Incubo da Conseguenze

di Kiarachu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***
Capitolo 14: *** 14 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Mentre Megamind, Roxanne e Minion stavano celebrando la sconfitta di Titan, un accigliato Hal era scortato nelle macchine della polizia dalle autorità locali.
Minion stava sguazzando felicemente nella fontana, e qualche persona stava scattando foto a lui ed alla coppia.
 
Roxanne e Megamind stavano saltellando felicemente e abbracciandosi vicino alla fontana.
Qualche persona venne verso Megamind per congratularsi con lui, ed era ancora un po’ nervoso, ma sapeva che non erano pericolosi.
Roxanne gli sorrise e gli diede un colpetto sulla spalla.
 
Dopo un po’, Roxanne chiamò la sua stazione, sperando che ci fosse qualcuno per fare un servizio dal vivo della situazione, per le persone rimaste in città.
Fu fortunata e, dopo un po’, una piccola troupe arrivò con un altro furgone della KMCP 8.
“Qui è Roxanne Ritchi, in diretta dal luogo del disastro. Megamind ha sconfitto Titan, salvando la città! Hai qualcosa da dire?” domandò nella sua direzione.
 
Era un po’ distratto e la sua reazione non fu così veloce “Ah…eh…si, certamente! Voglio essere onesto con tutti voi. E, se è possibile, non vorrei più raccontare bugie. Non dopo tutto quello che è successo…,” disse guardando imbarazzato Roxanne, arrossendo. Roxanne capì che stava parlando dell’affare “Bernard”.
 
“…e così adesso voglio dire a tutti che questa situazione è il risultato delle MIE azioni sconsiderate. IO ho creato Titan, ma lasciatemi dire una cosa: l’ho creato per dare un altro eroe alla città, ed ero stufo di fare cose cattive come “Signore del Male”, senza che nessuno mi fermasse. Volevo solo che tornasse tutto come ai vecchi tempi. Gli ho pure insegnato com’essere un eroe, ma i miei occhi erano ovviamente offuscati dal mio entusiasmo, e non vidi che era il tipo sbagliato.”
 
“Magari qualcuno non mi crederà, ma sono veramente, veramente dispiaciuto per il casino che ho causato, e spero che, in futuro, mi perdonerete. E nel frattempo sarei felice di essere il nuovo eroe di Metrocity. Grazie a qualcuno ho scoperto che mi piace proteggere la città ed essere buono,” finì sorridendo orgogliosamente in direzione di Roxanne.
 
Dopo un momento di silenzio, qualche persona cominciò ad applaudire ed altri seguirono poco dopo; Megamind spalancò gli occhi, sorrise con piacere e le sue guance diventarono color lavanda.
Roxanne sorrise felicemente verso di lui e poi, con un’espressione sincera, si girò verso la telecamera, guardò in basso e sospirò “Pure io ho qualcosa da dire. Son responsabile pure io della creazione di Titan. Gli ho dato io l’idea che gli eroi possono essere creati. Anche se non voglio esporre tutta la storia qui e adesso. Magari in futuro. Per il momento lo comunicherò solo alla polizia.”
 
Megamind spalancò la bocca, incredulo di quanto lei aveva detto “Ma…ma…questo non era necessario! Potevo risolvere questo anche da solo…,” le disse.
Sorridendo dolcemente nella sua direzione ed accarezzandogli la guancia, la reporter disse gentilmente, “No…come ho detto in precedenza siamo un team e così dobbiamo rimanere sempre uniti.”
A quest’affermazione l’alieno fece un sorriso sognante in sua direzione “Grazie mille, Roxanne, significa molto per me.”
 
Quindi Megamind fece un’espressione risoluta “Adesso! Torniamo al lavoro! C’è una città da riparare e altre cose da fare.”
Fischiò e un gruppetto di robocervelli che era nell’area arrivò facendo bowg bowg.
Non ce n’erano molti…circa una ventina, ma per Megamind erano sufficienti.
 
L’alieno meditò per un attimo “Molto bene! Cinque di voi andranno al Covo per prendere una tuta robotica di riserva per Minion, e porterete lì l’hoverbike, cinque di voi cominceranno a riparare la porta della macchina, e gli altri andranno al Covo per accendere la “macchina fabbrica robocervelli”. Poi comincerete a raccogliere le macerie degli edifici per la ricostruzione della città. E dopo aspetterete altre istruzioni,” disse loro, e volarono via facendo bowg bowg e facendo quello che Papino aveva detto.
 
Nel frattempo Roxanne intervistava qualcuna delle persone che erano ancora li, e le diedero qualche commento positivo sulla situazione, e fu veramente compiaciuta.
Ovviamente, c’era qualche persona meno contenta, ma era una cosa normale.
 
Quando i robocervelli arrivarono con la tuta per Minion, Megamind lo aiutò ad entrarci, e quando Roxanne finì la sua testimonianza alla polizia, chiese all’ex-criminale un passaggio per il suo appartamento. “Sono esausta e quello che mi serve è lavarmi e andare a letto,” disse accasciando le spalle un poco.
 
I due alieni furono d’accordo, e lei montò sul sedile davanti (si accigliò un po’ notando che non c’era la cintura di sicurezza).
Megamind era nel sedile posteriore, sdraiato, con la giustificazione che era stanco e malconcio e doveva allungarsi un pochino.
La reporter fece un sorriso furbetto, si girò nella sua direzione e disse con tono ironico, “Forse vuoi essere legato ed avere un sacco in testa?” 
 
A questa domanda lui ridacchiò e, aprendo brevemente un occhio, e alzando un sopracciglio, disse, “Miss Ritchi…si sente verso il lato oscuro oggi? Devo ammetter che mi piace questo tuo lato.”
La brunetta rise di cuore “Santo cielo! Grazie Mister ex-Signore del Male, sono alquanto lusingata dal suo complimento,” disse, e poi sorrise dolcemente verso lui. “Meglio se ti riposi un poco. Sono sorpresa dal fatto che sei ancora tutto di un pezzo dopo il trattamento che hai ricevuto da Titan. Possiamo continuare a…punzecchiarci dopo,” finì con un sorriso volpino.
 
Dopo un po’ arrivarono al suo appartamento e lei chiese a Minion di aspettare li, perché non sapeva se Titan aveva danneggiato il suo appartamento con la sua rabbia, e Minion annuì, capendo la situazione.
Arrivò lì e scoprì che le sue preoccupazioni non erano infondate.
Si corrucciò vedendo che il suo appartamento era tutto sfasciato, con bruciature laser dappertutto e qualche mobile buttato a terra.
Il bagno era inutilizzabile, perché aveva annodato tutte le tubature dell’acqua.
 
Andò nella sua stanza da letto e prese qualche vestito e scarpe.
In bagno prese un beauty-case e ci mise dentro alcune cose utili, come il phon e altri oggetti ancora usabili (come lo spazzolino e altri prodotti di bellezza).
Quindi chiamò la polizia e l’assicurazione per il danno.
Alla fine chiamò il suo capo, spiegando la situazione, e lui fu molto gentile con lei e le diede due settimane di ferie per prendersi cura di tutto. Lei sorrise e ringraziò il suo datore di lavoro.
 
Si accigliò guardando di nuovo la sua casa e poi andò giù e disse a Minion quello che era successo.
Il pesce si accigliò e poi sorrise ampiamente “Non si preoccupi, Miss Ritchi, se non è un problema per lei, può venire nel nostro appartamento al Covo. Il Signore me l’ha proposto quando l’ha sentita dire quelle cose. Abbiamo un appartamento bello grande al Covo, lo sa?” disse con un sorriso orgoglioso.
 
La reporter fece una faccia stupita “Davvero? Lo sai che pensavo che vivevate in qualche stanzetta nel Covo? Oh beh…diciamo che non conosco ancora Megamind così bene e spero di conoscerlo meglio, e anche te ovviamente, stando insieme a voi due,” disse sorridendo dolcemente e arrossendo un poco.
 
Minion, a quell’affermazione, sorrise così ampiamente che si vedevano tutti i denti appuntiti “Questo è fantastico! Mmmh…così lei voule dare a Signore un'altra opportunità?” le chiese timidamente.
Lei annuì sorridendo e con occhi lucicanti “Si…ha salvato me e la città intera. Ho pensato molto a quella notte e come l’ho bistrattato. Lui MERITA un'altra opportunità ed anche le mie scuse. Ma non voglio parlare di questo adesso. Ho solo bisogno di lavarmi, mangiare qualcosa e poi andare a letto. Sono fisicamente e mentalmente stanca in questo momento.”
Minion annuì compassionevolmente “Si…meglio parlare più tardi di questo. Siamo tutti stanchi e abbiamo bisogno di riposo. Specialmente il Signore…è passato attraverso MOLTO stress fisico ed emozionale,” disse alla reporter, che annuì.
 
Arrivarono finalmente al Covo e quando Minion cercò di svegliare Megamind scuotendolo, e non rispose, Roxanne ansimò di spavento, ma Minion la rassicurò dicendole che era perfettamente normale per l’alieno e che quello era il suo modo di recuperare “Si cura in modo veloce. Ma devo portarlo nella “Vasca di Cura” perché questa volta ha preso molti colpi.”
Il pesce seguace vide la sua espressione interrogativa e disse, “Le dirò cos’è più tardi. Adesso, per favore, mi aspetti qui mentre vado nella stanza dove c’è la vasca.”  
 
L’ittioide andò verso un ascensore e quando entrò premette un bottone contrassegnato –1. Quando l’ascensore si fermò e le porte si aprirono, andò lungo un corridoio con delle porte, ma il suo obiettivo era una porta alla fine del corridoio.
Era etichettata “STANZA DI CURA” e il pesce entrò e piazzò il suo Capo su un lettino imbottito, spogliandolo.
 
Quindi lo mise in una vasca dalla forma strana: all’esterno era come una normale vasca, ma all’interno c’era un poggiatesta fatto come la testa di Megamind, con una scanalatura per il collo.
Sul bordo della vasca c’erano due bottoni etichettati “CURA” e “IDRATAZIONE”; vicino al pulsante “CURA” c’erano tre led colorati etichettati “normale” in verde, “medio” in giallo e “forte” in rosso.
 
Minion premette il pulsante “CURA” e uno scanner passò sul corpo di Megamind, e alla fine della scansione si accese la luce gialla, facendo accigliare un po’ Minion.
Quindi del liquido verde cominciò a riempire la vasca e il poggiatesta. Quando il liquido finì di riempire la vasca, Minion premette il bottone “IDRATAZIONE” e una sostanza gelatinosa blu circondò il corpo di Megamind.
Minion guardò per un attimo il suo amico, con espressione preoccupata sul viso; sospirò e ritornò all’ascensore.
 
Quando raggiunse il piano superiore, aveva ancora quell’espressione e Roxanne, vedendolo così, gli chiese che fosse successo.
“Sono un po’ preoccupato perché la vasca ha segnato “CURA: medio”, dopo la scansione. Ma le spiegherò questo più tardi, come le altre cose,”disse sospirando di nuovo, e poi raddrizzandosi. “Adesso, per cortesia, venga con me. Le farò vedere dov’è il bagno maestro.”
 
Andarono verso l’ascensore, e il pescioide premette un pulsante contrassegnato +1. Quando l’ascensore si fermò, e le porte si aprirono, Roxanne emise un piccolo ansito.
Erano chiaramente arrivati nella libreria, e alla fine della stanza c’era la camera da letto di Megamind.
La sala era di forma ovale e tutti i muri erano tappezzati da scaffali e scaffali di libri.
Il soffitto era alto quasi quanto quello del Covo e c’erano delle vetrinette con prototipi e invenzioni rotte.
Incassato in un muro c’era il mantello di Metro Man, protetto da una serie di laser che s’incrociavano.
 
Gli scaffali con i libri erano raggiungibili da una serie di scale metalliche e piattaforme.
Vicino alla stanza da letto c’era un tavolo da ufficio ovale appoggiato sopra ad una bassa piattaforma di legno della stessa forma.
Sopra il tavolo c’era un mappamondo, delle carte ed una lampada da tavolo.
Nella parte frontale dello scrittoio era intarsiata nel legno il logo a “M” di Megamind, dipinto in blu e argento.
La camera era in un incavo, sotto di una delle librerie. Era per la maggior parte occupata da un enorme letto matrimoniale di forma rotonda, con su sei cuscini.
Il muro arrotondato era decorato con degli arazzi con motivi riguardanti il cosmo, che lei non fu in grado di vedere bene perché Minion non si fermò.
Alla sinistra della stanza da letto c’era un balcone che dava sul Covo.
 
La reporter ritrovò la voce, e dopo aver sospirato disse, “WOW…solo WOW…questa stanza è INCREDIBILE!”
Minion sorrise orgogliosamente. “E il Signore ha usato differenti stili per ogni stanza di quest’appartamento. Domani le farò vedere le altre stanze, se vuole.”
Lei sorrise ed annuì. “Oh si! Son curiosa di vedere le altre camere. Grazie, Minion!”
 
Arrivarono al bagno principale, e Minion aprì la porta; Roxanne, vedendo questa stanza rimase di nuovo a bocca aperta.
Era un bagno ibrido, con uno stile giapponese/occidentale. Di fronte alla porta c’erano due vasche molto grandi; quella a sinistra era una tradizionale vasca con acqua bollente in stile giapponese, già riempita con acqua.
Era posta sopra una piattaforma gradinata decorata con piastrelle blu e verdi (come il resto del pavimento).
 
La vasca in stile occidentale (o forse sarebbe stato meglio chiamarla piscina) sulla destra era rettangolare e aveva pure una funzione idromassaggio. Ed era vuota.
Vicino alla vasca giapponese, alla sinistra della porta, c’era il rubinetto tradizionale messo in basso, sgabelli e secchi di legno. Alla destra della porta c’era un lavandino e il water.
 
Roxanne recuperò di nuovo il respiro e disse, “Wow…un’altra sorpresa! Questo bagno è fantastico! È come una stazione termale!”
Minion sorrise e indicò a sinistra. “Qui c’è una tradizionale vasca con acqua calda giapponese. Deve lavarsi li,” disse indicando i rubinetti bassi “…e poi usi il secchio pieno d’acqua per togliere la schiuma, per poi rilassarsi un attimo nella vasca calda. Faccia attenzione di non stare troppo dentro, perché l’acqua è VERAMENTE molto calda e lei potrebbe svenire. Le suggerisco poi di usare un secchio con acqua fredda dopo che uscirà dalla vasca. La ristorerà! E qui,” disse indicando un armadietto vicino alla porta, a sinistra “…potrà trovare saponi e asciugamani.”   
 
Quindi il pesce indicò il lato destro della stanza. “Qui c’è una vasca tradizionale con una funzione d’idromassaggio. E qui ci sono i servizi, se vuole rinfrescarsi in una maniera più occidentale,” disse con un sorrisetto, e finì di spiegare, “Se lei vuole dell’aiuto da me, prema quel bottone e arriverò,” finì indicando un pulsante vicino al water.
 
“Io sarò in cucina a preparare la cena. Ha qualche preferenza, Miss Ritchi? Ah…e NIENTE pesce, grazie!” disse sorridendo in maniera volpina.
La reporter rise “Ok…niente pesce…è capibile. Son molto affamata ed in questo momento non ho particolari preferenze.”
Minion annuì “Preparerò del pollo al curry con riso,” disse con un sorriso tutto denti, lasciando la stanza.
 
La brunetta si stiracchiò un pochino e poi aprì l’armadietto. Dentro trovò asciugamani piccoli e grandi, e ne prese uno piccolo ed un telo. In un cassetto fondo c’erano vari tipi di bagnoschiuma e qualche lozione “barba e sopracciglia”. A quella vista ridacchiò “Che narcisista!”
Scelse un bagnoschiuma al sandalo e lasciò a terra i suoi vestiti luridi, prendendone di puliti dalla sacca.
Quindi, grattandosi la testa, pensò a quale tipo di bagno poteva scegliere.
 
Dopo un po’ scelse quello giapponese. “Penso che avrò dell’altro tempo per provare anche l’altro. Son bloccata qui fino a che il mio appartamento non sarà controllato dalla polizia e riparato. Ma penso che mi piacerà stare qui per un po’,” disse sorridendo.
 
Si sedette sopra uno sgabello e aprì un rubinetto, regolando l’acqua alla giusta temperatura, poi bagnò una spugna che era vicino al rubinetto, e la ricoprì di bagnoschiuma, per cominciare a lavarsi completamente.
Quindi prese uno dei secchi, riempiendolo d’acqua, per risciacquarsi di dosso la schiuma.
 
La donna andò vicino alla vasca con acqua bollente e s’immerse. All’inizio era senza fiato, perché l’acqua era VERAMENTE calda, ma dopo un po’ si abituò e si rilassò un pochino, appoggiando le braccia sul bordo della vasca e il mento sulle braccia.
Dopo qualche minuto venne fuori della vasca e, come Minion le aveva suggerito, gettò dell’acqua fredda su se stessa e si sentì energizzata.
Prese fuori del suo beauty-case il phon, e cominciò ad asciugarsi i capelli.
 
Finì di asciugarsi con il telo e indossò la biancheria intima e i vestiti presi dalla sacca: una T-shirt azzurra ed un paio di pantaloni di tuta blu.
Mise ai piedi un paio di pantofole nere pelose, guardandole criticamente. “Non proprio un paio di pantofole serie, ma erano le uniche usabili,” disse facendo spallucce.
 
Pensò poi che fosse meglio premere il pulsante per chiamare Minion, invece che andarsene a zonzo per l’appartamento, così lo premette e dopo un po’ Minion arrivò.
“Si sente meglio? Ha usato quello giapponese o occidentale? Giusto per curiosità…,” disse imbarazzato.
La brunetta sorrise. “Ho usato quella giapponese e mi sento veramente rinfrescata! Son molto affamata, ma penso che la cena non sia ancora pronta, vero?” lei chiese, e Minion annuì.
“Le farò vedere la stanza degli ospiti. Ho chiesto a qualche robocervello di pulirla e adesso è usabile,” disse ed aprì una porta di fronte al bagno maestro. 
 
I suoi occhi si spalancarono per la meraviglia: era una stanza semplice, ma molto bella.
Minion sorrise. “Penso che, dalla faccia che ha fatto, questa stanza le piaccia. Adesso ritornerò in cucina per finire la cena. Nel frattempo si senta libera di rilassarsi qui un pochino,” disse l’ittioide, lasciando la camera.
La reporter entrò e chiuse la porta.
 
I mobili della stanza erano tutti della stessa fattura: in legno e d’antiquariato.
Da dov’era (con la porta dietro di lei) notò che la stanza era quadrata e il mobilio era tutto appoggiato ai muri.
Di fronte a lei c’era il letto che aveva il lato lungo allineato col muro di fronte; alla sua sinistra, allineato al muro dove c’era la porta, c’era un grande armadio, uno di quelli con due porte e un cassetto sotto di esse.
 
Notò che le porte e il cassetto potevano essere aperti e chiusi con una chiavetta.
Era una chiave tradizionale, con l’impugnatura fatta a quadrifoglio, e dentro ogni “foglia” c’era una filigrana formata da sei quadrifogli uno dentro l’altro.
Era una bellissima opera d’arte e aggiunse quell’informazione insieme alle cose che non sapeva di Megamind.
 
Vicino al letto c’era un armadietto con un piano di marmo grigio, sotto del quale c’era un cassetto, e sotto ancora una porticina.
Aprì la porta e dentro c’era una tavola di legno messa a metà spazio.
Mise il beauty-case sulla tavola e le scarpe (un paio da tennis e un paio classiche) in fondo all’armadietto. 
 
Alla destra della porta c’era una cassettiera, il cui lato lungo era allineato col muro destro, con tre cassetti che potevano essere aperti o chiusi da una chiave simile a quella dell’armadio.
Nell’angolo in alto a destra c’era una specchiera allineata come la cassettiera. Aveva uno specchio rettangolare attaccato ad un tavolo.
Il tavolo aveva anch’esso un pianale di marmo, come l’armadietto; lo specchio era circondato da due legni torniti, e sopra da una semplice assicella.
Sopra il piano di marmo c’era un catino smaltato di colore bianco, e sotto il marmo c’erano due piccoli cassetti. Una sedia era posta davanti alla specchiera. 
 
Mise la borsa sul letto e tirò fuori le poche cose recuperate dall’appartamento.
Divise la biancheria intima, l’abbigliamento casual e quello formale.
Sospirò alla vista. “Devo andare a fare compere uno di questi giorni. Quell’IDIOTA ha distrutto quasi tutti i miei vestiti e scarpe. Che NERVI!”
 
Quindi aprì il cassetto dell’armadio e mise lì la biancheria intima.
Notò che c’era un sacchettino con della lavanda. “Mi chiedo se è un lavoro di Minion…magari glielo chiedo dopo,” si disse, annusando il sacchetto ed emettendo un suono di contentezza.
Quindi aprì le porte e appese nell’armadio le poche camicie, vestiti, gonne e pantaloni che aveva.
 
Prese le T-shirt, canottiere e pantaloncini, andando verso la cassettiera.
Aprì un cassetto e notò che c’era il sacchettino alla lavanda pure lì, quindi mise le magliette e canottiere li; aprì il cassetto sotto e mise i calzoncini.
 
Andò poi verso il letto e si sdraiò mettendo le braccia sotto la testa, fissando il soffitto.
Notò che quest’ultimo era ad un’altezza normale ricordò che anche il bagno era così Magari c’è la soffitta o qualcosa del genere sopra queste stanze…lo chiederò a Minion, pensò. Chiuse un attimo gli occhi e si rilassò un poco.
 
Dopo un po’ sentì che Minion stava bussando alla porta, annunciandole che la cena era pronta.
Seguì il pesce nella cucina, che era una classica cucina anni ’50 col tavolo nel mezzo e il cucinino ad angolo color nocciola.
Ridacchiò un po’ vedendo Minion col grembiule “kiss the cook” e si sedette al tavolo, con lo stomaco che le brontolava dopo che aveva fiutato l’aroma delizioso del curry. 
 
“Questa è proprio una cucina carina e tradizionale. Ti si addice, Minion!” la brunetta disse sorridendo.
Il pesce seguace sorrise di rimando. “Grazie! È una delle poche stanze dove ho scelto l’arredamento. È perché la uso per lo più io, e mi piace lo stile.”
Lei annuì e cominciò a mangiare il pollo al curry e il riso, quando Minion mise il piatto di fronte a lei. 
 
Spalancò gli occhi e disse, “È veramente delizioso, Minion! Sei proprio un bravo cuoco! Non me l’aspettavo! Bravo! Solo per curiosità, hai usato solo il curry in polvere o qualcos’altro?” chiede al pesce.
Il pesce robotizzato sorrise. “Si…questa volta ho voluto preparare qualcosa di leggero e veloce, così ho usato solo il curry in polvere. È più semplice della ricetta tradizionale,” rispose.
 
Mangiarono assieme e Roxanne era affascinata dal fatto che lui mangiasse il curry e riso attraverso l’apertura posta sopra la sua cupola di vetro.
Lei gli chiese che cosa mangiava di solito, e il pescioide le rispose che sostanzialmente era onnivoro e che mangiava sia i fiocchi per i pesci che cibo normale come il curry o anche verdure.
Roxanne bevve del tè al gelsomino e anche acqua, e quando fu sazia ringraziò Minion per la cena deliziosa.
 
Quindi la donna inspirò. “Adesso vorrei sapere della “Vasca di Cura”…che cos’è precisamente?” chiese dopo un po’.
Minion annuì. “Ok…glielo spiego. È una semplice vasca, fatta in una forma tale da contenere il Signore, che ha inventato per occasioni come questa. Io lo metto dentro, premo il pulsante “CURA”e uno scanner passa sopra il suo corpo per analizzarlo. È come una TAC, solo più preciso e veloce. Questa scansione regola la concentrazione del liquido che cura secondo quanto si è fatto male. Il liquido è un composto speciale inventato dal Capo per curare il suo fisico totalmente ed in pochissimo tempo, e voglio dire che domani sarà come nuovo. Questa volta ho anche premuto il pulsante “IDRATAZIONE” perché è caduto disidratato in quella fontana, e quando qualcuno è reidratato in un acqua non proprio pulita, potrebbe sperimentare qualche malanno. Il gel che l’ha circondato quando ho premuto quel bottone distruggerà tutti i batteri che ha assorbito con l’acqua,” il pesce finì di spiegare.
 
Lei era impressionata dalla spiegazione e le vennero in mente altre domande. “Quel liquido curativo funziona solo su Megamind? Lo chiedo perché se funzionasse anche sugli umani, potrebbe essere una delle scoperte più fantastiche del secolo!”
Minion scosse tutto il corpo “Purtroppo funziona solo su Signore…come ho detto è fatto apposta per il suo metabolismo. Magari potrebbe pensarci, adesso che siamo buoni. Come lei ha detto, sarebbe un fantastico progresso per la medicina,” finì sorridendo.
Poi la reporter chiese perché il soffitto del bagno principale e della sua stanza fossero più bassi rispetto alla libreria, e Minion le rispose che alcune stanze erano così perché c’era la mansarda di sopra, e lei annuì. “Ah-ha! Lo sapevo! Un punto per la Reporter Ficcanaso,” lei disse all’ittioide con un sorrisetto compiaciuto, e Minion sogghignò di rimando.
 
Parlarono per un po’ di altro e improvvisamente Roxanne chiese, “Mmmh…non voglio essere maleducata ma…vorrei sapere se la costruzione di quest’appartamento è stata fatta con denaro rubato o cosa…”
Minion non fu sorpreso e nemmeno arrabbiato alla domanda, e addirittura le sorrise. “Non si preoccupi, Miss Ritchi, non è villana ed è una domanda corretta, pensando al passato del mio protetto. In ogni caso, no…questa casa è tutta costruita con denaro ottenuto legalmente. Quando il Signore era in prigione, inventò e brevettò molti apparecchi tecnologici usati comunemente anche adesso.”   
 
“Come carte SD, cellulari e altre cose di questo tipo. Il direttore aprì un conto in banca quando il Signore era ancora un bimbo, e aveva cominciato ad inventare quelle cose. E tutto il denaro guadagnato con i brevetti di quegli oggetti fu accumulato in quel conto. Ovviamente, quando era già un criminale, ed era fuori di prigione, gli congelavano il conto in modo tale che non poteva usare quel denaro per scopi malvagi, ma qualche volta riusciva a prelevare del denaro, ma lo usava per quest’appartamento. Anche allora non era così cattivo da usare quei soldi per fare del male…e penso che ora che è l’eroe di Metro City, userà parte di quei soldi per ripagare il suo debito e aiutare a ricostruire la città,” finì con un ampio sorriso.  
 
La reporter spalancò gli occhi. “Ma…sei sicuro che abbia abbastanza denaro per pagare il suo debito e ricostruire la città? Voglio dire…è un debito ENORME!” lei disse e poi spalancò gli occhi quando Minion cominciò a ridere.
“Ma certo! E son sicuro che gli rimarrà del denaro per godersi la vita. E comunque guadagna denaro per i brevetti anche adesso, così non penso che i soldi non saranno mai un problema per lui,” finì facendo l’occhiolino.
Roxanne fischiò. “Wow…stupefacente…so che è divenuto un criminale all’età di sei anni…così significa che ha inventato quelle tecnologie prima di quell’età! Ma non dovrei essere sorpresa perché aveva – e ha – quel cervello incredibile,” disse facendo spallucce e sogghignando.
 
Minion annuì. “Si…ha inventato molte cose prima di quell’età e penso che il direttore abbia aperto quel conto perché aveva visto del buono in lui. È un peccato che “grazie” a Wayne è divenuto un criminale…oh beh…adesso è – siamo – buoni e non è troppo tardi per fare del bene,” finì sorridendo e sbadigliando.
Roxanne sbadigliò, contagiata. “Wow…guarda l’ora! È tardi…forse è meglio andare a letto. Son molto stanca.”
Minion annuì in maniera comprensiva e sbadigliò di nuovo. Pulì il tavolo e mise i piatti nella lavastoviglie.
 
Lei andò nella sua stanza, e nella sua sonnolenza si meravigliò che stesse già considerando quel posto “casa”, molto più del suo appartamento.
E pensò che fosse una di quelle cose che avrebbe detto a Megamind l’indomani.
Si mise la sua camicia da notte – di cotone bianco con del pizzo sulla scollatura e sull’orlo – e scivolò sotto le lenzuola fresche di bucato, addormentandosi quasi all’istante.        

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Capitolo 2
*** 2 ***


Lei si trovava sull'hoverbike, stretta forte a Megamind, guardando con orrore la Metro Tower cadere su di loro. "La punta della torre è troppo vicina!", gridò lei ed essa impalò a morte lei e Minion (si accigliò, pensando "Non è Megamind!")
Vide la scena dal punto in cui la torre cadde, vicino alla fontana. Titan stava ridendo in maniera maniacale, e Metro Man ("Megamind?", lei pensò) era inorridito guardando lei e Minion impalati a morte.
Si accigliò e caricò, a tutta forza, Titan ("NO!", lei gridò...ma lui non la sentì), ma fallì rompendo l'holowatch, rivelando chi era: Megamind.   
Titan ghignò funestamente, e con la sua vista laser colpì il petto di Megamind, che cade a terra morto. E Titan distrusse tutta la città e le poche persone rimaste. L'oscurità arrivò, e lei vide una piccola luce blu, lontano, e sentì la voce di Megamind, "Roxanne! Aiutami!"


Si svegliò all'improvviso, piangendo e ansimando pesantemente, le mani che stringevano le lenzuola e coperte sopra il letto.
Quindi si sdraiò, con gli occhi spalancati dallo shock, guardando il soffitto, lacrime che scendevano sulle sue tempie e finivano sul cuscino.
Deglutì molte volte, e dopo un lungo periodo, si calmò un pochino, asciugò le lacrime con un fazzoletto e chiuse gli occhi brevemente.
Li aprì di nuovo e sospirò; si sedette sul bordo del letto e guardò l'ora: erano le nove di mattina.

Andò verso il bagno maestro e si sciacquò le lacrime dalla faccia con un po' d'acqua, e andò in cucina.
Con voce rauca chiamò Minion, e sentì una voce flebile e tremante dirle, "Da questa parte, Miss Ritchi."
La brunetta andò in cucina, e quando vide l'ittioide ansimò: aveva un viso dall'espressione miserabile, e i suoi occhi erano rossi ed incredibilmente gonfi.

"Oh...Minion...che è successo? Qualcosa che non va? È successo qualcosa a Megamind?", domandò con una nota di panico nella voce.

Il pesce tirò su col naso. "Mi dispiace...che lei mi veda in questo stato. Ho...avuto un incubo orribile sul Signore, e mi son svegliato piangendo, MOLTO", le disse con voce flebile e tremante.

Lei sorrise con gran comprensione, e lo abbracciò. "Ho avuto un incubo orripilante anch'io, e mi son svegliata piangendo, non preoccuparti: capisco perfettamente."

Lui sbatté gli occhi, guardandola, e con una voce seria, disse, "Se non è troppo triste per lei, potrebbe descrivermi il suo incubo?"
Lei annuì e cominciò a descrivere.

Alla fine Minion ansimò. "Vado a controllare il Signore! Ritornerò!", e lei lo guardò perplessa, facendo un gesto della mano tipo "fallo".   

Minion corse all'ascensore, schiacciò il bottone -1, e poi corse nella STANZA DI CURA.
L'alieno era ancora nella vasca, e il gel blu era stato tutto assorbito dal suo corpo.
Minion premette di nuovo il pulsante CURA, e il liquido verde cominciò ad uscire dalla vasca, e lo scanner passò di nuovo e...non successe nulla.

Il pesce emise un gemito, e prese Megamind fuori della vasca, appoggiandolo su un tavolo imbottito, e prese la macchina EEG, che era nella stanza, appoggiando i sensori sulla testa blu.
L'accese e digrignò i denti. "Oh NO! È in COMA! NO-NO-NO...non doveva succedere! È TERRIBILE! ORRIBILE! MA...magari c'è una speranza...forse. Ma DEVO fare una ricerca."

L'acquatico seguace vestì il suo protetto con un pigiama blu con piccole saette nere, e lo portò nella sua stanza da letto, mettendolo sul lettone.
Quindi spinse da parte uno degli arazzi, rivelando uno stanzino nascosto, con attrezzature mediche come EEG, ECG e qualche flebo speciale inventata per occasioni come quella.
Il pesce cominciò a piazzare su di lui i sensori dell'EEG ed ECG, e poi gli aghi delle flebo.   

Fece un sorriso sbilenco, pensando che fosse una fortuna che il suo amico fosse in coma, in altro caso sarebbe corso via da quell'ago.
L'alieno odiava aghi e ospedali, perché aveva guardato troppi film su alieni ed era sinceramente terrorizzato dall'idea che qualche dottore facesse qualche esperimento su di lui.
Era strano per Minion perché, quando era piccolo, non aveva problemi a fare analisi del sangue quando era in prigione.  

Mise tutte le cose, e poi lo guardò con un'espressione preoccupata, camminando verso la cucina sospirando. "Come posso dire di questa situazione a Miss Ritchi?"

Quando entrò nella cucina, e vide Roxanne seduta sulla sedia, le braccia sul tavolo che circondavano la testa, avendo un'espressione vacante, non poté trattenere le lacrime.
"Oooooh...Miss Ritchi! È TERRIBILE! È in COMA, e non so che fare!", gridò.  

A quell'affermazione, gli occhi di Roxanne si spalancarono in shock. "COSA?! IN COMA? Com'è possibile? Ha avuto una commozione cerebrale?"

Minion scosse il corpo in un'espressione di diniego. "No...è interamente curato e non ha avuto una concussione. Non ho idea PERCHÉ sia in coma...", le disse piagnucolando.   

"L'ho portato nella sua stanza. Se lei vuole vederlo, può venire, ma le devo dire che gli ho messo delle flebo e macchinari medici, così magari potrebbe essere shockata dalla vista."

La reporter si morse il labbro inferiore, annuendo. "VOGLIO vederlo", disse con espressione risoluta.

Andarono verso la stanza di Megamind, e lo stomaco di Roxanne si chiuse.
Si spostò verso il lato destro del letto, si sedette e prese la mano di Megamind, che era fredda, e sobbalzò un pochino, quando lui le strinse la mano.
Lei si chinò su lui e lo baciò sulla guancia, affondando la faccia in uno dei quattro cuscini sottostanti, cominciando a piangere piano piano.
Minion era sull'altro lato del letto, piagnucolando a quella vista.

Dopo un po' si alzò dal cuscino, e guardò Minion con occhi annebbiati dalle lacrime.
Li asciugò con il fazzoletto. "C'È un modo per invertire questo coma, vero?", domandò all'acquatico seguace.

Il pesce alieno sospirò. "Si...forse...mmmh...devo controllare prima qualcosa. Farò qualche ricerca. Nel frattempo lei stia qui con lui, gli parli, gli tenga le mani...anche quello aiuta. Le spiegherò queste cose più tardi, va bene?"
  
La brunetta annuì, e l'ittioide andò verso la libreria, nella sezione M, prendendo un libro ENORME intitolato "MEGAMIND: la guida", piazzandolo su un leggio e cominciando a leggere la sezione "COMA".
Sospirò, e si disse che sarebbe stata una LUNGA lettura.

Nel frattempo, Roxanne era nel letto, che accarezzava la testa di Megamind e gli teneva la mano, con un'espressione angosciata in volto. "Oh, caro, adesso che avevo deciso di dare un'altra opportunità alla nostra relazione, sei in coma. Perché? Spero che ti svegli presto, così potremmo fare molte cose, come visitare il tuo bellissimo appartamento, o andando al parco, o in qualche ristorante o altri posti a divertirci. Mi manchi di già...mi mancano le nostre facezie, mi manca la tua voce, le tue battute...mi manca TUTTO di te...ti prego...ti prego...svegliati!", disse con voce rotta, piangendo di nuovo, premendo la sua fronte sulla sua fronte blu.

All'improvviso, Megamind fece un'espressione corrucciata, digrignando i denti, gridò e smise di respirare, ma dopo un po' riprese a respirare, e Roxanne ansimava, guardandolo con un'espressione MOLTO preoccupata.

Quindi fece una faccia risoluta, e spazzò via le lacrime con la mano, in un gesto arrabbiato.
"Oh mio Dio! Se Minion non troverà una risposta velocemente, penso che potrebbe morire! NO! MINION! SBRIGATI! HA SMESSO DI RESPIRARE!"

Minion la sentì urlare qualcosa, e arrivò nella camera. "Che cos'era? Che è successo?"
Lei gli spiegò la situazione, e Minion controllò l'EEG e l'ECG.

"Mmmh...penso che abbia avuto di nuovo l'incubo...devo leggere più velocemente...ma penso di essere vicino alla risposta."
Lasciò la stanza, ed una perplessa Roxanne che si stava domandando QUALE FOSSE la risposta.

Si sdraiò vicino a lui, abbracciandolo, facendo attenzione alle flebo, e gli bisbigliò nell'orecchio, "Minion sta cercando una risposta nella libreria. Spero che la trovi in fretta", baciandolo sulla tempia e accoccolandosi vicino a lui.
L'alieno blu sorrise debolmente, lei ansimò e sorrise un po'. Si mise più vicina a lui e chiuse gli occhi.

Dopo un po' si addormentò, ed ebbe di nuovo l'incubo, ma era un attimo diverso, perché questa volta sentiva la presenza di Megamind, e quando lei morì nel sogno, sentì che poteva volare da lui e fare...qualcosa...ma quando lo raggiunse, si svegliò e vide Megamind in uno di quegli "attacchi senza respiro", ma fortunatamente si riprese.

Sentì il suo stomaco che brontolava, e si accigliò. Guardò il suo orologio da polso e spalancò gli occhi...erano le cinque della sera.
"Mamma mia...ho dormito un pochino più del previsto", disse con un sorriso storto.   

Chiamò Minion, che venne vicino alla stanza. "Scusi se non l'ho svegliata, ma ho pensato che n'avesse bisogno."

