La ragazza venuta dal mare di Kat_Mel (/viewuser.php?uid=186004)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - La fuga ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 - Il ritrovamento ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 - Il risveglio ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 - Primi contrasti ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 - Il nemico comincia a muoversi - Capitolo di passaggio ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 - Decisioni e cambiamenti ***
Capitolo 7: *** Capitolo 4 - B-8 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 - Iniziano i problemi ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 - Trovata! ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 - Dov'è B-8? ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 - Bulma Brief! ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 - Primo giorno per Bulma Brief! ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 - Vuoi provare? ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 - Tanto ingenua quanto bella ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 - Un tragico incidente e un valido motivo per starle accanto ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 - Una vita vecchia in cambio di una giovane ***
Capitolo 17: *** Un passo avanti ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 - Un altro mondo ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 - La fuga (parte1) ***
Capitolo 1 *** Prologo - La fuga ***
1. LA FUGA
Sono sempre vissuta nella solitudine; i sentimenti per me sono solo
parole, il cui significato mi è sconosciuto.
Il
mio unico obiettivo è riconquistare
la libertà; per ottenerla ho un piano che mi
può permettere di scappare da questo laboratorio, che
è sempre stato luogo della mia prigionia.
Era
notte fonda, il silenzio dominava su tutto ed io ero pronta ad attuare
la mia fuga. Uscii silenziosamente dalla mia stanza, facendo attenzione
a non svegliare le guardie che avrebbero dovuto sorvegliarmi.
La
paura si unì alla felicità, ero quasi libera, la
porta era a poche decine di metri da me, sentii dei passi che si
avvicinavano, "questa non ci voleva" pensai, significava che le guardie
erano sveglie, fra poco si sarebbero accorte della mia assenza e mi
avrebbero cercata. Correndo più in fretta che
potevo raggiunsi la porta, la aprii, e fui fuori, ero libera
,ricominciai a correre, le guardie non dovrebbero prendermi.
Correvo
da non molto tempo; ero vicina allo strapiombo che era accanto al
laboratorio, la tranquillità e la felicità
avevano iniziato a pervadermi, pensavo di essere libera oramai, che
nessuno mi potesse più raggiungere, ma mi sbagliavo di
grosso.
Infatti
vidi qualcuno che si avvicinava, era troppo lontano e non riuscii a
capire chi era, poi sentii uno sparo, un dolore lancinante alla spalla
e caddi all'indietro; ero terrorizzata e delusa, delusa dal fatto che
il mio piano non era andato a buon fine, pensai con tutta la
volontà che avevo in corpo "non voglio morire", poi con un
suono sordo caddi in mare.
Angolo
delle "scrittrici"
Ciao
bagai, come va? Siamo L_B_ e LadyMary, il capitolo è un
po' corto, lo sappiamo, ma è solo per far capire la
situazione della protagonista e di come si sente. Diteci cosa ne
pensate della storia e recensite in tanti, vi preeego!!!
Dimenticavo
di dirvi una cosa: la protagonista ha un potere speciale
chiamato distorsione della realtà. Per chi non lo sapesse,
ve lo spiego in tre parole: modifica la realtà.
Andremo
avanti con la storia solo se recensirete, quindi la nostra
reputazione dipende da voi.
Accettiamo
recensioni sia che positive che negative; siate clementi e
recensite in tanti mi raccomandoooooo *Svanisce*.
*Ricompare*
Vi volevo dire anche che il nome della ragazza è dato da
esperimenti che facevano in quel laboratorio, e quindi lei era l'ottavo
esperimento, ma questo lo spiegherà B - 8 nei prossimi
capitoli.
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Capitolo 2 *** Capitolo 1 - Il ritrovamento ***
2. IL RITROVAMENTO
Era una mattina d'estate come tante altre, il sole cocente riscaldava
la cittadina di Satan City, mentre quattro ragazzi passeggiavano
tranquillamente sul bagnasciuga:
-
Allora Goku, alla fine ti sei messo con Chichi, eh?- lo
canzonò Crili.
-
Eheheheh già, è stata dura ma alla fine ce l ho
fatta!- rispose l'amico alquanto imbarazzato.
-
M a quand'è che tu e C-18 vi fidanzerete?- si intromise
Chichi.
-
Io e Crapa Pelata non ci fidanzeremo mai!! Siamo solo vecchi amici-
rispose una C-18 messa senza dubbio in imbarazzo.
-
sì, sì, come no?!- la canzonò Chichi.
I
quattro continuarono a ridere e scherzare per un altro tratto di
spiaggia, ma ad un certo punto, pochi metri dopo si fermarono,
ammutoliti; l'allegria che fino a poco tempo prima li aveva pervasi ora
era svanita del tutto.
C'era
il corpo di una ragazza sulla riva, lambito dalle onde del mare.
Sembrava senza vita ma il petto della ragazza si alzava e
abbassava lentamente, segno che respirava, anche se a fatica.
-
Chi è quella? Dobbiamo aiutarla?- domandò C-18
piuttosto nervosa.
-
Ma ti sei ammattita per caso?! Non la conosciamo neanche, come facciamo
ad aiutarla?!- ribattè Chichi.
-
Hai ragione, ma non possiamo lasciarla qui!- intervenne Crili.
-
Sentite, facciamo così: noi adesso la porteremo a casa,
aspetteremo che si risvegli, e poi se ne andrà, tutto qui-
propose Goku.
-
Portiamola a casa mia, il letto di mio fratello è vuoto-
-
Chichi, intendi dire il letto di tuo fratello?- domando un Crili
alquanto perplesso.
-
Certo, proprio quello-
-
Ma ei sicura che non torni, e che possiamo usarlo?- Chiese C-18
-
Ma certo, non preoccupatevi, ora però, portiamola a casa-
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
-
Direi che per prima cosa dovremmo medicarla la spalla, è
ferita gravemente-
-
Hai ragione Goku, adesso prendo il disinfettante e il cotton fioc-
disse Chichi.
Chichi
le si avvicinò e iniziò a pulirle la ferita con
il disinfettante. Stava per continuare la medicazione quando
lanciò un urlo disumano:
-
Che c'è Chichi? Perchè hai urlato
così?- domandò Crili.
-
Perchè nella spalla di questa ragazza c'è un
proiettile! Qualcuno le ha sparato!-
Dobbiamo
chiamare un medico per estrarlo- disse Goku.
C-18
si avviò verso il salotto e chiamò il
medico e, preoccupata per la ragazza, spiegò in fretta e
furia al medico il motivo della chiamata.
Poco
dopo il dottore entrò in casa e curò la ragazza
estraendole la pallottola; l'intervento era durato circa 3 ore.
Il
medico affaticato dall'intervento disse: - L'intervento è
andato a buon fine, le ho estratto il proiettile e le ho
fasciato la spalla, ma, quando si risveglierà,
dovrà riposarsi molto, e soprattutto, non muovere l'arto-.
-
Non si preoccupi, la cureremo noi fino al suo risveglio- lo
rassicurò Crili.
-
Allora io vado, alla prossima ragazzi- li salutò il medico,
che si avviò verso la porta di ingresso e uscì.
Appena
uscito il dottore, la porta si riaprì di scatto.
-
Sarà ancora il dottore, avrà dimenticato
qualcosa- disse Goku senza sapere, quanto si sbagliava.
Appena
disse ciò, la sua espressione e quella dei suoi compari
cambiò, diventò stupita e allibita alla vista
della persona appena entrata.
-
Cosa ci fai qui?- domandò Chichi.
-
Ciao anche a te sorellina-
-
Non fare lo scemo e dimmi cosa ci fai qui-
-
Non ti interessa del perchè sono qui, e poi, questa
è anche casa mia, quindi non ti devo dare nessuna
spiegazione- -Chi
è quella lì?- chiese un
Vegeta molto irritato.
-
"Quella lì", come la chiami tu, è una ragazza che
abbiamo trovato svenuta sulla spiaggia mentre facevamo una passeggiata-
gli spiegò in breve.
-
Non mi interessa, per me puoi anche portare un barbone quì
dentro, e poi... perchè è sul mio letto?!-
sbottò irato il fratello.
-
Perchè il mio letto lo uso io, il divano è
scomodo per la sua condizione fisica, così le ho dato il
tuo- si difese Chichi.
-
Quindi intendi dire che IO dovrei dormire su quel divano, mentre LEI
dorme tranquillamente nel MIO letto?!-
- Esattamente-
ANGOLO DELLE "SCRITTRICI"
Hi bagai, siamo sempre noi e abbiamo aggiunto un altro capitolo!
(é già tanto se non mi sono strappata i capelli!
nda L_B_)
Io e la mia compare ringraziamo a chi è piaciuta questa
storia fino ad ora. Ci rendiamo conto solo ora di quanto sia difficile
scrivere una storia a più capitoli, perchè in
realtà, nel foglio di brutta andava diversamente ma.....
vabbé, questi sì che sono i dilemmi della vita.
Ah, dimenticavo di dirvi una cosa: "crapa", in dialetto
milanese vuol dire "testa" e "bagai" vuol dire ragazzi/e.
L'unica cosa negativa per noi è che non potremo aggiornare
prima di lunedì, speriamo che anche questo capitolo vi sia
piaciuto.
Un abbraccio, L_B_ e LadyMary
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Capitolo 3 *** Capitolo 2 - Il risveglio ***
- Quindi intendi dire
che IO dovrei dormire su quel divano, mentre LEI dorme tranquillamente
nel MIO letto?!-
- Esattamente-
2. IL RISVEGLIO
Buio, buio e
freddo mi circondano, non riuscivo a capire cosa mi fosse successo.
Sapevo che ero viva, e ciò mi bastava.
Sotto il mio
corpo, percepivo qualcosa di soffice e morbido: "un materasso" pensai,
e sentii che ero stata sovrastata da del tessuto, una coperta; "quindi
sono sdraiata su un letto" pensai con una
tranquillità venata di scetticismo. Scetticismo
perchè pensai che se davvero qualcuno mi aveva portato qui,
non poteva essere nient'altro che un sottoposto del mio carceriere, ma,
forse valeva la pena di conoscere colui o colei che mi aveva salvata.
Mi feci forza e
aprii gli occhi. Ciò che mi si presentò davanti
era strano, almeno per me. Due ragazzi erano uno di fronte all'altro e
si urlavano contro insulti di ogni genere, sotto gli occhi annoiati di
altri tre.
Il mio sguardo
si soffermò sui due al centro, e la mia mente mi
riportò indietro nel tempo.
Una scena simile tra quella dei due ragazzi che stavano litigando,
prese vita nei miei ricordi.
Freezer, il mio carceriere, era davanti ad un suo sottoposto, non so
cosa avesse fatto il soldato: poteva aver fallito una missione, oppure
si era opposto al suo capo, e ora, terrorizzato, subiva le sue urla che
lo rimproveravano per lo sbaglio da lui fatto.
Poi Freezer si
fermò.
Per
un attimo pensai che lo lasciasse andare, ma, ovviamente, questa era
una vana speranza.
Il sottoposto scattò velocemente verso la porta, ma prima di
raggiungerla, Freezer lanciò un raggio di luce viola che lo
trapassò da una parte all'altra, per poi ricadere davanti ai
miei colmi di stupore, tristezza e soprattutto paura.
Paura di fare la stessa fine di quel sodato, una volta che mi avrebbe
trovata fuori dal laboratorio.
ANGOLO DELLE "SCRITTRICI"
Scusateci tanto se abbiamo ricopiato la storia vecchia, ma mi hanno
bloccato il mio account(L_B_), così ne ho fatto un altro!!
ora mi chiamo L_B__! ma guardate voi che fantasia.
Speriamo vivamente che vi piaccia!
Siamo ben consapevoli che il capitolo è un po'... cortino,
ma non potevamo farci niente.
Fateci sapere al più presto della ff, ci teniamo molto
Grazie e al prossimo capitolo!!!!
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Capitolo 4 *** Capitolo 3 - Primi contrasti ***
3.
PRIMI CONTRASTI
P.O.V Bulma
Davanti ai miei occhi i miei ricordi scorrevano lenti e inesorabili,
riempendomi il cuore di paura e terrore certo, ma anche di odio e di
una rabbia ceca verso il mio carceriere.
Improvvisamente il mio sguardo fu rubato ai ricordi, e venne attirato
dai due ragazzi che ancora litigavano. Spaventata pensai "lui
può fare a lei ciò che Freezer ha fatto
al suo sottoposto quella volta".
Immediatamente, una ira tremenda si impossessò di me. Mi
lanciai con una velocità sorprendente verso il ragazzo moro,
e gli tirai uno schiaffo, per poi colpirlo ripetutamente, ma lui rimase
immobile e imperturbabile.
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Chichi e il fratello erano totalmente assorbiti dal loro litigio che
neanche si accorsero che la ragazza adagiata sul letto, aveva aperto
gli occhi, per quello, forse, tutti rimasero sorpresi, straniti e anche
spaventati, quando ella si avventò su Vegeta e
iniziò a "picchiarlo".
Chichi, preoccupata sia per la reazione del fratello che per
l'incolumità della ragazza, non tardò ad andare a
separarli; Goku ovviamente la seguì, e insieme tentarono di
mettersi in mezzo per separarli.
I due tirarono leggermente la ragazza per le spalle cosicchè
da non farle male, in modo da allontanarla da Vegeta. Tutto
ciò fu molto utile perchè la ragazza era una
furia inarrestabile e continuava a tornare verso il moro fino a quando,
durante uno dei tentativi di goku e Chichi di separarli, la ragazza
svenne e si accasciò per terra, ma prima che lo toccasse con
la spalla ferita, venne prontamente recuperata da Goku.
- Hai portato in casa una pazza!!- urlò Vegeta al culmine
della sopportazione.
- Di sicuro per quel comportamento ci sarà una spiegazione
plausibile!- intervenne Chichi.
- Come puoi spiegare il fatto che mi abbia picchiato senza un motivo
preciso?!- sbottò irato il fratello.
- E zitti voi due!!! Ma è possibile che siete sempre pronti
a scannarvi l un l'altra?!- zittì tutti C-18.
- Oh, guardate... sta aprendo gli occhi!- li interruppe Crili.
- Ora possiamo chiederle il perchè del suo comportamento-
disse giustamente una calma e rilassata Chichi.
Infatti, in quell'istante, la ragazza aprì gli occhi a
fatica.
- Come ti senti? Stai bene?- le chiese Chichi.
La ragazza annuì flebilmente.
- Potrei chiederti perchè prima hai "picchiato" Vegeta?-
domandò Goku.
La ragazza dai capelli turchini rispose un po' imbarazzata - Mi ha
ricordato una scena del mio passato. Avevo paura che le facesse del
male- e indicò la ragazza dai capelli corvini.
- Non ti devi preoccupare, io e mio fratello litighiamo spesso,
sì, è vero, ma ci saremmo fermati solo alle urla-
la rassicurò Chichi.
- Possiamo sapere come ti chiami?- e chiese gntilmente Crili.
La ragazza rispose -B-8, questo è il mio nome-.
- Che nome strano!- disse Goku stranito.
- è vero, non sembra, anzi, non è affatto un nome
da donna- annuì C-18.
- Perchè ti hanno dato questo nome?- le domandò
con una certa curiosità Chichi.
- Il mio nome ha un motivo particolare, ve lo dirò e insieme
racconterò la mia storia.
Goku, Chichi, Crili, C-18 e Vegeta (sì ragazzi,
c'è anche Vegeta!! Nda L_B__) si accomodarono su
alcune sedie poste in camera e si prepararono ad ascoltare attentamente
ciò che B-8 aveva da dire riguardo alla sua triste storia.
ANGOLO DELLE "SCRITTRICI"
Holaaa, come va? siamo ritornate con un nuovo ed entusiasmante
capitolo! speriamo che vi sia piaciuto come i precedenti (sempre
sequelli vi siano piaciuti).
Abbiamo anche un disegno fatto da L_B__ in un momento di sfaso a scuola
che rappresenterebbe B-8! Speriamo in bene che vi sia piaciuto questo
capitolo e mi raccomando, recensite in tantiiiii *svanisce*
*ricompare* Volevamo ringraziare tantissimo le persone che recensiscono
come:
SonrakyUchiha
Nuala
SeaLight
e albalau
Grazie di cuore e diteci che ne pensate del disegno!!
Per vederlo cliccate sul link scritto qui sotto.
http://tinypic.com/view.php?pic=m7b03q&s=5
Scusate se vi rompiamo ancora, *ci grattiamo la testa a mo' di Goku*
Volevamo dirvi che se volete vedere l'immagine dovete cliccare 2 volte
sul link, altrimenti vi viene uno spazio bianco.
Adieu (si scrive così? mah) e al prossimo capitolooooo
*svanisce, stavolta sul serio *
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 - Il nemico comincia a muoversi - Capitolo di passaggio ***
5. IL NEMICO COMINCIA A MUOVERSI - CAPITOLO DI PASSAGGIO
Mentre i sei ragazzi continuavano la loro conversazione, qualcuno
lontano kilometri da loro, reclamava B-8 per sé.
- Dovete riportarmela al più presto!- disse Freezer
autoritario.
- Signore, non si preoccupi, faremo tutto ciò che
è in nostro potere per riportargliela- rispose spaurito un
soldato della squadra Genew.
- Vi conviene. Quella ragazza è a dir poco essenziale per
noi, il suo potere la rende invincibile e mi serve come alleata, non
come nemica!- parlò di nuovo Freezer, ora lievemente nervoso
dalla risposta del suo sottoposto.
- Sarà fatto, Signore- rispose il soldato.
Il capo della squadra Genew stava per varcare la soglia della stanza,
quando, ad un tratto, la voce del suo superiore ruppe il silenzio:
- Ricordati Genew, quella ragazza mi serve viva, non illesa-.
