Il vero amore

di Anguisa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** True love... ***
Capitolo 2: *** ...hasn't got a happy end ***
Capitolo 3: *** Because true love never ends ***



Capitolo 1
*** True love... ***



Vero Amore.
Ecco ciò che Emma aveva pensato quando lei e Tom si erano dichiarati.
Era un venerdì* pomeriggio piovoso di Novembre ed avevano appena finito le riprese della scena in cui Hermione tira un pugno a Draco. Quando Alfonso ha annunciato l’ora dell’inizio delle riprese del giorno successivo, tutti si sono dileguati nei loro camerini per cambiarsi e struccarsi… tutti tranne Emma e Tom. La ragazza era ancora imbarazzata per lo schiaffo tirato al giovane biondino prima delle riprese, perciò si avvicinò al ragazzo per chiedergli scusa.
- Tom?-
- Sì Emma, cosa c’è?- chiese sorridente il biondino voltandosi verso di lei.
- Ecco… io volevo chiederti scusa per lo schiaffo che ti ho tirato stamattina. Sono veramente desolata, non avrei assolutamente dovuto farlo…- iniziò a scusarsi lei, parlando tutto d’un fiato.
- Oh, non ti preoccupare: sono stato io a chiedertelo*. E poi, è stato meglio così: durante le riprese il pugno è venuto più naturale e, per fortuna, non abbiamo dovuto ripetere la scena per più di tre volte… Altrimenti sono certo che il mio povero naso non avrebbe retto a lungo!-
La riccia rise nervosamente, annuendo: in realtà per lei le riprese di quella scena furono un inferno e il pensiero dello schiaffo l’aveva tormentata per tutto il pomeriggio.
- Ti va di fare merenda?- chiese Tom.
- Merenda alle sei di sera?- chiese scettica la ragazza – Non pensi che a questo punto sarebbe meglio fare cena?-
- Oh, andiamo… solo noi inglesi ceniamo con le galline!- disse il biondo.
- Con le galline?- chiese la ragazza sempre più stralunata.
- E’ un modo di dire- spiegò il biondino – Significa che mangiamo presto, come le galline. La gente normale fa cena dopo le sette, sette e trenta… Solo gli inglesi cenano alle sei.-
- Bè… allora vorrà dire che per una sera rinuncerò alla mia cittadinanza inglese, e tornerò ad essere francese- disse sorridendo la riccia.
- Cittadinanza? Perché, hai la carta d’identità?*-
- No, era un modo di dire… Non essere pignolo- lo riprese lei.
- Bè, sai come si dice: gli inglesi sono pignoli-
- Già, ma pensavo che avessimo appurato che stasera non fossimo più cittadini inglesi-
- Touchè, hai ragione. Dai, andiamo!-
- Andiamo dove?- chiese curiosa Emma.
- Come dove? A fare merenda, mi sembra ovvio-
- E dov’è che andiamo a fare merenda?-
- Nel mio camerino… Stamattina ho comprato dei pancakes, perciò possiamo mangiare quelli, che ne dici?-
- Per me va bene-
- Perfetto! Allora andiamo-
Una volta entrati negli “studios” della Warner Bros  notarono che non c’era traccia di anima viva, segno che tutti erano tornati a casa.
- Caz… pperi in salata!- esclamò improvvisamente Emma.
- Che c’è?- chiese Tom, riuscendo a stento a trattenere le risate per l’esclamazione alquanto originale della riccia.
- Stasera mia madre doveva venirmi a prendere appena finite le riprese… Oddio, l’ho fatta aspettare per quasi mezz’ora!- esclamò preoccupata la riccia dopo aver dato un’occhiata all’orologio situato sul muro di fronte a loro.
- Oh- disse dispiaciuto il ragazzo – Questo significa che non puoi più…-
- No- lo interruppe immediatamente lei – Non posso fare merenda con te, mi dispiace. Sarà per un’altra volta- e così dicendo scappò nel suo camerino a cambiarsi, mentre Tom si avviava verso il suo per mangiare in solitudine i pancakes.
In meno di dieci minuti Emma era struccata e cambiata, pronta per andare incontro a sua madre, ma appena uscita dagli “studios” non trovò da nessuna parte la macchina di Jaqueline*. Preoccupata, la ragazza decise di rientrare e chiamare sua madre dal telefono “comune” che usavano tutti i membri del cast.
Mentre percorreva il corridoio, la riccia decise di andare nel camerino di Tom per fare insieme merenda: se sua madre non l’aveva contattata finora, tanto valeva aspettare un’altra mezzoretta prima di chiamarla e chiederle spiegazioni.
Una volta raggiunta la sua nuova meta, notò che la porta del camerino del ragazzo era semi aperta, perciò prima di entrare sbirciò dentro: Tom stava mangiando una mela verde, simile a quella che aveva mangiato una settimana fa durante le riprese della scena in cui Malfoy viene ferito da Fierobecco.
- Dove sono i famosi pancakes?- chiese Emma.
Il ragazzo sobbalzò per lo spavento.
- Pensavo fossi andata a casa- disse poggiando la mela mezza mangiata sul tavolino di fronte a lui.
- Mia madre non c’è ancora: forse verrà a prendermi più tardi. Volevo andare a chiamarla dal “telefono comune”, ma ho deciso di fare merenda con te prima.-
- Ottima scelta… I pancakes sono buonissimi!!- disse euforico il biondo.
- E allora perché mangi una mela invece dei tuoi golosissimi pancakes?- chiese lei in tono accusatorio.
- Perché… bè, perché ci tenevo a mangiarli con t- te- rispose Tom arrossendo.
- C-Con m-me?- chiese Emma balbettando ed arrossendo furiosamente.
- Sì, cioè… volevo dividerli con qualcuno del cast, e visto che oggi siamo rimasti solo noi due…-
- Ah- disse lei in tono deluso.
-… ma poi tu sei andata via, quindi…- e lasciò la frase in sospeso.
- Già, ma siccome sono tornata, adesso possiamo mangiarli!-
- Hai ragione, solo che adesso sono le sei e mezza passate… Sicura di non aver paura di rovinarti l’appetito?- la provocò lui.
- Ma per chi mi hai presa? Mi sembra di averti già detto che ho rinunciato alla cittadinanza inglese, perciò posso permettermi di mangiare dei pancakes a quest’ora!-
- Oh, mi ricordo che hai rinunciato alla cittadinanza inglese, ma neanche per le persone degli altri Paesi è normale abbuffarsi di dolci prima di cenare… fa male alla salute.- aggiunse il biondo in una perfetta imitazione di Hermione Granger So-Tutto-Io.
- Ma io e te non siamo delle semplici persone…-
- Uao… Miss Watson che sfrutta per la prima volta il suo vantaggio di essere un’attrice famosa.- disse in tono canzonatorio Tom.
- Guarda che non mi riferivo a quello- rispose lei offesa.
- Ah, no?-
- No, io mi riferivo al fatto che siamo dei maghi, e per i maghi tutto è possibile: anche mangiare dolci alle sette meno un quarto-.
- Ah-. Disse il biondino: quella ragazza era proprio imprevedibile e riusciva sempre a sorprenderlo.
- Allora signor Felton, ha intenzione di farmi attendere ancora a lungo prima di fare merenda insieme?-
- Non sia mai che io mi comporti da maleducato!- esclamò il ragazzo fintamente sconvolto. – Prego- aggiunse – Si accomodi qui: i suoi pancakes arrivano subito-  e la fece accomodare su una delle due poltroncine presenti nel camerino.
Qualche secondo dopo Tom tornò con due confezioni di pancakes al cioccolato* tra le braccia.
- Ma dobbiamo mangiare tutto quello?- chiese stupita Emma.
- Hahahhahaha.. bè, l’idea originale era quella, ma direi che adesso ci basterebbe mangiarne solo una confezione.-
- Solo una confezione? Scusa, e quanti ce ne sono in una confezione?-
Il ragazzo prese il pacchetto e lesse: - Ce ne sono 12.-
- 12?? Ah, addio dieta- sbuffò contrariata la riccia.
- Dieta? E perché saresti a dieta?- chiese sorpreso.
- Ma per mantenermi in forma, ovvio!!-
- Ma se sei più magra di uno stecchino!- la prese in giro lui.
- Ora non esageriamo…- sbottò offesa.
- Hai ragione, scusa. Ma fidati: non hai bisogno di fare nessuna dieta, così sei perfetta-.
- G-Grazie!-
- Bena, allora mangiamo?- cambiò argomento Tom.
- Certo!-.
Una volta aperta la confezione Tom divise equamente i pancakes, dandone 6 ad Emma.
- Però non è giusto!- sbuffò lei contrariata.
- Cosa non è giusto?-
- Il modo in cui hai diviso i pancakes: tu sei più grande, e sei un maschio… dovresti mangiarne di più-
- E perché mai?- chiese lui stranito.
- Come perché? Ma tu non hai studiato a scuola che i maschi hanno bisogno di più calorie? Di conseguenza, tu dovresti mangiare più pancakes di me-.
Il biondino fissò stralunato la riccia, per poi scoppiare a ridere.
- Dio Char, sei così divertente: certe volte assomigli proprio a Hermione!-
- C-Cosa hai detto?- chiese la ragazza con un groppo in gola.
- Che assomigli ad Hermione-.
- No, non quello. Prima, cosa hai detto?-.
- Che sei divertente.-
- Uffa.. ma ci sei o ci fai? Intendevo come mi hai chiamata.-
- Ah, Char. Perché, non ti piace?-
- Sì che mi piace, ma da dove ti è venuto fuori?-
- Il tuo secondo nome è Charlotte, ed abbreviandolo mi è venuto in mente Char-.
- Allora io ti chiamerò An-.
- An?- chiese Tom inarcando un sopracciglio.
- Sì An, da Andrew. E’ il tuo secondo nome,no?-
- Sì. Va bene Char, mi piace An. Ma bando alle ciance, godiamoci questi pancakes. E se insisti, puoi non mangiarli tutti: la tua quantità giornaliera di calorie potrebbe risentirne-
Emma sorrise: non avrebbe mai pensato che si sarebbe ritrovata nel camerino di Tom a fare merenda con lui alle sette meno un quarto, ma soprattutto non avrebbe mai pensato che il loro rapporto possa diventare così intimo da trovare dei nomignoli con cui chiamarsi… sembravano una coppia di neo fidanzatini.
Dopo aver mangiato tutto – la ragazza scoprì che il biondino aveva un enorme appetito: si era mangiato otto pancakes- Tom la guardò.
- Char, sei sporca qui- disse indicandole l’angolo della bocca.
Emma non fece in tempo a ripulirsi perché il viso di Tom si stava pian piano avvicinando al suo, e lei non voleva rompere quel contatto. Quando il ragazzo era ormai a pochi centimetri da lei, arrestò la sua marcia e la fissò attentamente negli occhi. La riccia, non resistendo più alla vicinanza del biondino, lo baciò.
Fu un bacio casto, uno semplice sfiorarsi di labbra che non durò per più di qualche secondo, ma che procurò ad entrambi il fiatone ed il batticuore.
- Scu- Scusa… Io n-non a-avr-avrei dovuto…- iniziò balbettare lei, ma tutte le sue scuse furono bloccate sul nascere da un altro bacio a fior di labbra da parte del ragazzo.
- Non devi scusarti- disse lui imbarazzato e con le gote arrossate – E’ stato un bel bacio-.
- D-davvero?-
- Davvero. –
Entrambi erano in difficoltà a causa dell’imbarazzo provato e non riuscivano a trovare niente da dire per rompere quel silenzio che stava creando una grande tensione nell’aria.
- Sai- iniziò a dire Tom – sei molto carina-.
- G-Grazie. Anche tu sei un bel vedere- replicò la ragazza mentre lui si dava mentalmente dello sciocco: Andiamo Tom, con tutte le cose da dire tu le fai i complimenti…. Sei messo male, amico.
- Quello che volevo dire-  riprese il biondino cercando di trovare le parole giuste – E’ c-che m-mi piaci. Mi piaci molto Char.-
Mi piaci molto Char… un Mi piaci simile ad un timido ed insicuro Ti amo…
- Oh- fu tutto ciò che ricevette in risposta: Emma era ancora sotto shock e stava cercando di appurare che ciò che aveva sentito fosse vero, quando lo sguardo ansioso di Tom le fece capire che attendeva una risposta.
- A-Anche tu m-mi piaci m-molto An-.
Un altro Mi piaci simile ad un Ti amo. Un Ti amo che ad entrambi sembrava troppo prematuro ed azzardato da pronunciare, ma che in realtà esprimeva i loro sentimenti meglio del Mi piaci sussurrato timidamente dai due.
- Allora… direi che ci siamo appena dichiarati- affermò insicuro lui.
- Già, sembra proprio cosi-.
- Che ne dici di festeggiare dividendo l’ultimo pancake rimasto?-
- Direi che è un’idea stupenda-.
Il ragazzo prese il dolce e lo divise a metà, porgendone un pezzo ad Emma.
- An…?-
- Sì?-
- Quindi adesso tu ed io siamo fidanzati?-
- Sì Char, adesso siamo fidanzati-.
- Uao… che giornata intensa…- disse tra sé  e sé la riccia.
Una volta finito di mangiare, i due ragazzi si avvicinarono e si scambiarono un altro dolce bacio a fior di labbra.
- Mi ci potrei abituare-.
- Anch’io-.
Mentre i due continuavano a baciarsi, il Big Bang suonò il rintocco delle sette ed Emma si allontanò velocemente da Tom.
- Oddio, mia madre mi uccide di sicuro. Devo assolutamente chiamarla… -
- Ti accompagno, andiamo.-
Una volta raggiunta la “Sala Riunioni Ufficiose” (così chiamata perché vi si riunivano i membri del cast alla fine delle riprese per discutere tra loro), la riccia chiamò la madre.
 
