Il settimo è quello giusto

di HikariKanna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un'antica promessa ***
Capitolo 2: *** Sakura,dottoressa particolare ***
Capitolo 3: *** Grazie,Shaoran ***
Capitolo 4: *** Mei Lin si sposa! ***
Capitolo 5: *** Tè e Sakuramochi ***
Capitolo 6: *** Preparativi ***
Capitolo 7: *** Il sesto ***
Capitolo 8: *** Il matrimonio ***
Capitolo 9: *** Si torna a casa ***
Capitolo 10: *** Il settimo è quello giusto? ***
Capitolo 11: *** La mia scelta sei tu ***



Capitolo 1
*** Un'antica promessa ***


“E così siamo a cinque,mamma…”

Il settimo è quello giusto

“E così siamo a cinque,mamma…”

Una giovane ragazza dai capelli castani e brillanti occhi verdi strappò un piccolo cuoricino di carta,che recava la scritta “Sakura ♥ Kaze”.

Ripose i resti del cartoncino rosa in una scatoletta verde,dove si potevano notare alcune foto,un piccolo diario,e un cartoncino azzurro abbastanza voluminoso. Sakura,questo era il nome della ragazza,lo spiegò e scarabocchiò furiosamente il numero 5.

Quel cartoncino la accompagnava oramai da ventidue lunghi anni…

 

Era una bambina,quando sua madre si ammalò gravemente di tumore.

“Sakura,tesoro,vieni qui.”

“Che c’è,mammina?”

Una paffutella bimba di due o tre anni si accomodò sulle ginocchia della madre. Sapeva che presto sua madre non ci sarebbe più stata…ma non riusciva a darsene una ragione,lei aveva bisogno di sua madre,come sarebbe cresciuta senza di lei?

La giovane donna le accarezzava i capelli affettuosamente. Ripensò con dolore quanto quel gesto così semplice improvvisamente aveva assunto tanto significato. Il suo sguardo si incupì,quasi fosse invidiosa di tutte quelle madri che possono godere della crescita dei loro figli,e non si rendono conto della loro incommensurabile fortuna. La piccola si accorse della tristezza della madre e ne venne subito colpita anche lei.

“Mamma…pecché devi…sigh…andare via?”

La piccola Sakura incominciò a singhiozzare. La signora Nadeshiko si chiese come avesse fatto a leggerle nel pensiero,ma sapeva che la sua Sakura,e anche il suo piccolo Touya,erano dei bambini straordinari. Di nuovo,il sorriso venne meno sul suo volto.

“Sakura…non c’è un vero e proprio perché…io dovrò andare via,ma resterò sempre accanto a te e tuo fratello…altrimenti,chi le fa finire le vostre liti?”

Abbozzò un sorriso.

“Sì,ma…io shono ancoa piccola…come farò senza di te,mammina?”

Il vestito della signora Kinomoto era completamente bagnato dalle lacrime della sua bambina. Alla giovane donna stringeva il cuore vedere la sua piccola,che non sapeva ancora parlare proprio bene,disperarsi così. Avrebbe dovuto lasciarle qualcosa,un qualcosa di tangibile che sua figlia,negli anni,avrebbe potuto conservare,vedere quando sentiva la sua mancanza. Sempre se poi Sakura si sarebbe ricordata di lei…

Era proprio questo che voleva evitare,rimanere un fantasma del passato che veniva visitato solo una volta all’anno al cimitero…

“Sakura,tesoro,portami un cartoncino. Del colore che preferisci,d’accordo?”

Sakura annuì e si alzò. Ci mise pochi secondi a trovare un cartoncino azzurro e a portarlo alla madre.

“Come siamo veloci,piccola!Un giorno diventerai una campionessa di atletica!”

Sakura sorrise,un sorriso ancora incompleto,visti i pochi denti da latte che aveva.

La madre la riprese in braccio,tirò fuori da una tasca della sua vestaglia un pennarello, e iniziò a pensare a cosa poter scrivere.

“L’ho preso azzurro pecché è il coloe del cielo,mamma…e tu pretto tarai in cielo a guaddare me,no?”

“Sì,tesoro,hai ragione…Allora,adesso ascoltami. Quando sarai grande e diventerai una bella signorina,sicuramente ci saranno dei periodi in cui ti sentirai un po’ giù,e in cui ti sentirai persa. Ma tu…non perdere mai il sorriso,e sii sempre disponibile…”
”Dipponibile…”ripeté la bambina,sforzandosi per ricordare le parole della madre.

“Esatto,piccola. Ora ti traccerò una mappa,la tua vita sarà così,perciò quando non saprai cosa fare,consulta questa cartina,ok?”

“Sì!”esclamò la bimba con entusiasmo.

Nadeshiko tracciò una linea continua,che andava da un margine all’altro del cartoncino.

“La tua vita scolastica…farai le elementari e le medie del quartiere,per il liceo lascio decidere a tuo padre Fujitaka…e poi…l’università…dimmi,piccolina,che cosa vuoi fare da grande?”

Sakura ci pensò su un attimo. “Vojo fare il dottore…così le mamme non moriranno più!”

Nadeshiko l’abbracciò forte,e scrisse:”MEDICINA”sul cartoncino. Naturalmente era solo una linea indicativa;Sakura poi avrebbe fatto ciò che l’avrebbe appassionata di più. La madre non sapeva,però,quanto quella “linea indicativa”avrebbe influito nella vita di sua figlia.

“E poi…vediamo…la tua vita scolastica e lavorativa è a posto…per quanto riguarda la famiglia,bè,sii sempre rispettosa nei confronti di tuo padre e di Touya…sì,anche di Touya!”aggiunse divertita guardando la faccia delusa di Sakura.

“Nadeshiko…su,dobbiamo andare dal dottore!”

La voce di un uomo distolse la donna dalle sue occupazioni. Era suo marito Fujitaka…quanto aveva dovuto penare per poter stare con lui…ma evidentemente non era destino che stessero a lungo insieme.

“Un attimo,caro!Un’ultima cosa e vengo!”

Si era scordata di tracciare una linea dell’amore. Sorrise al pensiero di Sakura corteggiata,e alle prese con le prime cotte.

“E questa è la linea dell’amore…”
”Amore?”chiese la bambina curiosa.

“È un sentimento che capirai meglio quando sarai grande…è qualcosa di potentissimo,bambina mia,e ti auguro di trovare quello giusto. Sai,di solito raramente i primi amori sono quelli che durano tutta la vita…pertanto,facciamo così…diciamo che…ma sì,il tuo settimo fidanzato sarà quello giusto!”

Scrisse i primi sette numeri appena sotto la linea scolastica,e cerchiò l’ultimo.

“E come faccio a capire se è mio fidanzato?”

Gli occhi di Sakura erano dilatati a dismisura dalla curiosità.

Nadeshiko rise davanti a tanta ingenuità,ma rispose prontamente: “Se dirà che tu sei la sua fidanzata,allora lo capirai…semplicissimo,no?”
La bambina annuì poco convinta. “C’è qualcos’altro che mi devi dire,mamma?”

“No,piccolina…le tre cose più importanti sono il lavoro,la famiglia e l’amore…credo di averti detto tutto…”

La signora fece scendere la bimba dalle sue gambe,pronta per andare a fare un’altra chemioterapia. Non le rimaneva più molto tempo…

“Mamma…ma pecché a Touya non l’hai fatto il cartoncino?”

“Perché Touya è un maschietto,avrà bisogno di papà…e poi,lui è già abbastanza grandicello. Se la saprà cavare.”

“Se lo dici tu…”

La bimba rimase in casa con suo fratello,mentre i due coniugi Kinomoto erano dal dottore. Ripensò attentamente alle parole della madre…prese una scatola verde e vi mise dentro il cartoncino,con cura inusuale per lei. Era preziosissimo!

Non molto tempo dopo,Nadeshiko Kinomoto lasciò il mondo terreno per salire al cielo . Cielo azzurro come il cartoncino che aveva lasciato a sua figlia,e che le avrebbe segnato la vita.

 

Sakura scacciò un paio di lacrime. Ogni volta che apriva la scatola era la stessa storia…non poteva fare a meno di pensare a quel lontano giorno di più di vent’anni prima.

Aveva adempiuto a parte delle sue promesse:aveva sempre il sorriso stampato sulle labbra,era rispettosa nei confronti della sua famiglia…sebbene Touya,qualche volta,la portasse all’esasperazione!

Si era laureata in medicina,nonostante fosse un asso nei 100 metri. Ma aveva fatto una promessa a sua madre,quel cartoncino decideva la sua vita. Quel cartoncino che era l’unico legame con sua madre.

L’unica cosa che le mancava era trovare il settimo fidanzato,e dunque quello giusto.

Finora ce n’erano stati cinque…Mytho…il suo primo amore…Pierre,ragazzo francese con cui era durata sì e no tre due mesi…Sasuke,segretamente innamorato di un’altra…Koichi,troppo ipocondriaco…e infine Kaze,che era stato un grande amore…ma lui la pensava diversamente,visto il laconico bigliettino d’addio che le aveva lasciato. Le aveva fatto male,sì…ma presto sarebbe arrivata al suo obiettivo!Ancora un’altra delusione,e poi avrebbe trovato l’amore della sua vita. O almeno,così credeva…

 

Buonaseraaaaaaa!!!Era un secolo che volevo cimentarmi in una fanfiction su Card Captor Sakura,ed eccomi qui! Questa ficcy AU è liberamente ispirata al film poco noto “Il settimo è quello giusto”…dico liberamente perché non me lo ricordo granché!^^” Quindi parecchie cose me le inventerò di sana pianta!Questi personaggi,Sakura,Touya,Nadeshiko,Fujitaka,(e presto tutti gli altri,specie Shaoran!*__*)non mi appartengono di diritto,e questa ficcy è scritta al solo scopo di divertimento. Vista la mia lentezza,e tutte le storie che ho in corso,non so quando aggiornerò…Spero almeno di essere riuscita a incuriosirvi!Lasciatemi un commentino,così saprò se vale la pena continuarla!^_-

Kisses,HikariKanna!

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Capitolo 2
*** Sakura,dottoressa particolare ***


Il settimo è quello giusto

Il settimo è quello giusto

“Salve,signorina Kinomoto!!”

“Buongiorno,Sakura!”

“Miss…”

Era una fresca mattinata di fine aprile,e una bella ragazza di venticinque anni si era recata come al solito a lavoro. Dato che era la dottoressa più giovane in quel reparto, molti le si erano affezionati,tanto che gli infermieri che militavano lì da più tempo la soprannominavano “la loro mascotte”.

Tutti la salutavano di buon grado,quella ragazza era una vera e propria iniezione di vita,col suo ottimismo!

Nonostante la confidenza che avesse con i suoi colleghi,Sakura però non aveva mai detto a nessuno il perché della sua scelta.

Non le sembrava giusto condividere il suo dolore con altre persone;detestava essere compatita. E poi in realtà sua madre non se n’era andata per sempre.

No. Scosse la testa,infilandosi il camice candido,e preparandosi a operare nuovi pazienti.

“Sakura-san”,disse Toko,una ragazza che si stava specializzando in oncologia, “Eccoti la lista degli interventi che dovrai fare oggi.”

Le porse un foglio scritto in modo fitto fitto,tanto che Sakura si stropicciò gli occhi incredula. “Mamma mia,quanti ce ne sono!”

“Si vede che si fidano di te!”Toko le fece l’occhiolino,uscendo.

La castana stette per sentirsi male. Avrebbe operato un sacco di gente…lei che odiava il sangue…

Era una cosa ben strana,fare il chirurgo e odiare il sangue allo stesso tempo…

Già…Ma Sakura doveva farlo,l’aveva promesso.

Sospirò,prima di entrare in sala operatoria.

 

Dodici interventi perfettamente riusciti. La brunetta sospirò,tergendosi il sudore perlaceo dalla fronte.

“Tutto bene,dottoressa?”le chiese premurosa la moglie dell’ultimo paziente finito sotto i ferri.

“S-sì…grazie dell’interessamento,signora Jyo…”
”Grazie a lei per aver salvato mio marito!”

Sakura sorrise debolmente.

“È il mio lavoro…”asserì con voce non tanto ferma,poco prima di rientrare nella stanza per togliersi il camice. Stava sudando freddo,quando il suo flusso di pensieri venne interrotto dallo squillo implacabile del telefono.

#Qui Chirurgia Generale. Chi è?# chiese stancamente la ragazza,impaziente solo di tornare a casa.

#Ah,Sakura,sei tu!Sono Yukito,senti…#

Il cuore di Sakura perse un battito…Yukito?

#…mi servirebbe che tu operassi un mio paziente,saresti disponibile questo pomeriggio?#

#E-ehm…io per oggi ho finito…comunque c’è Natsumi,lei è molto brava…#

#Mi fido solo di te,ma non ti preoccupare:non è in pericolo di vita,può attendere. Quand’è il tuo prossimo turno?#

Sakura cercava a stento di non tradire l’emozione. #T-ti ringrazio…io lavoro domani pomeriggio,va bene?#

#Certo!Grazie mille,Sakura!Su di te posso sempre contare!”

Il medico chiamato Yukito interruppe la chiamata,ma la dottoressa Kinomoto restò molto tempo imbambolata con la cornetta in mano,che imperterrita continuava a dire:Tu…tu…

Yukito le piaceva da molto tempo,circa da…bè,tre anni prima era entrata a far parte dei turni ospedalieri,pur essendo ancora laureanda,e quindi erano tre anni. Tre lunghi anni…ma non voleva fidanzarsi con lui,non finché non sarebbe stato il settimo. Era proprio per questo che Kaze l’aveva lasciata;si sentiva preso in giro da lei che amava un altro.

Sakura sospirò pesantemente al ricordo del suo ultimo amore. Ma Kaze certo non aveva torto…quello che però non era riuscito a capire,era che lei si era davvero affezionata a lui!Solo,era il quinto.

Coprendosi con un leggero soprabito e facendo un grosso sorriso per scacciare la malinconia,uscì dall’ospedale,diretta a casa.

 

“Sakura,tesoro,è venuta a trovarti Tomoyo!”

La voce di suo padre la richiamò dalla relazione che stava scrivendo sul computer. Sakura,decisamente felice di aver trovato un’alternativa migliore al lavoro,spense subito l’aggeggio e si diresse in salotto. Lei viveva ancora con suo padre,ma ciò non le impediva di vivere la propria vita.

“Oh,Tomoyo,che bella sorpresa!”disse la castana portando le braccia al collo dell’amica.

“Bè,passavo da queste parti…e poi è molto che non ci vediamo,cattiva!”
Tomoyo,la sua migliore amica fin dalle elementari,la picchiettò gentilmente sulla testa.

“Sakura,Sakura…troppo lavoro fa male!”

“Hai ragione…”ammise la ragazza,messa alle strette.

Si accomodarono sul divano di casa Kinomoto,mentre il padre si ritirava nel suo studio,comprendendo di essere di troppo.

“Dimmi,Tomoyo,va tutto bene?Come procede la relazione fra te e Eriol?”

Il viso della mora si illuminò. “Benissimo!Da quando conviviamo la nostra relazione va a gonfie vele!Sakura,spero tanto che anche tu un giorno sarai così felice!”

Tomoyo abbracciò l’amica in uno scatto di gioia.

“Quanto entusiasmo!Sono proprio contenta per te,amica mia…”
”Ma sarei ancora più contenta,se tu ti dichiarassi una buona volta a Yukito!”

Sakura divenne bordeaux,incominciando a tossire furiosamente.

“C-cosa?!”

“Avanti,non fare quella faccia…Sono tre anni che la situazione è in stallo!E poi,scusa,è un grande amico di tuo fratello,che aspetti?”

Sakura divenne silenziosa. Tomoyo Daidouji assunse una strana espressione perplessa. Poi,sembrò capire qualcosa e la sua espressione divenne delusa. “Non mi dirai che aspetti che sia il settimo,vero?”

Sakura annuì.

“Sakura Kinomoto!!Non puoi realmente credere che il tuo settimo fidanzato sarà quello che ti accompagnerà tutta la vita!Tua madre ti ha solo voluto dare una linea indicativa,perché eri piccola e perché voleva rimanere in qualcosa di concreto. Possibile che tu non te ne renda conto?!”

Tomoyo si ritrovò ad alzare la voce. Sakura era dolce,disponibile,espansiva…in una parola perfetta…!Ma quando partiva con la storia del cartoncino sapeva essere davvero infantile.
”Per me è importante…e secondo me,mia madre aveva ragione. Inoltre,saprò capire se sarà quello giusto oppure no!”

La mora fece un’espressione come per dire:ti do ragione,ma non credo che saprai capire,e tacque.

“Tomoyo,non fare così…saprò davvero cavarmela. E poi,potrò sempre contare su di te,no?”

“Certo,amica mia…”
Le due si abbracciarono,ma vennero interrotte dal citofono.

“Oh,sarà Eriol…gli avevo detto che sarei venuta qui…”asserì Daidouji,sciogliendosi dall’abbraccio.

“Infatti…certo che hai un intuito!”Sakura aprì il portone,e quindi la porta di casa sua per accogliere il nuovo ospite.

“Ciao Eriol!Sono proprio contenta di vederti!”esclamò la padrona di casa felice,quando il giovane uomo era ormai entrato in casa.

“Ciao,Sakura…sono molto lieto anch’io di ritrovarti.”disse educatamente Eriol Hiragiizawa. Lui era sempre molto laconico ed educato.

“Accomodati pure.”lo invitò lei,ma lui rifiutò.

“Non ti preoccupare,ero venuto solo per Tomoyo. Allora,vogliamo andare?O preferisci rimanere qui?”le chiese premuroso.

Tomoyo gli sorrise,regalandogli un bacio a fior di labbra. “Ehm…Sakura,mica a te dispiace se io me ne vado ora?”

“Ma no!Andate pure!!A presto!”rispose una sorridente Sakura.

Li vide andarsene mano nella mano. Ne fu quasi invidiosa.

Ripensò a ciò che aveva detto Tomoyo,ma subito scacciò  quelle frasi. Sua madre aveva ragione,punto e basta.

Mmm…aveva i nervi un po’ troppo tesi in quel periodo…conveniva farsi una passeggiata nel suo posto preferito.

 

 

I ciliegi erano in fiore,e i roller di Sakura sfrecciavano a tutta velocità sull’asfalto. Adorava quel viale in primavera…così come i ciliegi! Non per altro,sua madre e suo padre avevano scelto per lei il nome Sakura!

Era tardo pomeriggio,e un tramonto arancio illuminava la città.

Sakura si sentiva in pace con se stessa,da quanto tempo non le capitava?

Inspirò profondamente l’aria primaverile,quando si rese conto di essere arrivata davanti alla sua pasticceria preferita.

“Ma tu guarda che coincidenza…già che ci sono,mi tolgo i pattini ed entro a dare un’occhiata…in effetti,tra un po’ è il compleanno della piccola Nadeshiko…”sussurrò tra sé e sé sfilandosi i pattini.

Con “Nadeshiko”,Sakura non si riferiva certo a sua madre,morta ormai ventidue anni or sono,bensì alla sua nipotina preferita. In effetti la sua unica nipotina,visto che Touya e sua moglie Kaho avevano avuto solo lei.

Sakura entrò nell’accogliente locale,e fu invasa da un meraviglioso odore di dolci. Lei era molto golosa!

Si diresse subito al banco dei bignè,che quel giorno la ispiravano particolarmente.

“Buonasera,Sakura!Era un po’ che non ci si vedeva!”

Un ragazzo,suppergiù della sua età,le aveva appena rivolto la parola. Era abbastanza alto,e la sua capigliatura un po’ disordinata non faceva che accrescerne l’altezza.

“Shaoran!”disse Sakura sorridendo. “Hai proprio ragione…è che ci si deve mettere un po’ a dieta,fra poco inizia l’estate!”

“Ma tu non hai bisogno di fare una dieta!”soggiunse impacciato il ragazzo,fissandola con profondi occhi nocciola. Sakura rimase un po’ ipnotizzata,ma poi si riscosse. –Ma che vado a pensare?! È solo il mio pasticcere di fiducia!- formulò internamente.

“Lo dici tu…e va bene,mi hai convinto!Prenderò un po’ di questi,e magari anche di quelli al cioccolato…”

Venne interrotta da uno squillo del telefono.

#Sakura! È urgente,papà…vieni subito in ospedale!#

#Touya,ma cosa…?#

Suo fratello chiuse improvvisamente la conversazione,di cui Sakura aveva capito solo due parole:papà,ospedale.

Collegandole,però,non usciva un bel risultato…

“Oddio…scusami,Shaoran,ma devo andare…”

“Cos’è successo?”chiese allarmato il brunetto.

“M-mio padre…devo andare subito in ospedale…”

Fece per allontanarsi,quando Shaoran Li si tolse il grembiule e la fermò.

“Kido,prendi tu il mio posto!”gridò all’indirizzo di un suo collega,prima di correre con Sakura verso la sua macchina.

“Non puoi andare a piedi,e per di più da sola. È buio,oramai,qualcuno potrebbe approfittarsene…”disse,mettendo in moto il veicolo.

Sakura non sapeva perché lo facesse,certo doveva proprio essere una brava persona! Lei non lo conosceva granché,però  le era sempre sembrato un ragazzo dal cuore d’oro. Ma in quel momento,l’unico pensiero che le attanagliava la mente era suo padre.

-Resisti,papà…-pregava,mentre finalmente il semaforo diventava verde.

 

Se siete arrivati alla fine di questo capitolo e non mi avete ancora mandato al diavolo,vi ringrazio!!!!In effetti,credo che potreste un po’ rimanere sconcertati per Touya sposato con Kaho(Yukito mi serve ai fini della storia),ma soprattutto per Shaoran pasticcere…è che gli dovevo fornire un mestiere non troppo elaborato,che avesse a che fare con i gusti di Sakura. Conoscendo la golosità di quest’ultima,ho optato per la pasticceria!Dio,già questo ragazzo è dolce,poi….ok,era una battutaccia!XD

Eh eh,scommetto che vi state chiedendo come si evolverà la situazione…(almeno,chi non ha visto il film)!Lo scoprirete solo leggendo!! (ps:stranamente ho aggiornato abbastanza velocemente per i miei ritmi!)

Passo ai ringraziamenti(a proposito,mi sono spaventata quando vi ho visti così numerosi!Mi sento commossaaaaa!**)…grazie a:

Geo88(ma davvero sono riuscita a tirarti su di morale a scuola??Sono riuscita in un’impresa così ardua?!),takari forever(o non so come chiamarmi,ma io oramai sono abituata così!!Grazie mille per il commento,e vedi di aggiornare il blog!),Sakura hime(ringrazio molto anche te!!!^^),Shiny(come sopra,grazie mille per il commento^^),Ale077(wow,sono stata la prima che hai commentato in questa categoria?!quale onore,e non sto scherzando!),l’egittologa(hai perfettamente ragione,sarebbe troppo scontato Shaory come settimo…avrai modo di vedere!),kari 89(ci si ritrova anche in questa sezione,eh?^^ Grazie per il tuo commento,spero ti piaccia questo capitolo!),evanescense88(grazie,sono contenta che ti piaccia!^^ continua a seguirmi!),laukurata89(quando ho letto il tuo nome ho detto:non è possibile!!!!Credimi,non mi aspettavo ti piacesse!Poi,mi fa sempre uno strano effetto vedere gli autori di ficcy che mi sono strapiaciute che commentano la mia stupida opera!**),Anto Chan(oh,finalmente qualcuno che ha visto il film!Ti dico però che non me lo ricordo bene,ho preso l’idea base e la sto sviluppando a mio piacere…spero ti possa interessare lo stesso!^^),Liz Dreamer(grazieeeeee!!Spero ti piaccia anche questo cappy!),katia 92(non ti preoccupare per le recensioni,farò in modo che Erika cancelli quelle superflue,ok? Comunque grazie davvero!),sakura 93(addirittura 10???wow,perché non parli un po’ con i miei prof!XD )e infine Antineasan(Ho aggiornato prestissimo,visto??XD Ci tenevo alla mia pelle!Per tutte le info che vuoi sapere,ti dico solo che vengo da Foggia…il resto credo rimarrà incognito!XD)

Grazie anche a tutti coloro che hanno semplicemente letto…ci rivediamo al prossimo cappy!^^
HikariKanna

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Capitolo 3
*** Grazie,Shaoran ***


Il settimo è quello giusto

Il settimo è quello giusto

Sakura,negli anni a venire,si chiese spesso come avrebbe fatto quella notte di primavera se il suo pasticcere di fiducia fosse stato un altro.

Shaoran,infatti,si era dimostrato molto più che disponibile…

“Eccoci arrivati!”esclamò il ragazzo,parcheggiando fin troppo freneticamente. Meno male che non c’era quasi nessuno,e che i vigili sembravano svaniti nel nulla!
“Kinomoto…su,sono sicuro che non è niente di grave!”aggiunse,guardando la faccia della sua cliente.

“Lo spero…lo spero tanto…”

Entrarono nell’ospedale,entrambi molto agitati.

“Scusi…”esclamò lei trafelata. “C-cerco…mio padre,Fujitaka Kinomoto…”

Un’infermiera occhialuta la osservò attenta. Era proprio la chirurga Sakura!

“Oh,è lei,dottoressa!Reparto di nefrologia…”

Li non capì nulla di termini ospedalieri,s’intendeva solo di crema chantilly e di cornetti,al massimo,ma l’accompagnò lo stesso. Come ripeté più volte in seguito,non ne seppe mai il perché.

Le prese la mano in un gesto spontaneo,per rassicurarla. Poi divenne di un inspiegabile color cremisi.

Salirono fino al secondo piano,e poco prima di accedere nel reparto vero e proprio.

“Shaoran…tu non hai motivo per restare qui…”

Sakura si strofinò il viso,per evitare improvvise fuoriuscite di lacrime,e si rivolse al ragazzo.

“Ma…”Il castano tentò di protestare.
”Davvero,hai già fatto troppo!!E poi,dovresti rimanere qui chissà fino a quanto…”

Il bel discorso di Sakura venne interrotto dalla porta che si apriva.

“Kinomoto!!Ecco dov’eri!”

Un medico avvenente,dai capelli chiari,(non posso mica dire grigi,e poi dire che non ha neanche trent’anni!!Non credo abbia l’invecchiamento precoce!^^°°°nda)si era diretto verso la nostra eroina,facendole battere a mille il cuore.

Cosa ci faceva Yukito Tsukishiro lì?

Sakura si portò una mano alla testa,dandosi mentalmente della stupida…certo,lui lavorava in quel reparto!!

“Tsukishiro…Dimmi,cos’è successo a mio padre?!” domandò lei in preda al panico.

“Niente di che…una leggera insufficienza renale…lo terremo qualche altro giorno in osservazione,e grazie ad un corretta alimentazione tornerà come nuovo!”replicò il dottore dolcemente.

“P-per un attimo ho pensato che si sarebbe dovuto operare…e che l’avrei dovuto operare io…”

Sakura scoppiò in singhiozzi. Ma non era un pianto dettato dal dolore,bensì le lacrime la liberavano dalla tensione accumulata in quei pochi minuti.

“No,no…è che Touya l’ha visto svenire e l’ha portato subito qui…calmati,dottoressa…”

Yukito le accarezzò i capelli. Lei, per una reazione riflessa,di scatto si buttò fra le sue braccia. Forse perché quel gesto era tipico di sua madre…

A Shaoran,che nel frattempo era rimasto non poco in disparte,quella visione non diede molto fastidio. Solo una piccola parte del suo cuore voleva essere al posto di quel medico. Ma la si poteva trascurare facilmente,e poi,che scuse avrebbe dovuto accampare? Scusa,è che sei la mia cliente più cara,non è che qualche volta usciresti con me? Ma che stupidaggini…Lui l’aveva sentito fin dal primo giorno,non c’erano molte speranze con lei. Era carina,senza dubbio,e molto dolce…ma il loro rapporto non era mai andato al di là della semplice ordinazione dolciaria. Forse,quella decisione avventata di accompagnarla all’ospedale avrebbe smosso un po’ le cose…non sapeva neanche lui quanto…

“Bè,ora vai da tuo padre…”sussurrò il medico con gli occhiali.

