Another Life

di Sallivergron
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***
Capitolo 14: *** 14 ***
Capitolo 15: *** 15 ***
Capitolo 16: *** 16 ***
Capitolo 17: *** 17 ***
Capitolo 18: *** 18 ***
Capitolo 19: *** 19 ***
Capitolo 20: *** 20 ***
Capitolo 21: *** 21 ***
Capitolo 22: *** 22 ***
Capitolo 23: *** 23 ***
Capitolo 24: *** 24 ***
Capitolo 25: *** 25 ***
Capitolo 26: *** 26 ***
Capitolo 27: *** 27 ***
Capitolo 28: *** 28 ***
Capitolo 29: *** 29 ***
Capitolo 30: *** 30 ***
Capitolo 31: *** 31 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Will Schuester si svegliò, erano le 7.30 del mattino. Guardò al suo fianco e sorrise guardando sua moglie. Aveva tutto quello che un uomo poteva desiderare, una bella casa, il portafogli bello pieno, due figli piccoli e un lavoro che adorava. Ignaro dell'incontro che avrebbe fatto quel giorno si diresse al liceo William McKinley di Lima Heights, un quartiere malfamato di Lima, Ohio. Non conosceva il luogo in cui si stava dirigendo, sapeva solo che era stato invitato a tenere una lezione in questo posto. Non era mai stato prima d'ora in quella parte di Lima. L'autista fermò la macchina e l'uomo capì di essere arrivato. Scese e rimase immobile guardandosi attorno. Si aspettava che qualcuno lo andasse a prendere, ma non fu così. La strada era deserta. Il parco era circondato da fili di ferro arrugginiti e le giostre erano tutte rotte. Il paesaggio era grigio. Sembrava di essere in un altro mondo. Notò in fondo alla strada un ragazzo. Gli si avvicinò per chiedergli informazioni. Questi era vestito con una felpa larga grigia, una bandana nera sulla testa e dei pantaloni larghi che gli lasciavano intravedere le mutande. Aveva collane molto vistose che gli penzolavano dal collo. 
-Ciao, scusa il disturbo, sto cercando il liceo McKinley, sai per caso dov'è?- chiese Schuester. 
-Sei dalla parte sbagliata amico!- rispose questi mentre si rullava una sigaretta. 
-Potresti aiutarmi?- domandò ancora l'uomo. L'altro sorrise e fece un gesto con la mano. Will capì subito cosa intendeva il ragazzo. 
-Quanto vuoi per portarmi in quella scuola?- 
-Cento dollari- 
-Cento dollari? Cosa? Te ne do venti ci stai?- chiese. Il ragazzo annuì, prese i soldi e accompagnò l'uomo davanti all'entrata della scuola. 
-Grazie... come ti chiami?- chiese Will. 
-Noah!- rispose il ragazzo. Detto questo prese lo skateboard ed entrò a scuola assieme all'uomo. 
-Puckerman ti ho detto mille volte che non si corre con lo skate in corridoio!- gridò una voce di donna. Will vide il ragazzo girarsi di scatto e scappare verso una classe. 
-Scusi, sono Sue Sylvester, la preside, lei è?- chiese la donna. 
-Io sono William Schuester, sono qui per la lezione- rispose l'uomo.
-Oh è venuto! Strano, non viene mai nessuno qui- detto questo la Sylvester si fece seguire. 
L'ospite notò come quella scuola fosse innapropriata per i ragazzi, non era in regola, i muri cadevano a pezzi, lo stesso gli armadietti, ai ragazzi non importava la disciplina ne tantomeno l'ordine. Ognuno faceva quel che voleva, ma non appena vedevano la preside, si mettevano tutti in riga. 
-Jones restituisci la merenda a Ben Israel!- esclamò la donna rivolgendosi ad una ragazza di colore abbastanza corpulenta. Questi sbuffò e diede un sacchetto ad un ragazzo con dei capelli a cespuglio rossi che la guardò soddisfatto. Dopo aver camminato ancora, la preside, lo portò in un aula, l'aula della professoressa Holiday, una donna davvero molto bella. 
-Signorina Holiday questo è William Schuester. Terrà lui la lezione oggi- detto questo la preside uscì lasciando i due docenti con la classe.
-Ciao a tutti ragazzi, io sono Will Schuester e oggi vi parlerò della mia vita- disse l'uomo sorridente.
-Amico se ci importava qualcosa della tua vita ti avremmo cercato su Wikipedia!- esclamò un ragazzo pallido con gli occhi celesti e i lineamenti dolci. La maggior parte della classe ignorava Schuester, altri ridevano alla battuta del latticino. 
-Hummel presta attenzione e chiudi quella boccaccia, altrimenti ti sbatto fuori!- esclamò la Holiday. 
-Faccia pure prof. preferisco stare fuori che stare a sentire questo tipo che si fa la permanente. Non mi interessa sapere chi è e che fa per vivere- rispose lo stesso ragazzo. 
-Kurt fa almeno finta di ascoltare, devo spiegarti il piano, se ti caccia dalla classe come facciamo?- chiese Finn Hudson. 
-Ok. Va bene. Raccontami sto piano!- esclamò Hummel.
Will continuò a parlare un po' scoraggiato a causa di quello che aveva appena sentito dire dai ragazzi. All'improvviso la porta dell'aula si aprì ed entrarono due ragazze ridendo. Entrambe di colore, una era la ragazza della merenda, Mercedes Jones, l'altra aveva i tratti più delicati e raffinati ed era magra con gli occhi vispi e astuti come quelli di una volpe. Passarono davanti al professore e una di loro, quella più bella andò a sbattere contro Schuester mentre parlava con la compagna. 
-Santana!- la rimproverò la Holiday. Questa si girò e la guardò. 
-Restituisci immediatamente il portafogli al signor Schuester!- esclamò la docente. La ragazza sbuffò e restituì l'oggetto a Will, il quale era stupito dal gesto e dal fatto che non se ne fosse accorto. La campanella suonò. L'ospite non aveva ancora finito di parlare, ma non riuscì a far restare gli studenti un minuto in più, poiché, dopo aver sentito il suono, questi si erano volatilizzati, scomparsi. Mai come quella volta aveva faticato tanto per farsi ascoltare. Si diresse all'uscita. Mentre aspettava l'arrivo del suo autista vide un ragazzo ed una ragazza amoreggiare. Sorrise. Qualche istante dopo, un altro ragazzo si avvicinò loro e disse qualcosa al ragazzo. Qualche minuto dopo estrasse una pistola e gli sparò alle gambe sotto lo sguardo impaurito della ragazza, dopodiché scappò. Senza pensarci due volte, Schuester corse dal ferito. -Resisti ragazzo, resisti!- esclamò. -Come ti chiami?- chiese alla biondina. -Brittany!- rispose questa sicura. -Bene Brittany, devi aiutare il tuo ragazzo, chiama il 118- ordinò. -Non so che numero è!- esclamò in lacrime la giovane. L'uomo la guardò per un attimo e poi rispose. -è 118, su fa presto!- detto questo la ragazza fece come le era stato chiesto. -Come ti chiami?- domandò Will al ferito. -Artie!- rispose dolorante il ragazzo steso a terra. -Artie resisti ancora un po', l'ambulanza sta arrivando- lo rassicurò il professore mentre gli premeva  sulla ferita cercando di contenere l'emorragia. All'arrivo dei soccorsi, il giovane aveva perso conoscenza, tuttavia non rischiava la vita. Ce l'avrebbe fatta. Contento Will cercò di tornare a casa, ma, ancora una volta, si trovò difronte ad una scena che gli impedì di entrare in macchina e andar via. 
-Su forza, hai forse paura idiota?- chiese Hummel ad Hudson. 
-Non ho paura!- rispose 
-Allora datti una mossa non posso stare qui tutto il momeriggio, devo andare con Puckerman a picchiare un tipo- continuò Kurt.
-Ok, va bene, sta tranquillo- esclamò Finn prima di colpire con una mazza da baseball la macchina di qualcuno. Will vide andare in frantumi i finestrini posteriori, subito dopo quelli anteriori ed infine ammaccò anche gli sportelli. Schuerster corse da loro. 
-Cazzo Finn scappiamo!- esclamò il latticino guardando il compagno che cominciò a correre accanto all'amico. In men che non si dica i due erano spariti. William abbassò lo sguardo e vide per terra un tesserino. Lo prese. C'era la foto della preside, la signora Sylvester. Scosse la testa, lo raccolse e finalmente raggiunse la sua auto. Entrò e sospirò. 
-Robert portami a casa, fa in fretta!- disse con un aria stanca. 
 
Quel che Will non sapeva era che quello che lui aveva vissuto per un solo giorno, quei ragazzi e quella gente erano abituati a viverlo sempre. Arrivato a casa entrò in cucina e trovò sua moglie alle prese con i fornelli.
-Ciao tesoro!- disse andando a baciare la moglie.
-Ciao!- rispose lei sorridendo.
-Dove sono i bambini?- domandò ancora Schuester.
-Sono da mia madre. Hanno insistito tanto per rimanere a dormire da lei- rispose Emma, moglie dell'uomo.















L'angolo della scrittrice di SuperF1997:
Questi sono i personaggi che ci saranno nella FF, le coppie saranno fondamentalmente: Pucktana, Finchel, Fabrevans, Bartie, Tike, Kurtcedes. Ci saranno anche altre coppie come: Fintana, Lommel (Lopez-Hummel), Quick, Samtana, Puckleberry, Artina, Puckcedes, Samcedes, Hummleberry, Fuin e Brittike (Brittany e Mike non so come chiamarli, Bike non mi piace) 
Fatemi sapere con una recensione se vi piace... 
Un bacio
SuperF1997





 

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Capitolo 2
*** 2 ***


Santana Lopez stava tornando a casa dopo scuola con Mercedes Jones. Superarono il ponte, costeggiarono la strada principale e girarono per una via secondaria che gli permetteva di abbreviare il percorso sino a casa. 
-Ci vediamo domani- disse Mercedes dando un bacio sulla guancia all'amica e aprendo un cancelletto arrugginito di una casetta circondata da un incolto giardino. L'altra ragazza aspettò che l'amica entrasse in casa, dopodiché continuò il suo percorso. Decise di provare una nuova scorciatoia, attraversare il campo da basket. Sapeva che quello che stava facendo era pericoloso, dato che non appena il sole tramontava, in quel posto si incontravano  molti spacciatori e drogati. Affrettò il passo cercando di non attirare l'attenzione su di se, ma fu inutile, un ragazzo la notò. 
-Ehi tesoro che ci fai tutta sola?- chiese avvicinandosi a lei e accarezzandole il viso. La mora spaventata cercò di allontanarsi, ma questi la trattene attirandola a se. La latina cercò di divincolarsi inutilmente.
-Lasciami stare, ti prego!- cominciò ad implorarlo. Questi rise, la sua era una risata malvagia. 
-Ti prego!- continuava a ripertere la ragazza ormai in lacrime. Il ragazzo tentava di baciarla e le palpava il sedere.
-Zitta, so che ti piace!- esclamava. 
-Lasciami! Aiuto! Aiuto!- gridava a squarciagola Santana. 
-Sta zitta troia!- la rimproverò il ragazzo dandole un violento schiaffo sul viso.
Kurt Hummel e Finn Hudson scappando dal luogo in cui avevano distrutto l'auto della preside, si trovarono proprio vicino alla povera ragazza. Udendo le urla, Hummel riconobbe la voce della sua compagna di scuola e corse a vedere cosa stesse succedendo. Non appena si rese conto di quello che il ragazzo stava facendo alla latina andò da loro e sferrò un potente pugno sul volto dell'aggressore. Questi lasciò cadere la ragazza e guardò male il latticino. 
-Sei impazzito? Che cazzo vuoi?- chiese.
-Non hai sentito che ti ha detto? La devi lasciare stare- affermò Kurt.
-Io non lascio stare proprio nessuno, faccio ciò che mi pare hai capito idiota?- continuò il ragazzo. 
-Te lo dico un'unica volta. Sta lontano da lei o sono guai per te!- esclamò Hummel.
-Ah si eh? Guai per me? Che mi fai?-
-Sta a guardare! Finn prendi Santana!- esclamò. Hudson andò incontro alla ragazza e le chiese se stesse bene, dopodiché la abbracciò e la strinse a se mentre Kurt si toglieva il giubbotto di pelle nera. Lo gettò con violenza a terra. D'un tratto questi cominciò a prendere a pugni l'aggressore, quest'ultimo non riusciva a rispondere agli attacchi del latticino, infatti, qualche minuto dopo giaceva privo di sensi sull'asfalto grigio e freddo dolorante. Kurt si avvicinò alla sua compagna, ormai salva tra le possenti braccia di Finn.
-Grazie, non oso immaginare cosa sarebbe potuto successo se non foste arrivati voi, se non fossi arrivato tu!- affermò la ragazza guardando Hummel. 
-Grazie? E di cosa? Ho fatto solo quel che mi sembrava giusto- esclamò il ragazzo dai tratti delicati.
-Come posso sdebitarmi con te?- chiese Santana sorridendogli.
-Vieni al Bel Grissino con me sabato sera, che ne dici?- propose Kurt.
-Dico che è perfetto, ci vediamo sabato allora- detto questo Santana tentò di andar via.
-Non penserai che dopo quello che è successo io ti lasci andare a casa da sola?- domandò sempre lo stesso. -Ti accompagnamo io e Finn!- 
Hummel fu di parola. Accompagnò la mora a casa. Aspetto che questi fosse entrata e solo dopo lui e Hudson poterono tornare a casa. 
 
Nel frattempo Rachel Berry, Tina Choen-Chang e Quinn Fabray erano dirette a casa. A loro non piaceva camminare, prendevano infatti, sempre lo pullman, il pullman numero tredici. Quel mezzo era davvero un catorcio. Il colore era sbiadito, mancavano alcuni sedili e solo lì potevi assistere alle cose più strane. Come al solito erano sedute e parlavano tra di loro. 
-Avete visto quel tipo che è venuto oggi?- chiese Tina.
-Si, ma chi si credeva di essere? Sono William Schuester e sono un riccone sfondato, voi non lo sarete mai. Io sono uno che è riuscito a diventare qualcuno- esclamò Quinn igrossando la voce, cercando di imitare l'uomo. Le altre due risero. 
-Già, la Sylvester non capisce che testimonianze del genere non fanno altro che farci capire che non diventeremo mai nulla, che resteremo sempre dei poveracci- esclamò Rachel. 
-Va bé non pensiamoci! Che avete intenzione di fare stasera?- chiese Choen-Chang cercando di cambiare discorso.
-Sono già le 17.30, arriveremo a casa sicuramente per le 18.00 data la lentezza del pullman, devo ancora studiare per recuperare i 2 presi con quella vipera di italiano quindi, credo che rimarrò a casa- rispose Berry.
-E tu Quinn?- chiese sempre l'asiatica.
-Non lo so, però una cosa è certa, non ho intenzione di studiare- disse sorridendo alle ragazze. 
-Bene, allora che ne dici se ci andiamo a fare una pizza?- domandò Tina.
-Si, perché no, potremmo invitare anche le altre, che ne dici Rach?- chiese Fabray
-Vorrei tanto ragazze ma non posso, i miei mi uccidono se scoprono i miei voti- rispose triste la nasona.
-Uffa tu e questi cazzo di voti, vai al McKinley, la scuola non serve a un cazzo, sopratutto a noi poveri sfigati di un quartiere malfamato di Lima, chi pensi che ci prenda mai a lavorare? Non diventeremo mai nessuno!- esclamò la bionda.
-Lo so, ma li conosci i miei papà- ribatté Rachel.
-Ok, va bene. Tina chiama Santana!- ordinò Quinn. L'amica fece come le era stato detto. Prese il telefono e compose il numero della latina. Nel frattempo la biondina chiamava Brittany. Qualche minuto dopo le due amiche chiusero contemporaneamente il telefono e si guardarono. 
-Allora?- chiese Fabray.
-Santana viene anche se è un po' scossa e ha detto che ci deve raccontare una cosa- disse Tina. -Invece Brittany?- domandò.
-Brittany non viene, hanno sparato ad Artie ed ora è in ospedale con lui, dice di non volerlo lasciare solo- 
-Ok, hai chiamato Mercedes?- chiese Choen-Chang.
-No, la chiamo adesso- affermò Quinn, dopodiché chiamò la ragazza che le diede la disponibilità per la serata. 
-Sono arrivata, ci vediamo domani!- esclamò Rachel alzandosi e aspettando che le porte si aprissero. 
Una volta scesa, la Berry attraversò la strada e salì sul marciapiedi. Camminò per qualche metro e finalmente raggiunse casa sua. Prese le chiavi dalla sua borsa e le infilò nella serratura. Dopo essere entrata passò dalla cucina e trovò i suoi genitori. Uno era seduto in lacrime e l'altro era in piedi appoggiato ad un mobile. 
-Che cosa è successo?- chiese la ragazza guardando spaventata suoi papà.
-Cos'è successo? Hai anche il coraggio di chiederci cos'è successo? Qualche giorno fa ci hanno chiamato da scuola, ci hanno convocati. Secondo loro ti stavi lasciando andare. Oggi siamo andati al colloquio e tutti i professori si sono lamentati di te. Rachel non ti riconosciamo più. Cosa stai combinando? Trascuri tutto ci tratti male, ci rispondi peggio, sei sempre arrabbiata e non sorridi più, a scuola non fai i compiti, rispondi male ai docenti, hai falsificato la firma di uno di noi, hai fatto X, la professoressa ti ha scoperto, le hai dato della pazza esaurita e non ci hai detto niente. Salti le interrogazioni e ti giustifichi. Questa non sei tu Rach, questa non è la nostra principessa. Io non so più chi sei, rivoglio indietro la mia bambina, quella che andava bene a scuola, che era gentile con tutti, quella dal cuore buono, quella solare e sempre sorridente. Dov'è quella bambina?- chiese Hiram.
-Non c'è più! Quella bambina non c'è più ok?- esclamò Rachel in lacrime. -Io non so più chi sono, tutto quello che faccio è sbagliato, sbaglio sempre, è sempre colpa mia. Io non sono un genio come credevo di essere. Mi dispiace se vi ho deluso, mi dispiace se non sono la figlia che avreste voluto mi dispiace se sono sempre così scontrosa e cattiva mi dispiace ok?- disse la piccola Berry singhiozzando, dopodiché salì in camera piangendo e di corsa. Si chiuse lì dentro e continuò a piangere soffocando i singhiozzi con il cuscino. 
Poco dopo si alzò, andò in bagno e si guardò allo specchio. I suoi occhi erano gonfi, rossi. Si sentì così terribilmente sbagliata. Desiderò con tutta se stessa in quel momento di non essere mai nata. I suoi genitori avevano perso la fiducia in lei, vederli piangere l'aveva fatta sentire uno schifo, lei non meritava di essere lì. Lei non meritava tutto l'amore che loro le davano. Così smise di guardare il suo riflesso e notò sul lavandino una lametta, senza pensarci un secondo la afferrò e chiudendo gli occhi si tagliò. Un taglio superficiale, uno di quello che non avrebbe comportato danni seri, ma che al contempo le avrebbe lasciato un segno permanente sulla pelle. Quel taglio era nuovo sulla sua pelle, ma non era il primo. Ormai da tempo, ogni volta che qualcosa non andava bene lei regiva in quel modo. Ulare, strepitare, piangere, non l'aiutavano a sfogarsi, ma quel gesto che inizialmente le faceva provare un terribile dolore, la faceva sentire meglio. Sentire la pelle bruciare e il sangue caldo colare e scivolare sulla sua pelle ormai era una cosa naturale per lei. Aprì gli occhi e guardò nuovamente il suo riflesso allo specchio, lei si autolesionava anche perché credeva di essere più brutta delle sue amiche, loro erano alte, belle quasi tutte magre, così sicure di se stesse, mentre lei, aveva perso tutta la sua sicurezza e la sua unica certezza, la sua intelligenza, ormai era crollata come crolla un castello di carte inseguito ad un soffio. Non era più niente. Nessuno la amava, nessun ragazzo era interessato a lei. Si sentiva uno schifo, avrebbe voluto chiedere aiuto, ma aveva paura, non aveva detto niente alle sue amiche.  Prese carta e penna e cominciò a scrivere. Non poteva fidarsi di nessuno. Era sola, sola come sempre.








L'angolo della scrittrice di SuperF1997
Ciao a tutti, vorrei ringraziare tutti quelli che hanno recensito il primo capitolo. Mi fa piacere sapere che questa storia è interessante per voi. Vorrei soltanto scusarmi se questo capitolo è pesante, spero che recensiate comunque. Un bacio SuperF1997

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Capitolo 3
*** 3 ***


Era calata ormai la sera su Lima Heights. Quinn Fabray si stava preparando per andare a mangiare una pizza assieme alle sue amiche: Santana Lopez, Tina Cohen-Chang e Mercedes Jones quando sua sorella maggiore Caroline entrò nella sua stanza.
 
-Che ci fai qui?- chiese.
-Che ci faccio qui? Se non sbaglio questa è anche casa mia- rispose la maggiore.
-Cos'è successo Tyler ti ha lasciata per una più bella e ricca lasciandoti con il culo a terra e non sai dove andare?- domandò ridendo la minore.
-Lo sai che sei proprio stronza?- chiese l'altra.
-Chissà da chi ho preso?- domandò Quinn con ancora il sorriso stampato sulle labbra. Caroline andò da lei e l'abbracciò. 
-Mi sei mancata sorellina!- affermò. 
-Mi sei mancata anche tu! Però la prossima volta non stare via per così tanto tempo ok?- chiese la piccola Fabray.
-Ok!- rispose la maggiore, dopodiché Quinn prese la sua giacca e uscì mandando un saluto alla sorella. Scese le scale, aprì la porta e trovò seduta sulle scale della veranda di casa sua Rachel Berry.
-Ma come diavolo ti sei conciata?- le chiese notando il suo abbigliamento. Aveva un jeans scolorito e un felpone grigio in cui potevano entrare altre tre o forse quattro persone, i suoi capelli erano legati in una coda. La bionda capì subito che qualcosa non andava. Rachel non portava mai la coda, non portava mai i capelli legati e tantomeno felpe di otto taglie più grandi. 
-Quinn devo parlarti!- esclamò la mora. 
-Si, ma non stiamo qui, è tornata Caroline, sai quanto bene le voglio ma è una gran ficcanaso, vieni parliamo camminando!- affermò Fabray. La nasona annuì. Cominciarono a camminare. -Allora? Che volevi dirmi?- chiese la biondina. Senza proferir parola, Rachel si scoprì il braccio sinistro e chiuse gli occhi. 
-Cosa c'è? Non vedo nulla è buio!- esclamò agitata Quinn. Ormai decisa a chiedere aiuto, Berry prese il suo cellulare dalla tasca destra del jeans e fece luce sul braccio. In quel momento tutte le cicatrici e il recente taglio furono visibili agli occhi dell'amica e la guardava a bocca aperta. Rachel cominciò a piangere e senza pensarci due volte Quinn l'abbracciò. 
-Perché lo fai Rach? Perché?- chiese stringendola forte tra le sue braccia quasi come se volesse proteggerla. La mora tra le lacrime le raccontò tutto. Si sedettero su una panchina e lì rimasero per un'oretta, fino a quando il telefono di Quinn squillò e questi fu costretta a rispondere.
-Quinn dove cazzo sei? Ti stiamo aspettando da un'ora!- disse Santana furiosa. Odiava aspettare.
-Scusate ragazze, sto arrivando, viene anche Rachel!- detto questo riattaccò, guardò l'amica e le porse la mano. Le due si alzarono e andarono in pizzeria senza pronunciare parola. Entrarono nel ristorante. Santana le fulminò con lo sguardo. Stava per dire qualcosa, forse una delle sue cattiverie ma Rachel la bloccò.
-Non dire nulla, è stata colpa mia, adesso capirete perché!- disse guardando le amiche.
-Ne sei sicura?- chiese la biondina e lei annuì. Si sedettero a tavola e Berry raccontò tutto alle amiche. Questi l'abbracciarono e le chiesero di non farlo mai più. Le fecero capire che non era sola come credeva, loro c'erano per lei e che avrebbero fatto qualunque cosa per aiutarla. Poi fu il momento di Santana. La latina raccontò cosa le era successo durante il tragitto per tornare a casa. 
-E adesso come stai?- chiese Tina preoccupata. 
-Adesso sto bene, è stato tutto merito di Kurt, se non ci fosse stato lui, davvero io non so cosa sarebbe successo- rispose la mora sorridendo alla parola Kurt, dettaglio che non sfuggì all'attenta Mercedes.
-Qui qualcuna è interessata ad uno dei cattivi ragazzi del McKinley!- esclamò Jones idicando l'amica. 
-Oh ma dai che dici? Siamo solo amici, lui non mi interessa e io non interesso a lui!- ribatté la latina. 
-Non dire stupidaggini si vede lontano un miglio che ti piace e la cosa è reciproca, altrimenti perché ti avrebbe invitata a cena al Bel Grissino?- chiese Tina.
-Si, Tina ha ragione, secondo me tra una settimana stanno insieme, che ne pensi Rach?- chiese Quinn cercando di coinvolgere anche l'amica che durante tutta la cena era rimasta in silenzio. 
-Si, lo credo anche io- rispose accennando un sorriso. L'orientale capì che la situazione stava diventando preoccupante e così decise di invitare le amiche a dormire da lei. 
-Ragazze ho avuto un'idea. Stasera pigiama party a casa Cohen-Chang che ne dite?- 
-Io dico che è un'idea fantastica! Vengo!- esclamò subito Mercedes. 
-Vengo anche io!- affermò Santana -Prima però chiamo Britt!- detto questo prese il telefono e chiamò l'amica.
-Veniamo anche noi vero Rach?- esclamò Quinn, l'amica annuì sorridente. 
-Bene allora è deciso! Tutti a casa Cohen-Chang!- esclamò Tina sorridente.
 
Nel frattempo Will Schuester stava cercando di dormire. Non riusciva a togliersi dalla testa quei ragazzini che aveva conosciuto quella mattina. Avevano una vita difficile,  voleva aiutarli, vivevano in un posto dimenticato da tutti. Vivevano in un posto senza speranza. Non poteva assolutamente starsene con le mani in mano, lui William Schuester avrebbe fatto qualcosa per quei ragazzi. Nonostante fosse diventato un uomo ricco e di successo, non aveva mai perso quella bontà che da sempre viveva nel suo cuore. A differenza di altri non aveva permesso all'avariza di impossessarsi dei lui. Finalmente dopo aver deciso che l'indomai sarebbe tornato lì, riuscì ad addormentarsi.
 
L'indomani mattina la preside Sylvester entrò nel suo ufficio e trovò ad aspettarla il professore di religione. Si meravigliò di vederlo lì, era l'unico che non si lamentava mai e l'unico che rimaneva oltre l'orario delle lezioni per badare ai "ragazzi della punizione".
-Salve professore che ci fa qui?- chiese meravigliata. L'uomo si alzò di scatto. 
-Io non rimarrò più oltre l'orario delle lezioni per badare ai "ragazzi della punizione", mi dispiace, non ce la posso fare, sono ingestibili, ieri Santana Lopez mi ha lanciato una penna in faccia, Noah Puckerman mi ha incollato alla sedia, Kurt Hummel e Finn Hudson mi hanno legato alla cattedra e mi hanno usato come bersaglio, mi hanno colpito con gli avanzi del pranzo. Mi dispiace, con loro ho perso la speranza. Rachel Berry mi ha sputato. Quelli non sono adolescenti, sono terroristi!- esclamò il professore rosso in viso, dopodiché uscì dall'aula di corsa.
-Merda!- esclamò la preside andandosi a sedere. Quello si che era un bel guaio.
-Signora c'è un uomo che vuole parlare con lei!- affermò Becky Jackson entrando nell'ufficio della donna. 
-Non voglio vedere nessuno!- 
-Ma insiste!- continuò Becky.
-E va bene, fallo entrare!- disse Sue. L'uomo entrò nell'ufficio e la preside rimase senza parole. -Signor Schuester? Che ci fa qui?- chiese stupita.
-Sono qui per dare una mano, voglio fare qualcosa per aiutarla, per aiutare i suoi ragazzi!- affermò Will. La donna ci rifletté qualche minuto. A lei serviva qualcuno che badasse ai "ragazzi della punizione" e quell Will Schuester era proprio il pollo giusto. Credeva di poter cambiare quei ragazzi pff... che illuso, nessuno c'era mai riuscito e nessuno ci sarebbe riuscito mai. Erano come li aveva ben definiti il professore di religione, dei terroristi, forse anche peggio. 
-Allora? Che ne pensa?- chiese Schuester.
-Ok, mi va bene, potrebbe dare una mano alla comunità di Lima Heights badando ai "ragazzi della punizione"- propose la preside.
-"Ragazzi della punizione?"- chiese Will.
-Si, sono i ragazzi che più di tutti hanno bisogno di aiuto, io credo che lei ci possa riuscire!- cercò di ingannarlo la donna. L'ingenuo Schuester accettò e già da quel pomeriggio iniziò la sua avventura con "i ragazzi della punizione".
Alle quattro del pomeriggio entrò nell'aula punizioni. Era la più brutta di tutta la scuola. Alcune facce gli erano famigliari. Non appena fece il suo ingresso tutti lo guardarono male.
-E questo che vuole ancora?- chiese Mercedes. 
-Ehm salve a tutti ragazzi, sono Will Schuester e sarò il vostro "tutore" durante le ore di punizione. Allora adesso tocca a voi, presentatevi- gli incitò il nuovo professore.
-Io sono Mercedes Jones e stamattina ho fatto la cacca!- disse la ragazza di colore e tutte le ragazze scoppiarono a ridere. Will sbarrò gli occhi, non si sarebbe mai aspettato un'affermazione del genere da una ragazza. 
-Io sono Noah Puckerman e sto per sganciare una scoreggia micidiale- disse il ragazzo con la cresta. 
-Puckerman fai proprio schifo, sei un porco!- esclamò Santana Lopez seduta dietro di lui qualche secondo dopo l'affermazione del ragazzo. Questi rise assieme a tutti i ragazzi. 
-Io sono Santana Lopez e odio Noah Puckerman!- affermò la latina guardando male il compagno il quale le mandò un bacio volante. 
-Io sono Quinn Fabray!- disse la biondina dando una pacca sulla spalla al professore. 
-E noi siamo Rachel Berry e Tina Cohen-Chang!- disse all'unisono le sue imitando il gesto fatto dalla compagna poco prima. Schuester pensò di aver appena trovato tre ragazze che lo avrebbero rispettato, ma quello che non sapeva era che questi con il gesto compiuto gli avevano appiccicato dietro la schiena dei fogli. Sul primo c'era scritto "Sono un idiota e puzzo" sul secondo c'era scritto "Picchiatemi" e sul terzo "Sono ricco, derubatemi".
-Io sono Kurt Hummel e questo è il mio fratellastro!- disse Kurt indicando Finn e non degnando neanche di uno sguardo il professore, mentre con Finn si rullava delle sigarette. 
-Io sono Finn Hudson, il fratellastro!- esclamò il ragazzo alto, alzò lo sguardo e sgranò gli occhi. Colpì con il fratello con uno schiaffo. 
-Ma che cazzo fai?- chiese il latticino. Alzò lo sguardo e vide anche lui Schuester. -Cazzo!- fu l'unica cosa che riuscì a dire. Il professore fece finta di nulla.
-Io sono Brittany S. Pierce!- esordì la bionda alta. Schuester guardò la ragazza credendo di non aver capito bene. -Ci siamo conosciuti ieri? Ricorda? Ha aiutato il mio ragazzo!- continuò la stessa. 
-Guarda che sta così per il tuo nome, devi spiegargli tutto!- esclamò Santana.
-Oh, già. Il mio secondo nome è Susan il mio cognome è Pierce, per abbreviare Brittany S. Pierce- disse tranquillamente la ragazza. 
-Io sono Mike Chang e mi sto rompendo i coglioni!- disse un ragazzo orientale seduto su una armadio. 
-Oddio scendi di lì potresti farti male!- esclamò Schuester ma il ragazzo lo ingnorò totalmente.
-Io sono Sam Evans!- esordì un altro ragazzo, biondo con gli occhi chiari. Tutti si erano presentati. Schuester aveva deciso di lasciarli fare quel che volevano, era il primo giorno. Mentre leggeva il giornale, Kurt e Finn si avvicinarono alla cattedra. 
-Ehm signor Schuester- lo chiamarono. 
-Si?- chiese.
-Per quanto riguarda ieri, beh insomma, per quello cha abbiamo fatto alla macchina della Sylvester- cominciò a dire Finn.
-State tranquilli, non dirò nulla a patto che...- disse.
-A patto che?- chiese Kurt.
-Lo saprete domani!- rispose il professore ritornando a leggere il giornale. 













 

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Capitolo 4
*** 4 ***


L'indomani Noah Puckerman si svegliò di soprassalto. Scese dal letto e si recò al piano di sotto per fare colazione. Aprì il frigo e prese da mangiare. Si sedette al tavolo e mangiò solo, solo come sempre, solo come un cane. Ormai ci era abituato, sua madre era un'infermiera ed erano rari i momenti in cui la si poteva incontrare dato che per arrivare a fine mese, la donna faceva un sacco di straordinari, suo fratello, beh suo fratello era sempre fuori casa, frequentava un brutto giro, ormai non lo riconoscevano più, l'unica che gli faceva quasi sempre compagnia era la sua sorellina minore che la notte prima era rimasta a dormire da un'amica. Finì la sua colazione, guardò l'orologio e corse per raggiungere la fermata dell'autobus, non poteva perderlo. Era quasi arrivato a destinazione, gli mancava un solo isolato, quando all'improvviso vide il mezzo sorpassarlo. Riuscì solo a vedere Santana, che sporgendosi dal finestrino, alzò il dito medio in direzione del ragazzo aggiungendo un sorriso malvagio.  Puck infastidito cercò di raggiugere l'autobus ma non ci riuscì. Prese lo skateboard e cercò di arrivare a scuola prima che suonasse la campana.
 
Qualche ora più tardi a scuola la Sylvester girava per i corridoi alla ricerca di qualcuno e sembrava piuttosto arrabbiata. 
-Evans! Evans! Dove diavolo si è cacciata quella brutta copia di Macaulay Culkin!- gridò. -Hai visto Sam Evans? Qualcuno ha visto Sam Evans?- chiese, ma nessuno le rispondeva. -Eccoti!- urlò puntando il dito verso il ragazzo. -Nel mio ufficio subito e fa venire anche Chang!- esclamò la donna. I due ragazzi si recarono in presidenza e si accomodarono sulle sedie rigorosamente di palstica.
-Cosa avete combinato a quella povera professoressa di scienze?- chiese rossa in viso. 
-Ma niente, era solo uno scherzo innocente- si giustificò Mike.
-Innocente? Mettere un preservativo nel registro personale dell'insegnante non è assolutamente innocente e lei signor Evans ha aggiunto testuali parole "ragazzi abbiamo sbagliato, questa è zitella e vive con la sua vecchia" dopodiché gliel'hai tolto e le hai dato un pannolone dicendole che le sarebbe potuto servire con sua madre. Ma vi rendete conto? Sapete che significa?- chiese la donna. 
-No cosa?- chiesero all'unisono i due.
-Cinque parole: SOSPENSIONE CON OBBLIGO DI FREQUENZA!- esclamò la donna. 
-Ma perché con obbligo di frequenza?- chiese Mike.
-Sarebbe troppo bello signor Chang, mi dispiace e adesso sparite dal mio ufficio!- detto questo i due ragazzi uscirono e si recarono in classe.
 
Al termine delle lezioni, tutti andarono a casa, tranne i ragazzi della punizione, i quali furono costretti ad andare nell'aula della detenzione. Schuester arrivò e salutò.
-Buongiorno ragazzi- ma nessuno si degnò di rispondergli. Mercedes Jones e Tina Cohen-Chang erano sedute su un banco e ridevano ascoltando Rachel Berry e Quinn Fabray che, inpiedi su un tavolo facevano versi animaleschi. Brittany S. Pierce aveva gli occhi chiusi e contava mentre saltellava su un piede. Sam Evans e Mike Chang progettavano uno scherzo al povero Schuester. Kurt Hummel e Finn Hudson erano impegnati a riparare la moto del primo. Artie Abrams era appena tornato dall'ospedale e se ne stava tranquillo accanto a Brittany aspettando che questi smettesse di contare e si dedicasse un po' a lui. Santana Lopez e Noah Puckerman litigavano animatamente.
-Puckerman sei un idiota- esclamò rossa in viso lei.
-E tu sei solo una presuntuosa con la puzza sotto il naso- ribatté lui.
-Ah si? Guarda cosa fa adesso la presuntuosa con la puzza sotto il naso- disse la mora dopodiché sferrò una ginocchiata nei genitali al ragazzo il quale si piegò in due dal dolore.
-Ahia che male. Ma tu sei malata! Cos'hai nel cervello si può sapere? Questa è la zona Puckerman, è preziosissima- esclamò
-Uh allora mi dispiace per le ragazze che non potranno più essere parzialmente soddisfatte- continuò la mora. 
-Ehi ehi fermi!- esclmò Schuester avvicinasosi di corsa a loro che lo ignorarono.
-Parzialmente soddisfatte? Non la pensavi così quando venisti a letto con me- disse spavaldo Noah. -Che fai non rispondi?- continuò
-Fingevo, era tutta una finzione, solo per non farti venire i complessi- rispose la ragazza.
-Ok basta, basta- esclamò Will mettendosi tra i due. -Ragazzi basta, vorrei fare lezione con voi!- affermò rivolgendosi a tutti che scoppiarono a ridere. -No ragazzi sono serio. Voglio insegnarvi l'arte- esclamò
-Io ho chiesto l'esonero dal corso d'arte e dovrei farla qui? Non esiste- esclamò Mike Chang.
-Ma non quel tipo di arte. Io paro di musica, di danza- fece presente Schuester e ancora una volta, gli adolescenti scoppiarono in una fragorosa risata. Allora Will decise di fare una cosa che in vita sua non avrebbe mai fatto.
-Artie a quanto ricordo ti ho aiutato, quindi me lo devi. Finn, Kurt?- disse i due lo guardarono e fecero di no con il capo ma William annuì. I due si alzarono e raggiunsero il professore, lo stesso fece Brittany che trascinò Artie sino al professore. 
-Finn, Kurt che diavolo farte? Artie anche tu?- chiese Puck
-Si beh e allora?- rispose Kurt
-Vengo anche io!- esclamò Rachel ridendo con le sue amiche. 
-Bene. Allora cominciamo, tutti qui, anche se non volete, non mi importa- disse il professore, aspettò che tutti si avvicinassero a lui, dopodiché scelse le coppie per il ballo. Ci pensò per qualche minuto. -Allora... Finn e Quinn, Artie e Brittany che da quanto ho so stanno insieme, Mercedes e Sam, Tina e Mike, Santana e Puck e Kurt e Rachel- disse. Tutti si posizionarono con i vari partners tranne Santana e Puck.
-Scherza? Io con questo non ci sto, lo odio- esclamò la ragazza.
-Lei è odiosa e insopportabile, io non ci ballo con lei- disse contemporaneamente il ragazzo. Le due voci si erano sovrapposte e il povero Will non aveva capito nulla. 
-Non ho capito cosa avete detto e non mi importa, la coppia è stata decisa, quindi senza dire niente posizionatevi come gli altri-
I due si avvicinarono. Tutti scoppiarono a ridere. Per capire il motivo dell'odio dei due ragazzi dovremmo tornare indietro di un paio d'anni, precisamente al primo anno di liceo. Santana era la solita bella e stronza a cui piaceva insultare tutti e fare dispetti, Puck era il bello, dannato e irresistibile, erano destinati a stare insieme e così successe. I due si frequentarono per un po'. Santana però, scoprì, grazie ad una ragazza che Puck l'aveva tradita, ma quello che non sapeva era che al ragazzo era stata detta esattamente la stessa cosa riguardante lei. I due non riuscirono mai a chiarire perché troppo orgogliosi e uguali anche se ogni volta dichiaravano il contrario. Avrebbero mai risolto la questione tradimento?












