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Una giovane ragazza dai capelli castani e brillanti occhi
verdi strappò un piccolo cuoricino di carta,che recava la scritta “Sakura
♥ Kaze”.
Ripose i resti del
cartoncino rosa in una scatoletta verde,dove si potevano notare alcune foto,un
piccolo diario,e un cartoncino azzurro abbastanza voluminoso. Sakura,questo era
il nome della ragazza,lo spiegò e scarabocchiò furiosamente il numero 5.
Quel cartoncino la accompagnava oramai da ventidue lunghi
anni…
Era una bambina,quando sua madre si ammalò gravemente di
tumore.
“Sakura,tesoro,vieni qui.”
“Che c’è,mammina?”
Una paffutella bimba di due o tre anni si accomodò sulle
ginocchia della madre. Sapeva che presto sua madre non ci sarebbe più stata…ma
non riusciva a darsene una ragione,lei aveva bisogno di sua madre,come sarebbe
cresciuta senza di lei?
La giovane donna le accarezzava i capelli affettuosamente.
Ripensò con dolore quanto quel gesto così semplice improvvisamente aveva
assunto tanto significato. Il suo sguardo si incupì,quasi fosse invidiosa di
tutte quelle madri che possono godere della crescita dei loro figli,e non si
rendono conto della loro incommensurabile fortuna. La piccola si accorse della
tristezza della madre e ne venne subito colpita anche lei.
“Mamma…pecché devi…sigh…andare via?”
La piccola Sakura incominciò a singhiozzare. La signora
Nadeshiko si chiese come avesse fatto a leggerle nel pensiero,ma sapeva che la
sua Sakura,e anche il suo piccolo Touya,erano dei bambini straordinari. Di
nuovo,il sorriso venne meno sul suo volto.
“Sakura…non c’è un vero e proprio perché…io dovrò andare
via,ma resterò sempre accanto a te e tuo fratello…altrimenti,chi le fa finire
le vostre liti?”
Abbozzò un sorriso.
“Sì,ma…io shono ancoa piccola…come farò senza di
te,mammina?”
Il vestito della signora Kinomoto era completamente bagnato
dalle lacrime della sua bambina. Alla giovane donna stringeva il cuore vedere
la sua piccola,che non sapeva ancora parlare proprio bene,disperarsi così.
Avrebbe dovuto lasciarle qualcosa,un qualcosa di tangibile che sua figlia,negli
anni,avrebbe potuto conservare,vedere quando sentiva la sua mancanza. Sempre se
poi Sakura si sarebbe ricordata di lei…
Era proprio questo che voleva evitare,rimanere un fantasma
del passato che veniva visitato solo una volta all’anno al cimitero…
“Sakura,tesoro,portami un cartoncino. Del colore che
preferisci,d’accordo?”
Sakura annuì e si alzò. Ci mise pochi secondi a trovare un
cartoncino azzurro e a portarlo alla madre.
“Come siamo veloci,piccola!Un giorno diventerai una
campionessa di atletica!”
Sakura sorrise,un sorriso ancora incompleto,visti i pochi
denti da latte che aveva.
La madre la riprese in braccio,tirò fuori da una tasca della
sua vestaglia un pennarello, e iniziò a pensare a cosa poter scrivere.
“L’ho preso azzurro pecché è il coloe del cielo,mamma…e tu
pretto tarai in cielo a guaddare me,no?”
“Sì,tesoro,hai ragione…Allora,adesso ascoltami. Quando sarai
grande e diventerai una bella signorina,sicuramente ci saranno dei periodi in
cui ti sentirai un po’ giù,e in cui ti sentirai persa. Ma tu…non perdere mai il
sorriso,e sii sempre disponibile…”
”Dipponibile…”ripeté la bambina,sforzandosi per ricordare le parole della
madre.
“Esatto,piccola. Ora ti traccerò una mappa,la tua vita sarà
così,perciò quando non saprai cosa fare,consulta questa cartina,ok?”
“Sì!”esclamò la bimba con entusiasmo.
Nadeshiko tracciò una linea continua,che andava da un
margine all’altro del cartoncino.
“La tua vita scolastica…farai le elementari e le medie del
quartiere,per il liceo lascio decidere a tuo padre Fujitaka…e
poi…l’università…dimmi,piccolina,che cosa vuoi fare da grande?”
Sakura ci pensò su un attimo. “Vojo fare il dottore…così le
mamme non moriranno più!”
Nadeshiko l’abbracciò forte,e scrisse:”MEDICINA”sul
cartoncino. Naturalmente era solo una linea indicativa;Sakura poi avrebbe fatto
ciò che l’avrebbe appassionata di più. La madre non sapeva,però,quanto quella
“linea indicativa”avrebbe influito nella vita di sua figlia.
“E poi…vediamo…la tua vita scolastica e lavorativa è a
posto…per quanto riguarda la famiglia,bè,sii sempre rispettosa nei confronti di
tuo padre e di Touya…sì,anche di Touya!”aggiunse divertita guardando la faccia
delusa di Sakura.
“Nadeshiko…su,dobbiamo andare dal dottore!”
La voce di un uomo distolse la donna dalle sue occupazioni.
Era suo marito Fujitaka…quanto aveva dovuto penare per poter stare con lui…ma
evidentemente non era destino che stessero a lungo insieme.
“Un attimo,caro!Un’ultima cosa e vengo!”
Si era scordata di tracciare una linea dell’amore. Sorrise
al pensiero di Sakura corteggiata,e alle prese con le prime cotte.
“E questa è la linea dell’amore…”
”Amore?”chiese la bambina curiosa.
“È un sentimento che capirai meglio quando sarai grande…è
qualcosa di potentissimo,bambina mia,e ti auguro di trovare quello giusto.
Sai,di solito raramente i primi amori sono quelli che durano tutta la
vita…pertanto,facciamo così…diciamo che…ma sì,il tuo settimo fidanzato sarà
quello giusto!”
Scrisse i primi sette numeri appena sotto la linea scolastica,e
cerchiò l’ultimo.
“E come faccio a capire se è mio fidanzato?”
Gli occhi di Sakura erano dilatati a dismisura dalla
curiosità.
Nadeshiko rise davanti a tanta ingenuità,ma rispose
prontamente: “Se dirà che tu sei la sua fidanzata,allora lo capirai…semplicissimo,no?”
La bambina annuì poco convinta. “C’è qualcos’altro che mi devi dire,mamma?”
“No,piccolina…le tre cose più importanti sono il lavoro,la
famiglia e l’amore…credo di averti detto tutto…”
La signora fece scendere la bimba dalle sue gambe,pronta per
andare a fare un’altra chemioterapia. Non le rimaneva più molto tempo…
“Mamma…ma pecché a Touya non l’hai fatto il cartoncino?”
“Perché Touya è un maschietto,avrà bisogno di papà…e poi,lui
è già abbastanza grandicello. Se la saprà cavare.”
“Se lo dici tu…”
La bimba rimase in casa con suo fratello,mentre i due
coniugi Kinomoto erano dal dottore. Ripensò attentamente alle parole della
madre…prese una scatola verde e vi mise dentro il cartoncino,con cura inusuale
per lei. Era preziosissimo!
Non molto tempo dopo,Nadeshiko Kinomoto lasciò il mondo
terreno per salire al cielo . Cielo azzurro come il cartoncino che aveva
lasciato a sua figlia,e che le avrebbe segnato la vita.
Sakura scacciò un paio di lacrime. Ogni volta che apriva la
scatola era la stessa storia…non poteva fare a meno di pensare a quel lontano
giorno di più di vent’anni prima.
Aveva adempiuto a parte delle sue promesse:aveva sempre il
sorriso stampato sulle labbra,era rispettosa nei confronti della sua
famiglia…sebbene Touya,qualche volta,la portasse all’esasperazione!
Si era laureata in medicina,nonostante fosse un asso nei 100
metri. Ma aveva fatto una promessa a sua madre,quel cartoncino decideva la sua
vita. Quel cartoncino che era l’unico legame con sua madre.
L’unica cosa che le mancava era trovare il settimo
fidanzato,e dunque quello giusto.
Finora ce n’erano stati
cinque…Mytho…il suo primo amore…Pierre,ragazzo francese con cui era durata sì e
no tre due mesi…Sasuke,segretamente innamorato di un’altra…Koichi,troppo
ipocondriaco…e infine Kaze,che era stato un grande amore…ma lui la pensava
diversamente,visto il laconico bigliettino d’addio che le aveva lasciato. Le
aveva fatto male,sì…ma presto sarebbe arrivata al suo obiettivo!Ancora un’altra
delusione,e poi avrebbe trovato l’amore della sua vita. O almeno,così credeva…
Buonaseraaaaaaa!!!Era un
secolo che volevo cimentarmi in una fanfiction su Card Captor Sakura,ed eccomi
qui! Questa ficcy AU è liberamente ispirata al film poco noto “Il settimo è
quello giusto”…dico liberamente perché non me lo ricordo granché!^^” Quindi
parecchie cose me le inventerò di sana pianta!Questi
personaggi,Sakura,Touya,Nadeshiko,Fujitaka,(e presto tutti gli altri,specie
Shaoran!*__*)non mi appartengono di diritto,e questa ficcy è scritta al solo
scopo di divertimento. Vista la mia lentezza,e tutte le storie che ho in
corso,non so quando aggiornerò…Spero almeno di essere riuscita a
incuriosirvi!Lasciatemi un commentino,così saprò se vale la pena
continuarla!^_-
Era una fresca mattinata di fine
aprile,e una bella ragazza di venticinque anni si era recata come al solito a
lavoro. Dato che era la dottoressa più giovane in quel reparto, molti le si
erano affezionati,tanto che gli infermieri che militavano lì da più tempo la
soprannominavano “la loro mascotte”.
Tutti la salutavano di buon
grado,quella ragazza era una vera e propria iniezione di vita,col suo
ottimismo!
Nonostante la confidenza che
avesse con i suoi colleghi,Sakura però non aveva mai detto a nessuno il perché
della sua scelta.
Non le sembrava giusto condividere
il suo dolore con altre persone;detestava essere compatita. E poi in realtà sua
madre non se n’era andata per sempre.
No. Scosse la testa,infilandosi il
camice candido,e preparandosi a operare nuovi pazienti.
“Sakura-san”,disse Toko,una
ragazza che si stava specializzando in oncologia, “Eccoti la lista degli
interventi che dovrai fare oggi.”
Le porse un foglio scritto in modo
fitto fitto,tanto che Sakura si stropicciò gli occhi incredula. “Mamma
mia,quanti ce ne sono!”
“Si vede che si fidano di te!”Toko
le fece l’occhiolino,uscendo.
La castana stette per sentirsi
male. Avrebbe operato un sacco di gente…lei che odiava il sangue…
Era una cosa ben strana,fare il
chirurgo e odiare il sangue allo stesso tempo…
Già…Ma Sakura doveva farlo,l’aveva
promesso.
Sospirò,prima di entrare in sala
operatoria.
Dodici interventi perfettamente
riusciti. La brunetta sospirò,tergendosi il sudore perlaceo dalla fronte.
“Tutto bene,dottoressa?”le chiese
premurosa la moglie dell’ultimo paziente finito sotto i ferri.
“S-sì…grazie
dell’interessamento,signora Jyo…”
”Grazie a lei per aver salvato mio marito!”
Sakura sorrise debolmente.
“È il mio lavoro…”asserì con voce
non tanto ferma,poco prima di rientrare nella stanza per togliersi il camice.
Stava sudando freddo,quando il suo flusso di pensieri venne interrotto dallo
squillo implacabile del telefono.
#Qui Chirurgia Generale. Chi è?#
chiese stancamente la ragazza,impaziente solo di tornare a casa.
#Ah,Sakura,sei tu!Sono
Yukito,senti…#
Il cuore di Sakura perse un
battito…Yukito?
#…mi servirebbe che tu operassi un
mio paziente,saresti disponibile questo pomeriggio?#
#E-ehm…io per oggi ho finito…comunque
c’è Natsumi,lei è molto brava…#
#Mi fido solo di te,ma non ti
preoccupare:non è in pericolo di vita,può attendere. Quand’è il tuo prossimo
turno?#
Sakura cercava a stento di non
tradire l’emozione. #T-ti ringrazio…io lavoro domani pomeriggio,va bene?#
#Certo!Grazie mille,Sakura!Su di
te posso sempre contare!”
Il medico chiamato Yukito
interruppe la chiamata,ma la dottoressa Kinomoto restò molto tempo imbambolata
con la cornetta in mano,che imperterrita continuava a dire:Tu…tu…
Yukito le piaceva da molto
tempo,circa da…bè,tre anni prima era entrata a far parte dei turni
ospedalieri,pur essendo ancora laureanda,e quindi erano tre anni. Tre lunghi
anni…ma non voleva fidanzarsi con lui,non finché non sarebbe stato il settimo.
Era proprio per questo che Kaze l’aveva lasciata;si sentiva preso in giro da
lei che amava un altro.
Sakura sospirò pesantemente al
ricordo del suo ultimo amore. Ma Kaze certo non aveva torto…quello che però non
era riuscito a capire,era che lei si era davvero affezionata a lui!Solo,era il
quinto.
Coprendosi con un leggero
soprabito e facendo un grosso sorriso per scacciare la malinconia,uscì
dall’ospedale,diretta a casa.
“Sakura,tesoro,è venuta a trovarti
Tomoyo!”
La voce di suo padre la richiamò
dalla relazione che stava scrivendo sul computer. Sakura,decisamente felice di
aver trovato un’alternativa migliore al lavoro,spense subito l’aggeggio e si
diresse in salotto. Lei viveva ancora con suo padre,ma ciò non le impediva di
vivere la propria vita.
“Oh,Tomoyo,che bella sorpresa!”disse
la castana portando le braccia al collo dell’amica.
“Bè,passavo da queste parti…e poi
è molto che non ci vediamo,cattiva!”
Tomoyo,la sua migliore amica fin dalle elementari,la picchiettò gentilmente
sulla testa.
“Sakura,Sakura…troppo lavoro fa male!”
“Hai ragione…”ammise la
ragazza,messa alle strette.
Si accomodarono sul divano di casa
Kinomoto,mentre il padre si ritirava nel suo studio,comprendendo di essere di
troppo.
“Dimmi,Tomoyo,va tutto bene?Come
procede la relazione fra te e Eriol?”
Il viso della mora si illuminò.
“Benissimo!Da quando conviviamo la nostra relazione va a gonfie
vele!Sakura,spero tanto che anche tu un giorno sarai così felice!”
Tomoyo abbracciò l’amica in uno
scatto di gioia.
“Quanto entusiasmo!Sono proprio
contenta per te,amica mia…”
”Ma sarei ancora più contenta,se tu ti dichiarassi una buona volta a Yukito!”
Sakura divenne
bordeaux,incominciando a tossire furiosamente.
“C-cosa?!”
“Avanti,non fare quella
faccia…Sono tre anni che la situazione è in stallo!E poi,scusa,è un grande
amico di tuo fratello,che aspetti?”
Sakura divenne silenziosa. Tomoyo
Daidouji assunse una strana espressione perplessa. Poi,sembrò capire qualcosa e
la sua espressione divenne delusa. “Non mi dirai che aspetti che sia il
settimo,vero?”
Sakura annuì.
“Sakura Kinomoto!!Non puoi
realmente credere che il tuo settimo fidanzato sarà quello che ti accompagnerà
tutta la vita!Tua madre ti ha solo voluto dare una linea indicativa,perché eri
piccola e perché voleva rimanere in qualcosa di concreto. Possibile che tu non
te ne renda conto?!”
Tomoyo si ritrovò ad alzare la
voce. Sakura era dolce,disponibile,espansiva…in una parola perfetta…!Ma quando
partiva con la storia del cartoncino sapeva essere davvero infantile.
”Per me è importante…e secondo me,mia madre aveva ragione. Inoltre,saprò capire
se sarà quello giusto oppure no!”
La mora fece un’espressione come
per dire:ti do ragione,ma non credo che saprai capire,e tacque.
“Tomoyo,non fare così…saprò
davvero cavarmela. E poi,potrò sempre contare su di te,no?”
“Certo,amica mia…”
Le due si abbracciarono,ma vennero interrotte dal citofono.
“Oh,sarà Eriol…gli avevo detto che
sarei venuta qui…”asserì Daidouji,sciogliendosi dall’abbraccio.
“Infatti…certo che hai un
intuito!”Sakura aprì il portone,e quindi la porta di casa sua per accogliere il
nuovo ospite.
“Ciao Eriol!Sono proprio contenta
di vederti!”esclamò la padrona di casa felice,quando il giovane uomo era ormai
entrato in casa.
“Ciao,Sakura…sono molto lieto
anch’io di ritrovarti.”disse educatamente Eriol Hiragiizawa. Lui era sempre
molto laconico ed educato.
“Accomodati pure.”lo invitò lei,ma
lui rifiutò.
“Non ti preoccupare,ero venuto
solo per Tomoyo. Allora,vogliamo andare?O preferisci rimanere qui?”le chiese
premuroso.
Tomoyo gli sorrise,regalandogli un
bacio a fior di labbra. “Ehm…Sakura,mica a te dispiace se io me ne vado ora?”
“Ma no!Andate pure!!A
presto!”rispose una sorridente Sakura.
Li vide andarsene mano nella mano.
Ne fu quasi invidiosa.
Ripensò a ciò che aveva detto
Tomoyo,ma subito scacciòquelle frasi.
Sua madre aveva ragione,punto e basta.
Mmm…aveva i nervi un po’ troppo
tesi in quel periodo…conveniva farsi una passeggiata nel suo posto preferito.
I ciliegi erano in fiore,e i
roller di Sakura sfrecciavano a tutta velocità sull’asfalto. Adorava quel viale
in primavera…così come i ciliegi! Non per altro,sua madre e suo padre avevano
scelto per lei il nome Sakura!
Era tardo pomeriggio,e un tramonto
arancio illuminava la città.
Sakura si sentiva in pace con se
stessa,da quanto tempo non le capitava?
Inspirò profondamente l’aria
primaverile,quando si rese conto di essere arrivata davanti alla sua
pasticceria preferita.
“Ma tu guarda che coincidenza…già
che ci sono,mi tolgo i pattini ed entro a dare un’occhiata…in effetti,tra un
po’ è il compleanno della piccola Nadeshiko…”sussurrò tra sé e sé sfilandosi i
pattini.
Con “Nadeshiko”,Sakura non si
riferiva certo a sua madre,morta ormai ventidue anni or sono,bensì alla sua
nipotina preferita. In effetti la sua unica nipotina,visto che Touya e sua
moglie Kaho avevano avuto solo lei.
Sakura entrò nell’accogliente
locale,e fu invasa da un meraviglioso odore di dolci. Lei era molto golosa!
Si diresse subito al banco dei
bignè,che quel giorno la ispiravano particolarmente.
“Buonasera,Sakura!Era un po’ che
non ci si vedeva!”
Un ragazzo,suppergiù della sua
età,le aveva appena rivolto la parola. Era abbastanza alto,e la sua
capigliatura un po’ disordinata non faceva che accrescerne l’altezza.
“Shaoran!”disse Sakura sorridendo.
“Hai proprio ragione…è che ci si deve mettere un po’ a dieta,fra poco inizia
l’estate!”
“Ma tu non hai bisogno di fare una
dieta!”soggiunse impacciato il ragazzo,fissandola con profondi occhi nocciola.
Sakura rimase un po’ ipnotizzata,ma poi si riscosse. –Ma che vado a pensare?! È
solo il mio pasticcere di fiducia!- formulò internamente.
“Lo dici tu…e va bene,mi hai
convinto!Prenderò un po’ di questi,e magari anche di quelli al cioccolato…”
Venne interrotta da uno squillo
del telefono.
#Sakura! È urgente,papà…vieni
subito in ospedale!#
#Touya,ma cosa…?#
Suo fratello chiuse
improvvisamente la conversazione,di cui Sakura aveva capito solo due
parole:papà,ospedale.
Collegandole,però,non usciva un
bel risultato…
“Oddio…scusami,Shaoran,ma devo
andare…”
“Cos’è successo?”chiese allarmato
il brunetto.
“M-mio padre…devo andare subito in
ospedale…”
Fece per allontanarsi,quando
Shaoran Li si tolse il grembiule e la fermò.
“Kido,prendi tu il mio
posto!”gridò all’indirizzo di un suo collega,prima di correre con Sakura verso
la sua macchina.
“Non puoi andare a piedi,e per di
più da sola. È buio,oramai,qualcuno potrebbe approfittarsene…”disse,mettendo in
moto il veicolo.
Sakura non sapeva perché lo
facesse,certo doveva proprio essere una brava persona! Lei non lo conosceva
granché,peròle era sempre sembrato un
ragazzo dal cuore d’oro. Ma in quel momento,l’unico pensiero che le
attanagliava la mente era suo padre.
-Resisti,papà…-pregava,mentre
finalmente il semaforo diventava verde.
Se siete arrivati alla fine
di questo capitolo e non mi avete ancora mandato al diavolo,vi ringrazio!!!!In
effetti,credo che potreste un po’ rimanere sconcertati per Touya sposato con
Kaho(Yukito mi serve ai fini della storia),ma soprattutto per Shaoran
pasticcere…è che gli dovevo fornire un mestiere non troppo elaborato,che avesse
a che fare con i gusti di Sakura. Conoscendo la golosità di quest’ultima,ho
optato per la pasticceria!Dio,già questo ragazzo è dolce,poi….ok,era una
battutaccia!XD
Eh eh,scommetto che vi state
chiedendo come si evolverà la situazione…(almeno,chi non ha visto il film)!Lo
scoprirete solo leggendo!! (ps:stranamente ho aggiornato abbastanza velocemente
per i miei ritmi!)
Passo ai ringraziamenti(a
proposito,mi sono spaventata quando vi ho visti così numerosi!Mi sento
commossaaaaa!**)…grazie a:
Geo88(ma davvero sono riuscita a tirarti su di morale a
scuola??Sono riuscita in un’impresa così ardua?!),takari forever(o non
so come chiamarmi,ma io oramai sono abituata così!!Grazie mille per il
commento,e vedi di aggiornare il blog!),Sakura hime(ringrazio molto anche
te!!!^^),Shiny(come sopra,grazie mille per il commento^^),Ale077(wow,sono
stata la prima che hai commentato in questa categoria?!quale onore,e non sto
scherzando!),l’egittologa(hai perfettamente ragione,sarebbe troppo
scontato Shaory come settimo…avrai modo di vedere!),kari 89(ci si
ritrova anche in questa sezione,eh?^^ Grazie per il tuo commento,spero ti
piaccia questo capitolo!),evanescense88(grazie,sono contenta che ti
piaccia!^^ continua a seguirmi!),laukurata89(quando ho letto il tuo nome
ho detto:non è possibile!!!!Credimi,non mi aspettavo ti piacesse!Poi,mi fa
sempre uno strano effetto vedere gli autori di ficcy che mi sono strapiaciute
che commentano la mia stupida opera!**),Anto Chan(oh,finalmente qualcuno
che ha visto il film!Ti dico però che non me lo ricordo bene,ho preso l’idea
base e la sto sviluppando a mio piacere…spero ti possa interessare lo
stesso!^^),Liz Dreamer(grazieeeeee!!Spero ti piaccia anche questo
cappy!),katia 92(non ti preoccupare per le recensioni,farò in modo che
Erika cancelli quelle superflue,ok? Comunque grazie davvero!),sakura 93(addirittura
10???wow,perché non parli un po’ con i miei prof!XD )e infine Antineasan(Ho
aggiornato prestissimo,visto??XD Ci tenevo alla mia pelle!Per tutte le info che
vuoi sapere,ti dico solo che vengo da Foggia…il resto credo rimarrà
incognito!XD)
Grazie anche a tutti coloro che
hanno semplicemente letto…ci rivediamo al prossimo cappy!^^
HikariKanna
Sakura,negli anni a venire,si chiese spesso come avrebbe
fatto quella notte di primavera se il suo pasticcere di fiducia fosse stato un
altro.
Shaoran,infatti,si era dimostrato
molto più che disponibile…
“Eccoci arrivati!”esclamò il
ragazzo,parcheggiando fin troppo freneticamente. Meno male che non c’era quasi
nessuno,e che i vigili sembravano svaniti nel nulla!
“Kinomoto…su,sono sicuro che non è niente di grave!”aggiunse,guardando la
faccia della sua cliente.
“Lo spero…lo spero tanto…”
Entrarono nell’ospedale,entrambi
molto agitati.
“Scusi…”esclamò lei trafelata.
“C-cerco…mio padre,Fujitaka Kinomoto…”
Un’infermiera occhialuta la
osservò attenta. Era proprio la chirurga Sakura!
“Oh,è lei,dottoressa!Reparto di
nefrologia…”
Li non capì nulla di termini
ospedalieri,s’intendeva solo di crema chantilly e di cornetti,al massimo,ma
l’accompagnò lo stesso. Come ripeté più volte in seguito,non ne seppe mai il
perché.
Le prese la mano in un gesto
spontaneo,per rassicurarla. Poi divenne di un inspiegabile color cremisi.
Salirono fino al secondo piano,e
poco prima di accedere nel reparto vero e proprio.
“Shaoran…tu non hai motivo per
restare qui…”
Sakura si strofinò il viso,per
evitare improvvise fuoriuscite di lacrime,e si rivolse al ragazzo.
“Ma…”Il castano tentò di
protestare.
”Davvero,hai già fatto troppo!!E poi,dovresti rimanere qui chissà fino a
quanto…”
Il bel discorso di Sakura venne
interrotto dalla porta che si apriva.
“Kinomoto!!Ecco dov’eri!”
Un medico avvenente,dai capelli chiari,(non
posso mica dire grigi,e poi dire che non ha neanche trent’anni!!Non credo abbia
l’invecchiamento precoce!^^°°°nda)si era diretto verso la nostra
eroina,facendole battere a mille il cuore.
Cosa ci faceva Yukito Tsukishiro
lì?
Sakura si portò una mano alla
testa,dandosi mentalmente della stupida…certo,lui lavorava in quel reparto!!
“Tsukishiro…Dimmi,cos’è successo a
mio padre?!” domandò lei in preda al panico.
“Niente di che…una leggera
insufficienza renale…lo terremo qualche altro giorno in osservazione,e grazie
ad un corretta alimentazione tornerà come nuovo!”replicò il dottore dolcemente.
“P-per un attimo ho pensato che si
sarebbe dovuto operare…e che l’avrei dovuto operare io…”
Sakura scoppiò in singhiozzi. Ma
non era un pianto dettato dal dolore,bensì le lacrime la liberavano dalla
tensione accumulata in quei pochi minuti.
“No,no…è che Touya l’ha visto
svenire e l’ha portato subito qui…calmati,dottoressa…”
Yukito le accarezzò i capelli.
Lei, per una reazione riflessa,di scatto si buttò fra le sue braccia. Forse
perché quel gesto era tipico di sua madre…
A Shaoran,che nel frattempo era
rimasto non poco in disparte,quella visione non diede molto fastidio. Solo una
piccola parte del suo cuore voleva essere al posto di quel medico. Ma la si
poteva trascurare facilmente,e poi,che scuse avrebbe dovuto accampare? Scusa,è
che sei la mia cliente più cara,non è che qualche volta usciresti con me? Ma
che stupidaggini…Lui l’aveva sentito fin dal primo giorno,non c’erano molte
speranze con lei. Era carina,senza dubbio,e molto dolce…ma il loro rapporto non
era mai andato al di là della semplice ordinazione dolciaria. Forse,quella
decisione avventata di accompagnarla all’ospedale avrebbe smosso un po’ le
cose…non sapeva neanche lui quanto…
“Bè,ora vai da tuo padre…”sussurrò il medico con gli
occhiali.
“Sì…”
Yukito si allontanò,e Sakura lo
guardò adorante mentre si allontanava per le scale.
“Oh,scusami,Shaoran…”proferì,quando
si accorse di quel ragazzo che non aveva smesso un solo secondo di fissarla
dolcemente.
“Nulla…capisco il tuo stato
d’animo…se vuoi che vada lo farò.”rispose il pasticcere con semplicità.