Pronto?
Mamma!!
Emma! Oddio, bambina mia.. mi hai fatto preoccupare. Dove sei?
Agli studios.
Agli studios? E cosa ci fai ancora lì? Pensavo che oggi avresti finito le riprese per le sei.
Infatti, ma avevi detto che saresti venuta a prendermi.
Cosa? Non è vero: ho detto che sarei venuta a prenderti il venerdì della prossima settimana quando avresti finito le riprese più tardi… Sai che non mi fido un granchè nel lasciarti girovagare nei pullman per tornare a casa alle nove di sera.
Oh.
E comunque, perché non mi hai chiamata prima? Ero così preoccupata: un minuto in più ed avrei chiamato la polizia!
Mi dispiace mamma, ma Tom era rimasto ed abbiamo iniziato a parlare… Sai che sono una chiacchierona. Non mi sono accorta che fosse già passata un’ora: me l’ha ricordato il rintocco del Big Bang.
Ah, capito. Sei perdonata questa volta, a patto che appena tornata a casa tu mi racconta tutto ciò che è successo.
Cosa vuoi dire?
Oh, andiamo: di sicuro tu e Tom non avrete solo chiacchierato tutto il pomeriggio!
MAMMA!
Hai poco da gridare sconvolta, tu. Ah, povera me: sarei finita in ospedale per attacco di panico se non mi avresti chiamata.
Dai non esagerare.
Non esagero affatto. Ci vediamo tra un po’; cosa vuoi per cena?
Penso che un’insalata sia più che sufficiente… non ho molta fame.
Va bene, a dopo cara.
 
Finita la chiamata, Emma si girò verso Tom, che era al fondo della sala, e gli chiese che fine avesse fatto Sharon*.
- Mia madre non viene più a prendermi in questo periodo: ho il patentino e la moto, perciò vado a casa da solo-.
- Davvero? Non lo sapevo.-
- Bè, non l’ho detto a nessuno, ma visto che tu sei la mia ragazza…-
- Mhmm- fu tutto ciò che lei riuscì a dire: tutto ciò le sembrava ancora un sogno.
- Che ne dici se ti accompagno in moto? Arriverai prima!-
- Va bene… ma forse sarà meglio non dirlo a mia madre: non si fida dei pullman, figuriamoci delle moto.-
- Va bene, sarà il nostro segreto.- disse Tom, che poco dopo iniziò a ridere.
- E adesso cosa c’è?-
- Niente Char, solo che siamo fidanzati da meno di dieci minuti e già abbiamo segreti tutti nostri! Per non contare il fatto che devo stare attento a non farmi scoprire da tua madre mentre ti accompagno a casa in moto, altrimenti mi lincerebbe… Siamo come quelle coppiette fidanzate da mesi..-
- E questo non va bene?- chiese Emma preoccupata.
- Va più che bene… Mi piace questa cosa-. La rassicurò lui.
- Piace anche a me!-.
- Dai piccola, andiamo-.
E fu mentre uscirono dagli studios che entrambi capirono che il loro rapporto si sarebbe evoluto, portandoli verso nuove scoperte, ed in quel momento erano sicuri che niente e nessuno avrebbe mai potuto separarli…