“Sì…”

Yukito si allontanò,e Sakura lo guardò adorante mentre si allontanava per le scale.

“Oh,scusami,Shaoran…”proferì,quando si accorse di quel ragazzo che non aveva smesso un solo secondo di fissarla dolcemente.

“Nulla…capisco il tuo stato d’animo…se vuoi che vada lo farò.”rispose il pasticcere con semplicità.

La ragazza scosse la testa. “Ti prego,accompagnami…”
Gli porse la mano,che lui strinse esitante. Cosa voleva dire quel gesto? Riconoscenza?

“Dai,non aver paura!”esclamò la castana sorridendo. In fondo,gli doveva parecchio. Bisognava trovare un modo per sdebitarsi.

Una volta entrati nel reparto,non fu difficile trovare la stanza dove il signor Fujitaka era stato portato.

Infatti,dalla stanza n° 8,provenivano degli strilli molto acuti,tanto che non si riusciva a credere di essere in un ospedale!

Sakura era sicura che l’unica persona che possedesse tali corde vocali fosse la nipotina Nadeshiko.

“Non mi dire che è tua figlia,Kinomoto…”mormorò Li atterrito.

“Io non ho figli,dovresti saperlo!Questa è la mia nipotina!”sbuffò Sakura.

-E come potrei saperlo?Tu non mi parli mai di te…-rifletté amaramente Shaoran.

 

“ZIA SAKURA!!ZIA!!!!Papà dice che non posso giocare col nonno!!”

Una piccola furia dai capelli rossi si avvinghiò a Sakura non appena quest’ultima oltrepassò la soglia.

La visione che si presentò agli occhi del giovane pasticcere fu molto tenera.

Su di un letto c’era un uomo,certamente il padre di Sakura. Vicino al letto,una donna che parlava pacatamente col signor Kinomoto. Inoltre,c’era un uomo,forse il fratello di Sakura,che tentava in tutti i modi di staccare la bimba da sua zia. Vana speranza.

Come lui entrò nella stanza,tutte le attenzione ne furono inevitabilmente attratte.

La donna e il padre di Sakura lo guardarono con attenzione,ma delicatamente. Invece la bambina e l’altro uomo lo guardavano un po’ di traverso. Forse non amavano troppo l’idea di spartire Sakura con qualcun altro.

“E tu chi saresti?”chiese l’uomo,abbandonato ogni proposito di sradicare sua figlia.

“S-shaoran Li…”

Sakura lo mise a tacere con un gesto. “Lascia parlare me…”disse flebilmente.

“Fratellone…”esordì sicura. “Questo è il mio pasticcere di fiducia…Quando infatti ho ricevuto la chiamata,mi trovavo proprio lì e…”

“Tsk,alla fine ingrasserai tantissimo,mostro…”rispose ironicamente l’altro. “Io comunque sono Touya Kinomoto,nonché fratello di questo scherzo della natura.”
”Piacere…”

“Bada: non farla soffrire,è chiaro?!”

Ma che avevano capito?

“Touya,smettila…Tua sorella è abbastanza grande,e poi questo ragazzo ha una faccia che ispira simpatia e tenerezza…non trovate anche voi,Fujitaka?”

In difesa del ragazzo,che era sempre più in difficoltà,entrò nel dialogo la donna dai capelli rossi.

“Certo,Kaho…in fondo,Touya,perché sei sempre così poco amabile verso ogni individuo di sesso maschile che vedi affianco a Sakura?”chiese gentilmente il padre di Sakura,cercando di alzarsi un po’ dal letto.

“No,stai fermo,papà…Non ti affaticare…E comunque,io mi preoccupo così solo perché non voglio che mia sorella soffra come l’ultima volta!”replicò Touya,sostenendo la sua posizione.

Li sentì una certa invidia. La famiglia di Sakura doveva essere proprio legata…Però non vedeva la madre…

Ad un certo punto,la piccola Nadeshiko ritenne di essere uscita per troppo tempo dalla scena e così esclamò: “Ma quindi tu sei il fidanzato di zia Sakura?”

Sia Sakura sia Shaoran arrossirono di colpo.

“Ma che dici,piccola?Te l’ho detto,è solo il mio pasticcere preferito!Fa…fa dei dolci squisiti!”aggiunse,quasi colpevole.

Sakura si abbassò sulle ginocchia per convincere meglio la nipotina.

La bambina la guardò stupita. “Ma zia!!Se ti fidanzi con lui,poi ti farà tutti i dolci che vuoi!Oh,zia,fattelo dire,si vede che non hai esperienza in fatto di uomini!”

La bambina poggiò i gomiti sui fianchi,atteggiandosi a donna matura.

“Ehi…chi te le insegna queste cose?!”domandò esterrefatta Kaho,prendendola in braccio e abbracciandola amorevolmente.

“Uffa,mamma…non sono più una bambina piccola!”

“Solo perché hai quasi sei anni,non vuol dire che sei grande!”aggiunse Touya,unendosi al quadretto familiare,baciando la propria moglie.

Sakura sospirò,ricordandosi di essere venuta inizialmente solo per il padre.

“Papà…”mormorò,dopo essersi avvicinata al materasso. “Come stai?Mi hai fatto preoccupare…”

“Non è nulla,tesoro…Un po’ lo stress,un po’ i miei reni non vogliono stare buoni…Ma tu non preoccuparti…Pensa piuttosto a trovarti un fidanzato!”

Il padre ammiccò,sorridendo in direzione di un ragazzo sempre più a disagio.

Sakura non riuscì a capire perché tutti erano convinti che tra lei e Shaoran ci fosse del tenero!
Shaoran,dal canto suo,preferì uscire dalla stanza e rimanere in corridoio. Non gli sembrava giusto intromettersi in quella famiglia così,di punto in bianco. Lui non c’entrava niente…Sospirò,pensando alle liti con sua madre.

Tutt’a un tratto,il suo cellulare squillò. Rammentando di essere in ospedale,lo spense senza neanche vedere chi fosse a cercarlo.

“Shaoran…come mai sei uscito?”

L’ aggraziata voce di Sakura lo distolse dai suoi pensieri ed anche dal cellulare.

“N-non volevo disturbare…”
”Ma no…anzi,mi vorrei scusare per l’atteggiamento di mio fratello…Sai,lui è un po’ così con tutti i ragazzi che mi vede vicino,ma non pensare male di lui!”

Lei si portò una mano alla nuca,arrossendo un po’.

“Secondo me,è solo molto protettivo nei tuoi confronti…”

Shaoran sorrise,e Sakura ci mise un po’ per formulare la domanda che gli avrebbe voluto porre.

“Senti…io…ecco,visto che sei stato così gentile…ehm…come posso restituirti il favore?”

Lui la guardò stupito. “Nessuno ti ha detto che devi sdebitarti per forza! Consideralo solo un favore,d’accordo?”

“S-sicuro?”

“Certo…”

“Però…se tu avessi bisogno di me,Shaoran…”

“Non ne dubito…”Lui la interruppe,e se ne andò,tornando alla sua normale routine. La doveva smettere di pensare a lei come…qualcosa di più. Era una semplice cliente…

Però,che stupido era stato…

“Avrei potuto chiederle in cambio un appuntamento…”sospirò,appoggiandosi alla portiera della macchina.

“Maledizione…E quella cos’è?”

Un foglietto bianco svettava contrastante sul finestrino scuro della macchina.

Shaoran lo afferrò con veemenza,indovinando subito di cosa si trattava. Allora i vigili non erano svaniti…!

Ma mentre lo riponeva con cura nella tasca,Shaoran pensava che ne era valsa la pena…in fondo,un sorriso vale molto di più.

Ad un tratto,gli venne in mente quel cellulare spento. Accendiamolo- pensò -chissà chi ha chiamato…

Quella non era proprio serata. Sterzò in maniera spaventosa non appena lesse il numero.

“Mei Lin…”

E giù una seconda multa.

 

Ce l’ho fatta!!!!!Ecco il terzo capitolo!!!!Scusatemi se ci ho messo così tanto a pubblicare,ma ho dei problemi allucinanti con Internet,e sono costretta ad utilizzare un altro computer…Uffa…

Dunque,ora siamo giunti all’arrivo del terzo personaggio chiave di questa fanfiction…cioè Mei Lin…!

Ho contato che più o meno i capitoli saranno una decina…ebbene sì,mi dovrete sopportare ancora un po’!^^”

Ad ogni modo,devo ringraziarvi tutti…grazie per i commenti!!

Non ho tempo per rispondere a tutti(siete così numerosi che mi commuovo!!!!!!**),ma dovevo assolutamente rispondere almeno ad Ale…sinceramente,quando ho riletto il capitolo,mi sono stupita dell’errore idiota che ho fatto!Essendo figlia di un medico,so bene quanto siano pericolosi e quanto durino i trapianti…In realtà volevo scrivere “interventi”,è stata solo un’imprecisione lessicale…converrai con me che non tutti gli interventi richiedono ore ed ore,e d’altronde Sakura(anche se questo non l’ho specificato)nello scorso capitolo ha lavorato anche verso pranzo e quindi ha avuto più tempo…Oddio,a sentir parlare di turni,oramai,dovrei esserci abituata…Ma si vede che errare humanum est,quindi ti sono grata di avermi fatto notare quest’errore!Semmai dovessero essercene altri,avvertimi!

Ho notato che parecchi mi hanno scritto di una somiglianza fra Sakura e Dr. House…considerate che io non l’ho mai visto(come del resto,laukurata,non me ne intendo granché neanche di Gilmore Girls!^^”Quindi quell’episodio non l’ho visto)!!E poi,l’ambiente ospedaliero comparirà davvero raramente in questa ficcy!Dal prossimo si cambia luogo…Ma chissà quando lo pubblicherò il quarto!Con tutto il lavoro che ho da fare a scuola per Telethon(dovrò cucinare!!!!!!!XD),ultimi compiti ed interrogazioni varie…Vabbè,ora sto divagando troppo!Sorry!! A presto!!!!!!!!^^

HikariKanna

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Capitolo 4
*** Mei Lin si sposa! ***


Il settimo è quello giusto

Il settimo è quello giusto

“Dannazione,rispondi!”

Un soleggiato 22 aprile fece capolino dalla finestra di un appartamento piuttosto spazioso,diffondendo luce sui capelli bruni di un bel ragazzo. Niente da fare,la destinataria della chiamata non aveva la benché minima intenzione di rispondere.

Shaoran gettò violentemente il telefonino sul tavolo,prendendosi la testa tra le mani. Per quale motivo Mei Lin l’aveva chiamato?

Cos’altro voleva? Non le era bastato fargli vivere sensi di colpa per cinque anni e più?

“Certo che potrei passare la mia giornata libera in tutt’altro modo…”rifletté il pasticcere tra sé e sé.

Buttandosi sul letto,sospirò gravemente. Non aveva dormito per niente la notte precedente,vuoi per la chiamata di Mei Lin che ancora non riusciva a spiegarsi,vuoi perché si era pentito di non essere rimasto con Sakura. Sakura…

Tolse le dita dagli occhi,e si lasciò inondare dai raggi dell’astro. Meglio non pensare a nessuna delle due.

D-drinn.

Ecco cosa succede quando prendi una decisione. C’è sempre qualcuno che non vuole lasciarti in pace. 

#Pronto?# mormorò Li,senza neanche aver visto il numero e con una gran voglia di addormentarsi subito e di cacciare via tutti i pensieri.

#Shaoran?Mi hai cercato?#

Quattro parole servirono a destarlo completamente. Si rizzò in piedi,stringendo convulsamente il telefonino.

#MEI LIN!Sì che ti ho cercato! In realtà,volevo chiamarti ieri sera,ma oramai s’era fatto tardi e…Insomma,che cos’è successo?Mia madre è per caso invischiata nella faccenda che mi stai per raccontare?#

Proferì queste parole con tale energia e in un così breve lasso di tempo che la ragazza dall’altro capo del telefono non poté fare a meno di ridere.

#Quando la smetterai di dubitare di tua madre?#

#Solo quando mi dimostrerà che vuole davvero solo il mio bene.# replicò lui arrabbiato.

#D’accordo…Ma non c’entra niente…La questione di cui ti volevo parlare riguarda me…Io…#E qui deglutì,per la portata della notizia #…mi sto per sposare,Shaoran…# sussurrò a malapena.

Il castano non sapeva come prenderla. Come,sposarsi? Mei Lin si stava per sposare?Con chi?!

#C-che bella notizia…# furono le uniche parole che riuscì a pronunciare.

#Certo che potresti dimostrare un po’ più di entusiasmo!#

La ragazza dagli occhi ambrati si irritò. Possibile che la sua reazione fosse solo quella?

#Scusami…è che…bè,non è proprio una notizia da tutti i giorni!Chi è il fortunato?#

#Non lo conosci…Si chiama Shin Fa…#

#Ah…#mormorò lui imbarazzato.

#Qui la stiamo tirando troppo per le lunghe…Shaoran,io ti avevo chiamato per invitarti al matrimonio!Si terrà nella tenuta di campagna di Shin,naturalmente qui ad Hong Kong,tra quattro giorni…#

#E tu me lo dici con così poco preavviso?#

#In verità non sapevo se invitarti…Sai,visti i precedenti…#

Shaoran abbassò lo sguardo,sommerso in chissà quali pensieri.

#Ho capito,ho capito…Ascolta,credo non ci saranno problemi. Quindi il matrimonio si terrà il 26 aprile?#

#Ehm…in realtà dura tre giorni…26,27 e 28…chiaramente io e Shin ci sposiamo solo il 27,però la festa continua…#

#Bè,non ho usufruito di tutte le mie possibili giornate di ferie,vista la voglia di lavorare che ho…Pertanto,dovrei farcela…#

#Dovrai arrivare qua in Cina col treno il 26 mattina,mi raccomando!#

#Non preoccuparti…#

#Ah!#

Mei Lin ebbe un’idea. Che si sarebbe rivelata non poco rischiosa.

#Non penserai mica di venire solo,vero?La stanza in cui dormirai tu nella tenuta è doppia!#

La signorina Li si voltò a rimirare le colline circostanti,sorridendo.

Era una sciocchezza bella e buona inventata al momento. Però voleva verificare se Shaoran aveva un’altra,o se non l’aveva mai dimenticata.

Non ne avrebbe ricavato chissà cosa,ma…

#E con ciò?# reagì Li,che era diventato tutto rosso.

#Sarebbe a dire che devi portare la tua ragazza. Che sia un’avventura o una storia seria,questo non m’interessa. Ma tu sei fidanzato,no? O forse dopo di me non c’è stata nessun’altra?# aggiunse amaramente la ragazza,ripensando a quanto aveva sofferto per Shaoran. Ma era il caso di metterci finalmente una pietra sopra,con Shin. Shin che l’amava davvero. E che lei amava.

Lui rimase interdetto. Doveva risponderle per forza affermativamente,altrimenti sarebbe sembrato un fallito!

#Certo che sono fidanzato!!E…e la porterò con me!#

Mei Lin sorrise. Meno male-pensò fra sé- E’ la cosa migliore. Oramai abbiamo intrapreso due strade diverse…Ma sono curiosa di conoscere questa nuova fiamma!

#Perfetto. Vi aspettiamo qui…prendi nota dell’indirizzo,per favore.#

Shaoran recuperò un foglietto spiegazzato-guarda caso,una delle due multe-e vi annotò l’indirizzo.

#Preso nota?#

#Sì. So il chi,che cosa,dove,quando…il perché mi è difficile immaginarlo.#

#Spiritoso…A venerdì 26.#

Mei Lin chiuse la chiamata di scatto.

Shaoran spiegò il foglio,rendendosi conto che doveva pagare. Ma non aveva nessun desiderio di farlo,ovviamente.

E così Mei Lin si sposava. La piccola Mei Lin…E con qualcuno che non era lui.

Sorrise,ripensando al suo passato.

A sua madre,che l’aveva promesso a quella ragazzina tutto pepe. A rivedere in quel momento avvenimenti così lontani,veniva quasi da ridere.

E allo stesso tempo da starci male.

 

Lui e Mei Lin erano cugini lontani,ed erano stati promessi quand’erano bambini. Shaoran non si annoiava mai con lei,che era sempre stata un vulcano in continua eruzione,ma una volta cresciuto,si rese conto di volere qualcosa di più dalla vita. Sarebbe stato felice,sì,ma non voleva sposare qualcuno che non amava. Non voleva il posto nella banca diretta dal padre. Non voleva sottostare alle rigide regole di qualcuno.

-Potevo sembrare un ribelle…-notò.

E così,dopo vari ripensamenti e decisioni, era scappato di casa,si era trasferito lì in Giappone. Per quanto tempo i suoi genitori non gli avevano rivolto la parola…per quanto tempo Mei Lin aveva pianto dopo il suo abbandono?

Eppure era sempre stato chiaro con loro. Ma a volte,con certe persone, ci vogliono i fatti.

Spesso ci pensava,se fosse rimasto a Hong Kong,in quel momento sarebbe stato sposato,magari un padre che lavorava in banca. E invece era un pasticcere che pagava sempre in ritardo l’affitto e senza l’ombra di una ragazza. A proposito di ragazza…

I suoi pensieri tornarono alla conversazione avuta poco prima. Mei Lin gli aveva fatto promettere una cosa impossibile!Le soluzioni erano due:o bisognava trovarsi una fidanzata in quattro giorni,oppure invitare un’amica e spacciarla per qualcosa di più.

E se quell’amica fosse stata…Sakura?

 

Sakura starnutì rumorosamente,nel pacato silenzio della sua casa. Strano che avesse preso un raffreddore proprio in quel periodo.
Forse era solo allergia alla solitudine. Suo padre era rimasto in ospedale,doveva rimanervi per un altro paio di giornate per dei controlli e poi sarebbe finito l’incubo. Era solo una leggera insufficienza renale,per fortuna…

Si ripulì con un fazzoletto,prima di decidere cosa fare in quel giorno di riposo per lei.

Aveva voglia di preparare un bel dolce,ma ricordandosi la fine che aveva fatto quell’innocente ciambella al cioccolato qualche giorno prima,decise di non compiere più altri scempi del genere.

Però aveva proprio l’acquolina in bocca…

 

Infilandosi un leggero giubbotto,uscì per dirigersi alla sua pasticceria preferita. Ancora una volta.

Mentre camminava per strada,imprimendosi nella memoria quell’intenso odore di fiori di ciliegio,pensò che doveva ancora sdebitarsi con Shaoran. Non le andava giù il fatto che lui fosse stato tanto gentile,e lei dovesse solo approfittarsene!

“Dai…vieni a mangiare da me,oggi?”

Due giovani catturarono la sua attenzione. Era mattina, e a quell’ora tutti gli studenti si recavano nelle diverse scuole. Quei due ragazzi l’attirarono non tanto per la loro divisa o per il loro strano accento,quanto per il loro dialogo…Mangiare…Ma certo!
Avrebbe potuto invitare Shaoran a cena da lei!Però il dolce l’avrebbe preparato lui,a scanso di malori e di poveri sacrifici. 

“Ora che vado in pasticceria glielo chiedo!”esclamò a voce alta,calamitando gli sguardi dei due adolescenti.

“Grazie,ragazzi!”

Sakura fece un cenno della mano e imbarazzata corse verso la pasticceria.

Mako e Heiji,i nomi dei due ragazzi,la guardarono saltellare col cuore leggero. Allora non tutti gli adulti erano come i loro professori di lettere…C’era ancora qualcuno che sapeva essere spensierato.

Confortati da questi pensieri,i due entrarono nel vecchio edificio tenendosi per mano.

 

“Ma come,è la sua giornata libera?Proprio oggi?!”

Kinomoto era entrata nel bel negozio di dolci,ma aveva subito appreso da Kido che quel giorno anche per Shaoran era riposo…uffi…

“Eh sì,mi dispiace…provi a ripassare domani.”

“D’accordo…”

Delusa,la ragazza pagò la sua ciambella ed uscì. Pazienza,sarebbe stato per un altro giorno! Ma poi suo padre sarebbe tornato…però,conoscendolo,era sicura non avrebbe dato problemi.

Era una bella giornata di primavera,perché sprecarla rimanendo a casa?

Sakura addentò il dolce che aveva in mano e s’incamminò per negozi. Presto sarebbe stato il compleanno della sua unica nipotina,doveva assolutamente cominciare a dare un’occhiata in giro!

Davvero belli i negozi di giocattoli…poi,Sakura si divertiva tantissimo,forse più della sua nipotina,che aveva uno spirito decisamente consumistico! Cambiava gusti molto spesso…Sakura sperò con tutto il cuore di azzeccarne i gusti del momento!

Alla fine scelse un classico peluche,un orsacchiotto(tipo quello che Shaory da a Sakuruccia nell’ultima puntata!) rosa molto carino. Dopotutto,ai bambini piacciono le cose morbide…

Una volta uscita dal negozio(e ce ne volle,perché Sakura sarebbe rimasta lì in eterno),decise di tornare a casa per preparare un po’ da mangiare.

“Shaoran?”

La strada per casa sua,guarda un po’ la fortuna,portava davanti ad un negozio di articoli per liste di nozze e cerimonie varie. Sakura vi vide dentro l’ultima persona che si sarebbe aspettata d’incontrare.

Shaoran si trovava lì per una questione molto semplice…Mancando soli quattro giorni al matrimonio di Mei Lin e Shin,bisognava prendere un regalo alla svelta. Così,il ragazzo aveva chiamato per un consiglio la madre della sposa, la quale gli aveva annunciato cosa gli spettava comprare per la lista di nozze. Gli erano toccati i bicchieri. E meno male che non sapevano se invitarlo o no…

Il castano,chiedendosi quale mai fosse la differenza cromatica tra l’avorio e il bianco che doveva sembrare eburneo ma che in realtà non lo era,non sapeva più dove sbattere la testa. Perché gli era venuta la malsana idea di chiamare i genitori della sposa?!

“K-kinomoto?”sussurrò non appena si accorse della presenza femminile che sorrideva incerta.

“Cosa ci fai qui?Ti devi sposare?”chiese la ragazza incuriosita.

“Non sono io a dovermi sposare!”rispose Shaoran in tutta fretta,facendo sorridere una commessa che forse aveva capito molto più di quanto avesse capito lui stesso.

“È che una mia lontana cugina di Hong Kong si sposa…”
”Ah,è vero,tu non sei giapponese…”sorrise Sakura. Che faccia strana che aveva il pasticcere!Sembrava triste,arrabbiato,imbarazzato e confuso allo stesso tempo. Però…che fortuna averlo incontrato!

“Scusatemi…allora,signore,si è deciso?” La commessa s’intrufolò nella conversazione,anche perché dovevano chiudere.

“S-sì…prendo questi…”Shaoran indicò i bicchieri di pseudo-avorio.

“Ma no…sono più carini questi…Ops,scusa,non sono certo affari miei!”

La ragazza castana aveva segnalato l’altro set di bicchieri,quello che era veramente color avorio.

Shaoran,sorpreso,disse: “Ah,se lo dici tu…Allora compro questi qui.”
”Sicuro?”volle sincerarsi l’impiegata.

“Certo…”

Il cinesino comprò dunque il set di bicchieri che gli aveva consigliato Sakura e soddisfatto uscì dal negozio.

“Grazie mille…Non me ne intendo proprio…”

Rosso,Li si rivolse alla castana.

“Bè,neanch’io,ma credo di capire meglio i gusti femminili!E poi,non credo che qualcosa che sembra un’altra valga come l’originale…o no?”

“Non ci avevo pensato…”ammise l’altro. “Visto?Ora ti sei sdebitata!T-ti ringrazio…”

Sakura ebbe un tuffo al cuore. “Ma no,non ho fatto nulla…”

Shaoran la guardò bene. Non era certo il tipo da poter spacciare indebitamente per la propria ragazza…

“E se venissi a casa mia a pranzo,ora?Così potrei ritenermi davvero a posto con la coscienza…”
La proposta spiazzò non poco Shaoran. “Certo che tu non sapresti resistere a lungo ai sensi di colpa!Però…d’accordo…se…se può servire…”mormorò il ragazzo,mettendosi una mano dietro la nuca.

“Dai,allora andiamo!Per di qua.”

Sakura si sentì felice. Meno male,aveva accettato!

I due s’incamminarono verso casa Kinomoto,passando davanti alla scuola di due ragazzi,che per caso li videro.

“Ecco perché era così felice quella donna,Heiji!”

“Già,non l’avrei mai detto,Mako,ma anche gli adulti sanno essere felici per poco,proprio come noi…”

Il ragazzo la strinse a sé,dandole un bacio e scatenando le ire di una vecchia insegnante di lettere,che certo aveva perduto il ricordo della passata giovinezza.

 

 

E rieccomi col quarto capitolo!!^_____^ Quei due ragazzi,Mako ed Heiji,mi sono venuti così,forse perché mi ricordano due miei amici!E la prof di lettere mi ricorda la mia!T__T Ma passiamo ad altro,che la scuola è finita!!!!!!!Evviva,è tempo di NATALE!!

Grazie a tutti coloro che leggono e commentano questa fanfiction!

Non ho il tempo di ringraziarvi ad uno ad uno,ma sappiate che vi devo davvero molto…Nel prossimo capitolo i nostri due eroi arriveranno ad Hong Kong,e inizieranno i tre giorni che cambieranno loro la vita! Ps: il giorno che ho scelto per il matrimonio di Mei Lin e Shin,il 27 aprile, non è casuale…è il mio compleanno!XD

Comunque…Auguri a tutti voi!!!!!!

La vostra HikariKanna^^

 

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Capitolo 5
*** Tè e Sakuramochi ***


Il settimo è quello giusto

Il settimo è quello giusto

 

“Scusami,non è un granché…lo so,come cuoca faccio pietà…”

Una bella ragazza dai magnetici occhi verdi si alzò dalla sedia,imbarazzata. Prese qualche piatto sporco elegantemente,per riporli in una meraviglia della tecnologia chiamata lavastoviglie.

“Non è assolutamente vero!Credimi,Kinomoto!”

La ragazza non era sola. Accanto a lei,un ragazzo ,all’incirca della sua età,si stiracchiava soddisfatto. D’accordo,magari il riso era un po’ bruciato…la carne un pochino troppo stopposa…Ma lui era sicuro che lei ci avesse messo il cuore. E poi…e poi non aveva avuto il tempo materiale per preparare chissà quali manicaretti;il suo invito era stato così spontaneo!

“Sul serio,Shaoran?” Trepidante,Sakura si rivolse al suo ospite. “Perché io non sono mai stata un asso in cucina… In questo ho preso da mia madre.” La giovane si sforzò di sorridere. Per quale motivo aveva tirato fuori quel discorso? Si fidava così tanto di quel semi sconosciuto?

“Non scherzo. Comunque sono certo che anche tua madre non sia poi questa frana. “

Shaoran sorrise,rassicurante. Ma il tempo stringeva…doveva assolutamente chiederle quel favore… Non era affatto consapevole dell’errore che aveva appena commesso.

Sakura lo fissò con occhi malinconici,e non gli era mai successo di vederla così. Perché i suoi lucenti occhi verdi all’improvviso si erano spenti? Prima di rispondere, lei inspirò rumorosamente.

“Come puoi esserne certo? Al massimo…avresti potuto… Sai,mia madre è morta qualche anno fa…parecchi anni fa. “

Eppure,dopo tutto quel tempo,dopo vent’anni… Ancora quel peso l’attanagliava. Il rimpianto di non essere cresciuta con una figura femminile al suo fianco,di non poterle confessare i suoi segreti più intimi e ,perché no,anche di litigare con lei,la rendevano diversa. Non speciale,lei era semplicemente…distinta.

