Memory of Lightwaves: Searching the Light

di Kairi Skywalker
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I - Quarto Anno - ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX ***
Capitolo 10: *** Capitolo X ***
Capitolo 11: *** Capitolo XI ***
Capitolo 12: *** Capitolo XII ***
Capitolo 13: *** Capitolo XIII ***



Capitolo 1
*** Capitolo I - Quarto Anno - ***


Memory of Lightwaves - Searching the Light
- Quarto anno -

 

"It started out as a feeling
Which then grew into a hope
Which then turned into a quiet thought
Which then turned into a quiet word..."
[The Call - Regina Spektor]

                                                                                                                                                                                                                           [On air, first part: Border Village Dali – Final Fantasy IX] 
  


Hermione aprì gli occhi. Da una delle finestre della camera entrava la luce del sole, che andava a colpire proprio il suo viso. Si stiracchiò un poco e si raggomitolò tra le lenzuola ruvide del grande letto per beneficiare ancora del loro tepore. La stanza era colorata di colori vivaci e i mobili erano tutti di legno chiaro. Qua e là erano disseminate varie cianfrusaglie e il suo baule per Hogwarts sembrava essere esploso. Avrebbe finito di riempirlo la sera stessa.
La ragazza si girò su un lato per osservare l’orologio: segnava le sei e mezza.
Così decise di scendere dal letto e di andare a farsi una doccia veloce. Si sentiva bene, aveva un ottimo presentimento. L’acqua calda le schiarì le idee e, poco dopo, utilizzò un incantesimo per asciugarsi i capelli in fretta. Indossò una comunissima felpa azzurra e dei pantaloni della tuta da ginnastica comodi color blu. Raccolse i capelli mossi castani in una coda e scese giù per le scale, attenta a non far rumore. I Weasley come ogni anno l’avevano invitata a stare da loro per un paio di giorni prima di partire per Hogwarts e lei aveva accettato come sempre. Per lei erano come una seconda famiglia: un po’ particolare, ma una famiglia. Quando arrivò in cucina non vide nessuno seduto al grande tavolo.
Staranno ancora dormendo tutti, ridacchiò.
Decise di prendere un libro e di andare a fare quattro passi intanto che aspettava l’ora della colazione. Amava sentire sul viso l’aria frizzantina di prima mattina, quando ancora tutto taceva e la natura incominciava a risvegliarsi piano piano. Si andò a sedere sotto un albero, appoggiando la schiena al tronco ed incominciò la lettura. Era un romanzo affascinante: Giulietta e Romeo, di Shakespeare. Due ragazzi innamorati, ma appartenenti a due famiglie nemiche. L’aveva trovato in uno scaffale della libreria di casa sua, ma non ci aveva mai prestato troppa attenzione: troppo presa dai manuali di magie ed incantesimi. 
Rise fra sé e sé. I libri erano una parte fondamentale di lei, Hermione Granger: studentessa del quarto anno alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.
“Hermione!”
La ragazza sobbalzò, lasciando cadere il libro e impugnando velocemente la bacchetta, pronta ad affrontare chiunque si fosse trovata davanti.
Lunghi capelli rossi, teneri occhi azzurro-verdi, figura esile.
“Ok, ok! Mi arrendo ‘Mione!” disse la ragazza tirando su le mani in segno di resa.
Hermione sospirò “Ginny! Mi hai fatto venire un colpo!”
“Scusa, non volevo, – disse sorridendo – volevo solo avvisarti che mamma ha preparato la colazione”
“Ok, andiamo allora!” Appena si avvicinarono alla porta di servizio che portava direttamente in cucina vennero investite da un profumino delizioso.
Muffin, pensò contenta Hermione.
Molly Weasley stava apparecchiando la tavola e il suo viso si illuminò quando vide le due ragazze entrare.
“Buongiorno care! Dormito bene?”
“Meravigliosamente, sig.na Weasley” le disse Hermione accomodandosi a quello che era diventato ormai il suo posto fisso a tavola, imitata da Ginny che si sedette di fianco a lei.
“Oh, Hermione cara! Quante volte ti ho ripetuto che puoi chiamarmi Molly?”
La ragazza fece spallucce “Mi dispiace, è l’abitudine”
Era una donna pienotta e bassina, dolce e severa quanto bastava: la madre che tutti avrebbero voluto. Fred e George scesero le scale rumorosamente ed irruppero nella stanza.
“Abbiamo sentito fino dalla nostra stanza un odore meraviglioso!”
“Sì, decisamente meraviglioso. Cara mamma, i nostri stomaci reclamano qualsiasi cosa tu abbia preparato!”
Molly  mise il vassoio con i Muffin fumanti sul tavolo, sorridendo.
“È stata Hermione ad insegnarmi a farli. Si chiamano Muffin!”
I due gemelli ne presero uno ciascuno e lo addentarono, anzi lo divorarono.
Fred chiuse leggermente gli occhi per potersi ben concentrare sul sapore del dolcetto, George invece si leccò le labbra.
“Mmm…questo dolce babbano è buonishimo!!!”
“Dieshi e lode, mamma!”
Hermione rise e bevve un sorso del suo the. Chissà cosa combineranno questi due terremoti a scuola…
“Mamma, Ron non scende stamattina?” chiese Ginny spazientita. Suo fratello era un dormiglione ed un fannullone, da non credere.
“Hai ragione Ginny cara…Ronald Weasley! Scendi subito!” urlò.
Il povero ragazzo scese lentamente le scale, sbadigliando. I capelli rossi scompigliati da tutte le parti, indossava una maglietta a maniche corte grigia e dei pantaloni della tuta dello stesso colore. Si trascinò letteralmente verso la sedia e si sedette di fianco ad Hermione.
“Buongiorno a tutti”
“Dormito bene, Ron?”
“Certo. Fino a quando mamma non ha dato spettacolo delle sue doti canore” rispose lanciando un’occhiataccia alla madre.
“È sempre un piacere, caro”
Ad un certo punto entro dalla porta di servizio il signor Weasley, sembrava estremamente contento. Era un uomo di mezza età, abbastanza alto e con i tipici capelli rossi.
“Buongiorno Weasley! Ho una magnifica notizia per voi”
Tutta la famiglia, compresa Hermione lo guardarono con facce interrogative.
“Stasera andiamo tutti alla Coppa Mondiale di Quiddicht!” esclamò prendendo i biglietti dalla tasca della giacca.
I due gemelli scattarono in piedi, rovesciando il contenuto delle loro tazze sul tavolo ed incominciarono a saltellare. Ron poco dopo si unì a loro.
Ginny e Hermione si scambiarono un’occhiata e scossero la testa.
Uomini…

La sera stessa, Harry Potter arrivò a casa Weasley, assieme a Ron e hai gemelli che erano andati a prenderlo a casa sua. Hermione era felice. Poteva vedere il suo migliore amico, finalmente. Appena lo vide sulla soglia di casa, corse ad abbracciarlo. Si era leggermente alzato, i capelli erano scompigliati e i suoi occhi verdi brillavano dietro agli occhiali rotondi.
“Harry!”
“Hermione! Che bello essere qui!” rispose stringendola più forte a sé.
“Ragazzi, muovetevi! I Diggory ci stanno aspettando alla passaporta!”
Più tardi Hermione scoprì che la passaporta consisteva in un vecchio scarpone situato sopra ad una collina. Ormai non mi sorprendo più di nulla…, pensò divertita.
Fece la conoscenza del giovane Diggory, un ragazzo di bell’aspetto di diciassette anni. Aveva dei modi cortesi e gentili, le sembrava di averlo già visto a scuola. Probabilmente era stato prefetto o qualcosa del genere. Quando arrivarono dinanzi allo stadio, perse il fiato. Era enorme. Aveva una forma ovale e la struttura era color nero ed argento, all’interno poi vide le fazioni delle due squadre, Irlanda e Bulgaria, che coloravano gli spalti con i colori della loro squadra. Incominciarono a salire le scale per raggiungere la loro postazione, quando sentirono una voce familiare ai piedi della rampa.
 “Ehi perdenti! Che fate? Vi appollaiate sul tetto?”
 Hermione si voltò per vedere chi aveva parlato. Eccolo lì, Draco Malfoy. Accompagnato da papino, naturalmente.
 “Chiudi il becco, Malfoy!” sputò Ron.
 Il ragazzo ghignò e si passò una mano tra i capelli biondi, quasi bianchi.
 “Spero per voi che non piova…sareste i primi a saperlo comunque! Io e mio padre abbiamo dei posti riservati. Siederemo vicino al ministro della magia in persona”
 “Non ci importa, Malfoy. Siamo venuti a vedere la partita, non di certo la tua bella faccia” ribattè Hermione sarcastica.
 Lui spostò lo sguardo su di lei, fissandola con i suoi occhi color ghiaccio.
 “Ah, eccoti Mezzosangue. Mi chiedevo dove fossi finita, – disse gelido – mancavi solo tu in questo quadretto patetico”
 La ragazza fu presa dall’impulso di tirargli un pugno per levargli quel sorrisetto dalla faccia, l’anno prima aveva funzionato per metterlo a tacere.
 “Beh, non parli più?”
 “No. Non parlo con persone che si fanno picchiare dalle ragazze” rispose lei, sfoggiando un ampio sorriso.
 Il biondo sembrò riempirsi di rabbia al ricordo e se ne andò bofonchiando un “Buona partita”, ma non prima di averle lanciato un’altra occhiataccia.
 “Sei una grande Hermione” le disse battendole una mano sulla spalla Harry.
 “Lo so, lo so” annuì lei, ricominciando a salire le scale.
  
Dopo una meravigliosa partita dominata dal primo all'ultimo minuto, l'Irlanda vinse, nonostante Viktor Krum, il fortissimo e aitante Cercatore della Bulgaria, fosse riuscito a prendere il Boccino d'Oro. La truppa ritornò nella sua tenda, soddisfatta dell’ottima partita. Hermione si sedette su una comoda amaca ed incominciò a pensare, ma non alla partita.
Quel maledetto Malfoy! Mi dà sui nervi, deve sempre rovinare tutto! E pensare che me lo dovrò sorbire per altri quattro anni…
Si mise tra testa tra le mani, sconsolata. Durante la serata, al termine dei festeggiamenti, si levò un urlo dal campeggio dove tutti i maghi si erano dati appuntamento.
Arthur Weasley disse ai suoi figli di tornare immediatamente alla passaporta, quello non era più un luogo sicuro. Degli uomini incappucciati stavano dando fuoco alle tende e nel cielo si era formato una strano disegno. Hermione socchiuse gli occhi per distinguerlo meglio. Si trattava di un grande teschio dalla cui bocca usciva un serpente. Era lui. Il simbolo di Voldemort, quello che aveva trovato molte volte nei libri di storia: il Marchio Nero. Il marchio dei seguaci di Voldemort.
“Corri Hermione! Corri!!!” Trovati Harry e Ron incominciò a fuggire nella notte con loro verso la passaporta, lasciando dietro di sé un campo di devastazione illuminato dal bagliore di un immenso incendio.    


Eccomi qui, sono tornata! Beh, in questo periodo ho riscoperto la mia passione per il mondo di Harry Potter e mi sono completamente persa per Draco Malfoy. Lui ed Hermione li vedo così bene insieme, sebbene siano completamente diversi! La storia si svolgerà dal quarto anno in poi e, essendo una Dramione, parlerà del mutamento dei sentimenti tra i due ragazzi. Il mondo a cui faccio riferimento è principalmente quello dei film, anche se cambierò qualcosa qua e là. Come sempre accetto tutto, soprattutto critiche. Mi raccomando, siate sinceri! Grazie e alla prossima!
 
P.s. oggi 22 settembre è il 24esimo compleanno di Tom Felton! *-* Auguri caro!

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


Draco entrò nella Sala Grande, e raggiunse il tavolo di Serpeverde, sedendosi accanto al suo migliore amico, Blaise Zabini. La Sala era riccamente decorata e come sempre era piena di candele fluttuanti. I tavoli erano letteralmente ricoperti di cibo e bevande e Draco prese una mela da un cesto.
“Ehi Blaise,  mi sono perso qualcosa?” chiese dando un morso.
“No, Drake. Solo lo smistamento dei primini. Guarda, Silente si sta alzando proprio ora per farci i soliti discorsi…” sbuffò l’amico.
L’anziano insegnante si avvicinò al leggio e si schiarì al voce.
“Cari ragazzi, è per me una grande gioia rivedervi tutti qui quest’anno ed ho per voi due buone notizie”
Si alzò un leggero brusio dalla folla.
“Primo: vi presento il vostro nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure. Vieni Alastor” disse facendo a cenno ad un uomo di avvicinarsi.
Lui uscì dall’ombra e si rivelò. Era un tipo veramente strano: corporatura robusta, aveva una gamba di legno, i capelli scompigliati e un occhio magico, tenuto stretto al capo con quella che sembrava una benda.
Draco rabbrividì. Alastor “Malocchio” Moody era stato un famoso Auror, il cui compito era quello di cacciare i seguaci di Noi-Sappiamo-Chi. Un tipo da brividi, insomma.
L’insegnante grugnì qualche cosa e si andò a sedere al tavolo degli insegnanti.
“Secondo: quest’anno la nostra scuola è stata scelta per ospitare il Torneo TreMaghi”
La curiosità di tutti, compresa quella di Draco, venne catturata. Gloria eterna, onore: questo veniva dato al vincitore del Torneo.
“Verranno a farci visita alcuni ragazzi selezionati dalle scuole di Beauxbatons e Durmstrang. Ma devo avvisarvi che la gara sarà riservata solo a chi avrà compiuto 17 anni.
Dalla Sala si levarono fischi e urla.
“È un’ingiustizia!”
“Non è giusto!”
Silente alzò le mani, per far capire che lui non poteva farci niente.
“È per questioni di sicurezza, ragazzi. Mi dispiace. Ora facciamo entrare i nostri amici!”
La porta principale si aprì e comparvero una ventina di ragazze vestite di blu che portavano un grazioso cappellino. Draco diede una gomitata al suo amico e ghignò.
Gli altri ragazzi erano tutti a bocca aperta: quelle ragazze erano semplicemente stupende. Si muovevano con grazia ed armonia, sembravano delle fate. Questo, certo, non si poteva dire della preside della scuola, Madame Maxime. Una donnona che doveva essere per forza una mezzo gigante. Poi venne il turno di Durmstrang, che fece un’entrata spettacolare facendo un sacco di acrobazie.
Che banda di esibizionisti zotici,pensò con disgusto il biondo.
Il preside, Igor Karkaroff, era accompagnato da niente di meno che Viktor Krum.
Silente li accolse calorosamente e poi spiegò come si sarebbe scelto il Campione di ogni scuola. Mostrò a tutti il Calice di Fuoco: bastava inserirci un biglietto con il proprio nome e il Calice avrebbe scelto chi fosse il candidato più adatto.
Finita la riunione si avviò verso il dormitorio, ma non prima di aver sostato un po’ nei corridoi alla ricerca di qualche nuova conquista.
Lui e Blaise si appoggiarono ad un parete, continuando a sorridere alle nuove arrivate da Bouxbatons.
Draco ne vide più di una guardarlo di sottecchi, per poi togliere lo sguardo ed arrossire.
“Che combinate qui fuori?”
Draco si voltò verso chi aveva parlato. Il suo sorriso si allargò: era Granger.
“E a te che importa, mezzosangue? Non sei mica prefetto o caposcuola”
La ragazza fece una smorfia. “Tra poco c’è il coprifuoco e dovreste essere a letto”
Il ghigno di Draco si allargò. “Appunto, mia cara Granger. Mi sto cercando una ragazza perché detesto dormire da solo. A meno che tu non vorresti…?”
Hermione fece un passo indietro, scandalizzata. Come osava fare delle richieste del genere a lei?
Draco rise fragorosamente. Era fin troppo facile prendersi gioco di quella ragazza.
“Tranquilla Granger, stavo solo scherzando! Ora vai, Potter e Weasleyuccio saranno preoccupati”
Hermione gli lanciò un’occhiataccia e se ne andò verso il suo dormitorio.
Ci sarà da divertirsi quest’anno, pensò compiaciuto il ragazzo.
 
Il giorno seguente, alla prima ora, i Grifondoro avevano lezione di Pozioni assieme ai Serpeverde. Hermione fu la prima ad entrare in classe, seguita dalla sua amica Lavanda Brown. Le due ragazze si sedettero vicine, aspettando silenziosamente gli altri compagni.
Hermione sfogliò svogliatamente il libro di testo. Quella mattina era particolarmente stanca e non aveva nemmeno toccato cibo a colazione. Piano piano la classe si riempiva e sentì qualcosa che le colpiva il collo. Si voltò per vedere un Draco Malfoy seduto al banco dietro al suo, molto divertito, che le aveva appena lanciato una pallina di carta.
Lo fulminò con lo sguardo, raccolse il biglietto e lo aprì.
 
Ehi Granger! Che hai fatto ai capelli? Sembri un cespuglio ambulante! Spero per te che oggi Piton ci insegni la pozione per Capelli di Sleekeazy*.
D.M.
 
Hermione rilesse più volte il biglietto, per poi ridurlo a brandelli.
Stupido Malfoy.
Aveva voglia di ribattere, ma non fece in tempo perché il professor Piton irruppe nella stanza, seguito da due imbarazzati Harry e Ron, arrivati come sempre in ritardo.
I due amici si sedettero al banco di fianco a quello dell’amica ed Hermione notò qualcosa di arancione sulla guancia di Ron. “Hai della marmellata sulla faccia!” gli sussurrò e l’amico, imbarazzatissimo si pulì con il dorso della mano.
Piton si sedette alla sua cattedra e scrutò la sua classe.
“Oggi proverete a creare lEssenza di Dittamo. Chi sa dirmi a cosa serve?”
Hermione alzò velocemente la mano e l’insegnante, con un cenno, le diede la parola.
“L’Essenza di Dittamo è un’essenza, appunto, ricavata da un fungo dalle molteplici funzioni curative. Può quindi curare le bruciature e far ricrescere la pelle”
“Bene, signorina Granger. E mi sai dire anche la giusta quantità da usare?”
Hermione rimase senza parole. Incominciò a frugare nella sua mente un qualsiasi indizio, senza trovarlo.
Eppure l’avrei dovuto leggere da qualche parte!
Piton la fissò e sembrava che incominciasse a spazientirsi, poi alzò lo sguardo per vedere un’altra mano alzata.
“Sì, signor Malfoy. Ci illumini”
“Tre gocce su una ferita aperta sono in grado di fermare l’emorragia e creare uno strato sottile di pelle nuova”
“Esatto. 10 punti a Serpeverde”
La ragazza si voltò verso il compagno con un’espressione esterrefatta. Da quando Malfoy si era messo a studiare?
Di tutta risposta il biondo le sorrise.
“Signorina Granger, la prossima volta che vuole rispondere ad una domanda si accerti di saperla e non si faccia cogliere dalla sua natura di So-tutto-io”
Ci fu una risata generale e la ragazza si limitò ad annuire.
Strappò un pezzo di carta da un foglio ed incominciò a scrivere. Appena ebbe finito lo appallottolò e lo posò sul banco di Draco. Lui, incuriosito, lo aprì.
 
Ti ringrazio per avermi fatto fare la figura della stupida, Malfoy. Cos’è? Ti è mancato così tanto torturarmi quest’estate che adesso devi riprenderci la mano?
 
Non si era firmata. Draco le rispose e gli passò il biglietto.
 
Beh, devo dire che mi mancava la mia mezzosangue preferita. Non vedo l’ora di torturarti, quest’anno.
 
Appena lo lesse, Hermione divenne rossa in volto e ricominciò a scrivere come una furia.
 
Ma perché? Sei così infantile, Malfoy. Non cambierai mai!
 
Può darsi, Granger. Ora, se non ti dispiace, vorrei prendere i miei appunti di Pozioni in pace, senza che tu mi spedisca questi bigliettini irritanti.
 
