Under Neptune's light

di JosephineGreen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pilot ***
Capitolo 2: *** Vecchie e nuove conoscenze. ***
Capitolo 3: *** Se telefonando. ***
Capitolo 4: *** Non ancora. ***
Capitolo 5: *** Controversie. ***
Capitolo 6: *** Notte difficile. ***
Capitolo 7: *** Ragazze in lingerie. ***
Capitolo 8: *** 0-9er e Cenerentole ***



Capitolo 1
*** Pilot ***


Veronica posò la pila di libri che stava trasportando sulla scrivania, si sedette e prese a massaggiarsi le tempie.
-Ti pagano per farlo. Ti pagano per farlo. Ti pagano per farlo.- prese a sussurrare ad occhi chiusi, lasciando che un’insolita pace interiore si impossessasse di lei. Sentiva che se avesse continuato ancora per qualche minuto sarebbe riuscita a stabilire un contatto con il padre eterno in pensona. Ancora pochi secondi..
-Ehm, scusa?-
Contatto interrotto. Aprì lentamente gli occhi e si trovò davanti a sè un minuto ragazzino rachitico con in mano un libro.
-E’ questa la biblioteca?-
-No, questo è un centro per la cura di animali maltrattati, la biblioteca è in fondo a destra.-
Il ragazzo sorrise imbarazzato.
-Ironia eh? Pare che vada molto di moda.-
-Niente batterà mai le t-shirt con stupide frasi stampate. In cosa posso esserti utile?-
-Vorrei prendere in prestito un libro.-
Veronica lo guardò sconcertata.
-Tu mi provochi ragazzo.-
-Oh, giusto, scusa. “Sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare: sai, mia madre dirige una specie di circolo del libro con le sue amiche.-
Veronica si alzò dalla sedia e si diresse verso la sezione del teatro inglese.
-Hey, per quanto mi riguarda puoi anche utilizzarlo per sostituire una gamba del divano, basta che lo riposti qua entro 30 giorni,altrimenti dovrai pagare una multa i venti dollari. Ok?-
Detto ciò, emerse dagli scaffali e porse il libro all’intimorito ragazzo,che la ringraziò e andò a compilare la propria scheda.
-E così, non sei al primo anno giusto?-
Stava soltanto cercando di fare conversazione o ci stava provando?
-No, al secondo. Tu?-
-Oh, io sono al primo. Hai un appartamento qua nel college o abiti fuori?-
-L’anno scorso stavo ancora con mio padre, ma quest’anno ho deciso di prendere un appartamento qua.-
-Oh, e perchè?-
Veronica si voltò e lo fissò.
-Domanda troppo personale.-
-Oh, scusa, ma certo.-
La ragazza sospirò: sarebbe stato un lungo, lunghissimo. anno.

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Capitolo 2
*** Vecchie e nuove conoscenze. ***


-Hey, amico svegliati!-
Logan si rigirò nel letto, tirandosi le coperte sopra la testa.
-Oh, andiamo, non vorremo arrivare tardi il primo giorno, vero?-
-Dick, ora come ora, non me ne potrebbe importare di meno.-
Dick afferrò le coperte, gettandole sul pavimento. L’amico, in cannottiera e boxer, fu investito da un getto di luce che entrava dalla finestra aperta.
-Lavati, vestiti, prendi i libri e andiamo!-
-Che ore sono?-
-Le nove.-
Logan spalancò gli occhi, si issò faticosamente a sedere.
-Dick, la prima lezione ce l’abbiamo alle 11. Ti sei rimbecillito?-
-Beh, forse, ma almeno non sono in depressione per una bionda slavatina che mi rifiuta. Vatti a lavare: credimi, non hai un buon odore.-
Mezz’ora dopo i due giovani scendevano le scale per una colazione veloce prima di andare a lezione, ma entrambi si bloccarono nel bel mezzo della hall quando sentirono che qualcuno alle loro spalle aveva fatto il loro nome. Si voltarono e videro che la voce proveniva da una ragazza appoggiata alla reception.
-Signorina non posso dirle dove alloggiano i signori Echolls e Casablancas, se non attraverso il loro permesso.-
La ragazza sbuffò.
-Ma loro non sanno che sono qua,m volevo fargli una sorpresa, ma se lei non collaborà tutto andrà a monte!-
-Le ripeto che in questo non posso esserle d’aiuto signorina, ma sarà lieta di scoprire che non tarderà ad incontrarli.-
La receptionist puntò il dito sui due ragazzi, che ormai si trovavano alla distanza di un metro dalla ragazza, che si voltò immediatamente.
Aveva lunghi capelli castano-ramati che gli arrivavano poco sotto le spalle, grandi occhi nocciola e un radioso sorriso stampato in volto.
Logan rimase impassibile,mentre Dick si scaraventò sulla ragazza abbracciandola con forza.
-Chi non muore si rivede,eh Marta?-
Nel sentire quel nome una camoanella si riaccese nel cervello di Logan: ma certo, Marta! Marta che li invitava tutti i giovedì a giocare nella sua piscina al coperto. Marta, la compagna di banco della quarta elementare. Marta, la fidanzatina di Cassidy all’asilo. Marta, la migliore amica sua e di Dick.
Quando il lungo abbraccio di Dick terminò, anche lui strinse forte la vecchia amica con affetto.
-Dove stavate andando?-
-A colazione,vieni anche tu. Abbiamo così tante cose da dirci!-
I tre si sorrisero.
 