Lei annuì. "Mmmh...mi sono svegliata perché il mio stomaco stava brontolando. Guarda che ora è...non ho nemmeno fatto colazione, ne pranzo, e adesso son affamata", gli disse con un sorriso sbilenco.

Il pesce sbatté la mano sulla "fronte". "Ma certo! Ero così preso dalla mia ricerca che ho quasi dimenticato che lei deve mangiare qualcosa. Ed a proposito, son affamato pure io", finì con espressione imbarazzata.

Andarono in cucina, ed il pesce prese fuori del frigo delle verdure, e delle spezie dalla credenza.
La brunetta era curiosa di quello che stava preparando. "Che stai facendo? Le mie "abilità da reporter ficcanaso" stanno venendo fuori", lei disse facendo l'occhiolino e un mezzo sorriso.  

Minion sorrise brevemente. "Vorrei fare un po' di ratatouille...non sono un ratto-cuoco, ma son sicuro che potrei fare qualcosa di buono", disse facendo l'occhiolino nella sua direzione.

Lei rise brevemente, cogliendo la citazione del film d'animazione, e si chiese se a Minion piacessero quel tipo di film.
Poi sospirò e appoggiò la testa sul tavolo, su un lato, circondandola con le braccia, le mani intrecciate.   

Mentre Minion stava tagliando lentamente i vegetali, Roxanne si tirò su all'improvviso.
"Minion! Quando ero addormentata vicino a Megamind, son sicura che abbiamo fatto l'incubo assieme e...come posso spiegare...ho sentito la sua presenza, e SAPEVO di essere nel sogno, e quando ero morta son andata verso di lui per fare...qualcosa...ma poi mi son svegliata perché ero affamata. Magari questo ti può aiutare nella tua ricerca."

Minion smise di tagliare. "Si...quello può certamente aiutarmi. Grazie per avermelo detto", e riprese a tagliare i vegetali.

Poi cosse una deliziosa ratatouille e poi ritornarono ai loro posti: Roxanne vicino a Megamind e Minion a leggere l'enorme libro.  

Stando sdraiata vicino a Megamind, Roxanne bisbiglio nel suo orecchio, "Forse ho scoperto come liberarti da questo coma, e Minion mi ha detto che son stata utile con quell'informazione. Ieri notte mi stavi chiedendo aiuto, vero? È una cosa strana...come se fossimo telepatici o simili, ma...non so...trovo questa cosa normale, pensando a te e al tuo mega testone", disse e poi lo baciò nuovamente sulla tempia, e lui sorrise di nuovo.

Quindi sentì Minion urlare, "EUREKA! POSSIAMO salvare il Signore!"
Era un pochino shockata, e venne fuori dalla camera con un'espressione MOLTO sorpresa.

"Sei pazzo, Minion? Perché diamine gridi a quella maniera?", e poi rise vedendo il suo sorriso "tutto denti"

Le venne vicino con un'espressione seria. "Adesso...forse questo sarà difficile da capire per lei, e non intendo LEI in particolare, ma come normale essere umano. Ascolti bene e, per favore, non m'interrompa e faccia le domande dopo. Va bene?", le disse.

Lei annuì, comprendendo, e Minion cominciò, "In tutti questi anni io e il Signore abbiamo scritto quel libro...", disse indicando il manuale gigante.

"...Con informazioni riguardanti la fisiologia, psicologia e caratteristiche speciali del mio protetto. Per la parte fisiologica e psicologica abbiamo collezionato le informazioni attraverso certificati di vari esami che il direttore fece redigere negli anni della giovinezza di Signore, e dopo attraverso una serie di test fatti qui al Covo."  


"Quindi scoprimmo le caratteristiche speciali attraverso...beh...un'altra fonte. Questi tratti sono legati al fatto che è un alieno. Per esempio la sua straordinaria agilità, o il fatto che ricorda assolutamente tutto, grazie al suo cervello particolare. Ma arriviamo al punto. Ho letto attraverso tre sezioni del libro, cominciando con COMA."

"Ho letto quella parte, e quando ho raggiunto il punto che diceva che se il coma non era dovuto ad una commozione cerebrale, e se lui era traumatizzato, la sezione da leggere era l'INCUBO, così ho letto quella sezione. Ho letto vari punti e quando sono arrivato alla parte che diceva "SE L'INCUBO È CONDIVISO DA DUE O PIÙ PERSONE/CREATURE, VAI ALLA SEZIONE "LEGAME"" e lei si è svegliata, e mi ha detto quelle cose, e così ho SAPUTO che era una questione di LEGAME. Così ho letto quella parte, e adesso so che dobbiamo fare per salvare il Signore."

La testa di Roxanne stava girando, ed aveva un'espressione stupita, e dopo un po' chiese, "Che cosa sono le "altre fonti" quando hai scoperto quelle caratteristiche speciali? E che cos'è questo...LEGAME? Magari è qualcosa tipo telepatia o qualcosa di simile?"

Minion aspettò per altre domande, e fu un po' sconcertato quando lei lo guardò con un'occhiata interrogativa.

Così si accigliò, sorpreso. "Son stupito dalla sua accettazione di una cosa come il LEGAME. Comunque...non posso rispondere alla sua prima domanda. Il Signore è stato perfettamente chiaro a proposito: nessuno deve conoscerlo. Magari se lei glielo chiede, lui glielo dirà, ma non son autorizzato a dirle quelle cose. Mi scusi, Miss Ritchi."

La reporter annuì, comprendendo, e facendo all'acquatico seguace un gesto "vai avanti", e Minion continuò, "Per il LEGAME...si...è qualcosa del genere. Non telepatia, ma un collegamento tra lei e lui. Penso che tutti quegli anni di rapimenti, E gli avvenimenti recenti delle vostre vite abbiano contribuito a creare il LEGAME."

"Anch'io ho un LEGAME con lui, e pensavo che fosse solo una cosa tra me e lui, poiché siamo dello stesso pianeta ed io ero stato mandato con lui per proteggerlo, ma apparentemente è una cosa che può succedere con umani che son vicini a lui, non solo fisicamente, ma anche spiritualmente."

Lei annuì lentamente. "Devo ammettere che sono un pochino sorpresa, ma non così tanto, perché quando ho avuto quell'incubo, ed ho sentito la sua presenza, sapevo che era una cosa del genere", disse facendo un sorrisino.

Minion si accigliò un pochino. "Wow...son sorpreso di sentirlo. Adesso le spiegherò il mio piano. Dobbiamo dormire vicino a lui e, quando siamo nell'incubo, dobbiamo salvare il suo spirito prima che venga colpito da Titan col raggio laser. Quando moriamo, possiamo volare verso lui e aggrapparci alle sue braccia, per poi tirarlo in giù. Penso che sia l'unica soluzione, e spero che funzioni!"

Roxanne annuì con espressione risoluta, e andarono a letto: Roxanne sul lato destro e Minion vicino al lato sinistro del letto. Erano tutti e due agitati, ma stranamente si addormentarono dopo poco, Roxanne accoccolata vicino a Megamind.

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Capitolo 3
*** 3 ***


Fecero l’incubo, e Roxanne sentì la presenza di Megamind e Minion (anche se di meno)
Quando lei e Minion morirono nell’incubo, volarono vicino a “Metro Man” e si aggrapparono alle sue braccia.
Si tennero stretti quando caricò Titan e, prima che lui potesse usare la vista laser, tirarono giù lo spirito di Megamind, e l’incubo sbiadì.  
 
Erano vicini alla fontana, e Roxanne gli stava sorridendo, e lo abbracciò.
Minion stava sguazzando felicemente nella fontana, e della gente fuori fuoco faceva loro delle foto. Era felice oltre ogni previsione, e abbracciò Roxanne, che gli stava sorridendo e lo baciò brevemente sulla guancia. Fu così sorpreso che svenne, e poi venne il buio.  
 
Si svegliò all’improvviso, sbattendo gli occhi, e quando li mise a fuoco fece un’espressione shockata, perché c’era Roxanne vicino a lui, nel suo letto, con una camicia da notte che era parecchio sensuale, tenendogli la mano e sorridendo.
Deglutì e sospirò in modo sognante, arrossendo molto, mentre guardava Roxanne.
Dev’essere un sogno…o sono morto e sono in Paradiso, pensò
 
L’alieno si pizzicò il braccio, e quando sentì dolore spalancò gli occhi e pensò NO! Non è un sogno!, accigliandosi pensieroso.
 
“Mmmh…non ricordo molto bene. Ricordo che ho sconfitto Titan, e dopo siamo andati all’appartamento di Roxanne, ed ero sul sedile posteriore dell’auto. E dopo è tutto oscuro. Ricordo un incubo, ed un sogno con Roxanne che mi prometteva un sacco di cose. Oh beh…probabilmente era solo un sogno. Mi godrò sta situazione fin che posso”, finì con un dolce sorriso, guardando Roxanne.  
 
I suoi occhi caddero sul braccio, e quasi urlò perché in ENTRAMBE aveva aghi che conduceva a due flebo.
E notò che aveva anche i sensori dell’ECG ed EEG sulla testa e sul petto.
Respirò affannosamente, guardando gli aghi e, girandosi, spense l’EEG e l’ECG, cominciando a rimuovere i sensori.   
 
Quindi, prendendo il coraggio a due mani, cominciò a rimuovere gli aghi, dopo aver chiuso i “rubinetti” delle flebo, dicendosi, “Che razza di uomo sono se mi faccio spaventare da dei piccoli aghi?”
Quando estrasse gli aghi, venne fuori un po’ di sangue dai buchini, ma vide dei cerotti sulla testiera del letto e gli usò per rattopparsi un po’.
 
Dopo questo si rilassò un pochino, mettendosi di fianco, con il gomito sul cuscino e la mano che supportava la sua testa, guardando sognante Roxanne, che stava ancora sorridendo.
Guardò un orologio a muro che era posto sopra l’entrata della camera, e notò che erano le nove di mattina.
Spostò il ciuffo di Roxanne con la mano destra, e la baciò gentilmente sulla fronte.
 
La brunetta si stiracchiò un pochino, mugolando, aprendo gli occhi, sbattendoli cercando di mettere a fuoco.
Vide qualcosa di blu, e si accigliò un pochino, pensando Dove sono? Oh…giusto…nel letto di Megamind, nel suo appartamento. Che notte!
Cominciò a mettere a fuoco un po’ di più, e vide due incredibili occhi verdi, guardarla gentilmente, li sbatté di nuovo e i suoi occhi si misero a fuoco completamente.
Lei fece un sorriso molto lieto, e lo abbracciò felicemente, affondando la testa vicino al collo flessuoso, all’attaccatura con le spalle.
 
Quindi cominciò a piangere sommessamente, e Megamind era preoccupato; si liberò dall’abbraccio e, guardandola con espressione preoccupata, rimosse le lacrime con le dita.
“Hei…che c’è che non va? Ho fatto qualcosa che ti ha offeso DI NUOVO?”, chiese con un poco di panico nella voce.
 
La reporter rise raucamente, guardandolo e aggrottandosi un pochino. “No, schiocchino! Son molto felice di vederti. Lo sai che io e Minion eravamo molto preoccupati per te?”
E lo abbracciò di nuovo, sorridendo dolcemente.  
 
Megamind era in uno stato di beatitudine, ma dopo un po’ l’abbracciò e se ne stettero così per un po’.
Quindi si staccarono dall’abbraccio, e si guardarono negli occhi, quindi si sporsero in avanti e si baciarono, un dolce bacio sulle labbra, ad occhi chiusi in un’estasi perfetta.
 
Lei fece scivolare fuori la lingua, per separare le sue labbra, e Megamind spalancò gli occhi, sorpreso, ma poi li chiuse di nuovo in uno stato paradisiaco, muovendo la lingua in ritmo con quella di lei.
Dopo quello che sembrava essere un tempo infinito, si separarono dal bacio, e lei lo guardò in quegli occhi verdi, e lui la guardò negli occhi azzurri, e poi si abbracciarono di nuovo.
 
L’alieno blu era così pieno di emozioni nuove per lui, che rimase senza parole, ma dopo un po’ riprese la voce, e con uno dei suoi sorrisi cattivelli e un sopracciglio alzato, disse, “Così…penso che lei voglia darmi un’altra opportunità, Miss Ritchi? O mi sbaglio?”
 
Lei rise brevemente. “Ma certo, Mister ex-Signore del Male! Pensavo che avessi sentito e ricordato tutte quelle promesse che ti ho detto quando eri in coma”, disse con tono ironico, facendo un sorrisetto compiaciuto. 
 
Megamind spalancò gli occhi. “COMA? Ah…quello spiega PARECCHIE cose. Ricordo quelle promesse, ma pensavo che fossero solo un bel sogno. Quanto tempo ho trascorso in coma? E come ho recuperato?”
 
Lei gli spiegò tutto, e in certi momenti rise per le espressioni buffe che faceva.
Specialmente quando gli disse del LEGAME.
I suoi occhi si spalancarono e fece un’espressione raggiante, così contagiosa che anche Roxanne sorrise ampiamente. 
 
Quindi lui l’abbracciò con passione. “Questo è MERAVIGLIOOSO! Il LEGAME! Ah…son così felice! Ehm…spero che non sia un problema per te…voglio dire…adesso sei felice con me, ma magari in futuro vorrai stare con un umano normale, ed avere una normale relazione etcetera…”
 
Rise alle sue pronunce errate, e gli mise un dito sulle labbra per farlo star zitto, guardandolo con un’espressione di rimprovero.
 
“Non dire stupidaggini! Ti amo, e sono più che certa che anche tu mi ami. Io non posso veramente immaginare una vita senza te. Mi hai salvata, hai salvato la città, e sei l’uomo più divertente e sensibile che io abbia mai incontrato. Tu se…l’uomo giusto per me…veramente. Capito?”, finì con espressione volpina.
 
L’alieno sospirò in modo sognante, guardando Roxanne con un’espressione molto dolce.
“Sono così FELICE di sentirtelo dire. Ho…ho avuto una vita piena di brutture e fallimenti, e stare insieme a te per me è come stare al settimo cielo.”
 
“Poi venne quella notte di pioggia, e desiderai che il terreno si aprisse e m’inghiottisse. Ma poi quando mi hai chiamato, quando ero nella mia cella, mi sentii come se potessi di nuovo camminare sopra le nubi!”
 
“So che questo suonerà un po’ egoistico da parte mia, ma ho DAVVERO bisogno di te. Hai cambiato la mia vita, e non posso VERAMENTE immaginarla senza di te”, finì con la sua espressione da cucciolo.
 
La brunetta sorrise dolcemente, e l’abbracciò. “Non temere, dolcezza! Non me n’andrò da te!”
 
Sentirono un ronzio provenire dalla tuta robotica di Minion, e Megamind fece un sorrisetto malvagio, e andò velocemente ad accucciarsi ai piedi di Minion, facendo un gesto “zitta” a Roxanne, che aveva un’espressione perplessa, ed un sopracciglio alzato.
 
 Minion emerse nella boccia dentro una casetta (il castello era solo nella tenuta a forma di gorilla), sbatté un po’ gli occhi, guardando il letto, strizzandoli per mettere a fuoco notò che mancava qualcosa, ma era troppo addormentato per capire che mancava.
 
Prima che potesse mettere completamente a fuoco, Megamind saltò di fronte alla sua boccia, gridando “BOOOH!”, e il pesce fu così spaventato che gridò, saltò a piè pari e fece un volo per terra.
 
Megamind era sul pavimento che si rotolava, tenendosi la pancia, ridendo di tutto cuore per lo scherzo, e Roxanne stava roteando gli occhi, facendo un’espressione tipo “che bambino”.
 
Minion rimase sul pavimento per un po’, con espressione shockata, e Megamind si riprese e camminò verso Minion, sorridendo e allungando una mano per aiutarlo ad alzarsi.
 
“Il gatto ti ha rubato la lingua, mio acquatico amico?” chiese dopo che si stavano fissando per un po’, dandogli un colpettino sulla spalla, con un sorriso birichino.
 
Minion sbatté gli occhi, ed emise dei strani suoni gorgoglianti: stava piangendo.
 
“Oh, Signore! Sono così FELICE di vederla e parlarle DI NUOVO! Non sono nemmeno arrabbiato per il suo scherzo! Santo cielo…sto piangendo come…come una vecchia mamma che è stata riunita con il suo figliolo perduto da tempo!”
 
Roxanne e Megamind sorrisero ampiamente nella direzione di Minion, e Megamind parlò, “Sono felice di rivederti, amico mio! Spero di non andare di nuovo in coma. Adesso…parlando di cose pratiche: sono affamato e devo mangiare qualcosa. E guarda l’ora!”
 
Minion guardò l’orologio da muro e ansimò. “Oh, santo cielo! È TERRIBILMENTE tardi! Devo andare a preparare qualcosa!”, disse correndo verso la cucina.
 
Roxanne rise brevemente, e fece un sorriso sbilenco.
 
“Quel Minion è di sicuro come una vecchia chioccia acquatica,…e tu sei DAVVERO malvagio ad avergli fatto quello scherzo…povero Minion!”, disse con un sorriso volpino.
 
Megamind assunse una delle sue migliori pose malvagie, e disse, “Ah-ha! Sono molto bravo…ad essere cattivo!”, dimenando le sopracciglia e saltando sul letto, per catturare Roxanne, che stava scappando via, ridendo.
 
“Presa!”, l’alieno disse, prendendola per la spalla da dietro, e sporgendosi in avanti per sussurrarle all’orecchio, con voce sensuale, “Adesso…dove ho messo le corde e il sacco?”
 
La brunetta si girò, e mise le braccia sulle spalle dell’alieno ed intorno al collo, poi si sporse in avanti per sussurrargli all’orecchio, “Non ti servono le corde…ho già un LEGAME con te”.
Quindi si tirò indietro e si baciarono dolcemente e a lungo.
 
Poi si lasciarono cadere sul letto, e se ne stettero così per un po’, mano nella mano.
 
“Non capisco pienamente questo LEGAME…voglio dire: quali sono i vantaggi o gli svantaggi di questo “potere”? A parte il fatto che ci ha aiutato a salvarti dall’incubo”, chiese la reporter.
 
L’alienosospirò. “Beh…fondamentalmente è un legame spirituale. Abbiamo scoperto questa caratteristica speciale quando ero molto giovane, ed ancora in prigione. Abbiamo avuto questa strana discussione con uno dei miei “zii”…una cosa veramente poco piacevole…e quella notte abbiamo fatto un incubo, e Minion mi ha aiutato ad uscire da esso, ed entrare in un sogno normale. Quando mi svegliai gli raccontai dell’incubo e mi disse che aveva avuto lo stesso sogno e così scoprimmo il LEGAME”. 
 
“Abbiamo poi raccolto altre informazioni con…altre risorse. Ma per favore non domandarmi quali sono perché, per il momento, non voglio dirtele. Scusa”, disse con la sua espressione da cucciolo triste.
 
“Comunque penso che il LEGAME sia una specie di collegamento d’amicizia o qualcosa di simile”, finì con un sorrisino.
 
La brunetta annuì. “Minion mi ha detto le stesse cose…e non preoccuparti…sentiti pure libero di non dirmi quali sono le “altre risorse”. Capisco che sono delle cose importanti per te e Minion. Tutte le persone hanno segreti che vogliono tenere…segreti. Un’altra cosa del LEGAME…tu hai detto che è un collegamento. Così mi stavo chiedendo se tu sei capace di vedermi attraverso di esso, o qualcosa di simile.” 
 
Megamind la guardò con gratitudine. “Grazie per la comprensione. E sì…col LEGAME son capace di “vederti”…voglio dire…con un po’ di concentrazione riesco a vedere i tuoi sentimenti. E anche tu…un giorno t’insegnerò come fare, va bene?”, disse con un dolce sorriso.
 
Roxanne gli sorrise. “Beh…è una cosa dura da digerire…voglio dire…è così strano…ma non è una brutta cosa, dopo tutto. E sì…sarei definitivamente felice se potessi imparare a collegarmi a te”, finì abbracciandolo.
 
Dopo un po’, Minion li chiamò per la colazione tardiva: uova strapazzate, bacon e toast.
Lei fece un sorriso di contentezza. “Wow…anche un semplice piatto fatto da te, è delizioso!”, disse a Minion.
 
Il pesce sorrise ampiamente. “Grazie, Miss Ritchi!”, disse facendo cadere il contenuto del piatto dallo sportello sulla boccia.
 
Megamind, appoggiandosi all’indietro sulla sedia, e dando colpetti alla pancia, disse, “Ah…molto bene! Torniamo a lavorare! Ho perso così tanto tempo! Riparerò la tenuta di Minion, e poi coordinerò i robocervelli per la ricostruzione della città. Son sicuro che hanno già cominciato a ripulire le strade dalle macerie, come gli avevo detto. Ma prima andrò in prigione.”
 
Minion e Roxanne fecero un’espressione confusa nella sua direzione, e dissero insieme, “NO! Perché vuoi farlo?”, quindi si guardarono a vicenda e risero, e poi fecero un’espressione corrucciata verso Megamind.
 
L’ex-criminale rise di gusto. “Hei, non preoccupatevi! Voglio solo parlare col direttore del mio conto in banca e d’altre cose. Mmmh…forse è meglio se faccio una telefonata prima, in ogni caso”, finì con espressione seria ed entrambi furono d’accordo.
 
Così chiamò la prigione. “Pranto! Sono io, Megamind, si…no…hm…no…voglio solo parlare col direttore. Ho detto no…ugh…le ha viste le notizie in televisione? No…”
Roteò gli occhi.
 
“Non è un altro dei miei truchetti. Santo cielo…che devo fare perché lei mi creda? Per l’amor del cielo! Ehm…oh…va bene. GRAZIE…magari LUI mi ascolterà”, finì con un’espressione incupita, picchiettandocon le dita sultavolo.   
 
Minion e Roxanne fecero un’espressione perplessa verso lui: lui fece un gesto “spiego dopo” nella loro direzione.
 
“Oh! Finalmente! Direttore…devo dire che son felice di sentirla. Sì…è tutto vero. Ma potremo parlare di questo ed altre faccende, quando sarò lì. E no…volevo essere solo sicuro che qualche guardia non mi fermasse, pensando che questo è uno dei miei soliti piani malvagi. Sì, va bene…grazie mille e ci si vede più tardi!”, finì felicemente, chiudendo il cellulare, e battendo le mani.
 
“Molto bene! Adesso andrò”, disse ai due, che lo stavano fissando.
 
“Ah…ma prima devo dire: che idiota di centralinista che hanno! Anche dopo che aveva visto le notizie in televisione, non voleva credermi…bah! Fortunatamente mi ha passato il direttore. Adesso torniamo a lavorare!”, il difensore blu finì di dire, andando verso il Bagno Principale, per lavarsi.
 
Roxanne rea un po’ sconvolta, ma si riprese velocemente e disse a Minion che sarebbe andata a vestirsi.
Minion annuì e cominciò a pulire il tavolo, mettendo tutti i piatti nella lavastoviglie.
 
Roxanne andò nella sua stanza, e scelse una camicetta bianca e una gonna grigia.
Mise queste cose sul letto, e prese il beauty-case, andando nella direzione del bagno principale.
 
Quando fu vicino alla porta, sentì l’acqua scorrere e Megamind stava cantando.
Alzò le sopracciglia e ridacchiò un po’, sentendo Megamind.
 
Quindi andò verso la cucina, cercando Minion. “Hei…Minion? Per caso c’è un altro bagno qui? Vorrei lavarmi, ma il bagno principale è occupato da Megamind…e sta cantando”, disse ridacchiando.
 
Minion fece un’espressione buffa, e ridacchiando, disse, “Ah…sì, Miss Ritchi…c’è un altro bagno. Mi segua per favore.”
 
Lei lo seguì, e a destra della cucina c’era un piccolo bagno con una doccia, WC, lavandino e un armadietto come quello che c’era nel bagno principale.
Lei lo ringraziò ed entrò nel bagnetto.
 
Era lungo e stretto, con la doccia in fondo, sull’angolo sinistro. La toilette era a sinistra, vicino alla doccia, e nello stesso lato c’era anche l’armadietto.
Sulla destra, quasi al centro, c’era il lavandino. Sopra esso c’era uno specchio con quattro lampadine nel lato superiore ed inferiore della cornice.
 
Lei si lavò e poi andò, lungo il corridoio, alla sua stanza, notando delle scale che andavano di sopra, di fronte al bagnetto.
Si chiese che c’era la sopra, e andò in cucina per chiederlo a Minion, ma lui non era là. Lo chiamò e sentì un “Venga avanti” alla sua sinistra.
 
Aprì la porta ed entrò nella camera di Minion. Era la stanza più vuota dell’appartamento.
Di fronte alla porta, nell’angolo in alto a sinistra, c’era un acquario gigante, con una scaletta sulla sinistra.
Dentro c’era qualche roccia e piante acquatiche.
Vicino alla porta, nell’angolo destro, c’era un tavolo con un PC ed una sedia metallica.
 
Minion era sulla sedia, di fronte al PC.
“Scusa se ti disturbo, ma ero curiosa a proposito delle scale di fronte al bagno. Dove arrivano?” chiese la reporter.
 
L’acquatico seguace sorrise. “Oh…non si preoccupi…nessun disturbo. In ogni caso quelle scale portano all’attico”, lui rispose. 
 
“Oh…ok…grazie per l’informazione”, lei disse sorridendo ed andando nella sua stanza, chiedendosi che tipo di cose un criminale tenesse nella soffitta Lo chiederò più tardi a Megamind, pensò.
 
Lei si vestì coi vestiti che aveva scelto, e si mise addosso l’unico paio di scarpe eleganti sopravvissute al disastro.
Si accigliò molto Ugh…ODIO Hal! Adesso devo spendere MOLTI soldi per comprare nuovi vestiti…per non parlare d’altre cose. Spero che la mia compagnia assicurativa mi paghi per quelle cose, pensò.
 
Nel frattempo, Megamind si stava godendo l’idromassaggio nella vasca occidentale, rilassandosi moltissimo.
Dopo un po’ uscì e si asciugò, usando un asciugamano pulito preso dall’armadietto.
 
Usò un po’ di lozione sulle sopracciglia e sul pizzetto e, con un sorrisetto compiaciuto ed una posa orgogliosa, si guardò nello specchio.
“Ah! Che bellissimo alieno che sono!” disse con orgoglio.
Quindi indossò il suo accappatoio blu con saette bianche, ed andò nella sua stanza.
 
Spostò uno degli arazzi e aprì una porta che portava in un armadio quasi non usato.
Era enorme e l’alieno si meravigliò di quanti vestiti formali e per ogni giorno ci fossero al suo interno.
 
Fece un’espressione faceta. “Devo ringraziare Minion per tutti questi completi che ha fatto. E devo ringraziarlo anche per le modifiche che ha apportato su vestiti che ho comprato. Non avrei mai pensato che un giorno avrei indossato uno di questi abiti”, finì guardando tutti quei vestiti.
 
“Vediamo…formale o casual? Oggi è caldo, così se vado con un completo soffrirei la calura…ma vorrei dare al direttore una buon’impressione. Mmmh…è difficile per me…non son così bravo con cose del genere…magari lo potrei chiedere a Minion”, finì di dire il nuovo difensore, andando fuori della camera.
 
Nel corridoio incontrò Roxanne, che fece una faccia un poco stupita, vedendolo in accappatoio e con un paio di pantofole pelose a forma di pipistrello.
 
Lei si morse le labbra, cercando di trattenere la risata che stava per emergere, ma fallì, e rise di tutto cuore.
 
“Scusa, dolcezza, ma sei così buffo! Scusa-scusa-scusa”, continuando a ridere, con le mani intorno alla pancia.
 
Megamind s’imbronciò un pochino.
“AH-AH-AH...molto divertente. Stavo andando a chiedere qualcosa a Minion, ma penso che tu sia più competente in queste cose. Seguimi, per favore”, le disse puntando la sua camera.
 
Camminò con lui nel corridoio e poi nella sua stanza da letto, ridacchiando. Entrarono nella camera, e Megamind aprì di nuovo la porta dell’armadio, invitandola ad entrare.
 
Lei alzò un sopracciglio, sorpresa, ed entrò nella stanzetta, spalancando gli occhi ed emettendo un breve ansito quando vide tutti quei vestiti.
 
“Wow…questo è il guardaroba più fantastico che abbia mai visto! Per caso è stato Minion a fare tutti quei completi e vestiti?” lei chiese.
 
Megamind sorrise, compiaciuto della sua reazione.
“Sì…la maggior parte di questi vestiti è fatta da Minion, e ci sono altre cose che ho comprato e lui ha modificato. Ed è un peccato che non ho mai indossato queste cose”, lui finì con una faccia triste.
 
“In ogni caso…vorrei mettermi qualcosa di bello per il direttore, ma oggi fa caldo e non vorrei soffrire la calura, così potrei mettermi una T-shirt e jeans. Ma vorrei anche non fare una brutta figura col direttore. Così ti chiedo se puoi aiutarmi a scegliere qualche completo o vestiti per fare una buon’impressione”, finì con espressione preoccupata.
 
Lei roteò gli occhi, e mise una mano sulla sua spalla, scuotendo la testa.
“Penso che farai bella figura anche indossando vestiti casual. Penso che il direttore sarà impressionato lo stesso. Ti conosce, e se tu vai da lui con un completo potrebbe sembrare strano…non pensi?” disse sorridendo.
 
Lui fece un’espressione molto lieta.
“Davvero lo pensi? Senza offesa, ma se non fosse così? E se il direttore si arrabbiasse?” domandò con dubbio nella voce.
 
Lei roteò di nuovo gli occhi, e fece un bel respiro.
“Beh…se mi sbaglio…ti lascerò colpirmi con il bastone dimenticami, ok?” lei disse con un sorriso volpino.
 
Gli occhi color smeraldo di Megamind luccicarono, e fece uno dei suoi sorrisi malvagi, alzando le sopracciglia.
 
“Questo potrebbe essere piacevole, ma…non voglio rovinare la tua testa così carina con quella mazza. Mmmh…magari potremmo giocare a “rapitore e rapita”, per rimembrare i vecchi tempi. Che ne dici?” finì con un’espressione maliziosa.
 
La brunetta rise e annuì. “Ok…ma son più che sicura che il direttore sarà impressionato”, lei disse con un sorriso furbesco e agitando le sopracciglia.
 
Poi fece un’espressione seria. “Bene…vediamo che abbiamo qui. Penso che jeans e T-shirt possano andare”, la reporter disse mentre ricercava nella sezione dell’armadio etichettata “PANTALONI E JEANS”, scegliendo un paio di jeans neri con borchie argentate sui bordi delle tasche.
 
Quindi andò nella sezione “CAMICE E T-SHIRT” e prese una maglietta blu con la saetta stampata in bianco.
 
E alla fine nella sezione “SCARPE” scelse un paio di scarpe da tennis blu, annuendo.
 
“Ecco qui. Adesso uscirò, così potrai cambiarti, e quando hai finito chiamami, ok?” lei disse andando fuori dall’armadio e dalla stanza.
 
L’alieno venne fuori dal guardaroba e si cambiò, mettendo anche la cintura col suo logo, e guardandosi allo specchio, che era vicino ad uno degli arazzi, nel lato sinistro della stanza.
 
Fece un’espressione di approvazione e chiamò Roxanne,che fece due pollici in su, e disse, “Wow…niente male! Adesso…se non ti da fastidio, verrò anch’io”, lei finì sorridendo. 
 
Megamind alzò un sopracciglio. “Perché? Anche tu vuoi chiedere qualcosa al direttore? Solo curiosità…”, lui chiese.
 
La reporter scosse la testa e sorrise. “No…voglio solo stare con te. E se non ti disturba, vorrei avere un passaggio per la città, per controllare una cosa alla stazione della polizia e al mio ufficio assicurativo”, disse con un dolce sorriso.
 
L’alieno annuì e le sorrise, chiamando Minion. Presero l’auto invisibile, che era già stata riparata grazie ai robocervelli, ed andarono prima verso la prigione.
Roxanne era seduta dietro, e notò che neppure lì c’erano le cinture di sicurezza, e fece un’espressione irritata.
 
“Mmmh…magari come prossima cosa, sarebbe meglio se metteste delle cinture in questa macchina. E son sicura che nessuno di voi due ha una regolare patente. Così voi due dovete farla, capito?” lei disse con un tono un po’ intimidente.
 
Megamind e Minion si fecero piccoli, e Megamind si girò nella sua direzione.
“Beh…ehm…odio dirlo, ma hai ragione. Installerò le cinture di sicurezza E andremo alla sciuola guida”, disse con un mezzo sorriso.
 
Lei sorrise. “Moltobene! Siamo quasi arrivati. Magari potresti parlare anche della patente col direttore.”
 
Lui annuì ed arrivarono davanti all’entrata della prigione.
Smontarono tutti dall’auto, Minion la chiuse ed allarmò con un telecomando, ed andarono nella direzione della prigione.
 
 

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Capitolo 4
*** 4 ***


Megamind stava nervosamente torcendosi le mani, Roxanne notò questa cosa e gli prese la mano nella sua, sorridendogli dolcemente.
Lui la guardò sorridendo a sua volta, e si rilassò un pochino. Quando entrarono in prigione, la guardia nella guardiola – e le due all’entrata – gli lasciarono passare, ed un’altra guardia li scortò all’ufficio del direttore.
 
Megamind stette di fronte alla porta dell’ufficio, deglutendo rumorosamente, si girò con espressione preoccupata verso dove Roxanne e Minion erano seduti, e loro fecero il doppio pollice in su.
Incoraggiato, bussò alla porta, e quando sentì dire “Avanti”, l’aprì ed entrò nella stanza.
 
“Buon pomeriggio, direttore”, disse Megamind con espressione timida.
 
“Buon pomeriggio, Megamind. Per favore, siediti”, l’uomo baffuto disse sorridendo.
 
L’alieno blu si sedette su una sedia di fronte alla scrivania del direttore, e per prima cosa guardò la familiare stanza.
 
Era un ufficio standard, con una scrivania di legno con sopra alcune buste e lettere.
Lungo il muro c’erano degli archivi, e due vetrinette sul muro destro e sinistro.
Sopra le vetrinette c’erano foto, diplomi e coppe. Dietro la sedia del direttore c’erano due finestre.
Quindi Megamind guardò le sue mani nude, appoggiate in grembo.
 
Dopo un po’, il direttore si schiarì la voce e fece un sorrisetto compiaciuto.
“Non preoccuparti…non ti mordo mica”, disse con un tono ironico.
 
Megamind fece un bel respiro e lo rilasciò sollevato, guardando il direttore.
“Ok…mi sento così stupido a comportarmi così. Ma penso che sia un riflesso condizionato dalla mia infanzia.”
 
“Quante volte son stato qui per essermi comportato male a sciuola?” disse con un mezzo sorriso.
 
“In ogni caso…volevo parlare con lei del mio conto bancario e…ehm…a proposito d’altre cose come i miei ottantotto ergastoli ed ulteriori piccolezze, non meno importanti, come la patente per me e Minion”, finì sorridendo.
 
Il direttore annuì. “Ho già scongelato i tuoi beni, e ho contattato la polizia e le autorità locali per vedere di darti un indulto. C’incontreremo per discutere di queste cose nei prossimi giorni.”
 
“Tu…beh…mi hai reso orgoglioso di come ti sei comportato due giorni fa”, disse con un sorriso orgoglioso, e Megamind s’illuminò di gioia.
 
Il direttore fece un’espressione tetra, e continuò, “Ma…c’è una cosa che non possiamo graziarti. La morte di Metro Man. Mi dispiace, ma credo che tu capisca il perché.”
 
Megamind si morse le labbra e annuì…sapeva che Wayne era vivo, ma non poteva dirlo al direttore Devo pensare ad una soluzione, pensò.
 
L’alieno si accasciò un poco nella sedia, e guardò il direttore con espressione triste.
 
“Grazie per il conto e…sì…capisco la cosa di Metro Mahn…questa volta ho fatto un bel casino e son pentito di quel che ho fatto. Ma questo non cambierà i fatti, e come ho detto a Roxanne, non c’è il bottone reset da premere per aggiustare cose di questo genere”, finì sospirando.
 
Il direttore annuì tristemente. “E per la patente, dovreste fare un corso speciale, perché la vostra macchina non è un’auto ordinaria. È invisibile e molto modificata. Se tu e Minion vi sentite più confortevoli, posso darvi io le lezioni di guida. Sono un istruttore di guida, ed ho una licenza speciale per casi come questo. O se vuoi puoi andare al Metro Driving”, disse sorridendo.
 
Megamind guardò il direttore e poi la targa col nome sulla scrivania, ridacchiò un po’ e poi rise di gusto.
 
Il direttore si accigliò. “Sei matto? Perché stai ridendo a quella maniera?” disse con tono intimidatorio.
 
L’ex-carcerato cercò di smettere di ridere, ma continuò a ridacchiare. “Ohohoh...scusi, direttore, ma ho visto il suo cognome sulla targa e stavo ridendo per il significato che ha per me. E per quello le chiedo di dare a me e Minion le lezioni di guida”, disse con un sorriso orgoglioso.
 
Il direttore lo guardò con espressione perplessa, alzando un sopracciglio.
“Non capisco…perché il mio cognome ti ha fatto scegliere me per le lezioni? Adesso son curioso…”, finì con un sorriso interrogatorio.
 
Megamind riguadagnò la sua usuale compostezza. “Beh…è molto semplice. Il suo cognome è Hudson, che è anche la marca della mia macchina. Di fatto, ho usato un’Hudson Hornet d’inizio anni ’50. Penso che sia una coincidenza piuttosto fantastica…non pensa?”
 
Il direttore Hudson fece un’espressione sorpresa.
“Veramente è un’Hudson Hornet? Non l’avevo riconosciuta subito perché è modificata parecchio. È un modello fantastico, e sarò felice di dare a voi due lezioni di guida. Fammi sapere quando tu e Minion sarete pronti a cominciare. E useremo la tua macchina, perché non abbiamo un’auto grande abbastanza da contenere Minion”, lui finì facendo l’occhiolino.
 