 Non riusciva a capacitarsi di come molta gente potesse voler uccidere i propri genitori…Forse era vero che il modo migliore per rendersi conto di quanto davvero si ami qualcuno,è perderlo…

Ecco perché non poteva distaccarsi da quell’ormai famigerato cartoncino. Era l’unico legame che aveva con sua madre,il cordone ombelicale di una bambina che,troppo cresciuta,non voleva ammettere la realtà. Non bastava andare alla sua tomba di tanto in tanto,non bastava piangere e invocarla…Nessun incantesimo poteva riportarla indietro…Bisognava avere la prova tangibile che Nadeshiko fosse lì con lei,sempre. E quella prova era il cartoncino. Seguire alla lettera le sue istruzioni la faceva stare meglio…Lei avrebbe voluto così.

Si riscosse dallo stato di trance,confusa,le lacrime agli occhi.

Shaoran non aveva detto nulla. Aveva capito di aver toccato un tasto fin troppo delicato,e che non aveva nessun diritto di pretendere la totale fiducia della cliente così presto. Quando si accorse che Sakura non era più persa nei suoi pensieri,dalle sue labbra riuscì solo a fiorire un debole :”Mi dispiace,non lo sapevo…”

Lei sorrise. “Tranquillo,non avresti potuto. Di solito non lo racconto in giro giornalmente.

Nelle parole della ragazza riuscì a cogliere una lieve sfumatura di ironia.

“Non ti va di parlarne,a quanto ho capito. …però…visto che sono qui,e che ti ho fatto venire in mente dolorosi ricordi,propongo di preparare un dolce insieme a te!”suggerì il pasticciere,guardandola dolcemente. Se un giorno avesse avuto fiducia in lui,ne avrebbero riparlato.

“Oh…In effetti,non ho neppure fatto una torta!”si scusò Sakura,le mani dietro la nuca.

“Ehi,non faccio questo lavoro mica per sport!”ammiccò lui. “Vediamo un po’…che cos’hai in cucina?”

Sakura perlustrò un po’ la dispensa. Domyojiko,zucchero,persino i koshian

Quegli ingredienti fecero venire in mente al pasticciere una ricetta particolare,che però avrebbe necessitato delle foglie di ciliegio per essere perfetta.

“Peccato”concluse  “Ad ogni modo…Sai che hai proprio gli ingredienti per metter su un bel Sakuramochi?”

Sakura rise. “Certo che è un bel gioco di parole. Li che prepara a Sakura…un Sakuramochi!”

Shaoran fece una smorfia impacciata.

“Non è colpa mia se il tuo nome vuol dire ciliegio e lo si trova spesso!” passò alle difensive. In realtà,fin da quando aveva sentito il suo nome,in pasticceria,avrebbe voluto dedicarle un dolce. Il Sakuramochi era… semplicemente perfetto. Come mai non gli era venuto in mente prima? Forse perché Sakura non era nessuno di particolarmente speciale. Prima.

“Hai ragione…Allora,ci mettiamo all’opera?”

“Sissignora!” Shaoran si mise sull’attenti,scatenando tutta l’ilarità di Sakura. Era proprio quello il suo scopo…farle dimenticare,anche solo per un attimo,la madre…

Ma Sakura voleva realmente superare la sua scomparsa ?

 

 

Dicono che,se si vuole conquistare qualcuno,l’arma migliore sia puntare alla gola. Specie se si tratta di conquistare ragazzi.

Quel primo pomeriggio,Sakura e Shaoran si divertirono particolarmente ad assemblare gli ingredienti per creare un dolce speciale…Shaoran era un maestro paziente,abituato dopotutto a trattare con i clienti più disparati,come le vecchiette sole che amano narrare vita,morte e miracoli dei propri cari o come i giovani che passavano davanti a tutti, sfrontati…Sakura era un’alunna volenterosa, una testarda dottoressa che aspirava a voler migliorare la propria mediocre cucina. Insieme,avrebbero sicuramente concluso qualcosa di buono,e forse non si sarebbe limitato ad un dolcetto.

“Non ci posso credere!L’abbiamo finito!”esclamò lei,piena di gioia.

“Certo che ti emozioni per poco…”le fece notare Shaoran,pulendosi le mani sul grembiule. I dolcetti erano usciti davvero bene,e se ne compiacque particolarmente.

Mmm…dobbiamo proprio assaggiarli subito!Ma manca qualcosa qui…una bella tazza di tè!” esclamò la ragazza allegramente. “Lo preparo subito!”

Passato qualche minuto,Shaoran e Sakura stavano beatamente  chiacchierando nelle calde ore del primo pomeriggio. Gli argomenti toccati furono diversi:cucina, gusti, il tempo…argomenti poco interessanti che celavano quello che era il vero scopo della venuta di Shaoran. Il cinesino sapeva bene che sarebbe stato difficile chiedere a Sakura quel favore…e non aveva certo voglia di perdere una cliente.

Quando entrambi ebbero finito di bere il tè e di mangiare i sakuramochi,un greve imbarazzo calò su di loro. Un sole smorto li stava salutando all’orizzonte,e Shaoran non sapeva assolutamente che pesci pigliare. Sakura,dal canto suo,non riusciva a capire cosa lo tormentasse e,sempre un po’ ottusa e pudica,non era in grado di articolare delle conversazioni più o meno intelligenti.

“Allora,io…magari vado,eh?”disse imbarazzato Shaoran.

“Sicuro?” Sakura si era tranquillizzata,finalmente il silenzio glaciale era stato spezzato.

“Certo…ti sei sdebitata molto più del necessario!”

“Lo spero. Comunque è stato un piacere averti qui con me,sul serio!”aggiunse allegramente.

“Un’ultima cosa,Sakura…Ecco,grazie ancora per il consiglio sui bicchieri!Sai,io per quel matrimonio…ecco…”

Lo sguardo del ragazzo si perse lontano nei suoi ricordi.

“Sì?”chiese curiosa la ragazza.

Era un gioco di misteri svelati e non,quello che si poteva leggere in casa Kinomoto quel giorno. Entrambi avevano indebitamente messo piede nei segreti più nascosti dell’altro.

Shaoran prese con sé tutto il coraggio che possedeva in corpo,fino all’ultima briciola,per domandare:”Ti andrebbe di venire con me?”

Cinque parole pronunciate con una certa foga ed anche ad un’infima quantità di decibel.

Sakura non poté fare a meno di chiedergli di ripetere.

Prosciugato in viso per l’enorme sforzo emotivo,Shaoran urlò:”VORREI CHE VENISSI CON ME!”

La massa d’aria che si sollevò fu tale che i capelli di Sakura ne uscirono elettrizzati,mentre sul suo viso si delineava un sorriso dolcissimo. “Comunque vorrei dirti che ci sento…Ma perché proprio me?”

Shaoran trattenne a stento un moto di riso per l’ingenuità palese di lei. Ora parlare era molto più facile.

,sai,Mei Lin…cioè la sposa…ecco,non vorrebbe vedermi da solo in un giorno di festa…”

Lo sguardo di Sakura si fece interrogativo,ancora di più.

“Ossia,vorrebbe che io invitassi qualcuno per non sentirmi troppo solo…” O oppresso dai parenti,pensò immediatamente.

“La mia domanda era un’altra,Li…”

Sfregando un braccio conserto,gli occhi verdi di Sakura parevano studiarlo a fondo. Ma non pensavano a nessun significato recondito di quel gesto…dopotutto,nonostante i vent’anni e più,Sakura si era sempre mantenuta una ragazza semplice e,a dirla tutta,ottusa.

“Oh,certo!In realtà,te l’ho voluto chiedere perché ho notato che in questo periodo ti sei stancata tanto,tra il lavoro e tuo padre…Inoltre,sei una delle mie clienti più affezionate!”

Non riuscì a far dissolvere il rossore,per quanto lo volesse. Che scusa idiota!Anche il vecchio Nakajima era un suo cliente affezionato,e da oltre vent’anni!Eppure,perché lui lo voleva chiedere proprio a lei?

“Ho pensato che una piccola vacanza ti avrebbe fatto bene…”continuò,in preda ad un ritorno d’agitazione.

Perché proprio lei?

Almeno per quel giorno,non trovò una risposta Più in là,la soluzione fu troppo chiara e scomoda perché l’accettasse subito.

“Che pensiero gentile…alla fine,sono sempre in debito io con te!”sorrise lei.

“Se vuoi sdebitarti completamente,ti prego,di di sì!” la implorò lui,giocando astutamente sulla sua bontà.

Sakura,dal canto suo,la riteneva una proposta non da scartare. Non bisogna fraintenderla,lei amava ciò che faceva e chi le era attorno,ma era un essere umano a tutti gli effetti…e di tanto in tanto desiderava staccare la spina. Quale occasione migliore?

“D’accordo,Shaoran. Verrò con te.”

Il respiro di sollievo del pasticciere si udì distintamente.

 

 

Non ci posso credereeeeeeee!Finalmente,da dicembre sono riuscita ad aggiornare!Scusate per la mia imperdonabile assenza,ma vi garantisco che con l’estate gli aggiornamenti saranno più rapidi!!!Dunque,questo è un capitolo che serve un po’ da introduzione al prossimo,dove Shaoran e Sakura saranno alle prese con i vestiti per la cerimonia ed arriveranno ad Hong Kong!Siamo più o meno a metà percorso,perché credo che la fanfic consterà di 9-10 capitoli…^^ Un grazie immenso a chi commenta e a chi legge!Spero che sarete numerosi anche stavolta!

Un bacio, HikariKanna.

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Capitolo 6
*** Preparativi ***


Il settimo è quello giusto

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                        Il settimo è quello giusto        

 

“No,eh?”

Una boutique come tante altre,due ragazze normalissime ed un vestito a ricami floreali che proprio non era adatto.

“Uffa,Tomoyo,certo che però non ti va bene niente!”

La ragazza che provava il vestito sbuffò vistosamente,ad un cenno di diniego dell’amica.

“Sakura,io voglio che tu sia P-E-R-F-E-T-T-A!E la perfezione non arriva mica così,in un batter di ciglia!”

Un ragazzo castano ed alto,fino a quel momento rimasto in disparte ad osservare i mille abiti che Sakura indossava,tossicchiò,prima di dire:“Scusate,ragazze,ma…”
“Signorino Shaoran,lei non si intrometta!Sakura,prova questo!”ordinò la ragazza in tono perentorio.

Tomoyo lanciò alla ragazza castana un abito verde,troppo semplice per i suoi gusti,ma che forse avrebbe conquistato la sua amica.

Mentre Sakura si cambiava per l’ennesima volta d’abito,la sua compagna inseparabile fin dalle elementari, Tomoyo,fece mente locale.

La sera prima Sakura l’aveva chiamata- ed aveva interrotto una romantica cenetta tra lei ed Eriol- in preda alla confusione totale,perché non sapeva che abito mettere ad un matrimonio.

Ci volle del tempo perché Tomoyo potesse ricomporre esattamente tutti i pezzetti di quel puzzle,ma c’era qualcosa che ancora non tornava. Da ciò che aveva capito da una Sakura troppo agitata,quel pasticcere,per la precisione il suo pasticcere di fiducia,di nome Shaoran,l’aveva invitata con sé ad un matrimonio.

Ripensandoci,non ricordava che Sakura avesse stretto rapporti così intimi con quel ragazzo…Ma Sakura non parlava quasi mai dei propri problemi sentimentali,occupata com’era a curarsi degli altri. Tomoyo emise un debole sospiro…Quanto avrebbe voluto vedere Sakura crescere,una buona volta! Ma poi si chiese perché mai crescere volesse dire diventare egoisti…

Fissò Shaoran, concentrato nell’ esaminare gli smoking. Si passò una mano tra i capelli,stanca…Doveva anche scervellarsi per vestire lui!Meno male che c’era meno scelta,tra i capi maschili…

Una Sakura intimidita uscì dal camerino, facendo cenno alla mora.
“Oh,Sakura,finalmente!” esclamò lei,avvicinandosi per poter studiare meglio la cadenza del vestito.

Con lei si girò anche Shaoran, arrossendo vistosamente. Sakura era…davvero graziosa!

“Mmm…un po’ troppa pancetta! Ma insomma…quanto mangi?!” domandò incredula la signorina Daidouji, squadrandola da capo a piedi.

“Ehm…”fece impacciata Sakura “tutta colpa dei dolci di Shaoran,sono deliziosi!” spiegò, rivolgendogli un ampio sorriso.

“Ad ogni modo” disse spicciola Tomoyo “Credo che questo vestitino verde sia adorabile addosso a te…Ma tu sei bellissima con tutto!” sorrise,ricordando quanto si rallegrasse nel crearle lei stessa degli abitini ai tempi delle elementari! Non avrebbe avuto tempo,ora,dal momento che mancava davvero poco al matrimonio di quella…come si chiamava?Mei Lin,ecco!

“Grazie,Tomoyo!”fece Sakura,nascondendo un braccio dietro la nuca. “Tu che ne dici,Shaoran?Mi sta bene?”

Li la fissò bene. Non era né troppo corto,né infinitamente lungo…Aveva maniche a sbuffo di un delicato color pesca, colore che poi dava origine a dei motivi singolari col verde chiaro. Intarsi di azzurro sui fianchi e sul collo impreziosivano il tutto,dando l’impressione che chi lo indossasse sembrasse una ninfa primaverile.

“Sì,sì!Farai faville!”sorrise.

“E sia…”affermò sbrigativa Tomoyo. “Tu,Shaoran,hai già visto qualche modello per te,nel frattempo?”

Dal viso chiaramente rivolto alla tenda del camerino di Sakura,Tomoyo indovinò che non aveva pensato a nulla se non a guardare con meraviglia la ragazza.

Possibile che…? Tomoyo ci penso un po’ su. Gli indizi erano troppo lampanti perché lei non giungesse alla soluzione dell’enigma.
Ecco che anche l’ultimo tassello del puzzle aveva un posto!

A Shaoran piaceva Sakura…Ora si spiegava un invito così improvviso ad un matrimonio!Ora si spiegava come mai l’avesse accompagnata all’ospedale! Ma,naturalmente,Sakura non si era accorta di nulla.

Perché,ovviamente,capita spesso che un semisconosciuto ti inviti ad un matrimonio con sé,che tra l’altro durerà tre giorni!

Ridacchiando tra sé e sé,Tomoyo decise di non rendere consapevole nessuno della sua scoperta…Entrambi avevano ancora molto da dirsi,e forse dovevano conoscersi in maniera più approfondita…

Scrutò il ragazzo,che sembrava,stavolta,davvero intento a scegliere un vestito. Forse sarebbe stato più adatto lui di Yukito a Sakura… Ma la scelta ricadeva sul settimo,chiunque fosse.

 

“Dovremmo aver finito con le compere,no?”sospirò un’ esausta Tomoyo all’indirizzo dei due invitati.

“Vediamo…”

Sakura alzò una mano,contando infantilmente sulle dita: “Vestito,comprato!Regalo…oh,no!!”

“Non mi dire che tu volevi presentarti senza un regalo…” si informò sardonica l’amica.

“Ma no,ce l’abbiamo un regalo!”

La frase di Shaoran spiazzò non poco entrambe.

“Come sarebbe a dire?”indagò Sakura.

“Bè,ti ho invitata io,no?E tu mi hai aiutato a far cadere la scelta sui bicchieri! Il minimo che io possa fare sarebbe di spartire il regalo,no?”

Sakura ci pensò un attimo,perplessa. In fondo,il tempo incalzava;d’altro canto,se si fossero presentati insieme…con lo stesso regalo…sarebbero sembrati…una coppia!

“E quindi,anche la questione regalo è stata risolta!”concluse frettolosa Daidouji.

“Bè,credo che fossero questi i problemi principali…”rifletté Shaoran.

“Sì,ed a Hong Kong come ci arrivate,volando?”scherzò la bruna, inanellandosi i ricci.

“Mei Lin aveva programmato il treno,ma dev’essersi dimenticata che ora abito in Giappone e quindi dobbiamo prendere l’aereo… Vedremo.”spiegò Shaoran,più a se stesso,dal momento che nessuna delle due parve sentirlo.  

Intanto,i tre avevano raggiunto l’abitazione di Tomoyo,che si stava divertendo sempre di più ad esaminare il goffo Shaoran.  

“Bè,un modo si troverà!Siamo al 23 aprile,avete tre giorni utili per pensarci!”ammiccò la padrona di casa,giunta a destinazione. “Volete accomodarvi?”chiese cortesemente.

“Meglio di no”rispose Sakura “Sono proprio stanca…Sarà per la prossima volta,ok?”aggiunse,conciliante.

“Io,invece,devo recarmi in pasticceria…oggi mi tocca il turno di pomeriggio!E devo ancora chiedere le ferie…”

“Cavoli,anch’io!Dovrò andare dal mio primario!”si ricordò tutt’ a un tratto Sakura.

Tomoyo sorrise all’evidente mancanza di senso pratico dei due.

“Allora ci rivediamo dopo il matrimonio!Fatemi sapere com’è andata!”

Palesemente,si aspettava sviluppi da quella strana situazione;era convinta che comunque ci fossero altri aspetti che Shaoran aveva “dimenticato” di comunicare a Sakura…

Entrando, la signorina Daidouji avvertì un profumino delizioso provenire dalla cucina.

“Bentornata…”sussurrò delicatamente un Eriol ai fornelli,mentre Tomoyo lo avvolgeva in un caldo abbraccio.

 

“Koichi-san,dovresti firmarmi tre giorni di ferie,per favore!”implorò la giovane dottoressa,in quel giorno di riposo.

“Sakura,non ti aspettavamo oggi!Come mai con così poco preavviso?”

Koichi Mitaru,primario della Chirurgia Generale da molti anni oramai, si aggiustò gli occhiali. Sakura era uno dei suoi medici più promettenti:disponibile,pronta a farsi in quattro per gli altri,bravissima… Malgrado ciò,non riusciva a vedere l’amore per il suo lavoro. Sakura non amava operare,ma donare un sorriso…Inoltre,ciò che le piaceva più fare era correre. Sarebbe stata un’atleta,se solo…Se solo.  Nessuno aveva compreso appieno il perché Sakura si fosse consacrata alla scienza di Ippocrate.

“Scusami,sono stata invitata ad un matrimonio poco fa;ho avuto un sacco di cose da fare!!”si affrettò a rispondere lei.

Non si trovava a suo agio lì,nonostante tutto:l’atmosfera era triste,il dolore si poteva sentire a pelle…Ma la speranza che i medici sapevano regalare donava vita a sorrisi spontanei e semplici;quella era la maggior gratificazione di un medico.

“Ma certo,capisco! Solo,dobbiamo sbrigarci a modificare i turni…Comunque,non ti preoccupare,potrai divertirti al matrimonio! Ci vediamo al tuo ritorno!”

sorrise il dottore,rivelando una ruga di troppo sul suo volto stanco.

Sakura non era l’unica , in quel momento, a domandare le ferie al proprio capo;anche Shaoran aveva i suoi bei grattacapi per convincere il dirigente della pasticceria ad accordargli qualche giorno di riposo. Alla fine,però,entrambi riuscirono ad ottenere ciò che volevano: qualche giorno ad Hong Kong,tappa cruciale per ciò che sarebbero diventati.

 

“Insomma,vogliamo darci una mossa!!Ho duecentocinquanta invitati,dannazione, e c’è ancora tutto questo lavoro da fare!”strillò un’inviperita Mei Lin nei confronti degli operai che sciamavano in tutte le direzioni,quasi fossero api impazzite.

Diavolo,quel matrimonio doveva essere assolutamente straordinario, e a che punto si trovavano ancora?

La tenuta di campagna della famiglia Fa non era mai sembrata così cadente.  C’era il campo da tosare,viste le erbacce che lo popolavano;l’intera proprietà doveva essere ridipinta di rosa e bianco per l’occasione. E,come se non bastasse,le stanze dovevano essere completamente rimesse a nuovo!

A soli tre giorni dal matrimonio, il campo sembrava spelacchiato qua e là;mancavano da riverniciare tutte le stanze,che fortunatamente,però,erano state risistemate.

Per non parlare poi dell’altare! Il fioraio sembrava scomparso, e il falegname doveva ancora ultimarlo,nonostante avesse già realizzato le panche per gli invitati.

Mei Lin aveva una voglia matta di mandare tutto a monte. La frenavano solamente il grande amore che provava per Shin e la forza con cui sua zia,la signora Li,si stava sprecando perché fosse tutto perfetto.

Come diamine faceva Shaoran a pensare che quella donna volesse il suo male,si ritrovò a pensare una stanca promessa sposa,accovacciata sull’erba che profumava di fresco.

Era grazie a lei che almeno le bomboniere erano pronte,che il vestito era già arrivato.

“Signorina!!Qui abbiamo finito!”

Alzandosi di malavoglia,Mei Lin andò a controllare cosa avessero realmente finito.

Gridando di gioia,si accorse che finalmente tutta la dimora era stata riverniciata,assomigliando così più a un confetto che ad una casa;in più,pareva che il giardiniere avesse seriamente l’intenzione di ricomporre il prato in modo che ci si potesse giocare a croquet!

“Hai visto,Mei Lin?Mai perdere la speranza!” esclamò raggiante la sua futura suocera,affannandosi a preparare lettere minatorie al fioraio se non si fosse presentato di lì a poco. “La casa è a posto,dopo tanto tempo;il nostro giardino,anche! Il falegname ci ha comunicato che l’altare sarà pronto domani…e il fioraio,quel maledetto,potrà dire addio alla sua serenità mentale se non si fa vivo entro due giorni!”

Mei Lin rise di gusto;era bello vedere tutte quelle persone che si preoccupavano per lei!

“Quindi,a parte i fiori,è tutto a posto!”mormorò sorridente.

“Sì! Guai a te se poi mandi a monte tutto,cara!”

La signora Fa non era tra quelle che vedevano di buon occhio l’invito di Shaoran.

“Non mi lascerò sfuggire Shin,questo è certo. E Shaoran…lui sarà in dolce compagnia.”rispose di rimando.

Oh,cavoli.
Sbiancò in volto,dandosi mentalmente della stupida.  Gli aveva praticamente ordinato di prendere il treno,ma lui abitava in Giappone,ora!Che sciocca…avrebbe dovuto pagargli il viaggio in aereo!

“Qualche problema,cara?”

Mei Lin scosse la testa. Ma no,ci avrebbe pensato lui. Lui e…la sua ragazza. Fece una smorfia. Non doveva preoccuparsi:Shaoran sarebbe arrivato a sue spese,volente o nolente. Certo che sarebbe arrivato. Doveva arrivare.

La ragazza si alzò,andando incontro alla zia che stava trascinando per le orecchie il povero Pin,il fioraio.

Non avrebbe lasciato in pace Shaoran,poco ma sicuro. Né la sua ragazza,o chiunque. Avrebbe semplicemente mostrato che cosa lui aveva lasciato in Cina. A lui poi spettava decidere se gli era convenuto andarsene,o no .

 

 

Prima di tornare a casa,Sakura passò a trovare suo padre,ormai quasi completamente ristabilito.

“Ciao,papà! Vedo che stai meglio!”

Fujitaka si mise a sedere,sorridendo. “Qui mi viziano,bambina mia! Ma mi lasceranno tornare a casa verso il 28-29…”concluse sospirando.

“Non ci pensare,riposati e basta!”

Sakura gli sistemò il cuscino,controllò la sua tabella clinica e si accomodò su una sedia. Valori nella norma.

“Tu cosa mi dici,Sakura?Tutto bene?”

“Non ti preoccupare,tutto sotto controllo!Però… Papà…ti ricordi quel ragazzo con cui sono venuta qui,Shaoran?”aggiunse,quasi colpevole.

“Sì,quel povero ragazzo bersaglio di Touya!”ridacchiò lui.

“Esatto”Sakura fece una smorfia “Ebbene,mi ha invitata ad un matrimonio…”

“Matrimonio?”

Fujitaka non capiva come mai Sakura fosse così restia ad elargire spiegazioni su quel matrimonio.

“Sì,pare che sua cugina si sposi,e lui…insomma,non vuole andare da solo!Così,ha chiesto a me se mi andava di accompagnarlo…E io ho accettato,sai,tre giorni ad Hong Kong,in campagna,non dovrebbero farmi male!”

Fujitaka sembrò sorpreso. “Sono d’accordo,ma non capisco perché mai ti stai creando problemi inutili!Non ti devi giustificare se vuoi passare tre giorni ad Hong Kong in compagnia di un amico!”spiegò,sempre sorridendo.

Sakura emise un leggero sospiro di sollievo. Strano come fosse difficile spiegare a tutti che Shaoran l’aveva invitata ad un matrimonio. Dopotutto,non si conoscevano benissimo e da tanto tempo ;spesso avevano scambiato qualche chiacchiera,ma niente di più. Ora,invece,sembravano amici di vecchia data. O meglio, più che amici.

“Il problema sarà spiegarlo a Touya…”si lamentò lei.

“Spiegarmi cosa?”

Il fratello di Sakura entrò nella stanza,solo,con aria torva.

Tamburellò nervosamente le dita,mentre aspettava una risposta.

Dopo che avergli spiegato la situazione con non poche difficoltà,Sakura dovette riconoscere che la sua reazione non fu spropositata.

“E perché proprio te?”

Con quella mera,ma mirata, domanda,Touya riassunse i mille dubbi che tutti si erano posti.

“Non lo so…Ha detto che mi vede sempre stanca,e che quindi avrei avuto bisogno di una vacanza.”

La semplicità di Sakura disarmava molti,ma Touya non si lasciò convincere così facilmente. Alzando un sopracciglio,obiettò:”Poteva invitare anche altri clienti. Non mi risulta che voi abbiate rapporti che vadano oltre la semplice clientela,o no?”

Gli occhi truci del giovane Kinomoto si ridussero a due fessure,mentre Sakura si sentiva sempre più a disagio.

“Touya,adesso basta! Questo Shaoran ha avuto un pensiero gentile:tua sorella è sempre così disponibile che ha bisogno di qualche giorno di riposo!” lo rimproverò con voce autorevole il padre.

“D’accordo. Ma la cosa continua a non convincermi. Sakura,verrai in macchina con me,almeno fino all’aeroporto! E non ammetto rifiuti.”sottolineò testardo Touya.

Le parole di Touya avrebbero comportato una capatina in pasticceria.

“Oh,vi vedo tutti riuniti!”

Una voce calma interruppe il momento familiare. Un uomo alto,con gli occhiali ed i capelli chiari,fece il suo ingresso nella stanza di Fujitaka.

“Yukito…”

Il cuore di Sakura compì un balzo,ritrovandosi di fronte al bel medico.

“Ciao,Sakura! Touya…”fece un cenno col capo.

“Signor Fujitaka,come andiamo?”

Yukito Tsukishiro si rivolse cordiale al proprio paziente,abbassandosi per misurargli la pressione e controllare un po’ i valori della sua tabella clinica.

Sakura non poté fare a meno di intromettersi. “L’ho controllata io poco fa,è tutto a posto!”
“Non ti fidare di lei.”l’ammonì severo Touya.

Yukito rise leggero,per poi rispondere:”Ma no,perché dici così?Sakura è una bravissima dottoressa! A proposito…Queste sono per te.”

Come dal nulla, Yukito estrasse delle delicate camelie cremisi per porgergliele.

“Sono bellissime…Grazie mille!!”farfugliò appena lei.
“Figurati, mi piace stupire le ragazze.” Sorrise il medico, contento che il suo dono fosse riuscito nell’intento di strapparle un sorriso.

Nonostante avesse già controllato Sakura, Yukito lanciò un’occhiata alla tabella. “Sì,proprio tutto nella norma. Ma gli accertamenti non sono finiti…Scusate,potreste lasciarmi solo col paziente?”domandò cortesemente.