-Sembri quasi una ragazza studiosa, sai?-
Veronica rivolse un falso sorrisetto all’amica.
-Sei di una fantasia devastante Mc, lo sai?-
-Ohhh, a Mc piace sempre fare la simpaticona, lo sai Veronica! Come stai? Non ci siamo più viste.-
Ed era vero: lei e Parker non si erano più viste da quando Veronica aveva aiutato Mc a sgomberare la sua stanza a Giugno, tre mesi prima.
-Tutto a posto, grazie. Tu?-
Non era mai stata un granchè nei convenevoli.
-Splendidamente. Tu e Piz?-
Veronica rimase pietrificata: Mc non gliel’aveva detto?
Anche l’amica percepì la tensione.
-Parker, credevo di avertelo detto. Veronica e Piz non stanno più insieme da Luglio.-
-Oh, e perchè?-
Ecco, era ovvio che prima o poi questa questione dovesse saltare fuori, ma quello non erano nè il luogo nè il momento più consono.
-Preferisco non parlarne.-
Parker si irrigidì, decisa a non darsi pervinto.
-Andiamo, sai che a me puoi dirlo.-
-Il fatto è che adesso non ne ho voglia, spero che non sia un problema per te.-
-Nient’affatto.. Veronica.-
-Molto bene.. Parker.-
Le due si fulminarono per pochi istanti, fino a che veronica non annunciò che andava a sistemare le cose nel nuovo appartamento, salutandole freddamente.
Durante l’intero tragitto tra la biblioteca e l’appartamento, i suoi pensieri furono offuscati dal pensiero di ciò che era successo l’estate appena passata, dalla sua storia con Piz, dai problemi di suo padre.
Appartamento 34.
Un numero come un altro. Un appartamento come un altro. Una compagna di stanza come un’altra?
Stava per scoprirlo.
Aprì la porta con la chiave di ottone e spalancò la porta. Una ragazza era in piadi al centro della stanza con un libro in mano,assorta dalla copertina.
Si voltò verso Veronica e le sorrise. La ragazza ricambiò.
-Ciao,io sono Veronica.-
-Piacere, Marta.-
“Che enormi occhi nocciola” pensò la giovane Mars.

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Capitolo 3
*** Se telefonando. ***


Tutu. Tutu. Tutu.
-Pronto?-
-Hey, tesoro. Come stai?-
-Papa! Sono giorni che non ti fai vivo, ma che fine hai fatto?-
-Ho avuto un po di lavoro, sai. Credo che non dovrò aspettare tutta la settimana per tornare.-
Silenzio dall’altro capo della cornetta.
-E’ successo qualcosa papa? Perchè, se hai bisogno di un aiutino, un accertamento.. Una piccola indagine..-
-Veronica riesco a cavarmela benissimo da solo grazie. Tu, piuttosto, raccontami del trasferimento! E’ stato traumatico?-
-Mmh, un po. Credo che riuscirò comunque a sopravvivere.-
-Come sta il mio Buddy?-
-Bene, ma quando ieri l’ho lasciato stava facendo gli occhi dolci alla cagnolina dei vicini. Credo che lo terrò d’occhio. Adesso devo andare papa, o farò tardi per il pranzo. Ti chiamo domani.-
-Va bene, ci sentiamo domani. Ti voglio bene.-
-Anche io, papa.-
-E, Veronica... non metterti nei guai.-
Tutu. Tutu. Tutu.
“Ah, quella ragazza mi farà impazzire” pensò Keith Mars attaccando il telefono e tornando al lavoro. Sgomberò completamente la piccola scrivania del piccolo Motel nel quale alloggiava e vi sparpagliò sopra delle foto di un noto deputato della contea di Balboa e una giovane showgirl in atteggiamenti piuttosto intimi. La moglie dell’uomo gli aveva chiesto di indagare se il marito la tradisse. Non era stato difficili scoprirli: non dovevano essere grandi fautori della discrezione. Continuava a scattare foto di ogni loro incontro, senza dare sue notizie alla moglie preoccupata e restandosene rinchiuso il più possibile a seguire notiziari. In quel momento, la cosa che desiderava di più era starsene il più lontano possibile da Neptune. Se non fosse stato per Veronica e il suo obbligo di studio, avrebbe già preparato le valigie per entrambi, guidando alla volta di una citta della costa est, magari più tranquilla. L’estate era stata snervante, ma il motivo non era il caldo afoso, nè un malanno, nè la mancanza di soldi. Il motivo aveva un nome ed una faccia, entrambi piuttosto irritanti: Vinnie Van Lowe. Colui che gli aveva soffiato sotto il naso la carica di sceriffo.
Il telefono squillò. Keith lo osservò per qualche secondo: era un numero sconosciuto. Premette il tasto verde.
-Pronto.-
Silenzio.
-Pronto.- ripetè Keith con una punta di impazienza nella voce.
-E’ una sensazione così strana: sono secoli che non sento la tua voce.-
Keith sorrise incredulo. Anche lui provava la stessa sensazione.
 

