Becoming Mrs Malfoy

di Rumaan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Becoming Mrs Malfoy Cap 1

Attenzione : Questa storia non è mia, ma di un'autrice di nome Rumaan, come potete notare dal mio nickname.
La pubblicazione originale è in inglese e la trovate sul sito Fanfiction.net, a questo link:


http://www.fanfiction.net/s/7539428/1/

Questa è solo una traduzione fatta da me, ovviamente con il permesso dell'autrice (il messaggio con cui mi autorizza a farlo è trascritto nelle "note dell'autore" sul profilo).

Storia scritta senza alcun scopo di lucro. I personaggi originari ed il loro mondo appartengono
a J.K. Rowling.


Dettagli importanti
: Harry e Daphne si vedono già in segreto ed Harry, Ron e Draco sono amici.
Inoltre in questa FF Severus Piton è ancora vivo, ed Hermione nella prima parte della storia è molto testarda e molto OOC,
ma comunque migliorerà.

Spero vi piaccia. Buona lettura e se volete commentate.


Capitolo 1



Hermione uscì come una furia dal camino di Harry e Ron, evidentemente arrabbiata.
Harry riuscì addirittura a vedere del vapore uscirle dalle orecchie e Ron giurò che i suoi capelli avessero vita propria, frementi
di rabbia, il che li faceva sembrare quasi come i serpenti che aveva in testa Medusa.
“L’avete visto?” gridò Hermione.
Harry sussultò. Non aveva ancora bevuto il suo caffè, ed una Hermione alterata in quel modo non era mai stata qualcosa da affrontare senza prima aver bevuto il proprio caffè mattutino.
“Buongiorno anche a te, tesoro mio” disse ironicamente Ron.
Hermione si limitò a guardarlo truce, non avendo esattamente l'umore per essere distratta dalle sue irritanti battute.
"Bene, allora lo avete visto!” strillò ancora una volta, sbandierando in giro la lettera come se fosse una demente.
Harry semplicemente allungò la mano, e con un cenno del capo le chiese di dargliela.
Non avrebbe avuto pace e, cosa molto più importante, non sarebbe riuscito ad avere il suo caffè, finché lei non fosse riuscita
a mostrargli cosa l'avesse fatta uscire dai gangheri in quel modo quella mattina.
Harry prese il foglio sgualcito e gettò via la busta.

“Cara signorina Granger,
Siamo dolenti di doverLa informare che una maledizione è stata posta sugli ex studenti di Hogwarts appartenuti alle case
di Grifondoro e Serpeverde. In modo tale da poterla combattere, abbiamo dovuto predisporre misure estreme ma,
per quando spiacevoli, necessarie. Abbiamo quindi associato tutti gli studenti di Grifondoro con un/a partner Serpeverde
disponibile, ed intrapreso una ricerca tramite test caratteriali molto rigorosa, per riuscire, alla fine, ad associarLa ad un compagno
compatibile.
Dobbiamo altresì notificarLe che il suo partner corrispondente è Draco Malfoy.
Cordialmente La invitiamo quindi a presentarsi all'incontro fissato per Giovedì 27 Ottobre, dove saranno rivelati maggiori dettagli
sulla maledizione, e farà la conoscenza del Suo futuro sposo.
Sinceramente Vostra,
Hestia Jones.
Ministro della Magia"

Harry passò la lettera a Ron. “Potrebbero aver sbagliato, Hermione”.
Hermione gli alzò contro la bacchetta, in segno di minaccia. “Come esattamente potrebbero aver sbagliato, Harry James Potter? Per prima cosa, che maledizione è questa? E seconda cosa, Malfoy? Dovranno trascinare il mio cadavere per la navata della chiesa, prima che io sia d'accordo!”.
Harry ignorò Hermione che brandiva la bacchetta, ben conscio che non l'avrebbe realmente affatturato; era solo molto irritata.
“Avresti potuto avere come compagno Gregory Goyle, o quella frana di Marcus Flint.”
Hermione soffiò indignata, “Credo che darei una possibilità ad entrambi, piuttosto che a quel maledetto furetto. Metterci a coppie con i Serpeverde è sbagliato. Come hanno potuto farci questo?”
Ron, che era stato strategicamente tranquillo ed in disparte fino a quel momento, saltò fuori con una delle sue battute, “Pensa a
tutti quei bei piccoli cuccioli di furetto albino che avrai. Ma sono realmente definiti cuccioli, i baby furetti?”, chiese distratto.
Harry non seppe come riuscì a gestirla, ma soppresse con la mano la risata che stava per esplodergli dal petto, lanciando a Ron
uno sguardo, e parlando poi rivolto a lui, “Hai istinti suicidi?”; successivamente si mise ad osservare come Hermione si sforzasse
di parlare, nonostante fosse così arrabbiata.
“Oh no, in realtà credo che i baby furetti non siano chiamati cuccioli, ma volpini. Non vedo l'ora di giocare allo zio con la tua
cucciolata di volpini, Hermione” continuò candidamente a dire Ron, non comprendendo l'avvertimento di Harry nei suoi confronti.
“Sono felice tu ti stia divertendo tanto Ronald, ma alcuni di noi ricordano la vera natura della Casa di Serpeverde, e non trovano per niente eccitante il fatto che dovremo sposarli”, disse Hermione, gesticolando con le mani per aria, prima di uscire dalla stanza come una furia nello stesso modo in cui era entrata, e smaterializzandosi a casa sua.
“Credo che sia solo abbastanza sorpresa e turbata per il con chi l'abbia messa in coppia il Ministero ”, fece notare sarcasticamente Ron.
Harry scosse la testa in direzione del suo amico rosso. “Le daremo un'ora per calmarsi, poi ritorneremo sulla questione e
tenteremo di farla sentire meglio”.


Un'ora dopo Hermione era ancora ugualmente turbata. Aveva praticamente scavato un buco sul tappeto a forza di andare
avanti e indietro, e stava battendo i piedi su e giù,  strappandosi in contemporanea i capelli, quando Ron ed Harry arrivarono
per vedere come stesse.
“Vuoi vedere chi ci siamo beccati noi?” chiese Harry per iniziare la conversazione, sperando che la sua curiosità avrebbe superato
la rabbia estrema.
“Spero, Ronald, che ti sia capitata Millicent Bulstrode,” disse Hermione sgarbatamente.
Ron semplicemente inarcò un sopracciglio, “Tristemente, meglio per te comunque, sono stato estratto per fare coppia con
Tracey Davis. A dire la verità non posso dire di ricordarmela. Qualche ricordo al riguardo che vuoi condividere, Hermione?”
“Ehmm, nessuno, mi spiace”, disse Hermione, facendo sfumare lievemente la rabbia nel rispondere alla domanda. “E tu, Harry?”
“Io sono stato messo in coppia con Daphne Greengrass” disse Harry con noncuranza.
“Oh! Avevo dato per scontato che uno di voi avrebbe avuto Pansy Parkinson. Mi chiedo chi si sia beccato il Carlino”.
“ Non lo so, ma l'incontro è solo fra pochi giorni, credo che avremo qualche pettegolezzo” precisò Ron.
“Oh no, il Ministro non aspetterà fino a quel momento per sentire ciò che io ho da dire. Non posso credere che ci abbiano fatto
questo, e per di più mi hanno affibbiato quel codardo e patetico Mangiamorte dei miei stivali. Dimostrerò ad Hestia quanto sia veramente insostenibile quest'idea.”
Harry sospirò, riconoscendo i segni dell'imminente monologo di Hermione sui Serpeverde.
“É una maledizione, Hermione. Sono sicuro che Hestia la settimana scorsa non fosse così annoiata da decidere che tutto questo sarebbe stato un divertente espediente per dare una scossa alla monotonia del suo lavoro”.
“Sono passati otto anni da quando abbiamo lasciato Hogwarts, come mai sentiamo parlare di questa maledizione solo ora?”
“Non lo so, non ho la possibilità speciale di intromettermi negli affari del Ministro”.
“Tu e Ron siete Auror, perché non ve ne hanno?”
Harry si passò le dita tra i capelli, già scompigliati, per l'esasperazione. Hermione era praticamente impossibile da trattare quando si arrabbiava così. “Non lo so, e no, prima che tu possa anche solo pensarlo, non giocherò la carta del – Io sono Harry Potter e quindi sono speciale – solo perché tu possa scoprire cosa sta succedendo. Inoltre Hestia non ci casca mai, nemmeno quando sono abbastanza stupido da farlo su tua richiesta.”
Hermione capì che Harry non si sarebbe piegato al suo desiderio d’informazione questa volta; si arrese quindi alla sua rabbia con
un grande sospiro e si buttò sul suo divano. “Qualcuno ha parlato con Ginny? Qualche indizio su chi le è capitato?” chiese Hermione.
“É agli allenamenti delle Herpies. La squadra intendeva essere irreperibile fino alla prima partita della stagione, ad Halloween,
ma suppongo che il Ministro con la sua posizione avrà fatto pressione e si sia accertato che partecipi all'incontro” rispose Ron. Ginny era infatti entrata come giocatrice professionista di Quidditch per le Holyhead Harpies, con grande sgomento dei suoi pazzi fratelli giocatori, ai quali nessuno aveva offerto nemmeno un provino per una squadra professionista, figuriamoci un contratto.
Ron ne fu particolarmente offeso, ma venne presto confortato dal fatto che avrebbe avuto i biglietti gratis per le partite di Quidditch
ed avrebbe capeggiato il team di sua sorella, lasciando perdere i suoi amati Cannoni di Chuddley.
“Devo sposare Malfoy! Cosa farò?” chiese Hermione con un lamento.
Harry e Ron si scambiarono uno sguardo prima di sedersi di fianco a lei ed abbracciarla. “Andiamo, Hermione, non potrà
essere così male! La lettera diceva che hanno fatto dei test sulla personalità, quindi forse voi due siete più compatibili di quanto pensi”, disse Harry, ottimista.
“Chi sei tu e cosa ne hai fatto di Harry?”
“Harry ha ragione, Hestia non ti avrebbe imbrogliato di proposito, Hermione”, commentò Ron.
“Forse avresti bisogno di dargli una possibilità. Potrebbe essere cambiato”.
“Cosa è andato storto con voi due? Odiate Malfoy più di me. O almeno, lo facevate”.
“Non siamo più a scuola. Abbiamo dovuto lavorare con persone con le quali non avremmo voluto passare nemmeno un giorno.
Intendo, chi avrebbe pensato che sarei stato assegnato come compagno di squadra ad Ardian Pucey e che siamo
ancora messi così?”, disse Ron. “Tu semplicemente non l'hai fatto perché lavori nel Dipartimento per la Regolazione ed il Controllo delle Creature Magiche”.
“Questo piuttosto dimostra la mia posizione, e non tirare in ballo la storia di Adrian, perché non è nemmeno una grande pubblicità
per evidenziare quando siano cambiati i Serpeverde”.
Ron fece una smorfia, mentre cercava di pensare ad un modo per contrattaccare l'argomentazione di Hermione, ma, come al solito,
venne messo in difficoltà. La ragazza era di gran lunga troppo intelligente, addirittura troppo per il suo stesso bene.
“Provaci e pensa positivo, Hermione. Il Ministro non ci farebbe fare tutto questo senza un buon motivo”, ragionò Harry.
“Aspetta un attimo”, disse Hermione, e tirò fuori la sua lettera sgualcita da sotto il cuscino del divano. “Guarda, la lettera dice che ci hanno associato, ma non dice che dobbiamo sposarli. Semplicemente io rifiuterò. Alla peggio cosa possono farmi? Minacciarmi di espellermi dal mondo magico? Vorrei vedere se osassero tanto”, gridò gioiosamente Hermione, sentendosi trionfante per aver trovato una via di scampo.
“Non lo so, Hermione, loro parlano di una maledizione. Sono sicuro che potremmo avere una piccola possibilità a riguardo”.
“Così, è una maledizione. Sono sicura che con una piccola ricerca, potremmo scoprire di cosa si tratta e, con l'aiuto di Bill, potremmo
spezzarla. Credo veramente che il Ministro abbia esagerato”.
Harry e Ron rimasero a guardare, mentre Hermione volò intorno per il suo soggiorno, tirando fuori libri a caso dalle sue svariate
mensole di libri e scagliandoli sul basso tavolino da salotto. “Sarò avvantaggiata, e farò alcune ricerche generali prima dell'incontro
della prossima settimana”.
Loro scossero la testa, ben sapendo che non sarebbero riusciti ad interrompere quel fiume in piena. “Ehi, Ron, Bill è già tronato
dall'Egitto? Mi piacerebbe vederlo prima dell'incontro, per vedere ciò che posso racimolare in fatto di notizie. Scommetto che lui
ha sentito qualcosa di questa maledizione”, chiese Hermione.
“Ehm, non ne sono sicuro. Veramente è un po' che non sono a casa, ma posso mandare un gufo a mamma e Fleur, e vedere se
è già tornato”.
“Sì, sarebbe fantastico”.
Hermione a quanto pare aveva tirato fuori tutti i libri che aveva riguardanti le maledizioni, ed ora stava sfogliando alcuni volumi
in contemporanea, mormorando da sola.
Harry e Ron quindi non potettero fare altro se non salutarla entrambi e ritornare tramite metropolvere al loro appartamento; si sarebbe solo annoiata se l'avessero interrotta. Per ore non notò nemmeno che se n'erano già andati.

Harry e Ron atterrarono di nuovo nella loro cucina ed Harry preparò per entrambi una tazza di tè, sentendone il bisogno
dopo aver avuto a che fare con una Hermione così maniacale quella mattina.
“Allora, quando pensi che glie lo dirai?”, chiese Ron.
Harry fece una smorfia, “Non lo so. Speravo di esporle delicatamente il problema, ma credo che semplicemente farei meglio a dirglielo chiaro e tondo prima che lo scopra da qualcun altro, all'incontro”.
Ron ridacchiò per il suo addolorato amico, “Non ti invidio compagno, e se fossi in te prediligerei un posto pubblico in caso perdesse completamente la testa”.
“Daphne sta diventando insopportabile. Mi ha assillato per anni per dire ad Hermione di noi. Vuole uscire allo scoperto, ed il fatto che io continui ad essere riluttante nel raccontarglielo la sta facendo diventare matta”.
“Non so perché si è messa con te. È nettamente troppo di classe per uno sciattone come te”.
“Ehi, dovresti dispiacerti per me, non fermi stare peggio”.
“Cosa c'è da dispiacersi? Hai una ragazza formidabile che ti ama, e tu sei troppo codardo da dire alla tua migliore amica di lei.
Sei solo fortunato che Daphne non abbia ancora messo da parte il tuo patetico sederino”.
Harry picchiò la testa sul tavolo, “Lo so. Sono un totale incapace. Ma Hermione fa così paura quando è arrabbiata, ed odia i Serpeverde! Non credevo fosse possibile, ma il suo odio si è ingrandito maggiormente da quando ci siamo diplomati”.
“Crea campagne per la liberazione degli Elfi Domestici, non è una cosa che la farà addolcire nei confronti della Casa delle Serpi”.
“Bene, allora quando le dirai che te la sei squagliata per giocare a Quidditch con i tuoi amici rettili? Lei pensa che tu tolleri
solo Pucey, non sa che sei un buon amico di tutti loro e che ci socializzi nel fine settimana”.
“Come si siamo finiti in questo casino?” gemette Ron.
“Abbiamo abbassato la guardia, e la cosa successiva, come sai, ci ha portato fino ad avere un appuntamento, ed abbiamo iniziato
ad uscire con un gruppo di Serpeverde”
“Mentendone al riguardo con Hermione. Abbiamo veramente istinti suicidi.”
“Già, e senza che lo sapesse abbiamo sotterrato l'ascia di guerra con Draco”.
“Oh, dovremmo andare a trovarlo. Voglio vedere la reazione alla sua lettera.”, disse Ron, saltando immediatamente su dalla
sua sedia, eccitato.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Becoming Mrs Malfoy Cap 2

Grazie a chi ha già inserito la storia tra le preferite e le seguite, e a chi ha commentato, anche da parte della vera autrice.
Ecco qui il secondo capitolo. Spero vi piaccia e buona lettura.

Capitolo 2

Draco Malfoy si stava rilassando nella sua biblioteca, contemplando il destino.
Se qualcuno, una decina di anni prima, gli avesse detto che gli sarebbe stato ordinato dal Ministero della Magia di sposare Hermione Granger, prima lo avrebbe affatturato, e poi avrebbe chiamato suo padre per sistemarlo del tutto.
Ora, non disponeva più di questo lusso.
Suo padre era morto non molto tempo prima, dopo aver ricevuto il Bacio del Dissennatore ad Azkaban e lui, da solo, aveva dovuto sottostare ad un intenso programma di riabilitazione, che lo aveva forzato a vivere nel mondo dei babbani per un anno.
Era poi riapparso nella società magica, per trovarla molto cambiata. Molti amici e coscritti di Serpeverde ora lavoravano per il Ministero, e si erano fatti amici i Grifondoro, una volta rivali.
Gli ci era voluto ancora un po' per salire a bordo, ed aveva schernito e preso in giro Adrian per la sua nuova scelta di amicizia con Ron Weasley. L'aveva invece praticamente schiantato il fatto che Daphne Greengrass uscisse con Harry Potter.
Circa un anno fa, lei si era finalmente stancata dei suoi orribili commenti, ed aveva rifiutato di stare a sentire le sue sfuriate su quando fosse disgustosa la cosa; lo aveva quindi minacciato di tagliarlo fuori dalla sua vita se non avesse accettato la sua relazione, ed era stata abilmente sostenuta da Blasie Zabini e Theo Nott. Messo di fronte alla possibile perdita dei suoi più cari amici, Draco aveva quindi dovuto mordersi la lunga, ed accettare anche di incontrare Potter per renderla felice.
Nemmeno in milioni di anni avrebbe immaginato che sarebbe uscito a divertirsi con il “Martire-Suicida” ed suo amico del cuore “Testa Rossa”. L'inferno non si era ancora ghiacciato, ma era una cosa che sarebbe presto successa.
Severus Piton entrò nella biblioteca, “Hai visite”, disse, sogghignando sulle ultime parole, rendendo Draco praticamente sicuro sul chi fosse venuto a trovarlo.
Una delle cose più sorprendenti che accaddero dopo la guerra, fu il matrimonio di Severus Piton e Narcissa Malfoy.
Draco era rimasto completamente stranito quando lo avevano messo al corrente della loro relazione, ed al fatto che avessero maturato quei sentimenti proibiti per anni. Non fu comunque un cambiamento che lo fece scervellare molto. Sua madre meritava di essere felice, e così anche Severus, che aveva dovuto fare il doppio gioco per così tanto tempo che ormai aveva iniziato a dimenticarsi chi fosse in realtà.
Severus non sarebbe mai stato un patrigno adorabile, ma Draco era un Malfoy, e quindi non ne aveva esattamene bisogno, così come nemmeno lo voleva, un padre del genere. Dopotutto, aveva avuto a che fare con Lucius Malfoy per i primi diciannove
 anni della sua vita.
“Potter e Weasley?” chiese Draco.
“Come tu ti sia attaccato a quegli stupidi, non lo so. Ospitano una sola cellula cerebrale in due”, disse molto sarcasticamente Severus.
Draco sorrise al suo patrigno, e scosse la testa. Certe cose non sarebbero mai cambiate. Non importa quanto innamorato fosse di Narcissa; a Severus, Harry Potter, non sarebbe mai piaciuto, puramente per chi fosse suo padre e che avesse sposato Lily Evans.
I sentimenti di Severus per Lily erano un pallido paragone per quelli che provava per Narcissa, ma non per niente era finito nella Casa di Serpeverde. I Serpeverde infatti serbano rancore e non dimenticano mai ciò che gli è stato portato via.
“Fanno fantasticare il mio ego. Mi sento come un vero genio intorno a loro”.
“Bel lavoro. Allora, la Granger è stata scelta come la prossima signora Malfoy. Passando del tempo con lei capirai presto che a malapena gratti la vernice nel settore dei cervelli”, disse Severus pungente.
“Allora la mia intelligenza non incide molto sulla tua lista dei meritevoli ”, colpì di rimandò Draco, ben sapendo quanto Severus fosse orgoglioso che lui fosse arrivato al terzo posto nelle graduatore del suo anno, dopo la Granger e Padama Patil.
Draco si incamminò senza fretta verso il salottino, e rise alla vista di Harry e Ron, che sembravano quasi ammalati ed a disagio, circondati da tutto lo splendore dei Malfoy.
“Quante volte siete state qui voi due, che non riuscite ancora a rilassarvi?”.
“Non ci posso fare niente, amico” disse Ron, “Non è naturale per un Weasley entrare così a fondo nella tana dei Malfoy”.
“Non preoccuparti. Tratterrò i miei antenati dal cercare di ucciderti dai loro ritratti, in caso individuassero quel tuo atroce colore che chiami capelli”.
“Ahahah, maledetta faccia da furetto!”.
 Draco si mise la mano sul cuore ed indicò il suo aspetto perfetto “Oh donnola, mi uccidi con la tua crudeltà”.
“Smettetela di bisticciare voi due, mi state facendo diventare pazzo. Hermione mi ha già regalato il mal di testa oggi”.
“Ahhh, state parlando della mia dolce piccola futura sposa! Come ha preso la novità?”.
“Più o meno come l'avresti presa tu al quinto anno ad Hogwarts”.
“Già. Se fossi in te, Draco, mi assicurerei di avere un perfetto e saldo fascino, prima di comparire a quell'incontro, giovedì. Non vorrei darle l'occasione di maledirti appena ti vedrà”, aggiunse Ron.
“Alla fine ha lo spirito storpiato dei Malfoy”, disse lentamente Draco.
“Come stai prendendo tu la notizia?”, gli chiese Harry.
“Abbastanza bene. Se non posso avere te, caro Harry, allora credo che accetterò la Principessa Grifondoro”, lo canzonò Draco.
Harry divenne verde, e quasi si soffocò, al pensiero che il sarcastico biondino covasse una segreta cotta per lui.
“Lascia in pace il mio ragazzo, serpe” disse Daphne, mentre entrava nella stanza. “Non devi avere quel colorito così pallido, dolcezza, Draco stava solo scherzando”.
“Lo sapevo”, disse Harry, ma il suo spudorato tentativo di mentire venne tradito dal suono della sua voce. Draco roteò gli occhi. Per essere uno che aveva salvato il mondo magico, il Bambino Che É Sopravvissuto non era certo la persona più intelligente.
Lei si fece strada per arrivare ad Harry e lo baciò, prima di far muovere Ron dal divano, così da potersi sedere di fianco a lui.
“Penso che Theo cercherebbe di picchiarti per la tua fortuna. Credo però che la sua prima tappa fosse Blasie”.
“Cosa avrebbe Nott da scaldarsi tanto?” chiese Draco.
“É incazzato perché voi due, secondo le sue testuali parole, - avete le migliori ragazze di Grifondoro, e lui è rimasto con i resti, – ed io concordo. Lo hanno messo in coppia con Lavanda Brown”.
I tre ragazzi fremettero di compassione.
Ron si grattò la testa, cercando di capire chi fosse l'altra ragazza di Grifondoro che Theo avrebbe preferito. “Allora chi ha avuto Zabini per rendere Nott così geloso?”, chiese, facendo scambiare tra Draco ed Harry sguardi divertiti.
“Credo sia stato associato a tua sorella, Ron. La reazione di Blasie è stata la più grande emozione che io gli abbia mai visto esprimere”, disse Daphne, informando Ron.
Ron divenne verde al pensiero che Ginny venisse considerata dai Serpeverde un bel oggetto per cui litigare. Aveva visto solo Harry uscire con lei per un breve periodo, e tutto perché lui era il suo migliore amico e non ne sapeva praticamente niente di ragazze, a diciotto anni.
“Blasie ha sempre avuto una cotta per la piccola Weasley. Ricordo che cercava di negare la sua attrazione per lei durante il sesto anno”, ribatté Draco. “Pansy ne era impressionata”.
“Mentre sono sicura che tu lo abbia sostenuto molto”, disse seccamente Daphne.
“Per favore, basta, quella è mia sorella. Non voglio pensare che sia attratta da qualcuno, lasciate in pace Romeo, alias Zabini”.
“Alla fine, saprò come compiacerla. Peccato per Tracey Davis”, disse sarcasticamente Blasie, mentre si univa agli amici. L'alto e scuro Serpeverde stava trascinandosi dietro un Theo Nott alquanto ridicolo. “Credo che Severus ci avvelenerà tutti. Stava mormorando qualcosa su dei gruppi di selvaggi maghi che popolano la sua casa, dopo avermi condotto verso di voi”.
“No, è solo per la presenza di Potter e Weasley. Non prendete alcun drink che vi venga offerto, ragazzi”, li provocò Draco.
“Comunque, credo che le congratulazioni ti siano dovute, per aver finalmente avuto l'opportunità di mettere le zampe sulla deliziosa Rossa Weasley”, disse Draco al suo impassibile amico.
Ron divenne porpora, “Ehi, quella è mia sorella”, disse stizzito. Il bel Serpeverde scelse di ignorarlo.
"Stessa cosa per voi eh", disse Blasie strascicando le parole, "Comunque, dovresti fare qualcosa per quel nido che hai al posto dei capelli, Ron. Ho il presentimento che occuperanno il mondo e metteranno in piedi una nuova dittatura, che farebbe sembrare
Voldemort un dolce e soffice orsacchiotto di peluche".
I due ragazzi Grifondoro, sentendo quell'insulto, balbettarono. Blasie, visto lo shock sulle facce di Ron ed Harry, inarcò il sopracciglio.
"Voi due non eravate a conoscenza dell'immensa cotta che Malfoy nascondeva per la vostra piccola leonessa sin dall'inizio?".
"Non so perché tu sia sorpreso, Blasie; questo implicherebbe che attualmente dovrebbero pensare a come uscire da questo casino. Tutti noi sappiamo che la Granger è il cervello del gruppo." osservò Theo.
"Ah sì, che stupido ad essermene dimenticato".
Daphne si sporse verso il suo ragazzo, sempre più arrabbiato, e gli strinse la mano, "Non lasciare che tocchino i tuoi tasti dolenti, caro. Sai che tormentare i Grifondoro è il loro passatempo preferito".
"Questo non mi rende meno infuriato". ringhiò Harry. " E cos'è questa storia Draco? Provi qualcosa per Hermione?"
Daphne rise, "Non glie lo farai mai ammettere. Noi a Serpeverde avevamo una scommessa in corso sin dal Ballo del Ceppo al quarto anno, non che poi Draco abbia finalmente confessato. Come la chiamavi si solito Draco?  - Una sudicia piccola Sanguesporco* - ? Ora è troppo testardo per ammettere che è innamorato della donna che non lo guarderà mai in quel modo, o almeno finché non sarà fuori pericolo di aggressioni fisiche ed emotive".
"Sì, sì, ridiamo tutti su Draco Malfoy ed inventiamo falsità su di lui. Quante volte devo stressare voi zucconi che non provo niente per la Granger? É pazza, e sembra non possieda nemmeno una spazzola per pettinarsi", disse irritato Draco.
"Protesta sempre, ma io ho visto la foto che tiene sotto il letto" disse Theo, prendendo in giro i perplessi Grifondoro.
Draco alzò in aria le mani per l'esasperazione "Almeno ricordatevi in che casa siete, ed anche che alcuni di voi hanno paura del mio patrigno", disse, facendo passare lo sguardo su tutti loro. "Non esiterò a dirgli di avvelenarvi tutti nel modo più doloroso possibile".
"Mandi ancora Piton a combattere le tue battaglie?" disse Harry simulando puro terrore. Desiderò poi non averlo fatto, quando Draco gli lanciò contro una fattura Pungente abbastanza dolorosa, senza la bacchetta.
"Severus ha più di qualche utilità. Trasformarlo un mio insegnante privato sull'uso della magia senza bacchetta è una di queste", disse Draco.
Daphne decise di mettersi in mezzo e calmare l'atmosfera instabile. Non importa quando bravi fossero nel farlo, non intendeva lasciarli continuare a divertirsi lanciandosi fatture a vicenda. La rivendicavano come "rimpatriata dei vecchi tempi", ma lei
sentiva che, quando loro cinque erano insieme, nel complesso, c'era troppo testosterone, tanto da rendere irrequieta la mano della bacchetta (o nel caso di Draco, dimostrare la sua nuova abilità nel fare magie anche senza).
"Qualcuno ha sentito Pansy?" chiese Theo.
Ci fu un tramestio imbarazzato. Pansy non aveva preso molto bene la gerarchia del nuovo mondo magico. Si era trovata in difficoltà nel dover sgobbare per entrare in una società nella quale era già indirizzata verso il culmine, per poi trovarsi all'improvviso ad
essere considerata un rifiuto umano per aver voluto devolvere Harry Potter al Signore Oscuro.
Aveva cercato invano di andare al passo con i tempi, fallendo miseramente, ed era quindi fuggita per accettare un lavoro come insegnante a Durmstrand, dove i Purosangue venivano ancora considerati migliori degli altri.
"No", replicò Daphne. "Ci siamo scambiate un gufo qualche volta, ma dopo che le ho raccontato che uscivo con Harry, non mi ha più risposto. Credo sia andata in paranoia, ed abbia pensato di non potercela fare".
"Penso ancora che lei abbia bisogno di aiuto. Dovrebbe partecipare ad alcune di quelle sedute di terapia che il Ministero ha organizzato per aiutare tutta la comunità con i loro problemi e venire a patti con ciò che è successo", disse Theo.
"George lo ha fatto per aiutarsi a superare la morte di Fred. Le sedute erano divertenti, e lui ora è pieno di lodevoli iniziative. Credo che Hestia lo abbia assunto per parlare con quelli che ancora sono insicuri su ciò che può offrire questo servizio", rifletté Ron.
Draco scosse tristemente la testa. Si sentiva quello con le colpe maggiori riguardo ai problemi di Pansy. Sapeva che lei non si sarebbe mai comportata così con Potter, e non avrebbe mai creduto più di tanto alla superiorità del sangue puro, se non si fosse
innamorata di lui durante Hogwarts e non avesse assorbito tutte le stronzate che lui ripeteva alla lettera perché sentite dal padre.
"Sono andato a trovarla a Natale. Almeno sembrava felice. Non si stava ancora vedendo con nessuno, ma sembrava stesse iniziando ad andare avanti con la sua vita".
Blasie diede a Draco una pacca sulla schiena. Tutti loro sapevano che Pansy aveva pensato per anni all'idea di sposare Draco, ma venne caparbiamente rifiutata, in quanto il biondino non ricambiava i suoi sentimenti. "Credo che la vedremo a questo incontro".
"Parlando di amici scomodi che stanno fallendo nell'adeguarsi ai tempi... Harry, quando dirai ad Hermione che stai uscendo con la nostra qui presente Daphne?", chiese Theo.
Harry alla domanda si fece piccolo piccolo e, vedendo il gruppo dei tre alti Serpeverde che lo affrontavano con identici sguardi truci, disse "Stavo pensando prima dell'incontro. So che non sarei mai in grado di fare a finta che io e Daphne non significhiamo niente
l'uno per l'altra, giovedì, e non è nemmeno leale nei confronti di Daphne mantenere nascosta la nostra relazione".
"Sei sicuro, amico? Hermione era da dichiarare pazza oggi. Dubito altamente che si sarà calmata per giovedì. Vuoi aggiungere alla confusione anche il fatto che le hai mentito?", chiese Ron.
I tre uomini Serpeverde, seri, dimostrarono la loro disapprovazione all'incoraggiamento di Ron nel mantenere Daphne come un piccolo sporco segreto, ma non attaccarono invece l'atteggiamento da vigliacco di Harry verso la loro pazza cespugliosa amica,
poiché Daphne li aveva pregati di non interferire. Ma ora erano passati anni, e l'Eletto, vigliaccamente, si stava ancora trascinando avanti, riluttante nel raccontare alla Granger del loro fidanzamento.
Harry guardò male Ron, "No, questa storia è già andata avanti abbastanza. Devo smetterla di cercare di assecondare Hermione nella sua campagna Anti-Serpeverde, e dirle la verità". 
Daphne strillò ed abbracciò Harry. Per anni aveva fatto a finta che non le importasse che lui avesse troppa paura nel confessare alla sua migliore amica che uscivano insieme, ma nel profondo si domandava se lui la ritenesse solo un piacevole passatempo.
"Oh, Harry, lo fai sul serio?".
"Certo che lo faccio, dolcezza. Stavo pensando che potrei incontrarmi domani con Hermione a Diagon Alley, tenermela buona lasciandola girovagare per il Ghirigoro per qualche ora, raccontarglielo, e poi trascinarla ad incontrarti al Paiolo Magico".
Daphne annuì, dando il suo assenso al piano, ed i suoi fratelli Serpeverde si compiacerono nel vederla sorridere da un orecchio all'altro. Poteva indossare la maschera da coraggiosa di fronte a loro, ma non erano stupidi, e non poteva nascondergli i suoi reali sentimenti. Uno stupido Grifondoro non era un problema da imbrogliare con una faccia da poker, ma non poteva farlo con i ragazzi con cui era cresciuta.
 "Ehi, Blasie, hai voglia di venire al Paiolo Magico domani? Credo che ci sarà uno spettacolo di fuochi d'artificio con i fiocchi", disse Theo, con un sorriso diabolico.
Harry, di fronte al suo incombente compito, impallidì.




 1 - la frase con l'asterisco ( * )  so che non "suona" molto bene, ma siccome l'autrice ha usato la parola - Mudblood - , ho preferito usare questa traduzione, in quanto è quella "fedele", piuttosto che usare Mezzosangue, che si dice - Halfblood - , come
spesso hanno fatto nei libri originali, confondendo i due termini.
2 - Quando Blasie dice "Stessa cosa per voi eh", ci ho messo un pochino a capire a cosa fosse riferito, sinceramente, ma poi ho capito che lo dice rivolto a Draco ed Harry, visto che Harry sarà costretto a sposare Daphne (per la gioia di lei) e Draco, essendo
segretamente innamorato di Hermione, come spiega subito dopo, avrà finalmente l'occasione di "mettere le zampe sull'oggetto dei suoi desideri", come Blasie con Ginny.


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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Becoming Mrs Malfoy Cap 3

Capitolo 3

 

 

Hermione abbracciò Harry appena si incontrarono fuori da 'Il Ghirigoro'. Il gufo del suo amico era arrivato esattamente al momento giusto, facendola uscire dal suo malumore autoindotto ed organizzando un incontro. Nemmeno la ricerca aveva assorbito la sua mente, il che era molto insolito. 

Aveva permesso a Draco Malfoy di rovinare troppi giorni della sua vita, e rimanere al chiuso nel suo salotto, agitata per l'ingiustizia del destino, non era proprio il massimo. Così fu contenta di rispondere positivamente ai piani di Harry per passare il pomeriggio insieme, e già si stava immaginando alcune stupende ore rilassanti tra i libri, senza drammi o, cosa molto più importante, non pensando agli orribili e viscidi Serpeverde.

Hermione fece un largo sorriso, mentre lasciava la libreria con un grosso bottino di nuovi libri appena usciti, da aggiungere alla sua già troppo grande collezzione. Harry, che non potè fare a meno di aiutarla, pensò che fosse stata una buona idea associarla a Malfoy. Come minimo il Manor aveva molto più spazio per accogliere le migliaia di libri che Hermione sarebbe stata destinata a comprare durante tutta la sua vita. Il suo appartamento era già compromesso dai troppi scaffali che erano stati impilati per mancanza di spazio, e lei, quindi, continuava ad impilare altri volumi per terra. Hermione sarebbe stata come in Paradiso fra i tomi polverosi che già componevano la biblioteca personale di Malfoy. Saggiamente però si tenne questo dettaglio per sè, non volendo innervosirla ancor prima di averle sganciato la bomba.

"Mi mancavano giornate come questa", disse Hermione. "Negli ultimi tempi ciò che facciamo sembra essere solo lavorare e cercare di guarire le ferite della guerra".

Harry sorrise radiosamente all'espressione spensierata che Hermione dimostrava al momento. Troppo spesso infatti correva in giro accigliata, cercando di riparare alle disgrazie del mondo. Harry e Ron, nonostante fossero Auror e responsabili della cattura di tutti i Mangiamorte rimasti, si godevano la vita molto di più della loro seria amica. Secondo lei, invece, si divertiva già abbastanza così. Harry la portò poi a prendere ua Burrobirra, e parlarono casualmente di questo e di quello.

Harry vide Theo e Blasie avvicinarsi lentamente, e capì che avrebbe fatto meglio a darsi una mossa, se voleva raccontare ad Hermione della sua relazione con Daphne. Non voleva che Daphne entrasse, presumendo che lui glie lo avesse già detto, lo baciasse, e si sedesse con loro. Questo avrebbe seriamente causato l'auto-combustione di Hermione. "Hermione, c'è una cosa che ho bisogno di dirti".

"Guardali, sono entrati qui come se fossero i padroni di questo posto. Spero che li rinchiuderai in prigione, Harry, dove non potrò vedere mai più le loro orrende facce", declamò Hermione.

Harry sospirò; tutto il precedente cameratismo era sparito, e la rabbia di Hermione era tornata. Non doveva più girarci intorno per dirle di Daphne. "Hermione, ci siamo già passati un milione di volte. Non posso semplicemente gettare le persone ad Azkaban solo perchè precedentemente erano Serpeverde".

"Precedentemente erano maligni Serpeverde, Harry. Dubito che Theodore Nott sia innocente cone fa credere. Suo padre era uno dei peggiori Mangiamorte. Scommetto che ha ricevuto il Marchio Nero come Malfoy. Hai cercato i segni del Marchio?".

"Sì Hermione. Credo, infatti, che il Ministero abbia controllato tutti i - maligni Serpeverde - alla ricerca del Marchi Nero, e questo solo perché tu sei scattata come una furia, e loro hanno preferito assecondarti per farti calmare".

"Credi che abbiano semplicemente regolato la cosa trovando un incantesimo molto forte per nascondere tutte le tracce e le prove?", chiese Hermione, completamente persa nella sua tirata.

Harry picchiò la testa sul tavolo, "Ne ho abbastanza, Hermione. Stai diventando impossibile e, cosa più importante, uno zimbello. Non senti cosa stanno dicendo le persone di te?".

Hermione scosse impaziente la testa, "Harry, stufarmi di sentire tutti i pettegolezzi su di me, avrei già dovuto farlo durante il nostro secondo anno ad Hogwarts, quando tutti i Serpeverde mi auguravano di morire".

"Ma è proprio così Hermione, ne stai diventando ossessionata. Hestia Jones si è già giocata parecchie volte la reputazione per proteggere la tua posizione all'interno del Ministero, ma anche lei si sta stancando della tua vendetta. Se non capisci che il mondo è andato avanti, ed anche in fretta, allora ti ritroverai senza un lavoro".

Hermione venne presa alla sprovvista dalla veemenza delle parole di Harry. Era così? Le persone chiedevano sul serio che lei venisse licenziata? No vero? Lei era un'eroina di guerra ed inoltre, chiunque sia stato a Grifondoro o Tassorosso, ed al limite anche a Corvonero, durante i suoi stessi anni ad Hogwarts, le avrebbe dato ragione nell'essere così diffidente."Oh, Harry, sono sicura che sono solo i Serpeverde che stanno chiedendo che io me ne vada. Probabilmente non riescono a sopportare il fatto che una Mezzosangue gli stia rendendo le vite così impossibili con la Campagna per la Liberazione degli Elfi Domestici", disse Hermione con leggerezza, mettendo da parte il suo avvertimento.

Harry ringhiò per la frustrazione, rivolto alla sua testarda amica. "Hermione, sei troppo cocciuta per il tuo stesso bene. Quando abbiamo iniziato a provare ad implementare la riconciliazione dopo la guerra, pensavo che fosse Ron che avrebbe avuto più difficoltà ad adattarsi. Non avrei mai pensato che fossi tu".

Hermione era troppo meravigliata dalla contrarietà palpabile di Harry, anche solo per iniziare a replicare alle sue accuse.

"Ma tu sei diventata ancora ed ancora più convinta che chiunque si sia diplomato nella Casa di Serpeverde sia un piccolo Voldemort in attesa, e francamente sta diventando una cosa noiosa. Quelli di noi che ti vogliono bene sanno che loro ti hanno reso la vita infelice, ed hai ogni ragione per essere arrabbiata con molti Serpeverde, ma l'opinione pubblica si fa domande sulla tua sanità mentale".

"So che posso essere un po' testarda al momento ma, Harry, io non mi fido di loro e non credo nemmeno lo farò mai. Sono stati così pieni di voglia di lasciare Hogwarts la notte della Grande Battaglia per passare dal lato di Voldemort! E non credo che semplicemente all'improvviso abbiano cambiato le loro opinioni in una notte", disse Hermione, sulla difensiva.

"Ma è proprio questo il problema, Hermione, non è successo in una notte. Sono passati otto anni dalla Grande Battaglia, è stato fatto un sacco di lavoro per guarire i graffi e le ferite".

"É semplicemente troppo difficile anche solo immaginare che abbiano accettato la nuova situazione così facilmente".

"Sappiamo tutti che non è vero. La vecchia generazione dei sostenitori di Voldemort ci ha dato molti problemi, ma ora sono stati risolti. Non ti sei soffermata a pensare che quei Serpeverde che erano a scuola con noi, stessero solo aspettando una possibilità per pensare da soli? Tutti loro, crescendo, hanno sentito quando grande fosse Voldemort e quanto sarebbe stato bello se fosse tornato, ma non è stato esattamente così fantastico quando è tornato sul serio", ragionò Harry.

"Non lo so, Harry. É difficile immaginare incompresi quei piccoli compiaciuti marmocchi che ricavavano piacere nel tormentarci".

"Lo so, io ho qualche visione dall'interno", disse Harry.

Hermione lo guardò intrigata. Harry, a differenza di Hermione, doveva vedere e fare tante cose nel suo ruolo di Auror, compreso interrogare i Mangiamorte.

"Ho qualcosa da raccontarti, che ti ho nascosto perché so che non saresti stata in grado di accettare la notizia senza esplodere. Voglio che tu ti sieda lì e mi ascolti, perché, aiutami Hermione, se inizi a delirare, io me ne andrò da qui", disse severamente Harry.

Hermione contrasse le labbra, mentre guardava il viso arrabbiato del suo migliore amico. Non lo aveva più visto così alterato da quella volta al quinto anno, ma gli fece un cenno del capo per farlo proseguire. 

"Ok, uscivo e continuo ad uscire con Daphne Greengrass", iniziò Harry, ignorando il quasi soffocamento di Hermione, mentre inghiottiva la Burrobirra troppo velocemente. "Ormai è qualche anno che ci vediamo. Ci siamo incontrati ad una festa a casa di Adrian Pucey, lo abbiamo scimmiottato insieme, e ci siamo divertiti. So che c'è molto che ancora non capisci fino in fondo, ma lei non è come te la immagini. É dolce, divertente, intelligente, e mi rende felice. Vorrei che accettassi la nostra relazione bene come ha fatto Ron, ma non ho molte speranze. Comunque, vorrei che la incontrassi, ti sedessi con lei, e le dessi un'opportunità per dimostrarti che ti sbagli su di lei e sui Serpeverde in generale".

Hermione semplicemente iniziò a fissare Harry per parecchi minuti, con la bocca aperta. Non era lo sguardo più attraente del mondo, ma sicuramente la diceva lunga su quanto fosse scioccata." Ma.... ma.... ma .... come hai potuto nascondermelo?", scattò finalmente.

Harry la prese in giro, "Hai veramente bisogno di chiedermelo? Hermione, non ti sei mai veramente aperta con qualcuno che una volta abbia indossato una cravatta verde e argento. Inveisci continuamente su quanto odi i Serpeverde con me e Ron. Come potevo anche solo pensare di dirti che mi sono innamorato di una di loro?".

"Non riesco a credere che tu non me lo abbia raccontato e che vi siate visti per anni".

"Hermione, questo è tutto ciò a cui riesci a pensare? Non hai niente da dirmi sulla mia attuale relazione?".
"Quindi è questa la speciale visione interna
sulla psiche dei Serpeverde di cui parlavi?”, chiese Hermione.

"Sì, so che Daphne non era molto ben vista da te durante Hogwarts, ma veniva da una famiglia che sosteneva Voldemort. Abbiamo parlato molto di questo, e mi ha fatto capire che la maggioranza dei Serpeverde del nostro anno non ha avuto una grande scelta in ciò in cui credevano. Le famiglie Purosangue non sono proprio il massimo nello spiegare le cose ai bambini, e ad accettare punti di vista diversi".

Hermione lo guardò scettica, ma non voleva provocarlo tanto da farlo andare via. Harry lo avrebbe fatto solo se lei si fosse spinta oltre il limite. Si prese qualche secondo per respirare e calmarsi, prima di rispondere. "E tu ti fidi completamente di lei su questo argomento? Se ricordo bene, lei e la Parkinson erano buone amiche".

Harry, per un momento, le lanciò uno sguardo omicida, ma, come Hermione, non voleva inscenare un violento litigio; specialmente mentre Theo e Blasie erano seduti lì vicino, sperando che accadesse. "Hermione", disse lui sospirando, "Solo, fidati di me per una volta. Posso dimostrarti che tutte le tue idee malsane riguardanti i Serpeverde non sono corrette, ma solo se tu abbassi la guardia e ti siedi per un momento con Daphne. Riesci a farlo?".

"Non lo so. Non negherò che sono ferita che tu abbia scelto di mentirmi riguardo la tua relazione; sono scioccata anche dal fatto che tu, fra tutte le persone, stia uscendo con una Serpeverde". Hermione, vedendo Harry abbassare la testa e rimanere deluso alle sue parole, capì che, se voleva tenerlo come amico, avrebbe dovuto confrontarsi con la Greengrass. "Ma se tu sei felice, allora credo di essere felice per te", disse alla fine, quasi soffocandosi con le sue stesse parole.

Harry rialzò il viso, "Lo pensi sul serio?". Hermione semplicemente annuì. "E resterai qui per incontrarla per un minuto?", chiese Harry.

Hermione scavò a fondo nelle sue riserve interne di amicizia. Lei ed Harry significavano troppo, e ne avevano passate troppe insieme, perché una piccola Serpeverde si mettesse in mezzo; ma, se la Greengrass significava così tanto per lui, allora avrebbe inghiottito la bile ed avrebbe incontrato la donna. Almeno non era Pansy Parkinson. Hermione non era molto sicura che quella sarebbe riuscita a digerirla.

"Bene, perché ora viene qui", disse Harry con un grande sorriso.

Hermione si girò, per vedere poi la Greengrass chiacchierare con Nott e Zabini. Lei catturò lo sguardo di Harry, sorrise ai suoi due vecchi compagni di Casata, e si allontanò. Hermione continuò a guardare i due uomini Serpeverde, e li vide fissare intensamente il suo tavolo. Chiunque avrebbe capito che stavano valutando se avrebbero dovuto difendere la Greengrass da una ostile Hermione. Hermione a questa scena sorrise, almeno avevano paura di lei.

Harry si alzò in piedi, recuperando l'attenzione della sua amica, che vide la Greengrass avvicinarsi, sorridendole nervosamente. Hermione forzò un sorriso di rimando, che, secondo Harry, era più una smorfia che qualcosa di amichevole, ma era estremamente compiaciuto nel vederla chiudere la bocca e fermare i pregiudizi, tanto da cercare di farlo. Beh, fare quella una specie di sorriso.

"Daphne, lei è Hermione. Hermione, Daphne", le presentò Harry.

Daphne allungò la mano per stringere quella di Hermione, e disse timidamente, "Ciao, Hermione. Piacere di conoscerti, finalmente". Harry di certo non mancò di notare quanto lei avesse rimarcato quel - Finalmente - . Ok, era stato davvero un fifone totale a nascondere la relazione alla sua amica.

"Daphne", disse un po' bruscamente Hermione, ma lo addolcì un pochino con un cenno del capo.

C'era un silenzio scomodo mentre Daphne ed Harry cercavano di pensare a qualcosa da dire, ed Hermione era tesa e completamente incapace di rilassarsi. Questa sarebbe stata la primissima volta che avrebbe condiviso "volentieri" un tavolo con una Serpeverde, ed era imbarazzata. 

Daphne guardò giù nella borsa da shopping di Hermione, che stava esplodendo per i troppi libri. "Comprato qualcosa di interessante?", chiese lei, sperando fosse un argomento che avrebbe aiutato a portare avanti la conversazione.

"Oh, solo alcuni libri sulle maledizioni. Ho capito quanto fosse inadeguata la mia collezione in questo campo quanto ho iniziato a sfogliarla tutta per trovare più informazioni sulla maledizione che il Ministero ci ha lanciato", replicò Hermione, un po' freddamente.

"Allora sai di che maledizione si tratta?", chiese di nuovo Daphne, "Harry dice che non ha idea di cosa sia".

"No, ancora no; sembra che il Ministero se lo stia tenendo stretto il segreto. Comunque, volevo essere sicura che ci sarei riuscita il più presto possibile, perché sono totalmente intenzionata ad annullarla. Non ho intenzione di sposare Malfoy", disse Hermione, praticamente sputando quest'ultima sentenza.

"Oh", proferì educatamente Daphne, nonostante Harry si stesse schiarendo nervosamente la gola. Daphne era leale quasi in modo feroce a Draco, come tutti i Serpeverde in generale lo erano tra loro. Daphne era specialmente orgogliosa di come Draco fosse cambiato, ed odiava chiunque non glie lo riconoscesse. La maggior parte dei loro primi litigi di coppia furono proprio sull'irriverente biondo. Harry non capiva come lei potesse difendere le azioni di Draco così lealmente, ma dopotutto Daphne poteva dire la stessa cosa di Hermione. Harry oggi non voleva dover arbitrare un incontro fatto di urla fra le due streghe, ma fortunatamente la sua ragazza capì che ora non era né il momento né il luogo per difendere il suo amico.

Anche l'argomento di questa conversazione venne esaurito, ed Hermione sentì di essere stata gentile fin troppo a lungo. Trangugiò il resto del suo drink, sorrise a disagio, si alzò e la salutò, cercando di tagliare la corda ed uscire dal locale il più velocemente possibile. Daphne ed Harry esalarono un grande sospiro di sollievo, mentre la riccia Grifondoro scompariva fuori dalla porta babbana del Paiolo Magico.

"Avrebbe potuto andare peggio", disse Harry, "Ho ancora tutti gli arti attaccati".

Daphne rise, sentendosi sollevata e leggermente "confusa" che Hermione non l'avesse attaccata appena vista. "Sembrava aver preso la notizia meglio di quanto ci fossimo aspettati".

L'espressione di Harry si oscurò, "Solo perché le ho fatto capire bene alcune cose e l'ho minacciata di mettere fine alla nostra amicizia se avesse iniziato a dare di matto".

Daphne guardò tristemente il suo moro fidanzato, "Oh, Harry, mi dispiace. Non voglio intromettermi tra te ed i tuoi amici".

"Ehi!", disse Harry, abbracciando la sua strega, "Lei è l'unica che rappresenta un problema, non tu. Glie l'abbiamo data vinta troppe volte io e Ron, ascoltando i suoi sfoghi".

"Perché odia così tanto i Serpeverde? Intendo, se dopo la guerra mi fossi messa in testa di individuare uno dei tuoi amici che sarebbe diventato ridicolmente testardo ed idiota, di sicuro non avrei pensato che sarebbe stata la Granger. Era sempre quella che calmava gli animi ad Hogwarts, ed era lei la migliore a fermare le stupide battaglie che ingaggiavate tu e Draco, prima che diventassero qualcosa di terribile".

Harry si mise a guardare il tavolo, ripassando con le dita il cerchio bagnato lasciato dalla sua Burrobirra. "Lo so, ero certo che sarebbe stato Ron il problema, ma essere messo in squadra con Pucey dopo l'addestramento Auror gli ha fatto bene. Amano entrambi il Quidditch, e vanno d'accordo. Ron ed io eravamo tanto occupati con l'addestramento, dopo la guerra, e probabilmente abbiamo lasciato che Hermione ce la facesse da sola. Non avevo proprio notato che non stava prendendo troppo bene le cose in questi anni. Hermione ha sempre avuto sentimenti forti, ed è così incredibilmente appassionata di diritti e leggi per gli oppressi che non mi sono accorto che il lavoro al Dipartimento di Regolazione e Controllo per le Creature Magiche le stava rafforzando gli stereotipi. Devo veramente incolpare me stesso per essere stato così preso dalla mia vita da aver soprasseduto il cercare di aiutarla, quando ho visto che non stava bene. Non credo si sia ripresa completamene dall'essere stata così brutalmente torturata. É stata a lungo sottoposta alle Cruciatus di Bellatrix, e non si è piegata. Dopo che siamo scappati da Malfoy Manor, c'era ancora così tanto da fare che non abbiamo avuto tempo per sederci e discutere di come stesse lei. Si è ripresa fisicamente e non abbiamo pensato di assicurarci che si fosse ripresa anche mentalmente, prima di andarcene di nuovo. La Grande Battaglia poi è arrivata non tanto tempo dopo, ed è costata molto per tutti. Una volta che ce ne siamo accorti, comunque, avremmo voluto che andasse a quelle sedute di terapia del Ministero, ma è sempre Hermione, e non volevo farle fare niente che lei non volesse. Lei è la sorella che non ho mai avuto".

Daphne si coprì la bocca con la mano, "Mi sono completamente dimenticata della sua tortura. Come potrà sposare Draco e vivere al Manor?".

Harry, considerando questo punto, divenne tetro, "Non lo so. Per come si sta comportando al momento saremo fortunati se oserà tanto. Potrebbe essere portata al San Mungo. Hermione sta facendo affidamento sull'appoggio di Hestia al lavoro, ma anche lei sta rapidamente perdendo la pazienza per la sua instabilità nell'andare avanti così, e nel pensare che ogni Serpeverde sia un Mangiamorte".

"Credi che mandare George a parlarle la potrebbe aiutare?"

Harry scosse la testa, "Ci abbiamo già provato. Ha rifiutato categoricamente di ammettere che c'è qualcosa di storto in lei, e si è messa a ridere quando ci ha sentito dire che forse è più provata di quello che crede dalla tortura".

"Cosa farai?".

"Non lo so. Sono veramente preoccupato che sposare Malfoy sarà la goccia che farà traboccare il vaso. Lei è così tesa che potrebbe rimanerci secca in qualsiasi momento, e conosci Draco, non è la persona più comprensiva del mondo. Le infilerà il coltello nella piaga finché lei non si spezzerà".

"Gli parlerò, Harry. Gli farò capire che non può comportarsi come al solito con lei".

Harry sorrise alla sua comprensiva dolce metà. Era stato davvero fortunato quando lei aveva accettato un appuntamento con lui. "Grazie, dolcezza," disse, baciandola sulla fronte.

"Ok, basta con le dimostrazioni pubbliche di affetto, Daphne, è disgustoso", disse Blasie, mentre Theo passeggiava intorno. 

Daphne fece una linguaccia, degna di una bimba immatura, all'enigmatico Serpeverde. Lui alzò il sopracciglio. "Sei veramente cresciuta, Greengrass", la prese in giro.

Theo bevve rumorosamente il suo Whiskey Incendiario, mentre si lasciava cadere di fronte ad Harry. "Sono contrariato, Potter. Stavo sperando che almeno una maledizione ti avesse dato fuoco. Dicevi che la Granger era aggressiva", lo accusò il suo amico con gli occhi verdi.

"Devo solo esserle grato che non abbia fatto niente a tè. Stava cercando di convincermi, ancora una volta, a trasportare il tuo sedere ad Azkaban".

Theo rabbrividì, "Al momento ho compassione di Malfoy. Non importa quando sia insignificante la Brown, almeno io dormirò in pace. Se avessi la Granger vicino, sarei preoccupato che mi uccidesse nel sonno".

Harry gemette, "Non metterle questa idea in testa, probabilmente lo farebbe".

"O magari lo farebbe lui", disse Blasie allegro.

Daphne riportò la conversazione su argomenti più utili, "Credete che Hermione sarà in grado di trovare un modo per aggirare la maledizione?".

Harry strinse le labbra pensieroso. "Beh, se c'è qualcuno che può farlo, quella è Hermione. Mi ha salvato il culo talmente tante volte che nemmeno me le ricordo tutte, ed è sicuramente già all'opera. Ma è solo una cosa vaga al momento, finché non sapremo esattamente di che maledizione si tratti, ed i dettagli. Fino ad allora è difficile da dire".

"Aspetta un attimo, la Granger cercherà di spezzare la maledizione?", chiese Blasie.

"Già", replicò Daphne. "Si rifiuta categoricamente di sposare Draco, e pensa che spezzare la maledizione sia la soluzione migliore per lei".

"Se la Granger non avesse così paura, le offrirei il mio aiuto. Preferirei non essere legato alla Brown per il resto della mia vita, ma dubito che la pazza riccia che hai come amica vorrebbe aiuto da un Serpeverde", disse Theo rivolto ad Harry.