- Ai suoi ordini Freezer- rispose Genew, voltandosi e facendo un
piccolo inchino, in segno di rispetto.
Mentre il soldato usciva, un sorrisetto cinico e sicuro si dipinse sul
volto di Freezer: era sicuro che avrebbe avuto di nuovo ciò
che gli apparteneva tra le sue mani, quella ragazza di nome B-8 era la
sua più grande arma.
Dopotutto aveva dato solo un ordine a Genew e non poteva fallire,
altrimenti si sapeva che fine avrebbe fatto, no? Quando avrebbe avuto
la ragazza tra le sue grinfie, gli avrebbe potuto raccontare
della sua vita prima di andare in quel laboratorio, però, in
cambio, lei doveva ritornare dal suo padrone e, oltre che essere
soggetta ad altri esperimenti molto più pericolosi di quelli
già subiti, doveva fargli anche da "schiava", siccome era
fuggita dai laboratori. Se avrebbe rifiutato quest'ultima opzione, cosa
che molto probabilmente avrebbe fatto, Genew avrebbe potuto passare
alle maniere forti. Lui non era il tipo che si sporcava le mani solo
per far soffrire un inutile esperimento, per lo più femmina.
Dopotutto, lui la voleva viva, non illesa.
Dopo quest'ultima pensiero, un ghigno malefico gli comparve sul suo
volto agghiacciante, che non trapelava alcuna emozione se non ira verso
quella ragazza, che molto abilmente riuscì a fuggirgli
proprio sotto il suo naso, e un sentimento molto più
pericoloso del precedente: l'odio.
- Allora: Jeeth, Reecom, Guldo e Butter!- li chiamò a gran
voce il loro capo.
- Sissignore!- risposero tutti e quattro in coro.
- Dovete perlustrare la città per ritrovare quel dannato
esperimento, anche a costo della vostra miserabile vita, avete capito?-
domandò autoritario Genew.
- Sissignore!!-
- Bene: Jeeth e Guldo, voi dovete perlustrare le zone nord e est.
Reecom e Butter, voi dovete controllare a fondo le zone sud e ovest. Io
controllerò nei laboratori, magari quella piccola insolente
è ancora lì dentro da qualche parte-.
Tutti e cinque i componenti della squadra Genew si divisero e
cominciarono a perlustrare le zone che il loro capo gli aveva
assegnato. Erano sicuri che quell'esperimento sarebbe stato loro in
poco tempo.
ANGOLO DELLE "SCRITTRICI"
Salve a tutti gente! Io e LadyMary ringraziamo tutti coloro che hanno
recensito, messo la nostra storia tra le preferite, o chi ha letto fino
a questo punto.
Ci dispiace ma dobbiamo proprio lasciarvi perchè domani ho
un'interrogazione di scienze (forse) e una verifica di antologia e
grammatica insieme, quindi crediamo che aggiorneremo più o
meno verso mercoledì o giovedì.
Alla prossima,
L_B__ & LadyMary
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 - Decisioni e cambiamenti ***
6.
DECISIONI E CAMBIAMENTI
I sei ragazzi, ignari di tutto ciò che sta accadendo al di
fuori di quelle mura, dovevano prendere una decisione importante per le
sorti della ragazza.
- Ora dove andrai a vivere?- chiese preoccupato Crili.
- Sinceramente non ne ho idea, da quanto avete sentito non conosco
nessuno in questo mondo a parte voi. Cavolo, sono proprio una
maleducata, io vi ho detto un sacco di cose sul mio conto ma non so
ancora i vostri nomi!-
- Io sono Goku-.
- Io Crili-.
- C-18-.
- Io sono Chichi e questo è mio fratello Vegeta-.
- Guarda che mi so presentare anche da solo-.
- Ma se quando ci sono degli ospiti ti devo sempre presentare io!-
ribatté la ragazza dai capelli corvini.
- Stai zitta maschiaccio!-
- Ora hai proprio superato il limite della mia pazienza! Come osi
chiamarmi così, brutto scimmione!- Alzò la voce
la sorella.
- Io ti chiamo così quando mi pare e piace- disse Vegeta con
una calma a dir poco stressante.
La ragazza dai capelli turchini scoppiò in una fragorosa
risata cristallina. Nessuno, neanche da piccola l'aveva vista ridere in
quel modo così limpido, e si, anche un po' bambinesco.
Tutti i presenti si fermarono allibiti a fissarla: la sua reazione, la
prima volta che li aveva visti litigare, era molto differente rispetto
a quest'ultima.
- Si può sapere che hai da ridere?!- sbottò irato
Vegeta.
La ragazza decise di fermarsi, dopotutto quel Vegeta le faceva un po'
paura.
- Niente, niente, è solo che siete così buffi
quando litigate!- si giustificò B-8.
- Pensa che sono così tutto il giorno- le confidò
C-18 sottovoce, attenta a non farsi sentire dai diretti interessati.
- Davvero?-
- Mh mh, e questo non è niente! Aspetta di vedere quando
litigano per chi deve andare a lavarsi per primo- si
immischiò Crili.
- Ehm, ehm- cercò di attirare l'attenzione Goku, il quale
divenne improvvisamente serio - ora che abbiamo finito di ridere e
scherzare, dove andrà B-8 a vivere?-.
- Potremmo tenerla qui con noi!- disse Chichi con entusiasmo.
- Non se ne parla nemmeno! Io non dormirò su quel divano
solo perchè lei dormirà nel mio letto!-.
- Eddai fratellone!-.
- Non chiamarmi fratellone!-.
- Suvvia, la faremo dormire nel materasso di scorta che è
sotto il tuo letto, poi lo spostiamo,e lo mettiamo in salotto-.
- D'accordo, ci sto. A patto che pulisca tutto ciò che
sporcherò e che si curi lei della pulizia di tutta la casa,
soprattutto la mia camera- disse con calma Vegeta, sogghignando alla
vista della sua ospite a pulire.
- Ma questo non è giusto!- si intromise Crili.
- Accetto- rispose sicura di sé B-8.
- Perfetto. Potrai cominciare da domani, dolcezza- disse Vegeta
avvicinandosi pericolosamente alla ragazza.
- Contaci, sarà tutto lindo e pulito, ti potrai persino
specchiare- rispose la turchina, con un pizzico di ironia, che Vegeta
non notò subito.
- Aspetta un secondo- li interruppe C-18 - tu hai detto che ti verranno
a cercare, giusto?-
- Sì, è così-.
- Dobbiamo riportare qualche "modifica"-.
- C-18, mi spieghi che intendi dire con "modifica"?- chiese Chichi.
- Venite con me-
C-18 prese le due ragazze e, in fretta e furia, corsero senza sosta
fino ad arrivare ad un imponente edificio colorato.
- Parrucchiere?!- domandò allibita Chichi.
- Sì, dobbiamo renderla irriconoscibile!-.
Portarono dentro B-8 e, quando arrivò il loro turno disse la
ragazza bionda:
- Devi dividere i capelli e farle due ciuffi, e devi anche accorciare i
capelli almeno fino alle scapole-.
- D'accordo signorina- disse gentilmente il parrucchiere.
- Magari potresti legarle i capelli in un fiocco lasciandole ciocca
fuori- aggiunse Chichi.
- Ma certo signorine, tutto quello che volete, sono qui per questo io-
rispose il parrucchiere con una dolcezza a dir poco nauseante.
Dopo mezz'ora che il parrucchiere smanettava con le forbici e il
pettine, il risultato fu strabiliante.
- Wow, non sembri nemmeno tu, ma chi sei?- scherzò Chichi.
- Andiamo anche in quel negozio, non può girare per la
città in questo modo, sembra che sia stata appena ricoverata
in un ospedale!- disse C-18.
La turchina non ebbe nemmeno il tempo per ribattere che le due amiche
l'avevano trascinata in un negozio d'abbigliamento.
Dopo 2 ore piene a trafficare con magliette, calzini, gonne, felpe e
roba varia, prese una maglia azzurra con scollatura a barca con un top
blu sotto e un paio di jeams a sigaretta blu chiaro e ballerine nere,
siccome non sapeva camminare sui tacchi.
Quando varcarono la soglia della porta di casa, i ragazzi stentavano a
riconoscerla.
ANGOLO DELLE "SCRITTRICI"
Wella! Un altro capitolo concluso, yeah! Abbiamo fatto presto ad
aggiornare e speriamo di non avervi deluso con questo capitolo. Abbiamo
fatto (HO fatto nda L_B__) anche un disegno che rappresenta la nostra
B-8 dopo la "ristrutturazione" dal parrucchiere e del negozio
d'abbigliamento. Se volete vedere il disegno che ho fatto cliccate nel
quadrato con i bordi blu. Mi raccomando recensite in tanti e diteci
cosa ne pensate del disegno, guardate che ci teniamo molto.
Al prossimo capitolo,
L_B__ & LadyMary
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Capitolo 7 *** Capitolo 4 - B-8 ***
Goku,
Chichi, Crili, C-18 e Vegeta si accomodarono su alcune sedie
poste in camera e si prepararono ad ascoltare attentamente
ciò che B-8 aveva da dire riguardo alla sua triste storia.
4. B-8
La ragazza dai capelli turchini rimase zitta per un po' dopo aver detto
che avrebbe raccontato la sua triste storia.
Rimase ferma, seduta sul letto ad osservare gli altri che si
preparavano all'ascolto. Quando vide tutti seduti, disse:
- Ora posso iniziare: io non so dove sono nata, né chi sia
mia madre, né mio padre, so solo che da bambina venni ceduta
ad uno scienziato, il dottor Freezer, che poi è diventato il
mio carceriere.
A quel tempo lui cercava esseri dotati di poteri paranormali, credeva
che io ne possedessi uno, e così mi prese con lui. Mi tenne
segregata in quel laboratorio senza farmi uscire per tutta la mia
infanzia.
La sua teoria su di me non si rivelò affatto errata,
infatti, tra tutte le sue cavie, io fui l'unica a dimostrare il posseso
di poteri, e, per questo fui l'unica a soravvivere perchè,
se prendeva una ragazza e scopriva che non aveva dei poteri
sovrannaturali, la torturava senza pietà fino ad
ucciderla.
Sono sempre vissuta lì, e crescendo ho capito che in quel
posto non ero libera, ma soprattutto, non ero felice. Io volevo una
vita da vivere, stare con delle persone che mi volevano bene per quello
che ero, invece, loro mi tenevano lì perché ero
un soggetto interessante ed erano soddisfatti di aver trovato, dopo
tanto tempo e dopo tanti tentativi falliti, una persona fuori dal
comune. Non mi hanno mai fatto uscire, ero reclusa in quel posto
così triste, triste come il mio animo, imprigionata in quel
posto così grigio che mi suscitava tanta malinconia e
tristezza.
Così decisi di evadere di sera, le guardie dormivano
profondamente e uscii dal laboratorio. Ero arrivata allo strapiombo e
pensai di essere finalmente libera da quella prigione, quando un
cecchino mi sparò e io caddi in mare.
Mi salvai solo grazie al mio potere, che ora vi spiegherò:
il mio potere si chiama "distorsione della realtà" e
consiste nel manipolare la realtà con l'uso della mia
volontà, cambiandone radicalmente le conseguenze.
Basti pensare al mio caso: se io non avessi "attivato" il mio potere,
adesso non sarei qui con voi a parlare della mia storia, ma siccome ho
pensato con tutta la mia volontà che non volevo morire,
riuscii a sopravvivere, e ringrazio tutti voi per avermi portato in
salvo.
In quanto al mio nome, che come avrete notato è strano ed
inusuale per una ragazza, ha un significato preciso: la B sta ad
indicare il mio nome di battesimo, che io purtroppo non mi ricordo e
l'8 era il mio numero di riconoscimento all'interno del laboratorio, e
ciò sta ad indicare che ero l'ottavo esperimento di Freezer-
dissi tutto d'un fiato come se avessi paura che qualcuno mi
interrompesse all'improvviso.
POV Bulma
Alla fine del mio racconto della mia storia alzai gli occhi
per vedere le reazioni dei miei salvatori. Le loro espressioni erano
allibite, stupite e preoccupate. Era esattamente il tipo di reazione
che mi aspettavo. Ciò che mi lasciò perplessa, fu
il volto del moro dai capelli "a fiamma". Il suo volto non lasciava
trapelare alcuna emozione, era rimasto impassibile, ma se lo si
osservava attentamente, nei suoi occhi si poteva scorgere stupore e
sorpresa. Probabilmente nessuno di loro si aspettava che avessi una
storia così triste e particolare alle spalle.
Dopo essersi ripresi dallo shock iniziale, i ragazzi iniziarono a
bersagliarmi di domande, ma la confusione fu tale che non riuscii
nemmeno a capire una parola di quello che dicevano.
- Calmi, se volete sapere di più, basta domandarmi una cosa
alla volta-dissi tranquillamente, facendo zittire tutti.
- Ma scusa, a che età sei stata portata dentro al
laboratorio?- domandò C-18.
- Da quando avevo 2 o 3 anni. è per questo che non mi
ricordo il mio nome- risposi lapidaria.
- Ma l'idea del piano di fuga come ti è venuta in mente?-
chiese Chichi.
- Semplice, ho osservato per bene la struttura del laboratorio, gli
orari di chi lavorava , chi mi sorvegliava e in che giorni
della settimana, così, mettendo insieme tutte queste
conoscenze, ho escogitato la mia fuga-.
- E se sei finita qui, il tuo piano non è andato a buon
fine, giusto?- intervenne bruscamente Vegeta.
- Giusto, ma hai tralasciato un particolare: è solo l'ultima
parte del mio piano che è andata in fumo, se così
si può dire, perchè?- gli domandai con
un certo interesse.
- Volevo solo sentirtelo dire personalmente, siccome qui, le ragazze
carine come te non saprebbero mettere in atto un piano così
complicato- concluse il moro, rapito dalla cnversazione con quella
strana ragazza dai capelli turchini.
- C- cosa?-riuscii solamente a dire, visibilmante a disagio da quel
discorso così imbarazzante, almeno per lei.
ANGOLO DELLE "SCRITTRICI"
Prima di cosa, volevamo salutarvi e ringraziare chi recensisce o chi
legge e basta. Seconda di cosa siamo veramente felici delle vostre
recensioni e che la nostra storia vi piaccia. Questo capitolo
in realtà dovevamo postarlo più o meno verso
venerdì, ma siccome ce l'avevamo già pronto ho
convinto LadyMary a farmelo postare oggi.
Ci saranno molti colpi di scena però al prossimo capitolo
non scriveremo dei nostri protagonisti, ma di personaggi altrettanto
importanti... uffa devo stare zitta!!
Diteci cosa ne pensate e anche degli errori, siccome non abbiamo avuto
molto tempo per rileggerla.
Al prossimo capitolo,
L_B__ & LadyMary
ciao ciao!
|
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Capitolo 8 *** Capitolo 7 - Iniziano i problemi ***
7.
INIZIANO I PROBLEMI
La ragazza dai capelli turchini tolse finalmente l'ultimo carico di
bucato dalla lavatrice e si diresse verso il salotto. Dopo aver
raggiunto lo stendino, stese il bucato, e con uno sbuffo si
lasciò cadere sul morbido divano che stava poco distante da
lei.
"Uffa, non pensavo che tenere a posto una casa potesse essere
così stancante" pensò B-8.
Alla fine, però, si disse che le piaceva in fondo. E poi
aveva una casa in cui stare, un tetto sotto il quale dormire, e un
pasto caldo la sera. Inoltre, coloro che l'avevano ospitata erano
simpatici, e oramai erano diventati amici, anche se non prendeva tanta
confidenza con loro perchè non era da tanto che era
lì. E poi c'era una persona in particolare, che la metteva
in soggezione e agitazione quando parlava con lui, sì,
proprio Vegeta!
Chichi varcò la soglia di casa:
- Tutto bene B-8?- domandò preoccupata pensando che le fosse
successo qualcosa di brutto vedendola sdraiata sul divano.
- Sì Chichi, non ti preoccupare, sto benissimo, solo che
sono un po' stanca- rispose.
- Ma tutti questi vestiti sono tutti di tuo fratello?- chiese
ingenuamente l'azzurra.
- Sì, ma non ti preoccupare. Ti ho già detto che
non c'è bisogno che ti stanchi tanto, fa ciò che
riesci- disse apprensiva Chichi - Se non ce la fai con la camera di
Vegeta non fa niente, la faremo dopo insieme. è un vero
porcile!-.
- Grazie Chichi, ma preferisco mentenere la mia parola: io pulisco
tutto quello che sporca tuo fratello, in cambio, però mi
dovrete tenere qui come ospite. In fondo l'ho promesso, e io mantengo
sempre le promesse- disse grintosa la turchina.
Le due chiaccheravano tranquille, ignare che qualcuno cercava B-8 ed
era pronto a tutto pur di riprenderla.
Genew era posto davanti allo schermo di un computer di ultima
generazione, e controllava i file riguardanti la ragazza, aspettando
anche delle notizie dai suoi soldati, non che compagni della squadra
Genew.
Dopo una buona mezz'ora, venne contattato da Reccom e Butter. Questi
gli inviarono una registrazione la cui data risaliva al giorno prima,
ed era quella di un negozio di abbigliamento. Sullo schermo apparvero
tre ragazze: una mora, occhi neri, vestita con un uniforme scolastica e
uno scialle giallo (vi ricordate lo scialle che Chichi indossava
all'inizio della serie? beh, scordatevelo, perchè questo
è di un giallo smorzo, quasi sul biano, in poche parole ha
sbagliato candeggio nda L_B__), l'altra ragazza era bionda, occhi di un
azzurro molto chiaro, vestita tutta di nero, e l'ultima aveva i capelli
turchini e occhi azzuri, quasi da far invidia al cielo, vestita in una
tunica bianca che le arrivava più o meno fino alle ginocchia.
