Filo Rosso di Bea_chan (/viewuser.php?uid=857)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Atto I: Delitto e Castigo ***
Capitolo 2: *** Atto II: il sottile Filo Rosso ***
Capitolo 3: *** Atto III: effetti collaterali ***
Capitolo 4: *** Atto IV: vicinanza costante ***
Capitolo 5: *** Dove eravamo rimasti? ***
Capitolo 1 *** Atto I: Delitto e Castigo ***
Nuova pagina 1
Titolo:
Filo Rosso
Autrice: Bea_chan
Rating: Pg
Genere: commedia, romantico
Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po’ tutti
Pairing: DracoXHermione
Riassunto: “Una vecchia leggenda narra che gli innamorati o le anime
concepibili, in un modo o nell’altro, siano uniti per il mignolo della mano
sinistra da un sottile Filo Rosso”. D’accordo, ma come vi sentireste se,
improvvisamente e per puro caso, vi ritrovaste uniti, nel senso stretto
del termine, ad uno dei vostri peggiori nemici?
No, non diciamo assurdità: scommetto che ognuno di voi, dal primo all’ultimo,
non resisterebbe che tre minuti prima di farsi una Avada Kedavra a freddo,
magari chiedendo al vostro compagno di sventura di prendere nota del testamento,
accertandosi ovviamente che non lo corregga al momento della vostra alquanto
vigliacca dipartita.
Warning: la strampalata e alquanto ironica storia da me qua narrata non
prenderà in considerazione gli eventi del Sesto Libro: indi per cui, il caro
vecchio Piton è ancora l’odiato professore di Pozioni e Draco Malfoy resta il
solito Slytherin tutto d’un pezzo. L’autrice non è responsabile dei danni
in cui potreste incorrere leggendo questa fanfic; ricorda, inoltre, che la
Leggenda del Filo Rosso è realmente esistente.
Thanx to: la mia sister Bella, che ha riso di gusto per le disavventure
di Hermione; sensei Mao, grande aiuto beta-reader; Ondachan, accanita
sostenitrice della coppia DracoXMirtilla, per il supporto morale; tutti quelli
che leggeranno e faranno almeno un sorriso…
***
Il
pomeriggio di quel venticinque gennaio, nell’aula di Pozioni, ove si stavano
tenendo le consuete due ore di lezione per il settimo anno Gryffindor e
Slytherin, il clima si era fatto decisamente esplosivo.
Draco Lucius Malfoy, in una delle sue solite bravate, aveva brillantemente
sabotato la già precaria pozione di Neville Paciok, noto in tutta la scuola come
il peggior preparatore di intrugli che abbia mai varcato le soglie di Hogwarts.
Si vociferava, addirittura, che Piton, prima di entrare in aula, praticasse la
meditazione yoga o pratiche affini, per non sfogare i suoi istinti di
Mangiamorte represso sul povero alunno.
Fatto sta che, per difendere l’onore del suo compagno, e anche la propria salute
personale, essendo il di lei calderone posto accanto a quello di Paciok,
Hermione Jane Granger avesse deciso, in un impeto di puro altruismo
Gryffindor, di ricambiare il favore all’artefice del misfatto.
Ora, voi potreste pensare che un simile gesto di vendetta gratuita non sia degno
di una persona come la Granger e che, certamente, sarebbe sembrata senza dubbio
una mossa auspicabile da Potter e dal suo degno compare.
Sbagliato.
Tutto ciò ha portato un esasperato e alquanto infuriato professore ad assegnare
una punizione esemplare agli unici due studenti che, nel baccano generale, si
erano ritrovati, sporchi e furibondi, con una fialetta tra le mani, senza
accertarsi dei veri colpevoli.
Non ditemi poi che Severus Piton non ha intuizione, o fortuna sfacciata,
comunque vogliate chiamarla.
Ma forse, ciò che successe dopo, è meglio che lo vediate con i vostri occhi…
Atto I
Delitto e Castigo
-Per preparare correttamente questa pozione vi servono calma e concentrazione-
La voce sussurrante ed imperiosa del professor Severus Piton rimbombava
nell’aula di Pozioni: dava le spalle alla lavagna colma di appunti e scrutava,
con aria torva, tutti gli studenti presenti alla lezione.
-Non tollererò distrazioni, di nessun tipo…- sogghignò –Nemmeno visioni
sul Signore Oscuro e complotti segreti- aggiunse, scoccando un’occhiata in
tralice ad Harry Potter.
Il Ragazzo Sopravvissuto, rabbuiato, ricambiò l’occhiatina, ignorando le risate
che provenivano dall’ala sinistra della classe, occupata dagli Slytherin del
settimo anno.
Ronald Weasley, seduto alla sua sinistra, cercò di contenere, senza sforzarsi
troppo, a dirla tutta, uno sbuffo contrariato ed Hermione Granger, alla sua
destra, si sporse sulla sedia, impaziente d’iniziare.
Piton girò una pesante clessidra, che rimase sospesa di poco sopra la cattedra.
-Cominciate-
Bene, nessuno tra gli studenti presenti, tranne alcuni ed Hermione, ovviamente,
aveva la minima idea di che cosa volessero dire gli infiniti e tortuosi
scarabocchi che ornavano la lavagna.
La Caposcuola dei Gryffindor era scattata agli scaffali, seguita da pochi
temerari, mentre la maggior parte dei presenti aveva impiegato quanto più tempo
possibile ad accendere il fuoco sotto il calderone, come se da quell’operazione
dipendesse la loro intera esistenza.
Afferrò un vasetto di ali di farfalla, mentre una mano pallida imitava il suo
gesto. Scrutò il possessore dell’arto, senza mollare la presa.
-Malfoy-
La pura constatazione bastò ad *accendere* l’atmosfera del Sotterraneo.
L’inizio della catastrofe…
Le labbra del ragazzo s’incurvarono lentamente in un sogghigno irriverente.
-Granger…- il suo tono era quello che c’è di più simile al disgusto –Ti
spiacerebbe così tanto lasciarmi la mano?-
-E a te spiacerebbe lasciare il vasetto?- ribatté, senza distogliere lo sguardo.
Il ghigno di Malfoy si accentuò.
-Dovresti sapere che la precedenza va lasciata a coloro che sono superiori,
non so se mi spiego…-
Hermione avvertì un rossore indignato salirle alle guance, mentre lasciava
stizzita il vaso contenente le ali di farfalla e tornava a frugare nello
scaffale, indispettita.
Tornò al suo posto con le braccia colme di vasetti di ogni tipo, sbattendoli con
malagrazia sul banco e cominciando ad aprirli uno dietro l’altro.
Sentì Malfoy ridacchiare soddisfatto.
-Ehi, Hermione…- Harry si chinò verso di lei, tenendosi a debita distanza dal
coltello che l’amica stava utilizzando con tanto ardore –Che ti prende?-
-Quell’idiota di Malfoy- sussurrò, tagliando la testa di un insetto azzurro –Mi
sono stufata delle sue cattiverie gratuite…-
Potter annuì con aria saputa.
-Potevi dirmelo-
La ragazza trattenne un sorriso comprensivo. Ebbe la netta impressione che Harry
non aspettasse altro che una valida scusa per provocare ingenti danni fisici a
Draco Malfoy.
-Non importa- mormorò -Davvero..-
-Silenzio, lì dietro-
Il sibilo seccato di Piton costrinse i due ad abbassare la testa sui propri
calderoni, concentrandosi su ciò che stavano facendo o, nel caso di Harry e Ron,
tentando di fare.
Poco più in là, invece, la disperazione di Neville Paciok stava giungendo ad un
punto critico.
Aveva seguito come meglio poteva le istruzioni scritte dal professore, aveva
cercato di copiare spudoratamente ciò che stava facendo Seamus lì a fianco,
rimediando solo un risultato peggiore del precedente.
Per quanto lo riguardava, il procedimento sarebbe stato molto più chiaro se
fosse stato scritto in aramaico antico da un troll ubriaco. Tragica
prospettiva…
La pozione che sobbolliva nel suo calderone di peltro aveva il colore e la
consistenza di marmellata di more, quando avrebbe dovuto assumere una delicata
sfumatura rosa pallido. Inutile dire che, malgrado tutti i suoi sforzi, la
situazione era decisamente senza speranza.
L’aiuto che aveva tanto invocato dal Cielo non giunse, lasciandolo annaspare
crudelmente nell’olezzo emanato dal liquido violaceo.
E dunque, mentre rifletteva attentamente su come tirarsi fuori dall’ennesima T
in pozioni, non vide una mano elegante rovesciare, con curata non chalance,
della polverina rosa scintillante direttamente nel centro del calderone,
provocando un aumento del gorgoglio.
Paciok, incurante, ravvivò il fuoco.
***
-Viscido sabotatore…-
-Hai detto qualcosa, ‘Mione?-
La giovane rivolse la sua attenzione a Ronald Weasley, che la scrutava
perplesso, cercando di ignorare l’odore nauseabondo che saliva dal suo calderone
e mantenendosi a distanza di sicurezza dal disgustoso intruglio.
-Chi, io?-
-Mi era sembrato che avessi..-
-Niente, Ronald, torna alla tua pozione- rispose con un sorriso nervoso,
mescolando energicamente la sua, forse l’unica ad aver assunto la giusta
tonalità di rosa.
Hermione sapeva benissimo che farsi i fatti propri era una Regola imperante ad
Hogwarts ma, in fondo, in quanto Gryffindor appartenente alla compagnia di
Potter, aveva la genetica predisposizione a trascurarla accuratamente.
Non aveva certo scoperto per caso “cosa” si nascondesse al terzo piano né che
Sirius Black non fosse un pluri-assassino pazzo e/o psicopatico.
Dunque, poiché aveva assistito in diretta, per pura coincidenza, ad una bravata
firmata Draco Malfoy, aveva il sacrosanto Diritto di intervenire.
Ora, come risolvere la questione?
Sfortuna voglia che un nemico degno di questo nome sia sempre al tuo
stesso livello, sia per intelletto che per singole capacità.
Malfoy, infatti, era Caposcuola, Cocco di Piton, Genio incontrastato o quasi in
Pozioni, Irritantemente Perfetto sotto parecchi punti di vista; anche se su
questo aspetto, Hermione si disse che Harry e Ron (e almeno tre quarti degli
studenti) avrebbero volenterosamente tenuto una conferenza su scala
mondiale per sostenere il contrario, ma questa è un’altra faccenda.
Tuttavia, la ragazza era certa che, per impartirgli una lezione degna di essere
ricordata, dovesse ripagarlo con la stessa, sporca moneta.
Sospirò, gettando un’occhiata preoccupata alla pozione di Neville, due calderoni
più a destra del suo, decisamente troppo vicino. Il borbottare del denso
liquido era, se possibile, cresciuto ulteriormente negli ultimi minuti: bolle
grandi come boccini scoppiavano, in un cupo suono, sulla superficie, senza che
il proprietario se ne accorgesse perché troppo impegnato a disperarsi sul libro
di Pozioni.
La Granger si ritrovò ad invocare che Piton decidesse di fare una delle sue
abitudinarie sortite tra i banchi, magari spinto dal sadico istinto di mettere
ancor più in soggezione i suoi studenti e, così facendo, si accorgesse del
disastro imminente.
Ma niente, il professore rimaneva seduto alla cattedra, apparentemente perso in
chissà che voli pindarici gli suggerisse la sua mente, senza notare che la
situazione stava lentamente degenerando.
Hermione si stropicciò le mani, ansiosa, guardandosi intorno.
Harry la fissò, evitando solo per miracolo di spalancare la bocca incredulo.
Vista da occhi esterni, sembrava che il tormento che attanagliava la ragazza
fosse di sconforto per la pozione mal riuscita.
Potter scosse il capo, convincendosi che assolutamente non poteva essere per
quello.
Hermione, nel frattempo, aveva steso un piano d’azione.
Scartata a priori l’ipotesi di alzare la mano e, in un impeto di pura ed
infantile denuncia, declamare ad alta voce ciò che Malfoy aveva appena fatto
perché: punto primo, Piton l’avrebbe guardata con disgusto e l’avrebbe
bellamente ignorata; punto secondo, anche lei stessa sarebbe uscita dal suo
corpo e si sarebbe fissata come si guarda ad una che declama di essere andata
fino ad Urano a cavallo di una Scopalinda 5 – Hermione, ricordiamolo,
colei che non riuscì nemmeno a far sollevare la scopa da terra, al Primo Anno -
e, giunta lì, di aver colto un mazzo di profumate margheritine.
Si poteva dire tutto di Hermione Granger, tranne che fosse un spia.
Comunque, malgrado le alternative rimaste erano scarse, optò per un’azione di
forza: si sarebbe recata all’armadio degli ingredienti e, con una scusa
qualsiasi, si sarebbe accostata al calderone di Malfoy e avrebbe gettato nella
sua pozione un pizzico di polvere di viola.
Praticamente invisibile, visto il colore generale dell’intruglio, ma
malignamente efficace ad annullarne gli effetti, senza conseguenze plateali
quali esplosione o scoppi vari, e procurare così al suo preparatore una T, ché
nemmeno il buon cuore di Piton poteva salvarlo dall’insufficienza.
Doveva agire in fretta, pensò cupa.
Non tollerava più le risatine soddisfatte di Malfoy ogni volta che la pozione di
Neville scoppiettava violentemente, sempre più vicina al punto di rottura.
Afferrò una provetta e trasse un sospiro.
Ciò che stava per fare andava contro ogni etica dell’agire, contro qualsiasi
contegno si fosse imposta di mantenere.
Ma, in fondo, in amore e in guerra tutto è permesso.
E il gesto di Malfoy, significava Guerra con la g maiuscola.
***
Draco Malfoy accolse l’ennesimo Pop! della pozione di Paciok con un
sospiro compiaciuto, mentre ricontrollava nuovamente lo stato del suo preparato.
Perfetto, si disse.
Il liquido bollente era proprio di quella delicata sfumatura rosa chiaro
descritta da Piton e dallo stesso manuale, per cui si concesse un sorrisino
soddisfatto.
Certo che quel cencioso Cappello, prima di mandare qualche malcapitato a
Gryffindor, doveva essersi accertato più e più volte di trovare, negli ipotetici
cervelli dei suoi pupilli, almeno una vena d’idiozia o d’incoscienza, anche se
Malfoy proprio non riusciva a vedere differenza.
Sì, perché non era possibile che individui come Potter, seriamente sull’orlo del
collasso psico-fisico, o Weasley, caso disperato e degno compare del Ragazzo
Sopravvissuto, fossero entrambi finiti nel dorato alloggio di Godric. Per non
parlare di Paciok…
Draco provò quasi un moto di compassione verso il Fondatore, che certamente si
sarà rivoltato nella tomba più e più volte alla vista di chi, adesso,
bazzicava la Torre di Gryffindor; poi scacciò il pensiero, ringraziando chiunque
lo vegliasse di averlo assegnato a Slytherin, dove i pazzi, almeno, venivano
decentemente ignorati.
Fece vagare lo sguardo grigio sugli occupanti dell’aula sotterranea,
osservandoli, pigramente, intenti nelle loro attività.
Tiger, ad esempio, si stava tranquillamente infilando un dito grande quanto un
salsicciotto nel naso. Malfoy aggrottò le sopracciglia, disgustato: forse,
ponderò, credeva di essere invisibile;
inquadrando la mano, si rammentò di non entrarci a contatto per nessun motivo.
Dal lato delle Serpi, sembravano tutti immersi nella febbrile concentrazione
necessaria per preparare correttamente la pozione, così come dallo sconfortato
androne dei Grifoni.
Soltanto un posto era vuoto, l’intruglio che ancora sobbolliva pigramente nel
calderone, completando in autonomia il suo svolgimento.
Draco fece due calcoli rapidi: chi avrebbe dovuto essere seduto, in quel banco?