 
 

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Capitolo 4
*** Non ancora. ***


-Scusa, era mio padre.- disse Veronica mentre rimetteva il telefono in borsa.
-Non ci sono problemi. Allora..-
Entrambe si guardarono in un silenzio piuttosto imbarazzante.
-Già...-
-Hey, visto che ormai le presentazioni varie sono fatte, perchè non ci mangiamo qualcosa insieme?-
-Si, è un’ottima idea, ma prima dovrei passare a fare un saluto ad un’amica. Se non ti scoccia accompagnarmi...-
-No,non vedo dove sia il problema.-
Veronica sorrise: le sembrava inverosimile che una ragazza potesse essere tanto carina e disponibile con lei. Oltremodo, le ragazze presero le borse e si incamminarono. Dopo circa cinque minuti che vagavano nei corridoi dei dormitori femminili Veronica si fermò davanti ad un appartamento contrassegnato dal numero 18.
-E’ questa la stanza?-
-Credo di si, ma non vorrei fare figuracce.-
Una voce al di là della porta smentì i dubbi di Veronica.
-Parker, santo cielo, qual’è la parte che non ti è chiara nel concetto di “condividere”?-
Marta si voltò verso Veronica e disse sottovoce: -Non sembra essere un ottimo momento, o sbaglio?-
In quel momento la porta si spalancò e ne uscì una Mc piuttosto inviperita, che quasi non si accorse della presenza delle due.
-Oh, Veronica, sei tu.-
-Ero passata a farti un saluto, ma a quanto pare le truppe stanno scagliando un’offensiva.-
-Le truppe hanno invaso il campo nemico!-
-Mc, mi dispiace, non farne una ragione di stato!- esordì Parker con voce supplicante, uscendo dalla stanza.
-Ma voi studiate strategia militare o cosa?-
Le tre ragazze si voltarono verso Marta.
-Ah, giusto! Lei è Marta, la mia nuova compagna di stanza.-
-Piacere, Parker Lee, ma puoi chiamarmi tranquillamente Parker!-
Stretta di mano.
-Mc.-
Marta rimase due secondi immobile senza sapere cosa dire.
-Wow, eloquente. Veronica, comincia a farsi tardi, e io alle tre ho la mia prima lezione, ma se tu vuoi rimanere con le tue amiche non ci sono problemi. Possiamo sempre cenare insieme.-
Veronica si sentì in colpa per averle dato così poca considerazione quando lei invece era stata così gentile.
-Non la farai franca: ti avevo promesso un pranzo e lo avrai! Mc, passa da te nel pomeriggio.-
-Sarò fuori tutto il giorno.-
-Allora magari stasera possiamo andare al cinema.-
-Ti farò risapere.-
Veronica la guardò storto.
 
 
-Hey Dick, che ne dici di una festa a casa di Jason, il ragazzo che studia economia con noi?-
-Logan stasera ho promesso a Marta che l’avrei accompagnata a fare una panoramica di Neptune.-
-Ahhh, come biasimarla! Chi non vorrebbe fare un giro turistico delle bellezze artistiche di questa splendida citta!-
-Sai, a volte essere cinici non porta a grandi risultati.-
-Ma io sono carino.-
-Siamo troppo belli per le comuni mortali.-
La modestia la fa da padrona.
 
 
-Marta, mi dispiace, di solito Mc non si comporta così. E’ un delle mie migliori amiche, ma non so cosa le sia preso.-
-Non ti preoccupare, forse è stata solo una giornata storta, tutto qua.-
-Si dev’essere così...-
-Oh, guarda, la ci sono i miei amici! E’ un problema se mangiamo al loro tavolo?-
-Certo che no!-
Veronica buttò un’occhiata al tavolo indicato da Marta, e le sprofondò il cuore nel vedere da chi era occupato. Logan Echolls: la sua più grande fonte di guai.
Non fece in tempo a dire qualcosa all’amica che lei si era già catapultata della loro direzione, sempre più vicina al loro tavolo.
Era troppo presto.
Non ce l’avrebbe fatta.
E infatti non ce la fece.
Fece dietrofront il più velocemente possibile, camminando a passo rapido e deciso senza mai guardare dietro di se. Quando giunse fuori dall’edificio inspirò un getto d’aria fresca, sentendosi di colpo molto meglio.