Megamind annuì e si alzò, chiedendo con un’espressione piena di fede, “Ah…un’altra cosa. Se posso chiedere…quand’è che lei e le altre autorità v’incontrerete per discutere del mio indulto?”
 
Il direttore lo guardò. “Spero che tu non abbia in mente una delle tue idee pazze…ma…penso che potrei avere fiducia in te, visto che ti conosco dall’inizio. MA! Se farai qualcosa di stupido, ti assicuro che non ti perdonerò” disse con tono grave, puntando un dito verso Megamind, che stava annuendo.
 
“Oh…non si preoccupi! Ho imparato la lezione. Ho qualcos’altro in mente”, disse con un luccichio negli occhi.
 
Il direttore sorrise. “Mmmh…ok…allora l’incontro è fra cinque giorni. Ricordati: non fare cose pazze. Ah…e se vuoi parlare con me, io sarò sempre qui, figliolo!” disse con un grande sorriso.
 
Megamind fece un sorriso molto felice, e portò in avanti la mano, così potettero stringerle, quindi l’alieno lasciò la stanza.
Aprì la porta e quando vide Minion, sbatté la mano sulla fronte.
 
“Ah…quasi me ne dimenticavo! Minion? Vuoi fare le lezioni di guida con il direttore Hudson, o vuoi andare al Metro Driving? Quasi mi dimenticavo di chiederti e…beh…non voglio ripetere i miei errori, prendendo decisioni per te e rischiando di perderti di nuovo, facendo un’altra discussione”, lui disse con un’espressione triste.
 
Nel frattempo, l direttore aveva raggiunto la porta, e guardava Minion sorridendo.
 
L’acquatico seguace sorrise verso di loro. “Ma certamente, sarò felice di fare le lezioni con il direttore Hudson! Nessun problema, e non si preoccupi, Signore, se lei sceglie qualcosa al posto mio, non me n’andrò di certo. E in ogni caso, possiamo sempre parlare”, disse con un caloroso sorriso e facendo l’occhiolino.
 
Il direttore fece il segno di pollice alzato sorridendo, e Megamind sospirò di sollievo.
“Grazie, Minion, significa molto per me. Veramente.”
 
Quindi si girò, si strinsero di nuovo la mano, e quando se n’andarono vai – scortati da una guardia – il direttore Hudson parlò, “Ah…tra l’altro, Megamind…mi piacciono i tuoi vestiti normali, perché sono nel tuo stile…ma…comuni. Pensavo che venissi qua nella tua solita tenuta, e son rimasto un po’ sorpreso di vederti in quei vestiti. Bella scelta!”
 
Roxanne ridacchiò, e Megamind fece un gran sorriso. “Grazie, direttore!”
 
Quando I tre furono fuori, andarono in direzione dell’auto, Minion l’aprì e disinserì l’allarme con il telecomando.
 
Stettero seduti nell’auto ferma per un po’, e poi Megamind parlò, “Penso che faranno un indulto per tutto, eccetto la “morte” di Wayne. Noi sappiamo che è ancora vivo, ma per le altre persone è morto. Devo trovare una soluzione o avrò questa colpa sulla testa per sempre”, disse imbronciandosi.
 
Roxanne fece un’espressione sorpresa, spalancando occhi e bocca.
 
“COSA?! Davvero? Adesso son proprio incavolata con Wayne! DOBBIAMO andare da lui, e convincerlo a confessare a tutti che è ancora vivo. È solo un egoista cretino se non lo fa, e non voglio che tu abbia una colpa addosso, quando sei senza colpa!”  
 
Megamind fece un sorriso faceto. “Lo sai che mi piaci tantissimo quando ti arrabbi così. In ogni caso non è che son proprio senza colpa…volevo distruggerlo. Ma non pensavo che ce l’avrei fatta. Fortunatamente non è morto. Ma il problema rimane…così adesso andremo da lui. Non voglio avere una colpa simile sulla mia testa, quando so che è ancora vivo. Non m’importa se questo rovinerà la sua “carriera musicale”, ma non voglio essere incolpato per il resto della vita per qualcosa così.”
 
Roxanne ghignò quando disse della “carriera musicale”.
“Beh…andiamo, allora!” lei disse, dando le indicazioni a Minion su dov’era il nascondiglio di Wayne.
 
 

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Capitolo 5
*** 5 ***


Raggiunsero la vecchia scuola, ed entrarono.
Minion era un pochino sorpreso, ma non così tanto, e rimembrò tutte i ricordi belli e brutti legate a quel posto.
Bussò alla porta metallica, e quando sentirono “Avanti”, entrarono nella stanza.
 
Wayne era vestito con abiti normali: una polo bianca, ed un paio di jeans bianchi, con stelle dipinte sui fianchi.
Era seduto su una sedia di fronte al divano. “Stavo aspettando la vostra visita. Per favore, sedetevi”, disse loro, indicando il sofà con espressione seria.
Roxanne e Megamind si sedettero, mentre Minion stette in piedi alla loro destra.
 
Wayne prese un bel respiro, chiuse gli occhi, e si pizzicò la pelle in mezzo ad essi, per poi espirare rumorosamente ed aprire gli occhi.
 
“So perché siete qui, ed ho già pensato a che fare per aiutarvi. Vi chiedo di non interrompermi, grazie.”
 
“Ho visto il servizio, e devo dire che son rimasto davvero impressionato dal tuo coraggio, piccoletto, hai davvero fegato…voglio dire…quel Titan poteva uccidervi tutti e tre. E son rimasto pure colpito dalla tua sincerità, quando hai detto che era colpa tua. Con quell’azione, mi hai fatto comprendere che tu sei un vero eroe.” 
 
“Io…beh…è difficile per me dirlo, ma ho realizzato che non ero un vero eroe…ok…ho fatto parecchie gesta eroiche, ma sono invulnerabile, così non m’importava se una situazione era davvero pericolosa. M’importava solo di salvare la gente, ma solo perché sapevo che mi avrebbero acclamato, dopo i miei atti di eroismo.”
 
“Era parecchio patetico…e poi incolpo me stesso anche per essere stato un bulletto con te a scuola. Pensavo che, come eroe, dovevo avere un cattivo, e tu eri la vittima perfetta per me. Son stato davvero un cretino all’epoca…magari se non fossi stato così duro di testa e cieco, avrei potuto diventare tuo amico, e le cose sarebbero andate DAVVERO in maniera differente.”
 
“Tu sei un vero eroe, perché hai avuto il coraggio e lo spirito di affrontare quel tizio, anche se sapevi di non essere invulnerabile o avere i poteri come me. In questi giorni ho pensato TANTISSIMO a questo, e ho deciso di venire allo scoperto…beh…senza rovinare la mia nuova vita, ovviamente.”
 
“Penso che tu possa capire il mio punto di vista. Così…ho pensato che posso fare un discorso formale uno di questi giorni, di fronte a Metro City Hall. E questa è la mia idea: usando troppo i miei poteri, ho cominciato a notare che non funzionavano più così bene, così ho finto la mia morte per proteggere i cittadini di Metro City da me stesso. Che ne pensi?” lui finì sorridendo.
 
Megamind inalò profondamente, e si abbandonò sul divano, sospirando.
“Prima di tutto, per favore, PER FAVORE, NON CHIAMARMI “PICCOLETTO”! Non siamo amici, e non mi piace che qualcuno delle dimensioni di un armadio mi ricordi la mia altezza ridotta!”
 
“In ogni caso, ti ringrazio per la tua onestà riguardo a tutti questi anni. E sì, son sicuro che, se non mi avessi trattato in quella maniera nei giorni di sciuola, sarei diventato una persona differente. Non ho mai pensato alla possibilità di diventare tuo amico…dalla mia parte non ho MAI provato ad avvicinarmi a te, perché, come hai detto, mi hai trattato…beh…diciamo: non così piacevolmente.”
 
“In ogni modo, finalmente ho compreso che il destino è qualcosa che costruisci da te, e non qualcosa di già costruito e che non puoi cambiare. E mi piace essere buono, un eroe. Mi sento MOLTO soddisfatto quando faccio qualcosa che porta felicità ai cittadini di Metrocity, e mi piace vincere, invece che perdere. Chiedi che penso del tuo piano?”
 
“Beh…penso che sia una buon’idea. In quella maniera le persone non saranno contente, quello di sicuro, ma accetteranno la tua decisione di ritirarti, perché, in quello stato, potresti essere più un fardello che un aiuto. Sono parecchio impressionato che tu abbia tirato fuori una così buon’idea. Senza offesa…ma tu sei più il tipo muscolare che il pensatore”, lui finì con un mezzo sorriso. 
 
Wayne si mosse nervosamente sulla sedia. “Beh…a dirti la verità, ho chiamato mia madre, e dopo avermi sgridato, ha tirato fuori quella scusa…”, disse loro, con un’espressione ironica.
 
“…devo ammettere che ero – e sono – troppo legato a lei.Mi ha viziato troppo, e adesso non son capace di pensare una cosa del genere da solo. Veramente patetico, eh? Era veramente ARRABBIATA con me all’inizio, ma era per lo più preoccupata. E per quello ho deciso di diventare più indipendente. Spero che sia facile. In ogni caso, grazie, picc…oops…voglio dire Megamind!” finì, facendo uno dei suoi sorrisi da eroe, e portando avanti il braccio per una stretta di mano. 
 
Per un momento, sembrava che Megamind non volesse stringergli la mano, ma quando Wayne fece un’espressione triste, Megamind ghignò e gli strinse la mano.
 
“Ricordati solo che le autorità locali si riuniranno per discutere il mio indulto tra cinque giorni. Così, se vuoi tenere veramente quel discorso, è meglio se lo fai uno di questi giorni. Ci conto”, gli disse seriamente.
 
Wayne annuì, alzando il braccio sinistro e facendo la croce sul cuore con la desta, disse, “Promessa da ex eroe! Non ti deluderò.”
 
Quindi guardò Roxanne, che stava stringendo i denti, ed aveva un’espressione molto arrabbiata.
 
“E tu, Roxie? Devo…ammettere che ho reso la tua vita come un’Inferno…e solo per il nostro “gioco”. Son davvero dispiaciuto e devo ammettere che son contento di vedervi assieme…e son anche dispiaciuto che non ho mai detto che noi due non eravamo una coppia. Presumo che tu abbia avuto qualche difficoltà anche per quello. Io…spero che un giorno mi perdonerai anche per quello”, finì facendo un sorriso sbilenco. 
 
Roxanne aveva sempre quell’espressione arrabbiata.
“Beh…è il minimo che puoi fare…voglio dire scusarti! È difficile per me ammetterlo, ma “grazie” a quel “gioco” ho conosciuto Megamind, ed ora son felice con lui. MA sono anche MOLTO arrabbiata con TE! Specialmente per il tuo comportamento verso di lui e me. Sei davvero un CRETINO, non un eroe! E sì…in questo momento vorrei VERAMENTE tirati addosso della roba, anche se so che sei invulnerabile, e sarebbe inutile. Ma mi sentirei di sicuro meglio!” fini, accigliandosi verso di lui, e sembrava quasi che del vapore potesse uscirle dalle orecchie e dal naso.
 
Wayne sospirò ed annuì. “Beh…è capibile. E sentiti libera di venire qua, se veramente vuoi tirarmi addosso della roba. Mi merito la tua rabbia. Perciò chiamami quando vuoi sfogarti”, le disse facendo un sorrisetto compiaciuto e l’occhiolino.
 
Lei tirò su col naso in una maniera arrabbiata, roteò gli occhi e fece un sorriso storto.
“Ok…ci conto!” E si strinsero le mani.
 
Poi Wayne guardò Minion. “E tu, Minion? Che ne pensi? Voglio la tua onesta opinione su questo.”
 
Minion lo guardò con espressione onesta. “Beh…la mia opinione è la stessa del Signore. Se lui la perdona, lo farò anch’io. Beh…eccetto quando la mia opinione è diversa dalla sua, ovviamente”, disse ghignando.
Si strinsero di nuovo le mani, ed il trio lasciò il posto.
 
Quando furono fuori, Megamind chiese al suo amico pesce se veramente pensava quelle cose, e Minion annuì.
 
“Si, Signore. E non perché non ho un’opinione mia, ma perché ho veramente pensato le sue stesse cose. In ogni caso, come gli ho detto, se la mia opinione è differente dalla sua, gli dirò il mio consiglio onesto”, il pescioide disse, sorridendo.
 
Megamind annuì, e circondò le spalle di Roxanne con il suo braccio, vedendo che era ancora scossa.
 
“Roxanne, tesoro…so che sei ancora furibonda con lui…ma penso che sia sinceramente dispiaciuto per quello che ha fatto. Non voglio certo influenzare la tua opinione con la mia, e sei libera di pensare quello che vuoi. Voglio anche dirti che sarò sempre qui per supportarti e darti la mia onesta opinione, quando me la chiederai”, le disse, abbracciandola dolcemente, ed andando sul sedile posteriore dell’auto con lei.
 
Si coccolarono per un po’, e poi lei disse, “Grazie, dolcezza, lo apprezzo molto. Penso che passerà un lungo periodo, prima che lo perdoni. Ma, come ho detto, se non fosse stato un bastardo con te, io non ti avrei conosciuto, e son sicura che la mia vita sarebbe stata veramente miserabile, e mi sarei sentita vuota, e la mia anima si sarebbe sentita incompleta”, gli disse, sorridendo gentilmente, accarezzandogli la guancia.
 
Lui fece un sorriso sognante, arrossì, e sospirò. “Hai ragione…ed io mi sentirei alla stessa maniera. Quindi penso che sia una di quelle volte che una situazione brutta sia una buona cosa”, finì con un sorriso ampio.
 
Lei sorrise a sua volta. “Sei davvero una di quelle persone che vede sempre il bicchiere mezzo pieno…ho ragione?” lei finì ghignando.
 
L’alieno fece un sorriso deliziato. “Oh sì, mia cara! SEMPRE!”
 
La reporter rise di tutto cuore. “Penso che la mia vita sarà MOLTO interessante stando insieme a te”, finì di dire, e poi si baciarono, un dolce, prolungato bacio, che portò Megamind in un perfetto stato di beatitudine.
 
Minion si schiarì la gola. “Ehm…scusate il disturbo, ma volevo sapere dove volevate andare.”
 
Megamind s’imbronciò, e Roxanne ridacchiò, sussurrandogli all’orecchio, “Continuiamo dopo, ok, dolcezza?” facendogli fare un sorriso deliziato.
 
“Ok…quindi è un accordo?” e lei sogghignò e si strinsero la mani, e dissero “patto!”, in maniera cospirativa, e lei rise.
 
Megaminds’ impettì. “Al lavoro, allora! E prima le signore”, disse con un basso e sensuale tono di voce.
 
“Dove vuole andare, Miss Ritchi?” le disse galantemente, facendole fare un sorriso volpino.
 
“Oh perbacco…che gentiluomo abbiamo qui! Sono lusingata!” lei disse in maniera civettuola.
 
“Ad ogni modo, devo andare alla stazione di polizia, prima, e poi il mio ufficio assicurativo, grazie”, finì sorridendo.
 
Megamind inarcò le sopracciglia. “Non pensavo che un giorno avrei detto questo. Minion, codice: alla stazione di polizia! E fai in fretta! Ah…ma non troppo…non voglio fare incidenti”, lui disse, prima maestosamente, poi con un sorrisetto, e facendo la linguaccia. 
 
Minion rise. “Ok, Capo, codice: alla polizia!” Roxanne annuì, e andarono verso la stazione.
 
 

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Capitolo 6
*** 6 ***


Era una vista particolare per i passanti, vedere la macchina invisibile, ora visibile, parcheggiata in modo ordinato in un parcheggio a pagamento.
Andarono, tutti e tre, dentro la stazione, e nessuno degli agenti li trattò male, così poterono andare nella sezione degli uffici.
Entrati, seguirono i cartelli con scritto “INFORMAZIONI”.
 
Finalmente raggiunsero la stanza, e Roxanne e Megamind ansimarono insieme, perché videro una lunga fila davanti alle tre cabine del servizio d’informazione.
Era una coda tipo zig-zag, con la gente che entrava in una barriera serpentiforme, formata da corde.
Megamind era atterrito, e rimase a bocca aperta alla vista. 

Roxanne era anch’essa shockata. “Oddio! Adesso vorrei veramente girarmi in tutta fretta, e lasciare questo posto! Ma devo chiedere delle cose importanti, e così dovremmo aspettare in fila”, disse a Megamind, con un’espressione orripilata. 

Lui la guardò con occhi spalancati. “DAVVERO?! Ok…devo anch’io chiedere qualcosa d’importante…ma…ma…è DAVVERO un LUNGA fila!” finì di dire, accasciandosi.

Minion si schiarì la gola. “Ehm…credo che aspetterò qui”, disse indicando un muro vicino alla porta.
Lo guardarono tutti e due con espressione disprezzante, poi la coppia andò alla fine della coda, aspettando come gli altri.

Mentre erano in fila, Megamind si guardò intorno con curiosità, e notò come la gente lo guardava, qualcuno con curiosità, qualcun altro con preoccupazione, e si sentì turbato.
Roxanne notò la cosa, così prese la sua mano, sorridendo, facendolo rilassare un po’.
 
“Non preoccuparti, dolcezza, io son qui con te. E penso che ti guardino perché sei diabolicamente bello”, lei disse, facendo l’occhiolino.
Lui si raddrizzò, facendo un ampio sorriso, e questo fece ridacchiare qualche persona.

La fila continuava ad avanzare, lentamente, e Megamind continuò a sospirare e aggrottarsi.
 
“Odio già stare in coda! Era così semplice, quando ero un cattivo! Un colpo con la mia de-gun e…puff…niente coda!” disse con un sorriso raggiante.

Lei roteò gli occhi, e scosse la testa. “Ah…son sicura che era semplice, ma SBAGLIATO. Adesso sei buono, un eroe, e gli eroi non vanno intorno a disidratare persone innocenti per evitare le file! E in ogni caso NESSUNO AMA LE CODE”, lei disse, annuendo in un gesto comprensivo.

Megamind sospirò di nuovo. “Si…hai ragione…”, notando che alcune persone annuivano, sentendosi così sollevato.
 
Erano a tre-quarti della coda, quando Minion li chiamò. C’era un ufficiale di polizia vicino a lui, che stava facendo un segno di “venite qui” nella loro direzione.
Vennero fuori della fila, ed andarono verso Minion con facce sorprese.

Andarono tutti e quattro fuori della stanza, e l’agente disse, “Scusate…abbiamo saputo solo ora che eravate qui. Non dovete far la fila. Seguitemi, per favore”
 
Tutti si meravigliarono alla buona fortuna che avevano, seguendo l’ufficiale, che li portò di fronte all’ufficio del capo della polizia.
 
Minion disse loro che li avrebbe aspettati fuori dall’ufficio, e i due annuirono. Roxanne bussò alla porta e quando sentirono “entrate”, andarono nell’ufficio, molto simile a quello del direttore.
Il capo della polizia fece un gesto tipo “sedetevi, prego”, e loro si misero sulle sedie di fronte alla scrivania.

Roxanne parlò per prima. “Prima di tutto, grazie per averci fatto evitare la coda. A qualcuno non piace aspettare in fila”, disse guardando di striscio Megamind, facendo un sorrisetto compiaciuto.
Lui si mosse a disagio sulla sedia, guardando in su e mordendosi il labbro inferiore.

”In ogni caso…volevo sapere se le investigazioni nel mio appartamento son già cominciate, e se posso andar lì a prendere altre cose, perché ho preso poche cose e di fretta, dopo la battaglia. E poi vorrei controllare se ci sono altre cose come gioielli o altri vestiti. Ah…e qui c’è la lista delle cose che ho già preso”, lei disse, dandogli un foglio di carta.
 
Il capo sorrise. “Lei è più che benvenuta! La squadra CSI è già nel suo appartamento, così non è possibile andare lì. Mi scusi. E lei può andare a prendere le sue cose quando le indagini saranno finite. Grazie per la lista, e la chiamerò quando la squadra CSI avrà finito. E poi, trasmetterò il loro resoconto alla sua compagnia assicurativa per i danni”, lui finì sorridendo.

Roxanne annuì. “Va bene…e grazie. Adesso andrò all’ufficio assicurativo per dirglielo”, lei affermò sorridendogli, e dandogli il suo numero di cellulare.

Dopo un po’, Megamind parlò, “Non so se lei ha già l’informazione che io e Minion non abbiamo la patente. Ma abbiamo già provveduto a farne una, grazie al direttore Hudson. Ma lei deve capire che dovremmo usare l’auto, in questi giorni, per coordinare i robocervelli per il rinnovo della città. Così…le chiedo un permesso speciale per guidare senza patente. Ehm…se è possibile, ovviamente”, lui finì in modo esitante.

 Il comandante annuì, sorridendo, e prese una busta da uno dei cassetti della scrivania, consegnandolo a Megamind.
 
“Il direttore Hudson aveva già pensato a queste cose, e mi aveva chiamato. Ho fatto queste patenti speciali per te e Minion, che sono valide anche per la moto volante. A proposito…è un apparecchio davvero fantastico! E ho anche fatto una licenza per portarti dietro le tue armi speciali. Come la tua pistola disidratante. La patente ha la durata di un mese. Spero che il tempo sia abbastanza per te. Il mio suggerimento è di fare quelle lezioni con Gordon Hudson il prima possibile.” 

Megamind fece un sorriso luminoso. “Grazie mille. Penso che un mese sia abbastanza”, affermò dopo un rapido calcolo con il suo incredibile cervello. “E grazie per le licenze delle armi. Non ho superpoteri, e l’unico modo per proteggere questa città, per me, sono le mie invenzioni ed armi. Ah…e sì…son piuttosto orgoglioso della mia hoverbike. Devo ripararla il prima possibile, così posso usarla. E grazie per il consiglio. Ho già pensato a cominciare le lezioni uno di questi giorni. Grazie ancora, e ci si vede!” finì stringendo la mano al capo della polizia. 

Quindi se n’andarono via dalla stazione di polizia, e Megamind disse a Minion delle licenze speciali. Andarono all’ufficio assicurativo di Roxanne, e lei gli disse che la polizia gli avrebbe spedito il resoconto del danno nel suo appartamento.
Quando lasciarono l’ufficio era già troppo tardi per andare alla banca, ma a Megamind non importava: era davvero un gentiluomo, e in ogni caso aveva fatto alcuni dei suo affari.    

Ritornarono al Covo, ed erano parecchio stanchi, pure Minion. Si cambiarono in qualche vestito confortevole, e Roxanne andò nella camera di Megamind, crollando sul suo letto di schiena, con le braccia aperte.
Lui venne fuori dal bagnetto, che era vicino all’armadio, e fece un sorriso gioioso vedendo Roxanne, e si lasciò andare sul letto, vicino a lei, prendendole la mano.

Se ne stettero così per un po’, e poi lei rotolò di fianco, accoccolandosi vicino al suo fianco, con il braccio sinistro attorno al petto di Megamind, e la mano destra che stringeva la sua, chiuse gli occhi, e sospirò dolcemente.
 
Dopo un po’, lei cominciò ad accarezzare la sua testa, e la tempia con la mano libera, e lui chiuse lentamente gli occhi, quasi facendo le fusa e lasciandosi trasportare in uno stato beatifico.
Lei sorrise dolcemente e continuò a carezzare la sua testa e tempie, e lui cominciò a respirare in maniera regolare, come uno che sta per addormentarsi. 

Roxanne fece scorrere la mano vicino alla punta dell’orecchio, e l’alieno blu si mosse un poco e borbottò, mentre lei lo guardava con interesse Mmmh…interessante… lei pensò, carezzando la linea dell’orecchio in modo deciso, ma gentile.

Lui mugugnò, e lei fece un sorriso volpino, carezzando un’altra volta la linea dell’orecchio. Il genio blu ansimò, e aprì gli occhi all’improvviso.
 
“Che stai facendo?” lui chiese, con un’espressione lievemente confusa.

Lei sorrise in modo malizioso. “Penso di aver scoperto uno dei tuoi “punti deboli”. Così…hai orecchie sensibili…MOLTO interessante.”

Megamind fece un sorriso seducente. “Oh sì, Miss Ritchi! Ha scoperto uno dei miei segreti! Non avrei mai pensato che la sensibilità delle mie orecchie potesse diventare così piacevole”, lui disse agitando le sue sopracciglia.

Anche la brunetta sorrise. “Così…significa che ti piace. Molto bene…mi piace!” lei finì con un sorriso seducente, e mordicchiando il labbro inferiore. 

Roxanne aggiustò un pochino la sua posizione, e cominciò a baciarlo prima sulla fronte, poi sulla tempia, l’orecchio, e lui gemette e roteò gli occhi, rivelando il bianco.
Quindi lei baciò la mascella superiore, il mento, dove carezzò il suo pizzetto con un dito per poi baciarlo.
Quando salì, mordicchiò le sue labbra inferiori, e poi lo baciò lentamente e in modo completo. 

Megamind sospirò e gemette, rispondendo molto bene ai suoi baci, mordicchiando le sue labbra e abbracciandola.
A questo punto erano tutti e due sul fianco, che si coccolavano l’un l’altra, mentre si baciavano.
Questa volta lui prese l’iniziativa, e fece scivolare la lingua verso le sue labbra, che poi aprì, per lasciar entrare la lingua nella sua bocca.
Poi lei sorrise e anche lei fece scivolare la sua lingua, muovendola a ritmo con lui.
“Giocarono” così per un po’, e poi si accoccolarono insieme, ad occhi chiusi.  

”Megamind?” disse dolcemente Roxanne, “Posso chiamarti…Megs?” chiese in modo sornione.

Lui aprì gli occhi, sorpreso, e fece un’espressione incredula. “COSA?!”
 
Prima che potesse protestare di più, Roxanne parlò di nuovo, “Beh…voglio dire…mi piace il tuo nome, ma ho pensato che non posso chiamarti “Megamind” tutto il tempo, e nemmeno usare termini come “tesoro” o “dolcezza” per sempre, dopo un po’ stufa. Mi serve un vezzeggiativo per te, e non so se hai un nome vero, a parte Megamind”, lei finì con un’espressione esigente. 

L’alieno sospirò e si sedette sul letto, a gambe incrociate. Lei si sedette nella stessa posizione, le mani in grembo.  
Prendendo un gran respiro, e sospirando di nuovo, l’alieno spiegò, “A dirti la verità, speravo che questo argomento non venisse a galla così presto. Oh…beh…in ogni modo, sì: ho un vero nome. “Megamind” è solo un soprannome che ho scelto da me. Ah…e quel nome è il nome che i miei genitori mi diedero, non il nome che il direttore, i carcerati o le autorità mi diedero, quando ero in prigione”, lui disse in modo esitante, guardandola con i suoi grandi e tristi occhi, color smeraldo. 

Roxanne capì al volo la situazione. Sorrise e gli mise una mano sulla gamba, guardandolo affettuosamente.
 
“Hei…non preoccuparti, tesoro, se non vuoi darmi quella particolare informazione in questo momento, io capirò. Vedo che è una cosa importante per te. Così…non mi offenderò se non vorrai dire il tuo vero nome adesso: aspetterò”, gli disse con tono dolce, e con un sorriso rassicurante.   

Lui sorrise in maniera rilassata. “Grazie…e sì: è una cosa parecchio importante per me. E solo Minion, a parte me, conosce il mio nome. Non voglio offenderti, ma devo pensarci bene, e poi ti darò una risposta. Per te va bene?” lui finì, abbassando la testa. 

Lei gli prese il mento, e gli alzò gentilmente la testa, guardandolo in quegli occhi disumanamente verdi, per poi baciarlo delicatamente sulla punta del naso.
 
“Come ho detto: aspetterò. Non preoccuparti” E…così va bene, se ti chiamo Megs?” lei insistette con un sorriso malizioso, facendo la linguaccia.

Lui la guardò a bocca aperta, sempre con quell’espressione esterrefatta.
 
“COSA?! No-no-no! Non dire sciocchezze!” disse facendo il broncio.

Lei ridacchiò. “Beh…Mister Supergenio: dimmi che ti piace, allora!” lei finì ghignando, e facendo spallucce.

Megamind si accasciò un pochino. “Mmmh…in prigione i miei “zii” di solito mi chiamavano Blue, o Blueboy. C’era questo detenuto che continuava a chiamarmi Lee, e non so davvero il PERCHÉ! Ho scoperto che al mio arrivo, le autorità mi avevano chiamato Baby Doe, e poi John Doe. Oh beh…Megs sembra ancora la scelta migliore, per il momento”, finì facendo spallucce.   

La reporter era perplessa. “Ti avevano chiamato John Doe? Non lo sapevo. Ho visto alcuni dei tuoi documenti, mentre cercavo informazioni per i miei servizi, ma ho visto solo il nome “Megamind”. Com’è possibile?” lei chiese curiosamente.

L’alieno sorrise. “Beh…è semplice: quei nomi erano solo nei miei documenti molto vecchi, quando ancora non ero un cattivo. Ho adottato quel nome quando ero un adolescente. Ed ho cominciato a rapirti più tardi. Così è naturale che tu abbia trovato solo “Megamind” in quegli incartamenti.” 

La brunetta annuì. “Ha senso…mmmh…devo chiedere al direttore Hudson di vedere quelle vecchie carte, quando farò un servizio su di te. Potrebbe essere interessante. In ogni modo…per il momento userò Megs. E se vuoi, ti chiamerò Megamind, quando ci saranno persone intorno a noi”, lei finì, sorridendo. 

Megamind sorrise in modo incantevole. “Vuoi fare un servizio su di me? Davvero? Mi sento…onorato…davvero! Lo sai che una delle ragioni per cui continuavo a rapirti era che volevo avere un’intervista con te? Voglio dire…Metro Mahn aveva tutte le tue attenzioni, ed ero veramente infuriato da quello! Ehm…in ogni modo…puoi chiamarmi Megs in pubblico, se vuoi. Quando sono con te, le altre cose non mi danno fastidio. Almeno fino a che qualcuno non litiga con me”, lui disse prima timidamente, e alla fine con un sorriso diabolico.  

Lei rise di tutto cuore. “E che faresti in quel caso? Disidrateresti il “lottatore” con la tua pistola?” lei disse con uno sguardo volpino.

Megamind fece un’espressione molto lieta. “AH! Lo sai che ti amo ancora di più, quando giochi al ruolo di “Regina Malvagia”?” lui dichiarò, prima di baciare Roxanne gentilmente e in modo completo. 

Quando si separarono, lei lo abbracciò, e fece un’espressione lieta e furbesca. “Ma grazie! Quando son dell’umore giusto, mi piace stare nel lato oscuro. Non hai idea di quanto sia stressante il mio lavoro…”, lei finì, roteando gli occhi in un’espressione esasperata.

Megamind sorrise gentilmente. “E magari ero una delle fonti di stress, per te?” lui le disse, con un’espressione comica che la fece ridere.

”Beh…a dirti la verità, sì e no. I rapimenti erano per lo più irritanti. La maggior fonte di stress per me erano il mio capo e colleghi, che continuavano a dirmi che ero in pericolo. Ma dopo un po’ ho imparato che per te e Wayne era solo un gioco, e tu non mi hai mai messo in pericolo, e nemmeno altra gente”, lei gli disse, con un sorriso caloroso. 

L’eroe blu annu’, con gli occhi chiusi. “Hai ragione…era solo un gioco, e son sempre stato attento che tu, e le altre persone che osservavano lo “spettacolo”, non fossero in pericolo.
 
Soffiò dal naso in maniera buffa, scuotendo la testa. “Alla fine era veramente solo uno spettacolo. Volevo solo essere notato, e grazie ad una casualità, ho avuto la possibilità di conoscerti, e ti di conoscere me…il vero me”, lui finì con un sorriso timido, mentre arrossiva.  

Roxanne lo guardò, inclinando la testa, con un’espressione confusa. “Una casualità? Dici…tu che sei diventato Bernard? Pensavo che fosse un altro dei tuoi piani “malvagi”. Adesso son curiosa…”

L’alieno annuì, con espressione seria. “Te lo dirò…è cominciato tutto quando ero a Metrocity Hall, ed ero veramente stufo di essere il “Signore del male”. Ero malinquorico, e dopo aver visto il tuo servizio, mi son sentito a disagio come non mai.”

”Più tardi, son arrivato al Museo di Metro Mahn, per distruggerlo. Non volevo distruggerlo per il gioco del “Signore del Male”, ma perché sapevo che avevo parecchio incasinato le cose in quel momento, e vedere quel posto era doloroso per me.”   
 
“In ogni modo…presi l’ascensore ed andai sulla passerella, per parlare…ahem…alla statua…per dire quanto avevo rovinato le cose, e fare i miei addii, prima di distruggere il posto. Avevo già acceso il telecomando del conto alla rovescia, quando tu gridasti.”
 
“Mi prese il panico, perché avevo già lasciato cadere il telecomando, e non volevo metterti in pericolo, e…beh…ero lì in pigiama. Avevo il terrore che, se tu mi avessi visto vestito così, ti saresti messa a ridere, o mi avresti preso in giro.”
 
“Così cominciai a correre lungo la balaustra, e mi scontrai con Bernard, lo scannerizzai con l’orologio, e lo disidratai, camuffandomi col suo aspetto. Poi noi avemmo quella conversazione sugli eroi che possono essere creati, ed ero sicuro che non avrei mai più usato quel travestimento.”
 
“Ma poi tu arrivasti al Covo, e fui forzato a divenire Bernard di nuovo, pensando che lui potesse convincerti ad andare via. E poi tu mi chiamasti “partner”, e mi abbracciasti…è stato come…essere in paradiso per me perché…beh…lo sai…non ero MAI stato abbracciato così. E mi piacque TANTISSIMO. E poi sai il resto”, lui finì, guardando in basso, con espressione triste.
 
Lei fece un sorriso a mezz’asta, mettendo una mano sulla sua spalla e, sporgendosi in avanti, lo baciò lievemente sulla guancia.
 
“Sono VERAMENTE dispiaciuta, tesoro, di averti trattato a quella maniera, quella notte. Ero furiosa, e non mi piacque che tu mi mentisti. Ero…come posso spiegare…VERAMENTE arrabbiata, perché ero confusa. Mi piacevi, e a quel tempo sentii che era sbagliato, perché pensavo che fosse un altro dei tuoi trucchetti, non realizzando che tu avevi esposto il vero te stesso a me.”
 
“Ma quando vidi quest’appartamento, realizzai che il criminale era veramente una facciata, e che tu sei una persona molto sensibile e magnifica”, lei finì, guardandolo dolcemente, carezzandogli la guancia, per poi sporgersi in avanti per abbracciarlo.    

Si coccolarono per un po’, e poi lui disse, “Grazie mille per aver capito. Lo apprezzo molto.”

Sentirono Minion che li chiamava per cena. Andarono verso al cucina, e Roxanne chiese, “Uno di questi giorni puoi farmi vedere il resto dell’appartamento? Ho visto solo alcune stanze, e son curiosa di vedere il resto. Ovviamente, se vuoi…”, lei disse, facendo la lingua.

L’alieno fece un sorriso radioso. “Ma certamente! E ti dico: preparati ad essere stupita!” lui dichiarò con orgoglio, facendola ridere. 

”Tu non sai veramente il significato della parola “modesto”, non è vero?” lei disse con un sorriso furbetto.

Lui fece una sciocca espressione confusa. “Modesto? Checos’è? Mmmh…magari non so veramente quella parola”, lui disse facendo l’occhiolino.

Entrarono nella cucina ridendo, e Minion li guardò con curiosità. “Che c’è di così divertente? E perché mi perdo SEMPRE questi momenti?” lui finì, facendo un po’ il broncio.

Roxanne glisorrise. “Ah…nulla…stavo solo facendogli notare che si merita il soprannome di “Mister SuperEgo””, lei dichiarò ridendo, indicando Megamind, che prima s’imbronciò, e poi si raddrizzò.

Puntò drammaticamente un dito verso Roxanne, dicendo, “Ah, si? Io penso che tu meriti veramente il nomignolo di “Miss Reporter Ficcanaso”, OK?” 

Risero tutt’e due, e Minion fece un’espressione felice. Sedendosi a tavola, Megamind applaudì felicemente. “Molto bene, amico mio, che cose deliziose hai preparato stavolta?”

Minion si raddrizzò con orgoglio, e fece un ampio sorriso.
 
 “Oggi ho fatto delle lasagne di verdure. Ho fatto anche la pasta all’uovo e la besciamella, perché non n’avevamo abbastanza. Spero che sia venuta bene”, lui finì, mettendone tre generose porzioni nei piatti. “Fate attenzione, perché è molto calda!” 

Loro annuirono, e tagliarono il pasticcio in piccoli pezzi, per farlo raffreddare un poco, e cominciarono a mangiarlo.
Megamind emise un suono d’apprezzamento, e Roxanne fece un’espressione stupefatta.

”Wow…Minion! È VERAMENTE deliziosa! Mi chiedo se c’è qualcosa che tu non sappia cucinare.”
 
L’acquatico seguace fece un timido sorriso. “Awww…grazie, Miss Ritchi, non è nulla…”

E poi continuarono a mangiare. Quando finirono, Minion diede loro della panna cotta come dessert, e Megamind mangiò due porzioni, così Roxanne chiese, inarcando le sopracciglia, “Mmmh…hei, Mister Eroe…per caso hai una debolezza per i dolci? O magari è solo una mia impressione…?”

L’alieno fece un’espressione “colto sul fatto”. “Oh, accidenti! Volevo tenerlo segreto, ma le tue doti da “Reporter Ficcanaso” sono più avanzate di quello che pensavo”. E tutti risero.
Dopo la battuta, parlarono d’altre tematiche, e quando furono tutti insonnoliti, ritornarono nelle rispettive camere.  

Megamind diede un bacio della buonanotte a Roxanne, prima che lei entrasse nella sua stanza, e lui andò nella sua, cambiandosi in uno dei suoi pigiami, ed andando a letto, addormentandosi quasi all’istante.
 
Roxanne si cambiò nella sua camicia da notte, e scivolò sotto le fresche lenzuola e coperte, sospirando in modo sognante, chiudendo gli occhi e addormentandosi.
 