Notò troppo tardi che Hermione Granger stava trafficando, indisturbata,
nell’armadio degli studenti, cercando con cura un particolare ingrediente, che
ripose in una provetta trasparente.
Malfoy gettò un’occhiata a Piton, che quel giorno sembrava essere perso nel suo
mondo.
Perché, quando serviva, non faceva mai il suo dovere?
Che fine avevano fatto le care vecchie frasi “Granger, cinque punti in meno per
essere un’insopportabile sò-tutto-io” oppure la sempreverde “Paciok,
questa non è una pozione, è petrolio: dieci punti in meno”?
Così, mentre pensava sconsolato che il professore non era più quello di una
volta, Hermione allungò la strada per tornare al suo posto, passando giusto
accanto al calderone di Malfoy e allungando la provetta sopra la superficie
della pozione.
Lo sguardo altezzoso di Hermione, l’imprecazione degna di Mundungus Fletcher
ringhiata da Draco e lo strillo isterico di Neville, accortosi che il suo
agonizzante intruglio era ormai giunto alla fine, avvennero quasi
contemporaneamente.
Insieme alla più grande esplosione che la memoria di Severus Piton
riuscisse a ricordare…
***
Il primo pensiero che il professore di Pozioni riuscì a formulare fu
un’imprecazione che sarebbe meglio non riferire, se non vogliamo alzare il
rating della storia; il secondo fu che gli serviva assolutamente una lunga
vacanza.
Magari ad Honhululu, o a Bora Bora.
Di certo, abbastanza lontano da Hogwarts, se non voleva passare il resto della
sua vita ad Azkaban per omicidio e uso improprio (ma, a suo modesto parere,
assolutamente azzeccato) della maledizione Avada Kedavra su qualsiasi studente
si fosse trovato d’innanzi.
Ancora radicato alla cattedra, coperto di pastoso intruglio viola scuro,
puzzolente quanto un carro intero di fiori marciti, lasciati sotto il sole di
agosto, trasse un respiro profondo.
Moooolto profondo, tanto che rischiò un’embolia.
Togliendosi quella sottospecie di marmellata dagli occhi e dal volto, si alzò in
piedi, cercando di tacitare le urla e il chiacchiericcio degli studenti, chi
lamentava ustioni e chi, approfittando della situazione, faceva sfociare la
situazione nella classica rissa Gryffindor-Slytherin.
-Silenzio!- tuonò, sovrastando il baccano generale.
Tutti gli alunni si bloccarono istantaneamente, il rimbrotto di Piton ebbe la
stessa, efficace funzione di un Incantesimo Congelante: non era certo cosa di
tutti i giorni il privilegio di udire la voce di Severus Piton
raggiungere toni così acuti e infuriati.
Goyle sferrò un ultimo pugno sulla zucca di Seamus Finnigan, che stava
lentamente soffocando nella stretta affettuosa del succitato Sytherin, prima che
il professore parlasse nuovamente.
Si guardò intorno, gli occhi scuri stretti con sospetto.
Ma, ai più esperti, fu chiaro che stesse dedicandosi alla sua attività
prediletta: la Legilimanzia.
E’ noto che Harry Potter ha brutti, bruttissimi ricordi legati all’uso
(mai imparato, a dirla tutta) di questa pratica; reminescenze che coinvolgono un
Piton adolescente, ingiuriato da suo padre, e alcune incursioni non volute nei
pensieri di Potter da parte del Signore Oscuro, che, ammettiamolo, se lo avesse
saputo prima, avrebbe sfruttato ampiamente la cosa.
Ma lasciamo Lord Voldemort a mangiarsi le mani in santa Pace, e torniamo alla
situazione dell’aula di Pozioni.
L’uomo, dopo una rapida sortita tra i pensieri dei suoi pupilli, – si sorprese,
in verità, di averne trovati nei cervelli di Weasley e Tiger, senza offesa per
uno dei suoi, ma anche Piton si rendeva conto che, forse, uno Schiopodo
era più intelligente – puntò un dito accusatore, vagamente macchiato di viola,
contro Hermione, ancora ferma di fianco al calderone di Malfoy e rivestita di
pastoso liquido scuro dalla testa ai piedi.
-Granger, cosa diavolo hai combinato?!- sbottò, avvicinandosi alla ragazza in un
lampo.
Questa prese fiato innumerevoli volte, cercando di dire qualcosa, qualsiasi
cosa e, nel contempo, di ignorare il sogghigno compiaciuto che si era
dipinto sulla faccia da schiaffi di Draco.
Incredibile quanto potesse risultare irritante anche assomigliando ad un
biscotto coperto di marmellata.
-I-io niente, signore…-
-Niente, davvero?- incalzò Piton, facendo un ampio gesto e includendo le pareti
macchiate dell’aula e i compagni di classe, ora tutti concentrati sulla sfuriata
che le stava facendo –Dice che rendere la mia aula peggio di una cucina, ove
orde di elfi domestici impazziti si divertono a tirarsi addosso un pastoso
intruglio simile a marmellata, è niente?-
Aveva sputato questa frase tutta d’un fiato: la maggior parte degli alunni si
era persa a “orde”, per quanto riguarda Tiger e Goyle, forse, non avevano
nemmeno compreso la prima parte; ma Hermione riuscì comunque a cogliere il
riferimento agli elfi domestici, e la cose non le piacque.
Poteva vedere, alle spalle dell’uomo, Harry e Ron, sporchi e graffiati per la
piccola rissa che era scoppiata, guardarla e stringere la bacchetta.
La ragazza agghiacciò, sapendo benissimo che sarebbero arrivati a Schiantare
Piton, se solo avessero avuto un valido motivo, come scusa l’infantile ma sempre
efficace motto “lesioni alla nostra amica Hermione”.
Riprese il controllo della situazione e aprì bocca per replicare quando, a
sorpresa, il professore voltò lo sguardo verso Malfoy, ancora sorridente.
-Quanto a lei, signor Malfoy, mi ritengo deluso grandemente dal suo
comportamento, credevo fosse in grado di tenere a bada..- lasciò cadere la frase
nel vuoto, rivolgendo un’occhiata eloquente all’indirizzo di Hermione, che si
gonfiò, indignata dalla frecciatina neanche troppo velata.
Se tutti gli Slytherin erano esterrefatti da ciò che Piton aveva appena detto e
i Gryffindor erano piacevolmente soddisfatti, Draco Malfoy non riuscì a credere
a quello che aveva sentito.
Ritenne che, certamente, una generosa quantità di intruglio, oltre che sui
capelli, gli fosse finito anche nella orecchie, ledendogli gravemente i timpani.
Severus Piton aveva appena fatto una critica a lui? A Draco Lucius Malfoy?
-Professore, cosa…-
-Come mi spiegate la provetta che entrambi tenete in mano, allora?- ribattè
l’uomo, indicando con un cenno la sottile fialetta di cristallo che Hermione
stringeva nella destra e il ragazzo nella sinistra.
Entrambi abbassarono, con orrore, gli occhi sulle loro mani, quasi giunte, per
la seconda volta quel giorno in meno di due ore. Si staccarono immediatamente,
mentre la provetta cadeva nella pozione del giovane in un fragoroso risucchio.
Nell’aula scese un imbarazzante silenzio, interrotto da qualche discreto
colpo di tosse: né Hermione né tanto meno Malfoy si sognavano di interromperlo,
l’una impegnata a tenere intatta la sua vacillante dignità, l’altro ancora
perplesso dalla critica di Piton.
Il professore, tuttavia, aveva esaurito la sua alquanto scarsa pazienza.
-Adesso, Granger, andrai dritta di filato dalla professoressa McGranitt,
cinquanta punti in meno…a testa- aggiunse, smorzando l’espressione gongolante di
Draco.
Le Serpi e i Grifoni emisero un sospiro collettivo sinceramente frustrato,
masticando imprecazioni all’indirizzo di Piton; forse per la prima volta dai
gloriosi tempi andati dei Fondatori, si trovarono d’accordo su qualcosa: i
professori sapevano essere individui parecchio maligni, per natura.
Frattanto, Neville si stava ponendo un quesito fondamentale: com’era possibile
che Severus Piton non avesse capito che l’Esplosione – ormai già entrata negli
annali di Hogwarts – fosse giunta dal suo calderone e non da quello di
Malfoy? Come mai non s’era accorto che, adesso, il suo fu paiolo era
ridotto ad un ammazzo fuso e puzzolente, impiastricciato di densa pozione viola?
Probabilmente, si disse, Hermione Granger e Draco Malfoy che si tenevano per
mano sopra un calderone, attaccati saldamente ad una provetta, era una scena
molto più plateale che i suoi soliti disastri.
O più semplicemente, per una volta l’astuto e attento Piton non era riuscito a
cogliere i pensieri di Paciock, intento a soffocare causa l’intruglio che gli
era finito in bocca, solamente perché, in quel momento, non ne aveva…
***
Hermione, ancora impiastricciata di pozione viola, fissò sconsolata la punta
delle sue scarpe, macchiate ormai irrimediabilmente: neanche il “Gratta e
Netta” più efficace sarebbe servito a qualcosa. Stava anche sporcando il
tappeto dell’ufficio, ora che notava…
Tuttavia, lo sconforto non era dovuto allo stato delle sue calzature o alla
tintura viola che stava acquisendo la moquette, quanto piuttosto al cipiglio
severo che Minerva McGranitt le stava rivolgendo al di là della cattedra,
talmente ingombra di fogli e scartoffie varie che perfino Caramell avrebbe
invidiato avere sulla propria scrivania.
Una delle leggende di Hogwarts vuole che tanto più le labbra della professoressa
McGranitt sono sottili, quanto la punizione che uscirà da esse sarà rigorosa.
Ed ora, la bocca della donna era praticamente scomparsa.
-Mi addolora questo tuo comportamento, signorina Granger- decretò, squadrandola
dall’alto in basso –Non ti credevo capace di tali sconsiderati infantilismi…-
-Ma professoressa- Hermione alzò timidamente lo sguardo –Non sono stata io, la
pozione di Malf…- ma la McGranitt alzò una mano, smorzando la parlantina della
ragazza.
La fissò ancora, inflessibile.
-Ritengo necessario assegnarti una punizione esemplare, a te e anche al signor
Malfoy- concluse. Il suo tono era talmente definitivo che Hermione non osò
replicare.
Non poteva certo dire che l’Esplosione era stata causata dalla pozione di
Neville: non solo Piton se ne sarebbe fregato altamente, ma avrebbe messo anche
lui in punizione, per un fatto che poi, per la prima volta, non era nemmeno
colpa sua.
Si limitò ad annuire, sinceramente abbattuta.
Minerva sembrò soddisfatta.
-Puoi andare, adesso- fece un cenno con il capo verso la porta –Vi comunicheremo
il provvedimento una volta deciso…-
La ragazza sospirò, uscendo dalla stanza e chiudendo discretamente la porta; se
avesse voluto sfogare ciò che sentiva, avrebbe scardinato il suddetto portone e
gli avrebbe dato fuoco all’istante.
Ma si sa, Hermione Granger è nota per saper controllare in modo ottimale le sue
pulsioni da Gryffindor impulsivo: così, mentre si avviava lungo il corridoio,
lasciando dietro di sé orme di marmellata viola scuro, – che Gazza avrebbe
impiegato parecchie ore ed imprecazioni per pulire - si concesse solo un morso
di rabbia alla bocca dello stomaco.
Qualunque cosa succedesse, era sempre colpa di Draco Malfoy: le scandalose
notizie che imperversavano al quarto anno le aveva diffuse lui, le spille che
beffeggiavano Harry erano una sua creazione, la Squadra d’Inquisizione faceva
capo alla Umbridge solo di facciata, visto che era Malfoy stesso a svolgere il
ruolo principale.
Ed ora questo.
La teatrale Esplosione e la loro Conseguente ma Immeritata Punizione.
Chissà, forse l’unico neurone che aveva in quella testa bionda non trovava altro
modo per divertirsi che mettere in ridicolo altre persone, Neville e i
Gryffindor specialmente.
Draco Lucius Malfoy, pensò, diciassette anni di idiozia concentrata…
Ma l’aspetto che più indispettiva Hermione era proprio quel “loro”:
essere capitata, di sua spontanea volontà, proprio in mezzo ad una delle tanto
decantate “imprese” di Malfoy, conclusasi in modo, probabilmente, molto
diverso da come il ragazzo si aspettava, non era certo quello che più
desiderava…
***
Come Piton e la McGranitt avevano caldamente promesso, così fecero.
Assegnarono loro la punizione più vecchia del mondo, da che Hogwarts era
Hogwarts: riordinare un reparto della Biblioteca, senza ovviamente usare la
magia.
Malfoy incassò il colpo con un certo stile, una smorfia stupefatta e vagamente
disgustata in volto; Hermione, dal canto suo, si limitò a sospirare affranta,
memorizzando l’errore e rammentandosi di imparare da esso. Decise che ogni colpo
di testa o rivalsa volesse compiere, avrebbe lasciato la letizia della dolce
Némesis a Ron e Harry.
Draco guardò Hermione.
Hermione guardò Draco.
Un’identica espressione sconsolata aleggiava nei loro sguardi, sostituita quasi
subito dall’occhiata schifata che si rivolsero.
Rischiavano pure di trovarsi d’accordo su qualcosa.
Merlino, adesso sì che avevano davvero toccato il fondo…
...to be continued... |
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Capitolo 2 *** Atto II: il sottile Filo Rosso ***
Nuova pagina 1
Bentornati nei meandri di questa fanfiction xD
Vi lascio subito alla lettura, ci si vede in fondo...
*°Buona Lettura°*
***
La Biblioteca della Scuola di
Magia e Stregoneria di Hogwarts, detta dai più “La Sala di Tortura”, causa le
ore estenuanti passate tra quelle quattro mura chini sui libri per il ripasso
dell’ultimo minuto, poteva vantare una reputazione invidiabile.
Meta di pellegrinaggi da parte di studenti di ogni età, annoverava circa mille
volumi, vecchi e nuovi, alcuni risalenti addirittura all’atavica epoca dei suoi
fondatori. Già, perché le fantasiose scritte sulle pagine di “Guida
all’architettura Magica” – comprendenti enunciati quali “Salazar, vecchio
rincitrullito” e successiva risposta “Godric, povero scemo” – non potevano avere
altri autori che i succitati maghi…
Ma parlando della Biblioteca.
La varietà di impolverati volumi che albergava sugli scaffali era davvero
ammirevole: qualunque titolo la mente di Hermione Granger, frequentatrice più
assidua, richiedesse alla sua inossidabile custode, Madama Pince, ella riusciva
a procurarlo in tempo record.
E questo solo nella sezione aperta a tutti.
La Sezione Proibita della Biblioteca era forse il fiore all’occhiello, – fatto
del quale la Pince non faceva altro che vantarsi e proteggere come nemmeno il
compianto Fuffy avrebbe saputo fare – comprendente i più orrendi, completi,
segreti volumi di magia.
Volumi, appunto, proibiti.
Un saggio detto babbano recita: “Non svegliare il can che dorme”.
Ma come ben sappiamo, gli orgogliosi purosangue, sfortunatamente, non sono a
conoscenza di questa massima filosofica.
Sfortunatamente, sì.
Perché se Draco Lucius Malfoy avesse tenuto a freno la sua sfacciata voglia di
curiosare e provocare, lui ed Hermione si sarebbero risparmiati parecchi guai…
***
Hermione Granger se l’era sentito, quella mattina, che sarebbe stata una
pessima giornata.
Proprio mentre Ron si serviva della quinta porzione di bacon e Harry crollava,
ancora mezzo addormentato, nella sua tazza di caffè iper-zuccherato, un brivido
freddo le era corso su per la schiena.
Cupo presentimento, ora divenuto realtà.