 

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Capitolo 5
*** 5 ***


Schuester era ancora all'opera con i "ragazzi della punizione". Si stavano dedicando al ballo. 
-Bene bravi ragazzi. Su la testa Finn non serve guardarsi i piedi. Bene così Brittany. Su il mento Rachel, Mike sei un fenomeno. Kurt la mano va più su, non sul sedere. Tina migliora la postura e Quinn non essere così seria, sorridi- diceva Schuester
-Sei un porco Puckerman!- esclamò Santana staccandosi dal partner
-Cosa succede?- chiese Will
-Questo idiota si struscia addosso a me- rispose la mora.
-Puckerman!- lo rimproverò Schue
-Che c'è?- chiese lui
-Smettila, perché ti comporti così?- domandò il professore
-Si faccia i cazzi suoi e tu amore mio sei una stronza quindi non rompere- affermò Puck guardando Lopez
-Fanculo Puckerman, mi hai rotto i coglioni sei un idiota- esclamò Santana 
-Io non ci voglio ballare con questa- esclamò il ragazzo.
-Ma perché? Ti ho messo con in coppia con una bella ragazza, che vuoi di più?- chiese l'uomo.
-Niente, dato che le do fastidio voglio cambiare compagna, tanto non mi è nemmeno simpatica e poi non è così bella come dice- disse.
-Io credo invece che lo sia- esordì Kurt sorridendo alla ragazza che ricambiò
-Stanne fuori Hummel- lo avvisò Puckerman.
-Altrimenti?- chiese
-Altrimenti sono cazzi tuoi- rispose
-Mi sto cagando sotto- disse sarcastico Kurt
-Ok basta ragazzi, se il problema è questa coppia provvediamo subito. Allora vediamo un po'- disse Will grattandosi il mento e facendo sedere tutti i ragazzi -Allora vi chiamo e vi posizionate lì, l'uno accanto all'altro. Brittany e Artie, Kurt e Rachel, Finn e Quinn, Sam e Santana, Puck e Mercedes e Mike e Tina. Non farò nessun altro cambio di coppia, adesso tutti in posizione, ricominciamo- disse Schuester. 
-Ma che palle!- esclamò stanco Artie. 
-Su ragazzi, forza e coraggio, forza e coraggio- disse. 
 
La lezione era finita, tutti si stavano preparando per andar via. Schuester stava riponendo nella sua 24ore le sue cose, Mercedes e Quinn passarono davanti alla cattedra sotto braccio e salutarono il docente che ricambiò, lo stesso fecero Tina e Rachel e a seguire Santana e Brittany.
-Santana aspetta qui, devo parlare con te- disse l'uomo
-Non credo- rispose lei continuando a camminare
-Santana!- la richiamò lui. La mora sbuffò, salutò l'amica e si avvicinò a Will.
-Arrivederci prof- lo salutarono Mike e Sam ridendo.
-Ciao ragazzi- rispose cortesemente l'uomo. Finn e Kurt passarono davanti a lui e lo salutarono con un cenno del capo. Assieme a loro c'era Puck.
-Fermo qui Puckerman- esclamò mettendosi difronte a lui. Il ragazzo guardò i compagni lasciare la stanza poi guardò il professore. Lui e Santana si guardarono e contemporaneamente puntarono lo sguardo sul docente ed esclamarono -Io me ne vado-
-Fermi, voi non andate da nessuna parte. Perché vi comportate così?- chiese sedendosi e facendo sedere anche i due
-Perché è uno stronzo e lo odio- rispose la latina tranquilla
-Ho capito che vi odiate, ma perché? Ci dev'essere un motivo- esclamò Will
-C'è un motivo, è una traditrice, è spregevole e senza cuore- affermò Puckerman
-Spregevole, wow fai progressi Puckerman, siamo arrivati alla S- esclamò Lopez e battè le mani al ragazzo che la guardò male. 
-Su ragazzi smettetela. Da quanto ho capito stavate insieme e tu Santana hai tradito Noah giusto?- chiese
-Si!- rispose Puck
-No!- rispose Santana contemporaneamente.
-Mi state confondendo. Si o no?- domandò ancora.
-No, non l'ho tradito io, mi ha tradita lui- disse la ragazza.
-è vero?- chiese Will.
-No, assolutamente- rispose -è vero sono uno stronzo di solito con le ragazze, ma a lei ci tenevo, non avrei mai fatto nulla che avrebbe potuto farla star male. Cavolo prima di essere la mia ragazza era la mia migliore amica- esclamò Noah.
-Quello che hai detto è molto bello, vero Santana?- chiese.
-Non mi importa nulla di quello che ha detto, mi dispiace, non mi bevo le sue stronzate, mi ha tradito e non ho intenzione di perdonarlo. Si ha una sola chance con Santana Lopez- esclamò la ragazza indicandosi pronunciando il suo nome. 
-Perdonarlo? Wo wo frena tesoro, io non ho fatto nulla, non ho niente da farmi perdonare piuttosto sei tu a dover chiedere il mio perdono dato che mi hai tradito tu- ribatté il ragazzo.
-Ma che diavolo dici idiota, basta mi sono rotta le palle di stare qui a parlare di cose private davanti a uno che conosco a malapena- detto questo la ragazza si alzò e uscì.
 
Nel frattempo, Quinn Fabray era seduta nel pullman e aspettava che l'autista riuscisse a far ripartire il mezzo fermatosi nel bel mezzo della strada. Finn Hudson passava con la moto di lì, vide la ragazza nell'autobus e si fermò. Scese dal mezzo e andò da lei. 
-Ehi ti serve un passaggio?- chiese sorridendole.
-Ehm non preoccuparti- rispose ricambiando il sorriso.
-Insisto, dai vieni, ti accompagno- insistette.
-Non vorrei darti fastidio- si giustificò la ragazza
-Tranquilla, non mi dai fastidio- esclamò
-Ok allora accetto- detto questo Finn le prese la mano e la portò con se. -Tieni, mettiti questo- disse dandole un casco.
-Oh ma come siamo premurosi- sorrise lei.
-Beh è prezioso il carico- esclamò lui guardandola negli occhi. Imbarazzata Quinn si mise il casco e salì sul motore assieme a Finn che mise in moto e partì.







 

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Capitolo 6
*** 6 ***


Rachel Berry aveva bisogno di uscire un po', voleva starsene tranquilla in un posto a scrivere. L'unico luogo che le trasmetteva calma, serenità e pace era il mare. Prese di nascosto la macchina dei suoi e si recò lì. Le piaceva tantissimo salire di nascosto sul faro e guardare il panorama. Tutto le sembrava così piccolo e insignificante da lassù. Senza perdere tempo, scese dall'auto. Di solito, in quel periodo dell'anno, la spiaggia era deserta, era pieno inverno, ma quel giorno c'era qualcun'altro, qualcuno che Rachel conosceva bene. Seduta su uno scoglio, a contemplare il mare c'era Santana Lopez. Berry andò da lei e le si sedette accanto.
-Che ci fai qui? Sai che è pericoloso starsene seduti sugli scogli d'inverno?- chiese. L'amica senza distogliere lo sguardo dall'acqua le parlò.
-Lo so, ma adoro vedere le onde infrangersi sugli scogli. Sono venuta qui a pensare- rispose tranquilla.
-A pensare?- domandò ancora la nasona.
-Io Noah lo odio. Non copisco perché continua a sostenere di non avermi tradito, cosa gli costa ammetterlo? Ormai non stiamo più insieme e sono passati anni!- esclamò.
-Sei sicura che ti abbia tradito e che non siano solo delle cazzate quelle che ti sono state dette?- chiese tanto per essere sicura Rachel.
-Si, almeno credo- rispose la latina. 
-Secondo me ti hanno detto una bugia e lo sai, ma sei troppo orgogliosa per ammetterlo e so che non lo farai mai- esclamò la nasona.
-Ti sbagli Berry, ti sbagli- rispose la latina alzandosi e togliendosi i residui di sabbia dai pataloni. 
-Ne ero sicura- affermò l'altra
-Di che?- chiese Santana
-Che te ne saresti andata, quando un argomento ti mette pressione ti alzi e vai via, cerchi di evitarlo- le fece notare l'amica.
-Non è vero- esclamò la mora guardando l'amica.
-Va bene come vuoi, sei a piedi?- domandò Rachel e l'amica annuì. -Vieni ti accompagno io a casa- affermò. Le due entrarono nel veicolo e partirono.
 
Nel frattempo Tina Cohen-Chang e Mercedes Jones camminavano mano nella mano nel centro commerciale della città. Erano piene di buste sino al collo. Artie Abrams, Mike Chang e Sam Evans passavano di la, le videro e andarono da loro. 
-Non sapevo che stavate insieme!- esclamò Sam guardandole e ridendo.
-Ah ah ah, mi sto pisciando sotto dalle risate- disse seria Mercedes.
-Ma che palle tesoro, sciogliti un po', stavo scherzando- affermò ancora il biondino.
-I tuoi scherzi fanno pena- ribatté la ragazza di colore.
-Cohen-Chang i tuoi ti hanno fatta uscire senza la scorta? Ragazzi preparate gli ombrelli- esclamò ridendo Mike. 
-Spiritoso!- esclamò Tina
-Adesso il Vaticano sta tremando, ne sono sicuro- disse lo stesso ragazzo. Le due lo guardarono male. -Perché esci sola ogni morte di Papa- esclamò e assieme a  Sam scoppiarono a ridere. 
-Mi fai tanta pena Chang, tanta pena!- affermò Tina. 
-Lasciali stare!- gli sussurrò Artie e le sorrise dolcemente, lei ricambiò. 
-Ciao amore!- esclamò Brittany andando a dare un bacio sulla guancia al suo ragazzo. 
-Ciao!- rispose lui freddo, dettaglio che non sfuggì all'attenta Mercedes.
-Ehi!- salutò Quinn.
-Ciao Quinn, dov'eri? Stiamo cercando di contattarti dalle 17.30 e sono le 20.00- esclamò Jones indicando l'orologio.
-Scusate, ho il telefono scarico e Brittany ogni volta che le squilla il telefono non risponde, lo lascia squillare e balla- affermò la bionda indicando l'amica che baciava il suo ragazzo. 
-Ok, sei perdonata- disse la mora.
-Ti ringrazio- rispose la bionda.
-Ehi ragazzi!- salutò Finn andando incontro a loro.
-Ehi Finn!- lo salutò Mike. 
-Dov'è Kurt?- chiese Sam
-è nel negozio di videogiochi, sta cercando di rubare un gioco- 
-Ragazze ma dove sono Rachel e Santana?- chiese Quinn
-Non lo so, provo a chiamarle- detto questo, Tina prese il telefono e chiamò Santana. Dopo un po' attaccò. -Allora, Rachel e Santana sono insieme, ho detto loro di raggiungerci e saranno qui a momenti, si trovavano da queste parti- esclamò l'orientale
-Restiamo tutti insieme? Che ne dite?- chiese Brittany.
-Per me va bene- rispose Mike sorridendole. Tutti gli altri accettarono. Dopo qualche minuto arrivarono Lopez, Berry e Hummel. 
-Ciao a tutti!- dissero.
-Come mai questa uscita tutti insieme?- chiese la latina
-Ci siamo incontrati per caso e a Brittany è venuta la straordinaria idea di stare tutti asssieme- rispose Mike Chang sorridendo ancora una volta dolcemente alla bionda. Santana notando lo scambio di sguardi alzò un sopracciglio. 
-Aspettate, manca qualcuno!- esclamò Sam guardandosi attorno. 
-Eccomi!- rispose Puckerman arrivando alle spalle del biondino. Lopez roteò gli occhi.
-Dov'eri?- chiese
-Stavo facendo sesso con una nel bagno del cinema. Perché me lo chiedi? Se volevi unirti bastava chiedere!- domandò sorridendo maliziosamente alla ragazza la quale lo guardò schifata ed esclamò
-Porco!- 
-Ragazzi i nostri genitori sono fuori città, che ne dite di predere le pizze e mangiarle a casa nostra magari vedendo anche un bel film?- chiese Finn 
-Si, perché no? Sarebbe una bella idea- rispose Quinn sorridendo al ragazzo. 
-Adesso ci tocca decidere chi andrà in pizzeria e chi direttamente a casa. Se andassimo tutti insieme a comprare da mangiare ci caccerebbero- esordì Tina
-Si, Tina ha ragione!- la appoggiò Mercedes.
-Ok, allora dividiamoci. Io e Finn andiamo a casa, altrimenti come entrate?- chiese Kurt
-Giusto, Hummel ha ragione, allora con voi facciamo venire Quinn, Mercedes, Brittany, Artie, Tina e Sam, mentre Rachel, Puck, io e Santana andiamo in pizzeria. Che ne dite?- domandò Mike.
-Io dico: Assolutamente NO!- rispose Santana
-E dai Lopez, non fare la bambina- esclamò Sam
-Ok, ma se alla fine toriniamo a casa solo in tre è perché l'ho ucciso ok?- chiese.
-Si ok, ma adesso andate!- detto questo i quattro andarono in pizzeria. Puckerman andò ad ordinare.
-Buonasera!- disse la cameriera sorridente
-Buonasera tesoro sei libera stasera?- chiese Noah. La latina innervosita dal comportamento del ragazzo lo tirò dalla camicia facendolo girare verso di lei. 
-Ti sembra il momento di fare il cascamorto con la cameriera? Ordina e andiamo via!- gli ordinò. Puckerman rise sotto i baffi e tornò alla cassa.
-Come volevano gli altri la pizza?- chiese. Rachel sbuffò e glielo disse. -Rach tu come la vuoi?- chiese. 
-Io una quattro stagioni- rispose Berry. 
-Mike tu?- domandò ancora il ragazzo. 
-Per me una con crudo e stracciatella!- rispose l'orientale.
-Ok bene, poi me ne fa una capricciosa senza olive e con il formaggio a scaglie e una con wurstel e patatine fritte- esclamò il ragazzo con la cresta.
-Scusa la capricciosa per chi è?- chiese la latina curiosa
-Per te! Credi forse che non ricordi come ti piace la pizza? Ricordo tutto di te- affermò Noah
-Si certo!- aggiunse sarcastica la mora.
-Certo, posso dimostrartelo!- affermò
-Fallo allora, dimostrami che mi conosci così bene come credi- lo sfidò la latina. Lui sorrise e le si avvicinò.
-Non bevi il latte al mattino perché ti risulta indigesto, non mangi pesce tranne tonno e salmone. Non ti piace il caffé e il suo odore ti fa venire il mal di testa. Il tuo colore preferito è il rosso, adori la musica pop e sei fan di Britney Spears. Adori ricevere regali ma non ti piacciono le sorprese. Ti piace fare casino e scherzare, ma soprattutto ti piace ridicolizzare la gente.  Adori essere abbracciata ed anche farti toccare i capelli. Quando un argomento ti mette pressione, ti alzi e vai via. Vuoi sempre avere ragione e sono più che sicuro che adesso tu voglia baciarmi- esclamò Noah, si avvicinò al suo viso. Poteva sentire il suo respiro sulla sua faccia. 
-Ehm ragazzi sono pronte le pizze, ci conviene andare!- intervenne Rachel cercando di salvare la sua amica da una situazione al quanto imbarazzante. 













 

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Capitolo 7
*** 7 ***


A casa Hummel-Hudson
-Sam finiscila, non fare il bambino!- esclamò Tina Cohen-Chang
-Altrimenti che mi fai Cohen-Chang?- chiese Sam Evans
-E dai Sam lasciala in pace- disse Artie Abrams
-Ragazzi basta!- urlò Mercedes Jones e tutti si zittirono. 
-Finalmente!- commentò Quinn Fabray prendendo la parola -Che film vediamo?- chiese guardando i suoi compagni di scuola
-"Final Destination"- esclamò Kurt Hummel 
-Assolutamente no- ribatté Mercedes e il ragazzo sbuffò
-"Il mai nato"?- chiese Artie
-No, mi fa paura!- commentò Brittany e si andò a rintanare in un angolo con la faccia in direzione del muro e le mani sugli occhi. 
-Io dico "The eye"- esclamò Finn Hudson
-Ma Finn quello è un film da paura!- esclamò Quinn facendogli gli occhi dolci.
-Hai ragione, sceglilo tu!- disse il ragazzo
-Come? Cosa? Non dirai sul serio? Avanti Finn!- commentò Sam guardando l'amico
-Zitto idiota!- lo zittì Hudson
-Dove sono finite le palle fratello?- chiese Kurt
-Gliele ha prese la Fabrey- rispose il biondino
-Fanculo Evans, fanculo!- commentò la ragazza e lui le mandò un bacio volante.
-Non ci provare, è mia!- mimò con le labbra Hudson, il biondino alzò le spalle indifferente. Quello che tutti non sapevano però era che Sam non era così disinteressato come voleva fare credere, anzi, tutto il contrario. Fin dall'età di cinque anni, il giovane Evans aveva una cotta segreta per la bella Fabrey, ma a causa della sua scarsa capacità di esternare le emozioni, il biondino aveva represso le sue emozioni, fino a soffocare quel sentimento che fremeva, scalpitava, voleva prendere forma. Il ragazzo aveva imparato a mentire molto bene durante quegli anni. Ormai non era più un ragazzino, sapeva controllarsi, o almeno così credeva. Se solo avesse avuto un po' di coraggio in più e si fosse dichiarato... 
La biondina era sempre stata attratta da lui, sapeva di piacergli, ma non sarebbe stata di certo lei a fare il primo passo. Si sa, è il ragazzo che deve farsi avanti. Sognava, immaginava e progettava la dichiarazione che Sam le avrebbe fatto sin dalla terza elementare, ma invano, infatti il ragazzo non le aveva neanche mai chiesto di uscire. Sembrava che difronte a lei perdesse tutta la sua spavalderia che improvvisamente riacquistava quando nei paraggi c'erano gli amici. Ormai era troppo tardi per Sam, Finn si era invaghito di lei e si sa, non si ruba la "ragazza" agli amici. 
 
Fuori la pizzeria
-Amico dammi una mano!- esclamò Noah Puckerman.
-Arrivo!- affermò Mike Chang andando a dargli una mano.
-Dio Rach ti ringrazio, non oso immaginare cosa sarebbe successo se non ci fossi stata tu!- disse Santana Lopez
-Servono a questo le amiche no?- chiese sorridente Rachel Berry e la mora l'abbracciò.
-Ehi Nanerottola hai un naso enorme! Hai mai pensato di rifartelo?- esclamò una ragazza ridendo con le sue amiche. Non appena sentì quelle parole Rachel si voltò e camminò nella loro direzione.
-Dove cazzo vai?- chiese la latina
-A crepare di mazzate quella tipa!- rispose l'altra indicando con una mano colei che l'aveva insultata. Detto questo la nanetta si avvicinò alla ragazza. -Ripeti quello che hai detto?- disse minacciosa.
-Senti tesorino abbassa la cresta, credi di farmi paura con questa tua aria da mafiosa?- chiese questi e scoppiò a ridere con le sue amiche. -Vieni qui tutta minacciosa con la tua amichetta prostituta e credi di farmi paura?- continuò
-Amichetta prostituta a chi?- chiese Santana avvicinandosi a Rachel
-A te!- rispose la ragazza
-Berry facciamole vedere come facciamo le cose a Lime Heights!- esclamò Lopez e assieme alla sua amica si avventarono sulle ragazze, in men che non si dica si creò una vera e propria rissa.
-Oh cazzo!- esclamò Mike guardando le due ragazze.
-Merda!- aggiunse Noah -le abbiamo perse di vista solo per un minuto!- detto questo corsero da loro.
-Ferme ferme, le state crepando- esclamò Mike.
-Così non risolvi niente Chang, conosco Santana, c'è un solo modo per fermarle- affermò Puckerman con uno sguardo fece capire all'amico cosa intendeva. -Io prendo lei e tu Rachel- esclamò e prese la ragazza da dietro circondandole la vita con le braccia. 
-Mettimi giù, Puckerman! Mettimi giù!- esclamò la latina colpendo con dei pugni la schiena del compagno che la teneva ormai come un sacco di patate. Lo stesso succedeva a Mike con Rachel. Una volta arrivati vicino alla macchina lasciarono le due.
-Hai visto quanti capelli le ho tirato?- chiese Berry ridendo.
-Oddio si!- rispose la latina unendosi alla risata. I due ragazzi si guardarono, scossero la testa e dopo esser saliti tutti a bordo partirono. 
 
A casa Hummel-Hudson, i ragazzi stavano ancora decidendo quale film avrebbero visto. 
-Allora ricapitoliamo i film da paura no, quelli d'azione no, quelli di fantascienza no, quelli di avventura no. Insomma che divolo dobbiamo vedere il film dei teletubbies?- chiese Sam.
-Evans se questo era un tentativo per strapparci una risata ti informo che è fallito miseramente, fai pena!- disse Quinn. Il campanello suonò e Kurt andò ad aprire. 
-Sono arrivati i ragazzi con le pizze!- esclamò
-Ci sono tutti o Santana ha davvero ucciso Puckerman?- chiese Sam
-Tranquillo amico sono qui e sono ancora tutto intero- rispose l'amico entrando in casa. 
-Allora che film vediamo?- chiese ingaro Mike
-Se continuiamo di questo passo nessuno, Barbie non ha ancora preso una decisione- esclamò Evans indicando Fabrey che lo guardò male. 
-Sant, Rach voi cosa vorreste vedere?- chiese la bionda
-Per me va bene qualunque genere anche se preferisco i film d'azione- esclamò la latina. A Kurt si illuminarono gli occhi, le circondò i fianchi con un braccio.
-Dove ti eri nascosta tutto questo tempo Lopez?- chiese sorridendole.
-Kurt dammi una mano con le pizze!- esclamò Puckerman notando l'atteggiamento dell'amico nei confronti della ragazza. Finalmente scelsero il film da vedere e sedutisi sul divano cominciarono a vederlo.








L'angolo della scrittrice di SuperF1997
Sono più che sicura che per l'ultima GIF 
magika_marta  vorrebbe uccidermi! Tranquilla è solo una situazione precaria, di passaggio. Un bacio a tutti quelli che mi seguono e che hanno inserito tra le seguite e le preferite questa storia. SuperF1997 <3
 






 

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Capitolo 8
*** 8 ***


-Ma avevate detto che non era pauroso!- esclamò Tina Cohen-Chang nascondendo il viso tra le mani.
-Ma dai, tu questa cosa la chiami paurosa?- chiese Santana Lopez -questo film l'ho fatto vedere ieri a mio cugino, mio cugino ha 6 anni- 
-Shh- disse Noah Puckerman guardando male la latina e questi alzò il dito medio nella sua direzione e mimò con le labbra -Fottiti!- 
-Artie ho paura!- esclamò Brittany S. Pierce
-Vieni qui tesoro, vieni qui!- disse lui e l'abbracciò. Lei gli sorrise e lo baciò a stampo. Alla fine del film erano tutti seduti sui divani, su uno c'erano Finn Hudson, Quinn Fabray, Santana Lopez e Tina Cohen-Chang, su un'altro Rachel Berry, Kurt Hummel, Artie Abrams, Brittany S. Pierce, Sam Evans e Mike Chang, sulla poltrona c'era Mercedes Jones e Noah Puckerman era seduto a terra con la testa appoggiata alle gambe della ragazza corpulenta.  
-Adesso che si fa?- chiese Sam.
-Io dico gioco della bottiglia- rispose Noah sorridendo malizioso. 
-Porco!- esclamò Santana
-Tanto lo so!- affermò Puckerman sorridendo
-So cosa?- domandò confusa la latina
-Che fai così solo perché non vedi l'ora di giocare per potermi baciare- disse Puck alzando le spalle e passandosi una mano tra i capelli. La latina corrugò la fronte e spalancò la bocca indignata.
-Non è affatto vero idiota!- lo insultò.
-Tranquilla, non c'è niente di male, sono bellissimo e dannatamente sexy, tutte voi vorreste saltarmi addoso, lo so, non c'è nulla di cui vergognarsi, è normale- continuò lui
-Ma tu sei fuori! Tu non sei normale- disse arrabbiata Lopez
-Mi fai tanta pena Puckerman, tanta pena!- aggiunse Berry.
-Non ti immischiare Rachel, credo che lei si sappia difendere da sola- disse lo stesso ragazzo
-Puck hai coinvolto tutte noi dicendo "tutte voi vorreste saltarmi addosso"- disse la ragazza
-Ah- disse solo Puck
-Allora si gioca oppure no?- chiese Kurt. Tutti si disposero in cerchio e con una bottiglia di birra cominciarono a giocare. Il primo a girarla fu Finn. L'oggetto si fermò in direzione di Rachel. I due si avvicinarono e si scambiarono un bacio. Non appena si staccarono si guardarono allungo negli occhi. Poi fu la volta di Sam, questa volta la bottiglia si fermò in direzione di Quinn. Sbarrò gli occhi e guardò la ragazza che era altrettanto sorpresa ma non lo dava a vedere. 
Sam Evans non sapeva che fare. Aveva sempre avuto una cotta per quella ragazza. Come si sarebbe dovuto comportare? Le avrebbe dovuto dare l'impressione di essere distaccato o avrebbe dovuto fare emergere il suo amore? 
-Allora Evans che aspetti?- chiese Kurt. Il ragazzo si sporse in avanti e baciò Quinn. Entrambi chiusero gli occhi e assaporarono il momento, quel momento da entrabi tanto atteso che purtroppo dovette concludersi poiché gli altri cominciavano ad insospettirsi. 
-Tocca a me!- esclamò Santana guardando Hummel che le sorrise. Girò la bottiglia e questi si fermò su Puck. Il ragazzo rise. -Ma questa è sfiga!- esclamò la ragazza sbuffando. -Io so com'è baciare Puckerman e non ne ho la benché minima voglia quindi rigiro la bottiglia!- detto questo la ragazza rigirò l'oggetto altre tre volte e questo finiva sempre su Noah oppure negli spazi vuoti. 
-Che ci vuoi fare Lopez, è destino!- esclamò il ragazzo con la cresta ridendo, si avvicinò a lei e la baciò con foga. Dopo pochissimo la ragazza lo stacco e gli mollò una sberla. -Ahia!- esclamò il ragazzo toccandosi la guancia. 
-Tieniti la lingua in bocca idota!- esclamò paonazza Santana.
-Andiamo avanti!- esclamò Rachel cercando di evitare una lite. 
Dopo fu il momento di Tina e la bottiglia indicò Mike. 
-Non è possibile, con tanti ragazzi proprio lui!- esclamò l'orientale.
-Su Cohen-Chang, vieni qui- disse il ragazzo e la baciò.
Poi fu il momento di Mercedes e la bottiglia si fermò in direzione di Kurt. Senza dire nulla i due si avvicinarono e si baciarono, quasi come fosse la cosa più naturale del mondo. 
La serata si conculse e tutti tornarono a casa. 
 
Il giorno dopo William Schuester arrivò a scuola alle ore 8.30, la sua ora di lezione cominciava alle 15.00 e terminava alle 16.00, allora che ci faceva già lì?
Sue Sylvester vedendolo seduto nel suo ufficio pensò subito che questi volesse abbandonare "I ragazzi della Punizione"
-Se è qui per dare le dimissioni- cominciò a dire
-Le dimissioni? Cosa? Non voglio lasciare i ragazzi- la interruppe subito l'uomo
-Ah, allora che ci fa qui?- chiese la preside
-Vorrei vedere i fascicoli dei "ragazzi della punizione" se è possibile- 
-L'avviso signor Schuester che non ci troverà scritte belle cose- lo avvertì la donna
-Correrò il rischio- esclamò Will dopodiché la donna aprì un rumoroso cassettone e tirò fuori un paio di fascicoli dello spessore di 4-5 centimetri. Schuester sbarrò gli occhi. 
-L'aula della punizione è libera, può andare a leggerli li, Becky le darà una mano a portarli tutti di sotto- affermò la Sylvester. Con l'aiuto di Jackson, il professore riuscì a portare tutto nell'aula e cominciò a leggerli: Artie Abrams, Rachel Berry, Michael Chang jr., Tina Cohen-Chang, Sam Evans, Quinn Fabray, Finn Hudson, Kurt Hummel, Mercedes Jones, Santana Lopez, Brittany Susan Pierce, Noah Puckerman. Continuava a leggerli e rileggerli, non si spiegava le azioni commesse dai ragazzi. La preside entrò nell'aula e si sedette accanto a lui. 
-Molti li chiamerebbero "Fascicoli Personali", a me sembrano più dei registri della polizia- esclamò Scuester ancora scioccato
-Lo so, ognuno di loro ha alle spalle una storia dura e faticosa, forse è prorpio per questo che si comportano in questo modo. Le faccio un esempio, il fratello maggiore di Artie Ambrams è un poliziotto ed è stato costretto ad arrestarlo parecchie volte per rissa, furto con scasso, rapina a mano armata e via dicendo, in questo modo si è creata in famiglia una situazione molto particolare che ha portato alla perdita del rapporto che i fratelli Abrams avevano. Oppure il caso di Santana Lopez, uno dei suoi fratelli è morto, è stato ucciso durante una rissa fra gang, con lui c'era anche il fratello di Noah Puckerman, i due erano molto amici, Michael Puckerman si è salvato, mentre per Matthew Lopez non c'è stato nulla da fare. Un colpo al petto, non c'è stato nulla da fare, aveva perforato il polmone, tutti sono andati via lasciando a terra morente, l'unico che è rimasto è stato proprio Michael ma nonostante abbia cercato di fermare l'emorraggia, Matt è morto dissanguato tra le sue braccia. Il ragazzo non riusciva a darsi pace e ancora adesso cerca l'assassino del suo amico, è entrato in un brutto giro. Dopo la morte di Matt, Santana ha cominciato a comportarsi male, ha incendiato otto volte il laboratorio di chimica, ha picchiato quasi tutte le ragazza dell'istituto e ha cercato in tutti i modi di far del male a Michael, non capiva perché suo fratello fosse morto e lui no. L'unico che riusciva a farla ragionare un po' era Noah, ma poi hanno cominciato ad odiarsi e Santana è diventata ancora più terribile. Ha bruciato i capelli della sua insegnante di Storia mentre questi era girata a scrivere alla lavagna. Ha incendiato un paio di volte la mia auto. Ha distrutto i bagni della scuola e ha ficcato una matita nel naso della sua compagna di laboratorio e si è giustificata dicendo che questi parlava troppo per i suoi gusti.- 
Will era a dir poco scioccato.
-Adesso si è calmata moltissimo. Quinn Fabray invece assieme a sua sorella e Rachel Berry picchiava e scherniva le altre ragazze e le costringeva a bere l'acqua del bagno e di certo non quella del rubinetto.- continuò la preside
-Mi scusi, facevano bere l'acqua del Water alle altre ragazze?- chiese Schuester
-Si, e non solo, Rachel Berry le picchiava e prendeva loro i soldi della merenda- esclamò Sue
-Ma Rachel non fa mai merenda!- commentò William
-Si, infatti quei soldi li dava a Mercedes che in mensa era la comandante. Tutti avevano paura di lei, maschi e femmine, non appena la vedevano andavano via. Lei picchiava chiunque indipendentemente dal sesso, non aveva pietà per nessuno. Signor Schue questi sono solo alcuni esempi di quello che questi ragazzi hanno fatto e sono capaci di fare- disse la Sylvester.
-Sa preside, io l'ammiro molto, nonostante tutto lei è rimasta qui e ha cercato di aiutarli, non gli ha abbandonati come di certo avrebbe fatto qualcunaltro, lei è una gran bella persona- esclamò Will
-No, non sono così brava come crede. Ha presente le foto che sono appese nel mio ufficio?- chiese la donna
-Si, certo sono molte!- rispose Schuester.
-Quelli sono tutti gli studenti di questa scuola morti da quando la dirigo io. Vede, non sono così brava come crede- esclamò la donna. Will ammirava il suo coraggio e le sue azioni, lei era in quella scuola da quasi dieci anni ormai e non era scappata difronte a tutto quello che era successo e che continuava a succedere. La guardò con compassione. Suonò la campanella e la preside andò via, era appena finita l'ultima ora, se lei non ci fosse stata nessuno avrebbe rispettato l'ordine di uscita e si sarebbe creato un gran casino. 















Angolo della scrittrice di SuperF1997
Sono più che sicura che per le gif qui sopra magika_marta  mi adorerà sopratutto per quella Fabrevans. Comunque grazie mille a tutti quelli che hanno insierito la mia storia nelle preferite o nelle seguite, mi fa piacere, grazie mille anche a chi a recensito e a chi ha letto e continua a leggere quello che scrivo. Un bacione a tutti SuperF1997
 

 

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Capitolo 9
*** 9 ***


-Ragazzi oggi cambiamo un po' registro- esclamò Will Schuester sorridente.
-Che intende esattamente con cambiamo un po' registro?- chiese Kurt Hummel
-In questi giorni vi ho fatto ballare, oggi voglio che esprimiate le vostre emozioni e sensazioni attraverso una canzone- disse
-Vuole farci cantare?- chiese confuso Finn Hudson
-Si, avete capito bene, voi ragazzi avete tante potenzialità che non usate, ad esempio, Mike  e Brittany, voi siete due ballerini nati. Oppure Sam, Sam potrebbe diventare un comico, ma questi sono solo alcuni esempi delle caratteristiche che avete, che ognuno di voi ha. Quinn, tu con il tuo modo di ragionare e di fare potresti benissimo diventare la prima donna presidente. Ognuno di voi ha delle potenzialità, basta solo farle emergere. So come ci si sente quando nessuno crede in voi e nelle vostre capacità- affermò l'uomo
-Ma non dica cazzate. Lei ha tutto, che ne può sapere!- esclamò Artie
-Non credete che il "tutto" come lo definite voi mi sia stato servito su un piatto d'argento, è vero, forse non ho vissuto le vostre stesse esperienze, magari avevo una famiglia un po' più agiata, ma è stato difficilissimo diventare la una persona realizzata. Nessuno credeva nelle mie capacità, quelli che invece lo facevano, lo facevano in modo eccessivo, pretendevano da me sempre di più ed io non ero in grado di dar loro quel che volevano. Ho dovuto fare tanti sacrifici e sono stato ripagato alla fine. Ho un lavoro bellissimo, una moglie fantastica, due figli meravigliosi, solo adesso so per certo che i miei sforzi non sono stati vani. Ragazzi io credo in voi, potete fare qualunque cosa, l'importante è crederci. Io ci ho creduto e posso affermare di avercela fatta- continuò il professore.
-Si sbaglia. Questi sono botte di culo, nessuno scommetterebbe mai su di noi, tutti ci reputano come delle schifezze, siamo la parte più insignificante di questa schifosa generazione. Siamo i ragazzi lasciati nel dimenticatoio. A nessuno frega nulla di noi. Lei secondo me è qui solo perché vuole fare la parte del "buon Samaritano" beh le dico una cosa, a me non serve nessuno che mi aiuti e nessuno che mi faccia da Baby-Sitters. Io non ho bisogno di nessuno tantomeno di lei e non venga qui a illuderci con le stronzate su come ce l'ha fatta ok? Non fa altro che ricordarci che facciamo schifo e che non otterremo mai quel che desideriamo- esclamò indignata Santana Lopez
-Santana ti sbagli, io voglio aiutarvi e mi ritengo una persona molto sincera. Se vi ho detto che potete fare qualunque cosa vogliate e perché ci credo davvero, non voglio illudervi, so quant'è brutto essere ostaggi dell'illusione e non voglio che nessuno di voi sperimenti questa esperienza sulla sua pelle- affermò Will
Prima che la latina potesse dire qualcosa, Mercedes Jones si alzò dalla sedia sulla quale era seduta e si diresse al centro dell'aula. 
-Io voglio cantare una cosa, riguarda l'unica cosa che tutti hanno per me e che nessuno potrà mai togliermi- esclamò la ragazza corpulenta
-Non lo farai per davvero?- chiese Rachel
-Perché no? Che ci perdiamo, ci siamo solo noi, non voglio stare un'ora senza far nulla- detto questo la ragazza cominciò a cantare.
 
R-E-S-P-E-C-T 
Find out what it means to me 
R-E-S-P-E-C-T 
Take care, TCB 
 
-Wow ha una voce davvero... wow!- commentò Santana guardando l'amica a bocca aperta
-Già. Come mai non ce ne siamo mai accorte?- chiese Tina 
-Non ci siamo mai interessate a queste cose- rispose Quinn
-Ha davvero una voce bellissima- esclamò Rachel
-Voglio che lei canti al matrimonio del mio gatto!- disse Brittany e tutte la guardarono male.
Durate tutta la canzone, Will era rimasto a fissare la ragazza con uno sguardo sognante.
-Proferssor Schue mi sta spaventando- disse la stessa
-Scusami Mercedes, ma tu hai una voce davvero fantastica. Wow, voci come la tua sono un dono del cielo- continuò il professore. -Qualcun'altro vuol'essre coraggioso come la vostra compagna?- chiese
-Io!- esclamò Rachel Berry alzando la mano.
-Si, prego Rachel, vieni pure. Che canzone ci canti?- chiese l'uomo
-Ehm... credo che canterò una canzone che ho scritto io- disse
-Scrivi canzoni?- chiese il professore sorpreso.
-Si, quando ero più piccola sognavo di diventare cantante e la passione per la scrittura non mi è mai passata- rispose la ragazza
-Avete sentito? Scrive canzoni!- esclamò ridendo Mike Chang
-Si scrive canzoni e allora? Cosa c'è non ti va bene?- chiese Finn Hudson guardandolo male, l'orientale si scusò e chiuse la bocca.
-Ok, vai Rachel, è il tuo momento- esclamò Schuester. La ragazza si posizionò lì dove qualche minuto prima c'era la sua amica e cominciò a cantare.
 
What have I done? 
I wish I could run, 
away from this ship going under 
just trying to help out everyone else 
now I feel the weight of the world is on my shoulders 
 
-Wow anche lei ha una voce bellissima- esclamò Santana
-Non ho mai sentito voce più bella- commentò Tina
-Hai ragione, è persino più brava di me- l'appoggiò Mercedes
-Ragazze ascoltate le parole della canzone!- esclamò Quinn
 
what can you do when your good isn't good enough 
and all that you touch tumbles down? 
cause my best intentions 
keep making a mess of things, 
I just wanna fix it somehow 
but how many times will it take? 
oh, how many times will it take for me to get it right, to get it right? 
 
-Oddio se questo è quello che prova dobbiamo fare qualcosa per aiutarla- disse Quinn 
-Sono d'accordo, questa canzone è bellissima e molto profonda, rispecchia perfettamente le sue emozioni, ne sono sicura. Dobbiamo solo ascoltare la sua voce. Adesso più che mai- affermò Santana
-Ragazze questa canzone è bellissima ed io sto per piangere, è più forte di me. Non posso credere che lei stia così male. Crede che ogni cosa che tocchi si rovini. Dobbiamo farle capire che non è così, dobbiamo farle sentire la nostra presenza- commentò Tina trattenendo a stento le lacrime
-Tina ha ragione, oddio ha davvero una voce unica. Da dove la tira fuori? è uno scricciolo!- esclamò Mercedes sorridendo all'amica.
 
can I start again, with my fate again? 
cause I can't go back and endure this 
I just have to stay and face mistakes, 
but if I get stronger and wiser, I'll get through this 
 
-Wow Rachel, sei fantastica, hai una voce stupenda- esclamò Brittany al termine della canzone. 
-Grazie!- rispose timidamente l'amica.
-Rachel è davvero una canzone meravigliosa, hai una voce meravigliosa, ma ho una domanda per te- disse Schue
-E cioè?- chiese l'alunna
-è davvero questo quello che provi?- chiese l'uomo. La ragazza si limitò ad annuire -Beh Rachel voglio che tu sappia che per qualunque cosa io ci sono. Se vuoi parlare, se cerchi qualcuno a cui confidare le tue paure, i tuoi problemi, beh non esitare a venire da me- disse l'uomo. Dopodiché la campanella suonò e i ragazzi andarono via. La storia era appena cominciata.