Nella sua stanza, Minion controllò qualcosa in Internet, e poi si spense, andando a dormire pure lui.
Era stata una giornata intensa per tutti e tre, e necessitavano di un buon riposo.

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Capitolo 7
*** 7 ***


Era in un lungo, oscuro corridoio, i suoi occhi grandi e verdi si guardavano freneticamente attorno con sospetto, tenendo in mano la boccia di Minion, che era l’unica fonte di luce in quell’oscurità.
Ai lati del corridoio c’erano molte porte, ma non gli importavano, perché sapeva che la cosa che stava cercando era in fondo. 
 
Arrivarono alla porta, e quando tentò di aprirla, lui scoprì che era chiusa a chiave.
Sogghignò, perché era consapevole che una situazione del genere poteva succedere, e prese qualche attrezzo da scasso dalla sua tuta arancione.
Cominciò a lavorare sulla serratura, mentre Minion era sul pavimento, controllando se arrivava qualcuno.

Dopo breve tempo, aprì la porta, prese Minion, entrando nella stanza, e la chiuse dietro di se.

La sua navicella d’emergenza era al centro della stanza, circondata da un vetro.
Ridacchiò, prendendo il suo binkey, adattato a pistola, lo puntò al vetro e, mordicchiando il suo labbro inferiore, premette il grilletto, sperando che funzionasse.

Il vetro fu ridotto ad un cubo blu risplendente: sorrise, e controllò se non ci fossero altre protezioni, scoprendo delle luci laser intorno al bordo della piattaforma.

Pensò che, probabilmente, fossero connesse a qualche allarme.
Roteò gli occhi. “Davvero…questa è la protezione più stupida che io abbia mai visto”, disse con tono beffardo.

Guardò la distanza tra un laser e l’altro, e fece scivolare la sua piccola mano tra essi facilmente.

Ghignò, e puntò la pistola alla navicella, premendo il grilletto.
Anche l’astronave fu ridotta ad un cubo, e lo prese facilmente, per poi metterlo nella sua tuta.

Per completare l’opera, aprì la boccia di Minion, prendendo fuori un po’ d’acqua, e fece ritornare al suo posto il vetro.

Raccolse Minion, e ritornò al sicuro nella sua cella, senza che nessuno avesse notato che era scappato da essa.

Tenne l’astronave così per qualche anno, aspettando l’occasione per scappare dalla prigione, e sperando che nessuno notasse che la capsula fosse sparita.

Passarono parecchi anni, e un giorno seppe che il direttore era lontano dalla prigione, perciò le guardie erano meno allerta, così prese quell’occasione per scappare.
“Questa notte, Minion!” disse al suo amico acquatico con un’espressione seria, e Minion annuì. 

Per scappare, usarono lo stesso metodo che usò quando aveva sei anni ed aveva preso la navicella.

Prese la capsula cubica, e i suoi arnesi da scasso da una nicchia segreta nella cella, mettendoli nella tuta.
Disidratò le sbarre della cella, e prese Minion.
Guardò per un po’ la sua cella, con il muro delle idee, il letto, e qualche foglio di carta e matite sul pavimento.

Quindi, seguendo uno schema accurato, eluse tutte le telecamere, arrivando ad una finestra senza sbarre, che dava sul cortile della prigione.

L’aprì, ed andò nel cortile. Anche qui eluse tutte le telecamere, ed usò la pistola disidratante per aprire un passaggio nel muro.

Quando fu fuori del muro della prigione, fece un gran respiro; finalmente era libero, e corse in direzione della città, cercando un posto per nascondersi.

Arrivarono vicino da una zona di magazzini abbandonati. “Uhm…Signore? Penso che potremmo nasconderci in uno di questi depositi, e poi cercare un posto adatto dove lei può lavorare, che ne pensa?” Minion disse a Megamind, che strofinò la sua enorme testa. “Si…mi sembra un buon piano.” 

Così guardarono all’interno di diversi magazzini, ma tutti erano occupati, o da vagabondi e barboni, o da criminali, e Megamind non voleva essere legato a simile marmaglia.

Finalmente trovarono un deposito abbandonato, lo esplorarono, e trovarono delle casse di legno, piene di vecchie forniture militari. 

In alcune trovarono letti pieghevoli e coperte, in altre del cibo in scatola, che era ancora mangiabile. Ed in altre delle radio e attrezzi.

A quella vista, Megamind fece un’espressione molto lieta. “Minion! Ti costruirò un corpo robotico con quelle radio, così mi potrai aiutare, va bene?”.
Minion annuì, felice di poter aiutare il suo protetto. 

Per prima cosa mise uno dei letti pieghevoli – in uno degli uffici del secondo piano – mettendo sopra delle coperte, poi mangiarono del cibo in scatola, e Megamind cominciò a costruire il corpo di Minion, usando le scatole esterne delle radio per fare il corpo, e i circuiti per sintonizzarli sull’impianto cibernetico sulla testa di Minion, così poteva muovere il corpo da sé.

Per l’“acquario” usò una gran bottiglia di plastica dei distributori che c’erano nell’ufficio, e la riempì d’acqua usando un altro distributore.   

Megamind guardò criticamente il suo lavoro. “Quando troverò una cupola di vetro, metterò quella su questo corpo, per il momento dovrai stare qui. Spero che non sia un problema per te”, chiese a Minion, che sorrise.

 
“Oh…nessunissimo problema, Signore! Per me è perfetto anche così. E son felice di poterla aiutare, finalmente!”
Megamind sorrise, e cominciò a costruire qualche allarme con le radio rimanenti, piazzandole tutte intorno al magazzino. Quindi mangiarono di nuovo, ed andarono a dormire.   

 Si svegliarono quando il sole stava calando sull’orizzonte, aspettando per la scesa della notte, per cercare qualche vestito casual per Megamind.

Per un lungo periodo cercarono un altro posto dove stare, ed era anche stato un periodo non gioioso per Megamind, perché era costretto a fare reati minori per sopravvivere, e non gli piaceva. 

La sua visione di essere un criminale era combattere contro Metro Cretino con stile. Ma prima doveva cercare un buon posto dove stabilire il suo Covo Malvagio.

Quando era in quel magazzino, reidratò la capsula, e la controllò.
Scoprì una cavità che combaciava perfettamente col suo binkey, così smantellò la pistola, e pose il ciuccio in quel posto.

All’improvviso, la navicella s’illuminò, scansionando l’area con una luce blu, ed emettendo dei rumori strani.

Quindi si sentì una voce di donna, “Linguaggio settato: inglese. Iniziare messaggio.”
Una proiezione blu venne fuori dalla parte superiore della capsula, e tutti e due ansimarono, perché di fronte a loro c’erano i genitori di Megamind, abbracciati insieme.  

 Quindi sua madre parlò per prima, “Se tu stai guardando questo messaggio, vuol dire che non ci siamo più, e abbiamo spedito te e Meen-yawn sulla Terra. Abbiamo deciso di salvare te, Eiyuu, invece che noi, perché ti vogliamo bene”, lei finì con un dolce e triste sorriso. 

Poi parlò il padre, “Questa navicella è come un’enciclopedia di te e della nostra razza, ed anche di quella di Meen-yawn. Il tuo binkey è una fonte quasi infinita d’energia, e per rinnovare quel potere devi leccarlo ogni tanto. Pure le informazioni della navicella cambiano, perché sono scatenate dal DNA e dall’età. Per sentire le varie informazioni, premi i differenti bottoni dell’astronave. Spero che la Gran Conoscenza sia con te”, finì con un’espressione fiera.  

La proiezione svanì, e Megamind si lasciò cadere sul letto, shockato. Adesso sapeva il suo vero nome, e anche quello di Minion, anche se lui lo diceva nel modo giusto.
 
Lui stette in uno stato di stupore, fino a che Minion parlò, “Ehm…Eiyuu…Signore?”, scuotendolo con la sua mano robotica.
 
“Eh…ah…wow…questo è stato…inaspettato. Così il mio nome è Eiyuu…è così strano…”, Megamind disse con voce flebile, scuotendo il capo.

Minion parlò di nuovo, “Signore…magari può controllare altre informazioni…”

 
Ma lui scosse la sua testa blu con più vigore. “No. Per il momento terrò la capsula disidratata, e quando troveremo un posto adatto per il mio Covo Malvagio, controllerò le altre informazioni”, affermò, togliendo il binkey dalla navicella, riassemblando la pistola, e per poi disidratare di nuovo l’astronave.
Minion annuì, capendo le sue ragioni.  

Nei giorni successivi, cercarono nella zona industriale abbandonata, per un buon posto dove piazzarsi col Covo principale, e finalmente trovarono il luogo giusto.

Era un’enorme centrale elettrica. Scassinarono le porte, e videro che era pieno di pezzi di metallo, turbine, ed altro materiale relativo all’elettricità.

Il cervello fenomenale di Megamind era già al lavoro, vedendo la potenzialità del posto.
Con un’espressione luminosa, e un ghigno enorme, disse, “Questo è PERFETTO! È pieno di materiale grezzo, ed ho già qualche idea!”, prendendo Minion per le mani, e roteando con gioia.
Anche Minion era felice, ed aveva un enorme ghigno dentuto.

Così cominciarono a lavorare, e dopo un po’ di tempo, il posto parve meno incasinato, ma era in ogni modo pieno di cianfrusaglie, che Megamind usava per le sue invenzioni.

Dopo un po’ cominciarono a costruire il suo appartamento, al secondo piano dell’edificio, e mise la capsula e il binkey in una stanza, nell’attico.
Di quando in quando, controllava l’enciclopedia, ed era molto curioso a proposito del “LEGAME”, che avevano scoperto molti anni prima, quando erano in prigione.

 Così premette il bottone giusto, e quando la voce femminile disse, “quale argomento?”, lui disse, “LEGAME” (aveva scoperto che la voce femminile era quella di sua madre, e l’enciclopedia era attivata dalla voce).

 
Sua madre disse, “Il “LEGAME” è una cosa molto importante per la nostra razza. Significa che, se tu sei legato a qualcuno, puoi fidarti ciecamente di quella persona, o creatura. Non è un dono intrusivo, e tu puoi controllare i sentimenti di quel qualcuno legato a te, concentrandoti e pensando a quel qualcuno. Puoi creare un LEGAME stando vicino a qualcuno per lungo tempo, ma solo se i vostri spiriti sono sulla stessa lunghezza d’onda, come amici di lunga data, o anime gemelle. Se è la seconda, tu puoi fidarti molto in profondità di questa persona, perché lei è la tua metà perfetta”, e così l’informazione finì.
A quella dichiarazione, Megamind si accigliò, sapendo che nessuna ragazza sul pianeta sarebbe voluta stare con lui. 


Aprì gli occhi, guardando il soffitto, con un’espressione perplessa. Perché diamine ho avuto questo “sogno” adesso? Mmmh…magari l’ho fatto perché Roxanne mi ha chiesto quelle cose a proposito del mio nome?pensò.
Stette così per un po’, e poi controllò l’orologio a muro. Incredibilmente erano le nove di mattina, così inarcò un sopracciglio, e poi si sedette sul letto, a gambe incrociate.

”Controlliamo Roxanne”, affermò, chiudendo gli occhi, e concentrandosi su lei.
Controllò velocemente i suoi sentimenti, e scoprì che era sveglia.
Un pochino sorpreso, saltò giù dal letto, indossò le pantofole a pipistrello, ed andò verso la sua camera.

Era di fronte alla porta, pronto ad aprirla, quando si aprì prima che potesse toccare la maniglia, e guardò una Roxanne insonnolita, che stava sbattendo gli occhi, cercando di mettere a fuoco.
 
“Giorno, Megs”, lei disse, sbadigliando.


Lui sorrise dolcemente, guardandola nella sua camicia da notte, e pantofole nere e pelosette, non così dissimili dalle sue.
Aveva pure i capelli scarmigliati, e lui sorrise a quella visione, pensando che era molto carina, e che lui era un uomo fortunato ad averla.
 
“Giorno, tesoro, dormito bene?”

Lei fece un sorriso insonnolito. “Sì…ma ho fatto un sogno davvero strano. Magari te lo racconterò, quando sarò del tutto sveglia”, lei disse, baciandolo sulla guancia, ed andarono verso la cucina, dove c’era già Minion.
 
“Oh…buon giorno! Dormito bene?”, lui chiese con entusiasmo, preparando la colazione: caffè forte, per il suo principale, con molto zucchero, succo d’arancia e pancake.
Mise tutto sul tavolo, con qualche vasetto di marmellata ed una bottiglia di sciroppo d’acero.
 
Mangiarono lentamente, godendosi la colazione, e Megamind stava pensando al suo “sogno”, e a quello di Roxanne.
Era curioso a proposito, e voleva sapere se avevano fatto lo stesso sogno.

Dopo colazione, si lavarono e vestirono. Roxanne mise una polo bianca, un paio di calzoni beige, e le sue scarpe da ginnastica.
Megamind prese dei jeans, scarpe da ginnastica blu, e una polo bianca con la sua “M” stampata davanti.  

Roxanne andò nella stanza da letto dell’alieno, e Megamind le chiese del sogno.
Lei disse che non se lo ricordava bene, ma era sicura che fosse il sogno più vivido che avesse mai fatto.
Quando cominciò a narrarlo, lui fu sicuro che era lo stesso “sogno” che aveva avuto, ma per buona misura, la lasciò continuare.
Lei non ricordava bene alcune parti, come quando lui usò il binkey sulla capsula la prima volta, o quando scappò dalla prigione.

Quando lei finì, Megamind aveva un’espressione molto strana: un misto di riconoscimento, sentirsi in pace e qualcos’altro.
Per un po’ lui guardò in un punto non precisato, quindi si riscosse da quello stato, e la guardò negli occhi, come se volesse guatarla, contemplando la sua anima.
 
Quindi disse, “Quello non è un sogno. È parte della mia vita.”
 
Lei lo guardò con occhi spalancati in un’espressione d’incredulità. “Davvero? Ma…ma…com’è possibile?”
 
Luisorrisedolcemente. “È il LEGAME. Ho avuto lo stesso “sogno”. Vieni con me, è ora che tu conosca il mio nome.”
 
Lei sbatté gli occhi, confusa, e lo seguì.
 
Andarono alla fine del corridoio, e poi nell’attico. Megamind aprì la porta ed entrarono nella “Stanza TV”: era un’enorme camera, grande come due stanze di sotto, con mensole per i DVD, tutte intorno ai muri.
A tre quarti della stanza c’era un divano blu, e di fronte un basso tavolino con una superficie di vetro.
Alla fine della camera c’era un televisore piatto di dimensioni colossali, quasi grande come uno schermo del cinema.
 
Lei si fermò, suggestionata, indicando la televisione. “O mio Dio! Dove hai trovato una TV così? Aspetta…non dirmelo: l’hai fatta tu, vero? E che diamine è QUELLO?” lei disse, indicando le mensole con i DVD.
 
“Quanti DVD hai? Wow…sono stupita…di nuovo…davvero!”, lei finì, guardando la stanza con stupore.

Megamind fece un’espressione soddisfatta, dicendo con disinvoltura, “Ah…sì…ho fatto quella TV…e aggiungo anche che ho venduto tanti di quegli schermi televisivi qui a Metrocity…ovviamente più piccoli ma era stato – e lo è ancora – uno dei miei introiti più grandi. E per quel che riguarda i DVD…li ho collezionati attraverso gli anni. Molti sono di Minion, alcuni li ho usati come fonte d’ispirazione per alcuni dei miei piani, ma per lo più sono per intrattenimento. Lo sai…i supercattivi hanno anche bisogno di rilassarsi”, finì con un sorriso furbetto.

Lei ridacchiò. “Oh, certo…Mister Supercattivo…in ogni modo…tutto ciò è fantastico! Quando avremo un po’ di tempo, mi piacerebbe vedere qualche film qui. Scommetto che è come stare al cinema! Ma penso che non è quello che volevi farmi vedere, vero?” lei finì con un sorriso pieno di fiducia, e lui annuì, aprendo una porta posta a metà del muro di sinistra. 

Entrarono in una stanza grande come la precedente; nel mezzo c’era la capsula di salvataggio, posta su una piattaforma cubica.
Lui andò verso una piccola cassaforte, aprendola digitando un codice su un pannello numerico, e prese il suo binkey.

Pose il ciuccio nella cavità, e si sedettero in due sedie, poste di fronte alla navicella.
La luce blu scansionò l’area, e la voce femminile parlò, “C’è una persona non familiare nella stanza. Posso continuare?” così Megamind disse “Sì”, e la proiezione cominciò. 

Quando la riproduzione finì, Roxanne era stordita, e se ne stette così per un po’ di tempo.
Quindi, cominciò a versare qualche lacrima, tirando su col naso, pensando ai genitori di Megamind, che si erano sacrificati per salvarlo, e anche al destino di Megamind.
La sua vita non era stata tutta rose e fiori.

Megamind la guardò con un’espressione preoccupata. “Oh…tesoro…perché stai piangendo?” volle sapere; asciugò le lacrime sulle sue guance, con una mano, e la baciò dolcemente e con leggerezza.

Lei prese un gran respiro, sospirò, e riguadagnò compostezza.
 
“Grazie. Stavo piangendo perché i tuoi genitori si son sacrificati per salvarti, e stavo piangendo anche per te, perché hai avuto una vita così difficile! Che è successo al tuo pianeta, Eiyuu?” lei chiese con espressione dolente. 


Megamind sorrise dolcemente, sentendola dire il suo nome, e l’abbracciò, rilasciandola dopo un po’, per rispondere.
 
“Perché mi ringrazi? E…non serve che piangi. Ammetto che è triste, e piango pure io, pensando che i miei genitori se ne sono andati. E che io e Minion siamo i soli sopravvissuti d’Aosei.”

”Ho visto, dalla mia capsula di salvataggio, che cos’è successo; Aosei, il mio pianeta, e Kinsei, il pianeta di Wayne, son stati risucchiati da un enorme buco nero. La mia navicella è stata spedita per prima, e poi, prima che l’ipervelocità si attivasse, ho visto la sua capsula dorata seguire la mia. Penso che la nostra rivalità cominciò da allora…la sua navicella atterrò sotto l’albero di Natare alla villa degli Scott, e il mio nel cortile della prigione…che destino!”   
 
“Non so veramente perché il buco nero era là…e per me era più simile ad un vortice. Era veramente strano…e non ho trovato risposta nella navicella, e non posso cercarne la causa, perché la mia galassia è molto lontana da qui, e mi serve una tecnologia che qui è impossibile riprodurre. La mia teoria, tuttavia, è che qualcuno abbia creato quel buco nero/vortice; ma non so chi o perché, oppure se la mia teoria è giusta oppure no”, finì sospirando, accasciandosi sulla sedia.
 
Roxanne lo abbracciò. “Ti ho ringraziato perché sei così dolce con me…e voglio farti sapere che sarò sempre qui per sostenerti, sia che tu sia triste, o felice. Una cosa mi lascia perplessa, comunque…tu eri un infante, quando i tuoi genitori ti misero in quella capsula con Minion, giusto? E tu ricordi quei fatti…com’è possibile?” lei chiese, perplessa.

Lui ghignò, indicando il suo testone blu. “È possibile grazie al mio cervello particolare. Avevo solo otto giorni, ma il mio cervello era già in grado di elaborare molte informazioni. Ed il mio intelletto era superiore, comparato con quello degli umani. Un esempio su tutti: ho fatto quello che ho chiamato il “TRICICLO DEL DISASTRO”, all’età di ventidue giorni! Era un triciclo fatto di targhe automobilistiche, saldate assieme, con il mio binkey sul manubrio!”

Lei era un pochino sconvolta a quella rivelazione. “Aspetta un attimo…hai usato un saldatore e altri attrezzi a quell’età? Questo è incredibile!” disse scuotendo la testa.
 
Megamind fece un’espressione sdegnata. “Se non mi credi, chiedi al direttore. Ricordo molto bene la sua faccia, quando ho rotto uno dei muri della prigione, con quell’aggeggio! Ah…quello era stato divertente! E quando ero a sciuola, mentre gli altri imparavano le filastrocche, io stavo perfezionando la mia pistola disidratante. Diciamo che uniformarmi agli altri non se ne parlava nemmeno”, lui finì sospirando tristemente.
 
La reporter scosse la testa. “Beh…sei un genio! Era ovvio che tu eri superiore a loro! Parlando della tua pistola…nel “sogno” ricordo vagamente che l’hai usata per scappare dalla prigione, giusto? Stavo pensando a come sei riuscito a riportarla nella cella. Voglio dire…son sicura che le guardie ti perquisivano, ogni volta che ritornavi in prigione da scuola”, lei gli chiese, sicura che gli avrebbe tirato su il morale.

Come lei aveva previsto, lui fece un ghigno gioioso. “Ah…grazie, grazie! E sì…le guardie cercavano sempre oggetti illegali su di me. Ma io ero più scaltro di loro, e smontavo sempre la pistola, prima di tornare in cella. Che genio!” 


Lei roteò gli occhi. “Ok…Mister Supergenio, per favore…continua con la storia. È molto interessante”, lei disse sorridendo.

Lui fece un’espressione furbesca. “Beh…le ultime parole che mio padre disse furono “Ti sei destinato alla…”, cosa non so proprio, perché il portello della capsula si chiuse ed io fui sparato nello spazio. Pensavo che tutto quello che stava succedendo fosse il mio destino. Ero atterrato in prigione, e tutti continuavano a dirmi che ero un combinaguai, e che ero differente da loro. Così ho creduto che il mio destino fosse di essere un criminale! Fortunatamente, grazie a te, adesso so che posso creare il mio destino, e adesso son felice!” lui finì con un sorrisone.
 
Roxanne gli sorrise, e lo baciò con dolcezza e completamente, sentendolo sorridere.
 
Si baciarono per un po’, con gli occhi chiusi, poi li aprirono contemporaneamente, e si staccarono dal bacio, guardandosi negli occhi per un po’.
 
Megamind sospirò in modo sognante. “Lo sai che non son mai stufo di guardarti, o baciarti? Oh…ti amo così tanto! Mi stavo chiedendo se, un giorno, sarò…stufo di te. NO! Son sicuro che ti amerò per TUTTA la vita! Oddio! Ho realizzato che ti ho detto una cosa che solo un molestatore poteva pensare!” lui finì con un’espressione inorridita.
 
Lei ridacchiò, e sorrise dolcemente. “Oh…Eiyuu…ti amo anch’io in quella maniera, e penso che l’unico molestatore nella mia vita fosse quell’IDIOTA di Hal! Ugh…prima mi ha stressato come cameraman, facendo stupidi ed inquietanti commenti, oppure invitandomi a casa sua ad una “festa”, con solo noi due…e un fotografo di matrimoni! E quando aveva i superpoteri, mi ha quasi ucciso,
tentando di “salvarmi”, e mi ha lasciata in cima alla Metro Tower! Son stata davvero fortunata che ci fossero le chiavi per le porte. Ah…per non parlare del casino che ha lasciato nel mio appartamento! Superviscido! Fortunatamente adesso è in prigione…”

Dopo aver ascoltato il suo sfogo, Megamind fece un’espressione preoccupata. “Scusa, Roxanne, quella è stata anche colpa mia. Quando ero travestito da “Padrino Spaziale”, gli ho detto che se avesse salvato la ragazza dei suoi sogni, sarebbe stata sua. Non sapevo che eri tu”, finì con la sua espressione di cucciolo bastonato.

 La brunetta lo guardò, con un’espressione triste, ed un mezzo sorriso, e gli carezzò la guancia.
 
“Oh…tesoro…son dispiaciuta pure io. Te l’ho data io l’idea che gli eroi possono essere creati, e se non fossi venuta al Covo, quell’incidente non sarebbe successo, e Hal non avrebbe guadagnato i poteri di Metro Man.”

A quella dichiarazione l’alieno blu fece un’espressione pensierosa. “Questo è vero, ma così non ti avrei conosciuto, e tu non mi avresti conosciuto, etcetera…”, lui le disse con mezzo sorriso.
 
Lei annuì, e sorrise. “Hai ragione…oh…beh! È inutile piangere sul latte versato, ok?” lei finì, facendo l’occhiolino.
 
Quindi vennero nella parte inferiore dell’appartamento, e Roxanne ricordò qualcosa che doveva chiedere a Minion.
Così andò in cucina, e non trovandolo lì, bussò alla porta della sua stanza, e quando sentì “avanti”, entrò nella camera.
 
“Ciao, Minion! Per caso hai preso tu i vestiti che ho indossato il giorno del disastro?” lei chiese.
 
“Oh, sì, Miss Ritchi. Li ho anche lavati. Ho fatto…qualcosa di sbagliato?” lui rispose e chiese con un’espressione preoccupata.

Lei rise. “No, no…volevo chiederti se puoi disinfettarli. Mi piacciono quei vestiti, ma non voglio indossarli, dopo che quel tipo viscido li ha toccati. Spero che questo non suoni un po’ da pazzi…”, lei finì con un’espressione preoccupata.

 Minion sorrise. “Ah, sì! Ma certo! È perfettamente capibile. Chiederò a Botty di trattarli con uno speciale disinfettante. Il Signore ha inventato quel prodotto per trattare la sua tuta interna ed esterna, ed è una sostanza che tratta sia la stoffa che la pelle gentilmente, senza rovinarli”, lui finì con un’espressione orgogliosa.

Roxanne fece una faccia perplessa. “Chi è Botty? E…tuta interna? Pensavo che indossasse solo la tuta in pelle”, lei chiese con curiosità.


Minion sorrise. “Ah…ma certo…lei non sa. Non è un segreto: molti anni fa, ha creato una tuta aderente che lo proteggeva da vari colpi. Assorbe gran parte del colpo, e la indossa sempre sotto la tuta in pelle. E Botty è il robocervello rosa. Il Signore l’ha creata per prendersi cura anche della casa. È l’unico robocervello con personalità femminile, ed è molto utile qui nell’appartamento, ma aiuta Signore nel Covo e anche in alcuni piani”, lui finì di dire con un sorriso orgoglioso. 

 La reporter annuì, felice. “Ah , sì…mi ricordo. I robocervelli sono un’invenzione veramente intelligente. Ma ho notato che tendono a mordere…magari hanno personalità di cane? Almeno a me sembra così…”

Minion annuì. “Sì, sono una delle invenzioni più vecchie di Signore, e li ha costruiti usando DNA di cane e dandogli un’AI che impara. Sono più dei cyborg che dei robot. Ma non è mai riuscito a fargli smettere di mordere. Pensa che sia il DNA che fa casino con l’AI. In ogni modo, son molto utili.”
 
Roxanne annuì, facendo un’espressione stupita. “DNA di cane? Spero che non abbia fatto qualcosa di terrificante a qualche cane…ma so che non è il tipo, giusto?” lei chiese.

Minion fece un’espressione shockata. “No, no! Di fatto, su suo ordine, ho prelevato diversi campioni da cani randagi, che giravano qua attorno o vicino agli altri Covi. Per avere più varietà di DNA.”
 
La brunetta annuì in maniera comprensiva, e andarono verso la libreria, dove c’era Megamind.
 
Roxanne notò che legato al fianco, c’era la sua de-gun. “Perché la de-gun?” lei chiese.

L’alieno blu fece una faccia stupita.
 
“Perché no? Adesso sono il difensore di Metrocity, ed ho anche una licenza per portarmela dietro!” lui dichiarò con un sorriso orgoglioso.
 
Lei gli sorrise di rimando. “Si…hai ragione. È stato gentile a darti anche quella licenza.”
 
Megamind sorrise, e batté le mani. “Molto bene! Adesso devo andare alla mia banca, per arrangiare i pagamenti per ricostruire Metrocity. Ho già chiamato il direttore per chiamare le solite compagnie di costruzione, e gli ho detto che manderò i robocervelli per aiutare. Così devo solo andare alla banca per autorizzare i pagamenti. Vuoi venire con noi, Roxanne? Hai altre faccende da sbrigare?” lui chiese galantemente. 

Roxanne annuì, sorridendo. “Sì…voglio tenerti compagnia, e devo andare a fare compere, perché non ho molti vestiti e scarpe.”


Megamind annuì lentamente. “Mmmh…si…capisco. Molto bene! Andiamo!”
Ed andarono tutti nel Covo.


Minion chiamò Botty, e le diede istruzioni di disinfettare i vestiti.
Altri robocervelli sciamarono verso Roxanne, facendo bowg in maniera curiosa. Lei era spaventata che volessero morderla, ma notò che stavano ancheggiando verso di lei, come cani.
Così accarezzò uno di loro sulla cupola, e il robocervello fece bowg in maniera felice, facendola sorridere, e carezzò altri robocervelli, che erano vicini a lei. 

Quindi uno di essi le offrì una chiave inglese, e lei fece un’espressione perplessa.
 
Megamind notò la sua faccia. “Prendi la chiave inglese, e tirala”, disse con un sorriso pieno di gioia.
 
La reporter prese la chiave, e la tirò, facendo correre i robocervelli felicemente dietro essa.
 
”Meglio andare, mentre sono occupati con la chiave inglese”, disse Megamind, andando verso la macchina.
 
Quando furono all’interno dell’auto, Roxanne notò che avevano installato le cinture di sicurezza.
 
“Wow! Quand’è che le avete messe?” lei domandò.

Minion rispose, “Ho ordinato a qualche robocervello di montarle, ieri, quando ero in camera mia al PC. Tutti i computer nel Covo, ed anche nell’appartamento, sono collegati ad essi, così posso dargli ordini anche da lì”, lui finì.
 
Roxanne annuì. “Molto astuto! Ed utile, anche. Così, se vuoi controllare qualcosa, senza rischiare, puoi usare questa funzione. Ho ragione?” lei chiese a Megamind.


L’alieno annuì. “Sì…di fatto ho usato questa funzione molte volte, per controllare molte cose, nella mia carriera da criminale. Ed ho usato anche un programma nel PC, che ho inventato io, per arrangiare le mie varie entrate in scena!” finì con un sorriso furbesco.

La brunetta roteò gli occhi, e poi fece un’espressione volpina. “Ci scommettevo che era anche per una cosa del genere. Mmmh…mi chiedo se gli hai usati anche per spiarmi…magari per guardarmi mentre mi cambiavo per la notte.” 

Megamind spalancò gli occhi, e arrossì furiosamente, con il viso che diveniva viola.
 
“Ehm…uhm…ah...NO! Non li ho usati per una roba del genere! Io…ehm…urg…”, ma non riuscì a finire la frase farneticata, perché Roxanne ridacchiò e lo baciò.
Quando si staccarono per prendere aria, lui aveva un’espressione beata e soddisfatta, e l’arrossimento si era ridotto ad un color lavanda solo sulle sue guance.


Roxanne sorrise, e ridacchiò. “Scusa, Eiyuu…non volevo imbarazzarti. So che non saresti stato capace di fare una cosa simile, anche quando eri un criminale. Volevo solo stuzzicarti un pochino”, lei disse facendo la lingua.

Minion fece una faccia shockata, e disse, “Signore! Le ha detto il suo nome vero! Perché? Ehm…senza offesa, Miss Ritchi, ma sono un po’ scosso.”
 
Lei annuì in maniera comprensiva, e Megamind gli spiegò quello che era successo, e Minion annuì.

”Il LEGAME è una cosa davvero speciale.”
 
Finalmente arrivarono alla banca, e prima che entrassero, Megamind vide che qualcosa non era a posto.

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Capitolo 8
*** 8 ***


Megamind si fermò davanti alla porta, con le braccia spalancate. “Aspettate!” disse accigliandosi.
 
Entrambi lo guardarono perplessi. “C’è qualcosa che non va, Signore?” chiede Minion. 
 
Lui annuì, puntando la porta; c’era un cartello “CHIUSO PER RESTAURO”.
 
“Andiamo in macchina!” disse, socchiudendo gli occhi.
 
Quando furono nell’auto, lui disse a Minion, “Controlla le telecamere, per favore”, sogghignando e con gli occhi luccicanti.
 
Minion capì velocemente, e col PC installato in macchina, controllò le videocamere dentro la banca.
Megamind e Roxanne erano nel sedile dietro, verso il lato guidatore, che controllavano lo schermo del PC.
 
Roxanne pareva molto interessata. “Oh…molto subdolo…vedo che hai accesso diretto alle videocamere della banca”, lei disse sorridendo, ed alzando un sopracciglio.
 
Megamind fece un sorriso compiaciuto. “Ah, sì…ma solo qui ed in altre succursali della mia banca. Lo sai…per proteggere il MIO denaro”, finì con tono colpevole, come se fosse una cosa sbagliata da fare.
 
Lei ghignò. “Si…certamente…”, disse con tono ironico, facendolo spostare dalla sua posizione, facendo il broncio.
 
“Ok…ok…a dirti la verità, era anche per…ehm…prelevare soldi. Era il MIO denaro! In ogni modo: guarda…ci sono…degli individui non invitati là dentro”, lui finì, indicando i due rapinatori che erano nella banca.
 
C’erano delle persone all’interno, con le braccia alzate. Uno dei banditi era vicino al bancone, con una pistola puntata al cassiere, che gli stava passando molte mazzette, e il ladro le stava mettendo in un sacco nero.
Il suo socio stava puntando la pistola alle persone dentro la banca.
 
Megamind ghignò, riconoscendo i due rapinatori. “Ahahah! Quei due non imparano mai! Dilettanti…e son sicuro che non sanno del mio nuovo ruolo. Minion, codice: controlla le loro attività recenti, per favore!” lui disse al suo acquatico seguace.
 
 Minion annuì. “Codice: farò una ricerca, Signore!” lui disse ghignando, digitando sulla tastiera del PC.
 
Roxanne aveva un’espressione perplessa, chiedendo, “Conosci quei due? Che hai intenzione di fare?”
 
Lui annuì, sospirando. “Sì…si autodefiniscono “Shark”, quello al bancone, e “Wolf”. Sono veramente dei dilettanti di bassissimo livello, e NON IMPARANO mai. Ormai ho perso il conto di quante volte hanno cercato di rapinare la mia banca”, lui finì scuotendo la sua testa blu. 
 
Lei ridacchiò. “Così, presumo che non è la prima volta che li cacci via”, la reporter chiese.
 
Megamind annuì. “Sì…solo che sta volta, invece che farli scappare, li consegnerò alla giustizia! Minion?”
 
Il pesce alieno sogghignò. “Apparentemente erano in un'altra città. Molto lontano da qui, quando lei ha salvato Metro City da Titan. E son arrivati solo oggi, così magari non sanno del suo nuovo ruolo.”
 
Megamind fece un sorriso soddisfatto. “Molto bene! Roxanne, per favore sta qui mentre faccio il mio lavoro. È più sicuro, ok?” le disse con un’espressione preoccupata.
 
La reporter si accigliò. “Ah…non se ne parla proprio! Non voglio perdermi questa cosa!” lei disse risolutamente, prendendo una macchina fotografica compatta dalla borsetta, e sogghignando. “Lo registrerò per i posteri.”
 
Il difensore blu roteò gli occhi, sospirando. “Anche quando sei in ferie, Miss Reporter Ficcanaso non ti lascia in pace, mia cara?” lui le chiese.
 
La donna curiosa fece un gran sorriso. “Eh…che posso dire. Son così abituata a fare servizi sui tuoi piani, che penso che sia un riflesso condizionato. E, in ogni caso, son sicura che mi difenderai, dolcezza”, lei finì, baciandolo sulla guancia.
 
Dopo quel gesto, lui si ringalluzzì, facendo un ampio sorriso. “Ma certamente! Minion, lei verrà con noi! Ti chiedo di proteggerla, va bene, mio acquatico amico? Conto su di te!” lui finì con espressione serissima.
 
Minion annuì, sorridendo. “Sarò onorato di proteggere Miss Ritchi! Qual è il piano, Signore?”
 
Lui sorrise malignamente. “Perché lo chiedi? Il solito, ovviamente! Solo che stavolta finiranno in prigione, amico mio!”
 
A questa dichiarazione, Minion sorrise in modo orgoglioso, annuendo.
Roxanne usò la funzione video sulla macchina fotografica, mettendosi dietro a Minion, cominciando a registrare.
Megamind stava davanti alla porta, per poi aprirla drammaticamente, estraendo la de-gun dalla fondina, con un gesto da cowboy, per poi puntala contro Wolf.
 
“Fermi dove siete, vecchi miei! Che poso dire, a parte: voi due non imparate MAI!” disse Megamind con il suo miglior sorriso malvagio, godendosi moltissimo questo momento.
 
 Si girarono entrambi, al suono della sua voce, e Shark parlò, “Ah, Megacretino! È bello rivederti. Ma questa volta non interferrai!” disse con una voce un po’ tremante.
 
L’ex criminale ridacchiò, e poi fece una della sue migliori risate cattive.
 
“Perché non son sorpreso a sentirti dire quelle cose? Mmmh…forse perché LE DICI OGNI VOLTA? In ogni caso, questa volta non vi lascerò andare. E lo sapete perché?” lui disse con un ampio sorriso, sparando a Wolf, riducendolo ad un cubo luccicante.
 
“Perché adesso sono un uomo cambiato. Sono un buono adesso…così porterò te, e il tuo partner disidratato, alla giustizia”, finì, sparando anche ad uno shockato Shark.
 
Megamind sorrise con orgoglio, rimettendo la pistola nella fondina, mani sui fianchi e una posizione eretta.
Quindi raccolse i due felloni disidratati, mettendoli in una tasca della sua cintura multiuso.
Le persone nella banca cominciarono ad applaudire, e altre le seguirono, e Megamind sorrise.
 
“Grazie, grazie! Ho solo fatto il mio dovere di protettore di Metrocity”, disse orgogliosamente.
 
Roxanne gli andò vicino. “Bel lavoro, Mister Eroe! Son orgogliosa di te!” lei affermò, sorridendogli.
 
Lui si grattò la nuca, arrossendo. “Grazie, Roxanne. Lo sai che significa molto per me.”
 
Quindi lui si girò verso il direttore della banca, dicendo, “Adesso…per favore, chiami la polizia, così possono portare via questi malfattori.”
 