Harry rise, ma dentro era triste. Odiava vedere Hermione così. Era decisamente sottosopra, ed aveva bisogno di aiuto, ma convincerla ad accettare questo aiuto non avrebbe funzionato. Lei odiava sentirsi fuori controllo, senza dubbio un effetto collaterale di quando era stata alla mercé di Bellatrix Lestrange. Aveva incanalato tutti i suoi sentimenti d'odio e di sfiducia contro la Casa di Serpeverde, ma questo stava diventando sempre meno sostenibile.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Becoming Mrs Malfoy Cap 4 Grazie a chi ha inserito la storia tra le preferite, da ricordare e seguite, e grazie anche a chi ha recensito :)
Lo so, avevo detto che avrei pubblicato questo capitolo ieri, ma purtroppo ho qualche problema di connessione ad internet -.-".
Comunque ora sembra funzionare, quindi eccolo qui. :)


Capitolo 4

"Vedo quindi che sei sopravvissuto", furono le prime parole che sentì Harry appena entrò nel suo ufficio, Lunedì mattina. Lanciò uno sguardo alla posta che gli aveva appena raccolto la sua segretaria, e vide Draco Malfoy, rilassato e perfettamenre a suo agio, dietro la sua scrivania.

"Buona mattina anche a te, Malfoy", disse lentamente Harry.

"Che disdetta, stavo sperando di rubarti il lavoro", continuò Draco, come se Harry non avesse parlato. "Adrian mi ha detto che diventare un Auror funziona come attrattiva per le donne".

"Tu hai già il nome dei Malfoy per farle cadere ai tuoi piedi; aggiungici anche Auror, e le nostre streghe potrebbero simultaneamente liquefacersi in macchie appiccicose".

"Mmmmm", valutò Draco, "Questo probabilmente mi aiuterebbe con il problema - Banshee selvaggia - ".

"Ehi, è la mia amica quella di cui stai parlando", si lamentò Harry con Draco, lanciandogli dietro la sua pinzatrice.

"Nah, lei è praticamente l'unica strega che resiste al mio fascino, al mio charm, ai miei soldi, ed al mio lavoro. Se l'unica via per la popolazione magica di procreare fosse attraverso di lei, sarebbe un pensiero alquanto pauroso".

"Vedo che stai facendo pensieri positivi sulla furuta progenie dei Malfoy, Draco", disse sorridendo compiaciuto Adrian Pucey, dall'entrata della porta.

"Pensa solo a quanto carini e dolci saranno i suoi pargoli, Adrian", aggiunse Ron, che camminava dietro di lui. "Con quei piccoli appuntiti lineamenti caratteristici, capelli che hanno bisogno di un loro personale codice postale, e quella combinazione di personalità così incantevoli, come la superiorità, la testardaggine, e la voglia di insultare. Ah, Malfoy, Malfoy. La vostra prossima generazione sarà una vera piaga".

Adrian ed Harry risero, mentre Draco si accigliò. "Saranno sempre più belli dei tuoi, Weasley, con tutti quei capelli rossi e quelle lentiggini. Posso capire perchè il Ministero ti abbia messo in coppia con Davis".

Harry li interruppe, prima che esplodesse una guerra senza omissione di colpi. "Hai ricevuto la lettera, Adrian?", chiese.

"Certo. Sono in coppia niente meno che con Angelina Johnson", sorrise caldamente Adrian.

"Nessun dubbio allora, sul perchè sei così allegro questa mattina. Miravi sempre a lei quando giocavi al campo di Quidditch, con la speranza che lei ti notasse, a dire il vero", disse Draco.

"Come se non avesse potuto aiutarla a guardare tutta la mia gloriosa mole di splendore", disse compiaciuto Adrian.

"Il talento dei Serpeverde per il narcisismo non fallisce mai nello sbalordire", osservò Harry con Ron.

Ron semplicementè roteò gli occhi, "Credi che troveranno mai qualcuno che li ami tanto quanto loro amano sè stessi?".

Prima che Draco o Adrian potessero rispondere, l'intero Ministero si scosse leggermente, al suono di una distante esplosione. 
Harry guardò il suo orologio, prima di iniziare a dire parolacce. "Merda, questa sarà stata sicuramente Hermione, mentre faceva qualcosa di stupido, come far saltare in aria uno dei segretari di Hestia. Ero qui proprio per tenerla sotto controllo", disse Harry, prima di uscire di corsa dalla porta.

Adrian alzò il sopracciglio e guardò Draco, che si stava stendendo di nuovo sulla sedia di Potter, sfogliando i suoi documenti "confidenziali". Adrian pensò a come ammonirlo, in quanto non era un impiegato del Ministero, ma poi ci ripensò. Non voleva essere affatturato da Draco, e se Potter era felice, o troppo stupido da lasciare il biondo ficcanaso dietro la sua scrivania, allora sarebbe stato un affare dello stesso Potter. Adrian non avrebbe mai permesso ad un altro Serpeverde di sedersi alla sua scrivania. Dio sa quanto a fondo avrebbe potuto scavare nei suoi affari, ed usarli poi contro di lui. 

Non per la prima volta, Adrian scosse la testa alla folle fiducia del suo collega Grifondoro; ma, invece che soffermarsi su questo, chiese ad voce un'altra cosa, che lo stava tormentanto. "Non andrai ad aiutare Potter con la futura Signora Malfoy?".

"Certo che no! Niente di ciò che dirò penetrerà in quella tragedia di cespuglio che lei chiama capelli. Inoltre, ritengo che la mia presenza peggiorerebbe solo le cose", replicò Draco.

Ron annuì con il capo, in segno di assenso. "Dirà ad Hestia che nessuna cirsostanza le farà sposare Malfoy, e tantomeno la farà entrare nella famiglia dei Malfoy".

Adrian ne fu divertito. Solo la Granger poteva pensare di riuscire a sovrastare il Ministro e vincere. "Ha qualche speranza di successo?".

"Sei preoccupato che riuscirà a rovinarti le possibilità con quella esuberante ex cacciatrice Grifondoro?", disse Draco sarcasticamente.

Adrian ignorò il suo ex strisciante compagno di Casata, e si concentrò invece sul suo compagno di squadra.

"Nah", rispose Ron", "Hestia non avrebbe fatto tutto questo se non fosse stata l'ultima risorsa. Tutto ciò che Hermione farà, sarà irritarla, ed è questo il motivo per cui Harry è andato a rincorrerla. Quando ha un grillo per la testa, lei, tende a rifiutarsi di accettare risposte negative".

Adrian rabbrividì leggermene al solo pensiero. La Granger normalmente era molto valida come persona, ma quando le si sbarrava la strada e la si faceva infuriare, semplicemente bisognava inginocchiarsi e pregare. Infatti, pensandoci, l'unica persona che di solito emergeva illesa dal "Tornado-Granger" era Draco Malfoy, il che probabilmente era proprio per questo che erano stati associati. Per far fronte ad entrambi, avevi bisogno di una costituzione d'acciaio.

Harry arrivò fuori dall'ufficio di Hestia completamente senza fiato. Aveva osservato il rottame che una volta era un ufficio con occhio preoccupato, ma con un sospiro di sollievo quando aveva capito che nessuno era morto o stato ferito, senza contare la porta di Hestia. che era infatti ridotta in una pila di frammenti che sventolavano, come una specie di impressionante arco, che testimoniava la potenza dell'incantesimo Reducto rivoltogli contro.

Harry non ebbe molto tempo per rimanere confortato, mentre un urlo venne emanato dal suddetto ufficio. Harry riconobbe la voce di Hermione poco più avanti a lui. Il piuttosto acuto di risposta suonava molto come quello di un'incredibilmente stressata Hestia Jones.

Fece un cenno di rassicurazzione a Percy Weasley e Julian St. Ledger, i segretari di Hestia, che si stavano preoccupatamente chiedendo se avessero dovuto andare in aiuto al Ministro. "Non preoccupatevi, entrerò io e la placherò", disse Harry.

Pima di affrontare coraggiosamente ciò che conteneva l'ufficio di Hestia, prese un profondo respiro. La situazione che vide, solitamente lo avrebbe fatto ridere. Hermione si stagliava in alto, come un'arpia vendicativa, mentre Hestia si stava rannicchiando nella sua sedia, sembrando molto più che spaventata dall'arrabbiata e sconvolta Dea Grifondoro.

"Cosa intendi nel dire che non puoi permettermi di rifiutare di sposare Malfoy?", strillò Hermione.

"Non è in mio potere, Hermione, perchè non lo capisci? E' la maledizione, non sono io che sto cercando di forzarti a farlo. Non è che io sia venuta al lavoro con l'idea di forzare i giovani maghi e le giovani streghe a sposarsi".

"Andiamo, Hermione, ha ragione", intercedette Harry, "Sai che Hestia non farebbe mai una cosa del genere se non fosse necessario".

Hermione si girò a fissare Harry, con le mani sui fianchi, "Io non lo accetto! Mi rifiuto di sposare il furetto!"

"Non hai capito che non hai scelta?"

"Oh si, io ho una scelta. Non sono uno strumento del Ministero od una qualsiasi, da forzare al matrimonio".

"Ascolta", disse Hestia, "Tutto sarà spiegato Giovedì, e capirai quanto io abbia le mani legate".

"Almeno dammi qualcun altro. Diavolo, accetterei anche Nott. E' sempre meglio di Malfoy".

"Le coppie non sono negoziabili, mi dispiace. Anche questo verrà spiegato Giovedì".

"Perchè devo aspettare Giovedì per scoprire tutto?".

"Perchè la maledizione non mi è stata rivelata, e la persona a cui invece è stato detto lo spiegherà a tutti".

"Lo trovo ancora più inaccettabile. Non posso credere che tu sia incapace di dircelo prima"-

"Non ho molto da dire, mi spiace. Per favore, Hermione, aspetta semplicemente come qualsiasi altro. Non è una cosa ideata da una persona pazza per divertirsi".

Hermione si ridimensionò, capendo che non avrebbe ottenuto niente, il che, francamente, non accadeva molto spesso. "Credo di non avere scelta", mormorò infelice.

"Ora, Hermione, ho un'importante incontro con il Ministro Georgiano fra dieci minuti, e mi piacerebbe avere l'opportunità di provare a sistemare il casino che hai fatto per entrare nel mio ufficio".

Hermione diede un colpetto alla sua bacchetta e tutto tornò com'era prima che lei ne entrasse come una furia. "Mi dispiace per questo, sono sclerata un pochino quando mi è stato detto da Percy Weasley che non eri disponibile".

Hestia annuì con il capo e, mentre Harry conduceva la sua amica fuori dall'ufficio, rilasciò il respiro che stava trattenendo. Hermione Granger la maggior parte del tempo era imprevedibile. Non sapeva proprio come fosse stato possibile che lei e Draco Malfoy fossero stati messi in coppia. C'era il reale pericolo che uno di loro finisse ucciso dopo poche ore dal matrimonio. Ed Hestia scommetteva che sarebbe stato l'irriverente biondo Serpeverde a perire.

Harry prese in custiodia Hermione nel corridoio. Percy era già stato avvicinato da lei, per essere redargiuto con una serie di imprudenti commenti sul rispettare la tabella di marcia del Ministro della Magia. Fortunatamente per lui, Harry la teneva ancora stretta per il braccio della bacchetta, e la fece marciare fuori dall'ufficio senza altre disavventure peggiori.

"Hermione, sei matta? Cosa ti ho detto solo ieri?".

"E' stata colpa di Percy. Mi ha innervosito.", disse Hermione per difendersi.

"Non è una scusa, Hermione. Hai 25 anni, per favore puoi dimostrarli e comportarti come tale?"

Hermione resistette all'urgenza di fare una linguaccia ad Harry, in un chiaro gesto infantile di sfida. Odiava quanto lui faceva la parte del capo ed era ipercritico, specialmente perchè quello era il suo ruolo! Da quando Harry si preoccupava di tenere le redini? Hermione sospirò internamente. Sapeva che era stata un po' intrattabile in questi giorni, ma non poteva farne a meno. Non era lei che era cambiata, stringendo con le serpi un'amicizia che i suoi amici sembravano invece intrattenere.

"Ok, ok, non avrei dovuto far esplodere la porta di Hestia. Ho perso un po' il controllo".

"Un po'?"

Hermione ignorò l'intromissione di Harry, "Ma guarda, ora sto bene e sono calma, quindi semplicemente me ne tornerò al mio ufficio e continuerò il mio lavoro".

"No, vieni a prenderti una tazza di thè con mè e Ron", disse Harry, non volendo lasciare Hermione da sola, finchè non si fosse calmata del tutto. Non voleva che lei tornasse ad irrompere da Hestia e facesse saltare in aria il Ministro della Magia Georgiano, provocanto una crisi diplomatica.

"Non sono una bambina, Harry. Non ho bisogno di rimanere sotto il controllo del tuo occhio vigile finchè non mi giudicherai di nuovo innocua", disse Hermione, mettendo il broncio.

Harry non era d'accordo. Hermione poteva essere totalmente infantile, specialmente quando i suoi desideri venivano soprasseduti. Le ricordava terribilmente Teddy dutante la sua fase dei due anni.

"Semplicemente torna indietro con mè. Non ti vediamo mai molto, e tu non vieni mai a fare una pausa nel nostro ufficio per un thè".

"Forse per via di quell'orrenda serpe; Pucey è lì", mormorò Hermione, prima di decidere di giocare a favore di Harry. "Ok, verrò. Ma faresti meglio ad avere i biscotti".

"Condivido un ufficio con Ron, credi che non ci siano dolci?", fece notare Harry.

Hermione rise, e prese a braccetto Harry, per tornare all'ufficio di lui. Harry sperava solo che Malfoy si fosse allontanato da qualsiasi cosa stesse facendo lì quel giorno. Non voleva che Hermione oltrepassasse il limite nel far saltare in aria anche l'odioso Serpeverde appena lo avesse visto. Harry era più preoccupato che lui si mostrasse a lei in realtà. Questa maledizione era arrivata proprio al momento sbagliato per Hermione. Stava nutrendo ancora di più i suoi amari sentimenti verso i Serpeverde, e la facevano sembrare più pazza che mai. Il fatto che lei fosse stata messa in coppia con Draco era stata solo la ciliegina sulla torta. Non che comunque qualsuasi altro Serpeverde sarebbe stato accettato dalla sua amica, ma Malfoy aveva un posto speciale per essere detestato, nel cuore di Hermione. 

Evitata al momento la crisi, Harry lentamente tornò al suo ufficio. Aveva pensato che una volta che Voldemort fosse morto, sarebbe riuscito a "saltellare felicemente nel tramonto"; invece era stato allora che la sua migliore amica aveva iniziato a fargli venire prematuramente i capelli grigi ed a fargli passare notti insonni, e non sembrava che la cosa sarebbe cambiata tanto presto.

"Qual è la percentuale dei feriti/morti?", chiese Ron, mentre Harry ritornava nell'ufficio Auror.

"Ti ho sentito, Ronald", disse Hermione, seguendo Harry all'interno. "Comunque ha subito danni solo la porta di Hestia, e ci è mancato poco anche a tuo fratello, per alcuni altri stupidi commenti, di nuovo".

"Percy è sempre stato un arrogante, tronfio, essere spregievole, Hermione. Ti dò il permesso di farlo saltare in aria la prossima volta".

Hermione sogghinò verso Ron, "Dubito che Molly sarebbe così clemente".

Hermione si guardò intorno, e salutò freddamente Pucey con un cenno del capo, prima di accorgersi finalmente di chi fosse seduto dietro la scrivania di Harry, rilassato, con le braccia incrociate dietro la testa, come se fosse il padrone del posto.

"Ciao, micetta", disse lentamente Draco, rivolgendosi a lei, sogghinando quando vide la rabbia iniziare ad infuocarle gli occhi.

Harry gemette; le sue speranze che Malfoy avesse finalmente guadagnato un po' di tatto e si fosse levato dai coglioni, erano state insoddisfatte. Avvertì appena in tempo l'arrivo del disastro, per poi "accidentalmente" posizionarsi nel mezzo, tra di loro.

"Che cazzo ci fa lui qui?", chiese Hermione, con il disgusto che trapelava evidente dalla sua voce.

"Sono venuto a trovare Adrian, tesoro", disse Draco, buttando felicemente maggior benzina sul fuoco della Granger.

Ron ed Adrian iniziarono ad indietreggiare verso le loro scrivanie, aspettando la ormai prossima esplosione.

"Non chiamarmi così! Io non sono niente per tè, non provare ad insinuare certe cose!", disse inferocita Hermione.

Il biondo sembrò non interessarsi del pericolo in cui si trovava, ma dopotutto era Malfoy. Non avrebbe mai potuto resistere alla possibilità di innervosire Hermione, pensò amaramente Harry.

"Ma è qui che ti sbagli, sei la mia fidanzata", disse Draco, squadrandola da capo a piedi. "Comunque mi sento in dovere di informarti che i Malfoy appaiono in pubblico niente meno che stupendi ed in perfetto ordine; dovresti voler lavorare un po' su questo, sembri abbastanza esausta al momento".

Hermione letteralmente crepitò di rabbia. I suoi capelli stavano diventando arbusti per la seconda volta, ed era vicina a perdere il controllo. "Non ti sposerò, maligno essere ripugnante!".

"Te la dovrò far ricordare questa frase, quando nel giro di un anno sarai la Signora Malfoy".

Hermione iniziò a camminare sbattendo forte i piedi per terra in modo stizzito "Se sono costretta a sposarti, allora puoi giurare che tu non rimarrai vivo, nel giro di un anno!".

"Amo quando ti arrabbi così. Sei un'arpia molto sexy, micetta", disse Draco, ammiccando verso di lei, e compiacendosi estremamente con sè stesso.

"Non sono una micetta! Smettila di dirmi porcherie come questa!".

Draco le rise in faccia, "Ma diventi veramente una micetta deliziosa, tutta arruffata e soffiante, con gli artigli di fuori, pronta a graffiare". 

"Ne ho abbastanza", urlò Harry, fermandosi in mezzo ai due. "Tu rimani lì", odrinò Harry a Draco. "Hermione, vieni con me".

Harry dovette trascinare la furiosa donna fuori dalla porta. Felicemente si imbattè nella tranquilla presenza di Luna Lovegood, che mormorò qualcosa su Malfoy alla ragazza, e trascinò un'ancora fumante Hermione con lei. Le stava massaggiando su e giù la schiena, e stava riportando l'incandescente bruna al suo ufficio, per bere una calmante camomilla. Luna era una buona amica, che permetteva ad Hermione di inveiere contro Draco Malfoy almeno per un'ora.

"Il modo in cui sembri sempre evitare di essere assassinato da Hermione è per me una costante fonte di divertimento", commentò Ron, rivolto al soddisfatto Serpeverde.

"Micetta?", riflettè Adrian. "Non avrei mai pensato di chiamare la Granger così, ma è molto adatto, Draco. Sicuramente assomiglia ad una micetta arrabbiata. O almeno, ad una feroce micetta".

Draco non disse niente; semplicemente si sedette lì, sentendosi incredibilmente compiaciuto della sua abilità nel rendere furiosa la Granger più di qualunque altro sul pianeta. Era una fonte di orgoglio per lui, ed era una cosa che non passava mai di moda.

Harry ritornò nel suo uffico, "Ci sono volte in cui ti odio veramente, Malfoy", gemette.

Draco semplicemente alzò le mani in segno di resa, ma l'aura soddisfatta era palpabile intorno a lui.

"Non andremo da nessuna parte con questo tipo di ammonimento, Harry", disse Adrian. "Draco ama irritare la Granger più di qualsiasi altra cosa, finchè le fa perdere il controllo".

"Ti ucciderà veramente, Malfoy", disse Ron. "Non so cosa stesse pensando il Ministro, mettentovi in coppia".

"Hestia diceva che le coppie non sono state fatte da lei. Hermione praticamente l'ha pregata di assegnarle qualsiasi altra persona, tranne che Malfoy".

"Mi chiedo, chi c'è dietro tutto questo?", chiese Ron.

"Non lo so, ma sembrano aver deciso di formare le coppie molto bene, malgrado la scelta di Draco con la Granger", replicò Adrian.

"Ahhhh, ma Daphne mi dice che Draco nasconde una buona dose di tenerezza per la nostra Hermone", disse felice Harry, sapendo che questo avrebbe fatto arrabbiare Draco.

"Non provo niente per la Granger in nessun caso, forma o misura".

Adiran rise, "Protesta sempre vosì veemente su questa cosa, che ormai sappiamo tutti che è vero".

Draco si accigliò, guardando il trio di Auror di fronte a lui. "Voi non avete un Mangiamorte evaso o qualcuno a cui dare la caccia?"

"Potremmo averlo, perchè ce n'è uno seduto di fronte a noi", osservò crudelmente Adrian.

L'espressione di Draco si oscurò, "Se voi ragazzi avete finito di fare i cazzoni, ci sono dei posti in cui devo andare".

"Oh sì, ecco il Malfoy brevettato che non vede l'ora di scappare quando una conversazione va a parare dove non gli piace", disse Adrian, continuando a criticare Draco. 

Ron ed Harry amavano quando i due Serpeverde bisticciavano così. Nessuno avrebbe potuto irritare Malfoy più velocemente dei suoi ex compagni di Casata, quando decidevano di ritorcergli contro il loro orribile spirito pungente. Beh, nessuno eccetto Hermione, la maggior parte delle volte. Draco mostrò ad Adrian il dito medio, e velocemente se ne andò, con il mantello che sventolava imperiosamente dietro di lui.

"Impara sempre di più da Piton; è proprio una cosa di cui il mondo ha bisogno", disse sarcastico Harry.

"Sai che sei stato fortunato che io oggi fossi qui, per giustificare la visita di Draco, no? Allora quando dirai alla Granger dei tuoi altri sporchi segreti Serpeverde? La Granger sa che voi due socializzate con me e sa anche che tu Harry, esci con Daphne." fece notare Adrian, rivolto allo sguardo confuso di Harry. "Ron me lo ha detto mentre stavi salvando la Granger dall'essere licenziata. Ma quando le dirai tutto tutto? Anche sul fatto che siete amici di Draco da almeno un anno?".

"Se va tutto bene, mai", disse ottimista Ron.

Adrian grugnì in risposta, "Sì certo, buona fortuna nel metterle le ragnatele agli occhi. Fatemi un favore, non diteglielo mentre io sono nelle vicinanze. Sono troppo giovane e bello per morire".

Harry e Ron si scambiarono uno sguardo. Erano terrorizzati al solo pensiero del giorno in cui avrebbero detto ad Hermione che avevano messo da parte le passate divergenze con Draco. Lei sarebbe andata su tutte le furie.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Ummmm non so che dire, a parte i soliti ringraziamenti per chi recensisce e mette tra le preferite, seguite o ricordate questa storia  xD...
Quindi buona lettura :)


Capitolo 5

Hermione non era sicura di come fosse riuscita a farcela, ma aveva trattentuo dentro di lei tutta l'ansia che le gironzolava intorno per i seguenti tre giorni, finchè arrivò il Giovedì. Aveva passato il tempo mantendendo un basso profilo, dopo la mattinata disastrosa del Lunedì. Per una volta aveva seguito il consiglio di Harry, sapendo che glie lo aveva dato in buona fede, e si era concentrata invece nel leggere il suo nuovo materiale sulle maledizioni. Non era andata molto lontano, il che era frustrante, soprattutto perchè non sapeva la natura della maledizione, e le possibilità erano infinite. Ma si divertì a leggere in generale qualcosa in più su questo argomento; sapeva le sarebbe tornato utile una volta che avesse avuto tutti i dettagli necessari.

Il suo camminare lento nel suo ufficio, venne interrotto dall'arrivo di Ginny Weasley, che si era smaterializzata nel dipartimento, impersonando quel piccolo uragano che in effetti era. "Ancora incollata in questo angusto ufficio, vedo", furono le prime parole che le uscirono di bocca.

"Conosci il Ministero, le Creature Magiche non sono considerate abbastanza importanti per farmi avere una sorta di ufficio scintillante nuovo di zecca, come per Harry e Ron. Il fatto che sto anche portando avanti la Campagna per la Liberazione degli Elfi Domestici ci rende ancora meno popolari"

"Allora, deve essere bello lavorare con Ernie".

Hermione sorrise affettuosamente. Ernie MacMillan era un Tassorosso appassionato quasi tanto quanto lei della Campagna per gli Elfi, sin da quando lei l'aveva istituita. Lui era stato il suo unico successo di spicco per il  "C.R.E.P.A", fondato ancora al suo quarto anno ad Hogwarts. L'organizzazione era poi morta di morte narutale durante tutto il dramma della guerra, ma ciò aveva fatto capire ad Hermione che le sarebbe piaciuto entrare al Dipartimento per la Regolarizzazione ed il Controllo delle Creature Magiche al Ministero. Era rimasta felice nello scoprire che, dopo essersi diplomato ai M.A.G.O l'anno seguente, anche il mago con cui si occupava del C.R.E.P.A, avrebbe provato ad essere assunto lì. Lei intanto ottenne il proprio posto, e poi si battè con tutto il dipartimento per avere anche Ernie come impiegato. Purtroppo per loro, però, gli venne rifilato un minuscolo ufficio, proprio dietro al dipartimento vero e proprio, come se fossero stati fonte di imbarazzo per il capo.

"Sì, è bello".

"Inoltre ti tiene sotto controllo, anche se ho sentito che hai fatto prendere paura ad Hestia l'altro giorno".

Hermione gemette, e si prese la testa tra le mani. "Lo sa l'intero mondo?".

"Se per - intero mondo - intendi la famiglia Weasley, allora sì, grazie alla gola profonda di Ron ed Harry".

Hermione continuò a nascontersi con le mani. "Bello. George sarà un incubo".

"George si sta già divertendo a ridicolizzare Percy, sempre per l'altro giorno, visto che lui si considera più in colpa di te. In più, a parte Percy, noi Weasley, rendiamo la vita molto interessante".

Hermione sorrise stancamente alla sua amica rossa. "Non sono riuscita a ricavare molte informazioni comunque. Maledetta quella volta in cui Harry si è messo in mezzo. Ancora cinque minuti e credo prorpio che Hestia sarebbe capitolata".

Ginny scosse la testa per il divertimento, rivolta ad Hermione. "Draco Malfoy, eh? Sarà una combinazione esplosiva".

"Non succederà", ringhiò Hermione. "Mi rifiuto di sposare quell'orribile e maligno piccolo furetto".

"Buona fortuna. Io, personalmente, non vedo l'ora di diventare la Signora Zabini. Ginevra Zabini, ha un bel suono, non trovi?".

"Non per te, sinceramente. E' già abbastanza brutto che Harry stia uscendo con Daphne Greengrass".

Ginny era impressionata che Harry avesse finalmente racimolato abbastanza coraggio per raccontare alla sua lunatica amica del suo fidanzamento con la ragazza Serpeverde. "Ma Zabini è attraente. Tutte le ragazze lo pensavano ad Hogwarts. Beh, tutte tranne una", rettificò Ginny, dopo aver visto lo sguardo disgustato sulla faccia di Hermione.

"Ugh. Mi viene la nausea a sentir parlare di questi nuovi amori dei Grifondoro verso i Sereverde. E' deprimente. Siamo fatti per apprezzarli quando li sconfiggiamo, non per girarci intorno pensando a quanto sono carini". Hermione sputò la parola - carini - come se fosse un affronto al suo vocabolario, usarla per descrivere un Serpeverde.

Ginny roteò gli occhi. Harry e Ron non avevano esagerato quando le avevano raccontato che Hermione stava peggiorando. "Andiamo, Hermione, i tempi sono cambiati e non è più un crimine apprezare la 'particolare bontà' di qualche Serpeverde. Comunque, sulla mia lista delle serpi più attraenti, c'è una certa persona bionda, che sarà presto il 'Signor Granger'".

"Ora mi stai facendo desiderare di vomiare, Ginny. E' Malfoy, il piagniucolante codardo che ci ha reso le vite impossibili ad Hogwarts".

"Ma sento che è cambiato. Ron ed Harry mi dicono che è maturato".

"Ron ed Harry? Come potrebbero saperlo loro?".

Ginny si diede mentalmente uno schiaffo. Maledizione, si era dimenticata che Hermione non sapeva esattamente quanto interagivano i suoi amici con i Serpeverde, ultimamente. "Oh beh, sai, ci vengono sempre a contatto, e tutto grazie a Pucey".

"Immagino. Era nel loro ufficio ieri, che mi tormentava, come sempre", si lagnò Hermione. "Stavo sperando, per un minuto, che loro gli stessero rendendo la vita un inferno, facendo incursione a Malfoy Manor, alla ricerca di manufatti Oscuri con cui chiuderlo ad Azkaban. Ma, ancora una volta, se avessero fatto bene il loro lavoro, non avrebbero notato quanto è cambiato".

"Hai bisogno di iniziare a superare questo pregiudizo, Hermione. Se sposerai Malfoy, non puoi continuare così come fai ora", disse seria Ginny.

"Ti ho detto che non c'è alcun modo, nemmeno all'inferno, che io possa sposarlo. Troverò una via d'uscita, anche se Hestia mi ha detto che non è una cosa negoziabile. Comunque, cercherò un modo per spezzare la maledizione, una volta che avrò abbastanza informazioni in merito".

"Sì, Bill mi ha raccontato che lo hai già contattato per questo".

"Stavo sperando che mi potesse dare alcune nuove notizie immediatamente, ma sfortunatamente non sa niente. Comunqe ha promesso di aiutarmi una volta che lo avrò aggiornato". disse vivacemente Hermione, considerando tutto.

"E' quasi eccitato quanto te, alla prospettiva di una nuova maledizione in cui affondare i suoi denti da lupo".

"Lui è solo fortunato a non avere questa cosa del matrimonio a pendergli sopra la testa", disse Hermione, con il cispiglio severo di nuovo sul suo viso.

"In qualche modo è una buona cosa, Hermione; lui sarà in grado di distanziarsi da tutte le emozioni, cosa che comprensibilmente tu non sarai in grado di fare".

Hermione annuì, ammettendo la verità di quella dichiarazione. "Allora, hai menzionato George. Ha ricevuto la lettera?".

Ginny iniziò a ridere così forte da grugnire, cadendo dalla sua sedia. "Già, e non indovinerai mai chi ha avuto".

"Chi?", chiese Hermione, ormai intrigata.

"Pansy Parkinson. Lui è diventato pallido alla prospettiva di dover rimanere incollato per sempre a lei".

"Oh, povero George. Merita di meglio di quell'orribile carlino. Lei gli renderà la vita impossibile".

"Lo so. Lei è l'unica Serpeverde che non credo possa cambiare".

"Insieme a Malfoy. Quei due sono perfetti insieme. Non ho mai capito perchè non si siano sposati. Avrebbero permesso a mèe e George di rimanere fuori da questo casino, se lo avessero fatto", disse amaramente Hermione.

Ginny tenne serrata la bocca. Non voleva incoraggiare di nuovo un'altra sfuriata anti-Malfoy.

"Allora, condividerai il pettegolezzo? Hai detto che hai visto Malfoy, ieri, nell'ufficio Auror".

Hermione rabbrividì. "Non ricordarmelo. Pensavo che avrei preso una bella risollevante tazza di thè con Harry, ma la faccia da furetto era lì. Lui ha seguito la sua solita routine: mi lancia qualche insulto e prova ad imbarazzarmi".

"Sembra abbia funzionato", osservò Ginny.

Hermione semplicemente arrossì. Non sapeva perchè aveva permesso a Malfoy di irritarla così tanto. Era stato frustrante. Ginny aveva anche quello sguardo che la dice lunga, come se avesse avuto qualche rivelazione innovativa che voleva condividere con lei. Fortunatamente per Hermione, Ernie decise che era arrivato il momento buono per ritornare in ufficio, dopo la sua pausa pranzo.

"Ehi, Ginny, come stai?", chiese lui.

"Sto bene. Stanca per tutti gli allenamenti con le Harpies, ma ne vale la pena. Adoro giocare come professionista di Quidditch".

Ernie sorrise. Ginny Weasley aveva sempre amato giocare a Quidditch, ma aveva dovuto farlo segretamente, a causa della natura iper protettiva di tutti i suoi fratelli più vecchi. Era abbastanza divertente che lei fosse l'unica femmina su sette figli, e l'unica di loro a diventare giocatrice professionista.

"Ho sentito che questa era la stagione di chiusura dell'allenamento. Come mai sei qui?"

"Oh, mi hanno dato una dispensa speciale per tornare, per questo incontro che il Ministero terrà questa sera", disse Ginni prima di sussurrare, "Sai, riguardo i matrimoni combinati Grifondoro/Serpeverde".

Ernie alzò un sopracciglio. "Oh, quindi anche tu hai ricevuto la letera. Sarei troppo sfacciato nel chiederti con chi sei stata messa in coppia?".

"Non è che le coppie siano un segreto di Stato, inoltre, anche se lo fossero, la verità verrebbe presto a galla in ogni caso. Sono in coppia con Blasie Zabini".

Ernie annuì. "Capisco. Sembra che abbiano fatto un bello sforzo nel mettervi tutti in coppia con una dolce metà compatibile".

Hermione lo guardò truce, ed Ernie impallidì. "Ovviamente, eccetto nel caso di Hermione. Intendo, Hermione e Malfoy, non potevano scegliere due persone meno compatibili di così".

Hermione sorrise di rimando all'ex Tassorosso, ma non si accorse che lui roteò gli occhi in direzione di Ginny, prima di sillabare, "Sono veramente perfetti insieme. Chi altro potrebbe sopportare uno di loro?".

Ginny soffocò una risata. "Comunque, mi toglierò dai piedi. Ho promesso ad Harry e Ron che sarei passata a trovarli ed a salutarli, prima di tornare a fare shopping in Diagon Alley".

Hermione ed Ernie sorrireso entrambi a Ginny, e la salutarono con un cenno, prima di prendersi per mano per parlare dell'imminente incursione nella vecchia proprietà degli Yaxley, dove le condizioni degli Elfi Domestici erano pessime.

"Bene bene, sono contenta di vedere questa eccellente squadra di Auror lavorare duramente", disse sarcastica Ginny, mentre entrava nell'ufficio di Harry, per poi trovarlo a giocare a Spara Schiocco con Ron, Adrian Pucey, e Robert Hilliard, un Corvonero che aveva frequentato Hogwarts qualche anno prima di loro, ora compagno di squadra di Harry.

"Ginny!", urlarono alzandosi Ron ed Harry, e spiaccicandosi su lei in un abbraccio di gruppo.

"Ehi, allontanatevi da me! Mi state stritolando a morte, razza di zotici!", protestò Ginny.

"In che modo stanno tornando in forma le Harpies, Gin? Vale la pena puntare su di loro ogni galeone per la vincita del campionato?", chiese Ron eccitato.

"Stiamo procedendo proprio bene, Ron, e sai molto bene che non ti darò alcuna informazione in più di questa. Ci potrebbero essere spie ovunque in questo pericolante vecchio edificio".

"Sei proprio pallosa", si lagnò Ron.

"Meglio essere pallosa che diventare ex cacciatrice solo perchè sono stata troppo stupida da spiattellarti i nostri segreti".

Ron si cucì addosso un'espressione infantile, rivolta a Ginny, ed anche lei fece lo stesso. Harry sorrise da un orecchio all'altro ad entrambi. "Noi ti aspettavamo secoli fa", disse.

"Oh si, vedo proprio che siete così incredibilmente impegnati da sudare sette camicie. Comunque, ho dovuto sorbirmi un monologo di Hermione sul perchè Malfoy è così maligno".

"Sta ancora farneticando su questa storia?", gemette Ron.

"E' Hermione quella di cui stiamo parlando. Non è che improvvisamente dimenticherà ed andrà avanti, ma almeno così ho saputo che ieri, nel vostro ufficio, si è imbattuta nell'irriverente biondo".

Harry emise un lamento. "Non ricordarmelo. Volevo tentare di placare Hermione portandola qui; se tutto fosse andato bene, le avrei fatto riprendere il buon senso. Pensavo che Malfoy si fosse tolto dai coglioni, ma Draco era ancora qui":

Ginny iniziò a ridacchiare. "Scommetto che è stato divertente".

"Lei ha quasi fatto esplodere il nostro ufficio", disse Ron. "Tranquilla, non la incolpo. Draco l'ha chiamata - Micetta - ".

Ginny sputò un sorso del thè che Harry le aveva appena allungato. "Micetta? Ma vuole vivere per vedere l'alba dei suoi venticinque anni?".

"A quanto pare no", fu la risposta secca di Harry. "Comunque, come stava oggi Hermione?"

"Si sta impegnando a fondo per imparare tutto sulle maledizioni, così sarà pronta per spezzare la nostra. Diceva che Bill è tutto eccitato e spumeggiante al solo pensiero".

"Bene, ricordami ti stare alla larga da entrambi per un bel po' di settimane. Saranno impossibili", disse Ron.

"Certo", concordò Ginny. "Ma, parlando di cose impossibili, voi zucche vuote, quando direte ad Hermione della vostra amicizia con il suo futuro marito? Prima mi è quasi sfuggito, quando stavo cercando di spiegarle che lui non è lo stesso marmocchio purosangue con il quale andavamo a scuola".

"Ah. Entrambi vogliamo sapere la risposta a questa domanda, piccola Weasley", di intromise Pucey. "Sono delle femminucce, hanno troppa paura di ciò che gli farà la loro psicotica amica".

"Ehi, lei non è psicotica", la difese Ginny.

Adrian sorrise compiaciuto ad Hilliard. "Se lo dici tu". Entrambi gli uomini iniziarono a ridere.

Ginny strinse pericolosamente gli occhi. "Pucey, giusto in caso tu te lo stia domandando, non ho perso il mio tocco con la Fattura Orcovolante, ma è un po' che non la uso. Ti stai offrendo come bersaglio per aiutarmi a fare pratica?".

Adrian inghiottì rumorosamente, ed una voce divertita, proveniente dalla porta, disse "Queste Grifondoro sono una cosa spaventosa, Pucey. Starei in guardia se fossi in tè".

Ginny si voltò, ed arrossì quanto vide la figura di Blasie Zabini adagiata elegantemente contro lo stipite della porta. "Oh, ciao", disse lei, sentendosi timida tutto ad un tratto.

Blasie entrò nella stanza con passo non curante. "Stavo per chiedere al qui presente Adrian se gli andava di andare a pranzo", osservò Blasie, "Ma vedendo tè, che hai un viso decisamente più bello... te la senti di tenermi compagnia?", disse poi, rivolto a Ginny.

"Ehi!", protestò Adrian, "Folle di streghe vorrebbero che andassi a pranzo con loro".

"Esatto, Adrian, streghe! L'ultima volta che ho controllato uno specchio, ero decisamente un mago".

"Sì, circa trenta secondi fa, e sono sicuro che lo specchio ti ha confuso per una strega, vanitoso essere", mormorò Harry, rivolto a Ron ed Adrian, che risero sguaiatamente.

Blasie non si degnò nemmeno di lanciare uno sguardo ad Harry; era troppo occupato ad alzare la mano di Ginny per baciarla, affascinando la rossa Grifondoro, che balbettando gli diede una risposta positiva. Lui le mise un braccio intorno alle spalle, guidandola fuori dalla porta, e girandosi a sorridere compiaciuto verso gli Auror che aveva lasciato.

"Maledetto, falso, Serpeverde bastardo!", brontolò infelicemente Ron.

Ginny cercò di stabilizzare il battito irregolare del suo cuore, mentre si sedeva di fronte a Blasie Zabini; era sicura che lui lo avesse potuto sentire, e ne sarebbe stato divertito. Non sapeva perchè fosse così nervosa. Forse perchè il Ministero aveva deciso che quello sarebbe stato l'uomo a cui sarebbe stata legata per molto tempo; o forse perchè nessuno con il quale era uscita precedentemente, aveva avuto quell'intenso sguardo scuro, cosa che questo alto Serpeverde invece aveva. Si sentiva come se si fosse trasformata nella dodicenne impacciata che era stata quando si era trovata faccia a faccia con Harry. E non aiutava di certo il fatto che Zabini non apparisse troppo annoiato nel conversare con lei, che si sentiva completamente goffa ed a disagio.

"Allora, Zabini", iniziò lei, "Cosa fai ultimamente?".

"Credo tu possa chiamarmi Blasie, considerando che ad un certo punto ci sposeremo. Lavoro con Draco. Portiamo avanti un laboratorio di pozioni con Severus".

"Ok, Blasie", disse timidamente Ginny, "Lavorare in un laboratorio di pozioni, sembra interessante. Com'è lavorare con il Professor Piton?".

"Conosci Severus, può essere duro, ma rispetta le nostre abilità in pozioni, e ceramente ama molto Draco, che mitiga abbastanza i suoi modi rozzi".

"E' semplicemente un po' strano cercare di immaginarsi Piton che nutre dei sentimenti verso qualcuno. Lui è sempre stato così pessimo con i Gridondoro, ed in particolare con Harry!".

"Questa è solo una parte del carattere di Piton. Lui nasconde un cuore d'oro, dietro quella freddezza esteriore, ed ora può dimostrarlo, dato che non deve continuamente fare la spia doppiogiochista, o qualsiasi cosa fosse".

"Beh, immagino di sì. Ma è ancora strano immaginarmelo in questo modo".

"Ora che i confini stanno cambiando così tanto, probabilmente avrai l'occasione di vedere questo lato di Severus. Io lo vedo regolarmente, il che significa che probabilmente lo farai anche tu".

Ginny considerò strano il pensare che questa fosse la prima volta in cui lui le si era rivolto come sua fidanzata. "Trovi che tutta questa faccenda del - matrimonio a causa di una maledizione - sia bizzarro? Devo ammetterlo, io faccio veramente fatica ad accettarlo".

"Certamente è ovvio che sia una delle cose più bizzarre della mia vita. Sono molto curioso di sapere cosa sia questa maledizione. Credo che Severus sia stato consultato in qualche modo, perchè è stato molto riservato, quando Draco ed io glie lo abbiamo chiesto. Solitamente, lui ha sempre condiviso tutto con noi, ma questa cosa deve essere veramene top secret, perchè non ci dice niente".

"Hermione sta cercando tra tutte le maledizioni. Ha anche messo mio fratello Bill in allarme rosso, così possono lavorare per trovare un modo di spezzarla il più presto possibile, visto che l'incontro è previsto per sta sera".

"Ho sentito da Adrian che la Granger ha fatto una scenata, atta a rifiutarsi di sposare Draco, nell'ufficio del Ministro della Magia, l'altro giorno".

La lealtà di Ginny verso Hermione, e tutti i suoi amici, era ferrea. Non importa quando bello fosse il Serpeverde che sedeva di fronte a lei, e nemmeno chi fosse, lei non avrebbe criticato Hermione con lui, anche se c'erano sia gli intenti che i presupposti. "Ad Hermione non piace che le venga detto cosa deve fare senza saperne prima il motivo. Era solo frustrata per il fatto che Hestia la facesse brancolare nel buio, ed allo stesso modo tutti noi".

"Mmmmm, se la metti così", disse Blasie, sorridendole.

"Come sta prendendo la notizia Malfoy?", chiese Ginny, cercando di allontanare la conversazione dalla sua amica, ma anche genuinamente curiosa.

"Conosci Draco.... Beh, no, non attualmente. Non sta dimostrando niente. Non ha reagito nè positivamente, nè negativamente, a riguardo".

"Pensavo che sarebbe stato almeno irritato dal rovinare il suo perfetto pedigree purosangue", osservò Ginny.

"Nah, Draco non è più così. Quando ha visto la realtà della guerra, con Voldemort che viveva a Malfoy Manor, ha dovuto crescere velocemente, e parte di quel processo è stato capire che è la magia che conta, non il sangue. E chi può mettere in discussione che la Granger sia una delle più talentuose streghe nate negli ultimi tempi?".

Ginny analizzò il tutto. Voleva dimostrare al più presto ad Hermione che Draco era cambiato. Aveva già avuto quell'impressione dalle poche volte che lo aveva visto, ma non si erano mai trattenuti molto a lungo, e non è che si fossero confidati i segreti. "Bene, è bello sapere che ha messo da parte tutto il fanatismo, ma gli va bene Hermione? La odiava così tanto a scuola".

"Non tanto quando voleva che voi pensaste, e se si è lasciato alle spalle il passato con Potter e Weasley, allora la Granger non dovrebbe essere un problema. Certamente, se lei glie lo permetterà, visto che sono portato a credere che lui non le vada proprio a genio".

"Cosa intendi per - non tanto quanto voleva che voi pensaste - ?", chiese Ginny.

Blasie le fece un largo sorriso. "C'è una scommessa ancora aperta nella Casa di Serpeverde. Si dice che Draco sia segretamente molto preso dalla Granger, e lo sia stato sin dal Ballo del Ceppo, nel quarto anno. Scusa, il tuo terzo anno".

"Veramente? Ma lui era così maligno con lei, anche successivamente".

"Beh, lui non ha mai ammesso di avere qualche sentimento nei suoi confronti. Si arrabbia con le nostre provocazioni, e lo nega, ma nega un po' troppo perchè noi possiamo credergli".

Ginny, a questa rivelazione, cercò di riordinare i pensieri. "E' molto difficile immaginare Malfoy che nasconde una cotta segreta per Hermione".

"Oh, andiamo, tu non ti sei mai chiesta perchè fosse così orribile con lei. Con Potter e Weasley, tutti avremmo potuto capire, ma Draco era vile con la Granger, come un ragazzino che tira i capelli alla ragazzina che gli piace".

Ginny ci pensò su. "Potresti avere ragione in qualche cosa, ma potrebbe anche essere vice versa".

"Cosa intendi? Che la Granger prova qualcosa per Draco?", chiese scetticamente Blasie.

"Certo, lei è sempre così violentemente anti-Serpeverde, ma odia Malfoy più di tutto il resto di voi serpi messe insieme. E tu sai cosa si dice, che c'è una linea sottile tra l'amore e l'odio. Lei lo odia quasi con passione. Se useremo la stessa logica che tu hai usato con Malfoy, allora questo dice veramente tutto".

Blasie sorrise. "Mi piace come pensi, piccola Rossa, e credo che i futuri Malfoy mi procureranno molto divertimento".



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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Becoming Mrs Malfoy Cap 6 Ummm allora.. grazie come sempre a tutti per seguire questa storia ecc ecc. (ormai non mi dilungo piùm perchè sinceramente sono sempre le stesse cose da dire, e suppongo abbiate capito che ne sono felice di ciò che fate. Non offendetevi quindi :D ) ... Comunque, forse avete notato che ultimamente ci sto mettendo un po' più tempo nel pubblicare i capitoli, a discapito della "velocità" con cui avevo iniziato. In realtà con la traduzione sono a qualche capitolo più avanti, ma mi sto trattenendo dal pubblicarli celermente, perchè vorrei poterne avere qualcuno diciamo di riserva, in caso per qualche tempo non riuscussi a tradurre e di conseguenza nemmeno postare.
Intanto comunque, buona lettura di questo :D

Capitolo 6

Hermione si appostò nell'angolo, sentendosi incredibilmente fuori posto. Solo il Ministero della Magia avrebbe potuto voler trasformare una specie di importante incontro in un evento sociale. Era stata un'idea completamente stupida cercare di socializzare, prima dell'inizio. Hermione non voleva bene aperitivi e scambiare qualche parola con un branco di serpi, visto che aveva passato buona parte degli otto anni precedenti a fare a finta che non esistessero. Voleva che l'incontro iniziasse, per sapere di cosa fosse fatta questa maledizione che aveva fatto decidere al Ministero di varare una stupida legge sul matrimonio, e che poi l'aveva messa in coppia con Draco-schifoso-Malfoy. Hermione battè impazientemente i piedi nel suo ancolo buio, e mormorò tra sè, mentre guardava i suoi per così dire amici che stavano ridendo o sorridendo nel centro della sala con le loro dolci metà di Serpeverde. Era disgustoso. Harry lo poteva capire solo perchè aveva scelto di uscire anche precedentemente con la Greengrass, quindi avrebbe ovviamente voluto passare del tempo con lei. Ma Ginny stava guardando adorante Blasie Zabini, e lui, francamente, le stava facendo venire da vomitare. Ron stava facendo battute di pessimo gusto con Tracey Davis, che stava sorridendo e guardandolo con indulgenza, mentre lui si ingozzava con ogni canapè che gli passava vicino. C'erano delle pozioni rallegranti dentro ai drink? Se così fosse stato, perchè non stavano funzionando su di lei? Riusciva a sentire che la sua temperatura si stava alzando. Voleva solo che iniziasse l'incontro, non passare una serata in mezzo ad uno spettacolo natalizio. 

Un corpo alto le bloccò la vista, ed Hermione gemette, mentre con un accento sofisticato qualcuno le diceva sarcastico, "Allora è qui dove la mia amorevole piccola futura moglie si sta nascondendo".

"Vaffanculo furetto, non sono dell'umore giusto".

"Oh che peccato, ed io che ero qui per offrirti il mio braccio".

"Vuoi qualcosa, o mi stai di fronte solo per il puro piacere di irritarmi a morte?"

"Anche se sarebbe stato molto divertente vedere quanto potrei irritarti prima che tu esploda in milioni di minuscoli pezzettini di capelli crespi, tristemente, devo solo scovarti, per portarti con me all'incontro. Dobbiamo sederci con le nostre affascinanti spose", disse sarcasticamente Draco.

"Bene, il Ministro sa dove può ficcarsi quell'idea. Non mi siederò di fianco a tè, e certamente non ti sposerò", disse secca Hermione, prima di allontanarsi spedita nella stanza, da sola. 

"E' sempre un piacere, Granger", mormorò sottovoce Draco, prima di seguire all'interno la sua fidanzata.

Hermione si era deliberatamente incollata contro il muro, di fianco a Neville Paciock, così che non ci fosse alcuna possibilità per Malfoy di potersi sedere di fianco a lei. "Ciao Hermione, sei sicura di volerti sedere lì? Non c'è spazio per... ", disse Neville, prima di affievolire la voce, rendendosi conto che lei non voleva veramente far sedere Malfoy.

"Quella è l'idea, Neville".

"Che peccato, non hai pensato a guardare se il posto dietro di te fosse vuoto, tesoro", sorrise soddisfatto Malfoy, da dietro di lei.

Hermione girò la testa indietro e gli ringhiò, "Se ci tieni alla tua vita, Malfoy, allora ti suggerisco di spostarti al lato opposto della stanza".

Malfoy semplicemente continuò a sorriderle con ghigno soddisfatto, prima di alzare una mano e scompiglarle i capelli, prendendola in giro. "Lei è una piccola leonessa aggressiva, non è vero, Paciock?"

Neville sorrise debolmente ad Hermione, non volendo entrare nell'argomento in corso tra le due personalità imprevedibili.

Hermione brontolò, e stava per rispondere, quando Malfoy aprì la bocca. "Ora, micetta, è il momento di ritrarre quegli artigli. Hestia sta per far iniziare l'incontro. Non vuoi rallentare maggiormente il procedimento con una delle tue famose crisi, vero?"

Hermione stava proprio per farlo, quando catturò lo sguardo preoccupato di Harry. Lui scosse la testa, avvertendola. Lei si guardò intorno, e vide che molti dei presenti li stavano guardando, sbavando al pensiero che lei perdesse la testa, e procurandogli così un po' di divertimetno. Questo era esattamente ciò di cui lei aveva bisogno per ricordarsi dove fosse. Contò fino a dieci, e prese alcuni respiri profondi, prima di rivoltarsi e focalizzarsi su Hestia.

"Vedi? Non è così difficile controllarsi. Presto ti renderemo una Malfoy", le sussurrò all'orecchio Malfoy. 

Si stava veramente divertendo a punzacchiarla, il cazzone. Semplicemente ingnora il furetto, ripeteva tra sè Hermione, e prendendo anche profondi respiri stile yoga.

Hestia diede il via all'incontro. "Buona sera, e grazie a tutti voi per partecipare a questa serata. Sono molto compiaciuta nel vedere una buona parte di voi lasciarsi il passato alle spalle e cercare di fare amicizia con i partner con i quali siete stati messi in coppia".

Hermione borbottò sottovoce, e notò che Hestia, nonostante guardasse sorridente le persone come Ginny e Ron, non posò lo sguardo su di lei. Onestamente, non era una cosa strana che Hestia non avesse minimamente guardato nella sua direzione per tutta la serata, visto che probabilmente aveva paura di cosa sarebbe potuto accadere se avesse accidentalmente incontrato il suo sguardo.

"Ora, so che molti di voi sono desiderosi di sentire di che miseriosa maledizione si tratti, e che ha indotto il Ministero della Magia a prendere delle così drastiche misure e forzare tutti voi in un matrimonio che non era nei vostri programmi. Vorrei chiarire che non abbiamo varato alcuna legge solo per divertimento, e siamo sinceramente dispiaciuti che siate stati messi in questa posizione. Abbiamo passato gli ultimi anni a cercare di trovare un modo per aggirare la maledizione, ma siamo stati un po' sfortunati".

Le orecchie di Hermoine si drizzarono. E così loro erano a conoscenza di questa maledizione da tempo! Si stava sforzando di capire perchè lei o Bill non fossero stati consultati prima; sembrava fosse stato tenuto tutto segreto. In questo caso, doveva essere una cosa terribile, pensò.

"Bene, come tutti dovreste aver notato, la maledizione ha toccato solo metà di quelli che hanno frequentato la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, e a quanto sembra, solo chi l'ha frequentata durante i tempi bui della guerra. La maledizione è stata scoperta dall'attuale Preside di Hogwarts, la professoressa McGranitt. Quindi, lascerò il palco a lei, così che possa spiegarvi in modo dettagliato esattamente tutto ciò che sappiamo a riguardo", finì Hestia.

Minerva McGranitt si alzò dalla prima fila di sedie, dove si era seduta, e salì sul palco. "Grazie per questa introduzione Hestia. Buona sera, è bello vedere così tanti miei ex studenti radunati insieme, ed è ancora più bello vedere che non ci sono state ripercussioni tali da creare feriti".

Una piccola risata collettiva aleggiò per la sala, e più di un paio d'occhi fissarono speranzosi Hermione e Malfoy. Lei si accigliò. Non era una specie di piccola intrattenitrice per le folle.

"Come avete notato, le sole due Case di Hogwarts a cui è stato chiesto di partecipare questa sera sono quelle di Grifondoro e Serpeverde. Abbiamo solo una piccola parte dei nostri alunni Grifondoro e Serpeverde qui. So che sarete tutti curiosi di sapere perchè solo un cerchio ristretto degli studenti di Hogwarts sembra essere stata attaccata da questa maledizione, e sono felice di ragguagliarvi. 

Qualche anno fa, mi è apparsa in sogno Priscilla Corvonero. Lei mi aveva cercato in quanto Preside di Hogwarts, per informarmi che una maledizione, creata da lei stessa durante la fondazione della scuola, era stata attivata. Mi ha indirizzato verso un libro nascosto, precisamente dei diari che aveva trasformato in uno scoiattolo, nella biblioteca", li informò la McGranitt.

Hermione drizzò le orecchie. Se la maledizione non l'avesse implicata così tanto e così disastrosamente, allora sarebbe stata al settimo cielo al pensiero che dei diari di Priscilla Corvonero fossero stati scoperti.

"In questi diari, lei definiva le origini della maledizoine, e come immaginava si sarebbe implementata successivamente", continuò la McGranitt. "Dopo il litigio, che portò Salazar Serpeverde a lasciare al resto dei fondatori la costruzione di Hogwarts, Priscilla decise che la scuola non sarebbe sopravvissuta ad scisma simile una seconda volta. L'inimicizia tra le case di Godric Grifondoro e Salazar Serpeverde era ancora forte, ma non tornò più in superficie, come invece era successo durante il litigio tra i due fondatori. Priscilla decise di consultare Tosca Tassorosso, riguardo questo problema, e venne deciso dalle due che una maledizione si sarebbe attivata quando l'apatia tra le due case si fosse presentata di nuovo. Loro pensavano sarebbe stato appropriato un certo tipo di maledizione, non per separare le case, ma per forzarle ad essere inseparabili, così che l'inimicizia non sarebbe cresciuta di nuovo". La McGranitt venne costretta ad interrompersi qui, mentre a questa notizia un mormorio si diffuse per la sala.

Hermione era irritata da questa interruzzione. Battè impaziente le dita contro la sua pergamena, mentre attendeva che la sala di calmasse

"Potresti diventare di nuovo un topo di biblioteca, Granger", sussurrò una voce odiosa dietro di lei.

"Chiudi il becco, Malfoy".

"Comunque, perchè stai trascrivento tutto?", continuò lui.

"Così posso spezzare la maledizione e non essere legata a tè per il resto della mia vita".

"Awww, Granger, sei così prevedibile. Ho il cuore spezzato dal fatto che tu non sia eccitata alla prospettiva di sposarmi", disse sarcasticamente Malfoy.

Hermione si girò, per vedere poi quell'irritante sorriso sarcastico, e restrinse gli occhi per la contrarietà ed il disgusto. "Vai a farti fottere, Malfoy".

La McGranitt si schiarì la voce. "Se per favore potessimo continuare". La stanza divenne immediatamente silenziosa. "Grazie, so che ci sono molte informazioni da darvi, ma faremo le domande alla fine".

La McGranitt bevve un sorso d'acqua. "Per continuare, Priscilla ed Tosca decisero che una maledizione avrebbe impeditio a chiunque di innamorarsi e trovare l'amore e la felicità ad Hogwarts, a meno che ciò non fosse accaduto con qualcuno appartenente alla Casa opposta alla propria".