 

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Capitolo 10
*** 10 ***


-Pronto?- 
-Sant sono io, che fai stasera?-
-Oggi è sabato, vado all'appuntamento con Kurt, te ne ho parlato ricordi?- 
-Si, giusto. Vuoi che venga  a darti una mano, sono a casa, non so che fare e sono più che certa che una mano ti sarà utile- 
-Si, vieni pure. Oh Quinn, potresti passare a prendere Rachel, meno sola la lasciamo e meglio è non credi?- 
-Si, sono d'accordo, dammi cinque minuti e sono da te, anzi, siamo da te- 
 
Quinn Fabray scese le scale di casa sua, dopo aver salutato sua sorella uscì di casa e comiciò a camminare sul vialetto che la portava dritta a casa di Rachel che abitava poco più distante da casa sua e da quella di Santana. Mentre a testa bassa, la biondina scriveva all'amica, un ragazzo su un bel motore nero si fermò accanto a lei.
-Ehi bellezza che ci fai tutta sola?- disse togliendosi il casco
-Ciao Finn, sto andando da Rachel e poi da Santana- rispose la ragazza sorridendogli
-Ma Santana non aveva un appuntamento con Kurt?- chiese Finn Hudson
-Si, infatti andiamo da lei per darle una mano a scegliere cosa mettere- rispose la stessa
-Oh, un consiglio, niente di elegante, Kurt se porta una ragazza al cinema è anche troppo, beh adesso scappo, ci vediamo a scuola lunedì- disse il ragazzo e baciò la guancia alla biondina, dopodiché mise in moto e andò via
La ragazza continuò a camminare sino a casa di Rachel. Suonò il campanello e aprì uno dei suoi padri, nonostante si conoscessero dall'età di tre anni, Quinn non aveva ancora imparato a distinguere i due uomini.
-Ciao Quinn- disse l'uomo
-Salve, cerco Rachel, è in casa?- chiese 
-Si certo, eccola!- disse notando la figlia scendere
-Oh ciao- esclamò la ragazza vedendo l'amica
-Vieni con me da Santana?- domandò la biondina
-Ma non ha un appuntametnto con Kurt?- chiese l'altra
-Si, deve scegliere cosa mettersi, ha bisogno di noi- detto questo le due uscirono e in un batter d'occhio arrivarono a casa Lopez. Non appena fuori sentirono delle voci.
-Vaffanculo io mi vesto come cavolo voglio e faccio quel che cazzo mi pare- era la voce di Santana-
-Non esiste non ti farò uscire conciata come una porno star, vatti a cambiare- esclamò suo fratello Rodrigo
-Assolutamente no e che si veste come una porno star vallo a dire a quella troia della tua ragazza che se ne va in giro con vestiti "vedo non vedo" e che la da a tutti quanti- ribatté la latina
-Santana smettila o ti do un ceffone che ricorderai per tutta la vita- affermò arrabbiato lui
-La verità ti fa male eh?- continuò la ragazza. Immediatamente Rachel suonò il campanello impaurita.
-Chi diavolo è?- chiese aprendo la porta la ragazza. -Oh ciao!- disse vedendo le sue amiche- 
-Che succede? Abbiamo sentito che litigavate- disse Quinn
-Oh si, è colpa sua- esclamò la ragazza
-Ah colpa mia, Quinn, Rachel guardate come si è conciata secondo voi esagero se le impongo di rimanere a casa?- chiese Rodrigo
-No, assolutamente, hai ragione. Santana in effetti quella gonna è troppo corta e qualla maglia ti copre a malapena. Su dai cambiati!- esclamò Quinn
-Grazie!- esclamò il ragazzo
-Ma da che parte state?- chiese la ragazza
-Dalla tua ma adesso ha ragione lui- commentò Rachel
-Ok fanculo, mi vado a cambiare- detto questo la latina andò a cambiarsi.
Dopo altri cambi, finalmente Santana trovò qualcosa da mettersi e uscì per recarsi all'appuntamento. Kurt Hummel era già lì, vicino all'entrata del cinema con il casco del motore in mano.
-Ciao- lo salutò la latina sorridente
-Ciao- ricambiò lui -Vogliamo entrare?- chiese 
-Certo!- rispose lei. Entrarono nel cinema e cominciarono a guardare il film. Ad un certo punto, Kurt mise un baccio attorno alle spalle della ragazza e la guardò. Lei gli sorrise. Adesso finalmente capiva perché il ragazzo avesse scelto dei posti nell'ultima fila. Con molta dolcezza la latina chiuse gli occhi e il latticino le si avvicinò sino a baciarla. Mentre continuavano a pomiciare sentirono un rumore. Si staccarono. Risero, dietro le tende c'era qualcuno che si stava divertendo. Curioso Kurt si alzò. 
-Dove vai?- chiese Santana
-Sono curioso, voglio proprio vedere la faccia dei due quando aprirò la tenda- rise Hummel. Prese la tenda tra le mani e la spostò velocemente. Dietro l'oggetto c'era una ragazzo con in braccio una ragazza in minigonna, si stavano baciando, lei aveva la camicetta sbottonata e lui i pantaloni. La latina che non aveva guardato in faccia i due, alzò lo sguardo e quando vide chi erano i due le cominciò a ribollire il sangue. Sentì le gote andare a fuoco e le sopracciglia corrugarsi. Di fretta si alzò e si avvicinò al suo accompagnatore che avendo riconosciuto il ragazzo rideva di gusto. 
-Che ci fai tu qui con lui?- chiese quello che aveva ancora in braccio la ragazza
-Che ci faccio? Sono uscita con Kurt, tu che diavolo ci fai qui? E perché hai una ragazza in braccio e i pantaloni slacciati?- chiese Lopez
-Vuoi davvero che te lo dica?-
-Sei un porco Puckerman, un porco!- esclamò la mora
-Ma che diavolo vuoi?- chiese scaldandosi l'altro
-Basta mi sono rotta le palle, andiamoce Kurt- disse la stessa girandosi e andando verso l'uscita. Puckerman si allacciò in fretta i pantaloni e la seguì.
-Io vado a prendere la moto- esclamò il latticino.
-Perché diavolo fai così? E poi dove credi di andare con quello?- chiese
-Lasciami in pace, faccio quello che mi pare ed esco con chi mi pare, pensa a te e alle tue sgualdrine da due soldi- esclamò la ragazza
-E allora tu con quale titolo vieni qui a insultare la mia ragazza?- domandò arrabbiato il ragazzo con la cresta. Santana sbarrò gli occhi.
-La tua ragazza?- chiese piano come se fosse sotto schock.
-Si, la mia ragazza, hai capito bene stiamo insieme da due mesi e non fare quella faccia, sai quanto ti ho amata, ma ho il diritto di rifarmi una vita- rispose Puckerman
-Ma allora tutte quelle storie su quelle ragazze, quella del centro commerciale dell'altro giorno, erano tutte inventate?- domandò incredula la latina.
-Si Santana, tutte inventate, non sono andato a letto con trecento ragazze e tutto quello che ho raccontato l'ho fatto con lei- rispose Noah -Senti, io ci sto davvero bene con lei, se almeno un po' mi vuoi bene smetti di insultarmi perché  non sono la persona che credi-
-Io non so più chi sei, forse non l'ho mai saputo, ma ti rendi conto, hai mentito a me e a tutti i tuoi amici- disse la ragazza
-Si e l'ho fatto perché loro non capirebbero. Ascolta io le voglio davvero bene, certo non'è ancora amore, ma potrebbe diventarlo, se loro lo sapessero mi prenderebbero ingiro, io non voglio rovinare tutto con Emily, lei è fantastica- affermò Puckerman mettendo le mani sulle spalle della ragazza. -Lo farai?- chiese 
-Si, certo!- rispose la latina guardando minacciosa la ragazza dopodiché si avventò contro di lei. -Troia che gli hai fatto? Lui è mio!- urlò la regina di Lima Heights spingendo Emily. 
-Lasciala! Ma Santana sei impazzita?- chiese Noah staccandola dalla sua ragazza. Lei lo guardò, poi guardò la sua ragazza. -Non finisce qui tesoro, non finisce qui!- detto questo la latina girò i tacchi e andò via. Fuori dal cinema c'era Kurt ad aspettarla sulla moto. 
-Ti accompagno a casa?- chiese Hummel.
-Si per favore- rispose lei. Una volta arrivati a casa Lopez, Hummel scese dal veicolo assieme alla ragazza e l'accompagnò alla porta. 
-Grazie per la bella serata e mi dispiace se poi è arrivato Puck, se lo avessi saputo ti avrei portata altrove, spero che mentre io non c'ero non abbia detto o fatto niente di male, altrimenti domani lo crepo- disse Kurt
-Non mi ha detto ne fatto niente di male, tranquillo, è innocuo- sorrise la latina. Il latticino le si avvicinò e la baciò. Lei non si oppose, assecondò quel bacio. Puckerman era fidanzato, ci teneva davvero alla sua ragazza e la sua gelosia nei confronti del ragazzo adesso diventava sempre meno inspiegabile. 
-Che ne dici di fare coppia fissa?- chiese il ragazzo mettendo le mani in tasca.
-Si, ne sarei felice!- mentì Santana sorridendo forzatamente ad Hummel e baciandolo. 





 (Rodrigo Lopez il fratello di Santana)
 (Emily la fidanzata di Puck)


 

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Capitolo 11
*** 11 ***


PDV Santana
Aver visto Noah con quella ragazza mi ha turbata fortemente, non voglio chiamare Rachel e Quinn, non voglio dar loro fastidio con i miei problemi, sopratutto perché adesso sto con Kurt. Anche se mi fa male ammetterlo io sono ancora innamorata di Puck, non riesco a cancellarlo dalla mia mente, ma cosa più grave, non riesco a cancellarlo dal mio cuore. Lui è stato il mio primo amore  e si sa, il primo amore non si scorda mai. Sono più che sicura che io non lo scorderò mai. L'ho amato come non ho mai amato nessuno, nemmeno me stessa e tutti sanno quanto io ami me stessa. Lui mi è stato accanto quando è morto mio fratello, lui era lì per me quando ho incendiato la scuola e quando ho avuto bisogno di una spalla su cui piangere. Lui mi ha fatto ragionare quando ho cercato di uccidere suo fratello e sempre lui era lì a tenermi la mano nel giorno del funerale di mio fratello. Vederlo con quella ragazza e sentire cosa prova per lei mi ha fatto male, tanto, troppo male. Ho potuto sentire il mio cuore frantumarsi in piccolissimi e minuscoli pezzi. La rabbia mi ha accecata e ho cercato di aggredirla. Mi dispiace, non è colpa sua, lei non ha nulla a che fare con questa storia. Se io e Noah non stiamo più insieme è solo colpa mia, perché non l'ho perdonato o magari perché non gli ho creduto. Dannato orgoglio! Non me lo perdonerò mai. Ho bisogno di lui, ho bisogno di sentirlo accanto a me, ho bisogno abbracciarlo e starmente con gli occhi chiusi avvinghiata a lui a sentirmi dire -Ti amo Santana- mentre mi accarezza i capelli come solo lui sapeva fare. Voglio sentire ancora quel senso di protezione che solo lui mi trasmetteva.
Fine PVD Santana
Le lacrime scesero sulle sue guance, si guardò allo specchio e notò in alto a destra la foto che la ritraeva assieme a lui. Era stata scattata ad una di quelle stupide fiere di paese. Lei aveva in braccio un grosso orso bianco di peluches e lui le stava dando un bacio sulla guancia. Santana prese la foto e sorrise guardandola. Sullo specchio era rimasta la forma dell'oggetto rimosso. Una lacrima scese lungo il viso accarezzandolo dolcemente e finì sull'immagine che la ragazza vedeva sempre più sfuocata. Si fece coraggio e, dopo essersi asciugata le lacrime la ripose in una scatola che teneva nascosta in un mobile del suo bagno in camera. Sapeva che lì non sarebbe mai entrato nessuno e che avrebbe potuto nascondere qualunque cosa per lei avesse così tanto valore da non volerla condividere con nessuno. Si, forse era un'egoista ma non voleva condividere con nessun'altro il sentimento che provava con Puck, aver detto di si a Kurt era stata una cosa stupida, ma in quel momento non sapeva che fare e anche se fosse rimasta single Noah non sarebbe tornato da lei. Stanca di quella giornata si mise a letto, poggiò il telefono sul comodino e proprio in quell'istante lo schermo s'illuminò e comparve la scritta "Nuovo Messaggio". La latina prese in mano l'oggetto e lesse il messaggio. -Mi dispiace per stasera, non avrei voluto che lo venissi a sapere in questo modo, non pensavo che avresti reagito così, non credevo che ci tenessi ancora a me, spero che tu possa perdonarmi. Noah- Santana rilesse il testo molte volte prima di decidere di rispondere. -Ci tengo ancora a te, credo di amarti ancora , mi spiace per il mio comportamento di oggi, di alla tua ragazza che sono rammaricata e chiedile di perdonarmi, se lei ti rende felice allora cercherò di farmene una ragione. Ah per correttezza, sto con Kurt, non vorrei che lo venissi a sapere da lui e tranquillo non dirò a nessuno di Emily- Santana lesse e rilesse il suo messaggio di risposta prima di premere invio. Noah non tardò a risponderle. -Grazie, lo apprezzo molto e sappi che anche io provo ancora qualcosa per te, ma è meglio per tutti e due se ci rifacciamo una vita, con persone diverse, ci abbiamo già provato e non è andata bene, ti amerò per sempre sappilo. Buonanotte "Scricciolo"- Nel leggere il messaggio, Santana sorrise. Aveva ragione, Noah Puckerman aveva ragione, dovevano rifarsi una vita. Era felice di aver saputo che il ragazzo l'amava ancora e leggere quella parola, quel soprannome che lui le aveva dato quando stavano insieme la rese felice. -Buonanotte anche a te- rispose dopodiché ripose il cellulare e finalmente riuscì a dormire. 
 
L'indomani mattina le ragazze uscirono tutte insieme. 
-Allora ho sentito che stai con Kurt Hummel!- esclamò Tina Cohen-Chang
-Si, è vero!- rispose sorridendo - se pur forzatamente - Santana
-A me quel ragazzo non piace, è stronzo fino al midollo a questo punto era meglio se tornavi con Puckerman- esclamò Mercedes. 
-Puckerman? Ma stiamo scherzando? Si odiano, non potranno mai tornare insieme- esclamò Tina. La latina sorrise all'amica che non sapeva cos'era successo la sera precedente.
-Secondo me torneranno insieme- commentò Brittany che faceva le trecce a Rachel
-Anche secondo me!- l'appoggiò Quinn
-Shh stanno arrivando i ragazzi- esclamò Rachel vedendo i suoi amici avvicinarsi. 
 -Ehi bellezza!- esclamò Hummel baciando Lopez
-Ehi- rispose la ragazza sorridendogli. Poi notò che Puckerman guardava altrove e sorrise dinuovo. 
-Ma come siamo felice stamattina Lopez notte di fuoco con Hummel?- chiese ridendo Sam 
-Fottiti bocca da trota!- rispose lei.
-Ehi Rachel me la canti una canzoncina?- domandò Mike Chang che voleva chiaramente deriderla
-Chang smettila!- ordinò Finn Hudson
-Ma che palle Finn perché prendi sempre parte sua? Te ne sei innamorato?- chiese l'orientale
-Sto dalla sua parte perché sei un idiota che non capisce un cazzo!- rispose innervosito il ragazzo dopodiché si avvicinò a Rachel e le chiese di seguirlo. 
-Dove mi porti?- chiese curiosa la ragazza
-A fare un giro in moto- rispose tranquillo lui
-In moto? No non esiste ho paura- esclamò lei
-Dai, ti fidi di me?- chiese sorridendo Hudson, Berry annuì, lui le passò un casco e dopo esser saliti mise in moto e partì. La portò al mare. 
-Vieni con me!- 
-Dove?- 
-In cima al faro!-
-Ma non possiamo andare fin la su, c'è scritto vietato l'ingresso ai non addetti- 
-Chi se ne importa, Rachel dai-
-E va bene- 
Arrivati in cima al faro rimasero lì a parlare. Si fece sera e loro erano ancora lì e ridevano e scherzavano allegramente. 
-Sai mi piace parlare con te, sei divertente!- esclamò Rachel
-Grazie, anche tu lo sei!- commentò Finn
I due si guardarono allungo negli occhi. Con fare dolce lui le si avvicinò e la baciò dolcemente. Lei chiuse gli occhi e assecondò il suo bacio. Quando si staccarono sorrisero. 
-Mi dispiace, non so che mi è preso- disse Finn
-Non volevi baciarmi?- chiese Rachel un po' delusa
-Si volevo, c'è no, se dico di si cosa succede?- domandò timido Hudson guardando la ragazza al suo fianco. Lei rise e lo ribaciò. 
-Mi piaci Rachel- esclamò lui
-Mi piaci anche tu Finn- affermò lei sorridente. E dinuovo la ragazza fu felice, non si sentiva più fuori posto, lui la faceva sentire parte di qualcosa di speciale e si sa, "Far parte di qualcosa di speciale, rende speciali"












 

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Capitolo 12
*** 12 ***


Quella mattina Rachel si sentiva poco bene, ma si alzò ugualmente dal letto e andò a scuola, quella tanto odiata scuola che era costretta a frequentare se un giorno avesse voluto lasciare Lima. Entrò in aula.
-Dio Rachel sei viola!- esclamò Santana
-Un po' di tatto?- chiese Tina
-Rachel sembri un cadavere, vuoi che ti porti una bara?- chiese Brittany e tutte la guardarono male. -Che c'è? Deve dormire in una bara per completare la transizione!- 
-Ma che diavolo sta dicendo?- chiese Mercedes guardando Santana che più di tutte conosceva la ragazza
-Non capisci il suo colore di pelle è uguale a quello dei vampiri, l'ho visto in TV. Da oggi devi dormire in una bara e bere sangue. Ma non il mio, bevi quello di Mercedes- continuò la biondina
-Ti prego dimmi che scherza, dimmi che adesso si riprende!- esclamò la ragazza corpulenta guardando la latina.
-Tornando a Rachel, sicura di stare bene?- chiese Quinn
-No, per niente, sono sfinita, mi fa malissimo la pancia e mi viene da vomitare- rispose la ragazza
-Credo che tu ti sia presa un bel virus intestinale- affermò la bionda
-E questo lo sai perché?- chiese Jones
-Perché lo hanno avuto i gemelli!- rispose alzando le spalle Quinn
-Com'è possibile che i tuoi fratelli si ammalino sempre insieme?- domandò Brittany
-Sono gemelli, condividono tutto e si sono scambiati i germi bevendo l'uno dal bicchiere dell'altro e mangiando l'uno con le posate dell'altro- rispose Fabray
-Da quanto tempo non li vedo. Quanti anni hanno?- chiese l'orientale
-Credo quindici forse sedici, al massimo diciasette- rispose la bionda
-Ma scusa sono i tuoi fratelli e non sai quanti anni hanno?- domandò Rachel
-L'argomento quanti anni hanno i tuoi fratelli che sono stati spediti in collegio non mi suscita particolare loquacità- continuò Fabray
-Ma ce l'hai ancora con loro per quando ti hanno messo le rane nel letto?- chiese Mercedes
-Si, le rane sono la mia più grande fobia- rispose terrorizzata al ricordo la biondina
-Tutti seduti!- urlò la professoressa di lettere entrando in classe, ma le ragazze la ignorarono e continuarono a parlare -Seduti!- continuò la docente. -Ragazze dovete sedervi, fate quel che volete ma fatelo da sedute ok?-  Loro si sedettero e continuarono a fare quello che volevano. Ad un certo punto, non riuscendo più a sopportare il dolore, Rachel si alzò e andò dalla docente che era impegnata a leggere il giornale dato che tutti gli alunni la ignoravano.
-Prof. non sto bene, posso andare a chiamare a casa?- chiese 
-Ma dove credi di essere a "Chi vuol essere milionario?" che puoi telefonare a casa?- contrabbatté la donna
-La sua battuta fa pena ed io ho bisogno di andare a casa, non sto bene- insistè la ragazza
-Non ti credo, va a sederti- ordinò la donna
-Professoressa forse non ha sentito quello che le ha detto- esclamò Finn
-Si Hudson, ho sentito benissimo, io non le credo- continuò la docente
-Apra bene le orecchie brutta vecchiaccia pervertita e senza figli, lei adesso manda Berry in infermeria e poi le fa chiamare i suoi intesi?- disse minacciosa Santana avvicinandosi.
-L'unica che uscirà da questa classe è lei signorina Lopez e per andare in presidenza- esclamò la donna
-Allora non ci siamo capiti, lei adesso fa uscire Berry e io non vado da nessuna parte- continuò la latina
-Lopez se il tuo era un tentativo per spaventarmi ti informo che non ci sei riuscita- affermò fiera la donna
-Glielo dico con le buone, Rachel deve andare in infermeria, non sta bene, è pallida e se lei non la fa uscire a fine giornata le giuro che non saprà distinguere la sua macchina da un cubo di Rubik- disse serio Hudson
-Non ho la macchina, sono ecologista, vengo a piedi o in bici- rispose fiera la donna
-Ma vada a farsi fottere- esclamò Rachel e uscì dalla classe.
-Lei è sulla mia lista nera!- affermò Santana tornando a posto al fine di sperimentare qualche dispetto malefico.
-Dove sta andando Hudson?- chiese la docente guardando uscire il ragazzo che non le rispose. Egli infatti era troppo impegnato a cercare la ragazza per cui aveva una cotta che non aveva udito le parole pronunciate da quella serpe che si spacciava per una professoressa di lettere. Si recò in infermeria e la vide, sembrava così debole, così dannatamente fragile, le si sedette accanto. 
-Cosa ti senti?- chiese
-Mi fa male la pancia, mi viene da vomitare e mi gira la testa- rispose la ragazza
-Non sarai mica incinta?- domandò ancora il ragazzo
-Non lo sono, fidati- rispose 
-Sei vergine?- chiese Finn
-No, ma l'ultima volta è stata con Jessie, il mio ex e risale a tipo qualche mese fa- rispose tranquilla Rachel
-Vuoi che rimanga con te, magari riesco a tirarti su il morale nel frattempo che arrivano i tuoi- propose Hudson
-Certo, mi farebbe tanto piacere- rispose Berry
 
Quel pomeriggio in aula punizioni non c'erano tutti i ragazzi. Gli unici presenti erano Mike, Tina, Brittany e Artie. 
-Ma dove sono tutti?- chiese Schuester entrando in aula
-Sam, Kurt e Puck dovevano pensare assieme a Santana, Quinn e Mercedes a qualcosa per mettere a tacere una volta per tutte la stronza di lettere. Finn è da Rachel che a quanto pare si è presa una bella gastrointerite- esclamò Artie
-E voi come mai siete qui?- chiese Will
-Dobbiamo coprirli e pensare ad un alibi per loro, oh a proposito, lei dirà che sono stati qui tutta l'ora- rispose Mike
-Scusate come? Io non dico le bugie- esclamò il professore
-Ma se deve farlo per una giusta causa?- chiese Tina
-E quale sarebbe questa buona causa?- domandò Schue
-Non voleva che Rachel andasse in infermeria e non voleva che chiamasse i suoi- rispose Artie
-Oh ma è una cosa crudele, povera ragazza!- commentò Will
-Già, quindi ci coprirà, anzi li coprirà?- domandò la ragazza orientale
-Si, ma sia chiaro, solo per questa volta- disse mettendo le cose in chiaro l'adulto.
La giornata si prospettava lunga per i quattro ragazzi. Artie e Brittany trovarono un passatempo, decisero di dedicarsi a pomiciare, mentre Mike a Tina li guardavano invidiosi.
-Ti piace Abrams non è vero Cohen-Chang?- chiese Mike
-No- disse velocemente la ragazza
-Non ci credo, dico solo che forse ci troviamo nella stessa situazione- esclamò l'orientale
-Ti piace Artie? Non sapevo che fossi gay Chang- affermò sorridendo la ragazza
-Ah ah spiritosa, io parlavo di Brittany- esclamò Mike
-Senti loro si amano, non possiamo fare nulla e poi Brittany e mia amica, non le farei mai una cosa del genere e nemmeno tu dovresti, Artie è tuo amico o no?- chiese 
-Si, hai ragione. Il fatto è che lei è così bella e lui non la tratta nel modo che merita- commentò il ragazzo
-Come merita di essere trattata?- chiese Tina
-Da principessa- rispose Mike
-Ok, tu mi spaventi, prima fai tutto lo sbruffone e lo spavaldo e adesso?- esclamò la ragazza
-Non sono così, non sono spavaldo e insensibile, ho delle emozioni anche io- rispose il ragazzo
-Dici di avere delle emozioni ma non ti preoccupi mai quando calpesti quelle degli altri per far ridere i tuoi stupidi amici- commentò Cohen-Chang
-Attenta a quel che dici, tra i miei amici c'è anche il tuo amato Artie- rise Mike
-Quando fai così non ti sopporto proprio- esclamò Tina
 
Nel frattempo a casa Puckerman i ragazzi erano all'opera con il piano. 
-Io dico di minacciarla- propose Kurt
-Io invece propongo di incollarle la sedia e scriverle su di un foglio un qualcosa che la faccia cagare sotto- disse Puck
-E cioè minacciarla?- chiese Sam. Noah ci pensò un po' su.
-Si, proprio così- esclamò
Qualcuno bussò alla porta. 
-Vado io!- esclamò la signora Puckerman. 
-Salve signora- dissero le ragazze
-Ciao a tutte. Santana tesoro da quando tempo non ti vedo- disse la donna abbracciando la latina. Noah sorrise vedendo il gesto che la mamma aveva fatto nei confronti della ragazza che amava. Dopo essere entrate, le ragazze andarono dai loro amici e cominciarono a pensare a qualcosa per farla pagare alla donna malefica. Dopo un'oretta il campanello suonò e Noah andò ad aprire. Non appena vide chi era sbarrò gli occhi ed esclamò -Emily!-










 (Fratelli di Quinn)
 (Emily, fidanzata di Puck)

 

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Capitolo 13
*** 13 ***


-Emily, che ci fai qui?- chiese Noah
-Amore sono venuta a trovarti non sei contento?- disse e lo baciò entrando in casa. -Oh non sapevo avessi ospiti- esclamò poi vide Santana e sbarrò gli occhi
-Ciao!- disse la latina sperando che questi non urlasse e scappasse.
-Tu!- esclamò impaurita la ragazza.
-E questa bella ragazza chi è?- domandò Sam andando vicino a questi che ancora guardava Santana.
-Aspetta ma questa è la stessa di sabato sera al cinema- affermò Kurt. Puckerman e Lopez si guardarono. 
-Ehm ragazzi lei è la mia ragazza, Emily- esclamò Noah passandosi una mano tra la cresta.
-Wow Puckerman ha una ragazza? Non credevo che dopo Santana ti saresti impegnato con un'altra- esclamò Sam ridendo. Quinn gli diede una pacca sul braccio e lo guardò male.
-Ahia! Che ho detto?- chiese guarando la ragazza
-Sta zitto!- rispose lei
-Ma perché guarda Santana in quel modo?- chiese Mercedes riferendosi allo sguardo terrorizzato di Emily
-Beh abbiamo avuto una piccola discussione l'altro giorno e l'ho aggredita. Mi dispiace, se avessi saputo che era la ragazza di Noah...- cominciò a dire la latina
-Avresti fatto peggio- disse piano Quinn. 
-Poi sono io quello che dovrebbe sare zitto eh?- esclamò Sam
-Perché avrebbe dovuto, sta con me!- disse Kurt  e baciò la latina che gli sorrise
-Spero solo che mi darai l'opportunità di rimediare, facendoti conoscere la vera Santana- esclamò Lopez andando vicino alla ragazza la quale le sorrise e annuì. 
-Che state facendo?- domandò Emily
-Dobbiamo trovare un modo originale per farla pagare ad una professoressa stronza, ambientalista, senza figli, strabica e pervertita- disse Mercedes. -Oh, quasi dimenticavo, ha anche la bocca storta- 
-A cosa avevate pensato?- chiese la stessa
-Avevamo pensato a svariate minacce, ad incollarla al pavimento, a passare sulla sua bici con la macchina a scrivergli "Puttana" sulla cattedra, a sputarle sulla sedia...- cominciò a dire Kurt
-No, troppo banale, troppo ragazzini di seconda elementare, dovreste far qualcosa che la faccia spaventare, qualcosa che le rimanga impressa nel cervello- disse sedendosi la nuova arrivata. 
-Hai ragione, tu che avresti fatto?- domandò Sam
-Beh io e le mie amiche del collegio una volta abbiamo messo un'assorbente nel registro, sporco e credo che la professoressa non se lo scorderà mai, oppure una volta la stuzzicavamo con il righello e le lanciavamo le matite, quando ci è venuta accanto per togliercele le abbiamo detto che se ci avesse toccate l'avremmo denunciata per molestie sessuali, lei ha mollato un ceffone ad una mia compagna e questi l'ha denunciata. Ora non si vede più. Oppure potreste fare come ha fatto mio cugino Ben, lui ed i suoi amici per far spaventare il professore di matematica hanno preso un materasso, uno di quelli che si usano per fare educazione fisica, quelli grandi blu, e l'anno messo sotto la finestra, poi quando il professore è entrato e ha detto a Ben che avrebbe voluto interrogarlo lui ha detto che avrebbe preferito morire piuttosto che essere interrogato e si è lanciato dalla finestra atterrando sul materasso- esclamò la ragazza
-Wow dove sei stata tutto questo tempo tesoro?- chiese Sam
-Evans vuoi un pugno?- domandò Noah
-Scusa!- disse il biondino e Quinn roteò gli occhi. 
Passò un'altra ora e i ragazzi erano indecisi sul da farsi.
-Potresti evitare per un secondo di fare il cascamorto con tutte?- chiese Quinn scocciata guardando Sam che flirtava prima con Mercedes poi con Emily e infine con Santana.
-Io non sto facendo il cascamorto!- rispose Sam
-Oh si che lo stai facendo- affermò Mercedes
-La tua ragazza fa bene ad essere gelosa, anche io sarei gelosa di Noah se facesse così con tutte- esclamò Emily
-No, non sono la sua ragazza- | -Lei non è la mia ragazza- dissero insieme Quinn e Sam imbarazzati
-Oddio scusate la gaf, non lo sapevo, vi ho visti e ho pensato che steste insieme, siete così belli, fareste una bella coppia- commentò Emily
-Ehm grazie- disse timidamente Sam guardando Quinn. Santana e Mercedes risero sotto i baffi. 
-Non so voi, ma io sono stanco morto- esclamò Puckerman buttandosi sul divano
-Ma se non hai fatto altro che mangiare a sbafo e giocare alla play station con Kurt e Sam- disse Santana
-Giocare alla play station è stancante- affermò Kurt baciando la latina e buttandosi sull'altro divano. 
-Evans tu dove ti butterai? I divani sono finiti, io ti consiglierei la finestra- esclamò Quinn
-Ah ah ah spiritosa- disse il ragazzo, dopodiché si gettò su Puckerman che lo gettò a terra, si alzò e lo guardò male.
-Wrestling!- gridò Hummel e i tre cominciarono a prendersi a botte come fanno i bambini quando per la prima volta vedono in tv un incontro di Wrestling.
-Certo che crescono d'età ma il cervello è sempre quello, non cambieranno mai- affermò Mercedes guardandoli. 
-Fanno sempre così?- chiese Emily vedendo Sam che dal bordo del divano si gettava addosso a Kurt.
-Oh si, è questo è solo l'inizio, mancano tre- disse Santana
-Due?- chiese la ragazza
-Si, mancano due idioti, Artie e Mike e Finn che è da Rachel che è malata-  Dopo questa affermazione della biondina suonò il campanello e Santana che conosceva casa Puckerman meglio della sua andò ad aprire. 
-Adesso manca solo Finn e ci sono tutti- esclamò tornando dagli altri con Mike, Tina, Artie e Brittany
-Dove sono i ragazzi?- chiese Mike. Senza proferir parola Mercedes li indicò e i due appena arrivati si guardarono eccitati ed esclamarono. 
-Wrestling!- dopodiché si gettarono sugli amici cominciando a lottare anche loro.
-Ciao io sono Tina e lei è Brittany- disse Cohen-Chang presentandosi ad Emily.
-Ciao io sono Emily, la ragazza di Noah- sorrise l'altra.
-Noah? Chi è Noah?- chiese Brittany con un'espressione da stupida sul volto.
-Puck, Noah è Puck- esclamò Mercedes. -Scusala, è così- continuò
Si fece sera e i ragazzi decisero di ordinare da mangiare.
-Pizza?- chiese Sam
-No, meglio di no!- esclamarono insieme Mike e Puck
-Perché?- chiese Kurt
-L'ultima volta Santana e Rachel hanno picchiato due ragazze- rispose Quinn
-Ah già... allora fate voi, io chiamo Finn e gli chiedo di raggiungerci, dico di portare Rachel?- domandò Hummel
-Si, ma solo se lei se la sente, non voglio che venga nonostante stia male- disse Puck
Qualche minuto dopo giunsero a casa Puckerman Finn Hudson e Rachel Berry, che dopo aver fatto alcune flebo e aver preso un sacco di medicinali si sentiva meglio. La serata trascorse in armonia, tutti ridevano e scherzavano con tutti, non succedeva una cosa del genere da tanti anni ormai. Mike e Tina erano particolarmente uniti e complici, lo stesso lo si può dire di Finn e Rachel. C'era uno strano movimento tra Sam e Quinn, i due infatti non la smettevano di guardarsi e scambiarsi sorrisini. Qualcosa stava accadendo nei cuori dei quei ragazzi, un cambiamento stava per stravolgere la loro vita? Forse sarebbero diventati più buoni? Nah, anzi, si sarebbero alleati per rendere la vita dei loro compagni ancora più difficile. Forse le lezioni con Will Schuester stavano cominciando a dare i loro frutti. L'idea del professore di farli diventare un tuttuno era sbagliata. L'uomo non aveva pensato che così facendo avrebbe creato un mostro, un grande mostro composto da ognuno di loro perché si sa, l'unione fa la forza. Il McKinley era pronto a diventare proprietà definitiva dei "ragazzi della punizione"?






(Scusate ma ho trovato queste e non potevo non metterle. Insomma, sono pur sempre una Pucktana convinta)








 

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Capitolo 14
*** 14 ***


-Allora cosa avete deciso?- chiese Emily guardando i ragazzi della punizione
-Ancora niente!- rispose Puckerman baciandola
-Ricapitoliamo, io leggo la lista delle idee e voi mi dite si o no- disse Mike -Mandarle decine di virus nel PC-
-No, è stupido- commentò Santana
-Ammazzare il suo gatto impiccandolo mentre affoga in un barile di petrolio- 
-Si può fare- esclamò Kurt
-Si, ma prima bisogna scoprire se ha un gatto e poi povero animale- affermò Finn
-Gia, non ci avevo pensato- continuò Kurt
-Mentre cammina gettarle una boccetta di inchiostro da un balcone sul suo vestito preferito- esclamò Chang
-No, non sappiamo qual'è il suo vestito preferito e soprattutto, da quale balcone potremmo gettare questa boccetta e poi come facciamo ad essere sicuri che cada su di lei?- chiese Santana
-Sostituire il suo olio abbronzante con quello da cucina-
-Secondo me quella non sa nemmeno come è fatto un olio abbronzante, insomma, l'avete vista?- esclamò Rachel
-Invitarla a pranzo o a cena e mettere a sua insaputa nel piatto una cosa a cui è allergica- 
-Non sappiamo a cosa è allergica e poi chi la inviterebbe mai a casa propria a mangiare?- chiese Quinn 
-Avete ragione, la verità è che domani viene quella stronza e noi non sappiamo che fare- esclamò Mercedes
-Mercedes ha ragione, dobbiamo darci da fare, quella deve smetterla di sentirsi superiore a noi- affermò Tina
-Sono d'accordo con te- disse Artie sorridendole e l'orientale arrossì leggermente.
-Ragazzi forse ho trovato!- esclamò Brittany. Tutti la guardarono. -Potrei sedurre il suo ragazzo-
-Oh no, non se ne parla proprio, tu non sedurrai proprio nessuno- disse Abrams geloso tirando la ragazza per il braccio e facendola sedere accanto a lui.
-Non è una buona idea Britt, poi non credo che lei abbia un fidanzato- aggiunse Mike
-Io ho un'idea, potremmo scrivere il suo numero di telefono nei bagni di una stazione di servizio e naturalmente scrivere accanto ad esso una frase che convinca tutti i migliori intenzionati a chiamarla nei successivi 10 minuti- propose Sam
-Sam è geniale!- esclamò Noah ridendo
-Già, bravo Evans, ma non basta- continuò Fabray
-Che altro vorresi fare?- domandò il biondino
-Io direi di tornare alla vecchia scuola- rispose la ragazza
-E cioè?- chiese Evans
-Metterle il famoso stecchino nel pulsante del citofono e bloccarle il portone con lo scotch in modo che non si apra- rispose Fabray
-Geniale!- esclamò Mercedes
-Già, tra cellulare che squilla, citofono che suona e portone che non si apre, la nostra cara professoressa impazzirà- affermò Hummel
-Benissimo, che ore sono?- chiese Puckerman
-Le 22.40- rispose Hudson
-Andiamo adesso?- domandò Berry
-No, io consiglierei di andare verso le 3 o le 4 del mattino, adesso dovreste andare a scrivere il numero in una stazione di servizio, meglio se si trova in un luogo da cui passano i camionisti- esclamò Emily Fields
-Si, Emily ha ragione, facciamo come dice lei, chi va alla stazione di  servizio?- chiese Tina
-Ci vado io!- rispose Brittany alzandosi
-Tu non vai da nessuna parte- esclamò Artie e baciò la sua ragazza stringendola tra le  braccia -Sei proprietà mia- 
-Bene andremo io, Hummel e Hudson, invece Evans, Chang e Abrams andranno stanotte a casa della cretina, vi va bene?- chiese Noah
-Assolutamente no! Anche noi ragazze vogliamo fare qualcosa- disse Quinn
-Bene, allora con noi vengono Santana, Rachel, Emily e Mercedes. Con gli altri andate tu, Tina e Brittany ok?- domandò Puckerman
-Va bene!- rispose Fabrey
-Amore io non posso venire, ho un impegno urgentissimo adesso, sono già in ritardo- esclamò Emily 
-Ok non preoccuparti, vai pure- udite le parole di Noah, Emily andò via.
 
Qualche minuto dopo, muniti di pennarello, Noah Puckerman, Santana Lopez, Finn Hudson, Rachel Berry, Kurt Hummel e Mercedes Jones andarono nella stazione di servizio che si trovava sulla statale e che era punto di incontro dei camionisti di tutto l'Ohio. Scrissero in ogni bagno il numero della professoressa di lettere seguito da una frase poco casta, nella speranza che gli uomini avrebbero letto "l'annuncio" e l'avrebbero chiamata. A operazione conclusa andarono via e decisero di fare una nottata in macchina di Finn, erano troppo curiosi. Si appostarono sotto casa della donna e aspettarono. Il tempo passò velocemente. Mentre ridevano ad una battuta di Kurt, a Santana parve di vedere Emily in compagnia di un ragazzo. 
-Noah mi è parso di vedere Emily, è possibile?- chiese 
-No, non credo proprio- rispose il ragazzo -A quest'ora si sarà già ritirata-
Ma la latina non ne era tanto convinta, curiosa com'era prestò più attenzione a tutti coloro che passavano e la rivide. Diede uno spintone al compagno che fu costretto a guardare nella direzione indicata dalla mora. 
-Cazzo hai ragione, è lei e quello stronzo chi è?- chiese arrabbiato uscendo dal furgone. Emily si avvicinò a lui e lo baciò con passione. A quel punto Noah non ci vide più, infuriato si recò da loro. Interruppe il bacio e sferrò un pugno sul viso del ragazzo. Santana agitata uscì dall'auto e seguì il ragazzo. 
-Noah fermò!- urlò correndo da lui
-Santana stanne fuori- esclamò Puckerman continuando a picchiare il tizio difronte a lui.
-Assoluntamente no, non lascerò che per questa tu torni in riformatorio. L'assistente sociale ti ha detto che se l'avessi fatto un'altra volta saresti tornato dentro- continuò Lopez fermando il suo braccio e guardandolo negli occhi. Lui si fermò.
-Bravo- sorrise la latina prendendogli la mano. -Tu sei una troia e tu fai bene a non farti vedere più nei paraggi altrimenti sei finito- detto questo, tenendo la mano del ragazzo con la cresta si girò e tornò in auto.
-Che cosa è successo?- domandò Kurt
-Quella troia lo ha tradito- rispose Santana
-Oh mi dispiace, stai bene?- chiese Mercedes mettendo una mano sulla spalla del ragazzo
-No che non sto bene, sono stato preso in giro per la seconda volta, è la seconda ragazza a cui voglio realmente bene e che mi tradisce- disse Puck
-Come scusa?- chiese la latina
-Tutte le ragazze di cui mi innamoro mi feriscono e Santana tu mi hai ferito e lo sai bene- esclamò il ragazzo
-Ma che dici? Te l'ho detto duecento volte, io non ti ho tradito, ti amavo perché avrei dovuto? stavo bene con te!- disse ormai rossa in viso per la rabbia la mora
-Si vai a dirlo a qualcun'altro- esclamò Puckerman ed uscì dal veicolo. Lopez lo seguì. 
-Dove vai? Non ho finito di parlare con te, pretendo che tu mi ascolti- affermò la ragazza
-Santana non ho voglia di parlare con te o con nessun'altro- detto questo il ragazzo svoltò in un vicolo stretto  e buio. La latina lo raggiunse e lo spinse contro il muro e gli diede uno schiaffo sul viso
-Tu adesso mi stai a sentire- esclamò la ragazza determinata a farsi ascoltare.
-Che diavolo vuoi da me?- domandò lui toccandosi la guancia dolorante.
-Io non ti capisco, prima dici di amarmi e poi mi accusi di averti tradito! Voglio chiarire questa storia una volta per tutte- disse Santana sull'orlo di una crisi
-Santana cosa dobbiamo chiarire? Io ti dico di non averti tradito ma tu non mi credi, allora perché io dovrei crederti?- chiese Noah
-Perché non ti ho mai tradito! Non avrei potuto e poi quella sera io ero al centro commerciale con Quinn- esclamò lei
-Si che avresti potuto e poi quella sera potevi essere al centro commerciale con chiunque e aver detto di esserci andata con Quinn, chi mi assicura che dici la verità?- domandò lui
-Te lo assicuro io, perché ero lì- esclamò e si tolse una collanina -ero lì a comprare questa per te!- esclamò e gettò a terra l'oggetto, dopodiché, con le lacrime agli occhi si girò e tornò dagli altri. 
Rimasto solo, Noah raccolse la catenella che luccicava e la guardò. Era un cuore spezzato con una "S" e una data incisi sopra. Lui la osservò allungo. Poi la indossò e la nascose sotto la felpa. Tornò dai compagni.
-Sei calmo adesso? Santana ci ha detto che eri nervoso e che avevi bisogno di sfogarti- chiese Finn
-Si, adesso sto meglio- rispose il ragazzo cercando lo sguardo della latina che però guardò altrove. 
 
