La ragazza venuta dal mare

di Kat_Mel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - La fuga ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 - Il ritrovamento ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 - Il risveglio ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 - Primi contrasti ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 - Il nemico comincia a muoversi - Capitolo di passaggio ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 - Decisioni e cambiamenti ***
Capitolo 7: *** Capitolo 4 - B-8 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 - Iniziano i problemi ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 - Trovata! ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 - Dov'è B-8? ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 - Bulma Brief! ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 - Primo giorno per Bulma Brief! ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 - Vuoi provare? ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 - Tanto ingenua quanto bella ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 - Un tragico incidente e un valido motivo per starle accanto ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 - Una vita vecchia in cambio di una giovane ***
Capitolo 17: *** Un passo avanti ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 - Un altro mondo ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 - La fuga (parte1) ***



Capitolo 1
*** Prologo - La fuga ***





1. LA FUGA

Sono sempre vissuta nella solitudine; i sentimenti per me sono solo parole, il cui significato mi è sconosciuto.

Il mio unico obiettivo è riconquistare la libertà; per ottenerla ho un piano che mi può permettere di scappare da questo laboratorio, che è sempre stato luogo della mia prigionia. 
Era notte fonda, il silenzio dominava su tutto ed io ero pronta ad attuare la mia fuga. Uscii silenziosamente dalla mia stanza, facendo attenzione a non svegliare le guardie che avrebbero dovuto sorvegliarmi. 
La paura si unì alla felicità, ero quasi libera, la porta era a poche decine di metri da me, sentii dei passi che si avvicinavano, "questa non ci voleva" pensai, significava che le guardie erano sveglie, fra poco si sarebbero accorte della mia assenza e mi avrebbero cercata. Correndo più in fretta che potevo raggiunsi la porta, la aprii, e fui fuori, ero libera ,ricominciai a correre, le guardie non dovrebbero prendermi.
Correvo da non molto tempo; ero vicina allo strapiombo che era accanto al laboratorio, la tranquillità e la felicità avevano iniziato a pervadermi, pensavo di essere libera oramai, che nessuno mi potesse più raggiungere, ma mi sbagliavo di grosso.
Infatti vidi qualcuno che si avvicinava, era troppo lontano e non riuscii a capire chi era, poi sentii uno sparo, un dolore lancinante alla spalla e caddi all'indietro; ero terrorizzata e delusa, delusa dal fatto che il mio piano non era andato a buon fine, pensai con tutta la volontà che avevo in corpo "non voglio morire", poi con un suono sordo caddi in mare.





Angolo delle "scrittrici"
Ciao bagai, come va? Siamo L_B_ e LadyMary, il capitolo è un po' corto, lo sappiamo, ma è solo per far capire la situazione della protagonista e di come si sente. Diteci cosa ne pensate della storia e recensite in tanti, vi preeego!!!
Dimenticavo di dirvi una cosa: la protagonista ha un potere speciale chiamato distorsione della realtà. Per chi non lo sapesse, ve lo spiego in tre parole: modifica la realtà.
Andremo avanti con la storia solo se recensirete, quindi la nostra reputazione dipende da voi.
Accettiamo recensioni sia che positive che negative; siate clementi e recensite in tanti mi raccomandoooooo *Svanisce*.
*Ricompare* Vi volevo dire anche che il nome della ragazza è dato da esperimenti che facevano in quel laboratorio, e quindi lei era l'ottavo esperimento, ma questo lo spiegherà B - 8 nei prossimi capitoli.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 - Il ritrovamento ***







2. IL RITROVAMENTO


Era una mattina d'estate come tante altre, il sole cocente riscaldava la cittadina di Satan City, mentre quattro ragazzi passeggiavano tranquillamente sul bagnasciuga:

- Allora Goku, alla fine ti sei messo con Chichi, eh?- lo canzonò Crili.
- Eheheheh già, è stata dura ma alla fine ce l ho fatta!- rispose l'amico alquanto imbarazzato.
- M a quand'è che tu e C-18 vi fidanzerete?- si intromise Chichi.
- Io e Crapa Pelata non ci fidanzeremo mai!! Siamo solo vecchi amici- rispose una C-18 messa senza dubbio in imbarazzo.
- sì, sì, come no?!- la canzonò Chichi.
I quattro continuarono a ridere e scherzare per un altro tratto di spiaggia, ma ad un certo punto, pochi metri dopo si fermarono, ammutoliti; l'allegria che fino a poco tempo prima li aveva pervasi ora era svanita del tutto. 
C'era il corpo di una ragazza sulla riva, lambito dalle onde del mare. Sembrava senza vita ma il petto della ragazza si alzava e abbassava lentamente, segno che respirava, anche se a fatica.
- Chi è quella? Dobbiamo aiutarla?- domandò C-18 piuttosto nervosa.
- Ma ti sei ammattita per caso?! Non la conosciamo neanche, come facciamo ad aiutarla?!- ribattè Chichi.
- Hai ragione, ma non possiamo lasciarla qui!- intervenne Crili.
- Sentite, facciamo così: noi adesso la porteremo a casa, aspetteremo che si risvegli, e poi se ne andrà, tutto qui- propose Goku.
- Portiamola a casa mia, il letto di mio fratello è vuoto-
- Chichi, intendi dire il letto di tuo fratello?- domando un Crili alquanto perplesso.
- Certo, proprio quello-
- Ma ei sicura che non torni, e che possiamo usarlo?- Chiese C-18
- Ma certo, non preoccupatevi, ora però, portiamola a casa-
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- Direi che per prima cosa dovremmo medicarla la spalla, è ferita gravemente- 
- Hai ragione Goku, adesso prendo il disinfettante e il cotton fioc- disse Chichi.
Chichi le si avvicinò e iniziò a pulirle la ferita con il disinfettante. Stava per continuare la medicazione quando lanciò un urlo disumano:
- Che c'è Chichi? Perchè hai urlato così?- domandò Crili.
- Perchè nella spalla di questa ragazza c'è un proiettile! Qualcuno le ha sparato!-
Dobbiamo chiamare un medico per estrarlo- disse Goku.
C-18 si avviò verso il salotto e  chiamò il medico e, preoccupata per la ragazza, spiegò in fretta e furia al medico il motivo della chiamata.
Poco dopo il dottore entrò in casa e curò la ragazza estraendole la pallottola; l'intervento era durato circa 3 ore. 
Il medico affaticato dall'intervento disse: - L'intervento è andato a buon fine, le ho estratto il proiettile e le ho fasciato la spalla, ma, quando si risveglierà, dovrà riposarsi molto, e soprattutto, non muovere l'arto-.
- Non si preoccupi, la cureremo noi fino al suo risveglio- lo rassicurò Crili.
- Allora io vado, alla prossima ragazzi- li salutò il medico, che si avviò verso la porta di ingresso e uscì.

Appena uscito il dottore, la porta si riaprì di scatto.
- Sarà ancora il dottore, avrà dimenticato qualcosa- disse Goku senza sapere, quanto si sbagliava.
Appena disse ciò, la sua espressione e quella dei suoi compari cambiò, diventò stupita e allibita alla vista della persona appena entrata.
- Cosa ci fai qui?- domandò Chichi.
- Ciao anche a te sorellina-
- Non fare lo scemo e dimmi cosa ci fai qui-
- Non ti interessa del perchè sono qui, e poi, questa è anche casa mia, quindi non ti devo dare nessuna spiegazione- -Chi è quella lì?- chiese un Vegeta molto irritato. 
- "Quella lì", come la chiami tu, è una ragazza che abbiamo trovato svenuta sulla spiaggia mentre facevamo una passeggiata- gli spiegò in breve.
- Non mi interessa, per me puoi anche portare un barbone quì dentro, e poi... perchè è sul mio letto?!- sbottò irato il fratello.
- Perchè il mio letto lo uso io, il divano è scomodo per la sua condizione fisica, così le ho dato il tuo- si difese Chichi.
- Quindi intendi dire che IO dovrei dormire su quel divano, mentre LEI dorme tranquillamente nel MIO letto?!- 
- Esattamente-













ANGOLO DELLE "SCRITTRICI"
Hi bagai, siamo sempre noi e abbiamo aggiunto un altro capitolo! (é già tanto se non mi sono strappata i capelli! nda L_B_) 
Io e la mia compare ringraziamo a chi è piaciuta questa storia fino ad ora. Ci rendiamo conto solo ora di quanto sia difficile scrivere una storia a più capitoli, perchè in realtà, nel foglio di brutta andava diversamente ma..... vabbé, questi sì che sono i dilemmi della vita. 
Ah, dimenticavo di dirvi una cosa: "crapa", in dialetto  milanese vuol dire "testa" e "bagai" vuol dire ragazzi/e.
L'unica cosa negativa per noi è che non potremo aggiornare prima di lunedì, speriamo che anche questo capitolo vi sia piaciuto.
Un abbraccio, L_B_ e LadyMary

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 - Il risveglio ***



- Quindi intendi dire che IO dovrei dormire su quel divano, mentre LEI dorme tranquillamente nel MIO letto?!-
 - Esattamente-



2. IL RISVEGLIO


Buio, buio e freddo mi circondano, non riuscivo a capire cosa mi fosse successo.
Sapevo che ero viva, e ciò mi bastava.

Sotto il mio corpo, percepivo qualcosa di soffice e morbido: "un materasso" pensai, e sentii che ero stata sovrastata da del tessuto, una coperta; "quindi sono sdraiata su un letto" pensai con una tranquillità venata di scetticismo. Scetticismo perchè pensai che se davvero qualcuno mi aveva portato qui, non poteva essere nient'altro che un sottoposto del mio carceriere, ma, forse valeva la pena di conoscere colui o colei che mi aveva salvata.
Mi feci forza e aprii gli occhi. Ciò che mi si presentò davanti era strano, almeno per me. Due ragazzi erano uno di fronte all'altro e si urlavano contro insulti di ogni genere, sotto gli occhi annoiati di altri tre.
Il mio sguardo si soffermò sui due al centro, e la mia mente mi riportò indietro nel tempo.
Una scena simile tra quella dei due ragazzi che stavano litigando, prese vita nei miei ricordi.
Freezer, il mio carceriere, era davanti ad un suo sottoposto, non so cosa avesse fatto il soldato: poteva aver fallito una missione, oppure si era opposto al suo capo, e ora, terrorizzato, subiva le sue urla che lo rimproveravano per lo sbaglio da lui fatto.

Poi Freezer si fermò.
Per un attimo pensai che lo lasciasse andare, ma, ovviamente, questa era una vana speranza.
Il sottoposto scattò velocemente verso la porta, ma prima di raggiungerla, Freezer lanciò un raggio di luce viola che lo trapassò da una parte all'altra, per poi ricadere davanti ai miei colmi di stupore, tristezza e soprattutto paura.
Paura di fare la stessa fine di quel sodato, una volta che mi avrebbe trovata fuori dal laboratorio.





ANGOLO DELLE "SCRITTRICI"
Scusateci tanto se abbiamo ricopiato la storia vecchia, ma mi hanno bloccato il mio account(L_B_), così ne ho fatto un altro!! ora mi chiamo L_B__! ma guardate voi che fantasia.
Speriamo vivamente che  vi piaccia!
Siamo ben consapevoli che il capitolo è un po'... cortino, ma non potevamo farci niente.
Fateci sapere al più presto della ff, ci teniamo molto
Grazie e al prossimo capitolo!!!!

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 - Primi contrasti ***


3.  PRIMI CONTRASTI



P.O.V  Bulma

Davanti ai miei occhi i miei ricordi scorrevano lenti e inesorabili, riempendomi il cuore di paura e terrore certo, ma anche di odio e di una rabbia ceca verso il mio carceriere.
Improvvisamente il mio sguardo fu rubato ai ricordi, e venne attirato dai due ragazzi che ancora litigavano. Spaventata pensai "lui può fare a lei ciò che Freezer  ha fatto al suo sottoposto quella volta".
Immediatamente, una ira tremenda si impossessò di me. Mi lanciai con una velocità sorprendente verso il ragazzo moro, e gli tirai uno schiaffo, per poi colpirlo ripetutamente, ma lui rimase immobile e imperturbabile.

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Chichi e il fratello erano totalmente assorbiti dal loro litigio che neanche si accorsero che la ragazza adagiata sul letto, aveva aperto gli occhi, per quello, forse, tutti rimasero sorpresi, straniti e anche spaventati, quando ella si avventò su Vegeta e iniziò a "picchiarlo".
Chichi, preoccupata sia per la reazione del fratello che per l'incolumità della ragazza, non tardò ad andare a separarli; Goku ovviamente la seguì, e insieme tentarono di mettersi in mezzo per separarli.
I due tirarono leggermente la ragazza per le spalle cosicchè da non farle male, in modo da allontanarla da Vegeta. Tutto ciò fu molto utile perchè la ragazza era una furia inarrestabile e continuava a tornare verso il moro fino a quando, durante uno dei tentativi di goku e Chichi di separarli, la ragazza svenne e si accasciò per terra, ma prima che lo toccasse con la spalla ferita, venne prontamente recuperata da Goku.
- Hai portato in casa una pazza!!- urlò Vegeta al culmine della sopportazione.
- Di sicuro per quel comportamento ci sarà una spiegazione plausibile!- intervenne Chichi.
- Come puoi spiegare il fatto che mi abbia picchiato senza un motivo preciso?!- sbottò irato il fratello.
- E zitti voi due!!! Ma è possibile che siete sempre pronti a scannarvi l un l'altra?!- zittì tutti C-18.
- Oh, guardate... sta aprendo gli occhi!- li interruppe Crili.
- Ora possiamo chiederle il perchè del suo comportamento- disse giustamente una calma e rilassata Chichi.
Infatti, in quell'istante, la ragazza aprì gli occhi a fatica.
- Come ti senti? Stai bene?- le chiese Chichi.
La ragazza annuì flebilmente.
- Potrei chiederti perchè prima hai "picchiato" Vegeta?- domandò Goku.
La ragazza dai capelli turchini rispose un po' imbarazzata - Mi ha ricordato una scena del mio passato. Avevo paura che le facesse del male- e indicò la ragazza dai capelli corvini.
- Non ti devi preoccupare, io e mio fratello litighiamo spesso, sì, è vero, ma ci saremmo fermati solo alle urla- la rassicurò Chichi.
- Possiamo sapere come ti chiami?- e chiese gntilmente Crili.
La ragazza rispose -B-8, questo è il mio nome-.
- Che nome strano!- disse Goku stranito.
- è vero, non sembra, anzi, non è affatto un nome da donna- annuì C-18.
- Perchè ti hanno dato questo nome?- le domandò con una certa curiosità Chichi.
- Il mio nome ha un motivo particolare, ve lo dirò e insieme racconterò la mia storia.
Goku, Chichi, Crili, C-18 e Vegeta (sì ragazzi, c'è anche Vegeta!! Nda L_B__)  si accomodarono su alcune sedie poste in camera e si prepararono ad ascoltare attentamente ciò che B-8 aveva da dire riguardo alla sua triste storia.