Hermione lo guardò male per l’ennesima volta ed incominciò a prendere anche lei appunti.
“Vorrei prendere appunti senza che tu mi spedisca bigliettini irritanti!” Tzè! Ma se ha incominciato lui! Oh, Merlino…Sarà un anno mooolto lungo...

*pozione che tiene in ordine anche i capelli più indomabili

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


“L’abbiamo trovato! L’abbiamo trovato!” esclamarono i due gemelli Weasley irrompendo nella Sala Grande.
I presenti si girarono sbalorditi ed Hermione fu costretta a distogliere lo sguardo dal suo volume di Pozioni, per capire a cosa stavano alludendo quei due.
Fred e George si misero in piedi su un tavolo e mostrarono a tutti due ampolle, come se fossero dei mercanti che esponevano la loro merce.
“Questa è la Pozione Invecchiante. Basta un sorso e si cresce a vista d’occhio!”
“E a cosa vi serve?” chiese un ragazzino con molte lentiggini del primo anno.
I due gemelli saltarono giù con un gran tonfo e raggiunsero il piccoletto.
“Questa, carino, ci permetterà di oltrepassare la linea dell’età per ingannare il Calice di Fuoco!”
Hermione sbuffò divertita “Umpf…illusi!”
“Che c’è Granger? Metti in discussione il nostro esperimento?”
“Certamente,”continuò marcando bene la parola “quella linea l’ha fatta Silente in persona. Ed è a prova di idioti”
Dalla folla si alzarono dei fischi di approvazione ed Hermione si pentì di quello che aveva detto.
Non è da me comportarmi così…beh, ammetto di essere un po’ saccente però…
“Uhuh…un po’ acida oggi, eh?” incominciò perplesso George.
Fred aveva la stessa espressione sconcertata “Beh, non sarai proprio tu a fermarci!”
I sorrisi ritornarono sui volti dei due ragazzi e, con fare teatrale, bevvero in un sorso le loro pozioni.
Subito dopo, fecero un grande salto per entrare nell’area delimitata dalla linea dell’età e, rendendosi conto che non era successo nulla, scoccarono ad Hermione un grande sorriso.
Gettarono nel fuoco dei bigliettini con scribacchiati i loro nomi, ma il Calice li risputò fuori violentemente e scaraventò i due gemelli per terra.
“Ehi Fred, stai bene?”
“Sì, George…tutto ok. E tu?”
“Io bene, ma non direi lo stesso di te! Guarda cosa ti sta crescendo sulla faccia!”
“Guarda cosa sta crescendo sulla tua di faccia!”
I due appresero con orrore che la loro pozione aveva avuto un risultato pessimo, anzi, catastrofico: gli stavano crescendo delle lunghe barbe grigie e i capelli rossi stavano iniziando a diventare bianchi. Hermione scosse la testa e rise, accompagnata dai presenti che osservavano i gemelli prendersi a pugni.
 
“Alastor Moody, vostro nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure. Punto”
La classe lo guardò sconcertata e Draco non fece a meno di imitarli.
Quel professore era totalmente stralunato e decisamente inquietante. Fece per prendere il suo libro da sotto il banco, quando Moody lo bloccò.
“Detesto usare i libri. Limitatevi a prendere appunti, anche se penso che questa lezione vi rimarrà impressa nella mente per il resto della vostra vita”
Si voltò per incominciare a scribacchiare sulla lavagna con la sua calligrafia grottesca e disordinata.
“Oggi parleremo delle Maledizioni senza Perdono. Chi sa dirmi quante sono?”
Hermione alzò la mano prima degli altri e Draco roteò gli occhi.
“Ascoltiamo cos’ha da dire “So-tutto-io Granger”
Pansy Parkinson, una Serpeverde dai capelli castano-rossicci, fece una risatina stridula dal banco dietro al suo.
“Le Maledizioni senza Perdono sono tre e la prima di queste è…”
Moody la fermò bruscamente “Sì, facciamocela spiegare da qualcun altro. Weasley!”
Il rosso tirò su la faccia dal libro con un’espressione spaventata. Deglutì lentamente.
“Mia madre mi ha parlato…”
“Ohh, mammina te l’ha detto?” gli disse dal fondo della stanza Draco, scatenando altre risate.
“Basta, Malfoy!” urlò Moody, lanciandogli contro il gessetto che teneva in mano.
Il biondo lo schivò per un soffio e chiuse la bocca.
“Dicevo…mi ha parlato della maledizione Imperius”
Il professore sorrise e, agitando la bacchetta, fece uscire da un barattolo un grande ragno.
Imperio!”
Tenendolo sempre sotto controllo tramite la bacchetta, lo fece svolazzare per la stanza, per poi farlo cadere sulla faccia di Draco.
“Me lo tolga! Me lo tolga!” urlò dimenandosi sul banco.
Moody sembrava molto divertito e continuò a farlo volteggiare sul viso del ragazzo.
“Me lo tolga, dannazione!” sbraitò ancora.
Lui acconsentì e lo fece atterrare sulla sua mano.
Hermione rise nel vedere Malfoy tutto in disordine. I capelli ordinatissimi erano sparati di qua e di là e la tunica era tutta stropicciata.
“D’accordo Malfoy, non fare così. Lo so, il tuo papino lo verrà a sapere…non è così?”
Draco aprì la bocca dallo stupore. Come diamine fa a sapere la frase che avevo appena pensato un secondo fa?
“Legilimanzia, Malfoy. Anche se mi hanno detto che quella frase è il tuo motto, ormai” rispose con un ghigno.
Draco si sentì senza difese, come svuotato. Come si poteva contrastare un potere tanto forte?
“Occlumanzia” continuò l’insegnante. L’intera classe osservava silenziosamente la loro “conversazione”.
“Beh, bando alle ciance…la seconda maledizione ce la spiega…Paciock!”
Il ragazzo si avvicinò alla cattedra ed incominciò a balbettare “La ma-maledione Cru-cruciatus”
“Bravo! Questa maledizione consiste nel torturare, provocare dolore alla vittima…Crucio!
Il ragno nella sua mano incominciò ad agitarsi ed ad emettere dei suoni strazianti.
Il povero Neville distolse lo sguardo, spaventato.
Hermione notò la sua reazione e si chiedeva come Moody non capisse che quello che faceva stava addolorando il ragazzo.
“La smetta! La prego, non vede che sta male?” urlò.
Draco la osservò per un momento.
Perché darsi tanto da fare per Paciock? Forse è quello che fanno gli amici, aiutarsi l’un l’altro…, concluse lui, cercando di scacciare quel pensiero fastidioso dalla sua testa.
“Saprai dirmi allora l’ultima maledizione, signorina Granger” disse calmo Moody.
Hermione scosse la testa, con calde lacrime che le solcavano il viso. Non aveva alcuna intenzione di dirgliela, perché sapeva che da un momento all’altro lui gliel’avrebbe mostrata.
Avada Kedavra!”
Un lampo verde uscì dalla bacchetta dell’insegnate e colpì in pieno il ragno, che si racchiuse su sé stesso, senza vita.
“Solo una persona è riuscita ad evitare e respingere questa maledizione. Ed è in questa stanza” spiegò voltandosi verso Harry.
Finita l’ora, gli studenti uscirono dall’aula sconcertati. Draco prese i suoi libri e se ne andò.
Era rimasto scioccato ed ammaliato allo stesso tempo da quella lezione. Le Maledizioni senza Perdono, la Legilimanzia, l’Occlumanzia…sembrava quasi che Moody gli avesse “consigliato” quegli argomenti.
Era talmente preso dai suoi pensieri che andò ad urtare qualcuno e senza badarci se ne andò in biblioteca per cercare informazioni sull’argomento.
 
Aprì il polveroso libro e lo appoggiò sul tavolo. Sfogliò velocemente le pagine per poi trovare il paragrafo che stava cercando.

 

Legilimanzia

La Legilimanzia è un particolare tipo di magia che rende possibile ad un mago leggere nella mente di un altro le sue intenzioni o il corso dei suoi pensieri (leggere i pensieri veri e propri è infatti impossibile). Le persone capaci di usare questa magia vengono chiamate Legilimens. Molto difficile da imparare. Per contrastarla vedi anche Occlumanzia.

Draco sfogliò rapido, per cercare il paragrafo. Dentro di sé sentiva una strana agitazione.
 
 

Occlumanzia

Il termine Occlumanzia è usato per indicare la difesa magica della mente contro la penetrazione esterna (Legilimanzia), così da evitare che qualcun altro possa leggere i propri pensieri. È una branca poco nota della magia, ma è assai utile anche se di difficile esecuzione. Per utilizzarla, bisogna svuotare la mente dalle emozioni, renderla una tabula rasa e rilassarsi.

Il ragazzo rilesse più volte le pagine, completamente affascinato da quelle due abilità. Questa è magia superiore, di certo non ce la insegneranno mai ad Hogwarts.Fece una smorfia e si ricopiò su un foglietto le parti che gli interessavano. Il rumore di un pesante libro sbattuto sul suo tavolo lo riscosse. Alzò gli occhi per incontrare quelli della persona che non si sarebbe aspettato mai.                                                                         
“Granger! Che ci fai qui?” le chiese chiudendo velocemente il suo volume ed incrociando le mani dietro alla testa. Lei lo guardò male e si sedette di fianco a lui con aria imbronciata. “Mi hai travolta 10 minuti fa in corridoio, e non ti sei nemmeno scusato! Mi chiedevo perché andassi con tanta fretta. In biblioteca, soprattutto”                                                                                                                     
Lui si dondolò leggermente.
“Questi non sono affari tuoi,Granger”                                                                                            
Lei annuì “Ok, ho capito. Mi passeresti quel libro?” gli chiese indicando il volume che poco prima il ragazzo stava consultando. Lui si sentì scoperto e allontanò leggermente l’oggetto. 
“Non è niente di interessante. E poi perché vuoi farti gli affari miei?”                                     
“Io sono una studentessa di questa scuola ed ho diritto di leggere qualsiasi cosa io voglia” gli rispose con un gran sorriso.                                                                                                                 
Lui si passò una mano tra i capelli, pensando in fretta ad una scusa. Lei non poteva avere quel libro. Lo prese sottobraccio e si alzò.                                                                                          
“Non puoi, l’ho appena preso in prestito io” disse con tono di sfida.                                               
Lei sorrise ancora di più. “D’accordo, allora vuol dire che non appena lo restituirai lo prenderò io”
Draco le fece un sorriso tirato e se ne andò, lasciandola sola nella grande biblioteca.



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Grazie a tutti per i commenti e i messaggi! :D a presto!

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Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


“Oggi, ragazzi, verranno scelti i campioni del Torneo” sentenziò Silente, lisciandosi la lunga barba. Hermione si sedette di fianco ad Harry, imitata da Ron.
“Spero che per Hogwarts venga scelto Diggory. È uno in gamba!” esclamò il rosso.
“Già! È uno studente molto dotato. Forse uno dei più brillanti che Hogwarts abbia mai visto” continuò Hermione. Harry si limitò ad annuire.
Silente si avvicinò al Calice, la cui fiamma si colorò di un blu acceso. “Il Campione di Beauxbatons è Fleur Delacour!” Da una tavolata si alzò una graziosa signorina dai capelli color argento e la pelle diafana.
“Dicono che sia per metà Veela!” sussurrò Hermione.
I due ragazzi sghignazzarono e lei li colpì con un libro. Non era una novità, da quando erano arrivati a scuola uno degli argomenti più gettonati era la straordinaria bellezza di Fleur. Tutti i ragazzi sembravano essere stregati da lei: i più coraggiosi tentavano un approccio diretto, le chiedevano di fare una passeggiata o solamente si limitavano a tenerle i libri. Ma la maggioranza restava in disparte a torturarsi per lei, Ron era uno di questi.
Tutte le ragazze di Hogwarts le invidiavano la sua eleganza, la sua compostezza e la reputavano una snob, sempre con il naso all’insù e costantemente dieci gradini più in alto degli altri.
Cosa darei per essere come lei…con i capelli sempre a posto invece di questo cespuglio che mi ritrovo e con il suo modo di muoversi invece della mia goffaggine, pensò amara.
Ma soprattutto Hermione la ammirava per il suo coraggio. Il Torneo TreMaghi non era una sciocca competizione: si poteva addirittura morire. Iscriversi al Torneo non era da tutti, soprattutto per una ragazza.
La seguì con lo sguardo, finché non la vide scomparire dalla sala.
Silente sorrise compiaciuto ed aspettò che il Calice buttasse fuori un altro foglietto con il nome del secondo candidato.
“Il Campione di Durmstrang è…Viktor Krum!”
Il ragazzo si alzò e strinse la mano al Preside. Aveva un completo color caffè, i capelli molto corti dal taglio squadrato e un accenno di barbetta. La corporatura era robusta, dovuta ai duri allenamenti di Quiddicht. Prima di andarsene, la sua attenzione fu catturata da qualcosa. Oqualcuno. Hermione vide che stava guardandodalla sua parte e si voltò per vedere chi ci fosse dietro di lei. E non c’era nessuno.
Viktor Krum sta guardando…me? Possibile? Oh, Merlino! Avrò qualcosa sulla faccia? Nei capelli? Oh, che figuraccia!!!
Prima di andarsene lui le rivolse, invece, un sorriso. Tutti gli sguardi erano concentrati su di lei, come se fosse stata una strana specie di animale che si credeva fosse estinto da secoli. Si sentì avvampare e si guardò le unghie delle mani. Ginny, che era seduta davanti a lei, le tirò un calcio sotto al tavolo, per obbligarla a guardarla.
Hermione le lanciò un’occhiata interrogativa e Ginny scosse la testa.
Un altro strano bagliore color giallo colpì la stanza ed un terzo ed ultimo biglietto uscì dal Calice.
“Ed ora…il Campione per Hogwarts! Cedric Diggory!”
Si levò un boato dalla stanza e tutti applaudirono il ragazzo che, con un po’ di imbarazzo, andò a stringere la mano a Silente.
Il preside congiunse le mani, soddisfatto.
“Bene. Ora i concorrenti si riuniranno nel mio ufficio per fare quattro chiacchiere e tra un paio di giorni si sottoporranno alla prima prova. Ah, se state pensando che ve l’anticiperò vi state sbagliando. Non vi piacciono le sorprese?”
Gli alunni sembravano abbattuti. Silente li avrebbe fatti impazzire piuttosto che dir loro in che cosa sarebbe costituita la prova.
“Ora, vi prego di ritornare nei vostri dormitori e buonanott…” non riuscì a finire la frase perché dal Calice uscì un altro bagliore, questa volta rosso, che sembrava più potente degli altri. Tutti guardarono la scena sconvolti, primo fra tutti Silente. Il pezzetto di carta  bruciacchiato svolazzò lentamente e si appoggiò sulla mano dello stregone.
Ma come è possibile? I Campioni sono tre e tre soli!
Silente lo aprì con le mani tremanti e rilesse più volte il contenuto.
All’inizio fu solo un sussurro che nessuno riuscì a capire bene.
“Harry Potter…”
Hermione vide l’amico irrigidirsi violentemente e lo vide acquattarsi dietro un altro alunno, come se quasi volesse diventare invisibile.
Silente si guardò intorno ed urlò “Harry Potter!”
“Su, Harry! Vai, per l’amor del cielo!” lo incoraggiò la ragazza spingendolo leggermente.
Il suo amico si tirò su e deglutì parecchie volte prima di allontanarsi con passo incerto verso il preside.
Harry osservò più volte il biglietto e si guardò intorno allibito, prima di uscire dalla stanza accompagnato da frasi cattive.
Pochi secondi dopo tutti gli insegnanti gli erano letteralmente corsi dietro.
Il silenzio solenne che poco prima era stato sovrano nella Sala Grande si spaccò con delle grida di indignazione e stupore, provenienti soprattutto dal tavolo dei Serpeverde.
Hermione scosse la testa e si voltò verso Ron, pallidissimo.
“Non li ha 17 anni!”
“Come credi che abbia fatto quel Potter?”
“C’era la linea dell’età, è impossibile che sia stato lui!”
Draco Malfoy si fece largo tra la folla e alzò la voce per farsi sentire da tutti.
E lui quando è arrivato?
“Potter?!,” sputò con un’espressione disgustata “scommetto che ha assoldato qualche idiota di Grifondoro per far inserire il biglietto con il suo nome…”
“Harry non farebbe mai una cosa del genere Malfoy!” ribattè Hermione, mettendosi di fronte al ragazzo.
“Già, una cosa del genere ce la saremmo potuti aspettare da te!” continuò Ron.
Il biondo lanciò ad entrambi un sorriso sghembo.
“Scommetto che lo Sfregiato vi aveva già informati del suo piano per ottenere la gloria”
Hermione l’avrebbe preso a schiaffi.
“Malfoy non ci interessa la tua opinione,” riprese il rosso “e nemmeno quella di tutti gli altri! Se l’ha fatto, Harry avrà avuto un buon motivo!”
Hermione lo guardò esterrefatta.
Ma che diamine sta dicendo? Harry non lo farebbe mai!
“Quindi stai ammettendo che Potter ha barato?” concluse divertito Draco.
 Ron era stato troppo ingenuo ed era caduto nella rete del ragazzo. Per evitare altri danni Hermione prese l’amico sottobraccio e lo portò fuori dalla sala.
“’Mione! Mi fai male, miseriaccia!”
“Zitto, Ronald. Devi stare zitto!Guazzabuglio!
La Signora Grassa aprì velocemente la porta ed Hermione buttò il ragazzo dentro alla Sala Comune dei Grifondoro.
“Posso sapere che ti prende?” chiese, alterato.
Se l’ha fatto, Harry avrà avuto un buon motivo!”, oh ma andiamo!”
“Beh, ma è vero!”
“Ron, stai dicendo che Harry ha messo il suo nome nel Calice?” chiese calma.
Luì fece di no con la testa “Non sto dicendo che sia stato lui. Magari ha chiesto a qualcun’altro… ”
“Harry non lo farebbe mai!” esclamò spazientita la ragazza.
“E perché è uscito il suo nome allora?” ribatté lui.
Hermione distolse lo sguardo. “Io…io non lo so”
Lui la guardò, duro. “Esatto. Non lo sai. Ora mi sono rotto di tutta questa faccenda e non vedo l’ora di farmi una dormita!”
Il ragazzo imboccò le scale e prese a calci qualcosa, mentre Hermione si buttò sfinita su un divanetto.
La porta si aprì un secondo dopo e comparve Ginny, che si sedette vicino all’amica.
“Che cosa sta succedendo ‘Mione?” le chiese osservando un punto imprecisato della stanza.
La ragazza scosse la testa e chiuse gli occhi. “Non lo so, Ginny. Non lo so proprio”
 
Sala Comune di Serpeverde. Qualche piano più in giù…
 
La Sala era dei colori tipici della Casa: varie tonalità di verde, argento e nero. Non aveva niente a che vedere con la Sala Comune dei Grifondoro, colorata con tinte vivaci. La maggioranza degli studenti era andata a letto e la Sala era pressoché vuota.
Draco si lasciò cadere sul morbido divano di pelle nera ed incominciò a sorseggiare un Whisky incendiario gran riserva, con aria pensierosa.
Mi chiedo come avrà fatto quell’idiota a buttare quello stramaledetto biglietto con il suo nome nel Calice. Vedremo come se la caverà nella prima prova, ha solo pochi giorni da quanto ha detto Silente…Umpf, “Gloria eterna al vincitore”…che mucchio di sciocchezze!
Con la coda dell’occhio vide Blaise avvicinarsi al divano e, prima che si potesse sedere, Draco si distese completamente occupando tutto il posto.
“Ehi Blaise, che ne pensi di Potter?”
Il ragazzo nero scosse la testa. “Non ne ho la minima idea. So solo che questa storia porterà molto scalpore, puoi giurarci”
Draco sorrise, amaro. “Già, me lo vedo sulle prime pagine dei giornali: “Il Bambino che è sopravvissuto gareggerà al Torneo TreMaghi”
Se solo ci fosse un modo per dare un bel colpo allo Sfregiato…
L’idea gli attraversò velocemente la mente e il suo ghignò si allargò e Blaise lo notò.
“Che hai?”
“Blaise, ho pensato di fare un bel regalo allo Sfregiato per la sua nomina come Campione TreMaghi: lascia che organizzi una bella campagna pubblicitaria al nostro amico…”
Il ragazzo sorrise, maligno.
 