Ora, non venitemi a parlare di Cenerentola e della sua canzoncina “E il sogno
realtà, diverrà” perché, prima di tutto, non tutti i maghi capirebbero il
riferimento e, seconda cosa ma non meno importante, Hermione non ci vedeva nulla
di così *poetico* in questa situazione.
Anzi, le sembrava di essere piombata in un incubo che nemmeno Harry Potter,
solito a sogni agitati, avrebbe mai potuto concepire.
Ritrovarsi alle dieci di sera a riordinare decine e decine di libri era ancora
piuttosto piacevole, per i suoi canoni; ma che Draco Malfoy, anch’esso in
punizione, non muovesse un dito per aiutarla e se ne stesse stravaccato su una
sedia con i piedi saldamente poggiati su uno dei tavoli da studio, leggendo
distrattamente uno dei volumi che avrebbe dovuto mettere a posto, questo era il
colmo.
Umanamente insopportabile.
Per di più, Madama Pince se n’era appena andata, raccomandandosi di non usare la
magia per nessun motivo e, soprattutto, di non entrare nel Reparto Proibito per
nessuna ragione.
Fantastico, una serata da ricordare, semmai avesse voluto trovare un valido
motivo per farsi un’Avada Kedavra dritta in fronte…
Sbuffò nuovamente, impilando un pesante volume dalla copertina grigia insieme ad
altri ed appoggiandocisi sopra. Rivolse un’occhiata al vetriolo a Malfoy.
-Hai intenzione di rimanere seduto lì ancora per molto?-
Il giovane ridacchiò, girando una pagina.
-Sì, visto che sto parecchio comodo..- rispose, senza nemmeno staccare gli occhi
dal libro.
Hermione alzò gli occhi al cielo e contò fino a cento. Per la decima volta,
quella sera…
-Malfoy- cominciò, fronteggiandolo –So che ti è geneticamente
impossibile, ma cerca di riflettere: prima finiamo questa cosa, prima potremo
andarcene-
-Infatti-
-Infatti cosa?-
-Sbrigati e non perdere tempo…-
La ragazza s’indignò e strinse i pugni, letteralmente furiosa.
-Non sono io quella che ha fatto esplodere la pozione di Neville- disse,
frenando l’impulso di mettere mano alla bacchetta.
Malfoy, per la prima volta, incrociò il suo sguardo e inarcò indolentemente un
sopracciglio d’oro scuro, l’ironia che vagava nelle iridi d’argento.
-E non sono io ad avere manomesso la mia pozione, Granger- sogghignò –Sei
colpevole quanto me, ficcatelo in quella zucca- dopo di che, tornò a leggere il
manuale, incurante.
Hermione era incredula: si trattenne a stento dallo spalancare la bocca e
lasciare la mascella in caduta libera sul pavimento.
In compenso, un ringhio le salì dalle profondità della gola.
-Piccolo, borioso arrogante..- sibilò, girandosi e ricominciando a sistemare i
libri, sbattendoli poco elegantemente sul tavolo e rompendo il silenzio della
Biblioteca con i tonfi provocati.
Ma ovviamente, Malfoy non aveva finito di importunarla.
-Mezzosangue, potresti smettere di buttare i libri sul tavolo?- la
rimproverò in tono strascicato –Mi sta venendo mal di testa…-
La ragazza, per risposta, sbatté una pila di tre tomi spessi quanto un mattone
delle fondamenta sul ripiano proprio di fianco ai piedi di Draco e lo squadrò
dall’alto in basso.
Questo la fissò, caustico.
-Non scherzare col fuoco, Granger- minacciò con voce leggera, chiudendo il libro
e incrociando le braccia dietro la nuca, la sedia che ancora si dondolava su due
gambe –Non ti conviene farmi arrabbiare, adesso che siamo da soli…-
Soffice avvertimento e palese provocazione.
Hermione minimizzò, agitando una mano e prendendo il libro che il ragazzo aveva
appena posato sul tavolo.
-Oh, non mi preoccupo eccessivamente- dichiarò, impilando il volume insieme ad
altri –Non credo che uno come te provi un qualche interesse nei miei confronti…-
-Che hai capito?- ennesimo sorrisino sarcastico –Non nel senso che speri, ma un
interesse a Schiantarti l’avrei eccome-
La giovane cercò di arginare il rossore che minacciava di imporporale gli
zigomi: non poteva arrossire per una tale frase, offensiva e anche di
cattivo gusto.
Inutile, il danno era fatto.
Malfoy ridacchiò, dondolandosi ancora.
-Sei arrossita Granger- fu l’inutile e malignamente soddisfatta constatazione.
-Chiudi il becco, Malfoy- decretò spiccia, voltandogli le spalle e riponendo i
libri sullo scaffale.
Ancora scese quel silenzio teso e, per Hermione, vagamente imbarazzato. Poteva
percepire lo sguardo penetrante del ragazzo nella schiena come un formicolio,
talmente fastidioso che riuscire a fare finta di niente si stava rivelando
un’impresa pressoché inattuabile.
Poi, lo sentì sbuffare.
-Che noia-
-Se ti annoi, comincia a rimettere in ordine quella pila di libri..- disse
piccata, sempre restando girata di spalle. Invece, il rampollo dei Malfoy aveva
altri, pericolosi progetti…
Lo udì alzarsi e stiracchiarsi voluttuosamente come un gatto assonnato.
-No, ho in mente un’idea migliore- dichiarò in un sussurro, avviandosi verso una
porta intagliata a doppio battente, proprio in fondo alla sezione che stavano –
o meglio, solo Hermione - riordinando.
La Granger ci mise due secondi scarsi a realizzare come Malfoy aveva
intenzione di movimentare la loro piatta serata. E la cosa non le piacque per
niente.
Si girò di scatto, fissando le larghe spalle del ragazzo che era ormai giunto
d’innanzi alla già citata porta. Strinse saldamente il libro che aveva in mano,
desiderando che fosse il collo di Draco.
-Malfoy, non fare stupidaggini..- si rese conto che la frase, rivolta a quella
particolare persona, non aveva alcun senso.
Troppo tardi.
-Alohomora-
Lo scatto secco della serratura e un nero mantello che spariva all’interno della
stanza su cui la porta si era aperta avvertì Hermione che Malfoy, ignorando a
bella posta i suoi avvertimenti, era appena entrato nella Sezione Proibita.
***
No,
no, no!
La situazione era degenerata in poco meno di trenta secondi: Draco Malfoy era
nella Sezione assolutamente vietata agli studenti ed Hermione non era
riuscita a fermarlo.
Era ancora in piedi di fianco allo scaffale che stava così tranquillamente – si
fa per dire, ovviamente – riordinando, unico pensiero degno di nota come
trucidare Malfoy, se lapidarlo con i libri o soffocarlo nella polvere che stava
sollevando.
Adesso, invece, nella sua mente capeggiava limpida una sola, inquietante parola.
Espulsione.
-Cavolo, cavolo!- borbottò, rivolgendo fugaci occhiatine alla porta, adesso
spalancata, e alla luce tremolante che proveniva dall’interno.
Un amletico dilemma divideva Hermione in due: seguire Draco e riportarlo nel
reparto canonico e sicuro, trascinandolo per i capelli stile donna delle
caverne, oppure lasciarlo al suo destino e amen. Destino comune, perché anche
lei sarebbe stata riconosciuta colpevole…
Trasse un lungo sospiro, come a prendere fiato prima di un’immersione, e poggiò
sul tavolo il volume che ancora stringeva tra le mani, avviandosi con lo stesso
passo di un condannato al patibolo verso la Sezione Proibita.
Si affacciò timidamente sulla soglia, individuando la sagoma di Malfoy, nella
poca luce offerta dalla bacchetta, voltare un angolo e sparire nei recessi dei
corridoi silenziosi.
-Malfoy, torna qua!- intimò in un sibilo, senza entrare nella stanza.
Nessuna risposta, segno che il giovane, come al solito, l’aveva completamente
ignorata.
Hermione artigliò lo stipite al quale era appoggiata. Se esisteva un individuo
capace di farla esasperare più di Ronald Weasley su quella terra, quello era
proprio Draco Malfoy.
Afferrò la bacchetta e pescando nei recessi della sua anima l’Hermione
Coraggiosa e Sprezzante delle Regole, si avventurò nella penombra della
sala.
Percorse un tratto di labirintici corridoi, seguendo il rumore dei passi del
ragazzo e la tenue luce che vagava tra gli scaffali.
Non aveva mai visto quella parte della Biblioteca, ma doveva ammettere che era
piuttosto affascinante: centinaia di libri dalle copertine rovinate, alcuni
incatenati allo scaffale ed altri piccoli e colorati, apparentemente innocui.
Inspirò l’aria ovattata, annusando l’odore di polvere e carta stampata.
Per un momento dimenticò che si era avventurata in quella Sezione per inseguire
Malfoy e fu quasi tentata di sfogliare uno dei tanti volumi.
Solo un’occhiatina, ponderò, fermandosi e osservando curiosa un libretto
rosso scarlatto dalla copertina ricoperta di velluto, che cosa mai potrebbe
accadere?
-Lumos-
Al barlume perlaceo della bacchetta, l’involucro del piccolo volume sembrava
ancora più soffice, dorate lettere capeggiavano in rilievo, ricamate con grazia
sulla stoffa.
Hermione si guardò intorno, circospetta: Malfoy era sparito, non riusciva
nemmeno più a vedere la luce della sua bacchetta, nell’intricato dedalo di
corridoi.
Tornò a rivolgere la sua attenzione al libro, poggiato orizzontalmente sullo
scaffale, proprio in cima di una piccola torre di manuali. Non poteva davvero
essere pericoloso…
Magari era finito per sbaglio in quella Sezione; magari Madama Pince aveva perso
gli occhiali, mentre lo stava rimettendo a posto, e non si era accorta di averlo
riposto in quella stanza.
Lo studiò attentamente, inclinando la testa da un lato.
Sembrava quasi un pigro felino rosso, impaziente di ricevere carezze in grembo
alla propria padrona e ricambiare con fusa soddisfatte.
Anzi, sembrava che stesse facendo realmente le fusa: emetteva delicati
rumori attutiti e gorgoglii appagati, proprio come i gatti.
O aveva battuto forte la testa, oppure era la vicinanza di Malfoy a farle uno
strano effetto…
Oh, andiamo, un libro così carino non poteva considerarsi Proibito!
La giovane inarcò un sopracciglio, evitando di ripercorrere i pensieri che aveva
appena formulato, poiché sicuramente la professoressa McGranitt l’avrebbe
accusata di frivolezza. E dopo l’imputazione di infantilismo, non poteva
permettersi anche quell’onta…
Sospirò, combattuta.
Visto che quella era stata una giornata tremenda, tanto valeva almeno
concluderla in bellezza.
Tese una mano, titubante, aspettandosi quasi che il libro balzasse via dalla
mensola e scappasse a raccontare tutto a Madama Pince; invece rimase fermo,
sottostando al lieve tocco della mano di Hermione, che lo prese delicatamente.
Aveva smesso di “fare le fusa” appena la ragazza aveva toccato la copertina, che
si era dimostrata essere morbida proprio come aveva pensato.
Fissò il titolo in elaborate lettere dorate.
Eros e Incantesimi: come far avverare Leggende della notte dei tempi
Aggrottò le sopracciglia, dubbiosa. Che titolo curioso…
Lo sfogliò in silenzio, le orecchie tese e i sensi in allerta a captare il
minimo rumore sospetto. Non doveva dimenticare di trovarsi ancora nella Sezione
Assolutamente Vietata.
Le pagine erano giallastre e sottili, la pergamena consumata dagli anni e
l’inchiostro delle parole, scritto a mano, era quasi scolorito.
Era un volume molto antico, questo s’intuiva facilmente. Hermione, tuttavia, non
riusciva a capire perché fosse stato classificato come “proibito”: non
sembrava contenesse incantesimi pericolosi né dannosi in alcun modo.
Anzi, si ritrovò a considerare sarcasticamente, questo libro sarebbe
perfetto per Lavanda o Calì…
-Caposcuola Granger, colta sul fatto-
Hermione cacciò un gridolino atterrito, lasciando cadere immediatamente il
libretto e voltandosi con la bacchetta spianata verso la voce ironica che aveva
parlato.
Ansimò, fissando la faccia da schiaffi di Draco Malfoy, parecchio più alto di
lei, sogghignare nella soffice luce della bacchetta che si era ritrovato
all’altezza del nodo della cravatta.
-Tu guarda- ridacchiò egli, negli occhi la soddisfazione di aver colto un ladro
in flagranza di reato –Fai tanto la santarellina Gryffindor, quando invece non
ti fai scrupoli ad infrangere le regole…-
Si chinò in un gesto fluido a raccogliere il manuale e lo soppesò.
-Anche se credo che la tua vera indole sia proprio questa e meriteresti Azkaban,
come la metà dei tuoi compari di Torre- aggiunse poi, acido, cominciando a
girare le pagine.
Hermione s’indispettì e lo fissò orgogliosa.
-Non sono io ad avere un posto prenotato ad Azkaban, Malfoy…- decretò.
Se il ragazzo aveva accusato il colpo, non lo diede a vedere. Si limitò ad
osservare il volume che aveva tra le mani, ora serrate in un tremito rabbioso
attorno alla copertina.
La giovane sbuffò, ignorando il morso di coscienza per la pesante accusa
pronunciata che, per un attimo, le era balenato in testa.
-Piuttosto, adesso andiamocene da qua- incalzò, leggermente trafelata –Non avrei
nemmeno dovuto seguirti, quindi per favore…-
-Silenzio Mezzosangue, sto leggendo- la tacitò Malfoy, senza guardarla.
Hermione boccheggiò, indignata.
-D’accordo- proferì in un soffio –Se preferisci essere espulso, resta pure qui-
Gli diede le spalle e fece per andarsene, quando avvertì Malfoy leggere in un
mormorio un passo del libro.
-Una vecchia leggenda narra che gli innamorati o le anime concepibili, in un
modo o nell’altro, siano uniti per il mignolo della mano sinistra da un sottile
Filo Rosso- riferì sussurrando. La sua voce profonda e strascicata era quasi
ipnotica ed Hermione, suo malgrado, si soffermò ad ascoltarlo.
Malfoy riprese, un sorrisetto divertito dipinto sulle labbra.
-Questo legame, causato da un capriccio del Fato, è pressoché inscindibile,
una volta innescato, a meno che i due spiriti non imparino a provare vero
affetto reciproco l’uno verso l’altro…- inarcò un sopracciglio, scettico
–Che scemenza…Granger, leggi questa roba?- sventolò il libricino, ancora aperto
sulla pagina che aveva appena letto –Personalmente la ritengo roba per
fattucchiere e chiromanti, ma presumevo che i gusti di una Mezzosangue fossero
tanto…ridicoli, anche se parliamo di Miss Io-so-tutto Granger-
Hermione scosse la testa, ignorando le risatine del ragazzo.
-Ho solo preso un libro a caso, non sapevo cosa ci fosse scritto..-
…Ma mi stava facendo le fusa, non potevo ignorarlo…
No, questo non lo aggiunse.
Sarebbe morta, piuttosto che dire a Draco Lucius Malfoy che un manuale la
stesse chiamando. Ripensandoci, meglio non dirlo proprio a nessuno.
Aver passato la serata in Biblioteca, al buio, da sola con Malfoy equivaleva già
a fornire un campionario di battutine e allusioni che l’avrebbero perseguitata
almeno fino al M.A.G.O. se non oltre. Non era saggio alimentarle ulteriormente…
Hermione incrociò le braccia e si mise a battere un piede a terra, ritmicamente,
fissando Draco con i suoi occhi scuri.