Genew sorrise perfido: aveva un taglio diverso ma non c'erano dubbi.
L'aveva trovata, l'ultima ragazza era B-8: il suo obiettivo.
ANGOLO DELLE "SCRITTRICI"
Scusate per il ritardo ma non siamo riuscite ad aggiornare prima di
oggi. Ci dispiace. Spero ci perdonerete se vi diciamo che il prossimo
capitolo è già in elaborazione.
Non sappiamo più cosa dirvi...
Al prossimo capitolo!!!
L_B__
& LadyMary
|
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Capitolo 9 *** Capitolo 8 - Trovata! ***
8. TROVATA!
La luce del sole filtrava timida nelle tende della casa, mentre nella
stanza di Vegeta...
- Vegetaaa... Svegliati... Dai che è tardi... Uffa! Chichi,
non funziona! come faccio a svegliarlo?- chiese esasperata.
- Guarda e impara mia cara B-8, per svegliare un troglodita come lui
devi fare così-
Chichi si avvicinò al suo letto, prese un forte respiro e
gridò vicino all'orecchio del fratello:
- Svegliati Vegeta! E' pronta la colazione!-
- Dove? Dov'è la mia colazione?- Chiese un Vegeta alquanto
assonnato - Mi hai preso per i fondelli ancora una volta, vero? Stupida
donna che non sei altro!-
- Guarda che la colazione è in cucina, e guarda caso l'ha
preparata proprio B-8-.
- E non potevi farla tu?-
- No fratellino, dovevo andare in posta e a pagare le bollette in
comune. E tu sai almeno quanto me quanto ci si mette per andare e
tornare, vero?-
Vegeta rabbrividì solo al pensiero di farsi tre ore e mezza
a piedi di andata e ritorno.
- Quindi la nostra cara ospite ha preparato la colazione per noi,
giusto?- chiese malizioso Vegeta, avvicinandosi sempre di
più alla diretta interessata.
- Già, proprio così- rispose fiera la ragazza dai
capelli turchini.
- Mi sa che qui si rischia una bella gastrite- rispose acido. -
Comunque Chichi, il tuo posto è in cucina. Su, va e prepara
qualcosa di buono-
- Come scusa? Perchè dovrei stare io in cucina?-.
- Perchè tu sei una donna-.
- E con questo?-.
- Le donne stanno sempre in cucina a preparare il cibo per gli uomini-.
- E allora tu sai perchè ci sono molti uomini trovati morti
in cucina?- chiese Chichi.
- No, dai, sentiamo, perchè?-.
- Perhè in cucina ci sono i coltelli, e guarda caso le donne
si trovano proprio lì- rispose una Chichi diventata
inspiegabilmente minacciosa.
- Fai poco la spiritosa sorellina-.
- Ma dai, perchè devi essere così serio. In fondo
era soltanto una battuta- si intromise B-8.
- Forse perchè la parola "umorismo" non rientra nel mio
vocabolario- rispose acido Vegeta.
- Sei senza speranze. Non troverai mai una ragazza che ti sopporti-
ribattè impavida Chichi.
- Su, smettetela. E' mai possibile che per ogni parola che dite deve
nascere una questione di Stato?!- li interruppe la turchina.
- Guarda che non sei nella condizione di dare ordini- sbottò
irato Vegeta.
- Guarda che il mio era solo un consiglio!- gli urlò in
faccia la povera B-8, esasperata da quella conversazione.
- Beh, non me ne frega un' emerita cippa dei tuoi consigli, per me te
ne puoi anche andare a quel paese- rispose Vegeta con aria
più pacata.
- Quale paese scusa?- chiese B-8.
- Ehm... Lascia stare cara, è un modo di dire. Piuttosto,
che ne dici di aiutarmi a sparecchiare?- domandò Chichi -
Mentre tu Vegeta, che ne dici se scompari dalla nostra visuale per un
po'?-.
- Ma certo Tenente Chichi Del Toro, ai suoi ordini- disse imitando alla
perfezione il saluto militare.
- Non scherzare col fuoco o finirai per scottarti. Comunque ti informo
che anche se sono più grande di te di soli due minuti, mi
devi portare rispetto, hai capito signorino?-.
- Tsk-.
B-8 alzò gli occhi al cielo, stanca di tutte quelle
litigate. Sarebbe stato un soggiorno difficile quello in casa di Chichi
e Vegeta, ma anche divertente, doveva ammetterlo.
Inspiegabilmente il pranzo e la cena andarono lisci come l'olio,
chissà come mai, eh? forse perchè Vegeta, stanco
di quella situazione, andò a spasso fino a notte inoltrata,
lasciando le due ragazze a casa da sole.
Chichi e B-8 iniziarono a fare le loro commissione casalinghe, e poi
parlarono un poco prima di andare a dormire entrambe, dopo la giornata
faticosa che hanno trascorso.
- Buonanotte Chichi-.
- Buonanotte B-8-.
Si salutarono prima di cadere nelle braccia di Morfeo.
Le due ragazze non si erano accorte di essere state spiate per tutta la
serata, mentre Genew tornò verso la sua Berlina nera e
pensò:
"Bene, bene, bene. E' ora di chiamare gli altri. Domani si inizia;
entro circa due giorni la ragazzina tornerà di nuovo
a casa". E un sorriso freddo e cinico si formò sul
suo viso.
ANGOLO DELLE "SCRITTRICI"
Ciao, come va? Questo capitolo è un po' troppo
discorsivo ma lo abbiamo fatto apposta per farlo risultare un po'
più simpatico degli altri. Com'è? Vi è
piaciuto?? Ci teniamo a saperlo al più presto possibile, e
mi raccomando: recensite in tanti!
Al prossimo capitolo,
L_B__ &
LadyMary
|
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Capitolo 10 *** Capitolo 9 - Dov'è B-8? ***
9. DOV' E'
B-8?
- Vegetaaaaa... E' pronta la colazione!- urlò Chichi al
fratello ancora addormentato.
- Aaaah non rompere donna!-.
- D'accordo allora, non mangiare. Vorrà dire che la tua
porzione la daremo a Goku quando verrà qui- disse calma la
sorella.
- Aaah, maledetta donna! Arrivo, arrivo-.
Chichi andò a svegliare anche la loro ospite che ormai era
da un po' di tempo che era lì con loro.
- Su B-8, è ora di svegliarsi. La colazione è
pronta- disse premurosa la mora.
- Buongiorno Chichi, grazie per avermi avvisata, arrivo subito- disse
ancora assonnata.
- Ascolta, oggi io e Vegeta dobbiamo andare a scuola, ti dovremo
lasciare a casa da sola almeno fino all'ora di pranzo-.
- Aaaah smettila, non è mica una mocciosa. Guarda che se non
ci fai trovare il pranzo sul tavolo, ne pagherai le conseguenze- disse
a Chichi, per poi rivolgersi minaccioso a B-8.
- C-certo Vegeta- rispose l'azzurra tremante.
- Vegeta, sii un po' più gentile, l'hai terrorizzata- disse
Chichi he intanto accarezzava amorevolmente la testa dell'azzurra.
- Mai e poi mai! Io mi rivolgo a lei come voglio-.
- Io mi arrendo, sei un caso disperato! Chi vorrebbe come fidanzata un
tipo come te!- (io lo vorrei eccome! nda L_B__)
- Muoviti o faremo tardi!- disse il fratello.
- Mi raccomando B-8, NON aprire a nessuno, chiaro?-.
- Certo Chichi, però ora andate che se no arriverete in
ritardo-.
- Ok, ciao cara- la salutò la mora.
- Bene, sono usciti, è ora di mettere in atto il nostro
piano- disse Genew, e intanto i suoi compagni lo stavano raggiungendo.
Adesso era ora di catturare quell'esperimento che gli aveva creato
così tanti problemi.
- Cavolo, devo sistemare la stanza di quel Vegeta. Sarà un
porcile unico! Ci metterò una vita prima di sistemarla del
tutto!- disse a voce alta, B-8.
La raggazza si diresse a passo sostenuto verso la camera di Vegeta, e
quando varcò la soglia disse:
- Ma non finirò mai! Dire che la camera di Vegeta
è sporca è come dire che Babbo Natale era un
fotomodello nato-.
I vestiti erano sparsi dappertutto, sul letto, sull'attaccapanni, sulle
sedie o addirittura in bagno, mentre alcuni avanzi di cibo spazzatura
e bottiglie d'acqua erano sulla scrivania o vicino al letto e
i libri di scuola erano disseminati sul pavimento.
Solo in due parole si poteva definire la camera del ragazzo: disordine
totale.
- Oltre ad essere rozzo e maleducato con me è anche
disordinato all'ennesima potenza!- Gridò esasperata B-8,
sull'orlo di una crisi di nervi.
Intanto nell' Orange High School...
- Ciao Chichi!-.
- Oh, ciao C-18, come va?-
- Io bene grazie. Come va con B-8?- chiese la biondina.
- Benissimo! e' una ragazza adorabile, molto servizievole e anche
intelligente- rispose la mora.
- E perchè?-.
- Perchè?! E me lo chiedi pure? Ha imparato in dieci minuti
come si fa a preparare la pasta, il risotto, la pizza, le crespelle e
molti altri cibi! E poi ci è di grande aiuto in casa. Mi
dispiace però che mio fratello la tratti così,
lei non se lo merita!- disse con convinzione Chichi.
- Sai com'è fatto. Con tutta probabilità non ha
mai detto una parola gentile a nessuno- si dispiacque C-18.
- Già, e poi non ci ha mai parlato con una ragazza carina
come lei!-.
- Ehi Vegeta! Dì la verità, hai davvero un'ospite
in casa?- chiese Nappa, alto un metro e novantacinque tutto muscoli e
niente cervello.
- Sì, e allora?- si accigliò il moro.
- Hai una sua foto?- li interruppe Radish, il fratello di Goku.
- Sì, eccola- e la mostrò tirandola
fuori dallo zaino. Nella foto ci sono raffigurate Chichi e B-8 una
abbracciate all'altra, sulla terrazza di casa. B-8 aveva un vestito
azzurro molto chiaro e leggero che arrivava a malapena alle ginocchia,
con un cappello di paglia molto grande che teneva su con una mano,
mentre Chichi indossava una canotta semplice rossa con degli shorts
bianchi.
- Oh, quasi quasi me la farei, anzi, che dico, me la farei di sicuro!-
Senza capire il perchè, l'energumeno pelato si
ritrovò con lo stomaco dolorante per il calcio appena
ricevuto, e a quel punto capì che Vegeta non aveva preso
troppo bene la sua uscita sulla ragazza.
- Ehi, guarda che stavo solo scherzando-.
- Ti conviene- concluse Vegeta.
Mentre la ragazza dai capelli turchini finiva di buttare le ultime cose
di Vegeta, si sentì premere sul proprio viso, all'altezza
del naso, un pezzo di stoffa, probabilmente un fazzoletto di stoffa
(come quelli che usava la nonna nda L_B__) e sentiva che le forze
cominciavano a venirle meno e sentì le palpebre pesanti,
così, non riuscendo più a rimanere sveglia, si
addormentò.
- Bene signore, ora non c'è pericolo che si ribelli
perchè dormirà per mooolto tempo- disse Jeeth.
- Già. Il sonnifero di cui era stato intriso il fazzoletto
era molto potente- concluse Recoom.
- Ottimo lavoro, portatela via- ordinò autoritario Genew.
Dopo aver fatto il loro tipico balletto di formazione, la portarono al
porto, dove c'erano i laboratori.
- Ora aspettiamo il calar della sera, e poi partiamo per l'isola di
Freezer- affermò il capo.
- Siamo tornati!- gridò Chichi, sperando di attirare
l'attenzione della turchina.
- Ehi donna rispondi!-.
La ragazza dai capelli corvini accese la luce, ma lo spettacolo che le
si presentò davanti era davvero inquietante: il salotto era
nel disordine più totale, c'erano tutti i mobili alla
rinfusa e la finestra aperta.
- B-8, dove sei?- chiese disperata la mora in attesa di una risposta
che non accennava ad arrivare.
- Ma non capisci che l'anno rapita?!- sbottò Vegeta, anche
lui preoccupato per la sorte di quella ragazza.
- Allora muoviamoci a cercarla!-.
- E dove, scusa?-.
- Se non sbaglio l'abbiamo trovata vicino alla spiaggia...-
rifletté Chichi a voce alta.
- Al porto!-.
I due chiamarono gli altri e si diressero al porto correndo disperati.
- Dobbiamo dividerci- propose Goku.
- Io e Goku cercheremo nella zona a nord- propose Chichi.
- Io torno a casa- disse calmo Vegeta-.
- Eh no signorino! Tu rimani qui a cercarla!-.
- E va bene- disse un Vegeta alquanto annoiato, ma infondo si stava
preoccupando davvero per quella strana ragazza.
- Bene, io e Crili ci occuperemo della zona a sud-est mentre tu,
Vegeta, dovrai occuparti del resto- propose C-18.
- Muoviamoci- disse risoluto Vegeta.
Dopo essere stata scaraventata vicino ad un container, la povera B-8
aprì faticosamente gli occhi per la fastidiosa luce del sole
che cercava prepotentemente di penetrare nei suoi occhi color del
cielo. Guardò intorno a sé e vide che era sola.
La ragazza si fece forza con le bracciaper tirarsi su completamente, e
appena riprese il suo già precario equilibrio,
cercò di fuggire, ma, dopo pochi passi, si
ritrovò il polso stretto in una morsa d'acciaio che non
accennava a diminuire.
- Dove vai, bellezza?- chiese Genew.
- C-chi s-sei?- chiese tremante la ragazza.
- Eppure dovresti conoscermi! Sono Genew, uno degli uomini di
Freezer, felice di rivederti-.
- Il piacere è tutto tuo, e poi io non ci torno in quella
topaia di laboratorio-.
B-8 cercò di staccarsi dalla presa ferrea di Genew, ma al
contrario, le strinse il polso più forte, fino quasi farle
male.
- Sai una cosa ragazzina? Tu tornerai presto dal tuo padrone, molto
presto- detto questo chiuse la ragazza in una cella provvisoria.
- Sei pazzo se credi che io ritorni da quello lì-.
- Sei solo una stupida mocciosa incosciente! Non ti ha mai detto
nessuno che devi portare rispetto a quelli più grandi?-.
L'energumeno viola si avvicinò pericolosamente alla cella,
alzò un braccio per colpire B-8, quando sentì una
leggera pressione sul suo polso.
- Chi è il moscerino che osa sfidarmi?!- chiese Genew ancora
di spalle.
- Non importa chi sono... Voglio combattere contro di te!-.
- E cosa mettiamo in palio?-
- La ragazza- disse Vegeta indicando B-8, ancora dentro quella cella
dove era rinchiusa da ormai molte ore.
- Per me va bene- rispose Genew.
Mentre i due cominciarono a combattere senza sosta e senza esclusione
di colpi, la ragazza dai capelli turchini sperò che a
vincere quel combattimento doveva essere Vegeta; non voleva sopportare
l'idea di dover perdere gli unici amici che si era fatta in una vita
piena di tristezza e malinconia. Vegeta doveva vincere a
tutti i costi. Dopo questa profonda riflessione, il moro
colpì in pieno stomaco Genew, che si piegò dal
dolore, poi, approfittando di quella posizione, spiccò un
salto e, con il gomito, lo colpì alla schiena, facendolo
sdraiare sul cemento armato del porto, decretando così la
sua sconfitta.
Lasciandolo a terra e dolorante per le ferite infertegli, prese le
chiavi, aprì la cella dove stava B-8 e trovò la
ragazza rannicchiata su se stessa, impaurita, con le ginocchia che le
coprivano il volto per non far vedere a Vegeta che stava piangendo, ma
il moro se ne accorse e, per non mettere in ulteriore
difficoltà la ragazza, fece finta di niente.
- Vieni B-8, gli altri ti cercano- disse porgendole la mano per
aiutarla ad alzarsi.
Lei accettò il suo aiuto e si diressero verso gli altri con
calma, mentre Chichi le saltò al collo piangendo. Era
davvero felice che suo fratello l'avesse trovata sana e salva. Quando
il trio composto da B-8, Chichi e Vegeta tornarono a casa, la mora fece
una solenne promessa: nessuno, d'ora in poi l'avrebbe più
toccata.
- Ehi, B-8, che ne dici se ti iscriviamo a scuola?- chiese Chichi.
- A scuola? E che roba è?- domandò B-8 perplessa.
- E' un posto dove ci sono delle persone che ti insegnano delle cose
molto utili in futuro, tipo la matematica o l'inglese e altre cose!-.
- Sarebbe fantastico andarci!- disse con entusiasmo la ragazza.
- Bene, domani ti dovrai svegliare presto!-.
- Non vedo l'ora-.
Detto questo, le due ragazze andarono ognuna nelle rispettive stanze e
si abbandonarono tra le braccia di Morfeo.
ANGOLO DELLE "SCRITTRICI"
Oggi abbiamo deciso di cambiare un po' il nostro stile offrendovi un
capitolo più lungo, contenti? Chissà cosa
combinerà B-8 a scuola... Ve lo diremo nel prossimo capitolo!
Un bacio a chi ci segue, recensisce o chi ha messo la nostra storia tra
le seguite o preferite. Grazie mille!
Alla prossima,
L_B__
& LadyMary
|
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Capitolo 11 *** Capitolo 10 - Bulma Brief! ***
-
Bene, domani ti dovrai svegliare presto!-.
-
Non vedo l'ora-.
Detto questo, le due ragazze
andarono ognuna nelle rispettive stanze e si abbandonarono tra le
braccia di Morfeo.
10. BULMA BRIEF!
- Buongiorno Chichi- salutò emozionata l'azzurra.