“Draghi?”
“Esattamente, Silente ha chiesto a Charlie di portare qualche specie dalla Romania” replicò Ron annuendo.
Erano passati un paio di giorni dalla grande notizia e tutta Hogwarts era in fermento per la prima prova. Non appena Ron aveva ricevuto la notizia aveva cercato il modo di dirlo ad Harry, mettendo in mezzo Hagrid, poiché i due non erano in buoni rapporti ultimamente.
“Harry ha detto che avrebbe informato Cedric, lo troveremo in giardino…” continuò Hermione. Non appena uscirono dalla Sala Comune, entrambi notarono qualcosa di strano negli studenti. La maggioranza di loro, infatti, indossava delle spillette sopra la divisa.
Hermione aguzzò la vista per riuscire a leggere la scritta.
Amiamo Cedric. Potter fa schifo! Santo cielo!” esclamò sconvolta.
“Harry sarà distrutto! Cerchiamolo!”
Camminarono velocemente tra i corridoi fino ad arrivare al piccolo giardinetto interno.
Hermione vide Cedric Diggory parlare fitto con Harry, per poi andarsene via con degli altri Tassorosso.
Da un albero scese Draco Malfoy, fino ad allora appollaiato su di un ramo, seguito da Tiger e Goyle. “Piaciute le spille Potter?”
“Non mi abbasso di certo al tuo livello, Malfoy. Sei proprio un’idiota”
“Un bambino” lo corresse Hermione, schierandosi al fianco dell’amico.
“Ehi Granger, che tempismo! Non dovresti essere a studiare Rune Antiche o qualcosa del genere?”
“A differenza tua, ho finito i miei compiti già da un po’. Ora andiamocene Harry” disse gelida, prendendo per un braccio l’amico.
Draco detestava che una come Hermione gli tenesse testa. Nessuno poteva mettersi contro di lui. Prese la sua bacchetta e la puntò verso i due Grifondoro che se ne stavano andando.
“Non si colpiscono gli altri alle spalle!” ruggì Alastor Moody puntando la sua bacchetta sul biondo. In un secondo lo trasformò in un furetto. Hermione si voltò per vedere che cos’era tutto quel baccano.
Moody stava facendo volare per il giardino il Malfoy-furetto, scatenando risate da parte di tutti.
“Così impari! Lurido, schifoso…”
La prof.sa McGranitt che passava per caso di lì notò lo strano movimento e comprese subito la situazione, ritrasformando il ragazzo.
“Professor Moody, noi non usiamo la magia per punire gli allievi. Silente gliel’avrà detto, suppongo”
L’uomo annuì riluttante.
Draco si guardò intorno e, dopo aver lanciato un’occhiata di puro odio ai presenti, se ne ritornò all’interno del castello borbottando “Mio padre lo verrà a sapere!”
Vendetta, dolce vendetta…, pensò compiaciuta Hermione lasciandosi scappare una risata.
 
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Grazie a tutti per le recensioni e i messaggi che mi avete inviato :D Scusate, ma ho dei problemi con l'HTML e quindi a volte non si riesce a leggere bene la pagina! See ya!

 

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Capitolo 5
*** Capitolo V ***


Mancava solo un giorno alla prima prova ed Hermione era più agitata che mai. Per prepararsi alla prova Harry era stato esonerato da tutte le lezioni e si era confinato nell’aula di Difesa contro le Arti Oscure con Moody. Scese velocemente le scale per raggiungere l’aula di Pozioni nei sotterranei: dalla loro Torre di Grifondoro era un bel tragitto. 
Invece quelle Serpi fanno due passi e sono già arrivati…
Aprì la porta e si mise a sedere come al solito al primo banco, aspettando che Ron arrivasse. Avevano deciso di comune accordo che per quel giorno sarebbe stato lui il suo compagno, dato che Harry era via e Lavanda era ammalata. Diede un rapido sguardo al posto vuoto dove Harry era solito sedersi.
Spero che stia bene…
Piano piano la classe si stava riempiendo e di Ron non c’era traccia. Il ragazzo doveva muoversi o lo aspettava una bella ramanzina da parte di Piton.
“Ehi Granger, Weasley dovrebbe imparare a non far aspettare così una ragazza, non credi?”
Come al solito Draco e il suo immancabile best friend forever Blaise Zabini, si divertivano a stuzzicarla. Era da tutta la mattina che non la lasciavano in pace.
Li ignorò e si voltò verso la porta, vedendo arrivare Ron di corsa.
“Eccoti! Credevo non arrivassi più!”
“Scusa ‘Mione. Dopo pranzo faccio sempre un sonnellino, ma ci pensa sempre Harry a svegliarmi, così…”
“Silenzio!” sbraitò Piton, comparso all’improvviso dal nulla.
Quell’uomo è silenzioso come un serpente! Quando è arrivato???
Il professore sbattè entrambe le mani sul banco dei due ragazzi, facendo sobbalzare loro e le provette.
“Se voi due avete finito di amoreggiare, direi che possiamo iniziare” continuò lanciando loro un’occhiataccia.
Hermione sentì i due Serpeverde dietro di lei esplodere in una risata.
“A proposito: signorina Granger, tu non eri in coppia con Lavanda Brown?”
“Sì, ma la mia amica è malata e Ronald sarebbe rimasto solo visto che Harry…”
“Il signor Potter non deve ritenere le mie lezioni facoltative, oppure adesso che è un Campione TreMaghi si è montato la testa e ritiene che Pozioni sia un corso non alla sua altezza?”
La ragazza abbassò gli occhi, imbarazzata, sentendo ancora le risate di Draco e Blaise.
“Per formare una nuova coppia dovete sempre chiedere prima il mio permesso, intesi? Quindi visto che ci sono così tanti problemi affiderò ad ognuno di voi un nuovo compagno. Malfoy, per esempio. Visto che ti fa tanto ridere questa situazione, che ne dici di fare coppia con Granger?”
Il ragazzo ritornò serio e deglutì lentamente “Ma professore, tutti i progetti li ho fatti insieme a Zabini! Non voglio lavorare con quella mezz--, ehm ragazza”
Piton alzò un sopracciglio, con aria dispiaciuta.
“Penso che il signor Zabini sopporterà l’idea di starti lontano, credimi. E non rimarrà da solo visto che il signor Weasley sarà il suo nuovo compagno”
Draco si alzò riluttante e si scambiò di posto con il rosso.
“Oggi preparerete una Pozione Restringente”
La classe incominciò a sfogliare il libro di testo, ma Piton, con un veloce movimento di bacchetta richiuse tutti i libri. Gli alunni lo guardarono disorientati.
“Visto che oggi sono di buon umore ho deciso che valuterò i vostri lavori. Sono sicuro che tutti abbiate studiato le indicazioni per preparare la pozione e gli ingredienti necessari. Non avete bisogno di consultare il libro. Avete un’ora, buon lavoro!” terminò con un sorriso.
Blaise lanciò un’occhiata disperata a Draco, di solito era lui quello che preparava la pozione. Ron si mise le mani tra i capelli e si mise ad osservare il calderone fumante davanti a lui.
“Beh Granger, vado a prendere gli ingredienti…è una fortuna che ci sia io”
Hermione lo vide allontanarsi per poi ritornare con tante boccette.
Se le rigirò parecchie volte tra le mani, per controllare che ci fosse tutto:
Bruchi, radici di margherita, succo di sanguisuga, milza di ratto, Shrivelfig.
“Che c’è? Non ti fidi?” chiese il ragazzo alzando un sopracciglio.
“Sembra che ci sia tutto…ora Malfoy inizia a tagliuzzare la milza di ratto” disse indicando con un coltello la poltiglia marroncina.
“Non sono il tuo schiavo!”
Hermione sbuffò “Lo sappiamo entrambi: io non ti piaccio. Tu non mi piaci. Ora, visto che purtroppo saremo compagni fino alla fine dell’anno che ne dici di darci una tregua? Almeno qui! Non voglio veder scendere i miei voti in Pozioni perché Malferret non si vuole sporcare le sue manine delicate!”
“Odio doverlo ammettere, ma hai ragione Mezzosangue. Passami quel coltello”
Le loro mani si sfiorarono leggermente ed Hermione sentì come una scossa. Lui la guardò interrogativo ed iniziò a fare a pezzetti la milza.
La ragazza regolò il fuoco sotto al calderone e ci gettò dentro le radici di margherita, per poi ritornare ad impastare i bruchi con alcune foglie di Shrivelfig.
“Le radici devono stare a bollire massimo 10 minuti Granger, attenta”
“Questo lo so. Non c’è bisogno che tu me lo dica”
“Vorrei ricordarti che questa è anche la mia pozione, è naturale che io sia preoccupato che tu rovini tutto” continuò con una punta di sarcasmo gettando i pezzetti di milza nel calderone.
Hermione gli lanciò un’occhiataccia e riprese ad impastare un altro bruco.
Ma come osa? Trattarmi così, quel…quel…
La pozione stava diventando di un color blu-violetto, segno che era quasi pronta. Buttò giù dal tagliere i bruchi e volse lo sguardo verso l’orologio.
Malfoy intanto mescolava in senso antiorario la poltiglia “Prima di versare il succo di sanguisuga dobbiamo aspettare…”
“Due minuti e mezzo. Lo so, lo so…” disse lei scuotendo la testa.
Con la coda dell’occhio  vide che Ron e Zabini non se la stavano passando bene: invece di impastare i bruchi li stavano facendo a pezzetti e, dal colore nero che aveva assunto la loro pozione, Hermione immaginò che le radici erano state bollite per 20 minuti.
Prese la boccetta di succo e gli tolse il tappo.
“Ed ora per finire quattro gocce di succo di sanguisuga…”
“Quattro? Granger, lo sanno tutti che ce ne vogliono 5! Altrimenti l’effetto restringente non è…restringente!”
“Ho detto che ce ne vogliono 4 e…”
“Ancora 30 secondi a vostra disposizione!” esclamò Piton.
Si udì un rumore assordante di provette che si scontravano, calderoni che fischiavano, sedie sbattute e lamentele.
Hermione sentì le mani che le tremavano ed incominciò a versare.
Una.
Due.
Tre.
“10 secondi! 9, 8…”
E quattro.
Appoggiò la boccetta e si asciugò la fronte bagnata per via del vapore emanato dalla pozione. Notò che Malfoy aveva preso in mano la boccetta e ne stava svitando il tappo.
“Non osare!” lo ammonì lei, comprendendo quello che voleva fare.
Lui la guardò e le fece un sorriso sghembo, mentre faceva scivolare una quinta goccia nel calderone.
“E zero! Non toccate più nulla! Ora passerò per i banchi a valutare quello che avete preparato”
“Non puoi averlo fatto…” gli sussurrò piano con tono accusatorio.
“Sembra proprio di sì, Granger. Rilassati, la nostra pozione sarà un successo” continuò lui sedendosi di fianco a lei, incrociando le mani dietro la testa.
Intanto Piton lanciava insulti a destra e a manca, completamente deluso, soprattutto dalla pozione di Ron e Zabini.
“Questa…cosa…può essere chiamata pozione secondi voi?” chiese intingendo un cucchiaio di legno nella poltiglia nera, per poi ritirarlo fuori rimanendo con in mano solo il manico.
Hermione si mise la testa fra le mani, aspettando il verdetto del professore sulla sua pozione.
“È perfetta! Chi l’avrebbe mai detto che Granger e Malfoy, insieme, ottenessero un simile risultato!, disse compiaciuto “Avete versato proprio cinque gocce di succo di sanguisuga, vero? Questi caproni dei vostri compagni ne devono aver versato quattro!”
“Sì, professore. Proprio cinque…” ripetè Draco soddisfatto, mentre il professore tornava alla cattedra.
“Ohh, smettila…” ribattè Hermione tirandogli una gomitata.
 
“Harry! Sei nervoso?”
“No, sono tranquillissimo, figurati…”
Hermione era riuscita ad avvicinarsi alla Tenda dove si preparavano i quattro Campioni ed aveva deciso di fare una visita ad Harry.
Era troppo in pensiero per il suo amico.
“L’importante è concentrarsi e rimanere calmi…”
“E non farsi uccidere, penso”
La ragazza avvolse l’amico in un abbraccio travolgente, fino a quando i suoi occhi vennero feriti da un abbagliante flash.
“Guardate! Un giovane amore!” canticchiò una donna. Portava gli occhiali ed aveva dei perfetti boccoli biondo platino. Sul volto, un sorriso falsissimo.
“Se qualcosa andasse storto sareste perfino sulla prima pagina!”
Hermione sentì un forte peso allo stomaco e le venne da vomitare. Fra loro e la donna si mise Victor Krum con fare minaccioso.
“Questa tenda è per Campioni e amici. Non ha niente da fare qui!”
“Tsz…lo vedremo mio caro!”
Pochi attimi dopo Albus Silente radunò i quattro ragazzi per effettuare l’estrazione del drago che sarebbe toccato ad ognuno di loro.
La ragazza si unì al cerchio, curiosa.
“…ed è per questo che la calma è la virtù dei forti! E tu cosa ci fai qui signorina Granger?” chiese l’anziano stregone strabuzzando gli occhi.
“Io…ehm…ecco…me ne stavo andando!” salutò Harry e mormorò un “buona fortuna” ed uscita dalla Tenda andò a prendere a posto vicino a Ron sugli spalti.
Rabbrividì dal freddo e si strinse nel cappotto, quando la sua attenzione non fu catturata da uno strano fenomeno.
“Scommessee! Scommessee! Chi vincerà? Chi resterà bruciacchiato?”
 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo VI ***


"Scommessee!"

Qualcuno la urtò e lei si girò per vedere chi fosse.
“Scusa Granger, anzi no. Ehi Weasley! 10 galeoni sulla sconfitta di Potter!” disse Malfoy lanciando un sacchettino con all’interno le monete ai due gemelli.
Hermione lanciò loro un’occhiata stupita e loro fecero spallucce.
“Gli affari sono affari!”
Malfoy, accompagnato da Blaise Zabini prese posto proprio dietro lei e Ron. Il biondo si chinò per parlarle. “Scommetto che Potter se la sta facendo sotto! Non durerà più di 10 secondi”
Hermione si preparò per lanciargli uno schiaffo, ma lui le intercettò il braccio. Ghignò, per poi lasciarla andare con una spinta.
“Goditi lo spettacolo, Mezzosangue” le sussurrò.
Ma Hermione non riusciva a stare attenta. Non prestava attenzione alla grazia e all’agilità di Fleur, alla potenza e alla ferocia di Victor, nemmeno all’abilità e l’astuzia di Cedric.
Sembrava che la sua mente si fosse fermata, e si riscosse solamente quando Silente annunciò il nome dell’ultimo concorrente.
Applaudì poco convinta e vide Harry uscire da una cavità per entrare nell’arena.
Il ragazzo si guardò intorno per poi individuare l’uovo dorato, il suo obbiettivo. Senza indugio, si arrampicò sul primo masso per raggiungerlo, ma lo Spinato saltò da dietro un altro masso.
Quel drago era enorme ed era conosciuto come uno dei più aggressivi e pericolosi al mondo. Trattenuto solo da una catena di metallo, il drago continuava a sputare fuoco sul povero Harry, che cercava invano di difendersi. Hermione si coprì gli occhi per non assistere alla scena. Harry non ce l’avrebbe mai fatta, non aveva le conoscenze giuste.
“Accio Firebolt!”
La ragazza tolse le mani per osservare la scena: Harry aveva chiamato la sua scopa e ora volava per l’Arena. Hermione sorrise, ma poté permetterselo per poco visto che lo Spinato si era liberato facilmente della catena che lo legava e ora stava inseguendo Harry fuori dall’Arena.
Ci fu un grande spostamento di vento, dovuto al movimento che il drago fece per spiccare il volo. Dalla folla si alzarono grida di stupore, accompagnati da cori d’incoraggiamento.
“Granger, secondo me Pottino Potter è già stato fatto arrosto dallo Spinato!” disse maligno Draco.
Ron si voltò per scoccargli un’occhiataccia.
“Razza di stupido! Non vedi che è già preoccupata così? Vuoi proprio farla star male?”
Il ghigno del ragazzo scomparve e si mise a guardare da un’altra parte, infastidito per essere stato ripreso dal rosso.
“Che hai Draco? Sembri fuori di te” gli sussurrò Blaise, preoccupato.
“Sembra che la Granger ci tenga molto a Potter”
“Beh, che ti aspetti? Sono migliori amici da anni!”
Il biondo scosse la testa, avvertendo un dolore pungente al petto.
Decise di alzarsi, visto che lo spettacolo stava andando per le lunghe, quando vide in lontananza un puntino rosso, che mano a mano si faceva più grande.
Potter. E non inseguito dal drago, vedo, pensò con un sorriso.
Abbassò lo sguardo per vedere ancora Hermione Granger in preda alle lacrime.
Non sapeva bene come agire, visto che lui era Draco Malfoy. E Draco Malfoy non conforta le persone.
Le diede un colpo sulla spalla, per poi vedere che lei alzava il viso per guardarlo. “Tranquilla, Granger. Sembra che Potter si sia salvato ancora una volta le chiappe” disse con una risata, per una volta non maligna.
Harry infatti stava afferrando l’uovo d’oro ed era accolto da scrosci di applausi da parte di tutti. Hermione abbracciò Ron, fuori di sé dalla felicità e quando si voltò per ringraziare Malfoy, non lo trovò.
Sorrise lievemente.
Grazie.
 
La mattina seguente, scendendo a far colazione, Hermione notò una grande agitazione da parte delle ragazze. Ginny le venne incontro e la prese per mano.
“’Mione hai letto la Gazzetta, stamattina?”
“No, dovrei?” disse sbadigliando.
“Beh…c’è un articolo che…”
La mente ancora appannata dal sonno della ragazza si schiarì.
No, non può averlo fatto…quella donna!
Si precipitò verso il gruppetto riunito intorno al giornale, strappandolo dalle mani di una ammirata Lavanda Brown.
Lesse lentamente e più volte il contenuto dell’articolo. Rita Skeeter aveva pubblicato una foto in cui lei abbracciava Harry, la cosiddetta foto “incriminata”. L’articolo era infarcito di pettegolezzi falsi, su di una fantomatica relazione tra lei e Harry.
Accecata dall’ira strappò il giornale in mille pezzi, non curandosi della delusione che provocò nelle altre lettrici accanite. Si sedette al tavolo e incominciò a riempire il suo bicchiere con del succo di zucca.
Lavanda le fece un sorriso, complice. “Quanto avresti aspettato per raccontarci della tua relazione con Harry?”
Hermione stava per sputarle in faccia il suo succo, per lo stupore.
“Non c’è niente tra me e Harry!”
“Su, a noi puoi dircelo! Non ne faremo parola!” continuò Calì.
“Ve lo ripeto, non c’è nulla! Diglielo anche tu, Ginny!” disse lanciando all’amica una richiesta d’aiuto.
La rossa prese subito le sue difese “Credetemi. È la verità!”
Ma il gruppo di ragazze che si era formato intorno a loro non era della stessa opinione. Ripresero così a travolgerle con delle domande.
“Harry sa baciare bene?”
“Com’è il fisico di Harry?”
“È vero che Harry non ha minimamente bisogno degli occhiali e li tiene per bellezza?”
“Quanto siete compatibili?”
Hermione afferrò un toast e se ne fuggì fuori dalla Sala Grande, seguita da Ginny.
“Penso che me ne andrò in biblioteca, devo pensare ad altro!”
“Calma e sangue freddo, ‘Mione!”
 