-Muoviti Malfoy, non costringermi a Schiantarti o farti uscire da qui a calci-
avvisò con sufficienza. Prima regola per contrattare con un nemico: mostrati
superiore.
Il giovane, tuttavia, sfoderò un sogghigno strafottente, posando su un basso
tavolino rotondo il libro ancora aperto sul passo che stava leggendo.
-Devi solo provarci, Mezzosangue-
E qua, entrambi commisero il più grande errore che potessero fare in quel
momento…
Monito insegna che bisogna sempre leggere tutto ciò che c’è sopra una
pagina stampata o scritta, che dir si voglia, perché proprio in postille
microscopiche o praticamente invisibili alla vista si trovano gli avvertimenti e
le faccende importanti.
In questo caso, se Draco avesse continuato a leggere o se Hermione avesse voluto
approfondire il contenuto del brano, sarebbero venuti a conoscenza di ciò che
avevano ingenuamente innescato: l’Incanto del Filo Rosso aveva appena trovato
due vittime assolutamente perfette.
***
Si scrutavano, l’uno di fronte all’altra, le bacchette sfoderate in
un’inconsapevole posa da duellanti consumati, in attesa del via per attaccare.
Slytherin e Gryffindor.
Purosangue e Mezzosangue.
Draco Malfoy ed Hermione Granger.
Insomma, si potrebbe continuare con simili epiteti e differenze all’infinito, ma
credo abbiate capito il concetto: opposti.
Eppure, mai così ironicamente simili…
-Non m’interessa niente, Malfoy- esordì Hermione, un cipiglio fiero stampato in
volto –Adesso ti legherò e ti trascinerò fuori, fisicamente-
-Sono d’accordo, Granger- ribattè Draco, velenoso –Abbi l’accortezza di
Schiantarmi, almeno non sarò costretto a sentire la tua voce irritante ancora
per molto…-
-Idiota!-
-Mezzosangue!-
-Adesso basta!- sbottarono poi, contemporaneamente, levando le bacchette.
Ma ormai, l’incantesimo era giunto a compimento: per uno scherzo del Destino,
essi avevano pronunciato le esatte parole necessarie a concludere l’arcana
magia, che ora si stava manifestando in tutta la sua magnificenza.
Dalle pagine aperte del libro sgorgarono scintille dorate e scarlatte, migliaia
di stille lucenti che illuminarono l’ambiente buio della Biblioteca. Come una
cascata di fiammelle, avvolsero i due ragazzi, increduli e pietrificati da ciò
che stava succedendo; tante perle scarlatte formarono un nodo elegante al
mignolo sinistro di entrambi, fondendosi successivamente in un sottile filo di
seta color porpora, luminoso e impalpabile, che collegava le loro mani.
Le faville dorate scoppiarono, rischiarando a giorno la Sezione Proibita e
sparendo subito dopo, inghiottite nuovamente dal libricino, che si chiuse di
colpo e volò in mezzo agli scaffali, perdendosi nei meandri delle labirintiche
scansie.
Draco ed Hermione caddero a terra, bruscamente, l’una sopra l’altro.
La ragazza mugugnò di dolore, massaggiandosi la schiena.
-Ahia…- si lamentò –Ma cosa è successo?-
-Granger, togliti dal mio stomaco- ringhiò Malfoy in tono sofferente.
Hermione realizzò che, effettivamente, il pavimento era un po’ troppo morbido.
Era seduta letteralmente sopra Draco, comprimendogli l’addome con tutto
il suo leggiadro peso.
Sbuffò e si rialzò, avendo cura di premere quanto più possibile sulla pancia del
giovane, operazione che provocò lamenti doloranti e colorite imprecazioni al suo
indirizzo.
Anche Malfoy riacquistò l’uso delle gambe e si rimise in piedi, massaggiandosi
il ventre con una smorfia.
-Diamine Granger, la delicatezza femminile è una cosa a te completamente
sconosciuta- decretò, impegnato a controllare lo stato del suo basso torace –Mi
verranno i lividi…-
-Oh, smettila di lamentarti- lo freddò Hermione, toccandosi e accertandosi di
avere ancora tutto al proprio posto –Piuttosto, cos’è stata quella luce di
prima?-
-Ma come, la perfetta Caposcuola Granger non sa rispondere?- ghignò Malfoy
–Evento epocale, dovevo immortalarlo…-
-Se la piantassi di fare lo spaccone, per una volta, e mi aiutassi..-
-Io, aiutare te?- disse, disgustato –Dico, stai scherzando…-
Hermione sospirò, frenando l’impulso di ripetere la gloriosa performance da
donna violenta del Terzo Anno solo per amor della pace.
-Mi sono stufata, sbrigatela da solo- concluse, sinceramente esasperata.
Decisa ad andarsene al più presto, ancora scossa per ciò che era appena
successo, si avviò verso il fondo del corridoio dove si trovavano in quel
momento.
O almeno, cercò di avviarsi.
Giunta a circa tre metri scarsi di distanza da Malfoy, qualcosa non ben
identificato la trattene per la mano sinistra. Abbassò lo sguardo verso l’arto
colpevole, aspettandosi di trovare una mano verde e ripugnante, delle corde, un
elfo domestico volenteroso a sostenere il C.R.E.P.A. ormai quasi caduto nel
dimenticatoio.
Ma niente: la sua mano era lì, rosea e innocente, posata con grazia lungo il
fianco.
Si voltò verso Malfoy, ancora piantato in mezzo alla corsia.
-E adesso cosa c’è?-
-Come cosa c’è?-
-Non mi stai forse trattenendo…?-
-E tu non mi stavi forse trascinando…?-
Si fissarono, increduli.
Hermione riprovò ad allontanarsi, ma incontrò la ferma resistenza di quel
qualcosa, mentre l’espressione di Malfoy era di profonda angoscia.
-Smettila di fare quella cosa!-
-Quale cosa?!- esclamò Hermione esasperata, tirando ancora senza risultato.
-Qualsiasi cosa tu stia facendo per tentare di trascinarmi…- decretò Malfoy con
un filo di voce, incrociando le braccia e puntandosi a gambe larghe. Pallida eco
della sua spavalderia, visto che nemmeno lui sembrava essere l’immagine della
tranquillità.
La giovane trasse un tremulo sospiro.
Riprovò a compiere un passo in avanti, ma niente: Draco restava ancorato sul
pavimento ed Hermione anche. Solo poco meno di tre metri di distanza, ancora
poco.
Decisamente troppo, troppo poco.
La giovane si voltò, disperata. Rivolse uno sguardo ad occhi sbarrati al
ragazzo, che ricambiò, sinceramente preoccupato.
-Oh no- mormorò Hermione, nascondendo il volto fra le mani –Siamo davvero
legati..-
-Come dici?- chiese Malfoy, avvicinandosi a lei –Ripeti un po’ Granger, cos’hai
detto…?-
-Non so com’è successo ma…- alitò la giovane, alzando il volto verso Draco e
fissandolo negli occhi –Mi sa che abbiamo combinato un bel pasticcio…-
Draco Malfoy sbiancò.
Non era mai un buon segno se la Granger smetteva di accusarlo e cominciava a
parlare al plurale. Significava che la questione gli era decisamente
sfuggita di mano.
...to be continued...
***
Bene, rieccoci qua xD
Va detto che questa fanfiction avevo cominciato a scriverla per il contest su
Every Little Thing, mesi orsono, e che tuttavia non sono riuscita a concludere
in tempo..ç__ç
Però, visto che mi spiaceva non pubblicarla poichè mi sembrava uscita bene,
adesso che qualche capitolo è già scritto, mi sono decisa a postarla ^.-
Passiamo a ringraziare le mie bellezze che hanno commentato ^o^
LauraJoe:
grazie mille, gioia ^.- e confesso con dolore che anch’io, tempo fa (un tempo
che tento di rimuovere…ç_ç), leggevo le Draco/Ginny…ammettiamolo, alcune sono
scritte bene, ma come coppia proprio no..E’ un’onta sul mio curriculum di
Leather&Library che non verrà mai lavata T.T se mi date il permesso, farò
Seppuku in questo istante *Bea estre coltello* Comunque, ti ringrazio davvero,
troppo gentile ^//^ sono solo un’umile fanwriter senza troppe pretese…xD Lo
stile, beh..sono sempre molto ironica anche nella vita, diciamo che alle volte
sono davvero una stronza xD Sono Slytherin mica per niente, del resto..U.U
Hermione, dici che non te l’aspettavi xD? La cara signorina Granger è pur sempre
una Gryffindor, o no?
La Leggenda del Filo Rosso è una delle mie preferite **; La trovo romantica e,
nel contempo, abbastanza definitiva..xD molto sfacciata, legare due persone con
un Filo è abbastanza crudele, se queste si odiano..direi che è il giusto tocco
di “violenza” che ci vuole in una “relazione” come quella che potrebbe crearsi
tra Malfoy e Hermione…XD
Per il resto, credo di aver risposto alla tua domanda in questo capitolo ^.-
Baciottoli cara, alla prossima ^*^!
Andromeda89: accontentata, mia cara xD L’inizio prometteva bene, dici..il
seguito ha soddisfatto le aspettative ^^? Spero di dì!
Bacioni =**
White_Tifa: Nyaaah ^//^ *Bea scarlatta* grazie mille, non mi merito così
tanti complimenti…xD Mi fa piacere se i miei vaneggiamenti vengono apprezzati
^.- Ti ha fatto ridere xD? Sono oltremodo onorata, ma non farti venire una
paralisi facciale, tesoro, ne risentiresti e mi sentirei dannatamente in colpa..U.U;
Ecco qua, un nuovo capitolo pronto pronto ^.^ Baciotti, grazie ancora ^**^!
Ale69: oh, chi si rivede ^^! Sei la stessa Ale che ha commentato anche “Come
Caffè”? Se sei tu, bentornata tra i miei scarabocchi, se non lo sei…xD
benvenuta a lei, miss Ale! Direi che la punizione che scontano insieme, come hai
letto, ha fatto davvero “scintille” xDD
See Ya ^^! Smakk =*
Hikaru_ Angelic: grazie anche a te, mi fate davvero arrossire ;p Come
puoi notare, ho appena aggiornato, un bel capitoletto fresco fresco apposta per
voi xD Spero l’abbiate apprezzato ^.- Baci anche a te my dear ^*^
Perfetto, direi che per questa volta è tutto!
Vi aspetto nel prossimo capitolo, ove ne vedremo delle belle…potete bene
immaginare xD Uno dei due si ucciderà per questo spiacevole “inconveniente”? O
troveranno un’altra soluzione che non comporta il mozzarsi un braccio?
Tutto questo e anche di più, nel prossimo capitolo ^.-
*°Sayonara°*
|
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Capitolo 3 *** Atto III: effetti collaterali ***
Nuova pagina 1
Rieccoci qua ^o^
Vi sono mancata xD?
Bom, ci si vede in fondo, come sempre ^^
*°Buona Lettura°*
***
Come vi sentireste se,
improvvisamente e per puro caso, vi ritrovaste uniti, nel senso stretto
del termine, ad uno dei vostri peggiori nemici?
No, non diciamo assurdità: scommetto che ognuno di voi, dal primo all’ultimo,
non resisterebbe che tre minuti prima di farsi una Avada Kedavra a freddo,
magari chiedendo al vostro compagno di sventura di prendere nota del testamento,
accertandosi ovviamente che non lo corregga al momento della vostra alquanto
vigliacca dipartita.
Oppure abbiamo l’opzione numero due, che vede un uso del suddetto incantesimo
sull’altro; solitamente, questa prassi è impiegata da coloro che ritengono
sprecata la propria morte e quindi prediligono decisamente questa soluzione.
Ma Hermione Granger e Draco Malfoy erano ancora troppo sconvolti e, diciamocelo,
troppo impegnati ad insultarsi per pensare ad una di queste possibili
alternative…
***
Calma, sangue freddo…
Hermione trasse lunghi respiri, chiudendo gli occhi e gonfiando i polmoni,
cercando di regolarizzare il battito impazzito del cuore. Anche se la calma non
era per niente ciò che avvertiva in quel momento.
Anzi, avrebbe voluto mettersi ad urlare in preda alla più esemplare crisi di
nervi della storia, altro che esami! In compenso, gli esaurimenti che si
facevano venire gli studenti del G.U.F.O. e del M.A.G.O. erano una bazzecola.
Ma non poteva dare a Malfoy la soddisfazione di vederla in difficoltà,
neppure in quella situazione che tutto aveva del problematico.
-Ehi, Granger..-
Ignoralo, ignoralo…
-Granger, mi senti?-
La giovane, ancora ad occhi chiusi, si mise a ripetere a memoria ogni formula di
Aritmanzia conosciuta da mago esistente. Ovviamente, nemmeno l’argomento più
interessante – secondo gli strani criteri di Hermione Granger – riusciva
a distrarla dalla voce irritante di Draco.
-Insomma, stupida Mezzosangue, mi vuoi ascoltare?- sbottò Malfoy e, riaperti gli
occhi, se lo ritrovò davanti, livido e indispettito.
Non riusciva a ricordare quando aveva visto simile espressione sul volto di
Malfoy, notoriamente privo di qualsiasi tipo di sentimento che non fosse ironia
o semplice indifferenza. Adesso, invece, il suo incarnato pallido si era tinto
leggermente di rosa sulle gote e gli occhi placidi ed insolenti erano stretti
una morsa furiosa.
La ragazza arretrò lievemente, tentata di darsi alla fuga impossibile, visto che
non poteva…
-Malfoy- esordì, alzando le mani d’innanzi a sé -Sono sicura che c’è un rimedio
a questa…cosa-
-Allora trovalo, subito!-
Tutto il leggendario autocontrollo di Draco Malfoy era miseramente
sfumato.
Hermione si sarebbe messa a ridere sprezzante verso quello che, adesso, le
sembrava solo un ragazzino irritato per un divieto imposto dai genitori e in
procinto di mettersi a fare i capricci.
Si figurò un Malfoy di diciassette anni gettarsi a terra e battere i pugni, in
lacrime…
Scosse la testa, scacciando quel pensiero alla vista dell’occhiata assassina che
le stava rivolgendo il giovane, che probabilmente aveva compreso le sue
fantasticherie. Pregò che non avesse usato la Legilimanzia e che fosse solamente
molto intuitivo.
-Non è così semplice..- cominciò –Prima di tutto, non dovremmo essere qui e…-
-Piantala di fare la Gryffindor odiosamente perfetta e trova una soluzione!- la
interruppe in un sibilo rabbioso –Non voglio farmi vedere in giro con una tale
zavorra attaccata-
Hermione inalberò un cipiglio dignitosamente offeso.
-Comincia ad essere più sopportabile di adesso e te la trovo, questa soluzione-
dichiarò, incrociando le braccia –Cosa credi, sono io a non voler farmi
vedere in giro con uno come te…-
Malfoy sospirò, passandosi una mano tra i capelli, biondi fili d’oro.
Poi si appoggiò ad uno scaffale, calcandosi le mani in tasca.
-Ovviamente, non sia mai che una Serpe come me condivida il cammino di voi
Grifoni- sussurrò ironico, una cruda amarezza nella voce.
Hermione, involontariamente, sussultò. Ancora quello strano morso di pentimento.
Parole sincere sputate tra i denti, disprezzo per quel ragazzo, completamente
ricambiato.
Allora perché, quando la tensione fra loro raggiungeva il culmine e tutto
l’odio reciproco divorava le loro anime, aleggiava sempre quella
stanca…sofferenza?
-Insomma, quanto ti ci vuole?- chiese Malfoy con voce scocciata, squadrandola in
tralice, ancora poggiato pigramente alle mensole.
La ragazza strinse i pugni, decidendo che era meglio rimandare a dopo la
riflessione. Era impossibile riuscire a fare pensieri profondi quando si
aveva intorno Draco Malfoy…
Riflettè attentamente.