Passarono le ore ed arrivarono gli altri, dopo aver eseguito il lavoro affidatogli si rifugiarono tutti nelle macchina o nel furgone che avevano i vetri oscurati così da poter vedere la professoressa impazzire senza rischiare di essere visti dalla donna. 
La videro scendere di corsa con in testa i bigodini e un pigiama rosa con gli orsacchiotti mentre cercava invano di aprire il portone. Tutti ridevano a crepapelle. Poco dopo cominciarono a vedersi da lontano le sirene della polizia, in fretta Finn mise in moto il furgone e partì, lo stesso fece Mike al volante della sua macchina. 
-Rachel potresti chiedere a Finn dove andiamo?- domandò Tina parlando al telefono con la Berry
-A detto al garage dei Jones- rispose la Berry
-Bene, ci vediamo lì- esclamò Tina dopodiché agganciò.
 
Alle 6.00 del mattino erano tutti riuniti a casa Jones, o meglio nel garage di casa Jones. 
-E allora? Adesso che si fa?- chiese la padrona di casa
-Beh, alle nove dovremmo essere a scuola quindi, io propongo di dormire- esclamò Hummel
-In quelle scatole ci sono una ventina di materassini gonfiabili- disse Mercedes
-Ma scusa che ci fate con una ventina di materassini gonfiabili?- chiese Mike
-Abbiamo molti parenti- rispose la ragazza corpulenta. 
Dopo averli gonfiati tutti si addormentarono. Il giorno sorgeva e nessuno poteva sapere cosa le menti di quei ragazzi stavano progettando, sicuramente nulla di buono. La partita non era affatto finita come si credeva, anzi, era appena cominciata. Loro non si sarebbero accontentati di quei due scherzi, no le avrebbero voluto far capire chi comanda e ci sarebbero riusciti. Adesso erano un gruppo, erano "il branco" ed era arrivato per loro il momento di affermare ancora di più la loro supremazia al McKinley.












 

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Capitolo 15
*** 15 ***


 
15



Quella mattinata fu davvero pesante per i ragazzi della punizione. Erano stanchi per la nottata trascorsa e a malapena riuscivano a reggersi in piedi. Entrarono in classe e si posizionarono nelle ultime file in modo da nascondersi mentre dormivano. La Holiday che conosceva bene ognuno di loro, capì la situazione e dato che gli voleva bene gli concesse di dormire in santa pace. La campanella suonò e i ragazzi capirono che l'ora era giunta al termine. Subito dopo sarebbero dovuti andare nella classe della prof di lettere. Giunti lì la trovarono vuota. Si sedettero e aspettarono che la docente arrivasse, ma questi non li degnò della loro presenza, così, la preside Sylvester entrò in classe. 
-Ragazzi la professoressa di lettere non sarà qui, ha avuto dei problemi personali. State buoni per dieci minuti, cerco un supplente, il primo che trovo fuori dall'aula o che vedo bere, fumare, pomiciare e scappare, se la vedrà con la mia furia irrazionale- esclamò la donna dalla chioma bionda dopodiché uscì e tornò poco dopo seguita da Will Schuester
-E lui che ci fa qui?- chiese Mercedes Jones
-Anche io sono contento di vederti Mercedes- rispose l'uomo sorridendo
-Sul serio professor Schue, che ci fa lei qui?- domandò Santana
-Beh, la professoressa di lettere è assente e la preside mi ha chiesto gentilmente di prendere il suo posto, ho una laurea in lettere e filosofia, anche se la mia carriera non ha nulla a che fare con questo- rispose Will
-Ok, abbiamo capito- affermò Kurt Hummel
-Bene allora, che la lezione abbia inizio- esclamò l'uomo.
Durante l'ora, Schue non aveva fatto altro che palare a vuoto, nessuno gli prestava attenzione, tutti erano impegnati a fare altro. 
-Santana mi dici perché sei così fredda?- chiese Kurt 
-Che palle, voglio stare un po' sola, chiedo tanto?- domandò lei
-Se vuoi stare sola perché non mi lasci?- continuò il ragazzo
-Ok, se proprio insisti, è da due giorni che va avanti sta storia, finiamola qui ok? Tu non vuoi me e io non voglio te, è chiaro no?- affermò Santana
-Si, hai ragione, è meglio finirla qui, amici come prima?- domandò il latticino
-Amici come prima!- rispose la latina
Nel frattempo qualche banco più in là
-Uffa Evans la smetti di fissarmi? Mi stai consumando!- esclamò Quinn Fabray
-Io non ti guardo, tu guardi me, so di essere bellissimo ed irresistibile, però un po' di contegno- affermò Sam Evans
-Tu sei un idiota, so che ti piaccio e so  che vorresti chiedermi di uscire!- esclamò la ragazza sicura di se. Sentendosi umiliato dalla ragazza, Sam decise di fare una cosa di cui si sarebbe subito pentito, ma avrebbe voluto mantenere integra la "copertura" che si era creato con i suoi amici, adesso tutti riuniti accanto a lui.
-Guarda che tu non mi piaci e non voglio chiederti di uscire, non lo farei nemmeno se fossimo le uniche due persone sulla terra e non ci fossero scimmie- esclamò il ragazzo. Quinn spalancò la bocca e gli occhi, una risposta del genere non se la sarebbe mai aspettata, lei aveva provato qualcosa quella volta che si erano baciati e di certo l'aveva provata anche lui, doveva per forza aver provato qualcosa, non poteva essersi immaginata tutto. Gli occhi della biondina cominciarono a diventare lucidi, ma non avrebbe pianto, lei era una ragazza forte e le ragazze forti non piangevano, così strinse i pugni e sorrise, lasciando a bocca asciutta tutti coloro che credevano scoppiasse in lacrime. 
-Allora dato che non ti piaccio e che non ti interessa nulla di me non ti dispiacerà di certo de bacio un tuo amico- disse la ragazza. Sam esitò prima di fare no con il capo. -Bene- continuò lei. 
-Se vuoi puoi baciare me, sono appena tornato sulla piazza- esclamò Kurt avicinandosi alla biondina
-No, ho già deciso- affermò lei e si avvicinò a Mike. 
-Non farlo Fabray, non farlo- disse Evans
-Che c'è ti da fastidio?- domandò Quinn
-No, affatto, fallo per la tua amica, bacia qualcun'altro- disse Sam indicando Tina che guardava Mike negli occhi. La bionda si allontanò dall'orientale e andò da Puckerman, gli prese il volto tra le mani e lo baciò, un bacio lungo e intenso. Quei due ragazzi erano entrambi feriti e delusi, in quel momento quel bacio era la cosa più giusta per entrabi, fu come applicare un cerotto subito dopo un taglio. Il giovane Evans guardava a bocca aperta la scena e il suo cuore piano piano cadeva a pezzi, ma l'aveva voluto lui. Mentre i due continuavano il loro bacio, mentre il biondino ardeva di rabbia, ad un'altra persona si infrangeva il cuore per l'ennesima volta. Dato che era tornata single Santana avrebbe voluto provare a riconquistare Noah, ma non sarebbe successo. Lei non aveva programmato quella discussione tra Sam e Quinn, non voleva che la sua amica decidesse di baciare Puckerman. La Fabray era una ragazza forte, Lopez no, quando si trattava di Puck, era debole e indifesa. Le lacrime cominciarono ad offuscarle la vista e andò via. L'unico a notare tutto ciò fu Sam, ormai deluso da ciò che aveva fatto, uscì dall'aula e seguì la latina. La fermò vicino ad un armadietto e senza dir nulla la baciò. Lei non si tirò indietro, era ferita, indifesa e anche se non lo avrebbe ammesso, in quel momento si sentiva protetta tra le forti braccia del biondino che la stringevano. Cosa stava succedendo? Il mondo era sotto sopra. Chi avrebbe mai pensato che Quinn Fabray e Noah Puckerman avrebbero potuto anche solo toccarsi? Chi avrebbe mai pensato che Santana Lopez si sarebbe lasciata andare tra le braccia di Sam Evans? Nessuno. La storia non sarebbe dovuta andare così, loro quattro lo sapevano bene. Santana e Noah erano destinati a stare insieme, lo stesso Sam e Quinn. Perché diavolo quei ragazzi preferivano l'orgoglio e il rispetto degli amici all'amore? Era giusto rinunciare all'anima gemella per degli stupidi avvenimenti? 
 
La campanella suonò. Santana aprì lentamente gli occhi e guardò Sam. Lui le asciugò le lacrime e le sorrise, la ragazza ricambiò. Senza pensarci due volte, il biondino prese la mano della mora e la strinse, avrebbe voluto tanto che quella fosse quella di Quinn, ma aveva avuto la sua occasione e l'aveva sprecata comportandosi da cretino. Lei guardò le loro dita intrecciate e si sentì protetta. Mano nella mano i due si incamminarono per i corridoi del McKinley sotto gli sguardi stupiti dei compagni. 
 
Passarono i mesi, Lopez ed Evans stavano ufficialmente insieme e lo stesso Fabray e Puckerman. Santana stava camminando sola per i corridoi, all'improvviso si sentì afferrare alle  spalle, qualcuno molto forte le aveva circondato il bacino con il braccio e con una mano sulla bocca le impediva di parlare e urlare. La latina era spaventata fino a quando sentì una voce a lei molto molto famigliare. 
-Ti prego non gridare, voglio solo parlarti- disse il ragazzo togliendole la mano dal viso
-Puckerman tu sei impazzito! Ti sembra il modo di fermarmi? Me la sono fatta sotto!- esclamò la mora guardando male il ragazzo che ancora la teneva stretta a se. 
-Scusa, non volevo, ma devo parlarti- affermò il ragazzo
-Dimmi, fa in fretta, ho un appuntamento con il mio ragazzo- esclamò la latina
-Santana sono passati tre mesi da quando stai con Sam, non mi parli più, mi eviti ed eviti Quinn, se il problema sono io prenditela con me, non con lei, è una delle tue migliori amiche- disse il tizio con la cresta
-No, non lo è. Se fosse stata una delle mie migliori amiche non si sarebbe messa con il ragazzo che amo- esclamò la mora
-Mi ami ancora? Dopo tutto questo mi ami ancora?- chiese sorridendo Noah
-No, ho sbagliato, volevo dire amavo, non ti amo, io amo Sam- rispose la latina
-Santana se è vero che non mi ami e che ami lui dimmelo guardandomi negli occhi- affermò Puck cercando lo sguardo della ragazza che però rimaneva fisso a terra.
-Io non ti amo Noah, non ti amo- esclamò la ragazza
-Stai cercando di convincere me o te stessa?- domandò lui. Dopodiché le alzò il viso con una mano costringendola a guararlo negli occhi. Con l'altra mano si mise una mano nella maglietta dall'apertura al collo e tirò fuori una collanina. Era un mezzo cuore spezzato e sopra c'era incisa una "S" ed una data. 
-L'hai tenuta? Perché?- chiese Lopez
-Perché ti amo Santana, io ti amo!- non voglio nasconderlo, non voglio che un altro ragazzo ti baci, ti abbracci o ti tocchi soltanto. Tu sei mia, lo sei sempre stata e sempre lo sarai. Potrai anche negarlo, ma infondo sai che dico la verità perché anche tu mi ami. Io non sono di Emily, ne di Quinn, io appartengo a te. Anche se non vuoi, io ed il mio cuore apparteniamo a te- disse mettendosi una mano sul cuore. 
-Questa dove l'hai letta? Su Aforismi.com?- chiese sarcastica e con le lacrime agli occhi, cosciente del fatto che il ragazzo avesse detto la verità. Si alzò e fece per andarsene, si girò verso il ragazzo -Puoi anche buttarla, l'altro pezzo di collana, quello su cui era incisa la "N" non ce l'ho più, l'ho gettata via un sacco di tempo fa- detto questo andò via lasciando il ragazzo che aveva aperto il suo cuore solo. 







 

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Capitolo 16
*** 16 ***


 
16



-Santana posso parlarti?- chiese Quinn Fabray avvicinandosi all'amica e al suo ragazzo. La latina guardò Sam Evans al suo fianco e dopo avergli dato un bacio seguì la compagna.
-Dimmi- disse un po' fredda.
-Santana sei fredda, non so cosa io ti abbia fatto, ho meglio forse lo so, ma ti prego dimmi cosa posso fare per rimediare, io ci tengo tantissimo alla nostra amicizia- cominciò a dire la bionda.
-Frena frena frena, se davvero tieni a me come dici allora perché hai baciato Noah sapendo quello che provavo per lui? Eri l'unica con la quale mi ero confidata, eri l'unica a saperlo!- esclamò la mora
-Lo so e mi dispiace, non so cosa mi sia preso. Sam mi ha umiliata ed io non ci ho riflettuto, mi dispiace. Santana io ci tengo tantissimo a te, farei qualunque cosa per te, ti prego dimmi che posso fare. Vuoi che lo lasci? Lo farò, ti prego perdonami. Non volevo che le cose andassero così. Io ho un debole per Sam devo ammetterlo, forse sono innamorata di lui, non lo so, quando mi ha detto quelle cose non ci ho capito più nulla. Scusami- disse la Fabray
-Non scusarti, anzi io adesso ti ringrazio, è vero sono sono arrabbiata con te per il gesto che hai compiuto, ma non posso negare che senza questo non mi sarei messa con Sam e non sarei stata felice come lo sono adesso, sai ci amiamo.- esclamò rilassandosi Santana Lopez
-Tu sei innamorata di lui?- chiese Quinn guardando con le lacrime agli occhi l'amica. Questi sorrise e si avvicinò alla biondina, l'abbracciò e la strise a se ridendo di gusto. -Perché ridi?- chiese la Fabray mentre in lacrime stringeva l'amica. 
-Q stavo scherzando, non sono innamorata di Sam, ma tu, tu lo sei e pure tanto. Guardati è la prima volta che ti vedo piangere per un ragazzo. Non voglio esserti d'intralcio, è tutto tuo, dammi solo il tempo di comunicarglielo- sorrise Santana Lopez.
-Grazie, ti voglio bene come voglio bene a mia sorella, anzi più di mia sorella- sorrise l'altra asciugandosi le lacrime. 
-Ti voglio bene anche io. Ci vediamo dopo Q, devo andare a parlare con Sam- detto questo la latina si recò dal biondino che era impegnato in una discussione con Mike su quale fosse l'auto più bella dell'anno. -Sam ti devo parlare- esclamò lei.
-Certo, dimmi- affermò lui
-In privato- continuò la ragazza
-Ok- rispose il ragazzo salutando l'amico e andando in una classe vuota. -Che devi dirmi?- chiese
-Sam io voglio rompere con te- esclamò abbassando lo sguardo. 
-Perché?- domandò Evans sorpreso
-Sam non sono io la ragazza con cui dovresti stare. Dovresti stare con Quinn, lei ti ama e tu ami lei, è inutile nasconderlo- rispose la Lopez
-Lei non mi ama, io sono stato un idiota e adesso lei sta con Puck- disse il ragazzo sedendosi su un banco e portandosi le mani tra i capelli. La latina si sedette accanto a lui e gli mise una mano sulla spalla per confortarlo. 
-Sam lei ti ama, io lo so non ti direi mai una bugia. Siete fatti l'uno per l'altra, almeno questa volta metti da parte l'orgoglio e fatti avanti- esclamò la latina.
-Lo farò, questa volta ti giuro che lo farò- disse determinato il ragazzo. Detto questo uscì dall'aula e dopo una decina di minuti entrò Kurt Hummel tutto allegro e si sedette accanto alla latina. 
-Ho saputo che sei dinuovo single... che ne dici di vederci qualche sera? Non facciamo niente di serio, solo sesso- propose il giovane.
-Grazie ma credo che rifiuterò la tua richiesta, voglio stare un po' sola adesso, voglio dedicare un po' più di tempo a me stessa- sorrise la mora.
-Ok come vuoi, se cambi idea sai dove trovarmi- detto questo anche il latticino andò via lasciando dinuovo sola la latina. 
 
Nel frattempo Quinn Fabray rompeva la sua relazione con Puckerman.
-Aspetta fammi capire, vuoi rompere con me?- chiese Noah
-Si, mi dispiace- rispose. 
-è per Sam vero?- domandò il ragazzo e la bionda annuì. 
-I-io lo amo- affermò la ragazza
-Lo ami? Allora va da lui. So come ci si sente quando si ama una persona e non puoi stare con lei. Non fare come ho fatto io, non lasciartelo scappare-
-Chi non mi devo lasciare scappare?- domandò Quinn
-L'amore Q, l'amore!- esclamò il ragazzo con la cresta, dopodiché andò via. 
 
All'uscita da suola Sam Evans era fermo vicino alla sua macchina e aspettava qualcuno. Quinn Fabray camminava per raggiungere la fermata dell'autobus assieme alle sue amiche. 
-Quinn posso parlarti? è importante!- domandò il biondino avvicinandosi a loro.
-Certo- rispose lei. 
-Ehm non so come dirtelo, non sono molto bravo con le parlole- cominciò a dire il ragazzo mettendosi una mano dietro la testa. -Quinn il fatto è che i-io io ti amo. Ecco lo detto, ti amo- esclamò muovendosi nervosamente. 
-Che hai detto?- chiese la ragazza sorridente e sorpresa.
-I-io, scusa mi dispiace- detto questo il ragazzo si girò e fece per andarsene. Lei lo seguì, lo fece girare e lo baciò. Sam sorpreso e felice continuò. Quando si staccarono Quinn lo guardò dritto negli occhi. 
-Ti amo anche io- disse e tornò a baciarlo.
 
Passarono le settimane e durante questo tempo Santana non aveva avuto nessuna relazione, era felicemente single, o almeno questo è quello che diceva alla gente. Anche Noah Puckerman era solo in quel periodo, inconsapevole di ciò che (ancora) c'era tra Puckerman e Lopez, Mercedes Jones si prese una bella cotta per il bello e dannato. Non lo disse a nessuna delle sue amiche e cercò di farsi notare dal ragazzo senza il loro aiuto e ci riuscì. I due si fidanzarono e Santana che mentiva a tutti dicendo di essere felice cominciava ad essere dinuovo gelosa. Perché diavolo non riusciva a togliersi Noah dalla tesa? Perché lui era costantemente presente nel suo cuore? Come uno spirito maligno si era insidiato dentro di lei e non voleva andar via. Ormai stufa di nascondere le sue emozioni, la mora decise di affrontare Mercedes per otterenere una volta per tutte il suo amore, Noah. Erano tutti riuniti nell'aula punizioni. Schuester aveva avuto dinuovo la brillante idea di far "cantare" ai ragazzi le proprie emozioni. I primi furono Sam e Quinn, che innamorati più che mai cantarono un duetto schifosamente dolce e allo stesso tempo fantastico, il brano era  "Lucky" di Jason Mraz (http://www.youtube.com/watch?v=zuMiltbq-R0). Durante tutta la performance i due innamorati non avevano fatto altro che guardarsi negli occhi e sorridersi come due stupidi, ma che ci volete fare, erano innamorati. Arrivò il turno di Santana e Mercedes. Prima di cominciare la mora si aggiustò una collanina, era l'altra metà del cuore, non l'aveva buttata come aveva detto, incisa su quel ciondolo c'era la lettera "N" seguita dalla stessa data riportata sull'altro pezzo. Noah notò subito quell'oggettino che per lui aveva un valore immenso, sorrise e si gustò la performance. La canzone con la quale le due si sfidarono fu "The boy is mine" di Brandy e Monica (http://www.youtube.com/watch?v=QPYcdTSVmYY). La latina cercò di far capire in tutti modi all'amica che Noah era di sua proprietà, dall'altra parte la ragazza corpulenta non si scoraggiava, anzi continuava a lottare per quello che da lì a poco era diventato il suo ragazzo. Entrambe furono molto brava ad interpretare la loro parte, sino a quando, a fine canzone stavano per cominciare a fare a botte. Il professore allarmatosi divise subito le due. Santana a quel punto, diede un ultimo spintone a Mercedes e andò via, uscì dalla classe. Noah la seguì. 
-Dove vai?- domandò.
-Non lo so!- rispose lei.
-Fermati!- esclamò lui ma la ragazza lo ignorò. -Fermati ho detto- continuò
-Guarda che non stai parlando con tua sorella, modera i termini- ribatté Santana e riprese a camminare. Puck accelerò il passo e la fermò, la fermò vicino ad un armadietto. La guardò negli occhi, non disse nulla, mostrò l'altro pezzo del cuore e lo unì a quello che la latina portava al collo. Sorrisero. 
-Ti amo- affermò il ragazzo
-Ti amo- rispose la ragazza
Nessuno dei due aggiunse un'altra parola, quelle due paroline erano state fatali. Da quel momento in po non si sarebbero più separati, lo sapevano, lo sentivano. Noah si avvicinò alla sua amata e la baciò con dolcezza, le loro dita si incrociarono, le loro lingue si scontrarono e i loro cuori finalmente si riapacificarono. 




 

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Capitolo 17
*** 17 ***


17


Un’altra volta sorgeva il sole ed una nuova giornata cominciava a Lima Heights. Rachel Berry si pettinava i capelli davanti allo specchio. Il display del telefono si illuminò e lesse subito il nome di Finn che la stava chiamando.
-          Pronto?-
-          Ehi bellezza come vai a scuola stamattina?-
-          Credo con il pullman perché?-
-          Vengo a prenderti io, con la moto-
-          No, con la moto no. Se i miei mi vedono salire sulla tua moto sono cavoli-
-          Dai ti prego, ti aspetto alla fermata? Così non ti vedono?
-          Ok, va bene, hai vinto-
-          Sarò lì tra dieci minuti, non farmi aspettare molto-
Dieci minuti dopo Finn Hudson aspettava Rachel Berry in sella alla sua moto. Quando la ragazza arrivò le diede un bacio sulla guancia e la invitò a salire. Certo che le lezioni di galateo del professor Schuester erano proprio utili! Arrivarono a scuola un po’ prima degli altri e decisero di aspettarli vicino all’entrata.
-          Come stai?- chiese il ragazzo per smorzare l’attesa
-          Grazie a te meglio- sorrise la ragazza
-          Mi fa piacere vederti sorridere- affermò Hudson guardando intensamente negli occhi la sua compagna di classe, nonché sua migliore amica.
-          Ma quanto siete carini!- esclamò Tina Cohen-Chang arrivando a braccetto con Mike Chang
-          Scusa?- domandò Rachel che non aveva capito
-          Siete davvero una bella coppia. Quando ufficializzerete le cose?- domandò Mike
-          Noi non stiamo insieme!- esclamò Berry
-          Si certo!- commentò Mike
-          Noi siamo davvero solo amici. Voi invece? Quando direte a tutti della vostra relazione? Abbiamo visto come vi guardate- esclamò Finn
I due orientali si fecero subito seri e si guardarono per qualche istante.
-          Ma noi non stiamo insieme!- dissero all’unisono
-          Oh che carini, parlano anche contemporaneamente!- commentò Mercedes Jones sbucando
all’improvviso.
-          Chi sono carini e parlano contemporaneamente?- chiese Quinn Fabray arrivando sottobraccio al suo ragazzo Sam Evans
-          Tina e Mike!- rispose Rachel
-          Si, siete una coppia davvero tenerissima!- commentò la bionda
-          Non siamo una coppia!- esclamarono insieme
-          Chi non è una coppia?- domandarono Artie Abrams e Brittany S. Pierce arrivando abbracciati.
-          Io e Mike!- rispose Tina
-          Ma tu e Mike siete una coppia!- esclamò ingenuamente Brittany - Vi guardate come io guardo il mio Artie. Siete innamorati, si vede!- concluse
-          Chi sono innamorati?- domandò Noah Puckerman tenendo ben stretta la mano della sua Santana.
-          Mike e Tina secondo Brittany- rispose Finn
-          Oh io l’appoggio- esclamò Santana
-          Anche io!- affermò Quinn
-          Ed io!- commentò Rachel
-          Ed io!- disse Mercedes
-          Anche io… ma cosa?- domandò Brittany
Tutti rotearono gli occhi e fecero finta di nulla. Qualche minuto dopo arrivò in sella alla sua bellissima moto Kurt Hummel. Non era solo, con lui c’era una ragazza. La salutò dandole un bacio e andò dai suoi amici
-          Quella chi è, la tua ragazza?- chiese infastidita Mercedes Jones
-          Chi quella?- domandò Kurt indicandola - Quella è solo una con cui ho scopato ieri sera- rispose
-          Fai schifo. Pensi sempre e solo al sesso- commentò la ragazza corpulenta
-          Tesoro bello penseresti anche tu solo al sesso se venissi a letto con me!- esclamò il latticino
-          Io ci sono venuta a letto con te, non vantarti troppo!- esclamò Santana Lopez
Noah si coprì le orecchie con le mani e la latina sorrise dandogli un bacio.
-          Quanto sei bello quando fai così!- esclamò ancora la mora e baciò di nuovo il suo ragazzo circondandogli il collo con le braccia.
-          Santana io ti amo tantissimo e lo sai, ma non devi parlarmi dei ragazzi con cui sei stata a letto, divento una bestia- affermò Puckerman
-          Ok. Non ti parlerò più di tutti i ragazzi con cui ho fatto sesso da quando ci siamo lasciati- esclamò la latina sorridendo ed entrando a scuola
-          Tutti i ragazzi? Perché quanti ne sono? Santana! Santana rispondi?- domandò Noah geloso seguendola
-          Tornando a te Kurt. Sempre damigella e mai sposa?- domandò Tina
-          Per favore traduci?- chiese il ragazzo
-          Sempre ragazza “usa e getta” e mai fidanzata?- domandò l’orientale
-          Per finire poi come Te e Mike a scambiarmi sorrisini e occhiatine tutto il tempo come un’imbecille?- chiese il latticino
-          Io e Mike non stiamo insieme!- esclamò l’orientale
-          Si certo!- detto questo Hummel entrò a scuola-
Durante l’intervallo Santana Lopez e Noah Puckerman si divertivano a spaventare gli altri studenti. Mercedes Jones si avvicinò alla latina che si divertiva a tirare le trecce ad una povera malcapitata, mentre Puckerman era impegnato ad appendere dalle mutande un secchione.
-          Santana posso parlarti?- domandò
-          Certo, dimmi!- rispose la latina
-          Mi dispiace per quella storia con Puck, voglio fare pace con te, è stata una sbandata. Non so neanche come mi sia potuto venire in mente- affermò la ragazza corpulenta
-          Non preoccuparti M, è ok. So che non lo vuoi- sorrise la mora e abbracciò la sua amica
Kurt Hummel che aveva sentito tutto sbucò alle spalle delle due e si aggiunse all’abbraccio.
-          Aww, le mie donne hanno fatto pace!- esclamò
Noah aveva sentito tutto, non appena il latticino fece quell’affermazione lasciò lo sfigato e tirò Santana per un braccio, guardò l’amico.
-          Lei non è la tua donna, è mia e basta!- detto questo se la portò.
-          Beh cara Mercedes, siamo rimasti solo io e te… Ti va di andare nello stanzino del bidello a fare un po’ di sesso?- chiese tranquillamente.
La ragazza corpulenta lo guardò male e andò via.
-          Ma che ho detto?- si chiese Hummel e girò i tacchi.
Nel frattempo nell’aula della punizione Rachel era seduta in braccio a Finn.
-          Rachel voglio che tu sia la mia ragazza- disse tutto d’un fiato Finn
-          Vuoi che io sia la tua ragazza? Davvero?- domandò la ragazza sorridendo
-          Si, lo voglio davvero tanto- rispose lui.
-          Mettiamo in chiaro un paio di cose se mi hai chiesto di essere la tua ragazza solo perché vuoi qualcuna con cui arrangiare questa settimana è meglio che cambi bersaglio, non sono una di quelle ragazzine che ti dice Ti amo dopo un giorni quindi non ti aspettare nulla del genere da me, non sono oppressiva e tu non devi esserlo con me se ti va bene la cosa si può fare altrimenti quella è la porta- esclamò la Berry indicandogliela
Lui rise, semplicemente rise
-          Cosa c’è di tanto divertente?- domandò la ragazza
-          Rido perché adora il tuo modo di fare e dato che voglio davvero stare con te, ti accetto così come sei perché è proprio questo che mi affascina di te, il tuo essere diversa dalle altre, ovviamente oltre il tuo viso, la tua risata, i tuoi capelli, il tuo fisico…-
-          Ok ho capito!- lo interruppe lei e lo baciò.
Era tutto merito di Schuester, grazie a lui quei ragazzi erano diventati un gruppo, grazie a lui avevano imparato ad esternare le loro emozioni e grazie a lui stavano crescendo e maturando. Adesso avevano voglia di fare la differenza . Come diceva Jean Jaurès “Non si insegna quello che si vuole; ti dirò addirittura che non s’insegna quello che si sa o quello che si crede di sapere: si insegna e si può insegnare solo quello che si è” e questo era proprio quello che Will stava cercando di trasmettere a quei ragazzi. Ci stava riuscendo. Lui credeva in quei ragazzi e sicuro delle potenzialità di ognuno, avrebbe cercato di rendere la loro vita, migliore.


















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Capitolo 18
*** 18 ***


In un caldo e soleggiato pomeriggio di fine aprile, Santana Lopez era sdraiata sul suo letto e osservava pensierosa il soffitto. Indossava una t-shirt lunga bianca che le copriva gli shorts di jeans. Giocherellava con una molla gialla. Ad un certo punto il suo cellulare cominciò a squillare interrompendo la pace che infestava in quell’unico momento la sua camera. Rispose.
-          Amore è una bella giornata, che ne dici di andare a farci un giro?
-          Perché no? Vieni a prendermi a casa
-          Ok, sto arrivando, preparati
Dieci minuti dopo il rumore di una moto fece intuire a Santana che il suo ragazzo fosse arrivato. Andò ad aprirgli la porta.
-          Non sei ancora pronta?
-          No! Dammi cinque minuti
-          Fa presto però
Esclamò il ragazzo dandole un bacio. Quando ella fu pronta i due uscirono e andarono al cinema a vedere un film. Noah aveva scelto i posti nell’ultima fila così da poter baciare la sua ragazza senza che la gente gli urlasse di andarsi a prendere una camera. Come da copione la proiezione iniziò e dopo neanche qualche minuto i due smisero di guardare il film perché troppo impegnati a baciarsi e abbracciarsi. Quando uscirono si era fatta sera e decisero di tornare a Lima Heights.
-          Amore ho voglia di pizza… mi porti in pizzeria?
-          Ottima idea Satana ehm scusa Santana
-          Ah Ah Ah non è divertente questa cosa non fa più ridere, allora mi ci porti?
-          Certo
Arrivati in pizzeria presero le solite pizze e cominciarono a mangiarle. Passarono lì all’incirca un’oretta, dopodiché, dopo aver pagato si recarono al parcheggio. Erano mano nella mano quando un ragazzo fischiò a Santana
-          Tesoro sei davvero sexy ti va di farti un giro con me?- chiese maliziosamente standosene seduto con i suoi amici su un muretto
Noah diventò rosso di rabbia, come si permettevano quei tipi?
-          Noah sta calmo non fare nulla- esclamò Santana guardandolo negli occhi
-          Ehi tesoro sto parlando con te!- disse ancora quel tipo – Vieni qui dai che ti faccio divertire per benino
A quel punto fu davvero troppo per Puckerman. Lasciò la mano della sua ragazza e camminò minaccioso nella direzione di quei ragazzi.
-          Ehi figlio di puttana! Quella è la mia ragazza come ti permetti?- gridò arrabbiato e pronto a sferrargli un pungo in pieno volto
-          Sta calmo e lasciami fare quello che voglio se vuoi tornare a casa stasera tutto intero!- affermò tranquillamente l’altro ragazzo.
-          Credo tu dovresti stare calmo se vuoi tornare a casa tutto intero!- esclamò Noah
-          Basta Noah lascia perdere, andiamo!- urlò preoccupata Santana
-          Ascolta la tua ragazza!- rise il tipo
-          Ehi fatti i cazzi tuoi prima che ti prenda a pugni in faccia!- esclamò il ragazzo con la cresta
-          Mi stai minacciando? Mi sta minacciando?- chiese il tipo del muretto a Puck e ai suoi amici che ridevano. – Bene idiota, adesso sono cazzi tuoi- detto questo si avvicinò a Puckerman e gli sferrò un pugno in faccia.
-          Noah!- esclamò Santana correndo da lui, ma un altro ragazzo la prese e la trattenne. Lui ne sferrò uno a quel ragazzo.
I tipi che prima erano seduti sul muretto scesero e cominciarono a picchiare assieme all’amico il povero Puckerman. Santana che ormai piangeva si dimenava e urlava in cerca di aiuto. Il ragazzo con la cresta riuscì a rispondere ai colpi di quei ragazzi solo poche volte. Colpì sul naso il capobranco e glielo ruppe. Questi in preda alla rabbia e al dolore prese dalla tasca un coltellino e lo infilzò nella pancia del povero Noah.
-          Che diavolo hai fatto? Sei impazzito!- esclamò uno di loro mentre Puck cadeva a terra sanguinante
-          Non lo so! Non lo so!- continuava a ripetere quello.
-          Su forza, scappiamo!- disse uno di loro.
Santana fu liberata e corse dal suo ragazzo. Chiamò il 911 e attese i soccorsi mentre tamponava con le mani la ferita. Guardò il suo povero fidanzato perdere i sensi e disperata gli ripeteva di essere forte e di non mollarla anche lui. Non poteva perdere un’altra persona che amava.
Ad un certo punto udì le sirene dell’ambulanza e sperò che potessero fare ancora qualcosa per lui. Un paramedico uscì di corsa dal mezzo mentre altri si avvicinavano con una barella. Gli toccò il collo per misurare il battito che fortunatamente non aveva ceduto.
-          È vivo, ha perso molto sangue ed è privo di sensi, facciamo in fretta- disse e con l’aiuto di altri colleghi portò il ragazzo in ospedale.
Santana odiava l’ospedale di Lima Heights, era un posto cupo e dozzinale. La sala d’attesa sembrava essere stata appena messa a ferro  e fuoco, le sedie erano rotte e l’imbottitura fuoriusciva dappertutto. Era piena di vecchietti e di gente disperata che non faceva altro che ricordarle in che posto deprimente fosse capitata e poi lei odiava quel terribile odore di medicinali che si sentiva dappertutto. Non appena fu seduta prese in mano il telefono per chiamare i genitori del suo ragazzo ed informarli. L’immagine che le parve subito davanti raffigurava lei e Noah mentre si scambiavano un dolce bacio sorridendo.  Guardò il suo sfondo per un po’ prima di decidersi ad effettuare quella telefonata.
-          Pronto?- disse una vocina.
Era la sorella di Puck. Santana pianse ancora di più.
-          Juliette, tesoro sono Santana la tua mamma è in casa?- domandò tirando su col naso
-          Santana stai piangendo?- chiese la piccola
-          Juliette con chi stai parlando?- Santana udì la voce di una donna in sottofondo
-          Con Santana mamma, vuole parlare con te, credo stia male, piange- esclamò la piccola.
-          Santana sono Christine dimmi- disse la signora Puckerman
-          Christine sono in ospedale…- cominciò a dire
-          Aspetta, non dirmelo, sei incinta  e quell’idiota di mio figlio non lo vuole!- si intromise la donna
-          No, non si tratta di me…- detto questo la latina cominciò a raccontare tra i singhiozzi tutto alla madre del ragazzo che subito la raggiunse in ospedale con la figlia.
I medici dissero che Noah sarebbe guarito e che si sarebbe dovuto risvegliare a breve. C’era solo una piccola percentuale di possibilità che avesse subito una leggera amnesia.
Il giorno dopo il ragazzo si svegliò e trovò accanto a se sua madre.
-          Noah tesoro, come ti senti?- chiese la donna
-          Mi fa male qui!- esclamò e mise una mano lì dove aveva subito la coltellata.
 Santana era andata a prendere da bere alla madre del suo ragazzo, decise di passare un momento dai suoi amici che attendevano notizie di Puck nella sala d’attesa assieme a Schuester e la Sylvester. Quando giunse lì non trovò nessuno. Alzò le spalle e andò nella stanza di Noah
-          Christine ti ho preso un cappuccin…- cominciò a dire ma si interruppe subito non appena alzò lo sguardo e vide Noah sveglio e tutti i suoi amici nella stanza. Sorrise, lasciò cadere i due cappuccini e corse ad abbracciare il suo ragazzo sorridente.
-          Per fortuna stai bene!- disse e chiuse gli occhi mentre stringeva il ferito
-          Mamma chi è questa e perché mi abbraccia?- chiese stranito non ricambiando l’abbraccio.
Tutti lo guardarono con gli occhi spalancati. La latina sentendo quelle parole si allontanò da lui e lo guardò mentre le lacrime le riempivano gli occhi.
-          Noah sono io!- disse mentre la vista le si faceva sempre più appannata - Sono io, Santana. La tua ragazza!-
-          La mia ragazza? Santana? Ma che stai dicendo io non conosco nessuna Santana!- esclamò convinto lui.
-          Tesoro sicuro di non ricordare?- chiese Christine
-          Ricordo tutti benissimo, ma lei… lei no e non ricordo neanche chi e come mi sono fatto questo!- disse indicando la ferita. - Posso dimostrarti di ricordare tutti. Lui è Finn e lei è la sua ragazza Rachel. Lei è Quinn e mi ha lasciato per stare con Sam. Lui è Kurt che secondo me si fa una ragazza diversa ogni notte perché è segretamente innamorato di Mercedes che è lei- esclamò indicandola. -Loro sono Mike e Tina che stanno insieme ma non lo ammettono e parlavamo di questo proprio qualche giorno fa. Infine loro sono Brittany e Artie che stanno insieme da un bel po’- affermò. - Mi dispiace davvero tanto perché wow sei molto bella e sexy, ma di te non mi ricordo proprio. Se mi dicessi il cognome magari mi aiuteresti a ricordare- esclamò
-          Lopez, Santana Lopez!- disse la ragazza mentre lentamente le lacrime le carezzavano le guance e le inumidivano.
-          Lopez, Lopez di te non mi ricordo ma ricordo che un amico di mio fratello si chiamava Lopez, ma non è più tra noi, era un bravo ragazzo ma è deceduto e se non ricordo male aveva un fratello e due sorelle!- esclamò
-          Era mio fratello e aveva tre sorelle!- esclamò in lacrime.
-          Ascolta mi dispiace tanto, ma non mi ricordo di te, ricordo di avere una fidanzata ma il suo nome sono più che sicuro che sia Emily- concluse.
Dopo aver udito quelle parole, Santana cominciò ad avvertire un forte dolore al petto, l’aria si faceva sempre più pesante, la testa girava e cominciò a non riuscire a respirare. Si accasciò a terra e perse i sensi.
Quinn corse a chiamare aiuto. La ragazza fu ricoverata d’urgenza e tenuta sotto osservazione. Tutti, compreso Puckerman e la famiglia Lopez aspettavano di avere sue notizie in sala d’attesa.
-          Salve, sono la dottoressa Eva Zambrano. Cerco i parenti della signorina Santana Lopez- esclamò.
Il signore e la signora Lopez si avvicinarono e ascoltarono attentamente le parole del medico.
-          Vostra figlia ha avuto quella che viene definita “Sindrome da Cuore Spezzato”. Èun disturbo clinico provocato dall’emotività e può derivare dalle situazioni più disparate, come per esempio un lutto, una delusione d’amore, un dispiacere acuto, la paura paralizzante di affrontare alcune situazioni. I sintomi ricordano molto quelli dell’infarto, ma non dipende dall’occlusione delle arterie quanto invece da uno stato emotivo che blocca le funzionalità cardiache.  La sindrome va trattata con cautela ed in modo appropriato, senza sottovalutarla. Di solito i pazienti si riprendono in fretta dall’episodio, ma in alcuni rari casi la sindrome può essere letale e nel 10% dei casi è recidiva, ossia i sintomi si ripresentano. La domanda che vi pongo è la seguente. Vostra figlia è stata protagonista di eventi come quelli che ho già nominato precedentemente?- domandò il medico
-          Beh il suo ragazzo è stato accoltellato ieri e si è ripreso, è lì, non so… Noah hai per caso lasciato Santana?- domandò la signora Lopez
-          Mi scusi ma come faccio ad averla lasciata se non ricordo di esserci stato insieme?- domandò il ragazzo
-          Come?- chiese il pare della ragazza credendo di aver capito male e guardando la signora Puckerman
-          Christine ma che sta succedendo?- chiese la madre della ragazza
-          Marisol, Noah dopo essersi risvegliato si ricordava di tutti e tutto tranne di Santana, lei è scoppiata a piangere e quando lui come un idiota le ha detto che ricordava di essere fidanzato ma con una ragazza di nome Emily, Santana si è sentita male-
-          Ecco spiegata la Sindrome da Cuore Spezzato. Dobbiamo tenere sotto osservazione sua figlia- esclamò la Dottoressa Zambrano prima di girare i tacchi e tornare dalla ragazza.
 