Arrivata alla sua destinazione si sentì subito rincuorata. Gli alti scaffali pieni di volumi, i libri incantati che svolazzavano di qua e di là…si sedette spossata su di una sedia, in un angolino sperduto della stanza.
“Tu e Potter, uh?”disse una figura sedendosi di fronte a lei.
“Malfoy, oggi non è giornata! Non è propr…”
“Ehi, ehi, stavo solo scherzando!” disse con una risata, tirando su le mani come per arrendersi “Immagino che quelle pazze ti abbiano dato filo da torcere”
Lei sbuffò “Non sai quanto…andranno avanti a parlarne per mesi!”
Lui appoggiò una mano su quella della ragazza, con fare dispiaciuto “Mi dispiace…”
Lei alzò lo sguardo e sorrise “Sei molto gentile, davve…”
“…per il povero Potter. Io non potrei minimamente accettare l’idea che la gente mi associ con una Mezzosangue!”
Hermione prese un libro sul tavolo e glielo lanciò contro.
“Granger, ma non hai proprio il senso dell’umorismo tu, eh? Mi stavo solo preoccupando di farti ridere” si lamentò massaggiandosi un braccio.
“E da quando tu ti preoccupi per me?” chiese lei alzando un sopracciglio.
“Ehi, sei la mia partner in Pozioni! Umore nero uguale pozioni disastrose! Ti devo ricordare che domani Piton ci farà preparare la Pozione Esplodente? Prendo solo delle precauzioni!”
Hermione lo fissò per alcuni secondi, per poi scoppiare a ridere.
Chi l’avrebbe detto che Malfoy poteva essere sopportabile?
“A questo proposito, usa la tua ingegnosa mente per scoprire qualcosa di più sugli ingredienti, come le corna dell'Erumpent…” riprese, tagliente.
“E non potresti cercare anche tu?” ribatté secca.
Lui si alzò per andarsene e le scoccò un sorriso sghembo “Stai scherzando? Rovinerei la mia immagine a stare qui come un topo di biblioteca!”
Hermione lo vide andarsene e battè ripetutamente i pugni sul tavolo.
Mi rimangio tutto. Tutto!

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Capitolo 7
*** Capitolo VII ***


Quella mattina di metà Dicembre il sole splendeva alto nel cielo e il suo calore rendeva l’aria fredda più tiepida. Hermione era come al solito alle prese con i suoi capelli, che avevano deciso di rimanere pieni di nodi nonostante i vari colpi di spazzola che la ragazza gli infliggeva. Guardò terrorizzata l’orologio che segnava le otto meno dieci minuti.
“Dannazione, non c’è più tempo! Non riuscirò nemmeno a fare colazione!”
Con un colpo rapido della bacchetta fece diventare i suoi capelli cespugliosi in tanti leggeri boccoli.
Sbuffò e prese la mantella per poi uscire dalla Sala Comune e raggiungere la scalinata principale.
Detesto usare la magia per cose così futili! Però quando ci vuole, ci vuole!
Scese la prima rampa che improvvisamente cambiò direzione, portandola sul piano sbagliato. Ne prese un’altra, stessa storia. Finalmente, si trovò sul piano giusto e si avvicinò al ritratto di Sir Cadogan, cavaliere di dubbia fama in groppa ad un pony molto grasso.
“Luce contro Tenebre!” disse Hermione.
“Cara ragazza, come fai a sapere la parola d’ordine?”
“Il mio amico Harry Potter me l’ha detta”
“Il signor Potter non avrebbe dovuto, solo determinati studenti sono degni di utilizzare le scorciatoie che offriamo noi Ritratti.*
Hermione roteò gli occhi. Non ci volevano solo le scale impazzite quella mattina, ora ci si metteva anche uno stupido quadro parlante!
“Sentite messere, ho proprio bisogno del vostro prezioso aiuto, altrimenti arriverò in ritardo a lezione di Trasfigurazione! La prego!” chiese implorante.
“Beh, in questo caso…passa pure, mia cara!” Il Ritratto si fece da parte, rivelando un oscuro passaggio.
“Grazie mille, le sarò eternamente riconoscente, prode cavaliere!” disse entrando per il passaggio.
Tsk, nessun cavaliere resiste ad una povera donzella nei guai!
Si ritrovò nel Cortile di Trasfigurazione e il sole le ferì gli occhi. Un gruppo di colombe svolazzavano di qua e di là, mentre un gruppo di Corvonero si iscriveva al loro Club dei Duellanti. Hermione individuò Ginny Weasley che stava per entrare nell’aula e la raggiunse di corsa.
“Mione! Perché non sei scesa per colazione?” le chiese la rossa.
“Lunga storia! E ora sto morendo di fame…” le rispose portandosi una mano allo stomaco.
“Ho fatto bene a conservarti questo tortino al cioccolato, allora…” le disse l’amica, estraendolo dalla cartella.
“Grazie sei la mia salvezza!”
“Figurati! Piuttosto…che hai fatto ai capelli? Sono bellissimi!”
“Oh, beh…”
“Penso che riprenderete più tardi la vostra chiacchierata, signorine!”
La professoressa McGranitt stanziava davanti alla porta e le guardava con occhio severo. Le due ragazze fecero un cenno ed entrarono. Hermione notò perplessa che l’aula, all’interno, era completamente diversa: i banchi erano stati spostati ai lati della stanza e, da una parte vi erano i ragazzi e dall’altra le ragazze. Al centro vi era un grande grammofono(o almeno quello che sembrava un grammofono date le enormi dimensioni).
Spaesata, prese posto vicino a Lavanda, imitata da Ginny.
“Ginny?! Ma che ci fai a lezione con noi?” le sussurrò ancora più confusa.
“È solo per oggi…la McGranitt ha detto che dovevamo partecipare anche noi del 3° anno, ma non so per quale motivo!”
“Silenzio!” urlò la professoressa“Ora vi chiederete perché siete tutti qui…beh, tutti sapete che i Natale si sta avvicinando ed è tradizione organizzare il Ballo del Ceppo per la vigilia”
L’aula si riempì di bisbigli e sussurri.
“Come vi ho già detto, il Ballo del Ceppo è uno degli eventi più importanti all’interno del Torneo TreMaghi e noi, come scuola ospitante, dobbiamo cercare di fare bella figura. Non accetto che l’onore della nostra scuola venga infangato da una balbettante, bambocciona, banda di babbuini!”
Hermione notò che Fred e George mormoravano qualcosa, scatenando le risate dei ragazzi di Grifondoro. Infatti, a debita distanza, c’era anche la “sezione di Serpeverde”.
“Ora, nel Ballo del Ceppo…si danza. In ogni ragazzo un leone è pronto a scattare e in ogni ragazza un cigno è pronto a spiccare il volo! Adesso vi chiamerò a coppie di due e…no, evitate di fare quelle facce, al Ballo sceglierete voi con chi andare!”
Detto questo, la McGranitt srotolò una grande pergamena ed incominciò a leggere.
“Nerissa Highwind e Eric Gateway!”
Mano a mano che le coppie venivano scelte, lo stomaco di Hermione sembrava contorcersi sempre di più.
Speriamo mi capiti Harry. O Ron. Perfino Neville! Tutti, ma non…
“Draco Malfoy ed Hermione Granger!”
Il ragazzo si alzò dal suo posto con un salto e le venne incontro con un ghigno. Hermione si alzò riluttante e lo seguì al centro della stanza, vicino alle altre coppie.
La McGranitt faceva coppia con un imbarazzatissimo Ron ed incominciò a spiegare che cosa dovevano fare.
“Il cavaliere dovrà poggiare la mano sul fianco della ragazza…su, signor Weasley! Poggi quella mano!”
Hermione si sporse un poco per vedere la faccia del suo amico, ma fu subito afferrata da Draco, che la avvicinò a sé.
“Che diamine fai, Malfoy?” sussurrò lei diventando rossa in volto.
“Senti Granger, vedi di farmi fare  bella figura, ok? Non possiamo ballare a dieci metri di distanza, non credi?”
“Per tua informazione, ho studiato danza per anni…” sibilò lei infastidita.
“Non credevo che anche voi stupidi babbani consideraste le arti…Ahi!”
Hermione gli pestò forte un piede e la professoressa, sentendo il rumore si sporse verso di loro.
“Tutto a posto signorina Granger? Ci sono problemi?”
Lei sorrise “No, assolutamente nessun problema!” – poi si rivolse nuovamente a Draco – “Malfoy, stai zitto e balla!”
Lei mise la mano sulla spalla del ragazzo mentre l’altra la unì con la sua.
Sentì nuovamente la stessa scossa che aveva percepito durante la lezione di Pozioni, ma non ci fece caso.
La musica da valzer attaccò e le coppie incominciarono a ballare, Draco sembrava già infastidito.
“Granger, devo condurre io, non tu!”
“È già tanto che tu non mi abbia pestato i piedi!” disse lei senza alzare lo sguardo.
Lui la osservò meglio e notò qualcosa di nuovo nei suoi capelli e…che cos’era quel profumo? Vaniglia? Era stranamente inebriante, molto piacevole…
Ma che diamine mi succede? Tutto questo per Granger???
Scosse più volte la testa per cercare di mettere ordine alle sue idee.
“Magnifico! Eccellente, figlioli!”
Un battito di mano interruppe i suoi viaggi mentali. La McGranitt sorrideva ad entrambi e la coppia si accorse di essere osservati da tutti. Draco si staccò di colpo dalla ragazza, mettendosi una mano dietro la testa. Hermione giurava di averlo visto per un secondo arrossire ed incominciò a torturarsi le mani per l’imbarazzo. Per fortuna, pochi secondi dopo, Neville Paciock cadde rovinosamente a terra, spostando l’attenzione su di lui.
Hermione riprese fiato, sollevata.
 
“Hermione! ‘Mione! Aspetta!”
La ragazza si voltò per vedere Ginny che la raggiungeva.
“Dove stai andando?”
“Giù al lago, volevo trovare un posto tranquillo per fare i compiti!” le disse riprendendo il passo.
“Mione, cambiamo strada…detesto passare per il Cortile di Pietra” ribattè l’amica trattenendola.
“Perché? Non ho voglia di fare il giro largo!”
“Il Cortile di Pietra è la sede del Club dei Duellanti di Serpeverde**, c’è brutta gente!”
“Lo so, ma così non dobbiamo passare per la rimessa delle barche…sai quanta gente c’è lì!”
Seguirono il perimetro del cortile, totalmente in ombra, per evitare l’attacco di insulti da parte di Pansy “Carlino” Parkinson, che si stava battendo con un Tassorosso evidentemente più forte di lei. Seguirono la discesa ed arrivarono alla spiaggia rocciosa.
Il bel sole del mattino stava per essere coperto da un gruppo di nuvole, facendo capire alle due ragazze che sarebbero dovute restare poco tempo o si sarebbero fatte una bella doccia all’aperto.
Si sedettero su un grande masso ed incominciarono a svolgere i loro compiti in silenzio.
“Com’è stato ballare con il Principe di Serpeverde?”
“Eh? Ma chi, Malfoy? Ti assicuro che non a niente di principesco! È solo un pallone gonfiato!”
La rossa alzò le mani “Scusa, scusa, non dovevo chiedertelo! Ultimamente sei molto suscettibile sul tema “Draco Malfoy”…”
“Io cosa?”
Una serie di grida distolse la loro attenzione. Un gruppetto di ragazze stava seguendo nientedimeno che Viktor Krum, impegnato in una corsa in pieno inverno rigorosamente a petto nudo.
Il ragazzo si accorse di Hermione e Ginny e le raggiunse.
“Voi, amiche di Harry Potter?” chiese con una pronuncia stentata.
Le due ragazze annuirono, senza sapere cosa dire.
Lui sorrise. “Io contento di vedere voi e sapere se c’è modo per togliere ragazze fastidiose”
Indicò il gruppetto alle sue spalle, che lanciava occhiatacce a Ginny e ad Hermione.
Entrambe risero.
“Mi dispiace, non conosco nessun incantesimo per questo!”
“Ah, peccato. Io sono Viktor e quale essere nome tue e amica?”
“Io sono Hermione e lei è Ginny!”
“Hermione, bel nome. Io voglio rivedere te!”
La ragazza spalancò gli occhi per lo stupore. Lui si sporse per vedere quale libro tenesse in mano.
“Così mi spiegherai…Aritmanzia!” le disse con un sorriso per poi andarsene, seguito dal suo sciame di ammiratrici. Hermione aveva lo sguardo nel vuoto e Ginny la abbracciò forte, scuotendola.
“Hai sentito, ‘Mione? Hai un appuntamento con Viktor Krum!”
 
 



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Molti di voi mi hanno chiesto dove prendo le informazioni per gli ingredienti di alcune pozioni...ho preso direttamente il tutto dal videogioco per PS3 di Harry Potter e il Principe Mezzosangue :D é una fonte preziosa!
*Nel videogioco di Harry Potter e il Principe Mezzosangue, pare che sia così. Infatti la parola d’ordine per passare è conosciuta da pochi.
**Nel videogioco la loro sede è quella. Quella di Grifondoro è nella Sala Grande e quella di Tassorosso è nel Campo di Allenamento, vicino agli spogliatoi di Quiddicht.

 

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Capitolo 8
*** Capitolo VIII ***


Più il Ballo si avvicinava, più Draco notava strani movimenti intorno a lui e a Blaise.
 

Non c’era da sorprendersi: lui e il suo migliore amico erano considerati i ragazzi più affascinanti del loro anno. Erano tanto simili, quanto diversi: Blaise, dalla pelle color ebano, aveva zigomi pronunciati e gli occhi che sembravano profondi pozzi neri. Draco, al contrario, aveva pelle chiarissima e occhi ghiaccio. Entrambi erano alti. Entrambi erano Serpeverde. Entrambi giocavano a Quidditch (Draco come Cercatore, Blaise come Cacciatore). Ed entrambi avevano la fama di spacca cuori e donnaioli.
Quando passavano per i corridoi le ragazze sospiravano e ridacchiavano, cercando inutilmente di avvicinare i due amici.
“Ma al Ballo non dovrebbero essere i ragazzi ad invitare le ragazze?”
“Blaise, - sbuffò il biondo, come se avesse a che fare con un bambino – questa è una delle regole principali. Devi aspettare che il pesce abbocchi, non disperarti come potrebbero fare un Weasley o un Potter”
Il nero annuì “A proposito…hai sentito che Testarossa ha cercato di invitare Fleur Delacour?”
“Certo. Una figura penosa, a mio avviso. Ecco! È proprio quello che devi evitare di fare. Aspetta che sia la preda a venire da te” disse Draco con un ghigno.
“Parli come se avessi già in mente chi invitare…cioè, da chi farti invitare”
Il ghigno del biondo si allargò “Forse è così”
Il nero si fermò di colpo e gli prese il braccio “Cosa? Chi??!”
Draco ridacchiò “Sorpresa”
“No, Drake! Sono il tuo migliore amico, dimmelo!”
“Sorpresa! Aspetta e vedrai!”
Un gruppetto di ragazze di Beauxbatons li sorpassò, lanciando loro occhiate furtive.
“Senti mate, io al Ballo ci andrei volentieri con una di quelle” gli disse il nero indicando una brunetta.
“Non nego che sia un bell’esemplare, ma ultimamente le mie attenzioni si sono spostate su qualcun altro…”
“Wow, sei talmente andato?”
“Semplice curiosità. Stanno succedendo cose strane e voglio delle conferme”
“Oh, beh…buona fortuna!”
“Ehi, sono Draco Malfoy! Non ne ho bisogno” concluse con un sorriso.
 
Avevano deciso di fare un giretto per Hogsmeade, che in quel periodo dell’anno era tutta innevata. I negozi si coloravano di luci festose e un sacco di studenti adoravano passare lì qualche ora, anche solo per gironzolare. Per fortuna da quell’anno potevano uscire anche senza permesso firmato dai genitori e senza nessun professore tra i piedi.
“Ma quello non è Krum con la Granger?”
Draco cercò di mettere bene a fuoco. Hermione e il Cercatore bulgaro passeggiavano a braccetto per la via innevata. Lei indossava un cappotto marrone e aveva sciarpa, cappello e guanti abbinati di color ciliegia. La vide portarsi una mano alla bocca e ridere leggermente di qualche cosa che diceva l’altro ragazzo.
Vorrei sapere anche io cosa c’è di tanto divertente.
“Andiamo” disse all’amico incamminandosi verso la coppia.
“Drake, che fai?!”
Arrivato alle spalle della ragazza le mise una mano sulla spalla e sfoderò il migliore dei sorrisi “Granger!”
Lei si voltò e quando si rese conto che era lui si mise sulla difensiva “Malfoy…”
“Beh, non ci presenti al tuo amico?”
Lei lo guardò poco convinta “Viktor, loro sono Draco Malfoy e Blaise Zabini, due miei compagni di classe”
Draco le circondò le spalle con un braccio e la strinse.
“Compagni di classe? Dai, io e te siamo partner sia in Pozioni che in danza!”
Hermione cercò di divincolarsi, senza riuscirci. “Poi mi spiegherai qual è il tuo piano!” gli sussurrò piano.
“Piano? Non capisco di cosa parli, Granger” continuò lui con un sorriso.
Viktor Krum lo guardò torvo “Hermione dice che tu giocare a Quidditch”
Draco alzò un sopracciglio e la guardò, sorridendo.
E così parli di me eh, Granger?
“Sì, sono Cercatore della mia Casa: Serpeverde”
Il bulgaro lo squadrò da capo a piedi, poco convinto.
“Magrolino, tu”
“E tu sei troppo massiccio, amico. Ti vedrei bene come Battitore. Il Cercatore deve essere agile e scattante, – imitò quello che Viktor aveva fatto poco prima con lui – non il tuo caso.
Il volto del bulgaro si contrasse dalla rabbia.
Blaise si avvicinò al suo amico e gli sussurrò “Drake, sei impazzito? Lui è Viktor Krum, uno dei Cercatori più famosi del mondo!”
“Anche Gilderoy Allock era famoso, ma non si poteva dire che fosse uno scrittore!” ribattè Draco, senza farsi nessun problema che Krum sentisse.
“Ehi tu volere guai!” lo minacciò il bulgaro, estraendo la bacchetta.
“Che cosa vuoi fare Krum? Batterti?” ribattè il biondo, sfoderando la bacchetta a sua volta.
Gli occhi si erano velati di qualcosa che Hermione non fu capace di riconoscere, erano come oscurati. Si mise tra i due, cercando di evitare altri danni.
“Ragazzi, fermi! Dai, Viktor, andiamocene”
“Non prima di questo” le disse lui, prima di sferrare un pugno in piena faccia a Draco che barcollò all’indietro. Blaise lo prese al volo per evitare di farlo cadere.
Draco si pulì il labbro, da cui stava uscendo un rivolo di sangue e si guardò la mano sporca.
Sollevò la testa e guardò il bulgaro con odio e lo colpì a sua volta, cogliendolo di sorpresa.
“Lurido bastardo!” urlò buttandosi contro l’avversario.
Hermione si coprì la bocca con la mano, senza sapere che cosa fare.
“Santo cielo, Zabini! Prendi subito Draco o qui si ammazzano!”
Blaise tirò il suo amico per il cappotto e gli immobilizzò le mani.
“Lascia stare, Drake!”
Viktor, che si era procurato un occhio nero, puntò l’indice contro il biondo.
“Non finisce qui”
“Puoi giurarci, pezzente” ringhiò Malfoy.
Hermione gli lanciò un’occhiata preoccupata, per poi incamminarsi di nuovo verso il castello, seguita dal bulgaro.
Il nero porse un fazzoletto a Draco, che incominciò a tamponarsi la ferita.
“Sei completamente fuori di testa? Che ti prende?”
Draco si mise una mano fra i capelli.
“Non lo so, Blaise. Va bene? Mi ha sfidato e ho perso la calma. Tutto qui”
“Tutto qui?” esclamò l’amico spalancando gli occhi “Tu, Draco Malfoy, hai una stramaledetta e tormentosa cotta per la Mezzosangue! Ecco che ti prende!”
Draco si tamponò ancora il labbro, usando una parte del fazzoletto ancora non imbrattata di sangue.
“È lei! È lei che vuoi invitare!” continuò l’amico puntandogli un dito contro il petto, con tono accusatorio.
Malfoy si sentì completamente indifeso, come svuotato.
Io…?
“Come ti ho detto, è semplice curiosità. Non sono…innamorato di lei!”
“Ehi, sai che non ti giudicherei mai, ok? Mi sarei scandalizzato se me l’avessi detto, che ne so…due anni fa. Granger sta crescendo bene, non ha più quegli orridi capelli, hai visto?”
 