- Ehi ciao! Come mai sei sveglia a quest'ora?-.
- Sono troppo emozionata, non vedo l'ora di andare a scuola-.
- Ma guarda che sono appena le 6:30 del mattino-.
- E a che ora si va?- chiese.
- Alle 8:00 bisogna essere in classe- le rispose la mora.
- Ah, ok. Allora vado a dare una pulita alla camera di Vegeta-.
L'azzurra, appena varcata la soglia della stanza, scorse nel letto
matrimoniale, una sagoma distesa che si muoveva ininterrottamente.
- Shht, silenzio, non devo fare rumore; se quello si sveglia
è capace di sbranarmi viva! Sono in una zona delicata della
stanza. Cavolo, sembra un campo di battaglia! Sembra che lo fa apposta
a mettere tutto in disordine. Eh già eh! Tanto sono io che
pulisco tutto il suo lerciume!- sussurrò B-8 ad una persona
immaginaria.
Stava camminando a tastoni contro il muro, quando inciampò
in qualcosa, cadendo rovinosamente a terra.
- Ahia! Che male!- esclamò tastandosi il sedere
per vedere se era tutto intero.
- Ehi ragazzina, stai più attenta- la rimproverò
Vegeta.
- S-scusa- riuscì a biascicare.
- Che ci sei venuta a fare in camera mia, eh?-.
- Niente di importante, volevo solo pulirtela, e poi volevo
ringraziarti per avermi salvata da Genew- rispose imbarazzata la
turchina.
- Tsk, ma cos'hai capito?! Guarda che non volevo salvarti, volevo solo
combattere contro quello che tu chiami Genew- controbatté
Vegeta, rispondendo freddamente alla ragazza.
Il viso di B-8 era indecifrabile. Cambiò molte espressioni
sul suo volto, durante quella conversazione, che, sforunatamente per
lei, aveva preso una brutta piega. Sul suo viso cominciarono a scendere
copiosamente delle lacrime amare, difficili da trattenere, ma facili da
lasciar andare.
Il moro se ne accorse e sentì una stretta al cuore.
Perché? Perché gli dispiaceva? Perché
non la cacciava via dalla sua stanza? Non riusciva a comprendere il
sentimento che provava in quel momento, siccome non l'aveva mai provato
prima d'ora. Era forse rabbia, odio, risentimento, menefreghismo....?
No, non era nessuna di queste... Era forse... Compassione? Si maledisse
subito per aver solo pensato che lui potesse provare compassione per
lei, per la ragazza
venuta dal mare, insomma, lui non provava dei sentimenti
buoni, non era da lui abbassarsi a quei livelli. Possibile che lo
stesse lentamente cambiando?
Quando scese per fare colazione, era immerso ancora nelle sue
riflessioni, quando Chichi domandò a B-8:
- Dobbiamo darti un nome se ti vuoi iscrivere a scuola?-.
- Non saprei, non ne ho idea, ma forse è meglio sceglierlo-.
- Mmmmm... siccome ti chiami B-8, è ovvio che dobbiamo
scegliere un nome con la B... Ci sono!- disse Chichi battendo un pugno
su una mano - Ti chiamerai Bulma!-.
- Bulma?!- chiese stranita - sì, mi piace!-.
- Ehi Vegeta, che te ne pare?-.
Improvvisamente il moro rimandò le sue riflessioni non
appena avrebbe avuto un momento libero.
- Qualsiasi nome avresti scelto sulla faccia della Terra avrebbe fatto
schifo, soprattutto questo- rispose acido .
- Sempre gentile, come al solito d'altronde. Ora basta parlare,
è il momento di andare a scuola!- urlò Chichi,
entusiasta di passare un altro giorno nella sua vecchia e cara scuola.
- Ok, ma non so se farò bella figura-.
- Non ti preoccupare Bulma, io, il mio fidanzato e tutti gli altri ti
aiuteremo, e scommetto che ti ambienterai in fretta- la
rassicurò la mora.
Appena varcata la soglia della classe, il professor Muten
presentò la nuova compagna di classe a tutti gli alunni,
seduti nei rispettivi banchi.
- Ragazzi, lei è Bulma, spero vivamente per voi che la
tratterete bene, VERO?-.
Tutta la classe annuì silenziosamente, tutti avevano timore
del prof. Muten, soprattutto quelli che stavano nelle prime file di
banchi.
- Come si chiama di cognome?- le chiese gentilmente.
- Ehm... B-Brief, signore- rispose tremante, in cerca dello sguardo
dell'amica mora.
- E perché lo dice così, scusi?-.
- Eh, sa com'è, è l'emozione!-.
Il prof. parve crederle, così la lasciò andare al
suo posto, accanto a Vegeta.
- Ehi Radish, ma quella non é mica l'ospite di Vegeta?-
chiese a bassa voce il ragazzo pelato per non farsi sentire dal prof.
- Sì, è vero! E' quella che aveva il vestito
azzurro e il cappello nella foto! A quanto pare ce l'avremo in classe
con noi-.
- Bene ragazzi, non perdiamo tempo. Prendete il libro di testo di
algebra a pagina 423 - e così iniziò a spiegare
la regola di Ruffini e il teorema del resto.
- Brief, tsk, che cognome assurdo- commentò Vegeta prima di
prendere il libro dalla cartella.
- Sta zitto! Tu non sai niente di cosa mi sia successo, e dubito
fortemente che tu abbia capito cos' ho passato in tutta la mia vita!
Per te è facile dire così perchè tu un
cognome ce l'hai, invece io, per tutta la mia esistenza, non ho mai
avuto né un nome né un cognome, ho dovuto
improvvisare e di sicuro non sei nella condizione migliore per
prendermi in giro, visto tutto quello che mi hai fatto fino ad ora!-
disse a bassa voce Bulma, sputando in faccia a Vegeta tutto quello che
pensava, senza peli sulla lingua.
Appena disse quella frase, si alzò, abbandonando il suo
posto e cominciò a correre, uscendo dalla classe,
dirigendosi nei corridoi.
Vegeta, ancora sbalordito dalle sue parole veritiere, ma soprattutto
della reazione di Bulma, spercepì ancora quella sensazione
che aveva sentito quella stessa mattina. Avrebbe dovuto ascoltare il
suo cuore e rincorrerla, o ascoltare il suo orgoglio e rimanere al suo
posto?
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Capitolo 12 *** Capitolo 11 - Primo giorno per Bulma Brief! ***
11.
PRIMO GIORNO PER BULMA BRIEF!
P.O.V.
Vegeta
Vidi
uscire dalla classe quella ragazza dai capelli turchini, e una voglia
improvvisa di raggiungerla, chiederle scusa per tutte le offese da me
dette, rassicurarla, e riaccompagnarla in classe mi pervase, ma poi
pensai che avevo una reputazione da difendere, oltre ad essere la
persona meno adatta per per compatire e consolare. Due parti di me
erano in conflitto fra di loro: c'era ua parte di me che si sentiva
terribilmente male nel vederla scappare, fuggire da me, mentre l'altra
parte è quella che voleva farmi mantenere l'apparenza di
ragazzo freddo ed insensibile. Purtroppo però, fu
quest'ultima a vincere, per colpa del mio orgoglio, che mi impediva di
fiondarmi su di lei e riportarla indietro, perciò rimasi
seduto al mio posto, guardando il prof. uscire per riportarla in classe.
***
*** *** ***
Il
prof. Muten spiegava nei minimi particolari la regola di Ruffini [ho
scelto quest'argomento perchè è simpaticissimo(?)
e anche perchè è l'unico che ho capito bene. nda
L_B__], mentre, guardando la classe, si capiva che l'interesse di
quest'ultima era del tutto assente, ed era concentrato verso la nuova
arrivata. Al contrario, Bulma, era l'unica che era totalmente assorbita
da quella lezione così noiosa per loro, ma così
interessante per lei.
Da
quando era rientrata in classe, convinta dal professore, non aveva
proferito parola, e con dedizione e attenzione si era messa ad
ascoltare la lezione che si stava svolgendo, ignara degli sguardi che
le lanciava Vegeta. Poco dopo, per la fortuna della classe,
suonò la campanella.
-
Ragazzi, prestate attenzione a quello che vi dico: guardate che
martedì interrogo su tutto quello che ho spiegato oggi-
annunciò il prof Muten, uscendo dalla classe.
Intanto,
sull'uscio, si affiancava la professoressa Baba, insegnante di storia,
che subito fece l'appello, soffermandosi sull'ultima arrivata.
-
Allora ragazzi, oggi voglio fare una bella interrogazione sull'
età di Pericle e sulle guerre del Peloponneso- e dopo
quest'affermazione la classe ammutolì di colpo.
- Ora vediamo un po' a
chi manca il voto... Vegeta! Su vieni fuori, facci sognare!- lo derise
Baba.
Il moro si
alzò dal posto e si diresse con passi lenti verso la
cattedra.
- Vediamo...
cominciamo. Cos'erano la lega di Delo e la lega Peloponnesiaca?-.
Vegeta (ovviamente) non
aveva studiato, ma mai e poi mai avrebbe accettato dei suggerimenti,
anche perchè la classe non ne aveva intenzione di darne, ma
all'improvviso sentì una voce femminile sussurrare:
- La lega di Delo erano
l'insieme delle città che finanziavano Atene, mentre la lega
Peloponnesiaca o lega del Peloponneso era l'insieme delle
città che finanziavano Sparta-.
No, non poteva farsi
suggerire, piuttosto avrebbe fatto scena muta e prendere un bel 2, non
doveva farsi suggerire, da sua sorella poi! Però
doveva ammettere che era strano che sua sorella sparasse suggerimenti
gratis, infatti quest'occasione la prese al volo, ripetendo tutto
ciò che aveva sentito.
- Bene, bravo, hai
studiato. Ma ora vediamo se sai rispondere a questa domanda: Quando
morì Pericle e quali erano le o la causa/e. Se rispondi
giusto a questa domanda, ti darò un 7 pieno-.
- Allora cominci a
segnarlo sul registro- la provocò Vegeta.
- Prima dammi la
risposta-.
- Pericle
morì nel 429 a.C. per un'epidemia che scoppiò in
Grecia in quel periodo- disse tutto ad un fiato, con un ghigno di
scherno stampato sul volto.
- Bene, te lo meriti,
anche se mi costa un'enorme fatica mettertelo sul registro-.
- Beh, d'altronde ho
"studiato" tanto per ottenerlo- disse sarcasticamente, enfatizzando
eccessivamente sulla parola "studiato".
- Per questa volta ti
è andata bene, ma alla prossima interrogazione
sarò più agguerrita che mai, ricordatelo. Io ti
tengo d'occhio Vegeta, sempre- e detto questo si dileguò tra
i corridoi dell'istituto.
Dopo
quell'interrogaizione, ebbero geografia, inglese e informatica, le
quali passarono tutte e tre senza problemi e soprattutto, senza
interrogazioni; e ben presto venne il momento di tornarsene a casa.
- Allora, che te ne
pare della scuola?- chise curiosa Chichi.
- E' davvero
bellissima, soprattutto quella materia, com'è che si
chiama.... algebra, giusto? Quella sì che è
interessante!- si estasiò l'azzurra.
- Sì,
è vero, è bella l'algebra, ma devi stare il
più lontano possibile da quel prof.-.
- Perché?-
chiese incuriosita.
- Perchè
quello ci prova con le studentesse, soprattutto se sono nuove e che non
conoscono bene la zona- le rispose rapido Vegeta.
- Aproposito,
perchè sei andato dalla prof?-.
- Perchè
dovevo essere interrogato- rispose scocciato il moro.
- Grazie tante, ne so
quanto prima- ribattè Bulma, facendo una faccia da finta
offesa a dir poco irresistibile e divertente.
- Vuol dire che
dimostri di aver studiato e poi la prof. ti da un voto da uno a dieci-.
- Allora, siccome hai
preso sette, dovevi essere stato piuttosto bravo!- esclamò.
- Mph-
riuscì a biascicare, prima che le sue gote si acendevano di
un rosso acceso.
I tre ragazzi avevano
appuntamento con Goku, Crili e C-18 al parco di fronte alla scuola alle
13:05, per poi andare al bar a mangiare qualcosa.
- Allora, voi cosa
prendete?- chiese gentilmente Crili.
- Paghi tu, Crapa
pelata?-.
- Ma certo!- rispose
deciso.
- Allora io prendo
tutto!- esclamò Vegeta, in modo "scherzoso".
- Forza decidetevi- li
interruppe la sorella, stanca di dover sopportare le battutine del
fratello.
- Io e Vegeta
prenderemo il solito- annunciò Goku guardando il
menù.
- Io e C-18
prenderemo il panino kebab, vero?- domandò la mora. (io ho
provato "per sbaglio" a mangiarlo prima di fare una partita a
pallavolo e io e una mia amica siamo crollate a terra al secondo set da
quanto era pesante nda L_B__)
- Certo!-.
- E tu ragazzina? cosa
mangi?- le chiese burbero il moro.
- Ehm... questa qui!-.
- Un insalata?! E
basta?- chiese sbalordito Vegeta.
- Ehm.. sì
perchè devo mantenermi in forma!- mentì
spudoratamente l'azzurra.
Intanto il cameriere
prese gli ordini dei ragazzi e dopo neanche dieci minuti il loro pranzo
era già in tavola, apparecchiato con tutto il necessario,
perfino olio, sale e aceto.
- Uuuuurca! Che buono!-
- Ehi Kaharot, tieni i
tuoi commenti per te!-.
- Sta zitto e mangia!-
lo rimproverò la sorella.
- Chichi, nel tuo
panino c'è la cipolla?-.
- Sì, nel
tuo?-.
- Nel mio no,
è strano! Ehi, Crili, che mangi?- disse poi rivolgendosi
all'amico.
- Pizza ai 4 formaggi-.
- Che c'è
Bulma, perchè non mangi?- chiese curioso Goku.
La ragazza intanto era
concentrata a fissare l'oggetto davanti a sé con molta
attenzione, cercando di capire che cosa fosse e cosa potesse servire.
Non ne aveva mai vista una prima d'ora.
- Guarda che quella
è una forchetta-.
- Una sorchetta?-.
- Ma no Bulma, con la
f, si chiama forchetta- rispose con calma la bionda.
- E a cosa serve?-.
- Ma in che mondo
vivi?! Serve per mangiare e infilzare il cibo!- sbottò irato
il moro.
- Scusa tanto se dove
vivevo io mangiavo con le mani, pergiunta ammanettate!-.
-...- il ragazzo dai
capelli all'insù si stava davvero arrabbiando, (ma di brutto
brutto brutto, eh?) ma non per colpa di Bulma, ma per quelli
squilibrati che la tenevano prigioniera, senza darle un briciolo di
educazione e soprattutto, trattandola come un animale.
- Il mio carceriere
veniva una volta al giorno a darmi il "cibo" in un vassoio di metallo e
me lo buttava all'interno della cella, facendone uscire quasi tutto il
contenuto. Poi avevo una bacinella d'acqua che doveva servirmi per
tutta la giornata come acqua da bere, e, quando pioveva, stavo ore ed
ore con il braccio fuori dalle sbarre per raccogliere più
acqua possibile-.
Dopo questa dura
rivelazione, tutti smisero di mangiare (eccezione fatta per Goku che si
stava ingozzando) per osservare quella ragazza dall'esistenza difficile.
- Che vi prende?!
Mangiamo!- disse con aria molto più serena, però,
ancora visibile nel suo volto, c'era una maschera di tristezza
incredibile, che Vegeta non si fece sfuggire.
Dopo che Crili ebbe
pagato il conto, ognuno tornò a casa propria per cenare e
svolgere i compiti assegnati a stessa mattina.
Continua...
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Capitolo 13 *** Capitolo 12 - Vuoi provare? ***
12. VUOI PROVARE?
- Bulma, Vegeta, svelgiatevi!- urlò Chichi già
sveglia e vestita di tutto punto con la divisa scolastica tutta in
ordine, con il suo immancabile foulard giallo.
- Arrivo Chichi- rispose B-8, ehm ehm Bulma, appena sveglia.
- Ehi Chichi, potevi startene anche zitta, tanto mi stavo
già alzando- mentì spudoratamente Vegeta,
rispondendo nella meniera più delicata possibile.
- Sì sì, come no?! Se devi fare colpo sulla
nostra ospite ti informo in anticipo che non ci stai riuscendo proprio
per niente- disse mentre strizzava l'occhiolino a Bulma, che era appena
entrata in cucina, provocandole un rossore sulle sue gote, ma non un
rossore di imbarazzo, di ira, ma pensò che era meglio stare
zitta, se avesse detto qualcosa, si sarebbe ritrovata fuori da quella
casa con tutti i suoi vestiti.
- Ehi donna, donna, sto parlando con te! Ma... mi senti?-.
- Certo che ti sento brutto scimmione! E poi sei proprio rozzo, lo sai?
Io ho un nome sai? Mi chiamo Bulma io! B-U-L-M-A! Capito?- gli
gridò, alzando poi le spalle, provocando una grossolana
risata da parte dell'amica.
Dopo pochi minuti tutti e tre uscirono da casa, dirigendosi con calma
verso la scuola.
Appena varcarono la soglia dell'aula, ogni alunno prese posto al
proprio banco. Vegeta e Chichi sapevano che quell' ora sarebbe stata il
preludio di uno spargimento di 4 scritti in rosso sul libretto dei voti.
- Buongiorno ragazzi, oggi farò una cosa di cui non ho
ancora sperimentato-.
Quell'uomo, il professor Collins è un prof di letteratura,
ed è un uomo alto, occhi castani, capelli grigi e... qualche
piccolo difettuccio: occhiali leopardati, dentatura da far paura (ma
non nel senso che sia bella, mettiamo le cose in chiaro), peli nelle
orecchie e denti ingialliti.(in poche parole vi sto descrivendo il mio
ex prof di tecnologia nda L_B__). Insomma, un uomo da far paura persino
a Samara Morgan (vedi The ring).