 
MICROANGOLETTO AUTRICE
Allora, eccomi qui con questa long (che avrà 3 capitoli… una long un po’ short in effetti… XD Sto impazzendo!).
Spero di ricevere molti vostri pareri: questa storia è una sfida per me, e le recensioni sono sempre ben accettate.
* Da qualche parte ho letto che il venerdì è il giorno della settimana preferito di Emma Watson, perciò mi sono chiesta perché? Ecco un’eventuale risposta: la dichiarazione di Tom.
* Penso che tutti voi sappiate che Tom aveva chiesto ad Emma di tirargli uno schiaffo prima delle riprese della scena del pugno… E naturalmente la nostra Emma non  si è tirata indietro, mollandogli  uno schiaffo abbastanza doloroso (questo è ciò che sostiene Tom v.v).
* Emma è nata in Francia, quindi tecnicamente la sua cittadinanza è francese. Ai fini della storia ho messo che per ottenere la cittadinanza inglese bisogna avere la carta d’identità, cosa che Emma non ha perché è tredicenne (troppo piccola)… Un po’ confusa la cosa, lo so, ma la mia mente non è tanto normale XD.
* Jaqueline è il nome della madre di Emma.
* Uno dei cibi preferiti di Tom sono i pancakes, ed inoltre il biondino (ormai castano… o castanino, giusto per restare in tema) adora la ciccolata, perciò ho pensato che i pancakes alla cioccolata siano perfetti per la loro merenda.
* Sharon è il nome della madre di Tom.
Bene, ed ora vi saluto.
Alla prossima!!
Baci,
emiguggy

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Capitolo 2
*** ...hasn't got a happy end ***


Nessun lieto fine.
Queste sono le parole che ronzavano nella testa di Emma ogni volta che vedeva Tom e Jade insieme.
Eppure era convinta che lei e Tom fossero destinati al Per sempre, pensava che quelle parole dette nel passato avessero avuto un significato importante. Per entrambi. Ma così non è stato.
Ricordava ancora il giorno della loro rottura, e scoppiava a ridere pensando al fatto che coincidesse con il giorno in cui Tom e Jade iniziarono ad uscire insieme*.
La loro rottura non era stata qualcosa di colossale: nessuno dei due aveva gridato come un ossesso, non stavano nemmeno realmente litigando… Tutto era iniziato da una semplice domanda, che aveva creato confusione tra di loro e che li aveva allontanati uno dall’ altra.
 