“Certo.”risposero affabili i fratelli Kinomoto all’unisono. Sakura,prima di chiudere completamente la porta,lanciò una lunga occhiata al collega,sospirando.

Touya evidentemente comprese il suo stato d’animo,perché ridacchiò e mormorò:”Tranquilla,lo potrai vedere in tutto il suo splendore alla festa di Nadeshiko!Io e Kaho abbiamo intenzione di invitarlo!”

Rincuorata,ma al contempo indispettita dal fatto di essere un libro aperto,Sakura sorrise. “Davvero? Almeno non sarò circondata da bambini urlanti!”

Accarezzò le camelie, col volto ormai divenuto dello stesso colore dei fiori profumati. Che pensiero gentile…

Decise di andare da Shaoran,giusto per comunicargli ciò che voleva fare il fratello,ed anche…così,per fargli una visitina. Prima di andarsene,però,rivolse un’ultima occhiata di sfuggita a Yukito,dal piccolo spiraglio che aveva lasciato aperto. Se solo fosse stato il settimo…

 

“Per favore,una ciambella!”

“Un chilo di cannoli!”

“A me tre paste al cioccolato!”

Sakura non aveva scelto un buon momento per recarsi in pasticceria. Erano le venti,e tra mezzora il negozio avrebbe chiuso i battenti,costringendo i golosi ad aspettare la mattina seguente per potersi saziare di dolcetti.

La castana decise di aspettare il momento di chiusura per poter parlare a Shaoran.

Osservò dolcemente Shaoran che lavorava alacremente per i propri clienti,e si chiese se anche lei amasse tanto fare il suo lavoro…

La risposta era adamantina,ma Sakura ricordò ciò che aveva detto alla madre:non voleva che altre bambine soffrissero come aveva sofferto lei,che madri dolci venissero strappate alla vita così presto.

Certo che Shaoran si dava proprio da fare,e com’era paziente!

Lui,dal canto suo,non l’aveva praticamente vista,indaffarato com’era a preoccuparsi delle ordinazioni di una vecchietta prepotente,che cercava di avere la meglio e di passare avanti ad altre cinque persone.

Quando venne finalmente l’orario di chiusura,la ragazza aspettò tranquillamente che  la folla si diradasse.

“Sakura!”

Shaoran si rese conto solo in quel momento della presenza della ragazza,e ne restò piacevolmente sorpreso. “Sei qui per ordinare?”
“No,tranquillo”rispose lei “Devo assolutamente parlarti!”

Kido sferrò una gomitata al povero cinesino,che si indicò come un ebete “ A me?”

“Certo!Usciamo?”

“Vai pure,Shaoran!Chiudo io!”disse il proprietario,sorridendo assieme a Kido.

Pur sentendosi oggetto di una presa in giro non indifferente,Shaoran preferì soprassedere e dedicarsi a Sakura.

I due si sedettero su una panchina. L’imbarazzo li inibiva completamente,ma Shaoran scelse di spezzare il silenzio. “Che cosa dovevi dirmi?”
“Ecco…ti ricordi di mio fratello,vero?”

Gli occhi di Shaoran si caricarono di rabbia e di terrore. “Difficile dimenticarsene…”

La risposta laconica di Shaoran provocò un moto di riso in Sakura. “Già,hai ragione…Vorrebbe accompagnarmi lui all’aeroporto,ti dispiace?”

 “A questo proposito,Sakura,credo che Mei Lin abbia commesso un errore pratico,e che sciocchi noi a non pensarci prima…In effetti,non possiamo prendere il treno per andare in Cina,quindi…Provvederò io stesso a prenotare i biglietti aerei domattina,non preoccuparti.”
Shaoran si passò una mano dietro la nuca,evidentemente imbarazzato.

“Shaoran”

Sakura era illuminata dalla luna,i suoi occhi verdi scintillavano.

Non si era mai sentito così strano. 

Le sfiorò una mano con la sua,tremante. “Cosa c’è?”

“Perché fai tutto questo per me?”
Non fu facile trovare una risposta adatta. E dire che non gli era indifferente sarebbe stata la via più semplice,sì,ma quanti problemi avrebbe causato?

“Perché ti vorrei vedere felice. Quando vieni in pasticceria,hai sempre l’aria indaffarata,o stanca,preoccupata…triste…”

La risposta sembrò soddisfare l’innocente Sakura,che strinse la sua mano.

“Ti ringrazio…”

I minuti passarono interminabili,ma preziosi,prima che Shaoran facesse il punto della situazione. “Praticamente,ci dobbiamo vedere il 26 mattina in aeroporto,tu verrai con tuo fratello,d’accordo…Poi prendiamo il volo per Hong Kong. Una volta arrivati in Cina,dovremo prendere un taxi per recarci nella tenuta di campagna dello sposo.”

“Si terrà in campagna?”
“Sì…”fece Shaoran. “Tre giorni nel completo relax!”

“Che bello!”esclamò Sakura,felice di poter stare a contatto con la natura.

Shaoran si meravigliò nel vedere come fosse semplice accontentarla. Le loro mani erano ancora intrecciate.

Decise di spiegarle tutta la storia con Mei Lin una volta seduti in aereo. Non voleva sprecare quel momento per rivangare questioni ormai chiuse. E poi…avrebbe dovuto spiegarle semplicemente che Mei Lin era sua cugina,sì,ma che un tempo erano fidanzati e che lui l’aveva abbandonata,così come aveva lasciato tutti con un palmo di naso…E che Sakura stessa,in teoria,era la sua fidanzata. In teoria. Cavolo,che cos’avrebbe pensato di lui?

Sakura cercò di indovinare i pensieri di Shaoran,ma non ci riusciva. Non capiva perché…con lui stesse così bene. Diede un’occhiata all’orologio,doveva rincasare. Si sporse verso di lui,donandogli un lieve bacio sulla guancia e lasciandolo stupefatto. 

“Buonanotte,Shaoran.”

 

 

Bonjour tout le monde!!!Lo so,vi avevo promesso che gli aggiornamenti sarebbero stati più veloci,ma non avevo fatto i conti con la permanenza dai miei nonni e conseguente mancanza di Internet…in compenso ho scritto molto,in modo da non far pesare troppo i miei lentissimi ritmi di aggiornamento!^^

Avete visto il film “Il settimo è quello giusto”, venerdì 13?? Io un po’ e mi sono resa conto che alcune cose le ricordavo perfettamente, altre invece l’oblio le aveva totalmente cancellate! Ma resta pur sempre uno dei miei film preferiti…**

In partenza,questo capitolo avrebbe dovuto contenere anche tutto il viaggio di Sakura e Li per Hong Kong,e finire appunto col loro arrivo! Ma poi sarebbe stato troppo lungo,e così ho deciso di conservare il settimo capitolo per il loro primo giorno ad Hong Kong…Credevo di concludere questa fic con 10 capitoli,ma mi rendo conto che sarà un po’ difficile! -_-°°° Ora come ora,ritengo che si concluderà all’undicesimo-dodicesimo capitolo(incluso un breve epilogo!^^)…mi dovrete sopportare ancora un altro po’!Ad ogni modo,col prossimo si entra nel fulcro della vicenda…Questo capitolo,in realtà,lo volevo anche saltare,ma poi ho pensato che sarebbe stato necessario spiegare un po’ i ‘preparativi’ (non a caso,questo è il titolo!)e rimettere in gioco personaggi contemplati nei primissimi capitoli…Non me ne vogliate! Ringrazio di cuore Carillon,Fedina,Francy91,topomouse,Katy92,non so come chiamarmi,kari89,DenaDena e Altair per le loro recensioni!^^

A presto!

HikariKanna

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Capitolo 7
*** Il sesto ***


Il settimo è quello giusto

Il settimo è quello giusto           

 

Sakura scese dalla macchina, dopo aver fronteggiato un estenuante interrogatorio di Touya su Shaoran, che constava in chiederle esattamente quanti anni avesse lui, quale professione esercitasse, ed altre cose che in fondo conosceva benissimo, ma di cui voleva essere certo al 200%. Ad ogni modo, continuava a nutrire forti sospetti, sebbene Kaho l’avesse convinto a non accompagnare Sakura anche nell’aeroporto stesso. Digrignando i denti, Touya Kinomoto riconobbe: ”Siamo arrivati.”

“Già…grazie del passaggio, fratellone. Di qui in poi, vado avanti da sola.”
Sakura gli lanciò la provocazione, che si sforzò di non raccogliere. L’aiutò con la valigia così piena di vestiti raccomandati dalla stilista Daidouji che Touya si lasciò sfuggire un’imprecazione sottovoce.

“Sicura che non sia pesante?”

“Certo che no, la trascinerò con le rotelle apposite.”

In quel momento, lui odiò le meraviglie della tecnologia. Scoccandole un’occhiata preoccupato-arrabbiato-impotente, Touya la salutò con un cenno della mano e un misurato: “Divertiti.”

“Ciao, Touya…Non ti preoccupare, non mi succederà niente!”

Lo sguardo furente del fratello le fece intendere che sarebbe stato meglio per Shaoran, se la rassicurazione di Sakura fosse avvenuta sul serio.

Eppure, pensò mentre spingeva il capiente trolley all’interno del grande e dispersivo aeroporto, non capiva come mai tanta sollecitudine…Aveva 25 anni, non certo 5. Secondo la legge, era ben capace di intendere e di volere. E allora perché così tanti problemi?, sospirò, cercando la figura amica di Shaoran.

Shaoran era già lì, sicuramente si era svegliato molto presto. Non sembrava entusiasta di partire, a giudicare dalla sua espressione perplessa e piena di sensi di colpa.

“Shaoran!”lo chiamò Sakura a gran voce, correndo verso di lui.

“Oh, Sakura, sei arrivata!”esclamò lui sollevato, scoprendo un grande sorriso.

“Ho fatto tardi?” chiese preoccupata ed ansante lei, ormai arrivata a destinazione.

“Ma no, assolutamente… Ascolta, ieri ho sentito Mei Lin, non prenderemo un taxi… ci verrà a prendere lei in persona assieme al suo futuro marito una volta che saremo arrivati nell’isola di Hong Kong.”

“Credevo fosse una città!”

“In realtà è un’isola, o più in generale una suddivisione amministrativa della Cina.” Spiegò lui paziente, abituato agli errori di chi non era cinese.
“La mia ignoranza in geografia!”ammise Sakura a malincuore.

“Macché…Victoria è il suo capoluogo… La tenuta, se non ho capito male, si trova lì vicino.”
“Non vedo l’ora di conoscerla.” disse lei, aggiustandosi una ciocca di capelli.

“Anche lei…anche lei.”

Shaoran le porse il biglietto- che poi avrebbe rimborsato Mei Lin, si augurava- ed insieme si diressero al check-in.

Sapeva che avrebbe dovuto confessarle tutto, in aereo. Sperava solo che non avesse,e non avrebbe, capito il perché di tanto procrastinare…

In ogni caso, riteneva di aver compiuto qualche passo in avanti con Sakura, dal momento che lei l’aveva persino baciato sulla guancia, augurandogli la buonanotte… Niente di che, sicuramente, ma qualcosa su cui poter ricamare per quei tre giorni di ulteriori preparativi al matrimonio.

Quando aveva sentito Mei Lin, quella mattina stessa, le era parso di non averla mai sentita così felice. E ne era contento; ciò valeva a dire che aveva finalmente trovato, dopo aver tanto cercato invano, qualcuno che la rendesse felice. Le aveva perfino comunicato il nome della sua “fidanzata”, rinnovando nella sua parente accesa curiosità.

Una volta pesate le valigie e presentati i biglietti assieme al proprio documento di riconoscimento, Sakura e Shaoran s’imbarcarono sull’aereo, pronti a quei tre giorni…di relax, credeva lei; di soli guai, riteneva lui. Ma nessuno aveva colto nel segno.

 

“Wow, sai che è la prima volta che salgo su un aereo?” gli confessò lei, allacciandosi la cintura di sicurezza.
“ Davvero? Guarda che…Se hai paura, posso sempre sistemarmi io vicino al finestrino…”fece Shaoran, capitatole vicino.

“Ma no, voglio godermi il panorama…Se poi ci tieni…”
“No, scherzi? Non preoccuparti di me…”
“Come vuoi.”

Shaoran attese paziente che l’hostess di turno spiegasse tutte le norme di sicurezza possibili e immaginabili e che Sakura contemplasse Tokyo diventare sempre più piccola, per poi scomparire sotto le nuvole mattutine.

Ingenua come una bambina piccola, Sakura si incantò nel vedere il panorama che le si apriva davanti… Non riusciva a credere come il mondo potesse diventare così piccolo, tutt’a un tratto.

Lui ne era felice, dal canto suo. Ma il volo non durava poi così tanto, in fin dei conti. Bisognava togliersi il sassolino dalla scarpa, una volta per tutte. Rifiutando gentilmente l’hostess col carrello e ripetendo tenacemente il discorso preparato, Shaoran si sforzò di non guardarla negli occhi.

“Sakura…devo dirti una cosa…”
Un mugugno fu tutta la risposta che ottenne, ma continuò imperterrito.

“Devi sapere che… Ecco,Mei Lin crede che tu sia la mia ragazza! No, lasciami parlare… Ecco, io e lei tempo fa…molto tempo fa…eravamo fidanzati, ma io poi ho lasciato tutto e tutti e… Anche lei, di conseguenza… Ti chiederai come mai non te l’ho detto prima… Bè, sai, un po’ mi vergognavo, e poi pensavo che…Altrimenti non avresti mai accettato la mia proposta! E sei la prima persona a cui ho pensato quando lei mi ha chiesto espressamente di portare una ragazza con me…Insomma,dì qualcosa!”

Si contorse nervosamente le mani, girandosi sudato di scatto verso lei. Sakura era ancora voltata verso il finestrino.

“Io ti dico tutte queste cose e tu rimani impassibile?!” esclamò sconvolto.

Shaoran la scosse delicatamente, e la testa inerte di una Sakura addormentata gli cadde sulla spalla.

Dormiva silenziosamente, come uno scolaro che non voleva farsi scoprire dalla maestra.

“Shaoran… Yukito…Il settimo…giusto…”

Parlava nel sonno, e Shaoran si chiese cosa mai sognasse per dire il suo nome. E chi diavolo fosse Yukito. Forse quel medico che l’aveva abbracciata quella volta in ospedale… Le cinse un fianco, stringendola a sé. Ora era lui ad averla con sé. 

Accarezzandole i capelli, Shaoran sussurrò dolcemente. “Tu non hai sentito una sola parola… Fatica sprecata.”
Le baciò la fronte, desiderando di restarle per molto tempo accanto così, senza problemi di ogni sorta, solo loro due…

 

…Un’hostess scrollò leggermente i due assopiti.

Erano carini da vedere, sì, ma il volo era arrivato a destinazione. E lei non poteva certo perdere tempo; doveva rivedere la sua famiglia lì ad Hong Kong.

Sakura schiuse leggermente gli occhi, balzando in piedi e battendo con la testa sullo spazio apposito per contenere i bagagli a mano. L’aereo era semivuoto.

Con la massima professionalità di cui era capace, l’hostess annunciò loro che il volo era giunto a Victoria.

Quelle parole ebbero un effetto devastante sul semi sveglio Shaoran che, rosso di vergogna e di disappunto perché Sakura ancora non sapeva nulla, scattò in piedi, aiutando Sakura a prendere i bagagli a mano.

Cavolo…Si erano addormentati…Perché era così stupido?!

Per fortuna le valigie arrivarono piuttosto in fretta, scongiurando ogni pericolo di smarrimento. Sakura aveva preso piuttosto bene il primo volo ed era fresca e riposata, quantunque un po’ stupita dal modo in cui si era risvegliata.

“Ora dovrebbero arrivare Mei Lin e Shin, almeno così mi hanno detto.” Esclamò Li, quando i due furono all’aria aperta della vasta Cina.

“Muoio dalla voglia di vederla!!”

“Sakura,io…”
Adesso o mai più.

Si sentiva come quel giorno in cui l’aveva dovuta invitare al ricevimento. Ma se, tutto sommato, quello era un comunicato abbastanza informale e poco problematico, questo certo non si poteva definire altrettanto.

Sakura si voltò incuriosita dalla sua parte, il beauty case in mano e un trolley vicino a sé.

Una macchina si profilò all’orizzonte. Paventando terribilmente che si trattasse di Mei Lin, Li cercò di sputare in una sentenza tutto ciò che aveva da dire.

“Sakura…io...”

“Tu cosa?”

Shaoran si prese la faccia tra le mani, desiderando ardentemente un fosso immenso per caderci e non rialzarsi mai più…

Si sentiva un cretino integrale e poco disinvolto nell’affrontare qualunque cosa avesse a che fare con delle ragazze…Cavolo!!!

“Scusami, sono uno stupido.”
“Ma perché?Non capisco!”

Troppo tardi…

L’automobile si stagliò di fronte a loro. Ne uscirono una ragazza dai lunghi capelli scuri e furbi occhi ambrati, accompagnata da un ragazzo alto e biondo.

Shaoran ebbe un tuffo al cuore. Com’era bella, Mei Lin.

“Sakura, fai finta di essere la mia ragazza!”sussurrò velocemente lui, prendendo Sakura, decisamente confusa, per mano.

“COSA?!”mormorò lei di rimando, col tono di voce più basso che le uscì.

“Shaoran…”proferì Mei Lin, con gli occhi che luccicavano, e che per fortuna non aveva sentito una parola. Lo stritolò in un abbraccio, piangendo di gioia, mentre anche Shin si avvicinava per farsi presentare.

Sakura,una volta interrotto il contatto con Shaoran, rimase in disparte. Era forse di troppo in questa tenera scena di riconciliazione. E non riusciva a capire perché mai lei dovesse fingere di essere la sua ragazza!

“Sono contenta di rivederti.”disse Mei Lin, ritrovata un po’ di compostezza. “Lui è Shin…il mio adorato Shin… Amore, lui è Shaoran.”
Con voce allegra, Shin gli porse la mano. “Piacere di conoscerti, Shaoran.”
Gli era simpatico, a prima vista.

“Il piacere è mio, Shin.”
“E lei…dev’essere Sakura.” Fece la cinesina, squadrandola da capo a piedi.

“Esatto.” Shaoran deglutì, prendendo una mano alla castana e sussurrandole in modo che solo lei sentisse: “Ti prego, per un po’ dovremo recitare.”
Sakura gli scoccò un’occhiata indispettita, ma il sorriso governò il suo viso, quando strinse la mano di Mei Lin.

“Questa è la mia ragazza, Sakura.”
Shaoran le posò le mani sulle spalle.

“Sono davvero molto contenta di essere qui.”disse Sakura timida.

Con un cenno della mano, Shin li invitò a salire in auto, dopo aver già caricato tutti i bagagli.

Durante il viaggio, solo i due futuri coniugi tennero viva la conversazione. Mei Lin descriveva le proprietà in possesso di Shin, che l’adulava in continuazione. Shaoran, quando interpellato, rispondeva distrattamente.

Sakura scoprì di essere molto attratta dalla campagna cinese.

Shaoran che diceva…”Questa è la mia ragazza, Sakura.”
Come in un sogno, le venne in mente una scena della sua infanzia.

Gli ultimi ricordi di sua madre…

“E come faccio a capire se è mio fidanzato?”

Vedeva ancora la curiosità alimentare i suoi occhi, mentre la madre, fragile com’era, rispondeva che bastava semplicemente che lui dicesse di essere il suo fidanzato…

Bastava davvero così poco?
Osservò Shaoran a lungo. Dopotutto, lui aveva detto…Questa è la mia ragazza…

“Sei il sesto…” proferì poco convinta, con le lacrime agli occhi.

“Cos’hai, Sakura?” le chiese piano lui, improvvisamente attento a ciò che succedeva in quella vettura.

Sakura scosse il capo, tremando. Shaoran le si avvicinò ancora di più, abbracciandola forte.

Com’era caldo quell’abbraccio, si ritrovò a pensare lei, contraccambiandolo.

Ne mancava solo uno…

Involontariamente, la sua mente corse a Yukito. Lui, il settimo. Sarebbe stato il settimo…il settimo!! Quello giusto. Forse doveva ringraziare Li per tutta questa messinscena, nonostante gliene sfuggisse il senso.

Sakura si strinse a Shaoran maggiormente, per la gioia che provava. Shaoran non capì molto, ma quando lei lo ringraziò di qualcosa lui fu molto felice di sapere che l’aveva perdonato. Anche se lei ancora non sapeva di cosa dovesse essere perdonato lui.

 

Arrivarono nella tenuta di Shin un’oretta più tardi, quando ormai era pomeriggio inoltrato.

Per Shaoran, ma soprattutto per Sakura, l’arrivo fu carico di un’odissea di parenti che si riversava per conoscerli e per decretare quanto fosse cambiato e cresciuto Li in quei tempi in cui era stato lontano da casa.

Sakura ebbe davvero un gran daffare, stringendo calorosamente le mani di miliardi di persone, annuendo tutte le volte che Shaoran diceva che loro due erano una coppia. Soprattutto, cercando di evitare di contraddire Shaoran il più possibile sulla loro storia.

Dopo circa una quarantina di zii, una cinquantina di cugini e miriadi di incartapecorite prozie lontanissime, Shaoran ebbe un po’ di respiro.

Raggiunse la futura sposa, chiedendole piano: “Sai dove si è cacciata mia madre?”

“Oh, Shaoran, lei arriverà solo domani mattina…” rispose lei, sorridendo a destra e a manca. “Non so perché, credimi, comunque è molto ansiosa di vederti. Soprattutto di vedere te, Sakura.”

La castana sorrise dolcemente. Conoscere la madre di Shaoran…sembrava buffo.
Elegantemente, Mei Lin si allontanò, per occuparsi di quel fioraio che finalmente si era fatto vivo.

“A proposito, questa è per voi. Sarete stanchi per il viaggio e vorrete certo darvi una rinfrescata prima della cena.” Spiegò loro, tornando indietro e consegnando una piccola chiave dorata.

In realtà, proprio a voler essere sinceri, nutriva seri dubbi che quei due fossero fidanzati, a giudicare dall’espressione stranita di Sakura. Ma non le importava più di tanto; Shaoran aveva comunque mantenuto fede alla sua promessa.

 

In silenzio, i due “fidanzati” salirono le scale che li avrebbero portati nella stanza numero 5. Shaoran si vergognava come un ladro, Sakura…sembrava un ebete, dal momento che capiva ben poco di quello che stava succedendo…che, ad ogni modo, non le piaceva affatto.

Entrando in camera, Li si rese conto che se Sakura non l’avesse ucciso in quel preciso istante sarebbe stata considerata una santa.

Deglutendo a fatica, infatti, scoprì che la camera era ovviamente doppia.

Il silenzio la fece da padrone, col suo manto vellutato di richieste mai espresse e che mai come in quel momento desideravano uscire.

Sakura si sedette sul letto, ipotizzando in maniera scontata: “Immagino che questa camera dovremo dividerla, vero?”

Shaoran si maledisse per la propria timidezza.

“Forse è meglio partire dall’inizio, Sakura.”
“Abbiamo tempo…tre giorni per conoscerci meglio.”

Shaoran si distese sul letto, e lei fece altrettanto, poggiando la testa sulla sua spalla.

Questo non rendeva le cose più semplici.

“Tempo fa…Mei Lin era la mia fidanzata. Eh sì… Ma non ho abbastanza tempo di spiegartene il perché…”
“Ah, bè, il matrimonio si terrà domani pomeriggio… La mattina avremo di che parlare. E poi oggi sono stanca… L’importante è che mi spieghi perché io dovrei essere la tua ragazza.”

In verità, Sakura moriva dalla voglia di sapere tutti i retroscena della storia, ma si contenne, considerando quanto fosse difficile per lui parlare.

“Sai, quando Mei Lin mi ha invitato… Mi ha chiesto di portare con me la mia fidanzata. Sai bene che io non sono impegnato, e quindi non sapevo come risolvere il problema!”
“Dire la verità non sarebbe stato più semplice?”

Gli occhi verdi di Sakura lo fissarono oltre la spalla.

“La verità… mi avrebbe dipinto come un fallito, ecco perché.”
“Tu non sei un fallito!” Esclamò dolcemente lei.

“Lo sarei sembrato, ai suoi occhi. La realtà è che io non ho avuto il coraggio di dire niente a nessuno. Ed ora Mei Lin ti crede la mia ragazza! Ho pensato a te…bè, a parte per tutti i motivi che ti ho enumerato l’altra sera…anche perché era un po’ che non vedevo quel ragazzo che ti accompagnava spesso in pasticceria.”

Shaoran non chiese chi fosse, dal momento che era assolutamente scontato, ma Sakura sorrise dolcemente, al ricordo, dicendo: “Lui era Kaze, è stato il mio ragazzo per diverso tempo. Ma ora sono single.”ammise senza troppa allegria.

“Sakura, e se noi…”
Difficile per Shaoran spiegare che quella recita dopotutto poteva benissimo tramutarsi in realtà.

Ma Sakura continuò. Ne aveva abbastanza di segreti dell’ultimo minuto, almeno per quel giorno.

“Mi bastava saperlo, Shaoran! Non ho nessun problema a…”
Stavolta era lei a non dire tutta la verità. Si mise a sedere, accarezzandogli i capelli.

“ Comunque stasera tu dormi per terra. Ed ora vado io in bagno.” Sorrise lei.

“Fiu, pensavo peggio.”

Decisamente peggio.

“Guarda che in fondo ti devo ringraziare.” Disse lei, prima di sparire in bagno a sciacquarsi il viso.

Shaoran certo non capì perché, ma pensò che gli era andata fin troppo bene.

 

La cena non fu troppo elaborata, in vista del giorno dopo, e per fortuna il numero dei parenti ancora da conoscere si era assottigliato notevolmente.

“Credo che molti stiano parlando di noi.” Rilevò una Sakura non troppo sicura di sé.

“Sparlando, vorrai dire.”

“Bè…Quando ci hanno fatto molte domande, tu hai risposto una cosa ed io un’altra! Avremmo dovuto prepararci l’origine della nostra storia…Ma perché mi hai convinto a fare questo?!”

“Dai, Sakura…”
“E va bene, ma sappi che con questo io mi sono sdebitata completamente.”

Gli avrebbe rifilato un calcio, se fosse stata qualcun’altra.
I due sorrisero, rilassati.

A Sakura in fondo piaceva stare lì, e Shaoran avrebbe sopportato tre giorni tra le sue radici.

Un po’ meno tutte le zie obese che lo trascinavano a parlare con loro.

Sakura si fece un mucchio di risate vedendolo in balia degli eventi. Poverino, però… era timido al punto da non essere riuscito a dirle niente! Ma qualche tassello ancora mancava. Ad esempio… perché Mei Lin ci teneva tanto a vedere Shaoran fidanzato? E chissà com’erano da fidanzati…

Sakura non riuscì a figurarseli…Lei era forse troppo espansiva per lui.

Ma la domanda che ancora albergava nel suo inconscio era sempre la solita, quella da un milione di dollari… Perché invitare proprio lei? Certo, credeva alla stanchezza, alla gentilezza di Shaoran, al fatto che ormai lei fosse single, ma…

Non ebbe tempo di pensare alla soluzione, accettando l’invito alle danze del suo “ragazzo”.

Sakura si strinse a Shaoran, che appoggiò le sue labbra sui suoi capelli castani. Lui sorrise tristemente. Era tutto per finta, ma sembrava così maledettamente vero.

Non erano lì, non in senso mentale, almeno. Shaoran, quanto avrebbe dato perché Sakura provasse un minimo d’attrazione per lui! Sakura…quante risposte avrebbe voluto ricevere.

Ma nessuno ruppe l’incanto di quella delicata danza; Sakura chiuse gli occhi e vi si abbandonò completamente, Shaoran la strinse ancora di più. Adesso sì che sembravano una coppia, pensò Mei Lin soddisfatta.

