinato! >> esclamò Zayn, suscitando l’ilarità di tutti. Più Vale li guardava e più pensava che sarebbe stato difficile non saltare addosso a nessuno. Erano dannatamente belli e perfetti. Così tanto da fare male. Cioè, anche la più bella statua del mondo sarebbe impallidita al loro cospetto. Il che la dice lunga sull’arduo compito che la ragazza si era dovuta prefissare.
Doveva mostrarsi professionale, non una fan imbizzarrita.
Vale si guardò intorno, tutti i suoni le arrivavano ovattati alle orecchie. Ancora non poteva credere di essere lì, davanti alla sua ragione di vita. Fece scorrere lo sguardo sui ragazzi, uno ad uno, a rallentatore come nei film. Come quando ti guardi in giro ma sembra sempre che tu ti stia solo godendo lo spettacolo. Liam e Niall ridacchiavano tra di loro, Zayn e Harry si davano dei pugnetti inoffensivi sulle braccia e poi incontrò gli occhi i Louis. L’unico che la stava guardando. Gli occhi blu come un tranquillo e pacifico oceano le stavano perforando i suoi. Si guardarono per quella che sembrò un’infinità. Erano pochi secondi, in realtà, ma tutto intorno non c’era più nulla. Solo gli occhi di Louis, seri come non mai, la stavano fissando. E poi, sorrisero. Gli occhi sorridono? Si chiese, ma si rispose di si. Perché erano la pura conseguenza del largo, bellissimo e accecante sorriso che lui le stava regalando. Era tutto per sé, non poteva essere diversamente. Quel sorriso che poteva illuminare l’intera stanza. Quel sorriso che effettivamente illuminava l’intera stanza. Se non tutta la città, tutto il paese e tutto il mondo. Ogni singola cosa avrebbe dovuto prostrarsi alla magnificenza di tale perfezione, le venne da pensare. E in quel momento, quella tale bellezza era solo per lei. E Vale non aveva mai visto cosa più bella in vita sua. Il mondo le stava sorridendo.


Weilà!
Fiuuuuuuuu! Finalmente un capitolo che si vede come Dio comanda.Santa Pace. Ora che ho scoperto l'editor del sito, credo userò sempre questo.
NVU mi crea sempre un casino di problemi e credo l'abbiate notato.
Dunque, come va? Lo so, è imperdonabile che io abbia postato dopo così tanto tempo, ma non riesco mai a fare prima.
Sono pessima, lo ammetto.
Dopo questo mea culpa, stendiamo un velo pietoso su quello che è il mio angolo del Bla Bla Bla.
Purtroppo non so che cosa dire, visto e considerato che non posso rispondere a recensioni inesistenti.
Anche solo una, piccola piccola, mi aiuterebbe a capire come comportarmi.
In realtà non ho molto da capire. Zero recensioni equivalgono ad un "Non ce ne frega una cippa della tua storia!".
 M A D D A I.
Però io non demordo.
Continuo a postare comunque, perché anche se le recensioni non i sono, ci sono un bel po' di visite e sono abbastanza contenta di ciò.
Solo che una spintarella...uhm...no, eh? Pacienz!
Io continuo a sperare che la storia piaccia e ringrazio chiunque la legga, perché il tempo lo dedicate lo stesso.
Vi lancio un bacio :D
Acchiappatelo, eh!
Vale <3

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Capitolo 10
*** Oh, you didn't know! ***



Oh, you didn't know!


 


Dal capitolo precedente:

"Solo gli occhi di Louis, seri come non mai, la stavano fissando.
E poi, sorrisero.
"Gli occhi sorridono? " si chiese, ma si rispose di si.
Perché erano la pura conseguenza del largo, bellissimo e accecante sorriso che lui le stava regalando.
Era tutto per sé, non poteva essere diversamente.
Quel sorriso che poteva illuminare l’intera stanza. Quel sorriso che effettivamente illuminava l’intera stanza.
Se non tutta la città, tutto il paese e tutto il mondo.
Ogni singola cosa avrebbe dovuto prostrarsi alla magnificenza di tale perfezione, le venne da pensare.
E in quel momento, quella tale bellezza era solo per lei.
E Vale non aveva mai visto cosa più bella in vita sua.
Il mondo le stava sorridendo."


<< Beh, che ne dite se Valentina ci canta qualcosa? Prima o poi dovremmo pur ascoltarla. >> propose Louis, tenendo sempre lo sguardo e quel gran sorriso puntati ancora su di lei.
Be’, perché non ti fai gli affaracci tuoi e chi si è visto si è visto?”, pensò lei, inevitabilmente.
I ragazzi annuirono, alcuni gridarono entusiasti ( come Niall, ma io non vi ho detto nulla! ).
Vale era così imbarazzata che tenere gli occhi puntati su Lou le sembrava l’unica cosa possibile da fare. Il che era tutto dire. Sentiva che se avesse abbassato la testa sarebbe arrossita. E lei odiava arrossire perché diceva che non voleva sembrare una ragazzina debole.
<< Vale, ragazzi. Non c’è bisogno che mi chiamate col mio nome per intero >> cominciò, stringendo i pugni mentre metteva le mani nelle tasche della felpa. Aveva sempre odiato essere chiamata col suo nome, non le era mai piaciuto granché e, per di più, a scuola nessuno la chiamava così. Ma i ragazzi non potevano saperlo, ovviamente.
<< Canterò solo se mi accompagnerete anche voi. Niall, hai la chitarra? >> il biondo annuì, si alzò e sparì dietro la porta che c’era nella stanza, la quale era comunicante ad un’altra. Tornò qualche secondo più tardi con la sua chitarra tra le mani e se la mise subito a tracolla. Si sedette accanto a lei sul divanetto e Vale gli sorrise, mimando un grazie con le labbra.
 