ANGOLO DELLE "SCRITTRICI"
Holaaa, come va? siamo ritornate con un nuovo ed entusiasmante capitolo! speriamo che vi sia piaciuto come i precedenti (sempre sequelli vi siano piaciuti).
Abbiamo anche un disegno fatto da L_B__ in un momento di sfaso a scuola che rappresenterebbe B-8! Speriamo in bene che vi sia piaciuto questo capitolo e mi raccomando, recensite in tantiiiii *svanisce*
*ricompare* Volevamo ringraziare tantissimo le persone che recensiscono come:
SonrakyUchiha
Nuala
SeaLight
e  albalau
Grazie di cuore e diteci che ne pensate del disegno!!
Per vederlo cliccate sul link scritto qui sotto.


http://tinypic.com/view.php?pic=m7b03q&s=5

Scusate se vi rompiamo ancora, *ci grattiamo la testa a mo' di Goku* Volevamo dirvi che se volete vedere l'immagine dovete cliccare 2 volte sul link, altrimenti vi viene uno spazio bianco.
Adieu (si scrive così? mah) e al prossimo capitolooooo
*svanisce, stavolta sul serio *



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Capitolo 5
*** Capitolo 5 - Il nemico comincia a muoversi - Capitolo di passaggio ***






  5. IL NEMICO COMINCIA A MUOVERSI - CAPITOLO DI PASSAGGIO

Mentre i sei ragazzi continuavano la loro conversazione, qualcuno lontano kilometri da loro, reclamava B-8 per sé.
- Dovete riportarmela al più presto!- disse Freezer autoritario.
- Signore, non si preoccupi, faremo tutto ciò che è in nostro potere per riportargliela- rispose spaurito un soldato della squadra Genew.
- Vi conviene. Quella ragazza è a dir poco essenziale per noi, il suo potere la rende invincibile e mi serve come alleata, non come nemica!- parlò di nuovo Freezer, ora lievemente nervoso dalla risposta del suo sottoposto.
- Sarà fatto, Signore- rispose il soldato.
Il capo della squadra Genew stava per varcare la soglia della stanza, quando, ad un tratto, la voce del suo superiore ruppe il silenzio:
- Ricordati Genew, quella ragazza mi serve viva, non illesa-.
- Ai suoi ordini Freezer- rispose Genew, voltandosi e facendo un piccolo inchino, in segno di rispetto.
Mentre il soldato usciva, un sorrisetto cinico e sicuro si dipinse sul volto di Freezer: era sicuro che avrebbe avuto di nuovo ciò che gli apparteneva tra le sue mani, quella ragazza di nome B-8 era la sua più grande arma.
Dopotutto aveva dato solo un ordine a Genew e non poteva fallire, altrimenti si sapeva che fine avrebbe fatto, no? Quando avrebbe avuto la ragazza tra le sue grinfie, gli avrebbe potuto raccontare della sua vita prima di andare in quel laboratorio, però, in cambio, lei doveva ritornare dal suo padrone e, oltre che essere soggetta ad altri esperimenti molto più pericolosi di quelli già subiti, doveva fargli anche da "schiava", siccome era fuggita dai laboratori. Se avrebbe rifiutato quest'ultima opzione, cosa che molto probabilmente avrebbe fatto, Genew avrebbe potuto passare alle maniere forti. Lui non era il tipo che si sporcava le mani solo per far soffrire un inutile esperimento, per lo più femmina.
Dopotutto, lui la voleva viva, non illesa.
Dopo quest'ultima pensiero, un ghigno malefico gli comparve sul suo volto agghiacciante, che non trapelava alcuna emozione se non ira verso quella ragazza, che molto abilmente riuscì a fuggirgli proprio sotto il suo naso, e un sentimento molto più pericoloso del precedente: l'odio.
- Allora: Jeeth, Reecom, Guldo e Butter!- li chiamò a gran voce il loro capo.
- Sissignore!- risposero tutti e quattro in coro.
- Dovete perlustrare la città per ritrovare quel dannato esperimento, anche a costo della vostra miserabile vita, avete capito?- domandò autoritario Genew.
- Sissignore!!-
- Bene: Jeeth e Guldo, voi dovete perlustrare le zone nord e est. Reecom e Butter, voi dovete controllare a fondo le zone sud e ovest. Io controllerò nei laboratori, magari quella piccola insolente è ancora lì dentro da qualche parte-.
Tutti e cinque i componenti della squadra Genew si divisero e cominciarono a perlustrare le zone che il loro capo gli aveva assegnato. Erano sicuri che quell'esperimento sarebbe stato loro in poco tempo.










ANGOLO DELLE "SCRITTRICI"

Salve a tutti gente! Io e LadyMary ringraziamo tutti coloro che hanno recensito, messo la nostra storia tra le preferite, o chi ha letto fino a questo punto.
Ci dispiace ma dobbiamo proprio lasciarvi perchè domani ho un'interrogazione di scienze (forse) e una verifica di antologia e grammatica insieme, quindi crediamo che aggiorneremo più o meno verso mercoledì o giovedì.
Alla prossima,
L_B__ & LadyMary

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 - Decisioni e cambiamenti ***


6. DECISIONI E CAMBIAMENTI


I sei ragazzi, ignari di tutto ciò che sta accadendo al di fuori di quelle mura, dovevano prendere una decisione importante per le sorti della ragazza.
- Ora dove andrai a vivere?- chiese preoccupato Crili.
- Sinceramente non ne ho idea, da quanto avete sentito non conosco nessuno in questo mondo a parte voi. Cavolo, sono proprio una maleducata, io vi ho detto un sacco di cose sul mio conto ma non so ancora i vostri nomi!-
- Io sono Goku-.
- Io Crili-.
- C-18-.
- Io sono Chichi e questo è mio fratello Vegeta-.
- Guarda che mi so presentare anche da solo-.
- Ma se quando ci sono degli ospiti ti devo sempre presentare io!- ribatté la ragazza dai capelli corvini.
- Stai zitta maschiaccio!-
- Ora hai proprio superato il limite della mia pazienza! Come osi chiamarmi così, brutto scimmione!- Alzò la voce la sorella.
- Io ti chiamo così quando mi pare e piace- disse Vegeta con una calma a dir poco stressante.
La ragazza dai capelli turchini scoppiò in una fragorosa risata cristallina. Nessuno, neanche da piccola l'aveva vista ridere in quel modo così limpido, e si, anche un po' bambinesco.
Tutti i presenti si fermarono allibiti a fissarla: la sua reazione, la prima volta che li aveva visti litigare, era molto differente rispetto a quest'ultima.
- Si può sapere che hai da ridere?!- sbottò irato Vegeta.
La ragazza decise di fermarsi, dopotutto quel Vegeta le faceva un po' paura.
- Niente, niente, è solo che siete così buffi quando litigate!- si giustificò B-8.
- Pensa che sono così tutto il giorno- le confidò C-18 sottovoce, attenta a non farsi sentire dai diretti interessati.
- Davvero?-
- Mh mh, e questo non è niente! Aspetta di vedere quando litigano per chi deve andare a lavarsi per primo- si immischiò Crili.
- Ehm, ehm- cercò di attirare l'attenzione Goku, il quale divenne improvvisamente serio - ora che abbiamo finito di ridere e scherzare, dove andrà B-8 a vivere?-.
- Potremmo tenerla qui con noi!- disse Chichi con entusiasmo.
- Non se ne parla nemmeno! Io non dormirò su quel divano solo perchè lei dormirà nel mio letto!-.
- Eddai fratellone!-.
- Non chiamarmi fratellone!-.
- Suvvia, la faremo dormire nel materasso di scorta che è sotto il tuo letto, poi lo spostiamo,e lo mettiamo in salotto-.
- D'accordo, ci sto. A patto che pulisca tutto ciò che sporcherò e che si curi lei della pulizia di tutta la casa, soprattutto la mia camera- disse con calma Vegeta, sogghignando alla vista della sua ospite a pulire.
- Ma questo non è giusto!- si intromise Crili.
- Accetto- rispose sicura di sé B-8.
- Perfetto. Potrai cominciare da domani, dolcezza- disse Vegeta avvicinandosi pericolosamente alla ragazza.
- Contaci, sarà tutto lindo e pulito, ti potrai persino specchiare- rispose la turchina, con un pizzico di ironia, che Vegeta non notò subito.
- Aspetta un secondo- li interruppe C-18 - tu hai detto che ti verranno a cercare, giusto?-
- Sì, è così-.
- Dobbiamo riportare qualche "modifica"-.
- C-18, mi spieghi che intendi dire con "modifica"?- chiese Chichi.
- Venite con me-
C-18 prese le due ragazze e, in fretta e furia, corsero senza sosta fino ad arrivare ad un imponente edificio colorato.
- Parrucchiere?!- domandò allibita Chichi.
- Sì, dobbiamo renderla irriconoscibile!-.
Portarono dentro B-8 e, quando arrivò il loro turno disse la ragazza bionda:
- Devi dividere i capelli e farle due ciuffi, e devi anche accorciare i capelli almeno fino alle scapole-.
- D'accordo signorina- disse gentilmente il parrucchiere.
- Magari potresti legarle i capelli in un fiocco lasciandole ciocca fuori- aggiunse Chichi.
- Ma certo signorine, tutto quello che volete, sono qui per questo io- rispose il parrucchiere con una dolcezza a dir poco nauseante.
Dopo mezz'ora che il parrucchiere smanettava con le forbici e il pettine, il risultato fu strabiliante.
- Wow, non sembri nemmeno tu, ma chi sei?- scherzò Chichi.
- Andiamo anche in quel negozio, non può girare per la città in questo modo, sembra che sia stata appena ricoverata in un ospedale!- disse C-18.
La turchina non ebbe nemmeno il tempo per ribattere che le due amiche l'avevano trascinata in un negozio d'abbigliamento.
Dopo 2 ore piene a trafficare con magliette, calzini, gonne, felpe e roba varia, prese una maglia azzurra con scollatura a barca con un top blu sotto e un paio di jeams a sigaretta blu chiaro e ballerine nere, siccome non sapeva camminare sui tacchi.
Quando varcarono la soglia della porta di casa, i ragazzi stentavano a riconoscerla.








ANGOLO DELLE "SCRITTRICI"

Wella! Un altro capitolo concluso, yeah! Abbiamo fatto presto ad aggiornare e speriamo di non avervi deluso con questo capitolo. Abbiamo fatto (HO fatto nda L_B__) anche un disegno che rappresenta la nostra B-8 dopo la "ristrutturazione" dal parrucchiere e del negozio d'abbigliamento. Se volete vedere il disegno che ho fatto cliccate nel quadrato con i bordi blu. Mi raccomando recensite in tanti e diteci cosa ne pensate del disegno, guardate che ci teniamo molto.
Al prossimo capitolo,

L_B__  & LadyMary

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Capitolo 7
*** Capitolo 4 - B-8 ***



Goku, Chichi, Crili, C-18 e Vegeta si accomodarono su alcune sedie poste in camera e si prepararono ad ascoltare attentamente ciò che B-8 aveva da dire riguardo alla sua triste storia.


4. B-8


La ragazza dai capelli turchini rimase zitta per un po' dopo aver detto che avrebbe raccontato la sua triste storia.
Rimase ferma, seduta sul letto ad osservare gli altri che si preparavano all'ascolto. Quando vide tutti seduti, disse:
- Ora posso iniziare: io non so dove sono nata, né chi sia mia madre, né mio padre, so solo che da bambina venni ceduta ad uno scienziato, il dottor Freezer, che poi è diventato il mio carceriere.
A quel tempo lui cercava esseri dotati di poteri paranormali, credeva che io ne possedessi uno, e così mi prese con lui. Mi tenne segregata in quel laboratorio senza farmi uscire per tutta la mia infanzia.
La sua teoria su di me non si rivelò affatto errata, infatti, tra tutte le sue cavie, io fui l'unica a dimostrare il posseso di poteri, e, per questo fui l'unica a soravvivere perchè, se prendeva una ragazza e scopriva che non aveva dei poteri sovrannaturali, la  torturava senza pietà fino ad ucciderla.
Sono sempre vissuta lì, e crescendo ho capito che in quel posto non ero libera, ma soprattutto, non ero felice. Io volevo una vita da vivere, stare con delle persone che mi volevano bene per quello che ero, invece, loro mi tenevano lì perché ero un soggetto interessante ed erano soddisfatti di aver trovato, dopo tanto tempo e dopo tanti tentativi falliti, una persona fuori dal comune. Non mi hanno mai fatto uscire, ero reclusa in quel posto così triste, triste come il mio animo, imprigionata in quel posto così grigio che mi suscitava tanta malinconia e tristezza.
Così decisi di evadere di sera, le guardie dormivano profondamente e uscii dal laboratorio. Ero arrivata allo strapiombo e pensai di essere finalmente libera da quella prigione, quando un cecchino mi sparò e io caddi in mare.
Mi salvai solo grazie al mio potere, che ora vi spiegherò: il mio potere si chiama "distorsione della realtà" e consiste nel manipolare la realtà con l'uso della mia volontà, cambiandone radicalmente le conseguenze.
Basti pensare al mio caso: se io non avessi "attivato" il mio potere, adesso non sarei qui con voi a parlare della mia storia, ma siccome ho pensato con tutta la mia volontà che non volevo morire, riuscii a sopravvivere, e ringrazio tutti voi per avermi portato in salvo.
In quanto al mio nome, che come avrete notato è strano ed inusuale per una ragazza, ha un significato preciso: la B sta ad indicare il mio nome di battesimo, che io purtroppo non mi ricordo e l'8 era il mio numero di riconoscimento all'interno del laboratorio, e ciò sta ad indicare che ero l'ottavo esperimento di Freezer- dissi tutto d'un fiato come se avessi paura che qualcuno mi interrompesse all'improvviso.



POV Bulma

Alla fine del mio racconto  della mia storia alzai gli occhi per vedere le reazioni dei miei salvatori. Le loro espressioni erano allibite, stupite e preoccupate. Era esattamente il tipo di reazione che mi aspettavo. Ciò che mi lasciò perplessa, fu il volto del moro dai capelli "a fiamma". Il suo volto non lasciava trapelare alcuna emozione, era rimasto impassibile, ma se lo si osservava attentamente, nei suoi occhi si poteva scorgere stupore e sorpresa. Probabilmente nessuno di loro si aspettava che avessi una storia così triste e particolare alle spalle.
Dopo essersi ripresi dallo shock iniziale, i ragazzi iniziarono a bersagliarmi di domande, ma la confusione fu tale che non riuscii nemmeno a capire una parola di quello che dicevano.
- Calmi, se volete sapere di più, basta domandarmi una cosa alla volta-dissi tranquillamente, facendo zittire tutti.
- Ma scusa, a che età sei stata portata dentro al laboratorio?- domandò C-18.
- Da quando avevo 2 o 3 anni. è per questo che non mi ricordo il mio nome- risposi lapidaria.
- Ma l'idea del piano di fuga come ti è venuta in mente?- chiese Chichi.
- Semplice, ho osservato per bene la struttura del laboratorio, gli orari di chi lavorava , chi mi sorvegliava e in che giorni della settimana, così, mettendo insieme tutte queste conoscenze, ho escogitato la mia fuga-.
- E se sei finita qui, il tuo piano non è andato a buon fine, giusto?- intervenne bruscamente Vegeta.
- Giusto, ma hai tralasciato un particolare: è solo l'ultima parte del mio piano che è andata in fumo, se così si può dire, perchè?-  gli domandai con un certo interesse.
- Volevo solo sentirtelo dire personalmente, siccome qui, le ragazze carine come te non saprebbero mettere in atto un piano così complicato- concluse il moro, rapito dalla cnversazione con quella strana ragazza dai capelli turchini.
- C- cosa?-riuscii solamente a dire, visibilmante a disagio da quel discorso così imbarazzante, almeno per lei.







ANGOLO DELLE "SCRITTRICI"
Prima di cosa, volevamo salutarvi e ringraziare chi recensisce o chi legge e basta. Seconda di cosa siamo veramente felici delle vostre recensioni  e che la nostra storia vi piaccia. Questo capitolo in realtà dovevamo postarlo più o meno verso venerdì, ma siccome ce l'avevamo già pronto ho convinto LadyMary a farmelo postare oggi.
Ci saranno molti colpi di scena però al prossimo capitolo non scriveremo dei nostri protagonisti, ma di personaggi altrettanto importanti... uffa devo stare zitta!!
Diteci cosa ne pensate e anche degli errori, siccome non abbiamo avuto molto tempo per rileggerla.
Al prossimo capitolo,
L_B__ & LadyMary
ciao ciao!

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 - Iniziano i problemi ***






7. INIZIANO I PROBLEMI



La ragazza dai capelli turchini tolse finalmente l'ultimo carico di bucato dalla lavatrice e si diresse verso il salotto. Dopo aver raggiunto lo stendino, stese il bucato, e con uno sbuffo si lasciò cadere sul morbido divano che stava poco distante da lei.
"Uffa, non pensavo che tenere a posto una casa potesse essere così stancante" pensò B-8.
Alla fine, però, si disse che le piaceva in fondo. E poi aveva una casa in cui stare, un tetto sotto il quale dormire, e un pasto caldo la sera. Inoltre, coloro che l'avevano ospitata erano simpatici, e oramai erano diventati amici, anche se non prendeva tanta confidenza con loro perchè non era da tanto che era lì. E poi c'era una persona in particolare, che la metteva in soggezione e agitazione quando parlava con lui, sì, proprio Vegeta!
Chichi varcò la soglia di casa:
- Tutto bene B-8?- domandò preoccupata pensando che le fosse successo qualcosa di brutto vedendola sdraiata sul divano.
- Sì Chichi, non ti preoccupare, sto benissimo, solo che sono un po' stanca- rispose.
- Ma tutti questi vestiti sono tutti di tuo fratello?- chiese ingenuamente l'azzurra.
- Sì, ma non ti preoccupare. Ti ho già detto che non c'è bisogno che ti stanchi tanto, fa ciò che riesci- disse apprensiva Chichi - Se non ce la fai con la camera di Vegeta non fa niente, la faremo dopo insieme. è un vero porcile!-.
- Grazie Chichi, ma preferisco mentenere la mia parola: io pulisco tutto quello che sporca tuo fratello, in cambio, però mi dovrete tenere qui come ospite. In fondo l'ho promesso, e io mantengo sempre le promesse- disse grintosa la turchina.
Le due chiaccheravano tranquille, ignare che qualcuno cercava B-8 ed era pronto a tutto pur di riprenderla.
Genew era posto davanti allo schermo di un computer di ultima generazione, e controllava i file riguardanti la ragazza, aspettando anche delle notizie dai suoi soldati, non che compagni della squadra Genew.
Dopo una buona mezz'ora, venne contattato da Reccom e Butter. Questi gli inviarono una registrazione la cui data risaliva al giorno prima, ed era quella di un negozio di abbigliamento. Sullo schermo apparvero tre ragazze: una mora, occhi neri, vestita con un uniforme scolastica e uno scialle giallo (vi ricordate lo scialle che Chichi indossava all'inizio della serie? beh, scordatevelo, perchè questo è di un giallo smorzo, quasi sul biano, in poche parole ha sbagliato candeggio nda L_B__), l'altra ragazza era bionda, occhi di un azzurro molto chiaro, vestita tutta di nero, e l'ultima aveva i capelli turchini e occhi azzuri, quasi da far invidia al cielo, vestita in una tunica bianca che le arrivava più o meno fino alle ginocchia.
Genew sorrise perfido: aveva un taglio diverso ma non c'erano dubbi. L'aveva trovata, l'ultima ragazza era B-8: il suo obiettivo.
