L’amministratore della banca gli strinse la mano, ed annuì. “Tutto questo è così strano…in ogni caso, grazie Mister Megamind! Li chiamerò subito”, disse, chiamando la polizia.
 
Nel frattempo, alcune persone si congratulavano con Megamind, e fu scambiata qualche stretta di mano.
Dopo un po’ la polizia arrivò, e Megamind li istruì su come reidratare i due.
 
“Quando li ho disidratati, avevano delle pistole, così dovreste reidratarli in una piscina o qualcosa del genere. Così le pistole saranno inutilizzabili, ok?”
 
Annuirono e lo ringraziarono, e poi cominciarono ad interrogare la gente nella banca.
Roxanne diede loro il file del video, come una delle prove; avevano una postazione PC in una delle macchine, e salvarono il file.
 
Il direttore della banca ringraziò di nuovo Megamind, dandogli delle carte di credito e assegni, e Megamind gli parlò a proposito dei pagamenti.
 
Andarono all’esterno della banca, per parlare al capo della polizia di come aveva fermato i due rapinatori.
“Spero che non sia un problema, se ho un collegamento diretto con le telecamere della banca?”
 
Il capo scosse la testa. “Per nulla, Megamind! Penso che sia un’ottima idea. Ti chiederò di piazzare questo sistema anche in altri punti sensibili, se non è un problema per te, ovviamente!”
 
Il difensore scosse la testa. “Oh no! Nessunissimo problema! Darò istruzione ai robocervelli di farlo. Per favore, m’invii una lista dei posti, e sarebbe meglio informarli, così non saranno spaventati dai robocervelli, ok?” lui finì sorridendo, e il capo annuì.
 
Fuori dalla banca c’era anche il sindaco, che si avvicinò a Megamind.
 
“Ah…la stavo cercando! Prima di tutto: i miei complimenti per quello che ha fatto tre giorni fa. Ehm…son rimasto sorpreso quando ho guardato il servizio della situazione fatto da lei, Miss Ritchi. Penso che sappia già che ci riuniremo per discutere i tuoi indulti uno di questi giorni.”
 
“In ogni caso, le lascio sapere che, dopo aver visto anche questo, l’appoggerò in quella discussione. Lei ha fatto un ottimo lavoro qui, e nessuno si è fatto male. Bel lavoro! Ah…e se mi vuole chiedere qualcosa, si senta libero di telefonarmi. Questo è il mio numero diretto”, lui finì, porgendogli un biglietto da visita.
 
Prese il biglietto e strinse le mani col sindaco. “Ehm…grazie, mi sento molto orgoglioso di me stesso in questo momento. E grazie per l’offerta. Penso che la chiamerò uno di questi giorni per qualche…faccenda. Grazie mille!
 
Quindi andarono tutti e tre in macchina, e Megamind aveva un sorrisino sciocco dipinto in faccia.
 
“Wow…sono veramente felice in questo momento. Mi sento soddisfatto…mi piace vincere, invece che perdere”, lui disse sorridendo lietamente.
 
Roxanne sorrise a sua volta. “Son contenta di sentirtelo dire!” lei affermò, baciandolo sulla guancia.
 
Lui s’illuminò, e disse, “Grazie. Adesso…dove vuoi andare, mia cara?” chiese galantemente.
 
La brunetta sorrise. “Vorrei andare al Metro Mall, o altri quartieri commerciali, per comprare vestiti e scarpe.”
 
Megamind socchiuse gli occhi, e fece un’espressione maliziosa. “Ah, sì. E ti accompagnerò! Io…voglio aiutarti con lo shopping, ok?”
 
Lei rimase sorpresa. “Wow! Che decisione coraggiosa! E non sono ironica…veramente vuoi venire con me? Ti avviso che uno dei miei soprannomi è “Regina dello Shopping”, perché compro TANTE cose, in TANTI posti. Riesci ad affrontare quest’impresa?” lei finì, agitando le sopracciglia in maniera provocativa.
 
Megamind le sorrise. “Ma certamente! Ahem…Minion? Posso chiederti di venire con noi? Lo sai…due braccia robotiche possono essere molto utili in questa situazione”, chiese in maniera imbarazzata.
 
Il pesce roboticamente attrezzato ghignò, e rise. “Ma certamente, Signore! Sarei felice di aiutare lei e Miss Ritchi.” 
 
Nel retro dell’auto, Megamind fece una posa orgogliosa. “Minion! Codice: al Metro Mall!”
 
Minion sogghignò. “Codice: al Metro Mall, allora!” e guidò la macchina in quella direzione.
 
Il Mall era un po’ fuori della città, così sperarono che fosse ancora intatto. Non furono delusi, ed entrarono tutti e tre.
Dentro al centro commerciale c’era un po’ di gente, che li guardarono curiosamente per un po’.
 
Megamind era nervoso all’inizio, ma si ricordò il suo comportamento alla banca, così sorrise e si drizzò, guardando le persone intorno a se.
Roxanne sorrise dolcemente, vedendolo così, e gli afferrò la mano.
 
L’alieno blu fu sorpreso, e arrossì un poco, guardandola negli occhi con espressione sognante.
Qualche persona ridacchiò a quella vista, e si rilassarono un pochino.
Entrarono nei vari negozi, e Megamind, qualche volta, era nervoso per via delle occhiate della gente.
Ma la maggior parte delle volte non gli importava, perché era con Roxanne, e stava imparando, lentamente, ad essere felice in quella maniera.
 
Dopo un lungo tempo, furono pieni di borse con compere, sia Megamind sia Minion, e Roxanne era soddisfatta.
 
“Beh…penso che sia abbastanza, per ora…”, lei dichiarò con un sorriso astuto. “Magari potremmo venire qua un’altra volta, quest’autunno…”
 
Megamind gemette. “Sul serio? Mi prendi in giro? Questo è stato stressante E stancante…di più che sconfiggere Titan! Senza offesa, ma ti chiederei di dirmelo qualche giorno prima, la prossima volta, ok?” lui finì, accasciandosi su una panchina nella piazza del Mall. 
 
Lei rise di gusto, e fece una smorfia. “Oh davvero? Vuoi dire che ti è piaciuto di più battere quel viscidone, piuttosto che andare a far compere con me? Son veramente delusa, Mister Eroe…un vero gentiluomo non si comporta così!” lei finì con tono ironico, sorridendo maliziosamente. 
 
Lui la guardò, con un luccichio in quegli incredibili occhi verdi, facendo uno dei suoi sorrisi malvagi.
 
“Oh…Miss Ritchi, ma certo che no! Mi…è piaciuto andare a fare shopping con te. MA non son abituato a cose di questo genere, così ho fatto quel paragone per spiegare i miei sentimenti.”
 
La brunetta annuì ironicamente. “Si…si…questa è una buona scusa…ma sono una donna molto buona, così perdonerò la tua maleducazione”, lei finì ridendo, e lasciandosi cadere vicino al suo ragazzo, allacciando il suo braccio con quello di lui, e appoggiando la testa sulla sua spalla.
 
“Beh…devo ammettere che andare a far shopping con me è un affare molto stancante. Sono orgogliosa di te! E ti ringrazio per aver pagato tutte le mie cose…non era necessario.”
 
L’alieno fece un’espressione gentile. “Ma non è nulla! Sul serio! È il minimo che potessi fare! Dopo tutto, è stata colpa mia la creazione di Titan.”
 
A quell’affermazione lei si accigliò un pochino, e roteò gli occhi. “Abbiamo già discusso questo, vero? Non è tutta colpa tua, lo sai?”
 
Il genio annuì. “Lo so, lo so…ma che razza di…ragazzo sarei, se non pago qualcosina per la mia ragazza?” lui finì arrossendo e guardandola dolcemente.
 
La reporter sorrise gentilmente. “Awww…grazie dolcezza! Sei veramente un ragazzo perfetto. Ah…e grazie anche a te, Minion. Penso che anche tu sia stanco?”
 
Il pescioide guardò la coppia, sorridendo gentilmente. “Oh…grazie, Miss Ritchi! Sono un po’ stanco, ma non troppo. È uno dei vantaggi di avere un corpo robotico”, disse orgogliosamente.
 
Se ne stettero seduto per un po’ sulla panchina, e qualche persona li guardò, qualcuno sorridendo, qualcuno alzando le sopracciglia, ed altri accigliandosi, ma non gli importava.
 
“Sono un po’ affamata. Potremmo mangiare qualcosa qui, o tornare al Covo?” chiese Roxanne.
 
“Per me è uguale…seguirò la decisione di Signore”, Minion disse sorridendo.
 
Megamind si lisciò il mento. “Mmmh…anch’io son molto affamato. Meglio stare qui e cercare qualche ristorante. Qualche volta è un bene che Minion possa riposarsi un poco”, finì facendo l’occhiolino.
 
Minion e Roxanne sorrisero. “Grazie, Signore! Lo apprezzo molto. Cerchiamo qualche ristorante, allora!”
E i due annuirono.
 
Guardarono la mappa del centro, e scelsero un piccolo ristorante, che era al secondo piano.
Si sedettero ad un tavolo fuori dal ristorante, aspettando il cameriere, guardando il menù.
Dopo un po’, il cameriere arrivò, e guardò il trio un po’ sorpreso; ma si ricompose velocemente e chiese loro cosa volevano ordinare
 
Megamind prese una cotoletta di pollo, con patatine fritte, Roxanne una scaloppina con verdure grigliate e Minion dello stufato.
Il cameriere scrisse i loro ordini, annuì, e lasciò il tavolo.
 
Seduti ad un altro tavolino c’era una coppia d’anziani, e la moglie guardò con curiosità il trio.
Megamind notò questo, e con un’audacia che stupì perfino lui, sorrise alla vecchietta, e agitò la sua mano blu.
 
Roxanne fece un’espressione sorpresa, alzando un sopracciglio. “Chi stai salutando?” lei chiese, e l’alieno indicò la coppia d’anziani.
 
La brunetta si girò in quella direzione, e vide la vecchina che sorrideva a loro, e anche il vecchietto.
Lei fece spallucce, e sorridendo agitò la mano in saluto anche lei. Quindi si girò verso Megamind e accarezzò le sue mani, che erano sul tavolo.
 
“Come mai quest’improvvisa audacia, Mister Tipo Timido?” lei chiese con un sorrisetto compiaciuto.
 
L’alieno arrossì leggermente. “Beh…mi parevano amichevoli, ed ho pensato che sarebbe stato carino.”
 
A quell’affermazione, lei fece uno dei suoi sorrisi luminosi. “Molto bene! Mi piace!”
E si sporse in avanti, attraverso il tavolo, per dargli un bacio sulla guancia.
 
Minion all’inizio sorrise, e poi fece un’espressione sorpresa, vedendo quella scena.
 
Megamind spalancò gli occhi, e arrossì, diventando lillà. “Roxanne! Sei sicura che non sia una cattiva idea? Voglio dire…mi piacciono queste cose romantiche…ma ho paura di quello che la gente potrebbe pensare, vedendoti con me”, lui affermò, con la sua solita espressione da cucciolo bastonato.
 
La donna roteò gli occhi. “NON. MI. IMPORTA! Te l’ho detto che ti amo, e dico sul serio! Quindi, non preoccuparti, dolcezza. Mi chiedo come tu possa essere così timido e preoccupato per cose come questa, e allo stesso tempo così ardito ed esagerato! È un mistero anche per una reporter esperta come me! Ma mi piaci perché sei così”, lei finì con un dolce sorriso, e Minion sorrise a sua volta.
 
L’alieno sospirò. “Awww…grazie Roxanne. Significa molto per me, lo sai…e non sarò mai stanco di dirlo. »
 
Poi il cameriere arrivò con i loro piatti, mangiarono, e Megamind pagò per tutti e tre, poi andarono verso il parcheggio, per tornare al Covo.
Il nuovo difensore di Metro City voleva fare delle cose importanti là.

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Capitolo 9
*** 9 ***


Arrivarono al Covo, e Megamind fece qualche chiamata al telefono: al direttore, per fare un programma di guide per lui e Minion, e poi il sindaco, per chiedergli qualcosa sui nascondigli di riserva.
Nel frattempo, i robocervelli portarono tutte le borse della spesa nella camera di Roxanne.
 
“Pranto! Sono io, Megamind. Devo chiederle qualcosa, come le ho detto prima, alla banca. Ho occupato alcuni magazzini nel mio…ahem… “periodo di criminale”, e volevo sapere se potevo tenerli. Non sarebbe un problema, per me, pagare una quota. Ed anche per il mio Covo principale. Ehm…vivo qui, e…ah…sì…oh, questo va benissimo, grazie! Sì, grazie, la mia mail è megamind@gmail.com. Le spedirò la lista. Grazie.”
 
Minion e Roxanne fecero un’espressione perplessa. “Che hai chiesto al sindaco?” lei chiese.
 
“Lo sai, per via delle varie volte in cui ti ho rapita, che ho più di una sede di lavoro. Questo è il Covo Principale, ma anche gli altri sono utili, perché son pieni d’invenzioni. Così ho chiesto al sindaco se potevo tenerli, pagando una quota.”
 
“Ha detto che controllerà la lista, e mi dirà se il pagamento è necessario oppure no. ED ha aggiunto che è meglio se il Covo Principale rimanga segreto, così non devo pagarlo”, l’alieno finì con un’espressione luminosa.
 
Roxanne sorrise, e poi divenne seria. “Allora è meglio nascondere quel falso osservatorio sul tetto. Se io l’ho scoperto, anche qualcun altro potrebbe”, lei finì con un’espressione furbesca.
 
L’alieno si grattò il mento. “Hai ragione! Ma…penso che tu abbia scoperto questo segreto perché sei sorprendentemente intelligente!” lui disse sollevando un sopracciglio.
 
La reporter fece un’espressione civettuola. “Che adulatore. Ma penso che sia in ogni caso una buon’idea nasconderlo.”
  
Quindi il genio blu andò al PC a mandare la mail al sindaco, e poi batté le mani. “Torniamo a lavorare! Prima di tutto, il corpo di Minion!”
 
Così andò verso il corpo robotico, e cominciò a lavorarci sopra, mentre Roxanne guardava con curiosità; con l’aiuto di Minion e di alcuni robocervelli finì il lavoro celermente, e mise il suo acquatico aiutante nella tuta migliorata.
 
“L’ho fatta più resistente, così non rischi la tua vita, mentre difendiamo la città. E poi ho aggiunto alcune funzioni minori, come un sistema filtrante migliore e un riscaldamento per l’acqua quando viene l’inverno”, lui disse, sorridendo.
 
Minion sorrise a sua volta. “Grazie, Signore! Sarà un piacere aiutarla a difendere la città! Adesso andrei nella mia camera, a dare alcuni ordini ai robocervelli, per la ricostruzione della città, va bene?”
 
Megamind annuì. “Va bene…dì loro di andare vicino agli edifici distrutti, ed aspettare le compagnie di costruzione, grazie.”
 
Il pescioide annuì, ed andò verso l’ascensore.
 
“Roxanne, vuoi visitare le altre stanze dell’appartamento?” Megamind le chiese.
 
Lei sorrise. “Ma certamente! Sarà un piacere!” lei disse con calore, e l’alieno le sorrise.
 
Salirono alla lussuosa dimora, e Minion stava andando nel corridoio, verso la sua camera.
Megamind prese a braccetto Roxanne e la guidò verso la sua stanza da letto.
 
“Hai già visto la libreria. Molto impressionante, vero? Ho comprato tutti questi libri nel corso degli anni. Qualcuno è nuovo, altri son molto vecchi, ed alcuni li ho comprati quando facevano dei saldi nelle vecchie librerie o alla biblioteca.”
 
“Ho molti libri peculiari qui. Ah…ovviamente li ho comprati tutti usando il mio denaro guadagnato in modo onesto. Anche se alcuni li ho effettivamente usati per aver idee per le mie invenzioni malvagie.”
 
La brunetta annuì. “Si, Mister Egomaniaco, è tutto molto impressionante”, lei disse con un sorrisino.
 
Megamind inarcò le sue sopracciglia, e la portò verso la balconata. “Qui c’è il balcone, che è proprio sopra il Covo. Ho rimosso parte del pavimento, per usare lo spazio per appendere alcune delle mie invenzioni malvagie. Ne puoi vedere alcune: qualcuna non è ancora finita, ed altre sono distrutte da Metro Scemo. Non ho avuto mai il tempo per ripararle, e in ogni caso son solo fallimenti…”, l’alieno finì con una triste espressione.
 
Roxanne appoggiò la mano sulla sua spalla, per confortarlo. “Oh…Eiyuu, mi ricordo alcune di quelle invenzioni. Alcune erano molto ingegnose, ed inoltre Wayne era più il tipo “distruggi prima, chiedi dopo” …lui davvero non capiva le funzioni delle tue invenzioni. Così io penso che dovresti controllarle e ripararle, perché son sicura che potrebbero esserti utili per il tuo lavoro di eroe”, la reporter affermò, con un sorriso fiducioso.
 
Lui fece un sorriso enorme, e si mise a schiena dritta, tutto orgoglioso.
 
“Lo pensi veramente? Beh, si può sempre tentare…in ogni modo: andiamo avanti col giro. Qui c’è la mia scrivania, e qui la mia camera. Ma l’hai già vista”, e dicendolo andò verso la porta che conduceva al corridoio, ma fu fermato da lei, che lo stava riportando verso la sua stanza.
 
“Son molto curiosa a proposito di quegli arazzi”, lei spiegò.
 
L’alieno blu era molto lieto, e così andarono nella camera. “Sono personalizzati, Minion li ha creati, e rappresentano il mio arrivo sulla Terra. Il primo illustra i miei genitori che mi mettevano nella capsula.”
 
“Il secondo il “buco nero”.”
 
“Il terzo, quarto e quinto il mio viaggio ad ipervelocità con la “compagnia” di Mister Perfettino.”
 
“Ed il sesto, il mio arrivo nel cortile della prigione. I primi tre nascondono il bagno, il mio guardaroba ed un ripostiglio con equipaggiamento medico che ho comprato.”
 
Dicendo così, aprì la prima porta, rivelando un bagnetto uguale a quello alla fine del corridoio, e poi aprì il ripostiglio, rabbrividendo vedendo il contenuto.
 
Roxanne notò il suo comportamento. “Qual è il problema, Eiyuu?” lei chiese con un tono preoccupato.
 
L’alieno respirò profondamente, chiuse la porta, e si sedette sul letto, accasciandosi un pochino.
La ragazza si sedette alla sua sinistra, e circondò le sue spalle col braccio, per consolarlo.
 
Il genio sospirò nuovamente. “Beh…mi sento alquanto stupido a comportarmi così…ma ho paura dell’equipaggiamento medico. Soprattutto degli aghi. Ho guardato anche troppi film di fantascienza, dove alieni vengono torturati o sezionati. La cosa divertente e triste al tempo stesso è che, quando ero un ragazzino non avevo paura di far analisi del sangue o cose di questo genere”, lui finì, accasciandosi ancora di più.
 
Roxanne sorrise affettuosamente. “Oh…tesoro…non preoccuparti! È comprensibile. Ma penso che dovresti imparare a non essere spaventato da queste cose, o potresti impazzire, se continui a tenere questo atteggiamento verso di esse. Ed io ti aiuterò”, lei finì sorridendo e carezzandolo.
 
Megamind sorrise dolcemente, e arrossì. “Grazie, Roxanne. Sarò felice di essere aiutato. Adesso andiamo avanti col giro!” lui disse allegramente.
 
Andarono verso il corridoio, e poi nella prima stanza a destra. “Questa è la “Stanza della Musica”, lui disse, facendo un gesto circolare col braccio.
Lei spalancò gli occhi, stupita, lasciandosi sfuggire un ansito di sorpresa.
Davanti alla porta c’erano quattro seggiolini imbottiti; nel centro, sopra una piattaforma quadrata, c’era un pianoforte a coda.  
 
Ai quattro angoli c’erano degli amplificatori molto grandi; appoggiato al muro sinistro c’era uno stereo completo, con lettore CD, giradischi, radio e lettore di casette audio.
C’era una vetrina piena di CD, dischi in vinile e audiocassette, appoggiato al muro di fronte alla porta.
E sul muro a destra, c’era un'altra vetrina piena di strumenti musicali, come chitarre, chitarre elettriche, ecc.
Inoltre i muri erano tappezzati con materiale insonorizzante.  
 
Roxanne sbatté un attimo le palpebre, e poi ritrovò di nuovo la voce. “Wow…fantastico! Mmmh…per caso suoni il pianoforte? E che collezione di CD, dischi in vinile e audiocassette! Wow…solo wow…e tutti quegli strumenti! Mi piace proprio scoprire queste cose su di te”, lei finì sorridendo teneramente.  
 
Per rispondere alla sua domanda, Megamind andò al pianoforte, e cominciò a suonare “Per Elisa” con maestria.
Quando finì, si girò verso di lei con un sorrisino.
 
“Questo risponde alla tua domanda? E grazie…mi piace molto la mia collezione di musica. Mi piace molto ascoltare i vinili, perché hanno una qualità del suono che ne i CD, ne le cassette possono eguagliare. E qualche volta suono altri strumenti per rilassarmi o solo per divertimento. Magari un giorno potrei esibirmi per te”, lui finì agitando le sopracciglia.
 
Lei sorrise. “È una promessa? Mi piacerebbe vedere una tua performance.”    
 
Poi uscirono dalla stanza, e l’alieno aprì la porta di fronte a loro, rivelando un giardino interno. Lei ansimò nuovamente di sorpresa alla vista.
 
La stanza era a soffitto alto ed era un giardino a due piani.
Alla sinistra della porta c’era uno stagno, con piante acquatiche come loto e ninfee.
Ai lati del laghetto c’erano piante come papiri e canne.
 
Sullo stesso lato, dopo lo stagno, c’era un giardino zen, con la tradizionale sabbia bianca con le onde, e qualche “isola”, formata da tre rocce posizionate a mezzaluna, da grande a piccola.
Sopra le rocce c’erano tre tipi differenti di bonsai: un ciliegio sulla roccia piccola, un acero su quella media ed un pino su quella grande.   
 
Sul lato destro della porta c’era una scala metallica.
I gradini erano di forma rettangolare, con delle barre di ferro che passavano in mezzo alla “cornice” in una formazione a griglia.
La ringhiera era anch’essa fatta di metallo, con un bellissimo disegno a spirale fatto con un nastro di metallo.
 
Vicino e sotto la scala c’era una fontanella, circondata da quattro cuscini.
Nell’angolo in alto a destra c’era un tavolino esagonale, circondato nella zona angolare da una poltroncina imbottita e due sedie erano agli altri angoli, una vicino alla fontanella, e l’altra vicino al giardino zen.   
 
Il tavolino era in stile Art-Nouveau; intorno al bordo c’era una “cornice” con delle sottili foglie ad S.
Dal centro partivano sei steli ad S, che finivano a sei iris, che erano piazzati all’interno di un esagono più piccolo, agli angoli.
 
Tutto il tavolino era fatto di vetro colorato: giallo e viola per gli iris, verde per gli steli e foglie, nero per il bordo, e bianco sporco per l’esagono interno, tutti i pezzi circondati da cornici di piombo.  
 
Megamind sorrise, compiaciuto dalla reazione di Roxanne, e indicando la fontana coi cuscini, disse, “Qualche volta vengo qua a meditare. Quando vuoi imparare ad usare il LEGAME, verremo qui. O se vuoi godere di un po’ di relax, puoi sederti qui”, lui finì, indicando il tavolino.
 
Roxanne stava ancora a bocca aperta a quella vista, e dopo un po’, si ricompose.
“Wow! Questo giardino interno è davvero meraviglioso! E sarà un piacere usare il “posto per meditare” e il tavolino. È Art-Nouveau? È davvero bellissimo...dove l’hai preso? Giusto per curiosità…”
 
Lui sorrise orgogliosamente. “Beh…quasi tutte le cose che hai visto in questo appartamento son fatte da me o Minion. Tutto il giardino interno l’ho fatto io, incluso il tavolino. Ti piace?” lui chiese sorridendo.
 
Lei spalancò ancora di più gli occhi. “L’hai FATTO tu? Fantastico! Come ho detto nella “Stanza della Musica”, sarò contenta di scoprire altre cose come questa su te”; lei finì con un dolce sorriso.
 
Megamind annuì, ed arrossì. “Grazie mille. Son MOLTO felice che ti piaccia. Vieni”, disse, andando verso le scale.
 
Arrivarono la secondo piano, e c’era una serra, circondata da una passerella. La passerella era come gli scalini, una cornice metallica con barre metalliche che s’incrociavano in forme romboidali. La serra aveva quattro porte, una per ogni lato, e dentro c’erano piante tropicali, alberi (come palme), felci e orchidee.
Nel mezzo c’era un alto vaso, con una felce, ed era circondato da una panchina imbottita.
La luce proveniva da delle lampade, poste in punti strategici, fuori della serra.
 
“Visto che non c’è molta luce naturale, ho messo delle lampade speciali, che simulano i raggi solari. Dentro la serra ci sono diversi irrigatori per tenere l’umidità al giusto livello”, lui le spiegò.
 
Lei annuì, comprendendo. “Si, ho visto le lampade. E bel lavoro anche con la serra”, lei finì con tono colpito.
 
Scesero le scale, e andarono nel corridoio. Lui aprì la porta alla sua sinistra.
"Qui c'è il Bagno Maestro, ma lo hai già visto, vero?"
Lei annuì. "Sì...hai fatto tu anche questo? È veramente bellissimo! Un giorno proverò la vasca con idromassaggio. Ho usato quella giapponese, l'altro giorno."   
 
A quella dichiarazione, lui sorrise orgogliosamente. "Buona scelta! Io e Minion usiamo la vasca tradizionale come una piscina, qualche volta. A Minion piace molto, di più che il suo acquario. E a me piace tenermi in forma", lui disse con un ghigno, e Roxanne ridacchiò. "Beh...funziona!"  
 
Quindi, andarono nella stanza degli ospiti, e Roxanne chiese, "Hai fatto i mobili anche qui?"
Lui scosse la testa. "No…li ho comprati in un negozio di cose usate, e li ho ristrutturati. Ho fatto la filigrana nelle chiavi, comunque. Erano troppo semplici per i miei gusti, così le ho cambiate. E Minion ha fatto i sacchettini con la lavanda. È molto bravo a fare quelle cose", lui finì con un sorriso amichevole.
 
Lei fece un'espressione divertita. "Siete tutti e due fantastici. Davvero non pensavo che tu potessi fare delle cose così belle. Ma non avrei dovuto essere così sorpresa, vedendo la tua pistola disidratante. È un’opera d'arte...come il resto dell'appartamento. E Minion ha il dono di cucinare dei deliziosi pranzi, e cucire cose per te. Wow..." lei finì con un sorriso lieto.
 
Megamind fece un'espressione imbarazzata, guardando in basso e grattandosi la nuca. "Ahem...grazie...è solo una distrazione per me...un modo per fuggire alla pressione di essere un criminale. Beh...adesso sono buono, ma penso che essere un eroe sia lo stesso stressante. Mmmh...hai già visto la cucina e la stanza di Minion, vero?" lui finì con espressione interrogatoria.
 
Lei annuì. "Sì. Ho notato che nella cucina i mobili sono degli anni '50, ma le attrezzature sono moderne, vero?"
Lui fece un sorriso sornione. "Ah-ha! Miss Reporter Ficcanaso in azione, presumo? In ogni caso, sì. Ho preso i mobili in una rivendita dell'usato, e ho installato componenti moderni. Il frigo è stato un po' complicato, ma ne ho comprato un altro, l'ho smontato ed ho assemblato tutti i pezzi insieme per fare la copertura per il frigo nuovo. Che genio!"
Lei roteò gli occhi. "Si, Mister SuperEgo, hai fatto un lavoro splendido con quella cucina...ed anche il resto della casa", lei finì con un sorriso tenero.
 
"E hai già visto l'altro bagnetto e l'attico vero?" Megamind le chiese.
La brunetta annuì, mentre andavano verso la camera di Megamind.
Qua si sedettero sul suo letto, e lui la guardò con un sorriso lieto, le prese gentilmente il viso con entrambe le mani, e si sporse in avanti.
 
Si guardarono negli occhi, e lui deglutì, quindi si sporse in avanti, e la baciò teneramente, mordicchiandole le labbra.
Avevano gli occhi chiusi, e Megamind fece scivolare fuori la lingua, separando le sue labbra, e le loro lingue danzarono assieme.   
 
Dopo un po' aprirono gli occhi, e si contemplarono a vicenda per un poco, poi si separarono dal tenero bacio.
Megamind aveva, come sempre, un’espressione di puro rapimento estatico, sospirò, e Roxanne fece un’espressione sorniona. “Non sei abituato nemmeno a questo, vero? Ma son rimasta impressa dalla tua iniziativa, comunque.”
 
Lui arrossì un pochino. “Ehm…sì…beh…tu sei la mia prima ragazza, dopo tutto, e nessuno, a parte te, mi aveva mai baciato. Così…sì: non son abituato a questo. Non solo ad essere baciato, ma anche abbracciato in quella maniera. In prigione era impossibile che qualche carcerato mi abbracciasse, e il direttore era più uno da “pacca sulla spalla”. Mi ricordo di quando il direttore mi coccolava quando ero più giovane, ma era normale. E anche Minion…quando ero giovane si accoccolava vicino a me, quando era ancora nel suo vecchio habitat, e quando ho cominciato a costruire i suoi corpi robotici non era molto abbracciabile. Così…penso che dovrò abituarmi. E spero che tu mi aiuterai”, lui disse con fare timido, e poi con un sorriso furbetto.   
 
Lei rise. “Penso che dovrò abituarmi anch’io al tuo comportamento. Come ho detto prima: un momento sei tutto timido e arrossisci, e un momento dopo sei come un ragazzino che combina marachelle. Anche se l’ho già detto prima, mi piaci perché sei così, e continuerò ad dirlo, perché è la verità”, lei finì, abbracciandolo.  
 
Stettero così per un po’, e poi Megamind parlò, “Vuoi cominciare le lezioni di meditazione?” e lei fu d’accordo, così prima si cambiarono mettendosi dei vestiti comodi, e poi andarono nel giardino, e si sedettero a gambe incrociate sui cuscini intorno alla fontana.
 
Megamind cominciò a spiegare. “Ok, la prima cosa che devi fare è raggiungere uno stato di trance. Cerca di rilassarti, ascoltando il suono della fontana. Quello aiuta. Inspira dal naso ed espira dalla bocca. Quando raggiungerai lo stato giusto, e te ne accorgerai perché sentirai solo il tuo respiro regolare e la fontana, comincerà la seconda fase. Conta che non è così semplice, non essere delusa se non funzionerà la prima volta. In ogni modo, per la seconda fase puoi concentrarti su qualcosa come una palla rossa. E questo è tutto, per adesso.”
 
Lei annuì, e si mise in una posizione più confortevole. Chiusero gli occhi, e cominciarono a respirare regolarmente e lentamente, e Megamind raggiunse con facilità uno stato concentrato, e continuò a respirare in modo regolare, per andare in trance.
Roxanne si fissò sul suono dell’acqua, respirando lentamente e rilassandosi. Dopo un po’ raggiunse uno stato di profonda rilassatezza, e si fissò sul respiro regolare del suo ragazzo blu, raggiungendo la trance.
Cercò di pensare alla sfera rossa, e dopo un po’ cominciò a vedere la palla, e si concentrò su essa.
 
Quasi perse la concentrazione, quando la palla cominciò a saltare. Si accigliò, sempre con gli occhi chiusi. E cercò di fermare la sfera, concentrandosi ancora più.
Il pallone rimbalzò ancora più selvaggiamente, e lei perse la concentrazione. “ARGH! STUPIDA PALLA!” lei gridò, aprendo gli occhi all’improvviso.
 
Megamind ansimò. “Che succede, amore? Mi hai spaventato…” disse, respirando affannosamente.
Lei si girò verso lui. “Ehm…per spiegarti quello che sta succedendo devo confessarti che ero già in grado di meditare, ma ero un po’ arrugginita e non sapevo se ero ancora capace di usare quelle tecniche avanzate. In ogni modo…son stata capace di visualizzare la palla, ma questa è la prima volta che la sfera rimbalza in quella maniera!” gli disse con tono esasperato.   
 
Lui la guardò con uno strano sorriso, e occhi spalancati, e poi cominciò a ridere come un matto. “Oh, scusa Roxanne, ma penso che sia colpa mia. È il LEGAME. Adesso ti spiego. Tu hai detto che eri già capace di visualizzare la palla, giusto? Penso che tu abbia visualizzato la mia palla, perché stavo concentrandomi su essa, e mi piace farla rimbalzare tutt’attorno. Penso che ti sia collegata con me, perché siamo vicini, ed hai pensato alla palla, e il LEGAME si è formato.”  
 
Roxanne sbattè le palpebre a questa sua spiegazione. “Mmmh…sì…magari hai ragione. Wow…il LEGAME è davvero una cosa incredibile. Addestriamoci di nuovo, ok? Giusto per controllare.”
Lui annuì, e si concentrarono nuovamente, e questa volta lei raggiunse quel livello velocemente.
Lei vide la palla, e la osservò. La palla cominciò a ballonzolare, così seppe che era quella di Megamind.
Si concentrò per visualizzare la propria palla, che era ferma. Si concentrò su essa, e cominciò a farla rotolare.
Sorrise, sempre in quello stato di trance, e fece rimbalzare un pochino la palla, quindi sorridendo ampiamente, cercò di lanciare la sua palla verso quella di Megamind, e rimbalzarono tutte e due.
 
Tutt’e due aprirono gli occhi, sussultando. “Proviamo il collegamento! Ma stiamo in due posti separati. Tu stai qui, ed io vado nella serra. Comincia tu, poi chiamami, ok?” l’alieno blu disse, con tono eccitato, andando su alla serra.
 
Lei si concentrò nuovamente, visualizzando Megamind, e percepì che era rilassato e felice, e sorrise.
Poi gridò “OI!” e Megamind cominciò a concentrarsi, visualizzando Roxanne, e percependo che era curiosa e rilassata, e poi scese dalle scale, per incontrarsi con lei.
 
“Tu eri felice e rilassato, vero?” lei gli chiese, quando fu vicino a lei.
L’alieno blu annuì, sorridendo. “Sì…incredibile! Son sempre allegro e rilassato, quando vado nella serra. E tu eri curiosa e rilassata, vero?”
Roxanne annuì. “Sì…stavo guardando il giardino zen. È veramente bello, nella sua semplicità.”
 
Tutt’e due sorrisero, e lui fece un sorrisino sornione. “E perché non mi hai detto che ti piaceva fare meditazione?”
Lei fece la linguaccia. “Beh…come ho detto prima, ero un po’ arrugginita, e non sapevo che tecnica usavi per meditare, così non te l’ho detto. Son parecchio sorpresa di me stessa, in ogni caso. Era come se non avessi mai smesso di meditare”, lei disse, con tono divertito.
 
Megamind la guardò, sorridendo. “Per curiosità, perché meditavi? Senza offesa…ma non mi sembri il tipo”, lui finì con espressione dubbiosa, alzando un sopracciglio.
Lei sospirò. “Beh…sai…il mio lavoro è piuttosto stressante a volte, e se devo dirti la verità, ho cominciato quando tu hai cominciato a rapirmi. Il lavoro più i rapimenti, in quel periodo, mi fecero diventare parecchio nervosa, così ho cominciato quel corso di meditazione. Dopo un po’ divenni abituata al mio lavoro E ai tuoi continui rapimenti, così lasciai perdere la meditazione”, lei disse, con un sorriso sicuro di sé.
 
Lui fece uno dei suoi sorrisi malvagi. “Ah…è così? Ti sei abituata ai miei rapimenti, eh? E magari era perchè ero – e sono – diabolicamente bello?” lui finì, agitando le sopracciglia in maniera derisoria.
Lei rise brevemente. “Non voglio raffreddarti, ma avevo realizzato che tu non mi mettevi davvero in pericolo, e nemmeno altra gente, con i tuoi “piani malvagi”, così mi rilassai, e gradii veramente i tuoi spettacoli. Devo ammetterlo. L’unica persona a cui volevi far male era Metro Man, vero?” lei disse, prima con espressione maliziosa, e finendo con una risatina.
 
Megamind s’imbronciò un po’, con un'espressione offesa. "Oh...davvero? Devo dire che io sono un po’ deluso da questo...ma tu ha detto che ti piacevano i miei spettacoli, quindi ti perdonerò”, lui concluse, sospirando in modo snob.Roxanne ridacchiò, poi rise, colpendolo su un braccio. “Oh…finiscila, stupidino! Non tentare la mia pazienza!” lei disse con espressione volpina.
Lui fece una smorfia. “Ahia! Fa male!” lui disse sorridendo molto, massaggiando il braccio, per poi ridere, vedendo la sua espressione faceta. “Beh…no…e son felice di sentire che ti piacevano I miei show”, lui disse, con un sorriso tenero, e lei gli sorrise di rimando.     
 
Vennero fuori dalla sua stanza, mano nella mano, e Megamind parlò, “Adesso andrò nell’area di lavoro del Covo, per riparare la mia hoverbike. Vuoi fare altro, Roxanne?”
Lei annuì. “Son curiosa di vedere la parte bassa del Covo, in particolare la “STANZA DI CURA”, se è possibile, ovviamente”, lei disse con occhi luccicanti.
 
“Nessun problema. Chiamo Minion”, lui disse, premendo un pulsante sull’orologio genera travestimenti. “Minion? Se non hai altro da fare, puoi far fare a Roxanne un giro della zona lavorativa del Covo?”
“Oh, sì, Signore! In questo momento son libero, e sarei molto felice di far fare un giro a Miss Ritchi”.
Dopo un po’, arrivò nella libreria, e andarono tutti nell’ascensore, per andare giù nel Covo.
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 10
*** 10 ***


Megamind aveva chiamato dei robocervelli per aiutarlo con la hoverbike, e andarono , nell’area di lavoro (vicino al muro delle idee); mentre Minion e Roxanne andarono verso l’ascensore, per cominciare il giro.