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Capitolo 5
*** Controversie. ***


-Logan, Dick, questa è Veronica!- esclamò Marta sorridente.
I due ragazzi si lanciarono un’occhiata preoccupata e stupita. Marta non ne sembrò molto soddisfatta.
-Beh, che fate lì imbambolati?! E’ da maleducati non presentarsi!-
Logan sorrise appena.
-L’aria della California ti fa male Marta, non c’è proprio nessuno accanto a te.-
Marta spalancò gli occhi, voltandosi lentamente alla sua destra: Logan aveva ragione, accanto a lei c’era solo aria. La ragazza sbuffò e si mise seduta di fianco a Dick.
-Mi sarbbe tanto piaciuto presentarvela.-
-Beh, ma se è la Veronica che credo io, non ci saranno certo bisogno di presentazioni!-
Logan fulminò Dick preoccupato.
-Starai scherzando, amico! Quella Veronica non verrebbe mai ad abitare negli appartamenti del college quando ha un letto morbido e un pasto caldo a casa da suo padre.-
-Beh, ma quante altre Veroniche ci saranno mai a Neptune?!-
Marta spostò gli occhi da un amico all’altro, senza riuscire a capire del tutto l’oggetto della loro conversazione.
-Qua c’è sotto qualcosa o sbaglio?-
-Marta la tua copampagna di stanza fa per caso Mars di cognome?-
-Si, quindi la conoscete?!-
Logan si lasciò cadere sulla sedia strofinandosi gli occhi violentemente, mentre Dick cercava di soffocare le risate.
-Logan, santo cielo, vuoi spiegarmi che succede?-
-Veronica è la ex ragazza di Logan. Sono stati insieme un sacco di tempo, poi si sono lasciati e lei si è messa con un certo Piz, un idiota, ma poi loro quest’estate si sono lasciati e Logan ci ha passato una notte infuocata, solo che lui si era rimesso con una sua ex, Parker, gran pezzo di ragazza. Da quel momento lui e Veronica non si sono più visti, nè tantomeno parlati.-
Dick prese fiato, avendo vomitato il fiume di parole in pochi secondi.
-Wow, sembra una puntata di Beautiful compressa...-
Logan sorrise senza felicità.
-Ne sei ancora innamorato?-
-No. Si. Non lo so, e non mi importa. Ora come ora non voglio storie serie, e tantomeno andarmi ad incastrare di nuovo in una relazione senza sbocchi come quella che avevo con Veronica.-
-Deve averti fatto soffrire molto se ne parli con così tanto cinismo.-
-Preferirei cambiare argomento. Stasera c’è una festa a casa di amici, ma Dick mi ha detto del vostro programma.-
-Già, lo so che Neptune non è certo una grande meta turistica, ma è la città in cui sono nata e voglio vedere se è rimasta come ricordavo.-
In quel momento passò davanti al loro tavolo Mc, che inizialmente non sembrò accorgersi di loro, se non quando fu Logan a chiamarla.
-Hey, lupo solitario, non fare l’asociale e vieni a sederti qui con noi.-
Mc gurdò storto Marta e Dick seduti l’uno accanto all’altra.
-No, grazie, preferisco di no.-
-E dai! Guarda che non mangiamo mica.-
La ragazza sbuffò e si sedette di fianco a Logan, assumendo un fare piuttosto distaccato.
-Nervosetta?-
-Non è aria Dick, falla finita.-
Marta sorrise.
-Prendilo come un si Dickie.-
Mc si irrigidì terribilmente.
-Non farlo mai più!-
Marta si spaventò quasi per quella reazione esagerata.
-Ma... Non ho fatto niente!-
-Non chiamarlo più in quel modo!-
-In quel modo? Intendi “Dickie”?-
-Si, intendo... quel nome, e ti ho già detto di non pronunciarlo!-
-E per quale motivo?-
Scese il silenzio per pochi secodi. Marta si voltò verso Logan che stava guardando Mc con compassione.
-Vedi Marta, Cassidy lo chiamava sempre Dickie.-
-Ma cosa glielo dici a fare?! Non saprà nemmeno chi è Cassidy...-
Marta sorrise malinconica.
-Stai scherzando? Cassidy era il mio fidanzatino ai tempi dell’asilo!-
Mc la guardò con una quantità d’odio non percettibile dal genere umano, sollevò il proprio vassoio con forza e prese a camminare lungo la mensa, verso un tavolo isolato molto lontano dal loro.
Marta sbuffò.
-Che cos’ha che non va quella ragazza?-
Dick si voltò a guardarla e sorrise: era contento di riavere con sè la sua amica, per quanto priva di tatto potesse essere.