ANGOLO DELLE "SCRITTRICI"

Scusate per il ritardo ma non siamo riuscite ad aggiornare prima di oggi. Ci dispiace. Spero ci perdonerete se vi diciamo che il prossimo capitolo è già in elaborazione.
Non sappiamo più cosa dirvi...
Al prossimo capitolo!!!
                                   L_B__  &  LadyMary

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 - Trovata! ***






8. TROVATA!




La luce del sole filtrava timida nelle tende della casa, mentre nella stanza di Vegeta...
- Vegetaaa... Svegliati... Dai che è tardi... Uffa! Chichi, non funziona! come faccio a svegliarlo?- chiese esasperata.
- Guarda e impara mia cara B-8, per svegliare un troglodita come lui devi fare così-
Chichi si avvicinò al suo letto, prese un forte respiro e gridò vicino all'orecchio del fratello:
- Svegliati Vegeta! E' pronta la colazione!-
- Dove? Dov'è la mia colazione?- Chiese un Vegeta alquanto assonnato - Mi hai preso per i fondelli ancora una volta, vero? Stupida donna che non sei altro!-
- Guarda che la colazione è in cucina, e guarda caso l'ha preparata proprio B-8-.
- E non potevi farla tu?-
- No fratellino, dovevo andare in posta e a pagare le bollette in comune. E tu sai almeno quanto me quanto ci si mette per andare e tornare, vero?-
Vegeta rabbrividì solo al pensiero di farsi tre ore e mezza a piedi di andata e ritorno.
- Quindi la nostra cara ospite ha preparato la colazione per noi, giusto?- chiese malizioso Vegeta, avvicinandosi sempre di più alla diretta interessata.
- Già, proprio così- rispose fiera la ragazza dai capelli turchini.
- Mi sa che qui si rischia una bella gastrite- rispose acido. - Comunque Chichi, il tuo posto è in cucina. Su, va e prepara qualcosa di buono-
- Come scusa? Perchè dovrei stare io in cucina?-.
- Perchè tu sei una donna-.
- E con questo?-.
- Le donne stanno sempre in cucina a preparare il cibo per gli uomini-.
- E allora tu sai perchè ci sono molti uomini trovati morti in cucina?- chiese Chichi.
- No, dai, sentiamo, perchè?-.
- Perhè in cucina ci sono i coltelli, e guarda caso le donne si trovano proprio lì- rispose una Chichi diventata inspiegabilmente minacciosa.
- Fai poco la spiritosa sorellina-.
- Ma dai, perchè devi essere così serio. In fondo era soltanto una battuta- si intromise B-8.
- Forse perchè la parola "umorismo" non rientra nel mio vocabolario- rispose acido Vegeta.
- Sei senza speranze. Non troverai mai una ragazza che ti sopporti- ribattè impavida Chichi.
- Su, smettetela. E' mai possibile che per ogni parola che dite deve nascere una questione di Stato?!- li interruppe la turchina.
- Guarda che non sei nella condizione di dare ordini- sbottò irato Vegeta.
- Guarda che il mio era solo un consiglio!- gli urlò in faccia la povera B-8, esasperata da quella conversazione.
- Beh, non me ne frega un' emerita cippa dei tuoi consigli, per me te ne puoi anche andare a quel paese- rispose Vegeta con aria più pacata.
- Quale paese scusa?- chiese B-8.
- Ehm... Lascia stare cara, è un modo di dire. Piuttosto, che ne dici di aiutarmi a sparecchiare?- domandò Chichi - Mentre tu Vegeta, che ne dici se scompari dalla nostra visuale per un po'?-.
- Ma certo Tenente Chichi Del Toro, ai suoi ordini- disse imitando alla perfezione il saluto militare.
- Non scherzare col fuoco o finirai per scottarti. Comunque ti informo che anche se sono più grande di te di soli due minuti, mi devi portare rispetto, hai capito signorino?-.
- Tsk-.
B-8 alzò gli occhi al cielo, stanca di tutte quelle litigate. Sarebbe stato un soggiorno difficile quello in casa di Chichi e Vegeta, ma anche divertente, doveva ammetterlo.
Inspiegabilmente il pranzo e la cena andarono lisci come l'olio, chissà come mai, eh? forse perchè Vegeta, stanco di quella situazione, andò a spasso fino a notte inoltrata, lasciando le due ragazze a casa da sole.
Chichi e B-8 iniziarono a fare le loro commissione casalinghe, e poi parlarono un poco prima di andare a dormire entrambe, dopo la giornata faticosa che hanno trascorso.
- Buonanotte Chichi-.
- Buonanotte B-8-.
Si salutarono prima di cadere nelle  braccia di Morfeo.
Le due ragazze non si erano accorte di essere state spiate per tutta la serata, mentre Genew tornò verso la sua Berlina nera e pensò:
"Bene, bene, bene. E' ora di chiamare gli altri. Domani si inizia; entro circa due giorni la ragazzina tornerà di nuovo a casa". E un sorriso freddo e cinico si formò sul suo viso.












ANGOLO DELLE "SCRITTRICI"

Ciao, come va?  Questo capitolo è un po' troppo discorsivo ma lo abbiamo fatto apposta per farlo risultare un po' più simpatico degli altri. Com'è? Vi è piaciuto?? Ci teniamo a saperlo al più presto possibile, e mi raccomando: recensite in tanti!
Al prossimo capitolo,
                                L_B__ &  LadyMary

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 - Dov'è B-8? ***








9. DOV' E' B-8?






- Vegetaaaaa... E' pronta la colazione!- urlò Chichi al fratello ancora addormentato.
- Aaaah non rompere donna!-.
- D'accordo allora, non mangiare. Vorrà dire che la tua porzione la daremo a Goku quando verrà qui- disse calma la sorella.
- Aaah, maledetta donna! Arrivo, arrivo-.
Chichi andò a svegliare anche la loro ospite che ormai era da un po' di tempo che era lì con loro.
- Su B-8, è ora di svegliarsi. La colazione è pronta- disse premurosa la mora.
- Buongiorno Chichi, grazie per avermi avvisata, arrivo subito- disse ancora assonnata.
- Ascolta, oggi io e Vegeta dobbiamo andare a scuola, ti dovremo lasciare a casa da sola almeno fino all'ora di pranzo-.
- Aaaah smettila, non è mica una mocciosa. Guarda che se non ci fai trovare il pranzo sul tavolo, ne pagherai le conseguenze- disse a Chichi, per poi rivolgersi  minaccioso a B-8.
- C-certo Vegeta- rispose l'azzurra tremante.
- Vegeta, sii un po' più gentile, l'hai terrorizzata- disse Chichi he intanto accarezzava amorevolmente la testa dell'azzurra.
- Mai e poi mai! Io mi rivolgo a lei come voglio-.
- Io mi arrendo, sei un caso disperato! Chi vorrebbe come fidanzata un tipo come te!- (io lo vorrei eccome! nda L_B__)
- Muoviti o faremo tardi!- disse il fratello.
- Mi raccomando B-8, NON aprire a nessuno, chiaro?-.
- Certo Chichi, però ora andate che se no arriverete in ritardo-.
- Ok, ciao cara- la salutò la mora.

- Bene, sono usciti, è ora di mettere in atto il nostro piano- disse Genew, e intanto i suoi compagni lo stavano raggiungendo. Adesso era ora di catturare quell'esperimento che gli aveva creato così tanti problemi.

- Cavolo, devo sistemare la stanza di quel Vegeta. Sarà un porcile unico! Ci metterò una vita prima di sistemarla del tutto!- disse a voce alta, B-8.
La raggazza si diresse a passo sostenuto verso la camera di Vegeta, e quando varcò la soglia disse:
- Ma non finirò mai! Dire che la camera di Vegeta è sporca è come dire che Babbo Natale era un fotomodello nato-.  
I vestiti erano sparsi dappertutto, sul letto, sull'attaccapanni, sulle sedie o addirittura in bagno, mentre alcuni avanzi di cibo spazzatura  e bottiglie d'acqua erano sulla scrivania o vicino al letto e i libri di scuola erano disseminati sul pavimento.
Solo in due parole si poteva definire la camera del ragazzo: disordine totale.
- Oltre ad essere rozzo e maleducato con me è anche disordinato all'ennesima potenza!- Gridò esasperata B-8, sull'orlo di una crisi di nervi.

Intanto nell' Orange High School...

- Ciao Chichi!-.
- Oh, ciao C-18, come va?-
- Io bene grazie. Come va con B-8?- chiese la biondina.
- Benissimo! e' una ragazza adorabile, molto servizievole e anche intelligente- rispose la mora.
- E perchè?-.
- Perchè?! E me lo chiedi pure? Ha imparato in dieci minuti come si fa a preparare la pasta, il risotto, la pizza, le crespelle e molti altri cibi! E poi ci è di grande aiuto in casa. Mi dispiace però che mio fratello la tratti così, lei non se lo merita!- disse con convinzione Chichi.
- Sai com'è fatto. Con tutta probabilità non ha mai detto una parola gentile a nessuno- si dispiacque C-18.
- Già, e poi non ci ha mai parlato con una ragazza carina come lei!-.

- Ehi Vegeta! Dì la verità, hai davvero un'ospite in casa?- chiese Nappa, alto un metro e novantacinque tutto muscoli e niente cervello.
- Sì, e allora?- si accigliò il moro.
- Hai una sua foto?- li interruppe Radish, il fratello di Goku.
- Sì, eccola- e la mostrò tirandola fuori dallo zaino. Nella foto ci sono raffigurate Chichi e B-8 una abbracciate all'altra, sulla terrazza di casa. B-8 aveva un vestito azzurro molto chiaro e leggero che arrivava a malapena alle ginocchia, con un cappello di paglia molto grande che teneva su con una mano, mentre Chichi indossava una canotta semplice rossa con degli shorts bianchi.
- Oh, quasi quasi me la farei, anzi, che dico, me la farei di sicuro!-
Senza capire il perchè, l'energumeno pelato si ritrovò con lo stomaco dolorante per il calcio appena ricevuto, e a quel punto capì che Vegeta non aveva preso troppo bene la sua uscita sulla ragazza.
- Ehi, guarda che stavo solo scherzando-.
- Ti conviene- concluse Vegeta.

Mentre la ragazza dai capelli turchini finiva di buttare le ultime cose di Vegeta, si sentì premere sul proprio viso, all'altezza del naso, un pezzo di stoffa, probabilmente un fazzoletto di stoffa (come quelli che usava la nonna nda L_B__) e sentiva che le forze cominciavano a venirle meno e sentì le palpebre pesanti, così, non riuscendo più a rimanere sveglia, si addormentò.
- Bene signore, ora non c'è pericolo che si ribelli perchè dormirà per mooolto tempo- disse Jeeth.
- Già. Il sonnifero di cui era stato intriso il fazzoletto era molto potente- concluse Recoom.
- Ottimo lavoro, portatela via- ordinò autoritario Genew.
Dopo aver fatto il loro tipico balletto di formazione, la portarono al porto, dove c'erano i laboratori.
- Ora aspettiamo il calar della sera, e poi partiamo per l'isola di Freezer- affermò il capo.

- Siamo tornati!- gridò Chichi, sperando di attirare l'attenzione della turchina.
- Ehi donna rispondi!-.
La ragazza dai capelli corvini accese la luce, ma lo spettacolo che le si presentò davanti era davvero inquietante: il salotto era nel disordine più totale, c'erano tutti i mobili alla rinfusa e la finestra aperta.
- B-8, dove sei?- chiese disperata la mora in attesa di una risposta che non accennava ad arrivare.
- Ma non capisci che l'anno rapita?!- sbottò Vegeta, anche lui preoccupato per la sorte di quella ragazza.
- Allora muoviamoci a cercarla!-.
- E dove, scusa?-.
- Se non sbaglio l'abbiamo trovata vicino alla spiaggia...- rifletté Chichi a voce alta.
- Al porto!-.
I due chiamarono gli altri e si diressero al porto correndo disperati.
- Dobbiamo dividerci- propose Goku.
- Io e Goku cercheremo nella zona a nord- propose Chichi.
- Io torno a casa- disse calmo Vegeta-.
- Eh no signorino! Tu rimani qui a cercarla!-.
- E va bene- disse un Vegeta alquanto annoiato, ma infondo si stava preoccupando davvero per quella strana ragazza.
- Bene, io e Crili ci occuperemo della zona a sud-est mentre tu, Vegeta, dovrai occuparti del resto- propose C-18.
- Muoviamoci- disse risoluto Vegeta.

Dopo essere stata scaraventata vicino ad un container, la povera B-8 aprì faticosamente gli occhi per la fastidiosa luce del sole che cercava prepotentemente di penetrare nei suoi occhi color del cielo. Guardò intorno a sé e vide che era sola. La ragazza si fece forza con le bracciaper tirarsi su completamente, e appena riprese il suo già precario equilibrio, cercò di fuggire, ma, dopo pochi passi, si ritrovò il polso stretto in una morsa d'acciaio che non accennava a diminuire.
- Dove vai, bellezza?- chiese Genew.
- C-chi s-sei?- chiese tremante la ragazza.
- Eppure dovresti conoscermi! Sono Genew, uno degli uomini di Freezer, felice di rivederti-.
- Il piacere è tutto tuo, e poi io non ci torno in quella topaia di laboratorio-.
B-8 cercò di staccarsi dalla presa ferrea di Genew, ma al contrario, le strinse il polso più forte, fino quasi farle male.
- Sai una cosa ragazzina? Tu tornerai presto dal tuo padrone, molto presto- detto questo chiuse la ragazza in una cella provvisoria.
- Sei pazzo se credi che io ritorni da quello lì-.
- Sei solo una stupida mocciosa incosciente! Non ti ha mai detto nessuno che devi portare rispetto a quelli più grandi?-.
L'energumeno viola si avvicinò pericolosamente alla cella, alzò un braccio per colpire B-8, quando sentì una leggera pressione sul suo polso.
- Chi è il moscerino che osa sfidarmi?!- chiese Genew ancora di spalle.
- Non importa chi sono... Voglio combattere contro di te!-.
- E cosa mettiamo in palio?-
- La ragazza- disse Vegeta indicando B-8, ancora dentro quella cella dove era rinchiusa da ormai molte ore.
- Per me va bene- rispose Genew.
Mentre i due cominciarono a combattere senza sosta e senza esclusione di colpi, la ragazza dai capelli turchini sperò che a vincere quel combattimento doveva essere Vegeta; non voleva sopportare l'idea di dover perdere gli unici amici che si era fatta in una vita piena di tristezza e malinconia.  Vegeta doveva vincere a tutti i costi. Dopo questa profonda riflessione, il moro colpì in pieno stomaco Genew, che si piegò dal dolore, poi, approfittando di quella posizione, spiccò un salto e, con il gomito, lo colpì alla schiena, facendolo sdraiare sul cemento armato del porto, decretando così la sua sconfitta.
Lasciandolo a terra e dolorante per le ferite infertegli, prese le chiavi, aprì la cella dove stava B-8 e trovò la ragazza rannicchiata su se stessa, impaurita, con le ginocchia che le coprivano il volto per non far vedere a Vegeta che stava piangendo, ma il moro se ne accorse e, per non mettere in ulteriore difficoltà la ragazza, fece finta di niente.
- Vieni B-8, gli altri ti cercano- disse porgendole la mano per aiutarla ad alzarsi.
Lei accettò il suo aiuto e si diressero verso gli altri con calma, mentre Chichi le saltò al collo piangendo. Era davvero felice che suo fratello l'avesse trovata sana e salva. Quando il trio composto da B-8, Chichi e Vegeta tornarono a casa, la mora fece una solenne promessa: nessuno, d'ora in poi l'avrebbe più toccata.
- Ehi, B-8, che ne dici se ti iscriviamo a scuola?- chiese Chichi.
- A scuola? E che roba è?- domandò B-8 perplessa.
- E' un posto dove ci sono delle persone che ti insegnano delle cose molto utili in futuro, tipo la matematica o l'inglese e altre cose!-.
- Sarebbe fantastico andarci!- disse con entusiasmo la ragazza.
- Bene, domani ti dovrai svegliare presto!-.
- Non vedo l'ora-.
Detto questo, le due ragazze andarono ognuna nelle rispettive stanze e si abbandonarono tra le braccia di Morfeo.








ANGOLO DELLE "SCRITTRICI"

Oggi abbiamo deciso di cambiare un po' il nostro stile offrendovi un capitolo più lungo, contenti? Chissà cosa combinerà B-8 a scuola... Ve lo diremo nel prossimo capitolo!
Un bacio a chi ci segue, recensisce o chi ha messo la nostra storia tra le seguite  o preferite. Grazie mille!
Alla prossima,
                       L_B__ & LadyMary

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 - Bulma Brief! ***







- Bene, domani ti dovrai svegliare presto!-.
- Non vedo l'ora-.
Detto questo, le due ragazze andarono ognuna nelle rispettive stanze e si abbandonarono tra le braccia di Morfeo.