Cos’era successo, dopo che Malfoy aveva let…
Il libro!
Vuoi vedere che c’entrava qualcosa con la loro improvvisa e forzata vicinanza?
Si guardò attorno, mettendo a fuoco tutto l’ambiente buio del corridoio e
individuando il basso tavolino circolare dove Malfoy aveva posato il volume. Lo
raggiunse, fortunatamente era nel raggio dei tre metri consentiti, ma non c’era
nessun libro.
Grandioso…
Si mise carponi, controllando se magari era caduto sotto di esso causa il
trambusto di prima.
Sentì Malfoy trattenere una risatina ma decise di ignorarlo.
Ovviamente improbabile.
-Cerchi qualcosa?-
La ragazza sbuffò, rialzandosi e spolverandosi la gonna dai batuffoli di
polvere.
-Il tuo cervello, caso mai la Divina Grazia avesse voluto provvedere nel
frattempo..-
-Splendido Granger, deduco che allora si preoccuperebbe anche di rendere più
erudita la tua educazione, a dir poco spaventosa, ma credo sia una
peculiarità dei Gryffindor…-
Hermione alzò gli occhi al cielo, esasperata.
-Sto cercando il libro di prima, no?-
Malfoy inarcò un sopracciglio, scettico. Indicò con un dito affusolato lo spazio
sottostante il tavolo.
-Lì sotto?-
-Già, visto che sopra non c’è…- ribattè Hermione, accarezzando l’impulso
di sbattere violentemente la testa contro gli scaffali per risparmiarsi quella
lenta agonia.
Ma evidentemente, Malfoy non voleva – o non poteva, presumibilmente – capire
la questione.
-E cosa te ne faresti del libro, di grazia?-
-Devo oppure no cercare questo contro incantesimo?-
-Ovviamente, anche al più presto possibile..-
-E mi spieghi come faccio, senza il libro?!- esclamò Hermione, alzando le mani
al cielo.
Inutile, benché si sforzasse di trovare almeno un aspetto positivo in
Draco Malfoy, quello faceva di tutto per mandare a monte i suoi buoni propositi:
più passavano i minuti, più quella vicinanza costretta iniziava a farsi
decisamente soffocante.
Un attimo… passavano i minuti?
Hermione rivolse un’occhiata atterrita a Malfoy, che ricambiò svogliato e
perplesso.
-Soffri di paraplegia facciale, Granger?-
-Che ore sono…?-
Draco sbuffò, minimizzando in un gesto della mano.
-Cosa vuoi che m’importi quando mi ritrovo attaccato ad una zecca come te..-
-Malfoy, che ore sono?- ringhiò Hermione, fronteggiandolo.
Il giovane sogghignò, fissandola dritta negli occhi.
-Non lo so..-
Adesso lo Schianto. Giuro, adesso lo Schianto e lo porto nella Foresta come
spuntino per i Licantropi…
-Divertente, Malfoy, mentre tu fai di tutto per esasperarmi, come se già non lo
fossi a sufficienza, potrebbero arrivare Piton e la McGranitt a dirci che
possiamo andarcene, ma noi non solo non abbiamo finito, no, per colpa della
tua scemenza siamo andati a spasso nella Sezione Proibita e probabilmente
abbiamo anche innescato un Incanto millenario praticamente sconosciuto
che ci ha, non capisco come, uniti!-
Hermione ansimò, riprendendo fiato. Lo sfogo era stato momentaneo, ma
assolutamente inutile visto che Malfoy non dava segno di aver sentito.
Tuttavia, tornò serio di botto.
-No..- disse in tono tetro.
-No cosa?-
-Non arriveranno-
-Oh sì- ribadì Hermione, annuendo –E non credo che nemmeno tu sapresti tirarci
fuori da questa situazione…Cosa diresti al professor Piton?- si concesse un
sorrisetto ironico –Che stavamo facendo una passeggiatina da queste parti e,
chissà come mai, ci siamo ritrovati appiccicati?-
Fra tutte le parole del discorso di Hermione, Malfoy ovviamente decise di
soffermarsi sul dettaglio più stupido. Aggrottò le sopracciglia.
-Tirarci…?-
Diamine, le sembrava di parlare con un troll, tutti monosillabi o quasi. Ma
forse, frequentare Tiger e Goyle, alla lunga, aveva danneggiato la già precaria
intelligenza di Draco Malfoy.
-Esatto, tirarci- la ragazza calcò sull’ultima sillaba –Visto che siamo,
ormai, un pacchetto unico…Divertente, due al prezzo di uno, cento punti in meno
moltiplicati per due-
Draco sembrò riscuotersi dallo smarrimento: socchiuse gli occhi, irritato.
-Se hai finito di fare del sarcasmo non richiesto, possiamo cominciare ad uscire
da qua…-
-Senti chi parla del sarcasmo non richiesto- masticò acida la giovane, senza
farsi sentire.
Malfoy si avviò per il corridoio e, una volta superati i tre metri di distanza,
anche Hermione fu costretta a seguirlo, mantenendosi al massimo distacco
consentito. Finchè non furono fuori dalla Sezione Proibita, nessuno dei due
parlò, troppo arrabbiati e depressi dalla situazione in cui si erano andati a
cacciare.
Hermione, una volta richiusa la porta intagliata, gettò un’occhiata ansiosa al
grande pendolo della Biblioteca, che svettava imperioso oltre gli scaffali.
Le undici meno dieci.
-Accicenti!- sbottò, correndo verso il reparto che avrebbero dovuto riordinare,
completo solo per metà. Nel fare ciò, si trascinò dietro un Malfoy colto alla
sprovvista, rischiando di farlo cadere malamente a terra.
Infatti, Hermione inchiodò di fronte al tavolo e il ragazzo le rovinò addosso,
imprecando.
La giovane emise un lamento dolorante, spostandolo a fatica e rimettendosi
dritta.
-Ma insomma, guarda dove vai-
-Ascolta Granger- cominciò, scrutandola minaccioso –Ho dovuto sopportare
la tua presenza, ti sono finito troppo e troppe volte vicino in meno di due ore,
sono legato a te da non so che diamine di Incantesimo…- trasse un sospiro
furente, stringendo i pugni lungo i fianchi –Vedi almeno di tenere chiusa quella
boccaccia- concluse in tono definitivo, la voce ridotta ad un sibilo di velenosa
impazienza.
La giovane alzò il mento e lo fissò con ira dall’alto in basso.
-Senti tu, brutto…-
Hermione s’interruppe di colpo, udendo il rumore della porta principale della
Biblioteca che si apriva placido, accogliendo i passi di due persone.
E le voci.
-Severus, credi che siano riusciti a collaborare, almeno in questa situazione?-
-Non credo Minerva- fu la secca risposta di Piton alla domanda della collega.
Sembrò sforzarsi fino allo spasmo di non aggiungere “e spero vivamente
no, che schifo…” ma il tono asciutto con cui aveva pronunciato il primo
pezzo faceva supporre il seguito.
Malfoy imprecò.
-Merlino, cos’ho fatto di così grave per meritarmi tutto questo…- sussurrò,
estraendo la bacchetta.
Hermione lo fissò: in un istante di puro terrore, pensò che desiderasse
ucciderla e disfarsi delle prove; tuttavia, lo vide rivolgere la bacchetta verso
le pile di libri e muoverla silenziosamente.
Prima che la ragazza potesse lamentarsi, tutti i volumi mancanti e accatastati
sul ripiano s’infilarono ordinatamente negli scaffali, senza un solo rumore.
Aprì la bocca per protestare, ma prima che potesse proferir parola, Malfoy si
sedette svelto al tavolo e lei fu costretta a fare altrettanto.
Si sistemò sulla sedia di fronte a lui, incrociando le braccia e guardandolo
altezzosa.
-Sappi che non approvo, ma per questa volta passi…-
Egli chinò il capo in un divertito cenno di ringraziamento, prima che i due
professori giungessero al loro tavolo a controllare il lavoro svolto.
Hermione incrociò le dita, sotto il mobile.
Invocò ogni divinità esistente e che la buon anima di Godric Gryffindor non
facesse scoprire a Piton e alla McGranitt dove erano stati e cosa
avevano, involontariamente, combinato.
***
In quasi trentacinque anni di onorata carriera scolastica, la professoressa
Minerva McGranitt credeva di aver visto tutto, o quasi.
Quanto si sbagliava…
Quella sera, infatti, assistette ad un quadro che poco aveva del normale: una
Gryffindor e uno Slytherin, compostamente seduti ad un tavolo della Biblioteca,
i libri perfettamente in ordine e l’espressione placida e tranquilla di chi,
fino a un momento prima, era intento in un’interessantissima conversazione sulla
Pace Universale e sull’Uguaglianza nel Mondo Magico, magari sorseggiando una
tazza di tè.
Che poi, comparato ad Hermione Granger, l’argomento poteva anche essere
fattibile, ma decisamente la volenterosa Caposcuola non avrebbe mai, mai
potuto intrattenere un qualche tipo di dibattito con Draco Malfoy, soprattutto
sull’Uguaglianza.
Severus Piton, dal canto suo, si limitò a fissare disgustato la scenetta, come
se si trovasse davanti Godric Gryffindor in persona che tentava di istruirlo
sulla sua sacra dottrina.
-S-signorina Granger..- cominciò la McGranitt, faticando a pronunciare anche la
frase più semplice –Signor Malfoy- rivolse uno sguardo stralunato ed incredulo
al placido sorriso – oddio, Malfoy sta sorridendo! – che le stava
rivolgendo il giovane –V-vedo che avete terminato il vostro compito…-
Entrambi annuirono, quell’inquietante sorrisino fermamente dipinto sulle loro
labbra.
La McGranitt fu sul punto di crollare a terra, svenuta, solo l’orgoglio da
professoressa navigata le impose la dignità necessaria per non lasciarsi andare.
Ma Piton, alquanto più sveglio e incredibilmente sospettoso, passò gli
occhi scuri da Hermione a Draco, cercando di cogliere qualsiasi segno di
colpevolezza.
Perché sapeva che quei due avevano combinato qualcosa…
Malfoy se ne accorse e, prima che Piton potesse dedicarsi alla sua attività
preferita, si alzò in un gesto rapido ed elegante.
-Dunque possiamo andare, presumo- chiese educatamente, rivolgendo un’occhiata
eloquente ad Hermione che, compreso al volo, si mise in piedi subito dopo.
Il professor Piton li scrutò nuovamente, presumendo che fossero intenti a
praticare Occlumanzia come se ne andasse della loro stessa vita, con un impegno
tale che Silente avrebbe pianto di gioia nel vederlo in Potter.
Poi fece un brusco cenno col capo, congedandoli.
Se non sospirarono di sollievo, fu solo perché non avevano più fiato per farlo.
Malfoy si avviò verso la porta della Biblioteca, seguito da Hermione, che si
mantenne sempre alla massima distanza consentita; poco prima di varcare la
soglia della Salvezza, Hermione guardò la McGranitt e le sorrise nuovamente,
affettando l’aria più sincera e più innocente del suo repertorio, così falsa
che i galeoni nelle tasche di Mundungus Flethcher erano più credibili, anche se
sopra di essi vi era inciso “Dung imperator maximus”.
-Ci vediamo domani, professoressa- salutò Hermione, accompagnando le parole con
un gesto sbarazzino della mano –Buonanotte-
Appena la maestosa porta a doppio battente si chiuse dietro i due ragazzi,
Minerva McGranitt pensò che adesso aveva davvero visto tutto.
***
Malfoy, appena fuori dalla Biblioteca, si era dato alla fuga in una fedele
interpretazione di un accanito maratoneta, trascinandosi dietro Hermione per
tutti i corridoi e le scale di Hogwarts, facendo inciampare quest’ultima in ogni
singolo gradino, e decidendo di fermarsi per evitare di stramazzare a terra
causa crisi respiratoria solamente sulla Torre di Astronomia, peraltro
dall’altra parte del castello.
Mentre entrambi ansimavano, riprendendo fiato per la precedente performance
sportiva, Draco guardò Hermione, accorgendosi solo in quel momento della sua
presenza.
-E tu che ci fai ancora qui?-
Ok, d’accordo. Stava scherzando, vero?
-Hai forse dimenticato che siamo attaccati?- rantolò la ragazza, cercando di
capire se aveva ancora i polmoni o se li era giocati del tutto.
Sul volto del giovane davanti a lei passò un’espressione che andava dal puro
disgusto alla rassegnata accettazione di una qualche Punizione Divina.
Poi inarcò un sopracciglio, scocciato.
-Ah già-
Hermione riconsiderò seriamente l’ipotesi che Tiger e Goyle potessero avere
funeste influenze sulla persona di Draco Malfoy. Va bene che il succitato
individuo era notoriamente famoso per il suo ermetismo, quando non trascendeva
nel logorroico per dedicarsi ad insultare qualcuno, – categoria molto vasta e
pressoché illimitata - ma che adesso avesse preso ad esprimersi in goblinese
stretto o quasi, era un tantino esagerato.
-Comunque, ribadisco il concetto- esordì Malfoy, poggiandosi stancamente al muro
–Granger, sei assolutamente inutile-
Hermione spalancò la bocca, indignata.
-Come?!-
-Siamo ancora in questa sgradevole situazione solo perché tu, dall’alto della
tua immensa sapienza, non hai saputo trovare uno straccio di rimedio..-
concluse con voce strascicata, fissandola dritta negli occhi.
La giovane si ritrovò a ricambiare quello sguardo grigio e minaccioso.
Fu tentata di dire qualcosa d’intelligente, tipo “Vedrai che la trovo, questa
soluzione”.
-Se tu sapessi farti i fatti tuoi, non ci troveremmo in questo pasticcio!-
Ovviamente, molto intelligente e matura, soprattutto.
Malfoy non fu da meno, in quanto a infantilismi. Sogghignò perfidamente,
squadrandola con sufficienza.
-Se tu non m’avessi seguito…-
-Se tu non fossi entrato nella Sezione Proibita!-
-Se tu non avessi manomesso la mia pozione..-
-Se tu non avessi fatto lo stesso con quella di Neville, ades…-
-Se tu non fossi una petulante Mezzosangue così insopportabilmente saccente!-
-Se tu non fossi Draco io-sono-figo Malfoy!-
-Presuntuosa!-
-Arrogante!-
-Stupida!-
-Viziato!-
Sarebbe interessante scoprire l’ulteriore sviluppo di questa vivace
conversazione dello stesso livello di maturità di un branco di marmocchi
urlanti, ma in quella successe *qualcos’altro*.
Tanto per ribadire il concetto: “Se qualcosa va male, sta sicuro che andrà
anche peggio…”.
Proprio mentre Malfoy apriva bocca per ribattere nuovamente, il luminoso filo
rosso trasparente, che come noi ben sappiamo era legato ai mignoli dei due,
decise di rendersi visibile per un attimo, giusto prima di accorciarsi
repentinamente e avvicinare così Hermione a Draco.
Troppo vicino.
Adesso si guardavano negli occhi, poco meno di venti centimetri di distanza.
Hermione pensò che si sentiva molto, molto stupida a fissare Draco Malfoy
con occhi sbarrati e increduli in quella posizione ridicola e altamente
compromettente: l’aveva praticamente schiacciato al muro come una tenera amante.
Pregò che Colin Canon non decidesse di venire a fare una passeggiatina notturna
da quelle parti, anche perché nell’ultima scampagnata notturna aveva fatto un
piacevole incontro con un Basilisco assassino.
Malfoy, dal canto suo, tentava di sottrarsi al caloroso abbraccio della giovane.
-Granger, cosa diamine combini?-
-Non è colpa mia!-
-Lo so che sono affascinante, ma scambiare la mia saliva con te mi fa ribrezzo,
sai…-
-Sapessi io…- bofonchiò lei, cercando nel contempo di allontanarsi.