Ha sperimentato tutti i metodi di interrogazione: dal posto, da cui
è molto facile farsi suggerire, alla cattedra,
cioè senza via di scampo, a coppie, (sempre peggio
perchè quando si è interrogati a coppie, il prof
ti chiede sempre le cose che non hai studiato nda L_B__),
oppure interrogazione a tappeto.
- Allora, oggi interrogherò Woo, Hoshina, Holmes, Lianovna,
Prince e Brief, soprattutto lei perchè vorrei sapere fino a
che punto è arrivata con il programma e mettersi in pari
come gli altri se fosse stata più indietro-.
I ragazzi si avvicinarono alla cattedra, i ragazzi erano tutti
stranieri, a parte Vegeta. Richard Woo è un ragazzo
americano, Mikuru Hoshina viene dal Giappone, Arthur Homes dalla
Scozia, uno dei migliori della classe, e infine Elizaveta Lianovna, che
viene dalla Russia (se volete uccidere qualcuno per i nomi non uccidete
me, è stata la mia compare a farlo, però se vi
sono piaciuti allora sono stata io a sceglierli XD nda L_B__).
- Prince, cominciamo con lei... che cos'è il romanticismo?-.
Vegeta non era uno studioso coi fiocchi, anzi, diciamo che non studiava
neanche, a parte in quell'occasione in cui non sapeva la risposta,
perciò fece scena muta.
- Passiamo a qualcun'altro... Holmes!-.
- Il romanticismo è una corrente letteraria che nacque in
Francia, deriva dal realismo e rappresenta situazioni verosimili. In
questo genere lo scrittore analizza le situazioni che racconta in modo
oggettivo-.
- Bravo, vedo che hai studiato, ora Brief, che cosè' il
narratore omniscente?-.
Bulma, a quelle parole si irrigidì di colpo
perchè non aveva mai ricevuto un'istruzione, e, chiaramente,
non sapeva la risposta.
La ragazza assunse un tono serio e cominciò a pensare, fino
a quando non le venne in mente un'idea, non molto corretta, ma utile:
il suo potere. Lei sapeva che non doveva usarlo in situazioni sciocche
come questa, ma per salvare la faccia avrebbe anche osato tentare.
Tanto cos'aveva da perdere in fondo? Si concentrò
attivandolo, pensando:
"Passa ad un altro studente, e dimenticati di avermi chiamato, subito!"
- Ehm, bene, Lianovna, passiamo a lei-.
Il piano aveva funzionato, infatti il prof sembrò essersi
dimenticata che Bulma fosse interrogata, tanto che quando Collins diede
i voti, tutti al di sotto del 6, tranne Vegeta che aveva preso 6 e
mezzo, non la richiamò, facendola andare al posto.
All'uscita della scuola, Vegeta, che aveva notato ciò che
era successo quella mattina, le chiese:
- Come hai fatto? La prof ti ha completamente dimenticata!-.
- Ho usato un trucchetto- gli rispose facendogli l'occhiolino.
- Il tuo potere, eh? Sei stata tu che le hai fatto dire le domande di
cui sapevo la risposta?-.
- Già, ieri, mentre pulivo il corridoio ti ho sentito che
studiavi, quindi, siccome ho capito che la prof faceva domande di cui
sapevi la risposta agli altri, ho attivato il mio potere,
così gliele ho fatte chiedere a te-.
- Non ti aspettare che io ti ringrazi perché non lo
farò-.
- Guarda che ti conosco quanto basta per capire che sei un tipo
orgoglioso, che sta in disparte, lontano dalle persone, eccetto i tuoi
seguaci, a proposito, quello pelato mi sembra proprio carino!-.
- Non ti azzardare a dirlo neanche per sogno!-le sbraitò in
faccia il moro.
- E perché scusa? Sei geloso perché queste cose
non le ho dette a te?-.
- Lui, quando conosce una ragazza, se la porta a letto
finché non è stanco, poi la molla e ne passa ad
un'altra-.
- E tu non sei questo tipo di ragazzo?-.
- Perché, vuoi provare?- le chiese con uno sguardo malizioso.
- Massì, perché no? Magari può essere
divertente- gli rispose senza malizia sul suo viso, non capendo
l'espressione "se la porta a letto finché non è
stanco".
Vegeta rimase di stucco dalla risposta dell'azzurra, che gli
aveva tenuto testa senza difficoltà.
CONTINUA...
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Capitolo 14 *** Capitolo 13 - Tanto ingenua quanto bella ***
-
Non ti azzardare a dirlo neanche per sogno!-le sbraitò in
faccia il moro.
-
E perché scusa? Sei geloso perché queste cose non
le ho dette a te?-.
-
Lui, quando conosce una ragazza, se la porta a letto finché
non è stanco, poi la molla e ne passa ad un'altra-.
-
E tu non sei questo tipo di ragazzo?-.
-
Perché, vuoi provare?- le chiese con uno sguardo malizioso.
-
Massì, perché no? Magari può essere
divertente- gli rispose senza malizia sul suo viso, non capendo
l'espressione "se la porta a letto finché non è
stanco".
Vegeta
rimase di stucco dalla risposta dell'azzurra, che gli aveva
tenuto testa senza difficoltà.
13. TANTO INGENUA QUANTO BELLA
- Bene, se la metti così allora ti aspetto in camera mia...-
le rispose un Vegeta alquanto malizioso.
- D'accordo, alle 21:00?-.
- Perfetto-.
Si misero d'accordo sull'orario in cui si sarebbero dovuti vedere, poi
cominciarono ad avviarsi verso la strada di casa. iccome regnava un
silenzio tombale tra i due giovani, fu Bulma a ruppere il silenzio
creatosi:
- Sai Vegeta, stanotte ho fatto un sogno davvero strano-.
- Tsk, non mi interessa- ribatté il moro dai capelli a
fiamma, ma la turchina continuò.
- Ho sognato che la casa tua e di Chichi veniva sommersa d'acqua
perché si era rotto l'impianto del water, ma noi non
parlavamo in italiano, parlavamo in inglese, e per aiutarmi a capire
c'erano i sottotitoli nella nostra lingua. Poi ero andata in cantina e
trovai un animale stranissimo, un esemplare di Hippofante femmina, che
aveva all'incirca 14 o 15 anni. Era veramente bassa e brutta, con il
pelo nero e arancione, e aveva una voce sgraziata e irritante (Sai di
chi stiamo parlando, vero LadyMary?) e continuava a mangiare le
porcherie che avevamo lasciato tempo fa. Dopodiché sono
andata dal macellaio e gliel'ho venduto per 29000 zeni, portai a casa i
soldi e sturammo il water che tu avevi intasato-.
- Che sogno scemo-.
- Secondo me ha un senso-.
- E quale sarebbe?-.
- Quello di non buttare troppa carta igienica nel tubo di scarico,
oppure ti ritroverai con la casa allagata-.
I due scolari giunsero a casa verso il tardo pomeriggio, visto che si
erano fermati a prendere un gelato con Goku e Chichi e tutta la
compagnia, ma Vegeta, stanco di essere sempre costretto a stare con gli
amici frivoli di sua sorella, tornò a casa con Bulma, la
quale non aveva ancora imparato la strada a memoria.
- Ehi B-8, fammi da mangiare!- ordinò "gentilmente" Vegeta.
- Quante volte te lo devo dire che ora mi chiamo Bulma?! Stupido
scimmione, nessuno te l'ha fatta imparare un po' di educazione
civile?!- sbottò irata la ragazza.
Ad un certo punto si sentì squillare il telefono, al quale
Vegeta rispose appena in tempo.
- Ehi ciao Vegeta! Mi potresti passare due secondi Bulma?-.
- No che non te la passo. Al momento è occupata con la cena,
non può rispondere-.
- Allora le puoi dire che non tornerò per stanotte?
Rimarrò a casa di Crili per spiegargli le cose che non ha
capito in classe, ma ti avverto: invita le tue "amichette" cheerleader
o del club di pittura o disegno e giuro che vengo a prenderti a suon di
calci nel sedere, ti faccio uno sparticulo e ti faccio sventolare
vicino alla bandiera dell'Italia che hai in camera tua!-
gridò furiosa Chichi.
- Non ti preoccupare, per stanotte ho altro da fare, risparmiati la
fatica-.
E detto questo chiuse la chiamata senza neanche salutare.
POV Vegeta
Appena chiusi la chiamata mi accorsi che quella ragazzina aveva
già finito di disporre il cibo sulla tovaglia,
così mi avvicinai al mio posto, mi sedetti e le dissi
ciò che mi aveva detto quella pazza sclerata di mia sorella,
omettendo ovviamente la seconda parte del discorso. Erano le nove meno
dieci, così divorai tutto quello che c'era sul mio piatto,
siccome pensavo di non riuscire a finire tutto quel ben di dio che
aveva preparato quella mocciosa dai capelli azzurri, tsk, che colore
assurdo, ma d'altronde lei è un esperimento, no? Che
importanza aveva?
Guardai per l'ennesima volta l'orologio appeso alla parete e notai che
era ora di divertirmi, così mi alzai, la presi per un
braccio e la trascinai in camera mia. Lei ovviamente
protestò e si dimenò, ma non badai molto alle
cose che mi urlava dietro. Lei voleva provare a farlo, e io l'avrei
accontentata. Con questo ultimo pensiero che occupava la mia mente, la
presi per le spalle e la accompagnai fino al bordo del letto, facendola
sedere. Appena mi avvicinai a lei, come per istinto
indietreggiò, arrivando allo schienale del letto, attaccato
al muro. Mi avvicinai a lei con fare da predatore, avvicinando le mie
labbra al suo collo, ma ad un cert punto, terrorizzata mi chiese:
- In che cosa consiste il "portare a letto una ragazza?"-.
Io rimasi in silenzio, non capendo la logica contenuta in quella
domanda. Poi mi chiese all'improvviso:
- Che cosa vuol dire fare l'amore?-.
Mi sorpresi. Come cavolo le è venuta in mente quella domanda
così assurda?
Poi però mi svelò la fonte dei suoi dubbi.
- Vedi, Chichi mi ha detto che una volta ha fatto l'amore con Goku, ma
non mi ha spiegato in cosa consisteva questo "fare l'amore". E' una
cosa brutta? E' pericolosa?-.
Rimasi di stucco quando me lo chiese. Non per la domanda in se, ma...
Cosa ci trovava Chichi in Kaharot? E' un idiota assurdo, e poi mi
chiesi che cosa ci trovasse Kaharot di così bello in mia
sorella, è una pazza isterica! Nessuno se la prenderebbe (a
parte lui).
Per rispondere a quella domanda posta con così tanta
ingenuità, le risposi nel modo più poetico
possibile:
- Beh... Vedi, le due persone si fondono in un unico corpo e la loro
anima diviene una sol-. di colpo mi interruppe chiedendomi per
l'ennesima volta:
- Ma allora le donne come fanno a rimanere incinte?-.
- Il maschio, se va troppo vicino alla femmina, le mette in pancia un
bambino- le risposi con imbarazzo crescente.
- Non ci credo, Chichi e Goku mi hanno detto che lo porta la cicogna!-.
Oddio, ditemi che non l'ha detto!
- Ti dico di no! Io sono molto esperto in queste cose! Se loro ti hanno
detto così, spiegami perché le donne vanno
all'ospeda e sono stanche quando i medici danno loro il bambino-
sbottai, ma con aria soddisfatta, credendo che se ne restasse zitta a
pensare, ma invece, come sempre aveva la risposta pronta anche per
questo.
- Beh, perché sanno che la cicogna deve andare all'ospedale,
e la donna corre perché è in ritardo, poi arriva
stanca in ambulatorio e infine le danno il suo bambino- mi rispose con
aria soddisfatta.
- Ora... spiegami perché le donne gridano prima di prendere
in braccio il bambino- le chiesi con esasperazione.
- Beh... non so esattamente il motivo, però credo che sia
clpa della cicogna che è arrivata in ritardo-.
Infine, con aria rassegnata, le feci l'ultima domanda:
- Allora perché le donne ingrassano durante la gravidanza?
Cosa contiene la loro pancia?- a quella domanda esultai mentalmente,
credendo di averla messa con le spalle al muro, cosa che non successe.
- La loro pancia contiene gas e ingrassano perché respirano
troppo con la bocca. Mi spiego meglio. Loro respirano con la bocca, poi
deglutiscono l'aria e infine si gonfiano, semplice. Come fai a non
sapere queste cose?-.
Non ci posso credere a quello che ha appena detto! E' talmente ingenua
che non sa nemmeno che una donna deve partorire per far uscire un
bambino... dopo Chichi mi sentirà. Ma che cavolo le
è venuto in mente di dirle quella fesseria! Se non sbaglio
quella ragazzina dovrebbe avere la nostra età e non sa
nemmeno cosa vuol dre fare l'amore, ammesso che lei ne abbia ricevuto
prima d'ora, ma ne dubito fortemente. Adesso che ci penso mi
è passata la voglia di divertirmi con lei. Non avevo mai
pensato di farlo con un esperimento con dei poteri paranormali,
è una cosa eccitante, ma resta il fatto che ora non ne ho
voglia. Mi sono accorto da poco (e non sono l'unico) che il mio flusso
di "amiche" è sceso vertiginosamente a quando Bulma
è entrata nella mia vita. Tsk, che cavolo me ne frega di
quella lì, è persino più ingenua di
Kaharot. E con questo ultimo pensiero che mi ronzava ancora in testa,
la congedai dicendo che non ne avevo più voglia e che sarei
uscito per la notte.
Girovagai per le strade buie della città, pensando a come
quella ragazza mi stesse lentamente cambiando, caratterialmente
intendo. Prima ero il Vegeta che se ne fregava di tutto e di tutti, non
lasciava intravedere niente del suo carattere se non sentimenti
negativi verso coloro che mi stavano vicini, ma da quando è
arrivata Bulma in casa nostra, l'atmosfera è cambiata,
è più felice e serena, e si vede a vista
d'occhio. E non è cambiata solo quella. Anche io sono
cambiato. Ora non provo solo disprezzo, rancore, odio o vendetta, provo
altri sentimenti a cui non so dare a ncora un nome, ma presto lo
scoprirò. Non è vero che non mi importa niente di
lei, ma è solo che lei si comporta in un modo strano nei
miei confronti, e io non so perché, ma questa cosa non mi
dispiace. Continuando a riflettere su di lei, mi accorsi che non la
avevo mai giudicata dal punto di vista estetico. A perte lo stranissimo
colore di capelli, potevo dire che era accettabile, anzi, che dico, era
stupenda. Era molto proporzionata e aveva tutte le curve al posto
giusto, e paragonandola alle mie amiche, lei non era niente in
confronto a loro. Forse perché lei ha un non so che di
irresistibile e non ha una mente perversa che pensa solo a
"quello", come la maggior parte delle compagne di classe, il che la
rende naturale e unica. Dopo quasi tre ore di riflessione per le vie
cittadine completamente deserte, ritornai alla mia umile dimora, dove
ci sarebbe stata il soggetto di tutti i miei pensieri. Aprii la porta
d'ingresso, ma non la vidi né in giro, né sul suo
materasso, così entrai in camera e lì la vidi:
era bellissima, la più bella creatura che avessi mai visto
(dopo di me, questo è certo). Intuii che si era fatta la
doccia dopo che ero uscito, visto che indossava il mio accappatoio, e
notai che i capelli lunghi e ancora bagnati ricadevano fluenti sul mio
cuscino, ma notai anche qualcos altro. Aveva gli occhi arrossati e le
sue gote eranobagnate da delle lacrime, che alla fine sono ricadute
sulla coperta blu. nche se dormiva placidamente, le asciugai le guance
con il pollice con fare premuoso, ma appena staccai la mia mano dal suo
viso, lei aprii gli occhi e si buttò letteralmente contro di
me, abbracciandomi e piangendo. La staccai lentamente da me, la guardai
negli occhi e le consigliai di andare a riposarsi in vista
dell'interrogazione del giorno dopo. Lei obbedì e (con
ancora il mio accappatoio indosso) se ne tornò a dormire.
CONTINUA...
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Capitolo 15 *** Capitolo 14 - Un tragico incidente e un valido motivo per starle accanto ***
14. UN TRAGICO
INCIDENTE E UN VALIDO MOTIVO PER STARLE ACCANTO
Mi svegliai di
soprassalto, tormentato dall'immagine di Bulma che
piangeva durante il sonno. Cercai di riaddormentarmi, ma ormai i miei
occhi non ne volevano sapere di chiudersi per tornare fra le braccia di
Morfeo, così decisi di rimanere sveglio e perché
no,
studiare matematica per l'interrogazione che si sarebbe svolta da qui a
poche ore. Presi in mano il libro di testo, ma non riuscivo a
concentrrarmi, sia per l'immagine di Bulma che piangeva nella mia
mente, sia perché non ci capivo niente di quello che stavo
leggendo. Sentii un rumore improvviso venire dalla cucina,
così
smisi di fare quello che stavo facendo e andai a controllare chi era
che faceva tutto quel baccano. Appena giunsi in cucina non
vidi nessuno, ma pochi istanti dopo, da terra si rialzò
Bulma,
la quale si massaggiava continuamente la testa, lamentandosi del
dolore. Le chiesi cosa si era fatta, e mi rispose che le era caduto un
ciondolo sul pavimento, e per rialzarsi aveva sbattuto la testa contro
lo
spigolo del tavolo; quando tolse la mano dalla nuca, notai che le
usciva un po' di sangue, ma niente di grave, la medicai e
ritornò come nuova.