10. BULMA BRIEF!




- Buongiorno Chichi- salutò emozionata l'azzurra.
-  Ehi ciao! Come mai sei sveglia a quest'ora?-.
- Sono troppo emozionata, non vedo l'ora di andare a scuola-.
- Ma guarda che sono appena le 6:30 del mattino-.
- E a che ora si va?- chiese.
- Alle 8:00 bisogna essere in classe- le rispose la mora.
- Ah, ok. Allora vado a dare una pulita alla camera di Vegeta-.
L'azzurra, appena varcata la soglia della stanza, scorse nel letto matrimoniale, una sagoma distesa che si muoveva ininterrottamente.
- Shht, silenzio, non devo fare rumore; se quello si sveglia è capace di sbranarmi viva! Sono in una zona delicata della stanza. Cavolo, sembra un campo di battaglia! Sembra che lo fa apposta a mettere tutto in disordine. Eh già eh! Tanto sono io che pulisco tutto il suo lerciume!- sussurrò B-8 ad una persona immaginaria
.
Stava camminando a tastoni contro il muro, quando inciampò in qualcosa, cadendo rovinosamente a terra.
- Ahia! Che male!-  esclamò tastandosi il sedere per vedere se era tutto intero.
- Ehi ragazzina, stai più attenta- la rimproverò Vegeta.
- S-scusa- riuscì a biascicare.
- Che ci sei venuta a fare in camera mia, eh?-.
- Niente di importante, volevo solo pulirtela, e poi volevo ringraziarti per avermi salvata da Genew- rispose imbarazzata la turchina.
- Tsk, ma cos'hai capito?! Guarda che non volevo salvarti, volevo solo combattere contro quello che tu chiami Genew- controbatté Vegeta, rispondendo freddamente alla ragazza.
Il viso di B-8 era indecifrabile. Cambiò molte espressioni sul suo volto, durante quella conversazione, che, sforunatamente per lei, aveva preso una brutta piega. Sul suo viso cominciarono a scendere copiosamente delle lacrime amare, difficili da trattenere, ma facili da lasciar andare.
Il moro se ne accorse e sentì una stretta al cuore. Perché? Perché gli dispiaceva? Perché non la cacciava via dalla sua stanza? Non riusciva a comprendere il sentimento che provava in quel momento, siccome non l'aveva mai provato prima d'ora. Era forse rabbia, odio, risentimento, menefreghismo....? No, non era nessuna di queste... Era forse... Compassione? Si maledisse subito per aver solo pensato che lui potesse provare compassione per lei, per la ragazza venuta dal mare, insomma, lui non provava dei sentimenti buoni, non era da lui abbassarsi a quei livelli. Possibile che lo stesse lentamente cambiando?

Quando scese per fare colazione, era immerso ancora nelle sue riflessioni, quando Chichi domandò a B-8:
- Dobbiamo darti un nome se ti vuoi iscrivere a scuola?-.
- Non saprei, non ne ho idea, ma forse è meglio sceglierlo-.
- Mmmmm... siccome ti chiami B-8, è ovvio che dobbiamo scegliere un nome con la B... Ci sono!- disse Chichi battendo un pugno su una mano -  Ti chiamerai Bulma!-.
- Bulma?!- chiese stranita - sì, mi piace!-.
- Ehi Vegeta, che te ne pare?-.
Improvvisamente il moro rimandò le sue riflessioni non appena avrebbe avuto un momento libero.
- Qualsiasi nome avresti scelto sulla faccia della Terra avrebbe fatto schifo, soprattutto questo- rispose acido .
- Sempre gentile, come al solito d'altronde. Ora basta parlare, è il momento di andare a scuola!- urlò Chichi, entusiasta di passare un altro giorno nella sua vecchia e cara scuola.
- Ok, ma non so se farò bella figura-.
- Non ti preoccupare Bulma, io, il mio fidanzato e tutti gli altri ti aiuteremo, e scommetto che ti ambienterai in fretta- la rassicurò la mora.

Appena varcata la soglia della classe, il professor Muten presentò la nuova compagna di classe a tutti gli alunni, seduti nei rispettivi banchi.
- Ragazzi, lei è Bulma, spero vivamente per voi che la tratterete bene, VERO?-.
Tutta la classe annuì silenziosamente, tutti avevano timore del prof. Muten, soprattutto quelli che stavano nelle prime file di banchi.
- Come si chiama di cognome?- le chiese gentilmente.
- Ehm... B-Brief, signore- rispose tremante, in cerca dello sguardo dell'amica mora.
- E perché lo dice così, scusi?-.
- Eh, sa com'è, è l'emozione!-.
Il prof. parve crederle, così la lasciò andare al suo posto, accanto a Vegeta.
- Ehi Radish, ma quella non é mica l'ospite di Vegeta?- chiese a bassa voce il ragazzo pelato per non farsi sentire dal prof.
- Sì, è vero! E' quella che aveva il vestito azzurro e il cappello nella foto! A quanto pare ce l'avremo in classe con noi-.
- Bene ragazzi, non perdiamo tempo. Prendete il libro di testo di algebra a pagina 423 - e così iniziò a spiegare la regola di Ruffini e il teorema del resto.

- Brief, tsk, che cognome assurdo- commentò Vegeta prima di prendere il libro dalla cartella.
- Sta zitto! Tu non sai niente di cosa mi sia successo, e dubito fortemente che tu abbia capito cos' ho passato in tutta la mia vita! Per te è facile dire così perchè tu un cognome ce l'hai, invece io, per tutta la mia esistenza, non ho mai avuto né un nome né un cognome, ho dovuto improvvisare e di sicuro non sei nella condizione migliore per prendermi in giro, visto tutto quello che mi hai fatto fino ad ora!- disse a bassa voce Bulma, sputando in faccia a Vegeta tutto quello che pensava, senza peli sulla lingua.
Appena disse quella frase, si alzò, abbandonando il suo posto e cominciò a correre, uscendo dalla classe, dirigendosi nei corridoi.
Vegeta, ancora sbalordito dalle sue parole veritiere, ma soprattutto della reazione di Bulma, spercepì ancora quella sensazione che aveva sentito quella stessa mattina. Avrebbe dovuto ascoltare il suo cuore e rincorrerla, o ascoltare il suo orgoglio e rimanere al suo posto?

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 - Primo giorno per Bulma Brief! ***


11. PRIMO GIORNO PER BULMA BRIEF!
P.O.V. Vegeta
Vidi uscire dalla classe quella ragazza dai capelli turchini, e una voglia improvvisa di raggiungerla, chiederle scusa per tutte le offese da me dette, rassicurarla, e riaccompagnarla in classe mi pervase, ma poi pensai che avevo una reputazione da difendere, oltre ad essere la persona meno adatta per per compatire e consolare. Due parti di me erano in conflitto fra di loro: c'era ua parte di me che si sentiva terribilmente male nel vederla scappare, fuggire da me, mentre l'altra parte è quella che voleva farmi mantenere l'apparenza di ragazzo freddo ed insensibile. Purtroppo però, fu quest'ultima a vincere, per colpa del mio orgoglio, che mi impediva di fiondarmi su di lei e riportarla indietro, perciò rimasi seduto al mio posto, guardando il prof. uscire per riportarla in classe.
 *** *** *** ***
Il prof. Muten spiegava nei minimi particolari la regola di Ruffini [ho scelto quest'argomento perchè è simpaticissimo(?) e anche perchè è l'unico che ho capito bene. nda L_B__], mentre, guardando la classe, si capiva che l'interesse di quest'ultima era del tutto assente, ed era concentrato verso la nuova arrivata. Al contrario, Bulma, era l'unica che era totalmente assorbita da quella lezione così noiosa per loro, ma così interessante per lei. 
Da quando era rientrata in classe, convinta dal professore, non aveva proferito parola, e con dedizione e attenzione si era messa ad ascoltare la lezione che si stava svolgendo, ignara degli sguardi che le lanciava Vegeta. Poco dopo, per la fortuna della classe, suonò la campanella.
- Ragazzi, prestate attenzione a quello che vi dico: guardate che martedì interrogo su tutto quello che ho spiegato oggi- annunciò il prof Muten, uscendo dalla classe.
Intanto, sull'uscio, si affiancava la professoressa Baba, insegnante di storia, che subito fece l'appello, soffermandosi sull'ultima arrivata.
- Allora ragazzi, oggi voglio fare una bella interrogazione sull' età di Pericle e sulle guerre del Peloponneso- e dopo quest'affermazione la classe ammutolì di colpo.
- Ora vediamo un po' a chi manca il voto... Vegeta! Su vieni fuori, facci sognare!- lo derise Baba.
Il moro si alzò dal posto e si diresse con passi lenti verso la cattedra.
- Vediamo... cominciamo. Cos'erano la lega di Delo e la lega Peloponnesiaca?-.
Vegeta (ovviamente) non aveva studiato, ma mai e poi mai avrebbe accettato dei suggerimenti, anche perchè la classe non ne aveva intenzione di darne, ma all'improvviso sentì una voce femminile sussurrare:
- La lega di Delo erano l'insieme delle città che finanziavano Atene, mentre la lega Peloponnesiaca o lega del Peloponneso era l'insieme delle città che finanziavano Sparta-.
No, non poteva farsi suggerire, piuttosto avrebbe fatto scena muta e prendere un bel 2, non  doveva farsi suggerire, da sua sorella poi! Però doveva ammettere che era strano che sua sorella sparasse suggerimenti gratis, infatti quest'occasione la prese al volo, ripetendo tutto ciò che aveva sentito.
- Bene, bravo, hai studiato. Ma ora vediamo se sai rispondere a questa domanda: Quando morì Pericle e quali erano le o la causa/e. Se rispondi giusto a questa domanda, ti darò un 7 pieno-.
- Allora cominci a segnarlo sul registro- la provocò Vegeta.
- Prima dammi la risposta-.
- Pericle morì nel 429 a.C. per un'epidemia che scoppiò in Grecia in quel periodo- disse tutto ad un fiato, con un ghigno di scherno stampato sul volto.
- Bene, te lo meriti, anche se mi costa un'enorme fatica mettertelo sul registro-.
- Beh, d'altronde ho "studiato" tanto per ottenerlo- disse sarcasticamente, enfatizzando eccessivamente sulla parola "studiato".
- Per questa volta ti è andata bene, ma alla prossima interrogazione sarò più agguerrita che mai, ricordatelo. Io ti tengo d'occhio Vegeta, sempre- e detto questo si dileguò tra i corridoi dell'istituto.
Dopo quell'interrogaizione, ebbero geografia, inglese e informatica, le quali passarono tutte e tre senza problemi e soprattutto, senza interrogazioni; e ben presto venne il momento di tornarsene a casa.
- Allora, che te ne pare della scuola?- chise curiosa Chichi.
- E' davvero bellissima, soprattutto quella materia, com'è che si chiama.... algebra, giusto? Quella sì che è interessante!- si estasiò l'azzurra.
- Sì, è vero, è bella l'algebra, ma devi stare il più lontano possibile da quel prof.-.
- Perché?- chiese incuriosita.
- Perchè quello ci prova con le studentesse, soprattutto se sono nuove e che non conoscono bene la zona- le rispose rapido Vegeta.
- Aproposito, perchè sei andato dalla prof?-.
- Perchè dovevo essere interrogato- rispose scocciato il moro.
- Grazie tante, ne so quanto prima- ribattè Bulma, facendo una faccia da finta offesa a dir poco irresistibile e divertente.
- Vuol dire che dimostri di aver studiato e poi la prof. ti da un voto da uno a dieci-.
- Allora, siccome hai preso sette, dovevi essere stato piuttosto bravo!- esclamò.
- Mph- riuscì a biascicare, prima che le sue gote si acendevano di un rosso acceso.
I tre ragazzi avevano appuntamento con Goku, Crili e C-18 al parco di fronte alla scuola alle 13:05, per poi andare al bar a mangiare qualcosa.
- Allora, voi cosa prendete?- chiese gentilmente Crili.
- Paghi tu, Crapa pelata?-.
- Ma certo!- rispose deciso.
- Allora io prendo tutto!- esclamò Vegeta, in modo "scherzoso".
- Forza decidetevi- li interruppe la sorella, stanca di dover sopportare le battutine del fratello.
- Io e Vegeta prenderemo il solito- annunciò Goku guardando il menù.
 - Io e C-18 prenderemo il panino kebab, vero?- domandò la mora. (io ho provato "per sbaglio" a mangiarlo prima di fare una partita a pallavolo e io e una mia amica siamo crollate a terra al secondo set da quanto era pesante nda L_B__)
- Certo!-.
- E tu ragazzina? cosa mangi?- le chiese burbero il moro.
- Ehm... questa qui!-.
- Un insalata?! E basta?- chiese sbalordito Vegeta.
- Ehm.. sì perchè devo mantenermi in forma!- mentì spudoratamente l'azzurra.
Intanto il cameriere prese gli ordini dei ragazzi e dopo neanche dieci minuti il loro pranzo era già in tavola, apparecchiato con tutto il necessario, perfino olio, sale e aceto.
- Uuuuurca! Che buono!-
- Ehi Kaharot, tieni i tuoi commenti per te!-.
- Sta zitto e mangia!- lo rimproverò la sorella.
- Chichi, nel tuo panino c'è la cipolla?-.
- Sì, nel tuo?-.
- Nel mio no, è strano! Ehi, Crili, che mangi?- disse poi rivolgendosi all'amico.
- Pizza ai 4 formaggi-.
- Che c'è Bulma, perchè non mangi?- chiese curioso Goku.
La ragazza intanto era concentrata a fissare l'oggetto davanti a sé con molta attenzione, cercando di capire che cosa fosse e cosa potesse servire. Non ne aveva mai vista una prima d'ora.
- Guarda che quella è una forchetta-.
- Una sorchetta?-.
- Ma no Bulma, con la f, si chiama forchetta- rispose con calma la bionda.
- E a cosa serve?-.
- Ma in che mondo vivi?! Serve per mangiare e infilzare il cibo!- sbottò irato il moro.
- Scusa tanto se dove vivevo io mangiavo con le mani, pergiunta ammanettate!-.
-...- il ragazzo dai capelli all'insù si stava davvero arrabbiando, (ma di brutto brutto brutto, eh?) ma non per colpa di Bulma, ma per quelli squilibrati che la tenevano prigioniera, senza darle un briciolo di educazione e soprattutto, trattandola come un animale.
- Il mio carceriere veniva una volta al giorno a darmi il "cibo" in un vassoio di metallo e me lo buttava all'interno della cella, facendone uscire quasi tutto il contenuto. Poi avevo una bacinella d'acqua che doveva servirmi per tutta la giornata come acqua da bere, e, quando pioveva, stavo ore ed ore con il braccio fuori dalle sbarre per raccogliere più acqua possibile-.
Dopo questa dura rivelazione, tutti smisero di mangiare (eccezione fatta per Goku che si stava ingozzando) per osservare quella ragazza dall'esistenza difficile.
- Che vi prende?! Mangiamo!- disse con aria molto più serena, però, ancora visibile nel suo volto, c'era una maschera di tristezza incredibile, che Vegeta non si fece sfuggire.
Dopo che Crili ebbe pagato il conto, ognuno tornò a casa propria per cenare e svolgere i compiti assegnati a stessa mattina.
Continua...

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 - Vuoi provare? ***












12. VUOI PROVARE?



- Bulma, Vegeta, svelgiatevi!- urlò Chichi già sveglia e vestita di tutto punto con la divisa scolastica tutta in ordine, con il suo immancabile foulard giallo.
- Arrivo Chichi- rispose B-8, ehm ehm Bulma, appena sveglia.
- Ehi Chichi, potevi startene anche zitta, tanto mi stavo già alzando- mentì spudoratamente Vegeta, rispondendo nella meniera più delicata possibile.
- Sì sì, come no?! Se devi fare colpo sulla nostra ospite ti informo in anticipo che non ci stai riuscendo proprio per niente- disse mentre strizzava l'occhiolino a Bulma, che era appena entrata in cucina, provocandole un rossore sulle sue gote, ma non un rossore di imbarazzo, di ira, ma pensò che era meglio stare zitta, se avesse detto qualcosa, si sarebbe ritrovata fuori da quella casa con tutti i suoi vestiti.
- Ehi donna, donna, sto parlando con te! Ma... mi senti?-.
- Certo che ti sento brutto scimmione! E poi sei proprio rozzo, lo sai? Io ho un nome sai? Mi chiamo Bulma io! B-U-L-M-A! Capito?- gli gridò, alzando poi le spalle, provocando una grossolana risata da parte dell'amica.
Dopo pochi minuti tutti e tre uscirono da casa, dirigendosi con calma verso la scuola.