Improvvisamente, l’alba della comprensione illuminò l’acuta intelligenza di
Hermione.
-Ho capito!-
-E che c’è di nuovo?- ribattè Malfoy stancamente –Leva immediatamente questa
sottospecie di parrucca dalla mia faccia…-
-Sono i miei capelli, nel caso non l’avessi capito- disse acida, evitando di
guardarlo negli occhi.
Sentiva già il suo respiro vicino all’orecchio, cercò di non immaginare
l’eccessiva vicinanza della sua bocca se solo avesse rivolto il volto verso
quello di lui.
Ignorando il placido battito del cuore del ragazzo, riprese.
-Hai visto anche tu, prima, quel filo?-
-Quella sottospecie di spago rosso…- le sue parole suonavano vagamente divertite
–E allora?-
Hermione sospirò affranta, ormai aveva superato anche lo stadio “esasperazione”
e a ciò conseguiva la “depressione”. Non aveva nemmeno più la forza per
arrabbiarsi.
-Usa la tua testa vuota per qualcosa che non sia tappare il buco del collo,
Malfoy- illustrò con calma -Non ci arrivi? Ciò che ci tiene insieme è l’Incanto
del Filo Rosso-
***
Dopo una frasona ad effetto come quella, condita da quell’aria vissuta e tragica
degna di un’attrice consumata, Hermione si aspettava almeno che Malfoy
impallidisse ulteriormente e, malfermo sulle gambe, le rivolgesse uno sguardo
smarrito e la pregasse di liberarli da quella sottospecie di incubo.
Tutto ciò che Draco Malfoy fu capace di fare, invece, consistette in un blando
interessamento alla questione, corredato da un biondo sopracciglio inarcato e
una frase tediata.
-E non l’avevi capito, forse?-
Che Merlino mi fulmini se non lo uccido in questo stesso istante
strangolandolo con la prima cosa a tiro, magari con uno dei miei collant…
-No, potevano essere mille le soluzioni-
-Non quando ciò che ho letto parlava a chiare lettere di un “Filo Rosso del
Destino”- spiegò Malfoy, trattenendo malamente una risatina di scherno.
La ragazza sbuffò, scocciata.
-Malfoy, forse sei tu a non aver capito…- si arrischiò a guardarlo dritto
negli occhi, cercando di tenersi alla massima distanza dalle sue labbra –Quello
che hai letto era una semplice leggenda…Non credevo che avessimo davvero
innescato quest’incantesimo!- esclamò poi, ancora incredula –E’ incredibile,
perfino il professor Vitius ne aveva parlato come una fattura ormai persa nel
tempo e pressoché impossibile da attuarsi..-
-Lasciamelo dire, Granger- parlò acido –Posso dirti che abbiamo davvero un cu…-
-Non dire queste parole!- lo bloccò Hermione, irritata, tappandogli la bocca con
una mano –Sei anche volgare, oltre ad essere totalmente inopportuno..-
Malfoy le rivolse un freddo sguardo interrogativo, impossibilitato a parlare.
-Voglio dire che, invece che continuare ad insultarmi e a riempirti la bocca con
volgarità, dovresti tentare di collaborare, se vuoi che trovi un rimedio per
questa…cosa-
Hermione tolse la mano, cauta: non era così sicura di voler sentire la risposta
del ragazzo, comparata all’occhiata killer che le stava rivolgendo.
Infatti, il giovane fece una smorfia disgustata, pulendosi le labbra con il
dorso della mano.
-Prima di tutto, non osare mai più toccarmi con le tue sudice mani da
Mezzosangue- sibilò –Mi sembra che oggi sia già accaduto abbondantemente…-
La ragazza contò fino a ottantasette, prima di dire con voce atona.
-Qualcos’altro?-
-Si, non darmi ordini-
Hermione ingoiò l’ennesima frase furiosa e l’impulso di Schiantarlo seduta
stante giusto perché, se lo avesse tramortito, avrebbe dovuto trascinarselo
dietro come un sacco di bubotuberi per tutto il castello.
-Intanto cosa facciamo?-
Ella lo fissò, perplessa da quella frase definitiva.
-Come?-
Malfoy si strinse nelle spalle.
-Già i tre metri sono sufficienti, perché adesso mi stai ancora più attaccata?-
La parte Gryffindor infantile e focosa di Hermione avrebbe voluto urlargli in
faccia “Perché continui a parlare come se io volessi starti vicino?”, ma
la vocina dell’Hermione razionale, per una volta, s’impose la calma.
-Credo che questo sia…un effetto collaterale- disse prudentemente.
-Ossia?-
-Penso che questo filo invisibile si accorci più noi litighiamo…-
-Ah, fantastico- borbottò Malfoy in tono lugubre –Il succo della cosa è
che, se non riusciamo a capire come fare a farlo ritornare almeno come prima,
dovremmo passare tutto il tempo così..-
Il silenzio che piombò tra di loro fu più eloquente di qualsiasi parola:
probabilmente, stavano ambedue figurandosi la loro vita privata fin nei minimi
dettagli.
Draco, questa volta, sbiancò e inorridì allo stesso istante.
Hermione abbassò di colpo lo sguardo sul torace del ragazzo, imbarazzata.
E adesso perché stava arrossendo?
No, non poteva arrossire, non doveva concedersi un’emozione così disgustamene
frivola, soprattutto non connessa ad un individuo tale.
Fissò insistentemente lo stemma di Slytherin ricamato sul mantello del ragazzo.
Malfoy è una viscida serpe.
-Granger…-
Draco Malfoy è una viscida serpe.
-Mi ascolti, insomma?-
Quel mantra si stava rivelando efficace per scacciare l’immagine di loro due
uniti in quel modo in tutte le faccende.
-Sì, dicevi?- mormorò, sempre evitando il suo sguardo. Non era ancora sicura che
le guance fossero tornate di un colore accettabile che non assomigliasse ai
capelli di Ron.
-Forse è meglio se chiediamo aiuto a qualcuno, sai?-
Hermione non resistette ulteriormente e lo fissò, sbalordita.
Magari poteva far passare il rossore rimanente per sbigottimento alla sua
affermazione.
-Draco Malfoy che chiede aiuto a qualcuno?- ripeté, incredula –Oggi è la
giornata degli eventi epocali, dovremmo scrivere un resoconto, quando
quest’assurdità sarà finita-
-Già, per poi dargli fuoco per esorcizzare il tutto- aggiunse egli, ironico.
Hermione si schiarì la voce.
-Ovviamente…Ma cosa intendi per “chiedere aiuto”?- lo scrutò, guardinga
–Ti avverto che non ho intenzione di farmi visitare da chissà-che Guru
Slytherin che dirà che l’unico rimedio è quello di togliermi fisicamente
di mezzo e conservare le mie interiora sotto sale-
-E io ti dico che se solo pensi di portarmi in quella Torre di novelli Martiri,
che dopo una Santa Inquisizione mi brucerebbero sul rogo come eretico e folle
solo per essermi avvicinato alla loro Mezzosangue, stai sbagliando di grosso…-
Si fissarono attentamente.
-Forse Piton..-
-Forse la McGranitt..- esordirono contemporaneamente, per poi esclamare
nuovamente in sincrono –No, pessima idea-
-Non ci siamo, Malfoy, ci serve qualcuno che sia neutrale..-
-Qualcuno che sia esperto di Incantesimi..-
-..e che soprattutto non ci faccia molte domande-
Sussultarono e si guardarono nuovamente.
Un lento sogghigno cominciò a dipingersi sui volti di entrambi, consapevoli e
nemmeno troppo dispiaciuti di aver avuto, per la prima volta in sette lunghi
anni, la stessa idea.
...to be continued...
***
Ed eccoci qua xD
Oggi ho avuto una giornata davvero infernale, sorvoliamo..-.-
Questo capitolo mi ha aiutato ad acquistare un po' di buon umore ^^ Quindi,
passiamo subito a ringraziarvi, mie care:
Anfimissi: ma grazie mille, cara ^.- Già, dici che resisteranno? Hai
visto, già non se la cavano molto bene, considerato che vogliono uccidersi a
vicenda...xD
Eccoti accontentata e benvenuta nei meandri di questa follia xD Bacio ^*^!
Antares: ciao anche a te ^o^! In questo periodo, dici..io lo sono da
praticamente una vita, quasi da quando sono entrata nel fandom di HP xD Sono
malata grave di Draco/Hermione, che ci posso fare xP? Non la voglio una cura,
sto benisshimo così xDD Beh, sei soddisfatta dei guai che hanno appena
cominciato a combinare ^^? Smakkete alla prossima =*
Fanny: nyah..la Hogwarts di sempre ma con un linguaggio antico oO? No,
non è un discorso del cavolo, solo che non lo capisco xD Sono una Slytherin baka
nell'animo, abbi pietà di me..^^; Ma lo prendo come un complimento e ti
ringrazio tantissimo ^.- Fall in Love with this Fanfic xD Sono oltremodo lieta,
già già ^^ Baciottoli gioia ^**^!
Ale69: Deo Gratias, la mia memoria regge ancora **! Beh, bentornata mia
cara xD "Come Caffè" la ritengo una fanfic piuttosto..beh, direi venuta bene, ma
diversa da questa..xD Ho sempre paura che parlando di Draco e Hermione a scuola
finisca con lo scendere nell'OOC, cosa che personalmente odio -.-; l'altra
fanfic l'ho trovata molto più semplice da scrivere, ci credi che ci ho messo tre
giorni per fare 5 Atti *_*;? Non so, ero in una specie di trance..ma questo non
c'entra xDD Dicevamo? Yes, proprio un incendio divampante..e siamo solo
all'inizio ^.- Ti ringrazio ancora, mi fai arrossire ^//^
Besos tesoro ^**^!
Claheaven: perfezione, addirittura ^//^? Accidenti, grazie mille davvero!
Gryffindor e Slytherin, gioia e letizia delle mie uggiose giornate..xD In quanto
orgoglisamente Slytherin fin nel midollo, ho sempre timore di essere un po' di
"parte", diciamo..ma ho attorno molti Gryffindor che riescono a stemperare
quest'aspetto U.U Direi che, grazie a quel Filo, Madonna potrebbe dedicare loro
un monumento xD Accontentiamo anche te, gioia, con questo nuovo capitolo ^^!
Tessera...passa nel mio ufficio, troverai il mio segretario e un modulo da
compilare ^.- Smakk =**!
White_Tifa: già, anche a me piace molto questa leggenda ^^ L'avevo
trovata tempo fa su un libro di Leggende e poi l'ho ritrovata anche in un manga,
non mi ricordo quale..>.> Ah, mi sembra su "Love me Knight", quando Kotaro
dichiara a Yaeko *Dio ci ha legato col Filo Rosso...* Coppia che venero,
personalmente *.*; Anche se lei alla fine è andata con Go U.U; Vabbè... Dunque,
hai visto cosa comincia a succedere xD? Poverini, un tantino mi fanno pena...anzi
no xP Baciotti mia cara e grazie ancora ^*^!
Cassie chan: hola mia cara ^.^ Conversazione "gentile", dici xD? Ti
confesso che mi diverto un mondo a scrivere i loro dialoghi, botta e risposta,
insulti e velenose frecciatine ^^ Mi vengono naturali, mi ci identifico molto ti
dirò..ho gli stessi dialoghi di diplomazia con un mio caaaro compagno di classe,
siamo uno spettacolo vivente xD E per quanto riguarda la seconda opzione, è
l'unico modo per costringerli a stare insieme in qualche modo °°; Quindi..xD
Almeno, per quanto riguarda ad Hogwarts..io solitamente scrivo della vita dopo
la scuola ^^; Però, volevo cimentarmi con qualcosa di nuovo xD Baciottoli mia
cara ^**^ alla prossima!
LauraJoe: *alza le mani spaventata* Nyah, pietà,cos'ho fatto di male per
meritarmi la denuncia °°? Processo, tribunale, reato °°? Aiuto, non si potrebbe
avere una deroga per questa cosa ^^;;..Emh..bene, fai un respiro profondo, visto
che ho continuato ^^? Dunque! Yes, anch'io sono solita a perdermi in voli
pindarici, non temere xD Lo faccio fin troppo spesso, anche se la nutella, e
quest'ammissione shokkerà molti..non mi piace °°; Girl Power, Yeah *ò* Ma
Hermione, da brava Gryffindor perfettina, non userà mai l'Imperio U.U Lasciamo
la letizia delle maledizioni senza perdono a noi Slytherin..ghghg xD Allora,
camminare incollati per il resto della vita, beh..forse xDD Se non trovano una
soluzione, direi che è probabile..anzi, hai visto addirittura cos'è successo
d'altro! Dalla padella alla brace, si suol dire...^^; Cmq, studia, studia..Giordano
Bruno, che poi viene mandato al rogo U.U; altrimenti l'avrei spedito io senza
tante cerimonie...xD Baciottoli tesorino mio, tvb anch'io ^.-
Strega 91: biscottino mio adorato, che gioia vederti qua *ò* *spupazza*
Non pensavo leggessi una Draco/Hermione..xD tu, Auror, dritta nel covo di
Leather&Library, wow..hai fegato, mòn tresor ^.- Che dire, ti ringrazio
immensamente, effettivamente è rappresentativa di come sono io xD Ossia, del mio
modo di scrivere..Bea_Style, azzeccato direi! Dovresti saperlo, il mio velenoso
sarcasmo è ormai leggenda, o quasi U.U e Draco..beh, grazie ^^ Speravo proprio
fosse IC, come già detto non sopporto gli OOC -.-; più forte di me.. Stessa cosa
per Hermione, secondo me è uno dei personaggi più difficili da rendere °°
insomma, la Granger è una secchiona puntigliosa e perfettina U.U quindi, bisogna
mantenerla così, ovviamente adattandola alle varie situazioni, ma la base da
Nerd ci dev'essere cmq..Baciottoli mio fragrante biscottino ^**^!
Andromeda8905: davvero? Ne sono lieta, già già ^//^ Eccoti accontentata,
a te il seguito e alla prossima xD Smakkete =*!
Bene, mie care, anche per oggi è tutto!
Cos'avranno mai escogitato quei due per cavarsi fuori da questa situazione xD?
Lo scoprirete presto ^-^ spero..se la scuola non mi toglie tempo °°;
Alla prossima ^.-
*°Sayonara*
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Capitolo 4 *** Atto IV: vicinanza costante ***
Nuova pagina 1
Ebbene sì ^^
Sono tornata, anche con questa Fanfiction..
Mi mancava, se devo essere sincera. Ogni volta che la scrivo, mi diverto, è una
sorta di calmante naturale.
Bene, scusate l'immenso ritardo, sono imperdonabile.
Ma il Liceo è una tortura.
Ci si vede in fondo ^.-
*°Buona Lettura°*
***
- Straordinario.. -
Filius Vitius si sistemò meglio gli occhialetti sul naso e girò intorno ai due
ragazzi, radicati al centro dello studio del professore.
Passò una mano nel ridotto spazio tra i loro corpi, adesso l’uno affianco
all’altro, come due soldatini sull’attenti per l’ispezione del generale.
Emise uno squittio estasiato, muovendo la mano avanti e indietro, incontrando
solamente aria.
- Assolutamente straordinario! -
Hermione Granger si accorse con orrore del tremito che faceva vibrare
impercettibilmente la palpebra sinistra di Malfoy, corredato da uno spasmo
involontario del pugno. Decise che, se non voleva essere incriminata anche per
aver aggredito un professore, doveva fare qualcosa.
Si diede un tono, ignorando i versetti entusiasti dell’uomo ogni volta che la
mano trovava solo aria, cioè perennemente.
- Professore, cosa ne pensa? -
Vitius sembrò accorgersi solo in quel momento della presenza dei due giovani.