Ancora una volta dei sussurri irruppero tra i partecipanti. Hermione inclinò la testa, pensierosa. Era vero che nessuno dei suoi compagni avevano avuto una relazione duratura. Solo Luna ed Ernie si erano sposati, ed erano una Corvonero ed un Tassorosso.

La McGranitt alzò di nuovo la mano per chiedere silenzio. "Ora, so cosa tutti state per chiedere, perchè il bisogno di forzarvi al matrimonio? Capisco che molti di voi preferirebbero morire single, piuttosto che sposare un/a Grifondoro od un/a Serpeverde. Comunque, così fecero Priscilla e Tosca, e lanciarono assieme la maledizione. Se la generazione che dà il via alla maledizione non sposa il partner dell'altra Casa, allora Hogwarts verrà magicamente isolato e chiuso per sempre, per le future generazioni di maghi e streghe". Ci furono rantolii di shock nella stanza, a questa rivelazione. 

"Come potete vedere, è solo per questa terribile cosa che Hogwarts ed il Ministero hanno messo in atto una così drastica misura. Questa è la spiegazione della maledizione. Abbiamo passato gli ultimi due anni facendo del nostro meglio per trovare un modo di spezzala, ma, tristemente, anche dopo consultazioni con vari spezza-incantesimi, non siamo nemmeno vicini ad essere in grado di farlo".

La McGranitt prese un profondo respiro, sapendo che la sua prossima dichiarazione sarebbe potuta essere controversa. "Ora, ciò che dirò fra poco non piacerà a molti di voi, ma sono venuta qui per portare il consiglio di Priscilla Corvonero e Tosca Tassorosso. Le Case Grifondoro e Serpeverde ancora non progrediscono, ed è indispensabile mettere fine a questa inimicizia. Io concordo sul fatto di mescolare streghe e maghi delle due case, così quei figli avranno entrambi i patrimoni, ed è un buon modo per risolvere il problema. Se riusciamo ad avere una gerenazione di Grifondoro e Serpeverde dai matrimoni riuscti, allora sarà un modo per provare che non siete nemici incapaci di convivere insieme. Lasciamo quindi il campo per le domande. Vi chiedo di essere pazienti, e di non parlare tutti insieme, così che possiamo rispondere a tutte le questioni".

Molte mani si alzarono in aria, ed il rispondere a tutti fu una cosa che richiese tempo. Hermione si estraniò, mentre i vari dubbi venivano chiariti, finchè non sentì la voce di George Weasley, così si concentrò meglio.

"Come sono stati scelti i nostri partner, ed è possibile, se siamo veramene in disaccordo con la scelta fatta, cambiarli?".

Pansy, che si era seduta il più lontano che poteva da George, gli lanciò uno sguardo, ma non stava negando quel luccichio speranzoso negli occhi, mentre entrambi si girarono verso la McGranitt.

"Vi abbiamo smistati con i vostri partner più adeguati, ed è stato un suggerimento di Priscilla Corvonero. Anche se molti di voi potrebbero non essere d'accordo, i vostri partner sono risultati avere la maggior possibilità di successo per un riuscito matrimonio, e quindi, non è possibile negoziare".

Hermione, e parecchi altri nella sala, borbottarono.

"Stavi sperando di sfuggirmi così facilmente?" pronunciò Malfoy al suo orecchio.

"Allo stesso modo in cui tu non stavi sperando di liberarti di me. Almeno avresti potuto barattare una sporca piccola Sanguesporco come mè, per una purosangue", gli rispose stizzita Hermione.

Non c'era nient'altro che silenzio dietro di lei, il che era insuale. Hermione si girò per affrontarlo, per poi vedere un'espressione seria sul viso di Malfoy, che non reagiva nel suo modo abituale. Beh, almeno non come nel suoi dibattiti con lei.

"Cosa?", chiese.

"Non dovresti presumere di pensare di conoscere mè o i miei sentimenti verso i Nati Babbani, negli ultimi tempi", disse lui, enfatizzando la corretta terminologia, a discapito dell'insulto che lei aveva usato.

"Oh, smettila, Malfoy, hai ricavato un grande piacere nell'infliggermi quella parola per tutta la durata della nostra conoscenza".

"Sì, quando a scuola ero un immaturo piccolo marmocchio, che sputava sentenze che non aveva mai capito completamente. Sono passati otto anni dall'ultima volta che ci siamo parlati, ed il mondo Magico è cambiato. Tu non credi che io sia cambiato con lui".

Hermione si fermò e lo guardò negli occhi, esattamente per la prima volta da quando lui era spuntato di fronte a lei precedentemente. Non c'era alcun solito segno di scherno nei suoi occhi grigi, il che diede da pensare ad Hermione che forse era cambiato davvero. Poi si ricordò semplicemente con chi stesse parlando. "Ah! Per un minuto mi hai quasi ingannato, Malfoy", disse lei, roteando gli occhi. "Come se fossi contento nel macchiare la tua perfetta stirpe purosangue", pronunciò in tono di scherno, e girandosi di nuovo verso la McGranitt.

Non vide il momento di rabbia che passò sul viso di Draco. Stupida boriosa secchiona, pensò lui arrabbiato. Fra tutte, perchè aveva dovuto beccarsi la strega più testarda che sia mai esistita? Guarda Blasie e la piccola Weasley. Lei presto avrebbe adorato il suo futuro marito tanto quanto lui aveva fatto con lei nel decennio scorso. Lei non era troppo cocciuta da rivangare il passato. Ok, magari Blasie non si era esattamente comportato in modo tanto irritante, così come invece aveva fatto lui con la Granger, ma sarebbe stato bello se la Granger almeno avesse cercato di credere veramente che lui fosse cambiato. Dannata inabilità dei Malfoy nell'avere matrimoni felici. 

Draco si guardò intorno; rimase sorpreso nel constatare che solo poche persone sembravano genuinamente infelici del proprio compagno. Pansy e George Weasley si stavano guardando nello stesso modo in cui la Granger guardava lui, il che non lo augurava a nessuno. Draco si dispiacè per entrambi. Loro avevano passato otto anni difficili, e sarebbe anche stata una buona scelta associarli, se solo avessero potuto guardare oltre i loro rispettivi ideali di come uno pensava fosse l'altro. 

Tra tutti i Weasley, George era il suo preferito. Aveva una forza interiore che pochi possedevano, il che lo aveva aiutaro ad andare avanti dopo la morte del suo gemello e migliore amico, ed iniziare quindi una nuova vita. Draco preferiva di gran lunga che Pansy fosse stata assegnata a lui, piuttosto che a qualcuno come Thomas o Finnigan. George era la persona perfetta per aiutarla a superare i suoi vari problemi, e lei avrebbe potuto fare affidamento su di lui.

Basta, Draco, si disse da solo. Smettila di essere così sdolcinato. Hai passato troppo tempo in compagnia di Daphne e Potter. Ti stai trasformando in una sentimentale strega Tassorosso del quarto anno. Fanculo, se la Granger non pensava che lui fosse capace di cambiare, allora si sarebbe divertito con lei. Lo avrebbe fatto sentire dannatamente meglio su molte cose. Far arrabbiare la Granger lo divertiva sempre all'infinito.

"Allora Granger, la tua ostilità mi porta a credere che stanotte non vorrai portarmi a casa e testare la mercanzia", disse schernendola,  e sentendosi immediatamente meglio nel punzecchiare la tesa Grifondoro.

Lui rimase a guardare, mentre il collo di lei diventava rosso come i capelli dei Weasley, sapendo che la sua faccia sarebbe stata esattamente uguale. Lei si girò di scatto per affrontarlo. " Sei disgustoso, piccolo pervertito", sputò.

"Mmmmm non così piccolo, Granger, o me lo avrebbero detto", disse lui, sorridendo compiaciuto.

La Granger cadde in completo shock, e per una volta nella sua vita era rimasta senza parole. Draco si stava congratulando con sè stesso. Perchè non aveva mai pensato di rivolgerle queste parole ad Hogwarts? Probabilmente perchè eri troppo preso da pensare al sangue diverso, che ad inventare nuovi insulti da rivolgerle, pensò. 

"Mi chiedo se quei capelli, dopo che hai scopato, possano diventare ancora più selvaggi, Granger", rimurginò lui, guardandola diventare sempre più rossa ad ogni secondo, in questa conversazione. Lei sembrava completamente incapace di rispondere.

"Sono sicuro che potremmo persuadere la McGranitt a lasciarci libero accesso nella Biblioteca di Hogwarts, per una maggiore conoscenza reciproca. Sono certo che è una delle tue fantasie", continuò lui, amando l'imbarazzo di risposta di lei alle sue insinuazioni.

"Tu, squallida persona spregievole", riuscì a sputare lei, prima si saltare sulla sedia, prendendo dentro per Paciock ed alcuni altri che la intralciavano nel compiere il suo desiderio di mettere più distanza possibile tra loro.

Mentre usciva di corsa dalla porta, l'intera sala si girò a guardarlo. Draco alzò un sopracciglio in tono scherzoso, e sorrise divertito.

Sul palco, la McGranitt sospirò. Aveva voluto piangere quando aveva visto quella particolare coppia. Se qualcosa aveva potuto condannare Hogwarts, allora stava cercando anche di spingere Hermione Granger a sposare Draco Malfoy.


Nota : Rowena Ravenclaw in italiano è stata tradotta sia come Priscilla, sia come Cosetta Corvonero. Cosetta non mi è mai piaciuto, quindi ho scelto Priscilla.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Becoming Mrs Malfoy Cap 7
Per prima cosa, grazie come sempre a tutti :D
Seconda cosa... questo capitolo non mi convince molto dal punto di vista della traduzione... qualche parte mi sembra di averla tradotta usando anche termini ripetitivi ma non riesco a fare di meglio mi spiace. Ogni volta che lo rileggo trovo sempre qualcosa da sistemare, per poi rimettere tutto com'era prima xD Quindi mi sa che è meglio fermarmi e pubblicare così, prima di combinare qualche disastro.
Comunque, spero che sia comprensibile lo stesso  :) Leggete, leggete, leggete ^_^

Capitolo 7

L'incontro si era concluso dopo la melodrammatica dipartita di Hermione.  Nessuno in seguito fece qualche domanda in più. Invece, furono tutti ansiosi di uscire ed iniziare a spettegolare su cosa Draco Malfoy potesse aver detto alla lunatica Grifondoro per farla andare via in quel modo. I cacciatori di pettegolezzi erano contrariati che Malfoy se la fosse svignata. Non che comunque avessero molte speranze di indurre il volubile Malfoy a raccontargli qualcosa.

Neville si ritrovò circondato da persole che aspettavano che lui raccontasse ciò che magari aveva origliato. Neville provò di essere l'amico leale che era sempre stato, e sostenne che non aveva origliato assolutamente niente, mentre era concentrato sulle risposte che stava dando la McGranitt. La folla si disperse, alquando delusa di non avere dettagli su un così succulento pettegolezzo. Alcuni commenti poco genitili vennero sibilati su Neville e la sua labile memoria, ma lui imperterrito li ignorò, come l'uomo sicuro di sè che era diventato.  

Harry aspettò finchè tutto fosse più tranquillo, prima di avvicinarsi a Neville. "Oh, quale devastazione mi aspetterà appena raggiungerò Hermione?"

"Non sono proprio sicuro di cosa esattamente abbia portato Hermione ad abbandonare l'incontro in quel modo. Malfoy stava facendo il solito odioso e la stava evidentemente irritando usando insinuazioni sessuali. Non ho idea del perchè Hermione abbia reagito così.  L'ho vista affrontare delle assolutamente nauseanti molestie da vecchi maghi, quindi questa dovrebbe essere stata una passeggiata per lei", disse Neville, informando Harry.

Harry e Ron si guardarono sconcertati. Hermione non era del tutto una signorinella. Era cresciuta con due migliori amici maschi, ed aveva vissuto con loro per circa un anno. Conosceva il funzionamento della mente maschile, e se Malfoy si stava comportando come un ragazzino che aveva appena scoperto di avere gli ormoni, allora Hermione doveva essersene liberata. Ci era già passata con Harry e Ron, mentre scoprivano i loro.

Ginny guardò i due e roteò gli occhi. Erano così sciocchi quando parlavano di Hermione. "Lo risolvo io, ragazzi. Non preoccupatevene".

L'appartamento di Hermione era buio, quando Ginny uscì dal camino. Questo fatto avrebbe scoraggiato suo fratello ed il suo amico, ma Ginny era più astuta, ed aveva capito che era solo uno stratagemma per tenerli lontani. Significava che Hermione era veramente sconvolta. Ginny non perse tempo a cercarla in giro per l'appartamento; sapeva che l'avrebbe trovata nella sua camera; era il suo luogo sacro. La trovò raggomitolata sul pavimento, di fronte all'armadio. Si stava sfogando piangendo, il che preoccupò immensamente Ginny. Hermione piangeva solo in rare occasioni, quando qualcosa andava seriamente storto.

"Hermione, tesoro, cosa c'è che non va?", chiese Ginny, abbassandosi sul pavimento di fianco a lei, e mettendole un braccio intorno alle spalle.

Hermione cercò di inghiottire i singhiozzi, ma era infattibile. Stava tremado e piangendo molto forte. Ginny non l'aveva mai vista in uno stato simile.

"Ehi, che è successo?", chiese di nuovo, ora diventando più ansiosa.

Hermione cercò visibilmente di ricomporsi, provando a smettere di piangere. "Non so perchè l'ho lasciato colpirmi così".

"Chi? Malfoy?".

Hermione annuì. "Stava facendo il solito odioso, ed io glie l'ho lasciato fare".

"Cos'ha detto esattamente?".

"Stava facendo il cretino, imbarazzandomi deliberatamente offrendomi di, testuali parole - testare la mercanzia - , e cose come questa".

"Hai affrontato cose molto peggiori di questa, Hermione", precisò Ginny.

"Lo so. E' per questo che non so perchè ho reagito in modo così forte. Era solo una stupida insinuazione, niente di malizioso o irritante".

Ginny veramente non aveva molto da dire. Riusciva a sentire che c'era qualcosa che Hermione non stava ancora condividendo, ma sapeva che non doveva forzarla a rivelarglielo. Se lei avesse voluto farglielo sapere, allora glie lo avrebbe detto con i suoi tempi. Si sedettero entrambe in silenzio, e rimasero così per un bel po'.

Hermione appoggiò la testa sulla spalla di Ginny, ed emise un profondo sospiro. "Ginny", le chiese con la voce bassa, "Posso raccontarti qualcosa?".

"Certo, tesoro, sai che puoi dirmi tutto".

"Promettimi che non lo dirai a nessuno".

"Croce sul cuore, che possa morire", disse Ginny, sorridendo a quel giuramento infantile.

"So perchè ho reagito così", si interruppe Hermione, con il cuore che batteva forte per quello che stava per raccontare alla sua migliore amica. Non lo aveva mai detto a nessuno prima, ed era nervosa al pensiero di cosa avrebbe pensato lei. Ginny semplicemente aspettò con pazienza.

"Durante il sesto anno ad Hogwarts, ho iniziato a provare dei sentimenti per Malfoy, e non intendo sentimenti di repulsione". Ginny, alla rivelazione di Hermione, sussultò un pochino. Hermione invece si prese la testa tra le mani. "Lo so; è stato dopo che Ron si era messo con Lavanda, ed io mi sentivo tagliata fuori e sola. Harry continuava ad uscire con le sue storie che Malfoy era un Mangiamorte, il che me lo ha fatto notare più di come avevo mai fatto prima". La voce di Hermione era soffocata. "Quindi all'improvviso ho cominciato a notare delle cose su Malfoy che prima non avevo mai notato. Quanto soffici e setosi sembrassero i suoi capelli, quanto carino fosse il suo sorriso, e come riuscisse a chiedere qualcosa di intelligente in classe. Prima che me ne fossi resa conto, stavo già fantasticando su di lui, e non sto parlando di sogni in cui immaginavo di prendere a pugni la sua faccia da furetto", disse Hermione, arrossendo,  e facendo credere a Ginny che si trattasse di sogni molto espliciti. "Quindi, stanotte, quando lui ha iniziato ad insinuare cose intime come quella, io ero così imbarazzata. Mi sono sentita come se lui si fosse insinuato nei miei ricordi del sesto anno". 

Hermione si fece silenziosa, preoccupata della reazione che avrebbe avuto Ginny.

Ginny non sapeva veramente come rispondere. Sapeva che sarebbe stata una cosa cruciale. Hermione poteva sentirsi cone se avesse in qualche modo tradito Harry, nell'avere sentimenti del genere.

"Quei sentimenti non sono niente di cui provare vergogna, Hermoine. Comunque, nessuno oltre a mè lo sa", disse Ginny.

"Non credi che lui conosca la Legimanzia, vero? Io so solo che è un buon Occlumante", chiese con voce bassa Hermione.

"Non lo so. Severus è abile in entrambe ma Hermione, non c'è niente di cui essere sconvolta o imbarazzata. Chi non ha notato Malfoy al sesto anno? Beh, almeno prima che sembrasse un fantasma certo. Dopo l'estate era diventato una persona diversa dal piccolo ranocchio del quinto anno. Si era alzato di parecchi centimetri, aveva sviluppato spalle e muscoli, ed era diventato veramente sexy".

"Ma era Malfoy, e , per rendere ancora peggiori le cose, era un Mangiamorte", disse Hermione, arrabbiata.

"Tu non lo sapevi. Nessuno di noi lo sapeva, ed avere una piccola infatuazione per lui disconcentrava. Non c'è niente di cui sconvolgersi, Hermione. Comunque, è stato molto tempo fa; veramente, non dovresti lasciarti punzecchiare di nuovo".

"Non sei arrabbata con me?".

Ginny sorrise, "Dubito che perfino Ron o Harry si sarebbero arrabbiati con te. Certo, all'epoca si sarebbero rivoltati, ma ora siamo tutti più saggi, e sappiamo che quei sentimenti non significano niente. E' solo una combinazione di ormoni e ferormoni".

Hermione non sapeva se menzionare che mentre Malfoy le stava sussurrando certe cose nell'orecchio durante l'incontro, lei  aveva iniziato a rivivere alcune delle sue fantasie del sesto anno. Quando lui aveva menzionato la biblioteca, lei ne era rimasta inorridita. Aveva immaginato una scena simile a scuola, e mentre lui glie lo diceva, lei se ne stava ricordando.

"Semplicemente sarei mortificata se lui avesse usato la legimanzia su di mè, ed avesse scoperto quel periodo della mia vita", disse Hermione.

"Dubito che l'abbia fatto, perchè avresti saputo che ti stava frugando nella mente, se avesse invaso i tuoi ricordi".

"Hai ragione. Ho completamente reagito a sproposito. Ora sono arrabbiata con m+ stessa per essere stata stupida ed aver regalato al furetto la reazione che voleva". 

"Lui ha fatto la figura del ridicolo sorridendo compiaciuto da solo. Ma almeno tu hai fatto concludere l'incontro. Stava diventando lungo e noioso".

"Tutti stavano di nuovo ridendo di mè, non è vero?".

Ginny per un breve momento pensò di mentire, ma capì che a lungo andare sarebbe stato dannoso.  "Un pochino.  Sono stati come un branco di avvoltoi nel circondare Neville per cercare di sapere il pettegolezzo, subito dopo".

Hermione gemette. "Credi che semtterò mai essere così impetuosa?".

"Nah. E' ciò che ti rende Hermione. Adoro il fatto che tu abbia tutta quella passione, anche se alcune volte la usi in modi sbagliati".

Hermione si strofinò la faccia, si soffiò il naso, e diede a Ginny un force abbraccio. "Sei la migliore, Ginny. Non so cosa farei senza di tè. Harry e Ron sono senza tatto alle prese con queste emozioni, e Luna è troppo sognante".

Ginny iniziò a sghignazzare. "Immagina se avessi raccontato a Luna di quei sentimenti. Lei avrebbe dato la colpa ai Gorgosprizzi o chissà cos'altro".

Anche Hermione iniziò a ridere, e presto entrambe le ragazze diventarono isteriche.

"Draco Malfoy, cosa c'è di sbagliato in tè?", strillò Daphne, appena saltò fuori dal camino a Malfoy Manor.

Severus lanciò uno sguardo da sopra l'ultimo periodico di Pozioni che stava attentamente leggendo. "Buon giorno anche a lei, Signorina Greengrass. Se per piacere potesse smetterla di gridare, sarebbe apprezzato".

"Oh, salve Signore", disse Daphne, un po' sconcertata dalla presenza dell'ex Direttore della sua Casa. "Ehm, ha visto Draco?"

Daphne odiava la sensazione pungente che le aleggiava intorno quando si trovava vicino all'ex Professore di pozioni. Si sentiva sempre come se lui le stesse leggendo la mente.

"Credo possa essere nella biblioteca. E' ritornato circa un'ora fa, sembrando immensamente compiaciuto con sè stesso".

"Non si sentirà più così contento, una volta che gli avrò messo le mani addosso", disse ferocemente Daphne, uscendo dal salotto, e lasciando un divertito Severus Piton dietro di lei.

Daphne aprì di scatto la porta già aperta della biblioteca dei Malfoy, "Draco Malfoy, porta immediatamente qui il tuo scheletrico fondoschiena".

La testa di Draco spuntò fuori da alcuni volumi, "Perchè, Daphne, questa deliziosa sorpresa?",  pronunciò lui.

"Non dirmi così, idiota totale. Ti avevo detto di comportarti da vero tè stesso per una sera, e non sei nemmeno riuscito a farlo!".

"Mi dispiace, credo di essermi perso la parte in cui tu diventi mia madre",

Daphne battè i piedi, "Draco, ti ho pregato di essere civile. Hai detto che ci avresti provato, ed invece hai causato una scena pietosa che probabilmente anche la Gazzetta del Profeta riporterà domani".

"Hai mancato la parte chiave della sentenza, Daphne. Ho detto che ci avrei provato. L'ho fatto, ma ho fallito. Non ti posso aiutare; la Granger è semplicemente troppo diverente quando si arrabbia. E' irresistibile".

"Sei un cretino!".

"Da quando hai avuto questa nuova notizia?".

"Da quando sei stato messo in coppia con la Granger. Ti ucciderebbe veramente cercare di mostrarle che non sei proprio una cattiva persona?"

"Perchè dovrei? Comunque, lei è diventata insofferente. Ha pregiudizi ed è bloccata nel passato. Mi rifiuto di inseguirla, pregandola di credere che sono un essere umano e non l'incarnazione del male".

"Che tipo di matrimonio avrai se continui a fare così?".

"Ehi, perchè sono l'unico che dovra sopportare tutto questo? Lei è praticamente una piccola Miss Perfezione".

"Non l'ho chiesto a lei. L'ho chiesto a tè. Pensavo che almeno per mè lo avresti potuto fare. Lei è la migliore amica di Harry, ed ora lui è agitato, e mi sta rovinando la serata".

"Mi dispiace di essere un simile inconveniente per la tua relazione", disse sarcasticamente Draco.

"Solo comportati da tè stesso! Noi tutti andreamo a verdere la partita di Ginny, per l'apertura della stagione, ad Halloween, il che significa che tu ed Hermione sarete molto vicini. Se fai di nuovo un casino come oggi, sono praticamente sicura che non potrai avere dei piccoli Malfoy".

"Potter non va bene per tè, Daph, sei diventata melodrammatica come la sua piccola cerchia di Grif-imbrantati", disse Draco, non completamente colpito dal modo in cui lei lo stava trattando.

"Solo, fallo per mè, Draco. Puoi?"

"Mi lascerai da solo se ti dico che sarò carino con la mia riccioluta spina nel fianco?"

"Sì".

"Ok, tutto per liberarmi di tè".

Daphne rivolse a Draco un sorriso raggiante. "Grazie. Se lei avesse visto il tuo lato umano, avrebbe anche potuto iniziare a ricambiare la tua cotta", replicò Daphne, per poi girarsi velocemente e lasciare la stanza, prima che Draco avesse potuto lanciarle addosso qualcosa di pesante.

Appena lei chiuse la porta, sentì il tonfo di uno dei libri, che era stato lanciato esattamente dove si trovava la sua testa solo un secondo prima. "Maledetta ragazza impicciona!", sentì ringhiare. "E' molto più semplice avere dei servi. Loro ti rispettano e non ti rispondono, e non fanno ridicole richieste su malignie arpie con cui si è legati".

Daphne rivolse a Severus e Narcissa un sorriso angelico, mentre usciva dal Manor.

"Severus, a cosa era riferito tutto questo?", chiese Narcissa.

"Chi lo sa? Questi miei ex studenti hanno sempre una crisi, o qualcos'altro".

Narcissa contrasse le labbra; sapeva che suo marito era a conoscenza di molto più di questo. "Non dirmi così, tu sai esattamente cosa è accaduto".

Severus sorrire alla sua astuta moglie. "Potrei aver sondato la sua mente quanto è entrata qui come una furia, prima".

"Questo è molto di più! Allora? Condividi!", richiese imperiosamente Narcissa.

"Sì, cara", sorrise Severus alla sua bellissima moglie. "Sembra che il tuo problematico figlio abbia fatto fare una scenata alla Signorina Granger, all'incontro di questa sera. Lei è uscita di scatto, imbufalita, e Daphne ora è arrabbiata con lui, perchè lui le aveva promesso che avrebbe provato ad andare d'accordo con quella insopportabile so-tutto-io".

"Non so se la sorte ha fatto una buona scelta, mettendo quei due in coppia. Si uccideranno a vicenda".

"Ah, ma pensa al divertimento che avremo, mia cara", disse Severus.

Narcissa gli rivolse in risposta una risatina molto stile Black. "Certamente qui intorno non ci sarà tranquillità", disse lei, baciando il marito.

"Madonna, ne ho abbastanza di dimostrazioni pubbliche di affetto. Quella che stai violando è mia madre, Severus".

"Oh, stai zitto, Draco", disse Narcissa, arrosendo lievemente per lo sguardo che il suo beffardo figlio le stava rivolgendo.

Ginny, quella notte, ritornò alla Tana molto tardi. L'indomani doveva tornare in Galles. Harry e Ron la stavano aspettando svegli, e lei sapeva cosa avrebbero voluto sapere.

"Come stava Hemione?", chiese Ron.

"Stava bene, a parte qualche sentimento idiota per essersi lasciata coinvolgere così tanto con Malfoy".

"Ti ha detto perchè era così arrabbiata?", chiese Harry.

Ginny non sapeva se raccontare loro della segreta infatuazione di Hermione verso Malfoy. Poi decise di stare zitta. Hermione glie lo aveva raccontato in stretta confidenza, e probabilmente ne sarebbe stata mortificata se lo avesse saputo qualcuno, e Ginny lo sapeva. Inoltre, nemmeno per un secondo le aveva creduto, quanto lei le aveva detto che era stata una cosa passeggiera. Infatti, ci avrebbe scommesso la scopa da Quidditch, che quello fosse il motivo per cui Hermione era rimasta sveglia tutta la notte. Sin dal suo appuntamento con Blasie, quando lui aveva menzionaro i latenti sentimenti di Malfoy verso la sua migliore amica, Ginny aveva iniziato ad osservare la loro relazione in una luce completamente diversa. La risposta appassionata di Hermione contro Malfoy, poteva essere facilmente scambiata per desiderio.

"Lo ha fatto, ma non ve lo posso raccontare", replicò Ginny.

Entrambi i ragazzi le rivolsero uno sguardo penetrante, "Andiamo, Ginny, saremmo in grado di aiutarla se lo sapessimo", la pregò Ron.

"E' vero, ma sarebbe anche come tradire la confidenza di Hermione, ed io non voglio. Si sentirà già abbastanza tradita quando scoprirà che voi due siete diventati amici di Malfoy alle sue spalle".

Ron battè la testa sul tavolo. "Qualcuno smetterà mai ri ricordarcelo? Questa cosa sta iniziando a regalarmi notti insonni".

"Ed infatti dovrebbe. E' una vergogna il modo in cui voi avete mentito a qualcuno che, come dite, è vostra sorella", li sgridò Ginny.

Harry e Ron guardarono colpevoli il pavimento, e Ginny sospirò. Non sarebbe andata da nessuna parte con loro. Dubitava che sarebbero mai riusciti a confessarlo ad Hermione. Peggio per loro, se lei lo avesse scoperto da sola.

"Comunque, pensavo aveste detto che Malfoy era cambiato", disse Gunny, cambiando soggetto. "Lui sembrava sempre il solito cazzone sta sera".

"Lo so, ma Hermione turba Draco tanto quanto lui fa con lei. Sembrano incapaci di stare anche nella stessa stanza, senza litigare".

"Beh, spero che l'uscita per la mia partita di Quidditch aiuterà a scoprire alcune carte, e non solo con Hermione e Malfoy. George sembra aver bisogno di aiuto, nel rapportarsi con la Parkinson".

Ron ridacchiò.

"Almeno non assomiglia più ad un carlino", fu tutto ciò che disse Ginny, prima di dare un bacio ad entrambi sulla guancia, ed avviarsi in camera.

Hermione,  impacciata, uscì dal camino dell'ufficio della Professoressa McGranitt. Si era recalta lì per chiderle scusa per il suo comportamento della sera precedente. La sua rigida ex professoressa di Trasfigurazione la invitò ad entrare nella Presidenza con un cenno della mano, ed Hermione si guardò intorno. Non c'erano più gli affascinanti ed insuali artefatti che Silente teneva, e nemmeno Fanny; al contrario, ora era un organizzato e pulito ufficio, appartenente a Minerva McGranitt. La McGranitt, sempre gesticolando, invitò Hermione a sedersi in una delle sedie davanti alla sua scrivania. Hermione non si sentiva così nervosa sin dai suoi giorni ad Hogwarts; le sembrava quasi di essere tornata di nuovo a girovagare per il castello per ore. 

"Professoressa, mi dispiace per ieri. Lo so, non avrei dovuto permettere a Draco Malfoy di innervosirmi, ma immagino che le vecchie abitudini siano dure a morire, ed è difficile non reagire".

Minerva sorrise alla sua ex pupilla preferita. "Hermione, credo tu possa chiamarmi Minerva. Abbiamo combattuto una guerra insieme. Ho perso il conto di quante volte te lo abbia già detto in tutte le volte che ti ho visto".

"E' una reazione spontanea all'essere qui di fronte a tè, di nuovo ad Hogwarts. E' come se fossi stata beccata a combinare qualche marachella, e stessi aspettanto la tua punizione".

"Se tu ed il Signor Malfoy aveste creato quello scompiglio ad Hogwarts, allora inindubbiamente entrabi avreste affrontato una serie di detenzioni ed alcune severe detrazioni di puniti alle vostre Case".

Hermione rise, "Volevo farti qualche domanda, ma non me la sentivo di fartele di fronte a tutti, l'altra sera".

"Sapevo ne avresti avute, specialmente dopo che Hestia mi ha riferito la vostra... ehm.... conversazione di Lunedì".

Hermione si vergognò, ed arrossì. Le sue reazioni, messe di fronte alla McGranitt, sembravano sempre sbagliate. Hermione fissò la Preside. Lei era sempre stata qualcosa come un modello da seguire per lei.

"Devo ammetterlo, sono rimasta un po' sorpresa quando il tuo nome è stato associato a Draco Malfoy. Non pensavo che la sorte vi avrebbe messi in coppia, visto la vostra storia esplosiva".

"C'è un modo qualunque che mi può permettere di non sposarlo?".

Minerva sospirò. "Speravo veramente che ci fosse, ma tristemenre le coppie sono state concordate da Priscilla Corvonero. La sorte vi ha assocati secondo la personalità, l'intelligenza e le caratteristiche più compatibili. Se ti rifiuti di sposare il Signor Malfoy, allora la maledizione sarà completata, ed Hogwarts dovrà chiudere".

Hermione stava per piangere. Da un lato non credeva che avrebbe dovuto sposare il furetto, ma dall'altro non voleva privare la gioia di essere educati ad Hogwarts ai bambini delle generazioni future, nemmeno ai futuri Serpeverde.

"Sono un po' di difficoltà. Amo Hogwarts, e non voglio negare a nessuno la possibilità di studiare qui, ma essere legata a Malfoy è una cosa che non sono sicura di poter fare".

"Non voglio forzare nessuno a fare qualcosa che va contro la propria coscenza. Ti chiedo solo di pensarci su, Hermione".

"Se ci fosse qualcos'altro come Hogwarts, allora senza dubbio rifiuterei, ma Hogwarts è speciale. Non c'è un modo in cui possiamo spezzare la maledizione?"

"Fino ad ora non ho trovato una soluzione. Ho messo al lavoro sul caso alcuni dei migliori spezza-incantesimi, ma non abbiamo avuto fortuna".

"Ho trovato Bill Weasley che si è offerto di aiutarmi. Me ne vorresti se cercassi io un modo di spezzarla?".

"Certo che no, Hermione, ma come ho detto prima, io ero la prima che si opponeva all'idea; poi, mentre leggevo il diario di Priscilla, ho iniziato a pensare che lei avesse qualcosa in mente. Comunque, sono felice di prestarlo a tè e Bill, per vedere se riuscirete a trovare qualche  nuova notizia".

Hermione sorrise eccitata. "Oh, lo faresti? Sarebbe bellissimo. I suoi diari devono essere affascinanti".

"Sono anche curiosa dei tempi che prevede questa maledizione per sposarsi", disse Hermione.

"Questa è una cosa su cui io ed il Ministero stiamo ancora lavorando. In raltà non sembra ci sia un limite di tempio per esaudirla. Stiamo cercando di davi tutto il tempo possibile per conoscere i vostri furuti sposi, sempre comuque in modo celere", replicò la McGranitt.

Hermione annuì. Almeno questo le dava un po' di tempo per cercare di spezzarla.

La McGranitt era compiaciuta nel vedere l'entusiasmo sul viso di Hermione. Per un po' le era mancato. "Forse, invece che sprecare tempo nel cercare di capirci qualcosa in tutto questo, dovresti passarlo a cercare di conoscere il Signor Malfoy".

"So tutto ciò che voglio sapere riguardo quell'uomo", disse seccata Hermione.

Minerva la guardò da sopra gli occhiali. "Sei sicura? Per esempio, ti sei mai fermata a pensare che non sei mai stata chiamata a Malfoy Manor per verificare le condizioni degli Elfi Domestici?".

Questo Hermione non lo aveva notato subito. Era già stata anticipatamente travolta dagli avvenimenti di Malfoy Manor in un modo molto meno regale, come essere strascinata per i capelli da Bellatrix, invece che e liberare i poveri Elfi Domestici lì presenti. Se il trattamento che riceveva Dobby continuava anche ora, loro erano sicuramente maltrattati ed oppressi. Ne era rimasta molto delusa quando la chiamata per ispezionare il Manor non era arrivata. "Lo ammetto, è una cosa che mi ha attraversato la mente un paio di volte".

"Questo perchè la prima cosa che il Signor Malfoy ha fatto quando ha preso possesso del Manor, è stata liberare tutti gli Elfi, ed offrire loro una giuta paga e le vacanze".

"Veramente? Beh, devo dire che questo mi sorprende, specialmente visto come veniva trattato Dobby".

"Dovresti voler considerare il fatto che la guerra ha avuto un profondo impatto sul Signor Malfoy, ed anche sui suoi contemporanei Serpeverde. Loro erano giovani, impresionabili, e portati a pensare in un certo modo. Ma Draco Malfoy non è suo padre. Il fatto che lui fosse un Mangiamorte senza successo, ne è un'ampia dimostrazione".

Hermione non voleva veramente pensarci. Le piacevano le cose così come stavano. Le piaceva pensare che Malfoy era stato un così pessimo Mangiamorte solo perchè era solo un codardo piagniucolante, non perchè aveva lottato con la realtà di una vita simile. "Immagino di sì", disse lei, riluttante. 

Minerva sorrise alla testarda donna di fronte a lei. Sapeva che non aveva spinto Hermione molto lontano, ma seniva che le aveva tato qualcosa su cui riflettere, riguardo a Draco Malfoy.

"Bene, pensarci un po' di più potrebbe essere un'idea. Ora andrò un attimo a ritirare i diari da Madama Pince per tè".

Hermione sospirò. Sperava che questa maledizione non si fosse mai rivelata. Era stata perfettamente felice della sua vita, finchè non aveva ricevuto quella lettera dal Ministero. Ora, sapeva tutte le cose che sperava di non conoscere. Harry si stava vedendo con una Serpeverde, e le persone continuavano a dirle di dare una possibilità a Draco Malfoy. Non era sicura di riuscire a convivere con tutto questo.

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Becoming Mrs Malfoy Cap 8 I'm still alive :D Mio dio, non riesco a credere di aver aspettato così tanto prima di pubblicare questo capitolo O.o Giuro che non mi indispettirò mai più per i tempi di attesa dei nuovi capitoli delle storie che seguo xD  Pensavo fosse più facile sinceramente, non tanto per la difficoltà nel tradurre, ma piuttosto per i tempi di scrittura e revisione. Tenendo conto che questo non è un lavoro, e che ovviamente la mia vita non gira solo intorno a questo, davvero ho perso la cognizione dei giorni che passavano ed il tempo a disposizione non è mai abbastanza per fare quello che si vuole. Sarà anche che sento un pochino l'estate e mi trasformo in un ghiro con questo caldo, e quando me ne sono accorta le ore sono passate e non ho tradotto manco una riga -.-" Non so voi, ma ho una sonnolenza addosso che non sopporto più u.u Comunque ok, non mi dilungo più in cose che probabilmente non vi interessano xD Mi dispiace per la lunga attesa, non era programmata, ma ora eccovi qui l'ottavo capitolo :) Spero vi piaccia, commentate se volete, eeeee buona lettura :)


Capitolo 8

Il giorno di Halloween albeggiò chiaro e sereno. Harry arrivò a Malfoy Manor con la metropolvere il mattino presto, per dare a Draco i biglietti della la partita di Ginny, per apertura della stagione di Quidiitch, così che lui avrebbe potuto passarli al gruppo dei Serpeverde.

Piton era seduto in salotto, bevendo una tazza di caffè e scarabocchiando in un quadernetto.

"Potter", disse lui, con cispiglio severo, mentre Harry appariva nel camino.

"Professor Piton", rispose Harry; lui ancora non riusciva a soprassedere al fatto di imbattersi regolarmente in Severus Piton. Continuava a sentirsi impacciato di fronte alla cupa presenza dell'ex Professore, specialmete dopo che lo aveva guarito per le ferite inflittegli da Lord Voldemort, e dopo che Harry gli aveva visto i ricordi.

"Draco è qui intorno?", chiese Harry,  trascinando i piedi.

Severus guardò di proposito i piedi di Harry, prima di dire sogghinando, "Draco è nello studio, con Zabini".

Harry fuggì con felicità dalla compagnia di Piton. Severus corrise crudele alla veloce dipartita del Grifondoro. Adorava far sentire Potter non all'altezza.

Harru bussò sulla porta dello studio di Malfoy, prima di aprirla. "Per la barba di Merlino, Draco, il tuo patrigno diventa sempre più inquietante man mano che invecchia; spero che non vorrà usare il salotto come nascondiglio".

Draco sorrise divertito all'insopportabile Eletto. "Gli piace confondere i visitatori. Si dà ancora più da fare se siete tu o Weasley".

"Beh, ci riesce".

"Lui lo sa, il che rende le vostre reazioni ancora più soddisfacenti per lui".

Harry arrossì di disappunto, odiando il fatto di essere così facile da leggere. Decise di confondere un po' le carte. "Cosa diavolo c'era di sbagliato in tè l'altra sera?"

"Cosa?", chiese Draco.

"Daphne è veramente arrabbiata con tè. Stava mormorando qualcosa sul tuo comportamento e, credimi, non apprezzo il tuo nome che esce dalle sue labbra così regolarmente", disse Harry.

"Urla 'Draco' in momenti inappropriati, Potter?", sogghinò Draco.

Harry guardò truce l'irritante biondo. Draco a volte poteva essere come un marmocchio.

Blasie semplicemente roteò gli occhi. "E' stato così tutta la mattina", disse, informando Harry.

"Cosa centro io con tutto questo casino per il comportamento della Granger?", si lamentò Draco.

"Ti prenderai tutta la colpa, perchè hai detto che ti saresti comportato bene, ma hai fatto allontanare come una furia Hermione dall'incontro".

"Quando voi riuscirete a far comportare bene quella pazza testarda donna che chiamate amica, io vi seguirò".

"Con questo cosa intendi?", chiese Harry.

"Che stavo cercando di essere gentile e seguire le regole del Ministero, ma tutto ciò che lei ha fatto è stato perdere il controllo e lagnarsi di mè. Mi sono annoiato a fare il carino. Se lei continuerà a gettare fango su di mè, allora io farò lo stesso", disse Draco.

"Perchè questo è molto maturo", replicò Harry.

"Vai a scocciare lei con questo. Lei è l'unica con il problema, non io", mugugnò Draco.

"So che lei ha un problema, e voglio darle l'aiuto di cui ha bisogno, ma sarebbe impossibile da fare, se tu continui ad essere un cazzone", disse Harry.

Blasie sorrise divertito alla vista del suo biondo amico con il broncio. Adorava vedere Harry che gli faceva la ramanzina; era così divertente, considerando la loro storia.

"Bene, ti prometto ciò che ho promesso a Daphne giovedì: questa sera farò il bravo".

"Faresti meglio, Malfoy, perchè altrimenti Hermione potrebbe ucciderti".

Draco roteò gli occhi, "Voi Grifondoro siete così melodrammatici".

La prima partita di Ginny della stagione, ospitava un gruppo di amici più strano di tutti, che si incontrava per vedere una partita di Quidditch. Oltre alla solita congrega dei Weasley, più Harry, Hermione, Luna, Neville, ed alcuni dei vecchi compagni di squadra Grifondoro di Ginny, c'erano un gran numero di Serpeverde, condotti da Daphne e Blasie. Hermione non rimase molto contenta nel vedere che Draco fosse incluso nell'uscita, e George non era troppo sicuro di come avrebbe dovuto sentirsi per la presenza di Pansy. Comunque, erano riusciti con successo ad evitarsi a vicenda, ma non avrebbe funzionato a lungo. Nella compagnia era incluso anche Theodore Nott, che si era decisamente rialzato il morale dall'ultima volta che Harry e Ron lo avevano visto.

"Cos'hai da essere così allegro, Nott?", chiese Harry, quando Hermione fu a distanza di sicurezza dal poter sentire. "L'ultima volta che ti ho parlato, ti stavi lamentando che il fato ti avevano incastrato con Lavanda Brown".

"Sembra che la McGranitt e la Jones abbiano fatto un errore! Hano fatto casino duplicando la lista per il Ministero, ed hanno sbagliato ad assegnare la partner a mè e Greg. Quindi alla fine non ho avuto la Brown, ma la infinitamente molto più appetibile Katie Bell", gracchiò Theo, prima di sorprendere tutti mettendosi a ballare allegro.

Draco e Blasie presto lo tennero a bada. Draco lo bloccò, mentre Blasie gli legò le mani intorno alla testa. "Per la bacchetta di Salazar, Theo, ricomponiti. Sei un Serpeverde, non un Tassorosso".

Harry, Ron e Neville, che erano lì vicino, stavano ridendo a crepapelle. "Guarda cosa hai combinato ora, Theo. Hai fatto ridere di noi i Grifondoro. Ricorda cosa ci ha sempre insegnato Severus: mantieni sempre la facciata Serpeverde, specialmente di fronte ai Grifondoro", gli ringhiò Draco, prima di liberarlo dall'incantesimo, così che potesse sedersi.

"Ehi, voi due, lasciate solo Theo. Se lui si danneggia, potrei essere rifilata di nuovo a Goyle", urlò Katie, avvicinandosi, rabbrividendo alla prospettiva di diventare la Signora Goyle.

Draco si sentì un po' più coscente nell'affrontare di nuovo Katie. Nonostante le avesse inviato una scusa formale dopo la guerra, per averla quasi uccisa con la collana maledetta al sesto anno, si sentiva ancora incredibilmente in colpa riguardo all'incidente. 

"Ragazi, non sono sicuro che abbiate incontrato Katie fuori dal campo di Quidditch. Katie, questi sono Draco e Blasie; Blasie e Draco, aveve incontrato la futura signora Nott", disse orgogliosamente Theo, circondandola con un braccio. "Oh, che disdetta, stupido io. Ho dimenticato che l'hai quasi uccisa, Draco".

Blasie si coprì gli occhi con le mani, mentre Theo rivangava ancora una volta l'avvenimento; inceve Draco semplicemente ringhiò, "Vaffanculo".

Katie, imperterrita come la ragazza che aveva passato il sesto anno nella squadra di Quidditch di Hogwarts con i gemelli Weasley, semplicemente mollò uno scapelloto a Theo. "Idiota!", lo ammonì. "Malfoy si è già scusato con me per questo, quindi non c'è bisogno di girarci intorno riportando a galla la vecchia storia. Comunque, non eri suo amico?".

Theo, fisicamente avvilito sotto lo sguardo mortale che Draco gli stava lanciando, mormotò solo un flebile "Scusa", prima di risedersi al suo posto, e tenendosi alla larga dal moto omicida del biondo.

"Mi dispiace veramente di averti fatto del male, Katie", disse Draco, pensando che fosse un buon momento per presentare le scuse verbali, come aveva già fatto in modo scritto.

Lei gli sorrise gentilmente. "Non preoccuparti. So che non avevi deliberatamente programmato di fare del male a me; comunque, l'intera faccenda della maledizione è un buon modo per noi di andare avanti".

"E' bello da parte tua essere così comprensiva", disse rigidamente Draco. Odiava dover fare questo teatrino. Non era usuale per i Malfoy scusarsi o essere carini, ma doveva farlo per questa ragazza, per rilassare gli animi.

Blasi ne fu compiaciuto, quando la squadra si presentò, mettendo fine all'imbarazante silenzio che aveva seguio questo scambio di  battute.

Hermione lanciò degli sguardi trovi a Malfoy, sedendosi dal lato opposto della fila di sedie. "Non riesco a credere che Harry e Ron non mi abbiano detto che lui sarebbe arrivato", sibilò a Luna.

"Probabilmente sapevano che avresti trovato qualche tipo di scusa per non venire, se te lo avessero detto", ragionò la svampita bionda.

"Non è leale farli mettere contro di me. No, infatti, non è leale includerlo nel mio stesso gruppo. Lo odio davvero".

"Sì, sì, lo sappiamo tutti. I Serpeverde sono il male e Malfoy è il generatore del Diavolo", disse Luna, con l'impazienza che mostrava raramente.

Hermione la guardò un po' scioccata. "Beh, veramente, Hermione, devi iniziare a liberarti di questa ossessione che hai con i Serpeverde. Tutti potrebbero pensare che tutto quest'odio testardo che nutri verso Malfoy sia solo una maschera per una cotta".

Hermione aprì e richiuse la bocca, sembrando quasi un pesciolino rosso confuso. Luna si stava avvicinanto un po' di più al nocciolo, dopo la sua amissione a Ginny dell'altra notte. "Non essere ridicola, Luna. Come potrebbe qualcuno trovare quell'orribile scarafaggio attraente?".

Luna semplicemente lanciò ad Hermione uno sguardo di chi la sapeva lunga, e rivolse la sua attenzione al gioco. Hermione sbuffò, si strinse il busto con le braccia, ed iniziò a fissare rigida il campo. Odiava quando Luna era così perspicace. Era disturbante ed orribile quando ti si ritorceva contro. Comunque, lei aveva una specie di cotta per il furetto quando era stata chiaramente fuori di testa al sesto anno. Era stata soprattutto colpa di Ron, che l'aveva portata a mettere in atto misure disperate per distrarsi, non volendo vedere lui mangiare la faccia di Lavanda ogni giorno, quando a lei era piacuto per anni!

Hermione sentì che qualcuno la stava fissando, e si girò per vedere chi fosse, non prestando alcuna attenzione ai giocatori che sfrecciavano nel cielo. Incontrò lo sguardo costante di Pansy Parkinson. Il perchè loro avessero pensato fosse una buona idea portarla, era una congettura di tutti. Hermione supponeva che probabilmente fosse lo stesso motivo per cui lei e Draco erano stati inclusi nello stesso gruppo. L'idea malsana che se metti due persone insieme, loro abbasseranno le asce di guerra ed inizieranno a piacersi. Hermonione sbuffò mentalmente; era una fesseria. Alzò un sopracciglio a mò di domanda, rivolta allo sguardo di Pansy: la ragazza arrossì e tornò a guardare la partita. Molto più che guardare Draco con la coda dell'occhio, disse Hermione a sè stessa, Pansy stava probabilmente contemplando il suicidio perchè non avrebbe sposato Malfoy. Hermoine sperava che la mora Serpeverde lo avesse fatto. Dio sa, lei certamente non voleva essere legata a lui.

Hermione stava sviluppando un'emicrania colossale, e sapeva a chi dare la colpa: a quel furetto platinato.

Pansy distolse lo sguardo dalla belligerante strega riccia. Aveva appena iniziato a rimettere insieme la sua vita, ed ora si sentiva come se tutto fosse di nuovo in discesa. Ci aveva messo del tempo per venire a patti con la nuova realtà. Aveva iniziato a sentirsi come se si fosse finalmente associata al resto del mondo magico, andando avanti lontano da Draco, e poi all'improvviso era accaduto questo. Lei era genuinamente curiosa di come sarebbero andate le cose tra Draco e la Granger. Hogwarts ed il Ministero non avrebbero potuto scegliere una coppia più esplosiva. Pansy sospirò, e guardò verso George Weasley. Lui le aveva a malapena parlato, da quando si era presentata all'incontro del Giovedì precedente. Lei era rimasta piacevolmente colpita quando lo aveva visto di nuovo. Si era trasformato in un uomo attraente. Non aveva la costituzione magra di suo fratello Ron; era molto più musoloso. Era anche riuscito a gestire il suo orecchio mancante, con un comportamento sbarazzino che urlava "Eroe di Guerra".

Blasie e Theo l'avevano trascinata a questa partita, insistendo che doveva fare uno sforzo. Comunque, era stato tutto vano. George rifiutava testardamente di andarle vicino, e lo sconforto si era semplicemente accresciuto invece che essere diminuito. Lei non riusciva a ricordare un sentimento più miserabile, e questo includeva anche quei terribili mesi dopo che la guarra era finita, quando era stata ghettizzata in Diagon Alley e Draco le aveva detto che non aveva possibilità con lui. 

"Pansy", sibilò Blasie, "Potresti sembrare un po' meno triste?"

"Ci sto provando, Blasie, ma non sono a mio agio qui, come lo sei tu. Mi sento incredibilmente fuori posto, e Weasley si sta rifiutando anche solo di guardarmi".

"Parlerò a Ginny dopo la partita, lei sistemerà tutto".

"Cosa intendi per - dopo la partita - ?".

"Torneremo tutti da Molly a mangiare".

"Non me lo avevi detto questo. Pensavo che avrei semplicemente dovuto soffrire durante questa partita e poi sarei potuta scomparire", gemette Pansy, a voce bassa. 

"Basta piagniucolare, donna. Vuoi arrivare al giorno del tuo matrimonio senza aver mai avuto una conversazione decente con George Weasley?"

"No", mormorò penosamente, "Ma non voglio più rimanere qui".

"Guarda, Molly sarà tua suocera. Lei possiede tutta la potenza matriarcale, e se lei non ti piace, allora nessuno dei suoi figli ti piacerà mai".

"Bello, mi stai veramente vendendo questo dopo-festa. Sto pensando di volarmene via, finchè ancora posso", disse sarcasticamente Pansy.

"Non preoccuparti, Molly è un tesoro. La sua corazza è molto peggiore del suo morso, e se lei può fare da mamma a Draco Malfoy, allora tu non avrai alcun problema".

"Cosa intendi per - fare da madre a Draco- ?", chiese Pansy.

"Draco ha Molly costantemente appresso. Ron ed Harry stavano impazientemente aspettando di vederla urlargli contro, nel vero stile Mamma Weasley che riserva ai suoi bambini, ma lui è diventato tutto dolente e patetico. Ron mi dice che lei ha lanciato uno sguardo alla sua espressione molto Non-Malfoy e si è sciolta. Harry diceva che poi lei lo ha abbracciato forte, ed hanno visto Draco sorridergli felce da sopra la sua spalla".

Pansy, per la prima volta in quella sera, fece un sorriso. "Suona molto come Draco", disse seccamente. "E' sempre riuscito ad affascinare le donne".

Blasie sorrise malignamente. "Tutte eccetto la sua futura moglie. La Granger non ne ha alcuna intenzione, e sta smuovendo mari e monti nel provarci e scampare dal matrimonio con lui".

Pansy tornò a guardare verso la brunetta, che si stava imbronciando, mentre faceva a finta di guardare la partita. "Se qualcuno può tirarci fuori da questo casino, allora io punto sulla Granger".

"Pensavo che questa informazione ti avrebbe reso più incline a far si che lei ti piaccia".

"Perchè non dovrebbe piacermi?", chiese curiosamente Pansy. "Intendo, al di là della nostra delicata storia ad Hogwarts, ed il fatto che lei detesta i Serpeverde".

"Perchè lei sposerà Draco"m disse Blasie.

Pansy lo guardò severamete. "So che a tutti voi piace vedermi come una infinitamente patetica fan di Draco ma, ho delle nuove notizie per tè, Blasie. Me lo sono tolta dalla testa, ed è da un po' che è successo".

"Allora perchè non sei tornata in Gran Bretagna?"

"Se vuoi crederci o meno, ora mi piace insegnare e mi piace Durmstrang, anche se fa più freddo che ad Hogwarts. I miei studenti ora mi rispettano ed è bello essere in grado di allontanare tutte quelle aspettative che le persone hanno su come dovrei comportarmi o su ciò in cui credo".

"Capisco".

"Bene, perchè mi piace l'idea di essermi tolta Draco dalle scatole, come se prima fossi stata una mediocre disgraziata che se n'è andata. Voglio bene a Draco ma non in quel modo. Ho capito che mi ero innamorata di un ideale, e non veramente di lui".

Blasie circondò Pansy con un braccio. "Buon per tè. Meriti qualcuno che ti veneri, non che ti prenda per garantita".

Pansi guardò verso quella sorta di suo fidanzato con la testa rossa. "Certo; tristemente, sembra che otterrò solo questo".

La squadra di Ginny vinse, ma l'uscita non poteva essere definita un successo sotto tutti gli aspetti. Era fallita nel portare sia Pansy e George, che Draco ed Hermione, un po' più vicini insieme di quanto erano mai stati prima. Harry e Daphne avevano sorvegliato il gruppo frammentato, e si erano sentiti demoralizzati al pensiero del lavoro che avrebbero dovuto fare ancora.

"Perchè non può semplicemente essere facile come per Blasie e Ginny?", mormorò Harry, mentre si sedevano, aspettando che Ginny emergesse dal gruppo di giocatrici.

"Perchè sarebbe troppo facile, e quando le vostre vite sono mai state facili?".

"Sai, fa davvero schifo che dopo aver sconfitto Voldemort, io debba ancora aver a che fare con le cazzate politiche; ma questa volta è peggio, perchè è tra due miei amici".

Daphne perfezzionò la sua espressione da "Te lo avevo detto", ma prima che potesse aprire la bocca per informare Harry che sarebbe andato tutto bene, lui rispose. "Sì, sì, lo so, se mi fossi confrontato prima con Hermione su di tè, e l'avessi fatta venire ad alcune delle nostre feste, questo non sarebbe accaduto e bla bla bla ...".

Daphne diede uno scapellotto al suo irritante fidanzato. "Dovresti mostrare un po' più di rispetto di questo, alla futura Signora Potter".

Lo sguardo di Harry si ammorbidì. "Mi piace come suona - futura Signora Potter - ", disse, prima di dare a Daphne un bacio prolungato.

"Ehi, ne ho abbastanza di questo; sto cercando di rallentare prima di farmi fuori tutte le merendine".

"Amico, non ti avevo detto che saremmo tornati alla Tana per cena?", chiese Harry a Ron.

"Sì, ma avevo fame".

Harry alzò un sopracciglio, rivolto al suo appiccicoso amico, "Non riesco a credere che tu sia cresciuto con la cucina di Molly e che ancora ti stia ancora rimpinzando con quei rovoltanti polpettoni".

"Quello era il mio stuzzichino", protestò Ron.

"C'è qualcosa che non va in tè. Tua madre cucina benissimo il cibo, e ne fa montagne. Perchè dovresti aver bisogno di uno stuzzichino?".

Ron semplicemente lo guardò come se fosse matto. Il cibo era importante a tutte le ore del giorno.

"Comunque, hai fatto un salto da Hermione per dirle che i Serpeverde torneranno alla Tana con noi?", chiese Ron, desideroso di cambiare il soggetto dalle sue abitudini alimentari.

"Cosa? E darle la possibilità di svignarsela da qui il più velocemente possibile?".

Daphne guardò il suo amato con divertimento. "Desidererai veramente la morte quando Hermione lo verrà a sapere, non è vero?".

"Ma lei si rifiuterebbe di venire, se lo sapesse".

"Sai, dovresti voler cercare di essere un pochino più onesto con lei. Avrà già abbastanza grossi problemi ad adeguarsi, quando capirà che voi siete stati così amichevoli con Draco nell'ultimo anno".