 

Prima di entrare, per andar giù, sentirono della forte musica partire, che spaventò la reporter dai capelli castani. “Oh! Che spavento! Cos’è questo rumore?” lei chiese, alzando la voce.  

Minion sorrise. “È solo Signore che ascolta la sua “musica da lavoro”. Lavora più velocemente e felicemente se ascolta canzoni di band rock.”

 

Lei annuì. “Ah, sì…so che gli piace questo tipo di musica. Vedo che gli piace ascoltarla ad ALTISSIMO volume!” lei commentò, con un sorrisino compiaciuto.

 

Anche il pesce fece un sorrisetto compiaciuto. “Quando sta lavorando mette i tappi per le orecchie, per non sentire il rumore degli attrezzi da lavoro. È per quello che la musica è così alta. Ma gli piace anche ascoltare quella musica ad un volume COSÌ alto”, lui spiegò.

Lei annuì, capendo. “Ok, andiamo prima di diventare sordi”, lei disse, ridendo.

 

Andarono verso l’ascensore, andando giù, fino a raggiungere la “cantina”. Roxanne era sorpresa dalla limitatezza di quel livello del Covo, paragonato al livello principale e all’appartamento.

 

Camminarono lungo il corridoio, e Roxanne notò le altre porte. “Che cosa c’è in quelle altre stanze? Son solo curiosa…se non vuoi dirmelo, per me va bene”, lei chiese all’acquatico seguace, un po’ insicura.   

 

Minion sorrise gentilmente alla ragazza al suo fianco. “Oh…nessun problema…in quelle stanze ci sono i miei laboratori. Se vuole vederli, basta chiedere”, lui finì orgogliosamente.   

 

Lei annuì, illuminandosi. “Sì!! Dopo che avrò visto la STANZA DI CURA, vorrei vederli, per favore, e grazie”.

 

Dopo che ebbero raggiunto la Stanza di Cura, ragazza e pescioide entrarono. Roxanne notò che c’erano delle macchine come l’EEG e ECG.

 

“A cosa servono?” lei chiese a Minion.

 

“Abbiamo dovuto comprarle in caso la formula curante non avesse funzionato correttamente, per controllare il suo status. Come l’altro giorno: ho controllato l’EEG del Signore, e ho scoperto che era in coma”, Minion spiegò, un’espressione preoccupata dipinta sul volto, mentre ricordava quel giorno.

 

Lei capì le sue preoccupazioni, e mise una mano sopra la sua pelosa spalla, per dargli il suo supporto. “Ehi, non preoccuparti, adesso è tutto a posto. Spero solo che situazioni simili non possano più capitare. In ogni caso adesso sappiamo come gestire situazioni del genere”, lei gli disse, sorridendo teneramente.  

 

Minion fece un’espressione molto lieta. “Grazie, Miss Ritchi, son felice che lei sia diventata la sua ragazza. Io…sapevo che lui le voleva bene già da molto tempo e…beh…devo confessarle qualcosa. Non so se il Signore glielo ha già detto, ma abbiamo avuto un litigio per colpa sua, quando stavate assieme e lui si fingeva Bernard”. Lui commentò in modo tranquillo, preoccupazione incisa sul suo viso, e guardando in basso.

 

Lei aveva un’espressione sorpresa dipinta in viso. “Mmmh, no…non me l’ha detto. Un litigio? Se vuoi spiegare…” lei disse, con un tono esigente.

Minion chiuse gli occhi, e dopo un po’ li riaprì con un’espressione seria.  

 

“Abbiamo avuto quella discussione prima del suo appuntamento con lui, e io ero preoccupato per lui, perché credevo che tutto questo fosse chiaramente sbagliato. Voglio dire, non uscire con lei – sapevo che era attratto da lei da un sacco di tempo – ma il fatto che le stava mentendo per stare con lei…QUELLO era sbagliato in parecchi sensi. Sapevo che non poteva mantenere la sciarada troppo a lungo…quello che mi preoccupava era la sua reazione, Miss Ritchi; se lei avesse scoperto che le aveva mentito sulla sua identità per tutto quel tempo…sapevo che lei si sarebbe arrabbiata verso di lui, e che lui avrebbe sofferto molto per questo; così ho cercato di dissuaderlo dall’andare all’appuntamento, e per questo abbiamo avuto quel litigio. Lui…mi ha detto che non gli servivo, e così l’ho lasciato. Il mio cuore si era spezzato, ma più tardi mi sentii sollevato a scoprire che aveva pensato ai suoi errori, e aveva ammesso che avevo ragione, e mi sentii così felice…eheheh…spero che ora lei non lo odi per questo. Lui ha realmente bisogno di lei, Miss Ritchi. Penso che la relazione che ha con lui sia la cosa più bella che gli sia capitata in tutta la sua vita…”, lui finì, timidamente, guardandola con un’espressione piena di fiducia.     

 

Roxanne aveva ascoltato l’intero discorso con un’espressione preoccupata, ma alla fine aveva sorriso in modo rassicurante verso il pesce.

 

“Beh, avevi ragione…ero arrabbiata verso di lui. Ti dirò la verità: ero…confusa. Perché mi piaceva come Bernard, e quando ho scoperto che non era Bernard, ma Megamind, mi arrabbiai, perché pensai che fosse un altro dei suoi trucchetti malvagi; non realizzai che la sua cattiveria era solo una facciata per nascondere la persona dolce e gentile che è. Quando aveva usato il travestimento di Bernard, mi aveva mostrato la sua vera personalità e i sentimenti verso di me…quando l’ho realizzato volevo darmi un calcio per essere stata così crudele con lui. E come gli ho già detto, lui è il mio uomo ideale, e adesso son felice”. Lei finì, con un dolce sorriso.  

 

Minion sorrise, sollevato nel sentirle dire questo. “Oh…Miss Ritchi, son contento di sentirle dire questo! Lei sa già che ha avuto una vita ardua. Son sicuro che è molto felice di essere insieme a lei, adesso, ed è anche orgoglioso di essere il difensore di Metro City. Sapevo che aveva il potenziale di diventare quello che è adesso, ma come suo protettore dovevo seguire i suoi ordini, anche quando sapevo che i suoi piani gli si sarebbero rivolti contro. Ma adesso son contento che sia – che siamo – diventati dei bravi ragazzi!” lui disse, orgoglioso.   

 

Roxanne fece un ampio sorriso. “Sì. Sapevo che non era malvagio fino al midollo, magari un po’ cattivello, ma non perfido. Ogni volta che mi rapiva non metteva mai me o gli altri cittadini in pericolo. Era solo un grosso show tra lui e Wayne. E dopo un po’ mi ero abituata alla sua grandiosità e mi godevo le sue “battaglie””, lei finì, ridendo.  

 

Lui chiuse gli occhi e annuì. “Sì. Per lui e Wayne era solo un gioco. Penso fosse scioccato quando il raggio della morte funzionò. Fortunatamente adesso sappiamo che non aveva funzionato. Io penso che Signore non sarebbe felice di sapere di aver ucciso qualcuno. Perfino Metro Man”.

 

“Già…avevo visto che era scioccato in quel momento, ma in quell’occasione pensai che fosse per la felicità, per aver finalmente avuto successo in qualcosa. Ma alla fine realizzai che era esterrefatto perché non era preparato alla sua “morte”. Come hai detto…Wayne è ancora vivo, e son felice per quello. E spero che mantenga la promessa di confessare che è ancora vivo! Oppure potrei diventare MOLTO ARRABBIATA!” lei disse con un tono collerico, aggrottando le ciglia.

 

Minion era un poco atterrito dalla sua improvvisa collera. “Wow…Miss Ritchi…mi sta seriamente spaventando! Non pensavo che lei fosse un tipo “ricerca-di-vendetta”! Come ho detto prima, son felice di scoprirla mentre lei è qui”, lui finì, sorridendo.

Roxanne rise. “L’ho anche detto ad Eiyuu, non hai idea di quanto sia stressante il mio lavoro. E mi sento bene ad essere un pochino malvagia…”, lei disse, con un sorriso sornione.

 

Minion annuì, ridendo brevemente. Con questo, vennero vicino alla vasca da bagno. Lei ne rimase affascinata.

 

“Oooh…così questa è la famosa vasca curante. È davvero un invenzione intelligente. Mi chiedo perché non abbia mai pensato di essere buono. Voglio dire…ha inventato una cosa utile come questa, e funziona! Perché non ha mai pensato di costruire macchine e cose come questa per gli umani? Questo mi stupisce…davvero non so perché ha scelto di diventare un criminale, quando avrebbe potuto aiutare l’umanità con le sue invenzioni. So che ha inventato diverse cose che usiamo regolarmente, come schede SD o cose del genere, me lo ha detto una volta…non so davvero cosa pensare di tutto questo”. Confusione era impressa sul suo viso, quando finì.    

 

Minion sospirò. “Beh…penso che volesse diventare il cattivo perché aveva quella vendetta verso Metro Man; ma penso che lei sappia già quei fatti. In più deve anche contare tutti quegli anni di rifiuto da parte degli altri. Le persone lo giudicavano dal suo aspetto, e non capivano che voleva solo essere accettato. Spero che adesso, come eroe, possa essere accettato dai cittadini di Metro City. So che non tutti lo comprenderanno. Tuttavia, spero che possa essere felice”.

 

Roxanne fu d’accordo. “Sì, so che è diventato un criminale per colpa del comportamento di Wayne; quando erano a scuola, e anche prima. Ugh…quel moccioso viziato!” lei sbottò, ma poi riguadagnò la sua compostezza. “Scusa…son ancora molto arrabbiata verso di lui, per il suo comportamento verso Eiyuu…però è inutile piangere sul latte versato”, lei disse, facendo un’espressione mezza triste.  

 

Minion sorrise in modo comprensivo, annuendo. “Spero che quelle cose che aveva detto quel giorno erano vere. Voglio dire, che vorrebbe diventare amico del mio protetto. Comunque, vuole continuare il giro, Miss Ritchi?”  

 

“Sì, son curiosa a proposito del tuo laboratorio. Andiamo!” lei disse, prima di seguirlo fuori dalla stanza.

 

Ritornarono nel corridoio, e per prima entrarono nella porta sulla sinistra, entrando in una grande e lunga stanza, con una porta alla fine. Nel mezzo della stanza c’era un tavolo molto grande, con sopra dei ritagli di pelle e spandex. Attorno a tutta la stanza c’erano degli scaffali metallici, con molti rotoli di stoffa, pelle e altro materiale per cucire, come puntaspilli, metro da sarto, dei pesi metallici, forbici da sarto, ecc.   

 

Gli occhi di Roxanne si spalancarono, affascinati. Indicando gli scaffali, non poteva trattenere la sua gioia. “Wow…quanti tipi di stoffe hai qui? Questo è…molto notevole!”  

 

Minion sorrise radiosamente. “Oh, grazie, Miss Ritchi. E questa è solo la stanza dove tengo le stoffe, la pelle e lo spandex speciale e dove taglio i pezzi per fare le tute del Signore. Venga con me, che le mostro il resto”.

 

Andarono nuovamente nel corridoio, solo per andare verso la porta di fronte. La stanza era della stessa grandezza dell’altra, e c’erano tre macchine da cucire industriali.

 

“Queste son macchine industriali. Le uso per cucire le stoffe normali, la pelle e la stoffa speciale”, lui le spiegò, indicando le tre macchine, cominciando da sinistra a destra.

 

Gli apparecchi erano allineati lungo la parte lunga del muro, di fronte alla porta. C’erano degli scaffali metallici lungo il muro dove c’era la porta, e sopra di essi c’erano dei vestiti non finiti e altre cose per cucire, come vari tipi di forbici, metri da sarto, barattoli di colore per stoffa, ecc.  

 

Lei era impressionata vedendo anche questa stanza, e sorrise al seguace acquatico.

 

“Interessante…mmmh…hai davvero talento,lei mormorò stupita.

 

Minion sorrise di rimando, e andarono verso un'altra porta, che era sul muro di sinistra. La stanza che li aspettava fece strabuzzare un'altra volta gli occhi a Roxanne, e si lasciò scappare un piccolo ansito di sorpresa.

 

L’intera stanza era il guardaroba di Megamind di tute e mantelli. L’area era grande come le stanze precedenti, ed era piena di appendiabiti con ruote. I porta vestiti mostravano varie tute e mantelli. Alcuni di essi erano chiaramente rovinati dalle battaglie con Metro Man, e altri erano nuovi, ma usati.

 

Quando lei riguadagnò il fiato, lei praticamente squittì, “Wow! Li hai tenuti tutti? E ci son delle tute che non ha mai indossato…vero? Come mai?” lei chiese, con curiosità.  

 

“Sì”, lui sorrise in modo imbarazzato. “Quando non son troppo rovinati gli piace tenerli per ragioni sentimentali. E mi piace creare nuovi stili per lui ogni tanto, anche se so che rimarrà sempre fedele al suo solito nero e col logo di colore blu. Ne abbiamo tanti qui”, lui disse, indicando due appendiabiti pieni di tute nere e blu, assieme ai suoi soliti mantelli con il collare con gli spuntoni.   

 

Lei sorrise furbescamente. “Lo sapevo che è prevedibile, anche se non vuole ammetterlo”.

 

Minion rise rumorosamente, facendo le bolle nella sua cupola. “Ahahah! Sì, un poco. Ma la prego, non gli dica che l’ho detto. Si arrabbierebbe”. Lui la prego, facendo I suoi occhi da pesciolino ferito.

Roxanne rise. “Non preoccuparti, Minion, non lo farò!” lei lo rassicurò, facendo l’occhiolino.

 

L’ultima stanza li stava aspettando. C’era un telaio meccanico, che occupava tre quarti della stanza, e tre scaffali metallici pieni di rotoli di filo di molti colori, molti dei quali neri.

 

“Questo è il telaio che ho usato per fare gli arazzi nella stanza del Signore. Uso questo telaio anche per create la speciale stoffa per la tuta interna che Signore indossa. Lui ha creato il filamento per quelle stoffe. Magari può chiedergli, se è interessata”, Minion disse, orgoglioso.

 

Roxanne annuì. “Perciò…quei rotoli di stoffa nella prima stanza son stati fatti tutti da te. Mmmh…interessante. Vorrei chiederti una cosa, e spero non sia un problema per te…”, lei guardò in su, e disse la sua richiesta, “Saresti capace di fare un vestito o degli abiti per me? Io di solito indosso vestiti differenti ogni volta che faccio un servizio, ma è sempre difficile trovare buoni negozi di abiti in Metro City.”  

 

A quella richiesta, Minion sorrise radiosamente e felicemente. “Ma certamente, Miss Ritchi! Sarebbe un piacere! E per rispondere all’altra domanda, non tutte quelle stoffe son state fatte da me. Alcune…beh…per essere onesto…le abbiamo rubate. Devo ricordarlo al Capo…”, lui finì, con tono triste.    

 

Lei annuì. “Certo…meglio pagarle. MA non penso che sia un problema”, lei disse, sorridendo.

 

Il pesce annuì, e sorrise di rimando. “Andiamo sopra? Le voglio far vedere il Covo e qualche invenzione del Signore.”

 

Andarono verso l’ascensore, e Roxanne notò una porticina vicino a loro.

 

“Per curiosità…dove porta quella porta?” lei chiese, fermandosi, e indicando quella porta.

 

Minion si fermò, e replicò, “Ah, quella porta è per andare su. Ci son delle scale dietro. Vuole prendere le scale, Miss Ritchi?”

 

Lei annuì, e lui aprì la porta, e poi premette un interruttore. Le scale vennero illuminate da delle lampadine, che erano sopra i pianerottoli.

 

Salirono, e lei notò che c’erano tre rampe di scale con due pianerottoli, prima di raggiungere una porta inclinata che li avrebbe portati al livello principale del Covo.

In uno dei pianerottoli c’era una porta. “E quella porta? Che cos’è? Lei chiese, con curiosità.

 

“Quello, Miss Ritchi, è un semplice ripostiglio pieno di scope, aspirapolvere, e altre cose per pulire. Ci piace tenere il Covo pulito. Il Signore è…impressionabile su queste cose. Ma per favore, non gli dica che le ho detto questo!” lui finì, con un tono preoccupato.  

 

Roxanne rise, molto divertita dal suo comportamento. “Ok, Minion, un altro segreto da mantenere. Ti ricordo però che sono Miss-Reporter-Ficcanaso, così sta attento a quello che vuoi dire a proposito del nostro eroe blu…”, lei finì furbescamente, facendo l’occhiolino.

 

Lui ridacchiò brevemente, e facendo anche lui l’occhiolino, rimbeccò, “Ok, Miss Ritchi, lo terrò a mente.”

 

Quando lei riconobbe l’apertura al di là di quella porta, ridacchiò brevemente. Il nobile pesce seguace la guardò con un’espressione perplessa. “Eh…perchè sta ridendo?” le chiese.

 

Lei descrisse quello che era successo, quando Megamind, trasformato in Bernard, aveva combattuto contro se stesso, usando quella porta per nascondere la sua vera identità.

 

Minion rise di tutto cuore. “Signore non mi rivela mai gemme come questa!! Magari più tardi gli chiedo il suo punto di vista di questa storiella”, lui disse, sempre ridendo.

 

“Questo mi ricorda di una cosa. Ah-ha! Eccola qui!” lei disse, andando verso una porta col segnale “EXIT” sopra. Aprì la porta, e guardò dentro, guardando nuovamente gli alligatori saltanti a tempo di musica da discoteca. Aveva visto abbastanza. Chiuse la porta, e guardò Minion, con un’espressione imbronciata, mani appoggiate sui fianchi. “Cosa volete fare con questi alligatori? Voglio dire…da quello che so, gli eroi non hanno alligatori”.   

 

Minion era sorpreso: non si aspettava che lei sapesse degli alligatori. “Ah…beh…ha ragione, Miss Ritchi. Ne parlerò con Signore. Penso che sia meglio donarli al Metro Zoo…” lui mormorò con un tono infelice.

 

Lei capì che a lui piacevano molto quei rettili, e mise una mano sulla sua spalla pelosa. “Ehi, non preoccuparti. Son sicura che lo zoo li tratterà bene. E tu potrai visitarli di tanto in tanto”, lei disse con tono rassicurante, sorridendo gentilmente.

 

Minion sorrise con sollievo. “Ha ragione! Andiamo avanti col giro! Adesso le vorrei far vedere qualche invenzione del Signore e qualche prototipo.

 

Roxanne si fermò. “Aspetta! Ho cambiato idea…! Dopo aver visto quei mantelli rovinati mi è venuto in mente che ho qualcosa da fare da Wayne…adesso vorrei gettargli qualcosa addosso! Voglio dirgliene quattro! Vuoi accompagnarmi alla sua casa? Ah, magari è meglio se chiamo prima!”

 

“Prima è meglio andare a parlare con Signore. Penso che si divertirà a sentire questa cosa”, Minion concordò, facendo un sorriso ampio e dentuto, rispecchiando il sorriso della reporter, e tutti e due andarono verso il rumore vicino.

 

Megamind stava ancora lavorando sulla moto, con la schiena rivolta verso Roxanne, e quello le diede una idea divertente.

Lei fece un gesto “fai silenzio” a Minion e ai robocervelli che stavano aiutando Papino con la moto. Cautamente camminò in punta di piedi verso il suo ragazzo blu con un sorrisino malvagio sulla sua faccia, e le braccia in aria.

 

Gli occhi di Minion quasi uscirono dalle orbite, quando seppe cosa stava per fare Roxanne, e un enorme sorriso spuntò sulla sua faccia. Lei era pronta a sorprendere Megamind, quando si alzò, si girò, premette un bottone su un telecomando per abbassare il volume, si tolse i tappi per le orecchie e la guardò con un sorriso furbetto.

 

“Cosa voleva fare, Miss Ritchi? Per caso spaventarmi?”

 

Lei aveva ancora le braccia in aria, e la bocca aperta, ma poi le lasciò cadere, accigliandosi.

 

“Beh…mi hai sorpreso! Come hai fatto? Voglio dire…non potevi vedermi, e la musica era ad altissimo volume. E Minion mi ha detto che usi i tappi per le orecchie…vorresti spiegarmi?” lei finì, mettendo le sue mani sulle sue anche formose.

 

Megamind toccò il suo naso, offrendole un sorriso scaltro. “È molto semplice, mia cara: grazie a questo mio cervello ho alcuni sensi più acuti di un normale umano, e uno di quelli è l’olfatto. Conosco molto bene il tuo profumo particolare e sapevo che stavi arrivando. Ovviamente non sapevo che volevi spaventarmi. Non sono un medium”.  

 

Lei roteò gli occhi e sorrise, divertita dalla sua risposta. “D’accordo…così hai un senso dell’odorato sviluppato…interessante. Un'altra cosa che non sapevo di te. In ogni caso…stavo pensando di andare da Wayne a tirargli qualcosa addosso, e Minion mi accompagnerà. Volevo solo fartelo sapere. Ti va bene?”  

 

Lui annuì entusiasticamente. “Sì, certamente! Ma perchè? Hai cambiato idea? Non vuoi vedere il mio Covo?” lui chiese, con curiosità.

 

Lei annuì in accordo. “Sì, all’inizio, ma quando ho visto le tue tute e mantelli rotti giù nel laboratorio di Minion mi son arrabbiata verso di lui, e vorrei dirgli cosa ne penso! Non posso credere che abbia rovinato tutti quei bellissimi completi!” lei finì arrabbiata.

 

Megamind sorrise dolcemente, in modo grato, e la abbracciò. “Grazie, Roxanne. Non pensavo che tu avresti detto mai qualcosa del genere. Significa molto per me, sul serio!”  

“Già…pensandoci sono un poco sorpresa anch’io”. Lei lo coccolò di rimando, ridendo lievemente. “Voglio dire, fino a qualche giorno fa lo stavo adorando, e odiavo te. Ma quando ho scoperto che aveva finto di morire, solo perché era stanco di lavorare come eroe, mi son sentita COSÌ arrabbiata verso di lui! E in più ho scoperto te…voglio dire, il vero te. E son molto felice…ma lo sai già”. Le sue ultime parole erano circondate da un’espressione calda.

 

Lui chiuse gli occhi e rilasciò un sospiro sul suo collo. “Grazie…sei davvero dolce. Penso che non sarò mai stanco di dire che amo sentire queste cose. Significano molto per me”.   

Roxanne sorrise in modo affascinate, stringendo la mandibola del suo eroe blu, e si sporse in avanti per baciarlo. Mordicchiarono leggermente le loro labbra, con gli occhi chiusi, e dopo un po’ si staccarono e avevano dei sorrisi teneri. “Sei davvero una persona dolce, lo sai? Sarà interessante stare assieme a te, dolcezza”, lei gli disse, contemplando amorevolmente quegli occhi color smeraldo.   

Lui sorrise, e stette in piedi valorosamente. “Grazie, Roxanne. È lo stesso per me. Stavo pensando a Wayne…magari vuoi qualcosa dai miei scarti, per gettarli contro di lui? Ho parecchi scarti di metallo qui, se vuoi…”, lui mormorò, strizzando l’occhio in modo giocoso.

 

Lei rise di tutto cuore, godendosi la sua espressione maliziosa fino a che le sue risa divennero risatine. “Ah, beh…se vuoi! Sì, sarà un piacere. Volevo tirargli addosso un po’ del suo costoso materiale musicale, ma sono una donna generosa, così accetterò il tuo materiale!” lei finì, con falsa modestia.   

 

Megamind emise una delle sue risate malvagie, ovviamente compiaciuto da questo lato della sua ragazza. “Oh, donna! Sei incredibile! Perchè hai sempre rifiutato di essere la mia Regina Malvagia? Saresti stata perfetta! Ma siccome adesso sono un eroe, tu sarai la mia…Regina Eroica!” lui si girò un pochino, e chiamò il suo amico, “Comunque…Minion! Puoi venire a darmi una mano?” lui chiese al suo compagno acquatico, che stava andando verso alcune casse metalliche.

 

Il citato seguace acquatico sorrise, e si fece strada verso le casse, prendendone una. “Ma certamente, Signore!”

 

Mentre stavano prendendo qualche pezzo piccolo e liscio dagli scatoloni, Roxanne fece una telefonata a Wayne. Lui fu d’accordo sul loro incontro, non capace di immaginare cosa l’aspettava. Quando la scatola piccola fu riempita, Minion la prese e la mise nella macchina invisibile, mentre Roxanne stava dando un lieve bacio sulla guancia del suo ragazzo.

 

“Grazie dolcezza! Ti dirò come è andata quando ritornerò qui.”

 

Lui sorrise leggermente in risposta, come un adolescente innamorato. “Sì, sì! Grazie, mio tesoro! Aspetterò il tuo ritorno.”

 

Detto questo, Minion e Roxanne andarono in macchina, lasciando dietro di sé il Covo, mentre Megamind riaccese la musica e riprese il suo lavoro.   

 

Quando i due arrivarono all’edificio scolastico, Minion fu felice di aiutarla, portando la scatola piena di pezzi metallici dentro il nascondiglio di Wayne. Per lui il fatto che la reporter stava per fare quello che lui voleva fare da…sempre, era incredibilmente divertente. Ma era sempre una sua decisione.

“Miss Ritchi, vuole che vada via?” Minion chiese cortesemente.

 

Lei scosse la testa. “Se la tua presenza non è un problema per Wayne, preferirei averti qui, grazie”, fu la sua risposta, mentre stava guardando l’ex-eroe, aspettando una risposta.

 

“No, no, non è un problema per me”, lui commentò, sorridendo in modo affascinante. Quando aveva visto il loro arrivo con le casse (grazie alla sua vista a raggi X), aveva anche notato la rabbia tranquilla sulla faccia di Roxanne. Ma non era sufficiente per spaventarlo, dopo tutto era indistruttibile. Nulla poteva fargli male, così venir usato come una palla anti-stress non gli dava proprio fastidio.

 

Roxanne roteò gli occhi, e lo guardò con un sorriso cattivello. Questo sarebbe stato divertente. Un bel po’.

 

“Pronto, Mister Perfettino? Non mi fermerò fino a che non avrò lanciato fino all’ultimo pezzo di metallo delle mie scatole!” lei disse, prendendo un pezzo di una sbarra con entrambe le mani.

 

Lui ridacchiò, unendo le punte delle dita. Qualsiasi colpo sarebbe stato sentito come una piuma sulla sua pelle. L’esperienza sarebbe stata quasi come un massaggio per lui, ma era cauto a non mostrare troppo la sua gioia.

 

“Certo…son pronto”, lui replicò, “…e me lo merito. Solo una cosa: stando vicino a Megamind ha apparentemente rivelato il tuo lato oscuro, Roxie”.

 

Roxanne scoppiò a ridere. “Bene, bene, bene. A dire la verità io ero già così, ma non ho mai avuto l’occasione per mostrati questo lato della mia persona”.

 

Lui la fissò incredulo, e si preparò in auto-difesa – anche se era invincibile – vedendo come stava roteando il braccio per tirare il pezzo di metallo. Quello fu seguito da molti altri. Lei tirò molti, molti pezzi verso di lui, urlando parole poco carine, fino a che non aveva la gola secca, e dopo un poco si fermò per riprendere fiato. La scatola era quasi vuota, e la rabbia sulla sua faccia svanì improvvisamente, guardando al pezzo di sbarra metallica nella sua mano.

 

Minion la guardò con un’espressione sconcertata. “Qualcosa non va, Miss Ritchi? È stanca?” lui le chiese, con tono preoccupato.

 

Lei annuì, con un’espressione seria. “Sì, son stanca, ma non fisicamente. Ho realizzato che tutto questo è inutile…quello che mi serve veramente son risposte”, lei guardò di sghimbescio l’alieno muscoloso di fronte a lei. “Puoi darmi qualche risposta, Wayne Scott?” lei chiese, freddamente.  

 

Lui era un po’ sconcertato all’inizio, ma poi disse, con quel tono felice che usava per schiarire la sua voce, “Ma certo, Roxie! Spara quelle domande!” lui finì, facendo il suo sorriso tipico, e invitandola a sedersi con un gesto della mano.

 

Roxanne gemette, sedendosi con riluttanza. “Prima di tutto, non chiamarmi Roxie!!! Lo sai chi mi chiamava così? HAL!! Esatto, quel bastardo inquietante!”

Quando il suo attacco di rabbia perse la sua forza, lei continuò, “Comunque, ecco qui le mie domande: prima di tutto perché non hai mai detto a Metro City che non eravamo una coppia? Voglio dire, quello ha rovinato la mia intera vita sociale. Se escludiamo Megamind che mi rapiva, nessuno voleva uscire con me perché erano troppo spaventati da te! Ammetto che è stato un acceleratore all’inizio della mia carriera, ma ho pagato le conseguenze…”, lei mormorò arrabbiata.     

 

Wayne si mosse a disagio, grattandosi i capelli arruffati e la nuca. A vedere la faccia di Roxanne sapeva che aveva altre domande. “Beh…ehm…non hai una domanda migliore da farmi, vero?” lui disse, con un tono di voce imbarazzato.

 

A quella dichiarazione, un’espressione perplessa si fece strada sulla sua faccia. “Ehi, perché non rispondi a quella domanda?” decisa di mostrare la sua scelta, lei si accigliò. “Adesso voglio una risposta, e rimarrò qui finché tu non me ne darai una!” lei disse, in tono risoluto, incrociando le braccia.  

 
Lui sospirò sconfitto. Poteva sventare tutti i piani malvagi di Megamind quando era ancora l’eroe della città, ma i suoi superpoteri non potevano salvarlo dallo sguardo duro di Roxanne.

Poteva ammettere la verità? Magari poteva. Solo a Roxanne e Minion…sì, poteva farlo.

 

“Ok. Ok, ok, ok, ve lo dico. Diciamo che non ho mai negato quel dettaglio per due ragioni. Una, per la tua carriera. Ero consapevole che eri famosa grazie a quel pettegolezzo, e non volevo rovinare il tuo gioco. E la seconda…”, a questo punto la sua voce si abbassò, e un feroce rossore colorò le sue guance in imbarazzo. “Beh…ho usato quella notizia a mio vantaggio per nascondere il mio vero orientamento sessuale. Per citare un detto popolare…diciamo che ti ho usata come copertura”.


Roxanne lo guardò intensamente, digerendo lentamente quella informazione. Il suo vero orientamento sessuale? Quindi era…

 

“Come copertura?! Vuoi dire che sei…”, i suoi occhi si spalancarono. “Oh mio dio…sei GAY? Davvero? Oh signore…”

Per un po’ lei guardò lontano, i ricordi che le correvano nella mente. “Adesso molte cose hanno senso. Perché non mi sono accorta? Che tipo di reporter sono per non averlo notato prima?”

Era shockata. Mentre pensava a quella rivelazione, lei si appoggiò sul divano, persa nei suoi pensieri.

 

Dopo un po’ lei realizzò che Minion non era così sorpreso da questa situazione. Un’espressione perplessa si fece strada sulla sua faccia, mentre inclinava la testa.

 

“Minion? Sembri abbastanza…composto. Tu sapevi…questa cosa?”

 
Il pesce sorrise brevemente. “Sì e no, Miss Ritchi. Ero un pochino consapevole di questa situazione, ma non m’importava più di tanto. Pensavo che non fosse importante. E in ogni caso, ero convinto che fosse solo un cosa che immaginavo io…così non mi son preso la briga di dirlo a Signore, perché avevo paura che potesse ridere di me se avessi condiviso con lui questa informazione…”, lui disse ad entrambi, onestamente.

La donna e l’alieno umanoide erano entrambi sgomenti. Wayne sbattè un pochino gli occhi, preoccupato.

 

“Chele di granchio! E pensavo di essere stato capace di nascondere questo. Mi chiedo quanti cittadini in questa città conoscono il mio segreto. A parte chi ho frequentato…”

Roxanne ridacchiò, toccando la sua spalla. “Non penso che molte persone lo sappiano. Voglio dire, io sono una giornalista, e non lo avevo mai notato fino ad ora! E Minion è un pesce molto intelligente. Pensa che i cittadini di questa città erano troppo presi da te per realizzare che qualcosa era…un pochino strana. Cavolo…io ho pensato che qualcosa era strano, ma non ho mai fatto troppo attenzione a quei dettagli!” lei disse onestamente, con un caldo sorriso.   

 

Lui sorrise a sua volta – non il suo sorriso da “eroe”, ma un sorriso normale, umano – e sospirò di sollievo.

 

“Fuiii! Meno male! Ero davvero spaventato per questo…!”

 

Guardando il suo sorrisino di sostegno, lui ebbe il coraggio di fare una piccola confessione. “Sai…la mia omosessualità è una delle cose che mi ha fatto abbandonare la carriera di eroe. Avevo paura che qualcuno scoprisse questo e si facesse beffe di me, o anche peggio, che danneggiasse le vite di chi stavo frequentando. Non ero preoccupato di Megamind perché sapevo che, per lui e me, le battaglie epiche “Buono contro Cattivo” erano solo un gioco. Io ero molto più preoccupato di altri malvagi, i malavitosi. Son davvero dispiaciuto di essere stato un completo peso nella tua vita, ma spero tu possa capire”, lui finì, gettando la testa all’indietro.

 

Roxanne prese un bel respiro e lo rilasciò in un grosso sospiro, roteando gli occhi. Non poteva odiarlo completamente.

 

“Già, hai incasinato per bene la mia vita a Metro City…ma almeno adesso posso capire il tuo punto di vista. Tuttavia…questo non significa che ti perdono adesso. Diciamo che non ti tirerò più pezzi di metallo, ma verrò qui di tanto in tanto per discutere le tue scelte”.

 

La sua voce si abbassò, divenendo seria. “E Wayne…quando ti senti di fare quel passo, quando ti sentirai di dire la verità, magari potremmo fare un intervista pubblica. Per il momento, quello che hai detto qui rimarrà ufficioso fino a che non mi darai il permesso di dirlo nei miei servizi”, lei ricordò all’improvviso una cosa. “Ah…a proposito di interviste e cose simili; quando farai quell’annuncio pubblico?”

Lui sbattè le palpebre sorpreso e sorrise. “Grazie, e sì…ti comunicherò quando potrai dire quelle cose nei tuoi servizi. Stavo pensando di chiamare il sindaco proprio adesso per arrangiare quell’annuncio”.

 

Lei si sentì orgogliosa di lui. Magari Wayne aveva cresciuto molto di più della sua barba in quell’ultimo mese

 

“Sì, è un’idea meravigliosa!” La sua energia si dissipò in un lieve sorriso per un secondo. “Magari è meglio se gli parlo io prima, e poi tu. Penso che potrebbe essere molto sorpreso di parlare con una persona che si suppone sia morta”.

 

Wayne acconsentì. Lei aveva molta ragione, e conoscendo il sindaco, poteva svenire se sentiva la voce di Metro Man senza alcun avviso.

 

“Hai ragione! Allora, lasciami fare il numero”, lui disse, prendendo il suo cellulare per fare il numero del sindaco.

 

Col telefono in mano, lei si schiarì la voce prima di parlare.

 

“Pronto, sindaco? Qui è Roxanne Ritchi che parla. Ah, no…è un’altra cosa. Ehm…adesso le passerò una persona che le vuole parlare. E per favore, niente panico. No, no…non sono in pericolo, grazie. Adesso lei parlerà con questa persona…”, lei finì con tono rassicurante, passando il telefono senza fili a Wayne.


 

 

 

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Capitolo 11
*** 11 ***


Wayne sapeva che questo momento stava per arrivare, prima o poi, ma rimase comunque sorpreso. Deglutì, prendendo il telefono dalle mani di Roxanne. Lei fece l’occhiolino, per rassicurarlo.
 
Non si poteva più tornare indietro.
 
“Pronto, sindaco! È da un po’ che non ci si sente…eh…eheh…” apparentemente, l’uomo grassottello all’altro capo del telefono stava quasi per svenire, ma alla fine trovò la forza per fargli LA domanda. E lui replicò sinceramente, come doveva fare.
 
“Apparentemente non lo sono. Eh…sì…a proposito di quello, vorrei fare un annuncio pubblico. Sì…per lui. Si merita di essere perdonato completamente. Sì, me l’ha detto…”
Il sindaco sembrava volere aiutarli, a vedere come Wayne sorrideva. “Fammi sapere quando potrò fare quell’annuncio. Dopodomani, alle 10? Per me va bene. Già…hai bisogno di tempo per organizzare l’evento e dirlo ai cittadini e ai media. Ha senso. Ci sarò per il vostro incontro. Cosa? Veramente? Ma certo! Sarebbe un onore per me! Sì. Ok, allora ci si vede tra due giorni, ciao”, e con questo finì la chiamata.      
 
Minion e Roxanne lo guardarono, aspettando una spiegazione dall’uomo enorme di fronte a loro. Wayne sembrava un po’ perso nei suoi pensieri, fino a che una voce femminile interruppe le sue elucubrazioni.
 
“Per curiosità, cosa sarebbe un onore per te?” lei chiese, socchiudendo gli occhi.
 
L’uomo guardò la donna vicino a lui, e sorrise gentilmente. “Ah, non preoccuparti, Roxie! Ooops! Voglio dire, Roxanne…nessun problema, non voglio rubare la fama del tuo ragazzo, no grazie! Come hai potuto sentire, farò quel discorso tra due giorni, e il sindaco mi ha chiesto di andare ad un incontro per discutere l’indulto di Megamind. Spero di non aver fatto qualcosa di sciocco accettando questa offerta…supporterò Megamind completamente! Credimi, se lo merita! E se vuoi, puoi dirgli quello che hai sentito qui. Non è un problema per me”, lui finì, facendo una delle sue pose eroiche, le mani sulla vita, e un sorrisetto compiaciuto sulle labbra.
 
La reporter e il pesce sorrisero con gratitudine. La sua buona volontà di rivelare la verità aveva rivelato un coraggio che non si sarebbero mai aspettati di vedere nell’uomo dal fisico indistruttibile.
 
“Grazie, Mister Scott. Dirò a Signore tutto questo, penso che ne sarà compiaciuto”, Minion gli disse, con un onesto sorriso tutto denti.
 