Well you done done me and you bet I felt it
I tried to be chill but you're so hot that I melted
I fell right through the cracks, now I'm trying to get back

 
Vale cominciò a canticchiare la canzone e appena lo fece Niall le andò dietro, strimpellando la chitarra. Tutti la guardavano, seguendo il movimento delle sue labbra, muovendo la testa a ritmo della canzone. La ragazza fece un leggero cenno d’incitamento ai cinque che erano con lei, per invitarli a cantare. E lo fecero. Chi cantava, chi rideva allo stesso tempo, chi invece, rimaneva solo fermo a guardare, godendosi lo spettacolo. E mentre tutti si divertivano un cellulare squillò.
Era quello di Louis. Vale cercò di non comportarsi da imbecille, non appena sentì che al telefono era Eleanor, la fidanzata del suddetto. A Vale piaceva Louis, ma per qualche strano ed intricato motivo, sentiva che quel ragazzo la irritava, in qualche modo. Quando lui parlava avrebbe tanto voluto dirgli di starsene zitto, perché era bello e tanto bastava, ma Vale si teneva sempre alla larga di quel genere di cose che la gente chiamava “figuraccia”, anche se con scarsissimi risultati. Si sentiva una sciocca teenager in fase di mestruo. Fuori luogo e totalmente stupida. Lou uscì dalla stanza, congedandosi e gli altri continuarono a cantare insieme a lei. Quando finirono, Louis entrò e sembrava piuttosto scontento. Se perché avevano già finito o perché la conversazione al cellulare non era proseguita al meglio, questo Vale non lo sapeva.
<< Che ne dite di mangiare qualcosa? >> domandò Zayn.
Niall guardò l’orologio e scosse la testa. << No, io non posso. >>
Tutti lo guardarono con gli occhi sgranati. Il mondo avrebbe dovuto voltarsi, Dio avrebbe dovuto rivolgergli uno sguardo scioccato, la Regina avrebbe dovuto correre e premurarsi che il biondo stesse bene. Ma solo uno di loro parlò.
<< Amico, da quando sei a dieta? >> chiese Harry.
<< Da mai, ma ho una cosa da fare >> spiegò il biondo, sorridendo. Si alzò, posando la chitarra e si affrettò ad abbracciare la ragazza. << Mi piace un sacco come canti. Lo faremo un piccolo concertino privato >> le disse e, strizzando un occhio, fece un cenno agli altri con la mano, borbottando un “a dopo”.
<< Niall che non mangia? C’è qualcosa che non va. >> esordì Liam, facendo ridere tutti.
 