Sia Ron che Harry rabbrividirono all'idea che Hermione lo scoprisse. Non sarebbe stato carino. Harry si sentì in colpa, Daphne aveva ragione. Non si sentiva bene nel continuare a mentire ad Hermione, ma lei era troppo maledettamente spaventosa per il suo stesso bene. Ron ed Harry non avevano possibilità contro di lei, se avesse deciso di lanciargli una maledizione, invece che semplicemente minacciarli di farlo.

"Voi due siete veramente patetici", disse duramente Daphne, prima si spostarsi per sedersi vicino a Pansy, che era sola in un angolo.

"La tua ragazza ha la lingua velenosa", si lamentò Ron.

"Ci puoi giurare. Sfortunatamente per noi, lei tende ad aver ragione la maggior parte delle volte".

Come al solito, Hermione era meno che impressionata quando aveva capito che non avrebbero detto addio ai Serpeverde alla partita.
"Cosa intenti per - Loro verranno con noi alla Tana - ?"
"Beh, abbiamo pensato che sarebbe stata un'idea carina".
"Un'idea carina? Siete completamente matti?"
"No, quella dovresti essere tu", mormorò Ron.
Fortunatamente per lui, Hermione non lo aveva sentito, troppo impegnata ad inveire contro Harry. "Non riesco a credere che me lo stiate dicendo solo ora. Non volevo nemmeno venire sta sera, ma voi mi avete ricattato emozionalmente sul venire qui per supportare la prima partita della stagione di Ginny. Ora, avete tralasciato per convenienza l'informazione di chi sarebbe tornato per cena alla Tana".
Harry trascinò colpevole i piedi. "Non volevo che tu non venissi".
"Hai dannatamente ragione, ora io non verrò".
Fortunatamente per i due sventurati ragazzi, apparve Ginny, lavata e cambiata di freco. "Cosa intendi nel dire che tu non verrai?".
"Andiamo, Ginny, non voglio dovermi sedere e passare del tempo con quegli spregevoli Serpeverde".
"Bene, per iniziare, signorinella, uno di quegli - Spregevoli Serpeverde - sarà mio marito ed il padre dei miei bambini, quindi faresti meglio ad iniziare a sopportare la sua presenza. Secondo, basta comportarti come una bimba troppo cresciuta. Capisci che se Harry e Ron non ti hanno detto chi sarebbe ritornato alla Tana con noi, beh, il tuo comportamente di ora probabilmente ne è la ragione".
Hermione abbassò silenziosamente la testa, visto lo sguardo di Ginny, che stava propriamente vestendo i panni di Molly, ma riprese velocemente. "Ho già passato abbastanza tempo con loro oggi. E' stato bello, ed ho fatto conversazione con Daphne".
"Dire - Ciao - e - Come stai? - non costituiscono una conversazione, Hermione", precisò Harry.
Ginny passò le sue braccia intorno ad Hermione, e marciò di gran lena verso il camino. "Non tollererò alcuna stronzata da tè stanotte. Tu ritornerai alla Tana, mangerai, berrai, ti abbinerai e ti siederai, facendo conversazione con i Serpeverde".
Hermione cercò di puntare i piedi, ma Ginny era mostruosamente forte, ed Hermione non era mai stata un tipo molto atletico. Un po' di polvere volante, e stava già entrando nel camino, con Ginny che diceva chiaramente "La Tana". Hermione scomparì.
"Wow, la piccola Weasley è impressionante", fece notare Theo a Blasie e Draco.
Draco sorrise malignamente al suo scuro ed alto amico. "Avrai pane per i tuoi denti lì".
"Nah, Ginny è una gattina. Semplicemente falle pensare che stai facendo ciò che lei vuole, e sarà felice", disse Blasie, sempre un manipolatore Serpeverde. "Comunque, visto che lei è l'unica che sembra essere in grado di trattare la Granger, dovresti essere felice che mi sposi", precisò, rivolto a Draco.
"Ti piacerebbe trasferirti al Manor?", fu la risposta di Draco.

Una volta che giunsero tutti alla Tana, Ginny trascinò George ed Hermione nel salotto. "Ascoltatemi, voi due stupidi testardi, smettetela di essere così idioti ed andate a parlare con i vostri promessi".
George semplicemente guardò la sua piccola sorella, "Cosa? La Parkinson? Lei vorrà a malapena parlare con un traditore del proprio sangue".
Ginny gli lanciò uno sguardo che nemmeno Mollyavrebbe potuto battere. "Lei è triste, e si sente tagliata fuori. Sii uomo e fai la prima mossa. Ti garantisco che lei non ti rifiuterà".
George ritornò in cucina, mormorando sulla sua esaltata, impocciona sorellina. Non aveva volgia di ascoltare Ginny.
"Non provarci nemmeno con mè, Ginny. Sono venuta, mi siederò lì, ma se pensi che parlerò con quel cretino maligno, allora hai sbagliato pensieri, specialmente dopo la bravata che ha tirato fuori l'altro giorno".
Ginny capì che non sarebbe stata in grado di forzare Hermione un po' più lontano, quella sera. "Ok, andremo e faremo una chiaccherata con Blasie, o con qualcuno".  Poi, vedendo lo sguardo incredulo di Hermione, aggiunse. "Per mè. Sei la mia migliore amica e lui farà parte della mia vita, il che significa che farà parte anche della tua vita".
Hermione grugnì, "Voi Weasley siete maligni nel ritorcermi contro le emozioni. Ok, per tè", sottolineò lei, "Andrò lì e chiacchiererò con Zabini".
Ginny le rivolse un sorriso radioso, "Grazie, Hermione, lo apprezzo davvero".

Molly ed Arthur sorvegliarono con divertimento il gruppo di varie persone nella cucina. Erano felici di vedere che Ron e Ginny si stavano sforzando di integrare tutti.

Molly invece era meno impressionata di vedere George muoversi furtivamente in un angolo. Stava facendo un buon lavoro, nell'ignorare le tattiche forzate di Ginny per farlo parlare con Pansy.

Molly guardò verso la sua presto futura nuora. "Se George continuerà ad ignorare quella povera ragazza, immagino tocchi a mè darle il benvenuto", mormorò ad Arthur.

"Credo sia veramente una buona idea, amore".

Molly camminò verso la giovane ex Serpeverde. "Ciao, cara, io sono Molly", disse gentilmente lei.

Pansy le sorrise tremolante, "Salve, io sono Pansy".

"Vedo che quel mio stupido e testardo ragazzo si sta comportando meno che gentilmente verso di tè".

Pansy non era molto sicura di come rispondere a questo. Non conosceva molti genitori che si sarebbero avvicinati ad un figlio di un precedente nemico, e che avrebbero cercato di trattarlo come un proprio figlio.

"Vieni con mè", disse Molly, agguantando la mano di Pansy, e trascinandola verso George.

"George Weasley, i tuoi comportamenti sono atroci. Non ti ho cresciuto per essere un così borioso zotico!", protestò Molly contro il suo figlio gemello rimasto.

George guardò vergognosamente la madre, e Pansy non potè fare altro che gongolare alla vista dell'uomo robusto e alto, che veniva ripreso dalla madre molto più bassa di lui. George le rivolte uno sguardo irritato.

"Mi dispiace", disse lei, "Semplicemente è troppo diverdente vederti così impaurito".

"Non sono impaurito", replicò alterato George.

"Certo che non lo sei, caro", intervenne Molly. "Ora vai e mostra a Pansy dove può lavarsi le mani prima di cena", continuò lei, sentendosi molto compiaciuta del suo lavoro nel far almeno parlare quei due.

George uscì dalla cucina senza nemmeno controllare per vedere se Pansy lo stesse seguendo o meno.

Pansy le sorrise grata, contenta che la sua futura suocera avesse un animo così generoso.

Molly mise una mano sul braccio di Pansy, "Non lasciare che ti faccia alcun male. Gli uomini Weasley non sanno non fare casino con una donna forte", la avvisò la giovane donna.

Pansy si affrettò nel segiure George, ma non riuscì a trovarlo nel buio dell'ingresso. "Weasley?", lo chiamò, ma non ci fu risposta. "George? Non riesco a trovarti", lo chiamò, un po' più forte.

Lei sentì dei battiti sulle scale, ed un impaziente George Weasley sporse la testa dalla ringhiera. "Per la barba di Merlino, donna, sbrigati".

Pansy, ricordandosi l'avviso di Molly, si mise le mani sui fianchi, e rivolse un cispiglio severo all'alto ragazzo con la testa rossa, "George Weasley, non conitnuerò ad essere ignorata per poi cercare di essere gentile e non pestare i piedi, senza dire niente a tua madre".

Il sopracciglio di George si alzò verso l'esuberante Serpeverde. Almeno non stava tenendo a bada il suo carattere. George rispettava questo comportamento molto più del comportarsi come uno zerbino. 

Lui alzò le mani in segno di resa. "Non urlare, Parkinson, ho lasciato la mia bacchetta nella cucina".

Pansy sorrise e scosse la testa, "Non hai nemmeno una delle bacchette finte con tè?".

George sgranò gli occhi, "Le conosci".

Pansy roteò gli occhi, "A noi Serpeverde voi Weasley potevate non piacere, ma questo non ci ha fermato dal comprare gli oggetti da Tiri Vispi Weasley. Sono geniali, e te lo posso dire, sono anche la disgrazia della mia vita come insegnante a Durmstrang".

George fece un cenno con la mano, "Felice che Fred ed il mio motto di disturbare lo svolgimento della carriera scolastica di tutte le scuole sia così permanente".

Pansy rise, "Puoi dirlo forte. Il custode a Durmstrang fa sembrare Gazza un dolce piccolo cucciolo. Gli studenti traggono grande piacere nell'usare i vostri prodotti per rendere pietosa la sua vita".

George guardò Pansy propriamente per la prima volta da quanto aveva letto la sua lettera, e lei era riapparsa nella sua vita. Lui non aveva prestato gran che molta attenzione a lei ad Hogwarts, e questo solo perchè lei sembrava perennementa attaccata al braccio di Malfoy. Era rimasto sorpreso nel vedere che era cresciuta  di aspetto, somigliando molto meno un carlino e molto più una giovane e bella donna. 

Hermione riusciva a sentire gli occhi di Ginny scavarle un buco sulla schiena. Lei stava pensando di soprassedere e parlare con Arthur, ma sapeva che Ginny avrebbe semplicemente trascinato Zabini verso di lei. Si spostò lentamente verso l'attraente uomo, e disse reclutante, "Ciao, Zabini".

Il sopracciglio di Blasie si alzò per la sorpresa che la Granger lo avesse raggiunto di sua spontanea volontà. Poi si accorse dell'espressione di Ginny dietro di lui, e rise, "Ginny ti ha forzato nel venire qui, non è vero?".

"Come fai ad immaginarlo?", rispose sarcasticamente Hermione.

"Qual era la minaccia? Credo sia una buona idea provare e constatare i suoi metodi, prima che lei inizi ad usarli su di mè".

"Era il parlare con tè o con Malfoy".

"Sono sconcertato. Non è una grande scelta. Chi avrebbe voluto parlare con quell'imbronciato albino invece che con mè?".

Hermione non potè fare antro che sorridere all'Italiano. Era molto controvoglia, ma lui era veramente adorabile.

Ingoraggiato, Blasie si  inchinò e le sussurrò all'orecchio. "Sai, lui non è così male".

"Non tentare la fortuna, Zabini".

Lui alzò le braccia in segno di arresa, "Oh, per favore non farmi del male, O Grande Granger", disse, prendendola gentilmente in giro.

"Almeno hai il senso dell'umorismo. Ne avrai molto bisogno, visti i tuoi futuri parenti".

"I Weasley sono dei grandi", disse Blasie, causando un'alzata di sopracciglio di Hermione, in segno di shock. "E pensa al divertimento che avrò con i Weasley come miei futuri cognati".

Molly sorrise, mentre si avvicinava a Draco. "Draco, caro, sono passati anni dall'ultima volta che sei stato qui con Harry e Ron".

Sfortunatamente per suo figlio più giovane ed il suo migliore amico, Molly aveva pronunciato quella sentenza incriminante mentre nella stanza era calato per un momento il silenzio.

Gli occhi di Hermione saettarono da Molly a Malfoy, per poi passare ai suoi amici che erano diventati rossi, ed avevano la colpa disegnata sulle loro facce. "Qualcuno mi spiega cosa intende Molly?", chiese lei a voce bassa, suonando però molto minacciosa.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Becoming Mrs Malfoy Cap 9 Ebbene sì, dopo soli 3 giorni ecco un altro capitolo :D  Ed ho appena iniziato a tradurre il 15°, dopo venti giorni di relax, in cui mi ero fermata all'11° ^_^ Sto pensando di chiedere all'autrice di poter tradurre anche qualche sua One-shot particolarmente carina ( una l'ho già tradotta, a dire il vero, ma devo ancora chiederle il permesso per pubblicarla) , ed eventualmente, quando le avrà concluse, anche le altre due storielle da una ventina di capitoli ciascuna, sempre su Draco ed Hermione. Mi sta appassionando questa cosa :D Credete che possa farlo, o traduco male? xD
A proposito, ho cercato di correggere gli eventuali errori di forma/battutura/svista, qualche parolina sbagliata/poco "italianizzata", ed anche qualche verbo coniugato male ( -.-" ), nei precedenti capitoli già pubblicati. Come qualcuno mi ha fatto notare, ce n'erano, e scommetto che non li ho nemmeno beccati tutti, quegli impostori u.u
Comunque, buona lettura :)

Capitolo 9


Il silenzio nella cucina della Tana stava diventando sordo, mentre Hermione stringeva pericolosamente gli occhi, rivolta ai suoi due colpevoli amici.
"Mi stai dicendo che la Granger non sapeva che Draco è - amico - di Potter e Weasley?", sussurrò Pansy a George,  mettendo la parola - amico - tra virgolette, visto che stava ancora cercando di comprendere quello strano triumvirato.
"No", replicò George. "Se la squgliavano per vedere i loro amici Serpeverde in segreto, senza che Hermione lo sapesse. Ha solo scoperto che Harry si stava vedendo con la Greengrass, e questo perchè Harry era nervoso che all'incontro lei si accorgesse che il comportamento tra loro era troppo accalorato, per essere persone che teoricamente si incontravano di nuovo dopo otto anni".
"Pensavo che voi Grofondoro foste dei coraggiosi", disse Pansy, in tono di scherno. "Daphne almeno mi ha raccontato che usciva con Potter anni fa, ed io ero ancora incapace di adattarmi alla nuova situazione".
George sorrise, mentre fissava il viso raggiante di Pansy. Forse Ginny aveva ragione nel dire che tutto ciò di cui lei aveva bisogno era mostrare di non essere la stessa ragazza che era stata nel passato, ad Hogwarts. "Se la metti così, sembra molto vigliacco da parte loro". Lui non commentò il resto della sua sentenza, cercando di metabolizzare il fatto che forse lei non gli si opponesse poi molto, come invece aveva pensato.
Pansy rise sommessamente, non volendo guadagnarsi l'attenzione di Hermione. Non credeva che la bruna Grifondoro ci avrebbe pensato due volte nel lanciarle una fattura. "Beh, questa serata è stata molto interessante. Dieci galeoni che lei affattura Weasley prima di Potter; quello stupido di tuo fratello non ha mai saputo quando chiudersi la bocca".
George ci pensò un attimo, mentre guardava la sua futura sposa, "Ci sto se posso cambiare Harry con Malfoy. Lui è abbastanza sciocco da pensare che questo sia il luogo ideale per far innervosire ancora di più Hermione".
Anche Pansy ci pensò un minuto, prima di annuire in segno di assenso, ed allungare la mano per stringere quella di George. Lui la strinse, e sorrise furbescamente alla corvina Serpeverde. Forse la vita con lei non sarebbe stata così male.
"Bene", disse minacciosamente Harmione, "Non direte niente?".
Molly cercò di fare la mediatrice. "Hermione, cara, perchè non spostiamo questa conversazione nel salotto? Sono sicura che Ron ed Harry saranno felici di discutere di tutto ciò senza un pubblico".
"Molly, io non mi muoverò finchè loro non mi spiegheranno cosa diavolo intendevi".
"Sono sicura che semplicemente abbiano avuto dei contatti con Draco a causa della relazione di Harry con Daphne".
"Sì", disse intervenendo Ginny, "Daphne, certo, è stata alla Tana molte volte per incontrare mamma e papà. Sai che loro sono le persone più simili a dei genitori che Harry abbia".
Lo sguardo freddo di Hermione non si mosse dai visi di Harry e Ron. "Veramente vi nasconderete dietro Molly e Ginny, e non tenterete di spiegarmi niente da soli?".
Harry riconobbe i segni; Hermione stava diventando furibonda, e sapeva che lui doveva parlare per primo, per sdrammatizzare la situazione, prima che gli scivolasse pericolosamente di mano. Sfortunatamente per lui, prima che potesse aprire le labbra, Malfoy decise che quello sarebbe stato un buon momento per ricordare ad Hermione della sua esistenza.
"Immagino che lo sporco segreto ora sia stato rivelato", pronunciò, chiaramente divertito. "Mi dispiace informarti, micetta, che i tuoi ragazzi sono diventati consorti del male", disse indicando sè stesso. "Ormai da almeno un anno. Sono anche venuti al Manor, nonostante Severus si senta come tè riguardo alla loro presenza lì".
Hermione continuò a fissare Harry e Ron, con il tradimento che si mostrava chiaramente nei suoi grandi occhi marroni. "Come avete potuto mentirmi così", sussurrò, prima di girarsi per entrare nel camino. Prese una manciata di polvere volante, e stava per scomparire, prima di notare il viso compiaciuto ed irriverente di Malfoy. Colpì il biondo con una Fattura Pungente sulla faccia, per poi ritornare al camino ed usare la Metropolvere per allontanarsi dalla Tana, in uno scoppiettio di fiamme verdi.
"Io direi molto meno una micetta, e sicuramente molto più una leonessa", commentò Blasie, rivolto al suo amico che si stava contorcendo sul pavimento, cercando di ridere e lamentarsi contemporaneamente.
George sorrise apertamente alla vista di Malfoy chiaramente dolorante, ed allungò la mano verso Pansy, per ritirare la sua inaspettata ricompensa.
"Stupido maledetto essere", mugugnò Pansy, mentre scavava nel suo portamonete per prelevare l'acconto.

Hermione saltò fuori dal camino nel suo piccolo appartamento come un uragano, ed iniziò a gettare una quantità di cose in una borsa, che le sarebbero bastate per alcuni giorni. Non voleva rimanere lì. Sapeva che Harry e Ron avrebbero cercato di raggiungerla ad un certo punto, e lei non voleva ascoltarli. Lanciò uno sguardo alle foto incorniciate sulla mensola sopra il camino, e le lacrime traboccarono dai suoi occhi. Si fermò per qualche minuto a contemplare le sue amicizie, mentre pensava ai momenti felici con quei ragazzi. Si chiedeva quando loro avessero deciso che sarebbe stato più facile mentirle, piuttosto che cercare di spiegarle le cose. Il suo cuore si ruppe, mentre pensava al fatto che loro avevano fatto comunella con Malfoy durante l'ultimo anno. Tirò fuori la sua bacchetta, e fece saltare in aria le foto, sentento nient'altro che rabbia e tristezza. Tirandosi dietro di lei la borsa, Hermione lasciò il suo appartamento, ed apparse nel giardino sul retro della casa dei suoi genitori.
Hermione aveva personalmente notato che le protezioni intorno alla casa erano abbastanza forti come dovevano essere anche durante il tempo di pace. I suoi genitori erano il suo punto debole. Non avevano la magia con la quale difendersi, e lei si era assicurata di essere l'unico essere umano con la magia che avrebbe potuto apparire dentro e fuori la loro proprietà. Non ne era mai stata tanto compiaciuta come ora. Nessuno avrebbe potuto darle la caccia qui, senza dover usare il tradizionale metodo babbano del bussare alla porta, e buona fortuna nel cercare di scavalcare suo padre.
Matthew Granger aveva giocato nell'Union Rugby nei tempi passati, quando era stato un giocatore amatoriale. Non era mai stato abbastanza bravo da giocare per una delle squadre migliori come il Bath, o le Leicester Tiger, ma aveva una biona posizione nel livello più basso. Anche se ora aveva un lavoro sedentario come dentista, non anveva del tutto lasciato perdere questa passione. Continuava a fare jogging regolarmente nel parco locale, e quando sua moglie glie lo permetteva, tornava a giocare qualche partita con gli Over 50 nel Surrey.

Hermione entrò dalla porta sul retro; suo padre si stava preparando un thè nella cucina. Gli lanciò uno sguardo, e collassò singhiozzando tra le sue braccia. Nonostante Matthew Granger potesse aver respinto diverse paurose masse nei vecchi tempi, la vista della sua unica figlia che piangeva istericamente era qualcosa che sapeva essere al di là delle sue abilità. Si trascinò appresso la ragazza nel salotto, e la mollò tra le braccia della sua confusa moglie. Tornò indietro, e preparò una terza tazza di thè. Il thè, come ogni Inglese sa, è la cura per tutte le donne piangenti.
"Hermione, cara, cosa c'è che non va?", chiese dolcemente sua madre.
Rachel Granger era confusa, sua figlia era difficile da spezzare. L'aveva vista piangere raramente, anche nel bel mezzo dell'incredibilmente brutale guerra.
"Harry... Ron... hanno mentito... furetto maligno", fu tutto ciò che Rachel riuscì a capire dall'alterata sentenza che le era stata offerta, come spiegazione, dalla sua solitamente calma ed organizzata figlia.
Rachel alzò Hermione che piangeva, e la scosse leggermente, prima di dire severamente, "Ne ho abbastanza, Hermione Jean Granger. Non riesco a capire ciò che dici mormorando tra il mo collo, e stai rovinando una perfetta camicetta con il tuo incontrollabile pianto. O ti calmi e mi spieghi cosa sta succedendo, o vai su in camera finchè ci riuscirai".
Rachel odiava fare la parte del "genitore cattivo", visto che a suo marito toccava sempre quella del "buono", ma per tutti gli sguardi intimidatori di Matthew, lui era un completo debole quando si parlava della sua piccola ragazza, e non avrebbe potuto fare niente per lei. Una volta che Hermione avesse spiegato ai suoi genitori cosa era accaduto, allora Rachel avrebbe potuto distribuire il thè e comprendere il fardello.
Hermione si fece scivolare dal ginocchio di sua madre, e si rannicchiò nel divano di fianco a lei. Abbracciò un cuscino per darsi conforto, prima di prendere alcune boccate d'aria ed iniziare la sua storia.
"Bene, non vi ho detto niente di tutto questo perchè avevo pianificato di cambiare le cose, ma un'antica maledizione è stata rivelata a Minerva McGranitt, sapete, la nuova Preside di Hogwarts". I suoi genitori annuirono. Non avrebbero mai potuto dimenticare la McGranitt o la strana notizia che aveva portato con lei nell'estate dell'undicesimo anno della loro figlia. "In sostanza, questa maledizione è stata castata sulle case di Grifondoro e Serpeverde, a causa dell'inimicizia che è cresciuta tra le due durante la guerra. Ricordare le case di Hogwarts, giusto?", chiese Hermione.
"Sì, cara, tu sei stata smistata a Grifondoro, ed i Serpeverde sono quelle serpi disgustose che hanno fatto maggiormente parte dei Mangiamorte", disse pazientemente sua madre, non volendo irritare Hermone, che voleva essere sicura che loro capissero le basi.
"Ok, scusate, volevo solo che mi seguiste con il discorso. Comunque, questa maledizione dice che, senza la nostra generazione di Grifondoro sposati con la controparte Serpeverde, e senza una discendenza, allora Hogwarts sarà chiuso per sempre, magicamente isolato".
Sua madre rimase senza fiato, Hermione amava quella scuola. Suo padre invece, tipicamente, aveva boccheggiato per l'ultima parte della storia.
"Cosa indenti per - sposare e procreare - ?", chiese lui, disagiatamente.
"Esattamente quello; la sorte ci ha messi in coppia con i Serpeverde, e noi dobbiamo aspettarci di sposarli per salvare il futuro di Hogwarts e permettere alle future generazioni di piccoli maghi e streghe di frequentarla".
Sua madre, molto più pratica e meno preoccupata del fatto che Hermione avrebbe dovuto sposarsi e fare sesso con un uomo, chiese, "Con chi sei stata messa in coppia?".
L'espressione di sua figlia si oscurò, "Con quel piccolo irrequieto furetto", sputò, non prestando attenzione alle espressioni confuse dei suoi genitori.
"Chi?", chiese perplessa sua madre.
"Draco-maledetto-Malfoy, ecco chi",
"Quella piccola merdina", esclamò suo padre, facendo schioccare le nocche.
Rachel si sentiva arrabbiata in favore della figlia. Una delle poche volte che aveva visto Hermione piangere dopo l'età di sette anni, era stata nell'estate del suo secondo anno ad Hogwarts, dopo il suo ritorno, quando aveva raccontato ai suoi genitori della Camera dei Segreti. Loro avevano già sentito prima il nome di Draco Malfoy, ma solo di come fosse irritante. Quella volta Hermione si era arrabbiata ed aveva iniziato a piangere, parlando di "sanguesporco" e "purosangue", e di sgradevoli ragazzi aristocratici che si auguravano la sua morte perchè era nata da genitori babbani. Le informazioni su Draco Malfoy non erano cambiate nel successivi anni, al punto che loro non erano rimasti molto sorpresi dal fatto che lui si fosse rivelato un Mangiamorte, al sesto anno.
Rachel accarezzò i capelli della figlia, "Ma tu non dovrai sposarlo, vero?".
Hermione tirò su col naso ed annuì, "Se voglio salvare Hogwarts, allora dovrò. Sto facendo del mio meglio al momento per capirci qualcosa sulla maledizione. C'è anche Bill, sapete, il fratello più grande di Ron, che sta cercando di informarsi per mè. Ma al momento non sembra una cosa molto promettente".
"Non arrenderti, orsacchiotta", disse Matthew, usando il suo soprannome infantile."So che se qualcuno può trovare una maledizione, quella sei tu".
Hermione sorrise debolmente ai suoi genitori. "Non è questo che mi ha fatto piangere comunque".
"No?",chiese suo padre, chiaramente sorpreso. Il pensiero che la sua bimba dovesse sposare quella canaglia era abbastanza per fargli desiderare di andare a strozzare il ragazzo.
"No, sono Harry e Ron. Mi hanno mentito per anni. Harry la scorsa settimana mi ha raccontato che esce da tempo con una ragazza che era a Serpeverde, ma non me lo ha detto prima perchè non sapeva come avrei reagito. E poi, stanotte, alla Tana, Molly accidentalmente si è lasciata scappare che loro sono amici di Draco Malfoy da almeno un anno", disse Hermione, oltraggiata.
I suoi genitori si scambiarono degli sguardi. Non c'era alcun dubbio sul perchè la loro figlia fosse così arrabbiata. Lei faceva parte del mondo di Harry e Ron e, se i suoi genitori sapevano quanto lei detestasse Malfoy, allora i ragazzi sarebbero stati sicuramente a conoscenza dei suoi sentimenti per quel soggetto.
"Pensavo che loro lo odiassero tanto quanto tè", disse sua madre.
"Lo pensavo anche io, ma come Malfoy mi ha molto felicemente informato questa sera, loro hanno passato anche del tempo con lui al Manor. Sapete, Malfoy Manor, dove noi siamo stati imprigionati".
Questa era una parte della sua vita di cui Hermione non parlava molto frequentemente. Quando lei aveva rintracciato i suoi genitori, ed aveva invertito l'incantesimo di memoria che gli aveva lanciato per tenerli al sicuro in Australia, durante la guerra, gli aveva raccontato solo a grandi linee di ciò che era successo quell'anno. La maggior parte sulla battaglia finale. Era stato Harry che si era seduto con Rachel e Matthew, e li aveva informati che Hermione era stata torturata, quando erano rimasti per un breve tempo a Malfoy Manor. Harry aveva voluto che loro lo sapessero perchè Hermione si stava rifiutando di chiedere aiuto, e lui non era sicuro di quanto lei ne fosse rimasta colpita da tutto questo. I suoi genitori l'avevano pregata di andare in terapia, ma Hermione si era rifiutata, liberandosene dicendo che voleva solo andare avanti con la sua vita. Loro, non avendo accesso alla vita magica della loro figlia, avevano dovuto accettarlo, anche se non lo volevano veramente. Non potevano decisamente mandarla da uno psicologo babbano.
"Cosa?", disse suo padre, massaggiandosi il viso per la confusione e la frustrazione. "Perchè avrebbero voluto passare del tempo con lui?".
"Non lo so. Ho potuto capire la relazione di Harry con Daphne Greengras, e capire perchè mi ha mentito a riguardo. Lei non è mai stata poi così terribile con noi a scuola, e sembrava un tipo a posto quando ci siamo incontrate. Ma Draco Malfoy, non lo posso capire. Perchè avrebbero voluto essere suoi amici? Lui era così pessimo con noi, e dubito che sia cambiato così tanto. Continua a trarre un incredibile piacere nel tormentarmi", disse infervoratamente Hermione.
Rachel le accazezzò ancora una volta i capelli, "Va tutto bene, tesoro, rimani quì con noi, tanto quanto ne hai bisogno".
Hermione sorrise a sua madre con le lacrime agli occhi. I suoi genitori non l'avevano mai lasciata sola, non importava ciò che facevano gli altri.



La Tana era nel caos; beh, era più caotica del solito. La paggior parte delle persone se ne erano andate, capendo che sarebbe stato meglio dare spazio ai Weasley. Harry notò con piacere che anche Nott se ne era andato. Chissà cosa sarebbe uscito dalla sua bocca in quel momento. Harry sorvegliò stancamente la scena. Come erano riusciti tutti ad andarsene in così poco tempo? Guardò Molly urlare contro Ron per aver mentito alla sua migliore amica. Sicuramente aveva alcune cosa da dire anche ad Harry, ma lui rimase illeso dalla sua lingua tagliente. Daphne al momento stava cercando di riparare al danno che Hermione aveva provocato al viso di Draco, ma Harry sapeva per esperienza che solo il tempo avrebbe fatto scomparire quella Fattura Pungente. Era lo stesso incantesimo che lei gli aveva lanciato per renderlo irriconoscibile dai Ghermidori durante quell'orribile anno di guerra. Quel ricordo fece sussultare Harry; Hermione aveva fatto tutto il possibile per tenerlo al sicuro, nonostante il considerevole rischio per sè stessa. Lei era stata straordinaria, e lo aveva supportato nella buona e nella cattiva sorte, e questo era il modo in cui lui la ripagava.
Harry si diresse verso al sua fidanzata, che stava dicendo, "Draco, stai fermo e basta comportarti come un bimbo picolo".
"Ma fa male", gemette il biondo.
"Ti sta bene, idiota", rispose Harry. "Non riesco a credere che tu abbia pensato che fosse un buon momento per far irritare Hermione. Sei fortunato che non ti abbia creato alcun danno permanente".
Draco fissò Harry, e si alzlò. Si diresse verso lo specchio sul muro, e si lamentò, mentre notava lo stato della sua faccia, gonfia e distorta.
"Guardami!", esclamò. "Sono orrendo. Non ti chiamerò mai più brutto, Weasley", urlò poi verso Ron, "Ora so come ci si sente".
Ron guardò Harry in disaccordo, mentre Draco continuava a passarsi le mani sul viso, mormorando sulla sua perdita di fascino.
"Oh, cresci un po', enorme cretino", strillò Ginny, rivolta a lui, "Sparirà in poche ore. La cosa più importante è Hermione. Avevo detto a voi due di parlarle dei vostri nuovi amici".
"Ma lei avrebbe potuto ucciderci", gemette Ron.
"Oh, proprio come vi ucciderà ora?", chiese Ginny, con le mani sui fianchi.
"Ginny ha ragione, Ron. Non avremmo dovuto mentire ad Hermione. Se lei avesse fatto lo stesso con noi, ci saremmo stati male", intervenne Harry.
"Non riesco a credere che voi non le abbiate raccontato di Draco", saltò fuori Pansy.
Ron ed Harry guardarono esasperati la ragazza mora. "Esattamente, perchè tu sei ancora qui?", chiese Ron.
"Ehi, lei ha ragione ad essere qui. Sarà mia moglie", si intromise George.
Blasie inarcò un sopracciglio, "Mi fa male la testa", commentò. "Pensavo che tu e Pansy non avreste nemmeno provato a guardarvi un'ora fa".
George scrollò le spalle, "Questo era prima della grande rivelazione, e ci siamo messi d'accordo su una scommessa".
"Sì, grazie tante, Draco. Mi hai fatto perdere dieci galeoni con la tua inabilità di non tormentare la Granger", disse Pansy all'ancora lamentoso biondo.
"Avete scommesso su chi Hermione avrebbe affatturato per primo?", chiese Ginny, in disaccordo.
"Errr, ciao, io sono George Weasley, e lei è una Serpeverde. Cosa ti aspettavi da noi in quella situazione?".
"Credo che diventerò matto", commentò Blasie, rivolto a nessuno in particolare. Guardò verso la sua rossa fidanzata. "Hai bisogno che io faccia qualcosa? Altrimenti, credo che me ne andrò a casa, e mi riprenderò da questo fiasco".
Ginny gli sorrise, "Sarebbe bello se potessi portare a casa con tè Malfoy".
"Certo, nessun problema. Andiamo, brutto", disse lui al suo amico, che stava guardando tristemente il suo riflesso sullo specchio. "Venite, Pans, Daphne?".
Pansy guardò George, "Ora me ne andrò. Emmm, è stato veramente bello incontrarti", disse timidamente lei.
George, in una rara dimostrazione di grazia, le baciò la mano, prima di rovinare tutto arruffandole i capelli perfetti, "Grazie per i galeoni".
Pansy lo trafisse con lo sguardo, cercando di lisciarsci di nuovo i capelli. Daphne rise, "Una parola di avvertimento, George. Non fare mai casino con i capelli di una Serpeverde".
"Grazie per l'ammonimento, Daphne", disse sfrontatamente lui di rimando.
Una volta che i Serpeverde se ne furono andati, i Weasley ed Harry si sedettero intorno al largo tavolo della cucina, mangiando ciò che Molly aveva preparato. Lei non era preoccupata della vasta quantità di cibo che aveva cucinato per una folla maggiore. Aveva nutrito Ron per almeno un quarto di secolo, e l'ammontare di ciò che lui poteva spazzolare via continuava a sorprenderla.
"Sono molto delusa da voi, ragazzi",  li rimproverò. "Hermione è come una vostra sorella. Merita di meglio, che essere presa in giro".
"Molte grazie, mamma. Non riesco a credere che tu ti sia lasciata sfuggire questo particolare".
"Ronald Bilius Weasley, come potevo sapere che voi non avevate raccontato ad Hermione della vostra amicizia con Draco Malfoy?".
"Il fatto che tu non l'abbia mai vista con noi quando noi eravamo con lui", precisò Ron.
"Sono felice che lei l'abbia scoperto. Non perdono le vostre azioni in questo".
"Ma, mamma", gemette Ron, "Hermione è una matta quando si parla di Serpeverde. Sai come reagisce".
Tristemente, Molly capiva ciò di cui suo figlio minore stava parlando. Ormai da un po' anche lei era preoccupata della salute mentale di Hermione. Stava imbottigliando troppi sentimenti, e rifiutava di cercare aiuto.
"Beh, sì, so cosa intendi, ma invece che mentirle su queste cose, avreste dovuto farla confrontare con i suoi sentimenti, ed aiutarla a superarli. Assecondando i suoi rancori per anni, avete reso molto peggiore la situazione", li sgridò Molly.
Entrambi gli uomini si abbracciarono la testa. Non c'era via di ritorno, sapendo troppo bene che Molly aveva ragione. Loro avevano lasciato Hermone a deprimersi ed avevano fatto infinitamente peggio a mentirle.
"Credo che voi due dovreste andare al suo appartamento e scusarvi", suggerì Molly.
Harry e Ron sapevano che questo non era veramente un suggerimento, ma un ordine. Annuirono, misero i loro piatti nel lavello, e si avvvicinarono al camino per andare nell'appartamento di Hermione. Era buio e faceva freddo, quando arrivarono. Era ovvio che lei non fosse lì. Ron calpestò i vetri rotti dei resti della foto. Si abbassò e la raccolse. "Guarda questo", disse tristemente ad Harry.
Loro si sentirono ancora più in colpa, quando videro l'evidenza della rabbia di Hermione. Lei gli voleva davvero bene, e non si sarebbe mai comportata così se non si fosse sentita incredibilmente tradita. "Deve essere andata dai suoi genitori", disse Harry.
"Sì, beh, non andremo lì a quest'ora della notte. Perchè non le mandiamo un gufo ed andiamo a trovarla domani?", suggerì Ron.
"Buona idea".
Gli uomini tornarono alla Tana, ed iniziarono la loro umiliante lettera.


Blasie trascinò Draco fuori dal camino, nel grande salotto di famiglia al Manor. Severus e Narcissa si stavano rilassando in uno dei divani, e sussultarono quando videro il fuoco diventare verde.
"Draco, sei tu?", chiese Narcissa, guardando sorpresa il figlio. "Cosa diavolo gli è successo?".
"E' una lunga storia", sussurrò Blasie.
"Beh, fareste meglio ad andare avanti ed iniziarla", pronunciò Severus, mormorando - Idioti - sottovoce.
"Zitto", riprese gentilmente Narcissa il suo sarcastico marito, "Continua, Blasie".
Blasie delineò gli eventi della Tana per la madre di Draco ed il suo patrigno. Aveva visto l'enorme piacere che Piton ne stava ricavando da quel racconto. L'uomo era veramente maligno in ciò che gli piaceva ascoltare sulle sfortune degli altri, specialmente su Potter ed i Weasley.
"Draco", lo riprese Narcissa, "Non posso dire che tu non te lo sia meritato. Che cosa orribile che hai detto alla Signorina Granger".
Draco sbuffò, rivolto a sua madre, "Guarda in che stato sono. Sono brutto".
"Cosa ti aspettavi nel dire delle così cose stupide alla Granger?", disse Severus, roteando gli occhi. "Sii solo grato che non ti abbia sfigurato per bene".
"Domani andrai a casa della Signorina Granger, e ti scuserai", disse severamente Narcissa.
I tre uomini la guardarono in disaccordo. "Mi vuoi morto?", esclamò Draco.
"Odio dirlo, Signora Piton, ma la Granger è molto più propensa nel mandarlo al San Mungo, piuttosto che ascoltare le sue scuse", commentò Blasie.
"So che sei una Piton ora, ma non vuoi veder continuare la stirpe dei Malfoy?", continuò Draco.
"Smettila di essere così melodrammatico, Draco", disse Narcissa.
"Anche se odio essere d'accordo con questi idioti, cara, Zabini ha ragione. La Granger affatturerà Draco appena lo vedrà", disse Piton.
Narcissa strinse le labbra, non volendo che Draco ne uscisse completamente illeso. "Ok, bene, devi scriverle una lettera, scusandoti per il tuo orribile comportamento".
Draco guardò sua madre scioccato, "I Malfoy non si scusano mai", disse sdegnato.
"Tu ti scuserai, ragazzo, che tu lo voglia o meno", disse fermamente Narcissa. "Lei sarà la futura Signora Malfoy, e la tua relazione con lei non è migliorata. Mi rifiuto di presidiare una casa dove voi due sarete continuamente presi dal cercare di uccidervi l'uno con l'altro".
"Un punto per la Signora Piton", si intromise Blasie. "Ed anche Pansy ha avuto una conversazione con George Weasley sta sera".
Nascissa guardò lo scuro Serpeverde con approvazione, e poi chiese, "Pansy è tornata?".
"Sì, ha dovuto lasciare il lavoro a Durmstrang grazie a questa nuova legge. E' tornata per l'incontro".
"Oh, dovrò invitarla per un thè e chiaccherare un po' con lei".
Draco cercò di svignarsela dalla stanza senza che sua madre lo notasse. Severus lo agguantò per il mantello, "Nascissa", la chiamò lui.
Narcissa puntò il dito contro il suo disobbediente figlio. "Non pensare di riuscire a cavartela e non scrivere quella lettera. Dovresi andare ed iniziare un abbozzo ora, e non pensare nemmeno di spedirla senza che io prima l'abbia letta".
"Ho ventiquattro anni, non cinque", sbuffò lui, rivolto a sua madre.
"Sì, ma finchè sei sotto il mio tetto, farai ciò che dico io", disse severamente Narcissa.
"Tecnicamente, è il mio tetto", mormorò Draco.
Narcissa alzò delicatamente un sopracciglio, "Cosa hai detto, dolcezza?", disse minacciosamente.
"Niente, cara madre", brontolò Draco, prima di uscire di corsa dalla stanza.
"Tuo figlio è sempre una così bella fonte di divertimento, cara", disse Severus a sua moglie.
Blasie rise, prima di vedere entrambi gli occhi dei coniugi puntarsi su di lui. Velocemente disse un arrivederci, e se la diede a gambre. I Piton erano una coppia formidabile, ma non dovevi farli arrabbiare se volevi lasciare illeso il Manor.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Becoming Mrs Malfoy Cap 10

Nuovo capitoloooooooooo :) Se per caso vi stiate chiedendo che fine ha fatto la maledizione, beh, è


ancora lì, ma si tornerà a parlarne fra un pochino. Ora è tutto più concentrato nel far capire ad 


Hermione i suoi errori :)  Comunque, buona lettura :)

Capitolo 10



La mattina dopo, Hermione si trascinò fuori dal letto. Aveva un aspetto terribile, ed aveva dormito a malapena. I suoi capelli erano ancora più assurdi del solito, ed aveva dovuto raccoglierli in una coda, per pura irritazione. Infilò i piedi dentro un paio di soffici ciabatte a forma di coniglio, indossò una vecchia e trasandata veste che possedeva da quando aveva tredici anni, ed a passo lento scese le scale. I suoi genitori erano seduti in cucina, mentre si gustavano un thè e dei toast. Sua madre le lanciò uno sguardo, notanto i suoi occhi gonfi e rossi, e piazzò una grande tazza di thè fumante di fronte a lei. Tutti e tre erano seduti quietamente, mentre riflettevano sui drammatici eventi della sera precedente.
La tranquilla colazione venne disturbata dal frenetico ticchettio di un gufo sulla finestra. Rachel, che ormai aveva imparato questo strano modo in cui veniva consegnata la posta, si alzò ed aprì la finestra. Volarono all'interno non uno, ma due gufi. Hermione riconobbe il primo, mentre lui planava eccitato nella cucina. Leotordo non aveva un'età definita, e continuava a rendersi ridicolo in ogni piccola commissione che Ron gli affidava. Hermone lo attirò sul tavolo, con la promessa di qualche toast. Il secondo gufo aveva un prospetto diverso. Era un grande gufo Reale, e sorvegliava in modo beffardo il comportamento di Leo. Hermione non credeva che i gufi potessero sogghinare, ma questo stava veramente sogghinando rivolto a ciò che si trovava di fronte a lui. Hermione sventolò un altro pezzo di toast verso di lui, e venne trattata con uno sguardo insolente che voleva chiaramente dire : Io sono superiore a tè ed al tuo schifoso pezzo di toast. Io ceno solo con la carne. Hermione sospirò e prese la pergamena legata alla zampa del gufo. L'imperioso sguardo che lui le lanciò diceva senza alcun dubbio che avrebbe aspettato sulla finestra della cucina fino ad aver ottenuto una risposta.
Hermione non aveva nemmeno voglia di aprire la lettera da parte di Ron ed Harry. La piegò in due, la riattaccò alla zampa di Leo, e rispedì indietro il gufo. Poi si dedicò alla lettera recapitata dallo stranamente familiare gufo Reale. Hermione guardò la spessa pergamente che urlava ricchezza. Stava iniziando ad avere un'idea da chi provenisse. L'inchiostro verde confermò i suoi sospetti, mentre rispolverava alcuni ricordi del suddetto gufo Reale, che recapitava pacchetti di dolci ad un certo biondo viziato. Hermione scarabocchiò qualcosa sulla busta, prima che la lettera ricevesse lo stesso trattamento della prima, e venisse riattaccata alla zampa di un non molto convinto gufo. Lui arruffò le penne in un chiaro disgusto per il comportamento oltraggioso di Hermione verso la sua preziosa lettera, e volò fuori apppena gli venne rilegata alla zampa.
I genitori di Hermione non dissero niente durante questo processo. Entrambi avevano riconosciuto Leo, ma erano perplessi sul da chi provenisse la seconda lettera, e dal comportamento del gufo Reale.
"Quello era....ehm.... un gufo Nobile molto disprezzante", prese l'iniziativa suo padre, sperando di guadagnare qualche spiegazione.
"Quello era un tipico gufo dei Malfoy", rispose Hermione, ed i suoi genitori annuirono all'unisono.
Era interessante vedere che il ragazzo Malfoy aveva almeno cercato di inviarle una lettera, anche se di certo era solo piena di insulti, piuttosto che di scuse. 
"Dovrei aspettarmi dei visitatori più tardi?", chiese suo padre.
"Harry e Ron compariranno sicuramente. Dubito altamente che il furetto rischierà il suo sangue puro nel mettere piede in un quartiere babbano".
"E dovrei lasciar entrare qualcuno?", chiese di nuovo Matthew.
"No", fu la risposta schietta di Hermione. Non voleva sul serio vedere nessuno oggi.
Matthew semplicemente annuì. Si sarebbe assicurato di essere un guardiano perfetto per sua figlia. Non l'aveva mai vista così sconvolta, nemmeno durante quell'anno traumatico dopo la sconfitta di Voldemort, quando aveva passato così tanto tempo nel seppellire amici amati e cercando di ricostruire le istituzioni magiche. 
Ron sospirò, mentre riprendeva in mano la lettera ancora chiusa e rispedita al mittente da Hermione e la dava ad Harry. "Immagino che darle una notte per calmarsi non abbia funzionato".
Harry guardò la busta sciupata. Odiava essere ai ferri corti con un qualsiasi amico. Poteva ricordare, ancora troppo vividamente, i suoi momenti nel ripostiglio sotto le scale di casa Drusley, e quando solo si era sentito.  "Andremo a trovarla dopo colazione".
Le fiamme del camino nella cucina della Tana divennero verdi, mentre Draco ne usciva,  sembrando molto di cattivo umore e stringendo in mano una lettera simile alla loro.
"Hai cercato di scrivere ad Hermione, vero?", chiese Ron.
Draco gli rivolse uno sguardo schifato, "Non ho avuto molta scelta.  Ho detto a mia madre che i Malfoy non si scusano, ma e diventata brusca e mi ha forzato a scrivere delle scuse alla Granger, e questo è quello che ho ricevuto", grugnì, allungando a Ron la lettera.
"Non pensavo che fossi in grado di ignorare il Galateo del Comportamento dei Malfoy, nemmeno per tua madre", disse Harry.
"Non conosci mia madre, e quando ha Severus che le incoraggia ogni singolo comportamento. Fa sembrare Voldemort un pezzo di torta. Ho deciso che Hermione probabilmente sarebbe stata un'ancora di salvezza".
Ron sputò il suo succo di zucca, mentre rideva di ciò che c'era scarabocchiato di fronte a lui, prima di passare la lettera ad Harry. Harry sorrise e lesse il commento tagliente di Hermione. "Solo gli psicopatici scrivono in verde", lesse ad alta voce.
Ginny e George iniziarono a ridere sotto i baffi, il che fece peggiorare notevolmente lo stato d'animo di Draco. "Mia madre non ne è stata molto divertita quando ha ricevuto indietro la lettera, ed ha detto che devo andare da lei di persona. Insiste che devo far andare bene le cose, se la Granger sarà la prossima moglie Malfoy".
Molly annuì in approvazione. "Tua madre è molto sensibile, Draco. Mandare anvanti questa relazione infantile che hai con Hermoine, non funzionerà".
Draco brontolò sottovoce, e si sedette imbronciato in una sedia libera.
"Puoi venire con noi, se ti va", disse Harry. "Andremo da lei dopo colazione".
Ron fissò Harry in disaccordo, "Mi stai prendendo in giro, vero? Se ci presentiamo con lui, allora non ci perdonerà mai".
"Bene, verrò lo stesso. Posso nascondermi dietro di voi, se lei mi lancerà un'altra fattura. La mia faccia è appena guarita", disse Draco con un brivido. 
"Sai che ti dico? Perchè prima non mandiamo Ginny a tastare il terreno?", suggerì speranzoso Ron.
Ginny fissò suo fratello. "Sei matto se credi che andrò a placare i sentimenti di Hermione prima che tu ti sia mostrato a lei. Credo che ti meriti tutto ciò che riceverai".
"Non vorresti perdere il tuo fratellino preferito, vero?", gemette Ron.
"Perchè? Charlie è in pericolo?", rispose Ginny.
Ron la guardò scioccato. "Quanta gratitudine. Harry ed io ti abbiamo salvato dalla Camera dei Segreti. Dovresti ripagarci".
Ginny semplicemente alzò un sopracciglio, rivolta verso di lui. "Sai cosa ti dico? Verrò con voi, ma solo per ridere quando tutti voi sarete affatturati da Hermione".
Ron, Harry e Draco si calmarono. Ginny era spesso l'unica persona che poteva avvicinarsi ad Hermione quando era presa in uno dei suoi scatti d'ira. Probabilmente perchè era l'unica a non aver paura della magia di Hermione. Solo la presenza di Ginny, non importa quando inutile, almeno gli avrebbe dato una speranza di uscire vivi da questo confronto.
"Diamo inizio a questa farsa", grugnì Draco.
Nel momento in cui tutti loro raggiunsero la stazione treni più vicina alla casa dei genitori di Hermione, Harry fu felice di avere Draco come supporto. I fratelli Weasley non avevano passato tanto tempo nel mondo babbano, e le loro domande su ogni piccola cosa erano state simili a quelle che aveva fatto Hagrid quando, all'età di undici anni, lo aveva accompagnato per portarlo a Diagon Alley per la prima volta. Dal ridere delle facce sui soldi di carta babbani, all'esclamare ad alta voce sulla velocità ed i sedili dei treni, Harry aveva passato dei momenti difficili, guidandoli da un posto all'altro, ed era rimasto il solo a focalizzarsi sul compito da svolgere. Non aveva mai pensato che sarebbe stato consolato dalla presenza di Draco Malfoy, principe Purosangue. Mentre Harry cercava di tenere sotto controllo i Weasley, Draco aveva usato la sua esperienza nel vivere nel mondo babbano per un anno, comprando tutti i biglieti e tutti gli spuntini che sarebbero serviti loro per tenere Ron calmo e sottomesso. Ron a volte era veramente come un bambino piccolo. Avevi bisogno di una borsa speciale piena di snacks, giocattoli ed un cambio di vestiti ogni qual volta partivi per una lunga uscita con lui.
"Per favore, dimmi che non ci vorrà molto da qui", disse sottovoce Draco ad Harry. "Non credo di poter sopportare anche un viaggio in autobus con quei due deficenti".
Harry forzò un sorriso. "Non ti preoccupare, è una breve camminata".
Mentre si avvicinavano alla casa dei Granger, Draco aveva notato che Harry e Ron stavano diventato sempre più nervosi, ed il ghigno maligno di Ginny si stava trasformando in un largo sorriso.
"Cos'è che vi fa annodare le bacchette?", chiese finalmente Draco. "La Granger non sarà felice di attaccare voi due, una volta che mi vedrà lì".
"Non è Hermione ciò di cui siamo preoccupati al momento. E' più il fatto di entrare per incontrarla".
Draco si accigliò per la confusione. "Perchè?", chiese.
"Suo padre", fu tutto ciò che riuscì a dire Ron.
"Quanta paura può fare un babbano contro tre maghi ed una strega?".
Ginny rise di gioia, "Aspetta e vedrai, Malfoy".
Anche lui ora si sentiva apprensivo.
Harry bussò alla porta di una bella casetta del 1930, con un giardino di fronte. Draco riusciva a sentirsi il cuore battere, mentre aspettavano che qualcuno rispondesse. Odiava affrontare l'incertezza. Dopo quella che era sembrata un'eternità, la porta venne aperta, e gli occhi di Draco si spalancarono in allarme, alla vista della mole del padre della Granger.
"Ciao, Matthew, c'è Hermione?", chiese Harry. Molto coraggioso, pensò Draco; dopotutto, era pur sempre il "Ragazzo con istinti suicidi".
"Harry, Ron", li salutò Matthew, prima di stritolare Ginny in un grande abbraccio. "Ginny, tesoro, come stai?".
"Bene grazie, Matthew".
"Bene, sali su. Hermione è nella sua stanza", disse Matthew.
Ron ed Harry emisero un sospiro di sollievo, e si avviarono per segiure Ginny all'interno. Un braccio in mezzo alla porta gli impedì di proseguire.
"Non così veloci, voi due. Hermione non vuole vedervi".
"Ma noi vogliamo scusarci e spiegarle le cose", disse Harry.
"Mi è stato dato l'ordine di non lasciarvi entrare, sotto ogni circostanza". Quello fu il momento in cui Matthew notò Draco appoggiato un più indietro. "Chi è lui?", chiese.
Draco decise, per una volta nella sua vita, di essere gentile e mostrare le buone maniere, specialmente verso chi, con tutti i presupposti, sarebbe stato suo suocero.
"Salve", disse Draco, portandosi avanti ed allungando la mano. "Sono Draco Malfoy".
Matthew incrociò le braccia e fissò il giovane. "So tutto di tè, figliolo. Hai reso la vita di Hermione un inferno, alla vostra scuola di magia".
Draco fece un passo indietro da quello sguardo intimidatorio, e la sua mano si strinse intorno alla tasca della giacca, agguantando l'impugnatura della bacchetta, in caso avesse avuto bisogno di difendersi. "Ehmm, beh, ecco, si", balbetto.
Ron finalmente perse il colorito verdastro, mentre guardava con ardore lo spettacolo che gli veniva offerto. "Scommetto cinque galeoni che Matthew sistema Malfoy", sussurrò ad Harry.
Harry lo guardò in esasperazione. Un confronto lì era tutto ciò di cui avevano bisogno. Draco poteva sì aver imparato alcune severe lezioni dalla guerra, ma avrebbe comunque affatturato Matthew Granger se avesse voluto difendersi.
"Matthew, Draco non è lo stesso ragazzo bigotto che era a scuola", disse Harry, assumento il ruolo di pacificatore. "Credimi, se lo fosse, allora non sarebbe venuto qui alla ricerca di scuse per Hermione".
Draco annuì in approvazione, sperando disperatamente di riuscire a scamparla dall'essere annichilito da quel gigante di un uomo.
"Hummm", fu tutto ciò che disse Matthew, squadrando Draco dall'alto in basso.
"Matthew", chiamò Rachel Granger, comparendo dietro di lui. "Harry, Ron, ciao. Mi dispiace, ma Hermione è veramente sconvolta, e si rifiuta di vedervi", disse, mandando via il suo intimidatorio marito. "Perchè non entrare per una tazza di thè dopo il vostro lungo viaggio e mi spiegate ciò che stavate pensando?". li invitò.
Draco si avvicinò all'entrata, mentre Harry e Ron si avviavano in casa. Gli occhi di Matthew Granger non lo avevano lasciato un attimo, e quello sguardo stava iniziando a dargli i brividi. "Chi è questo, caro?", chiese Rachel a Matthew.
"Questo è Draco Malfoy", fu la replica di Matthew.
"Oh, beh, non sono sicura che tu voglia entrare in una casa di babbani, ma sei più che benvenuto per una tazza di thè, se vuoi", disse Rachel, rivolta al nervoso biondo.
"Grazie, Signora Granger, è molto carino da parte sua", disse gentilmente Draco, prima di seguire Harry e Ron all'interno, camminando stancamente dietro al padre di Hermione.
Rachel lo invitò con un gesto ad entrare nel salotto, e Draco si guardò intorno. "Ha una bella casa, Signora Granger", disse.
"Grazie, Draco", fu la compiaciuta risposta di Rache. Lei si era aspettata un ragazzo scontroso e sfacciato, non quel giovane così gentile.
Harry e Ron rotearono gli occhi, mentre vedevano il famoso charm alla Malfoy di Draco fare capolino ancora una volta, per intrappolare un'altra madre che avrebbe dovuto odiarlo.
"Vorrei cogliere questa occasione per scusarmi del modo in cui ho trattato sua figlia a scuola, Signora Granger", continuò Draco. "Non ci sono scuse per il mio comportamento, ma la guerra ti impartisce molte dure lezioni, e la colpa di molte azioni che ho compituo con le conivinzioni che ho appreso da bambino, sebbene sbagliate, sono mie".
Rachel sembrò confusa a queste inaspettate scuse. Hermione aveva semrpe descritto Draco Malfoy come arrogante e superiore, così lei non si era aspettata quell'umiltà da lui. Era anche molto attraente, con un colorito che gli donava perfettamente.
"Oh, per favore, chiamami Rachel", disse Rachel a Draco, sorridendo.
Lui le sorrise in modo affascinante di rimando, "Mi piacerebbe, specialmente se sposo sua figlia".
Matthew gli lanciò uno sguardo incredulo, con Harry e Ron che si stavano stringendo la mano, meravigliati di quanto velocemente Malfoy fosse riuscito a rivoltare in suo favore questa situazione. Rachel e Draco continuarono a parlare, mentre lei gli mostrava tutte le foto dell'infanzia di Hermione sulla mensola del camino.
"Malfoy è veramente abile nell'affascinare tutte le donne, non è vero?", disse Ron ad Harry.
"Tutte tranne Hermione, sembra", fu la risposta di Harry.