La ragazza scosse la testa. “Ti
prego,accompagnami…”
Gli porse la mano,che lui strinse esitante. Cosa voleva dire quel gesto?
Riconoscenza?
“Dai,non aver paura!”esclamò la
castana sorridendo. In fondo,gli doveva parecchio. Bisognava trovare un modo
per sdebitarsi.
Una volta entrati nel reparto,non
fu difficile trovare la stanza dove il signor Fujitaka era stato portato.
Infatti,dalla stanza n°
8,provenivano degli strilli molto acuti,tanto che non si riusciva a credere di
essere in un ospedale!
Sakura era sicura che l’unica
persona che possedesse tali corde vocali fosse la nipotina Nadeshiko.
“Non mi dire che è tua
figlia,Kinomoto…”mormorò Li atterrito.
“Io non ho figli,dovresti
saperlo!Questa è la mia nipotina!”sbuffò Sakura.
-E come potrei saperlo?Tu non mi
parli mai di te…-rifletté amaramente Shaoran.
“ZIA SAKURA!!ZIA!!!!Papà dice che
non posso giocare col nonno!!”
Una piccola furia dai capelli
rossi si avvinghiò a Sakura non appena quest’ultima oltrepassò la soglia.
La visione che si presentò agli
occhi del giovane pasticcere fu molto tenera.
Su di un letto c’era un
uomo,certamente il padre di Sakura. Vicino al letto,una donna che parlava
pacatamente col signor Kinomoto. Inoltre,c’era un uomo,forse il fratello di
Sakura,che tentava in tutti i modi di staccare la bimba da sua zia. Vana
speranza.
Come lui entrò nella stanza,tutte
le attenzione ne furono inevitabilmente attratte.
La donna e il padre di Sakura lo
guardarono con attenzione,ma delicatamente. Invece la bambina e l’altro uomo lo
guardavano un po’ di traverso. Forse non amavano troppo l’idea di spartire
Sakura con qualcun altro.
“E tu chi saresti?”chiese
l’uomo,abbandonato ogni proposito di sradicare sua figlia.
“S-shaoran
Li…”
Sakura lo mise a tacere con un
gesto. “Lascia parlare me…”disse flebilmente.
“Fratellone…”esordì sicura.
“Questo è il mio pasticcere di fiducia…Quando infatti ho ricevuto la
chiamata,mi trovavo proprio lì e…”
“Tsk,alla fine ingrasserai
tantissimo,mostro…”rispose ironicamente l’altro. “Io comunque sono Touya
Kinomoto,nonché fratello di questo scherzo della natura.”
”Piacere…”
“Bada: non farla soffrire,è
chiaro?!”
Ma che avevano capito?
“Touya,smettila…Tua sorella è
abbastanza grande,e poi questo ragazzo ha una faccia che ispira simpatia e
tenerezza…non trovate anche voi,Fujitaka?”
In difesa del ragazzo,che era
sempre più in difficoltà,entrò nel dialogo la donna dai capelli rossi.
“Certo,Kaho…in fondo,Touya,perché
sei sempre così poco amabile verso ogni individuo di sesso maschile che vedi
affianco a Sakura?”chiese gentilmente il padre di Sakura,cercando di alzarsi un
po’ dal letto.
“No,stai fermo,papà…Non ti
affaticare…E comunque,io mi preoccupo così solo perché non voglio che mia
sorella soffra come l’ultima volta!”replicò Touya,sostenendo la sua posizione.
Li sentì una certa invidia. La
famiglia di Sakura doveva essere proprio legata…Però non vedeva la madre…
Ad un certo punto,la piccola
Nadeshiko ritenne di essere uscita per troppo tempo dalla scena e così esclamò:
“Ma quindi tu sei il fidanzato di zia Sakura?”
Sia Sakura sia Shaoran arrossirono
di colpo.
“Ma che dici,piccola?Te l’ho
detto,è solo il mio pasticcere preferito!Fa…fa dei dolci
squisiti!”aggiunse,quasi colpevole.
Sakura si abbassò sulle ginocchia
per convincere meglio la nipotina.
La bambina la guardò stupita. “Ma
zia!!Se ti fidanzi con lui,poi ti farà tutti i dolci che vuoi!Oh,zia,fattelo
dire,si vede che non hai esperienza in fatto di uomini!”
La bambina poggiò i gomiti sui
fianchi,atteggiandosi a donna matura.
“Ehi…chi te le insegna queste
cose?!”domandò esterrefatta Kaho,prendendola in braccio e abbracciandola
amorevolmente.
“Uffa,mamma…non sono più una
bambina piccola!”
“Solo perché hai quasi sei
anni,non vuol dire che sei grande!”aggiunse Touya,unendosi al quadretto
familiare,baciando la propria moglie.
Sakura sospirò,ricordandosi di
essere venuta inizialmente solo per il padre.
“Papà…”mormorò,dopo essersi
avvicinata al materasso. “Come stai?Mi hai fatto preoccupare…”
“Non è nulla,tesoro…Un po’ lo
stress,un po’ i miei reni non vogliono stare buoni…Ma tu non preoccuparti…Pensa
piuttosto a trovarti un fidanzato!”
Il padre ammiccò,sorridendo in
direzione di un ragazzo sempre più a disagio.
Sakura non riuscì a capire perché
tutti erano convinti che tra lei e Shaoran ci fosse del tenero!
Shaoran,dal canto suo,preferì uscire dalla stanza e rimanere in corridoio. Non
gli sembrava giusto intromettersi in quella famiglia così,di punto in bianco.
Lui non c’entrava niente…Sospirò,pensando alle liti con sua madre.
Tutt’a un tratto,il suo cellulare
squillò. Rammentando di essere in ospedale,lo spense senza neanche vedere chi
fosse a cercarlo.
“Shaoran…come mai sei uscito?”
L’ aggraziata voce di Sakura lo
distolse dai suoi pensieri ed anche dal cellulare.
“N-non volevo disturbare…”
”Ma no…anzi,mi vorrei scusare per l’atteggiamento di mio fratello…Sai,lui è un
po’ così con tutti i ragazzi che mi vede vicino,ma non pensare male di lui!”
Lei si portò una mano alla
nuca,arrossendo un po’.
“Secondo me,è solo molto
protettivo nei tuoi confronti…”
Shaoran sorrise,e Sakura ci mise
un po’ per formulare la domanda che gli avrebbe voluto porre.
“Senti…io…ecco,visto che sei stato
così gentile…ehm…come posso restituirti il favore?”
Lui la guardò stupito. “Nessuno ti
ha detto che devi sdebitarti per forza! Consideralo solo un favore,d’accordo?”
“S-sicuro?”
“Certo…”
“Però…se tu avessi bisogno di
me,Shaoran…”
“Non ne dubito…”Lui la
interruppe,e se ne andò,tornando alla sua normale routine. La doveva smettere
di pensare a lei come…qualcosa di più. Era una semplice cliente…
Però,che stupido era stato…
“Avrei potuto chiederle in cambio
un appuntamento…”sospirò,appoggiandosi alla portiera della macchina.
“Maledizione…E quella cos’è?”
Un foglietto bianco svettava
contrastante sul finestrino scuro della macchina.
Shaoran lo afferrò con
veemenza,indovinando subito di cosa si trattava. Allora i vigili non erano
svaniti…!
Ma mentre lo riponeva con cura
nella tasca,Shaoran pensava che ne era valsa la pena…in fondo,un sorriso vale
molto di più.
Ad un tratto,gli venne in mente
quel cellulare spento. Accendiamolo- pensò -chissà chi ha chiamato…
Quella non era proprio serata.
Sterzò in maniera spaventosa non appena lesse il numero.
“Mei Lin…”
E giù una seconda multa.
Ce l’ho fatta!!!!!Ecco il terzo capitolo!!!!Scusatemi se
ci ho messo così tanto a pubblicare,ma ho dei problemi allucinanti con
Internet,e sono costretta ad utilizzare un altro computer…Uffa…
Dunque,ora siamo giunti
all’arrivo del terzo personaggio chiave di questa fanfiction…cioè Mei Lin…!
Ho contato che più o meno i
capitoli saranno una decina…ebbene sì,mi dovrete sopportare ancora un po’!^^”
Ad ogni modo,devo ringraziarvi
tutti…grazie per i commenti!!
Non ho tempo per rispondere a
tutti(siete così numerosi che mi commuovo!!!!!!**),ma dovevo assolutamente
rispondere almeno ad Ale…sinceramente,quando ho riletto il capitolo,mi
sono stupita dell’errore idiota che ho fatto!Essendo figlia di un medico,so
bene quanto siano pericolosi e quanto durino i trapianti…In realtà volevo
scrivere “interventi”,è stata solo un’imprecisione lessicale…converrai con me
che non tutti gli interventi richiedono ore ed ore,e d’altronde Sakura(anche se
questo non l’ho specificato)nello scorso capitolo ha lavorato anche verso
pranzo e quindi ha avuto più tempo…Oddio,a sentir parlare di
turni,oramai,dovrei esserci abituata…Ma si vede che errare humanum est,quindi
ti sono grata di avermi fatto notare quest’errore!Semmai dovessero essercene
altri,avvertimi!
Ho notato che parecchi mi hanno
scritto di una somiglianza fra Sakura e Dr. House…considerate che io non l’ho
mai visto(come del resto,laukurata,non me ne intendo granché neanche di
Gilmore Girls!^^”Quindi quell’episodio non l’ho visto)!!E poi,l’ambiente
ospedaliero comparirà davvero raramente in questa ficcy!Dal prossimo si cambia
luogo…Ma chissà quando lo pubblicherò il quarto!Con tutto il lavoro che ho da
fare a scuola per Telethon(dovrò cucinare!!!!!!!XD),ultimi compiti ed
interrogazioni varie…Vabbè,ora sto divagando troppo!Sorry!! A presto!!!!!!!!^^
Un soleggiato 22 aprile fece
capolino dalla finestra di un appartamento piuttosto spazioso,diffondendo luce
sui capelli bruni di un bel ragazzo. Niente da fare,la destinataria della
chiamata non aveva la benché minima intenzione di rispondere.
Shaoran gettò violentemente il
telefonino sul tavolo,prendendosi la testa tra le mani. Per quale motivo Mei
Lin l’aveva chiamato?
Cos’altro voleva? Non le era
bastato fargli vivere sensi di colpa per cinque anni e più?
“Certo che potrei passare la mia
giornata libera in tutt’altro modo…”rifletté il pasticcere tra sé e sé.
Buttandosi sul letto,sospirò
gravemente. Non aveva dormito per niente la notte precedente,vuoi per la
chiamata di Mei Lin che ancora non riusciva a spiegarsi,vuoi perché si era
pentito di non essere rimasto con Sakura. Sakura…
Tolse le dita dagli occhi,e si
lasciò inondare dai raggi dell’astro. Meglio non pensare a nessuna delle due.
D-drinn.
Ecco cosa succede quando prendi
una decisione. C’è sempre qualcuno che non vuole lasciarti in pace.
#Pronto?# mormorò Li,senza neanche
aver visto il numero e con una gran voglia di addormentarsi subito e di
cacciare via tutti i pensieri.
#Shaoran?Mi hai cercato?#
Quattro parole servirono a
destarlo completamente. Si rizzò in piedi,stringendo convulsamente il
telefonino.
#MEI LIN!Sì che ti ho cercato! In
realtà,volevo chiamarti ieri sera,ma oramai s’era fatto tardi e…Insomma,che
cos’è successo?Mia madre è per caso invischiata nella faccenda che mi stai per
raccontare?#
Proferì queste parole con tale
energia e in un così breve lasso di tempo che la ragazza dall’altro capo del
telefono non poté fare a meno di ridere.
#Quando la smetterai di dubitare
di tua madre?#
#Solo quando mi dimostrerà che
vuole davvero solo il mio bene.# replicò lui arrabbiato.
#D’accordo…Ma non c’entra
niente…La questione di cui ti volevo parlare riguarda me…Io…#E qui deglutì,per
la portata della notizia #…mi sto per sposare,Shaoran…# sussurrò a malapena.
Il castano non sapeva come prenderla.
Come,sposarsi? Mei Lin si stava per sposare?Con chi?!
#C-che bella notizia…# furono le
uniche parole che riuscì a pronunciare.
#Certo che potresti dimostrare un
po’ più di entusiasmo!#
La ragazza dagli occhi ambrati si
irritò. Possibile che la sua reazione fosse solo quella?
#Scusami…è che…bè,non è proprio
una notizia da tutti i giorni!Chi è il fortunato?#
#Non lo conosci…Si chiama Shin
Fa…#
#Ah…#mormorò lui imbarazzato.
#Qui la stiamo tirando troppo per
le lunghe…Shaoran,io ti avevo chiamato per invitarti al matrimonio!Si terrà
nella tenuta di campagna di Shin,naturalmente qui ad Hong Kong,tra quattro
giorni…#
#E tu me lo dici con così poco
preavviso?#
#In verità non sapevo se
invitarti…Sai,visti i precedenti…#
Shaoran abbassò lo
sguardo,sommerso in chissà quali pensieri.
#Ho capito,ho capito…Ascolta,credo
non ci saranno problemi. Quindi il matrimonio si terrà il 26 aprile?#
#Ehm…in realtà dura tre
giorni…26,27 e 28…chiaramente io e Shin ci sposiamo solo il 27,però la festa
continua…#
#Bè,non ho usufruito di tutte le
mie possibili giornate di ferie,vista la voglia di lavorare che
ho…Pertanto,dovrei farcela…#
#Dovrai arrivare qua in Cina col
treno il 26 mattina,mi raccomando!#
#Non preoccuparti…#
#Ah!#
Mei Lin ebbe un’idea. Che si
sarebbe rivelata non poco rischiosa.
#Non penserai mica di venire
solo,vero?La stanza in cui dormirai tu nella tenuta è doppia!#
La signorina Li si voltò a
rimirare le colline circostanti,sorridendo.
Era una sciocchezza bella e buona
inventata al momento. Però voleva verificare se Shaoran aveva un’altra,o se non
l’aveva mai dimenticata.
Non ne avrebbe ricavato chissà
cosa,ma…
#E con ciò?# reagì Li,che era
diventato tutto rosso.
#Sarebbe a dire che devi portare
la tua ragazza. Che sia un’avventura o una storia seria,questo non m’interessa.
Ma tu sei fidanzato,no? O forse dopo di me non c’è stata nessun’altra?#
aggiunse amaramente la ragazza,ripensando a quanto aveva sofferto per Shaoran.
Ma era il caso di metterci finalmente una pietra sopra,con Shin. Shin che
l’amava davvero. E che lei amava.
Lui rimase interdetto. Doveva
risponderle per forza affermativamente,altrimenti sarebbe sembrato un fallito!
#Certo che sono fidanzato!!E…e la
porterò con me!#
Mei Lin sorrise. Meno male-pensò
fra sé- E’ la cosa migliore. Oramai abbiamo intrapreso due strade diverse…Ma
sono curiosa di conoscere questa nuova fiamma!
#Perfetto. Vi aspettiamo
qui…prendi nota dell’indirizzo,per favore.#
Shaoran recuperò un foglietto
spiegazzato-guarda caso,una delle due multe-e vi annotò l’indirizzo.
#Preso nota?#
#Sì. So il chi,che
cosa,dove,quando…il perché mi è difficile immaginarlo.#
#Spiritoso…A venerdì 26.#
Mei Lin chiuse la chiamata di
scatto.
Shaoran spiegò il
foglio,rendendosi conto che doveva pagare. Ma non aveva nessun desiderio di
farlo,ovviamente.
E così Mei Lin si sposava. La
piccola Mei Lin…E con qualcuno che non era lui.
Sorrise,ripensando al suo passato.
A sua madre,che l’aveva promesso a
quella ragazzina tutto pepe. A rivedere in quel momento avvenimenti così
lontani,veniva quasi da ridere.
E allo stesso tempo da starci
male.
Lui e Mei Lin erano cugini
lontani,ed erano stati promessi quand’erano bambini. Shaoran non si annoiava
mai con lei,che era sempre stata un vulcano in continua eruzione,ma una volta
cresciuto,si rese conto di volere qualcosa di più dalla vita. Sarebbe stato
felice,sì,ma non voleva sposare qualcuno che non amava. Non voleva il posto
nella banca diretta dal padre. Non voleva sottostare alle rigide regole di
qualcuno.
-Potevo sembrare un ribelle…-notò.
E così,dopo vari ripensamenti e
decisioni, era scappato di casa,si era trasferito lì in Giappone. Per quanto
tempo i suoi genitori non gli avevano rivolto la parola…per quanto tempo Mei
Lin aveva pianto dopo il suo abbandono?
Eppure era sempre stato chiaro con
loro. Ma a volte,con certe persone, ci vogliono i fatti.
Spesso ci pensava,se fosse rimasto
a Hong Kong,in quel momento sarebbe stato sposato,magari un padre che lavorava
in banca. E invece era un pasticcere che pagava sempre in ritardo l’affitto e
senza l’ombra di una ragazza. A proposito di ragazza…
I suoi pensieri tornarono alla
conversazione avuta poco prima. Mei Lin gli aveva fatto promettere una cosa
impossibile!Le soluzioni erano due:o bisognava trovarsi una fidanzata in
quattro giorni,oppure invitare un’amica e spacciarla per qualcosa di più.
E se quell’amica fosse
stata…Sakura?
Sakura starnutì rumorosamente,nel
pacato silenzio della sua casa. Strano che avesse preso un raffreddore proprio
in quel periodo.
Forse era solo allergia alla solitudine. Suo padre era rimasto in
ospedale,doveva rimanervi per un altro paio di giornate per dei controlli e poi
sarebbe finito l’incubo. Era solo una leggera insufficienza renale,per fortuna…
Si ripulì con un fazzoletto,prima
di decidere cosa fare in quel giorno di riposo per lei.
Aveva voglia di preparare un bel
dolce,ma ricordandosi la fine che aveva fatto quell’innocente ciambella al
cioccolato qualche giorno prima,decise di non compiere più altri scempi del
genere.
Però aveva proprio l’acquolina in
bocca…
Infilandosi un leggero
giubbotto,uscì per dirigersi alla sua pasticceria preferita. Ancora una volta.
Mentre camminava per
strada,imprimendosi nella memoria quell’intenso odore di fiori di
ciliegio,pensò che doveva ancora sdebitarsi con Shaoran. Non le andava giù il
fatto che lui fosse stato tanto gentile,e lei dovesse solo approfittarsene!
“Dai…vieni a mangiare da me,oggi?”
Due giovani catturarono la sua
attenzione. Era mattina, e a quell’ora tutti gli studenti si recavano nelle
diverse scuole. Quei due ragazzi l’attirarono non tanto per la loro divisa o
per il loro strano accento,quanto per il loro dialogo…Mangiare…Ma certo!
Avrebbe potuto invitare Shaoran a cena da lei!Però il dolce l’avrebbe preparato
lui,a scanso di malori e di poveri sacrifici.
“Ora che vado in pasticceria
glielo chiedo!”esclamò a voce alta,calamitando gli sguardi dei due adolescenti.
“Grazie,ragazzi!”
Sakura fece un cenno della mano e
imbarazzata corse verso la pasticceria.
Mako e Heiji,i nomi dei due
ragazzi,la guardarono saltellare col cuore leggero. Allora non tutti gli adulti
erano come i loro professori di lettere…C’era ancora qualcuno che sapeva essere
spensierato.
Confortati da questi pensieri,i
due entrarono nel vecchio edificio tenendosi per mano.
“Ma come,è la sua giornata
libera?Proprio oggi?!”
Kinomoto era entrata nel bel
negozio di dolci,ma aveva subito appreso da Kido che quel giorno anche per
Shaoran era riposo…uffi…
“Eh sì,mi dispiace…provi a
ripassare domani.”
“D’accordo…”
Delusa,la ragazza pagò la sua
ciambella ed uscì. Pazienza,sarebbe stato per un altro giorno! Ma poi suo padre
sarebbe tornato…però,conoscendolo,era sicura non avrebbe dato problemi.
Era una bella giornata di
primavera,perché sprecarla rimanendo a casa?
Sakura addentò il dolce che aveva
in mano e s’incamminò per negozi. Presto sarebbe stato il compleanno della sua
unica nipotina,doveva assolutamente cominciare a dare un’occhiata in giro!
Davvero belli i negozi di
giocattoli…poi,Sakura si divertiva tantissimo,forse più della sua nipotina,che
aveva uno spirito decisamente consumistico! Cambiava gusti molto spesso…Sakura
sperò con tutto il cuore di azzeccarne i gusti del momento!
Alla fine scelse un classico
peluche,un orsacchiotto(tipo quello che
Shaory da aSakuruccia
nell’ultima puntata!) rosa molto carino.
Dopotutto,ai bambini piacciono le cose morbide…
Una volta uscita dal negozio(e ce
ne volle,perché Sakura sarebbe rimasta lì in eterno),decise di tornare a casa
per preparare un po’ da mangiare.
“Shaoran?”
La strada per casa sua,guarda un
po’ la fortuna,portava davanti ad un negozio di articoli per liste di nozze e
cerimonie varie. Sakura vi vide dentro l’ultima persona che si sarebbe
aspettata d’incontrare.
Shaoran si trovava lì per una
questione molto semplice…Mancando soli quattro giorni al matrimonio di Mei Lin
e Shin,bisognava prendere un regalo alla svelta. Così,il ragazzo aveva chiamato
per un consiglio la madre della sposa, la quale gli aveva annunciato cosa gli
spettava comprare per la lista di nozze. Gli erano toccati i bicchieri. E meno
male che non sapevano se invitarlo o no…
Il castano,chiedendosi quale mai
fosse la differenza cromatica tra l’avorio e il bianco che doveva sembrare
eburneo ma che in realtà non lo era,non sapeva più dove sbattere la testa.
Perché gli era venuta la malsana idea di chiamare i genitori della sposa?!
“K-kinomoto?”sussurrò non appena
si accorse della presenza femminile che sorrideva incerta.
“Cosa ci fai qui?Ti devi
sposare?”chiese la ragazza incuriosita.
“Non sono io a dovermi
sposare!”rispose Shaoran in tutta fretta,facendo sorridere una commessa che
forse aveva capito molto più di quanto avesse capito lui stesso.
“È che una mia lontana cugina di
Hong Kong si sposa…”
”Ah,è vero,tu non sei giapponese…”sorrise Sakura. Che faccia strana che aveva
il pasticcere!Sembrava triste,arrabbiato,imbarazzato e confuso allo stesso
tempo. Però…che fortuna averlo incontrato!
“Scusatemi…allora,signore,si è
deciso?” La commessa s’intrufolò nella conversazione,anche perché dovevano
chiudere.
“S-sì…prendo questi…”Shaoran
indicò i bicchieri di pseudo-avorio.
“Ma no…sono più carini
questi…Ops,scusa,non sono certo affari miei!”
La ragazza castana aveva segnalato
l’altro set di bicchieri,quello che era veramente color avorio.
Shaoran,sorpreso,disse: “Ah,se lo
dici tu…Allora compro questi qui.”
”Sicuro?”volle sincerarsi l’impiegata.
“Certo…”
Il cinesino comprò dunque il set
di bicchieri che gli aveva consigliato Sakura e soddisfatto uscì dal negozio.
“Grazie mille…Non me ne intendo
proprio…”
Rosso,Li si rivolse alla castana.
“Bè,neanch’io,ma credo di capire
meglio i gusti femminili!E poi,non credo che qualcosa che sembra un’altra valga
come l’originale…o no?”
“Non ci avevo pensato…”ammise
l’altro. “Visto?Ora ti sei sdebitata!T-ti ringrazio…”
Sakura ebbe un tuffo al cuore. “Ma
no,non ho fatto nulla…”
Shaoran la guardò bene. Non era
certo il tipo da poter spacciare indebitamente per la propria ragazza…
“E se venissi a casa mia a
pranzo,ora?Così potrei ritenermi davvero a posto con la coscienza…”
La proposta spiazzò non poco Shaoran. “Certo che tu non sapresti resistere a
lungo ai sensi di colpa!Però…d’accordo…se…se può servire…”mormorò il
ragazzo,mettendosi una mano dietro la nuca.
“Dai,allora andiamo!Per di qua.”
Sakura si sentì felice. Meno
male,aveva accettato!
I due s’incamminarono verso casa
Kinomoto,passando davanti alla scuola di due ragazzi,che per caso li videro.
“Ecco perché era così felice
quella donna,Heiji!”
“Già,non l’avrei mai detto,Mako,ma
anche gli adulti sanno essere felici per poco,proprio come noi…”
Il ragazzo la strinse a sé,dandole
un bacio e scatenando le ire di una vecchia insegnante di lettere,che certo
aveva perduto il ricordo della passata giovinezza.
E rieccomi col quarto capitolo!!^_____^ Quei due
ragazzi,Mako ed Heiji,mi sono venuti così,forse perché mi ricordano due miei amici!E
la prof di lettere mi ricorda la mia!T__T Ma passiamo ad altro,che la scuola è
finita!!!!!!!Evviva,è tempo di NATALE!!
Grazie a tutti coloro che
leggono e commentano questa fanfiction!
Non ho il tempo di ringraziarvi
ad uno ad uno,ma sappiate che vi devo davvero molto…Nel prossimo capitolo i
nostri due eroi arriveranno ad Hong Kong,e inizieranno i tre giorni che
cambieranno loro la vita! Ps: il giorno che ho scelto per il matrimonio di Mei
Lin e Shin,il 27 aprile, non è casuale…è il mio compleanno!XD
“Scusami,non è un granché…lo so,come cuoca faccio pietà…”
Una
bella ragazza dai magnetici occhi verdi si alzò dalla sedia,imbarazzata.
Prese qualche piatto sporco elegantemente,per riporli
in una meraviglia della tecnologia chiamata lavastoviglie.
“Non
è assolutamente vero!Credimi,Kinomoto!”
La
ragazza non era sola. Accanto a lei,un ragazzo
,all’incirca della sua età,si stiracchiava soddisfatto. D’accordo,magari il riso era un po’ bruciato…la carne un pochino
troppo stopposa…Ma lui era sicuro che lei ci avesse messo il cuore. E poi…e poi
non aveva avuto il tempo materiale per preparare chissà quali manicaretti;il suo invito era stato così spontaneo!
“Sul
serio,Shaoran?” Trepidante,Sakura si rivolse al suo ospite. “Perché io non sono mai
stata un asso in cucina… In questo ho preso da mia
madre.” La giovane si sforzò di sorridere. Per quale motivo aveva tirato fuori
quel discorso? Si fidava così tanto di quel semi sconosciuto?
“Non
scherzo. Comunque sono certo che anche tua madre non
sia poi questa frana. “
Shaoran sorrise,rassicurante. Ma
il tempo stringeva…doveva assolutamente chiederle quel favore… Non era affatto consapevole
dell’errore che aveva appena commesso.
Sakura lo fissò con occhi malinconici,e non gli
era mai successo di vederla così. Perché i suoi lucenti
occhi verdi all’improvviso si erano spenti? Prima di rispondere, lei inspirò
rumorosamente.
“Come
puoi esserne certo? Al massimo…avresti potuto… Sai,mia
madre è morta qualche anno fa…parecchi anni fa. “
Eppure,dopo tutto quel tempo,dopo vent’anni…
Ancora quel peso l’attanagliava. Il rimpianto di non essere cresciuta con una
figura femminile al suo fianco,di non poterle
confessare i suoi segreti più intimi e ,perché no,anche di litigare con lei,la
rendevano diversa. Non speciale,lei era
semplicemente…distinta.
Non riusciva a capacitarsi di come molta gente
potesse voler uccidere i propri genitori…Forse era
vero che il modo migliore per rendersi conto di quanto davvero si ami
qualcuno,è perderlo…
Ecco
perché non poteva distaccarsi da quell’ormai
famigerato cartoncino. Era l’unico legame che aveva con sua madre,il cordone ombelicale di una bambina che,troppo
cresciuta,non voleva ammettere la realtà. Non bastava andare alla sua tomba di
tanto in tanto,non bastava piangere e invocarla…Nessun
incantesimo poteva riportarla indietro…Bisognava avere la prova tangibile che Nadeshiko fosse lì con lei,sempre. E
quella prova era il cartoncino. Seguire alla lettera le sue istruzioni la faceva stare meglio…Lei avrebbe voluto così.