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Capitolo 6
*** Notte difficile. ***


Era tarda sera, e Veronica era appena rientrata da una delle sue indagini che, sperava, le avrebbe fruttato un po’ di bei soldoni, quando Marta rientrò in punta di piedi nella stanza per non far rumore, credendo di essere sola.
-Mezzanotte è passata da un pezzo Cenerentola.-
Marta  sobbalzò sentendo la voce della compagna di stanza, per poi tranquillizzarsi subito vedendola seduta alla scrivania intenta ad analizzare una trentina di fotografie. Si avvicinò meglio per osservarne i soggetti: nessuno di loro aveva una faccia familiare.
-Perchè fotografi le persone? Cosa sei, una specie di spia russa?-
-Una specie.-
Marta la guardò storta.
-Sono un’investigatrice privata. Prima lavoravo con mio padre, ma adesso che ho la licenza e tutto mi sono messa in privato, diciamo.-
La ragazza si sedette interessata.
-Wow, l’investigatrice privata?! Che lavoro interessante, e sarai felice di sapere che ho un compito per te!-
Veronica aprì gli occhi stupefatta.
-Potresti svolgere accurate indagini riguardo il motivo per il quale oggi a pranzo ti sei completamente dileguata nell’aria? Ma forse non c’è bisogno di grandi indagini, infatti ci serve solo un nome: Logan Echolls.-
La ragazza sprofondò nella sedia.
-Chi te l’ha detto?-
-Dickie.-
-Oh certo, sempre pieno di premure per la discrezione altrui!-
-Hey, è un ragazzo in gamba.-
Veronica la guardò storta. Dick?! Dick Casablancas?! Stavano parlando della stessa persona?
Non fece in tempo a ribattere che il telefono squillò: era suo padre.
-Quale parte non ti è chiara nella frase “Ti chiamo domani”?!-
-Veronica è successa una cosa.-
-Una cosa? Papa stai bene? Hai bisogno di aiuto?-
Mentre pronunciava quelle parole si era alzata ed aveva cominciato a radunare tutto lo stretto necessario per un viaggio in macchina, davanti allo sguardo interrogativo di Marta: patatine, coca cola, fumetti ed i-pod.
-Veronica, calmati! Non è successo niente di grave, anzi, a dirla tutta, è successa una cosa davvero fantastica!-
-Ossia?-
Marta osservava Veronica senza capire che cosa stesse succedendo, e , ovviamente, senza sentire di che cosa stesse parlando con suo padre, ma di sicuro non doveva essere niente di buono, perchè la faccia che si era dipinta sulla faccia della compagna di stanza era tutt’altro che felice. In quel momento attaccò il telefono.
-Che cos’è successo?-
-Mia madre.-
-Cosa?-
-Mio padre.-
-Tuo nonno?-
-Mia madre e mio padre vogliono rimmetersi insieme.-
Un ragazzo dai capelli castani entrò di colpo nella stanza.
-E’ una vita che non ci vediamo Veronica!-
-Fanculo Piz, ci manchi soltanto tu per coronare questa serata!- esclamò la ragazza, catapultandosi fuori dalla stanza.
Piz guardò sconcertato prima verso la ex ragazza poi verso Marta.
-Ma che le prende?- chiese stupito.
Marta sbuffò, sussurrando sottovoce –Uomini, quoziente intellettivo pari a quello di una pietra ricoperta di muschio.-

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Capitolo 7
*** Ragazze in lingerie. ***