La vita era fin troppo bella a Lima Heights, purtroppo in quel quartiere non c’era posto per l’amore e per la pace. Quello era un posto schifoso, un posto in cui ogni giorno lottavi per la sopravvivenza, un posto senza speranza





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Capitolo 19
*** 19 ***


19


Mentre la povera Santana Lopez riposava nello stretto letto d'ospedale, Christine Puckerman entrò nella sua stanza. Si sedette accanto a lei e le accarezzò la fronte. 
-Non riesco a credere che tu sia in queste condizioni per colpa di mio figlio. Sai, credevo che finalmente vi foste ritrovati. Tesoro sai quanto io e la mia famiglia teniamo a te, sappi che nonostante Noah non ricordi chi tu sia noi saremo qui. Sei come un'altra figlia per me- detto questo la donna uscì e recandosi dal figlio incontrò il dottor Chris Deleo. 
-Christine che ci fai qui nel tuo giorno libero?- domandò questi.
-Mio figlio ieri è stato accoltellato- rispose la donna
-Oh mi dispiace e adesso come sta?- chiese il medico. 
-Bene dottor "C"- così lo chiamavano 
-La vedo strana, di solito è sempre sorridente, c'è dell'altro che non so?- domandò ancora
-Beh si, dopo essersi ripreso, si ricordava di tutti tranne della sua ragazza che io conosco e a cui voglio tanto bene, come una figlia. Dopo aver sentito le sue parole, Santana, la fidanzata di mio figlio si è sentita male e la dottoressa Zambrano ha detto che ha avuto "La sindrome da cuore spezzato". Sono preoccupata per lei- rispose la donna.
-Non preoccuparti Christine, io e la dottoressa Warren prenderemo il caso di questa ragazza. Sta tranquilla, è in buone mani- esclamò il medico
-Davvero prenderete voi il caso di Santana?- domandò la donna sorridendo
-Certo, adesso va da tuo figlio- esclamò l'uomo in camice.
La signora Puckerman tornò da Noah e il medico, dopo aver chiamato la sua collega entrò in camera della ragazza. Quando l'aprì la trovò vuota. 
-Sererna ma dov'è?- chiese alla collega
-Non lo so, doveva essere qui!- esclamò quella
-Chi cercate?- domandò Eva Zambrano
-Santana Lopez!- rispose la dottoressa Serena Warren
-La stanno visitando, sarà di ritorno fra poco- esclamò la donna e andò via
-Secondo me il figlio di Christine non se la ricorda perché è un mostro!- rise il dottor "C"
-Credi che sia brutta?- domandò la Warren
-certo, la coltellate non portano amnesie, a meno che tu non voglia dimenticare che la tua ragazza sia mostruosa oppure a meno che tu abbia sbattuto la testa cadendo e se è questo che è successo, noi non possiamo saperlo- rispose ridendo l'uomo. 
Non appena questi finì di parlare una bellissima ragazza con gli occhi color nocciola, con dei lunghi capelli castani e il fisico da modella entrò in stanza accompagnata da un uomo muscoloso. Il dottor "C" rimase senza parole.
-Brutta dicevi?- chiese sussurrando la dottoressa al collega
-Sembra una modella latina- rispose allo stesso modo il medico.
-Ci sbrighiamo? Me ne voglio andare da questo posto schifoso!- esclamò arrabbiata la latina
-Scusate mia sorella, non voleva essere sgarbata- intervenne Rodrigo, fratello della ragazza
 
Qualche giorno dopo, Santana tornò a scuola e ad accoglierla trovò le sue amiche. Quinn le andò incontro e l'abbracciò, lo stesso face Rachel, mentre Mercedes, Tina e Brittany reggevano delle buste e dei pacchi. 
-E questi?- chiese con lo sguardo triste Lopez
-Sono per te! Regali per la guarigione da parte nostra e del resto dei ragazzi. Hanno partecipato anche Schuester, la Holiday e la Sylvester- esclamò Tina
-La moglie di Schuester ci ha aiutato a scegliere i migliori!- affermò Mercedes
-Sant ha partecipato anche Puck!- disse Brittany
-Io questi regali non li voglio, non sono io quella che è stata accoltellata. Non è a me che dovete darli- esclamò la mora
-Ma tesoro tu sei fragile!- esclamò Rachel
-Non parlarmi di fragilità Rachel, non sono io quella che si autolesionava perché i papini non la viziavano più e perché i ragazzi la trovavano brutta!- detto questo si guardarono per un po, giusto il tempo per le due di realizzare quello che era successo, subito dopo la latina girò i tacchi e andò via. 
Rachel Berry si sentì uno schifo. Sentire quelle cose, da parte di una amica a cui voleva bene come una sorella le aveva fatto male. Purtroppo aveva detto la verità... e si sa, la verità non fa mai bene in questi casi.
-Rachel non te la prendere, è nervosa e arrabbiata per ciò che sta succedendo!- disse Quinn cercando di tirarle su il morale dopo aver notato il suo sguardo basso e pieno di tristezza.
-Ha ragione! Ha ragione lei- sussurrò e andò via anche lei lasciando sole le quattro ragazze.
Ma che diavolo avevano tutti quanti? L'atmosfera in classe non era affatto come gli altri giorni. L'aria era pesante. C'era tensione tra i ragazzi e il professore riuscì subito a coglierla, ma non sapeva che fare. 
Santana e Puck erano ai due lati opposti dell'aula. Lui sembrava tranquillo, lei non smetteva di fissarlo e diventare ancora più triste. Quinn e Sam litigavano animamente in fondo alla classe. Rachel non c'era e Finn aggrediva Kurt perché troppo impegnato a lucidare la sua moto per dirgli dove fosse. Mercedes e Tina discutevano ad alta voce su quale tipo di musica andasse più forte negli ultimi giorni. Mike e Artie litigavano perché secondo il primo, il secondo barava. Brittany era l'unica che se ne stava tranquilla nel suo mondo fatato fatto di unicorni e di magia. 
-Sam e Quinn smettetela subito e venite qui!- ordinò -Mike se non sei bravo a gioacare a carte non prendertela con Artie, non sta barando. Mercedes e Tina, Beyoncé e Lady Gaga non si possono paragonare, sono entrambe bravissime e hanno qualità canore diverse! Finn non dovresti innervosirti con Kurt se la tua ragazza non è in classe ok? E che diamine. Oggi dopo tanto tempo sono tornati Santana e Noah e voi come gli accogliete? Urlandovi contro? Zitti cavolo! Capisco che la situazione non è una delle migliori ma insomma, vogliamo tornare ad essere una famiglia o no?- domandò l'uomo rosso in viso.
-No, non possiamo tornare ad essere una famiglia perché non lo siamo mai stata. Voi non siete la mia famiglia, nessuno di voi è imparentato con me! Non voglio la vostra accoglienza, ne i vostri regali! L'unica cosa che voglio non posso averla quindi professore la smetta con le prediche!- esclamò Santana
-Cos'è questa cosa che non puoi avere? I regali sono tuoi, se non ti piacciono possiamo cambiarli e prendere quelli che piacciono a te!- disse Schue
-è questo il punto, sa dove può metterseli tutti i suoi regali?  io non li voglio, voglio solo tornare al giorno prima dell'incidente di Noah e l'unica cosa che voglio è stare con il mio ragazzo ma non si può perché non si ricorda di me. Quindi lasciatemi in pace ok?- detto questo la ragazza andò via dalla classe in lacrime. 
-Santana!- esclamò Quinn seguendola. 
-Lasciami in pace, voglio che tu mi lasci in pace, voglio che tutti voi mi lasciate in pace- urlò tra le lacrime la latina.
-Santana ragiona. Noi vogliamo solo starti vicino. Se siamo qui è per il tuo bene. Sappiamo che sei in un momento difficile!- disse la bionda
-No invece non lo sapete! Tu puoi stare con il tuo ragazzo, puoi abbracciarlo e baciarlo. Io posso solo guardarlo da lontano e sapere che lui non ricorderà tutto quello che abbiamo passato- continuò la mora
-Hai ragione non lo so, ma posso esserti di conforto!- affermò l'amica cercando di abbracciarla.
-No!- disse la povera Lopez e schivò l'abbraccio.
 
L'indomani mattina, come ogni giorno Santana si svegliò, fece colazione, si preparò per andare a scuola e si diresse alla fermata dell'autobus. Mentre aspettava le si avvicinò un ragazzo.
-Ciao, tu sei Santana vero?- chiese
-Si sono io, tu chi sei?- domandò lei tenendo lo sguardo fisso sul suo cellulare e non degnando il ragazzo di un solo sguardo.
-Io sono il dottor "C" Deleo, si ricorda di me?- domandò il ragazzo
-Certo che mi ricordo di lei. Mi ha concesso di uscire prima dall'ospedale e di fare le cure a casa. Come mai è qui?- domandò la latina
-Beh, mi chiedevo se ti andasse di uscire con me qualche volta!- affermò il giovane medico
-Sa che sono minorenne, ho diciasette anni!- esclamò lei
-Lo so, io ne ho ventidue, non sono tanti. Ma se non vuoi, nessuno ti obbliga!- affermò lui
A quel punto la mora alzò gli occhi e lo guardò. Era proprio un bel ragazzo, biondo, occhi azzurri, muscoloso, un tipo davvero attraente. 
-Può uscire con le sue pazienti?- domandò la ragazza
-No, ma tu non sei più mia paziente, allora? Che ne dici? Ci stai?- domandò il ragazzo
-Ci sto!- rispose la latina, dopodiché un pullman si fermò d'avanti a lei e salì. 
Giunta a scuola si recò al suo armadietto e dallo specchietto che aveva appeso sull'antina vide qualcosa che non gli piaque affatto. Il suo Noah stava flirtando con una ragazza. La gelosa Santana camminò minacciosamente in direzione della ragazza che non appena la vide cominciò a preoccuparsi. Quando fu abbastanza vicina guardò intimorita la latina.
-Che diavolo stai facendo?- domandò la mora alla ragazza
-M-Mi dispiace Santana, io, io sapevo che non stavate più insieme e... mi dispiace!- disse e andò via. 
-Ma che fai? Me la sarei potuta portare a letto!- esclamò il ragazzo
-Che faccio? Sono la tua ragazza! E non ti saresti portato a letto nessuno!- affermò rossa di rabbia lei.
-Non sei la mia ragazza e posso portarmi a letto chiunque!- continuò Noah. 
Dopo aver sentito quelle parole, Santana Lopez scatenò un inferno. Prese si diresse contro l'estintore, lo prese e cominciò a spaccare tutti i vetri delle aule. Colpì tutti gli armadietti, sopratutto quello del suo ex. Andò spedita in sala attrezzi e dopo essersi munita di una mazza da baseball cominciò a rompere qualunque cosa le capitasse a tiro. Entrò nell'aula di chimica che aveva rotto e incendiato una ventina di volte e cominciò a distruggere tutto ciò che c'era lì dentro. Nessuno le si avvicinava o faceva qualcosa per fermarla. Tutti sapevano che in quel momento era meglio starle alla larga anche perché avrebbe potuto colpire chiunque. Come una belva entrò in sala musica. Prese una chitarra e la scaraventò al suolo. Con la mazza colpì ripetutamente le vetrine in cui erano custoditi gli oggetti di valore della scuola come tappa finale andò nell'atrio. Continuò a distruggere gli armadietti. Schuester intervenne.
-Santana fermati!- esclamò. Lei alzò gli occhi gonfi e rossi e cercò tra la folla che la osservava il professore. 
-Santana non continuare, dammi la mazza!- disse l'uomo avvicinandosi
-Stia lontano da me! Lo dico per lei!- esclamò la ragazza
-No- continuò lu -Sei una ragazza buona e piena di talento Santana, lo sai. Con questi atteggiamenti non fai altro che aggravare la tua situazione scolastica e psicologica- 
-Ma che cazzo me ne frega della situazione scolastica!- esclamò la latina impugnando saldamente la mazza di baseball fatta d'acciaio. Il professore continuava ad avvicinarsi.
-Non la voglio colpire signor Schue ma se continua ad avvicinarsi a me lo dovrò fare!- gridò lei.
-Non mi importa!- l'uomo continuò ad avvicinarsi e quando fu faccia a faccia con la ragazza le tolse lentamente l'oggetto dalle mani. Lei scoppiò a piangere e abbracciò l'uomo che le accarezzò la testa.
-Mi dispiace signor Schue, mi dispiace!- disse tra le lacrime. 
-Shh, sta tranquilla adesso, sta tranquilla- esclamò l'uomo stringendola e cullandola come un padre fa con sua figlia.
 
Ancora una volta a Lima Heights la violenza aveva preso il sopravvento. L'amore aveva perso nuovamente la sua battaglia, una battaglia che mai avrebbe potuto vincere. 
L'angolo della scrittrice di SuperF1997
Mi scuso con voi tutti se in questi giorni sono stata poco presente, purtroppo sono in vacanza e ho come unico mezzo di comunicazione il cellulare con internet, per i debiti da recuperare sono a casa di mia nonna in settimana, ma purtroppo la connessione fa schifo. Spero che possiate capirmi. Mi spiace se il capitolo fa cagare, purtroppo la mia mente è un po' altrove a causa dei recuperi che sto facendo. Un bacio a tutti spero che recensirete lo stesso :)
SuperF1997




 
(Dottor "C")

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Capitolo 20
*** 20 ***




20

 


I giorni passarono, durante questo tempo Santana Lopez non aveva parlato con nessuno. I suoi genitori cominciavano a preoccuparsi. Aveva disdetto l'appuntamento con il dottor "C" e gli aveva detto che preferiva non frequentare nessuno in quel periodo. 
Quinn Fabray e le ragazze avevano cercato invano di starle accanto e di parlarle fino a quando, stufe di ricevere come risposta un dito medio alzato davanti alla loro faccia, si erano arrese.
Resasi conto di quello che stava succedendo, Santana Lopez capì che quello che stava facendo non avrebbe fatto ritornare la memoria al suo ragazzo e che era inutile allontanare le uniche persone che tenevano a lei. Entrò in classe in anticipo e aspettò gli altri. Schuester fece il suo ingresso in aula parlando assieme a Mercedes Jones e Tina Cohen-Chang. Dopo qualche secondo entrarono anche Brittany S. Pierce e Artie Abrams mano nella mano, Rachel Berry e Finn Hudson a braccetto e Sam Evans e Quinn Fabray litigando. Ormai non facevano altro e Santana non sapeva il perché, avrebbe tanto voluto essere vicina alla sua amica durante quel periodo e cercare di tirarle su il morale, ma come una stupida aveva preferito diventare muta come un pesce. Si avvicinò lentamente alle amiche e in quel preciso istante entrò in classe Noah con la sua solita aria da stronzo, guardò tutti e si andò a sedere in fondo all'aula mentre messaggiava con qualcuno. Cavolo quanto era bello! Santana pronunciò un semplice saluto e tutte le ragazze si voltarono a guardarla.
-Ragazze mi dispiace tanto, non avrei dovuto trattarvi così male, questo è un brutto periodo per me. Quinn mi dispiace per il mio comportamento dell'altro giorno, ho bisogno di te, sei una delle mie migliori amiche e Rachel, ti prego perdonami, non volevo dire quelle cose, non le pensavo, non volevo essere cattiva con te, so quello che hai passato e mi auguro che mi darai la possibilità di rimediare ai miei errori, vi prego ragazze, non lasciate che queste stupidaggini rovinino il fantastico rapporto che c'è tra noi- disse con le lacrime agli occhi -Ho perso già troppe persone che amavo, per favore non abbandonatemi anche voi- esclamò. Loro la guardarono serie.
-Tesoro noi non ti abbandoneremo mai, purtroppo devi sopportarci ancora e devi farlo  per il resto della tua vita- esclamò Mercedes sorridendo andando ad abbracciarla e tutte le altre si unirono.
-Rach, mi dispiace io- cominciò a dire Lopez
-Santana non c'è bisogno che tu dica niente, avevi ragione e sappi che io sono qui per te se vuoi- esclamò la Berry abbracciandola più forte 
-Grazie ragazze!- disse ancora la latina.
-Oh smettila con tutti questi ringraziamenti, siamo tue amiche ed è questo che fanno le amiche, sono vicine nel momento del bisogno- disse Tina sorridendo
-Dobbiamo andare con lei in bagno?- domandò Brittany non capendo
-Mi sei mancata Brì Brì!- esclamò Santana e abbracciò la compagna.
Nei giorni a seguire, le ragazze avevano cercato di recuperare il tempo perso. Una mattina mentre Santana Lopez e Quinn Fabray aspettavano il pullman, la prima chiese alla seconda il motivo dei continui litigi con Sam. 
-Santana non sono sicura di niente- disse la bionda
-Di cosa stai parlando? Non ti capisco!- esclamò la mora
-Ho un ritardo!- esclamò la Fabray
-Come?- chiese Lopez sgranando gli occhi
-Hai capito bene, ho un ritardo. L'ho detto a Sam e lui vuole andare da un ginecologo per capire quale sia il motivo, crede che io sia incinta ma non è così, non può essere così. Non mi fa fare nulla dice che siccome sono incinta non posso correre, non posso bere alcolici e non posso mangiare cibi normali. Non mi fa bere neanche il caffé. Stiamo sempre a litigare. Io non lo sopporto più. Per carità, lo amo, ma sta diventando pensante. E se fossi davvero incinta? Chi se lo sopporterebbe?- domandò
-Quinn ha ragione, dovresti andare da un medico e poi dovresti dire grazie. Lui è così premuroso, ti ama da morire e se davvero fossi incinta amerà da morire anche il vostro bambino, perché è suo vero?- domandò la latina
-Certo che è suo, di chi sennò?- chiese ancora Quinn
-Tranquilla, verificavo!- rispose Santana ridendo -Se vuoi dal medico ti accompagno io, ti va?- domandò la mora
-Ho paura Sant, e se fossi davvero incinta?- chiese la bionda
-Ma se non fai la visita ginecologica non puoi saperlo. Allora, andiamo insieme?- domandò la mora
-Si, ma voglio che ci sia anche lui, se fosse vero, sarei felice di averlo con me alla prima ecografia. Che ne dici?- domandò la Fabray
-Dico che è perfetto!- rispose Lopez ed insieme entrarono nel pullman. 
Quella giornata fu davvero piena di notizie. Non appena entrarono in aula punizioni, Schuester fece un annuncio.
-Ragazzi vi ricordate di quel mio nipote di cui vi avevo parlato?- domandò l'uomo
-Quello ricco sfondato che frequenta una scuola privata per gay?- chiese ironico Puck
-Si, quello e frequenta un'accademia maschile, non una scuola gay!- puntualizzò il professore.
-Quello che è!- continuò Noah
-Beh, lui è molto simile a voi. Continua a combinare casini, gravi casini e i suoi genitori hanno deciso di farlo studiare qui, nella speranza che entrando in contatto con la vostra realtà si renda conto che essere uno stupido con i pregiudizi e la puzza sotto il naso è una cosa sbagliata- esclamò l'uomo
-E a noi che ce ne importa?- domandò Mercedes
-Beh, lui frequenterà l'aula punizioni. Sono sicuro che entro domani mattina si farà sbattere in punizione permanente come voi- esclamò
-Se lo dice lei!- esclamò Kurt.
-Vi prego di essere ospitali con lui!- chiese Schue
-Certo, ospitali!- esclamò Mike ridendo e guardando Sam che gli fece l'occhiolino. 
Il giorno dopo Will trattenne i ragazzi vicino all'entrata della scuola e con loro aspettò suo nipote. 
-Eccolo è arrivato!- esclamò vedendo una limousine nera fermarsi davanti all'entrata.
-Ma guarda questo, viene a scuola in limousine!- esclamò Mercedes un po' gelosa
-No, è una macchina per le bare!- disse Brittany, ma come al solito nessuno diede importanza a quello che la biondina disse.
Un uomo di colore uscì dall'auto e andò ad aprire lo sportello al ragazzo, che uscì parlando al telefono mentre lo stesso uomo richiudeva lo sportello e gli portava la borsa con i libri. 
-Zio!- salutò con un cenno del capo -Sfigati senza un soldo!- continuò
-Ma io questo lo prendo a pugni in faccia!- esclamò Artie
-Ciao Sebastian, come stai?- domandò Schue
-Come credi che stia? Mia madre, tua sorella e quell'idiota di mio padre mi hanno tolto la macchina, dimezzato la paga e mi hanno mandato in uno schifoso posto dimenticato dal mondo a studiare perché pensano che cosi io mi umanizzi!- rispose rivolgendo un sorriso falso allo zio. 
-Cosa hai combinato per farli arrabbiare così?- chiese l'uomo
-Niente, ho guidato ubriaco la macchina di Jeff e mi sono schiantato contro un palo- rispose il ragazzo
-E basta?- domandò Schue
-E ho bruciato i vestiti della preside.- rispose
-Non crescerai mai eh?- chiese Will  e il ragazzo fece di no con il capo.
 
Mentre erano in classe, Tina Cohen-Chang espresse un parere sul nipote di Schuester che a quanto pare si chiamava Sebastian Smythe.
-Però, Sebastian è davvero un bel ragazzo!- esclamò. 
Geloso Mike Chang la guardò male.
-Che c'è?- chiese lei
-Il tuo ragazzo è geloso!- esclamò Britt
-Non è il mio ragazzo!- controbatté l'orientale
-Ma se è chiarissimo che siete innamorati!- esclamò Rachel
-Dovresti dirgli quello che provi per lui, lo farebbe felice!- esclamò Quinn
-Dici?- chiese Tina
-Certo, sono sicurissima che anche lui prova le stesse cose per te!- rispose la bionda
-Tesoro, l'amore è bello e voi siete chiaramente innamorati, non sprecate tempo inutilmente. Dovete sfruttare ogni minuto che avete a disposizione per stare con chi amate, perché poi un bel giorno qualcuno potrebbe accoltellare il vostro uomo e fargli perdere la memoria e lui non vi riconoscerebbe più- disse Santana ironicamente mentre fissava Noah, ma era chiaro che soffriva.
-Tesoro!- dissero tutte e l'abbracciarono.
-Ok, ho deciso, glielo dirò, gli dirò quel che provo!- esclamò l'orientale e andò dal ragazzo. Lui era seduto accanto a Sam e stava preparando uno scherzo al nuovo arrivato
-Mike posso parlarti?- chiese Tina
-Perché non chiedi al bel Sebastian di parlare con te?- domandò sarcastico
-Dai, non prendertela per ste cavolate, devo dirti una cosa importante!- esclamò la ragazza e lo trascinò fuori dall'aula
-Dimmi!- disse lui
-Mike volevo dirti solo che, che io sono innamorata di te- esclamò
-Davvero?- chiese lui sorridente
-Davvero!- rispose lei
-Speravo che me lo dicessi, anche io sono innamorato di te- detto questo la baciò. Lei sorrise nel bacio e gli circondò il collo con le braccia. Lui le mise le mani sui fianchi. 
Nel frattempo in classe, Quinn Fabray andò da Sam Evans.
-Sam ho deciso di fare la visita ginecologica!- esclamò lei
-Davvero? Fantastico, vedrò il mio bambino!- affermò lui
-Non sono incinta, comunque con noi viene anche Santana- disse la bionda e andò via
-Quinn aspetta!- esclamò il ragazzo
-Si?- chiese lei. Lui le si avvicinò e la baciò con amore. Sorrise e la strise forte a se. Ormai la sentiva parte di lui. Non riusciva a starle lontano, era per lui come l'alcol per un alcolizzato, come la droga per un drogato. Erano come due pezzi di calamita, che si attirano l'un l'altro e che non si staccano facilmente.
-Ti amo Quinn Fabray!- sussurrò staccandosi lentamente e guardandola dritto negli occhi. 
-Ti amo anche io Sam Evans!- lei sorrise e tornò dalle sue amiche. 
 
Una nuova coppia si era formata a Lima Heights e una a breve avrebbe potuto coronare il proprio amore con la nascita di un bambino, le cose non sembravano andar poi così male. Fatta eccezione per la povera Santana Lopez la cui vita era fin troppo dura e triste. Con un nuovo arrivo le cose sarebbero potute cambiare per lei? Si sa, quando si chiude una porta, si apre un portone. 










 

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Capitolo 21
*** 21 ***



21



Come aveva predetto Schuester, Sebastian si fece mettere subito in punizione. Una settimana dopo, durante una delle sue lezioni ai "Ragazzi della punizione" chiese a Sebastian cosa ne pensasse di quella scuola e di quei ragazzi.
-Cosa penso? Beh penso che questa scuola sia uno schifo, cade a pezzi ed è frequentata dalla feccia della feccia, i ragazzi di questa scuola sono dei completi ignoranti che non sanno nemmeno parlare e che fanno fatica a farsi capire dagli altri. La compagnia è pessima, in classe non si fa nulla, i professori preferiscono leggere il giornale e giocare a carte piuttosto che insegnarci qualcosa- rispose Smythe
-Allora dato che non vuoi stare qui, perché non chiami papino e non ti fai venire a prendere eh?- disse Noah guardandolo malissimo
-Per due motivi, motivo numero uno, perché non posso andar via di qui fino a quando non li convincerò che sono cambiato, motivo numero due, nonostante questo posto sia frequentato da poveracci, ci sono delle ragazze davvero belle. Tipo lei e lei e loro due- esclamò indicando prima Santana, poi Quinn ed infine Brittany e Tina
-Frena damerino! Questa è la mia ragazza e se solo provi ad avvicinarti a lei te la vedrai con me! Intesi?- domandò Sam
-Tranquillo te la puoi tenere la tua ragazza, non è lei che ho puntato!- rispose.
-E chi allora?- chiese Noah curioso
-Lei!- rispose indicando Santana
-Mi dispiace non è possibile- esclamò Puck
-E perché no?- chiese Smythe
-Non lo so, so solo che non puoi stare con lei!- esclamò il ragazzo
-Noah hai ricordato qualcosa?- domandò Santana con le lacrime agli occhi e il sorriso stampato sulle labbra
-No, non ricordo assolutamente chi tu sia stata per me!- affermò
-Bene, dato che non ti importa niente di lei- disse Sebastian e si avvicinò alla ragazza -Tesoro, sei libera stasera?- chiese. Lei guardò Puckerman seduto lì vicino. 
-Non credo sia una buona idea!- rispose lei
-Io invece credo che lo sia eccome, verrai con me a cena perché non accetto un no come risposta!- esclamò il damerino mostrando il suo sorriso più bello.
Santana si perse negli occhi chiari del giovane e rimase a guardarlo impassibile per qualche secondo. 
-Allora?- domandò lui
-Allora ok, ci sto!- rispose lei e gli sorrise. 
Noah nel frattempo avvertiva una sensazione di disagio. Voleva fare qualcosa per impedire a Santana di uscire con quel tipo, ma non sapeva cosa e sopratutto non sapeva perché qualcosa nella sua testa gli impediva di lasciar andare quella ragazza con il nuovo arrivato. Cosa diavolo gli stava succedendo? Stava forse cominciando a ricordare?
Quel pomeriggio Quinn e Sam avevano la visita dal ginecologo, ci sarebbero andati senza Santana dato che era impegnata a scegliere quale vestito indossare per l'appuntamento con Sebastian.
-Fabray?- chiamò l'infermiera leggendo una cartellina
-Sono io!- esclamò Quinn
-Signorina Fabray il dottore l'aspetta. Lui è con lei?- chiese la donna indicando Sam
-Si, è con me!- rispose la ragazza dopodiché entrò nello studio del medico dove questi procedette con la visita
-Allora signorina, lei mi diceva che ha un ritardo- disse l'uomo
-Si, il mio ragazzo pensa che io sia incinta!- rispose lei
-Oh adesso verificheremo- disse il medico
-Sei incinta, vomiti di continuo, hai continui giramenti di testa, sei diventata lunatica, i sintomi sono quelli- affermò sicuro Sam
-Ma non dire stupidaggini- esclamò la Fabray
-Beh signorina, il suo ragazzo ha ragione, lei è incinta, congratulazioni ragazzi!- esclamò l'uomo felice. Sam sorrise felice mentre Quinn fissava il monitor sconvolta
-Grazie dottore!- disse il biondino
-Sam sono incinta!- esclamò Quinn guardandolo seria
-Lo so e allora?- chiese lui
-Sam un bambino, siamo troppo piccoli. Ti comporti tu da bambino, come pretendi di poterne crescere uno?- domandò la bionda
-Ascolta Quinn, è vero siamo ancora piccoli, ma insomma, un bambino!- esclamò -Un bambino è una cosa meravigliosa, è il frutto del nostro amore!- continuò
-Sam il nostro è solo un amore adolescenziale!- affermò lei
-Benissimo, dato che è solo un amore adolescenziale sai cosa ti dico? Fai come ti pare, ma se dovessi decidere di abortire non tornare da me- detto questo il ragazzo uscì arrabbiato dallo studio lasciando la ragazza sola con il medico.
-Signorina ci rifletta un attimo, ci sono ragazze che alla sua età o anche più piccole che dopo aver scoperto della loro gravidanza vengono mollate dai loro fidanzati e sono costrette ad abortire o a crescere un bambino da sole. Lei ha la fortuna di avere accanto qualcuno che la ama al punto di restare con lei e prendersi una grossa responsabilità, quella di crescere un bambino. Adesso mi dica, vuole davvero abortire e chiudere per sempre il rapporto con il suo ragazzo? Vuole davvero non far nascere il suo bambino? Il vostro bambino?- domandò
Le parole di quell'uomo saggio fecero riflettere la giovane Fabray. Lei amava Sam con tutto il cuore, forse il dottore aveva ragione, forse non avrebbe dovuto buttare tutto all'aria solo perché convinta che il loro fosse un amore adolescenziale. Sam voleva quel bambino e voleva stare con lei. L'avrebbe aiutata lui quando ne avrebbe avuto bisogno. Non aveva nulla da temere. Guardò l'uomo difronte a lei dritto negli occhi.
-Grazie- disse. L'uomo sorrise
-Presumo che ci vedremo fra 15 giorni per una seconda ecografia- affermò l'uomo. Lei annuì, raccolse la sua roba e andò via. Uscita dallo studio trovò Sam che la aspettava appoggiato all'auto
-Sei rimasto? Perché?- chiese
-Non lascio una ragazza incinta a piedi in un quartiere pericoloso, soprattutto se amo quella ragazza- esclamò lui
-Sam ascolta...- cominciò a dire lei
-No, ascolta tu. Volevo questo bambino più di ogni altra cosa al mondo. Da quando ho creduto che fossi incinta non ho smesso di pensare a come sarebbe potuto essere, a quale nome gli avremmo potuto dare, al nostro futuro insieme, io tu e il nostro bambino, ma se tu non lo vuoi, io rispetto la tua decisione. Prima mi sono comportato da stronzo. Se non vuoi tenerlo, io ti amerò lo stesso, perché è questo che fa un fidanzato no?- chiese prendendo le mani della sua ragazza. Lei lo baciò. 
-Ti amo lo sai?- chiese
-Si, lo so anche io ti amo!- rispose lui
-è per questo che ho deciso di tenerlo- esclamò lei guardandolo negli occhi. La sua espressione triste si mutò in una dannatamente felice. Quel ragazzo aveva gli occhi che gli brillavano e un sorriso enorme stampato sul volto. Prese la ragazza in braccio e la fece girare. 
-Su forza, andiamo a dirlo a Mike e ad Artie e a Finn. Devo dirlo anche a Puckerman e a Mercedes e anche a Santana e Tina e anche a Brittany, devo dirlo a tutti!- esclamò felice il biondino.
-Ok, ok!- disse lei sorridendo.
Entrarono in auto e andarono a casa di Santana. Bussarono ripetutamente. 
-Chi diavolo è?- esclamò Rodrigo aprendo la porta
-E tu chi sei?- chiese guardando Sam 
-è il mio ragazzo Roddy!- esclamò Quinn
-Roddy? Sei felice Quinn? Mi chiami Roddy solo quando sei felice per qualcosa!- domandò il ragazzo sorridendo.
-Si, sono incinta!- esclamò lei e abbraccio il ragazzo. 
-Incinta? Tesoro ma non è presto?- domandò
-No, è perfetto!- rispose lei e dopo aver preso la mano di Sam lo trascinò in camera di Santana
-Sant! Sant!- esclamò Quinn 
-Chi diavolo urla così!?- chiese la ragazza impegnata a vestirsi.
-Sono io Sant, sono solo io e Sam!- rispose entrando nella camera della ragazza
-Oh, ciao ragazzi!- esclamò lei. 
-Santana copriti!- disse Sam notando che la latina indossava solo il reggiseno e le mutande
-Perché? Mi avete vista nuda tutti e due, qual'è il problema?- domandò la mora
-Lei ti ha visto nuda? Devo sapere altro, magari avete anche avuto una storia?- domandò Sam a Quinn 
-Tesoro sta calmo andavamo in campeggio insieme e facevamo anche la doccia assieme. Sta tranquilo siamo entrambi etero e non siamo mai state insieme- esclamò Santana -Comunque, perché siete qui? Io ho un appuntamento, ve ne siete dimenticati?- chiese la ragazza
-No, ma volevamo che sapessi che... Sono incinta e terrò il bambino!- esclamò Quinn
-Davvero?- chiese Santana
-Si davvero!- rispose Sam
-Ragazzi è fantastico!- esclamò la latina e gli abbracciò. 
-Santana per favore vestiti, sono pur sempre un ragazzo!- affermò Sam cercando di non guardare le curve della mora
-Tesoro per favore vestiti e tu dovresti guardare solo me!- esclamò Quinn rivolgendosi prima a Santana e poi a Sam
-Scusa, ma non è colpa mia, è colpa dell'occhio che cade!- cercò di giustificarsi il ragazzo
-Se non la smetti di giustificarti te lo faccio cadere io l'occhio!- esclamò la bionda gelosa
-Amore non essere gelosa, sai che per me esisti solo tu!- sorrise lui e la baciò. 
Nel frattempo al piano di sotto, Rodrigo guardava la televisione fino a quando suonò il campanello. Andò ad aprire.
-Noah, che ci fai qui?- domandò stupito
-Beh, io sono qui per Santana, devo dirle una cosa!- rispose
-Ok è di sopra- detto questo si spostò e fece entrare il ragazzo. -Ti accompagno?- chiese
-Non so come sia possibile ma credo di sapere dove sia la sua stanza- esclamò 
Salì le scale, camminò lungo il corridoio ed entrò nell'ultima stanza a destra. 
-Santana son- cominciò a dire ma si fermò non appena la vide in intimo impegnata a parlare con Quinn e Sam
-Che ci fai qui?- chiese Sam a Noah che gli rispose solo quando smise di guardare il corpo seminudo della latina
-Che ci fate voi qui?- domandò Puck
-Siamo venuti a dare la buona notizia a Santana- rispose Sam
-Quale buona notizia?- chiese il ragazzo
-Quinn è incinta e terremo il bambino!- rispose il biondino
-Congratulazioni!- esclamò Puckerman tornando a fissare la mora
-Che ci fai qui?- domandò lei
-Sono venuto a dirti di non andare a cena con Sebastian- rispose lui
-Noah guardami in faccia non mi guardare le tette!- esclamò la latina -E poi io ci andrò a cena con lui- continuò
-Perché? Dicevi di essere innamorata di me!- esclamò lui
-Si, ma tu non ti ricordi di me e frequenti altre ragazze, quindi perché io non potrei rifarmi una vita?- domandò la mora
-Perché non voglio!- disse lui piano
-Ma non puoi essere geloso di una ragazza di cui non ricordi nulla! Vorrei davvero tanto tornare con te, ma non se il tuo è solo egoismo. Non vuoi che io esca con Sebastian ma tu puoi uscire con altre ragazze. Non esiste, è vero che ti amo ma non ho mai condiviso il mio ragazzo con nessuno e non comincerò adesso. Tu mi hai anche detto che non sei più il mio ragazzo quindi posso fare ciò che voglio!- esclamò lei
-Ma io mi ricordo di te e della nostra storia!- disse lui velocemente
-Ah si? E dimmi cosa significa per noi il laboratorio di chimica?- chiese
-Singifica che ci piace la chimica?- domandò
-No, lì è dove ci siamo visti per la prima volta e dove tu mi hai chiesto di uscire!- rispose lei
-Ok, non ricordo ma non voglio che tu esca con lui. Non so perché ma c'è qualcosa dentro me che mi impedisce di lasciarti libera- disse
Santana aveva le lacrime agli occhi. 
-Quelli siamo noi?- chiese lui guardando una foto attaccata allo specchio. 
-Si siamo noi, non so neanche perché l'ho conservata!- disse lei, la prese e la gettò nel cestino. Quella foto li raffigurava mentre si baciavano. Gliel'aveva scattata Tina durante il suo periodo da fotografa. Era venuta davvero bene. 
-Noi dobbiamo andare!- disse Sam trascinando Quinn fuori dalla quella stanza.
Puckerman si avvicinò al cestino, si chinò e prese la foto. La guardò e sorrise. 
-Eravamo proprio belli insieme!- disse
-Si lo eravamo!- concordò fredda la latina. -Devi andartene, sta per arrivare Sebastian!- 
-E allora?- domandò
-Va via! Proprio quando sto cercando di cancellarti dalla mia testa, proprio quando sto cercando di smettere di soffrire tu ti rifai vivo e sei geloso di quello che faccio! Che vuoi da me? Perché sei entrato nella mia vita? Perché nonostante tu continui a farmi del male io non riesco a smettere di amarti?- chiese lei con le lacrime che ormai le rigavano il viso.
-Forse perché siamo destinati a stare insieme!- rispose lui avvicinandosi
-Non credo proprio, se il destino ci avesse voluti insieme, non ti avrebbe portato via la memoria!- esclamò lei
-Noi possiamo essre più forti del destino!- affermò lui riducendo ancora di più la distanza e prendendole la mano. Nel preciso istante in cui le due mani entrarono in contatto il ragazzo cominciò ad avvertire un forte mal di testa. Nella sua mente una serie di immagini si susseguirono sino a farlo svenire.
-Noah, Noah che cosa succede? Rodrigo! Rodrigo fa presto!- esclamò la giovane, ma nessuno rispose. Non ci mise molto a capire che il ragazzo non c'era. Cominciò a squotere colui che era steso sul pavimento. 
-Noah! Noah! Svegliati idiota!- esclamò e piangendo lo scosse ripetute volte, sino a quando il ragazzo riaprì gli occhi. Lei sorrise
-Brutto idiota mi hai spaventata a morte!- esclamò lei
-Ma che diavolo dici? Che ci faccio a casa tua?- chiese
-Come che ci fai, sei venuto qui ad impedirmi di uscire con Sebastian!- rispose lei
-Sebastian? Chi diavolo è Sebastian?- chiese
-Mi stai prendendo in giro?- domandò lei
-No, tu mi stai prendendo in giro e poi non puoi uscire con un altro, stai con me!- esclamò
-Ma stai impazzendo, hai battuto la testa?- chiese
-Io? Tu stai impazzendo! Ma che diavolo fai? Esci con un altro mentre stai con me?- domandò
-Guarda che non stiamo insieme, dopo il tuo incidente hai detto di non ricordarti di me e di non voler essere il mio ragazzo- rispose lei
-Ma che diavolo dici? Sei ubriaca?- chiese.
Preoccupata Santana gli fece una domanda alla quale solo il vecchio Noah sapeva rispondere
-Cosa successe nell'ufficio della Sylvester quando rimanemmo chiusi nella scuola?- domandò lei. Lui rise. 
-Se vuoi ti mostro tutto quello che successe!- rispose sorridendo malizioso
-Dai sul serio, che successe?- chiese
-Abbiamo fatto sesso sulla sua scrivania- rispose lui
-Dobbiamo portarti da un medico- esclamò lei. Dopodiché prese il telefono e chiamò la madre di Noah, le raccontò tutto, tranne di ciò che successe nell'ufficio della preside. In men che non si dica lo portarono in ospedale
-Ma perché diavolo ci dobbiamo andare? Non ha senso, sto benissimo!- continuava a ripetere il ragazzo. Una volta giunti in ospedale incontrarono il dottor "C"
-Christine ciao, ciao Santana!- disse guardandola e sorridendole
-Che fa ci prova con la mia ragazza?- chiese Noah minaccioso
-Non sei il mio ragazzo, mi hai lasciata!- rispose Santana
-Dopo tutto quello che abbiamo fatto per tornare insieme?- esclamò Noah -Sai che non ti lascerei mai!- continuò 
-Ma lo hai fatto!- disse il dottore
-Ma lei vuole farsi i fatti suoi? e stia lontano dalla mia ragazza!- disse mettendosi davanti a Santana e coprendola. 
-Noah non fare così- lo rimproverò la mamma -Tesoro tu avevi un appuntamento? Vai, rimango io qui con lui!- disse la stessa rivolgendosi alla ragazza
-Si, grazie! Mi faccia sapere ok?- chiese
-certo tesoro. Adesso va!- esclamò. La ragazza si girò e andò via dopo aver salutato il dottor "C" e Puckerman
-Dove stai andando Santana! Ma che diavolo!- esclamò e la rincorse. -Dove vai?- chiese
-Ad un appuntamento con Sebastian, il nipote di Schuester!- rispose lei
-No, non ci andrai!- affermò Puck
-Si ci andrò!- contrabbatté lei
-Non esiste, Santana io ti amo, tu mi ami, perché complicare le cose?- chiese
-Perchè ho sofferto troppo per te, adesso lasciami andare!- detto questo si girò  e andò via.
 