Si
riscosse dallo stato di trance,confusa,le lacrime agli
occhi.
Shaoran non aveva detto nulla. Aveva capito di aver toccato un tasto fin
troppo delicato,e che non aveva nessun diritto di
pretendere la totale fiducia della cliente così presto. Quando si accorse che Sakura non era più persa nei suoi pensieri,dalle sue labbra riuscì solo a fiorire un debole :”Mi
dispiace,non lo sapevo…”
Lei
sorrise. “Tranquillo,non avresti potuto. Di solito non
lo racconto in giro giornalmente.”
Nelle
parole della ragazza riuscì a cogliere una lieve sfumatura di
ironia.
“Non
ti va di parlarne,a quanto ho capito. Bè…però…visto che sono qui,e che
ti ho fatto venire in mente dolorosi ricordi,propongo di preparare un dolce
insieme a te!”suggerì il pasticciere,guardandola dolcemente. Se un giorno
avesse avuto fiducia in lui,ne avrebbero riparlato.
“Oh…In
effetti,non ho neppure fatto una torta!”si scusò Sakura,le mani dietro la nuca.
“Ehi,non faccio questo lavoro mica per sport!”ammiccò lui.
“Vediamo un po’…che cos’hai in cucina?”
Sakura perlustrò un po’ la dispensa. Domyojiko,zucchero,persino i koshian…
Quegli
ingredienti fecero venire in mente al pasticciere una ricetta particolare,che però avrebbe necessitato delle foglie di ciliegio per
essere perfetta.
“Peccato”concluse“Ad ogni
modo…Sai che hai proprio gli ingredienti per metter su un bel Sakuramochi?”
Sakura rise. “Certo che è un bel gioco di parole. Li
che prepara a Sakura…un Sakuramochi!”
Shaoran fece una smorfia impacciata.
“Non
è colpa mia se il tuo nome vuol dire ciliegio e lo si
trova spesso!” passò alle difensive. In realtà,fin da
quando aveva sentito il suo nome,in pasticceria,avrebbe voluto dedicarle un
dolce. Il Sakuramochi era… semplicemente perfetto.
Come mai non gli era venuto in mente prima? Forse perché Sakura non era nessuno di particolarmente speciale.
Prima.
“Hai
ragione…Allora,ci mettiamo all’opera?”
“Sissignora!”
Shaoran si mise sull’attenti,scatenando
tutta l’ilarità di Sakura. Era proprio quello il suo
scopo…farle dimenticare,anche solo per un attimo,la madre…
Ma
Sakura voleva realmente superare la sua scomparsa ?
Dicono
che,se si vuole conquistare qualcuno,l’arma migliore
sia puntare alla gola. Specie se si tratta di conquistare
ragazzi.
Quel
primo pomeriggio,Sakura e Shaoran si divertirono particolarmente ad assemblare gli
ingredienti per creare un dolce speciale…Shaoran era
un maestro paziente,abituato dopotutto a trattare con i clienti più disparati,come
le vecchiette sole che amano narrare vita,morte e miracoli dei propri cari o
come i giovani che passavano davanti a tutti, sfrontati…Sakura
era un’alunna volenterosa, una testarda dottoressa che aspirava a voler
migliorare la propria mediocre cucina. Insieme,avrebbero
sicuramente concluso qualcosa di buono,e forse non si sarebbe limitato ad un
dolcetto.
“Non
ci posso credere!L’abbiamo finito!”esclamò lei,piena
di gioia.
“Certo
che ti emozioni per poco…”le fece notare Shaoran,pulendosi le mani sul grembiule. I dolcetti erano usciti
davvero bene,e se ne compiacque particolarmente.
“Mmm…dobbiamo proprio assaggiarli subito!Ma
manca qualcosa qui…una bella tazza di tè!” esclamò la ragazza allegramente. “Lo
preparo subito!”
Passato
qualche minuto,Shaoran e Sakura stavano beatamente chiacchierando nelle calde ore del primo
pomeriggio. Gli argomenti toccati furono diversi:cucina,
gusti, il tempo…argomenti poco interessanti che celavano quello che era il vero
scopo della venuta di Shaoran. Il cinesino sapeva
bene che sarebbe stato difficile chiedere a Sakura
quel favore…e non aveva certo voglia di perdere una cliente.
Quando
entrambi ebbero finito di bere il tè e di mangiare i sakuramochi,un greve imbarazzo calò su di loro. Un sole
smorto li stava salutando all’orizzonte,e Shaoran non sapeva assolutamente che pesci pigliare. Sakura,dal canto suo,non riusciva a
capire cosa lo tormentasse e,sempre un po’ ottusa e pudica,non era in grado di
articolare delle conversazioni più o meno intelligenti.
“Sicuro?” Sakura si era tranquillizzata,finalmente
il silenzio glaciale era stato spezzato.
“Certo…ti sei
sdebitata molto più del necessario!”
“Lo spero. Comunque è stato un piacere averti qui con me,sul
serio!”aggiunse allegramente.
“Un’ultima
cosa,Sakura…Ecco,grazie
ancora per il consiglio sui bicchieri!Sai,io per quel matrimonio…ecco…”
Lo sguardo del
ragazzo si perse lontano nei suoi ricordi.
“Sì?”chiese curiosa la ragazza.
Era un gioco
di misteri svelati e non,quello che si poteva leggere
in casa Kinomoto quel giorno. Entrambi avevano indebitamente messo piede nei segreti più nascosti
dell’altro.
Shaoran prese con sé tutto il coraggio che
possedeva in corpo,fino all’ultima briciola,per
domandare:”Ti andrebbe di venire con me?”
Cinque
parole pronunciate con una certa foga ed anche ad un’infima quantità di decibel.
Sakura non poté fare a meno di chiedergli di
ripetere.
Prosciugato in
viso per l’enorme sforzo emotivo,Shaoran
urlò:”VORREI CHE VENISSI CON ME!”
La massa
d’aria che si sollevò fu tale che i capelli di Sakura
ne uscirono elettrizzati,mentre sul suo viso si
delineava un sorriso dolcissimo. “Comunque vorrei
dirti che ci sento…Ma perché proprio me?”
Shaoran trattenne a stento un moto di riso per
l’ingenuità palese di lei. Ora parlare era molto più facile.
“Bè,sai,MeiLin…cioè la sposa…ecco,non vorrebbe vedermi da solo
in un giorno di festa…”
Lo sguardo di Sakura si fece interrogativo,ancora
di più.
“Ossia,vorrebbe che io invitassi qualcuno per non sentirmi troppo
solo…” O oppresso dai parenti,pensò immediatamente.
“La mia
domanda era un’altra,Li…”
Sfregando un
braccio conserto,gli occhi verdi di Sakura parevano studiarlo a fondo. Ma non pensavano a
nessun significato recondito di quel gesto…dopotutto,nonostante
i vent’anni e più,Sakura si
era sempre mantenuta una ragazza semplice e,a dirla tutta,ottusa.
“Oh,certo!In realtà,te l’ho voluto chiedere perché ho notato
che in questo periodo ti sei stancata tanto,tra il lavoro e tuo
padre…Inoltre,sei una delle mie clienti più affezionate!”
Non riuscì a
far dissolvere il rossore,per quanto lo volesse. Che
scusa idiota!Anche il vecchio Nakajima era un suo
cliente affezionato,e da oltre vent’anni!Eppure,perché
lui lo voleva chiedere proprio a lei?
“Ho pensato
che una piccola vacanza ti avrebbe fatto bene…”continuò,in
preda ad un ritorno d’agitazione.
…Perché proprio lei?
Almeno per quel
giorno,non trovò una risposta Più in là,la soluzione
fu troppo chiara e scomoda perché l’accettasse subito.
“Che pensiero
gentile…alla fine,sono sempre in debito io con
te!”sorrise lei.
“Se vuoi
sdebitarti completamente,ti prego,di di sì!” la
implorò lui,giocando astutamente sulla sua bontà.
Sakura,dal canto suo,la riteneva una proposta
non da scartare. Non bisogna fraintenderla,lei amava
ciò che faceva e chi le era attorno,ma era un essere umano a tutti gli
effetti…e di tanto in tanto desiderava staccare la spina. Quale occasione
migliore?
“D’accordo,Shaoran. Verrò con te.”
Il respiro di
sollievo del pasticciere si udì distintamente.
Non
ci posso credereeeeeeee!Finalmente,da
dicembre sono riuscita ad aggiornare!Scusate per la mia imperdonabile
assenza,ma vi garantisco che con l’estate gli aggiornamenti saranno più
rapidi!!!Dunque,questo è un capitolo che serve un po’ da introduzione al
prossimo,dove Shaoran e Sakura
saranno alle prese con i vestiti per la cerimonia ed arriveranno ad Hong
Kong!Siamo più o meno a metà percorso,perché credo che la fanfic
consterà di 9-10 capitoli…^^ Un grazie immenso a chi commenta e a chi
legge!Spero che sarete numerosi anche stavolta!
Una boutique come tante altre,due ragazze
normalissime ed un vestito a ricami floreali che proprio non era adatto.
“Uffa,Tomoyo,certo che però non ti va bene niente!”
La ragazza che provava il vestito sbuffò
vistosamente,ad un cenno di diniego dell’amica.
“Sakura,io voglio che tu sia P-E-R-F-E-T-T-A!E
la perfezione non arriva mica così,in un batter di ciglia!”
Un ragazzo castano ed alto,fino a quel momento
rimasto in disparte ad osservare i mille abiti che Sakura
indossava,tossicchiò,prima di dire:“Scusate,ragazze,ma…”
“Signorino Shaoran,lei non si intrometta!Sakura,prova questo!”ordinò la ragazza
in tono perentorio.
Tomoyo lanciò alla ragazza castana un abito verde,troppo
semplice per i suoi gusti,ma che forse avrebbe conquistato la sua amica.
Mentre Sakura si cambiava per l’ennesima volta
d’abito,la sua compagna inseparabile fin dalle elementari, Tomoyo,fece mente
locale.
La sera prima Sakura l’aveva chiamata- ed
aveva interrotto una romantica cenetta tra lei ed Eriol- in preda alla
confusione totale,perché non sapeva che abito mettere ad un matrimonio.
Ci volle del tempo perché Tomoyo potesse
ricomporre esattamente tutti i pezzetti di quel puzzle,ma c’era qualcosa che
ancora non tornava. Da ciò che aveva capito da una Sakura troppo agitata,quel
pasticcere,per la precisione il suo pasticcere di fiducia,di nome
Shaoran,l’aveva invitata con sé ad un matrimonio.
Ripensandoci,non ricordava che Sakura avesse
stretto rapporti così intimi con quel ragazzo…Ma Sakura non parlava quasi mai
dei propri problemi sentimentali,occupata com’era a curarsi degli altri. Tomoyo
emise un debole sospiro…Quanto avrebbe voluto vedere Sakura crescere,una buona
volta! Ma poi si chiese perché mai crescere volesse dire diventare egoisti…
Fissò Shaoran, concentrato nell’ esaminare gli
smoking. Si passò una mano tra i capelli,stanca…Doveva anche scervellarsi per
vestire lui!Meno male che c’era meno scelta,tra i capi maschili…
Una Sakura intimidita uscì dal camerino, facendo
cenno alla mora.
“Oh,Sakura,finalmente!” esclamò lei,avvicinandosi per poter studiare meglio la
cadenza del vestito.
Con lei si girò anche Shaoran, arrossendo
vistosamente. Sakura era…davvero graziosa!
“Mmm…un po’ troppa pancetta! Ma insomma…quanto
mangi?!” domandò incredula la signorina Daidouji, squadrandola da capo a piedi.
“Ehm…”fece impacciata Sakura “tutta colpa dei
dolci di Shaoran,sono deliziosi!” spiegò, rivolgendogli un ampio sorriso.
“Ad ogni modo” disse spicciola Tomoyo “Credo
che questo vestitino verde sia adorabile addosso a te…Ma tu sei bellissima con
tutto!” sorrise,ricordando quanto si rallegrasse nel crearle lei stessa degli
abitini ai tempi delle elementari! Non avrebbe avuto tempo,ora,dal momento che
mancava davvero poco al matrimonio di quella…come si chiamava?Mei Lin,ecco!
“Grazie,Tomoyo!”fece Sakura,nascondendo un
braccio dietro la nuca. “Tu che ne dici,Shaoran?Mi sta bene?”
Li la fissò bene. Non era né troppo corto,né
infinitamente lungo…Aveva maniche a sbuffo di un delicato color pesca, colore che
poi dava origine a dei motivi singolari col verde chiaro. Intarsi di azzurro
sui fianchi e sul collo impreziosivano il tutto,dando l’impressione che chi lo
indossasse sembrasse una ninfa primaverile.
“Sì,sì!Farai faville!”sorrise.
“E sia…”affermò sbrigativa Tomoyo.
“Tu,Shaoran,hai già visto qualche modello per te,nel frattempo?”
Dal viso chiaramente rivolto alla tenda del
camerino di Sakura,Tomoyo indovinò che non aveva pensato a nulla se non a guardare
con meraviglia la ragazza.
Possibile che…? Tomoyo ci penso un po’ su. Gli
indizi erano troppo lampanti perché lei non giungesse alla soluzione
dell’enigma.
Ecco che anche l’ultimo tassello del puzzle aveva un posto!
A Shaoran piaceva Sakura…Ora si spiegava un
invito così improvviso ad un matrimonio!Ora si spiegava come mai l’avesse
accompagnata all’ospedale! Ma,naturalmente,Sakura non si era accorta di nulla.
Perché,ovviamente,capita spesso che un
semisconosciuto ti inviti ad un matrimonio con sé,che tra l’altro durerà tre
giorni!
Ridacchiando tra sé e sé,Tomoyo decise di non
rendere consapevole nessuno della sua scoperta…Entrambi avevano ancora molto da
dirsi,e forse dovevano conoscersi in maniera più approfondita…
Scrutò il ragazzo,che sembrava,stavolta,davvero
intento a scegliere un vestito. Forse sarebbe stato più adatto lui di Yukito a
Sakura… Ma la scelta ricadeva sul settimo,chiunque fosse.
“Dovremmo aver finito con le compere,no?”sospirò
un’ esausta Tomoyo all’indirizzo dei due invitati.
“Vediamo…”
Sakura alzò una mano,contando infantilmente
sulle dita: “Vestito,comprato!Regalo…oh,no!!”
“Non mi dire che tu volevi presentarti senza
un regalo…” si informò sardonica l’amica.
“Ma no,ce l’abbiamo un regalo!”
La frase di Shaoran spiazzò non poco entrambe.
“Come sarebbe a dire?”indagò Sakura.
“Bè,ti ho invitata io,no?E tu mi hai aiutato a
far cadere la scelta sui bicchieri! Il minimo che io possa fare sarebbe di spartire
il regalo,no?”
Sakura ci pensò un attimo,perplessa. In
fondo,il tempo incalzava;d’altro canto,se si fossero presentati insieme…con lo
stesso regalo…sarebbero sembrati…una coppia!
“E quindi,anche la questione regalo è stata
risolta!”concluse frettolosa Daidouji.
“Bè,credo che fossero questi i problemi
principali…”rifletté Shaoran.
“Sì,ed a Hong Kong come ci arrivate,volando?”scherzò
la bruna, inanellandosi i ricci.
“Mei Lin aveva programmato il treno,ma
dev’essersi dimenticata che ora abito in Giappone e quindi dobbiamo prendere
l’aereo… Vedremo.”spiegò Shaoran,più a se stesso,dal momento che nessuna delle
due parve sentirlo.
Intanto,i tre avevano raggiunto l’abitazione
di Tomoyo,che si stava divertendo sempre di più ad esaminare il goffo Shaoran.
“Bè,un modo si troverà!Siamo al 23
aprile,avete tre giorni utili per pensarci!”ammiccò la padrona di casa,giunta a
destinazione. “Volete accomodarvi?”chiese cortesemente.
“Meglio di no”rispose Sakura “Sono proprio
stanca…Sarà per la prossima volta,ok?”aggiunse,conciliante.
“Io,invece,devo recarmi in pasticceria…oggi mi
tocca il turno di pomeriggio!E devo ancora chiedere le ferie…”
“Cavoli,anch’io!Dovrò andare dal mio
primario!”si ricordò tutt’ a un tratto Sakura.
Tomoyo sorrise all’evidente mancanza di senso
pratico dei due.
“Allora ci rivediamo dopo il matrimonio!Fatemi
sapere com’è andata!”
Palesemente,si aspettava sviluppi da quella
strana situazione;era convinta che comunque ci fossero altri aspetti che
Shaoran aveva “dimenticato” di comunicare a Sakura…
Entrando, la signorina Daidouji avvertì un
profumino delizioso provenire dalla cucina.
“Bentornata…”sussurrò delicatamente un Eriol
ai fornelli,mentre Tomoyo lo avvolgeva in un caldo abbraccio.
“Koichi-san,dovresti firmarmi tre giorni di
ferie,per favore!”implorò la giovane dottoressa,in quel giorno di riposo.
“Sakura,non ti
aspettavamo oggi!Come mai con così poco preavviso?”
Koichi Mitaru,primario della Chirurgia
Generale da molti anni oramai, si aggiustò gli occhiali. Sakura era uno dei
suoi medici più promettenti:disponibile,pronta a farsi in quattro per gli
altri,bravissima… Malgrado ciò,non riusciva a vedere l’amore per il suo lavoro.
Sakura non amava operare,ma donare un sorriso…Inoltre,ciò che le piaceva più
fare era correre. Sarebbe stata un’atleta,se solo…Se solo. Nessuno aveva compreso appieno il perché
Sakura si fosse consacrata alla scienza di Ippocrate.
“Scusami,sono stata invitata ad un matrimonio
poco fa;ho avuto un sacco di cose da fare!!”si affrettò a rispondere lei.
Non si trovava a suo agio lì,nonostante
tutto:l’atmosfera era triste,il dolore si poteva sentire a pelle…Ma la speranza
che i medici sapevano regalare donava vita a sorrisi spontanei e
semplici;quella era la maggior gratificazione di un medico.
“Ma certo,capisco! Solo,dobbiamo sbrigarci a
modificare i turni…Comunque,non ti preoccupare,potrai divertirti al matrimonio!
Ci vediamo al tuo ritorno!”
sorrise il dottore,rivelando una ruga di
troppo sul suo volto stanco.
Sakura non era l’unica , in quel momento, a
domandare le ferie al proprio capo;anche Shaoran aveva i suoi bei grattacapi
per convincere il dirigente della pasticceria ad accordargli qualche giorno di
riposo. Alla fine,però,entrambi riuscirono ad ottenere ciò che volevano:
qualche giorno ad Hong Kong,tappa cruciale per ciò che sarebbero diventati.
“Insomma,vogliamo darci una mossa!!Ho
duecentocinquanta invitati,dannazione, e c’è ancora tutto questo lavoro da
fare!”strillò un’inviperita Mei Lin nei confronti degli operai che sciamavano
in tutte le direzioni,quasi fossero api impazzite.
Diavolo,quel matrimonio doveva essere
assolutamente straordinario, e a che punto si trovavano ancora?
La tenuta di campagna della famiglia Fa non
era mai sembrata così cadente.C’era il
campo da tosare,viste le erbacce che lo popolavano;l’intera proprietà doveva
essere ridipinta di rosa e bianco per l’occasione. E,come se non bastasse,le
stanze dovevano essere completamente rimesse a nuovo!
A soli tre giorni dal matrimonio, il campo
sembrava spelacchiato qua e là;mancavano da riverniciare tutte le stanze,che
fortunatamente,però,erano state risistemate.
Per non parlare poi dell’altare! Il fioraio
sembrava scomparso, e il falegname doveva ancora ultimarlo,nonostante avesse
già realizzato le panche per gli invitati.
Mei Lin aveva una voglia matta di mandare
tutto a monte. La frenavano solamente il grande amore che provava per Shin e la
forza con cui sua zia,la signora Li,si stava sprecando perché fosse tutto
perfetto.
Come diamine faceva Shaoran a pensare che quella
donna volesse il suo male,si ritrovò a pensare una stanca promessa
sposa,accovacciata sull’erba che profumava di fresco.
Era grazie a lei che almeno le bomboniere
erano pronte,che il vestito era già arrivato.
“Signorina!!Qui abbiamo finito!”
Alzandosi di malavoglia,Mei Lin andò a
controllare cosa avessero realmente finito.
Gridando di gioia,si accorse che finalmente
tutta la dimora era stata riverniciata,assomigliando così più a un confetto che
ad una casa;in più,pareva che il giardiniere avesse seriamente l’intenzione di
ricomporre il prato in modo che ci si potesse giocare a croquet!
“Hai visto,Mei Lin?Mai perdere la speranza!”
esclamò raggiante la sua futura suocera,affannandosi a preparare lettere
minatorie al fioraio se non si fosse presentato di lì a poco. “La casa è a
posto,dopo tanto tempo;il nostro giardino,anche! Il falegname ci ha comunicato
che l’altare sarà pronto domani…e il fioraio,quel maledetto,potrà dire addio
alla sua serenità mentale se non si fa vivo entro due giorni!”
Mei Lin rise di gusto;era bello vedere tutte
quelle persone che si preoccupavano per lei!
“Quindi,a parte i fiori,è tutto a
posto!”mormorò sorridente.
“Sì! Guai a te se poi mandi a monte
tutto,cara!”
La signora Fa non era tra quelle che vedevano
di buon occhio l’invito di Shaoran.
“Non mi lascerò sfuggire Shin,questo è certo.
E Shaoran…lui sarà in dolce compagnia.”rispose di rimando.
Oh,cavoli.
Sbiancò in volto,dandosi mentalmente della stupida. Gli aveva praticamente ordinato di prendere il treno,ma lui
abitava in Giappone,ora!Che sciocca…avrebbe dovuto pagargli il viaggio in
aereo!
“Qualche problema,cara?”
Mei Lin scosse la testa. Ma no,ci avrebbe
pensato lui. Lui e…la sua ragazza. Fece una smorfia. Non doveva
preoccuparsi:Shaoran sarebbe arrivato a sue spese,volente o nolente. Certo che
sarebbe arrivato. Doveva arrivare.
La ragazza si alzò,andando incontro alla zia che
stava trascinando per le orecchie il povero Pin,il fioraio.
Non avrebbe lasciato in pace Shaoran,poco ma
sicuro. Né la sua ragazza,o chiunque. Avrebbe semplicemente mostrato che cosa lui
aveva lasciato in Cina. A lui poi spettava decidere se gli era convenuto
andarsene,o no .
Prima di tornare a casa,Sakura passò a trovare
suo padre,ormai quasi completamente ristabilito.
“Ciao,papà! Vedo che stai meglio!”
Fujitaka si mise a sedere,sorridendo. “Qui mi
viziano,bambina mia! Ma mi lasceranno tornare a casa verso il 28-29…”concluse
sospirando.
“Non ci pensare,riposati e basta!”
Sakura gli sistemò il cuscino,controllò la sua
tabella clinica e si accomodò su una sedia. Valori nella norma.
“Tu cosa mi dici,Sakura?Tutto bene?”
“Non ti preoccupare,tutto sotto controllo!Però…
Papà…ti ricordi quel ragazzo con cui sono venuta qui,Shaoran?”aggiunse,quasi
colpevole.
“Sì,quel povero ragazzo bersaglio di
Touya!”ridacchiò lui.
“Esatto”Sakura fece una smorfia “Ebbene,mi ha
invitata ad un matrimonio…”
“Matrimonio?”
Fujitaka non capiva come mai Sakura fosse così
restia ad elargire spiegazioni su quel matrimonio.
“Sì,pare che sua cugina si sposi,e
lui…insomma,non vuole andare da solo!Così,ha chiesto a me se mi andava di
accompagnarlo…E io ho accettato,sai,tre giorni ad Hong Kong,in campagna,non
dovrebbero farmi male!”
Fujitaka sembrò sorpreso. “Sono d’accordo,ma
non capisco perché mai ti stai creando problemi inutili!Non ti devi
giustificare se vuoi passare tre giorni ad Hong Kong in compagnia di un
amico!”spiegò,sempre sorridendo.
Sakura emise un leggero sospiro di sollievo.
Strano come fosse difficile spiegare a tutti che Shaoran l’aveva invitata ad un
matrimonio. Dopotutto,non si conoscevano benissimo e da tanto tempo ;spesso
avevano scambiato qualche chiacchiera,ma niente di più. Ora,invece,sembravano
amici di vecchia data. O meglio, più che amici.
“Il problema sarà spiegarlo a Touya…”si
lamentò lei.
“Spiegarmi cosa?”
Il fratello di Sakura entrò nella
stanza,solo,con aria torva.
Tamburellò nervosamente le dita,mentre aspettava
una risposta.
Dopo che avergli spiegato la situazione con
non poche difficoltà,Sakura dovette riconoscere che la sua reazione non fu
spropositata.
“E perché proprio te?”
Con quella mera,ma mirata, domanda,Touya
riassunse i mille dubbi che tutti si erano posti.
“Non lo so…Ha detto che mi vede sempre
stanca,e che quindi avrei avuto bisogno di una vacanza.”
La semplicità di Sakura disarmava molti,ma
Touya non si lasciò convincere così facilmente. Alzando un
sopracciglio,obiettò:”Poteva invitare anche altri clienti. Non mi risulta che
voi abbiate rapporti che vadano oltre la semplice clientela,o no?”
Gli occhi truci del giovane Kinomoto si
ridussero a due fessure,mentre Sakura si sentiva sempre più a disagio.
“Touya,adesso basta! Questo Shaoran ha avuto
un pensiero gentile:tua sorella è sempre così disponibile che ha bisogno di
qualche giorno di riposo!” lo rimproverò con voce autorevole il padre.
“D’accordo. Ma la cosa continua a non
convincermi. Sakura,verrai in macchina con me,almeno fino all’aeroporto! E non
ammetto rifiuti.”sottolineò testardo Touya.
Le parole di Touya avrebbero comportato una
capatina in pasticceria.
“Oh,vi vedo tutti riuniti!”
Una voce calma interruppe il momento
familiare. Un uomo alto,con gli occhiali ed i capelli chiari,fece il suo
ingresso nella stanza di Fujitaka.
“Yukito…”
Il cuore di Sakura compì un balzo,ritrovandosi
di fronte al bel medico.
“Ciao,Sakura! Touya…”fece un cenno col capo.
“Signor Fujitaka,come andiamo?”
Yukito Tsukishiro si rivolse cordiale al
proprio paziente,abbassandosi per misurargli la pressione e controllare un po’
i valori della sua tabella clinica.
Sakura non poté fare a meno di intromettersi.
“L’ho controllata io poco fa,è tutto a posto!”
“Non ti fidare di lei.”l’ammonì severo Touya.
Yukito rise leggero,per poi rispondere:”Ma
no,perché dici così?Sakura è una bravissima dottoressa! A proposito…Queste sono
per te.”
Come dal nulla, Yukito estrasse delle delicate
camelie cremisi per porgergliele.
“Sono bellissime…Grazie mille!!”farfugliò
appena lei.
“Figurati, mi piace stupire le ragazze.” Sorrise il medico, contento che il suo
dono fosse riuscito nell’intento di strapparle un sorriso.
Nonostante avesse già controllato Sakura,
Yukito lanciò un’occhiata alla tabella. “Sì,proprio tutto nella norma. Ma gli
accertamenti non sono finiti…Scusate,potreste lasciarmi solo col
paziente?”domandò cortesemente.
“Certo.”risposero affabili i fratelli Kinomoto
all’unisono. Sakura,prima di chiudere completamente la porta,lanciò una lunga occhiata
al collega,sospirando.
Touya evidentemente comprese il suo stato
d’animo,perché ridacchiò e mormorò:”Tranquilla,lo potrai vedere in tutto il suo
splendore alla festa di Nadeshiko!Io e Kaho abbiamo intenzione di invitarlo!”
Rincuorata,ma al contempo indispettita dal
fatto di essere un libro aperto,Sakura sorrise. “Davvero? Almeno non sarò
circondata da bambini urlanti!”