Hermione aveva passato tutto il giorno ad iniziare a leggere i diari di Priscilla Corvonero. Con lo stess e la pressione degli ultimi giorni, non aveva avuto tempo di cominciare, ma la calma di casa sua le aveva dato l'opportunità.  Era passato tanto tempo dall'ultima volta in cui era rimasta ad ascoltare lunghi monologhi sulla pura stupidità di Godric Grifondoro e Salazar Serpeverde. Con la sua indole alla lettura, comunque, Hermione era rimasta presa da ciò che stava leggendo. I fondatori di Hogwarts erano sempre stati una fonte di fascino per lei, come lo erano anche i molti segreti della scuola. Non era un segreto che lei avrebbe potuto praticamente recitare a memoria il libro "Storia di Hogwarts", senza doverlo consultare. I diari di Priscilla Corvonero erano così pieni di conversazioni ed informazioni interessanti, che l'avevano così presa da farle a malapena notare il ticchettio alla porta.

Ginny bussò piano alla porta di Hermione. Non aspettò una risposta, ma aprì uno spiraglio per introdurre la testa. "Permesso?", chiese.
Hermione alzò lo sguardo dall'ultimo diaro che stava divorando. "Ehi, Ginny, certo entra".

Ginny si accigliò quando vide il viso di Hermione. Non credeva di aver mai visto su di lei un aspetto da "cuore spezzato", ed il suo, di cuore, si strinse. Andò di cora da lei, e strinse la sua infelice amica in un grande abbraccio.
"Mi dispiace così tanto che tu abbia dovuto scoprirlo in quel modo, Hermione. Li ho assillati per anni, perchè te lo raccontassero".
"C'era qualcun altro, oltre a mè, che non ne era al corrente?", chiese Hermione.
Ginny si morse un labbro, sapendo che la sua risposta avrebbe intristito ancora di più Hermione. "No, mi spiace, lo sapevamo tutti".
Hermione semplicemente annuì in rassegnazione. "Non ti incolpo, Ginny. Sei apena tornata a Londra, e comunque non sei tu che avresti dovuto raccontarmelo, ma loro. Sono solo delusa che abbiano sentito la necessità di tenermi così tanti segreti".
"Sarai felice di sapere che mamma li ha pestati, dopo che te ne sei andata. Ron ha ancora paura che lei gli tagli le provviste di cibo".
Hermione sorrise debolmente. Poteva sicuraamente contare su Molly per rimproverare gli infami dopo questa bravata, ma il dolore non era ancora diminuito. "Sembra che abbiano preferito i loro nuovi amici Serpeverde a mè", disse a bassa voce a Ginny.
"Oh no no no, Hermione, non pensarlo. Loro ti vogliono bene, davvero così tanto che avevano troppa paura di dirti che erano diventati amici di un gruppo di serpi".
"So che tutti voi non credete che io non sappia di come le persone mi vedono, ma lo so. So che sono stata irragionevole a volte, specialmente quando si parlava di Serpeverde, ma è più facile continuare ad odiare. Odiare ha senso per me. Fa avere senso a tutto ciò che è successo da quando non eravamo niente più che bambini".
Hermione aveva passato gran parte della notte precedente a pensare a tutto. Mentre asciugava le lacrime del tradimento, aveva fatto il punto della sua vita, e non le era piaciuto ciò che aveva visto. Aveva passato gli ultimi anni rimanendo precariamente aggrappata ad una sorta di controllo, perchè non aveva mai voluto sentirsi tanto senza aiuto quanto si era sentita nel giacere sul pavimento del soggiorno dei Malfoy, aspettando che Bellatrix la colpisse.
"Non voglio continuare così, Ginny".
Ginny mise la sua testa sopra quella di Hermione, ed iniziò a disegnare cerchi concentrici sulla sua schiena. "Cosa vuoi fare?".
"Voglio cercare aiuto. So che precedentemente ho caparbiamente rifiutato, ma sono venuta a patti con il fatto che non posso continuare a fare a finta che vada tutto bene. Mi piaceva l'idea che tutti pensassero che ero forte ed intoccabile, che Hermione Granger non aveva bisogno di aiuto, ma non è la verità. A volte mi sento così persa, come se stessi affogando nel vuoto dentro di mè".
"Va bene, Hermione. Sai, Ron ed Harry hanno cercato aiuto quel primo anno dopo la guerra".
Hermione guardò sorpresa Ginny. C'erano così tante cosa che stava scoprendo nelle ultime settimane. Stava diventando difficile accettare tutte le rivelazioni. La sua testa stava girando.
Ginny notò lo sguardo sbalordito di Hermione. "Non te lo hanno detto perchè eri così irremovibile sul fatto che tu non ne avevi bisogno. Ma loro lo hanno fatto per far aver senso a tutto".
"Questo spiega come possono comportarsi così normalmente con la situazione corrente. Io mi stavo aggrappando all'idea che stessi bene. So anche che ero la più famosa Nata Babbana in prima lina nella guerra. Immagino di non aver voluto che le persone vedessero il mio cercare aiuto come un altro motivo per insistere che i Nati Babbani sono deboli, e non possono convivere con la realtà della magia".
Ginny non aveva considerato questo aspetto della vita di Hermione. I Weasley ed Harry non avevano niente da provare sotto quell'aspetto. Avevano persone che li odiavano per la loro visione delle cose, ma non avevano sezioni di società che cercavano di togliergli il posto che gli spettava nel mondo della magia. "Non è una debolezza ammettere che hai bisogno di aiuto. Infatti, io credo sia una forza. Perchè non andiamo a trovare George, domani?".
Hermione sorrise alla sua amica. Sapeva che Ginny doveva essere in Galles quel giorno, ma probabilmente era rimasta a causa del casino che era scoppiato la scorsa notte. "Va bene, Ginny, torna al tuo allenamento. Andrò a trovare George da sola".
Poi vide lo sguardo scettico di Ginny. "Parola di scout", promise.
Ginny la derise. "Come se tu fossi mai stata uno scout".
"Ero una Brownie*. Lo odiavo. Mia madre mi faceva andare ogni settimana all'entrata della chiesa, dove avrei dovuto fare cose come legare nodi infiniti su una corda, solo per uno schifoso distintivo. E voleva farmelo cucire da sola sulla mia uniforme", brontolò Hermione.
Ginny gongolò. Non riusciva ad immaginare la bambina precoce, che Hermione inindubbiamente era stata, dover fare cose così banali come legare nodi per alcuna ragione apparente. Poteva, nonostante tutto, immaginare Rachel Granger forzarla ad andare. Rachel aveva passato gran parte dell'infanzia di Hermione nel persuaderla a lasciare il libro che aveva tra le mani e spingerla nel socializzare con gli altri bambini. Si era sentita sollevata, quando aveva capito che molte delle stranezze di Hermione erano dovute al fatto che lei fosse una strega.
Ginny rimase con Hermione a comparare le cose bizzarre che le madri avevano fatto fare alle loro figlie, finchè la sua amica riccioluta non si addormentò. Sorrise teneramente e la coprì con il piumino. Lo sguardo stanco negli occhi di Hermione non le era sfuggito. Sapeva che la sua amica probabilmente aveva passato sveglia la maggior parte della notte, analizzando tutto ciò che era successo la notte prima. Zampettò fuori dalla stanza e, scese le scale, vide la scena più insensata di sempre.
Seduta nel soggiorno c'era Rachel Granger con Draco Malfoy. Tutto intorno a loro c'erano pile di album porta-fotografie, ed uno era aperto, appoggiato sulle loro ginocchia. Malfoy stava ridendo bellamente, mentre Rachel apparentemente gli stava raccontando alcune storielle dell'infanzia della figlia. Ginny sbattè le palpebre parecchie volte, per vedere se la visione sarebbe evaporata, ma rimase tutto a posto. Si diresse sbalordita in cucina, dove trovò Matthew Granger dividere sconsolato una tazza di thè con Harry e Ron, in attesa.
"Da quanto va avanti?", chiese.
"Praticamente da quando siamo arrivati qui", replicò Harry.
"La maledizione di Draco Malfoy colpisce ancora", borbottò Ron, masticando un po' di torta.
Matthew semplicemente scosse la testa. "Non capisco. Mi stavo semplicemente preparando a prendere a calci il suo culo ossuto, quando arriva Rachel e lo invita ad entrare. La cosa successiva che so, è che lui l'ha affascinata con delle scuse, e lei è andata in brodo di giuggiole".
Ginny sorrise malignamente. "Non sentirti tagliato fuori. Malfoy ha un talento nel legarsi al dito le mamme arrabbiate. Ron ed Harry erano così eccitati la prima volta che lo hanno portato alla Tana. Lui e la sua famiglia si sono comportati da completi idioti con la mia, per tutta la loro vita. George ed io ci stavamo sporgendo dalla finestra, credendo che lo avremmo visto contorcersi a causa delle maledizioni di nostra madre, ed invece ciò che abbiamo visto è stata la mamma che lo stringeva in un grande abbraccio, e si lamentava su quanto magro lui fosse".
"Non ricordarmelo. Quando se n'è andato, era carico di mie scorte di caramelle che fa mamma, e lei gli stava già lavorando a maglia un nuovo maglione alla Weasley, con il verde dei Serpeverde. Non pensavo nemmeno che avesse della lana verde", si lamentò Ron, chiaramente ancora traumatizzato dall'evento.
"E' stato il preferito di mamma da allora. Si lamenta sempre che non ci viene a trovare abbastanza, e lui riceve sempre il maglione migliore a Natale. Credo che lei si sia rimasta un po' delusa dal fatto che io non sia stata messa in coppia con Malfoy. Sarebbe stata entusiasta ad averlo come genero".
"Non lo so", si intromise Harry. "Zabini sembra dargli pane per i suoi denti. Non credo non abbia notato che Malfoy, la scorsa notte, portasse un maglione alla Weasley".
"L'ho detto una volta, e lo dico di nuovo : stupidi, falsi, bastardi, Serpeverde", brontolò Ron.
Matthew sembrava piuttosto sotto shock, al pensiero di qualcuno così manipolativo come suo genero. Sua moglie non sarebbe mai stata di nuovo la stessa. Già lo sapeva; lei avrebbe smaniato su Draco questo, e Draco quello, ogni mattina a colazione. Brontolò, e si prese la testa tra le mani.
"Non preoccuparti, Matthew", lo consolò Ginny. "Hermione tiene testa a Malfoy. Lei è la sua debolezza".
 


Brownie è il termine che si usa per definire una ragazza che fa la Scout.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Becoming Mrs Malfoy Cap 11

Lalalaaaaaaaaaaa :D Ecco l'undicesimo capitolo :D Grazie a chi ha recensito, e messo la storia tra seguite ecc ecc....  Sono ancora bloccata al capitolo 15 con la traduzione, però u.u In questi giorni volevo provare anche io a scrivere qualcosa su Harry Potter, e mi sono un po' lasciata prendere la mano xD Solo che non ne è venuto fuori un gran che -.-" Mi sembra tutto già visto e già sentito.. e sto aspettando un'illuminazione per creare qualcosa di diverso dal solito xD  Magari poi deciderò di pubblicarla, ma chi lo sa u.u Cooomunque, torniamo a noi. Hermione ha deciso di andare in terapia!!! Finalmente ha preso coscenza di sè stessa, almeno un pochino, e cerca di essere meno testarda :D Non so voi, ma io la vedevo solo come una stronzetta ( perdonatemi il termine ) che fa i capricci, che non ammetteva mai di sbagliare, e che pretendeva che la sua parola fosse legge... se capite cosa intendo xD Per chi la pensava come mè, comunque, fidatevi che migliorerà :D 

Ok, ho detto anche quello che non dovevo dire xD Leggete il capitolo, che sicuramente vi interessa di più dei mei sproloqui :D Buona lettura :)


Capitolo 11


Fedele alla sua parola, Hermione andò a trovare George Weasley nel suo negozio in Diagon Alley il giorno seguente. Aveva avuto una mattinata davvero difficile.
"Buona mattina cara", cinguettò sua madre, mendre lei scendeva al piano di sotto.
"Hai dormito bene, orsacchiotta?", chiese suo padre, stampandole un bacio in fronte.
"Sì, non ricordo di aver sognato o altro. Da quanto tempo se n'è andata Ginny?".
Matthew lanciò a sua moglie uno sguardo di avvertimento, ma lei non gli prestò attenzione.
"Oh, se n'è andata quando anche Harry, Ron e Draco erano pronti".
La mascella di Hermione cadde. "Draco? Come Draco Malfoy? Malfoy era in casa Mia! Come hai potuto lasciarlo entrare, papà?".
Matthew scrollò le spalle, e si intristì. "Non stavo lasciando entrare il piccolo moccioso, ma tua madre lo ha invitato per un thè".
"Veramente, Matthew, non ti avrei lasciato portare alla morte il povero ragazzo", replicò Rachel.
Harmione guardò suo padre, "Mamma è diventata matta?  Da quando Draco la-piaga-della-mia-esistenza-a-scuola Malfoy è un povero ragazzo?".
"Da quando è riuscito ad affascinare le mutande di tua madre. Lei è rimasta seduta lì tutto il pomeriggio, dandogli thè e biscotti, mostrandogli tutte le tue foto dell'infanzia e raccontandogli tutte le tue storielle imbarazzanti".
Hermione guardò sua madre in disaccordo. "Come hai potuto farmi questo? Lui mi sbatterà in faccia ogni piccola cosa che gli hai raccontato".
"Hermione, smettila di fare la sciocca, tesoro. Lui sembra essere cresciuto molto da quando eravate entrambi a scuola. Secondo quanto mi hai raccontato un decennio fa, lui non avrebbe mai messo piede dentro ad una casa babbana, ma è stato gentle, affascinante e perfettamente carino. Non è vero, Matthew?".
Matthew sembrava combattuto. "Tecnicamente, suppongo fosse carino. Non ha provato ad insultare nessuno, ma questo non significa che lo perdono per come ha trattato la mia piccola per tutti quegli anni".
Hermione sorrise solare a suo padre. "Vedi, mamma? Questo è ciò che i genitori dovrebbero fare. Sono fatti per sostenere i loro figli, non per andare in estasi per il nemico".
Rachel sospirò, "Credo sia ovvio da dove tu tragga la tua testardaggine, mia cara. E non sono andata in estasi, ma tu non mi hai detto quanto di bella presenza fosse il tuo Draco".
Hermione farfuglio, "Il mio Draco? Da quando lui è il mio Draco? E di bella presenza? Solo se trovi attraenti i furetti con il muso appuntito".
Rachel lanciò ad Hermione uno sguardo superiore. "Ti voglio bene cara, ma a volte riesci ad essere deliberatamente cieca. Lui è incredibilmente bello".
Hermione borbottò qualcosa sulla pazzia della madre, ma in modo che solo suo padre potesse sentirla. Lui sorrise in risposta. 
"Ooooh",  gridò Rachel. "Pensa a quanto carini saranno i miei nipotini. Spero che prendano il suo colorito. Bimbi dagli occhi grigi, con capelli biondi e ricci sarebbero adorabili".
Hermione la fissò come se stesse per aver un aneurisma, mentre Matthew si alzava dal tavolo. "Se discuterai di cose così spiacevoli, allora io andrò ad aprire prima del solito lo studio".
Hermione guardò suo padre a mò di supplica, pregandolo di non lasciarla sola con una madre pazza, mentre parlava di nipoti il cui padre era Draco Malfoy. Lui ignorò il suo sguardo e se ne andò alla svelta.
Hermione sbattè la testa sul tavolo, e cercò di sovrastare il monologo di sua madre sul soggetto.


Ginny informò brevemente Ron ed Harry della conversazione con Hermione, prima di andarsene e tornare agli allenamenti con le Holyhead. Aveva aspettato finchè Draco non era tornato con la metropolvere a Malfoy Manor, non volendo raccontargli alcun che di ciò che Hermione le aveva rivelato in un momento di vulnerabilità. Aveva lasciato Ron ed Harry con rigide istruzioni nel continuare a strisciare per il perdono di Hermione. Gli aveva raccontato che la ragazza sarebbe andata a trovare George più tardi al negozio, così l'avrebbero potuta trovare lì. Entrambi i ragazzi pianificarono una sorveglianza, atta a passare tutto il giorno nel girovagare nei dintorni del suddetto negozio di George. Pucey ed Hilliard ne erano veramente felici, perchè significava che avrebbero potuto rimanere il giorno intero al Paiolo Magico. Pucey stava sperando che Angelina Johnson avrebbe fatto una comparsa al pub, come di solito faceva per pranzo.

"C'è un particolare motivo per cui devo sopportare voi due per tutto il giorno nel mio negozio, oggi?", chiese George.
"Abbiamo una soffiata che un Mangiamorte ricercato verrà a visitare il farmacista dall'altro lato, più tardi", disse Harry.
George alzò un sopracciglio in disaccordo. "Beh, se pensate che ci crederò, allora siete più stupidi di quando io abbia mai pensato. Se credete che vi lascerò infastidire Hermione, allora avete bisogno di riconsiderare la questione, e velocemente".
"Non la infastidiremo, ma vogliamo parlarle. Comunque, che fratello saresti allora?", si lamentò Ron.
"Apparentemente il tuo, ma se ho una scelta, allora scelgo Hermione", fu la risposta di George.
Ron, usando il solito modo di fare del fratello, semplicemente gli mostrò la lingua.
"A che ora pensi che verrà qui?", chiese Harry.
"Non lo so. Ginny mi ha detto solo di aspettarla e di essere compassionevole e di aiuto. Immagino che se devo essere bloccato qui con voi due, allora potreste essere di aiuto ed andare a riempire quelle mensole laggiù. Ieri è venuto qui un branco di ragazze e mi hanno quasi ripulito dei miei Sogni Svegli Brevettati".
Harry e Ron sospirarono, ma sapevano che George li avrebbe messi al lavoro in un modo o nell'altro. Era meglio riempire le mensole, che cercare di servire mocciose troppo giovani per andare ad Hogwarts, in un giro di shopping con i loro genitori.


Hermione aveva passato la mattinata in purgatorio. Le parole di sua madre su Malfoy a colazione le si erano incollate nella mente. Si era ritrovata a pensare a quanto Draco si fosse sviluppato e quanto fosse cresciuto. Ora che lo stress di dover sopportare ed eseguire gli ordini di Voldemor era finito, lui sembrava veramente interessante. "Basta, Hermione", convinse sè stessa. "Lui è un furetto, e per niente attraente!".

Ernie alzò la testa, "Hai detto qualcosa, Hermione?",
"Ehm, no, scusa; stavo solo parlando da sola", replicò Hermione, arrossendo, e sperando che Ernie non avesse sentito niente.
Guardò l'orologio, e fu felice di vedere che ormai erano le due di pomeriggio. Significava che la calca dell'ora di pranzo giù in Diagon Alley era finita, e George avrebbe avuto più tempo per parlare, piuttosto che cercare di servire i clienti contemporaneamente.
"Ernie, sto andando a sgraffignare qualcosa da mangiare in Diagon Alley. C'è qualcosa di urgente che hai bisogno io faccia questo pomeriggio?".
"No, Hermione, non preoccuparti, fai con calma. Sto solo stendendo il rapporto sull'incursione nella vecchia proprietà degli Yaxley della scorsa settimana".
"Ok, posso portarti qualcosa?".
"No, ho mangiato un panino poco fa".
Hermione era felice che fosse un calmo Mercoledì. Si stava sforzando di mantenere la mente concentrata sul lavoro, il che non le era mai successo. Si sentiva ancora un po' agitata riguardo a tutto ciò che era successo, ed Ernie aveva provato a persuaderla di prendersi libero il resto della settimana, ma lei non voleva che i suoi problemi personali influissero sul suo lavoro più di quando non facessero già. Ernie aveva roteato gli occhi a quella risposta; Hermione aveva fatto più straodrinari non pagati di chiunque altro al Ministero. Se qualcuno meritava di prendersi dei giorni di riposo per malattia, quella era lei. 
Hermione canticchiò e sorrise, mentre scendeva per Diagon Alley. Era un bellissimo e soleggiato pomeriggio d'autunno. Il classico tipo di giornata che ti faceva sorridere e dimenticare i tuoi problemi istantaneamente. Hermione spinse la porta dei Tiri Vispi Weasley, ed il sorriso sul suo viso si ghiacciò, mentre avvistava Ron, precariamente bilanciato sopra una scala malmessa, nel tentativo di rifornire le mensole di Pastiglie Vomitose.
"Divertente, non pensavo che la paga da Auror fosse così terribile da farti aver bisogno di un secondo lavoro", disse Hermione.
Harry, sentendo la voce di Hermione, alzò la testa dal bancone. Hermione alzò un sopracciglio. "Vedo che Ginny vi ha detto dove sarei stata questo pomeriggio".
Ron saltò giù dalla scala, cadendo sull'ultimo gradino e trascinandosi dietro alcune Pastiglie Vomitose. "Hermione, ci dispiace tanto. Non avremmo dovuto mentirti. Per favore, perdonaci", disse, affievolendo la voce sulle ultime parole, così che divennero confuse ed appena udibili, mentre giaceva ancora sul pavimento, con la gamba attorcigliata intorno al gradino più basso, e con alcune Pastiglie sulla testa. 
Hermione non potè fare altro che ridere addosso al suo maldestro amico. Guardò verso Harry, che stava anche lui pregandola per il pergono. Spalancò le braccia e li invitò a raggiungerla. Loro scattarono verso di lei, e quasi la misero KO con la forza del loro abbraccio.
"Beh, è una cosa toccante", pronunciò una voce, proveniente dalla porta.
Hermione, Harry e Ron si girarono, per vedere Draco e Pansy all'entrata. Pansy, decidendo di smorzare la crescente tensione, si mosse leggermente verso di loro e disse, "Ciao, Hermione, come stai?".
"Attenta, Pansy, lei morde", la mise in guardia Draco.
Pansy fissò il suo irritante amico, prima di dargli uno scapellotto. "Trattieniti, Draco, o lo dirò a tua madre".
George in quel momento aprì la porta, mandando a sbattere Draco contro il cancelletto delle Puffole Pigmeee, che iniziarono con il loro acuto cinguettio.
"Ciao, Hermione. Vedo che quei due testoni sono riusciti a scusarsi", disse, ignorando lo sguardo omicida che la brunetta stava inviando a Malfoy.
Hermione smise di fissare Malfoy e sorrise dolcemente a George, "Non posso rimanere arrabbiata con loro a lungo, non importa quando lo meritino".
"Ciao, George", disse timidamente Pansy, "Sono venuta a vedere se ti andava di andare a mangiare qualcosa per pranzo".
Harry, Ron ed Hermione fissarono la Serpeverde in puro shock.
"Cosa?", chiese sulla difensiva Pansy.
"Beh, sai, è solo che George è un traditore del proprio sangue ai tuoi occhi", se ne uscì goffamente Ron.
"Ora capisci con chi ho a che fare, qui", commentò Draco, rivolto a Pansy.
Pansy arrossì, "Non sei l'unico a cambiare".
"Sì, quindi scendi dal piedistallo", disse George. "Mi piacerebbe venire a pranzo Pansy, ma possiamo fare per domani? Hermione ed io abbiamo già dei programmi".
"Certo, non ero sicura che saresti riuscito a farcela, ecco perchè mi sono portata il piano di riserva", disse Pansy, indicando Draco.
"Ehi", protestò Draco. "Quando sono stato retrocesso a tua seconda scelta?".
Pansy roteò gli ochi, "Sgonfiati, Draco. Non sei la mia prima scelta da anni".
Hermione rise di scherno, chiaramente non credendo a Pansy.
"Awwww, micetta, so che trovi difficile crederlo, ma non tutti mi trovano così sexy tanto quanto fai tu", disse falso Draco.
"Oh, per favore, Malfoy. Se il tuo ego fosse ancora un po' più gonfio, ci sarebbe bisogno di un'atmosfera separata, per permettere al resto di noi di respirare. Comunque, tutti noi sappiamo che la Parkinson è ossessionata da tè".
Pansy  prese in giro la strega riccia, "Sai, Granger, hai bisogno di iniziare a lavorare sulla tua attitudine. Non siamo più ad Hogwarts, potrebbe essere una buona idea per tè capirlo".
"L'intero mondo magico sa che hai lasciato la Gran Bretagna perchè non potevi sopportare che il qui presente Malfoy non ricambiasse i tuoi sentimenti".
Pansy scattò di rabbia, "Tu non sai niente di mè, quindì perchè non smetti di saltare a conclusioni su cose di cui non puoi parlare? Primo: potrei, una volta, aver provato dei sentimenti per Draco, ma era una cotta da ragazzina che va a scuola, come la tua sul qui presente Weasley. Secondo: sono andata a Durmstrang perchè, credimi o meno, mi piace insegnare. Posso non essere una So-tutto-io, ma ciò non significa che non ho un cervello. E, per ultimo, prima di prendere in giro qualcun altro, perchè non ti fai un esame di coscenza? Perchè, da ciò che vedo da qui, non lo stai facendo troppo bene".
Con quello, Pansy se ne andò come una furia dal negozio.
Draco guardò la brunetta. "Per essere una persona così intelligente, Granger, sei veramente una giudicatrice. Forse è il momento che TU, scenda dal piedistallo", disse Draco, prima di seguire la sua amica fuori dalla porta.
I Grifondoro se ne rimasero molto più che un po' scioccati. Hermione guardò verso George, con una espressione sconcertata.
George decise di intervenire e prendere il controllo della situazione, "Ok, voi due", disse, indicando Ron ed Harry. "E' il momento di tornare al Ministero, ed ai vostri veri lavori".
Entrambi gli uomini sapevano che George era la persona più indicata per parlare con Hermione sul cercare aiuto, e su ciò che era appena accaduto. Volevano cirocondare la lora amica in un abbraccio avvolgente, ma sapevano che non era ciò di cui lei aveva bisogno attualmente. Sorrisero, le baciarono una guancia, e scomparirono.
"Cosa è appena accaduto?", chiese Hermione.
"Sei appena stata messa sotto da un paio di Serpeverde", replicò George.
"Lo so. Quando ha iniziato ad accadere?".
"Da quando ti sei trasformata in una ragazza un po' stronza", disse George, ignorando lo sguardo ferito di Hermione. "Ascolta, Hermione, sai che ti voglio bene, ma hai bisogno di soprassedere a questa vendetta che hai contro tutti i Serpeverde che siano mai esistiti. Eri incredibilmente fuori controllo verso Pansy poco fa, e ti sei meritata di essere derisa da lei. Lei ha ragione, non la conosci; e tu, tra tutte le persone, dovresti saper bene che non bisogna giudicare solo dall'apparenza".
Hermione si prese la testa tra le mani. "Ci sto provando, George; non sembra, ma lo sto veramente facendo. E' solo che questa legge sul matrimonio mi ha lasciato senza difese. Non voglio essere legata a Malfoy. Voglio sposare qualcuno che possa amare".
George mise un braccio intorno alla sua amica sconvolta. Non avrebbe riportato a galla il problema di Draco Malfoy ora, ma poteva indirizzarla verso alcuni altri suoi turbamenti.
"Ci stai veramente provando al massimo? Non entrerò nei dettagli sull'incidente che è appena accaduto, perchè riconosco che non hai mai dato il meglio di tè con Malfoy nella stessa stanza. Ma hai mai avuto più che una conversazione con Daphne?".
"Le ho parlato qualche volta", disse Hermione sulla difensiva.
"Davvero?", chiese scetticamente George. "O hai solo scambiato convenevoli per compiacere Harry?".
Hermione si abbracciò la testa e si morse un labbro. "Ok, hai ragione. Le ho detto il minimo per far felice Harry".
"Ecco, meglio. Avrai bisogno di essere completamente onesta con tè stessa, se vorrai trarre vantaggio dalle sedute".
"Chi ha detto che andavo alle sedute?".
George rivolse ad Hermione uno sguardo severo. "Se sei veramente intenzionata nel dare una svolta ai tuoi problemi e lasciar perdere l'odio, allora devi andare alle sedute. Mi rifiuto di aiutarti se non ci andrai".
Hermione guardò l'espressione determinata sul viso di George, e capitolò. "Ok, ci andrò. Sentivo che avrei dovuto stare alle tue condizzioni, ma speravo ancora di scamparla".
"Bel tentativo, Hermione, ma no, sarò deciso con tè".
"Ok, cos'altro mi chiederai di fare?".
"Non così, ma voglio che tu passi del tempo con alcuni Serpeverde".
Hermione, a questo, si irrigidì. Non era sicura di essere a proprio agio con questa idea. Era stato già abbastanza difficile ammettere che aveva bisogno di aiuto, senza contare il fatto che ora avrebbe dovuto iniziare a passare del tempo con quelli verso cui indirizzava l'odio.
George la guardò saccente. "Lo so, ti sto facendo fare qualcosa che trovarai ardua, ma difficilmente chiuderò tè e Malfoy nel mio magazzino, finchè non ci riuscirai.  Valuto troppo la mia merce, e sarebbe difficile spiegare la morte di un Purosangue al Ministero. Stavo pensando a piccoli passi per cominciare. Che ne dici se iniziamo a poco a poco? Credo che una tazza di caffè con Daphne sarebbe una grande idea. Lei è l'amore della vita di Harry, e significherebbe un mondo per lui se tu facessi uno sforzo per conoscerla".
Hermione annuì. Avrebbe potuto sopportare Daphne. Era stata carina quando si erano incontrate al Paiolo Magico.
"Posso farlo, anche se non credo che Harry meriti che io sia carina, dopo avermi mentito per così tanto".
George sorrise. "Concordo pienamente con tè, ma Daphne non lo merita. Lei ha sopportato il fatto di mantenere la sua relazione con Harry nascosta al pubblico per causa tua, e lo ha sopportato perchè sa quanto tu significhi per Harry".
Quando George la mise su quel piano, Hermione si sentì male per la Serpeverde. Lei avrebbe odiato essere trattata in quel modo, e questo l'aveva fatta vergognare che fosse stato il suo comportamento irragionevole a permettere che questo accadesse. Hermione si chiese a che punto fosse stata disposta a permettere ai vecchi rancori di governarle
così la vita , tanto che avevano infettato anche le vite dei suoi amici più cari.
"Ok, allora quando mi incotrerò con Daphne?", chiese Hermione.
"Oh, credevi che io ti avrei sistemato la questione, non è vero? No, credo che il gesto sarebbe molto più apprezzato da Daphne se la invitassi tu stessa. Non ci sono mezze misure in questo, Hermione. Devi lasciar uscire tutto".
Hermione sospirò, riconoscendo la verità nelle parole di George. Se voleva andare avanti, allora avrebbe dovuto andare a far vistita ad uno psicologo, ed avrebbe dovuto anche darsi da fare con Daphne. Non era un bene per lei continuare a delegare i suoi amici nell'inventare ancora scuse a suo nome, compreso il trascinarla all'incontro con i loro amici Serpeverde.
"Narcissa, veramente non capisco perchè mi hai fatto venire con tè per questa commissione", brontolò Severus, per quella che sembrava essere la centesima volta quel giorno.
Narcissa roteò gli occhi, "Bene. Per prima cosa, avevo bisogno che tu mi aiutassi a cavarmela con le cose babbane, considerando che hai passato così tanto tempo a Spinners End. E secondariamente, perchè stiamo dimostrando un fronte unito come genitori di Draco".
"Veramente non voglio essere contato come uno dei genitori di Draco. Se lui fosse mio, allora non sarebbe mai stato così viziato", si lagnò Severus.
"Sì, sono sicura che sarebbe cresciuto sotto un regime austero con tè, Severus. Comunque, tutti quei piccoli ciondoli che era solito portare da Hogwarts ogni estate, dimostrano quando severo saresti stato", disse tagliente Narcissa.
"Non erano ciondoli! Erano premi per il suo eccellente lavoro in Pozioni ogni anno", si difese Severus.
Narcissa sbuffò. "Sono sicura che vedremo un mobiletto pieno di cose simili in casa della Signorina Granger, perchè lei superava Draco in Pozioni ogni anno".
Severus ebbe la vergogna di arrossire. Mormorò tetramente sottovoce qualcosa sugli irritanti studenti So-tutto-io, e le mogli impiccione.
Se gli sguardi avessero potuto uccidere, allora Severus si sarebbe trovato vedovo in quel preciso momento. Sua moglie, comunque, era immune ai suoi sguardi, e continuò a camminare regalmente per la strada.
"Di nuovo, perchè stiamo andando a fare vistia ai genitori della Granger?", chiese Severus.
Narcissa sospirò, "Non è difficile da capire, Severus. Non so perchè devo continuare a spiegartelo. Dicevi di essere brillante".
"Ci provo, perchè Narcissa Malfoy in un'area babbana è qualcosa che non avrei mai pensato di poter vedere".
Narcissa strinse le labbra per l'irritazione, rivolta al suo contrariato marito. "E' Piton, ora. Dovresti pensare di ricordartelo, considerando che sei quello che mi ha sposata. Comunque, Draco è tornato a casa parlando di quando amorevole sia la Sinora Granger, ed io ho pensato che sarebbe stata una bella cosa invitarla al Manor per un thè".
Il viso di Piton si illuminò con un sorriso per la prima volta da quando avevano lasciato Malfoy Manor. "Per varore, dimmi che vuoi inviatare anche la Granger. Non vedo l'ora di vederla sovrastare Draco. Mi sento come se mi sia stato precluso tutto il divertimento fino ad ora".
"Non lo farò per intrattenere tè, Severus, ma per cercare di riconciliare Draco con la Signorina Granger. Non possiamo lasciarli continuare a combattere l'uno contro l'altro. Voglio dei nipoti", spiegò Narcissa, con la stessa voce che era solita usare con Draco quando era disobbediente.
Severus gongolò. "Immagina solo come sarebbero i figli della Granger e di Draco", disse con un brivido.
Narcissa guarò irritata il marito."Promettimi solo che tirerai fuori il tuo miglior comportamenteo per l'intero periodo in cui saremo in casa dei Granger. Non denigrare la Signorina Granger di fronte a loro, o non mormorare niente che riguarda So-tutto-io ricciolute".
"Sì, cara", disse Severus, con un tono deluso, tanto da far sembrare quasi che Narcissa avesse appena cancellato il Natale e gli avesse detto che Babbo Natale non esiste.
"Bene. Ora, dovrebbe essere proprio lassù", disse cinguettando Narcissa, ed indicando il pezzo di carta sulla sua mano, su cui era scritto l'indirizzo.
Aveva dovuto cavare a forza l'informazione da Draco, che era profondamente sospettoso delle sue intenzioni. Lei però gli aveva detto che stava solo pensando di creare una composizione floreale con consegnarla alla maniera babbana, per ringraziarli nell'aver ospitato suo figlio per un pomeriggio. Draco non aveva potuto ribattere, visto che era una cosa che Narcissa faceva sempre. Ovviamente, lei di solito non usava il metodo babbano, ma lui aveva pensato che farlo in questo modo avrebbe messo i Granger più a loro agio.
Narcissa suonò il campanello, ed ammirò il giardino di fronte all'abitazione. Almeno i Granger sembravano essere rispettabili, visto la loro casa. Il suo sopracciglio si alzò per la sorpresa, mentre l'uomo più ben messo di stazza che lei avesse mai visto apriva la porta.
"Si?", chiese enigmatico Matthew Granger. 
"Salve, sono Narcissa Piton, la madre di Draco Malfoy Mi stavo chiedendo se il Signore e la Signora Granger fossero in casa", chiese Narcissa, presentandosi.
Matthew sembrò leggermente divertito, e chiamò sua moglie. "Rachel, la madre di quel piccolo mo.. ehm.. di Draco Malfoy è qui".
Narcissa notò il cambiamento di frase, ma venne confermato solo da una debole stretta delle labbra.
Rachel apparse, sembrando un po' stranita, visto che stava spazzando la polvere dalle scale. "Salve, sono Rachel Granger, e questo è mio marito Matthew. Per favore, entrate".
"Grazie. Sono Narcissa, la madre di Draco, e questo è mio marito Severus Piton", disse Narcissa, indicando Severus, che era rimasto indietro, cercando di non sembrare troppo scontroso.
L'insolito gruppo entrò nel salotto dei Granger, e dopo che Rachel ebbe dispensato thè e torta, si sedette, cercando di trovare un argomento di conversazione.
"Suo figlio ha dei modi molto gentili, Signora Piton".
"Per favore, mi chiami Narcissa. Dopotutto i nostri figli si sposeranno. Sì, Draco ha imparato le buone maniere; tristemente non le mostra sempre".
Severus rise, mentre cercava, molto poco convincente, di trasformare la risata in un attacco di tosse. Narcissa gli lanciò solo uno sguardo.
"Scusa, Severus, ma dove ho già sentito il tuo nome?", chiese Rachel.
"Di solito insegnavo pozioni ad Hogwarts, ed ero il Direttore della Casa di Serpeverde. Ho deciso di ritirarmi dopo che la guerra è finita".
"Oh, sì", disse debolmente Rachel. Hermione aveva raccontato tutto ai suoi genitori dello sleale insegnante di Pozioni, nonostante la sua condotta dopo la guerra avesse reso più accondiscendente sua figlia, a riguardo.
Matthew Granger rise di scherno, ed affondò più a fondo nella sedia. Prima era Draco Malfoy il furbastro in casa sua, che parlava dolcemente con sua moglie, ed ora era il professore che era stato abbastanza crudele con sua figlia per gran parte della sua carriera scolastica. Se Matthew avesse conosciuto la legimanzia, allora avrebbe capito che Severus si sentiva sconfortato tanto quanto lui. Entrambi gli uomini si ignorarono, e continuarono a bere il thè, come se fosse una cosa normale.
"Mi dispiace piombare qui non annunciata", disse Narcissa, "Ma volevo invitarvi per un thè a Malfoy Manor questa Domenica. Con vostra figlia, certo".
Matthew guardò sua moglie in allarme. Sarebbe stato strano andare in una casa sulla quale tutto ciò che avevano sentito non era niente di buono. "Oh, non ne sono sicuro.." iniziò a dire Matthew.
"Sarebbe bello, Narcissa. Ci piacerebbe venire, e certo, porteremo Hermione", lo interruppe Rachel, sembrando deliziata. Lei amava entrare nel mondo magico ed andare alla Tana. La trovava affascinante.
"Vorrei assicurarvi che prenderemo il thè molto lontano dal posto che Hermione ha visitato precedentemente", disse sconfortata Narcissa, sentendosi come se avesse dovuto sottolinearlo. "Chiedo scusa senza riserve per l'atrocità che è accaduta a vostra figlia sotto il mio tetto, e spero che lei sia in grado di venire, senza che debba portare a galla troppi terribili ricordi".
Matthew si contorse nella sedia, ma dopo essersi beccato uno sguardo da sua moglie, tenne chiusa la bocca. Severus non si era aspettato delle scuse dalla sua, di moglie, e sembrava voler essere in un qualsiasi altro posto.
"Grazie per essere schietta su quell'incidente, Narcissa. Non mentirò nel dire che non sarà difficile per Hermione, pechè lo sarà di certo. Ma spero, che con il supporto di entrambi i genitori, lei sia in grado di partecipare senza problemi", disse Rachel.
Narcissa sorrise alla madre di così buon cuore seduta di fronte a lei. "Vedo chiaramente da dove la Signorina Granger abbia tratto la sua natura compasionevole. Ho sentito molto parlare del suo lavoro con gli Elfi Domestici".
"Sì, ad Hermione piace creare campagne per quelli che lei vede come oppressi. Credo che dopo la guerra abbia continuato a causa del sacrificio di un Elfo Domestico di nome Dobby, che l'aveva salvata da.. ehm... casa vostra", finì incerta Rachel.
Immediatamente l'atmosfera divenne tesa, nel portare a galla quei fatti oribili. Narcissa non si era mai sentita così piena di vergogna
come ora per le sue precedenti credenze, seduta di fronte ai genitori di una ragazza che prima aveva disprezzato.
"Mi dispiace davvero per tutto ciò che ha sofferto vostra figlia, per mano della mia famiglia", disse Narcissa. "Il mio primo marito non era un uomo gentile, ed è morto seguendo le sue convinzioni. Io provo vergogna nel dire che abbiamo cresciuto Draco con quei pregiudizi. Io non sono mai stata più orgogliosa di mio figlio di quando è tornato dal mondo babbano così cambiato".
Narcissa non si era accorta di star piangendo finchè Rachel non le si era avvicinata per sedersi di fianco a lei, ed aveva preso la sua mano in segno di conforto. Narcissa sentiva che magari avrebbe potuto provare a rassicurarli al massimo del possibile, sul fatto che la loro figlia presto si sarebbe ritrovata con il suo, di figlio, anche se lei stessa non si era mai confrontata con Draco sui suoi sentimenti per la ragazza. "Ora lui può provocarla, ma so che lo fa perchè non sa esattamente come interagire con lei. Ho sempre sospettato che lui avesse una debole cotta per vostra figlia; infatti, ha sempre parlato di lei in passato. Non dimenticherò mai la sua lettera da Hogwarts dopo il Ballo del Ceppo. Lui ne era rimasto ipnotizzato, mentre io non ne ero rimasta tanto entusiata in quel momento. Ma lei sarà un bene per lui, e spero che lui sarà lo stesso per lei".
Matthew non sapeva molto bene come reagire alla direzione che la conversazione stava prendendo. Non era usuale nel primo incontro avere così tante cose da rivelare. Oltretutto, non era una normale ricorrenza avere nella stessa stanza, seduta di fronte a te, la donna la cui sorella aveva torturato tua figlia. Si girò verso l'altro uomo poco a suo agio. "Allora... ehm... sai qualcosa dell'Union Rugby?".
Severus sulle prime sembrava incredulo ma, dopo aver guardato verso la sua solitamente composta moglie che stava piangendo, decise di tentare la fortuna. "Mio padre era un babbano, ma la nostra famiglia teneva di più al Rugby League".
"Ahhh, allora dove sei cresciuto, su al nord??, replicò Matthew. 
E continuarono a sostenere una surreale conversazione sullo sport. Narcissa non potè fare altro che sorridere alla vista del suo di solito intimidatorio marito, che invece ora aiutava a rompere l'atmosfera pesante.


 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Becoming Mrs Malfoy Cap 12
Capitolo dodici!!! :D
Prima di lasciarvi alla lettura, vorrei ricordare/precisare di nuovo alcune cose, in caso a qualcuno, tra le tante storie che si leggono, siano sfuggite ecc ecc.
Vi prego quindi di prendervi questi due minuti in più per ciò che ho da dire.
Per prima cosa, grazie a chi recensisce ed inserisce questa storia tra preferite, seguire, e da ricordare. Come sempre, sono felice che vi piaccia. Vuol dire che ho fatto una buona scelta.
La seconda cosa, che raggruppa gran parte di tuto il resto, riguarda le recensioni.
- Rileggendole,  mi sono accorta che in alcune ho risposto ( o almeno così mi sembra ) in un modo un po' "sfacciato". Spesso non faccio caso a come "parlo", e non penso a come le mie parole possano essere interpretate da altri. Poi riflettendoci me ne rendo conto, ma ormai il danno è fatto. Mi scuso quindi, perchè veramente non era mia intenzione. E' vero che non ci sono stati messaggi di risposta in cui qualcuno se ne è lamentato ( e ce ne sarebbe stato motivo ),  ma per precauzione e per chiarire tutto credo sia meglio precisare.
- C'è una persona, al contrario di ciò che ho detto sopra, a cui invece non ho mai risposto. Ci tengo a spiegare che siccome lei/lui non da un parere personale, ma scrive solo un riassunto del capitolo,  non so proprio cosa dire. Spero quindi non me ne voglia, ma ripeto, non saprei proprio cosa rispondere.
- In ancora altre recensioni, qualcuno si è riferito a questa storia indicandola come "mia". Mi pare di aver fatto notare ad ogniuno che in realtà non l'ho scritta io, ma lo dico di nuovo. Questa è una traduzione, ed ho creato apposta questo account, secondo le regole di EFP, per pubblicarla con il permesso della vera autrice. Vorrei pregarvi quindi, se potete, di cercare di evitare l'uso di questi aggettivi/pronomi possessivi. Mi sento quasi una "ladra" quando li leggo, e non voglio nè appropriarmi nè mi siano attribuiti meriti che non ho. Ripeto, io ho solo il "merito" di tradurla in italiano, e se proprio volete, di averla scelta tra le tante.
Infine la terza cosa. Ribadisco che gli errori che trovate nei capitoli, che spero vivamente non siano eccessivi, sono di battitura/svista, e non perchè io non conosca l'italiano. Per quante volte venga riletto tutto, certi mi sfuggono proprio. In alcune recensioni mi sono stati fatti notare, ed appena avrò tempo ricontrollerò di nuovo i capitoli, ma vi prego di non scanzalizzarvi se trovate qualche lettera in più od in meno ( come le due Z su zio o zia che qualcuno ha individuato xD ), od altri errori insomma. Mi è stato anche più volte consigliato un Beta ma, come ho già risposto,  non ne sono in cerca. So che continuerò a sbagliare, ma vorrei che questa traduzione rimanesse completamente mia e, se affidassi il compito di correggere i capitoli a qualcun altro, alla fine sentirei il dovere di dividere il successo od il fallimento con questa persona, il che non mi va proprio "a genio". E' la prima volta che inizio una cosa che devo assolutamente portare a termine ( si lo ammetto, inizio sempre tante cose e poi non ne finisco nessuna -.-" ), e voglio poter dire di avercela fatta "da sola", senza interventi esterni "importanti" quanto un Beta, così da incolparmi od essere fiera di me stessa. Ovviamente ciò non toglie che i consigli sono sempre ben accetti, ma escludete a priori quella opzione xD
Ok, mi credo di aver detto tutto. Spero di non avervi annoiato ( anche se immagino sia stato impossibile ), ma ci tenevo a dire queste cose. Vi lascio finalmente al capitolo.
A presto :)

P.s. Questo è per una persona in particolare. Lei/lui capirà credo.
Ce la sto mettendo tutta anche per non usare più l'accento su "me & te"... <---- e questo l'ho scritto due volte perchè la prima avevo sbagliato -.-"  xD



Capitolo 12



Daphne era seduta nell'appartamento di Harry con un thè ed un toast, quando un gufo becchettò alla finestra. Lo riconobbe come lo strano gufo appartenente ad Hermione. La prima volta che lo aveva visto, ne era stata alquanto allarmata, visto che i piccoli gufi dell'Est non erano gli uccelli più attraenti del mondo, con le loro orecchie a ciuffo. Harry aveva riso alla sua reazione, ed aveva detto che Hermione non riesciva a fare a meno di aiutare gli animali che venivano lasciati sulle mensole dei negozi a causa del loro strano aspetto. Si era poi dilungato nel raccontare storie su un gatto, di nome Grattastinchi.  Più per il divertimento di Daphne, Ron aveva insistito che quel gatto fosse una creatura del diavolo. Daphne aveva aperto la finestra, e lasciato entrare il gufo. 
Controllò a chi fosse indirizzata la busta, per vedere se la lettera fosse per Ron o per Harry, e rimase sorpresa nel vedere il suo nome impresso sul lato frontale. Mentre la apriva, il suo cuore batteva forte. Era una spiacevole missiva in cui Hermione la metteva in guardia sul lasciare Harry?

Cara Daphne, 

so che non sono stata la più bendisposta nei tuoi confronti fra tutti gli amici di Harry. Mi piacerebbe scusarmi per questo, e fare pace con te. Mi stavo chiedendo se vorresti incontrarmi  per pranzo un gioro di questa settimana.
Per favore, rimanda indietro il gufo e fami sapere se e quando puoi.
I migliori auguri, 
Hermione Granger

Daphne se ne stava ancora seduta lì, con la bocca spalancata, quando Harry entrò passeggiando per la cucina, asciugandosi i capelli con un asciugamano.
"Da chi arriva quella, Daphne?", chiese Harry.
Daphne indicò il gufo seduto sul balcone della finestra, che aspettava una risposta. Harry riconobbe il gufo da lontano, ed inghiottì amaramente. Daphne sventolò la lettera sotto il suo naso,  e lui la prese, sperando che Hermione non fosse uscita di testa ed avesse scritto una spiacevole lettera alla sua ragazza. Quando finì, guardò sorpreso Daphne.
"Credi che sia una sorta di scherzo e che lei mi farà scomparire?", chiese Daphne.
"No", rispose Harry. "Significa che Hermione ti ha accettato e vuole incontrarti per conoscerti. Ieri è andata a trovare George, per parlare del cercare aiuto per i suoi problemi. Pensavo che non sarebbe successo niente, visto che si è lanciata contro Draco e Pansy come sempre".
"Dici che vuole trovare il fondamento del suo problema con i Serpeverde?".
"Sembra di sì. Sono veramente orgoglioso di lei, visto che pensavo che questo fidanzamento forzato con Draco l'avrebbe fatta scappare dal lato opposto, ma ha avuto un faccia a faccia con Ginny, ha riconosciuto i suoi problemi, e vuole rinnovare la sua vita. Credi che la incontrerai?", chiese Harry, sperando, ma non contando appieno, che la sua fidanzata dicesse di sì. 
Daphne sorrise. "Quanto dura di cuore credi io sia? Se Hermione mi sta tendendo un rametto d'ulivo, allora certo che lo accetterò. Sarebbe di cattivo gusto da parte mia non considerare ciò che mi hai appena raccontato, e comunque probabilmente rinforzerebbe solamente tutti i suoi stereotipi negativi sui Serpeverde".
Harry la baciò. "Sei la migliore, Daphne".
"Lo so. Draco farebbe meglio ad apprezzarlo, anche perchè io potrei essere l'unica sua possibilità per rabbonire Hermione nei suoi confronti".

Hermione non sapeva se essere contenta o meno quando Daphne le spedì una risposta, dicendo che sarebbe stata libera per pranzo il Venerdì. Certamente era apprensiva su tutto l'intero esercizio, ma aveva promesso a George che avrebbe pienamente seguito il piano, e non voleva rimangiarsi la parola data. Si era anche sentita male quando George le aveva spiegato cosa aveva dovuto sopportare Daphne, perchè Harry aveva avuto troppa paura nel raccontarle che si era innamorato di una Serpeverde. Nessuno meritava di dover nascondere la propria relazione. Ma Hermione ora aveva cose peggiori a cui pensare. La sua prima seduta di terapia era quella sera, e ne era estremamente preoccupata. Non importava quanto George le avesse raccontato; Hermione non pensava che sarebbe riuscita ad aprirsi con un estraneo. Sospirò e continuò a lavorare sulla nuova legislazione per gli Elfi Domestici, che voleva presentare ad Hestia. Sperava veramente che il Ministro l'avrebbe accettata.

Draco si fermò nel salotto di famiglia, mentre sua madre chiamava il suo nome. Dannazione, stava sperando che sarebbe riuscito a scappare nella relativa salvezza del suo studio, prima che lei riuscisse a beccarlo. Non lo aveva mai annoiato quando lui si trovava lì, probabilmente condizionata da anni di vita con Lucius, che accettava di essere disturbato nel suo studio solo se il Manor stava andando a fuoco.
Draco aveva una vaga idea di ciò di cui sua madre voleva parlargli. Lei era stata troppo curiosa sul suo viaggio dai Granger, e lo aveva bombardato di domande quando era tornato la notte precedente. Reclutante aveva risposto a tutto, irritato nel vedere quanto sua madre fosse interessata all'intera faccenda. Gli occhi di lei si erano illuminati, quando Draco le aveva raccontato che aveva passato il pomeriggio con Rachel Granger. Aveva notato lo sguardo calcolativo che era passato per un attimo nei bellissimi occhi di sua madre. Lei stava architettando qualcosa e, per essere completamente onesti, lui non voleva sapere di cosa si trattasse.
"Come è andato il lavoro, caro?", chiese Narcissa.
"Bene", disse sbrigativamente Draco. "Ho sentito che hai avuto qualcosa da fare con Severus".
Narcissa annuì. "Avevo bisogno che lui mi aiutasse in una cosa".
"Bene, per quando non mi riguardi, sono felice", rispose Draco.
Narcissa rise, il classico suono che di solito faceva felice Draco. Sua madre aveva sofferto abbastanza durante la seconda venuta di Voldemort. Aveva avuto abbastanza grattacapi perchè lui doveva accettare la missione di uccidere Silente ed entrare nelle schiere di Voldemort come Mangiamorte. Aveva litigato con il suo primo marito, e poi si era data all'alcool, per sopportare la pressione della sua casa trasformata nel Forte di Voldemort, ed aveva dovuto convivere con la sua instabile sorella che la usava come bersaglio ogni qual volta Draco non imparava qualcosa abbastanza in fretta per il piacere di Bellatrix. Il solo fatto che fosse sopravvissuta era miracoloso.
"Certo che ti riguarda, tesoro. Voglio essere sicura che il mio ragazzino sarà felice".
Il cuore di Draco si fermò. Significava che sua madre si era impicciata dove non aveva ragione di farlo.
"Che cosa hai fatto?, chiese apprensivamente.
"Non è niente di troppo terribile, Draco, smettila di guardarmi così. Sono andata a trovare i Granger con Severus", replicò lei.
Draco grugnì forte. Ecco perchè a lui piaceva tenere il più lontano possibile i suoi affari dalla madre ficcanaso. Ed il fatto che lei si fosse trascinata appresso il suo scontroso patrigno non faceva presagire niente di buono. Poteva immaginare quando musone fosse stato Severus in un contesto così piacevole ed allegro.
"Perchè avresti voluto andare a trovare i Granger? E perchè ti saresti portata Severus?", chiese di nuovo Draco.
"Per invitarli a prendere un thè Domenica e, certo, mi sono portata Severus. Lui è il tuo patrigno, e dovrebbe essere coinvolto in queste cose", disse Narcissa.
Draco sembrava esserne rimasto orrorificato. "Cosa?".
"Pensavo che ti avrebbe fatto piacere. Ti è piaciuta così tanto Rachel, che ho pensato che sarebbe stata una buona idea invitarli qui, così potremmo conoscerci tutti. Lei è deliziosa. Comunque, ho bisogno che tu sia quì Domenica, con il tuo aspetto migliore", disse Narcissa, informando suo figlio.
"Per favore, non dirmi che hai incluso tutti i Granger in quell'invito".
"Sciocco che sei, Draco, certo che l'ho fatto. Pensavo che sarebbe stata una buona opportunità per me nell'incontrare per la prima volta la Signorina Granger. Non considero affatto di averla incontrata per la prima volta nell'altra sua visita al Manor", disse Narcissa.
Draco grugnì di nuovo. "Bene! Lei mi odia, e questa è la sua occasione per lanciarmi contro quel gigante di suo padre", disse poi lamentandosi.
Narcissa rise. "Non so veramente che intendi, Draco. A volte sei veramente così melodrammatico. Solo sii qui Domenica alle tre in punto di pomeriggio, e assicurati di portarti appresso le buone maniere, perchè non voglio essere messa in imbarazzo", disse severamente Narcissa.
Draco capì che sua madre era mortalmente seria. Lei aveva cercato un modo per intervenire sin da quando aveva sentito parlare della legge sul matrimonio ed aveva visto con chi Draco fosse stato messo in coppia. Narcissa Piton era sembrata troppo felice della sua futura nuora. Aveva annuito significatamente, e non le era sembrato tanto importare che un matrimonio con Hermione Granger avrebbe significato mettere fine alla linea purosangue dei Malfoy.
Dopotutto, se lei aveva sposato un Mezzosangue, probabilmente significava che le sue precedenti opinioni sulla purezza del sangue erano cambiate. Oltretutto, ospitare uno psicopatio assassino di masse nella tua casa per un anno o giù di lì, ti avrebbe fatto cambiare completamente idea su molte cose. A Draco era successo. Si era ritrovato a sperare che Harry Potter potesse farcela nell'uccidere il Signore Oscuro.
Draco scosse la testa rivolto verso sua madre, e se la svignò prima che lei potesse iniziare a domandargli altre cose, come inginocchiarsi e proporre alla Granger di entrare nella famiglia Malfoy proprio quella Domenica.