“Veronica, per l’ennesima volta, rispondimi! Sono sicura che parlare un po’ non può farti altro che bene. Rispondi!”
Era il terzo messaggio in segreteria nell’arco di venti minuti. Di una cosa Veronica era certa: Marta non era una che si dava per vinta. Ma adesso aveva altro a cui pensare.
Aveva quasi calmato i nervi e chiarito le idee quando dei fari illuminarono la sua schiena e la strada dietro di sè. La ragazza si voltò, osservando inorridita chi le stava vendendo incontro.
-Chi non muore si rivede bionda!- esclamò l’uomo con un sorriso baldanzoso stampato in faccia.
-In una scala da uno a dieci in cui l’uno è occupato dalle persone di cui ho bisogno e dieci da quelle che avrei voglia di fucilare, tu occupi un bel nove e mezzo amico, quindi sparisci!-
-Nove e mezzo?- ridacchiò l’uomo avvicinandosi di più a Veronica- Pensavo di valere di più per te mia cara?-
-Ho detto sparisci, Vinny!-
-Per quanto mi faccia piacere rivederti, questa non è una visita di cortesia. Giù alla centrale abbiamo bisogno di aiuto, e chi meglio di Veronica Mars può darcelo?!-
Veronica sorrise.
-Aiuto? Che c’è, non riuscite e trovarvi le stringhe?-
Il nuovo sceriffo si protese in una risata forzata di circa 30 secondi, per poi ritornare serio tutto d’un colpo.
-Veramente, una serie di quattro omicidi, ma forse potrebbe non interessarti.- sospirò l’uomo mentre, a passo molto lento, si ridirigeva verso la berlina.
-Una serie di quattro omicidi?!- esclamò la ragazza sussultando-Impossibile! Lo saprei se ci fossero stati quattro omicidi consecutivi, e di sicuro avrei trovato il colpevole prima che voi foste riusciti a richiudervi la zip dei pantaloni!-
-Piccola presuntuosa che non sei altro! Ascolta prima di sputare sentenze! Non ho mai detto che questi quattro omicidi si siano svolti in periodi vicini.-
-Ma di che diavolo stai parlando?-
-Seguimi in centrale e capirai, testarda di una ragazzina!-
Veronica esitò qualche secondo prima di salire nella sua macchina e seguire lo sceriffo nella strada verso la centrale. Collaborare con Vinny Van Lowe?  Ma che diavolo stava facendo?
 
 
A pochi kilometri di distanza, Marta era appena salita nell’ascensore del Neptune Grand. Doveva parlare con qualcuno di quello che era appena successo, e riteneva che Logan fosse la persona migliore per farlo, anche se probabilmente Veronica non la pensava allo stesso modo.
L’ascensore si fermò e le porte metalliche si spalancarono per aprire la vista ad un lungo corridoio. Marta uscì, e, conoscenso ormai bene la strada, si avviò verso la stanza di Logan e Dick.
Bussò. Nesuna risposta.
Aspettò qualche secondo per riprovare, ma ancora niente: la cosa cominciava a darle sui nervi.
Rovistò nella borsa fino a trovare il cellulare e compose il numero di Logan velocemente.
Non era raggiungibile, probabilmente spento, dove poteva essere a quell’ora del martedì notte?!
Digitò il numero di Dick.
Squillava.
-Pronto?-
-Dove diavolo siete?-
-Che intendi?-
-Tu e Logan! Dove siete?-
-Qua a casa ovviamente!-
-Oh, davvero? E allora perchè ho bussato più volte ma nessuno ha riposto?-
-Oh, allora eri tu?-
-Eh si.-
-Mi dispiace tanto Marta, ma non ne avevo idea!-
-Si Dick, amiamo tutti molto i convenevoli, ma ti dispiacerebbe venirmi ad aprire?-
-Ma, io veramente...-
-Cosa?-
-Sarei in compagnia...-
Marta si blocco diventando terribilmente rossa.
-Oh cielo Dick, scusa, non ne avev idea... Io non... Davvero dovevo dire una cosa importante a Logan ma... Oh cielo che imbarazzo! Credo che è meglio che vada..-
-No, non andare! Ti vengo ad aprire alla porta, aspetta.-
La comunicazione si chiuse.
“E’ con una ragazza! Che idiota che sei, come hai potuto non pensarci?! Che figura!”
Mentre l’imbarazzo sembrava non poter essere maggiore, Dick aprì la porta: aveva la maglia indossata alla rovescia. E come era prevedibile, l’imbarazzo salì ancora di più.
Si fissarono per qualche secondo e poi la ragazza distolse lo sguardo, superando l’amico ed antrando nell’appartamento. Non si guardò intorno come faceva di solito, perchè aveva paura di trovarsi faccia a faccia con la ragazza di Dick, ma si precipitò subito nella stanza di Logan, sbattendosi la porta alle spalle.
Il ragazzo si svegliò.
-Dick, santo cielo, non devi farmi i resoconti delle tue scappatelle ogni volta!-
Ma facendo scattare l’interruttore della luce si rese conto che non era con l’amico che stava parlando.
-Marta, che diavolo ci fai qui a quest’ora?!- esclamò cercando di coprirsi con il lenzuolo.
La ragazza si sedette sul letto ricomponendosi.
-Ti devo parlare di una cosa importante.-
Logan si infilò velocemente una maglietta posata per terra vicino a lui e ascoltò con attenzione.
Nella stanza accanto una ragazza stava trafficando in cucina, cercando di prepararsi un panino indossanto soltanto la lingerie.
-Credo proprio che dovresti andare.-
-Mi liquidi così Dick?- domandò la ragazza con voce spavalda, voltandosi a guardarlo.
-Io, bhe no, ma lo sai com’è...-
-Senti come ti pare, mangio un panino e me ne vado, contento?-
-E dai, non fare così Madison!-
Madison scansò il ragazzo che stava cercando di abbracciarla.
-Un panino, ok?-
Dick fece spallucce, si sistemò la maglia per poi buttarsi sul divano per guardare la tv. Dio quella ragazza glien’aveva combinate di tutti i colori e lui continuava puntualmente a rivederla; anche se stasera qualcosa l’aveva bloccato: l’arrivo di Marta.
Non appena nella mente del ragazzo comparve questo pensiero, Logan e Marta uscirono dalla stanza discutendo animatamente.
-Non farne una questione di stato Marta, a Veronica cose di questo genere succedono ogni giorno, vedi di farci l’abitudine-
-Adesso non comportarti come se non te ne importasse niente, non sei un grande attore amico!-
-Logan, non pensavo ti piacessero le rosse!-
Marta arrossì violentemente rimanendo imbambolata davanti alla figura di Madison Sinclair in lingerie.
-Allora, il gatto ti ha mangiato la lingua tesoro?-
-Io credo... Penso di dover... Insomma, è tardi!- esclamò in difficoltà Marta, girando su se stessa e camminando a grandi passi verso l’uscita. Dick tirò un sospiro.
-Non è rossa!-
 