 

“Bella cena, comunque.”
“Già, mi sono divertita.”

Poche frasi sconnesse e di circostanza.

“Scusami se poi ti ho trascinata sulla pista…è che zia San voleva vederci ballare e…”
“Non devi scusarti! Te l’ho detto, mi sono divertita.”

Era stato imbarazzante quando la musica era finita. L’incanto era spezzato, e Shaoran aveva ripreso a pestare i piedi di Sakura, nei successivi balli.

“Meglio, allora. È che io…ti ho tirata a forza in questa situazione; cerco di fare di tutto per farti sentire a tuo agio!”
“E ci stai riuscendo, Li.”

Lui armeggiò un po’ con la serratura.

“Davvero…Sono quasi a più agio io che tu!” Continuò lei, togliendo ai suoi piedi la tortura dei tacchi. Tomoyo sarebbe stata fiera di lei, ma le sue gambe gridavano pietà.

“Non ho un bel rapporto con la mia famiglia, sai.”

“Nemmeno io con Touya.” Sorrise lei.
“Credimi quando ti dico che è un po’ diverso.”

Shaoran si tolse la giacca, poggiandola su una sedia.
“Allora me ne parlerai domattina, intesi?”

Cos’era quella curiosità sulla famiglia Li? Dovuta solo alla messinscena?

“Certo. Dopo la partita di croquet…A proposito, è bene che tu sappia che io non so neanche cosa sia!” esclamò Sakura, divertita dal suono che aveva quel nome. Croquet!

“Non è nemmeno uno sport cinese…Credo sia diffuso negli Stati Uniti e nell’Inghilterra.”

Sakura si dileguò in bagno, mentre Shaoran si svestiva svogliatamente. Lo aspettava una lunga nottata steso per terra.

La ragazza, infatti, si prese una piccola rivincita, accaparrandosi il materasso solo per sé.

“Mi rimboccheresti le coperte?” chiese gentile lei, stringendo il cuscino.

“Non hai caldo?”
“No, certo che no. Sono un po’ freddolosa, a dir la verità.”
“Come desideri…”

Shaoran le si avvicinò paziente, combattendo con la coperta.

“Buonanotte, Shaoran.” Gli augurò, messasi a letto.

“Buonanotte, Sakura.” Rispose sarcastico lui.

Il parquet non era poi così male.

Sakura , però, si dimenava per i sensi di colpa. Lei al calduccio, lui per terra. In fondo non sarebbe successo nulla, se… arrossiva al solo pensiero.

“Shaoran…?”bisbigliò lei piano, per assicurarsi che fosse sveglio.

Lui, intanto, russava. Come fanno gli uomini ad addormentarsi così in fretta?!

“Shaoran!”

La sua voce aumentò di qualche decibel.

“SHAORAN!”

Lui diede in un brusco movimento, sbattendo la testa contro il letto.

“Che diavolo…”bofonchiò. “Già mattina?”

Sakura intanto si era alzata dal letto, disfacendo il lavoro di Shaoran.

Certo lui pensò di essere in un sogno, vedendo Sakura amorevole che gli chiedeva se avesse battuto forte.

“Come mai mi hai svegliato?”
“Bè…”
Sakura deglutì ed arrossì, ma per fortuna lui non poté avvedersene, al buio.

“Ho pensato che fosse egoista da parte mia farti dormire per terra… Dai, tanto il letto è matrimoniale e c’entriamo…Potremmo dividerlo.”
“Dividere il letto?” ripeté stupidamente lui, chiedendosi se non fosse davvero tutto un sogno.

“Sì, perché no?” chiese lei candidamente.

Shaoran rimase folgorato dalla richiesta gentile di Sakura, e certo non se lo fece ripetere due volte. Il parquet non era male, ma un letto comodo era decisamente meglio!
Shaoran rimboccò di nuovo le coperte dalla parte di Sakura, senza che però lei glielo chiedesse esplicitamente, e si accomodò dalla sua parte. Oh, un materasso!
Sentì il respiro caldo di Sakura avvicinarsi.

“Buonanotte di nuovo, Shaoran.” Sorrise, conscia di aver pensato al meglio, facendolo dormire sul morbido.

“Buonanotte…”

Lui le diede un piccolo bacio sulla guancia, e rimase fermo lì per un po’.

La lampada che aveva acceso illuminava gli occhi di entrambi, e quelli di Sakura sorridevano quando lui s’era staccato dalla sua guancia.

Shaoran non seppe mai da dove scaturì quel coraggio che lo portò a baciarla, quella notte.

Forse i suoi occhi luminosi, forse il vederla così bella, desiderabile, vicina…Ad ogni modo, la baciò sulle labbra.

E lei non si ritrasse, stranamente. Aveva forse bevuto?

Non che gl’importasse davvero…

Fu un bacio lungo e tenero, ma Sakura sentì il bisogno di non continuare oltre.

Shaoran le accarezzò il collo.

“Scusami. Ero stupidamente convinto che si potesse fare a meno di recitare.” Rivelò, mesto.
Sakura si girò dall’altra parte, chiedendo al suo cuore perché non avesse bloccato il bacio di Shaoran fin dall’inizio.

Ovvio che lui si fosse sentito autorizzato a baciarla! L’aveva invitato a dormire con lei, era sempre così gentile...Oh…!

Poi però si rese conto che l’aveva considerato il sesto… Baciarlo, quindi, sarebbe stata un’ulteriore conferma di questo. Tutto sommato, avevano dichiarato a un po’ di persone di essere fidanzati, si erano baciati, condividevano lo stesso letto. Poteva ben dire che lui era il sesto. E, in fondo, non le era dispiaciuto, altrimenti non l’avrebbe mai contraccambiato…

Ma che andava a pensare!

Bisognava comunicare a Shaoran che non poteva durare tra loro, affatto. Nel caso si facesse strane idee… Sakura si girò verso di lui.

L’aveva voluta con sé, l’aveva baciata, voleva davvero essere il suo ragazzo… Cos’era lei per lui?

Non osò porsi la stessa domanda a soggetti invertiti.

Le risposte che Sakura aveva cercato per tanto tempo erano ad un passo da lei, ma forse non aveva ancora le chiavi per aprire la porta più segreta del suo cuore.

 

Non potevo essere crudele col piccolo Shaory e farlo dormire per terra!!!

E dunque eccoli nell’isola di Hong Kong, finalmente!!! La scena che mi è piaciuto descrivere di più è stata quella finale… teneri i due, non vi pare?

Sakura è oltremodo confusa, Shaoran fortemente combattuto… Ad ogni modo, il prossimo sarà il cappy che in assoluto mi piacerà di più scrivere!!** Vedrete, vedrete…lo pubblicherò tra non molto tempo, se tutto va bene per metà agosto!^^

Ringrazio chi segue le vicissitudini di questi due poveretti,Lady Maryon,Manu,Katy92,Topomouse.kari89,LizDream e DenaDena!

Spero che questo cap vi piaccia!!!^^

A presto…

HikariKanna(da Parigi con furore!)

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Capitolo 8
*** Il matrimonio ***


Il settimo è quello giusto

Il settimo è quello giusto

 

27 aprile.

Il lucore pallido di un sole primaverile svegliò un ragazzo, che aveva dormito sì e no tre ore in tutto.

Scarmigliati capelli castani rivelavano la presenza di una ragazza, che lui osservò a lungo dolcemente.

Agli occhi di tutti, sarebbero potuti sembrare una coppia. Agli occhi di quegli invitati, erano una coppia. Ma quanto possono ingannare le apparenze, si ritrovò a pensare Shaoran, con delle lunghe occhiaie.

Shaoran si sfiorò le labbra, automaticamente. Non avevano perso del tutto il buon sapore di Sakura, per fortuna, ma, come c’era da aspettarsi, si era notevolmente affievolito.

Approfittando della straordinaria fortuna che gli aveva consentito di svegliarsi con lei affianco, di poterla contemplare addormentata, Shaoran le accarezzò le labbra con le sue. Erano leggermente screpolate, ma non importava.

 

…Potrei stare ore e ore qui

Ad accarezzare la tua bocca e i tuoi zigomi

Senza mai parlare

Senz’ascoltare altro nient’altro che il tuo respiro crescere

Senza sentire altro che noi

Nient’altro che noi…

                                                   883, Nient’altro che noi

 

Quanto tempo stette a rimirarla, non lo seppe dire. A sentire il suo respiro calmo e regolare, come si muoveva nel sonno, come infine era quasi sul punto di cadere dal letto e lui ne impedì il capitombolo, Shaoran lasciò scorrere diverso tempo. Ma non era tempo sprecato, anzi…

Finalmente, Sakura schiuse gli occhi, ancora assonnata.

Un sorriso spontaneo le rilassò i lineamenti.

“Buongiorno…già sveglio?”

Shaoran annuì inquieto. “Buongiorno a te!”

Sakura riusciva sempre a sorprenderlo. Sorrideva in continuazione, come se non fosse successo nulla…E se per lei non fosse davvero accaduto niente?

“Oh, guarda che ore sono!”esclamò lei, mettendo a fuoco le lancette del proprio orologio.

Le nove e mezza. Le nove e mezza

Come mai un piccolo sentore ricordava ad entrambi le nove?

Oh no…

“LA PARTITA A CROQUET!!” gridarono all’unisono.

 

Durante il breve tragitto che li avrebbe portati nel giardino rimesso a nuovo, il silenzio calò il suo greve velo. Decise che Shaoran non si sarebbe scusato della condotta che aveva adoperato il giorno prima- anche perché, chi mai si è scusato per provare amore?- né che Sakura facesse domande a cui sarebbe stato difficile replicare con un’adeguata risposta. Forse perché risposte precise non ce n’erano. Decretò che dopo la partita, e prima del matrimonio, ci sarebbe stato abbastanza tempo per ogni chiarimento. Ma il silenzio non aveva fatto i conti con l’imbarazzo e l’insicurezza che opprimono i giovani cuori innamorati, che ne siano consapevoli o meno.

Così, stabilì d’andarsene non appena i due confusi raggiunsero gli altri invitati, con un quarto d’ora di ritardo accademico. O probabilmente anche di più.

“Finalmente! Eravamo convinti che non vi sareste fatti vedere per questa mattina!!” esclamò divertito Shin, armeggiando con aste e paletti, mentre Mei Lin lo guardava estasiata.

Riscuotendosi dalla trance, anche lei poté osservare gli sguardi pallidi e insonnoliti dei due arrivati.

“Dai, non vedi come sono stanchi, già di prima mattina?” sorrise, maliziosa. “Avranno trovato la camera di loro gradimento, stanotte!”

Sakura arrossì impercettibilmente e Shaoran le lanciò di sfuggita un’occhiata, per vedere come avrebbe reagito. Nulla di così eclatante.

“Oh, era comoda. Grazie per l’ospitalità!” rispose genuinamente lei, spiazzando i due futuri sposi.

“Ne sono contenta. Ed ora… Bè, altre coppie hanno già giocato. In realtà, solo pochi hanno aderito…Anzi, a voler proprio essere sinceri…” spiegò imbronciata Mei Lin.

“Dovete sapere che molti preferiscono dormire più a lungo, in vista delle ore piccole che si faranno stanotte, e che quindi davvero in pochi si sono presentati stamattina…”continuò Shin, rivolgendo occhiate cariche di tenerezza alla sua prossima moglie.

“Ecco perché pensavamo che anche voi aveste optato per questa decisione. Comunque, Shin, dì pure che la maggior parte degli invitati non vuole giocare!” replicò indispettita lei.

Arricciò il naso, scoccando occhiatacce ai capannelli di vecchie zie che spettegolavano animatamente.

“Questo perché sono persone di una certa età, lo sai anche tu…”
“In effetti, i nostri amici arrivano solo per la cerimonia. Sakura, Shaoran, ci siete solo voi di under quaranta!”ridacchiò, nervosa.

E dunque…? A che pro tutti quegli artificiosi preamboli?

Sakura e Shaoran si sentivano un po’ a disagio, e non riuscivano a capire bene perché mai fosse importante una partita a croquet, ma intimamente lui era molto felice della complicità tra i due fidanzati.

E allora, vogliamo giocare?” propose Sakura, vogliosa di mantenersi occupata in modo da non pensare troppo.

“Uomini contro donne. Sakura, diamoci da fare!” stabilì la protagonista del giorno.

Non era poi così difficile.

Si poteva giocare in due o in quattro persone, e, disposti sei piccoli archetti- “questi si chiamano ‘hoops’” li aveva informati Shin-, scopo del gioco era far passare la piccola pallina colorata e colpire il picchetto collocato alla fine del percorso.

Mentre Shin risistemava il picchetto- chiamato ‘peg’- Mei Lin spiegò come mai aveva fatto disporre un campetto da croquet nel giardino.

“Cosa stupida, me ne rendo conto… Ma, quando vidi ‘Alice nel paese delle meraviglie ’, che giocava con la regina e gli aironi che si afflosciavano per dispetto, mi innamorai di questo gioco! E decisi che chiunque avrei sposato…E all’epoca c’eri tu, Shaoran… avrei giocato a croquet il giorno del mio matrimonio!Quindi…Scusate se vi impongo questa mia piccola mania, ma è più forte di me!”

“La verità è che non si accontenta di giocare con me!” disse indispettito- e spettinato- il venturo sposo.

La piccola allusione a Shaoran risvegliò la curiosità di Sakura su com’era stata la loro storia. Dopo la partita…

“Ecco fatto!Possiamo giocare!”

Non fu una partita ad armi pari, decisamente.

Mei Lin confessò a Sakura che quand’avevano giocato solo lei e Shin, aveva sempre vinto lei. Ecco perché voleva un po’ cambiare partner, in senso figurato, s’intende.

Shin era molto bravo a parole, e non per altro aveva studiato letteratura, mentre lei era più prosaica. Sakura era come lei, almeno nello sport.

I colpi di Sakura erano precisi e netti come quelli di Mei Lin. I ragazzi, invece, forse troppo intenti a guardarle con un tuffo al cuore, spesso e volentieri si lasciavano distrarre e andavano in confusione.

Morale? Tra risate e piccole confessioni sulla vita dei due futuri coniugi quando s’erano conosciuti- ma senza mai più rasentare il periodo di quando Mei Lin era innamorata di Shaoran-, le ragazze sconfissero sonoramente i maschietti.

Mei Lin abbracciò Sakura in preda alla contentezza.

“Abbiamo vinto, abbiamo vinto!!

Le due, forse per un’innata solidarietà femminile, inscenarono un piccolo balletto, esibendo la linguaccia ai rispettivi compagni.

“Contenta, ora?Hai realizzato il tuo sogno!” concluse Shin, sorridente e affatto preoccupato dell’aver perso. Per lui, la vera vittoria sarebbe stata sposare Mei Lin.

Mei Lin s’interruppe. Scosse la testa.

“Come, no?! La partita a croquet era il tuo sogno d’infanzia!”

Mei Lin si avvicinò al biondino.

“Il mio vero sogno si realizzerà solo stasera…”

E, ad un suo accenno di risposta, lei lo baciò.

“Forse siamo di troppo, qui.” Interloquì Sakura.

“Già.” Rispose Shaoran nervosamente.

 

I due si allontanarono nella vasta distesa della campagna Fa.

Era venuto il momento. Spiegazioni, domande, risposte, storie…Vite.

“Sarebbe ora di pranzo.” Comunicò Shaoran meccanicamente.

“Non ho fame, stranamente.”
“Nemmeno io.”

Deglutì a fatica, facendo ordine mentale. E di lì a poco avrebbe incontrato sua madre. Tutto in un giorno.

“Vuoi restare zitto a lungo, o intendi spiegarmi tutto?” chiese fredda lei.

Shaoran sospirò.

Cosa vuoi sapere?”
“Tu e Mei Lin… perché ci tenevi tanto a non sembrare un fallito ai suoi occhi, perché…”
“Ok, ho capito. Allora…Mei Lin è una mia lontana cugina. La mia famiglia… La mia famiglia.”

Il suo tono di voce divenne rabbioso.

Sakura inclinò la testa dolcemente, per evitare un ramo troppo basso. Ancora una volta, silenzio.

Che bello il verde.”sentenziò, accarezzando un albero vecchio di chissà quanti secoli.

Shaoran decise di vuotare il sacco una volta per tutte.

“Non ho un ottimo rapporto con la mia famiglia, come ti ho anticipato.”
“Vorrei capirne il perché.”
“Difficile dirlo… Mio padre, non l’ho mai conosciuto. Chissà se è morto, chissà se ci ha abbandonato e basta… Quand’ero piccolo, e chiedevo a mia madre perché io non avevo un padre e gli altri sì, si ritirava nelle sue stanze a piangere. Quando poi sono cresciuto, ho imparato a tacere sull’argomento, tanto non avrei avuto risposte. O al massimo avrei ottenuto lacrime, e far piangere mia madre…Capirai anche tu che non era in cima alle mie aspirazioni maggiori. ”
Strinse le nocche, ricordando la sua infanzia.

Sakura lo osservava attentamente. Stava per entrare in un mondo di ricordi, delicato e intimo… Il suo pasticcere di fiducia quante parti di sé aveva lasciato in ombra?

Ma lei, lei aveva il diritto di venirne a conoscenza?

“Crescere senza un padre… Mi ha fatto sentire terribilmente solo. Inoltre, mia madre viaggiava spesso, ed io rimanevo giorni interi da solo, con l’unica eccezione rappresentata dal mio maggiordomo. È stata l’unica figura maschile che io avessi di riferimento. Quanto c’ero affezionato…”
“E poi
?”

E poi cosa?”
“Perché hai parlato al passato?”

Perché è morto.”sorrise tristemente lui.

Sakura decise di non fare più domande stupide e non pertinenti. Stai zitta e ascolta, si disse picchiandosi con un pugnetto in testa.

Abbassò gli occhi, sentendo poi il tocco lieve di una mano di Shaoran sulla spalla, che la fece arrossire.

“Tranquilla, ho superato anche questo. Sai, la cosa che mi faceva più rabbia non era il confronto con gli altri, figurarsi, quanto la rabbia prepotente derivante dal fatto che lui si era volatilizzato. Non un segno, niente. Qualcosa per ricordarmi che mi voleva bene…Nulla. Evidentemente non me ne voleva.” Rivelò amaramente.

Sakura gli strinse la mano.

La notte scorsa, e tutti i suoi pensieri, sembravano dissolti.
Ma no, non dire così. Sono certa che ti vuole bene, anche se ora è chissà dove.

Shaoran le rivolse un’occhiata grata, prima di continuare.

“Mia madre, visto quanto soffrivo, decise, non appena crebbi un po’, di non farmi più stare da solo. Ma, stranamente, nessuno dei figli dei suoi amici mi andava a genio. Ed ora saranno tutti lì, ne sono sicuro.”

Indicò la tenuta ridipinta di fresco per l’occasione.

“Allora, tentò con mia cugina.”
Shaoran sorrise. “Io ero un bambino timido e impacciato, lei una ragazzina abituata ad avere tutto e subito. Non dimenticherò mai la prima volta che è venuta a giocare a casa mia!”

“Immagino…”si lasciò sfuggire la castana.

“No, lascia stare…Chiesi a mia madre perché mi facesse giocare con una femmina! Immaginavo bambole, stupidi tè, peluche da vestire…il solo pensiero mi fece inorridire. E invece, mi si presentò questa ragazzina tutto pepe, con una grinta che io nemmeno sognavo d’avere, che mi disse come prima cosa:E allora? Non hai giochi un po’ più interessanti?’”

Sakura abbozzò un sorriso all’imitazione di Shaoran. La sua fantasia le permetteva di ricostruire la scena perfettamente. Vedeva i due da bambini, e Mei Lin che in fondo non era mai cambiata!

“Finì che giocammo a nascondino a casa mia, che possedeva un giardino immenso…Dopo un po’…Non la riuscivo a trovare da nessuna parte, ormai il sole era tramontato da un pezzo ed io ero sempre più preoccupato…La mancanza di mio padre mi ha sempre indotto a spaventarmi tanto per le sparizioni…Urlai il suo nome dappertutto, e scoppiai a piangere…Le promisi che avrebbe comunque vinto. Solo allora uscì fuori con un lecca-lecca alla fragola, guardandomi altezzosa e mormorando qualcosa sui maschi.

“Certo che ti eri preso un bello spavento!”

“La odiai per questo! E insieme l’ammirai tantissimo. Non aveva avuto paura, sarebbe rimasta anche tutta la notte, mentre io ai primi allarmi ero già in lacrime…Fu così che diventammo grandi amici.”

“Non eravate…”

“Un attimo, ci sto arrivando.”Shaoran trasse un profondo respiro. Ora veniva il difficile. Il problema era che fosse tutto tremendamente difficile.

“Abbiamo frequentato tutte le scuole assieme. Tanto che la gente ci prendeva in giro chiamandoci ‘piccioncini’, ma non m’importava. Perché stavo bene con lei. Solo in seguito…Mi resi conto che per lei non ero solo un amico, né un lontano cugino. E quando scoprii, poco prima di iscrivermi all’Università, che lei e mia madre già organizzavano il nostro matrimonio, andai su tutte le furie. Mia madre, per quanto fosse dettata dall’amore…Mi stava decidendo la vita. Tu non odieresti qualcuno che, senza nemmeno consultarti, sceglie tutto per te?”
Un cartoncino azzurro balenò davanti agli occhi di Sakura, come in un sogno.

…Tu non odieresti qualcuno che sceglie tutto per te?...

Rimase zitta, con la testa pesante che pulsava.

Erano arrivati vicino ad un piccolo stagno. Il sole si rifrangeva sull’acqua pulita della polla d’acqua, creando effetti meravigliosi. Era un posto affascinante…terribilmente romantico.

“Sediamoci su queste rocce, ti va?” chiese lei, per evitare di rispondere.

“Ok…”

“Shaoran”Sakura formulò internamente la domanda prima di parlare “ma tu odi davvero tua madre?”

“No. Non credo di poter arrivare a tanto. Ma se non mi avesse quasi costretto a sposare Mei Lin e a farmi scegliere Giurisprudenza, bè…Gliene sarei grato.”
“Giurisprudenza
?”

Lui, un avvocato? Il suo pasticcere di fiducia?
“Non fare quella faccia, voleva che continuassi il mestiere di famiglia! E così…”

Guardò l’acqua fresca, con delle rane sopra che gracidavano festose. L’intero mondo sembrava in pace con se stesso…Ed anche lui…Liberarsi di quegli scheletri nell’armadio non poteva che fargli bene.

“Così sono scappato in Giappone.”
Rise amaramente.

Sakura l’osservava con tanto d’occhi. Non avrebbe mai potuto prevedere che una persona così buona e semplice avesse avuto tanti problemi, tanti sensi di colpa… Non sarebbe stata una buona psicologa.

“Mia madre non mi parlò per anni, Mei Lin nemmeno. Non potevano perdonarmi. Ai loro occhi, un buon matrimonio ed una carriera già avviata era quanto di meglio il mondo potesse offrire. Ai miei, che sono un sentimentale stupido e inguaribile, no. Sospirò pesantemente, rivivendo i fantasmi del passato che ora sembravano librarsi via come libellule guarite dal tempo.

 “Ed ora sai la mia storia…Mei Lin mi ha fatto passare i migliori sensi di colpa. Ecco perché non volevo sembrare un fallito. Ecco perché ho quasi paura di vedere mia madre…Ecco perché…Avevo bisogno di te.

Sakura gli prese una mano, commossa, come se in quel gesto volesse racchiudere tutta la stima e la fiducia che aveva in lui.

Lui la strinse forte, guardandola intensamente negli occhi. Per un attimo, la magia della notte precedente sembrò ricrearsi…Per un attimo, i loro visi si fecero sempre più vicini…Poi, qualcosa spezzò l’incanto, forse la paura di commettere di nuovo l’errore, se di errore si era trattato…O forse l’orario. Dovevano rientrare.

“Ora…ora ho capito.”
Sakura sembrava abbastanza scossa dalla storia. Era così…simile alla sua, in fin dei conti. Madri che imponevano qualcosa. Ma no…Scacciò questo stupido pensiero.

Sua madre aveva voluto il suo bene.

“Soddisfatta? Potresti diventare la mia confidente personale!Sei molto brava ad ascoltare…grazie.

Il ragazzo si alzò, scrollandosi un po’ di erba e polvere dai pantaloni.

“Grazie a te…Se mi avessi detto tutto questo molto prima, ti avrei seguito senza neppure un’incertezza!”
“Avevi incertezze?”

Ricominciarono a camminare, tornando alla tenuta vera e propria. Era primo pomeriggio, ormai…Ancora poche ore, e il matrimonio. Sapeva di qualcosa di così definitivo.

“Bè, non ti nego che ero sorpresa. Poi, proprio me…Hai miliardi di clienti che stravedono per te!”
“Ti ho già spiegato perché ti ho scelta…”

Cosa non vera, tra l’altro, almeno non del tutto.

“Sì, hai ragione, scusa…comunque, ti ho seguito, e questo è l’importante.”
“Già…Ti dovrò ringraziare moltissimo, quando quest’ avventura finirà! Una fornitura gratis di dolci?”
“Meglio di no! La vedi questa pancetta?”
“Ma per favore!”

Shaoran le pizzicò affettuosamente una guancia, scatenando un bel sorriso di Sakura, con conseguente adorabile fossetta bene in vista.

“Una delle poche cose che devo a tutto questo, è la tua amicizia.”sussurrò Shaoran, una volta che furono arrivati davanti alla grande dimora.

Sakura rise a fior di labbra, pensando al termine amicizia… Includeva anche baciarsi?

Non era che…

“SHAORAN, SAKURA!!Vi stavo giusto cercando!”

Un’esagitata quasi sposa affannata e scarmigliata si dirigeva come un ciclone verso di loro.

“Che cos’è successo?Mei Lin, calmati!!” esclamò Sakura, ora completamente assorbita dal tornado per pensare ai propri problemi.

“Oh, sì, tranquilla… Shaoran…C’è tua madre. Ed ho un gravissimo problema!!
Per la serie ‘ i guai non vengono mai soli ’, Shaoran pensò amaramente. Sua madre, dopo così tanti anni.

Cos’altro c’è?”

“C’è che…Che i miei testimoni hanno avuto un piccolo…incidente. E io… vorrei che foste voi!!Vi prego, il celebrante vi dirà che cosa dovete fare!” aggiunse, senza concedere loro nemmeno il tempo di accettare.

“Ehi, aspetta!!”le gridò dietro il ragazzo. “Che cosa…”
“Non ho tempo! Troverai tua madre nel campetto di croquet…Ci vediamo dopo!”

“Wow, fare i testimoni!” rifletté Sakura non appena la sagoma scura di Mei Lin si allontanò all’orizzonte.

“Non è quello che mi preoccupa ora…Che fai, vuoi conoscere mia madre?” chiese dolcemente lui.

Lei gli strinse ancora una volta la mano, forse per supporto morale, e scosse affermativamente la testa.

“Sì, certo. Dopotutto, sono la tua ragazza, no?” gli rispose, facendogli l’occhiolino.

 

La signora Li non era cambiata molto, negli anni. Fiera, altera, era una bella donna alta e che ultimamente aveva messo su un po’ troppi chili. Ma era comunque inconfondibile, quantomeno agli occhi di un figlio che si sentiva in colpa per aver preteso la propria indipendenza. Sarebbe stato tutto così facile, se le avesse dato ascolto…

Shaoran la riconobbe da lontano, sentendo un pericoloso tuffo al cuore e stringendo la mano di Sakura fin quasi a farle male.

“Shaoran.”

La sua voce tradiva una certa ansia.

“Mamma.”

Non sembrò accorgersi subito di Sakura, che continuava a sfoderare dolci sorrisi per cercare di non inimicarsela.