FLASHBACK
- Ciao bella ragazza, come mai tutta sola?- chiese Tom.
- Ah, beh diciamo solo che sto aspettando il mio ragazzo… Ci siamo dati appuntamento qui- rispose ridendo Emma.
- Beh, allora penso proprio che me ne dovrei andare: non vorrei mai che vedendomi s’ingelosisca e inizi una rissa con me-
- Già, hai proprio ragione! Meglio che tu vada… Il mio ragazzo ti stenderebbe al suolo con un unico pugno!-
- Addirittura? Io non ci giurerei…-
- Vuoi provare?- lo sfidò lei.
- No, grazie. Diciamo che ti credo: sono sicuro che ne sarebbe capace per amor tuo.-
- Davvero?- chiese la bruna in imbarazzo.
- Davvero davvero- rispose il biondino prima di stamparle un bacio a fior di labbra.
I due continuarono a ridere, mentre si avviavano verso il luogo del loro appuntamento: la casa sul lago del fratello di Tom, Chris*.
Erano giorni che Tom cercava di convincere la ragazza ad andare a pesca insieme: era impaziente di farle vedere la sua abilità da pescatore*. E poi sarebbe stata un’ottima occasione per passare un po’ di tempo insieme prima del fatidico giorno di San Valentino. L’indomani, infatti, il giovane biondino (ormai castanino) aveva deciso di chiedere ufficialmente alla ragazza di fidanzarsi con lui: nonostante la loro dichiarazione sia stata dolce e i due si frequentassero da ormai 3 anni, lui non aveva mai affrontato ufficialmente la situazione e adesso voleva porre rimedio a tutto ciò. D’altronde, anche se entrambi avevano concordato di mantenere segreta la loro relazione, molti giornali di gossip sostenevano che tra loro ci fosse una relazione, e tanto valeva rendere pubblica la loro storia.
- Allora- esordì il biondo una volta arrivati a destinazione – ti piace?-
- E’ stupenda- rispose Emma – Ma tuo fratello vive qui?-
- Sì. Chris abita qui insieme ad Annabelle, la sua ragazza. Convivono da circa tre mesi…  Ma questa settimana sono andati in Spagna: è il regalo di San Valentino di mio fratello per Annabelle.-
- Ah, capito. E ha lasciato le chiavi a te?- chiese dubbiosa la ragazza.
- Beh- rispose lui in imbarazzo – Non è che le abbia lasciate proprio a me, ma diciamo solo che, prima di andarsene, mi abbia in qualche modo dato il permesso di venire qui una o due volte a settimana…- disse Tom evasivo.
- Chris non saprà mai che siamo stati qui, vero?- disse Emma divertita.
- Ahaha.. no, non lo saprà mai altrimenti mi ucciderebbe!-
Tom invitò Emma a sedersi sul divano in salotto mentre lui andava a prendere qualcosa da bere.
Una volta tornato porse ad Emma un bicchiere di Coca Cola e si sedette vicino alla ragazza.
- Emma…- la chiamò lui.
- Sì?-
- Secondo te Joanne realizzerà il sogno delle fan e metterà Hermione con Draco nell’ultimo libro?-
- Ah Tom, nonostante vorrei che lo facesse, sono più che sicura che Hermione finirà per sposare Ron, quindi dubito che la Row possa scrivere una storia d’amore tra i nostri due personaggi-
- Peccato!- sospirò Tom – Sarebbe stato bello baciarti-
- Ma se lo fai ogni volta che ti si presenta l’occasione- ribatté Emma, ricordandosi tutte le volte che il suo ragazzo l’aveva baciata prendendola di sorpresa.
- Sì, ma sarebbe stato bello condividere un bacio sul grande schermo con te: così quando i paparazzi ci avrebbero chiesto come è nato il nostro amore, avremmo potuto utilizzare il bacio come scusa, senza dover rivangare tutto il nostro passato.-
- Mi spiace deluderti bel biondino, ma noi faremo del nostro meglio per mantenere la nostra relazione segreta.- disse la ragazza.
- Davvero?- chiese lui stupito.
- Certo! Te l’ho ripetuto mille volte che non voglio avere niente a che fare con i paparazzi: non voglio che s’intromettano nella nostra storia.-
- Oh, andiamo Char: i paparazzi non s’intrometteranno nella nostra relazione, e non hanno modo di distruggerla. Il loro unico compito sarebbe quello di rendere partecipe la gente della nostra relazione.-
- Questo lo dici tu, An. Molte coppie sono state rovinate dai paparazzi: quei giornalisti da strapazzo sono capaci di seguirti ovunque per ottenere uno scoop, e allora potremo dire addio alla nostra intimità.-
- Beh, quei giornalisti da strapazzo possono sempre essere tenuti a bada dai nostri bodyguard, e poi, paparazzi o no, non vedo perché ci siano problemi nell’uscire allo scoperto.-
- E’ che non mi sento pronta… Rendere pubblica la nostra relazione è un grande passo, e io non sono sicura si essere pronta a compierlo.-
- Perché?- chiese Tom. Sul suo viso vi era uno sguardo pieno d’inquietudine.
- Beh, ecco…- iniziò la ragazza che si trovava visibilmente in difficoltà: non c’era un perché preciso, semplicemente non voleva rendere pubblica la loro storia prima ancora che diventasse seria. Insomma, nonostante stessero insieme da più di tre anni, la loro relazione non poteva ancora definirsi una storia destinata al per sempre, e lei aveva paura che i giornalisti avrebbero potuto complicare il loro percorso insieme verso il lieto fine.
- Ecco?- la incitò lui.
Per tutta risposta Emma sbuffò: certe volte avrebbe proprio voluto evitare di prendere esempio da Hermione e di analizzare il tutto.
Nel frattempo il ragazzo, vedendo l’indecisione di lei, si spaventò. Aveva una fottutissima paura che Emma si fosse stancato di lui, e che tutto quel discorso fosse solo un pretesto per mettere fine alla loro storia.
- Ho capito.- sbottò deciso Tom.
- Eh?- rispose stupita la ragazza – Ma cosa c’è da capire, scusa?-
- Ho capito che forse per te non vale la pena spendere tempo per la nostra relazione.-
- Ma sei matto? – gridò sconvolta – Sai che non è così.-.
- E allora cos’è che ti impedisce di rendere pubblica la nostra storia.-
- Io… io non lo so. So solo che non penso sia una giusta cosa, non adesso almeno.-
- E quando, allora?-
- Io.. io non lo so.-
- Wow, la cara so-tutto-io che non riesce a rispondermi.. la data di oggi è da segnare proprio nel calendario.- la sbeffeggiò lui.
Emma lo fulminò con lo sguardo e fece per alzarsi dalla poltrona, ma Tom la trattenne per il polso.
- Scusa- disse lui – Sai che qualche volta m’immedesimo troppo nel mio personaggio. Non volevo offenderti, credimi.-.
- Non importa. Ma davvero An: non mi sento pronta.-
- Allora aspetteremo.- disse lui.
- Davvero?-
- Davvero davvero!- sorrise Tom.
Da quel giorno qualcosa era cambiato nel loro rapporto.
Tom rispettò la decisione di Emma, ma i paparazzi stavano sempre alle costole della ragazza ed i momenti d’intimà tra i due diminuirono col passare del tempo. Più aumentava la popolarità della giovane attrice, meno era il tempo che i due ragazzi passavano insieme.
Poi entrambi si ritrovarono con partner diversi.
Emma sbuffò… se lo sarebbe dovuto aspettare: la loro storia era stata una (lunga) parentesi; non era né iniziata né finita in modo ufficiale. Infatti, oltre alla domanda che lei aveva posto dopo il loro primo bacio, non vi erano stati altri momenti in cui parlarono di loro due come una coppia. E poco dopo il litigio entrambi erano usciti con persone diverse, solo per “ampliare” le conoscenze, considerandosi, forse, ancora coinvolti in quella specie relazione ma ritrovandosi con qualcun altro al proprio fianco.
La ragazza si guardò allo specchio, pensando se fosse il caso di indossare una maglietta scollata o una semplice canottiera. Mentre faceva le prove per l’abbigliamento adatto, sentì il cronometro del forno squillare, perciò si diresse in cucina.
Tirò fuori dal forno l’arrosto che aveva cucinato e sorrise soddisfatta: era proprio una brava cuoca.
Dopo aver apparecchiato la tavola tornò in camera ed indossò una maglietta a maniche corte di colore blu ma, proprio mentre si stava dirigendo in salotto, l’album di foto che poco prima stava preparando attirò la sua attenzione. Lo prese e lo appoggiò sul comodino, maledicendosi per le sue geniali idee: se solo non avesse deciso di fare un piccolo album con foto ricordo per ogni membro del cast*, non si sarebbe ritrovata a fissare la foto di lei e Tom abbracciati e non avrebbe rivangato i vari ricordi di loro due insieme; poi, cosa ancora peggiore, se non avesse invitato i membri del cast a cenare da lei quella sera*, non si sarebbe dovuta confrontare con la vista di lui e Jade insieme.
Qualcuno suonò il campanello del suo appartamento
Contando fino a dieci e ripetendosi mentalmente di mantenere la calma, andò ad aprire la porta. Si ritrovò davanti Daniel, Rupert, Oliver, James, Evanna, Bonnie e Matthew.
- Ciao Em- dissero in coro, per poi abbracciare la loro amica.
Emma si ritrovò schiacciata in un abbraccio affettuoso e sorrise commossa prima di farli entrare.
Mentre ognuno di loro varcava la soglia, la ragazza continuava a guardare fuori alla ricerca di Tom e Jade.
Come se le avesse letto nel pensiero, Daniel le si avvicinò e le sussurrò all’orecchio: - Tom ha detto che lui e Jade avrebbero fatto un po’ tardi..-, poi il moro si avviò verso il resto della combriccola che aveva preso posto sui divani in salotto.
La ragazza rimase ancora un po’ intontita a fissare fuori dalla porta, per poi richiuderla velocemente ed avviarsi anche lei in salotto.
- Allora Em, che cosa hai intenzione di fare?- chiese Oliver.
-Scusa?-  chiese lei stupita: non aveva capito la domanda.
-Sì, insomma… hai preparato qualche gioco da fare in attesa di mangiare?- si spiegò meglio il ragazzo.
Emma lo guardò stordita, per poi scuotere leggermente il capo. Non ci aveva proprio pensato: aveva passato tutto il pomeriggio a preparare quei maledetti album e a struggersi per l’imminente incontro con Tom, che non si era nemmeno degnato di venire.
All’improvviso fu colta da un lampo di genio. Corse per il salotto fino a radunare sette sedie nel centro della stanza. Andò in cucina e prese lo stereo insieme a un CD di Lady GaGa*, lo accese e v’infilò il CD, poi disse a tutti di alzarsi per ballare un po’.
- Che intenzioni hai?- chiese Rupert.
-Mi sembra ovvio, no? Faremo il gioco della sedia… forza! Alla fine di ogni canzone ognuno deve sedersi… se riesce a trovare una sedia libera naturalmente!-
Il primo a rimanere fuori fu Daniel, che perse la lotta contro Matthew nel conquistare l’ultima sedia rimasta. Il secondo infatti approfittò del fatto che il moro non fosse tanto alto, e lo precedette nel sedersi allungando una gamba verso la sedia e poggiandovi il piede.
Il gioco continuò e il secondo eliminato fu Oliver che, nonostante avesse passato quasi tutto il tempo vicino ad una sedia, sulle ultime note di “Poker Face” iniziò a scatenarsi ed il posto gli fu sottratto dal gemello.
La vincitrice fu Evanna che, nello scontro finale contro Matthew, riuscì a distrarre il ragazzo complimentandosi per la bella maglietta.
- Ahahahaha Matthew… Chissà cosa direbbe Sinead* se venisse a scoprire che arrossisci ai complimenti di Evanna- lo prese in giro James.
-Già.. forse dovremo dirle che il suo adorato principe azzurro è innamorato di un’altra- rincarò la dose il gemello.
Matthew li guardò offeso, per poi ribattere – Io non sono arrossito al complimento di Evanna, è solo che questa è la maglia preferita di Sinead, e adesso che lei è in visita dai suoi genitori mi manca tanto.-
Sia i gemelli che il resto dei presenti si zittì, ed Emma si avvicinò a Matthew sorridendogli: nonostante la precedente presa in giro di James ed Oliver, tutti sapevano che la storia tra lui e Sinead era seria e che il ragazzo ne era veramente innamorato, e questa era un’ulteriore dimostrazione.
-E quando torna?- chiese gentilmente Emma.
-Il prossimo mercoledì- rispose il ragazzo.
-Beh, dai: non manca tanto.- disse Rupert, cercando di smorzare l’atmosfera.
-Hai ragione- gli sorrise Matthew.
-Allora- intervenne Daniel –Facciamo un’altra “partita”?-
- Nah, io direi di cambiare gioco- disse Oliver.
James scoppiò a ridere e disse serafico al gemello: -Lo dici perché ti sei eliminato da solo!-
- Non è colpa mia se “Poker Face” mi fa venir voglia di scatenarmi e ballare!- si discolpò l’altro.
-Più che ballare, stavi sculettando come una gallina che cova!- rispose James.
- Una gallina che cova?- s’intromise Emma –Non sei certo il genio delle battutte!-
-Senti chi parla- la riprese lui.
-Allora, a cosa vogliamo giocare?- chiese Bonnie.
Emma osservò tutti i presenti, per poi scappare nella sua stanza e prendere dei gavettoni dal cassetto del comodino. Andò in bagno e ne riempì quattro, poi tornò in salotto.
-Che intenzioni hai?- chiese Bonnie.
-Semplice… formeremo quattro coppie. Ai ragazzi attaccherò alla caviglia un gavettone, poi metterò della musica ed ogni coppia dovrà ballare, cercando di non far scoppiare il palloncino. Quando la canzone sarà finita, le ragazze dovranno cercare di far scoppiare i gavettoni degli avversari. L’ultimo che rimane con il gavettone intatto vince.-
- Bello..!- commentò Oliver.
Dopo il commento di Oliver, si formarono le coppie: Emma e Rupert, James ed Evanna, Bonnie e Oliver e, per finire, Daniel e Matthew.
Quest’ultimi si fissarono per poi scoppiare a ridere.
- Beh, se non altro almeno adesso sono sicuro che non perderò più a causa tua- disse Daniel.
Matthew, Rupert, James ed Oliver attaccarono un gavettone alla caviglia, poi Emma fece partire la musica.
Ogni coppia stava ballando con cura, cercando di non far scoppiare il palloncino. Purtroppo Oliver, che non era una ballerino provetto, andò a sbattere contro il piede del tavolino di vetro, facendo così scoppiare il gavettone.
Appena la canzone finì, Evanna si precipitò verso James e fece scoppiare il suo palloncino, Daniel fece scoppiare il gavettone di Rupert ed Emma si avviò verso Matthew per far lo stesso con il suo, ma era troppo tardi: la coppia Daniel-Matthew aveva ormai vinto.
-Evvai!- esclamarono i due vincitori battendo un cinque.
-Siamo i migliori!- esclamò Daniel.
-Sì, come no…- intervenne Oliver.
-Ha parlato il Signor Sono-Bravo-A-Ballare-Ma-Qualche-Volta-Inciampo-Nei-Miei-Piedi- rispose Matthew.
-Che nomignolo lungo…- lo sbeffeggiò Bonnie, che avrebbe voluto continuare il gioco e non fermarsi subito a causa della sbadataggine del suo partner.
-Non è colpa mia… Quel maledetto tavolino era proprio in mezzo al salotto!- si difese Oliver indicando l’oggetto.
-Ok ragazzi, basta. Direi che è ora di andare a tavola- disse Emma, accompagnando gli ospiti alla tavola imbandita in cucina.
Una volta che tutti presero posto, Emma portò un vassoio stracolmo di leccornie…
Mentre tutti stavano cenando, il campanello suonò e una strana ansia divampò nello stomaco di Emma: sapeva che dietro quella porta vi erano Tom e Jade.
Piano si alzò dalla sedia e si diresse alla porta come un condannato al patibolo… Durante quell’ultima ora di giochi si era dimenticata di Tom e dei vari ricordi che le foto di loro due avevano suscitato amarezza e nostalgia nel suo cuore.
Una volta arrivata a destinazione, prese un lungo respiro e aprì la porta sfoderando uno dei suoi migliori –finti- sorrisi.
-Ciao Emma!- esclamò il ragazzo appena la porta fu aperta.
- Ciao Tom, ciao Jade-
- Ciao- disse timidamente la mora.
-Scusa il ritardo- disse il ragazzo – ma mio fratello ha avuto un piccolo incidente con la macchina, e l’ho aiutato-
-Oh, non vi preoccupate. Spero piuttosto che Chris non si sia fatto niente-
-No, è sano come un pesce: stai tranquilla-
-Bene… Allora andiamo di là: ci sono tutti gli altri che cenano. Seguitemi-
Una volta arrivati in cucina, Emma fece accomodare Tom e Jade ai loro posti, per poi andare in cucina e portare due piatti puliti per i nuovi arrivati.
Nel frattempo tutta la combriccola stava ridendo allegramente ad una battuta fatta da Tom, ed anche la ragazza sorrise: forse quella sera non sarebbe stata una delle serate peggiori della sua vita, e forse sarebbe anche riuscita a divertirsi e lasciarsi andare, dimenticandosi dei suoi sproloqui mentali. Ma proprio dopo aver deciso di rallegrarsi e pensare solo al presente. Un oggetto attirò la sua attenzione: era una collana composta da un cerchio, un triangolo e una retta, formando così i famosi Doni Della Morte. Emma sospirò e cercò di trattenere le lacrime alla vista di quella collana, indossata da Jade*, mentre un altro ricordo riaffiorava nella sua mente.
 