Accarezzò le camelie, col volto ormai divenuto
dello stesso colore dei fiori profumati. Che pensiero gentile…
Decise di andare da Shaoran,giusto per
comunicargli ciò che voleva fare il fratello,ed anche…così,per fargli una
visitina. Prima di andarsene,però,rivolse un’ultima occhiata di sfuggita a
Yukito,dal piccolo spiraglio che aveva lasciato aperto. Se solo fosse stato il
settimo…
“Per favore,una ciambella!”
“Un chilo di cannoli!”
“A me tre paste al cioccolato!”
Sakura non aveva scelto un buon momento per
recarsi in pasticceria. Erano le venti,e tra mezzora il negozio avrebbe chiuso
i battenti,costringendo i golosi ad aspettare la mattina seguente per potersi saziare
di dolcetti.
La castana decise di aspettare il momento di
chiusura per poter parlare a Shaoran.
Osservò dolcemente Shaoran che lavorava
alacremente per i propri clienti,e si chiese se anche lei amasse tanto fare il
suo lavoro…
La risposta era adamantina,ma Sakura ricordò
ciò che aveva detto alla madre:non voleva che altre bambine soffrissero come
aveva sofferto lei,che madri dolci venissero strappate alla vita così presto.
Certo che Shaoran si dava proprio da fare,e
com’era paziente!
Lui,dal canto suo,non l’aveva praticamente
vista,indaffarato com’era a preoccuparsi delle ordinazioni di una vecchietta
prepotente,che cercava di avere la meglio e di passare avanti ad altre cinque
persone.
Quando venne finalmente l’orario di
chiusura,la ragazza aspettò tranquillamente chela folla si diradasse.
“Sakura!”
Shaoran si rese conto solo in quel momento
della presenza della ragazza,e ne restò piacevolmente sorpreso. “Sei qui per
ordinare?”
“No,tranquillo”rispose lei “Devo assolutamente parlarti!”
Kido sferrò una gomitata al povero
cinesino,che si indicò come un ebete “ A me?”
“Certo!Usciamo?”
“Vai pure,Shaoran!Chiudo io!”disse il
proprietario,sorridendo assieme a Kido.
Pur sentendosi oggetto di una presa in giro
non indifferente,Shaoran preferì soprassedere e dedicarsi a Sakura.
I due si sedettero su una panchina.
L’imbarazzo li inibiva completamente,ma Shaoran scelse di spezzare il silenzio.
“Che cosa dovevi dirmi?”
“Ecco…ti ricordi di mio fratello,vero?”
Gli occhi di Shaoran si caricarono di rabbia e
di terrore. “Difficile dimenticarsene…”
La risposta laconica di Shaoran provocò un
moto di riso in Sakura. “Già,hai ragione…Vorrebbe accompagnarmi lui all’aeroporto,ti
dispiace?”
“A
questo proposito,Sakura,credo che Mei Lin abbia commesso un errore pratico,e
che sciocchi noi a non pensarci prima…In effetti,non possiamo prendere il treno
per andare in Cina,quindi…Provvederò io stesso a prenotare i biglietti aerei domattina,non
preoccuparti.”
Shaoran si passò una mano dietro la nuca,evidentemente imbarazzato.
“Shaoran”
Sakura era illuminata dalla luna,i suoi occhi
verdi scintillavano.
Non si era mai sentito così strano.
Le sfiorò una mano con la sua,tremante. “Cosa
c’è?”
“Perché fai tutto questo per me?”
Non fu facile trovare una risposta adatta. E dire che non gli era indifferente
sarebbe stata la via più semplice,sì,ma quanti problemi avrebbe causato?
“Perché ti vorrei vedere felice. Quando vieni
in pasticceria,hai sempre l’aria indaffarata,o stanca,preoccupata…triste…”
La risposta sembrò soddisfare l’innocente Sakura,che
strinse la sua mano.
“Ti ringrazio…”
I minuti passarono interminabili,ma preziosi,prima
che Shaoran facesse il punto della situazione. “Praticamente,ci dobbiamo vedere
il 26 mattina in aeroporto,tu verrai con tuo fratello,d’accordo…Poi prendiamo
il volo per Hong Kong. Una volta arrivati in Cina,dovremo prendere un taxi per
recarci nella tenuta di campagna dello sposo.”
“Si terrà in campagna?”
“Sì…”fece Shaoran. “Tre giorni nel completo relax!”
“Che bello!”esclamò Sakura,felice di poter stare
a contatto con la natura.
Shaoran si meravigliò nel vedere come fosse
semplice accontentarla. Le loro mani erano ancora intrecciate.
Decise di spiegarle tutta la storia con Mei
Lin una volta seduti in aereo. Non voleva sprecare quel momento per rivangare
questioni ormai chiuse. E poi…avrebbe dovuto spiegarle semplicemente che Mei
Lin era sua cugina,sì,ma che un tempo erano fidanzati e che lui l’aveva
abbandonata,così come aveva lasciato tutti con un palmo di naso…E che Sakura
stessa,in teoria,era la sua fidanzata. In teoria. Cavolo,che cos’avrebbe
pensato di lui?
Sakura cercò di indovinare i pensieri di
Shaoran,ma non ci riusciva. Non capiva perché…con lui stesse così bene. Diede
un’occhiata all’orologio,doveva rincasare. Si sporse verso di lui,donandogli un
lieve bacio sulla guancia e lasciandolo stupefatto.
“Buonanotte,Shaoran.”
Bonjour tout le monde!!!Lo
so,vi avevo promesso che gli aggiornamenti sarebbero stati più veloci,ma non
avevo fatto i conti con la permanenza dai miei nonni e conseguente mancanza di
Internet…in compenso ho scritto molto,in modo da non far pesare troppo i miei
lentissimi ritmi di aggiornamento!^^
Avete visto il film “Il
settimo è quello giusto”, venerdì 13?? Io un po’ e mi sono resa conto che
alcune cose le ricordavo perfettamente, altre invece l’oblio le aveva
totalmente cancellate! Ma resta pur sempre uno dei miei film preferiti…**
In partenza,questo
capitolo avrebbe dovuto contenere anche tutto il viaggio di Sakura e Li per
Hong Kong,e finire appunto col loro arrivo! Ma poi sarebbe stato troppo lungo,e
così ho deciso di conservare il settimo capitolo per il loro primo giorno ad
Hong Kong…Credevo di concludere questa fic con 10 capitoli,ma mi rendo conto
che sarà un po’ difficile! -_-°°° Ora come ora,ritengo che si concluderà
all’undicesimo-dodicesimo capitolo(incluso un breve epilogo!^^)…mi dovrete
sopportare ancora un altro po’!Ad ogni modo,col prossimo si entra nel fulcro
della vicenda…Questo capitolo,in realtà,lo volevo anche saltare,ma poi ho
pensato che sarebbe stato necessario spiegare un po’ i ‘preparativi’ (non a
caso,questo è il titolo!)e rimettere in gioco personaggi contemplati nei
primissimi capitoli…Non me ne vogliate! Ringrazio di cuore Carillon,Fedina,Francy91,topomouse,Katy92,non so come chiamarmi,kari89,DenaDena
e Altair per le loro recensioni!^^
Sakura scese dalla macchina, dopo aver
fronteggiato un estenuante interrogatorio di Touya su Shaoran, che constava in
chiederle esattamente quanti anni avesse lui, quale professione esercitasse, ed
altre cose che in fondo conosceva benissimo, ma di cui voleva essere certo al
200%. Ad ogni modo, continuava a nutrire forti sospetti, sebbene Kaho l’avesse
convinto a non accompagnare Sakura anche nell’aeroporto stesso. Digrignando i
denti, Touya Kinomoto riconobbe: ”Siamo arrivati.”
“Già…grazie del passaggio, fratellone. Di qui
in poi, vado avanti da sola.”
Sakura gli lanciò la provocazione, che si sforzò di non raccogliere. L’aiutò
con la valigia così piena di vestiti raccomandati dalla stilista Daidouji che
Touya si lasciò sfuggire un’imprecazione sottovoce.
“Sicura che non sia pesante?”
“Certo che no, la trascinerò con le rotelle
apposite.”
In quel momento, lui odiò le meraviglie della
tecnologia. Scoccandole un’occhiata preoccupato-arrabbiato-impotente, Touya la
salutò con un cenno della mano e un misurato: “Divertiti.”
“Ciao, Touya…Non ti preoccupare, non mi
succederà niente!”
Lo sguardo furente del fratello le fece
intendere che sarebbe stato meglio per Shaoran, se la rassicurazione di Sakura
fosse avvenuta sul serio.
Eppure, pensò mentre spingeva il capiente
trolley all’interno del grande e dispersivo aeroporto, non capiva come mai
tanta sollecitudine…Aveva 25 anni, non certo 5. Secondo la legge, era ben
capace di intendere e di volere. E allora perché così tanti problemi?, sospirò,
cercando la figura amica di Shaoran.
Shaoran era già lì, sicuramente si era
svegliato molto presto. Non sembrava entusiasta di partire, a giudicare dalla
sua espressione perplessa e piena di sensi di colpa.
“Shaoran!”lo chiamò Sakura a gran voce, correndo
verso di lui.
“Oh, Sakura, sei arrivata!”esclamò lui
sollevato, scoprendo un grande sorriso.
“Ho fatto tardi?” chiese preoccupata ed
ansante lei, ormai arrivata a destinazione.
“Ma no, assolutamente… Ascolta, ieri ho
sentito Mei Lin, non prenderemo un taxi… ci verrà a prendere lei in persona
assieme al suo futuro marito una volta che saremo arrivati nell’isola di Hong
Kong.”
“Credevo fosse una città!”
“In realtà è un’isola, o più in generale una
suddivisione amministrativa della Cina.” Spiegò lui paziente, abituato agli
errori di chi non era cinese.
“La mia ignoranza in geografia!”ammise Sakura a malincuore.
“Macché…Victoria è il suo capoluogo… La
tenuta, se non ho capito male, si trova lì vicino.”
“Non vedo l’ora di conoscerla.” disse lei, aggiustandosi una ciocca di capelli.
“Anche lei…anche lei.”
Shaoran le porse il biglietto- che poi avrebbe
rimborsato Mei Lin, si augurava- ed insieme si diressero al check-in.
Sapeva che avrebbe dovuto confessarle tutto,
in aereo. Sperava solo che non avesse,e non avrebbe, capito il perché di tanto
procrastinare…
In ogni caso, riteneva di aver compiuto
qualche passo in avanti con Sakura, dal momento che lei l’aveva persino baciato
sulla guancia, augurandogli la buonanotte… Niente di che, sicuramente, ma
qualcosa su cui poter ricamare per quei tre giorni di ulteriori preparativi al
matrimonio.
Quando aveva sentito Mei Lin, quella mattina
stessa, le era parso di non averla mai sentita così felice. E ne era contento;
ciò valeva a dire che aveva finalmente trovato, dopo aver tanto cercato invano,
qualcuno che la rendesse felice. Le aveva perfino comunicato il nome della sua
“fidanzata”, rinnovando nella sua parente accesa curiosità.
Una volta pesate le valigie e presentati i
biglietti assieme al proprio documento di riconoscimento, Sakura e Shaoran
s’imbarcarono sull’aereo, pronti a quei tre giorni…di relax, credeva lei; di
soli guai, riteneva lui. Ma nessuno aveva colto nel segno.
“Wow, sai che è la prima volta che salgo su un
aereo?” gli confessò lei, allacciandosi la cintura di sicurezza.
“ Davvero? Guarda che…Se hai paura, posso sempre sistemarmi io vicino al
finestrino…”fece Shaoran, capitatole vicino.
“Ma no, voglio godermi il panorama…Se poi ci
tieni…”
“No, scherzi? Non preoccuparti di me…”
“Come vuoi.”
Shaoran attese paziente che l’hostess di turno
spiegasse tutte le norme di sicurezza possibili e immaginabili e che Sakura
contemplasse Tokyo diventare sempre più piccola, per poi scomparire sotto le
nuvole mattutine.
Ingenua come una bambina piccola, Sakura si
incantò nel vedere il panorama che le si apriva davanti… Non riusciva a credere
come il mondo potesse diventare così piccolo, tutt’a un tratto.
Lui ne era felice, dal canto suo. Ma il volo
non durava poi così tanto, in fin dei conti. Bisognava togliersi il sassolino
dalla scarpa, una volta per tutte. Rifiutando gentilmente l’hostess col
carrello e ripetendo tenacemente il discorso preparato, Shaoran si sforzò di
non guardarla negli occhi.
“Sakura…devo dirti una cosa…”
Un mugugno fu tutta la risposta che ottenne, ma continuò imperterrito.
“Devi sapere che… Ecco,Mei Lin crede che tu
sia la mia ragazza! No, lasciami parlare… Ecco, io e lei tempo fa…molto tempo
fa…eravamo fidanzati, ma io poi ho lasciato tutto e tutti e… Anche lei, di
conseguenza… Ti chiederai come mai non te l’ho detto prima… Bè, sai, un po’ mi
vergognavo, e poi pensavo che…Altrimenti non avresti mai accettato la mia
proposta! E sei la prima persona a cui ho pensato quando lei mi ha chiesto
espressamente di portare una ragazza con me…Insomma,dì qualcosa!”
Si contorse nervosamente le mani, girandosi
sudato di scatto verso lei. Sakura era ancora voltata verso il finestrino.
“Io ti dico tutte queste cose e tu rimani
impassibile?!” esclamò sconvolto.
Shaoran la scosse delicatamente, e la testa
inerte di una Sakura addormentata gli cadde sulla spalla.
Dormiva silenziosamente, come uno scolaro che
non voleva farsi scoprire dalla maestra.
“Shaoran… Yukito…Il settimo…giusto…”
Parlava nel sonno, e Shaoran si chiese cosa
mai sognasse per dire il suo nome. E chi diavolo fosse Yukito. Forse quel
medico che l’aveva abbracciata quella volta in ospedale… Le cinse un fianco,
stringendola a sé. Ora era lui ad averla con sé.
Accarezzandole i capelli, Shaoran sussurrò
dolcemente. “Tu non hai sentito una sola parola… Fatica sprecata.”
Le baciò la fronte, desiderando di restarle per molto tempo accanto così, senza
problemi di ogni sorta, solo loro due…
…Un’hostess scrollò leggermente i due
assopiti.
Erano carini da vedere, sì, ma il volo era
arrivato a destinazione. E lei non poteva certo perdere tempo; doveva rivedere
la sua famiglia lì ad Hong Kong.
Sakura schiuse leggermente gli occhi, balzando
in piedi e battendo con la testa sullo spazio apposito per contenere i bagagli
a mano. L’aereo era semivuoto.
Con la massima professionalità di cui era
capace, l’hostess annunciò loro che il volo era giunto a Victoria.
Quelle parole ebbero un effetto devastante sul
semi sveglio Shaoran che, rosso di vergogna e di disappunto perché Sakura
ancora non sapeva nulla, scattò in piedi, aiutando Sakura a prendere i bagagli
a mano.
Cavolo…Si erano addormentati…Perché era così
stupido?!
Per fortuna le valigie arrivarono piuttosto in
fretta, scongiurando ogni pericolo di smarrimento. Sakura aveva preso piuttosto
bene il primo volo ed era fresca e riposata, quantunque un po’ stupita dal modo
in cui si era risvegliata.
“Ora dovrebbero arrivare Mei Lin e Shin,
almeno così mi hanno detto.” Esclamò Li, quando i due furono all’aria aperta
della vasta Cina.
“Muoio dalla voglia di vederla!!”
“Sakura,io…”
Adesso o mai più.
Si sentiva come quel giorno in cui l’aveva
dovuta invitare al ricevimento. Ma se, tutto sommato, quello era un comunicato
abbastanza informale e poco problematico, questo certo non si poteva definire
altrettanto.
Sakura si voltò incuriosita dalla sua parte,
il beauty case in mano e un trolley vicino a sé.
Una macchina si profilò all’orizzonte.
Paventando terribilmente che si trattasse di Mei Lin, Li cercò di sputare in
una sentenza tutto ciò che aveva da dire.
“Sakura…io...”
“Tu cosa?”
Shaoran si prese la faccia tra le mani,
desiderando ardentemente un fosso immenso per caderci e non rialzarsi mai più…
Si sentiva un cretino integrale e poco
disinvolto nell’affrontare qualunque cosa avesse a che fare con delle
ragazze…Cavolo!!!
“Scusami, sono uno stupido.”
“Ma perché?Non capisco!”
Troppo tardi…
L’automobile si stagliò di fronte a loro. Ne
uscirono una ragazza dai lunghi capelli scuri e furbi occhi ambrati,
accompagnata da un ragazzo alto e biondo.
Shaoran ebbe un tuffo al cuore. Com’era bella,
Mei Lin.
“Sakura, fai finta di essere la mia
ragazza!”sussurrò velocemente lui, prendendo Sakura, decisamente confusa, per
mano.
“COSA?!”mormorò lei di rimando, col tono di
voce più basso che le uscì.
“Shaoran…”proferì Mei Lin, con gli occhi che
luccicavano, e che per fortuna non aveva sentito una parola. Lo stritolò in un
abbraccio, piangendo di gioia, mentre anche Shin si avvicinava per farsi
presentare.
Sakura,una volta interrotto il contatto con
Shaoran, rimase in disparte. Era forse di troppo in questa tenera scena di
riconciliazione. E non riusciva a capire perché mai lei dovesse fingere di
essere la sua ragazza!
“Sono contenta di rivederti.”disse Mei Lin,
ritrovata un po’ di compostezza. “Lui è Shin…il mio adorato Shin… Amore, lui è
Shaoran.”
Con voce allegra, Shin gli porse la mano. “Piacere di conoscerti, Shaoran.”
Gli era simpatico, a prima vista.
“Il piacere è mio, Shin.”
“E lei…dev’essere Sakura.” Fece la cinesina, squadrandola da capo a piedi.
“Esatto.” Shaoran deglutì, prendendo una mano
alla castana e sussurrandole in modo che solo lei sentisse: “Ti prego, per un
po’ dovremo recitare.”
Sakura gli scoccò un’occhiata indispettita, ma il sorriso governò il suo viso,
quando strinse la mano di Mei Lin.
“Questa è la mia ragazza, Sakura.”
Shaoran le posò le mani sulle spalle.
“Sono davvero molto contenta di essere
qui.”disse Sakura timida.
Con un cenno della mano, Shin li invitò a
salire in auto, dopo aver già caricato tutti i bagagli.
Durante il viaggio, solo i due futuri coniugi
tennero viva la conversazione. Mei Lin descriveva le proprietà in possesso di
Shin, che l’adulava in continuazione. Shaoran, quando interpellato, rispondeva
distrattamente.
Sakura scoprì di essere molto attratta dalla
campagna cinese.
Shaoran che diceva…”Questa è la mia ragazza,
Sakura.”
Come in un sogno, le venne in mente una scena della sua infanzia.
Gli ultimi ricordi di sua madre…
“E come faccio a capire se è mio fidanzato?”
Vedeva ancora la curiosità alimentare i suoi
occhi, mentre la madre, fragile com’era, rispondeva che bastava semplicemente
che lui dicesse di essere il suo fidanzato…
Bastava davvero così poco?
Osservò Shaoran a lungo. Dopotutto, lui aveva detto…Questa è la mia ragazza…
“Sei il sesto…” proferì poco convinta, con le
lacrime agli occhi.
“Cos’hai, Sakura?” le chiese piano lui,
improvvisamente attento a ciò che succedeva in quella vettura.
Sakura scosse il capo, tremando. Shaoran le si
avvicinò ancora di più, abbracciandola forte.
Com’era caldo quell’abbraccio, si ritrovò a pensare
lei, contraccambiandolo.
Ne mancava solo uno…
Involontariamente, la sua mente corse a
Yukito. Lui, il settimo. Sarebbe stato il settimo…il settimo!! Quello giusto.
Forse doveva ringraziare Li per tutta questa messinscena, nonostante gliene
sfuggisse il senso.
Sakura si strinse a Shaoran maggiormente, per
la gioia che provava. Shaoran non capì molto, ma quando lei lo ringraziò di
qualcosa lui fu molto felice di sapere che l’aveva perdonato. Anche se lei
ancora non sapeva di cosa dovesse essere perdonato lui.
Arrivarono nella tenuta di Shin un’oretta più
tardi, quando ormai era pomeriggio inoltrato.
Per Shaoran, ma soprattutto per Sakura,
l’arrivo fu carico di un’odissea di parenti che si riversava per conoscerli e
per decretare quanto fosse cambiato e cresciuto Li in quei tempi in cui era
stato lontano da casa.
Sakura ebbe davvero un gran daffare,
stringendo calorosamente le mani di miliardi di persone, annuendo tutte le
volte che Shaoran diceva che loro due erano una coppia. Soprattutto, cercando
di evitare di contraddire Shaoran il più possibile sulla loro storia.
Dopo circa una quarantina di zii, una
cinquantina di cugini e miriadi di incartapecorite prozie lontanissime, Shaoran
ebbe un po’ di respiro.
Raggiunse la futura sposa, chiedendole piano:
“Sai dove si è cacciata mia madre?”
“Oh, Shaoran, lei arriverà solo domani
mattina…” rispose lei, sorridendo a destra e a manca. “Non so perché, credimi,
comunque è molto ansiosa di vederti. Soprattutto di vedere te, Sakura.”
La castana sorrise dolcemente. Conoscere la
madre di Shaoran…sembrava buffo.
Elegantemente, Mei Lin si allontanò, per occuparsi di quel fioraio che
finalmente si era fatto vivo.
“A proposito, questa è per voi. Sarete stanchi
per il viaggio e vorrete certo darvi una rinfrescata prima della cena.” Spiegò
loro, tornando indietro e consegnando una piccola chiave dorata.
In realtà, proprio a voler essere sinceri,
nutriva seri dubbi che quei due fossero fidanzati, a giudicare dall’espressione
stranita di Sakura. Ma non le importava più di tanto; Shaoran aveva comunque
mantenuto fede alla sua promessa.
In silenzio, i due “fidanzati” salirono le
scale che li avrebbero portati nella stanza numero 5. Shaoran si vergognava
come un ladro, Sakura…sembrava un ebete, dal momento che capiva ben poco di
quello che stava succedendo…che, ad ogni modo, non le piaceva affatto.
Entrando in camera, Li si rese conto che se
Sakura non l’avesse ucciso in quel preciso istante sarebbe stata considerata
una santa.
Deglutendo a fatica, infatti, scoprì che la
camera era ovviamente doppia.
Il silenzio la fece da padrone, col suo manto
vellutato di richieste mai espresse e che mai come in quel momento desideravano
uscire.
Sakura si sedette sul letto, ipotizzando in
maniera scontata: “Immagino che questa camera dovremo dividerla, vero?”
Shaoran si maledisse per la propria timidezza.
“Forse è meglio partire dall’inizio, Sakura.”
“Abbiamo tempo…tre giorni per conoscerci meglio.”
Shaoran si distese sul letto, e lei fece
altrettanto, poggiando la testa sulla sua spalla.
Questo non rendeva le cose più semplici.
“Tempo fa…Mei Lin era la mia fidanzata. Eh sì…
Ma non ho abbastanza tempo di spiegartene il perché…”
“Ah, bè, il matrimonio si terrà domani pomeriggio… La mattina avremo di che
parlare. E poi oggi sono stanca… L’importante è che mi spieghi perché io dovrei
essere la tua ragazza.”
In verità, Sakura moriva dalla voglia di
sapere tutti i retroscena della storia, ma si contenne, considerando quanto
fosse difficile per lui parlare.
“Sai, quando Mei Lin mi ha invitato… Mi ha
chiesto di portare con me la mia fidanzata. Sai bene che io non sono impegnato,
e quindi non sapevo come risolvere il problema!”
“Dire la verità non sarebbe stato più semplice?”
Gli occhi verdi di Sakura lo fissarono oltre
la spalla.
“La verità… mi avrebbe dipinto come un
fallito, ecco perché.”
“Tu non sei un fallito!” Esclamò dolcemente lei.
“Lo sarei sembrato, ai suoi occhi. La realtà è
che io non ho avuto il coraggio di dire niente a nessuno. Ed ora Mei Lin ti
crede la mia ragazza! Ho pensato a te…bè, a parte per tutti i motivi che ti ho
enumerato l’altra sera…anche perché era un po’ che non vedevo quel ragazzo che
ti accompagnava spesso in pasticceria.”
Shaoran non chiese chi fosse, dal momento che
era assolutamente scontato, ma Sakura sorrise dolcemente, al ricordo, dicendo:
“Lui era Kaze, è stato il mio ragazzo per diverso tempo. Ma ora sono
single.”ammise senza troppa allegria.
“Sakura, e se noi…”
Difficile per Shaoran spiegare che quella recita dopotutto poteva benissimo
tramutarsi in realtà.
Ma Sakura continuò. Ne aveva abbastanza di
segreti dell’ultimo minuto, almeno per quel giorno.
“Mi bastava saperlo, Shaoran! Non ho nessun
problema a…”
Stavolta era lei a non dire tutta la verità. Si mise a sedere, accarezzandogli
i capelli.
“ Comunque stasera tu dormi per terra. Ed ora
vado io in bagno.” Sorrise lei.
“Fiu, pensavo peggio.”
Decisamente peggio.
“Guarda che in fondo ti devo ringraziare.”
Disse lei, prima di sparire in bagno a sciacquarsi il viso.
Shaoran certo non capì perché, ma pensò che gli
era andata fin troppo bene.
La cena non fu troppo elaborata, in vista del
giorno dopo, e per fortuna il numero dei parenti ancora da conoscere si era
assottigliato notevolmente.
“Credo che molti stiano parlando di noi.”
Rilevò una Sakura non troppo sicura di sé.
“Sparlando, vorrai dire.”
“Bè…Quando ci hanno fatto molte domande, tu
hai risposto una cosa ed io un’altra! Avremmo dovuto prepararci l’origine della
nostra storia…Ma perché mi hai convinto a fare questo?!”
“Dai, Sakura…”
“E va bene, ma sappi che con questo io mi sono sdebitata completamente.”
Gli avrebbe rifilato un calcio, se fosse stata
qualcun’altra.
I due sorrisero, rilassati.
A Sakura in fondo piaceva stare lì, e Shaoran
avrebbe sopportato tre giorni tra le sue radici.
Un po’ meno tutte le zie obese che lo
trascinavano a parlare con loro.
Sakura si fece un mucchio di risate vedendolo
in balia degli eventi. Poverino, però… era timido al punto da non essere
riuscito a dirle niente! Ma qualche tassello ancora mancava. Ad esempio… perché
Mei Lin ci teneva tanto a vedere Shaoran fidanzato? E chissà com’erano da
fidanzati…
Sakura non riuscì a figurarseli…Lei era forse
troppo espansiva per lui.
Ma la domanda che ancora albergava nel suo
inconscio era sempre la solita, quella da un milione di dollari… Perché
invitare proprio lei? Certo, credeva alla stanchezza, alla gentilezza di
Shaoran, al fatto che ormai lei fosse single, ma…
Non ebbe tempo di pensare alla soluzione,
accettando l’invito alle danze del suo “ragazzo”.
Sakura si strinse a Shaoran, che appoggiò le
sue labbra sui suoi capelli castani. Lui sorrise tristemente. Era tutto per
finta, ma sembrava così maledettamente vero.
Non erano lì, non in senso mentale, almeno.
Shaoran, quanto avrebbe dato perché Sakura provasse un minimo d’attrazione per
lui! Sakura…quante risposte avrebbe voluto ricevere.
Ma nessuno ruppe l’incanto di quella delicata
danza; Sakura chiuse gli occhi e vi si abbandonò completamente, Shaoran la
strinse ancora di più. Adesso sì che sembravano una coppia, pensò Mei Lin
soddisfatta.
“Bella cena, comunque.”
“Già, mi sono divertita.”
Poche frasi sconnesse e di circostanza.
“Scusami se poi ti ho trascinata sulla pista…è
che zia San voleva vederci ballare e…”
“Non devi scusarti! Te l’ho detto, mi sono divertita.”
Era stato imbarazzante quando la musica era
finita. L’incanto era spezzato, e Shaoran aveva ripreso a pestare i piedi di
Sakura, nei successivi balli.