Ehi Granger! Che hai fatto ai capelli? Sembri un cespuglio ambulante! Spero per te che oggi Piton ci insegni la pozione per Capelli di Sleekeazy…
 
Ehi, ha fatto qualcosa ai capelli e…questo profumo? Vaniglia? È stranamente inebriante… Ma che diamine mi succede? Tutto questo per Granger???
 
“Draco? Ci sei?”
“Uh?”
“Stavo dicendo che scommetto 10 galeoni che sotto tutti quei maglioni enormi si nasconde un bel corpo” disse sorridendo, malizioso.
“Ok, Blaise! Ho capito, ho capito!” fece il biondo con un gesto della mano per cercare di cambiare discorso, visto che la conversazione si stava facendo incandescente.
Ripresero il passo verso il castello, intorpiditi dal freddo.
“Come fai ad essere così sicuro che ti inviterà?”
“Ho notato che diventa nervosa quando sono nei paraggi” ammise lui.
“Ahah. Che novità. È sempre nervosa quando sei nei paraggi. Ricordi che negli ultimi quattro anni il tuo hobby preferito è stato renderle la vita impossibile?” 
“Ora è diverso. Sembra che sia…attratta da me. Solo che non lo vuole ammettere.
“Mancano solo quattro giorni al Ballo. Ci vuole la giusta occasione”
“Vedrai che arriva. Oggi pomeriggio abbiamo Pozioni. Scommetto che me lo chiederà”
“Se lo dici tu…”
 
“Tieni, partner”
“…grazie?”
Quel pomeriggio Malfoy era insolitamente gentile. Non una volta l’aveva contraddetta o insultata e si rendeva disponibile a passarle fiale e fialetta che stavano dalla sua parte.
Questo qui trama qualcosa…
“Allora…, - incominciò lui, rimestando la poltiglia nel calderone – scommetto che nessun perdente ti ha ancora invitata”
Hermione posò il barattolo che teneva in mano, spazientita.
“Mi dispiace deluderti, ma il mio accompagnatore non è affatto un perdente, ma un campione!”
Draco si fermò di colpo, come se si fosse perso qualche ragionamento.
“Ah- disse poco convinto – sono contento”
Dannazione, dannazione!
“E tu con chi ci vai? Sentiamo” chiese lei con fare altezzoso.
“Io…ehm…Pansy Parkinson”
“Pansy “Carlino” Parkinson? Contento tu…”
“Sì…altro aconito?”
“Grazie, questo Distillato di Morte Vivente verrà benissimo, anche se è una pozione avanzata che fanno fare alla fine del quinto anno!” trillò lei.
“Uhuh…”
Voglio berlo e morire. Ora.
 
Blaise Zabini era comodamente sdraiato sul suo letto, a leggere un libro. Il rumore della porta della camera che sbatteva, non lo distolse dalla lettura più di tanto.
“Ehi Drake, com’è andata?” gli chiese senza alzare lo sguardo dal libro.
Draco, per tutta risposta, diede un forte calcio al tavolino vicino al suo letto.
Blaise si mise seduto e strabuzzò gli occhi. “Immagino male”
“Ha già un accompagnatore” gli rispose secco l’amico.
“Ah…capito…e tu?”
“Io mi sono dovuto arrangiare in un altro modo” continuò Draco mettendo a posto le lenzuola del letto.
“Chi hai invitato?”
“Pansy”
Blaise fece una smorfia. “Non dovevi fare lo sbruffone e rifiutare tutte le altre ragazze, alcune non erano niente male. Prendi Daphne Greengrass, ad esempio”
“Troppo tardi, ci va già con Theodore Nott”
“Sì, ma…la Parkinson??”
“Se potesse stare zitta più di 10 minuti, non sarebbe così male”
“Ma è una sclerata! Non c’è storia…con chi hai detto che ci va Granger?”
“Non l’ho detto. Non lo so” il biondo volse gli occhi da un’altra parte, tormentandosi le mani.
 
Nel tardo pomeriggio Ginny trascinò Hermione per i negozi, in cerca dell’abito perfetto.
“Ascolta, Hermione Jane Granger. Tu sei la dama di Viktor Krum e non permetterò che tu indossi un abitino anonimo e che passi inosservato”
Quando Ginny era così decisa nessuno poteva farle cambiare idea.
Testa dura, come tutti i Weasley, pensò sorridendo Hermione.
“Ora, entra in questo dannato negozio e lasciati andare, per una buona volta! Viva lo shopping!”
“Yeeh…” ribatté poco convinta l’amica, guardando la Weasley come se fosse una pazza e seguendola all’interno della boutique.

 

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Capitolo 9
*** Capitolo IX ***


Tap. Tap.
Blaise sollevò gli occhi nuovamente dal suo libro per guardare sconcertato il suo amico.
Draco, sdraiato sul letto di fianco al suo, continuava a lanciare con fare annoiato una mela verde per poi riprenderla, per poi lanciarla di nuovo, e riprenderla…
Il biondo era totalmente perso nei suoi pensieri, era da circa un’ora che se ne stava lì senza proferire parola.
Granger ha un accompagnatore. E non sono io.
Rilanciò nuovamente la mela, per poi riprenderla. Ancora.
Tap. Tap.
Sbuffò, stanco di quella situazione.
Ho davvero esagerato, prima. Mi sto rammollendo totalmente!
“Blaise?”
“Uh?” rispose con un grugnito il nero, che faceva finta di essere immerso nella lettura.
Draco si mise seduto. “Senti, vorrei pregarti di non farne parola con nessuno della scena che è successa poco fa. Ho esagerato. È ovviamente quella sudicia Mezzosangue che ci rimette. Io posso avere ogni ragazza. Non so che cosa mi sia preso, prima”
L’amico sorrise. “Mi fa piacere sentirtelo dire. Pensavo fossi sotto l’effetto di qualche filtro d’amore o una cosa del genere”
“Io sono Draco Malfoy, dannazione!” sbraitò l’altro, prendendo forza dalle sue stesse parole.
“Sì, amico!” rispose di rimbalzo Blaise, alzandosi dal letto.
Draco lo imitò e gli strinse vigorosamente la mano, esaltato.
“Sono così carico che ho proprio voglia di spaccare la faccia a qualche Tassorosso!”
E dette queste parole se ne uscì dalla stanza con una risata insana. Blaise si precipitò a seguirlo, intenzionato a tenerlo d’occhio.
La mela verde cadde sul pavimento, ammaccandosi un poco.
 
“Mione, sei pronta?”
“Un secondo!” urlò la ragazza, finendo di infilarsi le scarpe con tacco che Ginny le aveva passato. Aprì la tendina del camerino e si ritrovò davanti ad un grande specchio.
No. Decisamente NO.
Il vestito giallo che l’amica le aveva fatto provare la faceva somigliare ad un grande bombolone alla crema.
“Io ci rinuncio. Me ne torno al castello” disse convinta.
L’amica la trattenne. “Ma…ma…ne hai provati solo una ventina!”
“Appunto. Torniamo domani da Stratchy&Sons, ok?”
“Ma domani non possiamo uscire, lo sai!”
“Allora dopodomani, va bene?” sbraitò scocciata Hermione.
Ginny inclinò la testa, perplessa. Perché l’amica si era alterata da un momento all’altro?
“Guarda, guarda chi c’è qui. La Weasley e la Granger”
Le due ragazze si voltarono per vedere Pansy Parkinson e Daphne Greengrass. La prima era bassina, aveva un caschetto e dei lineamenti duri che ricordavano un cane di razza Carlino. La seconda, invece, era tutto un altro mondo. Chi non conosceva Daphne Greengrass? Gelida Serpeverde dagli occhi di ghiaccio, la pelle diafana e la linea perfetta. Le due serpi le squadrarono da capo a piedi.
“Granger non credi che quel vestito ti stia un po’ troppo stretto? E poi, il colore…” disse la mora, ravviandosi i capelli.
Hermione si sentì subito a disagio. Voleva scappare via, in un posto sicuro.
“E tu, Weasley, non credi che questo negozio offra dei prezzi un po’ troppo alti per te?” sputò la Greengrass.
“Taci, lurida serp-” la ammonì Ginny, cercando la sua bacchetta.
Le due ragazze la guardarono, divertite.
“Mi chiedo chi siano i due perdenti che vi hanno invitato…forse la Weasley si farà accompagnare dal suo fratellone e lo Sfregiato per la Granger…anzi, chi vorrebbe invitare una lurida Mezzosangue?” ridacchiò Daphne.
Hermione le sorrise, vittoriosa “Mi dispiace deluderti, ma il mio accompagnatore è Viktor Krum”
Le due Serpeverde spalancarono gli occhi dallo stupore e rimasero mute, visibilmente nervose.
La Parkinson si morse il labbro inferiore “Io invece ci andrò con Drakye”
“Sì, lo so. Poovero, Malfoy…quando me l’ha detto non sembrava molto felice!”
Ginny, dietro di lei, sghignazzò.
“E se ora avete finito, noi andremmo…buone compere, vipere!” le salutò Hermione.
Si cambiò velocemente e, mentre imboccavano la via per Hogwarts, ripeteva mentalmente i calcoli di Aritmanzia  che avrebbe dovuto svolgere l’indomani.
“Tu studi troppo, ‘Mione…, -la riprese Ginny, scuotendo la testa per poi fermarsi di colpo – “Agh, accidenti…ho dimenticato di preparare la pozione per domani! Spero che non ci sia troppa ressa in aula…”
“Ginny, se non fai parte del Club di Pozioni, non puoi accedere agli ingredienti fuori dall’orario! E poi è già buio, arriveremo tardi per cena…”
“Cavolo! ‘Mione, tu fai parte del Club…non potresti prepararmela tu?” chiese la rossa con gli occhioni lucidi che avrebbero fatto sciogliere chiunque.
“Io non so se ho tempo…”
“Ti preego!”
Hermione le lanciò un’occhiataccia per poi sorriderle. Non si poteva tenere il broncio a Ginny.
“Ok! Di che pozione si tratta?” chiese sospirando.
“Pozione Vista: molto facile per te, disastrosa per me!” esclamò felice l’amica entrando per la grande porta.
“D’accordo. Passerò per il negozio di Erbologia e vedrò se è rimasto qualcosa…”
L’amica le si buttò tra le braccia “Ti adoro, Herm”
La ragazza sorrise, ma dentro di lei qualcosa si era spezzato.
Mezzosangue, Mezzosangue, Mezzosangue.
 
“E adesso si sfideranno il Campione Senior di Tassorosso contro Draco Malfoy!”
Non si poteva certo dire che la Sede del Club dei Duellanti di Tassorosso fosse il posto migliore per un duello d’inverno. Il grande prato del Campo d’Allenamento era ricoperto di neve e qualche fiocco iniziava a scendere, silenzioso. Blaise stava vicino alla ringhiera, insieme agli altri Tassorosso che erano accorsi per vedere il duello. Aveva un brutto presentimento, proprio brutto. Draco stava per sfidare uno del settimo anno, misericordia! Uno stangone dai capelli ricci e castani. Era evidente che qualcosa gli aveva danneggiato il cervello.
“Drake, non fare il cretino! Puoi ancora ritirarti!”
Il biondo si voltò verso di lui con una smorfia e ringhiò “Per chi mi hai preso, Zabini? Io non mi tiro mai indietro!”
Lo so,pensò tristemente il nero.
“Siete pronti?” chiese il giudice.
I due annuirono.
“Mano alle bacchette!”
Draco estrasse la bacchetta dalla tasca dei pantaloni e la puntò contro l’avversario. Sospirò forte, formando delle nuvolette nell’aria.
“Ora l’inchino”
Odio tutte queste formalità.
“Via!”
Draco non fece nemmeno in tempo a pensare ad un semplice incantesimo di difesa che si ritrovò a testa in giù, vittima di un Levicorpus.
I Tassorosso esplosero in una risata e Blaise si coprì il viso con una mano, mentre il suo amico tentava invano di divincolarsi.
Dannazione!
Incominciò a oscillare a destra e a sinistra, ma sembrava che i suoi piedi fossero come appesi ad una fune invisibile. Con la coda dell’occhio video una figura passare vicino al Campo, sembrava assorta nei suoi pensieri.
Quella è Granger!
Improvvisamente si ritrovò a terra con un tonfo. Si pulì il cappotto e con agilità scavalcò la staccionata, osservato da tutti.
“Ehi Malfoy, che fai? Scappi?”
“Non sono affari tuoi!” gli urlò dietro, mentre correva verso la figura.
Hermione si strinse nel cappotto e tirò su col naso.
Non era da lei prendersela tanto per quello che avevano detto quelle Serpeverde.
Però…Daphne è così bella! Sembra una dea! In confronto a lei sono un ammasso di spazzatura!
“Granger! Ehi, aspetta!”
Si pulì con la manica gli occhi, per evitare che  la trovassero con gli occhi rossi di pianto, poi si voltò.
“Malfoy! Che cosa ci fai…?”
“Stavo facendo un giro quando ti ho vista. Dove vai?”
“Negozio di Erbologia. Devo preparare un pozione Vista per Ginny Weasley”
Lui le fece un sorriso sghembo “Ehi, ma che amici sono quelli che ti sfruttano?”
“Loro non mi sfruttano affatto! Mi piace aiutarli quando hanno bisogno!” disse offesa.
“Se lo dici tu, Mezzosangue…”
Lei gli tirò un pugno sul braccio “Non chiamarmi così!”
Fu allora che lui notò i suoi occhi arrossati.
Deve aver pianto?
Fu allora che vide quegli stessi occhi diventare lucidi e riempirsi di lacrime.
Fu allora che, improvvisamente, si sentì in colpa.
I Malfoy non si sentono mai in colpa, si ammonì.
Una lacrima le rigò il viso, ma lei non voleva farsi vedere così debole. Non di fronte a lui, perlomeno.
“Sei sempre il solito bastardo. Non cambierai mai” lo accusò lei con tono duro.
Lui le mise una mano sulla spalla “Ehi, non intendevo…”
“Lascia stare. Tornatene dal tuo Carlino! Siete proprio uguali voi due, come dice un modo di dire babbano: «Chi si assomiglia si piglia» e voi, sicuramente, vi assomigliate tantissimo.”
Si mise a correre verso gli spogliatoi di Quiddicht, i passi veloci attutiti dalla soffice neve, mentre il ragazzo la guardava allontanarsi e scappare verso quel luogo sicuro.
Draco si mise una mano fra i capelli e rabbrividì.
Era talmente arrabbiata che si è dimenticata della pozione…
 
Hermione subito dopo cena si diresse verso le Serre di Erbologia, per iniziare finalmente la pozione. Era una fortuna che Ron avesse fatto scorta di ingredienti, così poteva evitare di passare dal Negozio. Aprì la porta fatta di vetro e si avvicinò al tavolo con i calderoni. Una pianta di dubbia origine fece un verso stridulo e le si ritrasse pronta, andando ad urtare il tavolo su cui c’era una fiala e vicino un biglietto. Lo lesse e sorrise leggermente.

 
Ecco la Pozione Vista per la Weasley. Ne voleva giusto una fiala, no?

 D.M.



 

Grazie a tutti per i messaggi personali che mi inviate con le vostre opinioni. Sono davvero importanti per me! Lasciatemi anche qualche recensione, dai ;) Baci, Kairi
 

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Capitolo 10
*** Capitolo X ***


Ecco arrivato il Ballo del Ceppo! Avete visto che non ci ho messo tanto ad aggiornare? Grazie per le vostre opinioni, grazie di cuore! Buon Natale e Felice Anno Nuovo a tutti voi!
Kairi



Ore 9.30 Sala Grande

 
Era arrivato il Giorno, la Vigilia di Natale. I regali erano stati comprati, impacchettati e messi sotto l’albero e l’intera Hogwarts era in fermento: le vacanze, le lezioni terminate e, ovviamente, il Ballo del Ceppo. Per l’evento l’intero castello era stato addobbato con più cura nei dettagli: ghirlande, candele fluttuanti per i corridoi…
Nel pomeriggio l’intera Sala Grande sarebbe stata addobbata per l’occasione speciale. Per ora, c’era solo l’immenso albero di Natale che, come ogni hanno, aveva portato Hagrid.
Tutte le ragazze erano in uno stato d’agitazione elevatissimo: prima fra tutte, Hermione. Sedeva al tavolo di Grifondoro e rigirava nervosamente il suo the.
Ginny, seduta di fronte a lei, la fissava perplessa.
“Mi. Chiedo. Perché. Sono. L’unica. A. Non. Aver. Trovato. Un. Dannato. Vestito!” sbraitò la Granger, continuando a rimestare la bevanda.
“’Mione, calmati…”
“Calmarmi? Non è possibile! Abbiamo girato negozi su negozi e non, ripeto, non un misero vestito! Capisco di essere di gusti difficili…”
Ginny alzò un sopracciglio.
“Ok, ho gusti molto difficili…ma in più sono anche la dama di Viktor Krum, Campione Tremaghi! Tutti mi fisseranno, mi giudicheranno e chissà quante altre cose terribili! Perché…” La sua parlantina era tanto veloce quanto il modo con cui rigirava il cucchiaio nella tazza.
“Mione, calmati!, - sbottò Ginny prendendole le mani – Guarda che hai combinato!”
Hermione abbassò gli occhi per vedere il suo the rovesciato sul tavolo e la tazza quasi vuota. La bevanda, inoltre, era schizzata anche sul suo maglione. Prese un fazzoletto per cercare di asciugare e poi sussurrò: Tergeo. La macchia sull’indumento si rimpicciolì fino a poi sparire.
“Fai un bel respiro. Ok, non hai un vestito: non è un dramma! Puoi usare quello della festa dell’anno scorso!”
Hermione scosse la testa. “Ginny, queste feste sono diverse da quelle del triennio…questa volta ci saranno anche i ragazzi più grandi!”
“Beh, non risolverai niente a stare qui a compiangerti!”
L’amica tirò su un sopracciglio. “Non possiamo uscire a fare compere, oggi…ricordi? L’ha detto la McGranitt”
“Lascia fare a me” le rispose l’amica.
“Cos’hai in mente?”
“Ho i miei metodi…” disse in modo misterioso lanciando un sorriso in direzione di un Corvonero del sesto anno alle spalle di Hermione.
“Cambiamo discorso…sei sicura che la pozione l’abbia preparata Malfoy?”
“Se non ha minacciato qualche povero Tassorosso di consegnargliela subito…credo di sì” ammise Hermione.
“È stato un gesto…carino”
Non l’avesse mai detto. Il viso di Hermione diventò tutto rosso dalla rabbia.
“L’ha fatto per umiliarmi, niente storie! Crede di essere più bravo di me!”
“Ok, ok, non parlo più! Agitazione a mille!” alzò le mani con fare di resa.
 
Ore 19. 30 Dormitorio di Serpeverde
 
“Drake! Ci sei?”
“Arrivo!”
Il biondo si sistemò il ciuffo dei capelli leggermente all’insù con una strana sostanza che i Babbani chiamavano “gel”. Rendeva i capelli duri, quasi spinosi e riusciva a tenerli in alto, come per magia. Uscì dal bagno, per specchiarsi nello specchio intero. Aveva un tuxedo nero con la camicia bianca. Al collo un cravattino sempre bianco. Si rigirò più volte per vedere il risultato e ghignò tra sé e sé.
Niente male.
Blaise sembrava il suo gemello, se non fosse stato per il colore della pelle. Uscirono dalla stanza per andare nella loro Sala Comune. Pansy Parkinson indossavaun abito rosa
pallido molto sontuosoe al suo fianco, invece, c’era Daphne Greengrass con un abito verde scuro lungo fino ai piedi che stava benissimo con la sua carnagione.
“Drakeyy! Ma come sei bello, stasera! E non pensi che anche io sia bella??”
Draco le rivolse un sorriso tirato “Uhuh”
“Dai, su! Andiamo!” disse stridula lei, aggrappandosi al braccio del ragazzo che, dopo aver dato un’occhiata spaurita a Blaise, la seguì.
 