Noah adesso ricordava tutto o quasi... Ma aveva perso la cosa a cui teneva di più, Santana. Lei aveva un appuntamento con Sebastian e nonostante fosse ancora perdutamente innamorata del suo ex ci sarebbe andata e avrebbe cercato di divertirsi. Quinn e Sam avevano deciso di tenere il bambino e le cose non gli potevano andare meglio. A breve a Lima Heights sarebbe arrivato un nuovo abitante, un nuovo bambino. Il frutto di un piccolo grande amore.

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Capitolo 22
*** 22 ***


 
22


Una volta uscita dall'ospedale, Santana Lopez entrò in macchina e scoppiò a piangere. Gli era costato tantissimo dire quelle cose a Noah. Guardò l'orologio, doveva essere davanti a scuola in 10 minuti. Mise in moto e partì. Una volta arrivata aspettò Sebastian seduta sulle scalinate diroccate della scuola. Cominciò a pensare a tutto quello che era successo durante quel pomeriggio. Era felicissima per Quinn e Sam e per il loro amore, ma stava malissimo dentro, nel profondo, lei amava Noah come non aveva mai amato nessun'altro. Si chiedeva se avesse fatto la cosa giusta rinunciando all'amore della sua vita. Si sentiva tanto una codarda, credeva che con Sebastian avrebbe sofferto di meno perché non lo amava quanto lui. Non aveva avuto il coraggio di affrontare un'ennesima storia con Puck, le aveva fatto troppo male. 
Una lussuosissima auto nera si fermò davanti a lei. Un uomo uscì e andò verso di lei. 
-Lei è Santana Lopez?- chiese
-Si, sono io!- chiese stupita la mora
-Il signorino Sebastian la aspetta, mi segua!- esclamò l'uomo
Lei lo seguì. Entrò nell'auto ma non trovò nessuno, chiese a colui che l'aveva invitata ad entrare dove fosse e questi rispose che era una sorpresa. L'auto aveva i vetri oscurati, la ragazza non riusciva a vedere dove stesse andando. L'auto si fermò e l'uomo uscì, invitò la ragazza a seguirlo. Non appena questi mise piede fuori dal veicolo fu affascinata dal posto in cui si trovava. Era una grande casa, tutta illuminata, sebrava una di quelle sale ricevimenti  lussuose. Seguì l'uomo che le aveva tenuto compagnia durante tutto il tragitto. Passarono per un sentiero illuminato da luci che incastonate nel suolo rendevano visibile il percorso.  Proseguirono sino ad un bivio. 
-Qui le nostre strade si dividono signorina Lopez, lei deve andare da questa parte- disse il tipo in giacca e cravatta. Era un uomo sulla sessantina, capelli bianchi e viso gentile. 
-Ma non so dove andare!- esclamò la latina
-Non si preoccupi, segua le luci, la condurranno loro dal signorino Smythe- sorrise lui
-Ok, grazie!- ricambiò la ragazza e si incamminò. 
Le luci finivano davanti ad un giardino tutto illuminato ed elegantemente decorato e curato, c'era anche un'enorme fontana e una panchina proprio davanti a questa. La ragazza non vedendo nessuno, si sedette mentre le luci che l'avevano condotta lì si spegnevano. Ad un tratto alle sue spalle qualcuno le sussurrò qualcosa, sembrava un "Ciao", lei si girò lentamente e vide Sebastian che sorridente la guardava dall'alto.
-Che ne pensi?- chiese
-è fantastico, tutto fantastico, insomma nessuno ha mai fatto una cosa del genere per me- disse la latina
-I ragazzi del tuo quartiere sono tutti morti di fame, non potrebbero permettersi una cosa del genere neanche se lavorassero 24 su 24 e facessero 8 differenti lavori- esclamò ridendo il figlio di papà. 
-Odio quando fai così, la gente di Lima può essere anche povera, ma siamo una famiglia- esclamò Santana
-Ah e in famiglia ci si accoltella e ci si violenta vero? Santana so cosa hanno tentato di farti e so cosa hanno fatto al tuo ex!- affermò mettendo le mani in tasca Smythe e guardando con compassione la ragazza.
-Come fai a saperlo?- chiese
-Ho assunto qualcuno per avere notizie di te- rispose
-Perché?- domandò la ragazza
-Voglio conoscere la ragazza con cui esco. E poi così si evitano un sacco di figuracce, fidati!- rispose lui
Nel frattempo Noah faceva avanti e indietro nella sua stanza. Pensava a Santana e a cosa avrebbe potuto fare per riaverla. Non sapeva nulla di quello che le era accaduto per colpa sua, non ricordava nulla di quello che era successo dopo l'accoltellamento. Si mise le mani dietro la testa e si buttò sul letto guardando il soffitto e pensando a cosa fare. Gli venne la mangifica idea di chiamare Quinn. Prese il telefono e la chiamò.
-Pronto?- 
-Quinn sono Noah, tu, Rachel, Tina, Mercedes e Brittany potreste venire a casa mia? Per favore, è urgente!- disse
-Certo, le chiamo e siamo lì tra poco, tutto ok Noah?- domandò la ragazza
-No, per niente!- rispose lui
-Faccio venire i ragazzi? Magari loro possono aiutarti più di noi?- domandò
-No! Anzi ripensandoci, venite tutti!- rispose
-Ok, arriviamo!- detto questo la ragazza agganciò. Lui tornò a fissare il soffitto. 
Quinn subito chiamò Sam e gli chiese di radunare i ragazzi mentre lei chiamava le ragazze. Alle 20.30 erano tutti fuori casa Puckerman
-Quinn si può sapere perché ci hai fatti venire con urgenza qui?- chiese Kurt -Ero con una ragazza!- esclamò
-E chi è questa sfigata?- chiese Mercedes
-Che succede sei gelosa Jones? Volevi essere tu quella ragazza?- domandò lo stesso guardandola con aria di sfida
-Neanche se fossimo gli unici due sulla terra e non ci fossero scimmie!- rispose la ragazza corpulenta e tutti scoppiarono a ridere
-Agressiva?! Mi piace!- esclamò Kurt prendendola per i fianchi
-Giù le mani latticino!- esclamò la ragazza
-Ok, ok basta! Siamo qui perché Noah mi ha chiamata, non so cos'abbia ma non sta bene- disse Quinn
-Che vuol dire che non sta bene? Ha la febbre?- chiese Tina
-Non credo si tratti di febbre!- rispose la biondina
-Allora AIDS felina?- chiese Brittany e tutti la guardarono male
-Io credo sia solo mal d'amore!- disse Rachel
-Che intendi dire?- chiese Tina
-Oggi Santana è all'appuntamento con quello sbruffone di Sebastian- rispose la ragazza 
-Rachel ha ragione, ho pensato lo stesso anche io- esclamò Quinn -Oggi mentre informavo Santana della bella notizia- disse la bionda mettendosi una mano sulla pancia e sorridendo -lui è venuto a casa sua e le ha fatto una specie di scenata di gelosia, poi non so cosa sia successo, Sam mi ha trascinato fuori dalla stanza nel bel mezzo della conversazione- concluse la Fabray guardando male il suo ragazzo che sorrise mettendosi una mano dietro la nuca. 
-Che facciamo?- chiese Tina
-Credo che per cominciare dovremmo bussare!- disse Mike circondandole le spalle con un braccio. L'orientale sorrise  e suonò il campanello. 
Noah andò ad aprire.
-Siete arrivati!- disse -Entrate!- 
-Sei solo?- chiese Finn
-Si, mamma è al lavoro, mio fratello non so dove sia e mia sorella è da un'amica- rispose
-Come mai ci hai chiamati?- chiese Artie
-Beh... Oggi pomeriggio mi sono svegliato in camera di Santana e lei mi ha detto che non stiamo più insieme e che l'ho lasciata ma io non ricordo nulla. Ricordo solo di esser stato accoltellato e poi nient'altro. Il vuoto, un dottore giovane, biondo con gli occhi azzurri mi ha detto che ho riavuto la memoria, ma non ricordo cosa sia successo dopo l'incindente e vorrei che voi me lo diceste, siete miei amici- disse.
Tutti si guardarono. Nessuno parlava. Tutti avevano paura di dirgli quello che era successo.
-Allora?- chiese -Su forza ragazzi, siete miei amici!- li esortò parlare ma nessuno si degnò di dire nulla
-Finn! Ti prego almeno tu, dimmi qualcosa!- esclamò
-Non credo vorresti saperlo- disse
-Ti prego Finn, devo saperlo, ne ho tutto il diritto!- continuò lui
-Allora ok!- affermò Finn
-Grazie!- 
-Dopo essere stato operato in ospedale, aspettavamo che ti risvegliassi. Santana non era andata a casa per niente. Tua madre lo stesso. Quando ti svegliasti ti ricordasti di tutti tranne che di Santana, lei scoppiò a piangere e tu le dicesti che ricordavi di avere una fidanzata ma eri sicuro che il suo nome fosse Emily. In quel preciso istante lei cominciò a sentire male al petto e cadde in ginocchio, poi svenne o alemno così credevamo. Chiamammo un medico e ci disse che aveva avuto la sindrome da cuore spezzato che imita i sintomi dell'infarto ma che è dovuta alla rottura di un rapporto, un lutto o cose del genere- disse.
-Aspetta cosa?- chiese Noah con gli occhi sgranati -Lei è stata male per colpa mia, per questo non vuole tornare con me!- esclamò -Come ho fatto ad essere così idiota. Come ho fatto a non ricordarmi di lei?- chiese
-Non è colpa tua!- disse Rachel mettendogli una mano sulla spalla
-E invece si!- esclamò alzandosi -Che altro le ho fatto? Che altro è successo!- chiese arrabbiato. Ancora una volta nessuno parlò. -Cazzo parlate! Quinn per favore!- implorò.
-Ok, poi lei ti ha visto flirtare con una ragazza a scuola ed è andata su tutte le furie. Ha fatto una scenata di gelosia e tu- disse
-E io? E io cosa Quinn?- chiese
-E tu le hai detto che doveva lasciarti in pace perché non eri il suo ragazzo- rispose lei abbassando la testa. 
-Dopo cos'è successo?- domandò.
-Dopo lei ha cominciato a distruggere la scuola sino a quando Schuester l'ha fermata, è stato l'unico a riuscire a calmarla. Dopodichè ha smesso di parlare con tutti. Poi si è resa conto che ciò che stava facendo era inutile e allora ha ricominciato a parlare. Nei giorni a seguire è arrivato Sebastian e oggi ha detto di essere interessato a lei e l'ha invitata a cena. Tu le hai fatto una scenata di gelosia ma non sapevi perché e allora lei ha accettato- concluse la bionda.
Il ragazzo con la cresta cominciò a camminare per la stanza. Si mise le mani in faccia. 
-Come posso rimediare?- chiese 
-Non c'è nulla che tu possa fare. Non credi che sia meglio così?- chiese Artie
-Meglio così? Che diavolo stai dicendo!- esclamò infuriato Noah
-Tu la ami davvero?- chiese lo stesso
-Si, la amo più di qualsiasi altra persona al mondo- rispose
-E allora lasciala libera. Ogni volta che vi mettete insieme lei è sempre quella che si fa male, per una volta pensa alla sua felicità e non alla tua- esclamò il ragazzo
-Ma io la amo e lei mi ama!- affermò Puckerman rosso di rabbia 
-Ma la ami a tal punto di permetterle di essere felice? Felice con un altro?- chiese il ragazzo con gli occhiali
-Io la amo con tutto me stesso, ma lei non può essere felice con qualcuno che non sono io, lei è mia. Lei è felice con me!- esclamò
-Lei è felice con te quando? Quando non ti fidi di lei? Quando ti dimentichi del vostro mesiversario? Quando le racconti un sacco di balle dicendole che ti vai a ritirare mentre esci con i tuoi amici? Quando ti sei dimenticato del suo compleanno? O quando l'hai fatta aspettare ore intere seduta in una sudicia sala d'attesa di uno stupido cinema senza presentarti all'appuntamento? Puck lei con te non era felice. Fingeva di esserlo perché ti amava e non dava peso a tutto questo perché le importava solo stare con te, ma noi, noi che abbiamo dovuto consolarla quando piangeva per colpa tua, ascoltarla quando avevate litigato e rinquorarla quando le facevi promesse che non mantenevi, non ti permetteremo di ferirla ancora- esclamò Mercedes alzandosi in piedi e guardandolo male.
-Cavolo quant'è sexy quando fa così!- sussurrò Kurt a Mike seduto accando a lui che lo guardò male.
-Io non ci avevo mai pensato, lei non me ne aveva mai parlato!- disse Puck tornando a sedersi -Diceva che non importava se mi ero dimenticato del suo compleanno oppure di raggiungerla al cinema, diceva che l'importante era che stavamo insieme-
-Già ma infondo ci stava male. Io sono d'accordo con Artie, dovresti permetterle di essere felice per una volta. Se la ami come dici lo faresti- concluse la ragazza di colore.
-La amo, Dio solo sa quanto io ami quella ragazza ed è per questo che seguirò il vostro consiglio, è per questo che le permetterò di essere felice con qualcuno che non sia io- detto questo si alzò
-Che fai adesso?- chiese Quinn
-Devo dirglielo, devo scusarmi e devo parlare con lei- rispose
-Ma è all'appuntamento con Sebastian!- esclamò Brittany
-Si, ma prima o poi tornerà!- concluse e uscì di casa seguito dai suoi compagni. Entrò in macchina e arrivò a casa Lopez. Suonò il campanello e aprì Eva, la sorella di Santana
-Eva? Che ci fai qui?- chiese Noah
-Potrei chiederti la stessa cosa- rispose la donna
-Già, sono qui perché volevo parlare con Santana- disse
-è ad un appuntamento, lo sai vero?- chiese
-Si lo so!- rispose lui
-E sai anche che tornerà tardi- affermò la donna
-Si, ma vorrei aspettarla, è importante!- disse
-Ok, allora entra, puoi aspettarla in camera sua, che ne dici?- chiese Eva
-Dico che va bene!- rispose il ragazzo e andò in camera di Santana. Entrò lì, si fermò a guardare la stanza. Vide sul pavimento la foto di loro due che si baciavano, quella che gli aveva scattato Tina. La prese e la rimise sullo specchio, al suo posto. Anche lui aveva la stessa foto, ce l'aveva nel cassetto, la teneva sotto alle magliette assieme alla collana con la "S" che portava tutti i giorni. La stessa collana che aveva preso prima di andare a casa Lopez. Si sedette sul letto ed aspettò, aspettò che la ragazza che amava tornasse, la aspettò allungo solo per dirle di essere felice con un altro. Il rumore di un'auto sportiva fece distrarre il ragazzo dai suoi pensieri, era in quella casa da quasi due ore. Si affacciò alla finestra e vide una Ferrari nera lucida. Da questa uscì Sebastian e poi Santana. Lui l'accompagnò alla porta e non la baciò sulle labbra, le baciò la mano. Lei sorrise e lo guardò, lui le si avvicinò e le diede un bacio a stampo, un innocente bacio. Dopodiché si girò e tornò all'auto mentre la ragazza entrava in casa. Noah aveva visto tutto, si sedette sul letto e fece finta di nulla. Sentiva i passi di Santana sempre più vicini, la porta ad un tratto si spalancò e la ragazza entrò sorridente. 
-Noah! Che ci fai qui?- chiese spaventata
-Sono venuto a parlarti- rispose il ragazzo
-Non voglio sentire quello che hai da dirmi, ti ho già detto di volermi rifare una vita e non riuscirai a dissuadermi!- affermò lei
-Infatti non voglio farlo- cominciò a dire lui.
-Cosa?- chiese lei stupita
-Santana ti amo, ti amo più di qualunque cosa al mondo ma non sono stato in grado di renderti felice, ti ho sempre ferita e non meritavi tutto quello che ti ho fatto. L'ho capito solo adesso e voglio rimediare. Una persona saggia mi ha detto "Se ami davvero qualcuno, lascialo libero!" ed io sono qui per fare questo, per lasciarti libera. Spero che tu sia felice con Sebastian e sappi che per qualunque cosa io ci sono. Anche se ti amo e siamo stati insieme, niente ci proibisce di essere amici e io ci tengo troppo a te per lasciarti del tutto libera- disse lui.
A Santana si riempirono gli occhi di lacrime, non credeva alle cose che sentiva, ma sopratutto non credeva che tali parole potessero uscire dalla bocca di quel ragazzo che aveva difronte. Aprì la bocca per dire qualcosa ma lui la fermò.
-Ti prego non dire niente, è già difficile così!- esclamò e vide le guance di lei bagnarsi di lacrime. L'abbracciò. Lei nascose il viso nel petto del ragazzo e stringeva i pugni. Lui le accarezzava la testa con una mano e con l'altra la stringeva a se. Restarono così per un po', il tempo neccessario affinchè entrambi realizzassero cosa fosse appena accaduto. Lui controvoglia sciolse quell'abbraccio e la guardò, aveva il viso basso. Glielo alzò con le dita. 
-Non voglio più vederti piangere per me. Non voglio più essere la causa dei tuoi mali- detto questo prese la collanina con la "S" dalla sua tasca e gliela mise nella mano. La guardò negli occhi per qualche istante, mentre lei continuava a fissare con le lacrime che le scendevano lungo il volto quell'oggetto. Lui le si avvicinò e le diede un bacio in fronte. -Ti amo Santana Lopez e ti amerò per sempre- esclamò lui sorridendole e uscendo. Lei lo rincorse. 
-Ti amo anche io, non scordarlo mai!- disse e lo lasciò andare.


Ancora una volta a Lima Heights Santana Lopez piangeva per un amore finito, per un amore in realtà ancora vivo e forte, forte da divenir incontrollabile, forte  a tal punto di esser costretti a metter una volta per tutte la parola "FINE" perché si sa, se una storia non ha fine non ha senso.

Noah aveva avuto il coraggio di lasciare libera Santana, questa volta per sempre. Ma mi hanno insegnato che a volte, quando le persone dicono "per sempre" in realtà intendono dire per tanto tempo. E mentre nel cuore dei due, la speranza di ritornare insieme, come la luce di una candela si faceva sempre più lieve e sbiadita, nel cuore di Sebastian si accendeva la scintilla. 






 

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Capitolo 23
*** 23 ***


 
23


Quinn Fabray camminava irrequieta per i corridoi del McKinley, faceva avanti e indietro senza sosta con lo sguardo arrabbiato e le mani strette in un pugno. 
-Che ti succede Q? Tutto bene?- domandò Rachel Berry
-Tutto bene? Tutto bene un corno! Ti sembra che io stia bene? Dimmelo, ti sembra che vada tutto bene? Vuoi sapere che mi succede eh?- chiese arrabbiata la bionda
-Q frena un po', non ho capito quasi nulla, parli troppo veloce, dimmi che ti è successo- esclamò la mora interrompendo la raffica di domande.
-Oggi ero a lezione di scienze, mi è arrivato un messaggio anonimo e c'era scritto "Cara Q, non hai ancora cominciato a prendere peso e il tuo fidanzato ha già trovato la ragazza con cui sostituirti, povera mi fai quasi pena" e allegato a questo messaggio c'era una foto, una foto di Sam, il mio Sam che baciava una bionda alta, magra, con il fisico da modella e le tette grosse- esclamò nervosa la ragazza -Rachel io sono incita, Sam ha tanto insistito perché non abortissi e adesso vede di nascosto un'altra?- chiese sedendosi per terra.
Rachel lasciò scivolare la borsa che portava costantemente con se e si sedette accanto all'amica, le prese la mano e aspettò che questi la guardasse. 
-Q ne sei sicura? Insomma dico, era proprio lui?- chiese la ragazza bassina
-Si, lo riconoscerei tra mille. Quello è lui!- rispose
-Potrebbe essere un fotomontaggio?- domandò la prima
-No, è troppo perfetto!- rispose la seconda
-Hai con te la foto?- chiese Rachel
-Si, ecco guarda!- rispose Quinn
Fabray estrasse il cellulare dalla tasca e mostrò la foto all'amica. Questi rimase senza parole. Era davvero Sam e la foto non poteva essere un fotomontaggio, in quel posto la gente era già abbastanza fortunata se sapeva comprendere la lingua americana, aspettarsi che conoscessero i trucchi dell'elettronica e della tecnologia era del tutto impossibile. 
-Che hai intenzione di fare?- chiese la Berry
-Ho intenzione di mostrargli la foto e di lasciarlo prima che lo faccia lui- rispose la Fabray
-E se non ti volesse lasciare?- chiese la mora
-Beh allora lo lascerei io, mi ha tradita e io non mi tengo le corna!- rispose ancora la bionda.
-Se vuoi posso restare con te per darti un po' di conforto mentre lo fai e dopo, che ne dici?- chiese la più bassa
-No, grazie lo stesso. Questa è una cosa che devo fare da sola- detto questo Quinn si recò all'armadietto di Sam e aspettò che il ragazzo si facesse vivo. Aveva le lacrime agli occhi che le mettevano ancora più in risalto il colore dominante dell'iride, il verde. Sam arrivò con Mike ridendo. Notando lo sguardo della sua ragazza si fece serio e corse da lei. 
-Amore che hai? è successo qualcosa al nostro bambino?- chiese preoccupato mettendole le mani sulla pancia ancora invisibile e cercando di guardarla negli occhi. Lei gli tolse le mani.
-Sei uno schifoso bastardo, con quale coraggio mi chiedi una cosa del genere eh? Dopo tutto quello che fai alle mie spalle! Mi hai detto di amarmi, che il nostro non è solo uno stupido amore adolescenziale e che siamo all'altezza di amare e crescere il nostro bambino, ma sei solo un bugiardo, un lurido bugiardo- esclamò Quinn rossa di rabbia e con le lacrime che da un momento all'altro le avrebbero invaso il viso. 
-Di che stai parlando Quinn? Io non ho fatto nulla di male!- domandò Sam non capendo
-Questa ti rifresca la memoria?- chiese lei mostrandogli la foto
-Dove hai trovato quella foto?- domandò 
-Me l'hanno inviata!- rispose la ragazza
-Chi?- continuò a domandare il biondino
-Non lo so, il mittente era anonimo- rispose la biondina
-Quinn questa foto risale a prima che ci mettessimo insieme, io ti sono sempre stato fedele. Ti amo e non farei nulla che ti possa ferire, soprattutto adesso che porti in grembo il nostro bambino. Ti giuro che quella foto è vecchia. Non capisco perché qualcuno cerchi di farmi rompere con te. Io spero solo che tu mi creda. Non voglio perderti Q, non posso perderti, sei la cosa più bella che mi sia mai capitata in tutta la vita. Ne ho passate tante, la mia storia non è affatto semplice, ma quando sei con me, è come se tutto sparisse, i vecchi ricordi, le delusioni, gli sbagli, tutto. Quinn Fabray tu mi rendi felice, credimi!- disse. 
La ragazza lo guardò. I suoi occhi le sembravano così sinceri. Quelle parole che le aveva detto erano bellissime. Sam in più di un'occasione le aveva dimostrato quanto l'amasse. Lei invece no, non lo faceva mai. 
-Questa volta voglio crederti. I tuoi occhi sembran dire la verità!- esclamò lei
-Questa è la verità. Ti giuro che scoprirò chi ti ha inviato quella foto e insieme lo picchieremo. Che ne dici?- domandò il ragazzo
-Dico che va bene!- rispose lei abbracciandolo. 
-Ti amo Quinn Fabray- affermò lui stringendola a se
-So che a volte non te lo dimostro, ma ti amo anche io. Anche tu sei la cosa migliore che mi sia capitata- concluse la ragazza, dopodiché si mise in punta di piedi e baciò il suo ragazzo.
Nel frattempo nell'aula punizioni Tina e Mike parlavano assieme a Finn e Rachel e Brittany e Artie.
-Allora, dove vi siete dati il primo bacio?- chiese Mike a Finn
-In cima ad un faro, è stato molto romantico- rispose il ragazzo
-Ma stavate già insieme?- domandò Brittany
-No, eravamo solo amici- rispose Rachel
-E voi invece? Dove vi siete dati il primo bacio?- chiese Finn ad Artie
-Qui, nell'aula punizioni- rispose il ragazzo
-Qui? E noi non ce ne siamo accorti?- domandò Rachel
-Beh no, eravate impegnati a discutere tra di voi- rispose Brittany
-Di che parlate?- chiese Santana entrando in aula e sedendosi
-Di niente, parlavamo del primo bacio con le nostre ragazze!- disse Finn abbracciando Rachel e sorridendole.
-Oh, il mio primo bacio con Puck è stato nell'aula di chimica- disse la ragazza sorridendo. Nessuno disse nulla. -Va be', parliamo d'altro- propose la mora.
In quel momento entrarono in classe Puck e Kurt e dietro di loro c'era Sebastian che parlava al telfono. I due si andarono a sedere.
-Ciao a tutti voi poveracci!- esclamò il damerino ripondendo il cellulare in tasca. Dopo aver salutato tutti andò da Santana e la baciò. Noah girò la testa altrove e finse di essere disinteressato. 
-Ciao bellissima!- disse il ragazzo guardando la latina che gli sorrise timidamente. 
Gli occhi di Noah incontrarono quelli di Santana. Si riusciva a intravedere in entrambi gli sguardi, un velo di tristezza. La tristezza di due innamorati che non possono stare insieme. Più i giorni passavano e più Noah si pentiva di aver detto quelle cose alla sua amata. Renderla libera? Permetterle di stare con un altro? In quel momento gli sembravano tutte cazzate. 
I giorni passarono. Santana non smetteva di cercare il suo sguardo. Non riusciva a vederlo così triste e sapere che la causa era lei. Lui chiese di uscire dall'aula non riuscendo più ad evitare gli occhi castani della latina. 
Entrò nel bagno, si fiondò sul lavandino e si sciacquò il viso. Guardò nello specchio difronte a lui e vide riflessa non solo la sua immagine, ma anche quella di Santana che preoccupata lo guardava. Si girò di scatto.
-Che ci fai qui?- chiese
-Sono qui per te, che hai?- domandò
-Niente, sto bene!- rispose lui sorridendole, un sorriso forzato in realtà carico di dolore.
-Noah mi avevi detto che saremmo potuti essere amici e invece eviti il mio sguardo. Eviti di parlarmi. Perché?- domandò lei
-Lo so, mi dispiace. Tutto questo mi è nuovo. Intendo non poterti stare vicino, non poterti baciare, accarezzare o anche litigare con te- rispose e sorrise -Dammi un po' di tempo- 
Lei gli si avvicinò. Gli mise le mani sulle spalle. 
-Tutto il tempo che vuoi- disse e lo abbracciò. Lui la strinse a se. Cavolo quanto le erano mancate quelle braccia, quell'odore e quella sensazione strana alla stomaco che la assaliva ogni volta che era accanto a lui. Non le importava di tutte quelle volte in cui lui l'aveva fatta star male, non le importava di quando si dimenticava del suo compleanno o di andare ad un'appuntamento con lei, non le importava nulla di tutto questo perché l'unica cosa che contava davvero per lei era stare con lui. Lui era il ragazzo giusto. Erano fatti per stare insieme. Sciolse l'abbraccio e lo guardò. Nessuno disse nulla. La mora cercò di avvicinarsi per baciarlo. 
-No Santana!- disse lui. Lei lo guardò confusa -Mi dispiace, io ti amo alla follia, ma non possiamo. Non sarebbe giusto. Io ti ho fatto solo del male. Non mertiti di star con me- continuò
-Non mi importa. Tutto quello che hai fatto non conta niente, io ti amo, ti amo davvero. Sei l'unico con cui voglio davvero stare. Ti prego Noah non lasciarmi andare, non voglio. Voglio restare con te. Voglio sentire le tue braccia circondarmi i fianchi ogni volta che cammino e voglio sentire le tue labbra sulle mie. Voglio stare con te perché tu non vuoi?- chiese
-Basta Santana! Io voglio stare con te più di qualunque altra cosa al mondo, morirei per te. Ma non è questo il punto. Io non ti merito. Io non sono il ragazzo giusto per te. Sebastian è perfetto può renderti felice e- cominciò a dire
-Non mi importa! Sebastian è davvero buono e gentile con me, mi vuole davvero bene ma io non provo per lui ciò che provo per te. Non può rendermi felice perché la mia unica felicità sei tu!- esclamò lei piangendo.
-Invece no!- Noh diede un pugno allo specchio e lo ruppe, frantumandosi una scheggia lesionò la guancia di Santana. Mentre dalla mano del ragazzo mano usciva del sangue. -Ti ho trattato malissimo non ti merito e adesso ti ho anche ferita!- concluse stringendo dolorante la mano ferita. Santana lo guardava impaurita. Stava sporcando tutto il lavandino con il sangue. Gli si avvicinò. Gli prese la mano mentre lui guardava giù. 
-Vieni con me, ti porto in infermeria- disse asciugandosi le lacrime. 
-No, lasciami qui. Questa è l'ennesima volta in cui ti ho ferita- esclamò lui
-è solo un raschio, niente di che. Io non ti lascio qui. Stai sanguinando e hai un pezzo di vetro nella ferita- affermò la ragazza
-Ma sanguini!- esclamò lui
-Non importa!- rispose lei
-Perché lo fai?- domandò lui non capendo
-Ma allora sei idiota! Io ti amo, ti amo! Sai cosa significa?- esclamò 
-Certo che lo so!- rispose lui e la guardò negli occhi.
-Andiamo!- esclamò e lo trascinò in infermeria dove entrambi furono medicati
 Erano passati un paio di giorni dall'accaduto. Nessuno sapeva cos'era successo. Durante quel tempo Sebastian era stato a casa con la febbre. Santana aveva coperto la ferita con il phard. Mentre Noah aveva la mano fasciata. 
-Guardate un po' il poverello si è fatto male! Ti hanno dato le botte Puckerman?- chiese Sebastian notando la mano fasciata.
-Non sono cazzi tuoi Smythe!- esclamò guardandolo male.
-Credi di farmi paura con quello sguardo da malavitoso?- chiese
-Sta zitto prima che ti spacchi la faccia idiota!- esclamò ancora Noah
-Che mi fai? Mi spacchi la faccia? Sei davvero peccato se credi di potermi fare male- disse Sebastian
-Smthye stai giocando col fuoco!- affermò Sam
-Stanne fuori biondino ossigenato!- continuò il ragazzo 
-Sebastian Sam ha ragione, lascialo stare- disse Santana
-Così come gli ho tolto te posso benissimo togliergli la dignità- esclamò sicuro il figlio di papà. Dopo aver sentito quell'esclamazione, Noah si imbestialì. Il damerino aveva toccato il tasto sbagliato. Si alzò di scatto e gli sferrò un pugno in pieno volto. 
-Noah fermo!- esclamò Santana. Lui la guardò e Sebastian prendendolo alla sprovvista gli diede un pugno nello stomaco. Puck si piegò in due dal dolore. -Noah!- esclamò Santana preoccupata mettendosi una mano davanti alla bocca. Cercò di andare da lui ma Finn la trattenne. -Lasciami stare! Lasciami, gli sta facendo male! Fate qualcosa vi prego!- continuava a dire lei mentre Sebastian prendeva a calci Puck. Il ragazzo con la cresta non era intenzionato a mollare. Si alzò dolorante e cominciò a sferrare una serie di pugni diretti al ragazzo che sino ad un attimo prima lo stava prendendo a calci. La mora urlava straziata per entrambi. Rachel e Quinn corsero fuori dall'aula a cercare aiuto. Schuester arrivò di corsa. Entrò e vide la latina urlare e piangere, vide suo nipote a terra che perdeva sangue dal naso mentre Noah lo colpiva. Senza pensarci due volte, l'uomo corse a separare i due facendo un po' di fatica e chiedendo aiuto a tutti i ragazzi. Finn, Sam e Mike bloccarono Puck mentre Artie, Kurt e Schuester bloccavano Sebastian. Noah guardò Santana che spaventata e agitata corse fuori dall'aula sperando di calmarsi.
 
 
Era Lima Heights e in quel posto c'era spazio solo per la violenza. Non c'era spazio per l'amore. Non c'era spazio per l'amiciza. Era un posto cupo, senza speranza. Un posto in cui tutti i tuoi sogni si infrangono come acqua sugli scogli. La gente di quel posto era destinata a vivere nel dolore e nella paura. Paura per i gentori di non veder rientrare il proprio figlio a casa. Paura per le ragazze di essere stuprate. Paura per i ragazzi di essere accoltellati o aggrediti. In quel posto due erano le opzioni. O ti adeguavi o ti ritrovavi al cimitero in pochi secondi. Era uno schifo e l'unica cosa in grado di fermare tutto ciò era l'amore perché come diceva Martin Luther King Jr. "L'oscurità non può scacciare l'oscurità, solo la luce può farlo. L'odio non può scacciare l'odio, solo l'amore può farlo"

















(scusate, mi sono lasciata prendere da questa coppia che amo!!! Fabrevans/Overgron)


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Capitolo 24
*** 24 ***


 
24



Era passata una settimana dal giorno della rissa. Sebastian Smythe e Santana Lopez erano tornati a scuola, mentre di Noah Puckerman nessuno sapeva nulla. Will Schuester preoccupato entrò in aula. 
-Ragazzi ci sono novità?- domandò
-Si, io so qualcosa!- rispose Sam alzandosi.
-Cosa Sam? Perché non ce lo hai detto?- domandò Quinn
-Perché non volevo farvi preoccupare, in realtà perché non volevo far preoccupare te, in queste condizioni devi stare il più lontano possibile da situazioni del genere- rispose il biondino
-Beh adesso mi sto preoccupando- esclamò la biondina
-Allora? Basta chiacchiere! Quali sono queste novità?- chiese Santana perdendo la pazienza
-Sua madre mi ha chiamato chiedendomi dove fosse. Il giorno della rissa non è tornato a casa. Nessuno sapeva dove fosse. Lei era intenzionata a chiamare la polizia ma il fratello si è intromesso e gliel'ha impedito. Ho saputo da alcuni amici che a quanto pare è entrato in un brutto giro. Lo stesso del fratello e lo stesso in cui era prima il fratello di Santana- disse il biondino guardando dispiaciuto la latina che cercava di nascondere le sue emozioni. 
-Sam ma sei deficiente? Perché ci hai tenuto all'oscuro di tutto questo?- domandò Kurt -Avremmo potuto fare qualcosa e invece adesso non possiamo fare niente!- 
-Cosa avremmo potuto fare eh? Metterci contro persone pericolose e finire tutti ammazzati?- domandò Artie -Mi dispiace io non ci sto! Puck se l'è cercata! Nessuno gli ha detto di farsela con il fratello. Nessuno gli ha detto di non tornare a casa. Nessuno gli ha detto di entrare in quel giro- 
-Che stai dicendo Artie? Puck è nostro amico. Non importa se alla fine ci beccheremo una pallottola o se finiremo in una bara. Lui per me lo avrebbe fatto, per noi lo avrebbe fatto- esclamò Finn
-Lo avrebbe fatto per te, perché sei il suo migliore amico!- continuò il ragazzo con gli occhiali
-Tu lo avresti fatto per Mike?- domandò sempre lo spilungone
-No! Mike è il mio migliore amico e lo conosco bene, non si sarebbe mai immischiato in robe del genere. Insomma ma sapete cosa fanno quelli della banda in cui è entrato?- domandò Abrams
-Si lo sappiamo!- rispose Kurt
-E allora? Volete ancora andare a fare i paladini della giustizia?- domandò sempre lo stesso
-Lui lo avrebbe fatto per te. Lo avrebbe fatto per tutti voi. Non solo per Finn. Puck è sempre stato il più coraggioso di tutti- esclamò Santana indignata
-Santana non mi sembra il caso di intromettersi- disse Schuester
-Invece a me sembra il caso. Quando sei stato sparato chi è andato dal tuo aggressore ad affrontarlo e a difenderti?- domandò la latina ad Artie
-Puck ma...- cominciò a dire il ragazzo
-Ma niente. Quando quei tipi ti volevano fare fuori, chi è venuto a salvarti il culo Finn?- domandò ancora la latina
-Puck- rispose l ragazzo abbassando la testa
-E chi c'era con te Sam quando nessuno voleva venire a risolvere le tue questioni con quelli del ponte?-
-Puck- 
-Cercare di farlo tornare con noi è un vostro dovere. Glielo dovete, glielo dovete per tutte le volte che lui vi ha salvato il culo o che a preso parte vostra. Glielo dovete perché lui c'è sempre stato per tutti noi. Non potete lasciarlo tra quei ragazzi. Lo uccideranno. Non è fatto per quella vita. Non gli appartiene. Lui è buono- concluse la ragazza
-Hai ragione. Andremo oggi stesso, chi ci sta?- domandò Sam e tutti i ragazzi esclamarono "io"
Quel pomeriggio si recarono al "covo" della banda di cui Puck faceva parte. Era in una stradina buia a cui si poteva accedere solo dopo aver aperto un cancelletto arruginito che cigolava. Non appena ebbero attraversato quella buia zona furono circondati da ragazzi armati, tra cui c'era anche Puck.
-Che diavolo ci fate qui?- domandò il ragazzo con la cresta
-Li conosci?- domandò uno degli uomini
-Si- detto questo gli scagnozzi smisero di puntare le armi e sparirono nell'oscurità -Che diavolo ci fate qui?- chiese 
-Siamo venuti a prenderti- rispose Finn
-Non verrò via con voi!- esclamò Puckerman
-Puck ragiona, devi tornare con noi. Questa non è la tua realtà, questa non è la tua vita. Questa è la vita di qualcun'altro- disse Artie
-Che ne sai tu? Che ne sapete voi?- domandò arrabbiato il ragazzo
-Lo sappiamo perché la tua vita è stare con noi. Siamo tuoi amici, siamo la tua seconda famiglia- affermò Sam
-No!- 
-E invece si. Tu non sei così. Non sei come loro- disse Mike
-Io non sono più il vostro amico. Voi non sapete chi sono! Io non so più chi sono! Nessuno lo sa ok?- esclamò Puck arrabbiato e sull'orlo di una crisi di pianto. -Andate via da qui prima che vi spari- esclamò puntandogli contro l'arma
-Non lo faresti mai!- affermò Kurt
-Non sfidarmi. Non sai di cosa sono capace- continuò Noah
-E invece si, ti conosco da una vita, sei un duro ma non sei un assassino!- esclamò il latticino
-Andate via!- gridò Noah e sparò un colpo con il quale non colpì (intenzionalmente) nessuno. 
I ragazzi spaventati andarono via. L'indomani a scuola raccontarono tutto alle ragazze. 
-Io non posso credere che abbia tentato di spararvi!- esclamò Rachel
-E adesso? Che si fa?- domandò Tina
-Non lo sappiamo- rispose Mike abbracciandola
-Cosa non sapete?- domandò Santana entrando in classe
-Puck ieri ha tentato di sparare ai ragazzi ed è stata fortuna se nessuno si è fatto male. Non è intenzionato a tornare- disse Mercedes
-Cosa? State scherzando? Lui non lo farebbe mai!- continuò la latina
-Ma lo ha fatto e non sappiamo cosa fare- disse Brittany
-Forse io ho un'idea- esclamò Santana
-E cioè?- domandò Kurt
-Beh vado io a parlare con lui- rispose lei
-No, assolutamente no. Non permetterò ad una ragazza di andare in quel posto- esclamò Sam alzandosi
-è l'ultima possibilità che abbiamo. Se dovesse fallire anche questa beh... allora lo abbiamo perso per sempre- disse Santana
-Si ok, ma a patto che noi ragazzi veniamo con te e se non riusciamo neanche oggi a convincerlo ci provi tu ok?- domandò Mike
-Ok- 
Quel pomeriggio i ragazzi tornarono da Puck. Santana era ben nascosta dietro Finn in modo che nessuno potesse vederla. 
-Che ci fate dinuovo qui? Vi avevo detto di andar via! Forse ieri non sono stato chiaro?- domandò il ragazzo con la cresta puntando la sua arma contro di loro
-Ti prego Noah vieni via con noi!- lo implorò Artie
-No!- esclamò arrabbiato
-Pensa a noi, alle ragazze. Tutti sentono la tua mancanza- esclamò Finn
-Non è vero- continuò il ragazzo abbassando la testa e l'arma -Non tutti-
-Invece è vero. Tutti sentono la tua mancanza!- esclamò Santana. Lui alzò gli occhi e la vide tra i suoi compagni. 
-Siete impazziti? Perché l'avete portata qui? è pericoloso!- esclamò Puck
-Sono stata io ad insistere! Voglio che vieni via con noi!- affermò la ragazza guardandolo negli occhi. 
-Non puoi stare qui. Va via! Tutti voi dovete andare via!- disse Noah arrabbiato
-Non me ne vado via di qui fino a quando saprò che una volta voltatami tu mi seguirai- esclamò la ragazza avvicinandosi a lui.
-Perché ci tieni così tanto? Che vuoi da me?- chiese lui rosso in viso. Lei continuò ad avvicinarsi -Sta lontana da me, ti faccio solo del male!- esclamò lui ricominciando a puntare la pistola questa volta verso di lei.
Quando fu abbastanza vicina a lui gli fece abbassare l'arma e gli prese la mano mentre i suoi occhi scuri guardavano in basso.
-Ecco perché ci tengo così tanto!- esclamò e gli mise qualcosa in mano. Lui guardò quell'oggetto che la ragazza gli aveva dato e vide che era la collana con la "S" che lui le aveva restituito. La guardò allungo senza mai rivolgere uno sguardo alla latina.
-Io ti amo. Questa è l'ultima occasione che ti do, dopodiché mi perderai. Sono innamorata di te ma se oggi non mi seguirai io metterò per sempre un punto alla nostra storia. E questa volta non scherzo. Se non vuoi abbandonare questa vita per me, fallo per tua madre e tua sorella, non voglio che perdano un'altra persona cara. Ormai con tuo fratello ci hanno rinunciato ma tu, tu puoi ancora salvarti perché sei diverso, sei migliore, sei buono- disse la latina guardandolo -Una volta mi hai detto che se ami qualcuno devi renderlo libero, forse non lo sai ma quella frase ha un seguito. -"Se ami qualcuno rendilo libero... se ti ama tornerà da te" e io sono tornata da te. Ora è tutto nelle tue mani- disse la ragazza
-Non puoi venire qui e dirmi questo, non puoi pormi difronte ad una scelta- esclamò lui
-Si invece, l'ho appena fatto. Avermi oppure no, questo puoi sceglierlo- detto questo si girò e cominciò a camminare verso il cancelletto cigolante, sperando che Noah la seguisse così come stavano facendo gli altri ragazzi. 
 