Però
c'era un dubbio che continuava a tartassarmi la mente:
perché
Bulma piangeva? Io non le avevo fatto niente di male in questi ultimi
tempi, perciò io non c'entro niente, potrebbe essere la
scuola... no, lei andava bene in tutte le materie, a parte in inglese.
Non
riuscendo più a contenere la curiosità che mi
divorava
sempre di più, secondo per secondo, decisi di chiederglielo:
-
Perché stanotte piangevi?- le ho chiesto in un modo, forse
un
po' troppo brusco. Prima che lei mi desse la risposta, vidi i suoi
occhi inumidirsi di lacrime che a stento riusciva a trattenere.
-
Perché?! E me lo chiedi pure?! Sono stufa marcia di questa
situazione! Io ti voglio bene e non mi sembra giusto che tutto quello
che faccio risulti inutile, come quando sporchi di proposito la tua
camera, oppure contnui a pretendere cibo anche se non hai fame... So
che tu non ricambi i miei stessi sentimenti, ma ho una
dignità
anch'io! Non puoi chiamarmi per sempre ragazzina, perché un
giorno crescerò, non puoi chiamarmi donna perché
non lo
sono ancora diventata, non puoi chiamarmi mocciosa perché lo
sono già stata... ti chiedo solo di chiamarmi con il mio
nome,
poi non mi importa di cosa dici o pensi di me, voglio solo che mi
chiami con il nome che Chichi ha scelto per me... solo questo. Poi
tutto di tutto il resto non mi importa- abbassò la voce,
fino a
quasi diventare un sussurro, poi, come una mocciosa,
cominciò a
tirare su con il naso rumorosamente, fino a quando non le passai un
fazzoletto che era sul tavolo.
Io le risposi:
- Non mi
interessa cosa dici, io ti chiamo come mi pare e piace. Se ti
chiamo mocciosa è perché sei la mia mocciosa, se
ti
chiamo ragazzina è perché sei la mia ragazzina, e
se ti
chiamo donna è perché sei la mia donna-.
Quanto stimo
questa ragazza, è tremendamente cocciuta e
caparbia, mi fa molta tenerezza, così la osservai per
qualche
secondo, lei doveva essersi accorta del mio sguardo indagatore
così alzò la testa verso di me, incatenando il
suo
sguardo al mio, il quale si era perso nelle sue iridi cerulee che mi
penetravano fino nel profondo della mia anima scovando tutte le mie
paure e tutti i miei dubbi. Senza neanche accorgermi di quello che
stavo facendo, allungai le braccia e la abbracciai con fare protettivo,
gesto
per chiederle scusa per quello che le avevo fatto, ma lo
facevo
solo per averla intorno ed osservarla anche nel suo più
piccolo
ed insignificante gesto, ma sapevo che questa non era una motivazione
valida per il mio comportamento. Il flusso dei miei pensieri venne
interrotto dalla voce della persona che tenevo fra le mie braccia
forzute, che risultava molto più tranquilla e serena
rispetto a
prima, forse perché ha capito che quello era un modo per
farmi
perdonare, visto che il mio orgoglio me lo impediva.
- Che ne dici
se ripassiamo matematica insieme?-.
- Mpf- reso
noto anche come "si, va bene".
Aprimmo il
libro alla pagina della regola di ruffini, Bulma prese un
foglio e cominciò a fare qualche esercitazione. Appena
finì il secondo esercizio, ammisi che non avevo capito
un'emerita cippa e lei si infuriò come non mai,
riproverandomi di
non averglielo detto prima.
Si mise a
spiegarmi l'argomento dell'interrogazione, e non sapevo neanche come,
ho capito tutto quello che mi diceva.
Forse
perché spiegava bene.
O forse
perché era lei che spiegava.
Fatto sta che
imparai, oltre alle definizioni, anche a fare gli
esercizi, e tutto questo grazie a lei, che con MOLTA pazienza e calma,
è riuscita non solo a farmi capire l'argomento
dell'interrogazione, ma è riuscita anche a sciogliere il mio
cuore da quel ghiaccio che si è formato (che ho formato) sin
da
quando ero piccolo. Con non poche difficoltà è
riuscita a
rendermi una persona migliore, interiormente intendo, superando molti
ostacoli che io credevo invalicabili fra i quali l'odio, il disprezzo,
il disgusto, e il più importante di tutti, che non so se
riuscirà nella sua impresa, quello dell'orgoglio, lo stesso
orgoglio che mi impediva di abbracciarla, stringerla e dirle cosa
provavo
per lei.
- Senti Vegeta,
che ne dici di cominciare ad andare a scuola, sono
già le... Oh mio dio, sono le otto meno un quarto! Dobbiamo
muoverci!-.
- Non ti
preoccupare, ho la mia macchina, possiamo arrivare a scuola con un
leggero ritardo- le dissi calmo.
Detto questo
cominciammo a correre come due pazzi per arrivare alla
macchina, che era dall'altra parte della strada, salimmo e io feci una
sgommata che lasciò il segno sull asfalto.
In classe...
Gli alunni
cominciarono a prendere posto nei rispettivi banchi, mentre Chichi e
C-18, chiaccheravano tranqille sedute ai loro posti.
- Ehi Chichi,
come mai sono in ritardo?- le domandò incuriosita la bionda.
- Di sicuro
quei due dormiglioni non avranno sentito la sveglia- rispose rassegnata
la mora.
Il professore
entrò in classe e gli amici dei due scolari
mancanti erano molto preoccupati per la fine che avrebbero fatto.
All'improvviso
però, la porta si aprì e comparvero sulla
soglia i ritardatari, tutti e due stanchi e stremati dalla corsa che
avevano appena fatto per arrivare entro il ritardo minimo, che era
prefissato per le 8:10.
- Allora
ragazzi, ora faremo una verifica a sorpresa!- annunciò
Muten, mentre Bulma e Vegeta si sedettero nei rispettivi banchi. Il
professore cominciò a distribuire le verifiche di matematica
a
tutti gli alunni, per poi avvertirli di un cambiamento.
- Statemi bene
a sentire ragazzi: non provate a scopiazzare da qualcuno
o metto due... Ah, già! Adesso che ci penso mi sono scordato
di
dirvi che le verifiche sono tutte diverse, ma state tranquilli, sono
tutte allo stesso livello-.
Da parte degli
alunni si sentirono dei lamenti e delle imprecazioni sia contro il
professore che contro la verifica, ma tanto il loro destino era
già segnato.
Vegeta, che era
una schiappa in matematica, ora capiva tutto quello che
c'era scritto sul suo foglio, e tutto grazie alla sua compagna di
banco, la quale aveva già cominciato a scarabocchiare su un
foglio di brutta alcuni calcoli per risolvere l'esercizio. Il proessor
Muten, vegliava continuamente su Vegeta e Bulma, e, controllando tra le
file di banchi notò che quasi tutti gli studenti, eccetto
C-18,
Crili e Chichi non avevano scritto niente, ma quando passò
davanti ai banchi dei due alunni arrivati in ritardo, notò
qualcosa di veramente sconvolgente. Avevano già finito la
verifica, e senza usar dei bigliettini oppure la calcolatrice.
- Brief e
Prince, volete consegnare?-.
Senza neanche
rispondere si alzarono tutti e due contemporaneamente per
consegnare, il profssore prese le verifiche, e intanto che la classe la
finiva, cominciò a correggerle. Prima guardò
quella di
Bulma, la quale osservò concentrata ogni minimo cambiamento
d'espressione da
parte del prof., poi però sentì una voce alla sua
sinistra, che riconobbe e riconobbe che era quella di Yamcho, che le
diceva di stare tranquilla perché tanto era andata bene. Il
professore mise il
voto alla verifica e la riappoggiò sulla cattedra, invitando
l'alunna a riprenderla, poi passò a quella di Vegeta, il
quale
rimase impassibile per tutta la durata della correzione, e dopo poco se
la riprese. Mano a mano gli studenti consegnarono la verifica, chi in
bianco, chi piena di scarabocchi, e chi tutta stropicciata.
Alla fin fine
Bulma aveva preso 10, Vegeta 9 e mezzo siccome aveva
saltato un passaggio, Chichi 8 e mezzo, C-18 e Crili 7 e mezzo e Goku
un 6 tirato tirato.
Dopo altre
quattro ore di lezione, gli studenti uscirono da
quell'inferno che durava nove mesi chiamato scuola, e tutti gli amici
si separarono vicino alla gelateria, dove le loro strade per tornare
alle rispettive abitazioni si dividevano.
Appena tornati
a casa, Bulma, Vegeta e Chichi si prepararono per uscire
a mangiare una pizza nel ristorante più lussuoso della
città.
Vegeta si era
vestito con un paio di jeans neri e con una camicia
bianca, aperta fino al quarto bottone, facendo intravedere i pettorali,
Chichi invece indossava un vestito rosso fuoco con le spalline sottili
e i capelli raccolti in uno chignon, mentre Bulma l'avevano vestita
(già perché qui c'erano lo zampino di Vegeta e
Chichi che
continuavano a litigare se doveva indossare un vestito o una gonna,
così vinse Vegeta, che aveva optato per il vestito) con un
vestito azzurro a balze, lungo fino al ginocchio, con le spalline
larghe e con
una rosa all'altezza del seno, poi si siressero verso l'uscita del
palazzo, ma non si seppe perché, si fermarono nel corridoio,
vicino alle scale.
POV CHICHI
Rimasi di
stucco quando vidi Bulma con il mio vecchio vestito, era a
dir poco incantevole, e notai che Vegeta la guardava con una luce
diversa negli occhi, non aveva il suo solito cicpiglio corrucciato,
era... meravigliato, certo, non lo dava a vedere, ma io conosco mio
fratello, e sapevo che quando guardava così qualcosa,
ma in
questo caso qualcuno, voleva dire che era interessato al soggetto in
questione, in questo caso Bulma. Non avevo mai visto Vegeta guardare
così quella ragazza che lo ha cambiato radicalmente con la
sua
ingenuità e con la sua spensieratezza, devo esserle
riconoscente del lavoro che ha fatto, e di quello che fa, visto che
è
un'ottima aiutante sia per pulire la casa, sia per cucinare. Ho notato
che fin dall'inizio Vegeta era interessato a Bulma, ma solo
perché era un esperimento venuto da un laboratorio su
un'isola
chissà dove, ma ora so per certo che le interessa
perché
è diventata una persona speciale nella sua vita, e che ora
ci si
è affezionato moltissimo, proprio grazie al suo carattere
allegro e gaio, tutto il contrario di com'è Vegeta. Allora
è proprio vero che gli opposti si attraggono. Spostai il mio
sguardo su Bulma, e notai una vena di tristezza nei suoi occhi. Lo
sapevo che non dovevo costringerla a dire quelle cose e mi sento
più responsabile di lei, siccome è stata mia
l'idea. Ad
un certo punto però quell'atmosfera silenziosa si ruppe,
facendo
spazio alla voce roca e bassa di Vegeta:
- Ehi mocciosa,
hai qualcosa da dirmi?- le aveva chiesto Vegeta, che aveva intuito il
repentino cambiamento dell'espressione di Bulma.
Lei di risposta
si gettò al suo collo abbracciandolo, senza
diminuire la presa, e affondando il suo viso nella sua camicia,
lasciata appositamente aperta.
- Cos'hai da
farti perdonare?-.(anche mio padre usa questa frase quando
sono gentile con lui perché io e mio padre abbiamo un
rapporto
molto conflittuale nda Ale)
Bulma
però non gli rispose e lui cominciò a farle delle
domande del tipo "Non mi hai lavato le scarpe?" oppure " Non mi hai
pulito la stanza?". Visto che Bulma non accennava a rispondere,
intervenni io a "salvare" la situazione dicendogli tutta la
verità.
- Senti
Vegeta... ricordi quando Bulma ti ha chiesto che cosa
voleva dire fare l'amore?- gli chiesi con un po' di titubanza.
Lui fece un
cenno di assenso con il capo, poi continuai con il mio discorso.
- Beh, vedi...
tutto il discorso sul parto e sul concepimento... Era, diciamo... uno
scherzo, mi dispiace- e detto questo
Bulma si strinse a lui ancora più forte, per paura che
potesse fuggire
via.
- Quindi mi
stai dicendo che tu e lei- disse indicando Bulma- mi avete fatto questo
"scherzo" idiota?-.
- No, l'ho
progettato tutto da sola, io l'ho costretta a parteciparvi.
Sai, Bulma mi ha chiamata quando tu te ne eri andato un attimo in
bagno, dicendomi che tu avevi intenzione di portarla a letto, e siccome
io non volevo, l'avevo costretta via telefono a porti quelle domande
imbarazzanti per farle guadagnare tempo. Avevo paura per quello che le
avresti fatto. Scusami.- ribattei sinceramente dispiaciuta.
POV BULMA
Ero ancora
stretta a lui, quando sentii le mani ruvide e calde di
Vegeta, che mi allontanavano lentamente dal suo corpo possente,
prendendomi dalle
spalle. Mi guardò
negli occhi e vi lessi rabbia, dolore, disprezzo, ma soprattutto
delusione. Chichi assisteva alla scena in silenzio e, sebbene aveva
preso le mie difese, era preoccupata per quello che sarebbe accaduto da
lì a pochi istanti, infatti Vegeta alzò il
braccio per
poi colpirmi in pieno viso con uno schiaffo, procurandomi un dolore
atroce, non solo al
mio volto, ma anche al mio cuore, che in quel momento si era frantumato
in mille pezzi per colpa di una sciocchezza che avevo detto il giorno
prima.
Siccome il colpo era stato di un impatto veramene veloce e
potente, indietreggiai di pochi passi. Pochi passi che
però
mi furono fatali, perché caddi all'indietro, rotolando per
tutta
la rampa delle scale. Il mio ultimo pensiero fu quello di chiedere
scusa a
Vegeta, per quello che gli avevo fatto, poi sentii un dolore lancinante
alla testa, e infine... infine vidi il buio più totale.
Anche se avevo
gli occhi chiusi, potevo comunque sentire ancora le voci
preoccupate di Vegeta e Chichi che chiamavano l'ambulanza, la quale
arrivò subito. Sentii che molte mani mi toccavano, non so
perché, forse per spostarmi, forse per trascinarmi via, non
lo
sapevo. Volevo con tutta me stessa aprire gli occhi per vederli, cercai
di attivare il mio potere, ma ero troppo stanca e debole per farlo,
così mi abbandonai del tutto, lasciandomi abbandonare ad una
strana sensazione che non avevo mai provato, quella della rassegnazione.
Passarono circa
tre settimane da quell'evento terribile, e i medici,
appena videro Goku, Chichi, Vegeta, Crili e C-18, i
quali erano preoccupati per lei, diede loro una notizia terribile.
- Ragazzi, mi
dispiace per voi, ma la vostra amica, se non si
sveglierà entro una settimana, potrebbe entrare in coma in
stato
vegetativo, e ci sono poche probabilità che si riprenda-.
Tutti i
presenti rimasero scioccati dalle parole del medico, ma non
abbandonarono la speranza, così chiesero se potevano
vederla. Il
medico che la curava rispose afferativamente, a patto che fossero
entrati solo uno alla volta, o al massimo due.
Prima
entrò Goku, che, dopo neanche due minuti passati con la
sua amica, uscì distrutto e sconvolto dalla situazione in
cui
era. La sua giovane vita dipendeva da una macchina, che continuava
fortunatamente a produrre quel suono fastidioso, che erano i battiti
del cuore di Bulma. Inoltre, aveva anche la mascherina d'ossigeno e
molte flebo inserite nelle braccia.
Poi fu il turno
di Chichi, che andò per stringere la mano
fredda della sua amica, non che ospite a casa sua, dimostrandole che ci
sarebbe
sempre stata per lei, anche in quel momento di dolore che stavano
passando tutti quanti, perfino lei che era su un letto d'ospedale, ad
aspettare che avvenisse il miracolo che l'avrebbe salvata.
Vegeta
lasciò andare prima Crili e C-18 e restare per ultimo,
infatti, dopo pochi minuti uscirono uno dopo l'altro, lasciando a lui
il posto. All'inizio non se la sentiva, ma poi prese coraggio ed
entrò deciso, si avvicinò alla sedia e si
sedette,
prendendo la mano fredda di Bulma e cominciando un lungo monologo:
- Spero che tu
sentirai ciò che sto per dirti, perché
questa è l'unica occasione che ho per confessarti
ciò che
penso e ciò che provo. Spero vivamente che al tuo risveglio
mi
potrai perdonare per il gravissimo l'errore che ho commesso tre
settimane fa, quando ti ho fatto cadere dalle scale, e ti assicuro che
a casa e a scuola manchi tantissimo a tutti, e si sente che l'atmosfera
non nè più la stessa da quando sei qui, in
ospedale. Tutti sono tristi, soprattutto io, mia sorella, Goku, Crili e
C-18 e sentiamo la mancanza e del tuo sorriso da bambina e le tue
risate, a me mancano perfino i nostri litigi giornalieri, e senza di te
non sono più la stessa persona, ma nessuno se ne
è accorto, perché solo tu sei riuscita a
comprendermi con tanta fatica e tanta convinzione nel potermi leggere
l'anima, sì, perché io per te ora sono un libro
aperto. Ma non
volevo dirti solo questo, volevo dirti che so che tu ti risveglierai
perché tu sei una persona forte, combattiva, testarda,
sfacciata, e anche molto orgogliosa, non solo di te stessa, ma di tutto
ciò che fai, e non riesco a sopportare il fatto che adesso
che ho trovato
finalmente la felicità, ora un nemico invisibile e molto
potente me la stia
portando via, e non è un nemico qualunque, è un
valido
nemico, e in questa lotta devi uscire tu come vincitrice, dimostrando
così di riuscire a fare qualsiasi cosa, perfino la
più
difficile di tutte, ma questa lotta, questa volta non la combatterai da
sola, la
combatteremo insieme perché io sarò qui con te, e
ti aiuterò sostenendoti moralmente e psicologicamente. So
che non serivirà a molto, ma è l'unica cosa che
posso fare per te- e dopo averle fatto questa confessione, le diede un
piccolo bacio sulla fronte, in segno di forza e sostegno. Rimase ancora
un po' a guardarla e a riflettere sul gesto che la aveva ridotta in
quelle condizioni, poi, guardandola in volto, vide che una lacrima
solitaria le rigava la guancia, per poi scendere ed arrivare fino al
collo, e bagnarle la tunica. A quella reazione, Vegeta raggiunse i suoi
"amici", che stavano origliando il discorso appena fatto a Bulma, e li
invitò ad entrare e a vedere cosa era successo. Tutti
rimasero sbalorditi alla vista della tunica bagnata, così
uscirono a chiamare il medico, tutti tranne Vegeta, che
restò con Bulma, sussurrandole:
- Sapevo che mi
avresti ascoltato-.