Appena varcarono la soglia dell'aula, ogni alunno prese posto al proprio banco. Vegeta e Chichi sapevano che quell' ora sarebbe stata il preludio di uno spargimento di 4 scritti in rosso sul libretto dei voti.
- Buongiorno ragazzi, oggi farò una cosa di cui non ho ancora sperimentato-.
Quell'uomo, il professor Collins è un prof di letteratura, ed è un uomo alto, occhi castani, capelli grigi e... qualche piccolo difettuccio: occhiali leopardati, dentatura da far paura (ma non nel senso che sia bella, mettiamo le cose in chiaro), peli nelle orecchie e denti ingialliti.(in poche parole vi sto descrivendo il mio ex prof di tecnologia nda L_B__). Insomma, un uomo da far paura persino a Samara Morgan (vedi The ring).
Ha sperimentato tutti i metodi di interrogazione: dal posto, da cui è molto facile farsi suggerire, alla cattedra, cioè senza via di scampo, a coppie, (sempre peggio perchè quando si è interrogati a coppie, il prof ti chiede sempre le cose che non hai studiato   nda L_B__), oppure interrogazione a tappeto.
- Allora, oggi interrogherò Woo, Hoshina, Holmes, Lianovna, Prince e Brief, soprattutto lei perchè vorrei sapere fino a che punto è arrivata con il programma e mettersi in pari come gli altri se fosse stata più indietro-.
I ragazzi si avvicinarono alla cattedra, i ragazzi erano tutti stranieri, a parte Vegeta. Richard Woo è un ragazzo americano, Mikuru Hoshina viene dal Giappone, Arthur Homes dalla Scozia, uno dei migliori della classe, e infine Elizaveta Lianovna, che viene dalla Russia (se volete uccidere qualcuno per i nomi non uccidete me, è stata la mia compare a farlo, però se vi sono piaciuti allora sono stata io a sceglierli XD nda  L_B__).
- Prince, cominciamo con lei... che cos'è il romanticismo?-.
Vegeta non era uno studioso coi fiocchi, anzi, diciamo che non studiava neanche, a parte in quell'occasione in cui non sapeva la risposta, perciò fece scena muta.
- Passiamo a qualcun'altro... Holmes!-.
- Il romanticismo è una corrente letteraria che nacque in Francia, deriva dal realismo e rappresenta situazioni verosimili. In questo genere lo scrittore analizza le situazioni che racconta in modo oggettivo-.
- Bravo, vedo che hai studiato, ora Brief, che cosè' il narratore omniscente?-.
Bulma, a quelle parole si irrigidì di colpo perchè non aveva mai ricevuto un'istruzione, e, chiaramente, non sapeva la risposta.
La ragazza assunse un tono serio e cominciò a pensare, fino a quando non le venne in mente un'idea, non molto corretta, ma utile: il suo potere. Lei sapeva che non doveva usarlo in situazioni sciocche come questa, ma per salvare la faccia avrebbe anche osato tentare. Tanto cos'aveva da perdere in fondo? Si concentrò attivandolo, pensando:
"Passa ad un altro studente, e dimenticati di avermi chiamato, subito!"
- Ehm, bene, Lianovna, passiamo a lei-.
Il piano aveva funzionato, infatti il prof sembrò essersi dimenticata che Bulma fosse interrogata, tanto che quando Collins diede i voti, tutti al di sotto del 6, tranne Vegeta che aveva preso 6 e mezzo, non la richiamò, facendola andare al posto.
All'uscita della scuola, Vegeta, che aveva notato ciò che era successo quella mattina, le chiese:
- Come hai fatto? La prof ti ha completamente dimenticata!-.
- Ho usato un trucchetto- gli rispose facendogli l'occhiolino.
- Il tuo potere, eh? Sei stata tu che le hai fatto dire le domande di cui sapevo la risposta?-.
- Già, ieri, mentre pulivo il corridoio ti ho sentito che studiavi, quindi, siccome ho capito che la prof faceva domande di cui sapevi la risposta agli altri, ho attivato il mio potere, così gliele ho fatte chiedere a te-.
- Non ti aspettare che io ti ringrazi perché non lo farò-.
- Guarda che ti conosco quanto basta per capire che sei un tipo orgoglioso, che sta in disparte, lontano dalle persone, eccetto i tuoi seguaci, a proposito, quello pelato mi sembra proprio carino!-.
- Non ti azzardare a dirlo neanche per sogno!-le sbraitò in faccia il moro. 
- E perché scusa? Sei geloso perché queste cose non le ho dette a te?-.
- Lui, quando conosce una ragazza, se la porta a letto finché non è stanco, poi la molla e ne passa ad un'altra-.
- E tu non sei questo tipo di ragazzo?-.
- Perché, vuoi provare?- le chiese con uno sguardo malizioso.
- Massì, perché no? Magari può essere divertente- gli rispose senza malizia sul suo viso, non capendo l'espressione "se la porta a letto finché non è stanco".
Vegeta rimase di stucco dalla risposta  dell'azzurra, che gli aveva tenuto testa senza difficoltà.




CONTINUA...

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 - Tanto ingenua quanto bella ***

















- Non ti azzardare a dirlo neanche per sogno!-le sbraitò in faccia il moro.  
- E perché scusa? Sei geloso perché queste cose non le ho dette a te?-.
- Lui, quando conosce una ragazza, se la porta a letto finché non è stanco, poi la molla e ne passa ad un'altra-.
- E tu non sei questo tipo di ragazzo?-.

- Perché, vuoi provare?- le chiese con uno sguardo malizioso.
- Massì, perché no? Magari può essere divertente- gli rispose senza malizia sul suo viso, non capendo l'espressione "se la porta a letto finché non è stanco".

Vegeta rimase di stucco dalla risposta  dell'azzurra, che gli aveva tenuto testa senza difficoltà.












13. TANTO INGENUA QUANTO BELLA







- Bene, se la metti così allora ti aspetto in camera mia...- le rispose un Vegeta alquanto malizioso.
- D'accordo, alle 21:00?-.
- Perfetto-.
Si misero d'accordo sull'orario in cui si sarebbero dovuti vedere, poi cominciarono ad avviarsi verso la strada di casa. iccome regnava un silenzio tombale tra i due giovani, fu Bulma a ruppere il silenzio creatosi:
- Sai Vegeta, stanotte ho fatto un sogno davvero strano-.
- Tsk, non mi interessa- ribatté il moro dai capelli a fiamma, ma la turchina continuò.
- Ho sognato che la casa tua e di Chichi veniva sommersa d'acqua perché si era rotto l'impianto del water, ma noi non parlavamo in italiano, parlavamo in inglese, e per aiutarmi a capire c'erano i sottotitoli nella nostra lingua. Poi ero andata in cantina e trovai un animale stranissimo, un esemplare di Hippofante femmina, che aveva all'incirca 14 o 15 anni. Era veramente bassa e brutta, con il pelo nero e arancione, e aveva una voce sgraziata e irritante (Sai di chi stiamo parlando, vero LadyMary?) e continuava a mangiare le porcherie che avevamo lasciato tempo fa. Dopodiché sono andata dal macellaio e gliel'ho venduto per 29000 zeni, portai a casa i soldi e sturammo il water che tu avevi intasato-.
- Che sogno scemo-.
- Secondo me ha un senso-.
- E quale sarebbe?-.
- Quello di non buttare troppa carta igienica nel tubo di scarico, oppure ti  ritroverai con la casa allagata-.
I due scolari giunsero a casa verso il tardo pomeriggio, visto che si erano fermati a prendere un gelato con Goku e Chichi e tutta la compagnia, ma Vegeta, stanco di essere sempre costretto a stare con gli amici frivoli di sua sorella, tornò a casa con Bulma, la quale non aveva ancora imparato la strada a memoria.
- Ehi B-8, fammi da mangiare!- ordinò "gentilmente" Vegeta.
- Quante volte te lo devo dire che ora mi chiamo Bulma?! Stupido scimmione, nessuno te l'ha fatta imparare un po' di educazione civile?!- sbottò irata la ragazza.
Ad un certo punto si sentì squillare il telefono, al quale Vegeta rispose appena in tempo.
- Ehi ciao Vegeta! Mi potresti passare due secondi Bulma?-.
- No che non te la passo. Al momento è occupata con la cena, non può rispondere-.
- Allora le puoi dire che non tornerò per stanotte? Rimarrò a casa di Crili per spiegargli le cose che non ha capito in classe, ma ti avverto: invita le tue "amichette" cheerleader o del club di pittura o disegno e giuro che vengo a prenderti a suon di calci nel sedere, ti faccio uno sparticulo e ti faccio sventolare vicino alla bandiera dell'Italia che hai in camera tua!- gridò furiosa Chichi.
- Non ti preoccupare, per stanotte ho altro da fare, risparmiati la fatica-.
E detto questo chiuse la chiamata senza neanche salutare.

POV Vegeta

Appena chiusi la chiamata mi accorsi che quella ragazzina aveva già finito di disporre il cibo sulla tovaglia, così mi avvicinai al mio posto, mi sedetti e le dissi ciò che mi aveva detto quella pazza sclerata di mia sorella, omettendo ovviamente la seconda parte del discorso. Erano le nove meno dieci, così divorai tutto quello che c'era sul mio piatto, siccome pensavo di non riuscire a finire tutto quel ben di dio che aveva preparato quella mocciosa dai capelli azzurri, tsk, che colore assurdo, ma d'altronde lei è un esperimento, no? Che importanza aveva?
Guardai per l'ennesima volta l'orologio appeso alla parete e notai che era ora di divertirmi, così mi alzai, la presi per un braccio e la trascinai in camera mia. Lei ovviamente protestò e si dimenò, ma non badai molto alle cose che mi urlava dietro. Lei voleva provare a farlo, e io l'avrei accontentata. Con questo ultimo pensiero che occupava la mia mente, la presi per le spalle e la accompagnai fino al bordo del letto, facendola sedere. Appena mi avvicinai a lei, come per istinto indietreggiò, arrivando allo schienale del letto, attaccato al muro. Mi avvicinai a lei con fare da predatore, avvicinando le mie labbra al suo collo, ma ad un cert punto, terrorizzata mi chiese:
- In che cosa consiste il "portare a letto una ragazza?"-.
Io rimasi in silenzio, non capendo la logica contenuta in quella domanda. Poi mi chiese all'improvviso:
- Che cosa vuol dire fare l'amore?-.
Mi sorpresi. Come cavolo le è venuta in mente quella domanda così assurda?
Poi però mi svelò la fonte dei suoi dubbi.
- Vedi, Chichi mi ha detto che una volta ha fatto l'amore con Goku, ma non mi ha spiegato in cosa consisteva questo "fare l'amore". E' una cosa brutta? E' pericolosa?-.
Rimasi di stucco quando me lo chiese. Non per la domanda in se, ma... Cosa ci trovava Chichi in Kaharot? E' un idiota assurdo, e poi mi chiesi che cosa ci trovasse Kaharot di così bello in mia sorella, è una pazza isterica! Nessuno se la prenderebbe (a parte lui).
Per rispondere a quella domanda posta con così tanta ingenuità, le risposi nel modo più poetico possibile:
- Beh... Vedi, le due persone si fondono in un unico corpo e la loro anima diviene una sol-. di colpo mi interruppe chiedendomi per l'ennesima volta:
- Ma allora le donne come fanno a rimanere incinte?-.
- Il maschio, se va troppo vicino alla femmina, le mette in pancia un bambino- le risposi con imbarazzo crescente.
- Non ci credo, Chichi e Goku mi hanno detto che lo porta la cicogna!-.
Oddio, ditemi che non l'ha detto!
- Ti dico di no! Io sono molto esperto in queste cose! Se loro ti hanno detto così, spiegami perché le donne vanno all'ospeda e sono stanche quando i medici danno loro il bambino- sbottai, ma con aria soddisfatta, credendo che se ne restasse zitta a pensare, ma invece, come sempre aveva la risposta pronta anche per questo.
- Beh, perché sanno che la cicogna deve andare all'ospedale, e la donna corre perché è in ritardo, poi arriva stanca in ambulatorio e infine le danno il suo bambino- mi rispose con aria soddisfatta.
- Ora... spiegami perché le donne gridano prima di prendere in braccio il bambino- le chiesi con esasperazione.
- Beh... non so esattamente il motivo, però credo che sia clpa della cicogna che è arrivata in ritardo-.
Infine, con aria rassegnata, le feci l'ultima domanda:
- Allora perché le donne ingrassano durante la gravidanza? Cosa contiene la loro pancia?- a quella domanda esultai mentalmente, credendo di averla messa con le spalle al muro, cosa che non successe.
- La loro pancia contiene gas e ingrassano perché respirano troppo con la bocca. Mi spiego meglio. Loro respirano con la bocca, poi deglutiscono l'aria e infine si gonfiano, semplice. Come fai a non sapere queste cose?-.
Non ci posso credere a quello che ha appena detto! E' talmente ingenua che non sa nemmeno che una donna deve partorire per far uscire un bambino... dopo Chichi mi sentirà. Ma che cavolo le è venuto in mente di dirle quella fesseria! Se non sbaglio quella ragazzina dovrebbe avere la nostra età e non sa nemmeno cosa vuol dre fare l'amore, ammesso che lei ne abbia ricevuto prima d'ora, ma ne dubito fortemente. Adesso che ci penso mi è passata la voglia di divertirmi con lei. Non avevo mai pensato di farlo con un esperimento con dei poteri paranormali, è una cosa eccitante, ma resta il fatto che ora non ne ho voglia. Mi sono accorto da poco (e non sono l'unico) che il mio flusso di "amiche" è sceso vertiginosamente a quando Bulma è entrata nella mia vita. Tsk, che cavolo me ne frega di quella lì, è persino più ingenua di Kaharot. E con questo ultimo pensiero che mi ronzava ancora in testa, la congedai dicendo che non ne avevo più voglia e che sarei uscito per la notte.
Girovagai per le strade buie della città, pensando a come quella ragazza mi stesse lentamente cambiando, caratterialmente intendo. Prima ero il Vegeta che se ne fregava di tutto e di tutti, non lasciava intravedere niente del suo carattere se non sentimenti negativi verso coloro che mi stavano vicini, ma da quando è arrivata Bulma in casa nostra, l'atmosfera è cambiata, è più felice e serena, e si vede a vista d'occhio. E non è cambiata solo quella. Anche io sono cambiato. Ora non provo solo disprezzo, rancore, odio o vendetta, provo altri sentimenti a cui non so dare a ncora un nome, ma presto lo scoprirò. Non è vero che non mi importa niente di lei, ma è solo che lei si comporta in un modo strano nei miei confronti, e io non so perché, ma questa cosa non mi dispiace. Continuando a riflettere su di lei, mi accorsi che non la avevo mai giudicata dal punto di vista estetico. A perte lo stranissimo colore di capelli, potevo dire che era accettabile, anzi, che dico, era stupenda. Era molto proporzionata e aveva tutte le curve al posto giusto, e paragonandola alle mie amiche, lei non era niente in confronto a loro. Forse perché lei ha un non so che di irresistibile e non ha una mente perversa che pensa solo a "quello", come la maggior parte delle compagne di classe, il che la rende naturale e unica. Dopo quasi tre ore di riflessione per le vie cittadine completamente deserte, ritornai alla mia umile dimora, dove ci sarebbe stata il soggetto di tutti i miei pensieri. Aprii la porta d'ingresso, ma non la vidi né in giro, né sul suo materasso, così entrai in camera e lì la vidi: era bellissima, la più bella creatura che avessi mai visto (dopo di me, questo è certo). Intuii che si era fatta la doccia dopo che ero uscito, visto che indossava il mio accappatoio, e notai che i capelli lunghi e ancora bagnati ricadevano fluenti sul mio cuscino, ma notai anche qualcos altro. Aveva gli occhi arrossati e le sue gote eranobagnate da delle lacrime, che alla fine sono ricadute sulla coperta blu. nche se dormiva placidamente, le asciugai le guance con il pollice con fare premuoso, ma appena staccai la mia mano dal suo viso, lei aprii gli occhi e si buttò letteralmente contro di me, abbracciandomi e piangendo. La staccai lentamente da me, la guardai negli occhi e le consigliai di andare a riposarsi in vista dell'interrogazione del giorno dopo. Lei obbedì e (con ancora il mio accappatoio indosso) se ne tornò a dormire.











CONTINUA...