L'amore di Noah era stato messo alla prova per l'ennesima volta. Sanana aveva fatto la cosa giusta tornando da lui e aprendo per l'ennesima volta il suo cuore? A Lima Heights c'era ancora qualcuno che credeva nel potere dell'amore? Cosa avrebbe fatto il ragazzo? Sarebbe tornato da lei? Avrebbe esternato anche lui le emozioni nei confronti della latina? Sarebbero tornati insieme? Oppure lui avrebbe scelto la vita da criminale abbandonando così l'amore della sua vita? Troppi dubbi e troppe domande in questa storia, troppe incertezze e troppe false speranze. Troppi dolori e pochi amori. Troppe brutte azioni e poco sentimento. Ecco cos'era Lima Hights, ecco qual'era la sua storia, una storia senza mai una fine, una storia senza mai un inizio. Un quartiere pieno di speranza? No, un quartiere senza speranza.





L'angolo della scrittrice di SuperF1997
Salve gente, allora volevo informarvi che questo capitolo non è l'ultimo. Comunque vorrei ringraziare tutti coloro che mi sostengono con le recensioni. Mi fa davvero piacere che c'è qualcuno a cui questa storia piaccia a tal punto da voler lasciare una recensione. Ribadisco che se c'è qualcosa che non vi piace, vi prego di dirmela. Sono qui anche per cercare di migliorare ciò che so, i vostri consigli mi sarebbero più che utili. Volevo scusarmi con tutti voi per il ritardo enorme. Purtroppo essendo in vacanza in campeggio non ho molti collegamenti con il mondo "esterno". Grazie a tutti per l'attenzione, un bacio SuperF1997
 

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Capitolo 25
*** 25 ***


25



PDV Santana
Ero lì, ero lì quando successe. Non me lo aspettavo. Nessuno di noi se lo aspettava. Stavo camminando per raggiungere il cancelletto arrugginito che cigolava, quando ad un certo punto sentì chiamare il mio nome. Mi voltai e vidi Noah che correva verso di me. Aveva scelto noi, aveva preferito gli affetti alla criminalità. Sorrisi e cominciai a correre verso di lui. Sembrava la scena di uno di quei stupidissimi film d’amore che danno in TV il pomeriggio, l’unica differenza era che noi non eravamo attori e la nostra storia non era solo un film, niente in quel momento era finzione. Sembrava tutto troppo bello per essere vero. Ricordo la sua espressione. Ricordo il rumore del mio respiro che si faceva affannoso mentre correvo, ricordo di aver sentito un forte rumore, uno sparo, qualcosa del genere. Ho visto la sua espressione cambiare. Non era più felice. Non più un sorriso splendeva sul suo volto. Un’espressione di dolore lo invase. Quelle immagini mi tormentato ancora ogni notte. Non riesco a non smettere di sognarle. Un incubo, notte dopo notte. Mi sembrò che tutto in quell’istante andasse a rallentatore. Lui che lentamente cadeva al suolo, i suoi occhi chiusi, il suo corpo steso in terra mentre il sangue colava. Io che gridavo, la faccia dei miei amici, la faccia di quell’uomo. Io l’ho visto. Ne sono sicura. Era alto e incappucciato. Si intravedevano gli occhi cattivi. Era stato lui a sparare. Lo aveva colpito. Aveva colpito Noah. Guardai Finn negli occhi. Non riuscì a trattenere le lacrime. Lui chiamò subito un’ambulanza. Arrivarono subito. Noah aveva perso molto sangue, non dava segni di vita. Lo portarono con urgenza in ospedale. Cercarono di rianimarlo parecchie volte. Ci riuscirono, ma solo parzialmente.
Ormai erano passati nove mesi da quel momento. Noah era stato in coma durante tutto questo tempo. Ero con Quinn in ospedale, lei era all’ultimo mese di gravidanza, avrebbe partorito da un momento all’altro. Stavamo parlando con l’infermiera. Le condizioni di Noah erano sempre le stesse. Nulla di nuovo. Non ho mai saputo precisamente cosa avesse avuto. La madre ci stava malissimo e la sorellina, beh lei ormai viveva a casa mia con mia sorella. Erano coetanee e andavano molto d’accordo così, quando Christine era in ospedale, lei rimaneva da noi. A badare a loro c’era mia madre ed Eva, mia sorella più grande che ormai era tornata a vivere con noi. Io avevo di un supporto morale e la sua presenza era fondamentale. È vero, c’erano le mie amiche, ma la figura di una sorella è molto più importante e rassicurante a parer mio.
Ringraziai l’infermiera per avermi comunicato tutto quello che sapeva e mi sedetti con Quinn su un divanetto che era nella stanza in cui giaceva l’amore della mia vita. Lo guardai, gli presi la mano e gliela strinsi. Poi mi alzai e gli diedi un bacio in fronte. Sentì Quinn lamentarsi.
-Tutto bene?- chiesi
-No- esclamò lei
-Che succede?- domandai
-Santana?-
-Si?- chiesi restando girata verso Noah
-Mi si sono rotte le acque!- esclamò. Sgranai gli occhi, quando mi girai vidi il pavimento bagnato e chiamai l’infermiera. Questi fece sedere la mia amica su una sedia a rotelle e la portò sino in sala parto.
-S chiama Sam! Chiama Sam!- urlò lei mentre spariva dentro l’ascensore. Presi di corsa il cellulare dalla mia tasca e chiamai Sam.
-Pronto Sam? Sono Santana- dissi
-Santana è successo qualcosa a Puck?- domandò
-No, ma a Quinn si sono rotte le acque, sta per partorire!- risposi
-Cosa? Arrivo subito, sono qui vicino- esclamò e in un baleno arrivò in ospedale. Lo vidi entrare in reparto Ginecologia tutto contento con in mano una videocamera. Mi si avvicinò e mi chiese dove fosse Quinn. Dissi all’ostetrica che lui era il ragazzo della partoriente e lei lo fece entrare in sala parto. All’improvviso vidi il medico che aveva in cura Noah scendere di corsa le scale e dirigersi al piano inferiore, quello in cui era ricoverato Puck. Sentivo che stava succedendo qualcosa, lo sapevo. Lo seguì. Come pensavo lo vidi dirigersi in camera di Noah. Vidi Christine in lacrime, mi avvicinai a lei e le chiesi cosa fosse successo. Mi disse che il suo bambino aveva avuto un arresto cardiaco. I medici stavano cercando di rianimarlo.
Fine PDV Santana
Mentre i medici cercavano di rianimare il povero Puckerman, al piano di sopra Quinn Fabray urlava straziata per i dolori del parto.
-Ancora una spinta!- diceva l’ostetrica
-La dia lei un’altra spinta se ci tiene tanto!- esclamava tra le urla la giovane
-Dai tesoro, sii forte!- esclamò Sam
-Sta zitto Sam!- urlò lei mentre sudava cercava di dare la vita al suo bambino. Non avevano voluto sapere il sesso, volevano che fosse una sorpresa.
-Non ce la faccio! Non ce la faccio!- continuava ad urlare la biondina
-Dai tesoro, pensa che tra un po’ avrai tra le braccia il tuo o la tua bambina- affermò l’ostetrica-
-Un’ultima spinta, ci siamo, vedo già la testa!- esclamò il ginecologo
Nel frattempo al piano di sotto Santana e Christine erano abbracciate in lacrime mentre i medici cercavano ancora di rianimare il ragazzo. Nell’istante in cui Quinn diede l’ultima spinta e la sua creatura venne fuori piangendo e urlando, l’elettrocardiogramma di Noah si appiattiva.
-Complimenti ragazzi, è una femminuccia!- esclamò l’ostetrica poggiando la piccola accanto alla sua mamma che sorrise e le diede un bacio.
-è bellissima Quinn. È nostra figlia!- esclamò Sam e svenne.
Contemporaneamente al piano di sotto il medico non si dava pace.
-Dottore è finita, è morto. Smetta di continuare, non c’è nulla da fare. Abbiamo provato a rianimarlo otto volte. Il ragazzo è morto- disse l’infermiere
-No, non è morto. Forza ragazzo forza!- esclamò il medico continuando ad usare il defibrillatore. All’improvviso il monitor cominciò a suonare. Il ragazzo dava segni di vita.
-Lo sapevo ragazzo! Lo sapevo!- esclamò questi sorridendo e guardando le due donne che aspettavano fuori dalla stanza attraverso il vetro. -Suo figlio è un guerriero signora, sono sicuro che ce la farà e che si risveglierà, è solo questione di tempo- esclamò l’uomo dai capelli bianchi.
-Grazie dottore, la ringrazio!- esclamò la donna, dopodiché abbracciò Santana.
 
Il pericolo era scampato. Una bambina era appena nata. A Lima Heights sembrava essere una bella giornata, come poche in quell’ultimo periodo. Sam e Quinn avevano dato la vita ad una bellissima bambina, Puck non aveva mollato, aveva lottato e ancora una volta si era salvato. Sarebbe stato presto furori dal coma, era questione di tempo. Le cose stavano forse cominciando a cambiare a Lima Heights? Era ancora troppo presto per dirlo, ma sicuramente alla fine sarebbe successo, quel posto senza speranza sarebbe cambiato.










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Capitolo 26
*** 26 ***



26



Era passato un mese dalla nascita della piccola Evans e nel frattempo riguardo Noah non c’era alcun cambiamento. Come al solito Santana arrivò in ospedale. Attraversò il corridoio e portò il caffè al caporeparto. Salutò Mina e Rosa, le infermiere e si diresse nella stanza del suo amato.
-Buongiorno amore mio- disse e diede un bacio sulla fronte del ragazzo che tranquillo giaceva su quel letto d’ospedale da tanti, troppi mesi. -Sai oggi Ashley,  la bambina di Sam e Quinn compie un mese. È davvero bellissima- le lacrime cominciarono a scendere lente sulle guancia della latina -Noah mi manchi, mi manchi tantissimo. Ho bisogno di te. Ho bisogno di sentirti vicino- detto questo strinse la mano del suo uomo -Sai spero tanto che tu mi senta, voglio farti sapere che ci sono e che non ti lascio per nessuna ragione al mondo- sorrise e lo guardò asciugandosi le lacrime con il dorso della mano.
-Nemmeno io, ti ho perso troppe volte, non voglio che accada mai più- disse una voce rauca e a malapena udibile.
-Noah?- chiese Santana
-Cosa si dice in questi casi? Sorpresa?- chiese il ragazzo girando il volto verso la ragazza e aprendo gli occhi
-Noah, tu sei sveglio. Non me lo sto immaginando vero?- domandò lei mettendosi una mano davanti alla bocca
-Si, sono sveglio- rispose guardandola -Da quanto tempo sono qui?- domandò
-Ormai eri in coma da circa dieci mesi- rispose lei
-Dieci mesi? Sono stato in coma per così tanto tempo?- continuò a chiedere lui
-Si, ma l’importante è che adesso sei sveglio e che possiamo finalmente stare insieme- rispose lei guardandolo negli occhi
-Si, hai ragione. Il lato positivo è che finalmente possiamo stare insieme e questa volta non ti lascerò andar via per niente al mondo. Sarai mia e guai a chi oserà toccarti o anche solo guardarti. Mi appartieni Santana Lopez, non so cosa tu mi abbia fatto ma mi sei entrata nel cuore e lì ti sei insediata. Nessuno potrà mai prendere il tuo posto e nessuno lo prenderà mai. Sei il grande amore della mia vita e non voglio mai più perderti- disse e fissò i suoi occhi scuri ormai lucidi.
Vide finalmente un sorriso comparire su quelle bellissime labbra dopo tanto tempo. Velocemente lei si avvicinò a lui e lo baciò. Lo baciò come non aveva mai fatto prima. Un bacio che entrambi volevano e cercavano da tanto tempo, un bacio che finalmente  portava la gioia nei cuori tormentati di quei due ragazzi. Si erano persi, allontanati, ma alla fine si erano ritrovati perché questo era il loro destino, stare insieme e sapevano benissimo che da quel momento in poi non si sarebbero mai più lasciati.
Mentre erano impegnati a recuperare il tempo perduto il telefono di lei squillò. Controvoglia rispose.
-Pronto?-
-Santana sono Quinn, dove sei? Ho bisogno d’aiuto. Sam non c’è e la piccola non vuole stare nella culla. Dovrei preparare tutto per stasera ma non riuscirò a fare tutto in tempo se non vieni ad aiutarmi, me lo avevi promesso- disse dall’altro lato della cornetta la Fabray
-Quinn potresti chiedere alle altre di darti una mano, ho di meglio da fare- controbatté la latina
-Ho già chiesto, Rachel è con Finn e Artie a casa di Brittany, a quanto pare la nostra amica biondina ha cercato di riparare la macchina del padre ma è rimasta bloccata con la cintura di sicurezza. Non so come abbia fatto e non so cosa centra con l’aggiustare la macchina del padre, ma ti ricordo che è di Brittany che parliamo e non mi faccio domande. Tina e Mike sono fuori città da ieri sera, fuga d’amore di una sola notte e Mercedes e Kurt sono al centro commerciale. Alla Jones serviva qualcuno che le facesse da porta borse e lui si è proposto volontario. Vai a capire cosa passa per la mente di quegli e due. Scommetto che finiranno insieme. Ma cos’hai di meglio da fare? Non starai con un ragazzo? E Noah? Non pensi a quel povero ragazzo, ti amava e sicuramente ti amerà anche dopo essersi svegliato e- disse parlando velocemente
-Frena Q, frena! Si, sono con un ragazzo, con Noah. Quinn Noah si è svegliato ecco perché non posso venire- esclamò felice la mora
-Cosa? Si è svegliato? Non ci posso credere! Salutamelo. Fai venire anche lui alla festa. Gli faremo conoscere Ashley- disse la bionda
-Non credo che i medici gli permettano di uscire così presto, insomma è appena uscito da un coma di dieci mesi- commentò la Lopez
-E allora? Ora è fuori pericolo! Ricordi cosa ti disse il medico esattamente un mese fa mentre io stavo dando alla luce la mia bellissima bambina?- domandò Fabray
-Certo che me lo ricordo, ma quel dottore non c’è più. Se non sbaglio è in pensione- rispose Santana
-Vai dal medico che lo ha in cura adesso e diglielo, digli che quel dottore aveva detto che sarebbe stato fuori pericolo e cerca di convincerlo. Doppi festeggiamenti stasera- disse Quinn
-Non lo so Q, ho paura, non voglio che gli capiti qualcosa di male. Non voglio perderlo ancora- affermò Santana
-Sant sta tranquilla, non mi perderai. Voglio venire a questa festa, voglio conoscere la bambina di Sam e Quinn e soprattutto voglio passare una serata con le persone che amo- esclamò Noah mettendole una mano sulla guancia e accarezzandogliela
-Quinn cercherò di convincere il medico. A stasera- detto questo chiuse la telefonata e tornò da Noah. -Sei sicuro di voler venire?- domandò
-Si, sicurissimo- rispose e la baciò.
-Quanto mi sono mancate le tue labbra, il loro sapore. Mi sei mancato tantissimo- esclamò ed abbracciò il suo amato.
-Anche tu mi sei mancata.- disse lui. -Santana ho bisogno di dirti una cosa-
-Cosa?- domandò lei restando abbracciata
-Io ti amo- esclamò e la strinse di più a se
-Ti amo anche io-
 
Nel frattempo a casa Evans-Fabray, Quinn sola era in crisi
-Ashley tesoro della mamma, bevi il lattuccio- disse sorridendo alla piccola, ma questi non voleva saperne di bere. -Tesoro bello devi bere il latte, ti fa bene-
All’improvviso la porta si spalancò ed entrò Sam.
-Grazie a Dio. Sam la piccola non vuole mangiare e quando è con me piange sempre. Credo che nostra figlia mi odi- esclamò la biondina guardando il fidanzato con aria triste e afflitta
-Ma che dici, ti adora. È solo una bambina Quinn, una bambina neonata. È normale che pianga di continuo e che non voglia bere il latte. Devi stare tranquilla e devi avere pazienza- esclamò il ragazzo prendendo il braccio la piccola e facendola smettere di piangere.
-Dove sono i tuoi?- domandò il ragazzo
-Sono usciti “a comprare un regalo alla piccola”, così hanno detto e sono andati via- rispose lei
-Ok, non fa niente, adesso ci sono io- detto questo Sam baciò Quinn e continuò a cullare la loro bambina.
-Oh Sam devo dirti una cosa importantissima- esclamò la bionda
-Cosa?- domandò il ragazzo facendo facce buffe cercando di far ridere la piccola Evans
-Puck si è risvegliato e se Santana riesce ad essere convincente come credo che sia farà in modo che sia qui stasera- esclamò la bionda sorridendo
-Davvero? Non è uno scherzo?- chiese il ragazzo
-No, è la verità- rispose lei
-è una notizia fantastica. Sia ringraziato il cielo- detto questo sorrise
 
E mentre la sera si avvicinava, Noah andava a trovare i suoi cari per far loro una sorpresa.
-Santana perché stiamo andando nel viale di casa tua? Credevo che andassimo dalla mia famiglia- chiese Noah
-La tua famiglia è a casa mia. Tua madre e tua sorella stanno a casa nostra da un paio di mesi. Non volevamo lasciarle da sole e se ti fosse successo qualcosa tua sorella sarebbe rimasta a casa con qualcuno- rispose la latina
-Grazie- esclamò il ragazzo
-Per cosa?- domandò la mora
-Per tutto quello che hai fatto per la mia famiglia in questi mesi- rispose lui
-Non dirlo neanche per scherzo, la tua famiglia è anche la mia famiglia. Vi conosco da una vita!- esclamò
Santana parcheggiò la macchina nel vialetto e scese. Aiutò il suo ragazzo ed entrò in casa.
-Non c’è nessuno. Siediti in soggiorno. Eva ha portato tutti a fare shopping per distrarli un po’, saranno di ritorno fra un po’.- disse lei
-Dove vai?- domandò lui
-Di sopra, ho bisogno di una doccia- rispose la ragazza e salì in camera sua.
Entrò nel bagno. Gettò in terra i vestiti, entrò nella doccia e aprì il rubinetto. Chiuse gli occhi e si passò le mani tra i capelli. All’improvviso si sentì circondare la vita. Si voltò e vide Noah che serio la guardava negli occhi indossando soltanto i boxer. Nessuno dei due disse nulla. Quando anche lui fu completamente nudo i due si baciarono. Lui la strinse a se e le sussurrò nell’orecchio una frase.
-Ti voglio, ti voglio adesso- le baciò il collo e lei tirò indietro la testa, chiuse gli occhi mentre l’acqua le scivolava lungo il suo volto.
-Sono tua- rispose lei circondandogli la vita con le gambe e baciandogli a sua volta il collo.
Quando lui entrò dentro di lei, lei gemette e strinse il suo corpo a quello del ragazzo, godendosi ogni minuto come se fosse l’ultimo e lo stesso faceva lui.
-So di essere troppo affrettato ma voglio essere sicuro di non perderti mai più. Ti voglio sposare Santana Lopez- gli sussurrò lui nell’orecchio mentre lei si stringeva a lui.
-Cosa?- domandò la ragazza incredula
-Io voglio sposarti, e tu?- chiese lui
-Ma non siamo un po’ troppo piccoli?- domandò la ragazza staccandosi da lui e guardandolo.
-Abbiamo diciassette anni, quasi diciotto. Dato che sono passati dieci mesi credo che questo sia anche l’ultimo anno per la scuola. Abbiamo tutta una vita davanti e questa vita io non voglio viverla senza te. Voglio che tu sia mia moglie-
-Ed io voglio essere tua moglie, ma non voglio che la tua proposta sia frutto della tua paura di perdermi- esclamò lei
-Non lo è. Ci stavo pensando già prima di essere accoltellato. Ma avevo paura della tua risposta. Ho anche comprato un anello ma non ho mai avuto il coraggio di dartelo. Dopo sono stato accoltellato, tu ti eri messa con Sebastian e ormai la mia vita era uno schifo, poi sono entrato nella gang e… sono stato un idiota- disse lui facendo scendere la ragazza.
-Tu volevi chiedermi di sposarti?- domandò lei
-Si- rispose lui abbassando lo sguardo
-Ti amo e sarebbe un onore per me diventare tua moglie- esclamò lei alzandogli il viso e baciandolo
-Davvero?- domandò lui
-Davvero!- rispose lei sorridendo
-Non appena usciamo da questa doccia ti porto con me e ti do l’anello- disse lui
-Si si ok, adesso finiamo quello che abbiamo cominciato, non si lasciano mai le cose a metà- esclamò lei facendosi prendere di nuovo in braccio e circondando i fianchi di lui con le gambe
 
Tutto è bene quel che finisce bene o quasi. Non tutto era sistemato. Erano in arrivo nuovi guai, questa volta non per i nostri poveri ragazzi, ma per qualcuno che cercava di danneggiarli. Ricordate di quel messaggino davvero cattivo inviato a Quinn durante le prime settimane di gravidanza? Beh la persona che aveva inviato quel messaggio stava per tornare e questa volta i ragazzi avrebbero scoperto la sua identità e Quinn, beh lei avrebbe avuto la sua rivincita. Le cose stavano cambiando, a Lima Heights era l’alba di un nuovo giorno.



























(la posizione assunta nella doccia dovrebbe essere così solo con le gambe incrociate dietro




Scusate mi sono lasciata prendere da questa coppia che amo


 (Ashley Evans)
 (Eva Lopez)

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Capitolo 27
*** 27 ***



 
27




-Mi serve una mano! Finn Finn vieni qui!- escalmò Quinn che mentre cullava tra le sue braccia la sua bambina sperava di che qualcuno facesse ciò che diceva. 
-Dimmi, che ti serve?- domandò Hudson
-Che mi serve? Prendi un attimo Ashley e cullala, deve calmarsi. Sam è andato a ritirare la torta, i mei non sono ancora tornati, Santana non si è degnata di arrivare, è vero il suo ragazzo è uscito dal coma ma cavolo una mano può anche darla. Oddio ma che sto dicendo sto impazzendo e sto parlando veloc- disse velocemente la biona
-Ehi calmati Q, respira e sta tranquilla. Alla piccola ci pensiamo io e Rachel- disse il ragazzo prendendo la piccola e portandola dalla sua ragazza.
-Amore guarda chi ho qui?- domandò il ragazzo
-Ehi ciao piccola- esclamò Rachel giocando con la bambina, che troppo piccola per capirla la guardava. La Berry continuava a fare facce strane mentre Finn la guardava divertito e sorrideva amorevolmente pensando a quanto fosse bella e dannatamente dolce con quella bambina e con la gente a cui voleva bene. Lei non era come gli altri dicevano che fosse. è vero si era comportata da ribelle, ma durante l'adolescenza lo siamo tutti. Quella ragazza era la cosa più vicina ad un angelo per lui. Era la cosa più bella che gli fosse capitata. Lei per lui non era solo la sua ragazza, era la sua migliore amica, ormai era divenuta una presenza fondamentale nella vita difficile di quel ragazzo.
-Ti amo- le disse sorridendole e guardandola
-Non l'ho mai detto a nessuno e come ti dissi all'inizio per me non è facile dirlo, ma ne abbiamo passate tante e nonostante tutto siamo ancora insieme. Ti amo anche io e mi spiace se è la prima volta che te lo dico-
Finn era dannatamente felice per ciò che la sua ragazza gli aveva detto. Era da tempo che voleva sentirlo. Finalmente sapeva di essere entrato nel cuore di Rachel Berry, non desiderava altro. Le cose si stavano evolvendo nel migliore dei modi. La vita cominciava ad andar bene.
Un po' più in là c'erano Mike e Tina che addobbavano il giardino. 
-Mi passi quel fiore di palloncini?- chiese Tina che, su di una scala, stava appendendo delle decorazioni
-Mi dai un bacio?- domandò il ragazzo tenendo dietro si se gli addobbi e aspettando che la ragazza si sporgesse per baciarlo. Lei rise, mentre si avvicinava  a lui, perde l'equilibrio e cadde sul ragazzo facendo cadere anche lui. Si guardarono e sorrisero. Tina baciò il suo Mike.
-Mi sono fatto male- esclamò il ragazzo stanccandosi
-Dove? Dimmelo che ti do un bacetto- domandò Tina ridendo guardando l'espressione che Chang aveva sul volto
-Ehm... qui- rispose il giovane indicando le sue labbra
-Oh beh, se è lì allora sarà meglio rimediare no?- chiese l'orientale e baciò il suo amore ridendo. 
Mercedes rimproverava Kurt mentre apparecchiava la tavola del buffet
-Sei un idiota che diavolo pensi di fare con quei bicchieri? A noi servono per bere, smettila di giocarci e comincia a sistemarli come si deve- esclamò la Jones
-Tu sei così sexy quando ti arrabbi!- esclamò il ragazzo guardandola malizioso
-Mi stai facendo venire da vomitare, quando comincerai a comportarti da ragazzo normale?- domandò la ragazza
-Ma io sono normale- rispose lui
-No, tu sei un porco!- ribadì la Jones indicandolo con l'indice
-Oh ma dai, non lo pensi sul serio- esclamò lui avvicinandosi
-E invece si, non ti avvicinare. Poi che ne sai di cosa penso- esclamò lei
-Tu pensi che io sia bellissimo e vorresti baciarmi- continuò lui riducendo ancora di più la distanza e avvicinandosi al volto della ragazza che immobile era stata intrappolata da quel ragazzo occhi cielo. 
-Ciao Kurt, ciao Mercedes!- esclamò Brittany che arrivò saltellando e prese qualcosa dal tavolo. I due si staccarono velocemente e Kurt guardò malissimo Brittany
-Grazie Birtt, grazie tanto!- esclamò
-Di niente Kurt!- rispose la bionda sorridente e andò via, tornò dal suo Artie, con il quale stava disegnando un cartellone di BENTORNATO a Puckerman. 
-Amore sono tornata- disse
-Oh bene, mi serve altra acqua pulita vai a prendermela per favore?- chiese il ragazzo
-Vado subito- sorrise lei e si avviò
-Britt torna un attimo qui!- esclamò il ragazzo. Lei tornò da lui
-Dimmi- disse
-Ti amo- esclamò lui e la baciò sporcandole di proposito tutto il viso di pittura
-Mi hai sporcata tutta!- esclamò lei guardandolo
-Mi dispiace- affermò lui ridendo e alzando le spalle
-Oh Artie Abrams non avresti dovuto farlo!- esclamò lei e dopo aver preso il pennello lo sporcò tutto. I due cominciarono a rincorrersi per il giardino cercando di sporcarsi a vicenda. Era una scena davvero dolce e divertente da vedere. 
Finalmente arrivò Sam con la torta.
-Amore sono tornato. Questa dove la metto?- domandò 
-Oh sei tornato, era ora! Mettila nel frigorifero e poi torna immediatamente qui!- rispose la ragazza
-Agli ordini!- rispose lui e fece tutto quello che la bionda gli aveva detto, poi tornò da lei. 
-Eccomi!- disse. La ragazza gli si attaccò al collo e lo baciò appassionatamente.
-Che succede Q?- domandò Sam che la conosceva benissimo
-Sono esausta- esclamò la ragazza guardandolo 
-Oh vieni qui!- disse Sam e l'abbracciò fortissimo
Nel frattempo a casa Lopez, Santana aspettava con Noah l'arrivo della famiglia che non era ancora tornata dallo shopping
-Avevi detto che sarebbero tornati a momenti e l'hai detto quando siamo arrivati e quando siamo arrivati c'era il sole- esclamò Puck
-Non prendertela con me, non è colpa mia!- disse Santana mentre tranquilla cambiava i canali alla TV. 
-Non me la sto prendendo con te, non vorrei che gli fosse successo qualcosa- disse il ragazzo
-Ma no, prima Eva mi ha inviato un sms diceva che stavano per tornare- lo informò Santana
-E perché non me lo hai detto?- domandò Noah
-Perché me ne sono dimenticata- esclamò lei
-Come fai ad essertene dimenticata?- chiese lui
-Sono venuta di la da te e mi hai detto di aver fame, sono andata a cucinarti qualcosa da mangiare e me ne sono dimenticata- rispose tranquillamente latina
-Oh bene, dove sono state tutto il giorno?- chiese Puck
-Eva le ha portate fuori a pranzo, poi ha portato le piccole a Divertiland e lì hanno anche cenato, stanno tornando- rispose la latina
-Oh bene allora dobbiamo trovare solo un modo per passare il tempo finché non arrivano!- esclamò Noah guardando la sua ragazza maliziosamente. 
-Io sto guardando la TV, ho trovato il mio passatempo- esclamò lei continuando a guardare la TV
-Aspetta cosa? Guarderai la TV?- chiese lui. Santana rise
-Stupido sto scherzando- rispose lei e lo baciò mettendosi su di lui. 
-Mi piace questo passatempo- esclamò lui baciandole il collo
Ad un certo punto sentirono la porta aprirsi e delle voci provenire dall'ingresso
-Sono arrivati, sistemati!- esclamò Santana sedendosi composta e abbottonandosi la camicetta
-Santana siamo tornati!- esclamò Rodrigo 
-Roddy sono in salotto, venite qui, c'è una sorpresa!- esclamò Santana. Rodrigo seguito da Eva, Christine, Marisol e le due piccoline entrò nella stanza. Non appena tutti videro Noah rimasero a bocca aperta. Nessuno si aspettava di poterlo vedere lì. Christine scoppiò a piangere e corse ad abbracciarlo, lo stesso fece la piccola sorellina del ragazzo.
-Sei davvero tu! Amore di mamma mi sei mancato tanto!- esclamò la donna. Santana rimase a guardare quella scena sorridente. 
-Noah adesso non ti farai più male vero?- domandò la sorellina del ragazzo
-Tranquilla tesoro, non succederà più!- rispose il ragazzo -Mamma mi sei mancata anche tu!- 
Dopo che anche la famiglia Lopez ebbe salutato il ragazzo, i due innamorati uscirono di casa per recarsi alla festa della piccola Ashley. Una volta giunti nel giardino di casa Fabray videro i loro amici felici, felici come mai prima. C'erano Finn e Rachel, con loro c'era Ashley, si sorridevano e si baciavano, più in la, tra un bacio e l'altro, Mike e Tina allestivano il giardino. Qualche metro più distante c'erano Artie e Brittany che si rincorrevano felici. Quinn e Sam si coccolavano mentre preparavano tutto prima dell'arrivo degli ospiti. Come al solito, Mercedes e Kurt discutevano, questa volta però in modo diverso. Lui le parlava più dolcemente, misurando le parole e cercando di non ferirla. Lei a sua volta non lo insultava pesantemente come faceva prima. Ogni tanto si scambiavano sorrisini e sguardi molto dolci e teneri. Che finalmente avessero capito di essere innamorati? Nessuno poteva saperlo all'infuori di loro. Brittany si accorse della presenza di Santana e Noah.
-Ci sono Puck e Santana!- gridò a squarciagola correndo verso di loro ed abbracciandoli, soprattutto Noah. Tutti gli altri si voltarono a guardare e fecero come aveva fatto la biondina, corsero tutti ad abbracciare Noah.
-Oh ragazzi così mi uccidete!- esclamò Puckerman. Tutti si allontanarono da lui guardandolo preoccupati. -Ehi sto scherzando!- esclamò. 
-Noah ti presento Ashley, nostra figlia- esclamò Sam facendogli vedere la bambina che tranquilla sorrideva tra le braccia di Quinn.
-Mio Dio è bellissima! La piccola Kelly, si vede proprio che è la figlia di Barbie e Ken- rise il giovane guardando la piccola
-Ah ah ah spiritoso!- esclamò Quinn e porse la bambina a Santana vedendo arrivare alcuni ospiti -S tienimela un secondo, sono arrivati degli ospiti- la mora prese la piccola che cominciò a giocherellare con le sue dita. Noah si mise accanto a lei e la guardò negli occhi e le sorrise. 
-Oh ma che quadretto famigliare. Siete bellissimi!- esclamò Rachel guardandoli 
-Fatevi fare una foto!- esclamò Tina. I due si misero in posa e fecero una foto con la piccola. Sembravano davvero una famigliola felice. 
La serata passò in tutta tranquillità, fra scherzi e risate, fino a quando il cellulare di Quinn squillò. Mise la piccola nella culla e lesse il messaggio.
"Ti piace giocare a fare la mammina vero Q? Fai attenzione però a non perdere di vista il tuo fidanzatino. Portartelo via sarebbe un gioco da ragazzi. Avete rischiato di lasciarvi già una volta a causa mia. Adesso sai quant'è facile per me dividervi!"
La bionda sgranò gli occhi e passò il cellulare a Rachel seduata difronte a lei. La nasona sgranò gli occhi
-Che cosa? Ancora sta troia, ma io la uccido!- esclamò la nanetta passando il telefono a Santana
-Dobbiamo fare qualcosa!- esclamò la latina e passò il cellulare a Mercedes
-Questa stronzetta vuole la morte!- disse la ragazza corpulenta e passo il cellulare a Tina
-Ma che stronza, non avrà lunga vita!- esclamò l'orientale e passò il cellulare a Brittay
-Non hai delle foto di paperelle sul cellulare?- domandò la bionda
Tutte le ragazze scossero la testa e decisero di fare qualcosa. 
 
Era stata una bellissima giornata quella, a Lima Heights le cose andavano per il verso giusto. Purtroppo la felicità non dura per sempre. Le ragazze non volevano lasciarsi scoraggiare, avrebbero trovato quella ragazza e gliel'avrebbero fatta pagare, nessuno poteva minacciare le ragazze della punizione, nessuno poteva mettersi tra loro e i loro ragazzi. L'unica cosa a cui pensavano in quel momento era alla fine bruttissima che avrebbero riservato alla tizia degli sms. Si sa, il lupo perde il pelo ma non il vizio, quelle erano pur sempre le ragazze della punizione. 





