Dopo pochi secondi, lunghi una vita, sospirò, rassettandosi il cappello che cedeva dispettoso ai richiami della brezza.

“Vento maledetto, spero non si scateni un tifone…Oh santi numi, questo cappello non vuol saperne di calmarsi…Devi scusarmi, cara…Tu sei Sakura, non è vero?”

In fondo, non era male. Un po’ buffa, anzi…Una donna d’altri tempi senza dubbio, con la veletta che ne offuscava la vista.

“Esatto. Piacere di conoscerla!”Mmm…Forse un inchino sarebbe stato troppo formale.

La mano che le tese non venne stretta se non con una certa diffidenza.

“Mei Lin mi aveva detto che eri gentile. Dunque…Siete fidanzati, non è vero?”

 “Sì, mamma. Io e Sakura stiamo insieme.”

Il battito dei cuori palpitava forte. Che disagio…
“E pensare che oggi avrei potuto vedere mio figlio sposato…Eh già…Sakura, spero che presto tu renda questa vecchia madre felice…Anche se in effetti mi farebbe sentire vecchia.”aggiunse con una smorfia.

Shaoran sorrise inconsciamente, seguito a ruota da una Sakura arrossita vistosamente. Lei…sposare Shaoran?

Lui la strinse a sé.

A quanto pare, sarete i testimoni…Shaoran, caro mio…Guai a te se non sei presentabile!Non so come siano cambiati i tuoi gusti in questi anni giapponesi, ma ci tengo che la piccola Mei Lin abbia una cerimonia meravigliosa.”
“Sì…sì.”

Tutto qui?
La donna fece per allontanarsi, poi, col volto segnato da un sottile sorriso, disse: “So di aver sbagliato…E so anche che è troppo tardi…Ma resti sempre mio figlio…Potrai perdonarmi, un giorno?”
La veletta non aiutava comunque a celare le lacrime.

Lacrime di un amore troppo grande, di un destino ingrato, ma non ancora perso del tutto…

Shaoran la guardava, indeciso. Fidarsi ancora?

Non rispose subito, tanto che la donna credette di essere stata sconfitta, stavolta per sempre, ma poi lui gridò: “Mamma?”

Un’ultima tenue speranza. “Sì?”

“Sì.”

 

 

Sakura e Shaoran avanzavano composti, lei con un piccolo bouquet in mano e i capelli arricciati leggermente, lui acconciato da una madre ritrovata e in smoking nero.

I due testimoni.

Non è che io abbia capito cosa bisogna fare…”bisbigliò Sakura all’indirizzo di Shaoran.

“Annuisci e andrà tutto bene. Spero.”

Shin si contorceva quasi come fosse sui carboni ardenti, ma d’altronde, come non aspettarselo?

C’è uno strano sentore, quando ti succede qualcosa che ti cambierà la vita. Speranze, paure, ripensamenti ti accompagnano fino alla fine, ma quando compare quel qualcosa in più, che ti ha motivato dall’inizio, allora capisci che è giusto che accada. Che deve avvenire. E che la tua vita diventa realmente degna di essere vissuta solo dopo.

Così accadde a Shin, quando vide Mei Lin, splendidamente vestita, arrivare a quell’altare al fine concluso, tremante, emozionata, conscia che dopo una sola sillaba di per sé insignificante tutto non sarebbe stato mai più come prima. E chi amava un tempo, ora confermava il suo amore per un altro, chi l’aveva delusa ora si ergeva al suo fianco per aiutarla, chi le aveva fatto riscoprire un sentimento che credeva di non poter provare mai più…Prometteva di esserle sempre vicino.

E c’era anche una nuova amica che l’aveva aiutata ad allacciare quei maledetti bottoncini del vestito.

Quanta gente c’era e piangeva dietro di loro?

Mei Lin, con tutta l’emozione che l’attraversava, non riuscì a calcolare lucidamente… Sentì distrattamente il celebrante ricordare dei bei vecchi tempi, in cui lei era piccolina, tutte quelle attempate signore un po’ più giovani e lui un semplice studente…E di come la vita fosse straordinaria, se permetteva di assistere ad un tale trionfo d’amore.

 

Grande cerimonia, grande cena, sembrò il motto della famiglia Li, quel giorno.

“Ora capisco perché molti ieri si sono contenuti nel mangiare ed hanno dormito stamattina…” fece esterrefatto Shaoran, notando tutto lo sfarzo che permeava il luogo della cena luculliana che li aspettava.

Shin doveva proprio essere ricco!

Antipasti, primi, insalate, carni e pesci di ogni tempo prillavano con leggiadria da un tavolo all’altro, per mano di elegantissimi camerieri in livrea, al pari di una spumeggiante coppia di sposi che volteggiava di invitato in invitato, per farsi dare, forse vanitosamente, i complimenti e tutte quelle frasi di circostanza tanto artefatte quanto adorabili da sentirsi dire.

Sakura e Shaoran sedevano ad un tavolino vicino agli sposi, ma furono tra gli ultimi a dover felicitarsi con la coppia sinceramente.

“Sono contenta per voi, davvero!”

“Grazie, Sakura…E grazie ancora per l’aiuto di prima!”

La testimone fece un cenno di diniego con la mano, quasi ad annullare, e sorrise. Buoni i drink…

State davvero bene insieme…”osservò Shaoran, sorseggiando piano uno strano aperitivo dolciastro.

“Grazie…”sussurrò Mei Lin, sorridendo piano ed incerta.

“Io non avrei saputo renderti felice.” Si alzò in piedi, malfermo, appoggiandosi al tavolo. “Sakura, ti va di ballare?”

Ma che cavolo c’era in quel cocktail?!

Mei Lin sorrise, facendo cenno a Shin di continuare il giro dei tavoli. Aveva la sensazione che qualcosa sarebbe successo, quella lunga notte. Chiamatelo sesto senso femminile, se vi va…

“Certo!” Sakura accettò felice, anche un po’ incoscientemente, causa forse troppo cibo , o forse troppo alcool.

Dopo una prova strepitosa di Shaoran da ballerino- i piedi di Sakura ne risentirono pericolosamente-, i discorsi d’occasione e le lunghe chiacchierate con la signora Li ed altri parenti offuscati dalla dimenticanza, Sakura decise di andare fuori a prendere una boccata d’aria.

Il giardino era meraviglioso di notte, con quelle luci che si dipanavano ordinate e che si illuminavano ad intermittenza. Poco lontano, vi erano anche i fuochi d’artificio, certamente da sparare non appena tutto fosse finito.

Ma che ore erano, si chiese confusa sbirciando il quadrante dell’orologio…

“Non pensavi che fosse così tardi?”

Una voce maschile diventata ben nota la colse da dietro.

“Shaoran…Mi hai spaventata!”

“Scusami, non era mia intenzione…Ti ho portato la tua giacca, ho pensato potessi aver freddo.”

Shaoran gliela posò delicatamente sulle spalle, forse soffermandosi un po’ troppo sulla pelle nivea di lei.

“Grazie…Ma come fai ad avere delle mani così calde?” chiese Sakura, che batteva letteralmente i denti dal freddo.

“Hai freddo? Possiamo rientrare dentro, se vuoi.”

“No, volevo un po’ fermarmi a riflettere…Serata splendida, non ti pare?”

“Ah, certo…Gli sposi sono proprio contenti. Ed anche il ricevimento va a gonfie vele…C’è qualcosa che non va?”

Lo sguardo di Sakura sembrava vacuo, guardava lontano…Era tutto così perfetto. Un matrimonio, lei che aveva mangiato fino a scoppiare, quel panorama…Shaoran vicino a lei…

Eppure, c’era una piccola vocina che rovinava il tutto. Ma perché? Perché la tristezza a volte è tale da annichilire la gioia, ma mai il contrario?

“Sono felice che tu abbia recuperato il rapporto con tua madre.”glissò lei abilmente.

“Anche io, e un po’ di merito va anche a te, sai? Davvero, non ti ringrazierò mai abbastanza!”

Sakura si voltò verso di lui, sorridendogli.

“Oh sì, invece…Se la smettessi di ringraziarmi ogni secondo, allora ti potrai considerare sdebitato!”scherzò, stringendosi la giacca.

Shaoran si avvicinò un po’, riducendo notevolmente la distanza. Ecco la vocina che tornava prepotentemente. Fermati, prima di pentirti…

“Non sto scherzando, Sakura…”
“Nemmeno io. Sai…Sono quasi invidiosa di te.”
Invidiosa?”

L’invidia non era certo un sentimento che le si addiceva particolarmente, non alla sua fragile bontà e alla sua speciale ingenuità. Era per questo che tanto gli piaceva…

Perché…Perché le nostre storie erano così simili fino a poco fa…Due madri che ci aiutano nel nostro destino…Il voler fuggire da delle convenzioni…”
-Sakura, ma che stai dicendo! Non le pensi questa cose, non è vero!- formulava la vocina guastafeste.

Ma l’alta percentuale di alcolici e la voglia di lasciarsi andare spezzarono molti dei freni inibitori di Sakura.

“Non capisco, Sakura…Perché ora sarebbero diverse?”

Lui le mise delicatamente le mani sulle spalle, ancora, con fare paterno, come a volerla rassicurare.

“Shaoran…Per te non è stato troppo tardi…Hai ritrovato tua madre, tua cugina, il tuo posto…Io invece…Oh, io non lo so!Forse…forse ho sbagliato tutto!”
Lacrime leggere imperlarono le guance rosate della ragazza, mentre Shaoran precipitava nello sconforto più totale.

“Sakura, cos’hai sbagliato? Tu sei…tu sei perfetta! Dolce, disponibile, sempre col sorriso sulle labbra, e ogni mattina che entravi in pasticceria io m’illuminavo di buonumore…Sei attentissima alla tua famiglia, sei stata disposta ad aiutarmi!”

Sakura era profondamente scossa dai fremiti, e non capiva cosa le stesse succedendo. Oh, che imbarazzo…

“Io...io…”
Arrossì vistosamente.

“Non so che mi stia accadendo, credimi. Sento solo che anch’io vorrei una famiglia come la tua…E vorrei il tuo coraggio…Vorrei cambiare…”
“Coraggio…Vigliaccheria, vorrai dire…Fuggire non è la soluzione migliore…Ma non fare ciò che si ama davvero significa morire poco a poco…Sakura, non so perché tu sia così turbata, ma se hai voglia di parlarne…io sono qui.”
“Scusami…Sono completamente ubriaca.” Ridacchiò, e si portò una mano alla testa.  Nel farlo, incontrò i palmi caldi di Shaoran.

“Credo di esserlo anch’io.”

“Allora stiamo parlando a sproposito!”rise lei.

“Sicuramente!”

Risate amare colmarono il silenzio. E invece Sakura voleva davvero cambiare. Voleva una storia d’amore, non voleva fare il medico, voleva vivere…Ma non se n’era mai resa conto come allora. La storia di Shaoran aveva risvegliato antiche sensazioni rimaste sopite troppo a lungo, o troppo forzatamente.

Quando le risate si spensero, quei due palmi uniti, quella distanza così ravvicinata ebbero un effetto insperato.

Lasciarsi andare per una sera…Amare Shaoran per una sera…Avrebbe portato rimpianti? Dopotutto, non era il settimo, ma era pur sempre il suo ‘ragazzo’…E si erano già baciati…

Non sapendo come, stava già delicatamente sfiorando le labbra di lui, incredulo ma reso avventuroso dalle circostanze.

“Sakura, ma cosa stiamo facendo…?”ebbe appena il tempo di domandare lui, dopo il primo lungo bacio.

Sakura gli attorniò con le braccia il collo, sentendolo respirare sulle sue labbra. “Non lo so…Ma che bisogno c’è di saperlo…” sussurrò con voce impercettibile.

Non sapendo aspettare, anche se Sakura aveva mormorato qualcosa a stento, lui le cinse la vita, unendo i loro respiri, baciandola ancora e ancora…

 

Non videro i fuochi, impegnati com’erano in effusioni tenere ed appassionate.

Non sentirono la ragione, condividendo forse solo per una sera l’amore.

Non vollero mettere a tacere il cuore.

 

 

Salve mondoooooooo!

Vi è piaciuto questo cap un po’ lunghetto?? XD Io mi sono divertita un sacco a scriverlo…Ed anche commossa…Sì, sono arrivata a questi livelli di pazzia…Ma forse è solo la canzone che ascolto in questo momento, Iris dei Goo Goo Dolls… Meravigliosa**…ma non ci dilunghiamo troppo!!!Finalmente 8 capitolo! E finalmente ripetute gocce hanno scavato la montagna…Bene, bene…Saku e Shaory a condividere una notte d’amore!XD Gli effetti si vedranno nel nono capitolo, che spero arriverà presto! Non ci conterei troppo, visto che ho circa, ancora, solo 2 settimane di piena libertà…Ad ogni modo, credetemi, questo cap è stato abbastanza difficile da scrivere…Specie la parte finale!Siccome la sottoscritta è una ragazza pudica, si vergognava per la sequenza da dover scrivere…Più che altro non sapeva se approfondire la questione o meno! Alla fine, ho optato per la via più semplice: accenno lieve e comprensione sicura!^^ Spero non vi dispiaccia troppo!E dunque…altri tre cap e il mio lavoro si conclude…Sigh…Ma grazie a tutti voi che continuate a seguirmi!!** Ringrazio in special modo per le loro recensioni: manu, kari89, DenaDena, Topomouse, Fallen Star, LizDream, Katy 92 e Ferula_91! Siete fantastici, davvero!!^^ credo che al massimo, nella peggiore delle ipotesi, questa fanfiction si concluderà al suo anniversario, dunque a novembre…Ma se ci riesco, anche prima! Voi intanto non mi abbandonate!!

HikariKanna

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Capitolo 9
*** Si torna a casa ***


Il settimo è quello giusto

Il settimo è quello giusto

 

C’era qualcosa che non andava.

C’era decisamente qualcosa che non andava.

Forse il risvegliarsi nuda con Shaoran accanto.

Forse il cerchio alla testa che le impediva di pensare lucidamente.

O forse tutta quell’ebbrezza di felicità di cui non riusciva a rendersi pienamente conto.

‘Cosa ti sta succedendo, Sakura…’

Massaggiandosi il capo frastornato, Sakura si aggrovigliò ancora di più nelle coperte, quella mattina di fine aprile. Inconsciamente, si ritrovò ad ascoltare il respiro regolare di Shaoran, accoccolata sul suo petto.

Un accordo perfetto risultava dissonante alle sue orecchie distorte.

Aveva davvero fatto l’amore con Shaoran. Non c’erano possibili fraintendimenti, ricordava tutto fin troppo per potersi concedere il lusso di crederla diversamente. Un groppo le salì alla gola… perché mai voleva fargli del male?

Certo non potevano stare insieme. Avanti…erano così…Ora così diversi! E poi, lui non era ciò che il suo destino aveva scelto, lui era solo un altro rimpianto che si sarebbe portata dietro…Come quel freddo giorno di gennaio in cui Kaze l’accusava di essere una bambina immatura…

Cercò di non pensarci. Di godere la serenità finché poteva.

E si ritrovò solo a fissare il soffitto, rea di aver illuso. Ingannato. Raggirato.

Quel ragazzo che ora le dormiva accanto. Che tanto aveva fatto per lei.

Che lei…

Meglio non pensarci.

 

Shaoran aveva un respiro fin troppo profondo. Sakura si rigirava, incapace di alzarsi, di sapere quello che voleva fare, di sapere quello che voleva in generale…

Così si ritrovò a digitare un numero avvolta nel lenzuolo.

#Pronto?#

Una voce femminile ed assonnata rispose.

#Tomoyo!# sussurrò Sakura, a voce talmente bassa che sicuramente Shaoran non l’avrebbe sentita. E tantomeno Tomoyo.

#Pronto?#

Tomoyo diede in uno sbadiglio profondo.

Sakura alzò il volume della propria voce, spostandosi in bagno.

In equilibrio sulla vasca, cominciò a pensare a cosa realmente dirle.

#Tomoyo, sono io, Sakura!#

#Tesoro mio, come mai chiami a quest’ora?Tutto a posto?#

#Sì,tranquilla…Solo che…Solo che…#

Il silenzio, fedele compagno dell’amore, scese freddo.

#Oh, così mi fai preoccupare!#

#Non è nulla di cui ti debba preoccupare, ma…#

Il groppo in gola salì nel momento meno opportuno.

#Sakura, mi chiami di mattina presto, non riesci a parlare, dovresti stare a divertirti al matrimonio ed invece parli con me! E mi dici di non preoccuparmi?#

Il lieve rimprovero colpì Sakura. Già. Doveva divertirsi. E si era divertita, vero?

#Tomoyo…Ascolta…Hai presente Shaoran?#

Anche se Sakura non lo poté vedere, sul volto della sua amica si disegnò un sottilissimo sorriso.

#E allora?#

#Oh, Tomoyo, oggi abbiamo dormito assieme!#

#Buon per voi, qui c’erano dei lavori notturni e io e Eriol non abbiamo chiuso occhio…Aspetta un attimo, avete una stanza in comune?# chiese sospettosa la mora.

#Ecco, il fatto è che Shaoran praticamente…Bè, secondo tutti noi due siamo fidanzati!#

La voce di Sakura divenne concitata.

#Ah.# fu il secco commento dell’amica. Poi, parve pensarci su. #Cosa?!#

#Pare che…Insomma, lui non voleva andare al matrimonio facendosi credere single, e così ha portato anche me.#

‘Mi ha ingannata ’ pensò come una stupida.

#Oh. D’accordo, i dettagli saranno rimandati a quando tornerai…Ma…#

#Tomoyo, non è importante il perché mi abbia portato qui! È che…oh, cavolo, come fai a non capire?#

#Sakura, tutto quello che ho capito è che lui non voleva andare al matrimonio da solo e ha portato anche te, in qualità di sua pseudo-fidanzata.#

#Esatto.#

#Posto questo, qual è esattamente il problema?#

#Qual è il problema?QUAL È IL PROBLEMA?#

Ma perché certa gente a volte non vuole proprio capire?

Sakura iniziò a percorrere tutto il perimetro del piccolo bagno, dando chiari segni di nervosismo.

#Tomoyo, il problema è che…Tecnicamente, non ho solo dormito insieme a lui, anzi, la verità è che non ho dormito affatto e…#

#E che avete fatto, vi siete confidati le vostre pene alle due di notte?#

Tomoyo incominciava a divertirsi. Aveva capito perfettamente tutto, ma finché Sakura non avesse vuotato completamente il sacco, lei di certo non l’avrebbe aiutata.

#TOMOYO!HO FATTO L’AMORE CON SHAORAN!#urlò a perdifiato Sakura nel telefono, diventando di quella gradazione rosa shocking che Mei Lin aveva esatto per la sua casa.

#Era quello che aspettavo di sentirti dire!#rise la mora.

Sakura si risistemò sul bordo della vasca. #Beata te che ti diverti, io invece sono in una confusione pazzesca!#

#Ecco, ora sei tu che non capisci. Sakura, mi spieghi che male c’è?#

#N-niente, ma…#

#Ora stammi tu a sentire. So benissimo che pensi che solo il settimo possa renderti facile e storielle varie, ma tu ora hai un ragazzo che, credimi, ti adora! E se hai passato la notte insieme a lui, vuol dire che qualcosa la provi anche tu!Perché ora vuoi privarti di una storia che secondo me sarebbe perfetta? Per un cartoncino che tua madre ha disegnato quando non avevi nemmeno tutti i denti?#

#Non capisci.#

La voce di Sakura era diventata affannata, confusa, fragile.

#Io capisco solo che tu stai vivendo nel passato. Ma fai come vuoi, la vita è tua.#

Tomoyo era diventata improvvisamente dura. Quel cartoncino era stato l’unico argomento su cui avessero mai litigato.

Tomoyo sospirò. #Sakura, ora devo andare, mi dispiace. Ti prego, non rovinarti la vita.#

Così dicendo, chiuse la conversazione.

Sakura non ebbe il tempo di provare una qualunque reazione, dal momento che la porta si spalancò e ne entrò uno Shaoran seminudo.

B-buongiorno…”balbettò lei, non sapendo bene cosa dire.

“Ciao, mi chiedevo dove fossi finita…Poi ho sentito che stavi parlando…Tutto a posto?”

“Sì, come no.”

Sakura non sapeva mentire.

Gli occhi profondi di Shaoran la scrutarono, facendola sentire inerme.

“Hai…hai sentito tutta la conversazione?” domandò lei, col cuore che batteva all’impazzata.

“Oh, mi sono svegliato a “Qual è il problema”, se non sbaglio.

La sua voce dolce e attenta era quasi sarcastica.

“Ah. Scusami, non volevo svegliarti.”

La vergogna s’impossessò di Sakura.

“Non ti preoccupare, ci saremmo dovuti svegliare lo stesso, no? Il nostro aereo parte questo pomeriggio, abbiamo tempo per fare una passeggiata, ti va?”

Sakura lo fissò stolida, sorridendo nervosamente senza un preciso motivo. “Preferirei riposare, ti dispiace?”
“No, certo. Ehm…potrei lavarmi?”

Lei balzò in piedi, ricordandosi che era avvolta in un lenzuolo, oscillante su una vasca da bagno.

Ma…Come affrontare il discorso della sera prima?

Sakura si arrovellava, disfando ancora di più il letto, mentre Shaoran si faceva un bel bagno ristoratore.

 

Lei lo evitò per tutta la mattina, procrastinando così il famigerato discorso. E poi, cosa dirgli? “Sono stata benissimo con te, ma sei il numero sbagliato?” oppure l’odiato “Preferirei restassimo solo amici?”

Più ci pensava, più le sembrava ridicolo. È solo un ragazzo, si diceva, uno come tanti…Il sesto sarebbe potuto essere lui come chiunque altro.

Eppure i meandri del suo cuore sapevano che non era così.

 

“Sakura, mi raccomando, vieni a trovare questa povera donna, di tanto in tanto!”

Era arrivato il momento dei saluti.

Lei e Li avevano impacchettato tutto quel che avevano portato, e i novelli sposi li avrebbero accompagnati all’aeroporto, da cui poi avrebbero preso l’aereo per la Gran Bretagna-a Mei Lin era rimasta la fissa di voler vedere un vero campo di croquet.

Ed ora stavano salutando la signora Li.

Che strano, vedere madre e figlio uniti in un abbraccio così tenero e sofferto, e quella donna per cui si era tanto paventato così umana.

“Spero tu divenga presto parte della famiglia!”

La signora la stritolò in un abbraccio, ma lei si limitò a sorridere, mentre Shaoran le rivolgeva uno sguardo pensieroso.

Per tutto il tragitto, se non fosse stato per gli sposi, sarebbe calato il gelo totale. Mei lin aveva intuito che era successo qualcosa, ma non volle indagare più di tanto e barcamenarsi nei problemi altrui, non ora che era così felice.

 

“…A presto, ragazzi!”

Una Mei Lin entusiasta si diresse di corsa verso il proprio volo, seguita a ruota da uno Shin oppresso da un enorme bagaglio a mano.

E così rimasero soli.

“Dobbiamo aspettare ancora molto per il check-in, Shaoran?” domandò lei, quasi si rivolgesse a uno sconosciuto.

“Tre quarti d’ora, credo.”
“Bene, pensavo peggio.”
Silenzio. Chi aveva mai detto che un silenzio è molto meglio delle parole, bè…si sbagliava di grosso. Un silenzio dice molto di più. Un silenzio fa sentire in colpa. Un silenzio fa pensare a cose che ognuno cerca di nascondere.

“Come mai mi hai evitato per tutta la mattinata?” chiese lui, apparentemente noncurante.

“Non ti ho evitato, semplicemente ero impegnata con tutte le valigie e quelle persone da salutare!”

Risposta sbagliata.

“Ho fatto qualcosa che non va? Ti ho contrariato in qualche modo? Ti prego, devo saperlo!”

Lo sguardo che le rivolse assomigliava troppo a quello di un animale ferito perché Sakura potesse rimanere indifferente.

“Tu…non hai fatto niente che non va. Sono…sono io quella sbagliata.”
Trasse un profondo respiro, ignorando i sensi di colpa che le causavano crampi allo stomaco.

Shaoran l’abbracciò stretto, ma lei vi si abbandonò quasi senz’anima, come se fosse un guscio vuoto, senza provare nulla.

Perché dici così?”

“Shaoran…Io e te non possiamo stare insieme.”

Fu una doccia fredda che immediatamente raggelò il ragazzo.

“Ti ho mai parlato di mia madre?”

Lei si sciolse dall’abbraccio, mentre lui scuoteva la testa.

“So solo che è morta.”

“Ecco…Prima di morire, lei mi ha lasciato un piccolo cartoncino. E sai cosa c’era scritto?”

“No, se non me lo dici.”disse lui, irritandosi.
“Scusami, che stupida…Bè…Avevamo progettato insieme tutta la mia vita, perché lei ci fosse sempre, nelle scelte che avrei compiuto. Così, diventai medico. Così, sono cresciuta con due uomini in casa…”
“Non capisco cosa...”
“Mia madre mi parlò anche dell’amore.”lo interruppe. “Disse che il mio settimo fidanzato…sarebbe stato quello giusto.

Deglutì, ma in Shaoran le cose si stavano schiarendo.

E io che numero sarei?” domandò amaramente, temendo la risposta.

“Il sesto.”

 

“È semplicemente ridicolo.”

Il commento adirato di Shaoran non stupì Sakura più di tanto. Era abituata a sentirsi criticare.

“No.”

Si sforzò di mantenere la calma.

“Sì, invece! Tua madre non poteva prevedere la tua vita!”

“Perché no?!Io ho sempre creduto in mia madre!”
“Sakura, anche io, ma quando voleva che io scegliessi cose che…”
“Ed infatti ora sei un pasticcere single che stenta a sbarcare il lunario! Shaoran, tua madre aveva ragione!”

Sakura si tappò la bocca, rendendosi conto delle cattiverie che aveva appena detto. Non ci credeva, non ci credeva neppure lei…

Incominciò a singhiozzare.

“Difficile credere ad una persona quando piange.

“Voi…voi non capite! È così facile criticare, è così facile accusare qualcuno che ha avuto l’unica colpa di amare sua madre! È così facile credere che io non sia felice…Ma io lo sono. Non mi sono mai pentita di nulla.”

Tutte sciocchezze. E non era credibile nemmeno un po’.

Shaoran sorrise. “So che tu stessa non credi a quel che dici. Sei sconvolta, Sakura…E lasciami dire una cosa. È vero, ho problemi di affitto, è vero, sarebbe stato tutto molto più semplice se fossi rimasto in Cina! Ma…non sarei stato felice. E non ti avrei conosciuto. Sei…sei la cosa più bella che mi sia capitata in questi ultimi tempi. Il vederti ogni mattina sorridere, la tua maniera di chiedere le cose sempre così dolce…Ero talmente geloso di quel ragazzo.”
C-cosa?”

“Possibile che tu non capisca? Io ti amo, maledizione! TI AMO!”

Forse era tutto uno scherzo. Shaoran non poteva…amarla. Volerle bene, d’accordo…Averla come sua cliente preferita, ok…Ma amare…

Shaoran sembrava essersi liberato di un grosso peso.

Ed ora sai tutto. Non ti ho scelto per portarmi qui perché ti vedevo affaticata, perché volevo che tu rendessi il favore…ho colto la prima occasione per poterti dire quanto mi piaci…”
“Mi hai ingannata…” sussurrò lei con un filo di voce.

Ed è così sbagliato? Sakura, la verità è che neanche io ti sono indifferente, altrimenti non avresti mai accettato, altrimenti…non avresti mai passato la notte con me!”
Si era formato un piccolo capannello di curiosi, che Shaoran fulminò con lo sguardo. Ce l’aveva fatta. Le aveva detto quel che pensava. Ma non stava sortendo l’effetto sperato.

“Come ti permetti?! Mi hai trascinata qui con una truffa, ed ora sono io che ti inganno?!”