FLASHBACK
Era più di mezzora che continuava a girovagare per i Studios alla ricerca del camerino di Tom, ma non riusciva a trovarlo.
Maledetto biondino ossigenato da strapazzo: perché cavolo aveva chiesto un camerino più grande, non poteva accontentarsi di quello che aveva avuto finora?
Sbuffando l’ennesima volta, Emma decise di fare un ultimo giro, altrimenti si sarebbe semplicemente arresa ed avrebbe consegnato il copione di Tom a David, scusandosi per non essere riuscita a trovare il ragazzo e consegnarglielo.
Quando ormai si arrese, notò in fondo al corridoio alla sua destra l’assistente di Tom, e decise di raggiungerlo.
- Ciao Lucas*-
- Ciao Emma. Come vanno le riprese?-
- Bene, grazie. Qui ho il copione per Tom: a breve anche lui inizierà le riprese… a quanto pare nel sesto film Draco avrà un ruolo maggiore-
- Davvero? Sono molto contento: aspetta che venga a scoprirlo anche lui… sono sicurò che farà salti di gioia.-
- Eh sì.. anch’io sono sicura che ne sarà felice. Potresti però dirmi dov’è il suo camerino: è mezzora che lo cerco, ma non riesco a trovarlo.-
-Certo! Vai sempre dritto e poi gira a sinistra. Il suo camerino dovrebbe essere il primo sulla destra.-
La ragazza ringraziò e, seguendo le indicazioni di Lucas, arrivò a destinazione.
Stava per bussare alla porta quando sentì qualcuno parlare con Tom.
-No Tom, davvero. Non penso di poter accettare questo regalo.. dico sul serio. E’ troppo!-
-Non dire sciocchezze, Jade. Questo è il minimo che io potessi regalarti. Indossalo dai.-
Emma sbirciò la scena, e vide una Jade poco convinta girarsi di spalle mentre Tom le allacciava una collana raffigurante i tre Doni della Morte.
-Ti sta d’incanto!- esordì il biondino.
- Dici sul serio?- chiese la ragazza.
- Ma certo.. L’argento s’intona perfettamente con la tua carnagione scura!-
Gli occhi di Emma pizzicavano, ma lei non se ne curò. D'altronde lei e Jay* uscivano insieme da un po’, quindi non gliene importava di chi Tom frequentasse.
Cercando di fare il meno rumore possibile, posò il copione per terra e si girò con l’intenzione di andarsene, quando una frase pronunciata da Jade l’immobilizzò.
- Ero sicura che avresti regalato questa collana ad Emma-
- Perché?- chiese il ragazzo.
- Pensavo che volessi fare pace con lei.-
- Ma io ed Emma non abbiamo litigato, solo che non stiamo più insieme-
Una pugnalata al cuore per la riccia dietro la porta.
- Beh, comunque non mi aspettavo di certo un regalo del genere da parte due un giorno prima di San Valentino.-
A quel punto il cuore di Emma perse un battito. 13 Febbraio… un anno prima lei e Tom stavano parlando del loro futuro insieme…
 
-.. Emma.. Emma..EM!- il richiamo di Daniel la fece ritornare al presente, e la ragazza rivolse lo sguardo verso il moro.
- Sì?-
- Non pensi di dover andare ad aprire la porta? E’ la quarta volta che suonano il campanello!-
- Io… sì.. io adesso vado- rispose.
Una volta aperta la porta, Emma si ritrovò davanti Johnny*. Come risvegliatasi da un coma, la ragazza saltò al collo del nuovo arrivato e lo baciò appassionatamente, senza dargli il tempo di salutarla. Era felice: le era mancato veramente tanto il suo ragazzo, e adesso più che mai aveva bisogno di sentirlo vicino.
Contenta, Emma fece accomodare Johnny in cucina e lo presentò ai suoi amici.
 Fine serata, dopo aver consegnato gli album ad ognuno dei presenti, tutti tornarono alle proprie abitazioni, mentre Johnny aiutò Emma a lavare i piatti.
E fu mentre giocavano con la schiuma, schizzando le pareti della cucina, che Emma capì che, nonostante volesse il suo lieto fine tipico delle fiabe, avrebbe semplicemente dovuto vivere il presente, senza timori, e godere della compagnia di Johnny… E per quel insegnamento doveva ringraziare solo a Tom.

 
 