“Stupida idiota, stupida, stupida idiota! Perchè? Hai sempre la risposta pronta, perchè stavolta no? C’erano miliardi di cose che avresti potuto dire e l’unica che ti viene fuori è un balbettio confuso che ti fa sembrare una ritardata?! Questo si che è un bel colpo alla tua autostima, grazie sciacquetta in lingerie!”

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Capitolo 8
*** 0-9er e Cenerentole ***


Quando Veronica rientrò nella stanza era notte inoltrata, e Marta stava dormendo beatamente nel suo letto. Si sedette senza levarsi nemmeno la giacca e rimase al buio a pensare.
Quattro omicidi. Uno nel 1984, uno nel ’96, uno nel 2002 e uno soltanto poche ore prima. Tutti e quattro non svelati. Tutti e quattro compiuti secondo le stesse modalità: un pugnale conficcato nel cuore, l’iniziale del nome della vittima incisa sul lato destro della caviglia sinistra e un pezzetto di carta infilato in bocca, le quali parole non risultavano più leggibili a causa della saliva.
Quattro donne, che tra loro non potevano avere nessuna connessione: due ragazze intorno ai vent’anni, una intorno ai quaranta e un’anziana di settanta cinque anni.
Perchè tutte queste connessioni?
Perchè a distanza di così tanto tempo l’una dall?altra?
Ma soprattutto, chi?
Il telefono vibrò. Era un messaggio.
“Smettila di ficcarti nei guai, fai preoccupare le tue compagne di stanza.”
Era da parte di Logan, e Veronica si voltò a guardare con odio Marta, che, ignara di tutto, sonnechiava beata sotto le coperte. Ma in fondo la capiva, se ne era andata via di corsa, liquidando lei e Piz senza spegazioni... Già, Piz. Un altro problema a cui non sapeva dare una soluzione.
Era tardi ed era stanca, così, mettendosi in pigiama decise di rimandare le riflessioni alla mattina dopo, o al mese dopo, a mai, magari.
 