La voce di Sakura uscì strozzata di un’ottava.

“Non stai ingannando me, stai prendendo in giro te stessa.

Il check-in era aperto.

Sakura raccolse le sue valigie, furiosa come non lo era mai stata. E pensare…e pensare che era così speciale, quel ragazzo. Credeva avrebbe capito.

“Visto che siamo in tema di verità, voglio dirti una cosa. A casa c’è già il settimo che mi aspetta…E sono sicura che sarà perfetto!”
Shaoran alzò le mani. “Pensala come vuoi, ma mi hai profondamente deluso. Credevo di essermi innamorato di una persona stupenda, non di una bambina immatura che vive nei ricordi e non capisce quanto sia meraviglioso il presente.”

Una bambina immatura...

 

Fu devastante per entrambi.

In aereo, capitarono in posti lontani, e forse fu un bene, viste tutte le cattiverie che si erano rovesciati addosso.

Sakura non sapeva cosa pensare. Stava male, stava seriamente male. Non voleva ferirlo così, voleva che…che capisse che non era destino. Che rimanesse come amico.

Non riusciva a capire come avesse fatto ad innamorarsi di lei, e lei non se n’era mai accorta! Ecco quegli sguardi, quei teneri gesti…Quella notte…Tutto assumeva un senso, ora. Il puzzle era completo. Ma si erano incrinate delle certezze. S’insinuò in Sakura il dubbio che sia lui che Tomoyo avessero ragione. E se lei non fosse stata destinata a vivere come aveva predetto sua madre?

Sakura guardò le nuvole dal finestrino.

‘Se ci sei, mamma, dimmi cosa devo fare.’

 

Shaoran rilesse la stessa riga di quel giornale per la quindicesima volta. Non riusciva a concentrarsi. Lasciando perdere il quotidiano, si immerse nella contemplazione del paesaggio dall’alto.

Ma tutto quel verde ricordava gli occhi di Sakura.

Avrebbe dovuto sentirsi più leggero, no? Ora le aveva confessato tutto, non c’era più niente che dovesse sapere…E allora cos’era quel vuoto devastante? Quel gelo che gli bruciava dentro?

Ci aveva creduto, ad una storia con lei. Aveva sognato, quasi fosse un adolescente cotto a puntino. Non se ne discostava molto, in verità. La amava, la amava davvero…adorava la sua tenerezza, il suo essere sempre un po’ fuori dal mondo…Adorava tutto di lei.

Ma non capiva perché volesse vivere la vita di qualcun altro. Se solo avesse dato retta al suo cuore…

Ma poi, era veramente sicuro che se avesse scelto lui, sarebbe stata veramente felice?

“Sicuramente si tratterà di Yukito…” pensò a voce alta, riflettendo sull’ultima frase di Sakura.

‘C’è già il settimo che mi aspetta…’

“Chi, caro ragazzo?”
Il suo vicino pose l’orecchio.

“Oh, mi scusi, parlavo tra me e me.”
“Tipico innamorato. Sbuffò lui divertito.

“Come, prego?”
“Tipico innamorato. Sei innamorato cotto.”ripeté il buffo vecchietto.
“Oh.”

Shaoran arrossì visibilmente.

“E lei non ti vuole.”
“Lei non vuole volermi. Affermò Shaoran amaro.

“Oh, in questo caso è un altro paio di maniche.

Il vecchietto si stiracchiò, maledicendo la scelta della zona non fumatori.

“Tornerà, ragazzo.”
“Dice?” esclamò lui, con la speranza nel cuore.

“Nessuno può permettersi di combattere l’amore, non quando è così raro da trovare. Voi giovani avete il brutto vizio di cercare per anni l’amore romantico, e quando poi vi si presenta, siete così stupidi da non saperlo riconoscere.

“Sa che le dico? Ha perfettamente ragione. Dichiarò Shaoran, colpito.

“Me l’ha insegnato mia moglie.”
“Sarà una donna fortunata.”
“Sono stato io fortunato ad averla…E , grazie al cielo, prima che lei se ne andasse sono riuscito a dirle quanto l’avessi amata, e quanto l’amassi ancora.”

Shaoran non disse più nulla, scorgendo delle piccole lacrime negli occhi del suo vicino.

‘Ti prego, fa che si renda conto che non può buttare tutto così all’aria.’ Rivolse una preghiera ad un dio immaginario, o forse al cielo, o al cuore di quella ragazza che aveva catturato il suo.

 

“Ti accompagno io a casa.”
“Non ce n’è bisogno, davvero.

Erano atterrati, ed ora le loro strade stavano per dividersi. Per sempre? Per qualche giorno? Nessuno lo sapeva.

Shaoran insisteva per poterla accompagnare a casa, ricordandole che gliel’aveva promesso. Messa alle strette, Sakura accettò.

Le uniche frasi che si rivolgevano erano di cortesia, affettate, fredde e assolutamente anonime.

“Oh, cavolo…Potresti fermarti un secondo?”

Proprio ora doveva slacciarsi il reggiseno?

Armeggiando alla bell’e meglio sotto la maglietta, Sakura sbuffava in continuazione. Era così teneramente impacciata.

“Ti do una mano?”

“No, grazie, so cavarmela da sola.” Fu la risposta imbarazzata che ottenne.

“Sakura, ti ricordo che ho visto tutto quel che c’era da vedere…”
Shaoran roteò gli occhi.

Sakura arrossì, prima di comunicargli di girare a destra.

 

Erano arrivati.

Shaoran parcheggiò silenziosamente, aiutandola poi a togliere le valigie dal bagagliaio. Per un breve istante, le loro dita si sfiorarono, ma la magia tra di loro era compromessa irrimediabilmente.

“Ti aiuto a portarle di sopra?”
“Non ti preoccupare, ce la faccio.

Si potevano sentire solo i battiti del cuore.

“Allora…addio.”disse lei, evitando accuratamente di guardarlo negli occhi.

“Addio.”rispose lui, trattenendo la voglia di urlare che aveva.

 

Sakura recuperò una piccola scatola verde.

Aprendola, si rese conto con rammarico che non poteva infilarci niente che le ricordasse Shaoran. Anzi, no... magari c’era ancora la ricetta dei Sakuramochi che lui le aveva lasciato!

Controllando tra le sue carte, Sakura attraversò la casa da cima a fondo.

Era…desolatamente vuota. Niente a che spartire con i giorni di risate che aveva appena attraversato e…e...

Ecco la ricetta.

Sakura la infilò presto nella scatola, facendo uscire da quest’ultima un voluminoso cartoncino azzurro.

Sbarrò furiosamente la voce “sesto”, ricacciando a stento quelle strane lacrime ed una voglia matta di strapparlo.

 

 

 

Carissimi! Qui la sottoscritta ha approfittato di un po’ di febbre per aggiornare anche questa storia! Perciò, se il capitolo non vi sembra granché, diciamo che ho una leggera scusante! Scherzi a parte, finalmente siamo un po’ alla resa dei conti...è stato difficile da scrivere, volevo rendere bene questi due innamorati confusi, e spero di avercela fatta! Un grazie infinito a manu, kari89, DenaDena, Fallen Star, Katy 92, silgree 89, Topomouse, piajoe22(purtroppo nemmeno io lo trovo, sto provando in ogni modo!=,,,0) e fedina(sto preparando una oneshot sui pokèmon, poi te la farò assolutamente leggere in anteprima!)!Ovviamente anche un ringraziamento speciale va a quei lettori che leggono in silenzio e a cui spero di regalare emozioni!

Baci!

HikariKanna

 

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Capitolo 10
*** Il settimo è quello giusto? ***


Il settimo è quello giusto

Il settimo è quello giusto

 

Sakura ricontrollò per la terza volta il risultato sulla bilancia.  

“Dovrò decidermi a comprare delle batterie nuove, prima o poi...O a recarmi da un buon oculista.”concluse, staccando delicatamente i palmi dei piedi dalla piattaforma argentata, nemica di tanti adolescenti.

Si strofinò gli occhi...Era incominciato maggio, e nel migliore dei modi! Il compleanno della sua unica ed adorata nipotina...Una bella giornata di sole,poi...!

“Magari farò un salto in past...”

Non concluse la frase...La voce le morì in gola, e il suo sorriso entusiasta divenne improvvisamente consapevole. Non era la bilancia ad essersi sbagliata...Era lei che da un paio di giorni non mangiava più tanto. E soprattutto non iava più tanto. E sopratuttoandava più in...in pasticceria.

Da lui.

E sembrava così tanto...

Smettila di pensarci, implorò a se stessa, ignorando le grida del cuore ed infilandosi la prima maglietta che il guardaroba le offriva.

 

Tanto era inutile. Tanto ci pensava lo stesso.

Eppure, una persona si può zittire in tanti modi...Con le buone, con le cattive, con le minacce, con i ricatti, con promesse e blandizie...Perché non vale lo stesso col cuore?

Sakura si fermò su una panchina, ansante per la lunga pattinata che aveva deciso di fare. Tergendosi il sudore, contemplò a lungo gli strani giochi di luce che il sole si divertiva a creare...Stonava tutto così tremendamente.

Si sentiva come un’estranea, lì nella sua città, tra persone che forse non avrebbe mai più rivisto o che avrebbe amato un giorno...E si scoprì sola e vulnerabile come non mai.

Sui ciliegi ormai i fiori stavano lasciando posto a foglie e frutti...Segno di un cambiamento anche interiore di Sakura stessa?
E poi, a rifletterci...Com’è che nei film quando sei triste cadono acquazzoni immensi o grandini catastrofiche, e quando sei felice anche il sole sembra sorridere?

“Si vede che la vita non è un film...”sussurrò a se stessa, scatenando le occhiate incuriosite di un passante.

I ciliegi.

I petali che le sfioravano il viso arrossato.

Sakuramochi con il tè.

Un pomeriggio diverso.

Ed un unico grande pensiero.

Lui.

Scosse la testa, sentendo il sangue defluire. L’aveva fatto, l’aveva fatto di nuovo.

Aveva pensato a Shaoran, maledizione, attraverso un semplice ciliegio! Non doveva, era...solo una sevizia inutile.

“Ma non ti ha insegnato niente la filosofia, Sakura?! Prendi la vita così come viene...Sh...Shaoran è stata una stupenda parentesi, ma...niente di più.”

Un interessante monologo molto convincente, non c’era che dire.

“Sì, una stupenda parentesi...Mamma, ma non potevi decidere il sesto?” sussurrava quella stessa vocina pedante che tanto l’aveva asfissiata.

Sakura levò gli occhi al cielo, come un animale ferito, gli occhi che cominciavano a lacrimare.

No...Basta lacrime...

Ricordava quel 28 aprile, quando Touya l’aveva trovata a piangere sul letto, su quel cartoncino. Su quel numero 6.

Per cosa, poi? Lei nemmeno lo amava!...Vero?

“Vero che non ami Shaoran, eh, Sakura?” si chiese con un fil di voce.

Ma non ebbe la forza di rispondere, o la possibilità, perché una voce roca e gentile la distrasse dai suoi contorti pensieri e ragionamenti.

“Sakura! Come mai da queste parti?”

Il suo cuore prima o poi sarebbe andato in sciopero.

“Yukito!”sussultò, parzialmente dimenticando le sue pene.

Il medico aveva sempre quell’espressione dolce e pensierosa che lo contraddistingueva, ma stavolta accompagnata da una leggera curiosità. Sorrise, accomodandosi accanto a lei.

“Posso?”
“Certo!”si affrettò a rispondere lei, distanziandosi appena da lui.

Il suo cuore batteva forte, ma non era quel che era successo con Shaoran. Forse era quello l’amore, sì.

Silenzio.

Ancora una volta, in quei giorni.

E in fondo, cos’era stata la sua se non una vita di silenzi...?

“Allora, ci vedremo stasera, no?” domandò lui, parzialmente a disagio.

Aveva sempre adorato Sakura, quasi fosse la sua sorellina minore, ma quel giorno un velo di tristezza le aveva offuscato gli occhi ed aveva eretto un muro insormontabile di incomprensioni. Che lui non aveva i mezzi per scalare.

“Stasera?” fece lei, presa alla sprovvista.

Avevano un appuntamento? Qualcosa relativo all’ospedale?

“Sì, per Nadeshiko...”

No, Sakura non era lì, non con la mente, concluse Yukito osservandola attentamente.

Era troppo triste per essere lei. Era troppo grande per essere lei.

“Oh,che sbadata! Ma certo!!”

La castana si batté una mano sulla fronte, stupendosi per tanta stupidità. Anche Yukito era stato invitato, ovvio!

“A questo proposito, avrei un enorme favore da chiederti...Sempre se sei disposta a farmelo, è chiaro.”

“Dimmi pure”sussurrò lei, con la voce più dolce che le riuscì.

“Sai...Io non ho figli...Non sono nemmeno fidanzato...Ma credo che tu possa essere la persona giusta...”

Sakura sbarrò gli occhi. Era una dichiarazione? Sarebbe stato il settimo?

Però, nei programmi fatti da bambina pensava di meglio.

“Per...per cosa?”cercò di guadagnar tempo.

“Mi sembra ovvio.”

Yukito si scompigliò i capelli, arrossendo impercettibilmente.

La voce di Sakura usciva inarticolata.

“Oh, mi vergogno anche a chiedertelo...!”

Davvero l’amore è così scontato?

Il medico le prese delicatamente le mani, fissandola insicuro.

Allora forse la vita è davvero un film.

Ma il viso deluso di Shaoran compariva ancora nella sua mente confusa, mentre Yukito la implorava: “Ti prego, non so proprio cosa regalare alla piccola Nadeshiko!Sicuramente tu conosci i suoi gusti!”

Non sapeva se essere delusa o rassicurata.

Yukito in fondo era stato equivoco, ma non intendeva un fidanzamento...

“Conta pure su di me!”

La sua voce uscì denaturata...La vita è un film, certo. Ma il bello è che gli attori recitano senza copione.

 

Alla fine, avevano comprato una bambola...un classico per le bambine.

“Grazie, davvero! Non so cos’avrei fatto senza di te!”

Yukito le schioccò un bacio sulla guancia, uscendo dallo stesso negozio dove Sakura aveva acquistato l’orsacchiotto rosa per la nipote.

“Ma figurati, l’ho fatto con piacere.”

Un sorriso flebile smosse leggermente le labbra di Sakura.

“Ti accompagno a casa, ti va?”
“Sicuro!”accettò lei.

Sebbene camminare con i pattini in mano non fosse la cosa più agevole del mondo, Sakura si sentiva felice. Era il primo passo per superare la tristezza.

“Sai, oggi avrei anche una cena di lavoro...” interloquì Yukito, desideroso come non mai di capire cosa stesse passando per la mente della ragazza.

“Uh, e a che ora?”
“Bè, ad ogni modo penso che per le 21 la festa sarà finita, no?”

“In effetti...compie pur sempre 6 anni!”ridacchiò Sakura, sforzandosi di ridere e divertirsi.

“Già! Il problema è che sarà una cosa noiosissima...”
“Ci saranno vecchi colleghi?”
“Temo di essere il più giovane...”sospirò Yukito, rassegnato.

La sua faccia era così buffa che a Sakura non poté non scappare un sorriso di comprensione.

“Ehi, ho un’idea! E se venissi con me?”

Il sorriso si trasformò in un’espressione dubbiosa.

“Io?Con te?”
“Sei sempre una dottoressa, no? Sempre se non hai di meglio da fare.”aggiunse cortese.

-A parte compiangermi addosso, no...Farà male accettare?-ponderava internamente Sakura, quando un petalo le sfiorò il viso.

Decisa, rispose di sì.

L’avrebbe accompagnato.

“Perfetto, allora...Ci vediamo questo pomeriggio e poi ti porto al ristorante.”

Yukito la salutò con un bacio sulla guancia ed un gesto affettuoso della mano, che Sakura ricambiò a stento.

Quantomeno avrebbe passato una serata diversa.

 

“Auguri, tesoro mio!!”

Casa di Touya e Kaho, le sei e mezza di pomeriggio.

Sakura, vestita di una semplice gonna e una camicia bianca, abbracciò stretta la bambina, che stava avidamente scartando i pacchetti dorati di altre amiche.

“Zia Sakura!”rispose la bambina soffocata dall’abbraccio.

“Lo sai che è venuta anche quell’antipatica di Reika?”sussurrò piano. “Ma tu non le dire che è antipatica, anche perché mi ha regalato uno zainetto bellissimo!”

“Non glielo dirò, promesso.”rise rallegrata la zia, depositando il regalo su un mucchio di doni ancora da scoprire.

Per il resto della festa, Nadeshiko non la considerava più di tanto, impegnata com’era ad intrattenere gli amichetti.

Ma era anche normale, ricordava suo fratello che non la voleva assolutamente tra i piedi quando con lui c’era Yukito.

A proposito, lui non c’era ancora.

“Sakura!”
“Kaho!”

Le due cognate si salutarono cordialmente. Erano entrambe molto dolci, molto simili di carattere...Completamente contrapposte a Touya, il padre della festeggiata.

“Nadeshiko è entusiasta, a quanto vedo...”incominciò Sakura.

“In realtà, lei è sempre così. È il bello di essere bambini, no?”

“Già...”
Vero. Quanto invidiava i bambini. Così veri, senza problemi. Eppure così facilmente influenzabili.

“Ciao sorellina.”
“Fratello...”

Touya le scombinò i capelli, com’era solito fare quando vivevano ancora insieme.

“Dai, smettila!”si lamentò lei.

“Cos’è, vuoi essere perfetta per la cena di stasera?”la prese in giro lui, beffardo.

“Touya, finiscila”lo rimproverò bonariamente la moglie “Pensa piuttosto a servire le vettovaglie.”

“Ma questi bambini mangiano in continuazione!” accusò lui, obbedendo comunque.

“Fa sempre così...Un po’ testardo, ma un cuore d’oro.”

“Sì, lo conosco bene...Però è cambiato tanto.”rifletté Sakura, scrutando l’espressione amorevole che Touya aveva assunto guardando sua figlia.

“Sakura, Kaho!”

“Yukito, finalmente sei arrivato!”lo salutò la padrona di casa.

“Ciao...”mormorò Sakura, presa in contropiede.

Era elegante, fin troppo per una festa di bambini.

“Pronta per stasera?” sorrise lui.

“S-sì.” Sorrise lei di rimando.

Giusto, non era così ricercato per dei mocciosi. Avevano una cena tra dottori, in seguito.

“Bene,perché io no.”tentò di fare dell’ironia,lui.

Peccato che lei non fosse dell’umore giusto per accogliere quel tentativo di farla sorridere.

 

Il tempo passò troppo in fretta perché Sakura fosse psicologicamente pronta, e in men che non si dica lei e Yukito si ritrovarono a dover salutare chi il fratello, chi il migliore amico...E a salire in macchina, diretti per un’ignota prova.

“Tesa?”
“Ma...ma no, perché dovrei?”
“Eppure sembra il contrario.”fu la lapidaria risposta di Yukito.

Sakura lo osservava curiosamente. Non aveva mai fatto caso a quanto apparisse stanco e non lo desse a vedere, a quegli occhi velati di una strana malinconia...A quel nome, Yukito, che si adattava così bene alla sua persona e non a lei.

Neve...Ma la neve uccide i fiori di ciliegio.

Che strano ragionamento, e poi, perché le veniva in mente adesso?

Quanti scheletri nell’armadio avrebbe ancora ricacciato dentro fino a nuov’ordine?

“Siamo arrivati.”

Non era abituata a frequentare quel quartiere di Tokyo, forse troppo chic.

E si sentì decisamente un pesce fuor d’acqua, quando varcò la soglia dell’appartamento esclusivo di un insigne dottore semisconosciuto al pubblico.

Troppo semplice, sembravano accusare le occhiate delle mogli e fidanzate.

Troppo vera.

Sakura tentava di sorridere.

Dopotutto, anche con la madre di Shaoran aveva avuto questa brutta sensazione e poi tutte le sue preoccupazioni erano svanite nel nulla.

Con la madre di Shaoran.

Si diede una botta in testa per autopunizione, e scelse decisamente il momento meno opportuno.

“Sakura, ti presento il...Ma che fai?”

La voce di Yukito prese una piega strana, inconsulta, che lei non gli aveva mai sentito prima.

“N-niente...Una zanzara, sono così fastidiose!”

“Convengo”sorrise educatamente il luminare “specialmente in estate, quando sono presenti.”

“Oh...certo.”

Prima figuraccia.

“Ad ogni modo, piacere, sono Sakura Kinomoto!”

Protese goffamente una mano, che lui accettò senza riserve.

“Il piacere è tutto mio, io invece sono il dottor Kurosawa.”

Forse si aspettava che Sakura gli chiedesse com’era arrivato all’apice della sua carriera, che cosa ne pensasse della ricombinazione dei nucleotidi nel patrimonio genetico umano, a giudicare dall’ espressione delusa che assunse presto.

“Scommetto che lei è la sua fidanzata!”ipotizzò divertito, volendo un po’ rianimare la situazione, prima di passare a tavola.

“Oh, no, io...”
“Ma certo! Io e Sakura stiamo insieme!”si affrettò a rispondere Yukito.
COSA?

“Formate proprio una bella coppia...Ora scusatemi, ma ho altri invitati da accogliere!Con permesso...”

Lo scienziato si dileguò, intuendo che qualcosa non andava per il verso giusto.

Chissà...Forse era il viso attonito di Sakura?
Forse l’espressione nervosa di Yukito?
Una bugia pesante che aleggiava nell’aria.

“Tu...sei il settimo.”riuscì solo a dire lei, prima che lui la trascinasse fuori, su un piccolo terrazzo.

 

“Mi dispiace, non volevo dirlo...Mi è uscito del tutto spontaneo.”

I due sul terrazzo guardarono la luna diventare l’unica scintilla nella notte nera, accompagnata pian piano dalle sue figlie stelle.

“Mi...mi hai colta un po’ in contropiede.” ammise Sakura, nascondendosi una mano dietro la nuca.
“Era quello che volevo ottenere...credo.”
“Come, scusa?” fu la confusa risposta di Sakura.
“Sakura...Se ti ho portato qui, stasera...In realtà...é stato tutto un pretesto.”

Lui la guardò dolcemente negli occhi, avvicinandosi di poco.
“Non...non capisco, Yukito.”

“Tu non dovresti essere qui.” decretò con calma lui.

Tutto questo sapeva di ridicolo.
“Mi ci hai portato tu, ricordi?”

“Sì, lo so...La verità è che devo parlarti, Sakura. Io...uh, è difficile dirlo, ma...Tu mi piaci, e tanto, sai?”

Choc.

L'unica parola in grado di descrivere lo stato di Sakura.

Come...come definire quella sensazione?
La liberazione di una lunga pena durata anni?

La sensazione di comprendere solo in quel momento il vecchio adagio "Stai attenta a quel che desideri"?

Oppure...

Sakura era tremendamente in forse. Quanto tempo il suo cuore aveva aspettato?

Ricordava con dolore e sorrisi i pomeriggi che passava da bambina ad invidiare suo fratello che aveva Yukito tutto per sè.

E gli sforzi fatti per dimenticare il suo sorriso.

La volontà di farlo diventare il settimo.

Perchè fosse quello giusto.

Ed ora che ce l'aveva fatta...

C'era come un vuoto. Come se in tutti quegli anni quel desiderio fosse diventato talmente tanto parte di lei, che ormai non sortiva nessun effetto.

Non era così che doveva andare.

"Cosa?"

"Sì, mi piaci." ripeté lui, con la solita calma che lo identificava, avvicinandosi ancora.

"Tu...Io non ti posso piacere!"esclamò Sakura, in preda al panico.

"Perché no? Sei carina, un ottimo medico, dolce, simpatica, un po' tra le nuvole...Sei perfetta, Sakura."
Lei arrossì di piacere per i complimenti. Yukito di solito non era così...così esplicito!

"Io ti piaccio, no?"

Quando era diminuita così tanto la distanza tra di loro?

"T-tu...io..."

Il cuore di Sakura batteva all'impazzata, furiosamente, nel tentativo di articolare qualche parola. Certo che le piaceva.

E allora perchè il palato era bloccato?
Senza aspettare una risposta, Yukito le appoggiò le mani sulle spalle, fissandola con i suoi caldi occhi nocciola nei suoi occhi smeraldini.

"E poi sono il settimo, no?Quello giusto..."

Come...Come faceva lui a saperlo?

Sakura non ebbe il tempo di pensare, dal momento che lui si stava paurosamente dirigendo verso le sue labbra.

Un bacio da Yukito.

In quelle frazioni di secondo che la dividevano dal fatidico momento, Sakura vide dentro di sè sprazzi di ricordi lontani.

Lei con il cartoncino che cerchiava il numero 7.

Lei al funerale di sua madre.

Lei che veniva sgridata da Touya per essere sempre tra i piedi.

Lei e le sue corse.

Lei e Tomoyo che rimanevano sveglie alle tre del mattino per parlare di problemi di cuore.

Lei e il suo primo amore.

Lei e la sua laurea in medicina.

Lei e Shaoran.

 

Quell'ultimo ricordo la fece allontanare da Yukito instintivamente, tanto che lui rimase quasi sospeso a mezz'aria.

Con gli occhi chiusi per la fatica, Sakura interruppe bruscamente il contatto, sia visivo che fisico, sentendo confluire il sangue alle orecchie.

Yukito sorrideva, impassibile.

"Cosa c'è, Sakura? Io...Scusami, credevo di piacerti."sospirò lui, guardando in alto, lontano.

Sperava che il suo atteggiamento la inducesse a capire.

"Io...Non ti riconosco più, Yukito! Tu... mi piaci tantissimo, ma...ma..."arrancò faticosamente lei.

"Ma non nel senso che credevi tu fino a poco tempo fa."puntualizzò lui, con quella smorfia sempre dipinta sul viso.

Sakura era diventata di un delizioso color scarlatto.

"Non ci capisco più niente, Yukito...Tu davvero sei innamorato di me?"

Si era nascosta il viso tra le mani, e i suoi occhi indagatori lo fissarono dall'intreccio, in cerca di risposte.

"Sakura... Rispondi sinceramente. Perché non ti sei lasciata baciare, se allora ti piaccio tanto?"glissò il medico.

Domanda da milioni di yen.

"Bè, perchè...Non me l'aspettavo, insomma! Mi avevi semplicemente detto che saresti stato felice se io ti avessi accompagnato, vista l'età media delle persone che si trovano in questo luogo!Volevo un...Quantomeno un minimo di preavviso!"improvvisò.

"Gli innamorati non chiedono il permesso...Sakura...Tu non mi hai baciato semplicemente perché non mi ami."

Secco, preciso, diretto.

Yukito si riassettò gli occhiali, ma stavolta il suo sorriso era più addolorato.

"Io...Non è vero!"
"Sakura, non mentire. Tu non mi ami. Ma io sono il settimo. Cosa ne deduci?"

Domanda da miliardi di yen.

"Yu-yukito, io...Tu sei il settimo, lo so...Ma, maledizione, non lo so perchè non ho avuto il coraggio di...! Io...Non so più che cosa pensare!"esplose, mentre le lacrime incominciavano a far sentire la loro scomoda presenza.

Yukito le prese una mano.

"Tu non dovresti essere qui, a maggior ragione non dovresti essere qui con me."

"C-che?"

"Ho parlato con Touya, qualche giorno fa. In realtà, è stato proprio lui a spiegarmi tutta la vicenda. Del fatto del cartoncino, di come tu sia diventata una dottoressa per una promessa fatta a tua madre...Di come ti ha vista piangere dopo che sei tornata da Hong Kong, con quello Shaoran..."
L'aveva fatto decisamente apposta a guardarla negli occhi mentre pronunciava il suo nome.

Shaoran.

Shaoran...

Le lacrime scesero impietose.