 

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Capitolo 28
*** 28 ***



28
 



Dopo aver festeggiato il ritorno fra i vivi di Mark e il mesiversario della piccola Ashley, le ragazze della punizione si misero alla ricerca della tipa dei messaggi. Non sapevano chi stavano cercando, sapevano solo che fosse una ragazza a cui piaceva il bel Sam e che odiava la povera Quinn. La cosa non restringeva di certo il numero delle possibili candidate, ma chi poteva avercela così tanto con la biondina? Cominciarono a stipulare una lista.
-Allora ricapitoliamo
·         Lauren Zizes
·         Sugar Motta
·         Poppy Moore
·         Katie Bolton
·         Amy Bergman
·         Alyssa Bush
·         Britney Brown
·         Christine Baker
·         Clarice Bailey
·         Denise Brooks
·         Emily Barnes
·         Scarlett Bishop
·         Taylor Bennet
·         Amy Baxter
-Ok Santana fermati un attimo- esclamò Mercedes -perché la maggior parte delle persone con cui te la sei presa hanno il cognome che comincia per “B”?-
-Alex Butler ti dice niente?- chiese la bionda
-Il tuo primo fidanzato?- domandò la ragazza corpulenta
-Si proprio lui!- rispose l’altra
-E quindi?- continuò a chiedere confusa la Jones
-Lo odiavo e di conseguenza me la sono presa con tutte quelle il cui cognome mi ricordava il suo- rispose la Fabray
-Ma nessuno di quei cognomi lo ricorda- esclamò Tina
-Si ma cominciano per “B” come il suo!- rispose Quinn -Ok lasciamo stare, ero piccola e stupida!-
-Secondo me dovremmo eliminare tutte quelle del periodo Alex, è una cosa successa tre anni fa, non stavi ancora con Sam, vi odiavate allora!- disse l’orientale
-Ok allora via tutte quelle del periodo Alex- esclamò Santana e cominciò a depennare tutte quelle il cui cognome cominciava per “B”
·         Lauren Zizes
·         Sugar Motta
·         Poppy Moore
·         Katie Bolton
·         Amy Bergman
·         Alyssa Bush
·         Britney Brown
·         Christine Baker
·         Clarice Bailey
·         Denise Brooks
·         Emily Barnes
·         Scarlett Bishop
·         Taylor Bennet
·         Amy Baxter
-Allora? Chi ci rimane?- domandò Mercedes
-Ci rimangono Lauren Zizes, Sugar Motta e Poppy Moore- rispose Santana
-Aspetta ma chi sono?- domandò Rachel
-Lauren è la tipa a cui ho tagliato le trecce e disegnato la faccia mentre dormiva sul banco durante la lezione di scienze, poi l’ho anche picchiata perché aveva messo il motorino vicino alla macchina di Sam e io non potevo entrare perché era troppo vicino allo sportello.- rispose la bionda
-Si ma quella ragazza non parla mai e non mi sembra sia di questa sponda, io direi che forse è meglio cancellarla- propose Santana e di comune accordo con le altre la depennarono.
-Ok dove eravamo rimaste? Ah si, Sugar Motta è la tipa a cui ho incendiato il pianoforte con Santana perché ho visto che sorrideva a Sam- disse la bionda
-Quindi la lasciamo, e Poppy Moore chi è?- domandò Tina
-Poppy è la ex fidanzata di Sam, si vedeva con lei prima di Santana e me- rispose la ragazza
-è stata lasciata o ha lasciato?- domandò Rachel
-Lasciata!- rispose la Fabray
-Bene io consiglio di sorvegliare queste due, voglio scoprire chi sta cercando di farti del male- esclamò Rachel. Detto questo tutte abbracciarono Quinn e poi uscirono
-Dove sono i ragazzi?- chiese Tina
-Al parco, hanno portato Ashley a fare una passeggiata- rispose Quinn
-Chiamo Noah chiedo dove stanno precisamente!- esclamò Santana.
-Aspetta, Brittany è al telefono con Artie, chiediamo a lei- disse Mercedes
Le ragazze si avvicinarono alla biondina e le chiesero la posizione dei ragazzi, subito dopo li raggiunsero.
Il parco era distante qualche chilometro da casa Cohen-Chang, in un batter d’occhio arrivarono dai rispettivi fidanzati
Non appena arrivata al parco, Quinn prese la sua piccola e la sbaciucchiò.
-Oh tesoro della mamma, mi sei mancata tantissimo!- esclamò abbracciando la piccola
-Ma se siamo stati via un ora!- disse Mike guardandola
-Zitto Mike! È sua figlia!- rispose Tina dandogli un colpo sul braccio
-Sam devo parlare con te!- esclamò la ragazza bionda
-Che succede?- domandò il ragazzo
-Preferirei parlarne in privato- rispose lei
-Devo preoccuparmi?- chiese lui
-No, tranquillo!- rispose lei e si allontanarono dagli altri
-Che succede amore?- domandò Sam
-Ti ricordi la tipa che mi aveva mandato durante il periodo della gravidanza quel messaggio con allegata la foto di te che baci un’altra ragazza?- chiese Quinn
-Si, adesso non si fa più sentire vero?- domandò il ragazzo e lei non rispose -Quinn non si fa più sentire vero?- insistette -Cavolo Quinn ti avevo detto di avvisarmi! Perché non mi dici mai nulla? Mi tieni fuori dalla tua vita quasi come fossi un estraneo. Sono il tuo ragazzo. Sono il padre di tua figlia!- esclamò lui arrabbiato
-Come scusa?- chiese Quinn sperando di non aver capito bene
-Quinn non volevo dire questo!- disse velocemente il ragazzo cercando di mettere le cose a posto
-Di mia figlia? Lei è anche tua figlia! Sarebbe stato meglio se fosse stata solo figlia mia a questo punto!-esclamò la bionda e tornò dagli altri
-Aspetta Quinn! Quinn!- esclamò Sam rincorrendola
-Che succede?- domandò Rachel
-Quinn aspetta non volevo dire quella cosa, l’ho detto senza pensarci, sai quanto ami te ed Ashley- disse lui facendo girare la sua fidanzata
-Le cose dette senza pensare sono quelle più vere!-  detto questo la bionda mise la piccola nel passeggino e andò via
-Che diavolo le hai fatto?- esclamò Santana guardandolo male
-Niente stavamo parlando e le ho detto che sono il padre di sua figlia e non di nostra figlia, insomma è una stupidaggine!- rispose Sam
-Non lo è quando sei costantemente sotto pressione, tutti pensano che tu non ce la faccia e una pazzoide cerca di mettersi fra te e la persona che ami- affermò Santana
-Ha ragione!- l’appoggiò Rachel
-Ma dai che state dicendo!? Non ha mica detto che non riconosce sua figlia? Si è preso le sue responsabilità quando ha scoperto che era incinta, che altro volete!- disse Puck
-Ma che stai dicendo? Che diavolo stai dicendo idiota!?- esclamò Santana guardandolo male
-Andiamo da lei, facciamola calmare e vedrai che si aggiusterà tutto entro stasera, Quinn è stressata, dorme pochissimo per via della piccola ed è molto sensibile in questo periodo!- disse Tina
-Che fai vieni via con noi?- chiese Mercedes guardando Sam
-Io fossi in te verrei!- esclamò Brittany
-si, vengo con voi!- detto questo tutti insieme si recarono a casa Fabray
Quinn era nella sua stanza che cullava piangendo la sua bambina. In effetti quello che aveva detto Sam era una cosa banale, tutti i genitori quando si arrabbiano dicono all’altro “Tuo figlio di qua, tua figlia di la, tuo figlio ha fatto questo ecc…” qual’era il vero motivo per cui la Fabray piangeva? Siamo sicuri che avesse detto tutto alle sue compagne? Quello che Santana, Rachel, Brittany, Mercedes e Tina non sapevano e che quel messaggio non era il primo dopo tanto tempo. Infatti Quinn riceveva continui messaggi da un paio di mesi ormai ed era così tanto spaventata da questa persona da non riuscire a chiedere aiuto neanche alle persone a cui voleva bene. Perché la biondina era tanto spaventata? Qual era il contenuto dei messaggi?
Le ragazze e Sam fecero “irruzione” nella stanza della ragazza. Quando Sam la vide corse da lei. Si inginocchiò e la guardò. Aveva il viso basso, le lacrime cadevano piano lungo il suo volto. Prese la piccola dalle sue braccia e la diede a Tina che stava accanto a lui con le atre. Subito dopo l’abbracciò. L’abbracciò così stretta da poter sentire le lacrime di lei bagnargli il collo e il suo cuore battere a ritmo irregolare. Le passo una mano tra i capelli e le fece appoggiare il viso sulla sua spalla. Con l’altra mano le accarezzò la schiena. Nel frattempo le ragazze si guardavano tra di loro preoccupate, capendo che il problema era più grave di quanto pensassero. Loro conoscevano bene Qiunn, è vero aveva partorito da poco, la pressione, l’ansia, ma non se la sarebbe mai presa così tanto e soprattutto non avrebbe mai avuto quella reazione.
-Quinn scusami, mi spiace così tanto, non credevo la prendessi così male- sussurrò Sam all’orecchio della sua amata staccandosi lentamente e guardandola negli occhi
-No, sono io che dovrei scusarmi con te, me la sono presa per una cosa inutile. La verità è che non ce la faccio più! Questa storia mi sta uccidendo!- esclamò lei andando a sedersi sul letto
-Questa storia? Aspetta di che parli? Non parli della nostra bambina vero?- chiese lui
-No, lei è la cosa migliore che mi sia potuta accadere!- guardò la sua piccola e sospirò.
-E allora che ti succede?- domandò Sam
-C’è una cosa che non ho detto a nessuno. Quel messaggio non è il secondo che ricevo!- esclamò la biondina abbassando lo sguardo
-Non è il primo Quinn?- chiese Santana
-No, è da prima che Ashley nascesse che questa persona mi tormenta, non ce la faccio più! Durante il giorno mi arrivano continuamente messaggi, durante la notte lo stesso, non riesco a trovar pace. Sono tutti minacce. Mi dice di lasciare Sam, di litigare con voi, oggi mi ha spaventata a morte. Mi ha detto che se non avessi litigato Sam lei avrebbe soffocato Ashley. Allegato al messaggio c’era una foto di una della bavette di Ashley. Il messaggio diceva testuali parole “Hai visto com’è facile per me mettere le mani sulla tua bambina?” Ecco perché al parco ho esagerato in quella maniera. Prima feriva solo me, adesso sta mettendo in mezzo mia figlia ed io non ci sto. Ho davvero paura.
-Tesoro non ti preoccupare noi troveremo questa troia a costo di controllare tutte le persone con cui hai avuto a che fare da quando sei nata! Nessuno può minacciare le mie amiche!- esclamò Santana e tutte le altre l’appoggiarono.
-Amore io farò di tutto per proteggere Ashley e te! Vedrai che la troveremo, fosse anche l’ultima cosa che faccio! Nessuno può permettersi di minacciare la vita di mia figlia e della mia ragazza!- esclamò lui e abbracciò di nuovo la bionda che lo strinse a se.
 
Ah Lima Heights! Solo lì potevano accadere cose del genere. Solo lì la gente era così cattiva da arrivare a minacciare la vita di altre persone. In quel posto era concentrato il male di Lima, Ohio. Le ragazze avrebbero fatto qualcosa. Sam avrebbe fatto qualcosa. Tutti si sarebbero mossi al fine di scoprire chi era la persona tanto viscida e cattiva al punto da minacciare la vita di una piccola bambina. Si trattava forse di quella Sugar Motta? I motivi quali potevano essere? A questo punto anche lei poteva essere cancellata dalla lista. L’incendio di un piano non era paragonabile alla minaccia di una vita. Rimaneva solo una candidate, Poppy Moore, l’amore è pazzia! Per amore la gente fa di tutto e quella ragazza era stata mollata. “Era proprio la persona giusta.” Pensò Rachel Berry. Come al solito le cose stavano prendevano un brutto verso e toccava a quei poveri ragazzi sistemare tutto.  



















Angolo della scrittrice di Fabiana
cari lettori, innanzitutto vorrei scusarmi con voi se faccio passare così tanto tempo tra la pubblicazione di un capitolo e l'altro. Purtroppo ho recuperato i debiti e ho passato il mio tempo studiando. Dopo gli esami è cominciata la scuola e ho sempre meno tempo grazie ai miei professori che hanno deciso di caricarci di compiti dal primo giorno in cui siamo rientrati, ma passiamo avanti, vorrei ringraziare 
DarkViolet92 e Marta Gleek Mercury per aver recensito il capitolo precedente. Oltre a loro, vorrei ringraziare tutte queste persone che seguono la mia storia:  1. blackflower
2 - DarkViolet92 
3 - Deadpools95 
4 - Enigmah 
5 - eugy14 
6 - frogvale91 
7 - giuliareader
8 - Irix 
9 - JaneQuick 
10 - KopaGleek 
11 - like97 
12 - Lucy_Hawk 
13 - Luigia96 
14 - Marta Gleek Mercury
15 - marty87 
16 - maryellen
17 - Memole91 
18 - Quick96
19 - Rebi gleek 
20 - RedScar 
21 - sarettafly94 
22 - snix_89 
23 - StelleSullaTerra 
24 - Turk759 
25 - V_P 
26 - _pat__xD 

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Capitolo 29
*** 29 ***




29
 

 

Vivere sapendo che qualcuno tormenta la tua famiglia non è una cosa semplice. Ti sembra che tutti contino su di te e ciò non ti rende fiero, ma spaventato, spaventato di non riuscire a garantire la giusta protezione ai tuo cari. Sam si sentiva esattamente così. Era sempre stato un ragazzo coraggioso e nessuno metteva questo in dubbio, ma mai qualcuno aveva minacciato la vita di persone che amava più di se stesso. Seduto sul suo letto pensava, pensava a Quinn, ad Ashley, ma soprattutto a chi potesse essere così cattiva da minacciare la vita di una povera bambina. Rifletté sulle parole dette dalla sua ragazza quel pomeriggio, quando, assieme alle sue migliori amiche era andato a casa sua e aveva scoperto tutto. La biondina gli aveva detto che la "persecutrice" aveva una foto di una bavetta di sua figlia e riflettendo allungo, il giovane ricordò dell'incontro che aveva fatto al parco il giorno prima. 
Nel frattempo a casa Lopez, Santana e Puck abbracciati sul divano guardavano un film per distrarsi da tutti gli avvenimenti di quel giorno. 
-Ho paura Noah, e se dovesse succederle qualcosa? E se dovesse succedere qualcosa ad Ashley?- chiese la ragazza guardando il suo fidanzato impaurita
-Sta tranquilla, Sam non permetterà che accada nulla a Quinn e alla piccola- rispose il ragazzo dando un bacio sulla fronte della mora che appoggiò la testa sul petto del giovane Puckerman. 
-Io non capisco il motivo di tanta cattiveria e se lo dico io è grave, insomma credevo di essere la persona peggiore al mondo, credevo di averle fatte, viste e sentite tutte, ma questo supera ogni limite, è troppo anche per una come me!- esclamò la ragazza
-Non dire così, tu non sei affatto cattiva, anzi sei una persona fantastica, sei dolce, affettuosa e piena d'amore che sottolineo darai solo a me!- affermò lui guardandola negli occhi
-Sei di parte, ciò che dici non vale!- esclamò ridendo lei
-Ecco, è così che ti voglio vedere, sorridente!- esclamò il ragazzo
-Saranno rari i momenti in cui sorriderò, almeno fino a quando questa situazione non si sarà conclusa!- detto questo la mora chiuse gli occhi stanchi e si addormentò tra le forti braccia del suo fidanzato che dolcemente le accarezzava i capelli pensando a quella situazione, quando all'improvviso una lampadina si accese nella testa di Noah, che ricordò qualcosa di importante, gli dispiaceva svegliare Santana, così con fare delicato si staccò dalla sua amata e la adagiò sul divano. Ma mentre si metteva il giubbotto, lei si svegliò e vedendolo uscire gli chiese spiegazioni.
-Dove stai andando?- chiese
-Mi sono ricordato una cosa importante, devo parlare con Quinn e Sam!- esclamò
-Aspetta, vengo con te!- affermò la latina 
Nel frattempo Rachel Berry e Finn Hudson parlavano seduti sul dondolo di casa Berry
-Quindi pensate che sia una ragazza?- chiese Finn
-Si, vuole Sam ed è disposta a tutto pur di averlo a quanto pare!- rispose Rachel
-Che cattiveria!- esclamò il ragazzo
-Minacciare la vita di una piccola innocente- disse la ragazza scuotendo la testa
-Aspetta, hai detto che la tipa ha inviato una foto della bavetta rossa di Ashley su cui è ricamato il suo nome vero?- domandò lui
-Si, proprio così, perché?- chiese la ragazza
-Perché mi sono appena ricordato una cosa, devo parlare con Quinn e Sam!- esclamò il ragazzo.
Lo stesso accadeva in casa Chang e in casa Abrams, tutti i ragazzi stavano ricordando qualcosa di importante secondo loro, qualcosa che avrebbe potuto portarli dalla persona che intendeva minacciare la neo famiglia. 
Anche Kurt Hummel ricordò qualcosa. La prima cosa che fece fu prendere la moto e andare a casa Jones. Suonò il campanello ripetutamente. 
-Che diavolo ci fai qui?- chiese Mercedes aprendo la porta
-Dobbiamo andare!- esclamò il ragazzo tirandola
-Dove?- chiese lei
-Da Quinn e Sam, ho ricordato qualcosa di importante!- 
Non fu necessario aggiungere altro, la ragazza si fidò di quel perfido diavolo con gli occhi azzurri. 
Alle 22.30 erano tutti fuori casa Fabray. Le ragazze non sapevano nulla, aspettavano che i ragazzi parlassero, ma loro le ignoravano totalmente, dicendo solo alcune parole e capendosi. Noah suonò il campanello e in quel momento un auto si fermò proprio davanti al cancelletto di casa Fabray. Sam scese di corsa dall'auto e vide tutti i suoi amici sulla veranda.
-Che ci fate qui?- chiese
-Sam abbiamo ricordato una cosa importante di ieri-
-Sono qui per lo stesso motivo!- 
-Ma che cavolo avete voi ragazzi? la mentalità unita?- domandò Mercedes
La porta si aprì e una assonnata Caroline Fabray apparve sull'uscio della porta
-Ma che diavolo ci fate tutti qui?- domandò la ragazza
-Siamo venuti per Quinn, abbiamo bisogno di vederla!- rispose Sam
-Ascoltate, Quinn si è appena addormentata, Ashley non la fa dormire di notte, lasciatela riposare, non credo sia il momento migliore- cominciò a dire la maggiore ma i ragazzi senza neanche farla terminare piombarono in casa e salirono sino in camera della bionda. Sam aprì la porta e vide la ragazza dormire nel suo letto. 
-Aww che dolce!- esclamò Tina guardando l'amica dormire.
-Si dolcissima, abbiamo bisogno che si svegli, ci pensi tu?- chiese Santana a Sam
-Si, ci penso io- detto questo il ragazzo si avvicinò a colei che beatamente dormiva. -Quinn? Quinn svegliati, Quinn ho notizie per te!- disse sussurrando dolcemente queste parole all'orecchio della sua amata che lentamente aprì gli occhi. -Mi spiace averti svegliata, ma era necessario!- esclamò il biondino
-Non preoccuparti!- rispose lei, poi notò il resto dei compagni e li salutò. -Che ci fate tutti qui?- chiese
-Ah non lo so, chiedilo a loro, ci hanno trascinate qui senza dirci nulla!- disse Santana alzando le mani 
-Quinn forse sappiamo chi ti manda i messaggi!- affermò Artie
-Già- concordò Sam sorridendo alla ragazza
-Chi è?- chiese lei
-è quella ragazza che stava prima con Sam, come si chiama?- domandò Mike non ricordandosi il nome
-Poppy, Poppy Moore- rispose il biondino 
-Sapevo che era quella troietta!- esclamò Rachel
-Rachel non si dicono le parolacce, la piccola potrebbe sentirti e impararle!- esclamò una Brittany arrabbiata
-Brittany a parte, ieri eravamo in giro con Ashley e mentre eravamo fermi a prendere una cosa al bar, ci si avvicina questa mora davvero carina- cominciò a dire Puck, Santana gli diede uno scappellotto al suo ragazzo
-Andiamo avanti- esclamò
-Ahi!- esclamò Noah -Dicevo, ci si avvicina questa ragazza e saluta Sam, poi vede Ashley e gli chiede come si chiama e comincia a giocare con la piccola. Ricordo che aveva in mano il cellulare e probabilmente gli ha scattato li la foto, ieri Ashley aveva la bavetta rossa- concluse il ragazzo con la cresta
-Ma guarda tu sta zoccola!- esclamò Mercedes
-Dobbiamo fargliela pagare, prima di tutto domani andiamo da lei e ragioniamo a modo nostro e poi le facciamo vedere di cosa sono capaci le ragazze di "Lima Heights"- esclamò Tina guardando tutte le sue amiche che annuirono.
 
 
L'indomani le "Ragazze della punizione" sarebbero andate a far visita a Poppy Moore, la sospettata principale. Avrebbero utilizzato il loro metodo speciale per farla parlare e dopo l'avrebbero riempita di botte. Erano cambiate con il passare del tempo, erano maturate, ma si sa, "il lupo perde il pelo ma non il vizio". Nessuno poteva cambiare il modo di fare che caratterizzava le ragazze di Lima Heights, nessuno poteva cambiare il modo di fare di quelle ragazze, che unite più che mai avrebbero rivendicato un'amica ferita. 








L'angolo della scrittrice di Fabi
Mi scuso con voi se il capitolo non è un gran che! Spero che recensiate comunque :DD


 

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Capitolo 30
*** 30 ***



 

30
 



Quella mattina le "ragazze della punizione" si svegliarono più determinate che mai. Avevano uno scopo comune, distruggere Poppy Moore. Santana fu la prima ad uscire di casa, ad aspettarla in macchina c'era Noah. 
-Portami a casa di Rachel!- esclamò la ragazza entrando e guardando dritto. Puck la guardò male.
-Ma come diavolo ti sei conciata?- chiese ridendo e guardando il modo in cui si era vestita
-Stupido!- esclamò lei dandogli una sberla -è un'abbigliamento da lotta- 
-Si vede, ti sei messa una tuta militare, sembra che tu voglia essere accompagnata al campo addestramento, se vuoi ti ci porto, siamo di strada- disse lui ridendo
-E poi come faresti senza me?- domandò lei
-Beh... hai ragione- rispose Puck dandole un bacio
-Però se tu vuoi arruolarti fai pure, i militari sono sexy- affermò Santana mordendosi il labbro inferiore
-Non mi provocare!- disse lui baciandola
-Ok vado a cambiarmi, torno subito!- detto questo la mora tornò in casa e quando uscì era vestita normalmente, maglietta grigia e fuson nero. Entrò in macchina 
-Adesso ti va bene?- chiese indicando il suo abbigliamento
-Si- detto questo il ragazzo mise in moto e accompagnò la sua ragazza da Rachel. -Quando devo passarti a prendere?- domandò 
-Non hai capito? Devi aspettarmi e accompagnare me e Rachel da Quinn- disse la mora
-Ma perché proprio io? C'è anche Finn!- disse lamentandosi come un bambino il ragazzo con la cresta
-Perché mi ami tanto- rispose lei dandogli un bacio dopodiché scese dall'auto e suonò il campanello di casa Berry. Rachel apparve sull'uscio. Indossava una maglia bianca e un fuson nero più corto rispetto a quello di Santana. Guardò l'amica seria.
-Sono pronta, possiamo andare!- esclamò uscendo e raggiungendo con passo deciso l'auto. 
-Buongiorno Rachel!- la salutò Puck
-Giorno Noah!- rispose lei 
Arrivati a casa Fabray trovarono Mercedes seduta sulle scale della veranda impegnata in una conversazione piuttosto accesa con Kurt. Stavano sempre a litigare, mai una volta che andassero d'accordo. Poco più in là c'era Quinn che agitata faceva avanti e indietro con lo sguardo basso. Tina tranquilla se ne stava sdraiata sulle gambe di Mike leggendo una rivista. All'appello mancava Brittany. Santana e Rachel si avvicinarono alle amiche e dopo averle salutate chiesero dove fosse la bionda.
-Oh credo che stia per arrivare- disse l'orientale senza distogliere lo sguardo dal giornale
-Quinn sei agitata?- domandò la latina notando il comportamento dell'amica
-Si, Santana so che sembra stupido, ma nonostante abbiamo fatto questo per tutta una vita ho una paura enorme- rispose la Fabray
-Credo sia perché questa volta hai più cose in ballo, ma soprattutto ci sono di mezzo le persone che ami. Dai andrà tutto bene vedrai!- esclamò la mora abbracciandola. 
-Ti voglio bene stronza!- esclamò la neo mamma
-Ti voglio bene anche io!- rispose di rimando la Lopez. 
-Ecco Brittany!- esclamò Mercedes alzandosi in piedi e indicandola
-Scusate il ritardo, Lord Tubbington mi aveva nascosto le scarpe- disse la bionda
-Ok, ci siamo tutte, andiamo!- esclamò Rachel. 
Dopo aver preso la macchina di Kurt si diressero fuori scuola di Poppy Moore. Era in un quartiere vicino Lima Heights Adjacent, non ci misero molto a raggiungerlo. Come da programma la ragazza arrivò puntuale come un orologio svizzero. Santana uscì dall'auto e le si piazzò difronte.
-Spostati!- esclamò la ragazza ma la Lopez non si mosse -Oh forse tu no habla mi lingua. Lo capisci lo spagnolo? Habla español?- chiese con un aria da stronza stampata sulla faccia
-Brutta stronza sono latino-americana  e sappi che capisco benissimo la tua lingua- rispose 
-Allora perché sei ancora davanti a me?- domandò mantenendo l'aria da dura
-Perché sto per spaccarti la faccia!- affermò Santana
-Ah si? E pensi di riuscirci?- domandò sarcastica la ragazza -Da dove esci da un episodio di Prison Break?-
-Ti piace fare la stronza? Beh hai trovato la persona sbagliata. La stronza qui sono io!- rispose la latina tirandola per il braccio e portandola in un vicolo dove le diede uno schiaffo. 
-Ma chi diavolo sei tu? E che diavolo vuoi da me?!- domandò impaurita Poppy.
-Lei è una mia amica!- esclamò Quinn comparendo alle sue spalle e raggiungendo Santana
-Dovevo immaginare che dietro a tutto questo ci fossi tu!- esclamò la persecutrice ridendo -Piaciuti i messaggi?-
-Ti piace minacciare la gente eh?- domandò la bionda dando un violento schiaffo alla ragazza che reagì cercando di darle uno schiaffo ma non ci riuscì poiché Quinn le bloccò il braccio.
-Come hai fatto a capire che ero io?- chiese
-Sei stupida, mi hai sottovalutata. Io riesco sempre  a sapere tutto ricordatelo! Dato che hai ammesso di essere stata tu adesso mi dovrò vendicare. Mi dispiace tanto per te, anzi non è vero, ti meriti tutto questo e molto altro ancora- esclamò la Fabray -Ragazze!- chiamò e subito queste uscirono la raggiunsero. -Divertiamoci!- esclamò. Nel suo sguardo si poteva vedere la rabbia. Con l'aiuto delle sue amiche la riempì di botte. Santana la prendeva a schiaffi mentre Quinn a pugni. Rachel e Tina le tiravano i capelli e la tenevano ferma, mentre Mercedes e Brittany le davano dei calci. Quando videro il sangue uscire dal naso e dalle labbra della ragazza, si fermarono. -Sam è il mio ragazzo, mi ama e io amo lui, non permetterti di riavvicinarti mai più ne a lui, ma soprattutto non permetterti di avvicinarti a mia figlia, altrimenti ti tolgo dalla faccia della terra. Se li guarderai anche solo da lontano io ti ammazzo! Sia chiaro!- le sussurrò Quinn all'orecchio più determinata che mai tenendola per la maglietta. Poppy non riusciva a parlare per la troppa paura. 
-Oh e per tua informazione, se qualcuno dovesse venire a sapere di questo incontro beh... comincia a scegliere l'interno della tua bara- esclamò Mercedes con tono minaccioso. 
Nel frattempo Sam preoccupato andava avanti e indietro nella stanza di Quinn sfregandosi le mani nervosamente. Caroline, mentre cullava Ashley lo vide e gli disse di stare tranquillo, lei conosceva meglio di chiunque altro la sua sorellina, sapeva di cosa era capace, ma soprattutto sapeva che non si sarebbe mai e poi mai fatta mettere i piedi in testa. Nonostante le parole della grande Fabray, il ragazzo non riuscì a star tranquillo fino a quando non vide la sua ragazza sana e salva senza nessun raschio. 
-Ero preoccupato per te!- esclamò abbracciandola. -Ti amo- Lei lo strinse forte a se come se fosse la cosa più preziosa al mondo. 
-Ti amo anche io- rispose
-Ci è andata bene, era solo una cretinetta che credeva di poter far la dura!- esclamò Santana aprendo il frigorifero e prendendo una torta al cioccolato e panna e andandosi a sedere sul divano. 
-Buon appetito!- esclamò Rachel
-Fare a botte mi mette fama, non è colpa mia!- esclamò la ragazza parlano male a causa dell'enorme boccone.
-Credo che dovremmo festeggiare!- disse Brittany
-Oh mio Dio, Brittany ha appena detto la prima cosa sensata della sua vita!- esclamò Mercedes guardandola e fingendosi emozionata
-Dai smettila, povera!- disse Santana ridendo
Il suono del campanello attirò l'attenzione delle ragazze. Sam andò ad aprire. Era Puck.
-Ehi senti sto cercando di chiamare Santana da un ora quasi, non mi risponde, sono preoccupato e se le è successo qualcosa? Non posso pensarci!- esclamò il ragazzo con la cresa
-Oh che dolce!- mimò con le labbra la latina alle sue amiche 
-Puck è qui sta tranquillo, vieni entra, è sul divano ad ingozzarsi di torta- lo invitò il biondino. Il ragazzo si diresse dalla sua fidanzata.
-Non mi sto ingozzando!- esclamò lei dall'altra stanza
-No, lei non si sta mica ingozzando!- la prese in giro Mercedes
-Mi spieghi perché non rispondi al telefono?- domandò Noah entrando nel salotto
-Perché non lo sento, ho messo la vibrazione- rispose lei. -Ti sei preoccupato?- chiese lei andandogli incontro e portandogli le braccia al collo
-No- rispose lui, notando il modo in cui lei lo guardava -Ok, un po'... va bene mi sono preoccupato, sai quanto io tenga a te, sei la cosa più importante che ho!- esclamò baciandola. 
-Aww ma quanto sono teneri!- disse Tina guardandoli
 
E anche questa storia si era conclusa nel migliore dei modi, ma ancora una questione era in sospeso a Lime Heights. Pensavate che fosse finita? Beh mi spiace deludervi cari lettori, c'era ancora una faccenda da sistemare. Questa volta i protagonisti principali non sarebbero stati Santana e Puck o Quinn e Sam o Rachel e Finn, non avrebbe parlato di Tina e Mike ne di Brittany e Artie, questa volta sotto i riflettori ci sarebbero stati Kurt e Mercedes.

















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Capitolo 31
*** 31 ***




31




Santana e Puck continuavano a baciarsi molto appassionatamente sul divano di casa Jones, lo stesso facevano Quinn e Sam, Finn sembrava volersi mangiare la povera e piccola Rachel dal mondo in cui la baciava, Mike e Tina non erano da meno e di certo Artie e Brittany non erano i più casti. Lei indossava una minigonna ed era seduta su di lui, con le gambe aperte. Gli unici che si giravano i pollici erano Mercedes e Kurt.
-Sam non vorrai metterla incinta di nuovo vero?- domandò ironico Kurt
-Ah ah ah spiritoso- rispose Quinn
-Finn se non raffreddi i bollenti spiriti te la mangerai quella poverina- esclamò il latticino
-Fatti gli affari tuoi Kurt!- rispose il ragazzo
-Artie vorrei ricordarti che non stiamo girando un filmino porno- continuò Hummel
-Fottiti Hummel- esclamò il ragazzo
-Tina se non lo fai smettere adesso ti ritroverai presto con una pagnotta nel forno- esclamò il ragazzo con gli occhi azzurri mettendo una mano sulla spalla dell’orientale
-Puck, Santana quanta saliva vi siete già passati? Quindici litri? Siete li a limonare da almeno un’ora!- affermò il latticino
-Kurt chiudi la bocca e datti da fare, lo sappiamo tutti che vuoi Mercedes- esclamò Santana zittendolo. Il ragazzo diventò di colpo rosso in volto e abbassò lo sguardo. Poi si avvicinò alla ragazza corpulenta e le mise una mano sulla spalla.
-Leva la tua lurida mano dalla mia spalla- esclamò lei
-E se non volessi?- domandò  lui
-Te le spezzerei- rispose Mercedes
-Tutti si aspettano che ci baciamo- disse Kurt
-Beh mi spiace ma andranno via delusi- continuò Mercedes. Detto questo Kurt uscì da casa Jones e si sedette sulle scale. Lei lo raggiunse.
-Che vuoi?- domandò lui
-Fa freddo, entra, non voglio averti sulla coscienza- rispose lei
-Non entro. A quanto pare non sono il benvenuto in casa tua- esclamò Hummel
-Certo che sei il benvenuto, ma solo come amico- puntualizzò la Jones
-Ma che ti ho fatto di male, perché mi detesti così tanto? Insomma ti sto praticamente facendo la corte da mesi se non anni, ma continui a snobbarmi- affermò il latticino
-Kurt non ti detesto affatto. Anche se non ci crederai, ti voglio bene. Sei mio amico, sei divertente e anche carino. Solo che non sarai mai il ragazzo che fa per me. Non sei una persona seria, pensi solo a giocare a cambiare ragazza ogni giorno. Io non voglio essere una delle tante. Non mi avrai mai mettitelo bene in testa. Io non sono la tipica ragazza da una botta e via. Io sono la tipica ragazza da scopa e coccola, non da scopa e vai via prima che si svegli, capisci?- domandò lei -Sono impegnativa. Tu vuoi solo entrare nelle mie mutande, niente di più, io non voglio questo- disse la ragazza di colore
-Se pensi davvero che io sia quel tipo di ragazzo, beh non mi conosci affatto. È vero in passato sono stato uno stronzo con le ragazze, ma è da quando ho capito che tu sei la ragazza giusta per me, sono cambiato. Non vado a letto con nessuna da mesi ormai, solo perché aspettavo te, solo perché l’unica ragazza con cui vorrei farlo mi tratta da schifo. Tu non sei una delle tante, tu sei l’unica fra tante. L’unica che voglio e l’unica che amo. Sai quanto è difficile per me dire una cosa del genere- affermò Kurt
-Scusa come?- domandò Mercedes
-Hai capito bene- rispose lui
-Mi ami?- chiese ancora lei incredula.
-Si- rispose lui abbassando il volto
-Mi spiace, non potremmo stare insieme comunque, ho paura, non ho certezze- puntualizzò la ragazza corpulenta
-Ma almeno mi ami?- domandò lui
-Amare è una parola importante Kurt- disse lei. Sentendo quelle parole, lui scosse la testa amareggiato e si incamminò. -Kurt aspetta, non mi hai fatto finire di parlare- disse lei
-Non ce n’è bisogno, ho già capito- rispose lui mettendo le mani in tasca
-Kurt aspetta- disse lei seguendole e fermandolo -Io ho detto che amare è una parola importante ma non ho detto di non amarti-
-Quindi mi ami?- domandò lui guardandola negli occhi
-Si, ti amo- rispose lei abbassando lo sguardo. Lui sorrise. Le mise una mano sul volto e cercò di baciarla, ma lei si scansò.
-Mi spiace, con me devi penare, non penserai mica che mi lascio baciare così facilmente- disse lei ridendo e tornò in casa. Lui più felice che mai la seguì. Quando tornarono dentro, gli amici erano tutti seduti a posti diversi, Santana era vicino a Finn, Rachel vicino a Mike, Tina vicino a Puck, Quinn vicino ad Artie e Brittany vicino a Sam.
-Ragazzi ci stavate spiando?- domandò Kurt
-Chi noi?- domandò Artie indicandosi -No, per niente, cosa te lo fa pensare?- domandò
-Ma dai, guardate non avete fatto in tempo neanche a sedervi ai posti di prima. Che stupidi- disse Mercedes lanciando dei cuscini in faccia ai suoi amici. Da quell’azione cominciò una vera e propria guerra. Era da tanto che non lo facevano, divertirsi intendo. Erano cresciuti troppo in fretta e in quegli ultimi mesi, anzi in quell’ultimo anno e mezzo la loro vita era stata stravolta. Un uomo saggio era entrato nella loro vita e gli aveva insegnato come affrontarla. Gli aveva fatto da padre, fratello e amico. Non aveva mai smesso di credere in loro e aveva sempre cercato di tirar fuori la parte migliore che ognuno aveva da offrire. Will Schuerster non aveva mollato. Li aveva istruiti, amati, odiati (quanto gli facevano i dispetti e non lo ascoltavano), ma alla fine gli voleva bene come fossero tutti figli suoi. Era un uomo con il cuore puro, buono. Un uomo il cui scopo nella vita era aiutare il prossimo, aiutare coloro che sono in difficoltà e che non riescono a camminare con le proprie gambe. Lui era lì a dargli una spinta. Ad aprirgli una nuova visone del mondo, a spronarli per dare sempre il meglio, per loro e per gli altri. Quello che quell’uomo aveva fatto era davvero ammirevole. Era un uomo forte e senza paura. Un uomo che era andato oltre le apparenze e che aveva saputo riconoscere la vera essenza di quei ragazzi, aveva saputo arricchire il loro animo e ampliare i loro orizzonti. Era una delle persone a cui “i ragazzi della punizione volevano più bene”. Se non ci fosse stato lui, probabilmente questa storia non si sarebbe conclusa così. Probabilmente Puck e Santana si odierebbero ancora, Sam avrebbe ancora paura di chiedere a Quinn di uscire, Rachel non si sarebbe mai sentita bella e Finn mai sentito amato. Artie avrebbe perso Brittany e Mike e Tina non avrebbero scoperto di essere innamorati. Kurt avrebbe continuato ad essere il solito playboy e non avrebbe mai rivelato il suo amore a Mercedes, la quale ugualmente innamorata avrebbe per sempre sofferto per le azioni del latticino.
Passarono le settimane, passarono i mesi, i ragazzi crescevano e maturavano sempre di più, adesso avevano degli ideali, dei progetti. Cose che avrebbero solo potuto sognarsi prima dell’arrivo di Schuester. Puck e Santana stavano ancora insieme, innamorati più che mai. Avevano deciso di andare al college, ovviamente insieme, erano inseparabili. Quinn e Sam erano più felici che mai. Avevano una bellissima storia d’amore, una bellissima bambina e una vita invidiabile. Sam era riuscito ad entrare alla facoltà di legge, presto sarebbe diventato un avvocato per garantire un futuro dignitoso alla sua famiglia. Aveva chiesto la mano di Quinn, e subito dopo la laurea sarebbero convolati a nozze. Più i giorni passavano e più Finn e Rachel si amavano. Avevano deciso anche loro di andare al college, avevano puntato ad un’accademia delle arti, lei aveva una voce bellissima e anche lui. Sicuramente sarebbero stati presi. Mike e Tina come da previsione a breve sarebbero diventati tre. L’orientale infatti, aspettava un bambino. Un maschietto, lo avrebbero chiamato William in onore del grande uomo che li aveva aiutati. Brittany e Artie avevano aperto un negozio d’arte e d’animali che erano le cose che più amavano. Erano felici e super innamorati, una coppia invidiabile. Lo stesso si può dire di Kurt e Mercedes. Lui aveva dovuto penare tantissimo, ma alla fine era riuscito a diventare il suo fidanzato. Si amavano, si amavano davvero tanto. Lui era diventato una persona diversa, una persona migliore. La amava più di ogni altra cosa al mondo, lo stesso si può dire di lei. Hummel lavorava nell’officina di suo padre e assieme alla Jones stava per comprare casa. Si può dire che le loro vite ormai erano fantastiche, erano state stravolte. Niente più problemi con la legge, niente più problemi di cuore, certo, i litigi non mancavano, ma erano litigi banali e stupidi che di certo non avrebbero compromesso il forte legame che c’era tra le coppie.
Una mattina tutti insieme andarono sotto casa di Schuester e dopo aver attaccato le casse ad un generatore cominciarono a cantare We Found Love di Rihanna.
Grazie a Will loro avevano – come recita la canzone – trovato l’amore in un posto senza speranza. Era per loro giunto l’inizio di un’altra vita.
Lima Heights era anche questo gente. Quei ragazzi erano riusciti, grazie all’aiuto di quel grand’uomo a trovare la luce nell’oscurità. Perché ricorda caro lettore: “When you’re sad, you’re not sad. You are merely oblivious to the good things in your life. There is always a crack of light in the darkness. Find it!” “Quando sei triste, non sei triste. Sei semplicemente ingaro delle cose buone nella tua vita. C’è sempre uno spiraglio di luce nell’oscurità. Cercalo!”
[Cit. Dianna Agron]







 (Prima)
 (Dopo)









 (Ashley Evans)



































L'angolo della scrittrice di Fabiana
Ok, siamo arrivati alla fine di questa storia. Mi spiace finira, devo essere sincere, ma tutte le cose prima o poi finiscono. Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno seguito la mia storia. Vorrei ringraziare tutti quelli che l'hanno recensita, in particolar modo Marta che mi supporta sempre e che legge tutte le mie FF. Poi vorrei ringraziare quelli che l'hanno inserita tra le storie preferite, seguite. Chi mi ha inserito negli autori preferiti e anche coloro che "anonimamente" mi hanno seguita. Mi fa davveor piacere sapere che c'è qualcuno che legge ed apprezza le mie storie. Ancora un grazie infinito a tutti voi e alla prossima Fan Fiction... :DD 
P.S. mi spiace se ho deluso le aspettative di qualcuno. 

Fabiana

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