Ore 8.00 Dormitorio di Grifondoro
 
Hermione era sdraiata sul suo letto a singhiozzare. Aveva deciso: non ci sarebbe andata a quello stupido Ballo! Avrebbe speso la serata a leggere un buon libro…sì, avrebbe proprio fatto così. La porta si spalancò e sentì qualcosa che veniva buttato sul suo letto. Alzò il viso e si voltò per vedere chi fosse.
Ginny, che indossava già il suo vestito verde acqua, la guardò seria.
“Indossalo”
Hermione spostò lo sguardo sul suo letto: era un vestito! Un vestito bellissimo di color violetto.
“Ginny, ma come…?”
“Ti ho detto che avevo i miei metodi. Michael Corner mi ha aiutato a uscire fuori dalla scuola e mi ha accompagnata a fare compere…ma è una lunga storia! Quindi indossalo, che poi ti sistemo io quei capelli…Santo Cielo, Herm! Quando ti deciderai a fare qualcosa per quei poveri capelli?” le disse divertita mentre richiudeva la porta.
Hermione prese il vestito e se lo strinse al petto, sorridendo.
 
Ore. 8.30 Entrata della Sala Grande
 
Draco si era fermato all’ingresso della Sala Grande, perché Pansy si era fermata a spettegolare con alcune sue amiche sui vestiti delle altre ragazze. Si appoggiò al muro e si mise una mano fra i capelli.
Chi me l’ha fatto fare?
In quella frazione di secondo vide una ventina di persone girarsi verso la scala principale con espressioni scioccate. Incuriosito, si voltò anche lui.
Non può essere.
Quando la vide scendere dalla scalinata, pensò che il suo cuore stesse per fermarsi.
Indossava un lungo vestito violetto che riportava molte balze, i capelli elegantemente acconciati in una sorta di chignon. Era proprio la Principessa di Grifondoro: Hermione Granger. Sorrideva imbarazzata, portandosi dietro l’orecchio un leggero boccolo che le ricadeva sul viso. Anche Potter e Weasley erano visibilmente stupiti.
Appena vide Victor Krum venirle incontro, Draco sentì un forte dolore allo stomaco e una rabbia accendersi dentro di lui.
Che succede? Sembra quasi che io sia geloso di quel bulgaro e la Granger…impossibile.
Pansy gli tirò una gomitata, alquanto contrariata “Draco, andiamo?”
Lui annuì ed entrò nella Sala Grande, lanciando un’ultima occhiata alla coppia che stava parlando con la Professoressa McGranitt.
 
La sala sembrava un immenso palazzo di ghiaccio ed un incantesimo faceva sembrare che la neve cadesse dal soffitto. L’abbagliante luce bianca ferì gli occhi di Draco, ma venne riscosso da uno scrosciante rumore di applausi che accoglievano le quattro coppie principali. Senza esitare si sporse in modo da poter vedere meglio la scena: Hermione sorrideva imbarazzata a Krum e non appena la musica iniziò incominciarono a ballare un valzer. Draco osservò Krum posare una mano sul fianco della ragazza e con disgusto tolse lo sguardo. Si morse leggermente il labbro inferiore per poi prendere un bicchiere di punch dal tavolino dietro di lui.
“Draco, balliamo?” gli chiese Pancy con un sorriso.
“No” rispose secco lui,  senza staccare gli occhi color ghiaccio dalla coppia e senza prestare minimamente attenzione alla Serpeverde.
“Perché no?” insistette la ragazza con un tono lamentoso.
“Non ne ho voglia”
“Ma è un Ballo e se noi non…”
Lui la interruppe lanciandogli un’occhiataccia, alquanto seccato di dover perdere di vista la Granger. “Parkinson, mi hai definitivamente rotto. Lasciami in pace e vattene”
Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime e se ne corse via dalla Sala.
Draco continuò a bere indisturbato il suo drink, non si sentiva in colpa. Per niente. Aveva accettato di andare al Ballo del Ceppo con la Parkinson solo per pietà. Blaise si avvicinò e battè un pugno contro quello di Draco, per poi appoggiarsi al tavolino dietro di lui.
“Blaise”
“Drake”
“Come va la serata?”
“Oh, benissimo. È appena incominciata la festa e la mia ragazza di Beauxbatons sta già ballando con un orso bulgaro” disse sorseggiando il suo drink e facendo un cenno con la testa in direzione della sua bionda accompagnatrice. Draco trattenne un sorriso.
“Parkinson?”
“È scappata a piangere con Daphne, credo”
Blaise sorrise, divertito “Wow, mate, ma che le hai fatto?”
Il biondo tirò su un sorso. “Le ho detto solo la verità”
“Capisco. Comunque…sta bene, la Granger”
“Già…” ammise Draco con un sorriso.
Ad un tratto notò che Krum lasciava la presa su Hermione e le diceva qualcosa sorridendo. Lei rise e fece cenno di sì con la testa, guardandolo mentre si allontanava verso i corridoi.
Senza pensarci due volte appoggiò il bicchiere sul tavolo e si diresse verso di lui.
Blaise fece un ghigno.
Vai, mate. Tifo per te.
 
 
Draco seguì il ragazzo, che stava andando in bagno. Appena fu solo lo colpì alle spalle con un Pietrificus Totalus. Il povero bulgaro atterrò a terra rigido come una scopa. Draco ripose la bacchetta in una tasca del mantello.
“Scusa amico, Granger ha altri programmi adesso” gli disse con un ghigno.
Ritornò nella Sala Grande e si diresse verso un’Hermione preoccupata.
“Granger, che hai? Cercavi me?” chiese con un ghigno.
La ragazza si voltò verso di lui, lanciandogli un’occhiataccia.  “No, non cercavo te, Malfoy. Sto aspettando Viktor Krum.” Sibilò acida lei, marcando per bene il nome del ragazzo.
Il ghigno di Draco si allargò. Krum non verrà per un po’.
“Beh, ci sta mettendo un po’, non credi? E mi dispiace lasciare una ragazza qui da sola” le disse avvinandosi.
Il cuore di Hermione perse un colpo. Era così dannatamente vicino.
“Vuoi ballare con me?” le sussurrò ad un orecchio.
Lei annuì, incapace di proferire parola. Lui con una mano le cinse un fianco, mentre con l’altra  le prese la mano. I suoi occhi grigi incrociarono quelli color cioccolato della ragazza ed incominciarono a ballare. Hermione non sentiva più la magnifica musica suonata dall’orchestra, non sentiva i dolci violini e i flauti. Sembrava tutto ovattato. Tutto quello che poteva fare era continuare a guardare negli occhi Draco, e a sentire il battito del suo cuore accelerare. Non pensava nemmeno a dove potesse esserci cacciato Krum. Krum? Chi è, Krum?
Da quanto stavano ballando? Dieci minuti? Un secondo? Una vita?
Vorrei stare tra le sue braccia per sempre, pensò socchiudendo gli occhi per sentire il profumo del ragazzo. Le faceva girare la testa.
Ma che. diavolo. sto. pensando??! Finì la musica e il ragazzo la teneva ancora stretta a sè. "Malfoy, potresti lasciarmi andare?" chiese lei visibilmente imbarazzata.
"Dai, ammettilo Granger. Ti è piaciuto stare con me, vero?" le chiese alzando un sopracciglio. La ragazza arrossì violentemente. Ecco il solito Malfoy.
"Sei bravo a ballare, tutto qua"

Lui rise, poi le prese la mano e ne baciò il dorso delicatamente. "Non sei così male, Granger" Lei lo guardò stupefatta, poi lui si voltò mentre se ne stava andando. Le fece un cenno con la testa "Ah, dimenticavo...bel vestito."
Il suo solito ghigno comparve sul suo volto e si perse nella folla. Si sentiva leggera, la testa le girava leggermente. E accidenti a queste scarpe col tacco! Individuò un tavolino a cui erano seduti i suoi migliori amici e si sedette in mezzo a loro.

“Fa caldo, vero?”
"O ho bevuto troppa burrobirra, o mi è sembrato di vederti ballare con Draco Malfoy?" chiese Ron alzando un sopracciglio.
"Pensavamo fossi venuta con Krum," continuò Harry.
Hermione scosse la testa."Viktor, non l'ho più visto..."
"Abbiamo visto come ti guardava..."
"Ma chi?"

"Malfoy, naturalmente!"
All'improvviso Hermione sentì qualcuno che le afferrava la mano. Alzò lo sguardo e vide Ginny, la sua salvezza.
 "Scusateci furboni, ma io e la mia migliore amica dobbiamo andare ad incipriarci il naso!"
 
La ragazza trascinò letteralmente Hermione nel gabinetto. "Ok, raccontami tutto."
 "Raccontarti cosa?"
"Di te e lo Slytherin Sex God!" disse Ginny, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Hermione la guardò confusa.
"Slytherin...cosa?"
Ginny battè le mani. "Su, il Principe di Serpeverde! Malfoy!"
"Ginny, non c'è niente di niente tra me e Malfoy. Abbiamo solo ballato."
"Solo ballato? Eravate attaccati come due sardine in una scatoletta! E che dire delle occhiate che ti lanciava..."
Hermione sbattè gli occhi "Quali occhiate?"
"Quando stavi ballando con Krum, non ti toglieva gli occhi di dosso. Non ha nemmeno invitato a ballare Pansy! Le sta bene a quella vipera!" le spiegò la Weasley.
"Ma stai dicendo sul serio, Ginny?"
"Ovvio! Sembrava che da un momento all'altro ti volesse saltare addosso"
Hermione rise fragorosamente e tirò un leggero pugno sul braccio dell'amica.
"Ma dai! Mi ci vedi a me con quello spocchioso di Malfoy? Però devo ammettere che da quando Piton ci ha messi insieme a Pozioni, è diventato molto meno detestabile..."
"Ahah! Ci stai facendo un pensierino?" le chiese l'amica divertita alzando un sopracciglio.
Hermione arrossì "Ma neanche per sogno!"
Ginny le sorrise e l’abbracciò. “Ok, ok. Dai, Harry e mio fratello ci staranno aspettando di là…”
“Poverini, le loro accompagnatrici li hanno scaricati!” disse ridendo Hermione.
Le due amiche rientrarono nella Sala Grande dove tutti si stavano scatenando con un gruppo rock che cantava una strana canzone: Can you dance like an Hyppogriff?
La musica era strascinante e coinvolgente. Le due ragazze si misero a ballare e quando si fece tardi ritornarono barcollanti nel loro dormitorio.
Hermione si buttò sul letto.
“Ginny?”
“Uh?”
“Come hai chiamato prima Malfoy?”
“Slytherin Sex God. Dai, anche se è insopportabile è irresistibile”
“Uhuh…” disse Hermione prima di chiudere gli occhi. Capelli biondi chiarissimi, occhi color ghiaccio e devastante sorrisetto sempre sulle labbra. Per non parlare del corpo da Cercatore che si era costruito. Hermione rise tra sé e sé.
Ehi, ma Viktor che fine ha fatto?

 

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Capitolo 11
*** Capitolo XI ***


Dopo la sera del Ballo le cose cambiarono: Hermione era andata a stare dagli Weasley nelle vacanze di Natale, Draco era tornato a Villa Malfoy. Si erano poi incontrati sul treno per Hogwarts e si erano scambiati uno sguardo e un silenzioso cenno con la testa. A scuola Hermione pensava che Draco la evitasse o che avesse, per il momento, deciso di non insultarla più. L’unico momento in cui erano ancora a stretto contatto erano le ore di Pozioni. Hermione lo guardò di sottecchi mentre lui era intento a leggere la preparazione della pozione sul suo libro. Sembrava che quel minimo di rapporto civile che avevano duramente conquistato fosse sparito via con l’inizio dell’anno nuovo. Sembrava che quel momento magico che avevano vissuto al Ballo del Ceppo non fosse mai accaduto.
Si ritrovò a sospirare.
Il ragazzo alzò gli occhi per incontrare quelli della ragazza.
“Granger, perché mi fissi? Capisco di essere maledettamente bello, ma non ti hanno insegnato che è maleducazione?” disse acido.
Lei gli fece una smorfia “Non ti stavo fissando. Stavo solo…pensando”
“A chi? A me?” chiese con un sorriso sghembo “Beh, se hai finito il tuo ragionamento, io vorrei riprendere a leggere e ti consiglio di fare lo stesso, dato che dopo la lezione chiederò a Piton di ritornare a fare coppia con Blaise”
Lei sbarrò gli occhi. Non se l’aspettava, cioè, le coppie erano già state decise e di solito non venivano cambiate per il resto dell’anno.
“E perché, di grazia? Sentiamo!” chiese lei con fare fintamente disinteressato.
“Ho realizzato che stare vicino ad una sporca Mezzosangue può far male alla salute.  E io non voglio star male” ringhiò tra i denti, lanciandole uno sguardo duro.
Gli occhi le incominciarono a pizzicare e la vista le si annebbiò leggermente.
Oh no, Hermione ne avevamo già parlato: niente più lacrime, ricordi?
Tirò su col naso, prese velocemente i suoi libri portandoseli al petto ed uscì dall’aula, lasciando il ragazzo a seguirla con lo sguardo.
Il ragazzo sospirò e Piton si avvicinò al suo banco.
“Dove correva la Granger?”
“Non lo so, signore. Non l’ha detto”
“Beh, se è così, allora 20 punti in meno a Grifondoro!” sentenziò il professore, scribacchiando qualcosa su di una pergamena.
Draco notò degli sguardi assassini da parte di Weasley, dato che Potter si stava preparando alla seconda prova che si sarebbe svolta nel pomeriggio. Non ci badò, riprendendo a leggere.
 
“Ho sentito che ti hanno messo al corso di Pozioni insieme a quella Granger, com’è?” chiese Narcissa sedendosi a tavola.
“La Mezzosangue?” chiese stupefatto Lucius Malfoy.
Draco rigirò il cucchiaio nella sua zuppa con fare svogliato “È stato Piton a metterci insieme e…non è così male. È intelligente”
Lucius batté un pugno sul tavolo “Draco, non puoi fraternizzare con una della sua…specie! Il suo sangue è sporco, persone come lei non sono degne. Fatti cambiare compagno”
Draco annuì “Però…”
“Però…ricorda le parole dei tuoi antenati, Draco. Come diceva il vecchio Brutus:
‘Di questo possiamo star certi: che qualsivoglia mago dimostri gradimento della società dei Babbani sia di modesto intelletto, di magia tanto fiacca e meschina ch'egli può sentirsi superiore soltanto se si circonda d'ignobili Babbani.
Nulla è più sicuro segno di debole magia che una predilezione per la compagnia non magica’, Vuoi dunque essere debole?” gli ringhiò il padre.
“No!”
“Ti senti talmente inferiore da doverti circondare da inetti per avere un minimo di gratificazione?”
“No, io…”
“Allora il discorso è chiuso” terminò Lucius, riprendendo a mangiare.
 
Non voglio essere debole.
 
Nel pomeriggio, come tutto il resto della scuola, lui e Blaise salirono su di una barca che li avrebbe portati alle enormi piattaforme a più piani che erano state montate per la Seconda Prova. Arrivati salirono le scale e si misero nel secondo piano. Draco si strinse nel cappotto e si posizionò meglio la sciarpa verde-argento, dato che l’aria gelida lo stava uccidendo. A dirla tutta in quel momento non invidiava nemmeno un pochino Potter, che era pronto per gettarsi nell’acqua ghiacciata del Lago Nero. Strappò di mano un binocolo ad un piccolo Tassorosso che cercò inutilmente di riprenderselo, saltellando per arrivare alla sua altezza. “Ehi, è mio!”
“Taci, marmocchio” gli rispose lui annoiato.
Blaise, al suo fianco, ghignò.
“Benvenuti alla Seconda prova! Ora, i nostri Campioni dovranno raggiungere il fondo del Lago per salvare qualcosa a loro molto caro, qualcosa di molto prezioso ed importante” disse Silente.
“Un tesoro???” chiese Goyle alle spalle dei due ragazzi.
“Molto prezioso…speriamo qualcosa da mangiare!” disse con una risata Tiger.
Draco e Blaise si scambiarono un’occhiata e rotearono gli occhi.
“Blaise, perché continuiamo a tirarci dietro questi idioti?”
“Non ne ho idea, davvero”
Draco diede un’occhiata nel binocolo e mise a fuoco. Ogni Campione era circondato da un gruppo di amici, tutti tranne Potter. In realtà anche lui aveva intorno a sé qualcuno, Seamus Finnegan, Neville Paciock e Dean Thomas: delle nullità per i Serpeverde.
Quello che colpì Draco era il fatto che i migliori amici di Potter non fossero lì.
Che strano…
Ci fu un forte suono e tutti i concorrenti si tuffarono, tranne Potter che cadde in acqua come il perdente che era.
Rise.
 
Il tempo sembrava non passare più: quella prova, rispetto alla prima, era più “statica”, almeno per gli spettatori. I quattro Campioni avrebbero dovuto mettersi alla prova con le creature che popolavano il Lago. Ad un certo punto Fleur Delacour riemerse, il viso una maschera di terrore. Con lei non portava nulla. Un gruppo di ragazze di Beauxbatons la accolsero con degli asciugamani, la ragazza che piangeva senza sosta.
“La signorina Delacour non ha superato la prova” disse preoccupato Silente come se sapesse qualcosa ignota agli altri.
Poco dopo venne il turno di Cedric Diggory che riemerse accompagnato, con grande stupore di tutti, dalla Corvonero Cho Chang. A Draco venì un sospetto, un terribile sospetto.
“Blaise, dove sono Granger e Weasley?” chiese con tono duro.
L’altro lo fissò negli occhi e rimase in silenzio.

 "Dov'è Hermione?" chiese ancora scuotendo l'amico per le spalle. Una strana sensazione lo colpì, come se fosse stato attaccato da un Dissennatore, sembrava che tutto gli si stesse frantumando sotto i piedi.
Blaise abbassò gli occhi e voltò la testa, Draco seguì il suo sguardo.
Il Lago Nero.
No...