MICROANGOLETTO AUTRICE
Ciao a tutti! So che molti di voi probabilmente vorrebbero spellarmi viva per questo capitolo, ma sappiate che ce n’è ancora uno in cui tutto e di più (o niente e di meno.. fate finta che non l’abbia detto: ultimamente sono un po’ fuori) può succedere.
*Da qualche parte ho letto che Jade e Tom iniziarono a frequentarsi poco prima di San Valentino. Infatti veniva citato quanto difficile dovesse essere per Tom trovare un regalo per Jade abbastanza bello che possa valere sia per il loro anniversario, sia per San Valentino.
*Chris Felton è il fratello maggiore di Tom.
*Penso che tutti sappiate della passione di Tom per la pesca…
*In un’intervista Emma ha dichiarato di aver preparato dei album-ricordo per ogni membro del cast… che dolce ^^.
*In un’intervista uno dei gemelli Phelps (non ricordo bene quale.. XD) ha dichiarato che uno dei suoi momenti preferiti di Harry Potter è stata la cena d’addio organizzata da Emma… naturalmente, citando i vari invitati, il nome di Tom NON è venuto fuori -.- ma io l’ho inserito comunque nella storia.
Anche Daniel, sempre in un’intervista, ha dichiarato di ammirare molto Emma per aver organizzato (tradotto: ha fatto tutto lei… dal cibo, allo sparecchiare) una cena d’addio.
*Lady GaGa è una delle cantanti del momento preferite di Emma (insieme a Rihanna).
*Sinead Husband è la ragazza di (quel bel, bellissimo ragazzo) Matthew.
*Jade ha indossato una collana simile (praticamente identica alla descrizione) alla premiere di Harry Potter E I Doni Della Morte Parte II a New York.
* Naturalmente questo è un nome inventato… So che per i primi film l’assistente di Tom fu sua madre, ma non so il nome del successivo.
*Jay Barrymore è il storico fidanzato di Emma.
*Johnny Simmons è uno dei colleghi di Emma nel film “Ragazzo Da Parete” (“The Perks Of Being A Wallflower”). I due sono stati fidanzati per un periodo.
Per quanto riguarda la storia, chiarisco subito di non aver voluto dare ad Emma un’aria triste per la rottura con Tom… l’Emma triste è quella dei flashback, mentre quella del presente è nostalgica ed ansiosa per l’imminente incontro con Tom e Jade.
Daniel è, naturalmente, Harry Potter. Rupert è Ron Weasley. Bonnie è Ginnny Weasley. Oliver e James Phelps sono, rispettivamente, George e Fred Weasley. Matthew è Neville ed Evanna è Luna.
Prima di salutarvi, ringrazio coloro che hanno recensito il precedente capitolo:
cleila
xproudofthem
Joanne_Row_98
Dear Juliet
E tutti quelli che hanno messo la storia tra le seguite:
1 - AceOfHearts [Contatta]
2 - AniaS [Contatta]
3 - Clacly101 [Contatta]
4 - Damon4ever [Contatta]
5 - damon92 [Contatta]
6 - greengirl_ [Contatta]
7 - Joanne_Row_98 [Contatta]
8 - lilylunastella [Contatta]
9 - seriadel [Contatta]
10 - sweetalabama [Contatta]
11 - xproudofthem [Contatta]
Adesso devo proprio andare: vi aspetto al prossimo (ed ultimo) capitolo, sperando che questo vi sia piaciuto.. Mi raccomando: fatemi sapere se vi è piaciuto, se è stato un colpo di scena, se ve lo aspettavate, se vorrestre ammazzarmi, se avete quealche dubbio... Ne sarei davvero felice.
Baci,
 emiguggy

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Capitolo 3
*** Because true love never ends ***





Emma aprì lentamente gli occhi cercando di far mente locale: le pareti beige e quelle lenzuola azzurre non appartenevano di certo alla sua stanza e, per quanto ricordasse, neanche alla sua suite dell’hotel, perciò c’era davvero qualcosa che non quadrava. Con uno sforzo immane cercò di ricordarsi cosa fosse successo, ma gli unici pensieri che le sovvenivano erano una valigia disfatta sul letto della sua suite, l’ansia per gli Oscar dell’indomani sera, la stanchezza, la necessità di andare a fare una passeggiata, qualcuno che la buttava per terra, una lingua ispida sulla sua guancia, un sorriso e una voce a lei conosciuta. Sbarrando gli occhi, la ragazza si girò di scatto guardando la figura addormentata che si trovava alla sua sinistra… Non era possibile….