"Sakura, non metterò mai in dubbio quanto tu ami tua madre, e l'ultima cosa che vorrei sarebbe di mancare di rispetto alla sua memoria...ma non ti è mai venuto il dubbio che lei semplicemente non abbia potuto prevedere tutto questo?"

Yukito si strinse la braccia al petto, incrociandole e appoggiandosi alla ringhiera della piccola veranda.

Sorrise, pensando che il suo migliore amico l'avrebbe dovuto ringraziare in eterno.

Sakura non rispondeva. Erano troppe le domande che l'assillavano...

Ma una più di tutte.

Se Yukito avesse veramente ragione.

"Mia madre mi voleva solo bene." si giustificò.

"Ed allora ti sposerai con me perché ritieni che abbia avuto ragione?" la provocò lui.

"Sakura..."continuò "Sei ancora in tempo per cambiare tutto. Rassegna le dimissioni. Corri. E abbandona questi vecchi sapienti che credono di avere la scienza infusa. Va da chi ami veramente. Non perdere altro tempo, qui."

Perle di saggezza erano appena uscite dalle sue labbra, quando Yukito si accorse che forse era lui il primo a dover applicare certe norme.

"Tu credi che...Sia la cosa giusta?" singhiozzò lei, in preda a dei convulsi nervosi.

La sua mente si rifiutava di razionalizzare la cosa.

"Sì. E sai che ti dico? Ti accompagno io in macchina, alla faccia di questa cena di lavoro!"

Le afferrò una mano, trascinandola dentro.

Come aveva potuto essere così cieca?

Lei non amava Yukito. Lei lo adorava... Ma come un fratello, non come un amante.

E l'ultimo pezzo di quell'ingarbugliato codice che è l'amore finalmente trovava la sua pace.

Lei amava Shaoran.

Nulla di più semplice e complesso.

Ormai non si sforzava nemmeno più di tamponare le piccole stille salate che le correvano lungo la guance, nonostante le occhiate stupefatte degli astanti.

"Yukito...Ti potrò mai ringraziare abbastanza?"

"Già il vederti sorridere è un ottimo inizio."

Il professor Kurosawa non aveva capito il motivo di tanta sollecitudine nell' andar via, ma i due non se ne curarono granchè.

"Ti accompagno a casa di Shaoran?"domandò lui, mettendo un po' di musica dalla radio dell'auto.

"Non so nemmeno dove abiti!" ammise lei, ridendo per il sollievo.

Lo amava.

Lo amava! E dubitava che quel sorriso ebete stampato sul suo viso se ne sarebbe andato in fretta.

"Fantastico." fu il commento ironico. "Dobbiamo girare tutta Tokyo?"

"Dai, ci penserò domattina..."

"Certe cose non possono aspettare."

Cos'era, un paladino degli innamorati, oramai?

"Yuki...hai già fatto tanto per oggi. Non c'è bisogno che ti sforzi ancora...Portami a casa."

"Ai suoi ordini, madamigella."fece il galante.
E mentre l'auto sfrecciava a tutta velocità, Sakura realizzò che in fondo non sapeva nemmeno dove abitava, che non aveva il suo numero di telefono, che non sapeva quanto era alto, quali cibi adorava, neppure quando fosse nato!

'E credi che sia importante?'sussurrò la solita vocina seccante.

'No.' fu il commento tranquillo della sua mente e del suo cuore insieme.

Finalmente andavano di pari passo. Senza nemmeno un'esitazione.

'...Era proprio questo ciò che volevo sentirmi dire.'

La vocina misteriosamente si dileguò, con un'ultima frase.

'Ora sì che tua madre sarebbe fiera di te.'
'Lo so.'

Sakura guardò fuori dal finestrino la città illuminata quasi a giorno, e la notte nera come la pece che contrastava.

In cielo le stelle brillavano intensamente.

E Sakura le ringraziò. Perché aveva capito che sua madre le avrebbe voluto bene, sempre e comunque. Che anzi l'avrebbe biasimata, lei che aveva sposato sua padre contro il volere di tutti.

E comprese che la vita di ognuno è unica ed irripetibile... perciò va vissuta fino in fondo, senza costrizioni.

Yukito la osservava con la coda dell'occhio. Sperava solo che Shaoran accettasse il suo amore...Che tutto andasse per il meglio.

"Sai, non c'era riuscito nessuno a farmi cambiare idea." esclamò Sakura sovrappensiero.

Yukito se ne sentì lusingato.

"Credo di esserci riuscito solamente perché ti ho quasi baciata!"ironizzò lui.

Sakura sorrise, sentendosi leggera come un piuma.

L'indomani sarebbero successe due cose importanti: suo padre finalmente sarebbe tornato a casa dopo ulteriori controlli, e poi...E poi sarebbe tornata in pasticceria, l'avrebbe rivisto dopo quei pochi giorni di tortura.

L'avrebbe rivisto per riaverlo sempre con sè.

Aveva paura, certo, che lui la respingesse...ma contava sull'amore che lui le aveva dimostrato tante volte e che lei, sciocca, aveva rifiutato!

'Ti prego, non mi ferire...'formulò tra sè e sè, rivolgendo una preghiera al suo cuore e congiungendo le dita fredde e madide di sudore.

Yukito sorrise, nel vederla così in pena e allo stesso tempo così speranzosa.

Entrambi sapevano di aver fatto la cosa giusta.

 

 

Ragazzi...siamo finalmente al penultimo capitolo! Non avete idea di come Word  mi abbia fatto penare, maledetto...Questo cap, infatti, era già pronto il 19, ma poi le ultime tre pagine me le aveva cancellate(mi erano uscite perfette...ç_ç)...E quindi sotto di nuovo a scrivere!!
Cavoli, sono contenta di aver scritto questo cap fondamentale! Grazie al cielo Sakura si è resa conto di tutto!=) Ed ora...pronti per il prossimo, l'ultimo??
Spero di riuscire a pubblicarlo entro il 2 novembre, data in cui questa fic festeggerà un anno!(allegria, visto il giorno!)

Ed ora ringrazio tutti voi,piajoe22, DenaDena(tesoro mioooo!grazie veramente di tutto!),manu,memi(ormai mi segui anche qui!XD),sakurabethovina, fedina, topomouse...E Kari89 che oggi fa 18 anni!!Teso questo cap è per te!Ma non ti preoccupare, sto scrivendo una oneshot più o meno taiora per te!!Spero di riuscire a pubblicarla per stasera!Tvbenissimo! Un ringraziamento doverosissimo anche a chi legge senza commentare e a chi ha messo questa storia tra i preferiti!

A prestissimo!
HikariKanna

 

 

 

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Capitolo 11
*** La mia scelta sei tu ***


Il settimo è quello giusto

Il settimo è quello giusto

 

“Adesso basta! Vedrai che andrà tutto per il meglio!”

Eriol rinunciò a contare le innumerevoli volte in cui la sua Tomoyo rivolse parole  d’incoraggiamento del genere a Sakura.

Era un’assolata mattina di inizio maggio, una di quelle in cui gli studenti non possono fare a meno di pensare quanto sia sprecata la loro esistenza tra quattro grigie mura.

Il sole splendeva alto nel cielo, ormai faceva caldo e si stava fortunatamente avvicinando l’ora di pranzo.

Ma lo stomaco di Sakura non ne voleva sapere.

E così, hai rassegnato le dimissioni?”

Con voce pacata, Eriol si rivolse alla sua amica, che sembrava camminare verso quella pasticceria sui carboni ardenti.

“Oh, sì...Non è stato facile, tutti erano affezionati a me, ma...è stato giusto così. Si ritrovò a rispondere Sakura.

“Sai, sono fiera di te.”interloquì Tomoyo, aggrappandosi al braccio del suo fidanzato.

“Era ora che rinsavissi. Certo, non pensavo che in un sol giorno avresti potuto prendere tante decisioni!”rise.

Sakura arrossì di piacere, sentendosi davvero in pace con la propria coscienza.

“È ancora molto lontano?” domandò il ragazzo, sentendosi estraneo a ciò che Sakura di lì a poco avrebbe compiuto.

Sakura era arrivata di mattina presto a casa Hiragiizawa, ansante di gioia e di speranza.

Concitata, aveva dichiarato ai due piccioncini che era appena stata all’ospedale, dove avevano dimesso suo padre e dove lei aveva ufficialmente smesso di lavorare.

Come se la portata della notizia non fosse già di per sé strabiliante, aveva aggiunto che amava Shaoran, e che era fermamente intenzionata a dirglielo la mattinata stessa.

Al che, i due non riuscivano a comprendere il loro ruolo in tutto quello, per quanto ne fossero felici...Quando Sakura li implorò di accompagnarla, solo per sostegno psicologico.

Ed ecco il motivo per cui tutti e tre camminavano velocemente in direzione della pasticceria dove lavorava il ragazzo, chi con una punta di curiosità, chi con gioia, chi infine con una tremenda tachicardia.

Sakura sentiva il suo cuore battere in una maniera forsennata, e tutti i dubbi ora le affioravano.

‘E se non mi vuole?’

Vagando come un’anima in pena, non si curava di chi urtava o di quanto fossero diventati distanti Tomoyo ed Eriol...In quel momento importava solo il suo discorso.

Con che faccia si sarebbe presentata da lui, che stava sicuramente servendo sorridente?

E se invece fosse tremendamente triste per il suo stupido atteggiamento?

Tutte queste domande attanagliavano Sakura, ma non ci fu modo di rispondere loro.

Ecco la pasticceria.

Ansanti per la corsa, Tomoyo ed Eriol raggiunsero Sakura in fretta.

“Lo sai che quando ti ci metti vai dannatamente veloce?!”l’apostrofò Tomoyo, sistemandosi il bel foulard attorno all’esile collo.

“Vogliamo entrare?” fece gentile Eriol, notando il groppo in gola che Sakura non riusciva a scacciare.

 

Come al solito, era piena.

Bambini accompagnati dalle proprie nonne, coppiette, genitori che cercavano una torta speciale per il compleanno del proprio figlio...

Sakura si sentiva così avulsa, in mezzo a tanta felicità.

“In cosa posso esservi utile?”

Una ragazza con una lunga coda castana li accolse con un sorriso, a cui risposero nervosi.

Non vedevano Shaoran da nessuna parte.

“Cercavamo il signor Li.” Comunicò impassibile Tomoyo.

“Oh”fece quella, visibilmente delusa “Mi dispiace, Shaoran si è preso qualche giorno di ferie. Ad essere sinceri, sono qui per sostituirlo...Non so proprio come aiutarvi.”

Considerando la questione chiusa, la giovane distolse la propria attenzione da loro per rivolgersi ad un arzillo vecchietto.

“Mi scusi”la interruppe Sakura con foga “Ma devo assolutamente sapere dov’è Shaoran!”
“Glielo ripeto” replicò quella con falsa cortesia “Si è assentato per motivi personali, non ho la benché minima idea di dove sia.”

Sakura sentì una fitta al cuore. Motivi personali...

E allora ci dia il suo indirizzo.”

Tomoyo, con fredda razionalità, non reputava affatto chiuso l’argomento.

Non ne sarebbero usciti così.

“Non sono autorizzata a fornire dati del genere, quand’anche lo sapessi. Rispose la giovane, in palese difficoltà.

Cosa sta succedendo qui?”

Un altro pasticcere uscì da una piccola stanza attigua, con immenso sollievo di Sakura.

Era stato proprio lui a dirle, qualche giorno addietro, che Shaoran aveva il giorno libero.

Che ironia della sorte! Adesso si ritrovavano, anche se ignoravano l’una il nome dell’altro.

“Nulla, i signori se ne stavano andando.”

“Affatto” disse Eriol, rivolgendosi infine all’uomo. “So perfettamente che non sarebbe lecito quant’altro, ma...”
“Usciamo un attimo, per favore.

Una volta fuori, Eriol continuò a parlare in nome di Sakura.

“Abbiamo assolutamente bisogno di conoscere la via in cui abita Shaoran.

Si rassettò gli occhiali, mentre quello ribatteva: “Non potrei darvelo, lo sapete.”
“Senta...” intervenne Tomoyo. “Lo sappiamo, lo sappiamo bene, ma...”
Guardò teneramente Sakura, che si ostinava a tenere gli occhi bassi e a fissare un punto imprecisato nel suolo.

L’uomo la scrutò.

Anche lui ricordava le circostanze in cui si erano rivolti.

“Ok, d’accordo. Dal momento che credo che sia lei l’incarnazione di motivi personali di Shaoran...Ve lo darò.”

Sospirò.

Sakura alzò gli occhi, arrossendo.

Quando i loro sguardi si incrociarono, bastò un sorriso colmo di gratitudine a fungere da ringraziamento.

 

“Non dovrebbe essere molto lontano.”decretò Eriol, cercando la strada che aveva loro indicato Kido(era questo il suo nome, e Sakura lo rammentò non appena svoltarono l’angolo).

“Sakura...Sei pronta?”

Tomoyo le toccò affettuosamente un braccio.

“Sì, credo.”rispose lei, con quanta più naturalezza aveva in corpo.

“A proposito, ma il cartoncino che fine farà?” s’intromise l’unico uomo del gruppetto.

Sakura si fermò, basita.

Il cartoncino!

Se lo avesse portato da Shaoran, lui avrebbe capito tutta la storia...L’avrebbe perdonata...

Doveva assolutamente recuperarlo!

“Oh kami, devo tornare a casa a riprenderlo!!” strepitò, esasperata.

Ma dai, a cosa ti può servire?” domandò Tomoyo, stupita.

“Così...Capirà e...”

Non concluse la frase, poiché cominciò a correre speditamente.

Tomoyo fece per raggiungerla, ma Eriol la fermò con un braccio.

Sakura stava gridando qualcosa: “Non vi preoccupate per me! Avete fatto già tanto! Ora tornerò da Shaoran col cartoncino e...”
Il resto della frase lo conobbe solo il caldo vento primaverile, che vide allontanarsi la figura sempre più sfocata di Sakura sempre di più.

Eriol allentò la presa.

“Tu credi che ce la farà?”sospirò Tomoyo, rassegnata ai colpi di testa dell’amica.

“Guarda quel fiore, amore.”

Eriol indicò un piccolo ciliegio che si ergeva di fronte a loro, ma più precisamente un bocciolo che prima o poi sarebbe divenuto uno splendido fiore.

“Io credo che fra un po’ sboccerà.”
“Lo credo anche io” convenne Tomoyo “Ma ora cosa c’entra?”
Eriol si limitò
a risponderle dapprima con un sorriso.

“Per Sakura sarà lo stesso.”

 

Certo, come aveva potuto essere così stupida?! Quel pezzo di carta azzurra sarebbe potuto diventare un ottimo alleato per la sua missione...

‘Non ho mai fatto tante cose per amore...’ si ritrovò a pensare mentre saliva a perdifiato le scale di casa sua.

Eppure, era entusiasta.

Bussò, sperando che suo padre le aprisse.

“Già tornata, tesoro?” la salutò Fujitaka, insolitamente in forma per uno che era appena tornato dall’ospedale.

Aveva in mano delle cesoie ed un annaffiatoio.

“Papà, ma cosa stai facendo?” esclamò divertita lei, entrando nella sua stanza.

“Bè, non è che tu ti sia curata granché delle mie camelie, mentre io ero via... la criticò lievemente lui.

“Scusami...Avevo un po’ di pensieri per la testa...”ammise colpevole lei, aprendo la scatola verde.

“Come mai stai aprendo quella scatola?”

“Devo mostrare il cartoncino a Shaoran.”rispose, stranamente sicura.

“Non hai mai voluto che qualcuno lo guardasse. Notò con tenerezza il padre.

“Papà”

Sakura indirizzò il proprio sguardo alla foto di sua madre, e poi alla finestra.

“Hai mai avuto la sensazione di aver fatto tanti sforzi per costruire qualcosa, e poi renderti conto che questo qualcosa era troppo fragile per essere ciò che volevi veramente?”

Fujitaka capì che finalmente qualcuno le aveva aperto gli occhi.

“Tante volte, figlia mia. E altrettante volte ho ricostruito. Sakura...Non eri destinata a quella vita. Guarda tua madre, che mi ha sposato giovanissima contro il volere dei suoi genitori. Guarda tuo fratello, che ha combattuto contro molti per avere Kaho. E guarda te stessa...Sei troppo bella per vivere una vita preconfezionata.”
Le carezzò gentilmente una guancia. “Ma l’importante è che tu l’abbia capito in tempo.

Sakura sentì gli occhi pesanti.

“Tu credi, papà? E se anche questa non fosse altro che un’illusione?”
“Non ti resta che scoprirlo a tue spese.”
Sakura si morse le labbra, mentre suo padre si allontanava per curare i suoi fiori.

“Devi riflettere su una cosa soltanto, Sakura. Più si cerca di evitare il dolore, più si soffre. Ed ora...avrai bisogno di questi per arrivare più celermente, no?”

Le lanciò i suoi pattini, e lei sorrideva fra le lacrime.

 

Ultimamente piangeva troppo spesso...

Sperava solo che Shaoran le avrebbe provocato lacrime di gioia.

Pattinava, pattinava instancabilmente, senza mai fermarsi un minuto.

Non poteva concederselo.

Strinse a sé il cartoncino, invocando l’aiuto di sua madre e tutto il suo coraggio.

Il portone era aperto.

Con un immenso vuoto allo stomaco ed un’improvvisa perdita della parola, Sakura abbandonò i pattini in un piccolo spazio nell’atrio del palazzo.

La targhetta “Li, Shaoran” recitava quarto piano.

Armandosi di tutto l’amore che provava, Sakura iniziò a salire.

Ogni scalino le ricordava un fotogramma vissuto con Shaoran.

E si accorse che di ricordi con lui ne aveva davvero tanti, e che ne avrebbe voluti ancora a iosa.

Tremando per l’emozione e la speranza, Sakura si ritrovò davanti ad una sobria porta color ebano.

Come iniziare?

Shaoran, ti amo-diretto ed efficace?

Shaoran, mi dispiace- degno di una lacrimevole starletta di film di serie b?

Bussò, senza continuare ad indugiare oltre.

 

#Sì, mamma...Ho capito che vorresti che anch’io mi sposassi, ma...#

Uno scampanellio distrasse Shaoran dalla conversazione con sua madre.

Molto istruttiva, a suo parere: non faceva che dirgli quanto fosse felice la piccola Mei Lin.

Non che Shaoran non volesse sentire di storie felici, semplicemente, non era dell’umore adatto.

Continuava a sperare che un giorno lui e Sakura si sarebbero incontrati di nuovo.

Ma era poco più che un’illusione...

#Scusa, mamma, vado un attimo ad aprire...#

Col telefono premuto contro il petto, Shaoran aprì la porta, non controllando neppure dallo spioncino.

Furono attimi confusi.

Il telefono ruzzolò a terra, attivando la funzione del vivavoce; entrambi si chinarono a riprenderlo, senza smettere un solo secondo di guardarsi, mentre la signora strillava come impazzita.

#SHAORAN!MI SPIEGHI COSA STA SUCCEDENDO?!#

Pur avendo sfiorato la delicata mano di Sakura, Shaoran si riscosse abbastanza per raccogliere il cordless e sussurrare:#Mamma, scusami, ma mi sta succedendo la cosa più bella della mia vita.#, per poi chiudere in fretta la chiamata.

Osservò il telefono a lungo, non osando fissare un’altra volta Sakura negli occhi.

Cosa...Semplicemente, cosa ci faceva lei lì?
Sakura si mordeva le labbra fino quasi a farle sanguinare.

Ora che erano l’uno di fronte all’altra, tutti i bei progetti di un discorso serio e sentito erano andati al diavolo.

Com’era difficile trovare le parole...Eppure, confessare l’amore è una delle cose più gratificanti del mondo, se si è certi del suo essere ricambiato.

Almeno in teoria.

Così, Shaoran e Sakura in quel momento erano fermi sulla soglia dell’abitazione di lui, senza nulla di davvero intelligente da dirsi.

Il cartoncino sarebbe stato presto ridotto a brandelli.

A-allora...Qual buon vento ti porta qui?”domandò Shaoran, appellandosi a tutto il suo autocontrollo.

“Dovevo mostrarti questo.”

Sakura dispiegò la carta azzurra, che Shaoran identificò subito.

“Sarebbe questo il cartoncino che ti ha lasciato tua madre?” chiese, deluso.

Era un addio in pompa magna?

Il numero 7 era ancora intonso.

“Sì...”sussurrò lei. “Mi potresti dare una penna?”

“Certo...Oh, che stupido! Accomodati!”

Da perfetto imbranato, si rese conto che lei non aveva ancora messo piede in casa sua.

Ricordava che Kido gli aveva detto di fare il duro, di non permetterle di giocare più con i suoi sentimenti...Ma ora che Sakura era così vicina a lui, non poteva trattenersi dall’arrossire, dal credere fermamente che lei fosse lì per esaudire i suoi sogni...

Al diavolo i manuali di autostima.

Nessuno degli autori di quei libri si era mai trovato in quelle situazioni, pensò sicuro Shaoran, porgendole una stilo nera.

Sakura si chinò sul cartoncino, poi osservò la penna e il ragazzo.

Gliela porse indietro.

“Non va bene?” chiese sollecito.

“Non è questo.” Sakura scosse la testa. “Vorrei che lo cancellassi tu.”

“Cancellare cosa?”
Sakura prese la sua mano, per guidarlo sul 7 cerchiato e in bella vista.

Incredulo, Shaoran la fissò con i suoi speranzosi occhi nocciola.

Erano così vicini...Così poco e...

Sakura abbassò lo sguardo, pudica, mentre lui sorrideva e cancellava con fin troppa foga quel maledetto numero.

“Ehi, mica lo devi bucare!”gli fece notare.

Sc-scusami...”

Sakura sorrise.

Aveva dimenticato quanto fosse piacevole rassicurare ogni volta Shaoran, quanto fosse splendido il suo sorriso spontaneo...Di quanto realmente lo amasse...

“Shaoran, io...”iniziò lei, portandosi una mano al petto.

D’accordo, era stato un buon inizio, ma chi le garantiva che...

Prese un sospiro profondo.

“Ti prego, non interrompermi. È già...difficile così. Shaoran, io...io ti amo, e...”

Sakura riprese il contatto visivo, sforzandosi di non piangere-invano-.

Shaoran l’ascoltava sconcertato. Ignorò completamente il telefono che squillava imperterrito.

Non...Non rispondi?”
“Può aspettare.”

Sakura lo prese come un incitamento a continuare.

“Sai...In questi giorni io ho capito tante cose...Sono stata così stupida...Ma ci tengo davvero a te...Mi sono resa conto di quanto fosse vuota la mia vita. Ho abbandonato il lavoro. Non so cosa mi riserverà il futuro. Ma se sono qui...è perché...Io voglio che nel mio futuro ci sia tu...”
Si asciugò le guance, evitando i suoi occhi.

“Sono stata una sciocca, insensibile, ti ho fatto del male...Non avevo capito nulla...Ma ti chiedo un’altra possibilità...Perché non ce la faccio più a continuare così...”

Era evidente che i singhiozzi non l’avrebbero fatta continuare ancora a lungo.

Si nascose il viso tra le mani, aspettando e temendo al contempo una risposta.

La reazione di Shaoran non tardò ad arrivare.

Posandole una mano su una spalla, mormorò: “Hai ragione. Sei stata sciocca, insensibile, crudele. Mi hai ferito. Per qualche giorno, ho creduto che non saresti più tornata, che forse era stata solo colpa mia se...Se te n’eri andata. Che era impossibile che tu ti facessi condizionare da questo” indicò il cartoncino. “Ma...Ma ho sempre sperato che un giorno tornassi.”
Deglutì a fatica, scoprendo il viso di Sakura e prendendole le mani.

“Non m’importa se ho sofferto. Ora so che mi ami e...e questo è l’importante. Essere orgogliosi, mi porterebbe soltanto ad una vecchiaia triste. Ma quello che voglio è vivere con te ogni momento, che ci sia pioggia e che ci sia sole, che ci siano liti o che ci sia amore...Non mi perdonerei mai se ti perdessi.”

Sakura sentiva dentro di sé una voglia matta di esplodere.

Era troppo piccolo il suo cuore per l’incontenibile gioia che stava provando.

Shaoran, per la prima volta da giorni, e forse per la prima volta in assoluto, si sentiva completamente ed invariabilmente...felice.

Forse avrebbe dovuto farla soffrire, forse avrebbe dovuto rimanere un po’ di più sulle sue posizioni, ma...Ma che uomo sarebbe stato a far star male l’unico vero amore della sua vita?

Sorridevano, sorridevano entrambi, diffidenti che potesse davvero essere umano quel sentimento che provavano.

Perché era troppo perfetto.

“Sakura, vuoi...”
Shaoran non ebbe il tempo di finire la domanda che Sakura lo baciò intensamente.

 

Era vero, avevano sofferto.

Era vero, avevano sentito su di loro l’insostenibile peso delle aspettative familiari.

Ma era anche vero che nessuno più di loro in quel momento era vicino al paradiso.

 

                                                         Epilogo

Sakura si rimirò ancora una volta allo specchio.

Era stata una splendida cerimonia e miracolosamente il suo vestito era ancora bianco, nonostante il piccolo Haru Hiragiizawa ne avesse combinate di tutti i colori!

Forse non sfarzosa come quella di Mei Lin molto tempo prima, ma...

Estrasse una piccola scatola verde, da cui a sua volta tirò fuori un plico azzurro.

Accarezzò la ruvida carta sul numero 6, che cerchiò visibilmente con un pennarello rosso acceso.

Il sesto era stato quello giusto.

O, per meglio dire, era stato semplicemente Shaoran, qualunque numero fosse.

Sorrise, rimirando il cielo terso.

Le pareva quasi di vedere il sorriso rassicurante di sua madre.

“Sakura...Dobbiamo partire!”

La voce di suo marito- che bello, poterlo definire suo marito-la invitò ad ottemperare ai suoi doveri di novella sposa.

Sentì Shaoran entrare nella stanza.

“L’hai portato anche qui?”

Non le sfuggì il tono di lieve rimprovero che lui assunse, sedendosi sul letto su cui lei era stesa.

“Ormai è parte di me.” Rispose lei,genuinamente.

“Sono lieto che alla fine tu non l’abbia seguito del tutto.”
Sakura si pose a sedere, avvicinandosi a lui.

Anche io.”

Shaoran le strinse le mani, sussurrandole un dolce “Ti amo” seguito a ruota da un altro di lei.

Entrambi osservarono ancora il cielo sgombro da nubi.

Sakura poté sentire il cielo augurarle buona fortuna.              

                                                     ***Fine***

 

Ragazzi, è davvero finita.

Non so se piangere o meno...

Certo, è stata un’avventura durata un anno esatto, ma è stata una sofferenza scrivere la parola “Fine”. Sembra irreale, noi scrittori non vediamo l’ora che qualcosa finisca per poterci dedicare ad altro, e poi? Soffriamo perché abbandoniamo i personaggi!
Non credo sia l’ultima fic su Sakura che scriverò, ma certo questa mi mancherà davvero tanto...sniff sniff sniff...

Ovviamente, un sincero ringraziamento va a chi ha seguito tutta quest’opera dal principio, a chi ha letto e/o commentato, a chi ha addirittura messo la storia tra i preferiti(siete tantissimi, davvero!)...Al meraviglioso film che mi ha permesso di scrivere questo rifacimento(pensate che lo sto scaricando in inglese!XD)...Un po’ a tutti coloro che mi hanno sostenuto nell’arco di quest’anno!

Bè, tante cose sono cambiate, e tante altre ne cambieranno...Tuttavia sono fiera di aver scritto questa fanfiction. Non sono molto brava nei discorsi d’addio, così vi lascio con questo capitolo, che spero vi piacerà(ci ho messo davvero tutta me stessa), e con un solennissimo GRAZIE, dal profondo del cuore.^^

HikariKanna

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                                                                                          

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