Li fissò con occhi sognanti, un sorriso compiaciuto sul volto e si tolse gli
occhiali, riponendoli nella tasca della veste blu scuro.
- Non avevo mai visto gli effetti di questo incantesimo… - passò lo sguardo da
Hermione a Draco, che aveva ancora un’espressione di profondo disappunto –Ma è
meraviglioso!-
Hermione fu vivamente tentata di sbattersi una mano sulla fronte a
perfetta immagine della disperazione; Malfoy ebbe anch’egli l’impulso di
sbattere la mano sulla faccia di qualcuno, su quella del professore per
la precisione.
- Cosa dobbiamo fare, adesso?- chiese poi la ragazza –E poi, come le ho già
spiegato, all’inizio non eravamo così attaccati, non è che ha un rim… -
S’interruppe, indispettita, notando che Vitius non la stava minimamente
ascoltando. Seguì l’uomo con lo sguardo mentre saliva sopra un alto sgabello e
cercava di prendere un libro sulla fornita libreria.
Questo si attaccò con tutte le sue forze alla costola del volume, appendendosi
ad esso per disincastrarlo dallo scaffale, ma non riuscì nel suo intento.
Malfoy sbuffò sonoramente.
- Ehi Granger, non potremmo fare da noi? - mormorò al suo orecchio – Vitius non
mi sembra molto affidabile… -
Hermione aggrottò le sopracciglia, perplessa. Effettivamente, anche lei aveva
pensato che avesse maggior competenza, invece perseverava nel trattarli come un
reperto di storica importanza.
Il giovane sembrò leggerle nel pensiero, fatto sta che l’afferrò saldamente per
un polso e si rivolse al professore, ancora impegnato con il tomo pesante almeno
una tonnellata e grande quanto lui, se non di più.
- Lasci perdere, professore- esordì, trascinandosi dietro Hermione e afferrando
la maniglia della porta –Possiamo fare da soli, non c’è prob… -
- Un attimo! - strillò Vitius, ancora appeso al libro.
Malfoy inarcò un sopracciglio, perplesso.
Da quando Hogwarts era caduta così in basso?
Mezzosangue, mezzo giganti, mezzi pazzi…mancavano solamente i mezzi
demoni e, nel sacro nome di Salazar, se ne sarebbe andato seduta stante,
sdegnato.
Hermione, dal canto suo, era impegnata ad ignorare la mano di Malfoy ancora
attorno al suo polso destro. Le pareva che tutte le terminazioni nervose del suo
corpo si fossero concentrate in quei sette centimetri di pelle.
Aveva un tocco deciso, leggermente tiepido e asciutto.
Piacevole, come sensazione…
…
…No, per Merlino, assolutamente no!
Scosse la testa repentinamente, costringendosi a guardare il professore, che
adesso era riuscito ad appropriarsi del libro e lo stava portando alla
scrivania, nascosto sotto il peso della grande copertina marrone scuro.
Lo poggiò a fatica sul ripiano e si arrampicò sulla sedia, sistemandosi di
fronte ai due.
- Avevo letto qualcosa di questo Incanto, credo di potervi trovare una
soluzione… - illustrò, cominciando a sfogliare le spesse pagine di pergamena.
Hermione abbozzò un sorriso, udendo Malfoy trarre un sospiro sollevato.
Era andata meglio di quanto credessero: tempo cinque minuti, esattamente un
quarto d’ora prima della mezzanotte, sarebbero stati di nuovo Hermione Granger
e Draco Malfoy.
Di nuovo liberi d’insultarsi a piacimento senza rischiare di finire l’una in
braccio all’altro.
Di nuovo acerrimi rivali, nemici giurati.
La dolce quotidianità…
***
Hermione, in quel preciso momento, apprese appieno la nozione di catastrofe.
Spalancò la bocca, inorridita e letteralmente sconvolta. Dal canto suo, Malfoy
aveva perso qualsiasi contegno si fosso imposto e aveva gettato alle ortiche
ogni tentativo di tenere un atteggiamento distaccato.
Insomma, neanche un Dissennatore sarebbe rimasto impassibile all’affermazione
appena uscita dalla bocca del professor Vitius.
Dunque, mentre la giovane era ancora paralizzata nella stessa posizione da pesce
rosso in preda ad un’agonia respiratoria, Draco scrutò l’uomo dritto negli
occhi.
Se quello sguardo grigio fosse stato una bacchetta, il professore sarebbe già
caduto stecchito sul pavimento da un pezzo.
- Come sarebbe a dire “non c’è soluzione”? - ripetè in un fioco mormorio
– Significa che lei non ha trovato un rimedio o… -
- No, no- Vitius scosse la testa, chiudendo il libro con un gesto secco – Vuol
dire che non è mai stato trovato un contro incantesimo per questa particolare
fattura, o per lo meno, in questo libro.. - picchiettò dolcemente un dito sulla
copertina – non dice niente a riguardo… -
Malfoy cercò di tenere un’espressione neutra, malgrado il tremito della palpebra
fosse diventato incontrollabile, mentre un piccolo Draco, nella sua testa, si
mise a bestemmiare con vigore in Serpentese, anche se non era totalmente sicuro
che la sua pronuncia fosse esatta.
Hermione Granger vide tutta la vita scorrerle d’innanzi agli occhi.
Aveva già avuto simili esperienze: ogni avventura suicida vissuta con Harry e
Ron, ad esempio, mentre orde di Mangiamorte incappucciati e armati di bacchetta
e voglia di uccidere li fronteggiavano con la ferma intenzione di toglierli di
mezzo nel modo più doloroso possibile.
Si vide crescere, invecchiare, morire…
L’unica cosa che stonava era la pallida e arrogante figura perennemente al suo
fianco e non volontariamente: Draco Malfoy.
La ragazza avvertì l’impellente bisogno di recarsi in bagno per vomitare
il suo disappunto.
Optò per rifilarlo in faccia al professore.
- Professore, lei deve trovare una soluzione! - strillò, facendo un passo
avanti e trascinandosi dietro un Malfoy leggermente sconvolto dalla sua reazione
– Io non posso restare attaccata a questo qui! -
- Il questo qui in questione si trova completamente d’accordo - ribattè
caustico il giovane, rivolgendosi ad Hermione, che lo ignorò.
Fissò il professore, gli occhi pericolosamente lucidi e imploranti.
- Dev’esserci per forza un modo per…staccarci - incalzò – Almeno, tornare
momentaneamente alla distanza precedente, così è davvero troppo! -
mugugnò, strattonando la mano sinistra e incontrando la ferma resistenza di quel
dannato Filo Rosso.
Vitius valutò attentamente la faccenda. Poi, sospirò.
- Posso solo dirvi di ritrovare quel libro, signorina Granger, nel frattempo
vedrò di cercare un'altra contro fattura.. -
- Ma…per le lezioni, i nostri compagni.. - Hermione agghiacciò – I professori…
-
- Di questo non vi preoccupate - sorrise l’uomo, scendendo dallo sgabello e
piantandosi di fronte a loro – Dirò a tutti i miei colleghi che state svolgendo
una ricerca per conto del sottoscritto, siete esonerati dal frequentare i corsi
fino a… - si picchiettò un dito sul mento, perplesso - A quando risolveremo
questa questione -
Malfoy fece di tutto per trattenere il sogghigno soddisfatto che minacciava di
dipingersi sulle sue labbra, mentre la Granger, per la terza volta, rimase a
bocca aperta.
Niente lezioni?
Una maratona non-stop di ventiquattro ore gomito a gomito con Draco Lucius
Malfoy?
Cos’aveva fatto di male, nella vita, per meritarsi questo?
- Mi raccomando, anche con i vostri compagni, silenzio assoluto - ribadì il
professore, spingendoli sulle ginocchia e pilotandoli verso la porta, che aprì
in un ampio gesto – Usate lo stesso pretesto della ricerca, ma vi consiglio di
farvi vedere in giro il meno possibile… - proruppe in una risatina nasale, dando
un’ulteriore spintarella dietro il ginocchio di Malfoy, facendolo inciampare
fuori dallo studio, insieme ad Hermione.
Questa si voltò, mentre l’uomo stava per chiudere la porta.
- Credevo che almeno lei, profes… -
- Mi spiace, signorina Granger - Vitius stava facendo tutto per non scoppiare a
ridere loro in faccia – Vi consiglio di trovare quel libro e di seguire le
indicazioni della formula -
- Ma…-
Hermione cercò di mostrare il suo disappunto, ma proprio mentre stava per
lanciarsi in una filippica contro l’inettitudine del professore, quest’ultimo
sbattè loro la porta in faccia senza tante cerimonie, privando entrambi del
tempo necessario a replicare.
La Caposcuola del Gryffindor fissò contrita la porta di mogano, desiderando
immensamente sfruttare l’incantesimo Reductor sulla serratura e,
successivamente, sull’occupante della stanza.
Malfoy sbuffò, incrociando le braccia.
- Splendido, Granger, un elfo domestico, a tuo confronto, si sarebbe sicuramente
fatto valere di più… - ironizzò tetro.
La giovane sospirò, affranta, avviandosi per il corridoio con un riluttante
Draco a fianco.
- Credo sia meglio andare… -
Poco dopo, entrambi si bloccarono a metà del corridoio, udendo una risata
sguaiata, simile ad un ululato divertito, provenire dallo studio del professore
d’Incantesimi. Evidentemente, non era riuscito a resistere oltre.
Malfoy imprecò ed Hermione cacciò un singhiozzò sinceramente disperato.
Aveva la vaga impressione che sarebbe stato solo il primo di una lunga
serie.
***
Mentre salivano le scale, ancora fianco a fianco, Hermione sentiva, di
contrasto, lo stomaco scendere sempre più in basso: ormai aveva affittato un
monolocale dalle parti del basso ventre, lo poteva quasi udire traslocare.
Perché dai rumori sinistri che emetteva, non poteva essere altro…
Malfoy le rivolse un’occhiata in tralice, inarcando un sopracciglio.
- Cosa diamine ti succede? -
- Cosa non mi succede, da circa un’ora abbondante? - replicò tetra,
massaggiandosi l’addome con una smorfia – Ho mal di stomaco.. -
- Non me n’ero accorto - fece notare con un sorrisetto velenoso il giovane,
salendo un altro gradino. Poi si bloccò, a circa due terzi della scalinata.
- Granger.. -
- Cosa c’è, adesso? -
- Dove stiamo andando, si può sapere…? -
Hermione lo fissò, incredula. Per poco dimenticò la partita di Quiddich in corso
nelle sue viscere, che dalla violenza era da classificarsi tra quelle
“Gryffindor VS Slytherin”, mentre fissava Malfoy, che ricambiava placidamente lo
sguardo.
- Come sarebbe a dire dove andiamo? - ribattè – Alla Torre del Gryffindor,
devo pur dire qualcosa ai miei amici, prima di sparire inghiottita da
quest’incubo… -
Almeno scrivere le mie ultime velleità, pensò in un sospiro rassegnato.
Draco si rabbuiò.
- Scordatelo -
- Eh? -
- Io non ci entro, in quella Torre di…di pazzi -
Hermione si girò verso di lui, pericolosamente vicina. Pregò, per l’ennesima
volta, che non passasse anima, sia viva che morta. I fantasmi, poi, erano
dei gran chiacchieroni…
- Allora fai un favore al mondo - corrugò la fronte, abbassando la voce in un
sussurro furioso – Tagliati quell’inutile appendice che ti fa da braccio e
liberami dalla tua presenza, così ci risparmiamo questa tortura! -
Malfoy sogghignò.
- Mi piacerebbe, ma questo - alzò il braccio sinistro e agitò pigramente la mano
– Mi serve ancora…Però possiamo rimediare - il sorriso impertinente s’accentuò –
Tagliamo il tuo -
La ragazza s’incupì ulteriormente, cercando di riprendere la sua salita sulle
scale, incontrando tuttavia la ferma resistenza della sua zavorra.
Inutile, non aveva speranze sul piano fisico. Però…
Si girò nuovamente verso Malfoy, fronteggiandolo.
- Trattiamo -
Il ragazzo la fissò, perplesso.
- Su cosa, di grazia? -
- Tu mi accompagni alla Torre e io nei Sotterranei, visto che anche tu devi
avvertire i tuoi compari…e non fare quella faccia - Hermione lo zittì, notando
la sua espressione scocciata – L’ha detto anche Vitius -
Malfoy ridacchiò con aria saputa.
- Non sei mia madre, Granger, e non credo le piacerebbe nemmeno che ti
paragonassi a lei, quindi piantala… - ricominciò a salire i gradini,
trascinandosela dietro – Però credo che mi convenga accettare -
Hermione sospirò, disperdendo il nervosismo.
Cominciava ad ascoltarla, almeno in minima parte e se la faccenda conveniva
anche a lui, ma del resto, era sempre Malfoy.
Erano quasi sul pianerottolo del corridoio che portava alla Torre, quando
Hermione incespicò sull’ultimo gradino, causa una dolorosa fitta al ventre.
Stava giusto per lasciare il calco della sua faccia sul pavimento, quando un
paio di mani pallide la afferrarono saldamente, impedendole di cadere distesa
sulla rossa passatoia scolorita.
- Non sei nemmeno capace di camminare... - la rimproverò soffice e scocciata la
voce del ragazzo.
La giovane trattenne il respiro, rendendosi conto di essere, nuovamente,
troppo vicina: la stava praticamente tenendo in braccio, una presa forte e
sicura sul maglione grigio della divisa. Sentiva le dita eleganti premerle sulla
pelle, la morbida stoffa era solo una ridicola barriera.
Si divincolò bruscamente, rimettendosi in piedi e schiarendosi la voce.
Dannazione, era arrossita un’altra volta!
Rammentò di farsi dare, in seguito, un’occhiatina da Madama Chips, c’era
decisamente qualcosa che non andava nei suoi vasi sanguigni…
- …Grazie - borbottò, dirigendosi verso il ritratto della Signora Grassa.
Malfoy si strinse nelle spalle.
- L’ho fatto solo perché altrimenti trascinavi giù anche me, sia chiaro - si
giustificò, indugiando sul pianerottolo. La guardò allontanarsi, passandosi una
mano nei capelli, vagamente a disagio.
L’aveva sorretta in un gesto automatico, quasi senza pensarci. Era l’occasione
buona per toglierla definitivamente di mezzo, rapidamente e sfruttando la scusa
dell’incidente. E invece…
Perché…?
…No, un attimo…
Draco si rese conto solo in quell’istante che Hermione si era allontanata anche
troppo, rispetto a prima. Che forse…?
La giovane sobbalzò. Si girò lentamente verso di lui, fissandolo negli occhi,
speranzosa.
- Ci siamo…staccati? -
- Non so, però almeno due metri di distanza ci sono tutti - osservò l’altro,
valutando la distanza.
La Caposcuola annuì, ricominciando a camminare. Un metro dopo, fu costretta a
fermarsi. Provò a fare un altro passo, cauta, incontrando ancora quella
resistenza ormai conosciuta.
Sospirò e si voltò verso Malfoy.
- No, siamo solo tornati al punto di partenza… -
- Meglio che niente - masticò il giovane, raggiungendola riluttante – Se non
altro, non rischio più di entrare in contatto con te… -
- Lo stesso vale per me, Malfoy, non dubitarne - rispose acida, ormai d’innanzi
al dipinto.
La donna del quadro la fissò, vagamente sconvolta.
- Signorina Granger… - indicò con il dito paffuto il giovane, disgustato, poco
dietro di lei – Cosa…? -
- E’ una lunga storia, Signora - l’interruppe Hermione, stancamente – Adesso ci
faccia entrare, dobbiamo fare una cosa -
La donna s’indignò.
- Ci faccia? -
***
- Hermione!! -
Un coro di voci isteriche accolse la sua entrata attraverso il buco del ritratto
e subito una calca fremente di persone circondò la ragazza, senza notare
l’alquanto scocciata appendice che si trascinava dietro.