-Stanno bussando alla porta.- sussurrò la voce sonnolenta di Marta.
Veronica sorrise.
-E io dovrei aprire?-
Marta si alzò a sedere togliendosi i capelli dagli occhi.
-Sei dotata di una grande deduzione detective Mars, adesso ti dispiacerebbe svolgere il tuo compito? Non ne posso di più di questo toc-toc!-
-Ah, e il mio compito sarebbe aprire la porta ogni volta che qualcuno bussa?-
-No, il tuo compito è seguire la legge della giungla: chi è in piedi e più vicina alla porta, se qualcuno bussa, la apre, e tu sei entrambe le cose, quindi sbrigati, o dovrò amputarmi le orecchie!- esclamò risdraiandosi e premendo il cuscino contro la sua testa.
La ragazza sorrise ed andò ad aprire la porta, trovandosi davanti a Wallace.
-Stavo quasi per rinunciare!- esclamò il ragazzo entrando nella stanza.
-Sei stato carino a non farlo. E’ successo qualcosa?-
-Ciao anche a te Veronica, sono molto contento anche io di vederti!-
Si sorrisero.
-Non sono mai stata brava con i convenevoli.-
Il ragazzo si voltò verso Marta, che giaceva in un fagotto di coperte nel letto.
-Lei deve essere Marta.-
-Come fai a saperlo?-
-Poco fa ho incontrato Mc, le ho chiesto se sapeva dov’eri e lei ha detto che probabilmente eri con una certa Marta, o come l’ha definita lei ‘una arrogante 0-9er che si finge Cenerentola’. Credo che non andate molto d’accordo!-
Marta si alzò sbuffando.
-Beh, lei semplicemente mi odia! Comunque è un piacere conoscerti Wallace. Veronica, vado a farmi una doccia, e poi credo che noi due dobbiamo fare due chiacchere.-
-Adesso non posso, devo andare in biblioteca, ho il turno questa mattina!-
-Ma è sabato! Allora posso rubarti per pranzo?-
-Già prenotata.- disse sorridendo Wallace.
-Cielo, che donna impegnata! Ti chiamo verso sera.-
-Perfetto! Andiamo Wallace.-
I due uscirono dalla stanza e si avviarono verso la biblioteca.
-Quella sottospecie di sceriffo ti ha dato i dati necessari per lavorare al caso?-
-Ben poco, ma del resto anche loro stanno ancora brancolando nel buio. Soltanto non capisco perchè si siano lasciati alle spalle dei delitti irrisolti senza porvi grande attenzione!-
-Forse perchè sono dei completi idioti?-
-Beh, posso dire di essere totalmente d’accordo con te!-
-Di nuovo alla caccia di qualche criminale, Mars?- chiese una voce a lei nota alle loro spalle.
-Oh, ma guarda, ne ho appena trovato uno!-
Dick sorrise forzatamente.
-Posso esserti d’aiuto?- chiese Veronica notando il fatto che Dick non accennava ad andasene.
-Beh, veramente si. Marta è in casa?-
-Se vogliamo considerare venti metri quadri una casa, si, è in casa!-
-Ok, e, Veronica, cerca di fare meno casini, quella povera ragazza è venuta da noi ieri sera a cercare aiuto perchè non sapeva dove tu fossi: era sconvolta!-
Veronica, che aveva ricominciato la sua marcia, si bloccò.
-Non le ho detto io di andare da Logan!-
-Oh, lo so... Perfida non trovi? La adoro!- esclamò il ragazzo sorridendo, per poi riprendere la sua marcia, cosa che fecero anche i due amici.
-E dai, non è poi così terribile!-
-Poteva andare da chiunque, perchè da Logan?-
-Beh, sono amici no? Da chi altro poteva andare?-
-Da Mc!-
-Ma se la odia!-
-Non la vinco questa conversazione vero?-
-Temo di no.-
Il ragazzo si fermò al limitare della libreria.
-Beh, ti lascio lavorare. Ci vediamo in mensa a mezzogiorno preciso, e voglio un resoconto completo di quello che ti ha detto Van Lowe e della telefonata con tuo padre!-
-Agli ordini capo!-
Veronica posò i libri sulla scrivania e si sedette, cominciando a tirare fuori i fascicoli che lo sceriffo le aveva dato la sera prima: doveva mettersi al lavoro al più presto.
-Che stai facendo?-
Come non detto. Alzò gli occhi seccata, trovandosi davanti al ragazzo mingherlino che era passato qualche giorno prima.
-Progetto una stazione di servizio.-
-Ah, che cosa carina.-
La ragazza lo guardò sconcertata.
-Non crederai davvero che io sia seria?! Ragazzo, lascia che ti dica una cosa, fatti furbo, perchè l’ingenuità, ai tempi che corrono, è il peggior difetto che una persona possa avere. Adesso, dimmi cosa ti serve.-
Il ragazzo era evidentemente a disagio, e rimase in silenzio per qualche secondo.
Ok Veronica, stavolta ha esagerato’.
-Hey, scusa ma è una giornataccia. In cosa posso esserti utile?-
-Mi chiamo Peter.-
Veronica lo guardò con gli occhi spalancati. Dio, il mondo era davvero pieno di gente strana.
-Fantastico... Davvero, bel nome, ma hai bisogno di qualcos’altro oltre che elencarmi tutti i dati della tua carta d’identità?-
-Oh, beh, si,- cominciò il ragazzo rovistando nella sacca,-ecco, ho riportato il libro!- esclamò allungando ‘Sogno di una notte di mezz’estate’ verso di lei.
La ragazzo lo osservò stupita.
-Vuoi davvero dirmi di averlo letto in, quanto, due giorni?-
-Oh, non io, mia madre!-
-Adorabile. Per lo meno sei puntuale.- sussurrò afferrando il libro per segnare il codice sul computer.
-Ti serve altro?-
-‘Dubliners’ di Joyce.-
-Arriva in un batter d’occhio!- esclamò pimpante la ragazza, avviandosi verso gli scaffali. Cominciò a rovistare nel reparto della letteratura europea, senza successo.
-Ma dove diavolo sei finito?-
-Sempre in cerca di nuove avventure, eh Veronica?-
La ragazza si voltò di scatto, trovandosi davanti all’ultima persona che avrebbe voluto vedere e un pensiero le attraversò la mente: odiava immensamente il sorrisetto spavaldo alla Echolls. 

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