 Senza indugio si mise a correre giù per le scale, l’amico che lo seguiva.
“Dove stai andando, Draco?!”
“Dannazione, Blaise! Hermione è là sotto!” ringhiò il biondo puntando il dito verso il Lago.
“E che credi di fare? Non puoi fare niente! Niente!” gli urlò di rimando Blaise quando arrivarono al primo piano della piattaforma.
“Lo so, accidenti!” continuò battendo un pugno sulla palafitta.
Se ti dovesse succedere qualcosa, io…
 
Hermione riemerse con Viktor Krum, la testa le faceva male e si sentiva mancare le forze per via dell’acqua gelata. La aiutarono a salire sulla piattaforma e Ginny le diede un paio di asciugamani con cui avvolgersi.
La abbracciò senza badare al fatto che era fradicia e la condusse un poco più in là per
“Mione, ho avuto paura! E devo supporre che la persona che dovrà recuperare Harry è mio fratello,vero?”
Hermione annuì, scossa dai brividi di freddo.
“Amica mia aspettami qui! Ti vado a prendere qualcosa di caldo dal baracchino e altri asciugamani!”
Hermione le lanciò uno sorriso di gratitudine e pensò che se non ci fosse stata Ginny l’avrebbero dovuta inventare. Si sedette su di uno sgabello e si avvolse meglio nell’asciugamano ed alzò lo sguardo per incontrare quello di Draco. Lui le corse incontro e si mise in ginocchio per essere più o meno alla stessa altezza della ragazza seduta.
Le prese le mano fredde e…le urlò contro.
“Cosa diamine ti è saltato in mente di partecipare a questa prova?! Avresti potuto morire se quell’intelligentone di Krum non ce l’avesse fatta!”
“E a te cosa interessa, Malfoy? Lasciami subito, sono solo una sporca Mezzosangue, no? Potresti infettarti!” sputò lei con rabbia.
“Non dire mai più una cosa del genere! Se ti fosse successo qualcosa, io…” ribattè.
Poi le prese il viso con entrambe le mani e la baciò. La ragazza aveva le labbra fredde e continuava a sussultare per i brividi di freddo. E in quel momento Draco pensò che voleva tenerla al sicuro, che non avrebbe mai permesso che qualcuno le facesse del male, che l’avrebbe riscaldata lui quando lei avesse avuto freddo. Hermione invece era completamente confusa: quella mattina lui l’aveva umiliata, l’aveva trattata malissimo e ora la stava baciando. Per un secondo chiuse gli occhi, così non riuscì a vedere l’espressione felice di Blaise o Ginny che lasciava cadere la tazza con il suo the per terra dallo schock.
“Ehi Weasley, cerca di stare più attenta!” le disse il nero scansandosi.
“Zabini, è una reazione del tutto normale. Cioè, chi avrebbe mai pensato che proprio quei due…” rispose gelida la rossa.
“Ah, io no di certo” disse l’altro alzando le mani con fare di resa.
Poi tutto fu molto veloce, Hermione si staccò dal bacio ed assestò uno schiaffo a Draco.
Il ragazzo si mise una mano sulla guancia, che incominciava ad arrossarsi e la guardò senza capire.
“Sei un cretino. Un emerito cretino! Lo sai?” gli urlò lei con le lacrime agli occhi.
Orgoglio Grifondoro.
“Sai cosa hai appena fatto? Mi hai rubato il mio primo bacio! Quello che io conservavo per una persona importante, non di certo te!”
Draco si massaggiò ancora la guancia e la vide andare via, trascinandosi via una Weasley perplessa.
“Blaise che cosa è successo?”
Mate, non chiedermelo perché io non capisco proprio”
Sentì uno scroscio di applausi e molta gente gli passò di fianco, accalcandosi verso la sponda della palafitta. Si rialzò da terra e vide Hermione abbracciare e baciare in fronte Potter.
“Per il grande coraggio e la generosità del signor Potter che, non solo ha salvato il signor Weasley, ma anche l’altro piccolo ostaggio, siamo felici di dargli il secondo posto!”
Pottino Potter, l’eroe del giorno. Certo che deve sempre averla vinta lui!




n.d.a. Non aggiornavo da tantissimo, scusate! Oggi, per festeggiare le superate 3500 visite complessive penso che aggiornerò anche l'altra mia fanfiction "The Junior Death Eaters" :D Grazie ai tanti che hanno aggiunto alle preferite, seguite e ricordate e a chi ha recensito! Buon 2012!

 

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Capitolo 12
*** Capitolo XII ***


Come vi avevo detto, io le promesse le mantengo sempre! Bentornati a tutti e benvenuti ai nuovi fan. Kairi è tornata(non so se è un bene o un male). Mi mancava tanto postare i miei lavori su EFP, ma la scuola non mi ha dato tregua. Capitolo un po' corto sì, ma mentre lo scrivevo mi sentivo una bella sensazione addosso. Stiamo arrivando alla fine del Quarto Anno, mancheranno 1 o 2 capitoli al massimo. Grazie a tutti per il vostro supporto e per la vostra pazienza e ve lo ripeto: "Memory of Lightwaves" è il mio bambino, non lo lascerò mai da solo. E ora, dopo questo stacchetto strappalacrime,(cos?) vi lascio alla fanfiction. Enjoy! xoxo



Quando scese per colazione, la Sala Grande era già gremita di studenti che si ammassavano verso i tavoli delle loro Case. Si mise a sedere vicino a Blaise e di fronte a Theodore Nott, intento a ruminare qualcosa che sembrava essere porridge.

 “Giorno” abbozzò Blaise.
“Ehi” gli rispose poco convinto Draco, prendendo una mela verde dal cesto di frutta davanti a sé. Incominciò a girarsela tra le mani, con fare annoiato.
Lanciò uno sguardo verso il suo tavolo. Lei era lì a parlare animatamente con la sua amica Weasley e, per un secondo, incrociò il suo sguardo per poi guardare da un’altra parte con fare imbronciato. Lui mantenne lo sguardo fisso su di lei e Blaise gli si accostò all’orecchio: “Smettila”
“Non posso”
“Smettila. O ti renderai ridicolo davanti a tutti. E Pansy sta arrivando, smettila subito!” gli ripetè un’ultima volta prima di scansarsi.
Pansy Parkinson si mise a sedere vicino a Draco, scoccandogli un bacio sulla guancia.
“Buongiorno Drakey”
Nott scoppiò a ridere e nel frattempo quasi si strozzò con un boccone di salsiccia. Sul viso di Blaise comparve un sorriso tirato.
Il biondo roteò gli occhi e sbuffò “Parkinson. Quante volte ti ho detto di non chiamarmi così?!”
Lei fece spallucce ed incominciò a spalmare su un pezzo di pane della marmellata di albicocche “Ragazzi avete sentito l’ultima? Pare che la Granger e Krum facciano sul serio”
“In che senso?” chiese con fare disinteressato il biondo lanciando un’occhiata a Blaise.
“O suvvia, Draco, lo sai che non mi piace spettegolare…” gli rispose la ragazza addentando un pezzo di pane “E comunque perché ti interessa?”
“Niente, tanto per avere nuovo materiale per insultare la Granger”
Pansy parve soddisfatta di quella risposta ed accennò un sorriso: “Ho sentito dire da fonti certe che i due si vedano quasi tutti i pomeriggi per fare lunghe passeggiate giù al lago o per trovarsi in biblioteca a leggere…ma che barba! Se fossi io la ragazza di Krum lo intratterrei in attività più divertenti…” disse con occhi sognanti, dimenticandosi per un momento dei tre Serpeverde che la guardavano con espressioni sconcertate.
Draco diede un morso alla mela verde e vide Hermione, dall’altro lato della Sala, che si alzava per andare via. Raccattò il suo libro sul tavolo e la seguì senza dire una parola, lasciando i suoi compagni ai loro problemi. Quando la vide imboccare un corridoio aspettò che non ci fosse nessuno in circolazione per incominciare a chiamarla a gran voce: “Granger!”
Lei non si voltò nemmeno ed accelerò il passo, ma il ragazzo la raggiunse facilmente.
“Che ti prende?” chiese con un ringhio afferrandola per un braccio e appoggiando la esile figura della ragazza contro il muro.
“Lasciami, Malfoy. Subito” gli rispose lei tra i denti.
“Perché” non era una domanda. Era un esplicito ordine.
“Non abbiamo niente da dirci, non credi?” sbottò lei cercando di tirargli uno schiaffo con la mano libera.
Lui, con i riflessi pronti da Cercatore quale che era, riuscì ad intercettarle la mano ed il solito ghigno comparve sul suo volto. Si avvicinò leggermente, guardandola negli occhi.
Hermione venne scossa da un brivido: non le piaceva come la stava guardando. Le faceva quasi paura.
“Ascoltami bene, piccola Mezzosangue: per me quel bacio non ha significato niente”
“Beh, se per questo anche per me non aveva significato. Mi ruga solo che fosse il mio primo bacio e che sia stato tu a darmelo. Mi chiedo ancora perché tu l’abbia fatto” puntualizzò lei.
Lui si fece più vicino e il suo ghigno si allargò  “Penso sia colpa degli ormoni”
“Beh, vedi di tenerli a bada i tuoi ormoni”
“Non so se ci riuscirò” le sussurrò lui e per un attimo Hermione pensò che volesse baciarla.
Qualcuno si schiarì la voce, interrompendoli.
“Che succede qui?”
Draco si voltò per vedere chi avesse parlato trovandosi faccia a faccia con Harry Potter.
“Non sono fatti tuoi, Potter” gli disse con sdegno.
“Ed invece credo proprio che siano fatti miei, Malfoy” imitando quello che il suo rivale aveva appena fatto con lui.
“Harry…lascia stare” disse con voce flebile Hermione.
Draco la fissò per un momento e poi mollò la presa, Harry le circondò le spalle con un braccio ed incominciarono ad incamminarsi verso l’aula.
“Tutto a posto?” le chiese, protettivo, lanciando un’ultima occhiata omicida a Draco.
“Sì, ora sì” replicò lei appoggiando la testa sulla sua spalla.
Draco li vide allontanarsi, la rabbia che gli ribolliva nel sangue.
 
Hermione si sentiva in colpa per non aver confessato ai suoi migliori amici che cosa era successo tra lei e Draco. Non voleva aggiungere altri problemi e pesi su Ron ed Harry, e aveva implorato Ginny di tenere la bocca chiusa.
Nel pomeriggio si sedettero sul letto dell’amica ed incominciarono a mangiare qualche pop-corn dal sacchetto.
“È stato così romantico ed intenso, ‘Mione!”
“Io…”
“Non puoi dire il contrario! Draco era così disperato all’idea di perderti!”
“Ehi! Stiamo parlando di Malfoy e non aveva certo il diritto di baciarmi! E poi, sii realista, l’ha detto lui stesso che quel bacio non aveva significato. A 15 anni gli ormoni sono impazziti…”
“Doveva chiederti il permesso?”
“No, però…”
“Oh, allora basta! Dai, su, voglio i dettagli! Com’è stato?”
Hermione ridacchiò ed arrossì leggermente.
“Bello…mi sembra ancora di sentire…”
 
“…le sue labbra sulle mie” sussurrò Draco toccandosi con le dita le labbra. Quelle della ragazza erano state così morbide, invitanti e fredde sulle sue, a causa della prigione d’acqua gelida in cui era stata rinchiusa per la Seconda Prova.
“Ehi Malfoy! Ci sei? Il Boccino è laggiù, dannazione!”
Giornata sbagliata per il Quiddicht, oggi.
Il sole stava calando dietro le montagne in lontananza, le nuvole stavano assumendo un colore roseo ed il cielo sembrava diviso per fasce di colore: nel punto in cui stava tramontando il sole era arancione, per poi passare più su al rosa, a quello che sembrava un verde acqua, all’azzurro e poi infine al blu. Le ombre delle torri del Campo si stavano allungando sul prato e l’aria si stava facendo più fresca. Con il sole alle spalle che creava una sorta di aurea intorno a lui, si lanciò in picchiata verso il Boccino che quel giorno sembrava ancora più deciso a non farsi acchiappare. Dopo vari buchi nell’acqua il ragazzo si avvicinò all’entrata del campo e scese dalla scopa, avviandosi verso gli spogliatoi.
“Malfoy, dove stai andando?”gli urlò dietroGraham Montague.
“Sono fuori, Montague” gli rispose  facendo un cenno con la mano.
È diventato il nuovo Capitano quest’anno e crede di poter fare quello che vuole. Patetico.
“Guarda che se te ne vai, non giocherai alla partita!”
“È una minaccia? Devo ricordarti chi ci ha procurato tutta questa attrezzatura, Montague?”
L’omaccione si ammutolì e Draco, non udendo risposta, riprese il suo cammino. Non si scomodò nemmeno di cambiarsi, rimanendo così con la sua uniforme da Quiddicht. Si lavò il viso e con l’acqua si ravviò un poco i capelli, poi prese un asciugamano e se lo mise al collo, dirigendosi verso la biblioteca. Aveva dovuto restituire, malvolentieri, quel grosso tomo dove aveva letto per la prima volta di Legilimanzia e Occlumanzia e adesso lo rivoleva indietro. Voleva saperne di più, cercare più a fondo altre informazioni che la prima volta non aveva potuto cogliere. Varcò la grande porta e passò di fronte alla scrivania di Madama Pince.
“Signor Malfoy!” disse con voce stridula e petulante.
Lui si voltò e si accostò alla scrivania “Che c’è?”
La donna si mise le mani sui fianchi e si sistemò gli occhiali a mezzaluna sul naso “Lei non penserà di poter entrare in biblioteca in questo stato, spero!”
Lui si osservò bene: l’uniforme verde smeraldo era macchiata in vari punti di terra e i suoi stivaletti marroni stavano lasciando sul pavimento zolle del Campo di Quiddicht qua e là.
“Beh, in effetti sì. Sono appena tornato dal Campo e ora ho bisogno di prendere un libro o farò tardi a cena. Con permesso” le rispose girando i tacchi.
“Signor Malfoy!”
Il ragazzo roteò gli occhi, cosa voleva ancora quella donna?
“Mi fa piacere vederla in biblioteca, dato che ci passa sempre pochissimo tempo. La devo informare, però, che quel libro che lei tanto cerca non è più disponibile”
Lui sgranò gli occhi e deglutì a fatica: “Come sarebbe che ‘non è più disponibile’?”
La donna fece un sorrisetto compiaciuto, sembrava proprio felice di averlo indisposto: “Poco fa è passata di qua una ragazza e l’ha preso in prestito. Che cara ragazza…”
Lui sbattè entrambe le mani sulla scrivania, spazientito: “Chi?”
Alcune ragazze spuntarono da dietro alcuni scaffali e si sentirono una serie di risolini e Draco poteva vedere con la coda dell’occhio che lo stavano indicando, ma non ci badò.
“Signor Malfoy, non sono tenuta a darle questo tipo di informazioni, mi dispiace”
Lui restò un attimo a fissarla con odio e poi se ne uscì imprecando a bassa voce.
 
Poco più tardi, a cena, mentre era intento a guardare il tavolo dei Grifondoro, Hermione Granger gli fece un cenno con la mano. Lui alzò un sopracciglio, visibilmente sorpreso e la imitò. Lei gli sorrise e sollevò con le entrambe le mani qualcosa di molto pesante.
Draco sussultò.
Dannazione, quello è il mio libro.

 

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Capitolo 13
*** Capitolo XIII ***


 

Pansy aveva ragione: la Granger e Krum stavano in qualche modo ‘insieme’. Negli ultimi tempi non era strano vederli girovagare per la scuola fianco a fianco, lui che le portava i libri e la aspettava fuori dall’aula finita la lezione. Era solito ricoprirla di fiori ed attenzioni, cosa che faceva invidia a tutta la popolazione femminile di Hogwarts. Ormai l’anno scolastico stava terminando e chi poteva sapere cosa ne sarebbe stato della coppia più famosa della scuola? Lavanda Brown e Padma Patil, le ficcanaso per eccellenza, avevano già messo in circolazione dei pettegolezzi riguardanti un presunto fidanzamento segreto, ma nessuno poteva dare la notizia come certa. Quella mattina tutte le lezioni erano state sospese, poiché era il giorno della Terza Prova. Nonostante l’estate si avvicinasse, il tempo non era stato per nulla clemente: nuvole nere minacciavano pioggia e nell’aria vi era un’umidità che sembrava entrare nelle ossa. Draco uscì dalla Sala Comune per fare quattro passi. Uscì dal Viadotto e si avviò verso uno dei Cortili. C’erano alcuni ciliegi in fiore e con il vento si staccavano dei petali rosa che davano colore alla giornata grigia. Aveva già incaricato Tiger e Goyle di distribuire in giro un po’ di spille anti-Potter e Blaise era andato dai gemelli Weasley per scommettere 100 galeoni sulla vittoria di Diggory. Si passò una mano tra i capelli biondi ed un gruppo di ragazze gli lanciò delle occhiate fameliche.
Come diceva suo padre: “Un Malfoy deve essere sempre al centro dell’attenzione”.
In quel momento si ricordò della lettera che aveva appena ricevuto il giorno prima: era stata sua madre a scrivergli e sembrava in agitazione per qualcosa, ma il ragazzo non sapeva quale sarebbe potuto essere il motivo. Tirò fuori la lettera dalla tasca della giacca nera e riprese a leggerla per l’ennesima volta.
 
Caro Draco,
sono così felice che tu stia terminando il tuo quarto anno, mi manchi molto.  Sono sicura che porterai a casa degli ottimi voti in tutte le materie e mi hanno anche detto che sei migliorato come Cercatore. Sono fiera di te, e lo è anche tuo padre. Ultimamente è stato trattenuto dagli impegni e non è stato molto presente a casa. Non vedo l’ora che tu torni a casa, il Manor è così vuoto e silenzioso…la signora Greengrass viene a farmi spesso visita per un the pomeridiano, così le giornate passano più velocemente. Tu come stai? Hai bisogno di qualcosa?
A presto,

tua madre

Era talmente immerso nei suoi pensieri che non si accorse di stare per scontrarsi con qualcuno. Improvvisamente venne urtato da…un mazzo di rose?
“Ehi, guarda dove vai! Mi rovini i fiori!” gli disse una voce.
Si tolse di dosso i petali che erano caduti e si sporse per vedere chi fosse il suo interlocutore. Gli venne naturale stamparsi sulla faccia un ghigno sarcastico.
“Faresti meglio a concentrarti sulla Terza Prova, Krum
Il bulgaro abbassò il mazzo per dargli un’occhiataccia “Che dire tu, moscerino?”
Draco fece un cenno con la testa nella sua direzione. “Dico solo che invece di stare dietro alla Granger, dovresti allenarti”
“Oh, tu sei gentile…” disse con sarcasmo l’altro “Fatti i fatti tuoi, ragazzino. Ti vedo come la guardi, cosa credi?” disse puntandogli un dito contro il petto.
“Toglimi le mani di dosso o muori” gli ringhiò di rimando il biondo.
“Io conoscere incantesimi che neanche tu immagini, pulce. Ma oggi io buono” gli rispose ridendo Krum, allontanandosi per la sua strada.
“Dov’è la Granger, ora?” gli chiese dietro, Draco.
“Si sta preparando per me. Ho ancora un po’ di tempo prima della Prova”
Non gli piaceva lo sguardo che aveva. Non gli piaceva per niente. Doveva sapere che cosa aveva in mente, così, senza nemmeno pensarci, estrasse la bacchetta e la puntò contro di lui.
Legilimens!
Protego!”
Una barriera azzurrina lo parò dall’attacco di Draco, che fallì miseramente.
“Stupida pulce, Legilimanzia non ti fa leggere i pensieri veri e propri di una persona.
Essa è basata sui ricordi o su intenzioni, ma tu non può saperlo. Il tuo era attacco deboluccio, se io essere sincero”
Dannazione.
“Beh, dato che tu essere così incapace con tuoi incantesimi, ti dirò io cosa ho intenzione di fare con la tua compagna: ho intenzione di portarmela a Durmstrang per passare l’estate insieme”
Draco scoppiò a ridere.  “E tu credi che lei possa accettare?”
“L’ha già fatto” gli rispose l’altro con un sorriso smagliante.
Draco rimase paralizzato, osservando il pavimento, e lo sentì avvicinarsi.
“Ah, mi stavo dimenticando…Questo è per il Petrificus Totalus del Ballo del Ceppo” e gli assestò un pugno sul naso che lo scaraventò a terra. Il biondo si rotolò per il dolore, mentre lo sentiva allontanarsi a passi veloci. Una serie di petali di rosa caddero a terra lentamente, adagiandosi sulla pozza di sangue formatasi sul pavimento.
 