“Meglio, allora. È che io…ti ho tirata a forza
in questa situazione; cerco di fare di tutto per farti sentire a tuo agio!”
“E ci stai riuscendo, Li.”
Lui armeggiò un po’ con la serratura.
“Davvero…Sono quasi a più agio io che tu!”
Continuò lei, togliendo ai suoi piedi la tortura dei tacchi. Tomoyo sarebbe
stata fiera di lei, ma le sue gambe gridavano pietà.
“Non ho un bel rapporto con la mia famiglia,
sai.”
“Nemmeno io con Touya.” Sorrise lei.
“Credimi quando ti dico che è un po’ diverso.”
Shaoran si tolse la giacca, poggiandola su una
sedia.
“Allora me ne parlerai domattina, intesi?”
Cos’era quella curiosità sulla famiglia Li?
Dovuta solo alla messinscena?
“Certo. Dopo la partita di croquet…A
proposito, è bene che tu sappia che io non so neanche cosa sia!” esclamò
Sakura, divertita dal suono che aveva quel nome. Croquet!
“Non è nemmeno uno sport cinese…Credo sia
diffuso negli Stati Uniti e nell’Inghilterra.”
Sakura si dileguò in bagno, mentre Shaoran si
svestiva svogliatamente. Lo aspettava una lunga nottata steso per terra.
La ragazza, infatti, si prese una piccola
rivincita, accaparrandosi il materasso solo per sé.
“Mi rimboccheresti le coperte?” chiese gentile
lei, stringendo il cuscino.
“Non hai caldo?”
“No, certo che no. Sono un po’ freddolosa, a dir la verità.”
“Come desideri…”
Shaoran le si avvicinò paziente, combattendo
con la coperta.
“Buonanotte, Shaoran.” Gli augurò, messasi a
letto.
“Buonanotte, Sakura.” Rispose sarcastico lui.
Il parquet non era poi così male.
Sakura , però, si dimenava per i sensi di
colpa. Lei al calduccio, lui per terra. In fondo non sarebbe successo nulla,
se… arrossiva al solo pensiero.
“Shaoran…?”bisbigliò lei piano, per
assicurarsi che fosse sveglio.
Lui, intanto, russava. Come fanno gli uomini
ad addormentarsi così in fretta?!
“Shaoran!”
La sua voce aumentò di qualche decibel.
“SHAORAN!”
Lui diede in un brusco movimento, sbattendo la
testa contro il letto.
“Che diavolo…”bofonchiò. “Già mattina?”
Sakura intanto si era alzata dal letto,
disfacendo il lavoro di Shaoran.
Certo lui pensò di essere in un sogno, vedendo
Sakura amorevole che gli chiedeva se avesse battuto forte.
“Come mai mi hai svegliato?”
“Bè…”
Sakura deglutì ed arrossì, ma per fortuna lui non poté avvedersene, al buio.
“Ho pensato che fosse egoista da parte mia
farti dormire per terra… Dai, tanto il letto è matrimoniale e
c’entriamo…Potremmo dividerlo.”
“Dividere il letto?” ripeté stupidamente lui, chiedendosi se non fosse davvero
tutto un sogno.
“Sì, perché no?” chiese lei candidamente.
Shaoran rimase folgorato dalla richiesta
gentile di Sakura, e certo non se lo fece ripetere due volte. Il parquet non
era male, ma un letto comodo era decisamente meglio!
Shaoran rimboccò di nuovo le coperte dalla parte di Sakura, senza che però lei
glielo chiedesse esplicitamente, e si accomodò dalla sua parte. Oh, un
materasso!
Sentì il respiro caldo di Sakura avvicinarsi.
“Buonanotte di nuovo, Shaoran.” Sorrise,
conscia di aver pensato al meglio, facendolo dormire sul morbido.
“Buonanotte…”
Lui le diede un piccolo bacio sulla guancia, e
rimase fermo lì per un po’.
La lampada che aveva acceso illuminava gli
occhi di entrambi, e quelli di Sakura sorridevano quando lui s’era staccato
dalla sua guancia.
Shaoran non seppe mai da dove scaturì quel
coraggio che lo portò a baciarla, quella notte.
Forse i suoi occhi luminosi, forse il vederla
così bella, desiderabile, vicina…Ad ogni modo, la baciò sulle labbra.
E lei non si ritrasse, stranamente. Aveva
forse bevuto?
Non che gl’importasse davvero…
Fu un bacio lungo e tenero, ma Sakura sentì il
bisogno di non continuare oltre.
Shaoran le accarezzò il collo.
“Scusami. Ero stupidamente convinto che si
potesse fare a meno di recitare.” Rivelò, mesto.
Sakura si girò dall’altra parte, chiedendo al suo cuore perché non avesse
bloccato il bacio di Shaoran fin dall’inizio.
Ovvio che lui si fosse sentito autorizzato a
baciarla! L’aveva invitato a dormire con lei, era sempre così gentile...Oh…!
Poi però si rese conto che l’aveva considerato
il sesto… Baciarlo, quindi, sarebbe stata un’ulteriore conferma di questo.
Tutto sommato, avevano dichiarato a un po’ di persone di essere fidanzati, si
erano baciati, condividevano lo stesso letto. Poteva ben dire che lui era il
sesto. E, in fondo, non le era dispiaciuto, altrimenti non l’avrebbe mai
contraccambiato…
Ma che andava a pensare!
Bisognava comunicare a Shaoran che non poteva
durare tra loro, affatto. Nel caso si facesse strane idee… Sakura si girò verso
di lui.
L’aveva voluta con sé, l’aveva baciata, voleva
davvero essere il suo ragazzo… Cos’era lei per lui?
Non osò porsi la stessa domanda a soggetti
invertiti.
Le risposte che Sakura aveva cercato per tanto
tempo erano ad un passo da lei, ma forse non aveva ancora le chiavi per aprire
la porta più segreta del suo cuore.
Non potevo essere
crudele col piccolo Shaory e farlo dormire per terra!!!
E dunque eccoli
nell’isola di Hong Kong, finalmente!!! La scena che mi è piaciuto descrivere di
più è stata quella finale… teneri i due, non vi pare?
Sakura è oltremodo
confusa, Shaoran fortemente combattuto… Ad ogni modo, il prossimo sarà il cappy
che in assoluto mi piacerà di più scrivere!!** Vedrete, vedrete…lo pubblicherò
tra non molto tempo, se tutto va bene per metà agosto!^^
Ringrazio chi segue le
vicissitudini di questi due poveretti,Lady
Maryon,Manu,Katy92,Topomouse.kari89,LizDream e DenaDena!
Il lucore pallido di un sole primaverile svegliò un ragazzo,
che aveva dormito sì e no tre ore in tutto.
Scarmigliati capelli castani rivelavano la presenza di una
ragazza, che lui osservò a lungo dolcemente.
Agli occhi di tutti, sarebbero potuti sembrare una coppia.
Agli occhi di quegli invitati, erano una coppia. Ma quanto possono
ingannare le apparenze, si ritrovò a pensare Shaoran, con delle lunghe
occhiaie.
Shaoran si sfiorò le labbra, automaticamente. Non avevano
perso del tutto il buon sapore di Sakura, per fortuna, ma, come c’era da
aspettarsi, si era notevolmente affievolito.
Approfittando della straordinaria fortuna che gli aveva
consentito di svegliarsi con lei affianco, di poterla contemplare
addormentata, Shaoran le accarezzò le labbra con le sue. Erano leggermente
screpolate, ma non importava.
…Potrei stare ore e ore qui
Ad accarezzare la tua bocca e i tuoi zigomi
Senza mai parlare
Senz’ascoltare altro nient’altro che il tuo respiro crescere
Senza sentire altro che noi
Nient’altro che noi…
883, Nient’altro che noi
Quanto tempo stette a rimirarla,
non lo seppe dire. A sentire il suo respiro calmo e regolare, come si muoveva
nel sonno, come infine era quasi sul punto di cadere dal letto e lui ne impedì
il capitombolo, Shaoran lasciò scorrere diverso tempo. Ma
non era tempo sprecato, anzi…
Finalmente, Sakura schiuse gli occhi, ancora assonnata.
Un sorriso spontaneo le rilassò i lineamenti.
“Buongiorno…già sveglio?”
Shaoran annuì inquieto. “Buongiorno a te!”
Sakura riusciva sempre a sorprenderlo. Sorrideva in
continuazione, come se non fosse successo nulla…E se per lei non fosse davvero
accaduto niente?
“Oh, guarda che ore sono!”esclamò lei, mettendo a fuoco le
lancette del proprio orologio.
Le nove e mezza. Le
nove e mezza…
Come mai un piccolo sentore ricordava ad entrambi le nove?
Oh no…
“LA PARTITA A CROQUET!!” gridarono
all’unisono.
Durante il breve tragitto che li avrebbe portati nel
giardino rimesso a nuovo, il silenzio calò il suo greve velo. Decise che
Shaoran non si sarebbe scusato della condotta che aveva adoperato il giorno prima- anche perché, chi mai si è scusato per
provare amore?- né che Sakura facesse domande a cui sarebbe stato difficile replicare
con un’adeguata risposta. Forse perché risposte precise non
ce n’erano. Decretò che dopo la partita, e prima del matrimonio, ci sarebbe
stato abbastanza tempo per ogni chiarimento. Ma il
silenzio non aveva fatto i conti con l’imbarazzo e l’insicurezza che opprimono
i giovani cuori innamorati, che ne siano consapevoli o meno.
Così, stabilì d’andarsene non appena i due confusi raggiunsero
gli altri invitati, con un quarto d’ora di ritardo accademico. O probabilmente anche di più.
“Finalmente! Eravamo convinti che non vi sareste fatti
vedere per questa mattina!!” esclamò divertito Shin,
armeggiando con aste e paletti, mentre Mei Lin lo guardava estasiata.
Riscuotendosi dalla trance, anche
lei poté osservare gli sguardi pallidi e insonnoliti dei due arrivati.
“Dai, non vedi come sono stanchi, già di prima mattina?”
sorrise, maliziosa. “Avranno trovato la camera di loro gradimento, stanotte!”
Sakura arrossì impercettibilmente e Shaoran le lanciò di
sfuggita un’occhiata, per vedere come avrebbe reagito. Nulla di così eclatante.
“Oh, era comoda. Grazie per l’ospitalità!” rispose
genuinamente lei, spiazzando i due futuri sposi.
“Ne sono contenta. Ed ora… Bè,
altre coppie hanno già giocato. In realtà, solo pochi hanno aderito…Anzi, a
voler proprio essere sinceri…” spiegò imbronciata Mei Lin.
“Dovete sapere che molti preferiscono dormire più a lungo,
in vista delle ore piccole che si faranno stanotte, e che quindi davvero in
pochi si sono presentati stamattina…”continuò Shin, rivolgendo occhiate cariche
di tenerezza alla sua prossima moglie.
“Ecco perché pensavamo che anche voi aveste optato per questa decisione. Comunque,
Shin, dì pure che la maggior parte degli invitati non vuole giocare!” replicò
indispettita lei.
Arricciò il naso, scoccando occhiatacce ai capannelli di
vecchie zie che spettegolavano animatamente.
“Questo perché sono persone di una certa età, lo sai anche
tu…”
“In effetti, i nostri amici arrivano solo per la cerimonia. Sakura, Shaoran, ci
siete solo voi di under quaranta!”ridacchiò, nervosa.
E dunque…? A che pro tutti quegli
artificiosi preamboli?
Sakura e Shaoran si sentivano un po’ a disagio, e non
riuscivano a capire bene perché mai fosse importante una partita a croquet, ma
intimamente lui era molto felice della complicità tra i due fidanzati.
“E allora, vogliamo giocare?”
propose Sakura, vogliosa di mantenersi occupata in modo da non pensare troppo.
“Uomini contro donne. Sakura, diamoci da
fare!” stabilì la protagonista del giorno.
Non era poi così difficile.
Si poteva giocare in due o in quattro persone, e, disposti
sei piccoli archetti- “questi si chiamano ‘hoops’” li
aveva informati Shin-, scopo del gioco era far passare
la piccola pallina colorata e colpire il picchetto collocato alla fine del
percorso.
Mentre Shin risistemava il picchetto- chiamato ‘peg’- Mei Lin spiegò come mai
aveva fatto disporre un campetto da croquet nel giardino.
“Cosa stupida, me ne rendo conto… Ma, quando vidi ‘Alice nel
paese delle meraviglie ’, che giocava con la regina e gli aironi che si
afflosciavano per dispetto, mi innamorai di questo
gioco! E decisi che chiunque avrei sposato…E all’epoca
c’eri tu, Shaoran… avrei giocato a croquet il giorno del mio matrimonio!Quindi…Scusate
se vi impongo questa mia piccola mania, ma è più forte di me!”
“La verità è che non si accontenta di giocare con me!” disse
indispettito- e spettinato- il venturo sposo.
La piccola allusione a Shaoran risvegliò la curiosità di
Sakura su com’era stata la loro storia. Dopo la partita…
“Ecco fatto!Possiamo giocare!”
Non fu una partita ad armi pari, decisamente.
Mei Lin confessò a Sakura che quand’avevano giocato solo lei
e Shin, aveva sempre vinto lei. Ecco perché voleva un po’ cambiare partner, in
senso figurato, s’intende.
Shin era molto bravo a parole, e non per altro aveva studiato
letteratura, mentre lei era più prosaica. Sakura era come lei, almeno nello
sport.
I colpi di Sakura erano precisi e netti come quelli di Mei
Lin. I ragazzi, invece, forse troppo intenti a guardarle con un tuffo al cuore,
spesso e volentieri si lasciavano distrarre e andavano in confusione.
Morale? Tra risate e piccole confessioni sulla vita dei due
futuri coniugi quando s’erano conosciuti- ma senza mai
più rasentare il periodo di quando Mei Lin era innamorata di Shaoran-, le
ragazze sconfissero sonoramente i maschietti.
Mei Lin abbracciò Sakura in preda alla contentezza.
“Abbiamo vinto, abbiamo vinto!!”
Le due, forse per un’innata solidarietà femminile,
inscenarono un piccolo balletto, esibendo la linguaccia ai rispettivi compagni.
“Contenta, ora?Hai realizzato il tuo sogno!” concluse Shin,
sorridente e affatto preoccupato dell’aver perso. Per lui, la vera vittoria
sarebbe stata sposare Mei Lin.
Mei Lin s’interruppe. Scosse la testa.
“Come, no?! La partita a croquet
era il tuo sogno d’infanzia!”
Mei Lin si avvicinò al biondino.
“Il mio vero sogno si realizzerà solo stasera…”
E, ad un suo accenno di risposta,
lei lo baciò.
“Forse siamo di troppo, qui.” Interloquì Sakura.
“Già.” Rispose Shaoran nervosamente.
I due si allontanarono nella vasta distesa della campagna
Fa.
Era venuto il momento. Spiegazioni, domande, risposte,
storie…Vite.
“Sarebbe ora di pranzo.” Comunicò Shaoran meccanicamente.
“Non ho fame, stranamente.”
“Nemmeno io.”
Deglutì a fatica, facendo ordine mentale. E
di lì a poco avrebbe incontrato sua madre. Tutto in un giorno.
“Vuoi restare zitto a lungo, o intendi spiegarmi tutto?”
chiese fredda lei.
Shaoran sospirò.
“Cosa vuoi sapere?”
“Tu e Mei Lin… perché ci tenevi tanto a non sembrare un fallito ai suoi occhi,
perché…”
“Ok, ho capito. Allora…Mei Lin è una mia lontana cugina. La mia famiglia… La mia famiglia.”
Il suo tono di voce divenne rabbioso.
Sakura inclinò la testa dolcemente, per evitare un ramo
troppo basso. Ancora una volta, silenzio.
“Che bello il verde.”sentenziò,
accarezzando un albero vecchio di chissà quanti secoli.
Shaoran decise di vuotare il sacco una
volta per tutte.
“Non ho un ottimo rapporto con la mia famiglia, come ti ho
anticipato.”
“Vorrei capirne il perché.”
“Difficile dirlo… Mio padre, non l’ho mai conosciuto. Chissà se è morto, chissà
se ci ha abbandonato e basta… Quand’ero piccolo, e chiedevo a mia madre perché
io non avevo un padre e gli altri sì, si ritirava nelle sue stanze a piangere. Quando poi sono cresciuto, ho imparato a tacere
sull’argomento, tanto non avrei avuto risposte. O al massimo avrei ottenuto
lacrime, e far piangere mia madre…Capirai anche tu che non era
in cima alle mie aspirazioni maggiori. ”
Strinse le nocche, ricordando la sua infanzia.
Sakura lo osservava attentamente. Stava per entrare in un
mondo di ricordi, delicato e intimo… Il suo pasticcere
di fiducia quante parti di sé aveva lasciato in ombra?
Ma lei, lei aveva il diritto di
venirne a conoscenza?
“Crescere senza un padre… Mi ha fatto sentire terribilmente
solo. Inoltre, mia madre viaggiava spesso, ed io rimanevo
giorni interi da solo, con l’unica eccezione rappresentata dal mio
maggiordomo. È stata l’unica figura maschile che io avessi
di riferimento. Quanto c’ero affezionato…”
“E poi?”
“E poi cosa?”
“Perché hai parlato al passato?”
“Perché è morto.”sorrise
tristemente lui.
Sakura decise di non fare più domande stupide e non
pertinenti. Stai zitta e ascolta, si disse
picchiandosi con un pugnetto in testa.
Abbassò gli occhi, sentendo poi il tocco lieve di una mano
di Shaoran sulla spalla, che la fece arrossire.
“Tranquilla, ho superato anche questo. Sai, la cosa che mi
faceva più rabbia non era il confronto con gli altri, figurarsi, quanto la
rabbia prepotente derivante dal fatto che lui si era
volatilizzato. Non un segno, niente. Qualcosa per
ricordarmi che mi voleva bene…Nulla. Evidentemente non me ne voleva.”
Rivelò amaramente.
Sakura gli strinse la mano.
La notte scorsa, e tutti i suoi pensieri, sembravano
dissolti.
“Ma no, non dire così. Sono certa che ti vuole bene,
anche se ora è chissà dove.”
Shaoran le rivolse un’occhiata grata, prima di continuare.
“Mia madre, visto quanto soffrivo,
decise, non appena crebbi un po’, di non farmi più stare da solo. Ma, stranamente, nessuno dei figli dei suoi amici mi andava
a genio. Ed ora saranno tutti lì, ne sono sicuro.”
Indicò la tenuta ridipinta di fresco per l’occasione.
“Allora, tentò con mia cugina.”
Shaoran sorrise. “Io ero un bambino timido e impacciato, lei una ragazzina
abituata ad avere tutto e subito. Non dimenticherò mai la prima volta che è
venuta a giocare a casa mia!”
“Immagino…”si lasciò sfuggire la
castana.
“No, lascia stare…Chiesi a mia
madre perché mi facesse giocare con una femmina! Immaginavo
bambole, stupidi tè, peluche da vestire…il solo pensiero mi fece
inorridire. E invece, mi si presentò questa ragazzina tutto pepe, con una
grinta che io nemmeno sognavo d’avere, che mi disse come prima cosa: ‘E allora? Non hai giochi un po’ più interessanti?’”
Sakura abbozzò un sorriso all’imitazione di Shaoran. La sua
fantasia le permetteva di ricostruire la scena perfettamente. Vedeva i due da
bambini, e Mei Lin che in fondo non era mai cambiata!
“Finì che giocammo a nascondino a casa mia, che possedeva un
giardino immenso…Dopo un po’…Non la riuscivo a trovare da nessuna parte, ormai
il sole era tramontato da un pezzo ed io ero sempre più preoccupato…La mancanza
di mio padre mi ha sempre indotto a spaventarmi tanto per le sparizioni…Urlai
il suo nome dappertutto, e scoppiai a piangere…Le promisi che avrebbe comunque vinto. Solo allora uscì fuori con un lecca-lecca
alla fragola, guardandomi altezzosa e mormorando qualcosa sui maschi.”
“Certo che ti eri preso un bello spavento!”
“La odiai per questo! E insieme
l’ammirai tantissimo. Non aveva avuto paura, sarebbe rimasta anche tutta la
notte, mentre io ai primi allarmi ero già in lacrime…Fu così che diventammo grandi amici.”
“Non eravate…”
“Un attimo, ci sto arrivando.”Shaoran trasse un profondo
respiro. Ora veniva il difficile. Il problema era che fosse tutto tremendamente
difficile.
“Abbiamo frequentato tutte le scuole assieme. Tanto che la
gente ci prendeva in giro chiamandoci ‘piccioncini’, ma non m’importava. Perché
stavo bene con lei. Solo in seguito…Mi resi conto che per lei non ero
solo un amico, né un lontano cugino. E quando scoprii,
poco prima di iscrivermi all’Università, che lei e mia madre già organizzavano
il nostro matrimonio, andai su tutte le furie. Mia madre, per quanto fosse dettata dall’amore…Mi stava decidendo la vita. Tu non
odieresti qualcuno che, senza nemmeno consultarti, sceglie tutto per te?”
Un cartoncino azzurro balenò davanti agli occhi di
Sakura, come in un sogno.
…Tu non odieresti qualcuno che sceglie tutto per te?...
Rimase zitta, con la testa pesante che pulsava.
Erano arrivati vicino ad un piccolo stagno. Il sole si
rifrangeva sull’acqua pulita della polla d’acqua,
creando effetti meravigliosi. Era un posto affascinante…terribilmente romantico.
“Sediamoci su queste rocce, ti va?” chiese lei, per evitare
di rispondere.
“Ok…”
“Shaoran”Sakura formulò internamente la domanda prima di parlare “ma tu odi davvero tua madre?”
“No. Non credo di poter arrivare a tanto. Ma
se non mi avesse quasi costretto a sposare Mei Lin e a farmi scegliere
Giurisprudenza, bè…Gliene sarei grato.”
“Giurisprudenza?”
Lui, un avvocato? Il suo pasticcere di fiducia?
“Non fare quella faccia, voleva che continuassi il mestiere di famiglia! E così…”
Guardò l’acqua fresca, con delle rane sopra che gracidavano
festose. L’intero mondo sembrava in pace con se stesso…Ed anche lui…Liberarsi
di quegli scheletri nell’armadio non poteva che fargli bene.
“Così sono scappato in Giappone.”
Rise amaramente.
Sakura l’osservava con tanto d’occhi. Non avrebbe mai potuto
prevedere che una persona così buona e semplice avesse avuto
tanti problemi, tanti sensi di colpa… Non sarebbe stata una buona psicologa.
“Mia madre non mi parlò per anni, Mei Lin nemmeno. Non
potevano perdonarmi. Ai loro occhi, un buon matrimonio ed una
carriera già avviata era quanto di meglio il mondo potesse offrire. Ai
miei, che sono un sentimentale stupido e inguaribile, no.”
Sospirò pesantemente, rivivendo i fantasmi del passato che ora sembravano
librarsi via come libellule guarite dal tempo.
“Ed ora sai la mia
storia…Mei Lin mi ha fatto passare i migliori sensi di
colpa. Ecco perché non volevo sembrare un fallito.
Ecco perché ho quasi paura di vedere mia madre…Ecco perché…Avevo bisogno di te.”
Sakura gli prese una mano, commossa, come se in quel gesto
volesse racchiudere tutta la stima e la fiducia che aveva in lui.
Lui la strinse forte, guardandola intensamente negli occhi.
Per un attimo, la magia della notte precedente sembrò ricrearsi…Per un attimo,
i loro visi si fecero sempre più vicini…Poi, qualcosa spezzò l’incanto, forse
la paura di commettere di nuovo l’errore, se di errore
si era trattato…O forse l’orario. Dovevano rientrare.
“Ora…ora ho capito.”
Sakura sembrava abbastanza scossa dalla storia. Era così…simile alla sua, in
fin dei conti. Madri che imponevano qualcosa. Ma no…Scacciò questo stupido pensiero.
Sua madre aveva voluto il suo bene.
“Soddisfatta? Potresti diventare la mia confidente
personale!Sei molto brava ad ascoltare…grazie.”
Il ragazzo si alzò, scrollandosi un po’ di
erba e polvere dai pantaloni.
“Grazie a te…Se mi avessi detto
tutto questo molto prima, ti avrei seguito senza neppure un’incertezza!”
“Avevi incertezze?”
Ricominciarono a camminare, tornando alla tenuta vera e
propria. Era primo pomeriggio, ormai…Ancora poche ore, e il matrimonio. Sapeva
di qualcosa di così definitivo.
“Bè, non ti nego che ero sorpresa. Poi, proprio me…Hai
miliardi di clienti che stravedono per te!”
“Ti ho già spiegato perché ti ho scelta…”
Cosa non vera, tra l’altro, almeno
non del tutto.
“Sì, hai ragione, scusa…comunque,
ti ho seguito, e questo è l’importante.”
“Già…Ti dovrò ringraziare moltissimo, quando quest’
avventura finirà! Una fornitura gratis di dolci?”
“Meglio di no! La vedi questa pancetta?”
“Ma per favore!”
Shaoran le pizzicò affettuosamente una guancia, scatenando
un bel sorriso di Sakura, con conseguente adorabile fossetta bene in vista.
“Una delle poche cose che devo a tutto questo, è la tua
amicizia.”sussurrò Shaoran, una volta che furono arrivati davanti alla grande dimora.
Sakura rise a fior di labbra, pensando al
termine amicizia… Includeva anche baciarsi?
Non era che…
“SHAORAN, SAKURA!!Vi stavo giusto
cercando!”
Un’esagitata quasi sposa affannata e scarmigliata si
dirigeva come un ciclone verso di loro.
“Che cos’è successo?Mei Lin,
calmati!!” esclamò Sakura, ora completamente assorbita dal tornado per pensare
ai propri problemi.
“Oh, sì, tranquilla… Shaoran…C’è tua madre. Ed ho un
gravissimo problema!!”
Per la serie ‘ i guai non vengono mai soli ’, Shaoran pensò amaramente. Sua
madre, dopo così tanti anni.
“Cos’altro c’è?”
“C’è che…Che i miei testimoni hanno avuto un
piccolo…incidente. E io… vorrei che foste voi!!Vi
prego, il celebrante vi dirà che cosa dovete fare!” aggiunse, senza concedere
loro nemmeno il tempo di accettare.
“Ehi, aspetta!!”le gridò dietro il
ragazzo. “Che cosa…”
“Non ho tempo! Troverai tua madre nel campetto di croquet…Ci
vediamo dopo!”
“Wow, fare i testimoni!” rifletté Sakura non appena la
sagoma scura di Mei Lin si allontanò all’orizzonte.
“Non è quello che mi preoccupa ora…Che fai, vuoi conoscere
mia madre?” chiese dolcemente lui.
Lei gli strinse ancora una volta la mano, forse per supporto
morale, e scosse affermativamente la testa.
“Sì, certo. Dopotutto, sono la tua ragazza, no?” gli
rispose, facendogli l’occhiolino.
La signora Li non era cambiata
molto, negli anni. Fiera, altera, era una bella donna alta e che ultimamente
aveva messo su un po’ troppi chili. Ma era comunque
inconfondibile, quantomeno agli occhi di un figlio che si sentiva in colpa per
aver preteso la propria indipendenza. Sarebbe stato tutto così facile, se le
avesse dato ascolto…
Shaoran la riconobbe da lontano, sentendo un pericoloso
tuffo al cuore e stringendo la mano di Sakura fin quasi a farle male.
“Shaoran.”
La sua voce tradiva una certa ansia.
“Mamma.”
Non sembrò accorgersi subito di Sakura, che continuava a
sfoderare dolci sorrisi per cercare di non inimicarsela.
Dopo pochi secondi, lunghi una vita, sospirò,
rassettandosi il cappello che cedeva dispettoso ai richiami della brezza.
“Vento maledetto, spero non si scateni
un tifone…Oh santi numi, questo cappello non vuol saperne di calmarsi…Devi
scusarmi, cara…Tu sei Sakura, non è vero?”
In fondo, non era male. Un po’ buffa, anzi…Una donna d’altri
tempi senza dubbio, con la veletta che ne offuscava la
vista.