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Capitolo 15
*** Capitolo 14 - Un tragico incidente e un valido motivo per starle accanto ***









14. UN TRAGICO INCIDENTE E UN VALIDO MOTIVO PER STARLE ACCANTO








Mi svegliai di soprassalto, tormentato dall'immagine di Bulma che piangeva durante il sonno. Cercai di riaddormentarmi, ma ormai i miei occhi non ne volevano sapere di chiudersi per tornare fra le braccia di Morfeo, così decisi di rimanere sveglio e perché no, studiare matematica per l'interrogazione che si sarebbe svolta da qui a poche ore. Presi in mano il libro di testo, ma non riuscivo a concentrrarmi, sia per l'immagine di Bulma che piangeva nella mia mente, sia perché non ci capivo niente di quello che stavo leggendo. Sentii un rumore improvviso venire dalla cucina, così smisi di fare quello che stavo facendo e andai a controllare chi era che faceva tutto quel baccano. Appena giunsi in cucina non vidi nessuno, ma pochi istanti dopo, da terra si rialzò Bulma, la quale si massaggiava continuamente la testa, lamentandosi del dolore. Le chiesi cosa si era fatta, e mi rispose che le era caduto un ciondolo sul pavimento, e per rialzarsi aveva sbattuto la testa contro lo spigolo del tavolo; quando tolse la mano dalla nuca, notai che le usciva un po' di sangue, ma niente di grave, la medicai e ritornò come nuova.
Però c'era un dubbio che continuava a tartassarmi la mente: perché Bulma piangeva? Io non le avevo fatto niente di male in questi ultimi tempi, perciò io non c'entro niente, potrebbe essere la scuola... no, lei andava bene in tutte le materie, a parte in inglese. Non riuscendo più a contenere la curiosità che mi divorava sempre di più, secondo per secondo, decisi di chiederglielo:
- Perché stanotte piangevi?- le ho chiesto in un modo, forse un po' troppo brusco. Prima che lei mi desse la risposta, vidi i suoi occhi inumidirsi di lacrime che a stento riusciva a trattenere.
- Perché?! E me lo chiedi pure?! Sono stufa marcia di questa situazione! Io ti voglio bene e non mi sembra giusto che tutto quello che faccio risulti inutile, come quando sporchi di proposito la tua camera, oppure contnui a pretendere cibo anche se non hai fame... So che tu non ricambi i miei stessi sentimenti, ma ho una dignità anch'io! Non puoi chiamarmi per sempre ragazzina, perché un giorno crescerò, non puoi chiamarmi donna perché non lo sono ancora diventata, non puoi chiamarmi mocciosa perché lo sono già stata... ti chiedo solo di chiamarmi con il mio nome, poi non mi importa di cosa dici o pensi di me, voglio solo che mi chiami con il nome che Chichi ha scelto per me... solo questo. Poi tutto di tutto il resto non mi importa- abbassò la voce, fino a quasi diventare un sussurro, poi, come una mocciosa, cominciò a tirare su con il naso rumorosamente, fino a quando non le passai un fazzoletto che era sul tavolo.
Io le risposi:
- Non mi interessa cosa dici, io ti chiamo come mi pare e piace. Se ti chiamo mocciosa è perché sei la mia mocciosa, se ti chiamo ragazzina è perché sei la mia ragazzina, e se ti chiamo donna è perché sei la mia donna-.
Quanto stimo questa ragazza, è tremendamente cocciuta e caparbia, mi fa molta tenerezza, così la osservai per qualche secondo, lei doveva essersi accorta del mio sguardo indagatore così alzò la testa verso di me, incatenando il suo sguardo al mio, il quale si era perso nelle sue iridi cerulee che mi penetravano fino nel profondo della mia anima scovando tutte le mie paure e tutti i miei dubbi. Senza neanche accorgermi di quello che stavo facendo, allungai le braccia e la abbracciai con fare protettivo, gesto per chiederle scusa  per quello che le avevo fatto, ma lo facevo solo per averla intorno ed osservarla anche nel suo più piccolo ed insignificante gesto, ma sapevo che questa non era una motivazione valida per il mio comportamento. Il flusso dei miei pensieri venne interrotto dalla voce della persona che tenevo fra le mie braccia forzute, che risultava molto più tranquilla e serena rispetto a prima, forse perché ha capito che quello era un modo per farmi perdonare, visto che il mio orgoglio me lo impediva.
- Che ne dici se ripassiamo matematica insieme?-.
- Mpf- reso noto anche come "si, va bene".
Aprimmo il libro alla pagina della regola di ruffini, Bulma prese un foglio e cominciò a fare qualche esercitazione. Appena finì il secondo esercizio, ammisi che non avevo capito un'emerita cippa e lei si infuriò come non mai, riproverandomi di non averglielo detto prima.
Si mise a spiegarmi l'argomento dell'interrogazione, e non sapevo neanche come, ho capito tutto quello che mi diceva.
Forse perché spiegava bene.
O forse perché era lei che spiegava.
Fatto sta che imparai, oltre alle definizioni, anche a fare gli esercizi, e tutto questo grazie a lei, che con MOLTA pazienza e calma, è riuscita non solo a farmi capire l'argomento dell'interrogazione, ma è riuscita anche a sciogliere il mio cuore da quel ghiaccio che si è formato (che ho formato) sin da quando ero piccolo. Con non poche difficoltà è riuscita a rendermi una persona migliore, interiormente intendo, superando molti ostacoli che io credevo invalicabili fra i quali l'odio, il disprezzo, il disgusto, e il più importante di tutti, che non so se riuscirà nella sua impresa, quello dell'orgoglio, lo stesso orgoglio che mi impediva di abbracciarla, stringerla e dirle cosa provavo per lei.
- Senti Vegeta, che ne dici di cominciare ad andare a scuola, sono già le... Oh mio dio, sono le otto meno un quarto! Dobbiamo muoverci!-.
- Non ti preoccupare, ho la mia macchina, possiamo arrivare a scuola con un leggero ritardo- le dissi calmo.
Detto questo cominciammo a correre come due pazzi per arrivare alla macchina, che era dall'altra parte della strada, salimmo e io feci una sgommata che lasciò il segno sull asfalto.


In classe...

Gli alunni cominciarono a prendere posto nei rispettivi banchi, mentre Chichi e C-18, chiaccheravano tranqille sedute ai loro posti.
- Ehi Chichi, come mai sono in ritardo?- le domandò incuriosita la bionda.
- Di sicuro quei due dormiglioni non avranno sentito la sveglia- rispose rassegnata la mora.
Il professore entrò in classe e gli amici dei due scolari mancanti erano molto preoccupati per la fine che avrebbero fatto.
All'improvviso però, la porta si aprì e comparvero sulla soglia i ritardatari, tutti e due stanchi e stremati dalla corsa che avevano appena fatto per arrivare entro il ritardo minimo, che era prefissato per le 8:10.
- Allora ragazzi, ora faremo una verifica a sorpresa!- annunciò Muten, mentre Bulma e Vegeta si sedettero nei rispettivi banchi. Il professore cominciò a distribuire le verifiche di matematica a tutti gli alunni, per poi avvertirli di un cambiamento.
- Statemi bene a sentire ragazzi: non provate a scopiazzare da qualcuno o metto due... Ah, già! Adesso che ci penso mi sono scordato di dirvi che le verifiche sono tutte diverse, ma state tranquilli, sono tutte allo stesso livello-.
Da parte degli alunni si sentirono dei lamenti e delle imprecazioni sia contro il professore che contro la verifica, ma tanto il loro destino era già segnato.
Vegeta, che era una schiappa in matematica, ora capiva tutto quello che c'era scritto sul suo foglio, e tutto grazie alla sua compagna di banco, la quale aveva già cominciato a scarabocchiare su un foglio di brutta alcuni calcoli per risolvere l'esercizio. Il proessor Muten, vegliava continuamente su Vegeta e Bulma, e, controllando tra le file di banchi notò che quasi tutti gli studenti, eccetto C-18, Crili e Chichi non avevano scritto niente, ma quando passò davanti ai banchi dei due alunni arrivati in ritardo, notò qualcosa di veramente sconvolgente. Avevano già finito la verifica, e senza usar dei bigliettini oppure la calcolatrice.
- Brief e Prince, volete consegnare?-.
Senza neanche rispondere si alzarono tutti e due contemporaneamente per consegnare, il profssore prese le verifiche, e intanto che la classe la finiva, cominciò a correggerle. Prima guardò quella di Bulma, la quale osservò concentrata ogni minimo cambiamento d'espressione da parte del prof., poi però sentì una voce alla sua sinistra, che riconobbe e riconobbe che era quella di Yamcho, che le diceva di stare tranquilla perché tanto era andata bene. Il professore mise il voto alla verifica e la riappoggiò sulla cattedra, invitando l'alunna a riprenderla, poi passò a quella di Vegeta, il quale rimase impassibile per tutta la durata della correzione, e dopo poco se la riprese. Mano a mano gli studenti consegnarono la verifica, chi in bianco, chi piena di scarabocchi, e chi tutta stropicciata.
Alla fin fine Bulma aveva preso 10, Vegeta 9 e mezzo siccome aveva saltato un passaggio, Chichi 8 e mezzo, C-18 e Crili 7 e mezzo e Goku un 6 tirato tirato.
Dopo altre quattro ore di lezione, gli studenti uscirono da quell'inferno che durava nove mesi chiamato scuola, e tutti gli amici si separarono vicino alla gelateria, dove le loro strade per tornare alle rispettive abitazioni si dividevano.
Appena tornati a casa, Bulma, Vegeta e Chichi si prepararono per uscire a mangiare una pizza nel ristorante più lussuoso della città.
Vegeta si era vestito con un paio di jeans neri e con una camicia bianca, aperta fino al quarto bottone, facendo intravedere i pettorali, Chichi invece indossava un vestito rosso fuoco con le spalline sottili e i capelli raccolti in uno chignon, mentre Bulma l'avevano vestita (già perché qui c'erano lo zampino di Vegeta e Chichi che continuavano a litigare se doveva indossare un vestito o una gonna, così vinse Vegeta, che aveva optato per il vestito) con un vestito azzurro a balze, lungo fino al ginocchio, con le spalline larghe e con una rosa all'altezza del seno, poi si siressero verso l'uscita del palazzo, ma non si seppe perché, si fermarono nel corridoio, vicino alle scale.




POV CHICHI

Rimasi di stucco quando vidi Bulma con il mio vecchio vestito, era a dir poco incantevole, e notai che Vegeta la guardava con una luce diversa negli occhi, non aveva il suo solito cicpiglio corrucciato, era... meravigliato, certo, non lo dava a vedere, ma io conosco mio fratello, e sapevo che quando guardava così qualcosa, ma in questo caso qualcuno, voleva dire che era interessato al soggetto in questione, in questo caso Bulma. Non avevo mai visto Vegeta guardare così quella ragazza che lo ha cambiato radicalmente con la sua ingenuità e con la sua spensieratezza, devo esserle riconoscente del lavoro che ha fatto, e di quello che fa, visto che è un'ottima aiutante sia per pulire la casa, sia per cucinare. Ho notato che fin dall'inizio Vegeta era interessato a Bulma, ma solo perché era un esperimento venuto da un laboratorio su un'isola chissà dove, ma ora so per certo che le interessa perché è diventata una persona speciale nella sua vita, e che ora ci si è affezionato moltissimo, proprio grazie al suo carattere allegro e gaio, tutto il contrario di com'è Vegeta. Allora è proprio vero che gli opposti si attraggono. Spostai il mio sguardo su Bulma, e notai una vena di tristezza nei suoi occhi. Lo sapevo che non dovevo costringerla a dire quelle cose e mi sento più responsabile di lei, siccome è stata mia l'idea. Ad un certo punto però quell'atmosfera silenziosa si ruppe, facendo spazio alla voce roca e bassa di Vegeta:
- Ehi mocciosa, hai qualcosa da dirmi?- le aveva chiesto Vegeta, che aveva intuito il repentino cambiamento dell'espressione di Bulma.
Lei di risposta si gettò al suo collo abbracciandolo, senza diminuire la presa, e affondando il suo viso nella sua camicia, lasciata appositamente aperta.
- Cos'hai da farti perdonare?-.(anche mio padre usa questa frase quando sono gentile con lui perché io e mio padre abbiamo un rapporto molto conflittuale nda Ale)
Bulma però non gli rispose e lui cominciò a farle delle domande del tipo "Non mi hai lavato le scarpe?" oppure " Non mi hai pulito la stanza?". Visto che Bulma non accennava a rispondere, intervenni io a "salvare" la situazione dicendogli tutta la verità.
- Senti Vegeta... ricordi quando Bulma ti ha chiesto che cosa voleva dire fare l'amore?- gli chiesi con un po' di titubanza.
Lui fece un cenno di assenso con il capo, poi continuai con il mio discorso.
- Beh, vedi... tutto il discorso sul parto e sul concepimento... Era, diciamo... uno scherzo, mi dispiace- e detto questo Bulma si strinse a lui ancora più forte, per paura che potesse fuggire via.
- Quindi mi stai dicendo che tu e lei- disse indicando Bulma- mi avete fatto questo "scherzo" idiota?-.
- No, l'ho progettato tutto da sola, io l'ho costretta a parteciparvi. Sai, Bulma mi ha chiamata quando tu te ne eri andato un attimo in bagno, dicendomi che tu avevi intenzione di portarla a letto, e siccome io non volevo, l'avevo costretta via telefono a porti quelle domande imbarazzanti per farle guadagnare tempo. Avevo paura per quello che le avresti fatto. Scusami.- ribattei sinceramente dispiaciuta.





POV BULMA

Ero ancora stretta a lui, quando sentii le mani ruvide e calde di Vegeta, che mi allontanavano lentamente dal suo corpo possente, prendendomi dalle spalle. Mi guardò negli occhi e vi lessi rabbia, dolore, disprezzo, ma soprattutto delusione. Chichi assisteva alla scena in silenzio e, sebbene aveva preso le mie difese, era preoccupata per quello che sarebbe accaduto da lì a pochi istanti, infatti Vegeta alzò il braccio per poi colpirmi in pieno viso con uno schiaffo, procurandomi un dolore atroce, non solo al mio volto, ma anche al mio cuore, che in quel momento si era frantumato in mille pezzi per colpa di una sciocchezza che avevo detto il giorno prima. Siccome il colpo era stato di un impatto veramene veloce e potente, indietreggiai di pochi passi. Pochi passi che però mi furono fatali, perché caddi all'indietro, rotolando per tutta la rampa delle scale. Il mio ultimo pensiero fu quello di chiedere scusa a Vegeta, per quello che gli avevo fatto, poi sentii un dolore lancinante alla testa, e infine... infine vidi il buio più totale.
Anche se avevo gli occhi chiusi, potevo comunque sentire ancora le voci preoccupate di Vegeta e Chichi che chiamavano l'ambulanza, la quale arrivò subito. Sentii che molte mani mi toccavano, non so perché, forse per spostarmi, forse per trascinarmi via, non lo sapevo. Volevo con tutta me stessa aprire gli occhi per vederli, cercai di attivare il mio potere, ma ero troppo stanca e debole per farlo, così mi abbandonai del tutto, lasciandomi abbandonare ad una strana sensazione che non avevo mai provato, quella della rassegnazione.