12 ore prima
Lo squillo sempre più insistente del telefono la stava innervosendo parecchio: era appena arrivata, non aveva neanche avuto il tempo di disfare la valigia, e i suoi genitori ed amici continuavano a chiamarla, augurandole buona fortuna. “Fortuna un cappero!”, pensò Emma. Di sicuro non dipendeva dalla fortuna il fatto di vincere o meno un Oscar, e lei non poteva fare più niente: oramai la giuria aveva il materiale da osservare e da valutare per assegnare il premio, e lei non poteva convincerli a darle l’Oscar.
Contando fino a dieci per calmarsi, prese il cellulare e rispose.
-Pronto?
-Pronto? Ciao Emma!
-Sophie… che bello sentirti! Come stai?
-Bene, grazie. Non vedo l’ora di guardare gli Oscar e vedere il tuo trionfo!
-Sophie, non esagerare. E’ improbabile che io vinca.
-Giusto. Mi sono dimenticata che sto parlando con Miss Ottimista.
-Non si tratta di ottimismo e meno, semplicemente realismo. E’ già un miracolo che abbiano deciso di considerare “La Bella E La Bestia” per le nomination, figurati farci vincere. Sai benissimo che gli Oscar sono… ehm.. intolleranti ai film fantasy/fantascienza.
-Non è vero. Avatar aveva vinto molti Oscar.
-E ci credo… Insomma, parliamo di James Cameron!
-E qui si parla di Guillermo Del Toro!
-SOPHIE!
-EMMA!
-Dovete smetterla con queste sciocchezze! Finirò per illudermi di poter veramente vincere e poi, alla Cerimonia, quando non chiameranno il mio nome, morirò per la delusione.
-Scusa…
-Scuse accettate.
-Allora, hai già deciso che cosa indosserai?
-In realtà no. Pensavo di andare domani a fare un po’ di shopping e….
-CHE COSA? MA E’ INAUDITO! Tu domani dovrai solamente occuparti del tuo aspetto… Manicure, pedicure, pettinatura, trucco… Guarda che richiedono molto tempo, eh! Quando pensi di andare a comprare il vestito? Senza contare…
-Sophie..
-… che dovrai andare anche al pre-party verso le 17… Non ce la farai mai…. Insomma..
-SOPHIE!
-Che c’è?
-Stavo scherzando! So già che cosa indossare.
-E?
-E cosa?
-Bhè, che vestito è?
-Segreto!
-Cosa? Ma io voglio sapere…
-Vedrai domani sera… Ora devo andare. Ciao!
-Ciao!
La ragazza buttò il telefono sul letto, prese la valigia e incominciò a tirarne fuori il contenuto.
Mezz’ora dopo guardava sconsolata l’ammasso di vestiti sparpagliati sul letto: non sarebbe mai riuscita a mettere tutto nell’armadio e sinceramente non riusciva a capire perché dovesse fare un tale sforzo quando fra una settimana sarebbe ripartita. Prese il suo orologio da polso situato in cima al mucchio di gioielli, indossò le sue adorate scarpe da ginnastica, prese la sua felpa preferita ed uscì a fare una passeggiata: aveva bisogno di scaricare la tensione dovuta agli Oscar.
Mentre passeggiava per le strade di Los Angeles, vari ricordi dei giorni passati sul set del film “The Bling Ring” le vennero in mente, e sorrise ricordandosi l’ansia che provava in quei giorni per la paura di non essere in grado di interpretare Nikki… Quello era niente in confronto a ciò che provava adesso.
Svoltò l’angolo, ma qualcosa di pesante le andò addosso, facendola cadere per terra. Emma cercò quindi di rialzarsi, ma molto presto scopri che in realtà aveva tra le braccia qualcuno. Quel qualcuno, incurante dei suoi tentativi di liberarsi, le leccava tranquillamente le guance scodinzolando. La ragazza non ebbe il tempo di capire l’identità del cane, perché la voce del padrone le fece perdere un battito.
-TIMBER!
Quella voce, quel nome… Emma aprì gli occhi, ritrovandosi il musino di Timber, il cane di Tom, a due centimetri dal viso. Timber scese dalle gambe della ragazza, permettendole di rialzarsi, ma proprio mentre questa stava cercando di svignarsela, Tom la raggiunse.
-Mi scusi, non so proprio che cosa…- si bloccò. Per la prima volta da quando lo conosceva Emma vide Tom con la bocca aperta e le guance pallide: di sicuro non si aspettava di vederla. In un certo senso la ragazza lo capiva: erano passati quattro anni dall’ultima volta che si erano visti e incontrarla dopo che il suo cane le era saltata addosso non era proprio nei sui piani.
-Ciao…- sussurrò Emma.
-Ciao Char…- rispose prontamente Tom.
Alla ragazza gelò il sangue nelle vene: l’aveva chiamata così solo durante quel periodo della sua spensierata adolescenza quando sono stati insieme. Dopo la loro “rottura” era tornata ad essere semplicemente “Emma”.
Dando un’ultima carezza a Timber, la ragazza disse: -Beh, è stato bello rivederti. Ora è meglio che vada. Ciao!-
Senza aspettare risposta, fece dietro-front, pronta a ritornare in albergo, ma la mano del ragazzo (ormai uomo) la bloccò.
-Che ne dici di venire da me e prendere una cioccolata insieme. E’ tanto che non cisi vede e scommetto che abbiamo tante cose da raccontarci.
A malincuore Emma dovette ammettere che quella proposta era allettante e, ancor più a malincuore, dovette anche ammettere che il fatto che lui si ricordasse la sua “intolleranza” al caffè e il suo amore per la cioccolata calda le faceva venire le farfalle allo stomaco.
-Ehm… Ecco, il fatto è che sono appena arrivata da Londra e sono stanca… Inoltre domani si preannuncia una giornata molto faticosa…
-Lasciami indovinare: preparativi per la grande serata degli Oscar?
Emma lo guardò stupefatta: come faceva a sapere degli Oscar?
-Non guardarmi così stupita! Vivo a Los Angeles, sarebbe strano non sapere i candidati agli Oscar! E poi mi pare ovvio che, non avendo più tue notizie personalmente, m’informi tramite i media riguardo ai tuoi progetti, no? Tu non fai lo stesso?
Davanti alla faccia ancora più stupefatta e colpevole di Emma, Tom capì che no, la ragazza non aveva mai pensato d’informarsi indirettamente su di lui.
-Beh, ecco… Diciamo che ho una certa intolleranza per i media.
-Già, ricordo bene…- commentò soprappensiero Tom, senza rendersi conto i ricordi che quella frase avrebbe scatenato in lui ed Emma.
Fu la ragazza a rompere l’imbarazzante silenzio che si era creato tra di loro: -Adesso devo andare… Ciao!-
-Aspetta… Ti rifaccio la proposta: vieni da me a bere una cioccolata calda.
-Te l’ho detto, sono stanc..
-Lo so, ma casa mia è proprio questa- disse lui indicando la villetta alla sua sinistra: non era tanto grande, aveva un tetto color blu notte e nel giardino vi era una piccola piscina… “la casa perfetta”, pensò la ragazza.
-Allora, vieni?
-Ok, mi hai convinta… ma solo per una mezzoretta!
-Sissignora!
Dieci minuti dopo entrambi erano seduti sul divano di pelle beige del salotto di Tom: la ragazza aveva notato che l’intera casa era stata arredata con buongusto, ed era sicura che fosse tutto merito di Sharon.
-Allora, nervosa per il grande evento?- chiese Tom.
-Un po’… Insomma, di per sé è già una pazzia l’esser stata nominata: fosse per me starei a casa la sera degli Oscar, guardando la cerimonia alla TV con le mie amiche e gongolando per il traguardo che sono riuscita a raggiungere… Davvero, mi accontento, per modo di dire, della nomination! Ma i miei amici ed i miei genitori continuano a dire che non posso non vincere e, in un certo senso, mi hanno messo ansia: ho paura che se non vincessi potrebbero rimanerne delusi.
-Non dire sciocchezze! Come hai detto tu già il fatto di ricevere una nomination è un grande traguardo… Tutti continuano a dirti che vincerai perché sono fieri del lavoro che hai fatto e lo ritengono impeccabile. Se non vincerai, non deluderai proprio nessuno!
Emma sorrise: certe cose, come ad esempio la capacità di Tom di tranquillizzarla, non erano cambiate.
-Tu invece cosa mi racconti?
-Io? Niente di ché. Mi sono rintanato qui per un paio di mesi, prima di ricominciare la vita strampalata da attore.
-Ah, quindi sei in vacanza? Pigrone!
-Pigrone? Io? Nahhh, solo che volevo un po’ di pace e tranquillità.
-Capisco…- disse Emma –E Jade come sta?- chiese poi, cercando di tenere a bada i battiti del suo cuore.
-Boh, non lo so.
-In che senso non sai? Ha qualche problema?
-No, non penso. E’ tanto che non la vedo…
-Ah, è dovuta andare a lavorare all’estero?
-Cosa? No! Non ho più sue notizie da quando ci siamo lasciati!
In quel momento Emma era sicura di essere uno spettacolo esilarante: con la bocca aperta, le guance arrossate, le mani tremanti che reggevano la tazza e gli occhi sgranati, avrebbe fatto ridere persino Timber.
-V-Vi sie-siete lasciati?
-Sì… non lo sapevi? Sono due anni che non stiamo più insieme
-Due anni?
-Sì… Pensavo lo sapessi: le voci circolano in fretta.
-No, non ne avevo idea.
-Ecco uno degli svantaggi di non seguire i media- disse scherzosamente Tom.
-Ehehehe, già. Ma perché vi siete lasciati? Eravate la coppia più affiatata che abbia mai visto.
Tom sospirò: -Dopo sei anni che stavamo insieme, avevo finalmente trovato il coraggio di chiederle di sposarle ma…
-Ma?
-Ma lei non aveva accettato la proposta di matrimonio.
-Che cosa? E perché?- chiese prontamente Emma: già s’immaginava Jade che gli confessava di avere un amante segreto e che non l’amava più.
-Disse che non era pronta. Ti rendi conto? Sei anni che stiamo insieme, che condividiamo tutto, e lei mi dice che non si sente pronta. Mi ero arrabbiato molto, le gridai contro e lei, inferocita, fece le valigie e se ne andò. Il giorno dopo, e quello dopo ancora, non mi cercò, e neanche io lo feci.
-Oh, mi dispiace.
-A me no.
-Eh?
-E’ stata una fortuna che lei non abbia accettato: insomma, che razza di persona ipocrita mi sarei ritrovato accanto?
-Cosa? Ipocrita? Oh, ma andiamo Tom, sii serio. Jade non ha fatto niente di male! E’ semplicemente stata sincera con te: non si sentiva pronta per sposarsi. Sai quanta gente preferisce la convivenza al matrimonio? Alcuni lo ritengono un’inutile perdita di tempo, solo una cerimonia che rende evidente davanti alla legge che quella persona ti appartiene.
-Quindi tu non credi nel matrimonio?
-Io? Certo che credo nel matrimonio: è da quando ho cinque anni che sogno il mio principe azzurro davanti all’altare, e una gonna bianca da regina a fasciarmi il corpo. Diciamo che il matrimonio sarebbe più importante di un Oscar, senza dubbio. Stavo semplicemente cercando di spiegarti che non tutti pensano come te e che dovresti cercare di dare loro il tempo di spiegarsi prima di perdere le staffe e cacciarli per sempre dalla tua vita.
-Hai ragione. E’ per questo che sono contento che Jade mi abbia lasciato. Senza di lei, senza la solita routine del svegliarmi accanto a qualcuno, avere qualcuno che possa prepararmi il pranzo e la cena, avere qualcuno per…ehm.. sfogare i miei istinti sessuali… Ecco, senza quel qualcuno sono tornato alla realtà, abbandonando la bolla in cui vivevo prima, e mi sono reso conto dell’enorme cazzata che ho fatto quel 13 Febbraio di tanti anni fa quando, invece di aiutarti come avevo detto, decisi in cuor mio di vendicarmi. Mi sento un coglione perché mi sono reso conto che il mio cuore si è fermato a quel giorno.
-Tom…
-Emma… Non interrompermi… Permettimi di esprimerti i miei sentimenti, lasciami provare a riconquistarti- disse Tom con voce roca, avvicinandosi pericolosamente al viso della ragazza.
Senza rendersi conto, Emma si ritrovò a saggiare le labbra del ragazzo, mentre le loro lingue si intrecciavano. Con la punta della lingua Tom le sfiorò ogni dente, andando poi a stuzzicarle il palato e a morderle le labbra. Nel frattempo le mani della ragazza raggiunsero i capelli biondo-castani di lui, e li strinse leggermente, beandosi della sensazione di familiarità di benessere che quel contatto le provocava. Le mani di Tom agguantarono invece il bordo della T-shirt di lei, sfilandogliela e lanciandola vicino alla felpa posata lì vicino sul divano.
-Camera da letto?- chiese Tom.
-Oh, sì!- rispose lei, lanciando la testa all’indietro per dargli maggiore accesso al collo e permettergli di leccarle la gola.
Tom la prese subito in braccio, continuando a dedicarsi alla sua tenera carne. Una volta arrivati nella stanza da letto, il ragazzo chiuse la porta con un colpo del piede, forse per impedire a Timber di disturbarli, poi si buttò sul letto insieme a Emma.
-Sei mia, Char!

Cercando di trattenere un urlo, Emma si alzò delicatamente dal letto, attenta a non svegliare Tom. Raccolse frettolosamente i pantaloni e la biancheria intima poi, sperando di non incrociare Timber per strada, si diresse in salotto, prese T-shirt, scarpe, felpa e telefono, poi andò alla porta d’ingresso.
Per sua sfortuna quella era chiusa e le chiavi non erano nella serratura. Tuttavia lei era decisa ad abbandonare quella casa prima che Tom si svegliasse perciò, in un lampo di disperazione, aprì una delle finestre dell’ingresso e saltò giù, pregando che l’altezza non fosse troppa.
Due minuti dopo si ritrovò a correre disperatamente per le strade di Los Angeles e una volta raggiunta la sua suite fece mente locale: quello che era successo quella notte non significava niente, né per lei, né per Tom, perciò era inutile pensarci troppo… Adesso il suo unico pensiero doveva essere la cerimonia degli Oscar.