“Esatto. Piacere di conoscerla!”Mmm…Forse un inchino sarebbe
stato troppo formale.
La mano che le tese non venne
stretta se non con una certa diffidenza.
“Mei Lin mi aveva detto che eri gentile. Dunque…Siete
fidanzati, non è vero?”
“Sì, mamma. Io e
Sakura stiamo insieme.”
Il battito dei cuori palpitava forte. Che disagio…
“E pensare che oggi avrei potuto vedere mio figlio sposato…Eh già…Sakura, spero
che presto tu renda questa vecchia madre felice…Anche se
in effetti mi farebbe sentire vecchia.”aggiunse con una smorfia.
Shaoran sorrise inconsciamente, seguito a ruota da una
Sakura arrossita vistosamente. Lei…sposare Shaoran?
Lui la strinse a sé.
“A quanto pare, sarete i
testimoni…Shaoran, caro mio…Guai a te se non sei presentabile!Non so come siano
cambiati i tuoi gusti in questi anni giapponesi, ma ci tengo che la piccola Mei
Lin abbia una cerimonia meravigliosa.”
“Sì…sì.”
Tutto qui?
La donna fece per allontanarsi, poi, col volto segnato da un sottile sorriso,
disse: “So di aver sbagliato…E so anche che è troppo tardi…Ma
resti sempre mio figlio…Potrai perdonarmi, un giorno?”
La veletta non aiutava comunque a celare le lacrime.
Lacrime di un amore troppo grande, di un
destino ingrato, ma non ancora perso del tutto…
Shaoran la guardava, indeciso. Fidarsi ancora?
Non rispose subito, tanto che la donna credette
di essere stata sconfitta, stavolta per sempre, ma poi lui gridò: “Mamma?”
Un’ultima tenue speranza. “Sì?”
“Sì.”
Sakura e Shaoran avanzavano composti, lei con un piccolo
bouquet in mano e i capelli arricciati leggermente, lui acconciato da una madre
ritrovata e in smoking nero.
I due testimoni.
“Non è che io abbia capito cosa
bisogna fare…”bisbigliò Sakura all’indirizzo di Shaoran.
“Annuisci e andrà tutto bene. Spero.”
Shin si contorceva quasi come fosse sui carboni ardenti, ma
d’altronde, come non aspettarselo?
C’è uno strano sentore, quando ti succede qualcosa che ti
cambierà la vita. Speranze, paure, ripensamenti ti accompagnano fino alla fine,
ma quando compare quel qualcosa in più, che ti ha motivato dall’inizio, allora capisci che è giusto che accada. Che deve
avvenire. E che la tua vita diventa realmente
degna di essere vissuta solo dopo.
Così accadde a Shin, quando vide Mei Lin, splendidamente
vestita, arrivare a quell’altare al fine concluso,
tremante, emozionata, conscia che dopo una sola sillaba di per sé
insignificante tutto non sarebbe stato mai più come prima. E
chi amava un tempo, ora confermava il suo amore per un altro, chi l’aveva
delusa ora si ergeva al suo fianco per aiutarla, chi le aveva fatto riscoprire
un sentimento che credeva di non poter provare mai più…Prometteva di esserle
sempre vicino.
E c’era anche una nuova amica che
l’aveva aiutata ad allacciare quei maledetti bottoncini
del vestito.
Quanta gente c’era e piangeva dietro di loro?
Mei Lin, con tutta l’emozione che l’attraversava, non riuscì
a calcolare lucidamente… Sentì distrattamente il celebrante ricordare dei bei
vecchi tempi, in cui lei era piccolina, tutte quelle attempate signore un po’
più giovani e lui un semplice studente…E di come la vita fosse
straordinaria, se permetteva di assistere ad un tale trionfo d’amore.
Grande cerimonia, grande cena,
sembrò il motto della famiglia Li, quel giorno.
“Ora capisco perché molti ieri si sono contenuti nel
mangiare ed hanno dormito stamattina…” fece esterrefatto Shaoran, notando tutto
lo sfarzo che permeava il luogo della cena luculliana che li aspettava.
Shin doveva proprio essere ricco!
Antipasti, primi, insalate, carni e pesci di
ogni tempo prillavano con leggiadria da un tavolo all’altro, per mano di
elegantissimi camerieri in livrea, al pari di una spumeggiante coppia di sposi
che volteggiava di invitato in invitato, per farsi dare, forse vanitosamente, i
complimenti e tutte quelle frasi di circostanza tanto artefatte quanto
adorabili da sentirsi dire.
Sakura e Shaoran sedevano ad un tavolino vicino agli sposi, ma
furono tra gli ultimi a dover felicitarsi con la coppia sinceramente.
“Sono contenta per voi, davvero!”
“Grazie, Sakura…E grazie ancora per l’aiuto di prima!”
La testimone fece un cenno di diniego con la mano, quasi ad
annullare, e sorrise. Buoni i drink…
“State davvero bene insieme…”osservò
Shaoran, sorseggiando piano uno strano aperitivo dolciastro.
“Grazie…”sussurrò Mei Lin, sorridendo piano
ed incerta.
“Io non avrei saputo renderti felice.” Si alzò in piedi, malfermo, appoggiandosi al tavolo. “Sakura, ti va
di ballare?”
Ma che cavolo c’era in quel cocktail?!
Mei Lin sorrise, facendo cenno a Shin di
continuare il giro dei tavoli. Aveva la sensazione che qualcosa sarebbe
successo, quella lunga notte. Chiamatelo sesto senso femminile, se vi va…
“Certo!” Sakura accettò
felice, anche un po’ incoscientemente, causa forse troppo cibo , o forse troppo alcool.
Dopo una prova strepitosa di
Shaoran da ballerino- i piedi di Sakura ne risentirono pericolosamente-, i
discorsi d’occasione e le lunghe chiacchierate con la signora Li ed altri
parenti offuscati dalla dimenticanza, Sakura decise di andare fuori a prendere
una boccata d’aria.
Il giardino era meraviglioso di notte, con quelle luci che
si dipanavano ordinate e che si illuminavano ad
intermittenza. Poco lontano, vi erano anche i fuochi d’artificio, certamente da
sparare non appena tutto fosse finito.
Ma che ore erano, si chiese confusa
sbirciando il quadrante dell’orologio…
“Non pensavi che fosse così tardi?”
Una voce maschile diventata ben nota la colse da dietro.
“Shaoran…Mi hai spaventata!”
“Scusami, non era mia intenzione…Ti ho portato la tua
giacca, ho pensato potessi aver freddo.”
Shaoran gliela posò delicatamente sulle spalle, forse
soffermandosi un po’ troppo sulla pelle nivea di lei.
“Grazie…Ma come fai ad avere delle mani così calde?” chiese
Sakura, che batteva letteralmente i denti dal freddo.
“Hai freddo? Possiamo rientrare dentro, se vuoi.”
“No, volevo un po’ fermarmi a riflettere…Serata splendida,
non ti pare?”
“Ah, certo…Gli sposi sono proprio contenti. Ed anche il ricevimento va a gonfie vele…C’è qualcosa che
non va?”
Lo sguardo di Sakura sembrava vacuo,
guardava lontano…Era tutto così perfetto. Un matrimonio, lei che aveva
mangiato fino a scoppiare, quel panorama…Shaoran vicino a lei…
Eppure, c’era una piccola vocina
che rovinava il tutto. Ma perché? Perché
la tristezza a volte è tale da annichilire la gioia, ma mai il contrario?
“Sono felice che tu abbia recuperato il rapporto con tua
madre.”glissò lei abilmente.
“Anche io, e un po’ di merito va anche a te, sai? Davvero, non ti ringrazierò mai abbastanza!”
Sakura si voltò verso di lui, sorridendogli.
“Oh sì, invece…Se la smettessi di ringraziarmi ogni secondo,
allora ti potrai considerare sdebitato!”scherzò, stringendosi la giacca.
Shaoran si avvicinò un po’, riducendo notevolmente la
distanza. Ecco la vocina che tornava prepotentemente.
Fermati, prima di pentirti…
“Non sto scherzando, Sakura…”
“Nemmeno io. Sai…Sono quasi invidiosa di te.”
“Invidiosa?”
L’invidia non era certo un
sentimento che le si addiceva particolarmente, non alla sua fragile bontà e
alla sua speciale ingenuità. Era per questo che tanto
gli piaceva…
“Perché…Perché le nostre storie
erano così simili fino a poco fa…Due madri che ci aiutano nel nostro destino…Il
voler fuggire da delle convenzioni…”
-Sakura, ma che stai dicendo! Non le pensi questa cose,
non è vero!- formulava la vocina guastafeste.
Ma l’alta percentuale di alcolici e
la voglia di lasciarsi andare spezzarono molti dei freni inibitori di Sakura.
“Non capisco, Sakura…Perché ora sarebbero diverse?”
Lui le mise delicatamente le mani sulle spalle, ancora, con
fare paterno, come a volerla rassicurare.
“Shaoran…Per te non è stato troppo tardi…Hai ritrovato tua
madre, tua cugina, il tuo posto…Io invece…Oh, io non
lo so!Forse…forse ho sbagliato tutto!”
Lacrime leggere imperlarono le guance rosate della ragazza, mentre Shaoran
precipitava nello sconforto più totale.
“Sakura, cos’hai sbagliato? Tu sei…tu sei perfetta! Dolce, disponibile, sempre col sorriso
sulle labbra, e ogni mattina che entravi in pasticceria
io m’illuminavo di buonumore…Sei attentissima alla tua famiglia, sei stata
disposta ad aiutarmi!”
Sakura era profondamente scossa dai fremiti, e non capiva
cosa le stesse succedendo. Oh, che imbarazzo…
“Io...io…”
Arrossì vistosamente.
“Non so che mi stia accadendo, credimi. Sento solo che
anch’io vorrei una famiglia come la tua…E vorrei il tuo coraggio…Vorrei
cambiare…”
“Coraggio…Vigliaccheria, vorrai dire…Fuggire non è la soluzione migliore…Ma non fare ciò che si ama davvero significa morire
poco a poco…Sakura, non so perché tu sia così turbata, ma se hai voglia di
parlarne…io sono qui.”
“Scusami…Sono completamente ubriaca.” Ridacchiò, e si portò una mano alla
testa.Nel farlo, incontrò i palmi caldi
di Shaoran.
“Credo di esserlo anch’io.”
“Allora stiamo parlando a sproposito!”rise lei.
“Sicuramente!”
Risate amare colmarono il silenzio. E
invece Sakura voleva davvero cambiare. Voleva una storia d’amore, non voleva fare il medico, voleva vivere…Ma non se n’era mai
resa conto come allora. La storia di Shaoran aveva risvegliato antiche
sensazioni rimaste sopite troppo a lungo, o troppo forzatamente.
Quando le risate si spensero, quei due palmi uniti, quella
distanza così ravvicinata ebbero un effetto insperato.
Lasciarsi andare per una sera…Amare Shaoran per una sera…Avrebbe portato rimpianti? Dopotutto, non era il
settimo, ma era pur sempre il suo ‘ragazzo’…E si erano già baciati…
Non sapendo come, stava già delicatamente sfiorando le labbra di lui, incredulo ma reso avventuroso dalle
circostanze.
“Sakura, ma cosa stiamo facendo…?”ebbe appena il tempo di
domandare lui, dopo il primo lungo bacio.
Sakura gli attorniò con le braccia il collo, sentendolo
respirare sulle sue labbra. “Non lo so…Ma che bisogno c’è di saperlo…” sussurrò
con voce impercettibile.
Non sapendo aspettare, anche se Sakura aveva mormorato
qualcosa a stento, lui le cinse la vita, unendo i loro respiri, baciandola
ancora e ancora…
Non videro i fuochi, impegnati com’erano in effusioni tenere
ed appassionate.
Non sentirono la ragione, condividendo forse solo per una
sera l’amore.
Non vollero mettere a tacere il
cuore.
Salve mondoooooooo!
Vi è piaciuto questo cap un po’ lunghetto?? XD Io mi sono
divertita un sacco a scriverlo…Ed anche commossa…Sì, sono arrivata a questi
livelli di pazzia…Ma forse è solo la canzone che
ascolto in questo momento, Iris dei GooGooDolls… Meravigliosa**…ma non
ci dilunghiamo troppo!!!Finalmente 8 capitolo! E
finalmente ripetute gocce hanno scavato la montagna…Bene, bene…Saku e Shaory a condividere una
notte d’amore!XD Gli effetti si vedranno nel nono capitolo, che spero arriverà
presto! Non ci conterei troppo, visto che ho circa, ancora, solo 2 settimane di piena libertà…Ad
ogni modo, credetemi, questo cap è stato abbastanza
difficile da scrivere…Specie la parte finale!Siccome la sottoscritta è una
ragazza pudica, si vergognava per la sequenza da dover scrivere…Più che altro
non sapeva se approfondire la questione o meno! Alla fine, ho optato per la via più semplice: accenno lieve e comprensione
sicura!^^ Spero non vi dispiaccia troppo!E
dunque…altri tre cap e il mio lavoro si conclude…Sigh…Ma
grazie a tutti voi che continuate a seguirmi!!** Ringrazio in special modo per
le loro recensioni: manu, kari89, DenaDena,
Topomouse, Fallen Star, LizDream, Katy 92 e Ferula_91!
Siete fantastici, davvero!!^^ credo che al massimo, nella peggiore delle
ipotesi, questa fanfiction si concluderà al suo anniversario, dunque a
novembre…Ma se ci riesco, anche prima! Voi intanto non mi abbandonate!!
Forse il cerchio alla testa che le impediva di pensare
lucidamente.
O forse tutta quell’ebbrezza
di felicità di cui non riusciva a rendersi pienamente conto.
‘Cosa ti sta succedendo, Sakura…’
Massaggiandosi il capo frastornato, Sakura si aggrovigliò
ancora di più nelle coperte, quella mattina di fine aprile. Inconsciamente, si
ritrovò ad ascoltare il respiro regolare di Shaoran, accoccolata sul suo petto.
Un accordo perfetto risultava
dissonante alle sue orecchie distorte.
Aveva davvero fatto l’amore con Shaoran. Non c’erano possibili fraintendimenti, ricordava tutto fin troppo
per potersi concedere il lusso di crederla diversamente. Un groppo le salì alla
gola… perché mai voleva fargli del male?
Certo non potevano stare insieme. Avanti…erano così…Ora così diversi! E poi, lui non
era ciò che il suo destino aveva scelto, lui era solo un altro rimpianto che si
sarebbe portata dietro…Come quel freddo giorno di gennaio in cui Kaze
l’accusava di essere una bambina immatura…
Cercò di non pensarci. Di godere la
serenità finché poteva.
E si ritrovò solo a fissare il
soffitto, rea di aver illuso. Ingannato. Raggirato.
Quel ragazzo che ora le dormiva accanto.
Che tanto aveva fatto per lei.
Che lei…
Meglio non pensarci.
Shaoran aveva un respiro fin troppo profondo. Sakura si
rigirava, incapace di alzarsi, di sapere quello che voleva fare, di sapere quello che voleva in generale…
Così si ritrovò a digitare un numero
avvolta nel lenzuolo.
#Pronto?#
Una voce femminile ed assonnata rispose.
#Tomoyo!# sussurrò Sakura, a voce talmente
bassa che sicuramente Shaoran non l’avrebbe sentita. Etantomeno Tomoyo.
#Pronto?#
Tomoyo diede in uno sbadiglio profondo.
Sakura alzò il volume della propria voce, spostandosi in
bagno.
In equilibrio sulla vasca, cominciò a pensare a cosa
realmente dirle.
#Tomoyo, sono io, Sakura!#
#Tesoro mio, come mai chiami a quest’ora?Tutto
a posto?#
#Sì,tranquilla…Solo che…Solo che…#
Il silenzio, fedele compagno dell’amore, scese freddo.
#Oh, così mi fai preoccupare!#
#Non è nulla di cui ti debba
preoccupare, ma…#
Il groppo in gola salì nel momento meno opportuno.
#Sakura, mi chiami di mattina presto, non riesci a parlare, dovresti stare a divertirti al matrimonio ed invece parli
con me!E mi
dici di non preoccuparmi?#
Il lieverimprovero colpì Sakura. Già. Doveva
divertirsi. E si era divertita, vero?
#Tomoyo…Ascolta…Hai presente Shaoran?#
Anche se Sakura non lo poté vedere,
sul volto della sua amica si disegnò un sottilissimo sorriso.
#E allora?#
#Oh, Tomoyo, oggi abbiamo dormito assieme!#
#Buon per voi, qui c’erano dei lavori notturni e io e Eriol non abbiamo chiuso occhio…Aspetta un attimo, avete
una stanza in comune?# chiese sospettosa la mora.
#Ecco, il fatto è che Shaoran praticamente…Bè,
secondo tutti noi due siamo fidanzati!#
La voce di Sakura divenne concitata.
#Ah.# fu il secco commento dell’amica. Poi, parve pensarci
su. #Cosa?!#
#Pare che…Insomma, lui non voleva andare al matrimonio
facendosi credere single, e così ha portato anche me.#
‘Mi ha ingannata ’ pensò come una
stupida.
#Oh. D’accordo, i dettagli saranno rimandati a quando tornerai…Ma…#
#Tomoyo, non è importante il perché mi abbia portato qui! È
che…oh, cavolo, come fai a non capire?#
#Sakura, tutto quello che ho capito è che lui non voleva
andare al matrimonio da solo e ha portato anche te, in
qualità di sua pseudo-fidanzata.#
#Esatto.#
#Posto questo, qual è esattamente il problema?#
#Qual è il problema?QUAL ÈIL PROBLEMA?#
Ma perché certa gente a volte non
vuole proprio capire?
Sakura iniziò a percorrere tutto il perimetro del piccolo
bagno, dando chiari segni di nervosismo.
#Tomoyo, il problema è che…Tecnicamente, non ho solo dormito
insieme a lui, anzi, la verità è che non ho dormito
affatto e…#
#E che avete fatto, vi siete
confidati le vostre pene alle due di notte?#
Tomoyo incominciava a divertirsi. Aveva capito perfettamente
tutto, ma finché Sakura non avesse vuotato completamente il sacco, lei di certo
non l’avrebbe aiutata.
#TOMOYO!HO FATTO L’AMORE CON SHAORAN!#urlò
a perdifiato Sakura nel telefono, diventando di quella gradazione rosa shocking
che Mei Lin aveva esatto per la sua casa.
#Era quello che aspettavo di sentirti dire!#rise la mora.
Sakura si risistemò sul bordo della vasca. #Beata te che ti
diverti, io invece sono in una confusione pazzesca!#
#Ecco, ora sei tu che non capisci.
Sakura, mi spieghi che male c’è?#
#N-niente, ma…#
#Ora stammi tu a sentire. So benissimo che pensi che solo il
settimo possa renderti facile e storielle varie, ma tu
ora hai un ragazzo che, credimi, ti adora! E se hai passato la notte insieme a lui, vuol dire che qualcosa la provi anche tu!Perché ora
vuoi privarti di una storia che secondo me sarebbe perfetta? Per un cartoncino
che tua madre ha disegnato quando non avevi nemmeno
tutti i denti?#
#Non capisci.#
La voce di Sakura era diventata affannata, confusa, fragile.
#Io capisco solo che tu stai vivendo nel passato. Ma fai
come vuoi, la vita è tua.#
Tomoyo era diventata improvvisamente dura. Quel cartoncino
era stato l’unico argomento su cui avessero mai litigato.
Tomoyo sospirò. #Sakura, ora devo andare, mi dispiace. Ti
prego, non rovinarti la vita.#
Così dicendo, chiuse la conversazione.
Sakura non ebbe il tempo di provare una qualunque reazione,
dal momento che la porta si spalancò e ne entrò uno
Shaoran seminudo.
“B-buongiorno…”balbettò lei, non
sapendo bene cosa dire.
“Ciao, mi chiedevo dove fossi finita…Poi ho
sentito che stavi parlando…Tutto a posto?”
“Sì, come no.”
Sakura non sapeva mentire.
Gli occhi profondi di Shaoran la scrutarono, facendola
sentire inerme.
“Hai…hai sentito tutta la conversazione?” domandò lei, col
cuore che batteva all’impazzata.
“Oh, mi sono svegliato a “Qual è il problema”, se non
sbaglio.”
La sua voce dolce e attenta era quasi sarcastica.
“Ah. Scusami, non volevo
svegliarti.”
La vergogna s’impossessò di Sakura.
“Non ti preoccupare, ci saremmo dovuti svegliare lo stesso,
no? Il nostro aereo parte questo pomeriggio, abbiamo tempo per fare una
passeggiata, ti va?”
Sakura lo fissò stolida, sorridendo nervosamente senza un
preciso motivo. “Preferirei riposare, ti dispiace?”
“No, certo. Ehm…potrei lavarmi?”
Lei balzò in piedi, ricordandosi che era avvolta in un
lenzuolo, oscillante su una vasca da bagno.
Ma…Come affrontare il discorso
della sera prima?
Sakura si arrovellava, disfando
ancora di più il letto, mentre Shaoran si faceva un bel bagno ristoratore.
Lei lo evitò per tutta la mattina, procrastinando così il
famigerato discorso. E poi, cosa dirgli? “Sono stata
benissimo con te, ma sei il numero sbagliato?” oppure l’odiato “Preferirei restassimo solo amici?”
Più ci pensava, più le sembrava
ridicolo. È solo un ragazzo, si diceva, uno come tanti…Il sesto sarebbe potuto essere lui come chiunque altro.
Eppure i meandri del suo cuore
sapevano che non era così.
“Sakura, mi raccomando, vieni a trovare questa povera donna,
di tanto in tanto!”
Era arrivato il momento dei saluti.
Lei e Li avevano impacchettato
tutto quel che avevano portato, e i novelli sposi li avrebbero accompagnati
all’aeroporto, da cui poi avrebbero preso l’aereo per la Gran Bretagna-a Mei Lin era rimasta la fissa di voler vedere un
vero campo di croquet.
Ed ora stavano salutando la signora
Li.
Che strano, vedere madre e figlio uniti
in un abbraccio così tenero e sofferto, e quella donna per cui si era tanto
paventato così umana.
“Spero tu divenga presto parte della famiglia!”
La signora la stritolò in un abbraccio, ma lei si limitò a
sorridere, mentre Shaoran le rivolgeva uno sguardo pensieroso.
Per tutto il tragitto, se non fosse stato per gli sposi,
sarebbe calato il gelo totale. Mei lin aveva intuito che era successo qualcosa,
ma non volle indagare più di tanto e barcamenarsi nei problemi altrui, non ora
che era così felice.
“…A presto, ragazzi!”
Una Mei Lin entusiasta si diresse di corsa verso il proprio
volo, seguita a ruota da uno Shin oppresso da un enorme bagaglio a mano.
E così rimasero soli.
“Dobbiamo aspettare ancora molto per il check-in, Shaoran?”
domandò lei, quasi si rivolgesse a uno sconosciuto.
“Tre quarti d’ora, credo.”
“Bene, pensavo peggio.” Silenzio. Chi aveva mai detto che un silenzio è molto
meglio delle parole, bè…si sbagliava di grosso. Un silenzio dice molto di più.
Un silenzio fa sentire in colpa. Un silenzio fa pensare a
cose che ognuno cerca di nascondere.
“Come mai mi hai evitato per tutta la mattinata?” chiese
lui, apparentemente noncurante.
“Non ti ho evitato, semplicemente ero
impegnata con tutte le valigie e quelle persone da salutare!”
Risposta sbagliata.
“Ho fatto qualcosa che non va? Ti ho contrariato in qualche
modo? Ti prego, devo saperlo!”
Lo sguardo che le rivolse assomigliava troppo a quello di un
animale ferito perché Sakura potesse rimanere indifferente.
“Tu…non hai fatto niente che non va. Sono…sono io quella sbagliata.”
Trasse un profondo respiro, ignorando i sensi di colpa che le causavano crampi
allo stomaco.
Shaoran l’abbracciò stretto, ma lei vi si abbandonò quasi
senz’anima, come se fosse un guscio vuoto, senza provare nulla.
“Perché dici così?”
“Shaoran…Io e te non possiamo stare
insieme.”
Fu una doccia fredda che immediatamente raggelò il ragazzo.
“Ti ho mai parlato di mia madre?”
Lei si sciolse dall’abbraccio, mentre lui scuoteva la testa.
“So solo che è morta.”
“Ecco…Prima di morire, lei mi ha lasciato un piccolo
cartoncino. E sai cosa c’era scritto?”
“No, se non me lo dici.”disse lui,
irritandosi.
“Scusami, che stupida…Bè…Avevamo progettato insieme tutta la mia vita, perché
lei ci fosse sempre, nelle scelte che avrei compiuto.
Così, diventai medico. Così, sono cresciuta con due uomini in casa…”
“Non capisco cosa...”
“Mia madre mi parlò anche dell’amore.”lo interruppe.
“Disse che il mio settimo fidanzato…sarebbe stato quello giusto.”
Deglutì, ma in Shaoran le cose si stavano schiarendo.
“E io che numero sarei?” domandò
amaramente, temendo la risposta.
“Il sesto.”
“È semplicemente ridicolo.”
Il commento adirato di Shaoran non stupì Sakura più di
tanto. Era abituata a sentirsi criticare.
“No.”
Si sforzò di mantenere la calma.
“Sì, invece! Tua madre non poteva prevedere la tua vita!”
“Perché no?!Io ho sempre creduto in
mia madre!”
“Sakura, anche io, ma quando voleva che io scegliessi cose che…”
“Ed infatti ora sei un pasticcere single che stenta a sbarcare il lunario!
Shaoran, tua madre aveva ragione!”
Sakura si tappò la bocca, rendendosi conto delle cattiverie
che aveva appena detto. Non ci credeva, non ci credeva
neppure lei…
Incominciò a singhiozzare.
“Difficile credere ad una persona quando piange.”
“Voi…voi non capite! È così facile criticare, è così facile accusare qualcuno che ha avuto l’unica colpa di amare
sua madre! È così facile credere che io non sia felice…Ma
io lo sono. Non mi sono mai pentita di nulla.”
Tutte sciocchezze. E non era
credibile nemmeno un po’.
Shaoran sorrise. “So che tu stessa non credi a quel che
dici. Sei sconvolta, Sakura…E lasciami dire una cosa. È vero, ho problemi di affitto, è vero, sarebbe stato tutto molto più semplice
se fossi rimasto in Cina! Ma…non sarei stato felice. E non ti avrei conosciuto. Sei…sei la cosa più bella che mi
sia capitata in questi ultimi tempi. Il vederti ogni mattina sorridere, la tua
maniera di chiedere le cose sempre così dolce…Ero
talmente geloso di quel ragazzo.”
“C-cosa?”
“Possibile che tu non capisca? Io ti amo, maledizione! TI
AMO!”
Forse era tutto uno scherzo. Shaoran non poteva…amarla. Volerle bene, d’accordo…Averla come sua cliente preferita, ok…Ma
amare…
Shaoran sembrava essersi liberato di un grosso peso.
“Ed ora sai tutto. Non ti ho scelto
per portarmi qui perché ti vedevo affaticata, perché volevo che tu rendessi il
favore…ho colto la prima occasione per poterti dire quanto mi piaci…”
“Mi hai ingannata…” sussurrò lei con un filo di voce.
“Ed è così sbagliato? Sakura, la
verità è che neanche io ti sono indifferente, altrimenti non avresti
mai accettato, altrimenti…non avresti mai passato la notte con me!”
Si era formato un piccolo capannello di curiosi, che Shaoran fulminò con lo
sguardo. Ce l’aveva fatta. Le aveva detto
quel che pensava. Ma non stava sortendo l’effetto
sperato.
“Come ti permetti?! Mi hai trascinata qui con una truffa, ed ora sono io che ti
inganno?!”
La voce di Sakura uscì strozzata di un’ottava.
“Non stai ingannando me, stai prendendo in giro te stessa.”
Il check-in era aperto.
Sakura raccolse le sue valigie, furiosa come non lo era mai
stata. E pensare…e pensare che era così speciale, quel
ragazzo. Credeva avrebbe capito.