Il cuore di Hermione stava battendo forte, mentre si avviava alla seduta di terapia. Non era del tutto sicura di cosa aspettarsi, e non aveva molta voglia di spiegare i suoi fatti personali ad un completo estraneo. Non era il modo classico in cui lei faceva le cose. Hermione era estremamente attenta sul con chi aprirsi.
"Non ti piace molto parlare delle tue emozioni, vero?", osservò Hera Jennings, la sua psicologa.
"No", replicò Hermione, prima che il sopracciglio alzato di Hera le facesse elaborare una risposta meno monosillabica. "Non mi piace sentirmi fuori controllo. A volte le mie emozioni possono farmi sentire così, quindi io tendo a mostrarle solo alle persone di cui mi fido".
Hera annuì. "Questo è comprensibile, con tutti gli avvenimenti che hai affrontato quando la tua personalità aveva appena iniziato a formarsi".
Hermione non sembrava contenta di dove la conversazione stesse andando a parare, il che non fu perso da Hera, che osservava.
"Ora, Hermione, io ho bisogno che tu veda questo incontro come un luogo dove puoi essere completamente a tuo agio ed onesta. Se vuoi avere successo nel superare i tuoi problemi, allora devi fidarti di me ed aprirti completamente", disse Hera.
Hermione sospirò. George l'aveva avvertita che quello era ciò che avrebbe dovuto fare. "Ci voglio provare veramente, Hera, ma è una cosa che non è naturale per me".
"Tutti reagiamo in modo diverso al dolore. Alcune persone si aggrappano ad altre, trovando conforto nel non essere soli, mentre altre imbottigliano le loro emozioni.  Nessuna delle due azioni è corretta per guarire".
Hermione riconobbe la verità nelle parole, ed anche nelle sue stesse azioni. Aveva represso i suoi sentimenti, nascondendosi dietro una facciata d'odio. Aveva fatto di tutta l'erba un fascio, con la casa di Serpeverde, dipingendo tutti come sleali a causa delle azioni di pochi. Questo era accaduto nonostante la consapevolezza che Severus Piton avesse coraggiosamente agito come doppiafaccia per l'Ordine della Fenice. Lui era un esempio di coraggioso Serpeverde che non meritava di essere denigrato da lei.
"Quindi questa settimana ti incontrerai con la fidanzata di Harry, Daphne. Come ti senti a riguardo?", chiese Hera.
Hermione notò che George aveva informato bene Hera. Lei non era sicura di esserne felice. Da un lato, non le piaceva essere messa in discussione da altri, specialmente sulle sue personali emozioni, ma dall'altro la cosa avrebbe reso le sedute molto più semplici per Hermione da sopportare, se non avesse dovuto rivelare tutto da sola.
"Sono in ansia. Quando George mi ha raccontato di come Harry abbia tenuto segreta questa relazione perchè era preoccupato di come io avrei potuto reagire, mi sono sentita in colpa. Non voglio essere un ostacolo per la felicità dei miei amici", confidò Hermione.
"La relazione tra Daphne ed Harry ti ha fatto pensare diversamente sui Serpeverde, in generale?".
"Ho capito che ho rigettato le mie cattive esperienze con alcuni di loro sull'intera Casa. Non ho un reale motivo per odiare Daphne o non fidarmi di Zabini, e non ho alcuna prova per accusare Theo Nott di essere un Mangiamorte. Ma mi faceva sentire meglio pensarla così. Era più facile credere che tutti i Serpeverde fossero malvagi, piuttosto che affrontare i miei problemi", confessò Hermione, sapendo che questa era la verità.
"Quindi cosa hai represso per tutto questo tempo?", chiese Hera.
"Il fatto che sono stata torturata da Bellatrix Lestrange e che Draco Malfoy ne sia stato testimone", sussurrò Hermione.
"E questo come ti fa sentire?".
"Debole e vulnerabile", replicò Hermione.
"Perchè?", chiese Hera.
Hermione ora stava piangendo apertamente. Le lacrime le stavano rigando silenziosamente il viso, mentre lei faceva chiarezza dentro di sè.
"Perchè non potevo fermalo. Ero senza aiuto. Se non fosse stato per Dobby, io avrei potuto morire sul pavimento di Malfoy Manor di fronte alle persone che mi hanno sempre denigrato per qualcosa di cui non ho colpa. Semplicemente a causa di dove e da chi sono nata".
"E come ti senti riguardo a ciò che ti è accaduto ora?", continuò Hera.
"Mi sento arrabbiata e delusa. Arrabbiata del fatto che ci siano persone che mi considerano senza valore solo perchè sono nata da genitori babbani. Arrabbiata del fatto che le loro opinioni siano state espresse chiaramente e che, per un lungo tempo, non siano state contestate. Delusa perchè i loro genitori sono rimasti lì ed hanno guardato. Una madre od un padre dovrebbero provare dell'empatia per la figlia di qualcuno che viene maltrattata in quel modo. Ma loro semplicemente sono rimasti lì come se nulla fosse".
"E come ti senti a vedere quelle persone andarsene in giro ora?".
"Sento rabbia. Non mi piace che siano scampati facilmente alle conseguenze. Loro hanno supportato l'ideologia che mi ha messo su di un pavimento per essere torturata. Mi risulta davvero difficile vederle nella società come se niente fosse cambiato", disse Hermione.
"Credi che potrebbero essere cambiati? Che le cose che hanno supportato una volta non facessero parte del loro pensiero reale?", chiese Hera.
"Mi piacerebbe crederlo, ma lo trovo difficile. Tutti mi dicono che i Malfoy si sono riformati, ma sono in contrasto con questo concetto".
"E cosa mi dici su questa legge sul matrimonio? Come ti fa sentire?", indagò Hera.
"Mi fa sentire ancora una volta vulnerabile e senza aiuto. Mi ritrovo di nuovo in una posizione dove ho una ristretta possibilità di scelta sulla mia stessa vita, ed odio questa cosa", disse Hermione.
Hera riusciva a capire di aver portato Hermione al massimo del suo limite, quel giorno. Le emozioni pulsanti nella stanza la stavano per soffocare. Lei non intendeva andare così a fondo, così velocemente, ma poteva vedere che non c'era niente di casuale riguardo questa giovane donna. Hermioen Granger non faceva le cose con dei compromessi. Lei era il tipo da tutto o niente, il che era il motivo per cui odiava in un modo apparentemente illogico. Ma quando guardavi alla radice dei suoi problemi, non c'era niente di irrazionale. Erano un tentativo di prendere il controllo di qualcosa che era sempre stato al di fuori, del suo controllo.
Una volta che Hera vide uscire Hermione, osservò la lettera che giaceva sulla sua scrivania da quella mattina. I genitori di Hermione le avevano chiesto un consiglio sul portare Hermione a Malfoy Manor per prendere un thè, visto che erano stati invitati da Narcissa Piton. Sapendo ciò che sapeva ora, Hera pensava che potesse andare solo in due modi. O sarebbe stato un assoluto disastro, o ciò avrebbe spinto ancora di più le emozioni di Hermione nell'uscire allo scoperto, e nel posto in cui lei si era sentita più vulnerabile. Di solito, Hera avrebbe proibito ai genitori di permettere che ciò accadesse, specialmente così presto, viste le sedute di terapia. Ma, sfortunatamente per Hermione, la legge matrimoniale non le permetteva di avere molto tempo per indirizzarla verso i suoi sentimenti e, se lei voleva essere in grado di sposare Draco Malfoy, allora un ricorso ad una così drastica azione era il modo migliore per farla scendere a patti con la realtà. Hera sperava solo che i Malfoy fossero veramente cambiati, e potessero mostrare ad Hermione il supporto di cui lei aveva bisogno.

Daphne ed Hermione si sedettero l'una di fronte all'altra, un po' insicure di come andare avanti. La parte dei saluti era stata facile, ma ora dovevano instaurare una sorta di conversazione, e questo non lo era. Nessuna delle due sapeva molto dell'altra. Hermione non era mai stata interessata a Daphne, ad Hogwarts, ed Harry non aveva veramente voglia di parlare di Hermione con Daphne, visto che lui si sentiva colpevole per tutta l'intera situazione.
"Allora", disse Hermione. "Come vi siete incontrati tu ed Harry?".
Daphne rilasciò il respiro. Almeno questa era una cosa di cui avrebbero potuto parlare per un po'.
"Ci siamo incontrati in una delle partite di Quiddith che Adrian e Ron organizzano regolarmente. Non è stato molto tempo dopo che Ron era stato messo in squadra con Adrian, al Ministero, e le cose erano ancora un po' messe male. Non c'era molta fiducia tra i due, ma entrambi nutrivano l'amore per il Quidditch, e non potevano organizzare una partita senza raggruppare i rispettivi amici. Ron aveva già giocato con Adrian, insieme ad altri Serpeverde e Grifondoro, quando un giorno ha pregato Harry di unirsi a loro. Harry non aveva molta voglia di partecipare, ma ci è andato lo stesso, perchè era stato Ron ad averglielo chiesto", disse Daphne, informando Hermione.
Hermione sorrise di scherno, "E anche anche perchè non riesce a resistere a giocare a Quidditch. Lui lo adora".
"Beh, sì, anche per quello", sorrise Daphne.
"Quindi, giochi anche tu a Quidditch?", chiese Hermione.
"Oh, no. Non sono di alcun aiuto su una scopa. No, i giocatori di Quidditch tendono ad incontrarsi da qualche parte dopo aver giocato, come ai Tre Manici di Scopa, ed io sono andata con loro. Devo ammettere che sono rimasta un po' sorpresa di vedere lì Harry, e ci siamo messi a parlare mentre bevevamo una Burrobirra. La seconda cosa che mi ricordo, è che il pub si era svuotato, ed era rimasto solo Harry. Io me ne sono andata. Lui mi ha invitato per cena e le cose semplicemente sono andate avanti da lì", replicò Daphne.
"Sono felice di sentire che almeno ora Harry riesce a parlare con le ragazze che gli piacciono. Di solito era completamente incapace di chiedere di uscire ad una ragazza", disse Hermione, gongolando.
"Ad un certo punto ha dovuto crescere, ma ciò non significa che non fosse comunque un po' incapace. Ho aspettato per giorni che mi inviasse un gufo, ma non ho ricevuto niente. Alla fine, ho dovuto chiedergli io di uscire una seconda volta", disse ridendo Daphne.
"Che gli serva di lezione per non avermi parlato di te. Di solito era da me che veniva, quando voleva consigli su di una donna", replicò Hermione.
"E' migliorato. Ora non devo più scandigli bene le cose", disse Daphne.
"Povero Harry. Non era un asso nel capire le ragazze". 
"Non ti preoccupare. D'ora in avanti sarò io ad aver a che fare con lui", brontolò Daphne.
Questo fece sentire male Hermione. Aveva visto tante ragazze cadere ai piedi di Harry per anni, non sapendo che lui avesse una relazione con Daphne. Aveva anche cercato di incoraggiarlo ad uscire con alcune di loro.
"Mi dispiace, Daphne. Mi sento veramente in colpa per il fatto che tu ed Harry abbiate dovuto vedervi di nascosto, solo perchè lui aveva troppa paura di dirmi che si stava vedendo con una Serpeverde", disse Hermione.
Daphne sorrise rivolta alla strega riccioluta. "Non è completamente colpa tua, Hermione. Harry avrebbe dovuto avere il coraggio di raccontarti che stava uscendo con me".
"Lo avrebbe fatto se io non fossi stata così cieca quando si parlava di Serpeverde. Sono stata così sleale e piena di pregiudizi verso tutti voi per molto tempo", confessò Hermione, ora trovando la cosa più facile, visto che si era già confrontata con Hera
su questi sentimenti .
Daphne mise una mano sul braccio di Hermione. "Veramente, è capibile. Intendo, i Serpeverde non erano esattamente accondiscendenti verso di tè, quando hai iniziato Hogwarts. Voglio assicurarti che io veramente non la penso più così sui Nati babbani. VedereVoldemort in azione, ed essere stata ad Hogwarts durante quel terribile settimo anno, mi ha guarito da tutte le idee malsane sulla purezza del sangue. La realtà era solo brutale e terrificante".
"Sì, credo che tutti stiamo ancora cercando di recuperare", disse a bassa voce Hermione.
"Alcuni più di altri", disse intenzionalmente Daphne. "So che non vuoi sentire questa cosa, ma anche Draco ha sofferto molto. Non conosco nessuno che sia più cambiato di lui a causa dell'esperienza che ha vissuto".
Hermione riuscì a sentirsi irrigidire, al nome di Malfoy. Era felice che lei e Daphne fossero riuscite ad avere un pranzo civile, ma non era sicura di quanto sarebbe continuato il tutto, se Daphne avesse iniziato a parlare di Malfoy.
"Non voglio parlare di lui ma, Hermione, ha solo bisogno che tu gli dia una possibilità", continuò Daphne.
"Ascolta, Daphne, riconosco di non essere stata sempre imparziale, specialmente verso di te, ma Draco Malfoy non merita una possibilità da parte mia. Ha fatto cose che non credo riuscirò mai a perdonargli", disse di scatto Hermione.
"Sì, e le ha fatte in età molto giovane. Non aveva molte possibilità di impedirlo", iniziò Daphne, prima che Hermione la interrompesse. 
"Lui aveva una scelta sul suo comportamento. Nessuno lo ha fatto essere un cazzone così arrogante, che coglieva ogni opportunità per prendere di mira chi considerava inferiori a lui".
"Hai ragione. Lui ad Hogwarts era insopportabile, ma era un ragazzino viziato che aveva sentito troppe conversazioni di aldulti. Non era protetto come molti di noi, qui. Ha vissuto e respirato l'ideologia della purezza del sangue. Gli era stato detto che Voldemort era un grande mago sin dalla culla, ed io non ne sarei sorpresa se la sua prima parola fosse stata - Sanguesporco - ", disse Daphne.
"Non me lo stai facendo piacere, Daphne. Infatti, stai solo rinforzando ciò che io già pensavo di lui", completò Hermione.
"Perchè non stai ascoltando ciò che ho da dirti. E' difficile andare contro ciò che hai sempre pensato fosse giusto per tutta la tua vita, specialmente quando sei un purosangue e ci sono certi standard. Rispettare i più vecchi, specialmente tuo padre, è uno di quelli. Non sei incoraggiato nel fare domande su ciò che ti viene raccontato. Infatti, sei attivamente scoraggiato nel farlo. La verità ha colpito Draco solo quando si è trovato in ginocchio tra le schiere di Voldemort", spiegò Daphne.
"Ora per lui è facile affermare questo", disse Hermione con tono di scherno, "Ma le sue azioni non lo confermano".
"Davvero?", rispose scocciata Daphne. "Non si è rifiutato di uccidere Silente? Lui non avrebbe potuto farlo. Noi tutti lo abbiamo visto deteriorarsi quell'anno. Gli era stata assegnata una missione in cui era una cosa certa che fallisse, tutto per punire suo padre. Harry mi ha raccontato ciò che lui ha detto in cima alla Torre di Astronomia, ed è uno dei motivi per cui Harry è riuscito a perdonarlo per le sue azioni passate. Ha visto quando tormentato fosse Draco, e quanto Silente lo avesse quasi convinto di entrare a far parte dell'Ordine della Fenice, ma comparve Bellatrix. Draco ama sua madre più di tutte le cose al mondo, e vederla essere punita per i Suoi errori lo ha quasi ucciso".
Hermione era silenziosa. Non sapeva come rispondere. Aveva trasformato tutto il suo mondo in bianco e nero, ma nelle ultime settimane aveva assistitio alla riemersione del grigio. Non voleva ritrovarsi ad essere dispiaciuta per Malfoy. Voleva continuare ad odiarlo. Certamente apprezzava la spiegazione del suo comportamento che Daphne le stava dando.
Daphne riusciva a vedere il terribile conflitto interiore di Hermione. "Per favore, Hermione, dagli solo una possibilità. Lui è diffidente, ma se glie ne dai l'opportunità, allora la coglierà. Questo è tutto ciò di cui ha bisogno".
"Facile a dirsi, difficile a farsi, Daphne. Lui mi fa infuriare".
Daphne rise di comprensione. "Credimi, ti capisco molto più di quanto tu creda. Ma una volta che supererai le sue bravate e scoprirai il vero Draco, vedrai quando sia veramente diverso. Potrebbe sorprenderti".
L'arrivo del loro pasto interruppe quella pesante conversazione. Le donne iniziarono ad intavolare argomenti meno intensi, e mentre parlavano, scoprirono di avere molto in comune, molto più di quando Hermione avesse immaginato fosse possibile.
Hermione se ne andò dal locale con molte cose in più a cui pensare. Daphne aveva ragione sulla sua valutazione di Malfoy? Lui non le aveva mostrato in alcun modo di essere cambiato. Davvero? Le chiese una voce nella mente. Ricordati di quanto è sembrato deluso all'incontro, quando tu ti sei auto-definita una Sanguesporco. Se fosse veramente rimasto lo stesso idiota che era stato ad Hogwarts, non credi che avrebbe protestato a gran voce sul dover per forza sposarti? Non si sarebbe seduto dietro di lei, sussurrandole all'orecchio e scompigliandole i capelli. Lui l'aveva avvolta, sicuro e deliziato nel prenderla in giro, ma non più con quei toni sinistri e maligni che usava quando erano ad Hogwarts. Ed anche se lei detestava che lui la chiamasse micetta, non era la stessa cosa di Sanguesporco. Effettivamente, se fosse venuto da qualcun altro, avrebbe pensato che quello fosse un nomignolo affettuoso. Hermione aveva fatto un giro di 180° tra le sue stesse emozioni negli ultimi giorni, tanto da sentirsi ora senza energie. Tutto ciò che voleva fare, era collassare sul divano, mangiando gelato e qurdando film a caso. Promise a sè stessa che per tutto il fine settimana avrebbe fatto solo quello.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Becoming Mrs Malfoy Cap 13 Ciao ragazzi. Dopo due anni sono tornata. Mi spiace enormemente non aver più continuato la traduzione... Posso solo dire, a mia discolpa, che ho passato dei momenti davvero difficili, che comunque non sono conclusi, e la passione per questa storia è finita con l'esaurirsi. Esiste il blocco del traduttore? Perchè tra le tante cose, anche volendo, non riuscivo proprio a combinare qualcosa di buono con i capitoli. Ieri sera ho letto dei messaggi privati, dove qualcuno mi chiedeva di aggiornare. Penso mi siano stati la molla che mi mancava per ricominciare. Infatti, oggi sono qui a pubblicare di nuovo.  Chiedo scusa a chi si era appassionato e poi è rimasto deluso dal non leggere più nulla. E' una cosa che nemmeno io sopporto, ma purtroppo come ho capito, capita. A me per prima, in questo caso.
Spero comunque che continuerete a seguire la storia, nonostante tutto questo tempo. 
A presto, S.

Capitolo 13

"Draco Malfoy, vieni quaggiù. Ora!", urlò Narcissa a suo figlio, che ancora non aveva fatto la sua comparsa, e mancavano solo quindici minuti perchè arrivassero i Granger. 
Il lento suono di passi sulle scale, annunciavano la lenta andatura di Severus. Narcissa si girò per vedere come gli sarebbero stati i vestiti babbani che lei aveva scelto per lui. Il labbro inferiore di Narcissa si sporse, ed un cispiglio marcò le sue solitamente bellissime fattezze. Si mise le mani sui fianchi. 
"Cosa hai messo?", chiese.
"Le mie cose", rispose Severus.
"Cosa è accaduto ai pantaloni ed alla maglia che ho tirato fuori per te?".
Severus lanciò a sua moglie uno sguardo che solitamente riservava ai Grifondoro: un mix di disprezzo e compassione.
"Non guardarmi così , Severus Piton", disse Narcissa.
"Presumevo stessi scherzando", replicò Severus, per rispondere alla sua precedente domanda.
"Da quando io scherzo in fatto di moda?", chiese Narcissa.
"Da quando hai tirato fuori quel tipo di cose per me e, per di più, sono blu", disse tagliente Severus.
"Credo che tu sia adorabile in blu".
Una risata beffarda dietro la coppia sposata che battibeccava, tradì la presenza di Draco.
"Era tempo che ti presentassi", disse Narcissa, girandosi per affrontare suo figlio.
Lei automaticamente iniziò a lisciargli i capelli, controllando il suo viso in cerca di sbaffi, e trafficando con la sua maglia, lisciandogliela sulle spalle.
Draco si divoncolò dalla presa di sua madre, "Madre, basta. Ho ventiquattro anni, ora credo di potermi vestire da solo".
"Ecco perchè indossi ancora i vestiti che tua madre sceglie per te", disse sarcasticamente Severus.
Drago lanciò uno sguardo al suo patrigno. "Non pensavo che l'argomento fosse importante. Comunque, io sono quello che ha comprato i vestiti; mia madre semplicemente li ha considerati adatti per oggi".
"Fai un figurone in jeans, Draco", disse smaniando sua madre. "E' una buona cosa che tuo padre non sia qui a vederti".
"Parlando di dinosauri fuori moda, madre, cosa stavi pensando, cercando di far uscire Severus dai suoi vestiti e facendogli indossare qualcosa con i colori?".
"Pensavo solo che anche lui avrebbe voluto far sentire più a loro agio i genitori di Hermione", disse sospirando Narcissa.
Draco ghignò."Sì, perchè la Granger è sempre stata la studentessa preferita di Severus. Com'è che la chiamavi di solito, Sev? Una insopportabile So-tutto-io?".
Severus guardò con disappunto il suo figliastro."Sei l'unico ad essere insopportabile ora, Draco".
Narcissa esprimette disapprovazione. "Ne ho abbastanza. Ora è troppo tardi perchè Severus si cambi. E voi due terrete il vostro miglior comportamento di sempre. Non prenderai in giro Hermione, Draco, e vale anche per te Severus. Non puoi fare il musone in un angolo. Mi aspetto totalmente che facciate conversazione con il Signore e la Signora Granger. E non dimentichiamoci che questa è la prima volta che Hermione ritorna a Malfoy Manor, da quell'incidente; quindi, se vuoi renderete la cosa ancora più difficile per lei di quando non sia già, allora incapperete nella mia collera".
Sia Draco che Severus annuirono. Sapevano che Narcissa non stava scherzando, e lei era veramente paurosa quando si impuntava.
Le guardie chiamarono. "Bene, questa sarà Hermione che gli appare al di fuori del cancelli. Per favore, puoi andare e farli entrare, Draco?".
Draco percorse il lungo sentiero da Malfoy Manor ai cancelli. Era incredibilmente ansioso. Questo era un momento di "o la va, o la spacca", per lui e la Granger. Se si fosse comportato male, allora sapeva che non ci sarebbe stata via di ritorno. Non aveva nemmeno bisogno che sua madre gli ricordasse l'ultima visita lì della Granger. Quel giorno sarebbe rimasto impresso nella sua memoria per sempre. L'orrore nel vedere Potter, Weasley e la Granger trascinati dai ghermidori, ed anche sua zia depravata e pazza torturare la Granger, che sopportava fieramente l'agonia in cui lui sapeva si trovava. La sua cotta per la brunetta quel giorno si era trasformata in amore. Ci aveva messo anni nel capirlo, ma vederla contorcersi sul pavimento, rifiutandosi di rivelare i segreti di Potter, aveva solo confermato quanto incredibile lei fosse. Era un peccato che lei fosse completamente incapace di vederlo come niente altro che il piccolo marmocchio che l'aveva presa di mira senza pietà durante i loro anni ad Hogwarts. Se Draco avesse avuto una Giratempo, sarebbe tornato indietro, e si sarebbe preso a schiaffi da solo, per essere stato quell'idiota, ed avrebbe potuto avere la sua possibilità di felicità per il futuro.

Hermione prese un profondo respiro, mentre sorvegliava i grandi cancelli di ferro battuto con un po' di panico. Non si sentiva nemmeno vicina all'essere abbastanza pronta nell'affrontare questo demone, ma sua madre non le aveva dato scelta. Ripensò al Venerdì sera.
"Hermione, ho guardato nel tuo armadio, e non hai per niente vestiti decenti", le disse sua madre, quando era tornata a casa.
Hermione si accigliò in confusione. Perchè sua madre stava sfrazzando nei suoi vestiti? E cosa intendeva esattamente con - decenti - ?
"Decenti per cosa?", urlò di risposta Hermione, salendo le scale.
"Per il thè di Domenica", le rispose Rachel.
"Non siamo mai andati ad un thè. Dove andremo?", chiese Hermione, ferma sullo stipite della porta, mentre fissava sua madre che stava letteralmente frugando nel suo armadio.
"Andremo a Malfoy Manor. Narcissa è venuta qualche giorno fa per invitarci", replicò sua madre.
Hermione si appoggiò alla porta. Da quando loro venivano invitati a Malfoy Manor? E come mai nessuno aveva pensato che potesse essere importante raccontarle che Narcissa Piton aveva fatto un salto? Ad Hermione sembrava di star vivendo in un universo parallelo, dove niente era come doveva essere.
"Cosa? Andremo a Malfoy Manor? Quando avete deciso di non chiedermi se per me andava bene?", scattò Hermione.
Rachel sorrise indulgentemente a sua figlia, il che fece crescere ancora di più la rabbia di Hermione.
"Cara, se io ti avessi chiesto di venire, allora tu avresti detto di no, senza nemmeno prendere in considerazione la cosa".
"Per un motivo, mamma. Sono già stata a Malfoy Manor, e non è stata esattamente una passeggiata", esclamò Hermione.
Rachel si avvicinò a sua figlia, e le prese la mano. "Sì, lo so, cara. Ma apparentemente devi sposare Draco, e credo che tu abbia bisogno di confrontarti con queste cose, specialmente visto che Malfoy Manor è casa sua".
Hermione non aveva veramente considerato questo aspetto, su tutte le cose riguardanti il matrimonio, ed iniziò ad iperventilare. "E' troppo presto", disse.
Rachel spinse Hermione sul letto, e la circondò con le braccia, incoraggiandola nel predere lenti respiri profondi. "Per favore, cerca di calmarti. Ho avuto l'ok per questa vista dalla tua terapista. Non voglio stressarti. Hera ha detto che  normalmente non lo raccomanda così presto, ma date le circostanze niente è esattamente normale. Ha anche incluso una lettera per te", disse Rachel, allungando una busta verso Hermione.
"Per favore, leggila prima di decidere lo stesso di rifiutare di venire a Malfoy Manor con me e tuo padre".

Cara Hermione,
tua madre mi ha scritto, chiedendomi se io pensassi che una visita a Malfoy Manor potesse essere troppo presto per te da affrontare. Di solito, io proibirei delle azioni del genere così presto, ma sento che, nel tuo caso, potrebbe essere una buona cosa. Prima di sentirti tradita da tutti noi, per favore, leggi i miei motivi per essere d'accordo.
Ti trovi in una posizione molto scomoda, dove dovrai sposare un uomo il quale hai considerato un nemico per molto tempo. Non solo ti ha preso di mira durante i tuoi giorni a scuola, ma ha anche assistito all'evento più doloroso della tua vita. La tentazione di seppellire la tua testa nella sabbia e non andare deve essere molto forte, ma sarebbe un errore.
Dovrai confrontarti con questo aspetto della tua vita ad un certo punto, se questo matrimonio prosegiurà, ed io sento che è meglio farlo prima. Potrebbe anche aiutarti a legarti con Draco Malfoy. E' la chiave per un matrimonio riuscito.
I migliori auguri,
Hera.


Hermione lesse parecchie volte la lettera, prima di rispondere a sua madre. "Perchè Narcissa era qui?".
"E' venuta per fare la nostra conoscenza, visto che saremo parenti per via del matrimonio. E' stata molto gentile e piacevole. Noi vogliamo solo rendere le cose più facili per te e Draco, e voi due avete bisogno di passare del tempo insieme".
Hermione era troppo logica per non vedere il doppio senso. Doveva essere in grado di passare più di pochi minuti nella stessa stanza con il furetto, senza mettere in atto battaglie. Era reclutante nell'essere d'accordo per andare, e si sconcertò parecchio nel trovarsi poi in giro per negozi il Sabato, per trovare qualcosa di, come diceva sua madre, "più carino" da mettere.
Ecco quindi come si era ritrovata nel rimanere di fronte ai cancelli di Malfoy Manor, con indosso un vestito fatto di Cashmere Jersey, che sua madre aveva scelto. Si sentiva nervosa e non a suo agio, e questo si incrementò quando riconobbe Draco Malfoy avvicinarsi a loro dal vialetto.
Lui ricompose le guardie, ed aprì il cancello. "Buon pomeriggio, Signore e Signora Granger, Hermione", diesse lui gentilmente.
Matthew ed Hermione fecero una smorfia, mentre Rachel andava in brodo di giuggiole mentre Draco le baciava la mano. "Oh, Draco, caro. Pensavo di averti detto di chiamarmi Rachel".
Hermione si tese inconsciamente, quando il Serpeverde rivolse la sua attenzione su di lei. "Molto carina, Granger", disse.
Hermione alzò un sopracciglio, rivolta al comportamento molto Non-Malfoy, mendre Draco stava di fronte a lei. Non era mai stato così gentile con lei. Lui le offrì il braccio, per condurla dentro casa. Lei lo guardò diffidente, e poi si volse verso sua madre, che annuì in incoraggiamento. Lei sospirò, e mise la mano leggera sul suo avambraccio.
Uno strano silenzio vagò tra la giovane coppia, finchè raggiunsero la metà del viale.
"Starai bene? Ti assicuro che la casa non ha lo stesso aspetto", le chiese Malfoy con apprensione.
Hermione si girò a guardarlo sorpresa. Non pensava che lui sarebbe stato a conoscenza di quanto difficile sarebbe stato quel giorno per lei.
"Veramente, Granger? Pensi così male di me?", disse Malfoy, leggendole il viso come un libro.
Hermione arrossì. "Sono solo sorpresa che tu abbia capito che questa è la prima volta che torno qui, o che almeno tu ricordi quel giorno".
Malfoy roteò gli occhi. "Credo che avrei cambiato nome se tu avessi ricevuto un invito per tornare, micetta. E tu pensi che io sia un bastardo senza cuore. Come avrei potuto dimenticare quel giorno? E' segnato come uno dei peggiori della mia vita".
Hermione decise di ignorare l'uso del termine - micetta - rivoltole ancora una volta. Pensava che Malfoy non si fosse nemmeno accorto di averlo usato. "Immagino di non aver mai veramente pensato a quanto quel giorno ti possa aver toccato".
"Sì, perchè tu pensi che io sia Draco il Mangiamorte, che si viderte a torturare Nati Babbani", disse sarcasticamente lui.
"Non intendevo quello", disse Hermione, irritata. "Non penso a te come un Mangiamorte".
"Immagino sia già qualcosa", mormorò Malfoy. "Ma mi credi ancora un malvagio, altrimenti non saresti stata così arrabbata con Potter e Weasley per essere stata messa in coppia con me".
Hermione abbassò lo sguardo. Aveva capito che non lo credeva più così malvagio, e quando lui la mise così, si sentì male. "Immagino di vederti ancora come il ragazzino di dodici anni che mi chiamava Sanguesporco e che mi augurava che il Basilisco mi uccidesse".
Lei alzò lo sguardo verso Malfoy, mentre finiva di parlare, e si sorprese di vedergli le guance più rosse. Lui si fermò e le girò il viso verso di lui. "Non sono più quel bambino viziato. La guerra mi ha fatto capire quando ridicolo e distruttivo fosse quel pensiero. Ed inoltre, l'anno che ho vissuto nel mondo babbano, senza magia, mi ha aiutato a capire quanto stupido io sia stato nel pensare che i babbani fossero inferiori, "disse seriamente. "Il sangue non mi importa più".
Hermione non potè fare altro che credergli. Lui la guardava dritta negli occhi, con una intensità che non poteva essere falsa.
Lei gli mise le mani sul bracco. "Va bene, Malfoy, ti credo. So che sono stata testarda verso di te ed i Serpeverde da quando da guerra è finita, ma riconosco che questo ha più a che fare con me che con voi, e sto ricevendo aiuto".
Malfoy le sorrise, prima di prenderle la mano e riportarla sul suo avambraccio. "Mi fa piacere sentirlo, micetta. Ora, faremo meglio ad andare in casa, prima che mia madre abbia un crollo di nervi e creda che ci siamo uccisi a vicenda".
Draco si sentiva accaldato e formicolante mendre conduceva Hermione per il resto del viale, fino a casa. Trovava difficile digerire ciò che era appena accaduto tra di loro. Avevano appena raggiunto una comprensione che lui pensava fosse stata impossibile. E la Granger aveva ammesso di aver sbagliato. Sembrava che, dopotutto, lei volesse dargli una possibilità. Doveva ringraziare Pansy e George per averlo permesso. George gli aveva rivelato alcune cose che erano successe nel negozio, dopo la dipartita di Pansy, che sembravano aver fatto breccia nella sfera emozionale della Granger, dietro la quale si nascondeva. George era stato brutalmente onesto con la cespugliosa Grifondoro, e le aveva fatto cercare aiuto. Ciò gli regalava una speranza che, se il matrimonio fosse andato avanti, non sarebbe stato un completo disastro.
Come Draco aveva predetto, l'insolita lunga camminata per arrivare al Manor aveva lasciato Narcissa in uno stato di agitazione. Era sottosopra, quando loro apparvero.
"Rachel, cara, che bello vederti. Prego, entra, Matthew, e dai il cappotto a Tufty".
Matthew si guardò intorno, finchè sua moglie notò il piccolo Elfo Domestico che stava pazientemente aspettando per prendere la sua giacca.
"Ah, Hermione, sei qui. Sei squisita", disse felice Narcissa, quando Hermione entrò dietro suo padre.
Draco non potè fare altro che ghignare alla vista della nervosa Grifondoro che veniva stretta in un abbraccio da sua madre. Era ovvio che lei non sapesse cosa fare con le mani, e le mise leggere sulla schiena di Narcissa. Il suo viso era visibile da Draco e Severus, ed era perplessa.
La regina di ghiaccio che era Narcissa in pubblico, non somigliava a questa dolce donna.
"Cissa, dovresi lasciar andare la ragazza, così che possa respirare", suggerì Severus.
Draco guardava, mentre Hermione notava il suo ex professore di Pozioni.
"Professor Piton, è bello vederla", disse la Granger, mentendo pateticamente.
"Signorina Granger", riconobbe Severus.
Hermione stava cercando di fare del suo meglio per mantenere la calma, mentre iniziava a camminare per il Manor. Era praticamente irriconoscibile dall'ultima volta in cui era stata lì, ma alcuni particolari le erano subito sembrati familiari, e stava iniziando ad avere sconfortanti flashback su quei bui giorni durante la guerra.  Era così presa nei suoi stessi pensieri da non essersi accorta che tutti stavano guardando lei e le sue reazioni di sottecchi. Non riuscì a fare nient'altro che iniziare ad iperventilare. Era tutto un po' troppo. Entrarono in una bel soggiorno, riempito con molte piante, che sembrava una estensione del giardino all'esterno. Appena tutti gli altri iniziarono a sedersi, Hermione rimase ancora bloccara, fissando di fronte a lei con occhi vaqui. Immediatamente si girò.
"Non posso farcela", disse piangendo. "Devo uscire da qui".
Rachel e Matthew iniziarono ad inquietarsi per la loro visibilmente scossa figlia, e Narcissa si morse un labbro, non sapendo cosa suggerire. La persona più improbabile si intromise.
"Draco, perchè non porti fuori la Signorina Granger a vedere il giardino?", disse Severus, guardando la rigida ragazza con qualcosa di simile alla compassione.
Draco tentò di guidare Hermione nel giardino attraverso il patio, ma lei semplicemente rimase lì nel panico, sembrando ignorare tutto ciò che la circondava. Lui finì con prenderle la mano e trascinarla fuori.
I giardini erano confusi per Hermione. Era bloccata nel rivivere tutto ciò che era accaduto, e nel pensare a come sarebbe potuta fuggire. Venne spinta a sedere su un muretto di sassi, e delle dita comparvero davanti al suo viso.
"Terra chiama Granger", disse Malfoy, continuando a seventolarle la mano di fronte agli occhi.
La sua attenzione ritornò al presente. Lei si guardò intorno un po' confusa nel vedere dove fossero, e scoprì di di essere seduta su di un lato di una fontana, con Draco Malfoy inginocchiato di fronte a lei.
"Bentornara, Granger. Stai bene?", chiese Malfoy.
Hermione gli rivolse uno sguardo esasperato. "Oh sì, tutto perfetto, grazie. Ho appena avuto un crollo di fronte a tua madre ed il Professor Piton", replicò sarcasticamente lei.
"Ah, ecco la Granger che tutti noi conosciamo ed amiamo", disse Malfoy.
Hermione si accorse di essere all'esterno senza una giacca, ed era Novembre. Il giardino sembrava praticamente desolato in quel rigido giorno d'inverno.
"Come mai non ho freddo?", chiese Hermione.
Malfoy roteò gli occhi, "Ero fiducioso della tua uscita dalla catalessi facendo domande. Abbiamo messo un incantesimo riscaldante nei giardini".
"Oh", fu la sua risposta.
Malfoy si alzò, e si sedette di fianco a lei, faccia a faccia. Si esaminò per un momento le unghie. "Allora, ehm.. vuoi parlarne?", chiese.
Hermione lo gardò con uno sguardo di succifienza. "Oh, Draco", disse con falsa voce, "Stavo morendo di voglia dall'aprirmi con te sui miei problemi. Sono sorpresa che tu non lo abbia notato prima".
"Pensavo che volessi affrontarli ultimamente", disse Malfoy.
"Cosa intendi?", chiese Hermione.
"Pansy ha detto che hai iniziato ad andare in terapia, e Daphne mi ha raccontato che hai arrangiato un pranzo con lei e vi siete parlate per un'ora o giù di lì", spiegò Malfoy.
"Questo è tutto quello che le persone fanno ultimamente? Spettegolano? E cosa ne sa Pansy del fatto che vado in terapia?".
"In caso tu non lo abbia notato, George e Pansy se la stanno cavando molto meglio di noi. Hanno passato del tempo insieme. George le ha raccontato che tu stai cercando aiuto, quando si è scusato per quanto fossi stata intollerante con lei nel suo negozio", la informò Malfoy.
"Traditore", mormorò Hermione.
Malfoy ghignò, "Aggiungi - del proprio Sangue - dopo a quello, e sembrerai Pansy ad Hogwarts".
Hermione mostrò la lingua a Malfoy.
"Ero sincero un minuto fa. Se vuoi parlare di qualcosa, puoi farlo", disse sinceramente Malfoy.
Dalla sua seduta con Hera, Hermione era migliorata nell'esprimersi, ma ciò non significava che voleva aprire la sua fragile psiche con Draco Malfoy. Era una cosa troppo nuova e non aveva esperienza nel farlo.
"Grazie. E' un bel gesto, ma sto ancora venendo a patti con tutta la faccenda del parlare delle mie emozioni", replicò Hermione.
Malfoy sorrise di un sorriso genuino. Era qualcosa che Hermione non aveva visto troppo spesso sul suo visto. "Conosco quel sentimento. Dopo la guerra, il Ministero mi ha fatto partecipare alle sedute. Era obbligatorio per gli ex Mangiamorte scampati ad Azkaban".
"Pensavo che tu fossi l'unico Mangiamorte che non è stato spedito lì", lo interruppe Hermione.
"Esattamente. Era quasi come se loro avessero formulato le peggiori punizioni da sopportare, per me".
"Awwww, Malfoy, mi dispiace così tanto per tè",  disse falsamente Hermione.
"Mi lascerai parlare, o ti lamenterai di ogni cosa che dico?", chise Malfoy.
"Ok, scusa. Per favore, vai avanti e sputa fuori tutto. Sono decisamente curiosa di conoscere ciò che porta Malfoy a comportarsi così", rispose lei.
Malfoy le sorrise calorosamente. "E' un primo passo Granger? Stai ammettendo che hai un interesse verso di me?".
"Continui o cosa?", lo riprese lei.
"Comunque, come stavo dicendo, sembrava che il Ministero avesse trovato i modi migliori per torturarmi. Prima mi hanno spedito nel mondo babbano in cui vivere per un anno, e l'unico contatto con i maghi che mi era permesso avere era di vedere il mio terapista una volta a settimana. Al momento, pensavo che fosse peggio di essere condattato ad Azkaban. Poi ho capito quando fossero inventivi i babbani. Noi maghi siamo solo capaci di sventolare e dare un colpetto con le nostre bacchette. Puoi immaginare quando disastroso sia stato il mio primo tentativo di lavarmi i vestiti o di cucinare", disse Malfoy.
Hermione rise felice. Non riusciva nemmeno ad immaginare il Signor Purosangue a cavarsela per un giorno. "Non potevi solo pagare un addetto alle pulizie ed andare nei ristoranti?", chiese lei.
"No. Il Ministero mi ha dato un sussidio. Il punto dell'esercitazione era imparare ad apprezzare i babbani e le soluzioni che hanno trovato per vivere senza la magia. Trattare i babbani come Elfi Domestici, non avrebbe funzionato molto nel mostrarmelo", la informò Malfoy. "Credo che il mio terapista volesse uccidermi nelle prime sedute. Invece che aprire il mio cuore sulla vita sotto il comando di Voldemort, ho passato tutto il tempo mormorando su lavatrici e toast bruciati".
Hermione stava ridendo così forte che era quasi caduta nella fontata, "Attenta", la mise in guardia Malfoy, mentre la afferrava.
"Era dura, e mi sentivo nudo, ma alla fine mi ha aiutato a dare senso a ciò che era successo. Intendo, ciò che sto cercando di dire, Granger, è di convincerti. All'inizio ti sentirai molto più emotiva, ma ti aiuterà".
Hermine annuì, sendendosi un po' commossa. Chi pensava che Malfoy potesse darle un buon consiglio?
"Allora, hai mai pensato di mettere le radici nel mondo babbano?", chiese curiosamente Hermione.
Malfoy rise. "Alla fine dell'anno, era arrivato a piacermi il vivere nel mondo babbano. Non sapevo cosa fare quando mi hanno allungato di nuovo la bacchetta. Ci passo ancora regolarmente del tempo, lì. Potter ed io abbiamo in comune la passione per i film d'azione".
"Questa sarebbe una cosa da vedere! Tu ed Harry andare al cinema insieme", disse Hermione.
"Vieni con noi la prossima volta. Harry spesso si porta Daphne", la invitò Malfoy.
Hermione gli sorrise timidamente. "Credo che mi piacerebbe".
I due rimasero in silenzio per un po'. Hermione si stava godendo la pace dei giardini. Lei stava sempre correndo di qua e di là a Londra, tanto da avere raramente il tempo per godersi la quiete della campagna, e non c'era niente di più rurale di Malfoy Manor. Sedersi lì, ascoltando gli uccellini, con Malfoy, era una delle cose più piacevoli che aveva fatto in quel lungo periodo. Ciò la rese triste. Era sempre troppo impegnata.
Malfoy le toccò un braccio. "Andiamo, faremo meglio a tornare indietro. Gli Elfi Domestici hanno passato ore a preparare un delizioso thè, e ne sarebbero devastati se tu non fossi lì ad assaggiarlo".
"Perchè io in particolare?", chiese Hermione.
"Perchè tu sei la famosa Hermione Granger, liberatrice degli Elfi Domestici. Loro ti adorano", disse ridendo lui.
"Veramente?", disse eccitata Hermione. "Credi che potrei andare ad incontrarli?".
"Li farebbe felici. Ti porterò nelle cucine dopo il thè", le promise Malfoy.
Hermione gli sorrise felice, ed il suo cuore mancò qualche battito nel vedere quando sorprendentemente bello fosse, con i capelli arruffati dal vento.

Il thè andò bene. Rache e Matthew si rilassarono, quando videro tornare la loro figlia con un sorriso sul suo viso, ridendo per qualcosa che Malfoy le stava raccontando. Rachel lanciò a Matthew uno sguardo trionfante. Narcissa si compiacette, quando Draco fece sedere Hermione tra di lui e Severus, e trascinò il suo patrigno in una conversazione a tre sulle Pozioni. Presto l'ex professore e la sua vecchia studentessa intrapresero una complicata conversazione sull'aconito e sui Licantropi. Come il solito, Hermione stava animatamente discutendo sugli uguali diritti per i Licantropi, usando l'esempio dell'umanità di Remus Lupin, per portarsi a casa un punto a favore.
"La cosa che sta dimenticando, Signorina Granger, è che Lupin fosse un eccezione alla regola. I Licantropi sono molto più somiglianti a Fenrir Greyback, e sono sicuro che lei non abbia bisogno di ricordarsi di lui", disse Piton.
Hermione rabbrividì leggermente. "No, ma Greyback era un esempio estremo. Credo veramente che i Licantropi sarebbero molto più come Remus, se gli si desse un'opportunità di integrarsi meglio nella società, e l'Aconito gli dà questa possibilità".
Piton roteò gli occhi, rivolto all'appassionata brunetta. "Anche se lei scoprisse di aver ragione a riguardo, e ne dubito seriamente, dovrebbe ancora superare l'incomprensione e la paura che ha la cominutà, specialmente dopo i crimini di Greyback, sotto il controllo di Voldemort".
"Non accetto le vedute limitate, e sto facendo progressi con gli Elfi Domestici. Le persone hanno perfino iniziato a liberare i loro", disse Hermione, lanciando uno sgardo ammirato a Malfoy.
Severus la ignorò." Sì, ma la cosa che non sta prendendo in considerazione è che gli Elfi Domestici sono piccoli e, alcuni dicono, carini. Inoltre a loro piace lavorare, e baratterebbero le loro famiglie qundo si parla di paga e vacanze. Secondo la sua legislazione, l'opzione più facile è liberare gli Elfi Domestici e pagarli una miseria", disse untuosamente Piton.
Le spalle di Hermione si alzarono leggermente. Piton aveva ragione.
"Beh, credo ancora che con un po' di lavoro e di educazione, le opinioni possano essere cambiate nei confronti dei Licantropi", disse lei.
"Tipica attitudine Grifondoro, non notate le sfumature", disse tagliente Piton.
Capendo che questa conversazione avrebbe potuto trasformarsi molto velocemente in un litigio, Draco si offrì di portare Hermione a vedere gli Elfi Domestici.
La Granger battè le mani, "Ooooh si, per favore", disse eccitata.
Narcissa sembrava divertita, mentre Severus la osservava chiaramente indifferente.
"Noi saremo fuori nella serra, Draco", disse Narcissa, informando suo figlio. "Rachel ha espresso il desiderio di vedere alcune delle nostre piante magiche".
Draco condusse Hermione giù nella grande cucina, sul retro del Manor. Aveva già avvertito i suoi Elfi di aspettarsi un visitatore, e loro si erano tutti eccitati. La spinse all'interno, davanti a lui, e lei venne assediata da Elfi adoranti.
"Padroncina Granger, è venuta a trovarsi", le disse felice un piccolo Elfo.
"Il Padrone ha detto che sarebbe venuta a trovarci, ma non non pensavamo che avrebbe voluto vederci", disse un altro.
"Certo che sarei venuta giù a trovarvi", disse Hermione, toccata dal benvenuto che aveva ricevuto.
I due Elfi la trascinarono al tavolo e la fecero sedere, mentre un altro le metteva di fronte un piatto pieno di torte e biscotti.
"Oh, grazie, ma non riuscirei a mangiare altro dopo quel delizioso thè", disse Hermione, più per il disappunto degli Elfi,
"Il Padrone ci ha dato tutti i suoi piatti preferiti, e noi li abbiamo preparati specialmente per lei", disse ancora una vola il primo Elfo.
Hermione lanciò a Malfoy uno sguardo interrogativo. Lui se la cavò con una faccia innocente, non volendo raccontarle di aver chiesto ad Harry e Ron una lista delle sue torte preferite, così che loro potessero prepararle per quell'oggi.
Hermione si sistemò, e parlò con gli Elfi. Scoprì che i loro nomi erano Coco, Tilly, Weetie, e Tufty, che aveva già incontrato di sopra.
"Allora, ditemi, come siete pagati? E come sono le vacanze?", chiese Hermione, non riuscendo a trattenersi, ed ignorando lo sbuffo proveniente da dietro di lei.
"Il Padrone è troppo gentile con noi. Lui ci da un Galeone a settimana, e due giorni liberi al mese", disse Tilly.
"Abbiamo provato a contrattare, ma il Padrone si è rifiutato di accettare di meno", disse tristemente Coco.
Hermione rise. "Ma sicuramente volete essere pagati giustamente, e questo sembra molto leale".
"Noi seviamo il Padrone perchè gli vogliamo bene. Accetteremmo molto meno", disse semplicemente Tilly.
Hermione inarcò un sopracciglio.
"Il Padrone è tanto buono con noi", disse Weetie. "Abbiamo anche dei vestiti nuovi quattro volte l'anno. Tutto ciò che vogliamo".
Hermione osservò ciò che stavano indossando. Tutti tranne uno vestivano con un grembiule. "Ma portate tutti un grembiule, tranne Coco", precisò lei.
"Oh si', ma i grembiuli sono più comodi", disse Tufty. "Solo Coco vuole vestiti adatti", continuò lui, langiando uno sguardo cupo alla suddetta Elfa.
Coco lo ignorò, facendogli semplicemente una linguaccia, e facendo svolazzare la gonna del suo vestito. "Coco adora i bei vestiti, ed il Padrone mi compra sempre i più belli", disse felice.
Hermione passò più di venti minuti con gli Elfi Domestici. Adorava il loro entusiasmo, e poteva vedere quanto veramente piacesse loro lavorare a Malfoy Manor. Sembrava che Malfoy fosse di gran lunga diverso dal padre, che aveva comandato in modo orrendo Dobby.
"Grazie per avermi portato ad incontrarli", disse Hermione, mentre tornavano dai genitori.
"Nessun problema. Sapevo quanto ti piacesse parlare con loro, e loro chiedono sempre di te a Potter e Weasley".

Quando Hermione ed i suoi genitori se ne stavano andando, Hermione si sentiva molto più a suo agio. Non riusciva a credere che le fosse piaciuto il pomeriggio a Malfoy Manor, ma era la verità. La piacevole visita aveva lavato via la macchia del suo imprigionamento lì. Hermione non voleva dirlo a sua madre, che sembrava molto compiaciuta con se stessa, ma aveva avuto ragione nel trascinarla lì. Anche se all'inizio era stato difficile, aveva conosciuto meglio Draco Malfoy, e sentiva di aver iniziato a comprendersi con lui. Era ancora decisa a spezzare la maledizione, ma non la sentiva più come una sentenza di prigionia, come prima.
Malfoy, dopo aver salutato i suoi genitori, si girò verso Hermione. "Mi è piaciuto il nostro pomeriggio insieme, micetta", disse.
"Prima che vada, dimmi una cosa. Perchè micetta?", chiese Hermione.
Malfoy rise, attirando l'attenzione su di lui. "Non riesco a resistere. Odi così tanto quel soprannome", replicò, prima di abbassarsi e sussurrarle nell'orecchio. "Comunque, quando ti arrabbi, sembri proprio una una micetta con gli artigli di fuori e tutta arruffata. E' adorabile"
Hermione non sapeva se essere irritata o imbarazzata. Optò per una combinazione delle due. Le sue guance si arrossarono, mentre gli lanciava uno sguardo. "Non sono adorabile!", sibilò.
"Certo, non lo sei, micetta", disse lui, ammiccando.
Hermione si allontanò rapidamente dall'irritante biondo, andando verso sua madre, che li stava guardando con una scintilla divertita negli occhi.


*L'aconito è una pianta. Da quello che ho capito io, dovrebbe essere l'ingrediente principale per la Pozione Antilupo, ovvero ( per chi non lo ricordasse, cosa di cui dubito ma lo dico lo stesso xD ) quella che beveva Remus Lupin durante la luna piena, per rendersi, in un certo qual modo, innocuo.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Becoming Mrs Malfoy Cap 14

Buon giorno gente : ) Ecco qui il nuovo capitolo :) Buona lettura !

Capitolo 14



Hermione quella mattina si svegliò con sentimenti confusi. Sua madre era stata trionfante tutta la sera, su che successo fosse stata la visita a Malfoy Manor. Anche suo padre sembrava essersi rilassato un po' di più, calmato dall'apparente agio di Hermione nel rimanere con Draco Malfoy. Hermione era rimasta soddisfatta dal fatto che suo padre ed il Professor Piton avessero potuto parlare, tra tutte le cose, di rugby, anche se avevano fazioni differenti. Ma ora, rimanendo a letto, Hermione non era sicura di come si sentisse riguardo a tutto. Il giorno prima sembrava come se fosse stato un pomeriggio fuori dal tempo. Lei era stata così preoccupata di tornare a Malfoy Manor, e poi Malfoy era stato così carino, e l'aveva fatta estraniare da tutto. Non era mai stato così carino con lei, ed ora si sentiva insicura. Avevano tutti ragione su di lui? Era veramente cambiato? Lei aveva portato avanti tutta questa rabbia e tutto questo odio per niente? Non era sicura di come sentirsi su nessuna delle cose. Sembrava come se gli ultimi anni fossero stati uno spreco della sua vita. Ora ne era confusa su così tanti aspetti. Maledì il fatto di dover andare al lavoro, quando tutto ciò che in realtà voleva fare era rimanere a letto ed analizzare ciò che stava succedendo sulla Terra.

La cosa migliore di essere una strega era il tempo che Hermione risparmiava dal fare la pendolare. Significava che aveva un'intera ora extra per stare a letto, e non doveva preoccuparsi di schiacciarsi dentro ad un treno nel centro di Londra, con centinaia di altri lavoratori. Hermione scese le scale, e si sedette con una rifocillante tazza di tè e qualche toast. Sua madre stava canticchiando mentre gironzolava per la cucina. 
"Come ti senti questa mattina, orsacchiotta?", chiese Matthew, guardando al di sopra del giornale.
"Bene", mormorò in risposta Hermione, sperando che nessuno dei suoi genitori potesse notare che si sentiva un po' giù di corda.
Ovviamente le sue speranze erano vane, e sua madre le si avvicinò con uno sguardo penetrante. "Cosa c'è che non va, tesoro?", chiese.
"Niente", disse Hermione.
"Non dire così. Io sono tua madre, so che c'è qualcosa che non va. Andiamo, apriti", domandò Rachel.
Matthew semplicemente si sedette dal lato opposto di Hermione, con uno sguardo di sufficienza sul viso. Sapeva di essere alle strette, ed avrebbe dovuto aprirsi.
"Mi sento solo un po' strana, dopo ieri".
"Beh, era palese che accadesse, non è verò?", commentò Rachel.
"Non lo so", disse stizzita Hermione. "Sono confusa. Perché Malfoy era così carino? Non lo è mai stato con me. E Narcissa Piton era solo strana. Ogni volta che l'ho vista, è sempre stata così superiore, non lasciandomi alcun dubbio sul dove lei pensi che sia il mo posto nel mondo, ma ieri era accogliente e dolce. L'unico che era normale, era Piton. Ha continuato a farmi sentire una sciocca studentessa, riguardo alla Pozione Antilupo".
"Non so come fossero prima Narcissa e Draco, ma da quando li abbiamo incontrati sono stati solamente gentili ed amichevoli. Non è possibile che siano veramente cambiati? Narcissa è perfino uscita dai suoi schemi per far sentire me e Matthew i benvenuti ed a nostro agio nel tuo mondo".
Hermione si strofinò la fronte. "Lo so, ed è questo che mi confonde. Solo due minuti fa tutto ha perso senso per me, ed ora mi sento come se il mio mondo fosse sottosopra".
Rachel sorrise, e prese la mano di sua figlia. "Hai solo bisogno di un po' di tempo per abituarti al cambiamento, tesoro. Prendi tempo, e passane un po' con Draco. Sono sicura che i tuoi sentimenti verranno fuori da soli".
Hermione rivolse a sua madre un sorriso stanco. Rachel si rialzò. Matthew si avvicinò, e prese la mano di sua figlia. "Sai che non mi piace tanto essere d'accordo con tua madre, ma credo che in questo caso abbia ragione. Prova a fidarti dei tuoi istinti, orsacchiotta. Cosa ti stanno dicendo su Malfoy?".
Con quello, suo padre aveva raggiunto il nocciolo del perchè Hermione fosse così sconcertata. Il suo istinto, il giorno prima, le aveva detto di fidarsi di Malfoy, e lei si era rilassata in sua presenza. Ma il suo cervello continuava ad urlare pericolo, riguardo al loro passato, il che si era risolto con bizzarri incubi durante la scorsa notte, tutti riguardanti Malfoy in forma di Mangiamorte.