§

Emma sentiva la testa esplodere, il cuore battere frettolosamente, le guance prendere fuoco e gli occhi pizzicarle… Non voleva ascoltare, non voleva un’altra delusione….
-E il premio Oscar del 2016 per la miglior performance femminile da protagonista va a…- annunciò la voce di Russell Crowe.
Emma sorrise a Zac che le stringeva la mano in segno di sostegno, mentre la platea era in totale silenzio.
-… EMMA WATSON!- gridò Russell.
La ragazze sentì le farfalle allo stomaco e vide centinaia di volti noti girarsi e sorriderle, alcuni in piedi applaudivano con grande approvazione, altri le stringevano la mano: vide Guillermo farle l’occhiolino, Brad ed Angelina applaudire sorridendole, Johnny Depp abbracciarla con affetto, sentiva la stretta di Zac* rafforzarsi, e un attimo dopo si ritrovò fra le sue braccia.
E poi ebbe un altro tuffo al cuore: proprio lì, fra un’esaltata Helena Bonham Carter che applaudiva senza fermarsi gridando il suo nome a squarciagola e una Daniel intento a salire sulla propria sedia e sbracciarsi per farsi vedere, c’era Tom. Applaudiva con vigore, annuendo continuamente per dimostrarle la sua approvazione, una scintilla d’orgoglio brillava nei suoi occhi chiari, ma le labbra non erano aperte in un grande sorriso, come quelle di Helena e Daniel, bensì strette, come se il ragazzo stesse cercando di trattenersi dal dirle (o forse gridarle) qualcosa.
Emma salì velocemente sul palco, attenta a non inciampare, prese l’Oscar, poi sentì i suoi piedi abbandonare la terra mentre Russell la stringeva con forza, sussurrandole in un orecchio di essere fiero di lei. La ragazza sorrise, decisamente più rilassata, ma quel momento di pace durò poco quando si rese conto di non aver preparato nessuno discorso.
-Ehm… Grazie. Sono davvero molto fiera di me in questo momento: penso che ogni attore aspiri a vincere un premio Oscar. Ed io mi sento ancora più fiera perché… beh… di solito sono quei film un po’ deprimenti, anzi… cioè, volevo dire che sono quei film che hanno una morale, un insegnamento da tramandare che… Cioè, non che “La bella e la bestia” non insegni qualcosa, voglio dire ci fa capire che la bellezza esteriore non conta, ma… comunque quello che volevo.. ehm… dire è che, insomma non avrei mai.. ecco…- sentì le guance prenderle fuoco e la gola seccarsi: a quanto pare la sua specialità era quella di incespicare nelle parole nei momenti più importanti.
Era pronta a scappare a gambe levate, quando un grande applauso generale risuonò nella Sala, mentre numerosi attori gridavano il suo nome a mo’ d’incoraggiamento.
-Quello che volevo dire è che, nonostante fossi sicura che questo film avrebbe avuto un gran successo, non avrei mai immaginato che potesse permettermi di vincere un Oscar. Insomma, sono la “ragazza di Harry Potter”, uno dei più grandi franchise di sempre, e non lo dico per vantarmi, ma ha avuto solo qualche nomination agli Oscar per quanto riguarda le musiche e gli effetti speciali, senza neanche vincere, perciò sono davvero molto sorpresa di ritrovarmi qui, con la mia statuetta in mano, e per questo ringrazio tutti… Dai vari colleghi che ho avuto sui vari set dei film che ho fatto che mi hanno permesso di crescere, alla giuria.. Grazie davvero- finì.
Abbandonò il palco con la statuetta in mano e un sorriso ebete sul viso, mentre altri applausi riempivano la sala, ma quello che trovò nel backstage non la tranquillizzò.
Tom era davanti a lei con le mani in tasca ed un’espressione contrariata sul viso.
-Congratulazioni.
-G-Grazie…
-Sei scappata come un ladra- aggiunse subito lui.
-Cosa?
-Non fare finta di non capire… Perché sei scappata?
-Mi sembra ovvio, no?
-No Char, non è affatto ovvio.
-Smettila di chiamarmi così!
-Perché?
-Perché mi ricorda di quando tu ed io siamo stati insieme e mi fa illudere che tu tenga ancora a me.
-Ti fa illudere? Dio, Emma, ma non l’hai ancora capito che io non ho mai smesso di tenere a te.
-Smettila Tom, dici così solo perché Jade ti ha lasciato.
-Non è vero!
-Sì invece.
-Ma mi hai ascoltato? Ti ho detto che sono stata io ad averla insultata, e ti ho anche detto che non l’ho mai amata… Era solo la mia arma, la mia vendetta contro di te per quello che mi avevi detto quel giorno..
-Cazzo Tom, ti senti parlare? Quanti anni avevo all’epoca, sedici, diciassette? Avevo una paura matta dei paparazzi, dei media, e tu mi chiedevi di rendere pubblica la nostra storia… E’ un miracolo che non ti abbia mandato a quel paese come ha fatto Jade.
-Lo so, ma…
-Lo sai? Oh, che bello… Il signorino qui lo sa… Wow, allora devo dedurne che sei onnisciente! E poi cavolo, se Jade era la tua vendetta, non pensi che sei anni siano stati un po’ lunghi?
-Sì, sono un coglione, ma…
-Oh, almeno te lo dici da solo…
-ZITTA! Smettila di interrompermi e ascolta per una volta quello che ho da dirti!
-Mi sembra che sia tu quello che interrompe le persone e non le lascia spiegare i loro motivi- iniziò a dire Emma, ma l’occhiataccia che Tom le rivolse la convinse a stare zitta.
-Emma, io non ho mai smesso di tenere a te. Quando ho iniziato a frequentare Jade mi sono illuso di aver trovato il mio equilibrio, ma questo vacillava ogni volta che mi riavvicinavo a te. Per questo ti ho evitata per un periodo, poi Jade se n’è andata, riportandomi con i piedi per terra e facendomi capire che in realtà i miei sentimenti nei tuoi confronti non erano mai cambiati. Sono un coglione perché sono maledettamente insicuro e perché all’epoca avevo bisogno di un modo che mi permettesse di assicurarmi che tu saresti stata solo mia. Ma adesso sono cresciuto, ho capito che non posso obbligarti a fare quel che voglio io, e sono pronto a cercare di riconquistarti perché la vita senza te è… dannatamente ordinaria e io non la voglio così. Voglio rivivere con te i momenti più spensierati… Ti prego, perdonami.
-Quindi… per te non è stato un errore quello che abbiamo fatto l’altra notte?- chiese Emma con voce tremante.
-Un errore? Char, fare l’amore con te non è mai un errore.
A quel punto la ragazza corse fra le braccia di Tom, aggrappandosi alle sue spalle e lasciando che le lacrime le rigassero il viso.
-Ti amo, An.
-Ti amo anch’io, piccola.

Ed entrambi capirono che il loro era un vero amore, non destinato al lieto fine bensì all’eternità.




Microangoletto autrice
*Ho pensato che Zac Efron possa essere perfetto nel ruolo della bestia nel film.
Ed eccoci qui, alla fine! Che emozione, la mia prima long (un po’ short) completa!
Ed ora passiamo ai ringraziamenti.
Chi ha inserito la storia fra le ricordate:


1 - blackbellina [Contatta]
2 - Jessica Heart [Contatta]
3 - mikelike [Contatta]

Chi l'ha inserita tra le preferite:

1 - Mrs Jonas [Contatta]
2 - Willa Shakespearelli [Contatta]
3 - _FafySte [Contatta]

E chi l'ha inserita tra le seguite:

1 - AniaS [Contatta]
2 - Clacly101 [Contatta]
3 - Damon4ever [Contatta]
4 - damon92 [Contatta]
5 - Ellis_Bell [Contatta]
6 - greengirl_ [Contatta]
7 - hermione59 [Contatta]
8 - Jean Granger [Contatta]
9 - Joanne_Row_98 [Contatta]
10 - lilylunastella [Contatta]
11 - MissLuna [Contatta]
12 - odioinickname [Contatta]
13 - Perviglia [Contatta]
14 - seriadel [Contatta]
15 - xproudofthem [Contatta]


Ovviamente un grazie va anche a
Willa Shakespearelli per aver recensito il capitolo precedente.


Infine un GRAZIE ENORME a tutti quelli che l'hanno anche solo letta,
Anguisa (emiguggy)

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