Di colpo il
medico entrò, disturbando il paziente di fianco a Bulma, che
sonnecchiava sul suo letto. Il medico, tranquillamente chiese ad uno di
loro:
- Come fate a
sapere che ha pianto?-.
Vegeta gli
rispose che aveva visto una lacrima di Bulma, che poi era andata a
finire sulla sua tunica, ma il medico non se ne curò,
dicendo loro che era normale, e che quello era un riflesso involontario.
Tutti uscirono
delusi dalla camera, ma la voce del vecchietto che era il compagno di
stanza di Bulma, lo fermò:
- Ehi
giovanotto-.
- Che
c'è?- chiese scocciato Vegeta.
- Ascoltami
attentamente, perché quello che sto per dirti è
molto importante- Vegeta annuì annoiato, poi il vecchio
contunò il discorso iniziato- Vedi, non devi sempre
ascoltare il medico, perché lui cercherà sempre
di darti una spiegazione logica e scientifica a tutto quello che
succede, come nel tuo caso. Sai, anche a me è capitata una
cosa del genere.
Mia moglie era
entrata in coma in stato vegetativo, ma quando le parlavo mi rispondeva
strizzando gli occhi oppure corrugando le sopracciglia, e io ne ero
felice, perché c'era ancora la possibilità, anche
se minima, che si potesse risvegliare, ma purtroppo non andò
così. Dopo due mesi non mi rispondeva, era immobile e non
aveva nessun riflesso. Il medico mi disse che quelle erano le
conseguenze della morte celebrale, e che quindi, la sua vita
dipendeva dalla stessa macchina che in questo momento sta mantenendo in
vita la tua amica. Mi ricordai le ultime parole di mia moglie prima di
entrare in coma; mi aveva detto: se la mia vita dovesse dipendere da
una macchina, tu la spegnerai e le staccherai la spina. Ovviamente non
volevo farla soffrire inutilmente, così ho obbedito, e la
lasciai andare in un posto migliore di questo. Sono sicuro che
andò in paradiso perché era una persona buona e
generosa, e non aveva mai fatto del male a nessuno. Giovanotto, tu non
lo sai, ma la tua amica sta soffrendo molto più di te, che
l'hai mandata in ospedale in queste condizioni critiche. Non so cosa tu
le abbia fatto di preciso, e non lo voglio sapere visto che questi non
sono affari miei, ma ti dico solo che se lei non ce la dovesse fare,
avrai un macigno enorme sulla coscienza. La tua amica è
giovane, e non merita di morire, ma se questa tragedia dovesse
accadere, saresti capace di tornare alla vita normale che conducevi
prima di venire qui a trovarla? Ma d'altronde questa è un
opinione di un vecchio ricoverato in un ospedale da più di
vent'anni, sono sicuro che non crederesti alle mie parole-.
- Lei
perché è qui?- chiese il moro, il quale rimase
colpito dalle parole veritiere che gli aveva detto il vecchio.
-
Perché un giovane come te dovrebbe interessarsi di come
è finito all'ospedale un povero vecchio come me? Io sono qui
perché sono caduto in depressione dopo la scomparsa di mia
moglie, e i miei figli non si curarono della mia salute, lasciandmi al
mio destino. Ora però, il mio compito qui è
terminato, te ne puoi anche andare-.
Vegeta, senza
farselo ripetere due volte, se ne andò a casa, dove Chichi
lo aspettava ansiosa in salotto, dove c'era ancora il materasso su cui
Bulma dormiva.
ANGOLO DELLA
"SCRITTRICE"
Già,
ho scritto giusto, perché LadyMary non mi
affiancherà in questi capitoli. Comunque, parlando della
storia, cosa intendeva il vecchio con la frase "il mio compito qui
è terminato"? E secondo voi ce la farà Bulma a
risvegliarsi? Vegeta si è veramente pentito di
ciò che ha fatto?
E con queste
domande spero di avervi lasciato un po' di suspance e se avete delle
cose da chiarire, non esitate e chiedete!
Fatemi sapere
il vostro parere su come la storia si sta svolgendo e su come si
concluderà secondo voi.
Alla prossima,
Ale
|
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Capitolo 16 *** Capitolo 15 - Una vita vecchia in cambio di una giovane ***
15. UNA VITA
VECCHIA IN CAMBIO DI UNA GIOVANE
Tornai a casa
in macchina, continuando a riflettere sulle parole del paziente accanto
a Bulma. Io sapevo perfettamente come ci si sentiva ad avere una
persona a me cara, in bilico tra la vita e la morte, infatti Bulma ne
è un esempio. Appena varcai la soglia di casa, vidi mia
sorella seduta sul materasso di Bulma, e vidi che mi sorrideva con
rammarico, non ne capivo perché. Il flusso dei miei pensieri
fu interrotto dalla sua voce, che ai miei timpani risultò
bassa e roca.
- Siediti-.
- Non mi
comandare- risposi seccato.
- Voglio solo
parlarti- mi disse quasi rassegnata.
- Io ho
già parlato abbastanza invece-.
- So che
cos'hai detto a Bulma, lo abbiamo sentito tutti, ma quelle che le hai
detto sono solo belle parole, sono quelle che ti colpiscono al cuore e
che ti fanno piangere, niente di più. Tu non potresti mai
aiutarla a sconfiggere la morte, è impossibile. So che ne
soffri più di tutti per due motivi che ti
spiegherò subito: il primo è che ti senti
tremendamente in colpa per quello che hai fatto e vorresti tornare
indietro nel tempo, a tre settimane fa, quando è caduta
dalle scale, ma non si può, e devi accettare la
realtà. Adesso è sdraiata su un letto d'ospedale,
e tu non puoi farci niente, il destino l'ha voluto, forse ha voluto
punirti facendo soffrire la persona che più ami, per gli
sbagli che hai commesso. Il secondo motivo per cui stai soffrendo
più di chiunque altro è che tu la ami, le vuoi
bene incondizionalmente da ciò che è, e non da
ciò che ha sotto la gonna. Ora lei è in una fase
critica della sua vita, potrebbe riprendersi, aprire gli occhi, e
ritornare a casa, ma c'è anche la possibilità che
non si riprenda, e che il suo cuore sarà l'unica cosa che
funzionerà in tutto il suo corpo, e tutto questo per un tuo
errore. Se Bulma dovesse morire, saresti capace di tornare
alla vita normale che conducevi prima di andare a trovarla?-.
Quelle parole
mi ricordarono ciò che mi aveva detto il vecchio vicino a
Bulma, difatti non sarei stato mai capace di vivere una vita senza di
lei, ma qusto non lo ammetterò mai, se non alla diretta
interessata. Chichi, anche se è mia sorella, non
può capire ciò che provo perchè lei
non sa come ci si sente ad avere la colpevolezza di avere sbagliato, e
di aver mandato in fin di vita la persona a cui tieni di più
in questo mondo.
- Guarda che le mie non sono solo belle parole, io vorrei combattere
con lei la morte, ma non posso, l'unica cosa che sono in grado di fare
in questo momento è solo starle vicino il più
possibile e farle sentire che io per lei ci sono in questo momento
così difficile per noi, ma soprattutto per lei e non la
abbandonerò proprio adesso che è in
difficoltà- e detto questo mi alzai e me ne andai a dormire,
con ancora l'immagine di Bulma impressa nella mia mente, ma non solo la
sua, anche quella di Chichi, Goku, C-18 e Crili con l'aria distrutta
vedendo in quale stato l'avevo ridotta.
Finalmente fu mattina, e, anche se c'era lezione a scuola, andai
all'ospedale a trovare Bulma, la mia mocciosa, e per vedere se la
situazione era migliorata. Entrai di corsa, scostando chiunque mi era
di intralcio, ma appena arrivai alla camera 667, notai che c'era un
letto vuoto, mancava il compagno di stanza di Bulma. Domandai
all'infermiera cosa fosse successo all'uomo che c'era in quel lettino,
e lei mi rispose:
- Mi dispiace dirtelo, ma ci ha lasciati questa notte, verso
mezzanotte. Sei un parente?-.
- Ehm... sì, sono un nipote- mentii spudoratamente. Per
sapere di cosa fosse morto dovevo affermare di essere un parente, o non
lo avrei mai scoperto.
- Tuo nonno è morto in circostanze misteriose, soffriva solo
di depressione, niente malattie cardiache o altro, mi dispiace per la
perdita, condolianze- e mi lasciò da solo con Bulma,
abbandonando la stanza.
Mi avvicinai lentamente a lei, e notai subito che le avevano staccato
il respiratore, ma stavo ancora male a vederla con tutte quelle flebo
attaccate e quel acchinario che continuava a fare "beep... beep...
beep...", ma almeno avevo la certezza che stesse meglio di prima. Mi
lasciai trasportare dalle emozioni, infatti mi misi a stringerle la
mano e a cantarle quella canzone che adorava quando mettevo il disco
nella radio; Do you know, di Enrique Iglesias. Appena finii di
canticchiarla sentii la sua mano che si stringeva sempre di
più, io mi avvicinai e continuai a ripeterle che ero
lì, continuai a ripetere di aprire gli occhi, di farmi un
segno, un indizio che mi portava a credere che lei si stesse
riprendendo coscienza. Fu un momento fantastico, quasi magico. Vidi che
piano piano apriva le palpebre e ne rimasi felice di ciò che
stava avvenendo. Si era sveglitata. Aveva vinto. Aveva sconfitto la sua
battaglia contro la morte, ed ora aveva riaperto gli occhi, era viva, e
io non riuscii a fare niente se non andarla ad abbracciare e dirle che
ce l'aveva fatta.
Ora comprendo le parole del vecchio: "Ora
però, il mio compito qui è terminato" , le comprendo
veramente, e non posso fare altro che essergli grato per quello che ha
fatto. Una volta mia madre disse che una vita vecchia cedeva il posto
ad una giovane, e ora che ho vissuto quest'esperenza, posso confermare
che mia madre aveva ragione, aveva maledettamente ragione. Era come se
fosse stato una specie di sacrificio, dare via la sua vita, per salvare
quella di Bulma, che ra ancora giovane e piena di vita. Lei lo
guardò, all'inizio stranita, ma poi cominciò ad
urlare:
- Vattene, non mi toccare!- cominciò poi a spingero via.
- Che succede Bulma? Che ti è preso?-.
- Ho... Ho paura, non mi piacchiare, stai lontano!- ma io la zittii a
modo mio, tappandole la bocca con... la mano, per poi abbracciarla e
dirle che mi dispiaceva per ciò che era successo.
- Volevo dirti una cosa prima di cadere dalle scale, quel giorno- mi
annunciò togliendo delicatamente la mia mano dalla sua
bocca, per poi continuare con lo sguardo basso- mi dispiace per
ciò che ho detto, ma non sapevo cosa voleva dire essere
portata a letto, così lo chiesi a Chichi e lei me lo
spiegò in breve. Io mi spaventai, così lei mi
disse di provare con delle domande imbarazzanti per metterti in
difficoltà-.
Rimasi sconcertato a quelle parole. Ero io a dovermi scusare,
non lei. Non so cosa stavo per fare, non ero in me stesso,
però quando mi avvicinai lentamente a lei, compresi subito
cosa stavo facendo. Con due dita le presi il mento rudemente, avvicinai
il mio volto al suo, e finalmente mi impossessai di quelle labbra che
agognavo da tanto tempo. Quel bacio non era rude come quello che davo
alle mi amichette, non era violento e possessivo come quello che davo a
quelle che mi facevo, era casto e lieve, e volevo che anche per Bulma
fosse una nuova esperienza piacevole da vivere, come lo era stato per
me. Appena mi staccai da quel contatto, lei si mise subito una mano
sulle labbra, chidendomi che cosa le avevo fatto.
Io, tranquillo come solo io so essere le risposi:
- Ti ho dato un bacio-.
Sembrava un po' dubbiosa alla risposta che le avevo dato,
così mi chiese se quello che facevano Goku e Chichi, erano
baci, e io le risposi che quello non era baciare, quello era fare
l'effetto "lavatrice", non so perché, ma mi sentio che si
baciavano così quei due.
Mandai un messaggio a Chichi, e le scrissi che Bulma si era finalmente
svegliata, e che stava benissimo, confrontando la situazione di prima
con quella di adesso, infatti mi rispose che voleva lasciarci ancora un
po' da soli, e che sarebbe venuta a trovarla con tutti gli altri
l'indomani mattina. Notai che sul mobiletto di fianco al suo letto,
c'ra un ciondolo d'argento, a forma di cuore, così allungai
il braccio e lo presi, ma lei, più lesta di me, me lo
fregò da sotto il naso, tenendoselo stretto stretto, dicendo
che lì dentro c'era la foto di suo padre. Le chiesi se
potevo vederla, e, con qualche difficoltà riuscii ad
ottenere quel ciondolo. Lo aprii e ne rimasi sconcertato: era un uomo
con un lungo camice bianco, due baffoni grigi e degli occhiali neri e
grandi e i capelli grigi. Non c'erano dubbi, era il compagno di stanza
di Bulma... quindi questo voleva dire che era suo padre! Rimase di
stucco, non c'erano altre parole per descrivere auel momento.
Il padre aveva ceduto la sua vita per darla alla figlia.
Una vita vecchia in cambio di una giovane.
CONTINUA...
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Capitolo 17 *** Un passo avanti ***
LA RAGAZZA VENUTA DAL MARE 16
16.
UN PASSO AVANTI
Non volevo che
si prendesse il mio ciondolo, così glielo fregai
da sotto il naso, tenendomelo stretto stretto al petto, non volevo che
vedesse la foto di mio padre. Lui era uno scienziato, ed era anche il
più famoso della città, e aveva un'azienda che si
chiamava "Capsule Corporation", solo questo mi ricordo della mia
infanzia.
Vegeta
inaspettatamente mi chiese di vederlo, così, a malincuore
glielo consegnai, facendoglielo aprire ed osservare la foto di mio
padre.
- Prima che
arrivi Chichi, vorrei dirti tutta la verità su di
me, non voglio tenerti all'oscuro di tutto, ma devi promettermi che non
lo dirai a nessuno, nemmeno a tua sorella, d'accordo?- riuscii a
chiedere.
- Hai la mia
parola d'onore-.
- Vedi, come tu
sai, la mia vita fino ad adesso non è stata una
delle migliori, e con il tempo ho sviluppato un altro potere. Sai, a
volte mi chiedo dove siano finiti tutti quei cadaveri, tutti quelli che
non mi volevano bene, tutti quelli che mi ritenevano un oggetto
interessante da studiare e sul quale fare esperimenti disumani. Quando
nutro un profondo odio per qualcuno che mi ha fatto del male, mi
concentro, e faccio levitare degli oggetti, e con la forza del pensiero
li innalzo a mio piacimento. Quando sono scappata, durante il tragitto
dalla mia cella al precipizio, trovai un po' di guardie a sorvegliare i
laboratori ed altre stanze in cui non potevo entrare, e quando capii
che volevano ostacolarmi, feci levitare delle spranghe e li uccisi
colpendoli alla nuca. Ora tu sei libero di pensare che io sia un
mostro, una macchina
in grado di uccidere con la sola forza del pensiero, sei libero di
pensare questo, ma sappi che non è così. Anche io
provo
dei sentimenti come tutti voi, anche se non li conosco ancora tutti.
Anche io riesco a divertirmi come fate voi, posso prendermi le vostre
stesse malattie, posso piangere, posso odiare, posso provare tutte le
emozioni che provate voi, quindi non mi definisco un mostro, una
macchina, mi ritrovo più con il nome di "assassina", ma lo
faccio solo per il mio bene, non per vendetta o per altro- confessai
tutto d'un fiato.
Alzai lo
sguardo e vidi che era rimasto paralizzato da quel che ho
detto, anche se non lo dava a vedere. D'altronde nessuno è
in grado di capirmi, nessuno a parte
Vegeta.
In un attimo si
riprese, ma non fiatò, così continuai
ciò che avevo da dire.
- Non fermarti
sulle apparenze, guarda questo, e capirai tutto- e detto
questo, girandomi dall'altro lato feci scendere la tunica ospedaliera,
mostrandogli la spalla.
- Ma che ti sei
fatta?!- mi chiese esterrefatto.
- Questo
è un marchio a fuoco, me lo hanno fatto quando avevano
capito che io ero dotata di questi poteri. Non posso togliermelo.
Pensa, mi fa male
ancora adesso- e soffocai una risatina.
Vidi che si
avvicinò alla mia spalla e cominciò ad
esaminarla, tastandola ed osservandola con insistenza. Mi lasciai
sfuggire un sorriso, non lo avevo mai visto così interessato
a
qualcosa che non fosse il mio di dietro.