Passarono circa tre settimane da quell'evento terribile, e i medici, appena videro Goku, Chichi, Vegeta, Crili e C-18, i quali erano preoccupati per lei, diede loro una notizia terribile.
- Ragazzi, mi dispiace per voi, ma la vostra amica, se non si sveglierà entro una settimana, potrebbe entrare in coma in stato vegetativo, e ci sono poche probabilità che si riprenda-.
Tutti i presenti rimasero scioccati dalle parole del medico, ma non abbandonarono la speranza, così chiesero se potevano vederla. Il medico che la curava rispose afferativamente, a patto che fossero entrati solo uno alla volta, o al massimo due.
Prima entrò Goku, che, dopo neanche due minuti passati con la sua amica, uscì distrutto e sconvolto dalla situazione in cui era. La sua giovane vita dipendeva da una macchina, che continuava fortunatamente a produrre quel suono fastidioso, che erano i battiti del cuore di Bulma. Inoltre, aveva anche la mascherina d'ossigeno e molte flebo inserite nelle braccia.
Poi fu il turno di Chichi, che andò per stringere la mano fredda della sua amica, non che ospite a casa sua, dimostrandole che ci sarebbe sempre stata per lei, anche in quel momento di dolore che stavano passando tutti quanti, perfino lei che era su un letto d'ospedale, ad aspettare che avvenisse il miracolo che l'avrebbe salvata.
Vegeta lasciò andare prima Crili e C-18 e restare per ultimo, infatti, dopo pochi minuti uscirono uno dopo l'altro, lasciando a lui il posto. All'inizio non se la sentiva, ma poi prese coraggio ed entrò deciso, si avvicinò alla sedia e si sedette, prendendo la mano fredda di Bulma e cominciando un lungo monologo:
- Spero che tu sentirai ciò che sto per dirti, perché questa è l'unica occasione che ho per confessarti ciò che penso e ciò che provo. Spero vivamente che al tuo risveglio mi potrai perdonare per il gravissimo l'errore che ho commesso tre settimane fa, quando ti ho fatto cadere dalle scale, e ti assicuro che a casa e a scuola manchi tantissimo a tutti, e si sente che l'atmosfera non nè più la stessa da quando sei qui, in ospedale. Tutti sono tristi, soprattutto io, mia sorella, Goku, Crili e C-18 e sentiamo la mancanza e del tuo sorriso da bambina e le tue risate, a me mancano perfino i nostri litigi giornalieri, e senza di te non sono più la stessa persona, ma nessuno se ne è accorto, perché solo tu sei riuscita a comprendermi con tanta fatica e tanta convinzione nel potermi leggere l'anima, sì, perché io per te ora sono un libro aperto. Ma non volevo dirti solo questo, volevo dirti che so che tu ti risveglierai perché tu sei una persona forte, combattiva, testarda, sfacciata, e anche molto orgogliosa, non solo di te stessa, ma di tutto ciò che fai, e non riesco a sopportare il fatto che adesso che ho trovato finalmente la felicità, ora un nemico invisibile e molto potente me la stia portando via, e non è un nemico qualunque, è un valido nemico, e in questa lotta devi uscire tu come vincitrice, dimostrando così di riuscire a fare qualsiasi cosa, perfino la più difficile di tutte, ma questa lotta, questa volta non la combatterai da sola, la combatteremo insieme perché io sarò qui con te, e ti aiuterò sostenendoti moralmente e psicologicamente. So che non serivirà a molto, ma è l'unica cosa che posso fare per te- e dopo averle fatto questa confessione, le diede un piccolo bacio sulla fronte, in segno di forza e sostegno. Rimase ancora un po' a guardarla e a riflettere sul gesto che la aveva ridotta in quelle condizioni, poi, guardandola in volto, vide che una lacrima solitaria le rigava la guancia, per poi scendere ed arrivare fino al collo, e bagnarle la tunica. A quella reazione, Vegeta raggiunse i suoi "amici", che stavano origliando il discorso appena fatto a Bulma, e li invitò ad entrare e a vedere cosa era successo. Tutti rimasero sbalorditi alla vista della tunica bagnata, così uscirono a chiamare il medico, tutti tranne Vegeta, che restò con Bulma, sussurrandole:
- Sapevo che mi avresti ascoltato-.
Di colpo il medico entrò, disturbando il paziente di fianco a Bulma, che sonnecchiava sul suo letto. Il medico, tranquillamente chiese ad uno di loro:
- Come fate a sapere che ha pianto?-.
Vegeta gli rispose che aveva visto una lacrima di Bulma, che poi era andata a finire sulla sua tunica, ma il medico non se ne curò, dicendo loro che era normale, e che quello era un riflesso involontario.
Tutti uscirono delusi dalla camera, ma la voce del vecchietto che era il compagno di stanza di Bulma, lo fermò:
- Ehi giovanotto-.
- Che c'è?- chiese scocciato Vegeta.
- Ascoltami attentamente, perché quello che sto per dirti è molto importante- Vegeta annuì annoiato, poi il vecchio contunò il discorso iniziato- Vedi, non devi sempre ascoltare il medico, perché lui cercherà sempre di darti una spiegazione logica e scientifica a tutto quello che succede, come nel tuo caso. Sai, anche a me è capitata una cosa del genere.
Mia moglie era entrata in coma in stato vegetativo, ma quando le parlavo mi rispondeva strizzando gli occhi oppure corrugando le sopracciglia, e io ne ero felice, perché c'era ancora la possibilità, anche se minima, che si potesse risvegliare, ma purtroppo non andò così. Dopo due mesi non mi rispondeva, era immobile e non aveva nessun riflesso. Il medico mi disse che quelle erano le conseguenze della morte celebrale, e che quindi, la sua vita dipendeva dalla stessa macchina che in questo momento sta mantenendo in vita la tua amica. Mi ricordai le ultime parole di mia moglie prima di entrare in coma; mi aveva detto: se la mia vita dovesse dipendere da una macchina, tu la spegnerai e le staccherai la spina. Ovviamente non volevo farla soffrire inutilmente, così ho obbedito, e la lasciai andare in un posto migliore di questo. Sono sicuro che andò in paradiso perché era una persona buona e generosa, e non aveva mai fatto del male a nessuno. Giovanotto, tu non lo sai, ma la tua amica sta soffrendo molto più di te, che l'hai mandata in ospedale in queste condizioni critiche. Non so cosa tu le abbia fatto di preciso, e non lo voglio sapere visto che questi non sono affari miei, ma ti dico solo che se lei non ce la dovesse fare, avrai un macigno enorme sulla coscienza. La tua amica è giovane, e non merita di morire, ma se questa tragedia dovesse accadere, saresti capace di tornare alla vita normale che conducevi prima di venire qui a trovarla? Ma d'altronde questa è un opinione di un vecchio ricoverato in un ospedale da più di vent'anni, sono sicuro che non crederesti alle mie parole-.
- Lei perché è qui?- chiese il moro, il quale rimase colpito dalle parole veritiere che gli aveva detto il vecchio.
- Perché un giovane come te dovrebbe interessarsi di come è finito all'ospedale un povero vecchio come me? Io sono qui perché sono caduto in depressione dopo la scomparsa di mia moglie, e i miei figli non si curarono della mia salute, lasciandmi al mio destino. Ora però, il mio compito qui è terminato, te ne puoi anche andare-.
Vegeta, senza farselo ripetere due volte, se ne andò a casa, dove Chichi lo aspettava ansiosa in salotto, dove c'era ancora il materasso su cui Bulma dormiva.
 










ANGOLO DELLA "SCRITTRICE"

Già, ho scritto giusto, perché LadyMary non mi affiancherà in questi capitoli. Comunque, parlando della storia, cosa intendeva il vecchio con la frase "il mio compito qui è terminato"? E secondo voi ce la farà Bulma a risvegliarsi? Vegeta si è veramente pentito di ciò che ha fatto?
E con queste domande spero di avervi lasciato un po' di suspance e se avete delle cose da chiarire, non esitate e chiedete!
Fatemi sapere il vostro parere su come la storia si sta svolgendo e su come si concluderà secondo voi.
Alla prossima,
Ale








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Capitolo 16
*** Capitolo 15 - Una vita vecchia in cambio di una giovane ***












15. UNA VITA VECCHIA IN CAMBIO DI UNA GIOVANE







Tornai a casa in macchina, continuando a riflettere sulle parole del paziente accanto a Bulma. Io sapevo perfettamente come ci si sentiva ad avere una persona a me cara, in bilico tra la vita e la morte, infatti Bulma ne è un esempio. Appena varcai la soglia di casa, vidi mia sorella seduta sul materasso di Bulma, e vidi che mi sorrideva con rammarico, non ne capivo perché. Il flusso dei miei pensieri fu interrotto dalla sua voce, che ai miei timpani risultò bassa e roca.
- Siediti-.
- Non mi comandare- risposi seccato.
- Voglio solo parlarti- mi disse quasi rassegnata.
- Io ho già parlato abbastanza invece-.
- So che cos'hai detto a Bulma, lo abbiamo sentito tutti, ma quelle che le hai detto sono solo belle parole, sono quelle che ti colpiscono al cuore e che ti fanno piangere, niente di più. Tu non potresti mai aiutarla a sconfiggere la morte, è impossibile. So che ne soffri più di tutti per due motivi che ti spiegherò subito: il primo è che ti senti tremendamente in colpa per quello che hai fatto e vorresti tornare indietro nel tempo, a tre settimane fa, quando è caduta dalle scale, ma non si può, e devi accettare la realtà. Adesso è sdraiata su un letto d'ospedale, e tu non puoi farci niente, il destino l'ha voluto, forse ha voluto punirti facendo soffrire la persona che più ami, per gli sbagli che hai commesso. Il secondo motivo per cui stai soffrendo più di chiunque altro è che tu la ami, le vuoi bene incondizionalmente da ciò che è, e non da ciò che ha sotto la gonna. Ora lei è in una fase critica della sua vita, potrebbe riprendersi, aprire gli occhi, e ritornare a casa, ma c'è anche la possibilità che non si riprenda, e che il suo cuore sarà l'unica cosa che funzionerà in tutto il suo corpo, e tutto questo per un tuo errore. Se Bulma dovesse morire, saresti capace di tornare alla vita normale che conducevi prima di andare a trovarla?-.
Quelle parole mi ricordarono ciò che mi aveva detto il vecchio vicino a Bulma, difatti non sarei stato mai capace di vivere una vita senza di lei, ma qusto non lo ammetterò mai, se non alla diretta interessata. Chichi, anche se è mia sorella, non può capire ciò che provo perchè lei non sa come ci si sente ad avere la colpevolezza di avere sbagliato, e di aver mandato in fin di vita la persona a cui tieni di più in questo mondo.
- Guarda che le mie non sono solo belle parole, io vorrei combattere con lei la morte, ma non posso, l'unica cosa che sono in grado di fare in questo momento è solo starle vicino il più possibile e farle sentire che io per lei ci sono in questo momento così difficile per noi, ma soprattutto per lei e non la abbandonerò proprio adesso che è in difficoltà- e detto questo mi alzai e me ne andai a dormire, con ancora l'immagine di Bulma impressa nella mia mente, ma non solo la sua, anche quella di Chichi, Goku, C-18 e Crili con l'aria distrutta vedendo in quale stato l'avevo ridotta.

Finalmente fu mattina, e, anche se c'era lezione a scuola, andai all'ospedale a trovare Bulma, la mia mocciosa, e per vedere se la situazione era migliorata. Entrai di corsa, scostando chiunque mi era di intralcio, ma appena arrivai alla camera 667, notai che c'era un letto vuoto, mancava il compagno di stanza di Bulma. Domandai all'infermiera cosa fosse successo all'uomo che c'era in quel lettino, e lei mi rispose:
- Mi dispiace dirtelo, ma ci ha lasciati questa notte, verso mezzanotte. Sei un parente?-.
- Ehm... sì, sono un nipote- mentii spudoratamente. Per sapere di cosa fosse morto dovevo affermare di essere un parente, o non lo avrei mai scoperto.
- Tuo nonno è morto in circostanze misteriose, soffriva solo di depressione, niente malattie cardiache o altro, mi dispiace per la perdita, condolianze- e mi lasciò da solo con Bulma, abbandonando la stanza.
Mi avvicinai lentamente a lei, e notai subito che le avevano staccato il respiratore, ma stavo ancora male a vederla con tutte quelle flebo attaccate e quel acchinario che continuava a fare "beep... beep... beep...", ma almeno avevo la certezza che stesse meglio di prima. Mi lasciai trasportare dalle emozioni, infatti mi misi a stringerle la mano e a cantarle quella canzone che adorava quando mettevo il disco nella radio; Do you know, di Enrique Iglesias. Appena finii di canticchiarla sentii la sua mano che si stringeva sempre di più, io mi avvicinai e continuai a ripeterle che ero lì, continuai a ripetere di aprire gli occhi, di farmi un segno, un indizio che mi portava a credere che lei si stesse riprendendo coscienza. Fu un momento fantastico, quasi magico. Vidi che piano piano apriva le palpebre e ne rimasi felice di ciò che stava avvenendo. Si era sveglitata. Aveva vinto. Aveva sconfitto la sua battaglia contro la morte, ed ora aveva riaperto gli occhi, era viva, e io non riuscii a fare niente se non andarla ad abbracciare e dirle che ce l'aveva fatta.
Ora comprendo le parole del vecchio: "
Ora però, il mio compito qui è terminato" , le comprendo veramente, e non posso fare altro che essergli grato per quello che ha fatto. Una volta mia madre disse che una vita vecchia cedeva il posto ad una giovane, e ora che ho vissuto quest'esperenza, posso confermare che mia madre aveva ragione, aveva maledettamente ragione. Era come se fosse stato una specie di sacrificio, dare via la sua vita, per salvare quella di Bulma, che ra ancora giovane e piena di vita. Lei lo guardò, all'inizio stranita, ma poi cominciò ad urlare:
- Vattene, non mi toccare!- cominciò poi a spingero via.
- Che succede Bulma? Che ti è preso?-.
- Ho... Ho paura, non mi piacchiare, stai lontano!- ma io la zittii a modo mio, tappandole la bocca con... la mano, per poi abbracciarla e dirle che mi dispiaceva per ciò che era successo.
- Volevo dirti una cosa prima di cadere dalle scale, quel giorno- mi annunciò togliendo delicatamente la mia mano dalla sua bocca, per poi continuare con lo sguardo basso- mi dispiace per ciò che ho detto, ma non sapevo cosa voleva dire essere portata a letto, così lo chiesi a Chichi e lei me lo spiegò in breve. Io mi spaventai, così lei mi disse di provare con delle domande imbarazzanti per metterti in difficoltà-.
Rimasi sconcertato a quelle parole. Ero io a dovermi scusare, non lei. Non so cosa stavo per fare, non ero in me stesso, però quando mi avvicinai lentamente a lei, compresi subito cosa stavo facendo. Con due dita le presi il mento rudemente, avvicinai il mio volto al suo, e finalmente mi impossessai di quelle labbra che agognavo da tanto tempo. Quel bacio non era rude come quello che davo alle mi amichette, non era violento e possessivo come quello che davo a quelle che mi facevo, era casto e lieve, e volevo che anche per Bulma fosse una nuova esperienza piacevole da vivere, come lo era stato per me. Appena mi staccai da quel contatto, lei si mise subito una mano sulle labbra, chidendomi che cosa le avevo fatto.
Io, tranquillo come solo io so essere le risposi:
- Ti ho dato un bacio-.
Sembrava un po' dubbiosa alla risposta che le avevo dato, così mi chiese se quello che facevano Goku e Chichi, erano baci, e io le risposi che quello non era baciare, quello era fare l'effetto "lavatrice", non so perché, ma mi sentio che si baciavano così quei due.
Mandai un messaggio a Chichi, e le scrissi che Bulma si era finalmente svegliata, e che stava benissimo, confrontando la situazione di prima con quella di adesso, infatti mi rispose che voleva lasciarci ancora un po' da soli, e che sarebbe venuta a trovarla con tutti gli altri l'indomani mattina. Notai che sul mobiletto di fianco al suo letto, c'ra un ciondolo d'argento, a forma di cuore, così allungai il braccio e lo presi, ma lei, più lesta di me, me lo fregò da sotto il naso, tenendoselo stretto stretto, dicendo che lì dentro c'era la foto di suo padre. Le chiesi se potevo vederla, e, con qualche difficoltà riuscii ad ottenere quel ciondolo. Lo aprii e ne rimasi sconcertato: era un uomo con un lungo camice bianco, due baffoni grigi e degli occhiali neri e grandi e i capelli grigi. Non c'erano dubbi, era il compagno di stanza di Bulma... quindi questo voleva dire che era suo padre! Rimase di stucco, non c'erano altre parole per descrivere auel momento.
Il padre aveva ceduto la sua vita per darla alla figlia.
Una vita vecchia in cambio di una giovane.









CONTINUA...






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Capitolo 17
*** Un passo avanti ***


LA RAGAZZA VENUTA DAL MARE 16







16.  UN PASSO AVANTI






Non volevo che si prendesse il mio ciondolo, così glielo fregai da sotto il naso, tenendomelo stretto stretto al petto, non volevo che vedesse la foto di mio padre. Lui era uno scienziato, ed era anche il più famoso della città, e aveva un'azienda che si chiamava "Capsule Corporation", solo questo mi ricordo della mia infanzia.
Vegeta inaspettatamente mi chiese di vederlo, così, a malincuore glielo consegnai, facendoglielo aprire ed osservare la foto di mio padre.
- Prima che arrivi Chichi, vorrei dirti tutta la verità su di me, non voglio tenerti all'oscuro di tutto, ma devi promettermi che non lo dirai a nessuno, nemmeno a tua sorella, d'accordo?- riuscii a chiedere.
- Hai la mia parola d'onore-.
- Vedi, come tu sai, la mia vita fino ad adesso non è stata una delle migliori, e con il tempo ho sviluppato un altro potere. Sai, a volte mi chiedo dove siano finiti tutti quei cadaveri, tutti quelli che non mi volevano bene, tutti quelli che mi ritenevano un oggetto interessante da studiare e sul quale fare esperimenti disumani. Quando nutro un profondo odio per qualcuno che mi ha fatto del male, mi concentro, e faccio levitare degli oggetti, e con la forza del pensiero li innalzo a mio piacimento. Quando sono scappata, durante il tragitto dalla mia cella al precipizio, trovai un po' di guardie a sorvegliare i laboratori ed altre stanze in cui non potevo entrare, e quando capii che volevano ostacolarmi, feci levitare delle spranghe e li uccisi colpendoli alla nuca. Ora tu sei libero di pensare che io sia un mostro, una macchina in grado di uccidere con la sola forza del pensiero, sei libero di pensare questo, ma sappi che non è così. Anche io provo dei sentimenti come tutti voi, anche se non li conosco ancora tutti. Anche io riesco a divertirmi come fate voi, posso prendermi le vostre stesse malattie, posso piangere, posso odiare, posso provare tutte le emozioni che provate voi, quindi non mi definisco un mostro, una macchina, mi ritrovo più con il nome di "assassina", ma lo faccio solo per il mio bene, non per vendetta o per altro- confessai tutto d'un fiato.
Alzai lo sguardo e vidi che era rimasto paralizzato da quel che ho detto, anche se non lo dava a vedere. D'altronde nessuno è in grado di capirmi, nessuno a parte Vegeta.
In un attimo si riprese, ma non fiatò, così continuai ciò che avevo da dire.
- Non fermarti sulle apparenze, guarda questo, e capirai tutto- e detto questo, girandomi dall'altro lato feci scendere la tunica ospedaliera, mostrandogli la spalla.
- Ma che ti sei fatta?!- mi chiese esterrefatto.
- Questo è un marchio a fuoco, me lo hanno fatto quando avevano capito che io ero dotata di questi poteri. Non posso togliermelo. Pensa, mi fa male ancora adesso- e soffocai una risatina.
Vidi che si avvicinò alla mia spalla e cominciò ad esaminarla, tastandola ed osservandola con insistenza. Mi lasciai sfuggire un sorriso, non lo avevo mai visto così interessato a qualcosa che non fosse il mio di dietro.
Il marchio era composto dal logo di Freezer, una spirale che poi finiva con un serpente con le corna, e al centro di questa spirale che occupava tutta la grandezza della scapola, c'era un diamantino.
- Che significato ha?- mi chiese con finto disinteresse.
- Beh, il serpente con le corna rappresenta lo stesso Freezer, e il diamantino rappresenta la purezza che non mi è stata ancora tolta da nessuno-.
Almeno non ero stata toccata da nessuno, di questo ne ero felice. Freezer non voleva che un'esperimento così importante abbia dei danni fisici e morali.
Lo vidi alzarsi, e d'istinto mi ricoprii la spalla, non volevo mica farmi vedere nuda dal primo che passava!