- ‘Mione, eravamo in pensiero, sai? -
- Già, insomma, in Biblioteca… -
- …Sola… -
- …e con Draco Malfoy, specialmente -
I due fautori di tutte quelle affermazioni ansiose, degne della madre più
apprensiva, si rivolsero uno sguardo saputo. Hermione vi lesse tutto il
disprezzo contenuto nelle parole che avevano appena pronunciato, come se il solo
nome del giovane Malfoy fosse insieme un insulto e una constatazione.
- Emh, ragazzi.. - la flebile voce di Dean Thomas li riscosse.
Harry e Ron lo fissarono, perplessi.
- Dean, che ti prende? -
- Già, sembra che tu abbia visto un Dissennatore… - ridacchiò Ron.
- Allora Potter sarebbe già svenuto da tempo, Weasley -
La tetra e velenosa voce che aveva formulato quella frase ebbe lo stesso potere
ghiacciante di un degno Dissenatore in forma smagliante.
Una selva di Gryffindor in rosso e oro fissarono decisamente sconvolti colui che
aveva parlato, fermo sulla soglia appena dentro il Buco del Ritratto, le braccia
conserte e un’espressione a dir poco assassina sul volto.
- Chiamatene uno vero, gente.. - mormorò Seamus Finnegan.
Draco forse udì il commento, forse no, fatto sta che rimase comunque
impassibile, limitandosi a fissare di rimando il Duo oltre la testa ricciuta di
Hermione, intenti a squadrarlo tra lo sconvolto e il disgustato.
Harry spianò l’indice contro lo Slytherin, aprendo la bocca, probabilmente per
investirlo di parole oltraggiate e, molto probabilmente, della medesima
maturità di una conversazione fra bambini dell’Asilo, mentre Weasley
arrossiva violentemente in zona orecchie, indignato.
Hermione decise che l’entrata in scena era durata anche troppo, per i suoi
gusti…
- Emh.. -
- Senti, tu.. -
- Ragazzi, vado di.. -
- ..Come ti permetti di.. -
- ..Sopra a prendere le mie cose, se.. -
- ..Entrare qua dentro senza permesso, e per di più.. -
- ..Vogliate scusarmi.. -
- ..Farla da padrone! -
Gli occupanti della Sala Comune del Gryffindor alternavano sguardi perplessi e
vagamente interessati dalla Granger a Potter, rispettivamente, ognuno impegnato
nel suo personale discorso.
Perfino Weasley, miglior amico di entrambi, non sapeva più a chi dare ragione o
quale filo logico seguire. Si limitò ad annuire quando tacquero e aggiungere un
energico – Proprio così! -
Nessuno preferì indagare a cosa si riferisse quell’esclamazione e Ron ringraziò
mentalmente i presenti.
Draco Malfoy sospirò rumorosamente, visibilmente esasperato.
Diamo ad un Gryffindor la libertà di parlare e decretiamo la fine del Mondo. Il
rampollo dei Malfoy considerò in aggiunta, nella distratta riflessione in
merito, che andava anche negata la libertà di riprodursi.
Ceppi interi di Gryffindor avevano portato più guai dello stesso Signore Oscuro,
il che, visto secondo i canoni del buon Godric, era un’onta deplorevole.
Comunque, l’affermazione di Ron strappò un sorriso soddisfatto ad entrambi gli
oratori, che rispettivamente ringraziarono.
- Quindi ora, senza ulteriori indugi, porta il tuo c.. -
- Vado in Camera -
La frase di Hermione ebbe due funzioni: stroncare sul nascere la volgare
espressione che stava per uscire dalla boccuccia di Potter e far
contemporaneamente tacere tutti i presenti.
- Ma..Herm, cosa..? -
- Togliti Ronald, non ho tempo da perdere - lo rimbeccò affettuosamente la
ragazza, scansandolo e avviandosi alle Scale che portavano al Dormitorio
femminile.
Gli sguardi caddero, pesanti come macigni, sullo Slytherin ancora lì.
- Ma qualcuno mi spiega che diamine succede? - chiese, cominciando ad
infuriarsi, il povero e snobbato Ron.
Harry stava ancora ponderando sul fatto che Hermione non aveva nemmeno accennato
a liberarsi di Malfoy.
Povera ragazza, tra il disastro che aveva combinato nella scorsa lezione di
Pozioni e questo, doveva essere esaurita.
- Niente che ti riguardi, Weasel - rispose svogliatamente il clandestino in
quella Torre – E comunque, dubito che la tua testa vuota capirebbe qualcosa.. -
Mormorii indignati dai Gryffindor.
- Ehi, pallone gonfiato, alza i tacchi immediatamente se non vuoi finire fuori a
calci - intervenne nuovamente Seamus, con fare arrogante.
E fu allora che, effettivamente, Malfoy si mosse.
Ahimè, il biondo Slytherin si rabbuiò ulteriormente, quando i passi della
Gryffindor, ormai a metà della scala femminile, oltrepassarono i tre metri
consentiti, costringendolo così a seguirla.
Vi è forse qualcosa di più umiliante?, pensò, praticamente disperato.
Draco desiderò ardentemente poter sparire all’istante, inghiottito dal
pavimento.
Qualsiasi cosa pur di risparmiarsi una passeggiata umiliante in mezzo a quel
branco Rosso e Oro, dietro come una sorta di cucciolo ammaestrato ad una sporca
Mezzosangue.
Ovviamente, questo movimento non passò inosservato. I borbottii indistinti di
ogni Gryffindor presente nella Sala Comune si sprecavano.
- Malfoy, guarda che l’uscita è da quella parte - affermò perentorio
Potter, pronto se necessario a placcarlo con la forza e a trascinarlo fuori di
persona.
- Lo so benissimo, Potter! – sbottò l’altro, praticamente sibilando, una
pronuncia in Serpentese che perfino lo stesso Salazar avrebbe accolto con
un’autentica e sentita ovazione.
- E allora perché accidenti stai andando verso il Dormitorio Femminile? -
- E perché stai seguendo Hermione?! -
I due migliori amici della fanciulla succitata si sentirono in dovere di
corrergli davanti e bloccargli il passo, spalancando le braccia.
Il tic al sopracciglio sinistro di Malfoy ricominciò implacabile.
- Toglietevi - il tono era vagamente urgente, mentre le iridi grigie saettavano
su per le scale – Dico sul serio -
- E credi che ce ne freghi qualcosa..? – aggiunse Harry, mentre Ron annuiva
partecipe – Ora tu te ne vai, non costringermi a… -
- Haaaarry, Roooonald! – la voce di Hermione proveniva dalla sommità
delle scale – Lasciatelo passare, altrimenti non posso prendere le mie cose
-
Mai ci fu giorno più umiliante per il Magico Duo.
L’espressione di Weasley era incredula, mentre fissava disgustato Malfoy, fermo
d’innanzi a loro, più o meno la stessa espressione sul volto.
- C-che cosa…? – il Bambino che Ebbene Sì E’ Sopravvissuto passò lo sguardo da
Malfoy alle scale – Hermione, ma che… -
- E levati – mugugnò di nuovo il biondo, scansando i due e proseguendo la sua
avanzata verso le scale.
Ron sembrava sul punto di piangere, mentre Harry ancora non aveva ben recepito
il concetto.
Aveva bisogno di Malfoy… per fare cosa?!
Hermione era totalmente impazzita.
Nel frattempo, ai piedi delle scale, si stava consumando l’ennesimo dramma,
sempre assistito da praticamente ogni Gryffindor fosse presente. E chi se lo
perdeva un simile spettacolo?
- Granger, t’avverto, non voglio vederti in chissà che senza dubbio orribili e
svestite condizioni, per cui… -
- No, Malfoy, non salire le scale! -
- Cosa? -
L’avvertimenti di Hermione era giunto troppo tardi.
Quando la suola del piede sinistro di Draco si posò sul primo scalino e già la
gamba destra completava il passo, giungendo fino al terzo in sequenza, le Scale
presero vita.
O meglio, divennero uno scivolo liscio.
- Ma porc… -
Il rumore assordante di qualcosa che scivola giù per le scale coprì l’alquanto
scurrile imprecazione dello Slytherin, che piombò a pancia in giù dritto in Sala
Comune, sbattendo il mento regale e, cosa ancora più grave, stropicciandosi i
vestiti.
- Tutto bene, là in fondo? -
Malfoy preferì di gran lunga non rispondere, limitandosi ad imprecare in chissà
che lingua Oscura, rialzandosi malamente.
Il boato delle risate dei Gryffindor, comunque, avrebbe coperto qualsiasi
parola…
- A-aspetta che… lo dica a Ginny! – ululava Ron, tenendosi il ventre scosso
dalle risate, mentre Harry era praticamente piegato in due. Quanto a Seamus e
Dean, erano in lacrime, a terra.
- Io non mi sarei.. m-mai perso un simile spettacolo! – aggiunse Neville, anche
lui in preda ad un attacco di risate devastanti.
Draco Lucius Malfoy si voltò verso lo scale, inviperito, sempre trattenuto da
quel dannato Filo Rosso, che non gli permetteva di andare lì di persona a
spaccargli tutti i denti. Altro che bacchetta…
Avrebbe persin rischiato di prenderle dai Gryffindor presenti, una Rissa in
piena regola, pur di far tacere tutte quelle risate.
Sospirò, infuriato.
Cos’altro doveva succedergli, ancora?
***
Misero, quel sì vago
sanguigno fil che tira,
tronca, annoda, assottiglia, attorce e gira
la bella man gradita,
è il fil de la mia vita.
Donna che cuce, G.B. Marino
…to be continued…
***
Eeeeeccoci qua !
Passiamo subito ai ringraziamenti, dovuti:
Anfimissi: visto chi era xD? E sì, direi che è piuttosto sadica come
idea, ma d'altronde sono una Slytherin dichiarata ^.- Ghghg.. Comunque! Un
bacino no no, tento sempre di tenerli IC, e non credo che basti un filo, anche
se Rosso, a farli diventare più.. affettuosi xD Ma chissà, la Vita è piena di
sorprese..^.- Magari in futuro, chi può dirlo! Un bacione cara, grazie !
Erin: ma grazie mille ^//^ Mi lusinghi, non merito tutti questi
complimenti! Visto che alla fine ce l'ho fatta? Mi spiace per il ritardo .__.
Bye ^^
LoryHerm: era Vitius xD E Silente non credo proprio che sarebbe un'idea
saggia, visto che loro, in quel reparto, non ci si sarebbero neanche dovuti
avvicinare, ad essere sinceri.. xP Quindi, andiamo sul sicuro e rechiamoci dal
professore più permissivo ^^ Bacio !
White_Tifa: soddisfatta anche qua, e grazie per aver commentato anche la
neonata "Slavery", cara ^.- Ranma 1/2, vero xD Quando Shampoo lega Ranma
con il filo e quasi riesce a sposarlo, ma Akane taglia il filo con le forbici
durante la cerimonia! Peccato, io supporto la AkaneXRyoga >.> Non si sono ancora
uccisi semplicemente per..convenienza, come puoi vedere xD Come farebbero a
trascinarsi dietro il cadavere di qualcuno, dato che comunque non si stacca?
Eeeh, son problemi, sì sì.. Direi che prima di andare d'accordo, ce ne vuole
ancora xD Tanti baci, bella, alla prossima ^.-
LauraJoe: wow, leggere i tuoi papiri di complimenti mi fa sempre molto
piacere ^^ E credo che adesso abbiano imparato la lezione: evitare di insultarsi
troppo, non credo che nessuno dei due voglia ripetere la traumatica esperienza
di stare così attaccati :P La McGranitt, per la cronaca, è ancora in
analisi dopo quella visione u__u E Piton ha praticamente già capito che c'è
qualcosa che non va xD Spero che anche questo capitolo ti ispiri per lo studio,
o magari hai già finito ò.ò Invece io sto praticamente affogando nei libri..>.>
Vabbè! Alla prossima, carissima, grazie ancora ^.- Besos!
Baby_Bunny: ebbene sì, Vitius ^.- Aggiornato, visto xD? Sayonara!
Steelrose Alchemist: grazie mille ^//^ Cerco proprio di tenere ogni PG il
più IC possibile, io che odio gli OOC >.> Quindi.. vedo che, almeno per te, ci
sono riuscita ^^ Ne sono orgogliosa! Baci ^.-
Arys92: purtroppo non ho continuato subito, ma ce l'ho fatta ^^ e grazie
mille anche a te! Vero, anche a me piace molto questa leggenda *.* Bye!
Hikaru_Angelic: aiutoo, tutto scritto in maiuscolo ò.ò Deve piacerti
proprio..xD Comunque, almeno in parte le loro idee combaciano, pare.. Miracolo.
Alla prossima cara, baci ^*^
Diletta: carissima, che piacere trovarti qua ^^ E hai davvero mantenuto
la tua promessa, sono commossa.. *.* Visto? Anche una criticona come me scrive,
magari male, ma scrive :P Spero di risentirti presto, torna anche a trovarci sul
Blog ^.- Ci fa sempre piacere! Baciotti :*
Aleptos: ecco, ecco xD Visto? Aggiornata ^^ Smakkete :*
Bene, per il momento è tutto!
Vi saluto, ragassuole belle, al prossimo capitolo con... un imbarazzante
problema e l'inzio della ricerca del Libro Perduto ^.-
Arrivederci a tutte ^*^
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Capitolo 5 *** Dove eravamo rimasti? ***
Ogni volta che qualcuno mi scrive una recensione, che sia su questa o sull'altra "grande incompiuta" (di tutt'altro fandom, ma non farò pubblicità occulta) che mi sono lasciata dietro - ahimé - mi si stringe qualcosa dalle parti dello stomaco.
Malinconia, forse, per il fatto che non ho rispettato le parole della me stessa di ben otto anni fa; cavolo, davvero sono già passati così tanti anni? Mi sembra ieri.
A parte la sviolinata iniziale, ciao care <3
Sono davvero molto contenta che questa storia susciti ancora qualcosa in chi passa di qua e si ritrova a leggerla, un po' per caso e un po' perché non sa cos'altro fare. Dovete ringraziare l'ultima recensione che mi è arrivata se adesso sono qua, a farvi le mie scuse.
Questo "esperimento" - chiamiamolo così - è nato senza pretese. Che è successo poi? Che si è sviluppato senza il mio controllo, loggiuro. I personaggi sono cresciuti da soli, capitolo dopo capitolo, e quella che avevo concepito essere una storiellina fatta per ingannare il tempo ha preso la forma di un progetto molto più ampio, che sì, lo confermo, ho ancora segnato capitolo dopo capitolo (senza dettagli) in un taccuino che usavo al liceo quando non avevo voglia di seguire la lezione. E io non butto mai, MAI, i miei taccuini.
Ora al liceo non ci sono più, e neppure all'università: la dura realtà del lavoro mi ha risucchiata, ma dalle parti di EFP passo sempre più che volentieri: leggiucchio qualcosina da silenziosa spettatrice, rileggo i miei grandi amori perché in fondo mi sento sempre come a casa da queste parti.
E no, decisamente non vale la pena di lasciare incompiuta questa storia. Neppure l'altra, a dirla tutta, ma questo non c'entra.
Quindi facciamo così: se c'è ancora qualcuno che leggerà queste parole, mi rivolgo a voi; datemi tempo di pensare se davvero sono in grado di tornare a scrivere qualcosa del genere, visto che non lo faccio più da un po' e che lo stile sarebbe molto, molto diverso.
Se non riesco proprio perché chissà, il blocco dello scrittore in me sembra diventato granito, vi prometto che farò un preciso resoconto di come andrà a finire e di che cosa avevo in mente per voi.
Questo, davvero, ve lo garantisco.
La vostra Bea. |
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