Roxanne annuì, sorridendo furbescamente. “Sì, penso che sarà felice di sentire tutte quelle cose!”
 
Wayne li salutò scuotendo la mano, mentre i due amici andavano via per tornare al Covo, dove Megamind aveva finito le riparazioni della moto volante, e anche sul jet pack.      
 
Roxanne gli disse tutto quello che avevano discusso con l’alieno adesso conosciuto come Music Man. Non dimenticò mai la sfilza di espressioni che passarono per la faccia del genio blu, quando scoprì che il suo antico nemico era omosessuale: all’inizio la guardò a bocca aperta, occhi spalancati; seguita da un’espressione di puro orrore, che finì in una risata di tutto cuore, una così potente che gli fece tenere la pancia con entrambe le mani. Quando la risata diminuì, qualche minuto dopo, era completamente senza fiato.  
   
“Oh mamma mia! Sapevo che c’era qualcosa di strano in lui, ma non potevo identificare cos’era! Adesso lo so…e tu, Minion! Se lo sapevi, perché non me l’avevi detto?” lui chiese al suo amico acquatico, con una piccolo occhiataccia.
 
Minion sembrava un pochino sconvolto. Non era abituato a ricevere sguardi furiosi dal suo padrone, ma dopo gli eventi di Titan anche lui aveva imparato ad accettare una sgridata dal suo signore, anche senza ragione.
 
“Perché, Signore? Era perché non ero sicuro, e avevo paura che lei avrebbe riso per il mio sospetto. Lo sa che lo avrebbe fatto…”, lui spiegò, rimproverandolo con uno sguardo.
 
Una smorfia malinconica apparve sulla faccia di Megamind. Il pesce aveva ragione…doveva ammetterlo.
 
“Scusami, Minion, hai ragione. Io ci avrei scherzato su per mesi se mi avessi detto quelle cose…”, lui disse onestamente, guardando il suo compagno acquatico.
 
Minion sorrise, e mosse le sue pinne in un movimento felice, e le sue braccia robotiche ripeterono quel gesto, toccando la spalla di Megamind. “Non si preoccupi, Signore. Lo so, le vecchie abitudini son dure a morire.”
 
Lui sorrise, e dette un pugno giocoso sulle spalle pelose di Minion. “Tu sei davvero un fantastico pesciolino!”  

La conversazione continuò per un po’. Quando Roxanne commentò che Wayne avrebbe partecipato all’incontro del sindaco, e che lo avrebbe supportato, un sorrisino sorpreso si fece strada sulla faccia di Megamind.
 
“Wow, vuole davvero rimediare per tutti quegli anni di battaglie senza senso e bullismo. Sono impressionato…magari potrei cominciare a rivalutarlo anche di più”, lui commentò, con un sorriso compiaciuto.   
 
Roxanne circondò le sue spalle col suo braccio, ridacchiando un pochino. “Penso che comincerò pure io a rivalutarlo, ma non così velocemente…sono ancora incavolata dal suo comportamento. Ha sorpreso pure me, era per quello che ho voluto sapere perché aveva deciso di diventare un cantante e lasciar andare lo “spettacolo da eroe”. Gli chiederò se per lui va bene se vieni anche tu. Ovviamente se vuoi. Sarebbe interessante vedervi argomentare come in passato.”

Lei finì facendo un sorrisino compiaciuto.

Megamind fece un ampio sorriso. “Oh sì, Miss Ritchi! Sarei lieto di venire con te. Molto contento!” le sue parole finirono con una risatina.  
 
Lei roteò gli occhi e fece un risolino sciocco. Lui era come un libro aperto per lei. “Su queste cose sei davvero molto prevedibile…ma stando con te in questi giorni ho imparato che sei molto imprevedibile”, lei disse con un sorriso volpino che lo fecero sorridere molto.
 
“Lo prenderò come un complimento, mia cara”, lui le disse in modo affascinante. “Adesso…vorresti venire a fare un giro sulla moto volante? Ho un casco e occhialoni di riserva se sei preoccupata per la tua sicurezza”.

lei sbattè le palpebre, ricordando la prima volta che aveva provato la moto fluttuante. Quella volta era con Minion, camuffato da Megamind, che era al suo fianco. Ma con Megamind? Sarebbe stata la prima volta.
 
“Perché no? Almeno sarebbe più godibile rispetto all’ultima volta.”
 
Lui sorrise e prese un elmetto e due paia di occhialoni. Dopo averli indossati, la coppia saltò sulla moto. Roxanne si sentì preoccupata. Non lo sapeva quanto era pericoloso guidare senza una qualche protezione? E anche di più con una testa come la sua!
 
“Ehi, e il tuo casco? Non ne hai uno?” lei chiese, preoccupazione nella sua voce.
  
L’alieno blu scosse la testa, completamente libero da preoccupazioni. “Non penso che esista un elmetto della mia taglia, mia cara. Magari ne creerò uno per me. Ma non preoccuparti! Starò attento!” lui la rassicurò. La ragazza concordò con un cenno del capo, e si levarono in aria, lasciando il Covo attraverso l’entrata segreta.

Era quasi il tramonto, e l’orizzonte era tinteggiato di vari colori, che fluivano dal giallo al rosso fuoco. Roxanne era meravigliata dal panorama. “Wow! Non ho mai visto un tramonto così bello! Magari…magari era per via della città…con tutti quegli alti edifici, non ho mai potuto vederlo…” Roxanne lasciò che il suo bambino interiore prendesse il sopravvento, e lo abbraccio forte forte da dietro, con un sorriso di gratitudine. “Grazie, dolcezza! È COSÌ bello!”  

Lui sorrise dolcemente. In quel momento, con le braccia di Roxanne avvolte attorno al suo corpo, la soffice pressione del suo petto, la forza del suo battito cardiaco…lei era il suo tramonto in forma umana, il suo piccolo miracolo. Dio, quanto la amava…
 
“Grazie, Roxanne…e sì…e una vista magnifica”, lui guardò intorno, vedendo come molti robocervelli stavano ancora volando attraverso la città, aiutando come potevano. “Vuoi andare in centro città?”

“Sì, grazie. Son curiosa a proposito degli edifici distrutti. Vorrei vederli”, lei rispose, appoggiando la testa sulla sua schiena.

Andarono verso la città, e lei vide come i robocervelli stavano lavorando sugli edifici rovinati. Erano come uno sciame d’api, che lavoravano e facevano suoni acuti senza fermarsi, come se fossero un'unica creatura.
 
“Fantastico! Se continuano a lavorare così, finiranno in pochissimo tempo!” lei disse, stupita.

“Sì…e stanno anche imparando cose nuove”, lui commentò, facendo un grande sorriso orgoglioso. “Son molto orgoglioso di loro. Sono una delle mie migliori invenzioni!”

Lei ridacchiò, d’accordo. “Sì, è vero, Mister Modestia!” lei disse, scherzando.
 
Quando il sole andò giù, la coppia ritornò al Covo. Minion stava già sistemando gli ultimi dettagli della cena: arrosto con purè. Il pesce sembrava così impegnato che quasi non li salutò. Mentre Megamind stava andando a cambiarsi, Roxanne andò nella sua camera da letto.
 
La stupì il fatto che tutti i suoi nuovi vestiti, abiti e scarpe fossero già messi in ordine nei vari armadi. “Wow…chi l’ha fatto? Magari Minion lo sa…”, lei disse a se stessa, mentre la sue gambe la conducevano verso la cucina. “Minion? Sai chi ha messo tutti i vestiti e le altre cose negli armadi? Solo per curiosità…”
 
Stava mescolando le patate, e non poteva distogliere lo sguardo dal suo compito. “Ah, sì…mi son dimenticato di dirglielo. Ho istruito Botty per fare quel lavoro. È molto brava in quelle cose. Spero che vada bene per lei. E le ho anche dato l’istruzione di seguire i suoi ordini quando lei avesse avuto bisogno.”

Lei sorrise. Cosa aveva fatto per essere trattata come una principessa? Tutto sembrava troppo bello per essere vero.
 
“Ma certamente”, lei disse con gioia. “Nessun problema! Grazie Minion, sei molto utile!”
 
Lui girò il suo corpo da pesce e si inchinò un pochino, con un sorriso imbarazzato. “Lei è la benvenuta, Miss Ritchi.”
 
Roxanne fece un sorriso indulgente, e ritornò nella sua stanza, dove si cambiò mettendosi qualche vestito comodo: una maglietta bianca larga, un paio di pantaloni grigi e le sue pantofole nere pelose.
Una volta pronta, andò verso la stanza del suo moroso blu. Che sorpresa! L’entrata della camera era chiusa con una porta scorrevole. Era così allettante…all’inizio voleva sorprenderlo con un entrata improvvisa, ma l’idea era troppo sbagliata. Erano ancora all’inizio della loro relazione, e voleva rispettare la sua privacy.

“No…non son così cattiva dopo tutto”, lei disse a se stessa, scuotendo la testa con un sorrisino, e bussò alla porta. Ma alla fine fu lui che la sorprese, quando le porte si aprirono improvvisamente, rivelando Megamind vestito con una camicia blu, nascosta sotto la sua vestaglia con saette nere (ovviamente, con il piccolo colletto rialzato), e pantaloni abbinati.
 
“Bene, bene…Miss Ritchi! Cosa la porta qui? La mia fantastica grandiosità, o qualcos’altro?” lui esclamò, sorridendo incantevolmente e facendo andare su e giù le sue sopracciglia.

Lei fece un sorriso compiaciuto e dolce al tempo stesso. “Beh, Mister Modesto, diciamo che son qui per TE, se vuoi parlare un pochino, se ti fa piacere”, lei mormorò, quasi facendo le fusa.
 
Un sorriso seducente si fece strada sulla faccia dell’eroe blu. “Ma certamente, mia cara! Sarà un piacere chiacchierare con te, tenendoti compagnia, e non fare nient’altro…”, lui disse, col suo sorriso d’intesa, mentre le prendeva la mano e la guidava nella sua camera da letto.
 
Si sedettero sul suo letto, sorridendosi a vicenda. Lei era pronta per fare quasi tutto, ma era molto consapevole dell’inesperienza del suo ragazzo. Così fu molto dolce e attenta con lui. Si sentiva molto potente…
 
Roxanne si sporse in avanti per tenere le mani di lui nelle sue, e, per un momento, si guardarono negli occhi. I suoi occhi erano così meravigliosi ed esotici…come aveva fatto a non riconoscerlo mentre era camuffato da Bernard?
 
L’amore rende una persona cieca davanti all’evidenza. Lo conoscevo da lungo tempo, e in ogni caso non l’ho riconosciuto. Magari era perché ero già innamorata di lui, e non volevo affrontare quella verità? Magari era così, sì…flirtavamo sempre quando lui mi rapiva. Ma non ero consapevole del mio comportamento. Mmh, non è vero, ne ero consapevole, ma…oh, beh…adesso non è importante. Lo amo…e non ho paura di mostrare il mio amore, anche in posti pubblici…, con questi pensieri, lei si sporse in avanti per baciarlo.  
  
L’eroe blu si sporse in avanti, e si scambiarono un bacio dolce e appassionato, mordicchiandosi le labbra. La passione aumentò, e poco dopo si stavano dando un bacio alla francese. Con gli occhi chiusi si abbracciarono. Per un po’ aprirono gli occhi, contemplandosi durante il bacio affettuoso. Quanto tempo passarono, persi nell’amore che stavano condividendo? Non lo sapevano.
 
Dopo un po’ si staccarono con un sospiro, e gli occhi chiusi. Così tanto amore…e si sdraiarono in posizione supina sul suo letto, tenendosi per mano. La coppia fissò il soffitto per un momento, fino a che Roxanne mormorò a bocca chiusa e si accoccolò vicino al suo ragazzo, con la sua testa sul suo petto, l’altro braccio attorno al torso e la mano sulla vita. Il calore del suo corpo lo fece irrigidire un poco, facendolo deglutire. Lei notò questo, e gli offrì un sorriso caloroso.        
 
“Ehi, Mister Tipo Timido, non preoccuparti, non mordo mica”, lei disse, con amore.

Tipica Roxanne. Sapeva che poteva sempre contare in lei per trovare il lato divertente di ogni cosa. Un pochino più rilassato, lui arrossì. Le sue parole era quasi non udibili, erano un bisbiglio.
 
“Eh…lo sai che non son abituato a questo. Ma mi piace. Con te mi sento bene”.
 
A lei piaceva sentire il brontolio della sua voce da quella posizione, ascoltare le sue parole e il battito cardiaco. Era qualcosa che decisamente amava.
 
“Lo so”. Lei disse con un tono un po’ malizioso, sorridendo. “Sarò felice di essere la tua insegnate”.
 
Un ampio sorriso felice passò sulla sua faccia. “Ed io sarò lieto di essere il tuo allievo”.

Perché era così adorabile? Ancora una volta Roxanne si trovò a scoprire che aveva ancora molto da imparare dal suo favorito ex-rapitore. Strusciò la testa sul suo mento appuntito. La sua forma le ricordò qualcosa che aveva quasi scordato.
 
“Adesso ricordo, non so se Minion te l’ha già detto, ma dovresti mandare i tuoi alligatori al Metro Zoo. Gli eroi non hanno bestie feroci”, lei disse, ridacchiando un pochino.  
 
Megamind sembrava sorpreso all’inizio, ma la sua espressione fui seguita da una di delusione.
 
“Awww. Speravo di poterli tenere, ma hai ragione. Gli eroi non tengono alligatori o squali nei loro nascondigli…come ha reagito Minion a quella notizia?” lui chiese.  
 
Roxanne sorrise in maniera soddisfatta. Era bello vedere che era così ben disposto ad accettare I suoi suggerimenti.
 
“L’ha presa abbastanza bene”, lei rispose. “Gli ho detto che poteva andare a vederli allo Zoo quando voleva. Sembrava felice”.
 
Lui annuì. Minion non aveva bisogno di molto per essere felice, era una delle sue migliori qualità.
 
“Sì, gli piace andare al Metro Zoo di tanto in tanto. Ovviamente quando eravamo i cattivi ci andava camuffato. Son contento che adesso potrà andarci come se stesso, lo farà sentire più vicino agli animali. Magari potremmo andarci un giorno, che ne pensi?” lui disse allegramente.
 
Lei sorrise, eccitata dall’idea. Una visita allo zoo con Megamind poteva essere tutto, ma di sicuro non noiosa. “Oh, sì, è una buona idea”, lei disse con soddisfazione. “Mi piace quel posto, ed è ben tenuto”.
“Allora ci andremo. Un giorno o l’altro”, lui mormorò quietamente.
 
“Sì…”, lei concordò, godendosi il suo calore.   
 
Se ne stettero così, sdraiati pacificamente sul letto per un po’. Quando Minion li chiamò per la cena, l’alieno e la sue reporter entrarono in cucina sempre tenendosi per mano. Il pesce non potette evitare di sciogliersi un pochino quando notò quel piccolo dettaglio.
 
“Awww…voi due siete proprio una coppia dolce”, lui disse con tono spiritoso.
 
Roxanne ridacchiò un pochino, vedendo il rossore tendente al lilla  del suo ragazzo. Con posa teatrale e un’espressione offesa, lui praticamente ruggì la sua risposta.
 
“MINION! Finiscila! Lo sai che odio quando tu, o alter persone, mi prendono in giro in quella maniera!”
 
Dopo la sua reazione offesa, Roxanne non potette evitare la risata che uscì dalla sua bocca, e Minion poi rise assieme a lei. Proprio quando la sua risata stava scemando, il suo corpo di pesce stava ancora tremando, si scusò debolmente, “Oh, scusi, Signore, ma lo sa, a me piace scherzare su quelle cose…e mi scuso anche con lei, Miss Ritchi, spero di non averla offesa…”, lui disse affezionatamente.
 
Megamind sospirò. Era già abituato al senso dell’umorismo del suo vecchio amico, ma c’erano alcune cose che non si sarebbe mai abituato a sentire. “Sì…lo SO che a te piacciono quel genere di scherzi. E nella mia infinita generosità, ti perdono, amico mio”, lui disse pomposamente.

Roxanne lo guardò ridacchiando soddisfatta, la sua risata era praticamente inarrestabile. “Oh, finiscila, sciocchino! Ahahahahah!!! Penso che non sarò mai annoiata con voi due!!! Non che non fosse interessante quando mi rapivate, ma mi sto divertendo scoprendo voi due”, lei disse ai due alieni.
 
Un rossore ritornò sulle guance di Megamind, provocando un altro attacco di risa pazzerelle da parte del pesce gentile, e finalmente anche l’eroe dalla gran testa rise insieme a loro. Ridendo assieme cominciarono a mangiare il pranzo. Dopo l’arrosto con le patate, Minion servì della meringata con panna montata e sciroppo al cioccolato. Come sempre, Megamind mangiò due grosse fette della torta, e Roxanne scosse la testa.
 
“Sei davvero un drogato di dolci. Mi chiedo se non hai mai avuto problemi coi tuoi denti. Sembrano molto sani”, lei disse, meravigliata.
 
Con l’ultimo pezzo di torta in bocca, pulì un po’ di panna col suo tovagliolo prima di rispondere alla sua domanda. “Ma certamente! Dopo una pessima visita al dentista della prigione per una carie, mi son sempre lavato i denti molto bene! Quel giorno…che incubo! Non andrò mai più dal dentista. È stata un’esperienza traumatica che non voglio più ripetere!” Il suo corpo fece vedere quella sua emozione rabbrividendo.
  
Lei era divertita. Chi poteva dire che qualcuno come il dentista della prigione potesse far tremare come un bimbo impaurito l’eroe della città?
 
“Oooh! È interessante…puoi dirmi quelli che è successo”, lei disse, facendo un sorrisetto compiaciuto. “Ovviamente non adesso, quando hai tempo e voglia, naturalmente.”
 
Lui fece un sorriso splendente. “Ma certamente, mia cara! Ti intratterrò con questa storiella”, la sua voce cambiò, divenendo la sua tipica voce drammatica, “Magari potresti aggiungere questa storia alla tua intervista. In quel modo i cittadini di Metrocity conosceranno quello che ho passato nella mia vita. Ah, che tortura! Tremo solo a pensarci!”
 
La reporter roteò gli occhi. Poteva essere molto coraggioso, ma era sempre in contatto col suo bimbo interiore. Era così dolce. “E pensare che avevi detto che Minion era melodrammatico…ma vedo che pure tu lo sei. In ogni caso, penso che sentirò anche la versione di Minion”, vedendo il suo ragazzo blu accigliarsi, lei si affrettò a spiegare, “Ho la sensazione che la storia, solo col tuo punto di vista, possa perdere qualche dettaglio…e mi serve un altro punto di vista”, lei finì con tono volpino, e strizzò l’occhio al pesce.  

Minion sorrise furbescamente, e strizzò l’occhio meglio che potette. “Sarò felice di raccontarle quella storia. E ha ragione a riguardo. Lo è anche troppe volte”, lui finì, ridendo, e guardando il suo protetto.   
 
Megamind fece un finto broncio. “Tu, pesce traditore! Te lo dico, mi ricorderò di questo”, disse drammaticamente, puntando il suo indice in alto.
 
Minion e Roxanne risero allo stesso momento. Non lo sapevano al momento, ma tra di loro il calore di una famiglia stava riscaldando i loro cuori pian pianino.  

“Sì, dolcezza, sappiamo quanto tu sia vendicativo”, lei disse, tra le risa, prima di bisbigliare al pesce leale. “Minion, fai attenzione…non potrai mai sapere quando la sua vendetta potrebbe colpire!”
 
L’ex cattivo si accigliò un pochino. “Ah, ah, ah. Molto divertente…ok, mi fermo…per adesso”. Alla fine un largo sorriso stava prendendo piede sulle sue labbra, e presto risero tutti assieme.

Dopo aver pulito i piatti, andarono nelle rispettive stanze. Megamind diede il bacio della buona notte a Roxanne prima che lei entrasse nella sua camera, e poi andò verso la sua stanza da letto. Avevano avuto una giornata intensa, e la stanchezza che sentivano li fece addormentare quasi all’istante.  





 

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Capitolo 12
*** 12 ***


Minion era già in cucina a preparare la colazione – toast, caffè, pancetta e uova strapazzate – quando la coppia si svegliò attorno alle nove meno un quarto. Oggi Megamind e il suo compagno pescioide dovevano andare e fare la loro prima lezione di guida col direttore.
 
La coppia e il pesce mangiarono pacificamente la colazione, e più tardi andarono a lavarsi e vestirsi. Come sempre, Megamind chiamò i robocervelli per indossare il suo solito abbigliamento: la tuta protettiva e la tuta in pelle, e il suo mantello con gli spuntoni. Roxanne preferì indossare un paio di pantaloni blu, una camicetta bianca e un paio di mocassini.
 
Dopo essersi vestita ricevette una telefonata dalla stazione di polizia, dove le comunicavano che doveva rispondere a qualche domanda sul suo appartamento. Sembrava che non potesse evitarlo, così si affrettò a spiegare la situazione al suo ragazzo.  
 
“Ah, nessun problema, carissima! Dobbiamo andare alla stazione di polizia per la lezione col direttore, dopo tutto,” l’alieno blu le disse facendo un sorrisino compiaciuto. Era contento, Roxanne poteva vederlo imparare per prendere la sua patente!
 
Dopo che i tre salirono sulla macchina invisibile, Minion la guidò verso la stazione di polizia. Il tempo passò in fretta mentre arrivarono alla stazione, dove c’era il direttore che li stava aspettando.
 
“Ah, eccovi! Siete pronti? Non sarò gentile, d’accordo? Dovete imparare qualche regola!” il direttore Hudson disse al dinamico duo, con espressione divertita.
 
Minion fece un sorriso tutto denti, mentre Megamind si accigliò nervosamente. “Beh…per darci qualche lezione di guida lei deve essere duro qualche volta”, il pescioide disse all’uomo dai capelli brizzolati.
 
“È lo stesso…facciamolo, così posso tornare a controllare i robocervelli che stanno lavorando in città”, l’eroe blu borbottò, contorcendo le sue mani inguantate.  
 
Roxanne congiunse le sopracciglia, a quella sua affermazione, e roteò gli occhi.
Come sempre, è nervoso quando non è necessario. Ma questa volta lo lascerò cuocere nel suo brodo. Magari imparerà qualcosa, la giovane reporter pensò, guardando il difensore della città. Salutò il trio e seguì il poliziotto alla stazione, verso l’ufficio del capo della polizia.    
 
Nel frattempo i tre uomini – o meglio dire l’uomo e i due alieni – andarono fuori dalla stazione, verso la macchina invisibile. Minion fece per primo la lezione, andando verso la pista di guida, che era dietro la stazione.
 
“Molto bene. Per prima cosa vediamo se riesci a guidare lungo il percorso senza errori”, il direttore Hudson disse al pesce. Minion sorrise e cominciò il percorso guardando i vari segnali stradali. Alla fine della pista, Gordon stava sorridendo in modo divertito.      
 
“Bene, Minion! Vedo che sei capace di riconoscere i segni e agire di conseguenza. A dirti la verità, ero sicuro che saresti stato capace di fare questo percorso nel modo giusto”, lui finì, sorridendo al seguace acquatico.
 
Megamind era nel sedile posteriore, accigliandosi a quella dichiarazione. Ed era anche molto irrequieto, non perché non era capace di guidare o riconoscere i segnali, ma perché era automaticamente nervoso verso il direttore. Era per via di tutti quegli anni di condizionamenti di prigionia, e sapeva che era una reazione sciocca, ma non poteva farne a meno.
 
Gordon Hudson si girò verso l’alieno snello e sospirò, roteando gli occhi, vedendo la sua reazione. “Ehi, Blue! Non essere così nervoso. Non è così difficile”, gli disse, sorridendo in modo paterno.
 
Non servì a nulla, così il genio venne fuori dalla macchina, per andare al volante, mentre Minion si sedette nel posto dietro.
 
“Molto bene, cominciamo il percorso. Fai attenzione ai segnali, Blue”, l’uomo baffuto disse a Megamind, usando uno dei nomignoli che aveva in prigione.
Lui deglutì e si aggrappò al volante con le sue mani inguantate, e cominciò a guidare lungo il percorso. Era così nervoso che fallì tutti i segnali. Alla fine della strada, il direttore si accigliò, guardandolo e scuotendo la testa.   
 
“Non era giusto, Megamind! Devi riprovarlo e farlo correttamente!  Non lasceremo questo posto fino a che non lo farai in modo corretto!” lui disse all’alieno nervoso, con tono risoluto.
 
Megamind era nel panico, e aveva un’espressione orripilata. Il suo enormi occhi verdi erano fissi. Minion, ovviamente, era consapevole di questo, e mise una mano metallica sulla spalla del suo protetto, per rassicurarlo. Era così teso e perso nei suoi pensieri che quel tocco leggero lo fece saltare sulla seduta della macchina e gridare.  
 
“MINION! Non farlo! Mi hai fatto avere quasi un infarto!” l’alieno disse, respirando pesantemente.
 
Il direttore Hudson fece un sorrisino a quella reazione, e ridacchiò un pochino sotto i baffi. “Beh, Blue, pronto per il secondo round?” lui disse, facendo un sorrisetto compiaciuto.
 
La tensione di Megamind se ne andò via un pochino, ma era lo stesso nervoso, abbastanza da fare solo qualche segnale giusto. Il direttore scosse la testa tristemente.
“Riproviamoci. Non essere così nervoso, figliolo, non ti mordo mica. So che sei capace di farlo”.
 
Il difensore blu sospirò rumorosamente. “Ha ragione, come sempre…ma il mio passato sta correndo dietro di me, e non son capace di ignorare questo nervoso.”
 
E con i suoi nervi, Megamind attraversò il circuito per la terza volta, e fece altri segnali giusti, ma non tutti.
 
Nel frattempo Roxanne stava aspettando al di fuori del percorso di guida. Aveva già risposto a tutte le domande. La brunetta guardò la guida maldestra, e seppe subito che c’era il suo ragazzo blu al volante.

Accidenti…è proprio un tipo nervoso! So che è capace di guidare normalmente. Almeno quando mi rapiva era un buon guidatore, lei pensò, scuotendo la testa con un’espressione perplessa.
 
Dentro alla macchina, Minion notò la reporter che li guardava. “Ehi, Signore, Miss Ritchi è là fuori che ci guarda…sarebbe meglio se lei guidasse meglio di così”, l’amico acquatico disse, sapendo che poteva alzargli lo spirito. Purtroppo si sbagliava.
 
Quella frase lo rese anche più nervoso. Accidenti…mi sta guardando! Mi chiedo cosa stia pensando…magari si convincerà che sono un ragazzo perdente e incompetente, e la perderò, e… lui pensò, andando nel panico ancora di più. Con meno confidenza che prima, lui sbagliò tutti i segnali, e Gordon vide la ragione.
 
“Facciamola salire in macchina, d’accordo? È un po’ contro le regole, ma non importa”, l’uomo brizzolato disse a Megamind, facendo l’occhiolino. Prima di subito la brunetta stava andando nel posto dietro della macchina, aggrottando le ciglia all’eroe.
 
“Ehi, Mister Grandiosità, dov’è la tua confidenza? Scommetto che sta sotto il tuoi stivali di pelle di foca, ho ragione?” lei disse aspramente, accigliandosi.  
 
Megamind stette male per l’imbarazzo alle sue parole, ma sapeva che aveva ragione. Con la sua presenza guadagnò un po’ più di confidenza per ricominciare il percorso, e a metà circuito stava andando bene. Si tirò su e sorrise un pochino…ma non durò molto. Un’espressione sorpresa attraversò il suo volte quando la radio nella macchina comunicò un annuncio della polizia.
 
“A tutte le unità! A tutte le unità! Inseguimento di una macchina vicino a Metro Hall! Ripeto! Inseguimento di una macchina vicino a Metro Hall!”
 
Il difensore blu guardò ai suoi compagni con espressione seria. “Voglio andarci, Per favore, direttore, Roxanne, scendete dalla macchina ADESSO!” lui pretese, determinato.
 
Tutti e due sbatterono le palpebre, e risposero assieme, “Non penso proprio!” guardandosi e ridendo.
 
“Ricordi alla banca? Voglio documentare tutto”, Roxanne disse, prendendo la sua camera compatta.
 
“E per me: la lezione non è ancora finita. Così rimarrò qui fino alla fine. E in ogni caso ti voglio vedere in azione”, il direttore disse all’alieno blu, sorridendo compiaciuto.   

Minion scambiò posizione con l’uomo, mettendosi al posto del passeggero, e Megamind si allontanò dal percorso velocemente, le ruote stridenti, e accendendo la modalità furtiva.
 
Megamind guidò rapidamente e silenziosamente attraverso il traffico della città, evitando velocemente le macchine. Lo spericolato alieno raggiunse velocemente le altre macchine della polizia, mentre stavano inseguendo dei criminali, mentre Roxanne stava documentando con la sua camera.  
 
Il direttore era molto soddisfatto dal comportamento di Megamind. Era così orgoglioso di lui, che lo si poteva veder sorridere sotto I suoi baffi. Raggiunse la macchina dei gangster, notando che i poco di buono stavano sparando ai poliziotti. L’alieno fece un gesto a Minion, che lo capì, e premette qualche bottone sul cruscotto della macchina. Venne fuori un pannello, che rivelava una cloche e altri bottoni. Il seguace acquatico ne premette alcuni, e prese il volante, attivando uno strano fucile, che uscì da una delle creste spinate davanti al cofano della macchina. Era tempo di parlare.
 
“Questo è Minion che parla. Stiamo seguendo voi e i ladri. Fate attenzione, perché adesso useremo una pistola speciale per fermare la macchina di quei malviventi. Vi suggerisco di spostarvi dalla macchina.”
 
Dopo il suo avvertimento, premette un bottone e prese la cloche, puntando l’arma alle ruote e sparò. Una sostanza appiccicosa rossa uscì dalla canna, legando le ruote posteriori al terreno. I banditi che stavano ancora sparando scontrarono le loro schiene sul bordo del vetro, tentennando. Cosa avevano fatto? Ancora scioccati, lasciarono la macchina, sapendo che qualcosa la bloccava, e continuarono a sparare.      
 
Anche le macchine della polizia si fermarono e gli uomini vennero fuori, pronti a sparare. Megamind fermò la macchina invisibile, e venne fuori, mentre Minion stette dentro, puntando il fucile verso i gangster.
Il direttore guardò stupito alla scena, e Roxanne continuò a filmare, evitando I proiettili come poteva. L’eroe blu si piazzò dietro la porta della macchina, tirando fuori la pistola disidratante e settandola su “distruggere”. Si preparò, e puntò la pistola verso la porta della macchina dei malviventi, e sparò. Le porte vennero distrutte in pezzettini e i malfattori vennero stesi dal colpo. Altri uomini vennero fuori dal retro della macchina, e Megamind mise velocemente il settaggio “raggio della morte” sulla pistola, sparandogli prima che potessero reagire. Fecero un sospiro sorpreso e caddero sulla strada. Usando lo stesso settaggio Megamind colpì anche quelli che erano stati sbalzati via, non dandogli il tempo di recuperare dal colpo. Il difensore si guardò attorno per vedere se qualcuno si era fatto male, e vedendo che la situazione era buona, si avvicinò agli scagnozzi per vedere come stavano.
 
Minion, il direttore e Roxanne lasciarono la macchina, avvicinandosi con cautela all’alieno blu. Stava controllando il polso di un uomo, e sospirò di sollievo quando stabilì che era ancora vivo.
 
“Signore, ha usato il raggio della morte? Erano così pericolosi?” Minion chiese al suo protetto.
 
“Sì, amico mio. Avevano delle armi pericolose e ho pensato che era meglio neutralizzarli così, invece che disidratarli”, il genio blu disse, sorridendo.
 
“Raggio della morte? Li hai uccisi?” il direttore chiese, accigliandosi.
 
L’alieno cercò di spiegarsi, non volendo vedere quel tipo di sguardo. “Oh, no, direttore! A dirle la verità il settaggio raggio della morte è solo un raggio stordente molto potente. Non sono morti, non si preoccupi. Rimarranno in questo stato per circa un’ora…”, lui rispose, facendo un sorriso compiaciuto.  
 
L’uomo dai capelli grigi si piegò, per controllare gli altri criminali, e osservò che il loro battito cardiaco era molto lento, ma erano vivi. Rise, dando una pacca sulla schiena dell’alieno. “Sapevo che non ero così cattivo, dopo tutto! Gran bel lavoro, ragazzo mio! Son davvero orgoglioso di te!”  
 
Megamind quasi cadde faccia a terra dopo quel trattamento, ma si arrangiò a non perdere l’equilibrio. Stette in piedi sorridendo ampiamente. “Ah…grazie, direttore…sa che questo significa molto per me…”, lui disse sinceramente.
 
Nel frattempo, i poliziotti stavano chiamando la squadra CSI per fare tutte le registrazioni, e Roxanne continuava a filmare la scena. La brunetta andò verso un ufficiale di polizia per parlargli. “Ho registrato tutto, se volete vi posso dare il video…”, lei disse.
    
Lui annuì. “Va benissimo, Miss Ritchi, quando la squadra CSI arriverà qui, meglio se parla con loro per quella faccenda”.
 
La reporter annuì a sua volta, e si avvicinò al suo ragazzo blu. Era sbalordita vedendolo accigliarsi e annusare l’aria. “Che c’è, Megs? Tu e Minion avete fatto un ottimo lavoro qui…”, lei disse, perplessa dal suo improvviso, e strano comportamento.
 
L’eroe fece un gesto con la sua mano inguantata, chiedendole di aspettare. Qualcosa non era giusto. Per confermare i suoi sospetti, decise di parlare con l’ufficiale di polizia.
 
“Cosa hanno rubato?” lui chiese, seriamente.
 
L’ufficiale sbattè un poco le palpebre e rispose alla sua domanda. Apparentemente, quei malviventi avevano rubato delle sostanze chimiche da un laboratorio. Il genio blu ansimò, e un’espressione inorridita avanzò sul suo viso. Se il suo naso era nel giusto, erano tutti in pericolo.       
 
“Presto! Non c’è tempo da perdere! Portate quegli uomini svenuti lontano dalla macchina, e andate via velocemente!” lui disse, non nascondendo il panico dalla sua voce, annusando sempre l’aria. Oh sì, poteva sentirlo…
 
Afferrando la mano di Roxanne, la guidò dentro la macchina. Gordon era già dentro. Guidò molto velocemente in retromarcia, vedendo che i poliziotti stavano facendo quello che aveva detto, e la sua macchina si fermò quando furono ad una distanza di sicurezza dalla macchina dei criminali. E in quel momento uscì dalla macchina, seguito da Roxanne e gli altri due.
 
“TUTTI GIÙ!” gridò verso I poliziotti, e si piegò dietro la porta della macchina. Giusto come aveva predetto, il baule dell’auto esplose rumorosamente, gettando pezzi di metallo ovunque.

Megamind sentì un grido dietro di lui. Roxanne era in piedi a filmare l’esplosione. Con la coda dell’occhio vide che un pezzo di metallo stava volando nella sua direzione. La brunetta era bloccata dallo shock, non capace di muoversi, e Megamind su gettò sopra di lei, aggrappandosi alla sua vita e buttandosi a terra. Lui sussultò e arcuò la schiena, emettendo un urlo strangolato mentre si arrotolava per proteggere la sua ragazza. La sua donna stava tremando sotto il corpo magro, ma così forte, del suo eroe blu.
Lei poteva sentire come stava tremando e gemendo rumorosamente, ma era troppo spaventata per muoversi.
Ch-che è successo? lei pensò, in panico per il suo amore.
 
Dopo lungo tempo lei riguadagnò un po’ di coraggio. Aprendo lentamente gli occhi notò che Megamind era molto immobile, e ansimava. La brunetta tentò di alzarsi, ma si fermò dopo che sentì il suo ragazzo ansimare fortemente. Adesso stava ritornando alla realtà.
 
“Che è successo? Sei ferito? Rispondimi, ti prego!” la reporter disse, accigliandosi, panico nella sua voce.
 
L’alieno gemette nuovamente e fece un gran respiro prima di rispondere. “Mmmh, sì…un pezzo di metallo ha colpito la mia schiena…p-penso che mi abbia graffiato gravemente…”, e poi svenne sopra di lei.
 
La donnina strisciò fuori, spaventata. Cosa voleva dire con “gravemente”? Quando vide quanto era danneggiata la schiena di Megamind, lei ansimò. Il mantello era strappato, e anche i due strati della sua tuta. Un taglio lungo e profondo attraversava la sua schiena, e stava sanguinando copiosamente. Solo ora si accorse del pezzo di metallo affilato dietro di lei, coperto in quello che sembrava sangue. Il suo sangue. Roxanne sussultò a vedere sangue violaceo tutt’attorno al taglio, ma riguadagnò consapevolezza, e chiamò Minion per aiutarla. Era l’unico che poteva salvare Megamind in quel momento.  
 
“Minion! vieni qui! È ferito gravemente! Hai un kit di pronto soccorso in macchina?”
 
Fortunatamente ne avevano uno. Il seguace acquatico annuì, e prese una piccola valigia, aprendo il sedile posteriore. “Sì, Miss Ritchi! Eccolo…”, disse, dandole la scatola.
 
La brunetta lo aprì, e prese tutto quello che le serviva per un emergenza come questa: acqua ossigenata, tamponi, garza, polvere emostatica e cerotto. Con uno sguardo preoccupato verso il difensore della città, lei tolse dalle sue spalle il mantello con spuntoni, e aprì con cautela la cerniera dell’altra tuta. Poi prese delle forbici dal kit per tagliare la tuta interna. Fortunatamente Minion aveva già fatto molti altri set di nuovi vestiti, ma Megamind era la cosa importante adesso.
 
La reporter prese del cotone idrofilo e lo bagnò con l’acqua ossigenata, passandolo sopra il taglio. Lui gridò al contatto, soprattutto perché l’acqua ossigenata l’aveva bruciato, ma il dolore lo fece svenire nuovamente. Roxanne sorrise un poco alla sua reazione, e continuò a pulire la ferita meglio che poteva. Dopo averla pulita sparse della polvere emostatica sopra, e coprì il tutto con della garza, fermandola col cerotto.
 