Nell’ultimo mese lei e Viktor avevano passato molto tempo insieme: facevano passeggiate giù al lago e andavano in biblioteca. Non parlavano molto, Viktor era più un tipo “fisico”, nel senso che la guardava studiare, gli piaceva abbracciarla e tenerla per mano.
Era lusingata da tutte quelle attenzioni che il ragazzo le dava, non ci era abituata.
Non riusciva ancora a comprendere come un Campione si fosse minimamente interessato a lei. Viktor andava per i 18 anni, era un uomo, e rispetto a lui i compagni di Hermione erano ancora molto infantili. La ragazza strinse a sé i suoi libri e si avviò verso il luogo dove avrebbe dovuto incontrarsi con Viktor…circa mezzora prima. Era nervosa, non sapeva ancora cosa rispondere alla sua proposta che le aveva fatto il giorno prima…
Girò l’angolo e non poté fare a meno di strizzare gli occhi più volte.
Non riusciva a credere ai suoi occhi: poco più in là, Draco Malfoy, sdraiato sul pavimento, stava cercando di mettersi in posizione seduta, dal naso gli usciva il sangue, copioso.
Lasciò cadere i libri a terra con un tonfo e si precipitò verso di lui.
“Draco! Che ti è successo?” chiese preoccupata, accovacciandosi a terra vicino a lui e prendendogli il viso tra le mani.
Il ragazzo alzò gli occhi grigi per incontrare quelli color cioccolato della ragazza: l’aveva chiamato Draco. Non Malfoy. Non Malferret. Non Furetto. Draco.
Continuava a toccarlo con le sue piccole mani in viso, sulle braccia e anche sul petto, temendo che fosse ferito da qualche altra parte. Se fosse riuscito ad ignorare il dolore pungente al naso, l’avrebbe trovato tremendamente piacevole.
“Tranquilla Granger, è una cosa da niente” le disse, cercando di alzarsi.
La ragazza gli posò le mani sulle spalle, per farlo rimanere seduto.
“Una cosa da niente? Credo che il tuo naso sia rotto! Non preoccuparti, ci penso io”
“Granger, sto bene. Spostati e lasciami andare!”
“Non c’è niente di male a chiedere aiuto, ogni tanto! Oh, capisco…se l’aiuto viene da una Mezzosangue…”
“Ehi, questo l’hai detto t…”
La ragazza prese dalla tasca del maglioncino la sua bacchetta e la puntò contro il ragazzo. Draco sbarrò gli occhi, che cosa credeva di fare? Schiantarlo?
Rimase molto sorpreso, invece, nello scoprire che l’incantesimo non era affatto un Confringo. Hermione enunciò la formula a grande voce: “Epismendo!”
Si sentì un sonoro “crack” e il ragazzo gemette per poi toccarsi il naso, sbalordito.
Epismendo, eh? Dovrò ricordarmelo, la prossima volta”
“Un ‘grazie’ sarebbe anche gradito” gli disse sbuffando.
Lui le regalò un sorriso sghembo “Grazie”
Lei tirò fuori dalla tasca un fazzoletto bianco di stoffa ed incominciò a pulirgli il sangue via dalla faccia. “Allora, come è successo?”
“Oh, sono inciampato. Un Tassorosso mi è venuto addosso ed io sono caduto a terra” mentì.
“E non si è fermato ad aiutarti?” gli chiese, sorpresa.
“No, è fuggito via non appena si era accorto che era Draco Malfoy, quello che aveva travolto. Gli ho urlato dietro che gliel’avrei fatta pagare e se l’è data a gambe levate” rispose con un ghigno.
Lei terminò di pulirgli il viso e con un Tergeo ripulì anche la pozzetta di sangue che si era formata sul pavimento. Poi la sua attenzione fu catturata da alcuni petali di rosa, intorno al ragazzo. Ne raccolse uno, leggermente più rosso per essere stato a contatto col sangue.
“Che ci fanno dei petali di rosa qui?”
Draco fece spallucce e un forte vento si alzò, portandosi via con sé centinaia di petali di ciliegio.
Hermione rimase a bocca aperta, una mano ancora sul petto del ragazzo.
Lui si schiarì la voce e le sollevò la mano. “Ok, Granger. So che sono talmente bello da rimanere senza parole e che non vedi l’ora di mettermi le mani addosso, ma ti pregherei di guardare e non toccare per ora”
Lei lo guardò senza capire e poco dopo un rossore le inondò le guancie e si alzò di fretta.
Si stiracchiò i vestiti e fece un respiro profondo. “Ehm, sì. Io devo andare, ora”
Lui si alzò e la guardò divertito. “Uhuh”
“Ho tante di quelle cose da fare e…oh, per la barba di Merlino! Io dovevo vedermi con Viktor…un’ora fa!” disse guardandosi intorno spaesata.
"Sopravviverà" le disse il ragazzo, avvicinandosi.
"No, tu scherzi, ma sarà furioso! Tra poco ha la Terza prova e sarà agitatissimo e non vedendomi lui..." riprese, incominciando a parlare velocemente.
Lui si avvicinò a lei e le sollevò il mento con due dita, per poi appoggiare delicatamente le sue labbra sulle sue. Durò pochi secondi, ma fu molto dolce. Fu lui il primo a staccarsi e, senza dire nulla, si avviò verso una meta sconosciuta.
Per tutta risposta la ragazza rimase impietrita per qualche secondo, per poi voltarsi verso di lui, vedendolo allontanarsi.
“Malfoy!” gli urlò dietro, scandalizzata.
Il ragazzo non si voltò e un largo sorriso gli comparve sul volto.
 
Fu dopo qualche minuto che si ricordò delle parole di Krum:
Ti dirò io cosa ho intenzione di fare con la tua compagna: ho intenzione di portarmela a Durmstrang per passare l’estate insieme”
Odiava ammetterlo, ma aveva bisogno di lui. Doveva parlare con Potter.
Salì le scale fino al settimo piano e si fermò davanti al ritratto della Signora Grassa.
Trovare Potter. Un gioco da ragazzi, certo. Come diamine faccio ad entrare, adesso?
Si ravviò i capelli e sfoderò il suo sorriso migliore.
“Ehm, salve”
“Salve giovanotto” rispose cordiale il ritratto.
“Senta, io sto cercando Potter. È dentro?”
“Sì, caro. Ma non posso farti entrare senza parola d’ordine. E poi Harry si sta concentrando, ha la Terza Prova tra qualche ora, sai?”
“Scommetto che se la starà facendo sotto! Al diavolo la Terza Prova, si tratta di un’emergenza! Non potrebbe chiudere un occhio?”
“Serpeverde dei miei stivali, sei solo un ragazzino arrogante! E molto fortunato…”
“Perché?”
“Perché Harry sta uscendo proprio ora” e con questo la porta si aprì rivelando il ragazzo. Non appena si trovò davanti Malfoy, si fermò. Potter aveva gli occhi cerchiati di nero e i capelli scompigliati da tutte le parti. Indossava una maglia rossa e nera con il suo cognome sopra, probabilmente la divisa per la Prova.
“Malfoy? Che ci fai qui?”
Draco voleva essere il più diretto possibile e arrivò subito al punto.
“Senti Potter, non mi piace per niente il modo in cui Krum guarda la Granger”
Harry alzò un sopracciglio, non capendo.
“Che? E a te cosa importa? Scusami, ma io devo trovarmi giù col Professor Silente tra 10 minuti e non posso stare qui con te a…aspetta: Krum ha fatto qualcosa ad Hermione?” incominciò a dire sorpassandolo e scendendo per le scale.
Draco lo seguì. “Sì e…no. Voglio far scendere quel bulgaro dal piedistallo, mi sta rovinando la reputazione di ragazzo più popolare qui a scuola! E in più…la tua amica vuole andare via con lui.”
Harry si fermò un secondo per guardarlo con occhi sgranati. “Che??!”
“Non te l’ha detto? Ascolta, sono sconvolto quanto te, ok?”
“Non glielo possiamo permettere! Aspetta che lo venga a sapere Ron!”
“La Weasley sa qualcosa?”
“Non ne ho idea, proviamo a cercarla…eccola là! Ginny!” chiamò a gran voce.
La rossa, che stava parlando con delle sue amiche, si sentì strattonare per un braccio verso un angolo buio.
“Harry…cosa?”
“È vero che questa estate Hermione la passerà con Krum?” disse il ragazzo con gli occhiali.
La ragazza si morse il labbro inferiore ed incominciò a dondolarsi su un piede e l’altro.
“Ehm, non so se posso dirtelo…”
“Ginny!”
La ragazza sbuffò e si guardò attorno con fare circospetto.
“Ok, d’accordo…l’ha invitata e le ha proposto di essere la sua ragazza” confessò tutto di un fiato, sottovoce.
“Stai scherzando, spero!” le urlò di rimando Harry, sconvolto.
“Ma che belle notizie oggi, mi dicono!” replicò Draco con tono ironico.
“Harry!”
Albus Silente si fece strada tra gli studenti e raggiunse il gruppetto.
“Non c’è un minuto da perdere, ragazzo mio. Devi seguirmi verso l’Arena, i tuoi sfidanti si trovano già lì.”
“Professore, io devo…”
“Nessuna scusa, Harry. Se già in ritardo, vai! Noi ti raggiungiamo tra un minuto.” gli disse Ginny, spingendolo via.
Il ragazzo le lanciò un’occhiata malinconica e seguì il professore.
Draco stava per aprir bocca quando Ginny gli puntò un indice sul petto, proprio come aveva fatto Krum poco tempo prima.
“Malfoy, ma che ti è saltato in mente? Oggi Harry ha la Terza Prova! Con questa bella trovata l’hai messo in agitazione! Scommetto che l’hai fatto apposta!”
“Spiacente Weasley, niente piani oscuri e malefici per oggi. Ora datti una calmata, per favore. E muoviti, se vuoi trovarti un posto a sedere sugli spalti” le disse, gelido, avviandosi verso l’uscita.
 
“Oggi i nostri Campioni avranno il compito di attraversare il Labirinto e di trovare la Coppa del Torneo. Il primo che la toccherà sarà il vincitore! Se uno dei concorrenti dovesse trovarsi in difficoltà, sparerà scintille dalla bacchetta”
Un maestoso ed allegro motivetto riempì l’aria. Il professor Vitius agitava la bacchetta come un forsennato, dettando il tempo alla piccola banda di ottoni che aveva davanti.
Hermione prese posto sugli spalti, vicino a Ron, ed incominciò a torturarsi le mani.
Harry e Cedric sarebbero stati i primi ad entrare nel labirinto, dato che si trovavano a pari merito. Il successivo sarebbe stato Viktor e l’ultima, Fleur.
Vide avvicinarsi i primi due a delle entrate differenti, un colpo di cannone segnò l’inizio della Prova e la musichetta accompagnò i due ragazzi fino a quando i due “sentieri” non si richiusero dietro di loro. Hermione notò che Draco era qualche fila più in basso di dove era seduta lei, accompagnato da Tiger, Goyle e Blaise Zabini. Sembrava molto contrariato del fatto che le sue due guardie del corpo avessero la scritta “Krum” segnata sulla fronte.
Distolse lo sguardo, per poi soffermarsi sull’entrata di Viktor e Fleur nel Labirinto.
Non avrebbe saputo spiegare a parole la situazione di tensione che si era andata a creare nell’attesa del Vincitore: si intonavano cori in favore del proprio beniamino, allegre fanfare e si passava il tempo a scommettere. All’improvviso un lampo rosso inondò il cielo nuvoloso ed un cupo silenzio calò sull’Arena. Quando vide il corpo di Fleur Delacour portato su una barella da due assistenti, si sentì mancare. La ragazza aveva perso conoscenza, per poi risvegliarsi pochi minuti dopo in lacrime.
“Era terrible…l’ultima chose che ho visto sono stati i suoi occhi appannati, quasi bianchi! Mi ha attaccata, ma qualcuno deve avermi trovata…i suoi occhi, les yeux!” continuava a ripetere fra i singhiozzi.
Gli occhi? Gli occhi di chi? Chi l’aveva attaccata?
Si sentì un grido, alla vista di altri due personaggi che uscivano dal Labirinto.
“L’abbiamo preso, Silente! È stato lui!” disse un uomo robusto pelato, trascinandosi dietro Viktor Krum. Il ragazzo ripeteva frasi sconnesse in una lingua sconosciuta, forse il bulgaro. Si agitava come una bestia in gabbia e cercava di divincolarsi dalla presa dell’uomo. Hermione strinse la mano di Ron, terrorizzata. Che cosa gli stava succedendo?
Igor Karkaroff corse incontro al suo Campione e, quando lo vide negli occhi, capì all’istante che cosa era successo. Il ragazzo digrignò i denti, per poi accasciarsi a terra, come addormentato.
“È stato stregato, Albus! Una maledizione Imperius molto potente!”
Il panico si scatenò nell’Arena, mentre Krum veniva visitato da alcuni MediMaghi.
Draco strinse i pugni e rivolse uno sguardo ad Hermione. Era sbiancata in volto e si passava di tanto in tanto un dito sotto gli occhi, per mandare via le lacrime.
All’improvviso si smaterializzarono come per magia, Potter, Diggory e la Coppa del Torneo. Lui la vide sorridere, sollevata. Si era alzata e stava per raggiungere il suo amico.
Fu allora che sentirono tutti l’urlo disperato di Fleur. Posò lo sguardo sul gruppetto al centro dell’Arena: Potter abbracciava Diggory, affondando il viso nella maglia del ragazzo. Piangeva, urlava.
“È tornato! Voldemort è tornato! Ha ucciso Cedric, io ho tentato di salvarlo, mi dispiace!”
Il grido di dolore di Amos Diggory risuonò nell’Arena mentre tutti si coprivano il viso con le mani. C’era chi piangeva, chi scuoteva la testa, e chi, come lui, rimaneva semplicemente immobile, troppo scioccato per proferire parola.
Fu allora che la vide.
Hermione aveva raggiunto il limite, si portò una mano alla testa mentre sentiva le ginocchia cederle.
Cedric…morto? Voldemort? Che cosa sta succedendo?
Non fece in tempo a finire il ragionamento che le si chiusero gli occhi, e lei cadde nel buio.
 
L’ultimo giorno di scuola avevano celebrato il funerale di Cedric. Non aveva saputo trattenere le lacrime. Cedric Diggory, Tassorosso dell’ultimo anno, uno degli studenti più dotati della scuola che probabilmente sarebbe diventato un potente mago, non c’era più. Era un ragazzo gentile, da quello che raccontavano. Lei aveva avuto l’occasione di parlarci per la prima volta alla Coppa Mondiale di Quiddicht. Sorrideva sempre, un sorriso sincero e aperto che aveva fatto innamorare mezza scuola. Chiuse il suo baule e scese le scale, per dare l’ultimo saluto agli studenti stranieri.
E anche per lei era arrivato il momento di dare l’ultimo saluto anche a Viktor. Lui si fece largo tra la folla che si era ammassata in giardino e le regalò un ampio sorriso. Non riusciva a capire come facesse a stare sotto al sole ricoperto da un cappotto di pelliccia pesante, senza prendere fuoco.
“Allora, tra una settimana ci vediamo in Bulgaria, vero?”
Lei prese un grande respiro. “Viktor, noi…abbiamo corso troppo. Io non verrò quest’estate. E…non posso nemmeno essere la tua ragazza”
Lui la guardò sconcertato “Perché?”
“Perché io…non sono innamorata di te, mi dispiace” disse guardandolo negli occhi e cercando di essere il più tranquilla possibile.
“Io fatto qualcosa?” chiese, preoccupato.
“No, no! Tu sei stupendo, ti ringrazio moltissimo per tutte le tue attenzioni e sono sicura che troverai una ragazza più bella e intelligente di me”
“Questo non potere dire…” disse lui in un sussurro.
Lei gli poggiò una mano sulla spalla.
“Non avrebbe mai funzionato fra di noi. Tu sei famoso e io sono una normalissima studentessa. E poi ci divide una distanza enorme”
“Forse tu ragione…però tu importante, Hermione. Ti auguro il meglio” disse baciandole il dorso della mano.
Qualcuno picchiettò sulla spalla del ragazzo.
“Che scena toccante. Sono veramente commosso. Krum, ho bisogno della Granger, se non ti dispiace” chiese Draco, ravviandosi i capelli.
“Addio, moscerino” gli sputò l’altro lanciandogli un’occhiata omicida.
Il biondo allargò le braccia. “Ehi Granger! Ottimi voti in Pozioni, eh? Non avevo dubbi che saremmo stati i migliori.”
“Già, fantastico…”
“Tutto merito mio, no? Senza di me non saresti nemmeno riuscita a creare una Pozione Curabolle…” le rinfacciò lui con un sorrisetto irritante.
Lei gli tirò un pugno sul braccio “Ma piantala, Malfoy!”
Improvvisamente i due trovavano le punte dei loro piedi molto interessanti, poiché non sapevano cosa dirsi.
“Senti…”
“Senti…”
“Ehm, no, parla tu. Dimmi” la incoraggiò Draco.
“Ti volevo ringraziare per avermi presa al volo quando sono svenuta…Ron mi ha raccontato tutto”
“Dovere, Granger! Non potevo lasciare una povera donzella in pericolo!” le disse aggiustandosi la cravatta della divisa con fare spavaldo. “Ci vediamo…e attenta a non pensarmi troppo!”
“Molto divertente! Molto maturo da parte tua, Malfoy! E comunque quest’estate avrò altro a cui pensare, credimi” gli rispose lei scuotendo la testa.
All’improvviso udirono il rumore di un cannone che annunciava l’imminente partenza del vascello degli studenti stranieri.
“ ‘Mione! Dai, scendiamo giù alla rimessa!” le urlò dietro Ron, spuntando da un gruppo di studenti con Harry, facendole un cenno con la mano.
Hermione si voltò e ricambiò il saluto. “Arrivo subito, ragazzi! Comunque, Malf…” non riuscì a terminare la frase perché quando si voltò il ragazzo non c’era più. Lo cercò con lo sguardo tra la folla, ma pareva essersi dileguato.
Raggiunse i suoi amici con una corsa e scese velocemente le scale verso il lago. Il sole fece capolino da dietro alle nuvole ed illuminò la superficie dell’acqua, facendola scintillare.
L’enorme vascello incominciò ad immergersi nell’acqua poco a poco, finché non vide scomparire anche l’albero maestro. Con lui, una parte di ricordi fuggiva via.
Hermione non voleva dimenticare.
Tutto sarebbe cambiato da lì in poi: il ritorno di Voldemort ne era la prova.
Aveva paura di dimenticare.
In fondo i ricordi bisogna tenerseli stretti, altrimenti svaniscono via come il sole tra le coltri di nubi. Bisogna fissarli nel nostro cuore e loro saranno sempre con noi, silenziosi, nascosti.
E capiterà che basterà un’immagine, una melodia, un profumo per riattivarli e per farli tornare alla luce. Siamo noi che ci dobbiamo tenere vivi, forti, per riuscire a trafiggere le nubi per far risplendere la nostra luce, come il sole quando squarcia le nuvole con i suoi raggi. Si strinse ai suoi due migliori amici, mentre un forte vento si alzava, portando con sé dei petali di ciliegio. Osservò il luccichio del sole sull’acqua e chiuse gli occhi, godendosi la brezza. Sorrise.

 


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E' dunque finito il primo atto di "Memory of Lightwaves".
Sigh...Ho iniziato a scrivere questa fanfiction a Settembre e ora, dopo 8 mesi, è terminata. Realizzarla è stato un vero e proprio parto, fatto da alti e bassi, attimi ricchissimi di ispirazione mentre altri di vuoto totale. Sono contenta di averla scritta, è nata quasi per caso, ascoltando una melodia al pianoforte ("Memory of Lightwaves", appunto) e appuntandomi alcune scene che mi passavano nella mente sui quaderni di scuola. Ecco, ci tenevo a ringraziare:
- Tutti voi che avete inserito la fanfic in una delle liste e tutti quelli che mi hanno lasciato una recensione o inviato dei messaggi personali con le loro impressioni. :)
- Le mie amiche, con il loro straordinario supporto, critiche, scleri ecc...Grazie per avermi sopportato mentre vi raccontavo con occhi stralunati le idee che avevo per questa fanfic.
- Ultimi, ma non meno importanti...Scusate quaderni, libri di Dante, Letteratura Italiana e Biologia. Non volevo riempirvi di appunti per questa storia, è solo che l'ispirazione sembrava spuntare durante le vostre ore.
Sto già lavorando al seguito, rimanete sintonizzati :) Memory of Lightwaves non finisce qui.
xoxo Kairi


UPDATE Gennaio 2021: Non vi sarà un seguito. Molte delle idee che avevo si sono tramutate in quello che è diventato il mio progetto più lungo e corposo, The Junior Death Eaters, che trovate tra le mie storie. Grazie per l’attenzione.

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