Nonostante ad Hermione piacesse Ernie, lui non era uno dei suoi amici più cari, e non sentiva il bisogno di confidarsi con lui. A volte ne era veramente felice. Aveva bisogno di qualche ora di normalità, senza domande sulle sue sedute di terapia, o sui suoi sentimenti verso Malfoy.
Sfortunatamente per lei, quelle ore passarno in fretta, e prima di rendersene conto Ron ed Harry stavano scardinando la porta del suo ufficio, mentre cercavano di aprirla
"Ok, Hermione. Pausa pranzo. Prendi la borsa ed il cappotto", urlò Ron, dopo aver rimesso nei cardini la porta.
"Ciao anche a te, Ronald. Che bello da parte vostra richiedere in modo così calmo la mia presenza a pranzo", disse sorridendo Hermione.
"Scusa, dolce Hermione. Vorresti accompagnarci nel nostro cammino per il nutrimento?", disse sarcasticamente Ron.
Ernie rise, mentre Harry roteò gli occhi. 
"Ora che me lo avete chiesto con almeno una modica domanda, grazie, sì. Dove andiamo?", chiese Hermione.
"Non lo so. Harry, hai qualche idea?".
I tre si sistemarono in un piccolo cafè, un po' fuori mano. Di solito era abbastanza tranquillo, il che era una cosa che amavano. Era un posto perfetto per parlare, ed il fatto che Harry e Ron fossero entrati scardinando la porta del suo ufficio, significava che volevano tutti i dettagli succulenti sulla sua visita del giorno precedente a Malfoy Manor. Hermione, nel panico, gli aveva inviato un gufo il Venerdì notte, dopo che sua madre le aveva sganciato la bomba, ed entrambi le avevano inviato rassicurazioni in risposta. Una volta che ebbero ordinato, Harry e Ron si sedettero, e fissarono in aspettativa Hermione.
"Bene, come potete immaginare, ho avuto un mini crollo, ed è stato altamente imbarazzante. Piton ha dovuto alzarsi e prendere in mano la situazione", disse Hermione con un brivido.
Ron fece una smorfia. "Mi spaventa ogni volta che vado a trovare Malfoy. Sta sempre a gironzolare nel salotto. Scommetto che ha sposato la madre di Draco solo perchè così avrebbe potuto rimanere ancora nelle nostre vite, fregandoci".
"Allora, cosa è successo?", chiese Harry, riportando la conversazione sul tema principale, ed allontanandola dallo sfogo anti-Piton di Ron.
"Malfoy mi ha portato fuori in giardino, io mi sono calmata, ed abbiamo parlato. Poi siamo rientrati, abbiamo preso il tè, e mi ha portato a far visita agli Elfi Domestici", disse Hermione.
"Ooooh, hai visto Coco? Lei è come la versione femminile di Dobby, quando arriva Harry. Mi dico sempre di chiederle se è una sua parente. E' sempre adorante nei confronti di Harry, come se fosse il messia", fece notare Ron.
Hermione rise, mentre Harry guardò malissimo il suo irritante amico rosso. "Hai finito, Ron? Ora posso continuare a chiedere ad Hermione le cose importanti?".
Ron divenne rosso brillante. "Ehm.. sì, immagino di sì. Comunque, è arrivata la mia patata. Ho fame, tu parla, Hermione".
Sia Harry che Hermione distolsero l'attenzione da Ron, che ora stava felicemente punzecchiando la più grande patata che Hermoine avesse mai visto. 
"Allora, di cosa avete parlato tu e Draco?", chiese Harry.
"Sedute di terapia. Lui mi ha detto di tenere duro, anche se mi sento delicata ed impressionabile all'inizio. Ha detto che anche lui prima odiava questa cosa, ma poi gli è servita. Mi ha anche raccontato un po' della sua vita nel mondo babbano".
"Allora è una cosa positiva", commentò Harry.
"Beh, immagino di sì", replicò Hermine.
"Cosa intendi con  - immagino - ?", chiese Harry.
"Non lo so. Mi sento solo molto strana su tutto ciò che è successo ieri. Mi ha fatto sentire calma e rilassata, ed ho passato dei momenti piacevoli".
"Ed ora sei confusa, perchè lui è Malfoy e tu non dovresti provare nessuno di quei sentimenti per lui?", fece notare Harry.
Hermione semplicemente annuì.
Harry sorrise, ed annuì di consapevolezza. "Già fatto e già visto, noi due", disse, indicando se stesso e Ron. "Quando per la prima volta abbiamo iniziato a girare amichevolmente intorno a Draco, sembrava innaturale. Quello era il bambino che era stato il mio maggior rivale a scuola, e sedersi e scherzare con lui era strano. Ma non puoi pensala troppo in questo modo, perchè ti regalerai solamente un mal di testa. Se ti fa sentire bene, allora continua".
"Sembri mio padre. Questa mattina mi ha detto di seguire il mio istinto".
"Ho sempre detto che tuo padre è un uomo saggio", commentò Harry.
"Solo perchè hai paura di lui", disse rocamente Ron.
Harry semplicemente gli diede uno scapellotto. "Ascolta Hermione, l'intero punto del tuo andare alle sedute di terapia è che così tu possa convivere con i tuoi problemi e non sentire più odio. Non credo che tu debba portare avanti l'ostilità solo perchè pensi di essere troppo amichevole con Draco troppo velocemente".
Questo aveva un grande senso per Hermione. Era vero che lei si stava preoccupando molto del giorno prima, perchè pensava che si sarebbe dovuta sentire non a suo agio con Malfoy molto più a lungo. Aveva partecipato solo a poche sedute di terapia. Pensava che i suoi progressi sarebbero stati molto più lenti di quando sembravano essere in realtà. "Quindi, tu non credi che sia troppo presto per lasciar passare tutta la rabbia?".
"Hai sempre appreso velocemente le cose, Hermione. Chi sa cosa è normale con te?", disse Ron.
"Grazie, credo", replicò Hermione.
"Ecco una possibilità per vedere se ieri è stata o meno una coincidenza. Draco è appena entrato", disse Harry, indicando l'alto biondo ancora al bancone.
Come se si fosse sentito addosso tre paia di occhi, Malfoy alzò lo sguardo, e li beccò a fissarlo dall'angolo. Hermione sussultò, mentre lui sorrise nella loro direzione e gli si avvicinò. 
"Potter, scambia il posto con me", ordinò Malfoy, quando raggiunse il loro tavolo.
Harry in risposta alzò semplicemente un sopracciglio.
"Se credi che io mi voglia sedere di fianco a quel barbaro mentre mangia la sua patata, devi cambiare idea. Finirei con l'essere ricoperto di tonno e formaggio", si impuntò Malfoy.
Harry roteò gli occhi e sospirò. Si alzò soprattutto per mantenere la pace, ma anche perchè un piano gli si stava formando nella mente, per aiutare Hermione, ed avrebbe richiesto la veloce ripulitura del piatto da parte di Ron. 
Malfoy, prima di sedersi, si attardò per mostrare di essere più alto di Harry. Piazzò la sua tazza di caffè da asporto sul tavolo, di fronte a lui, e la prese tra le mani. "Il Ministero non dovrebbe collassare con tre degli eroi in pausa pranzo in contemporanea?".
"Ma tu almeno hai un lavoro, Malfoy?", chiese dolcemente Hermione.
"Sì, lavoro alle Pozioni Serpentine".
"Oh", disse Hermione, prima di riprendere. "Allora prepari tè e caffè per quelli che ci lavorano veramente?".
Malfoy le sorrise di scherno. "Ritrai quegli artigli, micetta. Io possiedo la compagnia, con Severus e Blasie".
Ora Hermione era stupita. Arrossì, si imbronciò lievemente e guardò Harry, che immediatamente imprecò, dopo aver guardato l'orologio. "Merda, Ron, mi ne sono completamente dimenticato, ma Kingsley è arrivato prima, ed ha spostato di qualche ora l'incontro per gli Auror. Dobbiamo essere lì fra dieci minuti".
Velocemente, Ronald inghiottì il boccone, e si ficcò il rimanente enorme pezzo di patata in bocca.
"Ronald, è disgustoso", disse Hermione. "No, no, non parlarmi finché non hai finito di masticare. Non anelo ad essere annaffiata".
"Non c'è tempo per aspettare, Hermione. Verremo da te più tardi", disse Harry, prima di trascinarsi dietro Ron fuori dal cafè.
Hermione ora era rimasta sola, con Malfoy come compagnia, e si sentiva incredibilmente impacciata. "Ehm... bene, prenderò il conto e tornerò al lavoro", disse.
Malfoy le bloccò il braccio, mentre lei attirava l'attenzione della cameriera. "Credo che Harry si dispiacerebbe se distruggessi questo bel piano per lasciarci da soli svignandotela".
Hermione si accigliò in confusione, e guardò Malfoy, che aveva un sorriso compiaciuto sul viso. "Cosa intendi?".
"Ha appena mentito sull'incontro degli Auror per lasciarci soli. Sembra pensare di aver avuto un motivo per farlo".
"Come sai che ha mentito? Tu non lavori nel dipartimento Auror. L'incontro potrebbe stato essere davvero spostato".
"Perché ho percorso gran parte della strada fino a qui con Adrian, che avrebbe saputo se l'incontro fosse stato spostato, e invece stava pianificando di passare la sua pausa pranzo con Angelina Johnson nel negozio Articoli di Prima Qualità per il Quidditch".
"Oh", disse un po' vagamente Hermione, prima di ripetere la stessa parole con molta più enfasi e rabbia.
"Precisamente", rispose Malfoy. "Ora, micetta, perchè Harry ha pensato che noi avessimo bisogno di parlare privatamente?".
Hermone fece un balzo, non volendo realmente parlare con l'irriverente Serpeverde di quanto confusa si sentisse nei suoi riguardi. Decise di mentire sfacciatamente. "Non lo so".
Malfoy la guardò assolutamente non impressionato. "Dovresti provarci di nuovo, senza torcerti le mani, il che svela completamente il fatto che stai mentendo".
"E se non volessi dirtelo? Harry non ha ragione nel cercare di forzarmi per parlare con te di cose di cui non sono ancora pronta",  disse imbronciata Hermione.
"Allora riguarda ieri?".
"Come lo sai?",  chiese Hermione, prima di maledirsi per essersi fregata da sola.
"Perché non saresti Hermione Granger, se non ti fossi stressata nell'analizzare tutto ciò che è accaduto ieri", la informò Malfoy.
"Beh, non hai trovato strana la cosa?".
"Veramente, no. Sono compiaciuto del fatto che tu non ti sia stressata troppo, e che ad un certo punto sia almeno riuscita a rilassarti".
"Perché sei così carino?", sussurrò Hermione, prima di distogliere lo sguardo, un po' imbarazzata dalla sua stessa domanda.
Sentì Malfoy sospirare, prima che le sue dita le prendessero il mento e le girassero il viso, per affrontarlo. "Preferirei dirtelo mentre mi stai guardando, così più tardi non potrai persuaderti che io sia stato veramente sarcastico e non pensassi alcuna parola di ciò che dirò. Che tu ci creda o meno, Granger, io non ti odio. Mi dispiace per l'inferno che ti ho fatto passare a scuola. Ero un bambino arrogante ed altezzoso, con un diavoletto sulla spalla, ed odiavo il fatto che tu mi battessi in tutto, quando io ero un Purosangue e tu una Nata Babbana. Questa non è una scusa, solo la verità".
Hermione gli controllò il viso, cercando un qualche segno per vedere se le stesse mentendo. Non riuscì a trovarlo. Aveva anche permesso alla sincerità di irradiare dai suoi occhi. Annuì lievemente, e lui le lasciò il visto.
"Quindi, possiamo provare a lasciarci il passato alle spalle e provare a conoscerci a vicenda? Sai, solo in caso dovessimo sposarci", chiese Malfoy.
Hermione si stizzì appena. Incrociò le braccia. "Io non ti sposerò. Spezzerò la maledizione!", dichiarò.
Malfoy le rivolse un mezzo sorriso. "Ed io non mi aspetto niente di meno da parte tua, micetta, ma passare un po' di tempo insieme non ci ucciderà".
"Dipende. Se continui a chiamarmi micetta, allora questo fatto ti ucciderà", disse Hermione.
Malfoy rise. "Ma non riesco a farne a meno. Lo rendi così divertente".
"Immagino di poter sopportare nell'essere nella stessa stanza con te, senza dover andarmene", concesse Hermione.
"Oh, che magnanima, micetta".
"Non tentare la fortuna, Malfoy. Irritami troppo ed io converto il mio comportamento", lo minacciò Hermione.
Malfoy le lanciò uno sguardo divertito. "Se non l'hai notato, tesoro, non sono mai stato troppo preoccupato del tuo comportamento. Comunque quella Fattura Pungente faceva male".
Hermione gongolò. "Vorrei scusarmi per averti rovinato il viso perfetto, ma te lo meritavi".
"E' perfetto, non è vero?", disse Malfoy.
Hermione roteò gli occhi. "Sgonfiati, furetto. Non sei così attraente".
"Sono ferito, Granger. Comunque, viene da una ragazza che è uscita con Ron Weasley. Non credo che tu abbia molto gusto in ambito dell'aspetto estetico".
Hermione affilò lo sguardo, prima di chiedere il conto alla cameriera. Malfoy si alzò, prendendosi la tazza di caffè. "Mi piacerebbe sul serio se potessimo provare ad iniziare di nuovo, Granger, mi dispiace per tutti i grattacapi che ti ho dato ad Hogwarts, e per come sei stata trattata dalla mia famiglia durante la guerra. Il mio comportamento è stato imperdonabile, e non ti biasimo se rifiuterai di avere qualcosa a che fare con me".
Hermione si sentiva combattuta. Aveva odiato per così tanto quest'uomo. Malfoy aveva rappresentato tante brutte cose della sua vita, e si stava scusando per il dolore che le aveva causato. Era stato veramente gentile con lei, come il giorno prima, e stava anche continuando a dimostrare di avere un lato sensibile. L'empatia era una cosa che non aveva mai associato a Malfoy, ma ora stava mostrando una comprensione per i suoi sentimenti che era abbastanza impressionante. Suo padre le aveva detto di seguire il suo istinto, e quell'istinto le stava dicendo di dare a Draco Malfoy una seconda possibilità. Se anche questa volta avesse fatto casino, allora lei lo avrebbe annichilito.
"Mi piacerebbe", rispose timidamente lei.
Malfoy le rivolse un largo sorriso, prima di annuire ed uscire dal cafè. Hermione fu felice di notare che i sentimenti confusi che l'avevano perseguitata per tutto il giorno erano scomparsi. Forse Harry avrebbe ricevuto una piccola visita, dopotutto. Era praticamente sicura che si aspettasse il suo ritorno di tutta furia, dopo aver sistemato quell'idiota. Decise sarebbe stato più divertente lasciarlo aspettare per tutto il pomeriggio. L'aspettativa di imbattersi in un'arrabbiata Hermione lo avrebbe terrorizzato l'intera giornata. Hermione si congratulò malignamente con se stessa.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Becoming Mrs Malfoy Cap 15 Bentrovati con il nuovo capitolo :) Se qualcuno si stava chiedendo dove fosse finita la maledizione, beh, eccola di nuovo qui ^_^ Buona lettura, e alla prossima! 

Capitolo 15



Hermione si era arrangiata per passare un po' di tempo con Bill Weasley, a Villa Conchiglia, il fine settimana seguente la visita a Malfoy Manor. Con tutto lo scombussolamento emotivo nella sua vita, sentiva di aver tralasciato i diari di Priscilla Corvonero e, di conseguenza, la maledizione. Non poté fare a meno di sentirsi un po' in colpa per aver messo davanti a questo i suoi bisogni, ma Harry e Ron l'avevano presto zittita. Avevano ragione loro, lei aveva bisogno di sistemarsi, prima di poter veramente lavorare sulla maledizione. Ora si sentiva molto più stabile di come era stata per anni. Le sue sedute con Hera stavano continuando, e si stava togliendo dal petto molti sentimenti imbottigliati. Da quella chiacchierata con Malfoy nel cafè, si era sentita anche molto più incline al perdono. Ora sapeva di essere pronta per rintracciare la maledizione. 

Aveva passato ogni singolo secondo che aveva di quella settimana, dopo il lavoro, a leggere i diari di Priscilla, ed ora era pronta ad incontrare Bill e dare il via alla ricerca per spezzarla. Hermione riusciva a capire ciò che intendeva Minerva McGranitt; Priscilla aveva veramente descritto dettagliatamente il caso. I suoi diari spiegavano l'inizio del battibecco, la disputa, ed il duello tra Salazar Serpeverde e Godric Grifondoro, che erano stati vividamente sostenuti dai loro rispettivi studenti. Non era una cosa salutare per Hogwarts, od il mondo magico in generale, e tristemente avevano lasciato la loro eredità di conflitto tra le due case, che continuava anche dopo millenni. 
Hermione aveva duplicato ciò che aveva letto, e lo aveva spedito a Bill, così che potesse essere al corrente delle stesse cose. Aveva una gran voglia di sapere ciò che lui avrebbe fatto con i diari.
Hermione arrivò con la Metropolvere a Villa Conchiglia alle dieci precise di Sabato mattina. Aveva le farfalle nello stomaco, ed era veramente eccitata. Da quando lei, Harry e Ron avevano cercato di sconfiggere Voldemort, appena adolescenti, non lo era mai più stata così tanto. Non c'era niente come il brivido stimolante di una maledizione, a parte il promuovere la sua Campagna per la Liberazione degli Elfi Domestici.
"Ehi, Hermione", disse Bill, arrivando dalla cucina, ed entrando nel salotto con due tazze di caffè in mano. Ne passò una ad Hermione. "Grazie per avermi duplicato i diari. Sono una lettura affascinante".
Hermione sorrise al più grande dei Weasley. Le piaceva Bill. Era quello più simile a lei, fra tutti i fratelli. Amava cercare e risolvere situazioni difficili. Questo era il motivo per cui era diventato uno Spezza-incantesimi. Prese la tazza di caffè, e ne bevve contenta un sorso. "Fleur fra il caffè migliore di tutti", commentò.
"Ci ha anche fatto dei croissant. Vai in cucina e prendine qualcuno", le disse Bill.
Hermione non aveva mangiato niente a colazione di proposito. Freur, per la sua gioia, somigliava alla suocera Molly. Adorava nutrire le persone, e non avresti mai potuto andartene da Villa Conchiglia senza che ti avesse portato qualcosa da mangiare almeno una volta. Si sedettero sul tavolo della cucina, con un piatto di brioches calde
tra di loro.
"Comunque, mi dispiace per quel zuccone di mio fratello", disse Bill. "Non riesco a credere che lui ed Harry abbiano aspettato così tanto per metterti al corrente della loro amicizia con Malfoy".
Hermione gli sorrise. "Non mentirò, dicendo che questa cosa non mi ha fatto male, perché lo ha fatto. Molto. Ma ora immagino di poter capire un po' meglio di quanto facevo prima".
Bill le rivolse un'espressione confusa. "Ero un po' poco ragionevole quando si parlava di Serpeverde. Non avrei capito. Questa maledizione mi ha fatto osservare me stessa, e capire che ero irrazionale e con dei pregiudizi. Ho iniziato a vedere una psicologa del Ministero, e mi ha aiutato molto nel capire i miei problemi, che pensavo di aver già superato, ma erano solo stati sepolti in profondità dentro di me", spiegò Hermione.
"Puoi anche essere stata un po' pazza quando si parlava di Serpeverde, ma loro sono solo fortunati che tu sia così tendente al perdono. Voi tre avete affrontato troppo insieme, per mantenervi dei segreti così grandi", disse Bill.
"Se mi mentiranno di nuovo, non se la caveranno così facilmente. Li scuoierò vivi", promise Hermione.
Bill rise. "Ecco la mia ragazza", disse con un sorriso. "Allora, ho sentito che sei andata a Malfoy Manor la scorsa settimana".
"Ultimamente non c'è niente che venga mantenuto segreto?".
"Non tra i Weasley", disse ridendo Bill. "Come è andata?".
"Bene. Ho avuto un piccolo crollo nervoso, ma Malfoy mi ha portato a fare un giro per i giardini. Abbiamo parlato di un bel po' di cose, e almeno è diverso da quando andavamo a scuola. Ma continua a farmi saltare i nervi".
Bill rimase un po' in silenzio. Da ciò che aveva visto a quel disastro di cena alla Tana, poche settimane prima, Hermione e Malfoy provavano dell'attrazione sessuale l'uno per l'altra. Aveva potuto notare che Malfoy prendeva in giro senza pietà Hermione, perché voleva ottenere una sua reazione, e quella reazione gli piaceva. Aveva un aspetto magnifico quando si arrabbiava, e Malfoy era una persona passionale.
"Non sarebbe Malfoy, se non facesse saltare i nervi a qualcuno", fece notare Bill.
"Vero", concordò Hermione. "Comunque, torniamo agli affari, e parliamo di questa maledizione".
"Ora mi trovo concorde con la McGranitt. Il quadro che ha descritto Priscilla Corvonero non è piacevole. Quando andavo ad Hogwarts, la rivalità tra Serpeverde e Grifondoro c'era, ma niente a che vedere con questo".
"Benvenuto nel mio mondo", disse Hermione. "Io li ho sempre e solo visti come persone orribili. Immagino che il primo anno non sia stato così male ma, con l'apertura della Camera dei Segreti, la rivalità si è intensificata, ed è arrivata fino al punto attuale".
Bill rimuginò. "Sei sicura di voler ancora spezzare questa maledizione, adesso?", chiese.
"Capisco cosa intendi, ma è facile per te dirlo, perché non sarai costretto a dover sposare un Serpeverde. Nemmeno io penserei che sia una cattiva idea mantenerla, se non fossi una delle sfortunate che deve averne a che fare", replicò Hermione.
Bill le sorrise. "Sì, capisco. La odierei anche io se non potessi essere in grado di scegliere".
"Allora, hai qualche idea?".
"Mmmm, non molte. So solo ciò che vedo. Priscilla ha usato la sua conoscenza di Hogwarts per mettere in atto la maledizione. E' una di quelle streghe che hanno creato Hogwarts, con i piani, le scale che cambiano, e tutto il resto", disse Bill.
"Sì, e sembra che abbia chiesto a Tosca Tassorosso di usare il potere degli Elfi Domestici", aggiunse Hermione.
"Questo per me è l'aspetto più interessante di questa maledizione. Non ho mai sentito parlare di qualcuno che abbia usato questo potere per fare una cosa del genere, anche se tu potresti non esserne così impressionata", commentò Bill.
"Non approvo che i maghi e le streghe abusino dei poteri degli Elfi Domestici per il loro stesso guadagno, ma ho fatto molte ricerche su Tosca Tassorosso e, per essere onesta, lei è probabilmente la più compassionevole di tutti i maghi e le streghe in cui io mi sia mai imbattuta, nei loro riguardi".
Bill rivolse ad Hermione un sorriso sfacciato. "Eccetto te, ovvio":
Hermione roteò gli occhi, e lo allontanò dall'ultimo croissant, prima di fregarselo.
"Ehi, quello era l'ultimo", piagniucolò Bill.
"Si, e tu li mangi sempre", rispose Hermione.
Bill le lanciò uno sguardo risentito, ma lei sapeva che non lo era davvero. Era solo l'appetito dei Weasley che stava parlando.
Hermione guardò le sue note. "Comunque, so che voi Weasley nutrite un amore immens per il cibo, ma torniamo alla maledizione. Stavo pensando che, perché la maledizione venisse attivata, doveva essere stata racchiusa da qualche parte ad Hogwarts".
Bill annuì. "Ha senso, ma doveva esserci qualcosa che percepisse il potere dell'inimicizia tra le due case".
Sia Bill che Hermione si sedettero, e ci pensarono su per un bel po'. Era vero, come avrebbe fatto la maledizione a sapere quando attivarsi? Doveva essere in grado di percepire che la situazione tra le Case di Grifondoro e Serpeverde era ad un punto di rottura. 
"Non credi che possa essere successo a causa della Grande Battaglia, vero? Quando Hogwarts era sotto attacco. Voldemort era un Serpeverde, ed Harry era un Grifondoro", chiese Hermione. 
Bill scosse la testa. "Sarebbe potuta essere un'ipotesi corretta, ma stiamo dimenticando una cosa. Non erano solo un Grifondoro ed un Serpeverde che stavano combattendo, ma era l'intera Hogwarts, ed anche l'intero mondo magico. Ed oltretutto voi avevate Piton che combatteva per l'Ordine, e Codaliscia che combatteva per Voldemort. Non erano nemmeno gli unici che combattevano da un lato - innaturale -".
Hermione scosse le spalle. Aveva sperato che sarebbe stata una cosa che sarebbero riusciti a mettere subito in chiaro, ma non era stato così. Bill aveva ragione, sarebbe stata troppo imprecisa come idea, e Voldemort era riuscito ad ammassare un'impressionante folla di seguaci anche al di fuori della casa di Serpeverde. 
I due si scambiarono le teorie per ancora qualche ora, prima che Fleur tornasse e gli facesse ripulire il tavolo della cucina dai loro appunti. Costrinse Hermione a rimanere per pranzo. I bambini erano con Molly, che aveva invitato Teddy ed Andromeda per passare la giornata alla Tana. 
"Allora, cosa farai domani, Hermione?", chiese Bill. "Hai del tempo per andare ancora un po' avanti su queste ricerche?".
Hermione stava per dire di sì, quando si ricordò di aver promesso a Ginny che l'avrebbe aiutata e sarebbe andata con lei a fare shopping ad Hogsmeade. Ginny non aveva avuto abbastanza tempo per farlo durante la stagione, come avrebbe invece voluto, e le piaceva passare così la maggior parte dei suoi giorni liberi. "Ho promesso a Ginny che l'avrei aiutata a trovare qualche vestito per la Festa di Natale del Ministero", disse Hermione.
Bill iniziò a ridere. "Buona fortuna con quella lì, Hermione. Sai pensando di partecipare, quest'anno? Mi fa sempre ridere il fatto che mia sorella, che non è impiegata al Ministero, ci vada, mentre tu, che sei andata a lavorare lì subito dopo aver passato i M.A.G.O., non ci vada mai".
"Bill, sai quanto odio le cose come questa. E' una cosa così pretenziosa, ed io non ho pazienza".
"Sai, potresti semplicemente andare e gustarti il cibo, o ballare, come fa Ginny", precisò Fleur.
"Potrei, ma non me la caverei. Avrei sicuramente persone che mi gironzolano intorno per biasimarmi su quando poco consona sia l'ultima legge per gli Elfi Domestici", disse tagliente Hermione. "No, andrò dai miei genitori, come faccio ogni anno quando festeggiano il Natale. A volte paga veramente avere dei genitori babbani".
Fleur e Bill guardarono Hermione in esasperazione.
Ginny aveva detto ad Hermione di incontrarsi ai Tre Manici di Scopa, ad Hogsmeade, a mezzogiorno. Avrebbero preso un caffè, prima di passeggiare per la strada principale. Ginny l'aveva più che altro trascinata nel negozio di abbigliamento, il Stratchy & Sons.
"Perchè non siamo andate a Diagon Alley, se sei determinata a dare un'occhiata ad ogni singolo stile che abbiano mai inventato?", chiese Hermione. "Lì c'è molta più scelta". 
"Sai quanto odio tutta l'attenzione. Vengo sempre scocciata da persone che vogliono foto ed autografi. Mi accorcia troppo il tempo che ho per fare shopping. La cosa bella di Hogsmeade è che la maggior parte della gente mi vede ancora come Ginny Weasley, la studentessa di Hogwarts".
"Sì, immagino. Io credo di essere semplicemente abituata alla pazzia di Diagon Alley".
"Almeno non è tanto male quanto quella terribile strada dove mi hai trascinato un Sabato. Come si chiamava? Oxbridge Road?"
"Oxford Street, e sì, è un errore metterci piede nel fine settimana".
Ginny scrollò le spalle, mentre si ricordava della folla e dell'inabilità delle persone di non prendere dentro le une contro le altre. La sua mentre stava cercando di individuare il vestito perfetto con cui non sfigurare al fianco di Blasie.
Hermione vagò per le varie sezioni dedicate all'abbigliamento delle streghe. Si stava appoggiando contro un vestito, in modo assente, e si stava guardando allo specchio, quando vide una testa di un biondo impossibile al di sopra della sua spalla.
"Quel colore ti sta bene, micetta, ma non pensavo fossi una ragazza a cui piace il verde. Non è un po' troppo Serpeverde, per i tuoi gusti?".
"Ah ah, Malfoy, sto solo aspettando Ginny. Tu cosa stai facendo, gironzolando in un negozio di vestiti, fissando le donne? E' una cosa un po' perversa, anche per te".
Malfoy strinse gli occhi, ma decise di rispondere alla domanda, prima che lei lo insultasse. "Sto aspettando Blasie. Sta seguendo Ginny come un cucciolo che si è perso. Ti ho visto, e la tentazione di avvicinarmi e punzecchiarti è stata irresistibile".
Hermione alzò lo sguardo, per vedere poi Ginny marciare verso Zabini. "Non posso fare niente senza che lui mi segua in giro, facendo commenti su tutto", esclamò Ginny.
Zabini semplicemente sorrise. "Ti stavo aiutando, tesoro".
"No, non lo stavi facendo. Stavi solo diventando irritante, ed insistevi che provassi qualcosa nel verde Serpeverde. Malfoy, ti chiedo di portare via il tuo amico ora, prima che io sia forzata a fare qualcosa di drastico", patteggiò Ginny.
"Solo se dopo, entrambe, verrete a mangiare qualcosa con noi", disse Malfoy.
Ginny roteò gli occhi. "Sì, lo faremo. Ora scomparite!".
Zabini soffiò un bacio volante alla sua irritata fidanzata, mentre Malfoy semplicemente ammiccò verso Hermione e disse, "Ci vediamo dopo, micetta".
Hermione gli lanciò uno sguardo, ma si girò di nuovo verso la sua amica rossa, che stava, ancora una volta, cercando tra gli appendini. "Uomini", se ne uscì Ginny.
"Non riesco a credere che dovremo andare a pranzo con loro", grugnì Hermoine.
"Pensavo avessi detto che ora trovavi più facile stare con Malfoy", disse Ginny.
Hermione guardò sospettosamente la sua amica. "E' vero, credo, ma ciò non significa che oggi voglia andare a pranzo con loro".
"Ma non avevi anche detto che voi due eravate d'accordo nel lasciarvi il passato alle spalle ed iniziare d'accapo?", chiese Ginny.
"Beh, sì", replicò Hermione. "Ma non deve essere necessariamente così. Oltretutto oggi è troppo provocante, e io volevo solo passare dei bei momenti con te".
"Oh", fu tutto ciò che disse Ginny.
Hermione ora stava veramente sospettando qualcosa. "Ginny Weasley, tu hai detto a Zabini di incontrarvi oggi, e gli hai chiesto di portarsi dietro Malfoy, non è vero?", la accusò.
Ginny almeno ebbe la vergogna di arrossire. "Beh, non è che sia riuscita a vedere molto Blasie. Ed il fatto che tu abbia detto che lo scorso Sabato è andato bene, e mi abbia raccontato della conversazione di Lunedì, mi ha fatto presupporre che non ti sarebbe pesato se avessimo pranzato insieme".
Hermione non voleva urlare contro la sua amica, specialmente visto che a Ginny piaceva veramente Zabini, ed a causa della natura competitiva del suo lavoro era spesso immersa in periodi di allenamento in posti dove non erano permessi visitatori. "Credo possa andare bene", grugnì Hermione. 
Ginny sorrise. "Penso sia un soprannome carino".
"Lo sarebbe, ma pensavi anche che quella maledetta Puffola Pigmea fosse adorabile, quando avevi quindici anni".
"Basta brontolare, miserabile donna. Avrebbe potuto essere peggio, tipo continuare a chiamarti con tutti quei soprannomi che usava ad Hogwarts. Almeno micetta è dolce".
Hermione non disse niente, e semplicemente pescò solo un vestito nero da far ispezionare a Ginny.




George e Pansy si sedettero ai Tre Manici di Scopa, per pranzare. George stava scandagliando l'area per trovare un possibile negozio in vendita dove aprire una seconda attività dei Tiri Vispi Weasley. Pansy si era rivelata una sorprendente affarista, ed era riuscita a far abbassare i prezzi offerti dalla maggior parte delle persone meno indulgenti.
"Quel posto dal lato opposto di Zonko era perfetto, ma era appunto al lato opposto di Zonko", disse George. 
"Sì", riflettè Pansy. "Ma potrebbe giocare a tuo favore. Tutti quelli che frequentano Zonko sarebbero felici di venire a visitare il tuo negozio".
"Certo, ma avere il tuo maggior rivale così vicino non è una buona cosa per gli affari. O almeno, questo è ciò che dicono i manuali", fece notare George. 
"Da quando hai iniziato a mettere in pratica le regole degli altri? Se per te va bene, allora segui il tuo istinto. E' quello, che ti ha portato così lontano".
George la guardò e le sorrise. "Hai ragione, Parkinson. Mi piace il modo in cui pensi".
Pansy gli sorrise, e scosse la testa. "Oh, e dovresti pensare anche ad aprire un negozio nel villaggio vicino a Durmstrang. I bambini lì smaniano per i tuoi prodotti. E scommetto anche quelli di Beauxbaton".
"Mmmmm un impero di Tiri Vispi Weasley. Potrebbe piacermi. Pensi in grande, Pans".
"Sono una Serpeverde", disse lei, ammiccando. 
"Ha ragione", disse una voce alle spalle di George.
Pansy alzò lo sguardo, e vide Blasie e Draco. "Cosa fate qui, voi due?", chiese con un largo sorriso.
"Abbiamo avuto la stessa vostra idea. Pranzare con le nostre Grifondoro. Se mai usciranno dal negozio di vestiti, ovvio", replicò Blasie. 
George sorrise al suo presto cognato. "Allontanare Ginny dalle nuove tendenze in fatto di vestiti è una cosa che nemmeno Voldemort riuscirebbe a fare".
"Racconta. Io sono stato mandato via da lì perché non prendevo la cosa abbastanza seriamente", spiegò Blasie. " I tuoi piani per l'espansione suonano bene. Dovrai avere successo, perché posso occuparmi di un solo cognato senza speranza". 
"Ah, Ronnicuccio. Credo che Fred gli abbia fatto sbattere la testa, da piccolo", disse George.
Blasie rise. "Stavo pensando a Percy, non alla Donnola, ma ora che lo menzioni...."
"Povero Ron, non capisco perché sia amico di tutti voi", disse Pansy.
Blasie e Draco unirono il loro tavolo a quello di Pansy e George. 
"Veramente rovinerete il mio appuntamento in questo modo?", chiese George.
"Esatto. Dobbiamo assicurarci che tratti bene la nostra ragazza", replicò Draco.
"Pensavo che voi Serpeverde foste freddi, crudeli, ripugnanti e senza amici", precisò George.
"Hai passato troppo tempo con la Granger", rispose Draco.
George scrollò le spalle. "Probabilmente".
"Ehi, vi ho sentito. Ci sto lavorando sodo", disse comparendo Hermione ed avvicinandosi al tavolo, dove collassò sulla sedia vuota più vicina, il che la portò a sedersi di fianco a Malfoy.
"Dov'è Ginny?", chiese Blasie.
"L'ho lasciata a pagarsi un nuovo vestito. Ho pensato che se me la fossi svignata quando non stava prestando attenzione, avrei potuto riuscire a mangiare qualcosa".
Ginny in quel momento entrò nel pub, trasportando un paio di borse. "Sei un'amica schifosa, Hermione", la rimproverò.
"Pensavo che sarei morta lì dentro", la punzecchiò di risposta Hermione.
"Me lo ricorderò per la prossima volta in cui mi trascinerai al 'Ghirigoro' e mi terrai prigioniera lì per l'intero giorno. 'Oooh, Ginny, guarda! Libatius Borage ha pubblicato un nuovo libro di pozioni! Credi che sarebbe meglio dell'ultimo manuale di Arsenius Jigger?", la scimmiottò Ginny, imitando il suo tono di voce.
Hermione semplicemente le fece una linguaccia. Sia le orecchie di Blasie che quelle di Draco si erano tirate al sentir nominare 'pozioni'. "Allora, cosa ne pensi dell'ultimo libro di Borage?", chiese Blasie.
Ginny alzò le braccia al cielo. "No, mi rifiuto di permettere una qualsiasi discussione di pozioni intorno a questo tavolo. Mi fa pensare solo di essere seduta nei sotterranei di Piton, e di star sorbendomi tutte le sue lezioni".
Tutti e tre i fanatici di pozioni misero il broncio. ""Bene", disse Hermione. "Ma ciò significa che io bandisco qualsiasi discorso sul Quidditch".
Pansy si intromise, "Io metto il veto sulle discussioni riguardanti i Serpeverde maligni", disse con un sorriso sfacciato, rivolta verso Hermione, la quale arrossì appena.
"E non è nemmeno permesso analizzare una qualsiasi nuova legge per gli Elfi Domestici allora", aggiunse George.
"E nemmeno conversazioni sui furetti", contribuì Draco.
"Dannazione, ecco che il mio intero repertorio è volato dalla finestra", disse Hermione, facendo la finta irritata.




Quando la McGranitt entrò ai Tre Manici di Scopa, poche ore più tardi, dovette sbattere doppiamente le palpebre, mentre i suoi occhi incrociavano il rumoroso tavolo dei ragazzi, che continuava ad essere scosso da risate. Era veramente un tavolo misto, con studenti di Grifondoro e Serpeverde? Gli occhi di Minerva si fecero ancora più grossi quando vide Hermione seduta lì. Dopo l'esibizione della ragazza, il mese passato, al Ministero, Minerva non aveva molta speranza che il matrimonio tra lei e Draco Malfoy sarebbe avvenuto. Aveva fatto del suo meglio per far notare alcune caratteristiche ad Hermione sul ragazzo Serpeverde, il giorno dopo, ma non era sicura di come la sua vecchia pupilla l'avesse presa. Ora sembrava però che ci fosse stato un gran cambiamento nelle ultime due settimane, perchè quella donna, che precedentemente non era in grado di interagire con un Serpeverde senza urlargli contro ed affatturarlo, era seduta come se si stesse divertendo. E Draco Malfoy era lì, di fianco a lei, come se non fosse stato per niente insolito. 
Sconcerto a parte, era una mera fortuna che lì seduti di fronte a lei ci fossero alcuni degli studenti affetti dalla maledizione. Minerva stava giusto duplicando e spedendo delle lettere ad ognuno. All'inizio della settimana le era infatti stata fatta visita da Priscilla Corvonero, la quale l'aveva informata che, se i matrimoni non fossero stati celebrati prima della fine dell'anno accademico, allora Hogwarts avrebbe dovuto chiudere i battenti. Ci sarebbe voluta quindi una buona organizzazione per essere sicuri che tutti si sarebbero sposati in tempo,
Minerva si avvicinò al chiassoso tavolo. "Beh, è bello vedere che i miei ex-studenti siano riusciti a lasciarsi alle spalle le rivalità di scuola", li salutò.
Hermione arrossì, mentre alzava lo sguardo verso la Preside di Hogwarts. Era ancora imbarazzata per il suo comportamento all'incontro al Ministero, di fronte ad una donna per cui aveva un assoluto rispetto. Malfoy le lanciò uno sguardo divertito, così gli tirò un calcio da sotto il tavolo e ghignò, mentre lui mugugnava di dolore. 
"Perchè non si unisce a noi, Prof... ehm Minerva?", chiese Hermione.
Minerva sorrise. "Mi piacerebbe, ed ho anche alcune novità per voi che riguardano la maledizione, quindi la cosa mi fa risparmiare un po' di tempo".
Le orecchie di Hermione si tesero, ed il tavolo divenne molto più tetro. Non importava quando tutti ormai potevano starsi simpatici, perché a nessuno di loro piaceva l'idea di essere forzati a sposarsi a causa di una maledizione.
"Non sono di certo le migliori notizie", continuò Minerva. "Priscilla Corvonero mi ha contattato ancora una volta attraverso un sogno. Mi ha detto che Hogwarts ha tempo fino alla fine di questo anno accademico, per far sì che i matrimoni abbiano luogo".
Hermione si sentì stringere il petto da una morsa. A malapena riusciva a respirare, da quanto era stretta. 
"Abbiamo fino a metà giugno?", chiese squittendo Pansy. 
Hermione osservò il tavolo, e notò che tutti provavano il suo stesso panico. Il suo sguardo si posò per ultimo su Malfoy, il quale la stava scrutando con preoccupazione.
"Non c'è modo di cancellarla?", chiese Malfoy.
Minerva fece una smorfia. "Sfortunatamente no, ci abbiamo già provato il più a lungo possibile. Mi dispiace rovinarvi una domenica come questa", disse prima di alzarsi in piedi. Abbassò lo sguardo, per osservare i suoi vecchi alunni. "Il prossimo sabato si terrà un incontro ad Hogwarts, che avrà inizio alle 10 di mattina". Poi uscì dal bar ed iniziò a chiacchierare con Madama Rosmerta.
Il tavolo rimase silenzioso per dei buoni minuti, mentre digerivano l'informazione.
"Pensavo che fosse solo un grande scherzo, e che non avremmo veramente dovuto farlo", disse George.
"A me lo dici", mormorò Zabini.
Hermione sembrava solo mortificata.
"Per favore, dimmi che stai facendo qualcosa per tirarci fuori dalla maledizione", disse Pansy.
Hermione guardò con sorpresa la ragazza Serpeverde. Non immaginava veramente che qualcun altro fosse convinto tanto quanto lei di spezzarla. "Ieri ho visto Bill Weasley. Abbiamo iniziato a lavorare sui diari e mettere insieme alcune teorie, ma ancora non siamo veramente arrivati da nessuna parte".
"Forse sarebbe una bella idea ampliare il lavoro per rompere la maledizione", suggerì Malfoy.
Ginny annuì entusiasticamente. "Credo che siamo tutti d'accordo nel dire che nessuno di noi vuole essere forzato al matrimonio, indipendentemente da quanto ci piacciano le coppie", disse, schioccando uno sguardo ammirato a Zabini. 
Hermione ci pensò. Sarebbe stato stupido insistere nel far lavorare solo lei e Bill sulla maledizione. Se avessero avuto un gruppo intero a lavorarci, avrebbero potuto arrivare più lontano. Hermione era anche conscia di essere seduta con una talentosa parte di maghi, che avevano superato molte più avversità di quante ne avessero mai superate altre generazioni alla loro età. "Credo che sarebbe davvero una grande idea, Malfoy", rispose. "Potremmo ottenere molto di più. Tutti noi abbiamo talenti e preparazioni in aree diverse, quindi avremmo un campo di ricerca più ampio".
"Che ne pensate di ritrovarci la prossima settimana, dopo l'incontro ad Hogwarts?", suggerì Pansy. "Saremo tutti nello stesso posto, quindi sarebbe stupido non trarne vantaggio".
"Sembra un buon piano. Contatterò Bill per vedere se è libero il pomeriggio di sabato prossimo", disse concorde Hermione.
Il gruppo non se la sentiva di provare a ripristinare l'atmosfera libera ed allegra che c'era stata prima che Minerva McGranitt entrasse ai Tre Manici di Scopa. Tutti si avviarono per strade diverse, cercando di rimanere ottimisti sul fatto che avrebbero potuto spezzare la maledizione e decidere se e quando sposarsi.


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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Becoming Mrs Malfoy Cap 15 Benritrovati a tutti :) Non mi dilungo, ho già perso troppo tempo in quest'ultimo anno, non pubblicando. Mi spiace. Non sono stata costante per problemi personali e familiari. Chiedo venia. Ancora. Abbiate pietà :D
Buona lettura :)

Capitolo 16

Hermione prese a braccetto Harry e Ron mentre entravano nel castello di Hogwarts. Sorrise, quando vide tutti gli attuali studenti gironzolare, mentre si godevano il fine settimana. Si sentiva come se il tempo fosse tornato indiero e loro fossero state ancora una volta matricole. Hermione doveva ammettere che le era mancato quel posto. Nonostante la guerra intrapresa li, aveva amato la vita al castello.

"Sembra strano essere tornati", commentò Ron.

"Mi chiedo se Minerva ci lascerà dare un'occhiata in giro", disse Harry.

  "Shhhh, non dirlo, oppure non riusciremo di nuovo a scollare Hermione dalla biblioteca", disse scherzando Ron.

"Spero che potremmo andare a visitare la sala comune di Grifondoro", continuò Harry. "Mi manca quel posto".

Ron ed Hermione annuirono, ed i tre pensarono nostalgicamente a quanto si erano divertiti nella torre.

"Bene, bene, non sono Potty, la donnola ed il manico di scopa?", biascicò una voce alle loro spalle.

Il trio si girò di colpo e toreò gli occhi, quando vide Malfoy, affiancato questa volta da Zabini e dalla Parkinson.

"Ah ah, Draco", disse Harry.

Malfoy ghignò. "Non sono riuscito a resistere. Non mi sembrerebbe Hogwarts, se non facessi dei commenti pungenti su voi tre".

Daphne sfrecciò tra i tre Serpeverde, e si diresse verso Harry, soffocandolo di baci.

"Daphne, per favore, puoi provare un po' meglio a tenere alto il nome dei Serpeverde? Non è consono adulare in quel modo il Ragazzo d'Oro, e stiamo ricevendo strani sguardi da tutti i marmocchi", disse Malfoy.

Daphne si girò per affrontare il suo biondo amico. "Non mi interessa. Ho aspettato anni per poter fare delle cose come questa, e non mi fermerò solo perchè tu non riesci a digerirlo".

"Non sono io che ne sono preoccupato; ho visto dimostrazioni di affetto per Potter molto più nauseanti. Hai solo traumatizzato quei poveri Serpeverde laggiù", replicò Malfoy.

Tutti si voltarono verso il luogo che stava indicando Malfoy, ed Hermione non potè fare altro che ridere alla vista del gruppo di Serpeverde del sesto anno, le cui facce erano somiglianti al verde delle loro divise.

"Non credo si riprenderanno dall'aver visto il grande Principe Serpeverde fare comunella con i Grifondoro", provocò Ron. 

Malfoy fece una smorfia. "Ma per favore, che ridicolo nome è questo".

"Non peggiore di micetta", si intromise Hermione.

"Non farmi iniziare a chiamarti Ragazza d'Oro dei Grifondoro", la punzecchiò di rimando Malfoy.

Questa volta fu Hermione a fare una smorfia. "Ok, ammetto che sono dei soprannomi terribili e stupidi".

"Bene, quindi non chiamatemi più in un modo del genere", ordinò Malfoy.

"Allora torniamo a furetto", disse con un ghigno maligno Ron.

Tutti alzarono di colpo lo sguardo all'udire la tuonante voce di Hagrid che li chiamava. "Voi, entrate! La Professoressa McGranitt è pronta ad iniziare".

Harry, Ron ed Hermione si stamparono sul volto un grande sorriso, facendosi piccoli e correndo ad abbracciare Hagrid. I Serpeverde ghignarono, mentre i tre li sorpassavano. Hagrid lanciò uno sguardo a Malfoy, e si voltò verso Hermione. "Quel tipo non ti sta dando alcun problema, vero?".

Hermione sorrise al mezzo gigante iper-protettivo. "Non ti preoccupare, Hagrid. Se esce troppo dai gangheri posso sempre prenderlo di nuovo a pugni".

"Ecco la mia ragazza, Ermione", disse Hagrid, stringedola fino a quasi non farla respirare più. "Comunque, è meglio che andiate dentro, così la Professoressa McGranitt può iniziare".

Hermione, Harry e Ron si sentirono definitivamente tornati ad Hogwarts quanto entrarono in ritardo nella Sala Grande, ricevendo dalla McGranitt uno sguardo molto irritato. Il fatto li portò a ricordare le lezioni di Trasfigurazione. Tutti e tre si affrettarono, ed automaticamente di diressero verso il tavolo dei Grifondoro. Si sedettero insieme, ed Hermione scosse leggermente la testa, mentre realizzava di avere praticamente la stessa vista di Malfoy che aveva avuto per sei anni. L'unica differenza è che invece di sguardi e ghigni, lui aveva un enorme sorriso stampato in faccia, ed ammiccò verso di lei quando si accorse del sopracciglio alzato di Hermione. Lei roteò gli occhi e gli fece una linguaccia. Dovette smetterla di ridere quando lui le mormorò di rimando "Molto maturo da parte tua".

La professoressa McGranitt si schiarì la voce, ed osservò i suoi ex studenti. "Sono veramente dispiaciuta di avervi ad Hogwarts per circostanze così orribili. Comunqe, sono triste di annunciare che dovrete imperativamente sposare colui o colei che la Sorte vi ha assegnato".

Ci furono un sacco di mormorii irritati, ed alcuni sguardi molto poco benevoli lanciati alla Preside. Nessuno apprezzava il fatto di essere la generazione che aveva scatenato la maledizione, ed aveva visto fuggire la personale scelta del proprio compagno. Ci furono anche alcuni commenti maligni sui Tassorosso ed i Corvonero, che chiaramente avevano avuto origine dal tavolo dei Serpeverde, ma Hermione si ritrovò a pensare di aver sperato che il Cappello Parlante l'avesse invece smistata a Corvonero.

La McGranitt alzò le mani ancora una volta per chiedere silenzio. "Sì, so che è veramente spiacevole, ma se per favore vorreste calmarvi, allora potrò continuare. In ogni caso, come stavo dicendo, ora i matrimoni che devono essere celebrati per salvare Hogwarts hanno un tempo limitato. La scorsa settimana, in un sogno, sono stata informata da Priscilla Corvonero che ciò dovrà avvenire entro la fine dell'anno accademico di Hogwarts".

Minerva si zittì il tempo necessario per lasciare completamente comprendere alla sala quell'informazione. I sussulitii scioccati la informarono che non era stata una notizia molto ben accetta. Non che li biasimasse. Minerva era anche preoccupata perchè non era sicura che tutti avrebbero acconsentito alle nozze, ed in quel momento i suoi occhi si soffermarono su Hermione Granger. Era rimasta piacevolmente colpita che alcune coppie che inizialmente le avevano regalato un bel mal di testa ora avessero risolto i loro problemi; George Weasley e Pansy Parkinson ne erano un esempio. Ma non aveva idea in che modo l'avrebbe presa Hermione. Non sembrava più provare quella profonda antipatia per Draco Malfoy che aveva all'ultimo incontro di mesi prima, ma ciò non significava che lei fosse pronta a sacrificarsi per Hogwarts. L'unica cosa che rendeva speranzosa Minerva in questo caso, era che Hermione amava Hogwarts, ed avrebbe odiato vedere il castello chiuso e precluso alle future generazioni. 

Minerva era anche insicura su cosa ne pensasse Malfoy. Lui era stato messo in coppia con una nata babbana, ed anche se dopo la fine della guerra era cambiato, non significava che fosse necessariamente pronto a mettere fine alla linea di sangue puro dei Malfoy. Minerva si era già da tempo rassegnata sul fatto di aver bisogno di parlare da sola e privatamente con entrambi, per capire pienamente cosa stessero pensando. Sperava solo di non avere più il mal di testa. La preoccupazione e lo stress di tutto ciò la stava portando a notti insonni. Sospirò, mentre chiese silenzio alla sala.

"Ora, so che non ciò non vi da molto tempo per conoscere i vostri compagni e nemmeno di pianificare il matrimonio da sogno che molti di voi potrebbero aver sempre desiderato".

Draco lanciò a Pansy uno sguardo di chi la sapeva lunga. La ragazza lo aveva costretto a giocare a "sposo e sposa" sin da quando era stata abbastanza grande da fare a finta di star percorrendo una navata. Da quando aveva tredici anni sognava il vestito da sposa, e da quando ne aveva quindici il giorno perfetto del suo matrimonio. 

La McGranitt continuò a parlare, e Draco si ricordò dei noiosi discorsi di quando frequentava Hogwarts. Almeno lei andava dritta al punto, al contrario di Silente. "So che molti di voi potrebbero non aver deciso se voler procedere o meno con il piano del Ministero. Comunque, prima che decidiate definitivamente di non sposare la persona con la quale siete stati messi in coppia, mi piacerebbe che veniste a parlarmi. Se vi rifiuterete di sposarvi, sarete attaccati da tutto in mondo magico della Gran Bretagna. Dovrà essere costruita una nuova scuola per poter insegnare ai maghi ed alle streghe, il che potrebbe richiedere parecchio tempo, e probabilmente significa che una giovane generazione potrebbe perdere la possibilità di studiare e di avere una corretta educazione. Durmstrang e Beauxbatons potrebbero non essere in grado di ospitare tutti gli studenti in più".

Draco ghignò all'udire quell'emozionante discorso che la McGranitt stava propinando a tutti loro. Era una tattica tipicamente Grifondoro, cercare di appellarsi alla coscenza di tutti e sperare che sarebbero caduti nella trappola del "bene superiore" per le future generazioni. Tra i Serpeverde non molti sarebbero stati toccati da questo argomento, anche se la perdita della tradizione di Hogwarts sarebbere stata dura anche per loro. Draco sapeva a chi principalemente la McGranitt stava rivolgendo quel discorso, e guardò verso la Granger per vederne la reazione. Prevedibilmente lei si stava mordendo un labbro, sembrando combattuta. Sapeva che andava contro il suo carattere accettare un simile patto, ma anche permettere che Hogwarts fosse chiusa sarebbe stato impensabile. Il castello era stato il suo primo contatto con il mondo magico, e sia lei che Potter ne erano affezionati per ovvi motivi.

"Prima che tutti voi ve ne andiate, per favore, Hermione Granger e Draco Malfoy, potete venire con me?", concluse la McGranitt.

Draco sbuffò per l'immenso interesse che il resto della sala aveva immediatamente mostrato per lui e la Granger. Velocemente recuperò la sua maschera impassibile, non volento che qualcuno riuscisse a decifrare i suoi sentimenti nell'avere così tanti occhi puntati addosso. Lanciò un veloce sguardo alla Granger, e le vide fare la stessa cosa, solo molto peggio. Era chiaramente rossa ed ansiosa, mentre cercava di ignorare le chiassose persone che ora stavano fissando lei e lui.

Sbrigativamente i due seguirono la McGranitt, che li condusse nel suo ufficio. Non si guardarono nemmeno intorno, troppo concentrati su ciò che voleva riferire loro.

"Mi spiace avervi richiamato in quel modo, ma volevo assicurarmi di avere la possibilità di parlare ad entrambi prima che scompariste. So che questa decisione è probabilmente la più difficile per voi, e volevo essere sicura che riusciste a ragguagliarmi. A differenza del Ministero, non ho sentito il bisogno di farvi sedere di fianco al vostro compagno", disse la McGranitt, guardando divertita Hermione, la quale arrossì.

Herione si schiarì la voce. "Si, beh, immagino che uno di noi avrebbe dovuto sedersi nel tavolo della Casa dell'altro".

"Tu", mormorò Malfoy, interrompendola.

Hermione semplicemente guardò irritata il biondo, che le sorrise.

"Comunque, mi sto chiedendo a che punto siate nel decidere. E' stata una piacevole sorpresa vedervi entrambi ai Tre Manici di Scopa la scorsa domenica, e spero ciò significhi che è stato fatto qualche progresso".

Hermione era profondamente a disagio a causa dell'intera conversazione. Era imbarazzate ed il suo cambiamento di sentimenti nei confronti di Malfoy era troppo nuovo per spiegarlo a parole. Magari non lo odiava più come aveva fatto precedentemente, ma non era sicura di volerlo sposare. Riusciva ancora a farla diventare pazza. "Ehm, immagino si possa dire che stiamo cercando di conoscerci", mormorò Hermione.

La McGranitt sorrise sollevata. "Beh, è una buona cosa. Sono compiaciuta che almeno ora riusciate a rimanere nella stessa stanza per un tempo prolungato. E lei, signor Malfoy? Questa decisione non avrà conseguenze solo per lei, ma anche per la sua famiglia".

Malfoy alzò un sopracciglio alla domanda della McGranitt. "Le assicuro che il pensiero dei Malfoy sulla questione del sangue è significativamente cambiato. E come unico Malfoy in vita, la famiglia segue la mia decisione. In ogni caso le famiglie purosangue si stanno estinguendo a causa dei matrimoni misti, quindi avrei ugualmente dovuto espandere i miei orizzonti".

Hermione cercò di non ridere, dopo aver sentito in che modo pomposo ed etichettato si era espresso Malfoy. Sapeva che lui non riusciva a farne a meno. La McGranitt aveva chiesto una cosa molto personare, ed era difficile rispondere con i dovuti termini. Era anche sconcertante avere l'attenzione dei vari Presidi di Hogwarts, che non stavano nemmeno cercando di nascondere il loro interesse per l'intera conversazione. Hermione non potè fare a meno di notare il vecchio amico di Harry, Phineas Black, che stava osservando un suo parente, disgustato dal pensiero di Malfoy sulle famiglie di sangue puro.

"Allora entrambi deciderete di sposarvi?", disse la McGranitt in un modo che le era incredibilmente alieno. Hermione capì che la faccenda dell'avere la maledizione che pendeva sopra la testa stava causando molto stress alla Preside.

"Uh, beh, in realtà non ne abbiamo ancora parlato", si intromise Hermione, prima che Malfoy potesse fare la sua uscita con qualche frase sarcastica. Riusciva a capirlo dall'espressione del suo viso, che non sarebbe stata affatto una cosa carina. "Spero ancora di poter riuscire a trovare una soluzione per spezzare la maledizione. Bill Weasley ed io ci stavamo già lavorando".

Un moto di tristezza passò sul viso della McGranitt. "Oh, beh, certo, è una bella notizia", disse, con quel tono che in realtà vuol dire l'esatto opposto. 

Hermione non poteva lasciare la Preside a sentirsi così pessimista riguardo all'intera situazione. "Ma sono sicura che se non verrà trovata alcuna soluzione allora io e Malfoy cercheremo di salvare Hogwarts", disse in fretta, prima di rendersi conto delle parole che aveva pronunciato. 

La McGranitt la guardò e le sorrise radiosamente, il che era stato alquanto sinistro, per essere completamente onesti. Hermione non voleva guardare Malfoy, che, ne era sicura, la stava osservando con quello sguardo che di solito riservava alle cose che trovava morbosamente interessanti. 

Comunque, a quanto pareva, il suo cervello in quel momento non riusciva a comandare gli occhi, perchè si ritrovò a fissare dalla parte di lui. Lui la stava addocchiando come se fosse rimasto sorpreso, ma con una scintilla negli occhi che trovò un po' sconcertante. Non sapeva cosa potesse significare. 

La McGranitt sembrò ritrovare la sua solita compostezza e velocemente li ringraziò, prima di farli uscire dal suo ufficio. 

Hermione ora si sentiva in un qualche modo inopportuna, nel corridoio con Malfoy. Non aveva idea di dove fossero Ron ed Harry. Sapeva che Ginny era in giro con Blasie. "Allora, tutto ciò è stato... ehm.. un po' intenso", commentò Hermione, come se avesse avuto il dovere di interrompere il silenzio che si era creato.

Malfoy semplicemente le lanciò di nuovo quello sguardo, ma non le rispose verbalmente. 