Minion le fece fare quel lavoro perché la conosceva bene. Dopo tutti quei giorni che le aveva fatto vedere il Covo, lui si fidava di Roxanne tanto quanto il suo Signore.
 
È stata salvata da Signore, penso che sia giusto farle fare questo lavoro… pensò il seguace acquatico.
E aveva ragione.
 
Finito il lavoro, la reporter si asciugò il sudore dalla fronte, e sospirò di sollievo.
 
“Penso che vada bene, per il momento. Ma sarebbe meglio tornare al Covo adesso, per ricucirlo, o qualcosa del genere. È un taglio profondo…decisamente peggio di quello che pensassi…”, la donnina disse, preoccupata, accigliandosi.
 
L’ittioide annuì, e prese il suo protetto, mettendolo con cautela sul sedile posteriore. Il direttore guardò la scena metà preoccupato e metà divertito. Chi lo poteva dire che Miss Ritchi fosse una buona infermiera? Se non fosse stato che suo “figlio” era così gravemente ferito, la scena sarebbe stata quasi divertente.
 
“È tutto a posto? Sei sicuro che non sarebbe meglio portarlo all’ospedale? Ho visto quel taglio e sembrava orribile…”
 
Minion sorrise all’uomo, apprezzando la sua preoccupazione, prima che un’espressione di concerno riempisse la sua piccola faccia. “Grazie per la sua preoccupazione, ma non sarebbe una buona idea portarlo all’ospedale. Lo sa quanto li odia, vero? E abbiamo tutto quello che ci serve al Covo”.
 
L’uomo baffuto sbattè le palpebre, e annuì capendo. “Ah, già. Adesso ricordo. Sì…tutti quei film…e non aveva paura quando era giovane. Strana cosa la psiche…beh…prendetevi cura di lui, e ricordate di dirgli che ha passato brillantemente la lezione. Ci si vede per la prossima prova, allora!”      

Durante quella piccola conversazione la squadra CSI arrivò al centro dell’azione. Roxanne gli diede il video e spiegò quello che era successo. Prima di andare via, chiese ad uno degli ufficiali di polizia di prendersi cura del resto, perché Megamind era ferito.
 
Tutto per colpa sua…
 
Sentendosi ancora in colpa, la brunetta entrò in macchina, sul sedile posteriore, mettendo la testa dell’alieno blu sulle sue gambe. Minion annuì alle parole del direttore, e prese il suo posto in macchina.
 
“Grazie, direttore, e glielo dirò. Penso che sarà felice di sentirlo. Ci si vede la prossima volta!”
 
E con quel saluto, guidò verso il Covo. 

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Capitolo 13
*** 13 ***


Minion guidò velocemente verso il Covo, sapendo che il suo protetto aveva bisogno di meticolose attenzioni.
Nel frattempo Roxanne stava guardando, molto preoccupata, il suo moroso blu, mentre carezzava leggermente la sua fronte e sopracciglia.
 
Megamind gemette un pochino, aprì gli occhi e sbattè le palpebre vedendo la sua bellissima ragazza che lo guardava con un’espressione preoccupata.
“Ehi…non fissarmi così. Non sono morto, e son più resistente di quello che pensi,” lui disse, facendo l’occhiolino.
 
Anche ferito così, l’alieno blu non aveva perso la sua verve e lato comico.
La brunetta ridacchiò brevemente, e si sporse in avanti per toccare la sua fronte con la propria.
“Alieno stupidino…ero così preoccupata. Quel taglio è così profondo. Ed è tutta colpa mia! Come posso essere stata così stupida?” lei disse con occhi acquosi, accigliandosi.  
 
Il difensore roteò gli occhi, e con una mano carezzò la nuca per confortarla.
 
“Volevo sgridarti per quello…mi hai fatto così preoccupare! Ma vedo che sei già pentita. Perché mai l’hai fatto?! Credevo che ti avrei perso!” lui finì con voce angosciata.
 
La piccola reporter tirò sul col naso. “Scusami, ma volevo registrare tutte le tue gesta eroiche. E posso chiederti la stessa cosa. Perché eri fuori dalla macchina? Voglio dire…se sapevi che l’auto sarebbe esplosa, avresti potuto rimanere dentro la macchina…”
 
Megamind rise con voce roca. “Che posso dire? Le vecchie abitudini son dure a morire…volevo solo guardare l’esplosione. Le amo troppo!” lui finì con gioia, come un bimbo che giocava al suo gioco preferito.
 
Roxanne guardò bene in faccia il difensore della città , con un sopracciglio rialzato, e con una finta espressione di rimprovero.
 
“Lo sai che mi ero immaginata una cosa del genere? Qualche volta sei sempre prevedibile.” 
L’ex criminale inclinò la testa e si accigliò un pochino.
 
“Son così prevedibile? Beh, allora, cercherò di non esserlo…per te,"  lui finì, sorridendo in modo sexy, e con voce bassa e setosa.
 
La brunetta arrossì e sorrise dolcemente alla sua affermazione.
“Fino ad ora hai fatto un ottimo lavoro…ma penso che tu possa migliorare,” lei finì sorridendo dolcemente e un pochino maliziosamente.  
 
Megamind, di risposta, sorrise in modo seducente. “Ho una buona insegnante, mia cara,” le disse con amore. Son così fortunato ad averla. Davvero non mi merito questo, lui pensò, guardando la sua reporter preferita.
 
La suddetta reporter sorrise apertamente, abbassandosi per porre un bacio tenero e dolce sulle sue labbra. L’alieno blu rispose molto bene, mordicchiando il suo labbro inferiore e rendendolo più intenso, facendo scivolare la sua lingua nella sua bocca.
Giocarono così per un po’ e poi si separarono dal bacio lentamente, tutti e due con gli occhi chiusi per l’emozione.
 
Aprirono gli occhi e si fissarono per un poco, sorridendo scioccamente.
“Ti senti meglio, mio campione?” Roxanne chiese con amore.
L’uomo dello spazio annuì, sempre con quel sorriso sciocco sul suo viso.
“Mmmh…sì…mi sento molto bene, di fatto non credo che potrei essere più felice. Sei davvero buona con me. Non mi merito tutto questo,” lui finì, congiungendo le sopracciglia.  
 
Roxanne roteò gli occhi in una finta maniera irritata, e agitò il dito verso di lui in modo beffardo.
“Apparentemente dobbiamo lavorare anche sul tuo amor proprio. In ogni caso son contenta di sentirlo. Siamo quasi arrivati al Covo, e dobbiamo rappezzarti. Sei pronto?” la brunetta gli chiese.
 
Megamind annuì, e si preparò ad alzarsi. Sapeva che avrebbe sentito male all’inizio, ma poteva sopportarlo.
“Già…puoi aiutarmi ad alzarmi, amore mio? Non so se son capace di farlo, con la mia schiena ferita in questa maniera,"  l’alieno di solito agile le chiese, sussultando, cercando di tirarsi su.
 
La brunetta sorrise con amore, sentendo Megamind chiamarla “amore mio”. Awww…è così dolce…dice che è felice di stare con me, ma io son così fortunata ad avere lui lei pensò.
 
“Ma certamente, dolcezza!” lei gli rispose, mettendo la mani sulle sue spalle, per aiutarlo a tirarsi su.   
 
L’alieno blu tese gli addominali per venire su mentre Roxanne lo spingeva sulle spalle. “Rrrraaaarrrrgggh! Aaaaah! Fa male!” Megamind disse, tirandosi su, facendo una espressione piena di agonia, mentre digrignava I denti.
 
Roxanne sorrise leggermente, mentre carezzava la sua schiena ferita, poi si sporse in avanti e lo baciò sulle sue orecchie colorate di rosa, facendolo ansimare e bloccare al contatto. Ma dopo quello l’alieno inesperto si rilassò un pochino.  
 
“Meglio, mio tesoro? Scusami per quello, ma sapevo che era la sola via per farti rilassare,"  la reporter gli disse, in modo giocoso.
 
Megamind era un po’ intontito dopo quel trattamento, e ne venne fuori, solo sentendo il tono di voce di Roxanne.
 
“Ah…eh…sì. Wow…con te attorno a chi servono antidolorifici? Un pochino anticonformista e, oso anche dire, cattivo, ma hai fatto un ottimo lavoro!” lui disse, col suo antico tono malvagio.  
 
Lei rise molto lieta. “Cattivo eh? Mh mh…magari sì…ma in maniera positiva,"  la brunetta disse, facendo l’occhiolino.  
 
Nel frattempo un Minion sorridente stava parcheggiando la macchina nel Covo e aprì la portiera per far uscire la coppia dal veicolo.
 
Poi andarono verso l’ascensore per andare nella parte sottostante il Covo.
“Mmmh…posso aiutarti, Minion? Vorrei imparare a rattoppare il mio ragazzo,"  Roxanne chiese al seguace acquatico mentre arrossiva.
 
Il pesce alieno sbattè le palpebre sorpreso, guardando divertito la donnina.
 
“Ma certamente, Miss Ritchi! Ah…se non è un problema per Signore, ovviamente,"  lui finì compiaciuto.
Il suddetto alieno ansimò un pochino, deglutì e arrossì tantissimo. Vuole curarmi…è così…oh…che posso dire… lui pensò, confuso.
 
Roxanne notò la sua esitazione e, sorridendo, mise una mano su una delle sue spalle.
“Ehi, dolcezza, se è un problema per te, non fa differenza per me, sai?” la reporter gli disse gentilmente, cercando di rassicurare l’eroe demoralizzato.
 
L’uomo blu si rilassò al suo tocco e parole gentili, sorridendo in modo grato.
“Grazie, Roxanne, e non è un problema. Ehm, sai, non son abituato ad essere viziato così. Specialmente da te,"  lui finì, arrossendo leggermente.
 
A questa dichiarazione, Minion si imbronciò giocosamente.
“SIGNORE! Che sta dicendo? Non è abituato ad essere viziato? E tutti questi anni del MIO servizio leale? Tutti questi anni ad alzarmi prestissimo per prenderle il suo caffè e ciambelle preferite? E non menzioniamo la sua pignoleria per quel che riguarda il cibo e cose del genere. Mh?!”    
 
Dopo quella “ramanzina,"  Roxanne era sull’orlo dal ridere sguaiatamente, ma conosceva l’orgoglio del suo moroso blu, così soffocò la sua ilarità mordendosi le labbra.
 
Dall’altro lato, Megamind si sentì un pochino imbronciato, e sapeva che il suo amico acquatico stava scherzando, così agì di conseguenza.   
 
“MINION! Nella mia infinita generosità di tuo padrone, ti perdonerò per la tua impudenza! Adesso, se non ti dispiace, mi servirebbe un po’ di assistenza medica. Mi sento non poco rigido e dolorante,"  lui disse pomposamente.
 
La brunetta era molto divertita dalle loro battute e volle prender parte alla “discussione”
 
“Ragazze, ragazze, siete carine, ma possiamo finirla? È davvero sciocco, lo sapete?” lei finì, ridendo sonoramente non capace di resistere ancora.  
 
Per un poco la guardarono in modo scontroso, ma poi vennero contagiati dalla sua ilarità e risero tutti assieme.  
 
Son così fortunata ad essere parte di questa strana ma molto vivace famiglia. Famiglia…wow…sto già pensando in questa maniera? Sto così…bene con questi due alieni. Ma magari è meglio se tengo questi pensieri per me…per il momento. Non penso che Eiyuu sia preparato a sentire qualcosa del genere da me.  
 
Raggiunsero la piccola stanza curativa nel retro del laboratorio. Minion rimosse quello che era rimasto della divisa di Megamind.
Quindi l’alieno blu si mise, aiutato da Minion, a pancia in giù sul tavolo imbottito, stringendo i denti e ansimando un pochino.
 
Roxanne ansimò, vedendo la garza imbevuta di liquido viola. Oh mio dio! Magari era meglio mettere più garza! La reporter pensò, vedendo che razza di caos fosse.
 
“Fammi rimuovere quelle bende. Minion…potresti portarmi quel bidone per materiali pericolosi?” lei chiese con voce preoccupata, accigliandosi brevemente.
 
Il pesce sorrise e annuì. “Sì, Miss Ritchi. Ecco,"  lui disse portandole il bidoncino. Era messo tra la macchina per l’ECG e EEG, assieme ad una scatola di guanti usa-e-getta.
La donna sorrise di rimando e prima di rimuovere le compresse, lei guardò curiosamente la schiena del suo innamorato.
C’erano altre cicatrici, e lei si chiese come se le era procurate. Glielo chiederò un'altra volta, lei pensò cominciando a rimuovere le garze insanguinate, carezzando la sua schiena.
 
L’alieno percepì il suo sguardo e pensò alle sue cicatrici. Magari vuole sapere come ho avuto quelle cicatrici. Son preparato a rispondere alle sue domande, e fu un pochino deluso quando lei non gli chiese nulla a proposito.   
 
La brunetta stava rimuovendo le bende con cautela, cercando di non far male al suo ragazzo. Dopo averle rimosse, le gettò nel bidone, assieme ai guanti di lattice, e guardò la ferita.
Fortunatamente il taglio non stava sanguinando, ma era sempre troppo grande e profondo.  
 
Roxanne si fece da parte e lasciò che fosse Minion a fare il suo lavoro di ricucitura del suo protetto.
Il pesce custode prese una scatola metallica, che era sotto il tavolo imbottito.
Prese un carrello pieghevole vicino alla vasca, e lo aprì, mettendo la scatola sopra.
 
Quindi aprì il contenitore, e guardando Roxanne mosse le labbra per dire Guardi in una maniera cospiratrice.
La reporter guardò il pesce alieno in modo all’inizio interrogativo, poi a bocca spalancata, dopo aver visto cosa aveva estratto dal contenitore.    
 
Il pesce robotizzato aveva nelle sue mani metalliche un disinfettante spray E una siringa con del liquido.
Che cos’è? E non ha paura di quelle cose? La donna curiosa chiese, sempre muovendo solo le labbra al seguace acquatico.     
 
Minion annuì, facendo uscire un po’ di liquido dalla siringa. Sì, ma come si suol dire “Occhio non vede, cuore non duole”. Ed è anestetico, lui disse silenziosamente a Roxanne.
Quindi spruzzò il disinfettante sopra la ferita e inserì con cautela l’ago in un punto vicino allo squarcio.   
 
Nel frattempo il difensore blu era ignaro degli scambi di parole silenziosi dei due.
Stava guardando il muro con la sua enorme testa piazzata sulle sue braccia, che erano incrociate di fronte a lui.
 
L’ago della siringa era molto fino, così Megamind non sentì nulla.
Minion aspettò un poco per l’anestetico di fare effetto, e pizzicò con cautela quel punto per vedere se era il caso di cominciare a ricucire. “Signore? Ha sentito qualcosa?” il seguace acquatico chiese.
 
“Mh? Ho sentito che mi hai toccata la schiena. Hai usato il solito anestetico spray?” Megamind chiese, non sapendo la verità.
Il pesce trattenne una risata. “Certamente, Signore. Adesso comincerò a suturare. Per favore, mi dica se sente male”.  
 
Quando il suo protetto annuì, prese un ago e del filo per suture, guardando Roxanne. “Molto bene, Miss Ritchi. Adesso comincerò la lezione,"  e con questo cominciò a ricucire con cautela la lacerazione.
 
Mentre stava suturando il taglio si ricordò del messaggio del direttore. “Ah, Signore? Mi ero quasi dimenticato di dirle che il direttore è molto orgoglioso di lei, e mi ha detto di dirle che ha passato brillantemente la lezione”.  
 
A quella dichiarazione, Megamind sorrise con orgoglio, sentendo del calore nel suo petto. Pensò che avrebbe ringraziato profusamente quell’uomo. E pensò che si sarebbe anche scusato col direttore per tutti quegli anni di cattivo comportamento.  
 
La donna curiosa guardò meravigliata il suo lavoro manuale. Per uno con un massivo corpo robotico era molto delicato a fare un lavoro così preciso.
“Wow…Minion! Tu sei davvero un fantastico pesciolino! Voglio dire…son colpita da come puoi riuscire a fare un lavoro così minuzioso con quelle enormi mani robotiche. Eiyuu ha fatto un ottimo lavoro con quel corpo”.
 
Tutti e due gli alieni sorrisero al complimento e Minion le spiegò che Megamind aveva fatto delle modifiche alle mani per dei lavori così precisi.
Le mostrò i palmi delle mani e la reporter notò i meccanismi delicati e dei piccoli pezzi metallici fatti in una certa maniera che aiutavano a fare dei lavori così delicati.  
 
Il guardiano acquatico si rimise al lavoro di rappezzare il suo protetto e Roxanne guardò con cautela l’operazione.
Quando Minion finì, Roxanne chiese se poteva mettere delle garze sopra le cuciture. “Oh, sì, Miss Ritchi. Lei è un ottima infermiera, me lo lasci dire!” l’ittioide disse, sorridendole felicemente.  
 
Lei sorrise di rimando e prese dalla scatola metallica un pezzo di cotone idrofilo con del disinfettante, della garza e un rotolo di cerotto.
Poi cominciò a passare il cotone sulla sutura per disinfettare l’area, e poi mise la garza e la fermò col cerotto.
“Ecco, finito! E devo confessare che ero già capace di suturare una ferita, ma è da tanto tempo che non lo faccio e volevo vedere se mi ricordavo bene la tecnica,"  la brunetta disse, facendo una linguaccia.   
 
Entrambi gli alieni la guardarono sbalorditi, e Megamind le disse, sedendosi sul tavolo, “Sei una continua sorpresa per noi! C’è qualcosa che non sei capace di fare? E per curiosità, perché e in quale occasione hai imparato a suturare una ferita?” chiese il sempre curioso genio.  
 
L’intelligente donna sorrise in modo volpino in loro direzione e rispose alla sua domanda, “Mio padre era un “uomo pratico,"  e siccome sono figlia unica mi ha insegnato molte cose. E suturare era una di esse. Era un paramedico all’ospedale locale. Avevo fatto un piccolo corso di pronto soccorso al Metro Hospital con lui come insegnante e mi ha insegnato a suturare. Ho una licenza speciale per quello. Di solito non permettono cose del genere, ma siccome ero sua figlia, hanno fatto un’eccezione”.  
 
I due alieni sbatterono le palpebre stupiti dalla sua spiegazione.
“Oooh…sapevo che eri capace di fare un po’ di pronto soccorso, perché avevo fatto qualche ricerca su di te prima di rapirti. Era nell’archivio dell’ospedale. Ma non ho trovato traccia di questa particolare abilità. E adesso capisco perché: quell’info era nella tua licenza speciale. Le licenze speciali son registrate in un altro sistema. Mmmh…mi chiedo perché non ho cercato anche in quelle. Oh beh…in ogni caso è un’informazione molto utile. Ci sono altre cose che non ci hai menzionato, Miss Ritchi? O vuoi stupirci ogni volta?” l’alieno blu le chiese con un sorrisino.  
 
La reporter sorrise maliziosamente in sua direzione e rispose alla sua domanda, “Beh…magari terrò qualche segreto nascosto…se non sapete già tutto. Mmmh…qualche ricerca eh? E giusto per curiosità, cosa sai di me Mister So-Tutto? O vuoi essere poco prevedibile e sbalordirmi di tanto in tanto?”  
 
Megamind rise di gioia, saltando giù dal tavolo imbottito.
“Hai ragione, Miss Ritchi! Voglio STUPIRTI in futuro, così anche io terrò qualche segreto. E sarò felice di rimanere stupito da te, mia cara,"  lui disse, prima pomposamente e poi con la sua voce bassa e setosa, in maniera misteriosa.  
 
Roxanne accarezzo la sua schiena e lo baciò leggermente vicino alle bende. “Tipo così, mio salvatore? Ah…mi è venuta un'altra cosa in mente: lo strato interno della tuta non è fatto per proteggerti? Puoi spiegarmi perché quel pezzo di metallo lo ha tagliato?”
 
A quel trattamento l’alieno blu si rilassò tutto, sorridendo stupidamente e sospirando in maniera contenta.
“Eh…ah? Sì…grazie. Tu sai davvero rendermi a mio agio. Ehm…in ogni caso la tuta interna è fatta in modo da disperdere l’energia del colpo, non per fermare cose appuntite. Ma magari posso miglio-orarla per quel pericolo. Ho fatto quel filo per proteggermi dai colpi di Metro Man e non ho mai pensato di aggiornarla per quelle cose. Adesso che sono il difensore di Metrocity devo miglio-orare molte cose. E non sto parlando solo delle mie invenzioni, ma anche della città. Tipo pulire il lago o arricchire molte cose. Ho così tanto lavoro da fare! E son sicuro che mi divertirò a fare questo lavoro!” lui finì, felicemente.  
 
La brunetta sorrise apertamente al suo entusiasmo Eh, eh, eh, è come un bambino in un negozio di caramelle. E pensandoci, son convinta che sarebbe felice di entrare in un negozio come quello. Con quella sua golosità… lei pensò, guardandolo.
“Dolcezza, son sicura che tu sarai capace di migliorare molte cose adesso che sei dei buoni. Sei proprio un genio!”
 
Il suddetto genio sorrise ampiamente alla sua dichiarazione.
“Oh, Roxanne, tu sai proprio come tirarmi su! E sì, sono chiaramente un genio! Di fatto credo di essere la persona più intelligente nell’intero pianeta,"  lui finì, gonfiando il petto.      
 
A quella proclamazione sia la reporter che il pesce rotearono gli occhi e Roxanne gli disse, “Mio caro, sei anche la persona più senza vergogna che abbia mai incontrato. Ma mi piaci perché sei così,"  carezzando la sua guancia blu e sorridendogli calorosamente.  
 
L’alieno blu le sorrise in maniera affettuosa, alzando la mano per toccare quella di Roxanne – che era ancora sulla sua guancia – sospirando in modo sognante.
“Sei così dolce con me, Roxanne. E apprezzo molto che io ti piaccia, anche se qualche volta mi comporto come un bambino. Cercherò di miglio-orare per te, se vuoi,"  lui finì in maniera poco seria.     
 
Roxanne gli sorrise birichinamente, e fece un’espressione pensante. “Sì…sarei felice se tu potessi…appianare qualcuno dei tuoi comportamenti. Ma non cambiare troppo, come ho detto mi piaci come sei,"  la brunetta finì con tono dolce.  
 
Megamind annuì, sapendo cosa intendeva. Sapeva che doveva cambiare qualcosa nella sua personalità grandiosa, adesso che era il difensore di Metro City. Ma era così orgoglioso che non lo avrebbe mai ammesso apertamente. Ed era comunque convinto che gli eroi avessero comunque bisogno delle entrate in scena.  
 
Quindi andarono verso il corridoio e la stanza dove c’erano le tute. Lui si cambiò, mettendo un'altra divisa – con l’aiuto di alcuni robocervelli che lui chiamò – e poi andarono all’ascensore per andare nell’appartamento.
Era quasi ora di pranzo e Minion andò in cucina, per arrangiare qualcosa. Mentre la coppia andò verso la camera da letto di Megamind.

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Capitolo 14
*** 14 ***


Quando passarono vicino alla scrivania ovale, Megamind si fermò. “Devo fare qualche telefonata. Aspetta un attimo, mia cara.”
La reporter ficcanaso la sapeva, e annuì. “Dopo quello che è successo, stavo pensando che dovevi fare qualche telefonata.”
 
L’ex criminale chiamò il direttore per sapere la situazione dopo il suo incidente.
L’uomo anziano gli disse che avevano portato la banda in galera, e gli avevano interrogati, ed avevano scoperto che avevano rubato diverse bottiglie di etere, e con tutti quei proiettili sparati, uno di essi finì nel bagagliaio, creando una reazione instabile.  
 
Il direttore volle conoscere come Megamind sapesse che ci sarebbe stata un’esplosione, e Megamind confessò che aveva un “olfatto fine” e aveva annusato l’etere, in più aveva notato che alcuni proiettili erano finiti nel portabagagli ed aveva fatto la somma.
 
“Quanto erano stupidi? Voglio dire…sapevano di portare etere. Perché mai hanno cominciato a sparare?” l’alieno blu chiese in tono confuso all’uomo anziano.
 
Il direttore sogghignò all’altro capo del telefono e pensò che il suo vecchio carcerato si stava adattando bene al suo nuovo ruolo.
 
“Questo posso spiegarlo: chi gli aveva commissionato il furto gli aveva fornito delle scatole speciali dove mettere le bottiglie. Ci dissero che quelle scatole dovevano essere a prova di proiettile, ma per me non lo erano. Il CSI ha fatto un rapporto dicendo di aver trovato dei pezzi di metallo che non erano della macchina.”
 
“Ah…mi hanno detto che, se vuoi puoi controllare insieme a loro quelle cose. Mi hanno detto che sarebbe un onore per loro vederti al lavoro. Ma fa attenzione, se vuoi accettare la loro offerta, perché so che alcuni di loro non credono nel tuo “cambio di ruolo” e vorranno metterti i bastoni tra le ruote. Sono così orgoglioso di te, Megamind! Veramente…sapevo che avevi del buono in te,” l’uomo brizzolato disse con orgoglio all’alieno.
 
Megamind era in un vortice di emozioni: stava già pensando di andare nel laboratorio della scientifica e provava una sensazione di calore per il complimento di accettazione del direttore e della squadra del CSI.
 
“Grazie, direttore. Queste cose significano molto per me, lo sa. E…beh…grazie per il complimento. Dobbiamo fare una chiacchierata, uno di questi giorni. Devo chiederle qualcosa. Ma non adesso. Penso che andrò al laboratorio della scientifica per controllare qualcosa, e sarò onorato di aiutarli. E non si preoccupi delle “malelingue”: son capace di trattare quel genere di cose,” disse ghignando malvagiamente.
 
Gordon Hudson sorrise dopo quel discorso.
“Molto bene, figliolo! E sarei felice di fare quella chiacchierata. Aspetterò una chiamata da te per quello. E buon lavoro con la squadra forense.”
 
L’alieno blu lo ringraziò di nuovo e chiamò il CSI per dirgli che aveva accettato la loro offerta. Gli disse anche che sarebbe andato da loro dopo aver mangiato qualcosa e loro accettarono.
Quindi andò nella sua camera con Roxanne, ed aspettarono che Minion li chiamasse per pranzo.
Si sedettero sul suo letto, e Megamind si lasciò cadere in una posizione supina, facendo un’espressione sofferente, perché l’anestesia stava scemando.  
 
“Aaah…odio quando l’anestesia diminuisce…ho un’alta resistenza al dolore, ma odio i punti che tirano.”
 
Roxanne gli sorrise dolcemente e si mise al suo fianco, per stargli vicino.  
 
“Eiyuu…girati sulla pancia. Forse conosco un metodo per alleviare questa seccatura,” la brunetta gli disse con un tono rassicurante e uno scintillio negli occhi blu.
 
Lui sorrise e si fidò della sua “infermiera”, così si girò in una posizione prona sul suo letto.
L’alieno era senza mantello, perché lo avrebbe messo quando fosse uscito dal Covo.
Così Roxanne aprì lo strato superiore della tuta e guardò anche quello sottostante, che aveva pure la cerniera.
 
“Oh…l’altro non aveva la cerniera. È un nuovo tipo di protezione?”
 
L’alieno blu fece un sorrisetto compiaciuto alla sua domanda.
“No…Minion ha fatto due tipi di tuta protettiva. Uno con ed uno senza cerniera. Normalmente, quando mi faccio male alla schiena come questa volta, indosso quello con la cerniera perché è più facile cambiare le bende.”  
 
La reporter annuì con aria d’intesa.
“Ah, sì…ha senso…così devi solo aprire i due strati, senza dover rimuovere completamente la tuta. Molto ingegnoso! Ah…un’altra cosa…ovviamente se vuoi rispondermi: come ti sei procurato le altre cicatrici? Spero che non sia opera di Wayne…o gliene canto quattro!” lei finì accigliandosi e con tono arrabbiato.
 
L’ex cattivo ridacchiò a questa sua affermazione e sorrise francamente.
“Ah! Ti amo quando ti arrabbi verso Mister Perfettino! In ogni caso, no…queste cicatrici son tutte colpa mia. Me le sono procurate mentre lavoravo su qualche invenzione che mi è scoppiata – letteralmente – in faccia. È stato grazie alla mia agilità e robustezza che non mi son fatto troppo male. Dopo quelle esperienze son diventato più attento quando facevo le mie invenzioni, e Minion mi ha aiutato molto, creando le mie tenute e vestiti protettivi, come i miei guanti.”  
 
La donna curiosa annuì, con un sorriso volpino stampato in faccia, e cominciò ad aprire la tuta sottostante.
“Beh…meglio per lui. E spero che tu abbia imparato la lezione. E spero anche che tu possa trovare un modo per creare un materiale che possa proteggerti anche da cose taglienti, o anche proiettili! QUELLO sarebbe fantastico…e son sicura che saresti capace d’inventare un materiale così. Tu SEI un genio, dopo tutto!”
 
Megamind s’illuminò felicemente al suo elogio.
“Mh…si…beh…a dirti la verità ho già inventato la formula per un materiale con quelle proprietà, ma ho qualche problema a fare un filo con quel composto. Tu sai già che Minion usa il telaio per creare la stoffa della mia tuta inferiore. Il problema è che questa sostanza ha una densità molto alta ed è difficile creare una fibra. Devo pensare ad un altra maniera per usare quella roba.”
 
Mentre stava parlando, Roxanne studiava la tuta, notando che era composta da due differenti materiali: la stoffa era all’interno e all’esterno c’era una sostanza elastica.
“Mmmh…forse ho già un’idea. Ho notato che questo strato protettivo è fatto con la stoffa e un materiale simile al lattice. Tu mi hai detto che la sostanza che hai inventato ha un’alta densità, giusto? Così…perché non spalmi la sostanza sopra la tela? O è troppo rigida e non elastica?”  
 
Passarono alcuni minuti silenziosi dopo che ebbe detto quelle cose, e lei poteva vedere che il grande cervello di quel suo meraviglioso ragazzo era ardentemente al lavoro.
Lui alzò la testa e sorrise allegramente, quindi rise con entusiasmo.
 
“Oh, Roxanne, mia cara! Sei tu il genio, qui! Sì…si! Questa è un’idea meraviglioosa. E sì, quel materiale è elastico. DEVO fare qualche esperimento, ma penso che potrebbe funzionare! Grazie Roxanne per il grande aiuto!”   
 
La brunetta sorrise di gioia, vedendo la sua reazione.
“Quando sei felice, son felice anch’io…e son contenta che ti sia piaciuta la mia idea. Adesso risolverò il tuo problema. Cerca di rilassarti e goditi il mio rimedio,” lei finì con un sorriso sornione.
 
L’agile alieno incrociò le braccia di fronte a lui, e appoggiò la sua testa gigante sopra di esse; poi cercò di rilassare il suo corpo, come gli aveva detto la sua meravigliosa ragazza.
Emise un mormorio di apprezzamento, perché Roxanne aveva cominciato a massaggiare e carezzare lievemente la sua schiena, facendo attenzione a non toccare vicino al taglio. Era paradisiaco, e lui arrossì lievemente, le sue guance divennero color lavanda.
 
Roxanne notò l’effetto che il suo trattamento aveva su di lui, e mentre continuava a massaggiare e carezzare la schiena, si sporse in avanti e lo baciò sulla schiena e sulla nuca.
Quando cominciò a fare questo, l’alieno inesperto ansimò e s’irrigidì, arrossendo furiosamente.
 
“Oh caspita…Roxanne! Questo è meravigliooso ma penso che tu stia esagerando un pochino. Non son…abituato a questo…lo sai.”  
 
La brunetta continuò a carezzargli la schiena, ma smise di baciarlo, e gli rispose con un tono un po’ malvagio.
Awww…non ti piace il mio trattamento? Beh, se vuoi posso smettere, eh.”
 
L’alieno gemette, diviso. La terapia faceva effetto, ma Megamind era sopraffatto dalle attenzioni della sua ragazza.
 
“No! Ti prego! Continua! Ma ricordati che per me è la prima volta,” affermò divenendo viola.
 
Roxanne sorrise dolcemente, e con una punta di malizia, contenta di aver un simile effetto su di lui.
 
“Va bene, caro. Lascia che l’infermiera faccia il suo lavoro, e se ti senti troppo in imbarazzo, dimmelo, ok?” Roxanne dichiarò sinceramente e con amore.
 
Megamind sorrise dolcemente, annuì e si rilassò di nuovo.
La donna dai capelli corti riprese a massaggiare, carezzare e baciare la schiena ed il collo dell’alieno, fermandosi di tanto in tanto, quando notava che il suo ragazzo s’irrigidiva troppo.
 
Continuò questo trattamento per un po’, ed oltre che massaggiare e carezzare, grattò lievemente con le unghie sulle spalle, collo e schiena dell’alieno, spedendolo in uno stato paradisiaco.
 
L’eroe era sempre diviso dai suoi sentimenti. Da un lato era contentissimo di questo trattamento, e dall’altro era tentato di saltar su dal letto ed andare via, perché non era davvero abituato a queste cose ed era veramente sopraffatto.
 
Fortunatamente, questa tecnica l’aveva rilassato così tanto che aveva chiuso gli occhi, ed ogni tanto si lasciava sfuggire un gemito di piacere, facendo sorridere Roxanne.
A volte lei voleva ridere, ma sapeva quanto era suscettibile su cose di quel genere quel suo bel ragazzo blu , così continuò il suo massaggio, mordendosi il labbro.
 
Erano entrambi così presi, che non sentirono Minion chiamarli per pranzo.
Il pescioide andò a vedere che stava succedendo, e si ritrovò a vedere quella scena, spalancando gli occhi.
 
“Ah…scusate…ilpranzoèprontoviaspettoincucina!” disse tutto d’un fiato, correndo verso la sala da pranzo.
 
La coppia sbatté gli occhi, cercando di decifrare quello che l’acquatico partner aveva detto.
Poi risero, capendo che era imbarazzato, e capirono che il pranzo era pronto.
 
“Povero Minion…chissà cosa ha pensato. Forse è meglio chiudere la porta, la prossima volta, che ne dici, caro?” Roxanne suggerì teneramente, ma ridacchiando, al suo moroso.
 
Megamind si tirò su, sempre ridendo, e la brunetta richiuse gli strati della tuta.
“Mi sembra un’ottima idea, mia cara. Anche Minion non è abituato a queste cose. Però è stato divertente.”
 
Roxanne scosse il capo, e lo colpì lievemente sul braccio.
“Ma povero Minion! Stai attento, che magari potrebbe anche vendicarsi eh, se venisse a scoprire che hai riso di lui,” affermò facendo l’occhiolino.
 
L’ex criminale rise di gusto a questa sua affermazione.
“Oh, non hai idea! Sembra un tipo tranquillo, ma è un cospiratore. Sul serio! Non sai quanti scherzi ci siamo fatti l’un l’altro. E anche tu devi stare attenta! In fondo hai riso pure tu di lui, adesso,” affermò con il suo tipico tono semi-malvagio, sorridendo maliziosamente.
 
Roxanne ridacchiò e pensò che sarebbe stato VERAMENTE divertente scoprire il vero carattere di questi due alieni.
“Ok, cercherò di stare in guardia allora. E spero che tu mi darai una mano, se per caso Minion vuole tirarmi qualche brutto tiro, vero, mio eroe?” la reporter chiese, con uno scintillio furbesco nei suoi occhi color zaffiro.
 
Megamind conosceva bene quello scintillio, e ridacchiò.
“Ma certo, mia cara! Con le nostre menti acute, potremmo venircene fuori con un piano magnifico!”
 
La brunetta rise, e disse furbescamente, “Ovvio, ma sta attento che potrei anche allearmi con lui, se non righi dritto!”
 
L’ex-criminale era veramente esterrefatto dalla malizia di quella donna.
“Ancora mi chiedo perché tu non volevi essere la mia Regina Malvagia! Davvero! Saresti stata perfetta!” affermò con convinzione, sapendo però il perché del suo rifiuto.
 
Fecero tutto sto discorso mentre andavano pian piano verso la cucina, e quando arrivarono lì, ridevano entrambi.
Minion socchiuse gli occhi e fece un’espressione semi-arrabbiata.
 
“Perché state ridendo? Per caso per la mia reazione di prima? Mh? MH?” chiese sospettosamente.
 
La coppia trattenne una risata al ricordo, e dissero all’unisono, “No, no, stavamo parlando d’altro.”
 
Minion socchiuse ancora di più gli occhi, sempre più sospettoso.
“Mmmh…beh, diciamo che vi credo. Per ora! Ma ricordatevi che vi osservo!” l’ittioide affermò, facendo il tipico gesto con le dita, prima puntandole ai suoi occhi e poi verso la coppia.
 
Megamind roteò gli occhi e Roxanne ridacchiò.
“Va bene, staremo attenti allora. Ma davvero, non stavamo parlando di te, vero caro?” la reporter disse facendo l’occhiolino a Minion e poi parlando con il nuovo eroe.
 
L’agile alieno annuì, recitando la sua parte.
“Ma certamente! In ogni caso…hm…avrei un po’ di fame. Che c’è per pranzo, mio carissimo amico?” chiese con entusiasmo, cercando di spostare il discorso da un'altra parte.
 
Minion ci cascò, e lasciò andare per il momento la faccenda, servendo delle cotolette con patatine fritte per pranzo.
In tavola c’erano anche diverse salse, come ketchup e maionese e i tre mangiarono di gusto, parlando anche dell’idea di Roxanne per la tuta protettiva e di Megamind che doveva andare alla scientifica.
 
Roxanne voleva andare da Wayne per aiutarlo a fare il discorso per il giorno dopo, così gli telefonò e lui accettò il suo aiuto.
 
Megamind mise il mantello, e Minion accompagnò i due ai loro appuntamenti, dicendogli di avvisarlo quando avrebbero finito, cosicché lui potesse andare a prenderli, per poi tornare al Covo.

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