POV VEGETA



Dopo aver visto lo strano marchio che Bulma portava all'altezza della scapola, mi alzai dalla sedia, girai intorno al letto, la presi per le spalle e le dissi:
- Devi scappare da qui, se ti chiedono qualcosa poi sei fregata! Comincia a vestirti e andiamo-.
Rimase immobile a fissarmi, poi prese un po' di coraggio e cominciò a parlarmi.
-  Come faccio a vestirmi se tu non ti giri?!-.
- Tsk, tanto ti ho già vista mezza nuda, e poi non mi pare il caso di fare tante scene per così poco-.
- Se non ti giri tu allora mi giro io, intanto passami i vestiti che mi spoglio-.
Cominciò a spogliarsi della tunica con fare lento e insicuro. Di sicuro sapeva che aveva i miei occhi puntati su di lei, e questo la rendeva ancora più insicura, mi piaceva metterla in soggezione, infatti, anche quando si spogliò completamente, non le diedi subito i vestiti.
- Che fai Vegeta, dammi i miei vestiti-.
- Tsk, vieni a prenderli- la sfidai spudoratamente, con un ghigno vittorioso stampato sulla mia faccia.
- Non fare lo scemo, dammeli-.
Se volevo conquistarmi la sua fiducia però, dovevo darlgieli, o avrebbe fatto lievitare il lettino di fianco e me lo avrebbe lanciato addosso. Glieli lanciai sul letto, lei li prese e se li mise in fretta e furia, ma quando prese in mano le mutande rimase a guardarle esterrefatta.
- Che roba è?-.
- Mutande- risposi solo. Non trovavo le sue, così presi quelle di Chichi.
- Sei sicuro? Non sono come le mie. Sotto sono solo una riga di stoffa-le esaminò accuratamente.
- Mettile e muoviti, non dobbiamo dare nell'occhio quando usciamo-.
Se le mise con molta titubanza, poi prese la gonna che le avevo portato e uscimmo dalla stanza, facendo attenzione alle infermiere di turno e ai medici che si aggiravano in quella zona. Mentre camminavamo per strada sentii che quella ragazzina mi tirava la maglietta in modo insistente, come una bambina piccola che chiedeva maggore attenzione al padre che non la ascoltava, o che non voleva ascoltarla. Non ricevendo nessuna risposta cominciò a chiamarmi per nome, in modo supplichevole, ma io sbottai di colpo, rispondendole con un brusco "che vuoi".
- Mi danno fastidio, mi entrano tutte nel-.
- Lo so, lo so. Tanto adesso torniamo a casa, e appena entri ti fai una doccia... puzzi di ospedale- le risposi.
Prendemmo il pullman per tornare a casa, infatti l'ospedale era un po' lontano da casa.
Varcammo la soglia di casa, e ci ritrovammo una Chichi e un Goku in atteggiamenti non tanto consoni all'occasione, ma per fortuna che avevano appena cominciato, o almeno questo era quello che io speravo per la salute mentale della ragazzina.
- Kaharot, mi ha veramente deluso. Non si bacia così la propria fidanzata-.
- E sentiamo genio, come si bacia?- mi chiese acida mia sorella.
- Così-.
Mi girai verso Bulma, che spostò lo sguardo dai due piccioncini a me, ma non fece in tempo a dire una parola che la baciai di nuovo, sotto lo sguardo stupito di tutti i presenti, che rimasero allibiti alla vista di quella scena.
- Wow Vegeta, non ti facevo così passionale- mi scimmiottò Chichi.
- Tk, almeno io sono capace di baciare, al contrario vostro-.
- Ehm ehm, tornando a cose più serie... state insieme ora?-.
Le misi una mano sulla spalla e la tirai a me, mentre lei mi guardava perplessa.
- Certo, ora lei è mia-.


LA SETTIMANA DOPO...



- Bentornata Bulma- si avvicinò Radish, con un sorrisino stampato sulle labbra.
- Grazie Radish-.
- Ehi Bulma, dopo vieni a fare un giro con me? Capisci cosa intendo vero?- ammiccò Napa.
Intanto, Vegeta, che se ne era stato in disparte fino a quel momento, raggiunse il suo amico e gli diede un calcio in pieno stomaco, avvertendo il malcapitato che Bulma era ormai di sua proprietà.
- Lei è mia. Non si tocca-.
Dopo un caloroso bentornato da parte degli studenti e da parte dei professori, e dopo sei ore di lezione, se ne tornarono tutti a casa, felici del ritorno della loro compagna.





ANGOLO DELLA "SCRITTRICE"


Lo so, lo so, lo so, sono in un ritardo clamoroso. Voglio farmi perdonare, ma non so come fare -.-'
Sono anche indaffarata nello studio perché tra poco ho gli esami e sono terrorizzata, cercate di capirmi,  poi sono rimasta anche senza computer per un mese XD
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, anche se è un po' corto... diciamo che è un capitolo di passaggio.
Non voglio deludervi, quindi sarei felicissima se mi direte se vi piace oppure no, o se secondo voi c'è qualcosa da cambiare.
Ho una paura tremenda per gli esami, quindi mi sono messa sotto e ho studiato tutto il tempo, mi dispiace, devo superarli per forza.
Spero mi perdonerete.
Alla prossima,
Yuzu-chan




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Capitolo 19
*** Capitolo 18 - Un altro mondo ***


aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa










18. UN'ALTRO MONDO








Quì fa caldo...troppo caldo...
Non vedo nulla intorno a me se non sabbia e il cielo limpido sopra la mia testa...
Ma sono sicuro di avercela ancora?
Non lo so.
Perché mi trovo quì da solo?
Non lo so.
Perché sono quì?
Non lo so.
Che cos'è successo?
Non lo so.
Ormai non so più nulla. Non sono certo di nulla, se non che mi sento terribilmente solo.
Guardo la sabbia che mi circonda... la mia ombra non c'è, non si vede.
Al suo posto c'è una sagoma non definita, senza forma fisica, che fluttua senza toccare il suolo bollente della sabbia sotto i potenti raggi di una luce abbagliante.
Non ho un corpo, solo la mia anima.
E' da tanto tempo ormai che sono quì ad aspettare.
Ma aspettare cosa?
Non lo so.
Fino ad adesso ho aspettato, aspettato che qualcuno si facesse vivo e mi avrebbe aiutato a trovare la via del ritorno.
Ma per dove?
Non lo so.
Dove volevo andare?
Non lo so.
Non avrei mai pensato che sarei finito in questo posto. Fa così caldo, non riesco nemmeno ad andare avanti.
Ma il caldo lo percepisco veramente?
Non lo so.
Ormai non sono un uomo...non più.
Ora realizzo che non posso tornare più indietro, non posso cambiare il corso degli eventi.
Non posso...o non voglio?
Non so neanche questo.
Da quando sono quì non mi sono accorto della notte e del giorno... forse perché quì non ci sono.
Non ho visto neanche un minimo d'ombra da quando sono arrivato, e non credo che ne vedrò una tanto presto...
Chissà da quanto tempo sono quì...ore, giorni, settimane, mesi...
Da quanto sono quì?
Non lo so.
Un giorno una bambina mi disse che da qualche parte c'era un universo parallelo al nostro, io non le credevo.
Ora invece sì.
Ora so rispondere ad una delle mie domande.
Dove sono?
In un universo parallelo.
Come ci sono finito?
Non lo so.
Quella bambina aveva quel non-so-che che la rendeva speciale, era unica.
Io ho voluto bene solo a due persone nella mia vita.
Quella bambina era una di quelle.
Una bambina di pochi anni non può formulare un simile discorso, ma lei è speciale, questo cambia tutto...
Come si chiama la bambina?
Non lo so.
Non so neanche questo.
Perchè non lo so?
Non lo so.
Anche se non sono più un uomo, conservo la speranza che un giorno qualcuno mi venga a trovare in questa landa desolata, in un altro universo da quello conosciuto.
Aspetto che forse quella bambina mi raggiunga...
Aspetto quella bambina...
Aspetto...
Aspetto e non succede niente, non viene nessuno, e io mi sento solo, mi sento abbandonato.
Forse questa è una punizione degli déi o di qualche divinità...non è possibile.
In altri universi non ci sono religioni.
In questo universo non c'è una religione.
Ma se non c'è allora bisgona crearla... e sarò io il fondatore.
No.
Devo aspettare quella bambina, ormai non posso fare più nient'altro.
Mi sento perso, mi sento malincomico, triste, depresso, ma soprattutto solo.
Mi sento malinconico, triste, depresso, ma soprattutto solo.
Mi sento triste, depresso, ma soprattutto solo.
Mi sento depresso, ma soprattutto solo.
Mi sento soprattutto solo.
Chissà quella bambina come sarà cresciuta, chissà come sarà diventata grande vicino ai suoi amici.
Io non posso saperlo, ma sono sicuro che ormai avrà tanti amici, troppi forse...
E io sono quì, in questo universo parallelo, a confrontarmi con la mia solitudine, la mia tristezza, la mia malinconia...
Sono stato abbandonato...
Ma da chi?
Non lo so.
Non so niente.
Anzi, una cosa la so... so che sono in un altro universo... e so che un giorno incontrerò qualcuno.
Non so chi, ma lo incontrerò...
Me lo sento...
Mi sento solo.
Mi sento abbandonato.
Qualcuno venga a farmi compagnia qui, mi sentirei più felice...
Già al pensiero di quella bambina, la mia anima si rasserena...













ANGOLO DELLA "SCRITTRICE"
 
Wella bagai come state?
*Massi da 30 tonnellate finiscono sulla testa dura di Yuzu-chan (che da ora in poi si chiamerà Nagisa in onore della sua morte in Clannad After Story)*
Calmi calmi, ho un motivo valido per questa mia assenza prolungata... ehm... lasciamo perdere, cominciate a lapidarmi.
Non vi preoccupate mie giovinastre, non ho sbagliato storia, ho solo voluto rendere questa semplice e banale ff in qualcosa di più eccitante e misterioso... chissà se ci sono riuscita... spero di sì :-)
Vorrei chiedervi scusa per il ritardo... quasi quasi vengo direttamente da voi e ve lo chiedo di persona XD
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto... lo spero tanto, ci ho messo due giorni per scriverlo...
Ma questi sono dettagli, giusto?
Allora, per prima cosa vi chiederei gentilmente di dirmi secondo voi chi è l individuo del capitolo, ma anche chi è la bambina di  cui stava parlando.
Per seconda cosa vi chiedo di recensire, anche perché non mi viene più l'ispirazione giusta per continuarla. Se dovete scrivermi delle critiche fatelo, basta che siano costruttive.
Detto questo vi lascio dormire.
Ciao e alla prossima,
                               Shnafna, che si modificherà presto in Nagisa-san










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Capitolo 20
*** Capitolo 20 - La fuga (parte1) ***


 

20. LA FUGA

 

Il buio regnava sovrano in quella stanza così grande per una persona così piccola.

Un filo di luce proveniente dal corridoio era filtrato dalla porta socchiusa della cella. Un corpo appeso ad un macchinario era immobile, senza vita quasi. Il volto era oscurato appositamente per confonderla, per non farle capire dov’era, ma lei sapeva tutto ormai. Mani e piedi erano bloccati da una morsa ferrea, senza lasciarle la possibilità di fuggire. Uno scienziato si avvicinò per contemplare quel corpo perfetto, senza veli.

Per pura e semplice curiosità l’uomo la fece scendere con molta delicatezza, sorreggendola con non poca fatica. Appena la ragazza uscì dalla sua cella, si liberò dalla stratta dello scienziato, il quale rimase attonito e sbalordito della forza sovrumana che caratterizzava la ragazza. Lei non aveva intenzioni amichevoli, e lo si capiva dall’incurvatura delle labbra rivolta verso il basso. Con fare minaccioso alzò un braccio e con un colpo ben sostenuto trapassò il petto del malcapitato, per poi estrarre il cuore con le mani insanguinate. Lo prese in mano e con delicatezza se lo fece passare sotto il naso, poi sulle labbra, per sentire il sapore metallico del sangue fresco. Lo tastò per un po’, fino a quando non decise di proseguire il suo giro turistico alla cieca. Dopo aver camminato in tondo, sentì delle voci provenienti dal laboratorio, le quali discutevano sul da farsi di una certa B-8. Lei voleva semplicemente trovare un’uscita e andarsene da quel posto, ma tastando in continuazione le pareti non le era di grande aiuto. Quando ritrovò il cadavere per terra lo perquisì per controllare se ci fosse qualcosa di utile per aiutarla ad evadere. Toccandolo sentì che nel taschino sinistro c’era un coltellino svizzero molto affilato; lo prese in mano e con la lama aguzza cercò di togliersi quel casco che le impediva la visuale. Sbloccato il marchingegno, un gruppo numeroso di scienziati, ricercatori e poliziotti si radunò intorno a lei, con fucili anestetizzanti e mitragliatrici pronte a sparare per qualsiasi evenienza. Le pallottole non la scalfirono, anzi, le prese al volo tutte quante, facendole poi ricadere sul pavimento, come segno di sconfitta. Lei non si fece nessuno scrupolo, e uccise brutalmente tutti i militari che fino a pochi momenti fa erano accerchiati, muniti di giubbotto antiproiettile.

La ragazza si avvicinò ai soldati, e ad ognuno tolse un organo diverso, chi il fegato, chi il cervello, chi i polmoni, chi il pancreas…

Li sventrava per guardarne e ammirarne l’anatomia del cadavere. Faceva una rapida autopsia; dopo averli svestiti, con il coltellino svizzero usato precedentemente cominciò a sezionarli uno ad uno. Inserì delicatamente la lama, per poi farla scorrere verso il collo, formando una Y sul petto del malcapitato. Lo aprì e cominciò a premere sulla cassa toracica, fino a romperla, riducendola in piccoli frammenti. Rimosse per primo il cuore, seguito dai polmoni e i bronchi. Le mani insanguinate vagarono all’interno del cadavere, valutandone la qualità quasi, fino a quando, incuriosita, riafferrò il coltellino e cominciò a fare uno scalpo preciso e scrupoloso alla testa del poliziotto. Piano piano tolse il cervello, ammirandolo con venerazione, come se fosse un Dio, una divinità ascesa sulla Terra con un messaggio importante, il quale decideva le sotri dell’intero universo. Era come una bambina, e dopo poco tempo si annoiò di que giochetto di squartamenti.

Ricominciò a vagare per i corridoi deserti, fino a quando non intravide una porta sul retro. La aprì e una luce abbagliante le penetrò con forza gli occhi, facendola barcollare.  Non abituata alla luce solare, strinse gli occhi a fessura per avere una maggiore nitidezza, e salì su una piccola imbarcazione a remi, la quale era appostata dietro un container. Cominciò a remare freneticamente, quasi disperata. La mente era annebbiata da un senso irrefrenabile di libertà e di divieto, che le faceva salire l’adrenalina alle stelle. Per anni si era comportata da brava bambina e ora ha liberato il suo istinto da cattiva ragazza, uccidendo senza pietà, a sangue freddo, guardando spudoratamente in volto le vittime terrorizzate e disperate, e fuggendo di nascosto, una sensazione bellissima, mai vissuta prima d’ora. Finalmente ha svelato la sua vera natura, la maschera che portava da anni si è frantumata in pezzi dal momento in cui lo scienziato la fece scendere. Non doveva più nascondersi dietro un dito, non doveva più giustificarsi, questa era la sua vera natura: una natura da assassina. Un’assassina senza cuore, a sangue freddo. Un’assassina che guarda in faccia le sue vittime e la notte se le dimentica …

 Finalmente giunta alla riva scese con passo malfermo e tremante si diresse sotto un ponte, vicino ad un fiumiciattolo situato al centro città. Nessuno la vide perché lei era un ombra. Un’assassina non si fa mai scoprire da qualcuno, deve mantenere la sua identità segreta, al sicuro da tutto e da tutti.

Venne sera, e dopo essersi cibata di qualche foglia e un topo ucciso a mani nude, si assopì accanto ad una margherita, la quale ondeggiava tra l’erba alta, aspettando di essere colta.

 

FINE PRIMA PARTE

 

CONTINUA…

 

ANGOLO DELLA RITARDATARIA

Ciao a tutti belli e brutti, sono sempre io che mi scuso per l’abnorme ritardo nell’aggiornare le mie ff.

Chiedo scusa anche a chi voleva contattarmi su facebook e non ci è riuscito per via dell’account.

Ora ho sistemato tutto, e ho inserito il link nella mia presentazione J

Scritto questo vi auguro buona notte e perdonatemi per gli Orrori di battitura.

‘Notte bagai J

 

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