* * *
 
Charlie era lì, sul marciapiede davanti allo Starbucks. Era convinta, in qualche modo, che Niall non sarebbe arrivato e che le avrebbe dato buca. Ne era totalmente certa. In fondo, perché mai avrebbe dovuto credere che il biondino avesse voluto incontrarla per davvero, soprattutto considerando tutto quel che aveva lui da fare? Mosse qualche passo avanti e indietro, guardava la gente che passava sulle strisce pedonali, attenta a non farsi mettere sotto. Persone che andavano e venivano, persone che  entravano nei caffè, nei negozi. Persone che si stringevano nelle giacche, visto che l’aria autunnale era alle porte. Gente che se ne stava semplicemente seduta su una panchina a guardare il mondo scorrere sotto i suoi occhi proprio come faceva lei. Si avvicinò ad un tizio spuntato dal nulla con un cappellino da baseball e gli occhiali scuri. << Scusi, può dirmi che ore sono, per favore? >> Questo diede un’occhiata all’orologio, e lei fece una smorfia di disappunto quando seppe l’ora. Era lì da un quarto d’ora buono e solo in quel momento erano scattate le tre. Era arrivata in anticipo e si era anche presa il lusso di sbuffare e di criticare la puntualità del ragazzo. Il tipo di fronte a lei sembrava scrutarla dietro le lenti nere. << Charlie. >> Non era una domanda, ma un’affermazione bella e buona. Come se riconosci un compagno di scuola dopo anni durante i quali hai perso le sue tracce. << Ci conosciamo? >> domandò, rendendosi conto di quanto fosse stupida quella domanda. No, non si conoscevano, non di persona almeno. Ma lei era certa che quello fosse Niall Horan.
<< Niall? >> domandò un po’ sbigottita. Se anche fosse stato vero, cioè avere il suo sogno davanti a lei senza accorgersene, non poteva credere di non averlo riconosciuto da subito.
In tutta risposta, lui sorrise e le fece cenno col capo di entrare. Si sedettero ad un tavolo e ordinarono due Frappuccini con panna e caramello e due muffin. Dire che avevano gli stessi gusti, è inutile. Niall si tolse gli occhiali e lei poté finalmente ammirarlo in tutto il suo splendore. Ah, quanto aveva aspettato per poterlo guardare negli occhi azzurri così da vicino.
<< Scusa se te lo chiedo e se risulto decisamente maleducata perché sto per chiederti altro inveca di un “come stai?” ma, come hai fatto a riconoscermi? Come sapevi che ero io? >> domandò, piena di curiosità. Si tolse la giacca e il beanie rosso dalla testa.
<< I tuoi occhi. Sono come quelli di tuo fratello Ash. Mi sono piombati nella mente non appena ti ho visto. >> spiegò lui, con nonchalance.
Charlie boccheggiò, per un momento, tenendo il bicchiere quasi vicino alla bocca. Per fortuna non aveva ancora bevuto, altrimenti le sarebbe andata la panna di traverso.
<< Mio fratello? >> domandò lei, subito. Come diavolo facesse Niall Horan a conoscere Ashton Grimmer era uno di quei misteri dei documentari in TV che guardava sempre suo padre in cui si parlava dei fantomatici misteri egizi. Aveva gli occhi spalancati per la sorpresa, tuttavia ancora incredula per le parole del biondo.
<< Si, tuo fratello. Ah, com’è andata l’audizione, a proposito? >>
Ok, questo si che era assurdo. Più assurdo del fatto che il ragazzo davanti a lei conoscesse il nome di suo fratello, più grande di lui di almeno cinque anni, il quale conduceva una vita monotona e sicuramente fuori dalla mondanità a cui era abituato l’irlandese.
<< C-credo bene..ma tu come conosci queste cose? >>
<< Tuo fratello ieri è venuto al Meet & Greet. Non lo sapevi? >> rivelò, finalmente Niall.
In quel momento realizzò di tutte le cose che aveva fatto suo fratello per lei, tutte in un colpo solo.
Quindi, a cena, le aveva mentito quando le aveva raccontato della sua noiosissima giornata di lavoro. Lui immaginava e sperava che al telefono fosse Niall ancor prima che lei vedesse sul cellulare quel numero sconosciuto? La consapevolezza del gesto che Ash aveva fatto nei suoi confronti le piombò al cervello in un attimo. Suo fratello aveva incontrato Niall e gli aveva dato il suo numero e aveva raccontato che lei non aveva potuto prendere parte al Meet per via dell’audizione? E aveva, inoltre, perso una giornata di lavoro compresa nel suo stipendio? Questi ed innumerevoli altri pensieri si dipanavano nella mente di Charlie. Agli occhi arrivarono delle lacrime inaspettate. Lacrime che scorrevano inesorabilmente sul suo viso senza che lei potesse fare qualcosa per fermarle. E sorrise, davanti all’azzurro degli occhi di Horan che, confuso, le sorrise di rimando.
<< Aspetta…tu non lo sapevi… >> affermò, tornando serio, dipingendosi una maschera di perplessità sul viso. Ci era arrivato solo in quel momento, ma ancora gli sembrava di non esserne sicuro.



Weilà!
Eccomi di nuovo.
Considerando i miei precedenti, mi sono comportata piuttosto bene, non trovate?
Ma quanto sono simpy.
Che ne dite del capitolo? Lo so, è una cacca di gnu, e non è molto lungo.
Solo che non volevo farvi attendere troppo.
Uhm, non che molti attendano, ma tant'é.
Ero proprio contenta quando ho trovato quell'unica e piccola recensione.
Ero tutta un "asdfghjkl, ti amerò per sempre". Poi vedo che sei tu.
SandyD. Ma non vale!!
Sono contenta che la storia ti piaccia, ma visto che l'avevi già recensita su FB, non conta xD
Vabbé, se non altro hai recensito e perciò, ti amerò per sempre lo stesso *_*
Che dici, sono stata più veloce? Ma HAHAHAHHAHA.
Bene, tornando a noi, spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Mandatemi un segno di vita, questo corner è durato troppo.
Adios! <3
@ValentinaLuongo

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Capitolo 11
*** Temporary End ***


Care/i lettrici/e è tantissimo che non aggiorno e non sto aggiornando nemmeno adesso.
Volevo dire che lascerò questo avviso per una decina di giorni, in modo da farvi sapere che cancellerò questa storia.
Con molta probabilità la riposterò più in avanti in modo che la potrò rivedere e correggere.
Vorrei capire se la storia non piaceva o iniva nel dimenticatoio o per il fatto che non aggiornavo spesso.
Se il problema era la seconda opzione, posso dire che mi troverò in vantaggio quando la riposterò HAHAHAHAH

Ci rivedremo presto....con questa storia :D

Vi voglio comunque tanto bene e vi ringrazio per aver letto la storia fino a dove sono arrivata :)
SCIAAAAAOOOOOO <3

- 'Vals <3

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