“Visto che siamo in tema di verità, voglio dirti una cosa. A
casa c’è già il settimo che mi aspetta…E sono sicura che sarà perfetto!”
Shaoran alzò le mani. “Pensala come vuoi, ma mi hai
profondamente deluso. Credevo di essermi innamorato di una persona stupenda,
non di una bambina immatura che vive nei ricordi e non
capisce quanto sia meraviglioso il presente.”
Una bambina immatura...
Fu devastante per entrambi.
In aereo, capitarono in posti lontani, e forse fu un bene,
viste tutte le cattiverie che si erano rovesciati addosso.
Sakura non sapeva cosa pensare. Stava
male, stava seriamente male. Non voleva ferirlo così, voleva
che…che capisse che non era destino. Che rimanesse
come amico.
Non riusciva a capire come avesse fatto ad innamorarsi di
lei, e lei non se n’era mai accorta! Ecco quegli sguardi, quei
teneri gesti…Quella notte…Tutto assumeva un senso, ora. Il puzzle era completo.
Ma si erano incrinate delle certezze. S’insinuò in
Sakura il dubbio che sia lui che Tomoyo avessero
ragione. E se lei non fosse stata destinata a vivere
come aveva predetto sua madre?
Sakura guardò le nuvole dal finestrino.
‘Se ci sei, mamma, dimmi cosa devo
fare.’
Shaoran rilesse la stessa riga di quel giornale per la
quindicesima volta. Non riusciva a concentrarsi. Lasciando perdere il
quotidiano, si immerse nella contemplazione del
paesaggio dall’alto.
Ma tutto quel verde ricordava gli
occhi di Sakura.
Avrebbe dovuto sentirsi più leggero, no? Ora le aveva
confessato tutto, non c’era più niente che dovesse
sapere…E allora cos’era quel vuoto devastante? Quel gelo che gli bruciava
dentro?
Ci aveva creduto, ad una storia con lei. Aveva sognato,
quasi fosse un adolescente cotto a puntino. Non se ne
discostava molto, in verità. La amava, la amava davvero…adorava la sua
tenerezza, il suo essere sempre un po’ fuori dal
mondo…Adorava tutto di lei.
Ma non capiva perché volesse vivere
la vita di qualcun altro. Se solo avesse dato retta al
suo cuore…
Ma poi, era veramente sicuro che se
avesse scelto lui, sarebbe stata veramente felice?
“Sicuramente si tratterà di Yukito…” pensò a voce alta,
riflettendo sull’ultima frase di Sakura.
‘C’è già il settimo che mi
aspetta…’
“Chi, caro ragazzo?”
Il suo vicino pose l’orecchio.
“Oh, mi scusi, parlavo tra me e me.”
“Tipico innamorato.” Sbuffò lui divertito.
“Come, prego?”
“Tipico innamorato. Sei innamorato cotto.”ripeté il
buffo vecchietto.
“Oh.”
Shaoran arrossì visibilmente.
“E lei non ti vuole.”
“Lei non vuole volermi.” Affermò Shaoran amaro.
“Oh, in questo caso è un altro paio di maniche.”
Il vecchietto si stiracchiò, maledicendo la scelta della
zona non fumatori.
“Tornerà, ragazzo.”
“Dice?” esclamò lui, con la speranza nel cuore.
“Nessuno può permettersi di combattere l’amore, non quando è così raro da trovare. Voi giovani avete il
brutto vizio di cercare per anni l’amore romantico, e quando poi vi si
presenta, siete così stupidi da non saperlo riconoscere.”
“Sa che le dico? Ha perfettamente ragione.”
Dichiarò Shaoran, colpito.
“Me l’ha insegnato mia moglie.”
“Sarà una donna fortunata.”
“Sono stato io fortunato ad averla…E , grazie al
cielo, prima che lei se ne andasse sono riuscito a dirle quanto l’avessi amata,
e quanto l’amassi ancora.”
Shaoran non disse più nulla, scorgendo delle piccole lacrime
negli occhi del suo vicino.
‘Ti prego, fa che si renda conto
che non può buttare tutto così all’aria.’ Rivolse una
preghiera ad un dio immaginario, o forse al cielo, o al cuore di quella ragazza
che aveva catturato il suo.
“Ti accompagno io a casa.”
“Non ce n’è bisogno, davvero.”
Erano atterrati, ed ora le loro strade stavano per
dividersi. Per sempre? Per qualche giorno? Nessuno lo sapeva.
Shaoran insisteva per poterla accompagnare a casa,
ricordandole che gliel’aveva promesso. Messa alle strette, Sakura accettò.
Le uniche frasi che si rivolgevano erano di cortesia,
affettate, fredde e assolutamente anonime.
“Oh, cavolo…Potresti fermarti un secondo?”
Proprio ora doveva slacciarsi il
reggiseno?
Armeggiando alla bell’e
meglio sotto la maglietta, Sakura sbuffava in continuazione. Era così
teneramente impacciata.
“Ti do una mano?”
“No, grazie, so cavarmela da sola.” Fu la risposta
imbarazzata che ottenne.
“Sakura, ti ricordo che ho visto tutto quel che c’era da
vedere…”
Shaoran roteò gli occhi.
Sakura arrossì, prima di comunicargli di girare a destra.
Erano arrivati.
Shaoran parcheggiò silenziosamente, aiutandola poi a
togliere le valigie dal bagagliaio. Per un breve istante, le loro dita si
sfiorarono, ma la magia tra di loro era compromessa
irrimediabilmente.
“Ti aiuto a portarle di sopra?”
“Non ti preoccupare, ce la faccio.”
Si potevano sentire solo i battiti del cuore.
“Allora…addio.”disse lei, evitando accuratamente di
guardarlo negli occhi.
“Addio.”rispose lui, trattenendo la voglia di urlare che
aveva.
Sakura recuperò una piccola scatola verde.
Aprendola, si rese conto con rammarico che non poteva
infilarci niente che le ricordasse Shaoran. Anzi, no... magari c’era ancora la
ricetta dei Sakuramochi che lui le aveva lasciato!
Controllando tra le sue carte, Sakura attraversò la casa da
cima a fondo.
Era…desolatamente vuota. Niente a che
spartire con i giorni di risate che aveva appena attraversato e…e...
Ecco la ricetta.
Sakura la infilò presto nella scatola,
facendo uscire da quest’ultima un voluminoso
cartoncino azzurro.
Sbarrò furiosamente la voce “sesto”, ricacciando a stento
quelle strane lacrime ed una voglia matta di strapparlo.
Carissimi! Qui la sottoscritta
ha approfittato di un po’ di febbre per aggiornare anche questa storia! Perciò, se il capitolo non vi sembra granché, diciamo che ho
una leggera scusante! Scherzi a parte, finalmente siamo un po’ alla resa dei
conti...è stato difficile da scrivere, volevo rendere bene questi due
innamorati confusi, e spero di avercela fatta! Un
grazie infinito a manu,
kari89, DenaDena, Fallen Star, Katy 92, silgree 89, Topomouse,
piajoe22(purtroppo nemmeno io lo
trovo, sto provando in ogni modo!=,,,0) e fedina(sto preparando una oneshot sui pokèmon, poi te la
farò assolutamente leggere in anteprima!)!Ovviamente anche un ringraziamento
speciale va a quei lettori che leggono in silenzio e a cui spero di regalare
emozioni!
Sakura ricontrollò per
la terza volta il risultato sulla bilancia.
“Dovrò decidermi a
comprare delle batterie nuove, prima o poi...O a recarmi da un buon
oculista.”concluse, staccando delicatamente i palmi dei piedi dalla piattaforma
argentata, nemica di tanti adolescenti.
Si strofinò gli
occhi...Era incominciato maggio, e nel migliore dei modi! Il compleanno della
sua unica ed adorata nipotina...Una bella giornata di sole,poi...!
“Magari farò un salto
in past...”
Non concluse la
frase...La voce le morì in gola, e il suo sorriso entusiasta divenne
improvvisamente consapevole. Non era la bilancia ad essersi sbagliata...Era lei
che da un paio di giorni non mangiava più tanto. E soprattutto non iava più tanto. E sopratuttoandava più
in...in pasticceria.
Da lui.
E sembrava così
tanto...
Smettila di pensarci,
implorò a se stessa, ignorando le grida del cuore ed infilandosi la prima
maglietta che il guardaroba le offriva.
Tanto era inutile.
Tanto ci pensava lo stesso.
Eppure, una persona si
può zittire in tanti modi...Con le buone, con le cattive, con le minacce, con i
ricatti, con promesse e blandizie...Perché non vale lo stesso col cuore?
Sakura si fermò su una
panchina, ansante per la lunga pattinata che aveva deciso di fare. Tergendosi
il sudore, contemplò a lungo gli strani giochi di luce che il sole si divertiva
a creare...Stonava tutto così tremendamente.
Si sentiva come
un’estranea, lì nella sua città, tra persone che forse non avrebbe mai più
rivisto o che avrebbe amato un giorno...E si scoprì sola e vulnerabile come non
mai.
Sui ciliegi ormai i
fiori stavano lasciando posto a foglie e frutti...Segno di un cambiamento anche
interiore di Sakura stessa?
E poi, a rifletterci...Com’è che nei film quando sei triste cadono acquazzoni
immensi o grandini catastrofiche, e quando sei felice anche il sole sembra
sorridere?
“Si vede che la vita
non è un film...”sussurrò a se stessa, scatenando le occhiate incuriosite di un
passante.
I ciliegi.
I petali che le
sfioravano il viso arrossato.
Sakuramochi con il tè.
Un pomeriggio diverso.
Ed un unico grande
pensiero.
Lui.
Scosse la testa,
sentendo il sangue defluire. L’aveva fatto, l’aveva fatto di nuovo.
Aveva pensato a
Shaoran, maledizione, attraverso un semplice ciliegio! Non doveva, era...solo
una sevizia inutile.
“Ma non ti ha insegnato
niente la filosofia, Sakura?! Prendi la vita così come viene...Sh...Shaoran è
stata una stupenda parentesi, ma...niente di più.”
Un interessante
monologo molto convincente, non c’era che dire.
“Sì, una stupenda
parentesi...Mamma, ma non potevi decidere il sesto?” sussurrava quella stessa
vocina pedante che tanto l’aveva asfissiata.
Sakura levò gli occhi
al cielo, come un animale ferito, gli occhi che cominciavano a lacrimare.
No...Basta lacrime...
Ricordava quel 28
aprile, quando Touya l’aveva trovata a piangere sul letto, su quel cartoncino.
Su quel numero 6.
Per cosa, poi? Lei
nemmeno lo amava!...Vero?
“Vero che non ami
Shaoran, eh, Sakura?” si chiese con un fil di voce.
Ma non ebbe la forza di
rispondere, o la possibilità, perché una voce roca e gentile la distrasse dai
suoi contorti pensieri e ragionamenti.
“Sakura! Come mai da
queste parti?”
Il suo cuore prima o
poi sarebbe andato in sciopero.
“Yukito!”sussultò,
parzialmente dimenticando le sue pene.
Il medico aveva sempre
quell’espressione dolce e pensierosa che lo contraddistingueva, ma stavolta
accompagnata da una leggera curiosità. Sorrise, accomodandosi accanto a lei.
“Posso?”
“Certo!”si affrettò a rispondere lei, distanziandosi appena da lui.
Il suo cuore batteva
forte, ma non era quel che era successo con Shaoran. Forse era quello l’amore,
sì.
Silenzio.
Ancora una volta, in
quei giorni.
E in fondo, cos’era stata
la sua se non una vita di silenzi...?
“Allora, ci vedremo
stasera, no?” domandò lui, parzialmente a disagio.
Aveva sempre adorato
Sakura, quasi fosse la sua sorellina minore, ma quel giorno un velo di
tristezza le aveva offuscato gli occhi ed aveva eretto un muro insormontabile
di incomprensioni. Che lui non aveva i mezzi per scalare.
“Stasera?” fece lei,
presa alla sprovvista.
Avevano un
appuntamento? Qualcosa relativo all’ospedale?
“Sì, per Nadeshiko...”
No, Sakura non era lì,
non con la mente, concluse Yukito osservandola attentamente.
Era troppo triste per
essere lei. Era troppo grande per essere lei.
“Oh,che sbadata! Ma
certo!!”
La castana si batté una
mano sulla fronte, stupendosi per tanta stupidità. Anche Yukito era stato
invitato, ovvio!
“A questo proposito,
avrei un enorme favore da chiederti...Sempre se sei disposta a farmelo, è
chiaro.”
“Dimmi pure”sussurrò
lei, con la voce più dolce che le riuscì.
“Sai...Io non ho
figli...Non sono nemmeno fidanzato...Ma credo che tu possa essere la persona
giusta...”
Sakura sbarrò gli
occhi. Era una dichiarazione? Sarebbe stato il settimo?
Però, nei programmi
fatti da bambina pensava di meglio.
“Per...per cosa?”cercò
di guadagnar tempo.
“Mi sembra ovvio.”
Yukito si scompigliò i
capelli, arrossendo impercettibilmente.
La voce di Sakura
usciva inarticolata.
“Oh, mi vergogno anche
a chiedertelo...!”
Davvero l’amore è così
scontato?
Il medico le prese
delicatamente le mani, fissandola insicuro.
Allora forse la vita è
davvero un film.
Ma il viso deluso di
Shaoran compariva ancora nella sua mente confusa, mentre Yukito la implorava:
“Ti prego, non so proprio cosa regalare alla piccola Nadeshiko!Sicuramente tu
conosci i suoi gusti!”
Non sapeva se essere
delusa o rassicurata.
Yukito in fondo era
stato equivoco, ma non intendeva un fidanzamento...
“Conta pure su di me!”
La sua voce uscì
denaturata...La vita è un film, certo. Ma il bello è che gli attori recitano
senza copione.
Alla fine, avevano
comprato una bambola...un classico per le bambine.
“Grazie, davvero! Non
so cos’avrei fatto senza di te!”
Yukito le schioccò un
bacio sulla guancia, uscendo dallo stesso negozio dove Sakura aveva acquistato
l’orsacchiotto rosa per la nipote.
“Ma figurati, l’ho
fatto con piacere.”
Un sorriso flebile
smosse leggermente le labbra di Sakura.
“Ti accompagno a casa,
ti va?”
“Sicuro!”accettò lei.
Sebbene camminare con i
pattini in mano non fosse la cosa più agevole del mondo, Sakura si sentiva
felice. Era il primo passo per superare la tristezza.
“Sai, oggi avrei anche
una cena di lavoro...” interloquì Yukito, desideroso come non mai di capire
cosa stesse passando per la mente della ragazza.
“Uh, e a che ora?”
“Bè, ad ogni modo penso che per le 21 la festa sarà finita, no?”
“In effetti...compie
pur sempre 6 anni!”ridacchiò Sakura, sforzandosi di ridere e divertirsi.
“Già! Il problema è che
sarà una cosa noiosissima...”
“Ci saranno vecchi colleghi?”
“Temo di essere il più giovane...”sospirò Yukito, rassegnato.
La sua faccia era così
buffa che a Sakura non poté non scappare un sorriso di comprensione.
“Ehi, ho un’idea! E se
venissi con me?”
Il sorriso si trasformò
in un’espressione dubbiosa.
“Io?Con te?”
“Sei sempre una dottoressa, no? Sempre se non hai di meglio da fare.”aggiunse
cortese.
-A parte compiangermi
addosso, no...Farà male accettare?-ponderava internamente Sakura, quando un
petalo le sfiorò il viso.
Decisa, rispose di sì.
L’avrebbe accompagnato.
“Perfetto, allora...Ci
vediamo questo pomeriggio e poi ti porto al ristorante.”
Yukito la salutò con un
bacio sulla guancia ed un gesto affettuoso della mano, che Sakura ricambiò a
stento.
Quantomeno avrebbe
passato una serata diversa.
“Auguri, tesoro mio!!”
Casa di Touya e Kaho,
le sei e mezza di pomeriggio.
Sakura, vestita di una
semplice gonna e una camicia bianca, abbracciò stretta la bambina, che stava
avidamente scartando i pacchetti dorati di altre amiche.
“Zia Sakura!”rispose la
bambina soffocata dall’abbraccio.
“Lo sai che è venuta
anche quell’antipatica di Reika?”sussurrò piano. “Ma tu non le dire che è
antipatica, anche perché mi ha regalato uno zainetto bellissimo!”
“Non glielo dirò,
promesso.”rise rallegrata la zia, depositando il regalo su un mucchio di doni
ancora da scoprire.
Per il resto della
festa, Nadeshiko non la considerava più di tanto, impegnata com’era ad intrattenere
gli amichetti.
Ma era anche normale,
ricordava suo fratello che non la voleva assolutamente tra i piedi quando con
lui c’era Yukito.
A proposito, lui non
c’era ancora.
“Sakura!”
“Kaho!”
Le due cognate si
salutarono cordialmente. Erano entrambe molto dolci, molto simili di
carattere...Completamente contrapposte a Touya, il padre della festeggiata.
“Nadeshiko è
entusiasta, a quanto vedo...”incominciò Sakura.
“In realtà, lei è
sempre così. È il bello di essere bambini, no?”
“Già...”
Vero. Quanto invidiava i bambini. Così veri, senza problemi. Eppure così
facilmente influenzabili.
“Ciao sorellina.”
“Fratello...”
Touya le scombinò i
capelli, com’era solito fare quando vivevano ancora insieme.
“Dai, smettila!”si
lamentò lei.
“Cos’è, vuoi essere
perfetta per la cena di stasera?”la prese in giro lui, beffardo.
“Touya, finiscila”lo
rimproverò bonariamente la moglie “Pensa piuttosto a servire le vettovaglie.”
“Ma questi bambini
mangiano in continuazione!” accusò lui, obbedendo comunque.
“Fa sempre così...Un
po’ testardo, ma un cuore d’oro.”
“Sì, lo conosco
bene...Però è cambiato tanto.”rifletté Sakura, scrutando l’espressione
amorevole che Touya aveva assunto guardando sua figlia.
“Sakura, Kaho!”
“Yukito, finalmente sei
arrivato!”lo salutò la padrona di casa.
“Ciao...”mormorò
Sakura, presa in contropiede.
Era elegante, fin
troppo per una festa di bambini.
“Pronta per stasera?”
sorrise lui.
“S-sì.” Sorrise lei di
rimando.
Giusto, non era così
ricercato per dei mocciosi. Avevano una cena tra dottori, in seguito.
“Bene,perché io
no.”tentò di fare dell’ironia,lui.
Peccato che lei non
fosse dell’umore giusto per accogliere quel tentativo di farla sorridere.
Il tempo passò troppo
in fretta perché Sakura fosse psicologicamente pronta, e in men che non si dica
lei e Yukito si ritrovarono a dover salutare chi il fratello, chi il migliore
amico...E a salire in macchina, diretti per un’ignota prova.
“Tesa?”
“Ma...ma no, perché dovrei?”
“Eppure sembra il contrario.”fu la lapidaria risposta di Yukito.
Sakura lo osservava
curiosamente. Non aveva mai fatto caso a quanto apparisse stanco e non lo desse
a vedere, a quegli occhi velati di una strana malinconia...A quel nome, Yukito,
che si adattava così bene alla sua persona e non a lei.
Neve...Ma la neve
uccide i fiori di ciliegio.
Che strano
ragionamento, e poi, perché le veniva in mente adesso?
Quanti scheletri
nell’armadio avrebbe ancora ricacciato dentro fino a nuov’ordine?
“Siamo arrivati.”
Non era abituata a
frequentare quel quartiere di Tokyo, forse troppo chic.
E si sentì decisamente
un pesce fuor d’acqua, quando varcò la soglia dell’appartamento esclusivo di un
insigne dottore semisconosciuto al pubblico.
Troppo semplice,
sembravano accusare le occhiate delle mogli e fidanzate.
Troppo vera.
Sakura tentava di
sorridere.
Dopotutto, anche con la
madre di Shaoran aveva avuto questa brutta sensazione e poi tutte le sue
preoccupazioni erano svanite nel nulla.
Con la madre di
Shaoran.
Si diede una botta in
testa per autopunizione, e scelse decisamente il momento meno opportuno.
“Sakura, ti presento
il...Ma che fai?”
La voce di Yukito prese
una piega strana, inconsulta, che lei non gli aveva mai sentito prima.
“N-niente...Una
zanzara, sono così fastidiose!”
“Convengo”sorrise
educatamente il luminare “specialmente in estate, quando sono presenti.”
“Oh...certo.”
Prima figuraccia.
“Ad ogni modo, piacere,
sono Sakura Kinomoto!”
Protese goffamente una
mano, che lui accettò senza riserve.
“Il piacere è tutto
mio, io invece sono il dottor Kurosawa.”
Forse si aspettava che
Sakura gli chiedesse com’era arrivato all’apice della sua carriera, che cosa ne
pensasse della ricombinazione dei nucleotidi nel patrimonio genetico umano, a
giudicare dall’ espressione delusa che assunse presto.
“Scommetto che lei è la
sua fidanzata!”ipotizzò divertito, volendo un po’ rianimare la situazione,
prima di passare a tavola.
“Oh, no, io...”
“Ma certo! Io e Sakura stiamo insieme!”si affrettò a rispondere Yukito.
COSA?
“Formate proprio una
bella coppia...Ora scusatemi, ma ho altri invitati da accogliere!Con permesso...”
Lo scienziato si
dileguò, intuendo che qualcosa non andava per il verso giusto.
Chissà...Forse era il
viso attonito di Sakura?
Forse l’espressione nervosa di Yukito?
Una bugia pesante che aleggiava nell’aria.
“Tu...sei il
settimo.”riuscì solo a dire lei, prima che lui la trascinasse fuori, su un
piccolo terrazzo.
“Mi dispiace, non
volevo dirlo...Mi è uscito del tutto spontaneo.”
I due sul terrazzo
guardarono la luna diventare l’unica scintilla nella notte nera, accompagnata
pian piano dalle sue figlie stelle.
“Mi...mi hai colta un
po’ in contropiede.” ammise Sakura, nascondendosi una mano dietro la nuca.
“Era quello che volevo ottenere...credo.”
“Come, scusa?” fu la confusa risposta di Sakura.
“Sakura...Se ti ho portato qui, stasera...In realtà...é stato tutto un
pretesto.”
Lui la guardò
dolcemente negli occhi, avvicinandosi di poco.
“Non...non capisco, Yukito.”
“Tu non dovresti essere
qui.” decretò con calma lui.
Tutto questo sapeva di
ridicolo.
“Mi ci hai portato tu, ricordi?”
“Sì, lo so...La verità
è che devo parlarti, Sakura. Io...uh, è difficile dirlo, ma...Tu mi piaci, e
tanto, sai?”
Choc.
L'unica parola in grado
di descrivere lo stato di Sakura.
Come...come definire
quella sensazione?
La liberazione di una lunga pena durata anni?
La sensazione di
comprendere solo in quel momento il vecchio adagio "Stai attenta a quel
che desideri"?
Oppure...
Sakura era
tremendamente in forse. Quanto tempo il suo cuore aveva aspettato?
Ricordava con dolore e
sorrisi i pomeriggi che passava da bambina ad invidiare suo fratello che aveva
Yukito tutto per sè.
E gli sforzi fatti per
dimenticare il suo sorriso.
La volontà di farlo
diventare il settimo.
Perchè fosse quello
giusto.
Ed ora che ce l'aveva
fatta...
C'era come un vuoto.
Come se in tutti quegli anni quel desiderio fosse diventato talmente tanto
parte di lei, che ormai non sortiva nessun effetto.
Non era così che doveva
andare.
"Cosa?"
"Sì, mi
piaci." ripeté lui, con la solita calma che lo identificava, avvicinandosi
ancora.
"Tu...Io non ti
posso piacere!"esclamò Sakura, in preda al panico.
"Perché no? Sei
carina, un ottimo medico, dolce, simpatica, un po' tra le nuvole...Sei
perfetta, Sakura."
Lei arrossì di piacere per i complimenti. Yukito di solito non era così...così
esplicito!
"Io ti piaccio,
no?"
Quando era diminuita
così tanto la distanza tra di loro?
"T-tu...io..."
Il cuore di Sakura
batteva all'impazzata, furiosamente, nel tentativo di articolare qualche
parola. Certo che le piaceva.
E allora perchè il
palato era bloccato?
Senza aspettare una risposta, Yukito le appoggiò le mani sulle spalle,
fissandola con i suoi caldi occhi nocciola nei suoi occhi smeraldini.
"E poi sono il
settimo, no?Quello giusto..."
Come...Come faceva lui
a saperlo?
Sakura non ebbe il
tempo di pensare, dal momento che lui si stava paurosamente dirigendo verso le
sue labbra.
Un bacio da Yukito.
In quelle frazioni di
secondo che la dividevano dal fatidico momento, Sakura vide dentro di sè
sprazzi di ricordi lontani.
Lei con il cartoncino
che cerchiava il numero 7.
Lei al funerale di sua
madre.
Lei che veniva sgridata
da Touya per essere sempre tra i piedi.
Lei e le sue corse.
Lei e Tomoyo che
rimanevano sveglie alle tre del mattino per parlare di problemi di cuore.
Lei e il suo primo
amore.
Lei e la sua laurea in
medicina.
Lei e Shaoran.
Quell'ultimo ricordo la
fece allontanare da Yukito instintivamente, tanto che lui rimase quasi sospeso
a mezz'aria.
Con gli occhi chiusi
per la fatica, Sakura interruppe bruscamente il contatto, sia visivo che
fisico, sentendo confluire il sangue alle orecchie.
Yukito sorrideva,
impassibile.
"Cosa c'è, Sakura?
Io...Scusami, credevo di piacerti."sospirò lui, guardando in alto,
lontano.
Sperava che il suo
atteggiamento la inducesse a capire.
"Io...Non ti
riconosco più, Yukito! Tu... mi piaci tantissimo, ma...ma..."arrancò
faticosamente lei.
"Ma non nel senso
che credevi tu fino a poco tempo fa."puntualizzò lui, con quella smorfia
sempre dipinta sul viso.
Sakura era diventata di
un delizioso color scarlatto.
"Non ci capisco
più niente, Yukito...Tu davvero sei innamorato di me?"
Si era nascosta il viso
tra le mani, e i suoi occhi indagatori lo fissarono dall'intreccio, in cerca di
risposte.
"Sakura...
Rispondi sinceramente. Perché non ti sei lasciata baciare, se allora ti piaccio
tanto?"glissò il medico.
Domanda da milioni di
yen.
"Bè, perchè...Non
me l'aspettavo, insomma! Mi avevi semplicemente detto che saresti stato felice
se io ti avessi accompagnato, vista l'età media delle persone che si trovano in
questo luogo!Volevo un...Quantomeno un minimo di preavviso!"improvvisò.
"Gli innamorati
non chiedono il permesso...Sakura...Tu non mi hai baciato semplicemente perché
non mi ami."
Secco, preciso,
diretto.
Yukito si riassettò gli
occhiali, ma stavolta il suo sorriso era più addolorato.
"Io...Non è
vero!"
"Sakura, non mentire. Tu non mi ami. Ma io sono il settimo. Cosa ne
deduci?"
Domanda da miliardi di
yen.
"Yu-yukito,
io...Tu sei il settimo, lo so...Ma, maledizione, non lo so perchè non ho avuto
il coraggio di...! Io...Non so più che cosa pensare!"esplose, mentre le
lacrime incominciavano a far sentire la loro scomoda presenza.
Yukito le prese una
mano.
"Tu non dovresti
essere qui, a maggior ragione non dovresti essere qui con me."
"C-che?"
"Ho parlato con
Touya, qualche giorno fa. In realtà, è stato proprio lui a spiegarmi tutta la
vicenda. Del fatto del cartoncino, di come tu sia diventata una dottoressa per
una promessa fatta a tua madre...Di come ti ha vista piangere dopo che sei
tornata da Hong Kong, con quello Shaoran..."
L'aveva fatto decisamente apposta a guardarla negli occhi mentre pronunciava il
suo nome.
Shaoran.
Shaoran...
Le lacrime scesero
impietose.