Il marchio era
composto dal logo di Freezer, una spirale che
poi finiva con un serpente con le corna, e al centro di questa spirale
che occupava tutta la grandezza della scapola, c'era un diamantino.
- Che
significato ha?- mi chiese con finto disinteresse.
- Beh, il
serpente con le corna rappresenta lo stesso Freezer, e il
diamantino rappresenta la purezza che non mi è stata ancora
tolta da nessuno-.
Almeno non ero
stata toccata da nessuno, di questo ne ero felice.
Freezer non voleva che un'esperimento così importante abbia
dei
danni fisici e morali.
Lo vidi
alzarsi, e d'istinto mi ricoprii la spalla, non volevo mica farmi
vedere nuda dal primo che passava!
POV VEGETA
Dopo aver visto
lo strano marchio che Bulma portava all'altezza
della scapola, mi alzai dalla sedia, girai intorno al letto, la presi
per le spalle e le dissi:
- Devi scappare
da qui, se ti chiedono qualcosa poi sei fregata! Comincia a vestirti e
andiamo-.
Rimase immobile
a fissarmi, poi prese un po' di coraggio e cominciò a
parlarmi.
-
Come faccio a vestirmi se tu non ti giri?!-.
- Tsk, tanto ti
ho già vista mezza nuda, e poi non mi pare il caso di fare
tante scene per così poco-.
- Se non ti
giri tu allora mi giro io, intanto passami i vestiti che mi spoglio-.
Cominciò
a spogliarsi della tunica con fare lento e insicuro. Di
sicuro sapeva che aveva i miei occhi puntati su di lei, e questo la
rendeva ancora più insicura, mi piaceva metterla in
soggezione,
infatti, anche quando si spogliò completamente, non le diedi
subito i vestiti.
- Che fai
Vegeta, dammi i miei vestiti-.
- Tsk, vieni a
prenderli- la sfidai spudoratamente, con un ghigno vittorioso stampato
sulla mia faccia.
- Non fare lo
scemo, dammeli-.
Se volevo
conquistarmi la sua fiducia però, dovevo darlgieli, o
avrebbe fatto lievitare il lettino di fianco e me lo avrebbe lanciato
addosso. Glieli lanciai sul letto, lei li prese e se li mise in fretta
e furia, ma quando prese in mano le mutande rimase a guardarle
esterrefatta.
- Che roba
è?-.
- Mutande-
risposi solo. Non trovavo le sue, così presi quelle di
Chichi.
- Sei sicuro?
Non sono come le mie. Sotto sono solo una riga di stoffa-le
esaminò accuratamente.
- Mettile e
muoviti, non dobbiamo dare nell'occhio quando usciamo-.
Se le mise con
molta titubanza, poi prese la gonna che le avevo portato
e uscimmo dalla stanza, facendo attenzione alle infermiere di turno e
ai medici che si aggiravano in quella zona. Mentre camminavamo per
strada sentii che quella ragazzina mi tirava la maglietta in modo
insistente, come una bambina piccola che chiedeva maggore attenzione al
padre che non la ascoltava, o che non voleva ascoltarla. Non ricevendo
nessuna risposta cominciò a chiamarmi per nome, in modo
supplichevole, ma io sbottai di colpo, rispondendole con un brusco "che
vuoi".
- Mi danno
fastidio, mi entrano tutte nel-.
- Lo so, lo so.
Tanto adesso torniamo a casa, e appena entri ti fai una doccia... puzzi
di ospedale- le risposi.
Prendemmo il
pullman per tornare a casa, infatti l'ospedale era un po' lontano da
casa.
Varcammo la
soglia di casa, e ci ritrovammo una Chichi e un Goku in
atteggiamenti non tanto consoni all'occasione, ma per fortuna che
avevano appena cominciato, o almeno questo era quello che io speravo
per la salute mentale della ragazzina.
- Kaharot, mi
ha veramente deluso. Non si bacia così la propria fidanzata-.
- E sentiamo
genio, come si bacia?- mi chiese acida mia sorella.
-
Così-.
Mi girai verso
Bulma, che spostò lo sguardo dai due piccioncini
a me, ma non fece in tempo a dire una parola che la baciai di nuovo,
sotto lo sguardo stupito di tutti i presenti, che rimasero allibiti
alla vista di quella scena.
- Wow Vegeta,
non ti facevo così passionale- mi scimmiottò
Chichi.
- Tk, almeno io
sono capace di baciare, al contrario vostro-.
- Ehm ehm,
tornando a cose più serie... state insieme ora?-.
Le misi una
mano sulla spalla e la tirai a me, mentre lei mi guardava
perplessa.
- Certo, ora
lei è mia-.
LA SETTIMANA
DOPO...
- Bentornata
Bulma- si avvicinò Radish, con un sorrisino stampato sulle
labbra.
- Grazie
Radish-.
- Ehi Bulma,
dopo vieni a fare un giro con me? Capisci cosa intendo vero?-
ammiccò Napa.
Intanto,
Vegeta, che se ne era stato in disparte fino a quel momento,
raggiunse il suo amico e gli diede un calcio in pieno stomaco,
avvertendo il malcapitato che Bulma era ormai di sua
proprietà.
- Lei
è mia. Non si tocca-.
Dopo un
caloroso bentornato da parte degli studenti e da parte dei
professori, e dopo sei ore di lezione, se ne tornarono tutti a casa,
felici del ritorno della loro compagna.
ANGOLO DELLA
"SCRITTRICE"
Lo so, lo so,
lo so, sono in un ritardo clamoroso. Voglio farmi perdonare, ma non so
come fare -.-'
Sono anche
indaffarata nello studio perché tra poco ho gli esami
e sono terrorizzata, cercate di capirmi, poi sono rimasta
anche
senza computer per un mese XD
Spero che il
capitolo vi sia piaciuto, anche se è un po' corto... diciamo
che è un capitolo di passaggio.
Non voglio
deludervi, quindi sarei felicissima se mi direte se vi piace
oppure no, o se secondo voi c'è qualcosa da cambiare.
Ho una paura
tremenda per gli esami, quindi mi sono messa sotto e ho
studiato tutto il tempo, mi dispiace, devo superarli per forza.
Spero mi
perdonerete.
Alla prossima,
Yuzu-chan
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Capitolo 19 *** Capitolo 18 - Un altro mondo ***
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
18.
UN'ALTRO MONDO
Quì fa caldo...troppo caldo...
Non vedo nulla intorno a me se non sabbia e il cielo limpido sopra la
mia testa...
Ma sono sicuro di avercela ancora?
Non lo so.
Perché mi trovo quì da solo?
Non lo so.
Perché sono quì?
Non lo so.
Che cos'è successo?
Non lo so.
Ormai non so più nulla. Non sono certo di nulla, se non che
mi sento terribilmente solo.
Guardo la sabbia che mi circonda... la mia ombra non c'è,
non si vede.
Al suo posto c'è una sagoma non definita, senza forma
fisica, che fluttua senza toccare il suolo bollente della sabbia sotto
i potenti raggi di una luce abbagliante.
Non ho un corpo, solo la mia anima.
E' da tanto tempo ormai che sono quì ad aspettare.
Ma aspettare cosa?
Non lo so.
Fino ad adesso ho aspettato, aspettato che qualcuno si facesse vivo e
mi avrebbe aiutato a trovare la via del ritorno.
Ma per dove?
Non lo so.
Dove volevo andare?
Non lo so.
Non avrei mai pensato che sarei finito in questo posto. Fa
così caldo, non riesco nemmeno ad andare avanti.
Ma il caldo lo percepisco veramente?
Non lo so.
Ormai non sono un uomo...non più.
Ora realizzo che non posso tornare più indietro, non posso
cambiare il corso degli eventi.
Non posso...o non voglio?
Non so neanche questo.
Da quando sono quì non mi sono accorto della notte e del
giorno... forse perché quì non ci sono.
Non ho visto neanche un minimo d'ombra da quando sono arrivato, e non
credo che ne vedrò una tanto presto...
Chissà da quanto tempo sono quì...ore, giorni,
settimane, mesi...
Da quanto sono quì?
Non lo so.
Un giorno una bambina mi disse che da qualche parte c'era un universo
parallelo al nostro, io non le credevo.
Ora invece sì.
Ora so rispondere ad una delle mie domande.
Dove sono?
In un universo parallelo.
Come ci sono finito?
Non lo so.
Quella bambina aveva quel non-so-che che la rendeva speciale, era unica.
Io ho voluto bene solo a due persone nella mia vita.
Quella bambina era una di quelle.
Una bambina di pochi anni non può formulare un simile
discorso, ma lei è speciale, questo cambia tutto...
Come si chiama la bambina?
Non lo so.
Non so neanche questo.
Perchè non lo so?
Non lo so.
Anche se non sono più un uomo, conservo la speranza che un
giorno qualcuno mi venga a trovare in questa landa desolata, in un
altro universo da quello conosciuto.
Aspetto che forse quella bambina mi raggiunga...
Aspetto quella bambina...
Aspetto...
Aspetto e non succede niente, non viene nessuno, e io mi sento solo, mi
sento abbandonato.
Forse questa è una punizione degli déi o di
qualche divinità...non è possibile.
In altri universi non ci sono religioni.
In questo universo non c'è una religione.
Ma se non c'è allora bisgona crearla... e sarò io
il fondatore.
No.
Devo aspettare quella bambina, ormai non posso fare più
nient'altro.
Mi sento perso, mi sento malincomico, triste, depresso, ma soprattutto
solo.
Mi sento malinconico, triste, depresso, ma soprattutto solo.
Mi sento triste, depresso, ma soprattutto solo.
Mi sento depresso, ma soprattutto solo.
Mi sento soprattutto solo.
Chissà quella bambina come sarà cresciuta,
chissà come sarà diventata grande vicino ai suoi
amici.
Io non posso saperlo, ma sono sicuro che ormai avrà tanti
amici, troppi forse...
E io sono quì, in questo universo parallelo, a confrontarmi
con la mia solitudine, la mia tristezza, la mia malinconia...
Sono stato abbandonato...
Ma da chi?
Non lo so.
Non so niente.
Anzi, una cosa la so... so che sono in un altro universo... e so che un
giorno incontrerò qualcuno.
Non so chi, ma lo incontrerò...
Me lo sento...
Mi sento solo.
Mi sento abbandonato.
Qualcuno venga a farmi compagnia qui, mi sentirei più
felice...
Già al pensiero di quella bambina, la mia anima si
rasserena...
ANGOLO DELLA
"SCRITTRICE"
Wella bagai come
state?
*Massi da 30 tonnellate finiscono sulla testa dura di Yuzu-chan (che da
ora in poi si chiamerà Nagisa in onore della sua morte in
Clannad After Story)*
Calmi calmi, ho un motivo valido per questa mia assenza prolungata...
ehm... lasciamo perdere, cominciate a lapidarmi.
Non vi preoccupate mie giovinastre, non ho sbagliato storia, ho solo
voluto rendere questa semplice e banale ff in qualcosa di
più eccitante e misterioso... chissà se ci sono
riuscita... spero di sì :-)
Vorrei chiedervi scusa per il ritardo... quasi quasi vengo direttamente
da voi e ve lo chiedo di persona XD
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto... lo spero tanto, ci ho
messo due giorni per scriverlo...
Ma questi sono dettagli, giusto?
Allora, per prima cosa vi chiederei gentilmente di dirmi secondo voi
chi è l individuo del capitolo, ma anche chi è la
bambina di cui stava parlando.
Per seconda cosa vi chiedo di recensire, anche perché non mi
viene più l'ispirazione giusta per continuarla. Se dovete
scrivermi delle critiche fatelo, basta che siano costruttive.
Detto questo vi lascio dormire.
Ciao e alla prossima,
Shnafna, che si
modificherà presto in Nagisa-san
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Capitolo 20 *** Capitolo 20 - La fuga (parte1) ***
20.
LA FUGA
Il
buio regnava sovrano in quella stanza così grande per una
persona così piccola.
Un
filo di luce proveniente dal corridoio era filtrato dalla porta
socchiusa della cella. Un corpo appeso ad un macchinario era immobile,
senza vita quasi. Il volto era oscurato appositamente per confonderla,
per non farle capire dov’era, ma lei sapeva tutto ormai. Mani
e piedi erano bloccati da una morsa ferrea, senza lasciarle la
possibilità di fuggire. Uno scienziato si
avvicinò per contemplare quel corpo perfetto, senza veli.
Per
pura e semplice curiosità l’uomo la fece scendere
con molta delicatezza, sorreggendola con non poca fatica. Appena la
ragazza uscì dalla sua cella, si liberò dalla
stratta dello scienziato, il quale rimase attonito e sbalordito della
forza sovrumana che caratterizzava la ragazza. Lei non aveva intenzioni
amichevoli, e lo si capiva dall’incurvatura delle labbra
rivolta verso il basso. Con fare minaccioso alzò un braccio
e con un colpo ben sostenuto trapassò il petto del
malcapitato, per poi estrarre il cuore con le mani insanguinate. Lo
prese in mano e con delicatezza se lo fece passare sotto il naso, poi
sulle labbra, per sentire il sapore metallico del sangue fresco. Lo
tastò per un po’, fino a quando non decise di
proseguire il suo giro turistico alla cieca. Dopo aver camminato in
tondo, sentì delle voci provenienti dal laboratorio, le
quali discutevano sul da farsi di una certa B-8. Lei voleva
semplicemente trovare un’uscita e andarsene da quel posto, ma
tastando in continuazione le pareti non le era di grande aiuto. Quando
ritrovò il cadavere per terra lo perquisì per
controllare se ci fosse qualcosa di utile per aiutarla ad evadere.
Toccandolo sentì che nel taschino sinistro c’era
un coltellino svizzero molto affilato; lo prese in mano e con la lama
aguzza cercò di togliersi quel casco che le impediva la
visuale. Sbloccato il marchingegno, un gruppo numeroso di scienziati,
ricercatori e poliziotti si radunò intorno a lei, con fucili
anestetizzanti e mitragliatrici pronte a sparare per qualsiasi
evenienza. Le pallottole non la scalfirono, anzi, le prese al volo
tutte quante, facendole poi ricadere sul pavimento, come segno di
sconfitta. Lei non si fece nessuno scrupolo, e uccise brutalmente tutti
i militari che fino a pochi momenti fa erano accerchiati, muniti di
giubbotto antiproiettile.
La
ragazza si avvicinò ai soldati, e ad ognuno tolse un organo
diverso, chi il fegato, chi il cervello, chi i polmoni, chi il
pancreas…
Li
sventrava per guardarne e ammirarne l’anatomia del cadavere.
Faceva una rapida autopsia; dopo averli svestiti, con il coltellino
svizzero usato precedentemente cominciò a sezionarli uno ad
uno. Inserì delicatamente la lama, per poi farla scorrere
verso il collo, formando una Y sul petto del malcapitato. Lo
aprì e cominciò a premere sulla cassa toracica,
fino a romperla, riducendola in piccoli frammenti. Rimosse per primo il
cuore, seguito dai polmoni e i bronchi. Le mani insanguinate vagarono
all’interno del cadavere, valutandone la qualità
quasi, fino a quando, incuriosita, riafferrò il coltellino e
cominciò a fare uno scalpo preciso e scrupoloso alla testa
del poliziotto. Piano piano tolse il cervello, ammirandolo con
venerazione, come se fosse un Dio, una divinità ascesa sulla
Terra con un messaggio importante, il quale decideva le sotri
dell’intero universo. Era come una bambina, e dopo poco tempo
si annoiò di que giochetto di squartamenti.
Ricominciò
a vagare per i corridoi deserti, fino a quando non intravide una porta
sul retro. La aprì e una luce abbagliante le
penetrò con forza gli occhi, facendola barcollare. Non
abituata alla luce solare, strinse gli occhi a fessura per avere una
maggiore nitidezza, e salì su una piccola imbarcazione a
remi, la quale era appostata dietro un container. Cominciò a
remare freneticamente, quasi disperata. La mente era annebbiata da un
senso irrefrenabile di libertà e di divieto, che le faceva
salire l’adrenalina alle stelle. Per anni si era comportata
da brava bambina e ora ha liberato il suo istinto da cattiva ragazza,
uccidendo senza pietà, a sangue freddo, guardando
spudoratamente in volto le vittime terrorizzate e disperate, e fuggendo
di nascosto, una sensazione bellissima, mai vissuta prima
d’ora. Finalmente ha
svelato la sua vera natura, la maschera che portava da anni si
è frantumata in pezzi dal momento in cui lo scienziato la
fece scendere. Non doveva più nascondersi dietro un dito,
non doveva più giustificarsi, questa era la sua vera natura:
una natura da assassina. Un’assassina senza cuore, a sangue
freddo. Un’assassina che guarda in faccia le sue vittime e la
notte se le dimentica …
Finalmente
giunta alla riva scese con passo malfermo e tremante si diresse sotto
un ponte, vicino ad un fiumiciattolo situato al centro
città. Nessuno la vide perché lei era un ombra.
Un’assassina non si fa mai scoprire da qualcuno, deve
mantenere la sua identità segreta, al sicuro da tutto e da
tutti.
Venne
sera, e dopo essersi cibata di qualche foglia e un topo ucciso a mani
nude, si assopì accanto ad una margherita, la quale
ondeggiava tra l’erba alta, aspettando di essere colta.
FINE
PRIMA PARTE
CONTINUA…
ANGOLO DELLA RITARDATARIA
Ciao a tutti belli e brutti, sono sempre
io che mi scuso per l’abnorme ritardo
nell’aggiornare le mie ff.
Chiedo scusa anche a chi voleva
contattarmi su facebook e non ci è riuscito per via
dell’account.
Ora ho sistemato tutto, e ho inserito il
link nella mia presentazione J
Scritto questo vi auguro buona notte e
perdonatemi per gli Orrori di battitura.
‘Notte bagai J
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