"Sakura, non
metterò mai in dubbio quanto tu ami tua madre, e l'ultima cosa che vorrei
sarebbe di mancare di rispetto alla sua memoria...ma non ti è mai venuto il
dubbio che lei semplicemente non abbia potuto prevedere tutto questo?"
Yukito si strinse la
braccia al petto, incrociandole e appoggiandosi alla ringhiera della piccola
veranda.
Sorrise, pensando che
il suo migliore amico l'avrebbe dovuto ringraziare in eterno.
Sakura non rispondeva.
Erano troppe le domande che l'assillavano...
Ma una più di tutte.
Se Yukito avesse
veramente ragione.
"Mia madre mi
voleva solo bene." si giustificò.
"Ed allora ti
sposerai con me perché ritieni che abbia avuto ragione?" la provocò lui.
"Sakura..."continuò
"Sei ancora in tempo per cambiare tutto. Rassegna le dimissioni. Corri. E
abbandona questi vecchi sapienti che credono di avere la scienza infusa. Va da
chi ami veramente. Non perdere altro tempo, qui."
Perle di saggezza erano
appena uscite dalle sue labbra, quando Yukito si accorse che forse era lui il
primo a dover applicare certe norme.
"Tu credi
che...Sia la cosa giusta?" singhiozzò lei, in preda a dei convulsi
nervosi.
La sua mente si
rifiutava di razionalizzare la cosa.
"Sì. E sai che ti
dico? Ti accompagno io in macchina, alla faccia di questa cena di lavoro!"
Le afferrò una mano,
trascinandola dentro.
Come aveva potuto
essere così cieca?
Lei non amava Yukito.
Lei lo adorava... Ma come un fratello, non come un amante.
E l'ultimo pezzo di
quell'ingarbugliato codice che è l'amore finalmente trovava la sua pace.
Lei amava Shaoran.
Nulla di più semplice e
complesso.
Ormai non si sforzava
nemmeno più di tamponare le piccole stille salate che le correvano lungo la
guance, nonostante le occhiate stupefatte degli astanti.
"Yukito...Ti potrò
mai ringraziare abbastanza?"
"Già il vederti
sorridere è un ottimo inizio."
Il professor Kurosawa
non aveva capito il motivo di tanta sollecitudine nell' andar via, ma i due non
se ne curarono granchè.
"Ti accompagno a
casa di Shaoran?"domandò lui, mettendo un po' di musica dalla radio
dell'auto.
"Non so nemmeno
dove abiti!" ammise lei, ridendo per il sollievo.
Lo amava.
Lo amava! E dubitava
che quel sorriso ebete stampato sul suo viso se ne sarebbe andato in fretta.
"Fantastico."
fu il commento ironico. "Dobbiamo girare tutta Tokyo?"
"Dai, ci penserò
domattina..."
"Certe cose non
possono aspettare."
Cos'era, un paladino
degli innamorati, oramai?
"Yuki...hai già
fatto tanto per oggi. Non c'è bisogno che ti sforzi ancora...Portami a
casa."
"Ai suoi ordini,
madamigella."fece il galante.
E mentre l'auto sfrecciava a tutta velocità, Sakura realizzò che in fondo non
sapeva nemmeno dove abitava, che non aveva il suo numero di telefono, che non
sapeva quanto era alto, quali cibi adorava, neppure quando fosse nato!
'E credi che sia
importante?'sussurrò la solita vocina seccante.
'No.' fu il commento
tranquillo della sua mente e del suo cuore insieme.
Finalmente andavano di
pari passo. Senza nemmeno un'esitazione.
'...Era proprio questo
ciò che volevo sentirmi dire.'
La vocina
misteriosamente si dileguò, con un'ultima frase.
'Ora sì che tua madre
sarebbe fiera di te.'
'Lo so.'
Sakura guardò fuori dal
finestrino la città illuminata quasi a giorno, e la notte nera come la pece che
contrastava.
In cielo le stelle
brillavano intensamente.
E Sakura le ringraziò.
Perché aveva capito che sua madre le avrebbe voluto bene, sempre e comunque.
Che anzi l'avrebbe biasimata, lei che aveva sposato sua padre contro il volere
di tutti.
E comprese che la vita
di ognuno è unica ed irripetibile... perciò va vissuta fino in fondo, senza
costrizioni.
Yukito la osservava con
la coda dell'occhio. Sperava solo che Shaoran accettasse il suo amore...Che tutto
andasse per il meglio.
"Sai, non c'era
riuscito nessuno a farmi cambiare idea." esclamò Sakura sovrappensiero.
Yukito se ne sentì
lusingato.
"Credo di esserci
riuscito solamente perché ti ho quasi baciata!"ironizzò lui.
Sakura sorrise,
sentendosi leggera come un piuma.
L'indomani sarebbero
successe due cose importanti: suo padre finalmente sarebbe tornato a casa dopo
ulteriori controlli, e poi...E poi sarebbe tornata in pasticceria, l'avrebbe
rivisto dopo quei pochi giorni di tortura.
L'avrebbe rivisto per
riaverlo sempre con sè.
Aveva paura, certo, che
lui la respingesse...ma contava sull'amore che lui le aveva dimostrato tante
volte e che lei, sciocca, aveva rifiutato!
'Ti prego, non mi
ferire...'formulò tra sè e sè, rivolgendo una preghiera al suo cuore e
congiungendo le dita fredde e madide di sudore.
Yukito sorrise, nel
vederla così in pena e allo stesso tempo così speranzosa.
Entrambi sapevano di
aver fatto la cosa giusta.
Ragazzi...siamo
finalmente al penultimo capitolo! Non avete idea di come Wordmi abbia fatto penare, maledetto...Questo
cap, infatti, era già pronto il 19, ma poi le ultime tre pagine me le aveva
cancellate(mi erano uscite perfette...ç_ç)...E quindi sotto di nuovo a
scrivere!!
Cavoli, sono contenta di aver scritto questo cap fondamentale! Grazie al cielo
Sakura si è resa conto di tutto!=) Ed ora...pronti per il prossimo, l'ultimo??
Spero di riuscire a pubblicarlo entro il 2 novembre, data in cui questa fic
festeggerà un anno!(allegria, visto il giorno!)
Ed ora
ringrazio tutti voi,piajoe22, DenaDena(tesoro mioooo!grazie veramente di tutto!),manu,memi(ormai mi segui anche qui!XD),sakurabethovina, fedina, topomouse...E Kari89 che oggi fa 18 anni!!Teso questo cap è per te!Ma non ti preoccupare, sto scrivendo una oneshot più o meno taiora per te!!Spero di riuscire a pubblicarla per stasera!Tvbenissimo!
Un ringraziamento doverosissimo anche a chi legge senza commentare e a chi ha messo questa storia tra i preferiti!
“Adesso basta! Vedrai che andrà tutto per il meglio!”
Eriol rinunciò a contare le innumerevoli volte in cui la sua
Tomoyo rivolse paroled’incoraggiamento
del genere a Sakura.
Era un’assolata mattina di inizio
maggio, una di quelle in cui gli studenti non possono fare a meno di pensare
quanto sia sprecata la loro esistenza tra quattro grigie mura.
Il sole splendeva alto nel cielo, ormai faceva caldo e si
stava fortunatamente avvicinando l’ora di pranzo.
Ma lo stomaco di Sakura non ne
voleva sapere.
“E così, hai rassegnato le
dimissioni?”
Con voce pacata, Eriol si rivolse
alla sua amica, che sembrava camminare verso quella pasticceria sui carboni
ardenti.
“Oh, sì...Non è stato facile, tutti erano affezionati a me,
ma...è stato giusto così.” Si ritrovò a rispondere
Sakura.
“Sai, sono fiera di te.”interloquì Tomoyo, aggrappandosi al
braccio del suo fidanzato.
“Era ora che rinsavissi. Certo, non pensavo che in un sol
giorno avresti potuto prendere tante decisioni!”rise.
Sakura arrossì di piacere, sentendosi davvero in pace con la
propria coscienza.
“È ancora molto lontano?” domandò il ragazzo, sentendosi
estraneo a ciò che Sakura di lì a poco avrebbe compiuto.
Sakura era arrivata di mattina presto a casa Hiragiizawa, ansante di gioia e di speranza.
Concitata, aveva dichiarato ai due piccioncini
che era appena stata all’ospedale, dove avevano
dimesso suo padre e dove lei aveva ufficialmente smesso di lavorare.
Come se la portata della notizia non fosse già di per sé
strabiliante, aveva aggiunto che amava Shaoran, e che era fermamente
intenzionata a dirglielo la mattinata stessa.
Al che, i due non riuscivano a comprendere il loro ruolo in
tutto quello, per quanto ne fossero felici...Quando
Sakura li implorò di accompagnarla, solo per sostegno psicologico.
Ed ecco il motivo per cui tutti e
tre camminavano velocemente in direzione della pasticceria dove lavorava il
ragazzo, chi con una punta di curiosità, chi con gioia, chi infine con una
tremenda tachicardia.
Sakura sentiva il suo cuore battere in una
maniera forsennata, e tutti i dubbi ora le affioravano.
‘E se non mi vuole?’
Vagando come un’anima in pena, non si curava di chi urtava o
di quanto fossero diventati distanti Tomoyo ed Eriol...In quel momento
importava solo il suo discorso.
Con che faccia si sarebbe presentata da lui, che stava
sicuramente servendo sorridente?
E se invece fosse tremendamente
triste per il suo stupido atteggiamento?
Tutte queste domande attanagliavano Sakura, ma non ci fu
modo di rispondere loro.
Ecco la pasticceria.
Ansanti per la corsa, Tomoyo ed Eriol raggiunsero Sakura in
fretta.
“Lo sai che quando ti ci metti vai dannatamente veloce?!”l’apostrofò Tomoyo, sistemandosi il bel foulard attorno
all’esile collo.
“Vogliamo entrare?” fece gentile Eriol, notando il groppo in
gola che Sakura non riusciva a scacciare.
Come al solito, era piena.
Bambini accompagnati dalle proprie nonne,
coppiette, genitori che cercavano una torta speciale per il compleanno del
proprio figlio...
Sakura si sentiva così avulsa, in mezzo a tanta felicità.
“In cosa posso esservi utile?”
Una ragazza con una lunga coda castana li accolse con un
sorriso, a cui risposero nervosi.
Non vedevano Shaoran da nessuna parte.
“Cercavamo il signor Li.” Comunicò impassibile Tomoyo.
“Oh”fece quella, visibilmente delusa “Mi dispiace, Shaoran
si è preso qualche giorno di ferie. Ad essere sinceri,
sono qui per sostituirlo...Non so proprio come aiutarvi.”
Considerando la questione chiusa, la giovane distolse la
propria attenzione da loro per rivolgersi ad un arzillo vecchietto.
“Mi scusi”la interruppe Sakura con foga
“Ma devo assolutamente sapere dov’è Shaoran!”
“Glielo ripeto” replicò quella con falsa cortesia “Si è assentato per motivi
personali, non ho la benché minima idea di dove sia.”
Sakura sentì una fitta al cuore. Motivi personali...
“E allora ci dia il suo indirizzo.”
Tomoyo, con fredda razionalità, non reputava affatto chiuso
l’argomento.
Non ne sarebbero usciti così.
“Non sono autorizzata a fornire dati del genere, quand’anche
lo sapessi.” Rispose la giovane, in palese difficoltà.
“Cosa sta succedendo qui?”
Un altro pasticcere uscì da una piccola stanza attigua, con
immenso sollievo di Sakura.
Era stato proprio lui a dirle, qualche giorno addietro, che
Shaoran aveva il giorno libero.
Che ironia della sorte! Adesso si
ritrovavano, anche se ignoravano l’una il nome dell’altro.
“Nulla, i signori se ne stavano andando.”
“Affatto” disse Eriol, rivolgendosi infine all’uomo. “So
perfettamente che non sarebbe lecito quant’altro,
ma...”
“Usciamo un attimo, per favore.”
Una volta fuori, Eriol continuò a parlare in nome di Sakura.
“Abbiamo assolutamente bisogno di conoscere la via in cui
abita Shaoran.”
Si rassettò gli occhiali, mentre quello ribatteva: “Non
potrei darvelo, lo sapete.”
“Senta...” intervenne Tomoyo. “Lo sappiamo, lo sappiamo
bene, ma...”
Guardò teneramente Sakura, che si ostinava a tenere gli occhi bassi e a fissare
un punto imprecisato nel suolo.
L’uomo la scrutò.
Anche lui ricordava le circostanze
in cui si erano rivolti.
“Ok, d’accordo. Dal momento che credo che sia lei
l’incarnazione di motivi personali di Shaoran...Ve lo darò.”
Sospirò.
Sakura alzò gli occhi, arrossendo.
Quando i loro sguardi si incrociarono,
bastò un sorriso colmo di gratitudine a fungere da ringraziamento.
“Non dovrebbe essere molto lontano.”decretò Eriol, cercando
la strada che aveva loro indicato Kido(era questo il suo nome, e Sakura lo
rammentò non appena svoltarono l’angolo).
“Sakura...Sei pronta?”
Tomoyo le toccò affettuosamente un braccio.
“Sì, credo.”rispose lei, con quanta più naturalezza aveva in
corpo.
“A proposito, ma il cartoncino che fine farà?” s’intromise
l’unico uomo del gruppetto.
Sakura si fermò, basita.
Il cartoncino!
Se lo avesse portato da Shaoran,
lui avrebbe capito tutta la storia...L’avrebbe perdonata...
Doveva assolutamente recuperarlo!
“Oh kami, devo tornare a casa a riprenderlo!!” strepitò, esasperata.
“Ma dai, a cosa ti può servire?”
domandò Tomoyo, stupita.
“Così...Capirà e...”
Non concluse la frase, poiché
cominciò a correre speditamente.
Tomoyo fece per raggiungerla, ma Eriol la fermò con un
braccio.
Sakura stava gridando qualcosa: “Non vi preoccupate per me!
Avete fatto già tanto! Ora tornerò da Shaoran col cartoncino e...”
Il resto della frase lo conobbe solo il caldo vento primaverile, che vide allontanarsi
la figura sempre più sfocata di Sakura sempre di più.
Eriol allentò la presa.
“Tu credi che ce la farà?”sospirò Tomoyo, rassegnata ai
colpi di testa dell’amica.
“Guarda quel fiore, amore.”
Eriol indicò un piccolo ciliegio che si ergeva di fronte a
loro, ma più precisamente un bocciolo che prima o poi
sarebbe divenuto uno splendido fiore.
“Io credo che fra un po’ sboccerà.”
“Lo credo anche io” convenne Tomoyo “Ma ora cosa c’entra?”
Eriol si limitò a risponderle dapprima con un sorriso.
“Per Sakura sarà lo stesso.”
Certo, come aveva potuto essere così stupida?! Quel pezzo di carta azzurra sarebbe potuto diventare un
ottimo alleato per la sua missione...
‘Non ho mai fatto tante cose per
amore...’ si ritrovò a pensare mentre saliva a perdifiato le scale di casa sua.
Eppure, era entusiasta.
Bussò, sperando che suo padre le aprisse.
“Già tornata, tesoro?” la salutò Fujitaka, insolitamente in
forma per uno che era appena tornato dall’ospedale.
Aveva in mano delle cesoie ed un annaffiatoio.
“Papà, ma cosa stai facendo?” esclamò divertita lei,
entrando nella sua stanza.
“Bè, non è che tu ti sia curata granché delle mie camelie,
mentre io ero via...”la
criticò lievemente lui.
“Scusami...Avevo un po’ di pensieri per la testa...”ammise
colpevole lei, aprendo la scatola verde.
“Come mai stai aprendo quella
scatola?”
“Devo mostrare il cartoncino a Shaoran.”rispose, stranamente
sicura.
“Non hai mai voluto che qualcuno lo guardasse.” Notò con tenerezza il padre.
“Papà”
Sakura indirizzò il proprio sguardo alla foto di sua madre,
e poi alla finestra.
“Hai mai avuto la sensazione di aver
fatto tanti sforzi per costruire qualcosa, e poi renderti conto che questo
qualcosa era troppo fragile per essere ciò che volevi veramente?”
Fujitaka capì che finalmente qualcuno le aveva aperto gli occhi.
“Tante volte, figlia mia. E altrettante volte ho ricostruito. Sakura...Non eri destinata a quella vita.
Guarda tua madre, che mi ha sposato giovanissima contro il volere dei suoi
genitori. Guarda tuo fratello, che ha combattuto contro molti
per avere Kaho. E guarda te stessa...Sei troppo bella per
vivere una vita preconfezionata.”
Le carezzò gentilmente una guancia. “Ma l’importante è che tu l’abbia capito in
tempo.”
Sakura sentì gli occhi pesanti.
“Tu credi, papà? E se anche questa
non fosse altro che un’illusione?”
“Non ti resta che scoprirlo a tue spese.”
Sakura si morse le labbra, mentre suo padre si allontanava per curare i suoi
fiori.
“Devi riflettere su una cosa soltanto, Sakura. Più si cerca di evitare il dolore, più si soffre. Ed ora...avrai bisogno di questi per arrivare più
celermente, no?”
Le lanciò i suoi pattini, e lei sorrideva fra le lacrime.
Ultimamente piangeva troppo spesso...
Sperava solo che Shaoran le avrebbe provocato
lacrime di gioia.
Pattinava, pattinava instancabilmente,
senza mai fermarsi un minuto.
Non poteva concederselo.
Strinse a sé il cartoncino, invocando l’aiuto di sua madre e
tutto il suo coraggio.
Il portone era aperto.
Con un immenso vuoto allo stomaco ed un’improvvisa perdita
della parola, Sakura abbandonò i pattini in un piccolo spazio nell’atrio del
palazzo.
La targhetta “Li, Shaoran” recitava
quarto piano.
Armandosi di tutto l’amore che provava, Sakura iniziò a
salire.
Ogni scalino le ricordava un fotogramma vissuto con Shaoran.
E si accorse che di ricordi con lui ne aveva
davvero tanti, e che ne avrebbe voluti ancora a iosa.
Tremando per l’emozione e la speranza, Sakura si ritrovò
davanti ad una sobria porta color ebano.
Come iniziare?
Shaoran, ti amo-diretto ed efficace?
Shaoran, mi dispiace- degno di una lacrimevole starletta di film di serie b?
Bussò, senza continuare ad indugiare oltre.
#Sì, mamma...Ho capito che vorresti
che anch’io mi sposassi, ma...#
Uno scampanellio distrasse Shaoran dalla conversazione con
sua madre.
Molto istruttiva, a suo parere: non faceva che dirgli quanto
fosse felice la piccola Mei Lin.
Non che Shaoran non volesse sentire di storie felici,
semplicemente, non era dell’umore adatto.
Continuava a sperare che un giorno lui e Sakura si sarebbero
incontrati di nuovo.
Ma era poco più che un’illusione...
#Scusa, mamma, vado un attimo ad aprire...#
Col telefono premuto contro il petto, Shaoran aprì la porta,
non controllando neppure dallo spioncino.
Furono attimi confusi.
Il telefono ruzzolò a terra, attivando la funzione del vivavoce; entrambi si chinarono a
riprenderlo, senza smettere un solo secondo di guardarsi, mentre la signora
strillava come impazzita.
#SHAORAN!MI SPIEGHI COSA STA SUCCEDENDO?!#
Pur avendo sfiorato la delicata mano di Sakura, Shaoran si
riscosse abbastanza per raccogliere il cordless e sussurrare:#Mamma,
scusami, ma mi sta succedendo la cosa più bella della mia vita.#, per poi
chiudere in fretta la chiamata.
Osservò il telefono a lungo, non osando fissare un’altra
volta Sakura negli occhi.
Cosa...Semplicemente, cosa ci faceva lei lì? Sakura si mordeva le labbra fino quasi a farle
sanguinare.
Ora che erano l’uno di fronte all’altra, tutti i bei
progetti di un discorso serio e sentito erano andati al diavolo.
Com’era difficile trovare le parole...Eppure, confessare
l’amore è una delle cose più gratificanti del mondo, se si è certi del suo
essere ricambiato.
Almeno in teoria.
Così, Shaoran e Sakura in quel momento erano fermi sulla
soglia dell’abitazione di lui, senza nulla di davvero
intelligente da dirsi.
Il cartoncino sarebbe stato presto ridotto a brandelli.
“A-allora...Qual buon vento ti
porta qui?”domandò Shaoran, appellandosi a tutto il suo autocontrollo.
“Dovevo mostrarti questo.”
Sakura dispiegò la carta azzurra, che Shaoran identificò
subito.
“Sarebbe questo il cartoncino che ti ha lasciato tua madre?”
chiese, deluso.
Era un addio in pompa magna?
Il numero 7 era ancora intonso.
“Sì...”sussurrò lei. “Mi potresti dare una penna?”
“Certo...Oh, che stupido! Accomodati!”
Da perfetto imbranato, si rese conto
che lei non aveva ancora messo piede in casa sua.
Ricordava che Kido gli aveva detto di fare il duro, di non
permetterle di giocare più con i suoi sentimenti...Ma ora che Sakura era così
vicina a lui, non poteva trattenersi dall’arrossire, dal credere fermamente che
lei fosse lì per esaudire i suoi sogni...
Al diavolo i manuali di autostima.
Nessuno degli autori di quei libri si era mai trovato in
quelle situazioni, pensò sicuro Shaoran, porgendole una stilo
nera.
Sakura si chinò sul cartoncino, poi osservò
la penna e il ragazzo.
Gliela porse indietro.
“Non va bene?” chiese sollecito.
“Non è questo.” Sakura scosse la testa. “Vorrei che lo
cancellassi tu.”
“Cancellare cosa?”
Sakura prese la sua mano, per guidarlo sul 7 cerchiato e in bella vista.
Incredulo, Shaoran la fissò con i suoi speranzosi occhi
nocciola.
Erano così vicini...Così poco e...
Sakura abbassò lo sguardo, pudica, mentre lui sorrideva e
cancellava con fin troppa foga quel maledetto numero.
“Ehi, mica lo devi bucare!”gli fece
notare.
“Sc-scusami...”
Sakura sorrise.
Aveva dimenticato quanto fosse
piacevole rassicurare ogni volta Shaoran, quanto fosse splendido il suo sorriso
spontaneo...Di quanto realmente lo amasse...
“Shaoran, io...”iniziò lei, portandosi una mano al petto.
D’accordo, era stato un buon inizio, ma
chi le garantiva che...
Prese un sospiro profondo.
“Ti prego, non interrompermi. È già...difficile così.
Shaoran, io...io ti amo, e...”
Sakura riprese il contatto visivo, sforzandosi di non piangere-invano-.
Shaoran l’ascoltava sconcertato. Ignorò completamente il
telefono che squillava imperterrito.
“Non...Non rispondi?”
“Può aspettare.”
Sakura lo prese come un incitamento
a continuare.
“Sai...In questi giorni io ho capito tante cose...Sono stata
così stupida...Ma ci tengo davvero a te...Mi sono resa
conto di quanto fosse vuota la mia vita. Ho abbandonato il lavoro. Non so cosa
mi riserverà il futuro. Ma se sono qui...è perché...Io
voglio che nel mio futuro ci sia tu...”
Si asciugò le guance, evitando i suoi occhi.
“Sono stata una sciocca, insensibile, ti ho fatto del male...Non
avevo capito nulla...Ma ti chiedo un’altra
possibilità...Perché non ce la faccio più a continuare così...”
Era evidente che i singhiozzi non l’avrebbero
fatta continuare ancora a lungo.
Si nascose il viso tra le mani, aspettando e temendo al
contempo una risposta.
La reazione di Shaoran non tardò ad arrivare.
Posandole una mano su una spalla, mormorò: “Hai ragione. Sei
stata sciocca, insensibile, crudele. Mi hai ferito. Per qualche giorno, ho
creduto che non saresti più tornata, che forse era stata solo
colpa mia se...Se te n’eri andata. Che era impossibile
che tu ti facessi condizionare da questo” indicò il cartoncino. “Ma...Ma ho sempre sperato che un giorno tornassi.”
Deglutì a fatica, scoprendo il viso di Sakura e prendendole le mani.
“Non m’importa se ho sofferto. Ora
so che mi ami e...e questo è l’importante. Essere orgogliosi,
mi porterebbe soltanto ad una vecchiaia triste. Ma quello che voglio è vivere
con te ogni momento, che ci sia pioggia e che ci sia sole,
che ci siano liti o che ci sia amore...Non mi perdonerei mai se ti perdessi.”
Sakura sentiva dentro di sé una voglia matta di esplodere.
Era troppo piccolo il suo cuore per l’incontenibile gioia che
stava provando.
Shaoran, per la prima volta da giorni, e forse per la prima
volta in assoluto, si sentiva completamente ed invariabilmente...felice.
Forse avrebbe dovuto farla soffrire, forse avrebbe dovuto rimanere un po’ di più sulle sue posizioni,
ma...Ma che uomo sarebbe stato a far star male l’unico vero amore della sua
vita?
Sorridevano, sorridevano entrambi, diffidenti che potesse davvero essere umano quel sentimento che provavano.
Perché era troppo perfetto.
“Sakura, vuoi...”
Shaoran non ebbe il tempo di finire la domanda che Sakura lo baciò intensamente.
Era vero, avevano sofferto.
Era vero, avevano sentito su di loro l’insostenibile peso
delle aspettative familiari.
Ma era anche vero che nessuno più
di loro in quel momento era vicino al paradiso.
Epilogo
Sakura si rimirò ancora una volta allo specchio.
Era stata una splendida cerimonia e miracolosamente il suo
vestito era ancora bianco, nonostante il piccolo HaruHiragiizawane avesse
combinate di tutti i colori!
Forse non sfarzosa come quella di Mei Lin
molto tempo prima, ma...
Estrasse una piccola scatola verde, da cui a sua volta tirò
fuori un plico azzurro.
Accarezzò la ruvida carta sul numero 6,
che cerchiò visibilmente con un pennarello rosso acceso.
Il sesto era stato quello giusto.
O, per meglio dire, era stato semplicemente Shaoran,
qualunque numero fosse.
Sorrise, rimirando il cielo terso.
Le pareva quasi di vedere il sorriso rassicurante di sua
madre.
“Sakura...Dobbiamo partire!”
La voce di suo marito- che bello, poterlo definire suo marito-la invitò ad ottemperare ai suoi
doveri di novella sposa.
Sentì Shaoran entrare nella stanza.
“L’hai portato anche qui?”
Non le sfuggì il tono di lieve
rimprovero che lui assunse, sedendosi sul letto su cui lei era stesa.
“Ormai è parte di me.” Rispose lei,genuinamente.
“Sono lieto che alla fine tu non l’abbia seguito del tutto.”
Sakura si pose a sedere, avvicinandosi a lui.
“Anche io.”
Shaoran le strinse le mani, sussurrandole un dolce “Ti amo”
seguito a ruota da un altro di lei.
Entrambi osservarono ancora il
cielo sgombro da nubi.
Sakura poté sentire il cielo augurarle buona fortuna.
***Fine***
Ragazzi, è davvero finita.
Non so se piangere o meno...
Certo, è stata un’avventura
durata un anno esatto, ma è stata una sofferenza scrivere la parola “Fine”.
Sembra irreale, noi scrittori non vediamo l’ora che qualcosa finisca
per poterci dedicare ad altro, e poi? Soffriamo perché abbandoniamo i
personaggi!
Non credo sia l’ultima fic su Sakura che scriverò, ma
certo questa mi mancherà davvero tanto...sniffsniffsniff...
Ovviamente, un sincero
ringraziamento va a chi ha seguito tutta quest’opera
dal principio, a chi ha letto e/o commentato, a chi ha addirittura messo la
storia tra i preferiti(siete tantissimi, davvero!)...Al meraviglioso film che
mi ha permesso di scrivere questo rifacimento(pensate che lo sto scaricando in
inglese!XD)...Un po’ a tutti coloro che mi hanno
sostenuto nell’arco di quest’anno!
Bè, tante cose sono cambiate, e tante altre ne cambieranno...Tuttavia sono fiera di aver
scritto questa fanfiction. Non sono molto brava nei discorsi d’addio, così vi
lascio con questo capitolo, che spero vi piacerà(ci ho messo davvero tutta me
stessa), e con un solennissimo GRAZIE, dal profondo del cuore.^^