"Beh, allora immagino che andrò a cercare Harry e Ron. Probabilmente saranno nella sala comune dei Grifondoro", disse Hermione, desiderosa di scappare dalla tensione che si era creata nell'aria.

"Non credo che li troverai lì", disse con un cenno Malfoy, indicando la finestra. Lei seguì il suo sguardo, e vide due figure molto familiari che stavano volando verso il campo di Quidditch. 

Hermione mormorò qualcosa. "Oh", borbottò. "Immagino che allora andrò in biblioteca".

Prima di poter fare un passo, Malfoy le agguantò la mano. "Perchè non passiamo insieme un po' di quel tempo di cui stavi parlando prima? Ti mostrerò i posti nei quali andavo spesso, se tu farai lo stesso", suggerì lui, con un sorriso biricchino.

Hermione percepì un po' della sua compostezza fare ritorno. Con un'occhiata cercò di farlo sentire il più fuori agio possibile, mentre pensava di fargli visitare la sala comune dei Grifondoro. Era sicura che ciò avrebbe scosso la sua facciata impassibile. "Certo, sembra divertente. E visto che siamo già qui, prima lo farò io", disse Hermione, prima di prenderlo per mano e trascinarlo al dipinto della Signora Grassa. 

Malfoy agrottò le sopracciglia, mentre Hermione gongolava. "Non è stato divertente", le brontolò. 

"Si invece", le rispose divertita lei, mentre le scappava un'altra risata.

"Pensavo che voi Grifondoro foste carini e cordiali", le mormorò.

"Esatto, ma ciò non si estende agli ex Serpeverde ed ai Malfoy", replicò Hermione

"Quei ragazzini del terzo anno sono solo fortunati che io sia un uomo cresciuto, altrimenti li avrei presi a sberle su quella loro piccola disgustosa testolina", disse con un broncio Malfoy. 

Hermione non potè fare altro che ridere di nuovo. Voleva farlo agitare, ma non aveva tenuto conto di un branco di terzini, che si erano sentiti in dovere di difendere la loro famosa eroina di guerra, ed una manciata di prodotti Tiri Vispi Weasley.

"Sei solo fortunato che io conoscessi il controincantesimo per quel particolare proddotto. George li ha testati su di noi per mesi, fino a quando non mi sono stufata di diventare variopinta ed ho trovato un rimedio", disse Hermione. 

"Sì, beh, ne parlerò con Pansy. E' una discriminazione oltraggiosa, che tutti abbiano i colori della loro casa, tranne Serpeverde. Quando lo scoprirà, quei ragazzini si beccheranno un'orribile sorpresa, e sarà verde, argento e sibilante", mormorò Malfoy. 

Hermione gongolò ancora una volta, mentre faceva tesoro del ricordo di un Malfoy colorato a strisce rosse ed oro, ruggente come un leone e l'emblema Grifondoro tatuato temporaneamente su ogni guancia. Non vedeva l'ora di raccontarlo ad Harry e Ron, e congratularsi con George. Era valsa la pena aver patito quella sofferenza mentre testava il prodotto, ora che aveva visto Malfoy somigliare al Signor Grifondoro.

"Se fossi in te, non mi metterei troppo a mio agio. Ora scenderai nella tana dei serpenti", fece notare malignamente Malfoy. 

Hermione roteò gli occhi. Non aveva paura di un branco di adolescenti Serpeverde, e comunque sapeva che Malfoy non avrebbe permesso che le accadesse nulla di davvero terribile. Era in ogni modo curiosa di vedere i sotterranei. Harry e Ron ovviamente glie li avevano descritti durante il loro secondo anno, ma voleva vederli da sola. Non lo avrebbe ammesso con nessuno tranne se stessa, e comunque appena appena, ma voleva anche vedere dove Malfoy aveva trascorso sei anni e mezzo della sua vita. 

Scesero nei sotterranei bui, ed Hermione rabbrividì. Era un posto deprimente in cui essere piazzati, ma non riusciva ad immaginarsi i Serpeverde felici in un luogo più allegro ed accogliente. Lo avrebbero trovato irritantemente carino. Malfoy la condusse attraverso cuniculi adibiti a corridoi, finchè arrivarono di fronte ad un muro di pietra. Aveva precedentemente minacciato un Serpeverde di passaggio per farsi dare la parola d'ordine. Apparve una porta, ed entrarono in una sala lunga e bassa, decorata con sedie intagliate ed uno squisito caminetto, sotto al quale si trovava l'unico colore allegro della stanza: un fuoco luminoso e scoppiettante. La sala comune era adorna di diverse lampade appese, che bruciavano con un alone verde. Era buia come aveva detto Harry ma, invece che trovarla deprimente, Hermione la trovava, in un certo qual modo, un pochino da sogno. Era come se si fosse imbattuta nella sala grande appartenente alle creature marine del lago. Scandagliò completamente la stanza, immagazzinando tutti i dettagli, prima di voltarsi verso Malfoy, che la stava osservando fissa. 

"Allora? Che ne dici? Probabilmente penserai che sia buia e povera", disse. 

Hermione sorrise nel sentire quel tono sulla difensiva. Nonostante tutte le brutte parole che dicevano, i Serpeverde sembravano essere anime sensibili, che non la prendevano bene quando venivano criticati. Se la prendevano sempre a cuore. 

"Mi piace, in un modo strano. Sembra quasi appartenga al mondo subacqueo o ad una fiaba. Harry e Ron certamente non le hanno reso giustizia".

Malfoy la guardò con un'espressione indagatoria. "Potter e Weasley? Non li ho mai portati quaggiù".

Hermione imprecò sottovoce. "Oh sì, ehm, penso ce li abbia portati Daphne", mentì.

"Bel tentativo, Granger. Immagino allora che si siano infiltrati qui ad un certo punto, durante Hogwarts, probabilmente usando quel mantello dell'invisibilità. Andiamo, sputa il rospo". 

Hermione pensò brevemente se fare la spia e raccontare a Malfoy di come lo avevano imbrogliato al secondo anno. Avrebbe fatto patire le pene dell'inferno ad Harry e Ron, ma era tempo che qualcun altro sapesse i segreti che quei viscidi avevano. "Ok, sono entrati quando eravamo tutti ad Hogwarts, ma non si sono infiltrati, sono entrati baldanzosamente, con te al loro fianco".

Malfoy inghiottì due volte, e guardo incredulo Hermione. "Eh? Che intendi?".

Hermione non potè non ghignare. "Abbiamo fabbricato la Pozione Polisucco durante le vacanze di Natale durante il nostro secondo anno. Harry e Ron hanno strappato un capello da Tiger e Goyle, e si sono fatti una bella chiacchierata con te riguardo la Camera dei Segreti, qui, in questa stanza".

Malfoy era senza parole. Aveva la bocca aperta, e gli occhi non si erano spostati dal suo viso. La stava semplicemente fissando incredulo. "Hai amorevolmente detto che speravi sarei stata uccisa dal basilisco", non riuscì a non aggiungere Hermione.

Malfoy sussultò, prima di guardare colpevole il pavimento. "Sì, beh, all'ora ero un piccolo idiota immaturo. Non sapevo di che diavolo stessi parlando. Facevo solo il pappagallo di mio padre".

Hermione gli mise una mano sul braccio. "E' tutto ok, Malfoy. Credo di poterti perdonare per alcune brutte parole che hai detto quando avevi dodici anni".

Malfoy la guardò, grato. Poi riuscì a digerire il resto di ciò che gli aveva riferito. "Hai detto che sono venuti qui a Natale?".

Hermione annuì. "Quei bastardi! Gli ho raccontato della stanza segreta sotto al pavimento della sala da pranzo di Malfoy Manor. Poche settimane più tardi siamo stati invasi da quelli del Ministero che la cercavano. Fortunatamente, avevamo incantesimi potenti tutto intorno, il che significava che non potevano trovarla".

"Non sprecherei fiato con Harry e Ron per cercare di farli sentire in colpa. Avevi detto che stavi nascondendo oggetti oscuri di valore lì dentro".

"Beh, non è questo il punto", insistette testardamente Malfoy. 

"In realtà sì. Ma rimarremo a discutere di questo per tutto il giorno? E perchè la sala comune è deserta? E' pazzesco. Voi Serpeverde vi seppellite sul serio sotto terra?", chiese Hermione, presa dalla stanza vuota, il che era in completo contrasto con l'affollata sala comune Grifondoro, diversi piani più su.

"Non essere ridicola. Anche noi siamo umani", anfatizzò Malfoy. "Saranno semplicemente in giro a fare cose da Serpeverde. Picchiare qualche Tassorosso, o qualcosa del genere".

Hermione roteò gli occhi. Tipiche dannate Serpi. Alcune cose non cambiavano mai. 

"Allora, ora che abbiamo il posto tutto per noi, micetta, ti va di vedere la mia vecchia stanza?", la provocò Malfoy, con uno sguardo lussurioso. 

Hermione lo guardò con disdegno. "Non essere disgustoso, Malfoy. Il pensiero di stare così vicina a te, mi fa venire voglia di vomitare. Ma sono curiosa riguardo la stanza. Voglio vedere il posto in cui complottavi piani maligni".

"Sì, continua a ripetertelo. Vuoi solo vedere dove dormivo. Se ti comporti bene, potrei anche lasciarti distendere sul mio vecchio letto".

"Prima probabilmente dovrei disinfettarlo".

Salirono le scale che portavano ai dormitori.  Camminarono brevemente lungo il corridoio che portava alle camere dei ragazzi, prima che Malfoy aprisse una porta, che conduceva in una versione più piccola della sala comune. C'erano ancora lampade appese che emanavano quel bagliore verde, ed un paio di sedie intagliate. I quattro letti a castello non erano la versione accogliente di quelli Grifondoro, erano intagliati nel legno scuro, ed avevano dei serpenti che salivano a spirale sulle colonne. Comunque, non fu quello che fece fermare Hermione in stato di shock, ma fu piuttosto una massa contorta sotto una coperta in uno dei letti, con dei capelli lunghi e rossi che spuntavano sopra uno dei cuscini. 

"I miei poveri occhi", urlò Hermione, schiaffandosi una mano sopra il viso. "Ginevra Weasley, che diavolo stai combinando?".

Uno scricchiolio arrivò da quel punto, assieme ad una voce profonda che imprecava. Malfoy se ne stava invece di fianco ad Hermione, a sogghinare. "Credo sia piuttosto ovvio, Granger".

"Draco, togli gli occhi dalla mia ragazza, e porta fuori la Granger", ordinò Zabini.

"Vieni con me, micetta. Sembra siamo stati battuti sul tempo", ghignò Malfoy, chiaramente divertito dall'intera situazione. 

Hermione ritornò nella sala comune Serpeverde, cercando di recludere alcuni recenti ricordi nel bidone della spazzatura del suo cervello. Tristemente, le immagini si rifiutavano di scomparire. 

"Immagino questo risponda alla tua domanda sul perchè la sala comune fosse vuota", disse da dietro di lei Malfoy. 

"Come fai ad essere così calmo? Abbiamo appena trovati i nostri due più cari amici, sai... a fare cosacce".

Malfoy rise forte. "Sai, puoi chiamarlo con il suo nome. Si chiama sesso. Sono sicura che in ventiquattro anni, tu abbia letto almeno qualcosa a riguardo".

"Smettila di prendermi in giro. Io sono traumatizzata", disse Hermione, puntando i piedi sul pavimento. 

"Come diavolo hai fatto ad avere due ragazzi come migliori amici sin da quando avevi dodici anni, ed ancora lasciarti imbarazzare da una cosa così?", chiese Malfoy. 

"Solo perchè sono ragazzi, non significa che ne parlino ventiquattro ore su ventiquattro, sette giorni su sette", si difese Hermione. 

"Oh giusto, ho dimenticato che è di Potter e Weasley che stiamo parlando. Potter è a malapena riuscito a chiedere a Daphne di uscire, e Weasley non è messo molto meglio, quando si tratta di donne".

Hermione venne salvata dal dover difendere ancora i suoi amici dalla comparsa della coppia colpevole. Ginny sembrava parecchio imbarazzata, e cercava di incontrare gli occhi Hermione. Lei, in compenso, trovava molto affascinante il caminetto. Zabini e Malfoy osservavano le due ragazze in completo divertimento.

"Cerchiamo Potter e Weasley?", suggerì Zabini.

Hermione e Ginny presero al volo l'occasione per lasciare l'imbarazzante atmosfera nella sala comune Serpeverde. Nessuna delle due parlò, fino a quando furono a metà strada per il campo da Quidditch. "Sono così in imbarazzo", mormorò Ginny. "Blasie aveva giurato di aver corrotto i piccoli serpeverde per farli uscire. Non immaginavo che tu e Malfoy sareste entrati".

"Sì, beh, la sala comune era deserta", disse Hermione, non sapendo cos'altro dire. 

"Ora penserai che io sia depravata", continuò Ginny.

"Certo che no. Tu e Zabini uscire insieme, e vi sposerete prima di Giugno, a meno che non spezziamo questa maledizione. E' naturale che vogliate controllare se siete compatibili. Vorrei solo non averlo visto. Una domanda, comunque: perchè il dormitorio Serpeverde?".

Ginny diventò dello stesso colore dei capelli. "Dillo a qualcuno, e ti ucciderò personalmente usando solo la maledizione Orcovolante. No, me lo rimangio. Raccontalo a qualcuno, e io dirò a tutti della tua cotta per Malfoy al tuo sesto anno, incluso Malfoy. Era una specie di fantasia mentre ero qui ad Hogwarts. Avevo notato Blasie ancora prima di iniziare ad uscire con Harry, al Luma Club, e pensavo fosse eccitante".

Hermione lanciò un'occhiata a Ginny. "Io ho avuto una leggera e insana infatuazione per Malfoy, che era stata indotta dalla mia rabbia contro tuo fratello e Lavanda. Io non mi sono creta fantasie sul fare sesso con lui nei dormitori Serpeverde, a differenza di qualcuno di cui non faccio nomi".

"E questo, ovviamente, spiega perchè voi due foste diretti alla sua vecchia stanza, in un sotterraneo Serpeverde deserto. Sicura che non stavate per accertare quando sareste stati compatibili? E comunque, non avevi detto di aver fatto dei pensieri indecenti su di te, Malfoy ed una biblioteca?", la provocò Ginny. 

Hermione guardò male la sua amica. "Credo di averti preferita quando eri troppo imbarazzata per parlare. E, come ho detto a lui, il pensiero di quello mi fa venir voglia di vomitare".

Ginny sorrise apertamente ad Hermione. "Quindi ne hai discusso con Malfoy, eh? Quel sexy biondo ti fa eccitare tutta?", la provocò ancora lei.

Fu il turno di Hermione di arrossire. "Smettila, e certo che no. Riesco a malapena a sopportare di stare nella stessa stanza con lui".

"Continua a raccontartelo, micetta. Scommetto che gli salterai addosso prima della fine dell'anno".

"Zabini è un'influenza disgustosa per te, e tu sei depravata", sbottò Hermione.

Blasie tirò una gomitata sul fianco a Draco. "Che dicono?", chiese, indicando Hermione, che sembrava scossa.

"La tua piccola rossa probabilmente la sta ragguagliando con tutti gli scabrosi dettagli della vostra recente attività".

"Non sembravi trovarli così scabrosi, prima, quando sbavavi su Ginny", disse Blasie.

Draco inarcò un sopracciglio. "Non ho guardato la tua ragazza, e lo sai. La piccola Weasley non mi è mai interessata".

"Solo perchè, invece, hai sempre avuto gli occhi su di una brunetta cespugliosa".

Draco scrollò le spalle. Con Hermione che al momento gli parlava, non gli importava più negare il fatto che fosse infatuato di lei.

"Oooh, non lo neghi. L'hai finalmente ammesso con te stesso?", disse divertito Blasie. 

"E allora? So che lo sapete tutti. L'unica che non lo sa è la Granger, e così rimarrà", ordinò Draco. 

"Cos'è successo?", chiese Blasie. 

"Ha detto all McGranitt che, se non riuscirà a spezzare la maledizione, probabilmente mi sposerà. Pensavo avrebbe sicuramente lasciato chiudere Hogwarts. E' ciò che farei io, se fossi in lei".

Blasie fece un fischio. "Wow, che grande ammissione da parte sua. E se tu fossi in lei, probabilmente ora saresti già andato ad uccidere Serpeverde a caso. La Granger ha molta più compassione. Può averci odiato ed aver cercato di farci arrestare parecchie volte, ma almeno non ha cercato di ucciderci".

Draco ne riconobbe la verità, e fece un cenno con la testa. 

Avevano raggiunto tutti il campo da Quidditch, e Ginny urlò a Ron ed Harry di riportare il sedere a terra. Avrebbero incontrato Bill alla Testa di Porco di lì a venti minuti.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Becoming Mrs Malfoy Chapter 17, a harry potter fanfic | FanFiction

Capitolo 17

Alla Testa di Porco, Draco aspettò finchè tutti furono seduti. Fortunatamente per lui, Ron, Harry e George erano dispisti in fila uno di fanco all'altro, immersi un una conversazione su qualcosa di imprecisato. Passò a tutti le bevande, lasciando le loro per ultime. Poi, appoggiandogli il vassoio di fronte, glie li rovesciò sulle mani.

"Ehi, perchè?", si lamentò Ron.

"Per esservi intrufolati nella sala comune dei Serpeverde al secondo anno ed aver fatto irruzione a Malfoy Manor!".

Ron ed Harry si guardarono disorientati, e poi lanciarono delle occhiate ad Hermione dall'altra parte del tavolo. Lei alzò le mani in segno di resa. "Non incolpate me quando escono i vostri piccoli segreti", disse con sufficienza.

"Oh, se stiamo spiattellando tutti i nostri segreti di Hogwarts, magari Malfoy sarebbe interessato al perchè tu non fossi con noi, Hermione, e perchè eri in Infermeria per il resto delle vacanze di Natale", disse vendicativamente Ron.

Lei strinse gli occhi. "Se sapessi ciò che è meglio per te, chiuderesti la bocca immediatamente".

"Donnola, ti chiedo immediatamente di spiegarmi che cosa intendi", disse Draco.

"Beh, diciamo solo che dà un significato completamente nuovo al soprannome che le hai affibiato", cercò di rivelare Ron, prima che Hermione si sporgesse sopra il tavolo, facesse volare le bevande, e gli mettesse le mani sulla bocca per zittirlo.

Draco era definitivamente inderessato al sapere quella cosa che Hermione non voleva così disperatamente fargli conoscere. Addocchiò Potter, che era scosso dalle risate.

"Non osare, Harry", lo avvisò Hermione. 

Harry rise ancora più forte "Diciamo solo che Hermione si è trasformata in qualcosa di piuttosto peloso, invece che in Millicent Bulstrode", disse Harry, facendo scivolare indietro la sedia, fuori dalla portata di Hermione.

Nessuno poteva accusare Draco di essere lento. Mise insieme le piuttosto ovvie informazioni. "Ti sei trasformata in un gatto, Granger?".

Hermione ruggì, il che lo divertì ancora di più.

"Sapevo che la trasformazione con la Pozione Polisucco non era indicata con gli animani, ma chi si aspettava che gli effetti durassero per più di una decade?", la prese in giro, mentre lei arrossiva.

"Ho preso un capello dalla divisa di Millicent Bullstrode, che si è rivelato essere un pelo di gatto invece che un suo capello", disse lei vergognosa.

Tolse le mani dalla bocca di Ron, prima di soffocarlo a morte, scese dal tavolo, riparò velocemente i danni che li circondavano, e cercò di deviare i suoni delle risate che provenivano da tutti.

"Vi odio entrambi", disse a Ron ed Harry, che stavano maniacalmente ridendo di lei.

Draco le mise le mani intorno alle spalle. "Non preoccuparti, Micetta, è bello sapere che sei umana. Beh, a parte il rimanente DNA di gatto".

Lei scosse le spalle per toglierselo di dosso, e lanciò uno sguardo allo sfacciato biondo.

"Capisco il bisogno di picchiare Ron ed Harry, ma io che avevo a che fare con tutto questo?", chiese George.. 

"Oh, non era per quell'incidente, ma per altre cose", disse Draco, vago, capendo all'improvviso di non voler che nessun altro sapesse di quando era successo poco prima nella Torre Grifondoro.

Sfortunatamente per lui, Hermione aveva in mente la vendetta. Lo guardò minacciosamente, prima di voltarsi verso George.

"Un paio del terzo anno hanno pensato di dover difendere il mio onore, quando ho portato Malfoy a visitare la sala comune dei Grofondoro. Hanno usato le tue Fanatiche Decorazioni di Quidditch contro di lui, che lo hanno trasformato in un leone Grifondoro per venti minuti".

Questa volta fu il turno di Draco di imprecare, mentre la tavola rideva forte. "Non è divertente e, Pansy, mi aspetto pienamente che tu faccia qualcosa per questa oltraggiosa discriminazione. George produce oggetti solo per i sostenitori di tre case di Hogwarts, e non ne ha alcuna versione Serpeverde".

Pansy smise immediatamente di ridere. "Che intende, George Weasley?", chiese, mettendosi le mani sui fanchi.

"Oh oh, ora sei nei guai con la signora, Georgino, e fa paura", lo prese in giro Ron.

Pansy rivolse uno sguardo penetrante al più giovane degli uomini Weasley, la cui voce si affievolì presto, ed iniziò a mormorate tra sè prima di girarsi.

"Beh, non è una cosa che pensavo di fare prima, ma avrò in vetrina le versioni Serpeverde entro la fine della settimana", disse George, placando Pansy, sapendo che non era una battaglia per lui vincibile.

"Faresti meglio. Passerò a controllare".

George deglutì, mentre Pansy si voltava, e Draco ghignò. Riusciva ad essere veramente terrificante quando si metteva qualcosa in testa. Hermione non aveva ancora raggiunto i suoi livelli.

Draco si girò verso Blasie, che si stava ridendo sommessamente, e lo minacciò. "Smetterei di ridere se fossi in te. Ci sono ancora alcuni segreti da raccontare".

Ginny sbiancò, e guardò preoccupata i suoi fratelli. Fortunatamente, per l'armonia del tavolo, Bill comparve prima che altri segreti potessero essere spiattellati.

"Ho chiesto a Rosmerta una stanza privata", disse Hermione, conducendoli nel retro, dove una sala con una panca ed un grande tavolo era stata preparata. Ron addocchiò la montagna di tramezzini, da un lato, con interesse. 

Hermione lo notò, e roteò gli occhi. "Forse dovresti darci dentro con i tramezzini, mentre io preparo". Sapeva che sarebbe stato più semplice nutrire lo stomaco di Ron, piuttosto che farlo aspettare. Avrebbe solo portato a parecchie interruzioni.

Draco, Harry e Blasie guardarono allarmati la strega cespugliosa. "Non sarà una lezione, vero Potter?", chiese Blasie.

Harry scrollò le spalle. "Chi lo sa? E' Hermione. Le piace scendere nei dettagli, ed è molto presa dallo spezzare la maledizione".

"Chi la può biasimare, visto che deve sposare questo babbeo", lo derise Blasie.

"Almeno lei ha accettato di sposarmi. Probabilmente si sarebbe applicata al massimo se fosse stata incastrata con te", replicò Draco.

"Cosa?", chiese Harry, a scoppio ritardato. "Hermione quando ha accettato di sposarti?".

"Pirima nell'ufficio della McGranitt. Ha detto che se non riusciva a spezzare la maledizione, si sarebbe sacrificata ed avrebbe tenuto aperto Hogwarts".

Harry fischiò. "Wow, è una grande ammissione, questa, per Hermione".

"Beh, anche la McGranitt l'ha un po' spinta. Pensavo che avrebbe urlato quando Hermione ha detto che si stava impegnando per rompere la maledizione".

"Minerva si sentirebbe come se avesse deluso Silente, se non riuscisse a mantenere aperto Hogwarts", disse Harry.

"Non hai messo un qualche tipo di pozione dell'amicizia nel thè della Granger a Malfoy Manor?", chiese Blasie. "Recentemente è stata proprio irriconoscibile".

"Ha solo capito che non può resistere allo spettacolare fascino dei Malfoy", la prese in giro Draco.

"Mi sento male. Se Ron ed io l'avessimo incoraggiata anni fa ad andare a cercare l'aiuto di cui ovviamente aveva bisogno, allora si sarebbe ristabilita anni fa. Invece, avevamo troppa paura di darle una spinta, e così le abbiamo mentito", disse colpevole Harry.

Draco guardò Blasie. "Ecco perchè non mi piacciono i Grifondoro. E' così deprimente il fatto che si sentano sempre in colpa".

Prima che Harry potesse ribattere sui Serpeverde, Hermione li richiamò all'ordine per l'incontro.

"Hai fatto davvero un buon lavoro nel radunarli tutti insieme, Hermione", disse Bill un paio d'ore più tardi.

Lei osservò la stanza, e rimase impressionata da quanto seriamente ogniuno la stava prendendo. Persino Theo Nott era lì, e fu sorpresa di notare che anche lui nascondeva un cervello funzionante dietro quel comportamento scherzoso. Rimase anche sbalordita dal fatto che proprio lei stesse presiedento un incontro in una stanza che conteneva Harry, Ron, Ginny, George, Neville e Bill di Grifondoro, e Malfoy, Zabini, Nott, Daphne, Tracey Davies, e la Parkinson dal lato Serpeverde. Al momento, la ricerca si stava ampliando. Dopo aver riempito la sala con ciò che fino a quel momento lei e Bill avevano messo insieme, avevano iniziato a parlare delle loro competenze, ed erano stati divisi in gruppi adatti. Sperava che un così alto numero di persone avrebbe acellerato l'intero processo. 

"Sì, dopo che Minerva la scorsa settimana ci ha detto che avremmo dovuto essere sposati entro la fine dell'anno accademico, sembrava stupido provare a fare tutti solo noi due. Non sono solo io che non mi sento a mio agio con l'intera situazione", gli disse Hermione.

Bill osservò la sala. Rimase sorpreso di vedere come tutti stessero cercando di darsi da fare. Sapeva che Harry non avrebbe avuto problemi, visto che era già innamorato di Daphne, ma non aveva immaginato che anche i suoi altri compagni ci avrebbero provato. Ma ancora, Blasie era più o meno fatto apposta per Ginny, ed erano perfetti l'uno per l'altro. Ron e Tracey sembravano stare relativamente bene. Sembrava si piacessero, anche se non avevano necessariamente sentimenti romantici. L'alta strega Serpeverde non era definita proprio un amore, ma almeno stavano cercando di andare d'accordo. Mentre per George e Pansy, beh, lei gli stava facendo uscire quel po' di personalità che sembrava essere stata sepolta assieme a Fred. Lui aveva iniziato ad essere più solare, ed i suoi ultimi prodotti dei Tiri Vispi Weasley erano un po' meno oscuri. Pansy si era molto interessata al negozio, visto che aveva dovuto abbandonare la cattedra, e stava dando a George diverse prospettive. 

Ma la coppia più intrigante per il momento erano Hermione e Malfoy. Il profondo antagonismo era sparito tra di loro. Malfoy flirtava e prendeva in giro Hermione, non permettendole mai di prendere le cose troppo seriamente. Lei aveva bisogno di un'influenza come quella nella sua vita. Era rimasta a lungo nel buio, e si era nascosta dietro le sue conferenze, ma al momento aveva una nuova possibilità di vita. Rideva molto di più. e non schizzava in piedi per offendere. Il fatto che riuscisse a rimanere seduta lì con un branco di Serpeverde, facendo ricerche sulla magia degli Elfi Domestici, era impressionante. 

Bill era andato a trovare Minerva dopo il suo incontro con Hermione la settimana prima, a Villa Conchiglia. Dopo aver letto da cima a fondo i diari di Cosetta Corvonero, era andato a parlarle riguardo i suoi sogni. Avevano entrambi avuto un'interessante conversazione su quanto benefici sarebbero stati non solo per Hogwarts, ma anche per l'intera comunità magica. Minerva era piuttosto convinta che spingere insieme le due case avrebbe significato che qualcuno come Voldemort non sarebbe più stato in grado di far andare a rotoli il il sistema del Cappello Parlante ancora una volta. Serpeverde e Grifondoro sarebbero stati fortemente legati, e ci si sarebbe liberati di un sacco di pregiudizi che ancora abbondavano. Lui non poteva che esserne d'accordo, ma ancora non gli piaceva l'idea di forzare le persone al matrimonio. Aveva avuto una buona idea nel pernsare che lavorare insieme sulla maledizione, come in quel modo, avrebbe significato che molte delle coppie selezionate sarebbero rimaste insieme. Harry e Daphne avevano pianificato di sposarsi già prima di questo; Daphne era solo stata estremamene paziente per la mancanza di coraggio di Harry nel raccontare ad Hermione di lei. Era poi abbastanza sicuro che Ginny e Blasie non avrebbero atteso molto prima di seguire i loro passi. Anche le altre coppie sembravano solide. Per quanto lo riguardava, la maledizione aveva già fatto la sua magia, unendo le due case. 

Bill alzò lo sguardo quando Hermione iniziò a dare un capo ed una coda alla sessione di ricerca. "Ok, per ora ci siamo rimasti sopra abbastanza. Penso sia il momento di fare un riassunto, prima di organizzarci per incontrarci di nuovo un'altra volta", disse. 

Ci fu un grande tramestio di sedie, mentre tutti mettevano via le loro piume e pergamete, ed Hermione radunava la pila di libri verso di lei, per poi rimetterli nella sua piccola borsetta di perline. 

"Harry, sei riuscito a scoprire una pista sul cosa abbia potuto innescare la maledizione?", chiese.

Harry guardò il gruoppo. Si erano scervellati molto su questo. A parte l'ovvia Grande Battaglia di Hogwarts, sembrava non ci fosse nient'altro di concreto. Bill aveva avuto ragione nel dire che le divisioni erano state molto sottili, e che l'Harry contro Voldemort non fosse il semplice fatto che l'aveva fatta iniziare. Almeno finchè Neville non aveva iniziato a parlare della Stanza delle Necessità, ed Harry aveva ricordato l'intero incidente durante la Battaglia di Hogwarts, quando stava cercando il diadema di Cosetta.

"Beh, è stato Neville a farmi ricordare qualcosa, in realtà", disse un po' insicuro.

I Serpeverde sembrarono un po' critici all'idea che Neville Paciock fosse uno da brillanti idee. Sapevano che era coraggioso, ne aveva dato prova durante il loro mezzo settimo anno, ma non era effettivamente il più intelligente tra tutti. Harry guardò Neville, per fargli continuare la storia. Povero. Nonostante ora fosse molto più forte, ancora non era molto a suo agio nel stare seduto con così tanti dei suoi precedenti nemici, e non riusciva mai a guardare in faccia Malfoy. 

"Ho raccontato ad Harry di alcune particolarità della Stanza delle Necessità. Ci ho passato gran parte del settimo anno lì dentro, capeggiando la ribellione contro i Carrow, ed ho imparato a conoscerla bene. Ma se stiamo cercando possibili luoghi dove scagliare una maledizione, allora credo che quello sia il posto dove iniziare. Per quanto ho letto, la stata è stata deliberatamente incorporata nel castello da Cosetta Corvonero, e lei è quella che l'ha disegnata, per essere specifici", spiegò Neville. 

Molti nella sala si guardarono straniti, non sapendo perchè questo fosse importante, ma Hermione e Draco guardarono entrambi verso Harry ed urlarono "Tiger!", all'unisono.

Ron sembrava confuso come tutti gli altri. "Cosa? Perchè Tiger?", chiese.

"Davvero, Ronald, non riesci nemmeno a capire questo?", chiese incredula Hermione. 

Lui la guardò ancora confuso. Lei sosporò e scosse la testa.

"Ron, ricordi durante la Grande Battaglia, quando noi tre cercavamo il diadema di Corvonero, e Draco, Tiger e Golye hanno cercato di fermarci?", ricordò Harry al suo migliore amico.

"Sì, ma cosa ha a che fare con Corvonero e la maledizione? Il diadema è stato distrutto perchè era un horcrux".

"Sì, ma stiamo cercando qualcosa che possa aver innescato la maledizione. Quel controndo è stato decisamente tra Grifondoro contro Serpeverde, dove sono state lanciate Maledizioni Senza Perdono, e Tiger è morto", spiegò pazientemente Harry.

Tutti nella sala sembravano eccitati ad una possibile svolta.

"E' una reale possibilità", si intromise Bill. "Specialmente visto che la stanza era un lascito di Crovonero ad Hogwarts. Potrebbe aver facilmente innestato la maledizione all'interno della costruzione della sala".

Hermione ricominciò a tirare fuori i libri dalla borsetta, e distribuendoli velocemente a loro. "Neville, tu lavori al castello. La stanza è ancora accessibile?".

Lui scosse la testa. "E' una delle prime cose che ho controllato quando ho iniziato come Professore di Erbologia. Nutro un po' di affetto per quel posto, ma non esiste più".

Le spalle di Harry si afflosciarono. "Non ci ho mai pensato. Quindi se non esiste più come facciamo a spezzare la maledizione?".

"La stai guardando nel modo sbagliato ", disse Malfoy. "Potrebbe non essere la stanza in se stessa, ma l'incidente che è accaduto lì".

"Mmmm.... no, non credo", disse Hermine. "La stanza è molto importante, ma non nel modo in cui crediamo noi. Penso sia il fatto che parte del castello sia stata distrutta solamente da Grifondoro e Serpeverde".

"Sì, ma intere sezioni del castello sono state distrutte quella notte", commendò Blasie.

"Vero, ma abbiamo già spiegato che la Grande Battaglia è il motivo per cui i legami si sono fatti sottili. La guerra contro Voldemor non è stata solo Grifondoro contro Serpeverde, ma ha coinvolto tutte le case", spiegò Hermione. 

"Credo che si siamo imbattuti in qualcosa", disse Bill. "Potrebbe essere il nostro lasciapassare per la maledizione. Ha senso, ci siamo con i tempi e, come ha detto Harry, qualcuno è morto, il che potrebbe essere stato considerato come un aver oltrepassato i confini da Corvonero. E la maggior parte delle persone normali".

"Ma è accaduto anche quando Voldemort ha aperto la Camera dei Segreti, quando era uno studente ad Hogwarts. Mirtilla Malcontenta è stata uccisa dal Basilisco", fece notare Ginny. "Sicuramente allora anche quello potrebbe essere l'innesco per la maledizione".

"No", disse Draco. "Mirtilla era una cosa rara. Una Serpeverde Nata Babbana".

Ci furono dei mormorii per la sala. Tutti sapevano che esistevano, ma erano una tale rarità.

"E' uno dei motivi per cui ha passato dei gran brutti momenti ad Hogwarts".

Ron ghignò "Dimenticavo che era la tua ragazza al sesto anno".

Metà della sala rise, ma Draco mandò solo uno sguardo di ghiaccio a Ron, che suggeriva una vendetta successiva.

Pansy, sentendo il bisogno di difendere il suo amico, si intromise. "Tu dimentichi che frequentavo Draco al sesto anno, Ron".

"Non ricordarmi cose così. Mi fa capire che non avevi gusto quando eri una ragazzina", si lamentò George con Pansy.

"Almeno io non uscivo con uno stomaco senza fondo, come qualcun altro che non menziono", lanciò la frecciatina Draco, guardando fermamente verso Hermione.

"Mmmm... Mi piacerebbe avere uno stomaco senza fondo", disse Ron. "Potrei davvero mangiare tutto il giorno".

Harry lanciò in testa a Ron un tramezzino rimasto. "Ti sta insultando, cretino".

"Sì, ma non c'è partita. Lui ha praticamente pomiciato con Mirtlla Malcontenta. E' rivoltante".

"E' così sensibile, le persone lo prendono troppo in giro e lui si sente solo e non ha nessuno con cui parlare. Non ha paura di mostrare i suoi sentimenti e piangere!", lo prese in giro Harry, citando le parole di Mirtilla su Draco.

"Ew... Draco, hai davvero tradito Pansy con un fantasma?", chiese Blasie, sembrando disgusato.

Draco sembrava prondo a lanciare una sedia al prossimo che avrebbe pralato di lui e Mirtilla.

Billi si schiarì la gola e disse "Per quanto affascinante sia questo discorso, possiamo per favore rientrare nei ranghi prima che uno o più di noi venga assassinato?".

Hermione cercò di non gongolare, mentre Malfoy stava seduto lì con il viso di pietra. Era così arrabbiato che la mascella gli si era irrigidita. Non poteva fargliene una colpa.

Harry e Ron si stavano facendo beffe del periodo più brutto della sua vita, e di fronte ad altri. Bill non aveva torto. Sembrava stesse per uccidere qualcuno.

Bill la incitò ad andare avanti.

"Comunque, come stavamo dicendo, sembra che ci siamo imbattuti in qualcosa con la morte di Tiger nella Stanza delle Necessità. So che questa settimana dobbiamo tutti lavorare, ma è possibile che riusciate a liberarvi per il prossimo Sabato e che ci incontriamo di nuovo qui alla stessa ora?", chiese.

Ci furono cenni di assenso.

"Ok. Nel frattempo, se vi viene in mente qualsiasi cosa, buttatela giù. Al momento non abbiamo molto su cui lavorare, quindi qualsiasi cosa, non importa quanto insignificante possa sembrare, potrebbe essere rilevante".

Ci fu un trascinarsi di sedie, mentre molte persone sparivano di nuovo al bar per approfittare del resto della serata o l'uscita fuori casa, se avevano altri programmi. Harry afferrò il braccio di Hermione, così che ancora non se ne andasse.

"Volevo parlarti", disse. 

"Ok, spara".

"Volevo chiedere a Daphne di sposarmi nella maniera adeguata. Ho questo anello in tasca da quando abbiamo ricevuto le lettere dal Ministero, ma non sono sicuro di come procedere", disse timidamente.

Hermione soppresse un sorriso. Povero Harry, era davvero imbranato quando si parlava di ragazze. Andava talmente tanto nel panico che avrebbe detto o fatto qualcosa di sbagliato. Era piuttosto dolce che il salvatore del Mondo Magico fosse così socialmente timido. Tutti si aspettavano sempre che fosse al centro dell'attenzione ed alla ribalta, ma si sentiva molto più felice fuori dai riflettori. 

"Perchè non programmi solo qualcosa di semplice?", gli suggerì lei, sapendo che qualcosa di elaborato sarebbe sicuramente finito male, con Harry così nervoso riguardo a tutto.

"Tipo cosa?", chiese senza speranza. 

"Che ne dici del nuovo ristorante che ha aperto nella Roma magica? La Gazzetta del Profeta ci ha scritto un articolo. Si dice sia praticamente impossibile fissare una prenotazione, ed è molto romantico ed intimo":

"Come faccio a prenotare, se è difficile?", andò ancora nel panico Harry.

Lei non potè fare a meno di roteare gli occhi. "Davvero, Harry, sei veramente serio nel farmi questa domanda? Usa il tuo nome. Dubito che rifiuterebbero un tavolo a te, Harry Potter".

"Oh", disse lui. "Odio davvero fare cose così".

"Lo so, ma se vuoi farle la proposta nella maniera giusta, senza incasinare tutto, allora questo è probabilmente il modo migliore".

"Sì, hai ragione".

"Oh, comunque, cos'era quella cosa a proposito di Malfoy, prima?", chiese.

"La cosa di Mirtilla?".

"Sì".

"Come facevo a resistere? Trovo ancora enormemente divertente che Draco abbia raccontato tutto a Mirtilla Malcontenta, tra tutte le persone che poteva scegliere", disse. 

"Lui non ne era divertito, ed è stata una cosa piuttosto cattiva".

"Sì, non preoccuparti, mi aspetterò la sua vendetta. E non dovrebbe nemmeno provarci, se non gli sta bene".

Hermione non potè che essere un pochino d'accordo. Era vero che Malfoy poteva essere incredibilmente tagliente, e che le aveva rovinato la vita. Ma le dispiaceva per lui per quella cosa di Mirtilla, a causa del grande stress al quale era sottoposto all'epoca. Chiaramente non si era sentito in grado di parlarne con nessuno dei suoi amici, ed aveva usato Mirtilla come una valvola di sfogo. Ora capiva quanto parlare delle proprie preoccupazioni con qualcuno fosse catartico, e lei stava precisamente facendo quello con la psigologa. 

Di nuovo, non poteva aspettarsi che Harry e Ron concordassero. In materia di sentimenti, avevano sempre avuto il tatto di un cucchiaino.


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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Becoming Mrs Malfoy Chapter 18, a harry potter fanfic | FanFiction

Capitolo 18

Hermione sentì che stava per sbattere la testa sul tavolo. Il gruppo misto di Grifondoro e Serpeverde si incontrava ogni sabato pomeriggio nel retro dei Tre Manici di Scopa ormai da un mese, ed il progresso era molto lento. Avevano fatto un leggero passo avanti quando avevano avuto la conferma che era stata la morte di Tiger nella Stanza delle Necessità ad innescare la maledizione. Lei aveva unito le forze con Malfoy che, avendo così tanti Elfi Domestici, aveva una buona conoscenza della loro magia. Se ne era maggiormente interessato dopo che Dobby aveva fatto la sua apparizione a Malfoy Manor per soccorrere Harry, Ron ed Hermione quando erano stati per un breve periodo imprigionati lì. Le aveva raccontato che a nessun Malfoy piace essere impreparato, ed aveva bisogno di quelle informazioni perché non lo fosse nemmeno lui. Hermione non era troppo sicura di come si sentiva a riguardo. Dopo tutto, era stata quella mancanza che le aveva salvato la vita. Ma comunque non si aspettava che Malfoy ospitasse maghi oscuri psicopatici con la mania del sangue puro molto presto.
Avevano scoperto che Cosetta Corvonero aveva fatto incorporare a Tosca Tassorosso la magia degli elfi domestici per tutto il castello, dopo che il Serpeverde aveva lasciato all'improvviso la scuola.
Gli Elfi possiedono una magia complessa, spesso più avanzata di quella degli umani che servono. La loro complicata natura li rende felici rimanere sotto il controllo dei maghi e streghe che li possiedono. Anche se lei era sicura che fosse a causa del condizionamento degli umani che la pensassero in quel modo. Era inoltre sicura che una volta che la sua legge fosse stata varata, loro avrebbero potuto essere educati sul loro incredibile potere, e si sarebbero ribellati da soli, lontano dal maligno controllo dei maghi e delle streghe che volevano solo usarli per il proprio vantaggio.
Sembrava che Rowena e Tosca avessero utilizzato questa potente magia e l'avessero intrappolata all'interno dei muri stessi del castello di Hogwarts. Questa magia avrebbe colto ogni inimicizia che portava alla morte di un Serpeverde o di un Grifondoro. Era strutturata in un modo tale che avrebbe ignorato le morti accidentali causatale dalle lezioni o dal Quidditch. La morte doveva arrivare da un vero odio, e sembrava che l'uso dell’Ardemonio da parte di Tiger per uccidere Harry, Ron ed Hermione, assieme alle Maledizioni Senza Perdono, fosse proprio quella cosa. Malfoy aveva parlato con il più vecchio e con più esperienza dei suoi Elfi Domestici, Tufty, che aveva confermato che fosse realmente possibile, anche se ci sarebbe voluto un Elfo con enormi capacità.
Così, avevano identificato e confermato ma maledizione, ma questo era praticamente tutto. Tutti stavano diventando frustrati e coscienti del fatto che erano praticamente incapaci di arrivare ad una qualsiasi pratica soluzione per spezzarla. Perfino Bill non era arrivato ad alcun che.
"Aspettate", urlò Bill, mentre tutti iniziavano a rimettere a posto le cose, dopo una giornata lunga e frustrante. "Potrei averi trovato qualcosa".
Le spalle di tutti si drizzarono, la speranza tornò su tutti i presenti, e calò un'atmosfera eccitata di anticipazione, mentre osservavano con aspettativa Bill.
"Ho letto parecchi libri sulle maledizioni incorporate negli edifici, e sono arrivato alla conclusione che debba essere offerto un tributo di sangue di qualche genere".
Il dusgusto apparve sul volto di parecchie persone.
"Cosa? Intendi che dovremmo sacrificare qualcuno?", chiese Ron.
Bill chiuse gli occhi in segno di sconfitta. "Come hai mai potuto avere una cotta per lui?", chiese ad Hermione, pugnalato ancora una volta dall'incapacità di pensare prima di parlare del fratello più giovane.
Lei non potè far altro che sorridere a Bill. Ron aveva molti pregi, ma quando si parlava di pensare a magie complesse, di solito andava in alto mare.
"No, Ronald, un tributo di sangue non significa necessariamente uccidere qualcuno", spiegò lei. "Puoi offrire una piccola quantità di sangue come simbolo. Solo la magia più oscura richiede che una persona venga completamente dissanguata, e Cosetta Corvonero non l'avrabbe usata ad Hogwarts".
Ovviamente Ron non era l'unico ad aver confuso i riti di sangue, perchè ci fu un sospiro di sollievo che aleggiò per la stanza, alla spiegazione di Hermione.
"Quindi abbiamo solo bisogno del sangue di un Serpeverde e di un Grifondoro?", chiese Pansy.
Bill scosse la testa. "No, sarebbe troppo facile. Deve essere qualcuno che dimostri che la maledizione non è necessaria".
"Qualcuno che neghi la maledizione", proseguì Hermione.
Malfoy sogghinò. "Quindi, praticamente qualcuno che provi che Serpeverde e Grifondoro possono sopportarsi? Qualcuno così", chiese, alzando in aria la mano di Daphne, e mostrando il grande diamante dell'anello che aveva al dito.
"Certo", dissero Hermione e Bill all'unisono.
"Perché c'è sempre bisogno del mio sangue?", si lamentò Harry.
Hermione provava della tenerezza per il suo amico. Era il sangue di lui che era servito per far tornare in vita Voldemort, ed apparentemente ora il suo sangue era necessario per far finire la maledizione.
"É perché tu sei il Ragazzo Che E' Sopravvissuto", disse Ron.
"L'Eletto", disse George, unendosi a lui.
"Una spina nel fianco", aggiunse Malfoy.
"Quindi che dobbiamo fare?", chiese Daphne, ignorando gli immaturi ragazzini che al momento stavano prendendo in giro il suo fidanzato.
"Beh, controlleremo solo per esserne sicuri, ma credo che dovrai prelevarti del sangue e farlo penetrare nei muri dove la maledizione è stata attivata", disse Bill.
"Ma la Stanza delle Necessità è stata distrutta", fece notare Neville.
Ci fu un grugnito generale nella sala. "Sembra che il tuo sangue non servirà", commentò Blasie rivolgendosi ad Harry.
"E' possibile che funzioni nel corridoio fuori dalla Stanza?", chiese Hermione.
Bill ci pensò per un minuto. "É possibile. Intendo, Corvonero doveva essere a conoscenza della possibilità che la stanza potesse essere distrutta. Vale la pena provare, comunque".
"Allora che stiamo aspettando? Andiamo ad Hogwarts ora", disse Ginny.
"Neville, andrebbe bene?", chiese Daphne. "Alla McGranitt non dispiacer se ci presentiamo in massa per praticare un rito di sangue nel corridoio del settimo piano?".
Neville sorrise. "Credo le starebbe bene, visto che serve a salvare la sua preziosa Hogwarts. E se hai con te un professore..."
"E da dove lo prendiamo un professore?", chiese Theo.
Pansy gli tirò una sberla sulla testa. "Usa il cervello che so che possiedi", disse.
Theo guardò Pansy. "Scusa, sembravo Weasley. Sapevo che Paciock era il nuovo Professore di Erbologia, me lo sono solo dimenticato per un attimo".
Bill e George sembravano sapere che la frecciatina di Theo non era rivolta a loro. "Ehi!", protestò Ron. "Io non sono lento".
"No, tu sei solo speciale", disse Malfoy.
"Chiudi il becco, faccia da furetto!".
"Per quanto divertente sia", iniziò sarcasticamente Hermione, "Mi piacerebbe muobermi ora. Sarebbe bello rompere questa maledizione una volta per tutte".


Il gruppo di ex studenti di Hogwats si avviò verso il castello. Neville aveva inviato il suo Patronus con un messaggio per la McGranitt, spiegando ciò che stavano facento. La Perside li stava aspettando ai cancelli.
"Credete davvero di aver trovato un modo per spezzare la maledizione?", chiese quando arrivarono.
"Non lo so", rispose sinceramente Bill. "Ma vale la pena fare un tentativo".
La McGranitt annuì.
C'era un'aria nervosa intorno al gruppo, mentre camminavano versso il settimo piano. Tutti speravano davvero molto che avrebbe funzionato e l'avrebbero spezzata. Arrivarono allo stendardo di Barnabas Il Babbeo e, tutto ad un tratto, sembrarono tutti con il fiato sospeso, come se si stessero mentalmente preparando per la gioia od il disappunto che l'esperimento avrebbe portato.
"Non torno qui da quel giorno", mormorò Malfoy ad Hermione.
Lei sorrise tristemente al biondo. Aveva dimenticato che lui non era tornato ad Hogwats per ripetere il settimo anno.
"Hai mai preso i MAGO?", chiese lei.
"Sì, li ho superati con un corso di corrispondenza con il Ministero. Ho dovuto aspettare fino alla fine del mio anno nel mondo Babbano, ma non sarei comunque tornato ad Hogwarts".
Hermione non si arrischiò a chiedere il perchè. Avrebbe avuto dei momenti difficili se fosse tornato. Non sarebbe stato esattamente il benvenuto. In effetti, non molti Serpeverde del loro anno erano tornati. Blasie, Daphne, e Tracey sì, ma non si erano mai trovati davvero di fronte all'intero gruppo di Mangiamorte, e si erano tenuti sulle loro. All'epoca, lei si era chiesa se altri Serpeverde, quelli che non erano tornati, avevano raggiunto i MAGO, e se avessero dovuto andare da qualche parte tipo Durmstrang per superarli. Ma sembrava che il Ministero avesse superato questo problema, e trovato un modo per loro per fargli fare gli esami senza dover tornare ad Hogwarts.
"Allora, Bill, dobbiamo dire qualcosa?", chiese Harry, mentre stava di fronte al muro che di solito era la postazione della Stanza della Necessità.
"Non che io sappia. Per ciò che ho letto, le maledizioni come queste sono più rivolte all'effettivo rito di sangue, piuttosto che ad un qualche incantesimo od incanto".
Harry prese il coltello che Neville gli allungava, e tracciò una leggera linea nel palmo della mano. Daphne rabbrividì, mentre lui le allungava il coltello.
"Odio il sangue", disse lei, prima di prendere un profondo respiro e tracciare una stricia simile sul suo palmo.
Lei ed Harry si presero le mani, mescolando il loro sangue prima di spingere i palmi contro le pietre del muro. Ci fu un leggero flash di luce blu, e loro ritrassero le mani.
"Pensi abbia funzionato?", chiese Hermione a Bill, con uno sguardo speranzoso.
"Difficile a dirsi, ma la luce blu è un buon segno. Dimostra dei residui magici, ed ho avuto reazioni simili quando spezzavo maledizioni per la Gringotts. Quindi penso dovremmo assolutamente prenderlo come un buon segno", rispose.
Si sollevarono suoni di sollievo tutto intorno, mentre assimilavano le parole di Bill. Harry pulì e guarì la mano di Daphne, ed allungò la sua perchè la guarisse Herione. Daphne sembrava davvero scossa e pallida per l'intera faccenda, così Hermione mandò velocemente fuori Harry.
"Immagino sia fatta quindi", disse allegramente Ron.
Lei sorrise e poi guardò Malfoy. Questo significata che lei non avrebbe più dovuto passare dell'altro tempo con lui, e certamente non doveva sposarlo. Anche se era felice per il futuro, si sentiva un po' triste del passato, il che era sorprendente. Quando era stata per la prima volta rivelata questa maledizione, non aveva sperato altro che non vederlo mai più. Ma lavorandoci su, era arrivata ad apprezzarlo. Poteva ancora essere irritante, ma certamente non lo odiava più. Lui la facva ridere con il suo umorismo sarcastico, e lei si divertiva a discutere di vari argomenti con lui. Essendo cresciuto anel cuore di una delle famiglie con il sangue più puro del circondario, aveva una prospettiva sulle cose che lei non aveva mai sentito. Potevano non concordare sepre, ma era stimolante dibattere con lui. Malfoy si voltò a guardarla stranito, mentre lei continuva a fissarlo. Lei arrossì leggermente, ma gli lanciò un debole sorriso. Lui strinse appena gli occhi, ma non disse niente, voltandosi di nuovo verso Ron, che stava macchinando dei piani per il festeggiamento. 


Molto più tardi quella notte, al Paiolo Magico, Draco osservò Hermione, che stava ridendo forte degli atteggiamenti di un Ron ubriaco. Era brilla, ed aveva un aspetto ricidolo con quel fard rosa sulle guance. Un atteggiamento festoso aveva coinvolto il gruppo.
Erano originariamente tornati ai Tre Manici di Scopa per cena, prima che Neville li convincesse che sarebbero dovuti andare a fare una visita ad Hanna Abbott, che lavorava al Paiolo Magico. Draco aveva più che un debole sospetto sul fatto che Paciock fosse più che altro interessato alla Tassorosso, e stesse pensando se fare o meno un tentativo, ora che la maledizione era stata spezzata. Ma essendo senza speranza come ogni altro Grifondoro quando si parlava di ragazze, Paciock aveva avuto bisogno di una quantità piuttosto alta di incoraggiamento liquido, per andare e chiedere ad Hanna di uscire insieme.
Paciock ora stava appoggiato contro il bar, più che altro bisognoso del suo supporto, non per sembrare figo, chiaccherando con Hanna, che non sembrava turbata.
Era rimasto ormai un piccolo gruppo. Harry e Daphne se ne erano andati per primi, disgustosamente innamorati. Blasie e Ginny li avevano seguiti non molto più tardi, e Draco non aveva bisogno di usare l'immaginazione per indovinare cosa avrebbero fatto, grazie a ciò che era successo nei dormitori Serpeverde.
Draco guardò verso l'angolo, dove Pansy e George si erano infrattati, e sogghignò nel notare che si stavano baciando.
Sembrava che non tutti i Grifondoro fossero degli incapaci con le donne. George era stato abbastanza bravo con Pansy, e lei era caduta tra le sue braccia.
Draco era contento per lei. Meritava di essere felice. Gli era corsa dietro abbastanza a lungo, e lui non l'aveva mai trattata con il rispetto che avrebbe dovuto quando erano ragazini, accettando la sua cott ed usandola a suo vantaggio. Dopo la guarra ci aveva messo un po' per rimettersi in carreggiata, e questo lo aveva portato ad essere brutalmente onesto con Pansy sui suoi sentimenti molto platonici per lei. Ma ora lei sembrava aver trovato qualcuno che la rendeva felice e la trattava bene, e nel posto più improbabile. Questo gli fece riportare la sua attenzione di nuovo ad Hermione. Era confusionante e complessa, e lui sperava che sarebbe riuscito a leggerla un po' meglio. Il modo in cui lo aveva guardato ad Hogwarts gli aveva regalato un po' di speranza che forse lui non le fosse così indifferente, come lo era una volta. Sapeva che non lo oodiava più. Avevano lavorato davvero bene insieme, nello spezzare la maledizione, e pensava che lei fosse riuscita a rispettarlo. Ma non mostrava alcun segno di provare sentimenti più profondi. Grugnì mentalmente. Era assolutamente ingusto che lui fosse più innamorato di lei che mai.
"Oh! É disgustoso! Prendetevi una stanza!", urlò Ron.
Sembrava che Draco non fosse l'unico ad aver notato la coppia sbaciucchiona.
George si allontanò da Pansy, abbastanza a lungo da agrottare la fronte verso il fratello. "Solo perchè non riesci a trovare una ragazza che ti baci, non significa che devi rompere le scatole a tuo fratello".
"Io trovo una ragazza che mi baci", obiettò Ron.
"E' per questo che Tracey Davis e laggiù a tradirti con Michael Corner, allora?", chiese George.
"Tracey ed io non ci pensiamo in quel modo", disse Ron offeso.
"Beh, lei sembra stia festeggianto la fine della maledizione andando a cercarsi qualcun altro il più velocemente possibile", disse scherzosaamente George.
Ron si illuminò di rosso, con uno sguardo un po' dispiaciuto.
"Non ascoltare George. Sai che gli piace prenderti in giro", disse Hermione, non volendo che il suo amico fosse triste. "Comunque, ho visto quella biondina laggiù addocchiarti per tutta la sera".
Ron alzò lo sguardo, e puntò la strega bionda che distolse lo sguardo, imbarazzata ad essere stata beccata a fissarlo. Ron gonfiò il petto, e si alzò per parlare con lei. Draco sorrise, mentre Hermione si perdeva di nuovo tra le risate.
"Comunque, per quanto sia stato divertente, io vado a seguire il consiglio di mio fratello", disse George, trascinando in piedi Pansy, che arrossì.
"George", esclamò scandalizzata.
"Oh, per favore, sono Hermione e Malfoy. Credo siano entrambi abbastanza intelligenti da capire cosa faremo quando ce ne andiamo insieme", disse George.
"Prima di tutto, non salterò nel letto con te. E anche se lo facessi, non è una cosa che dovresti dire", insistì Pansy, imbarazzata.
"Chi ha detto niente riguardo al letto? Volevo portarti di sopra per quella sfida di schacchi che mi hai lanciato la settimana scorsa in negozio. E qui non potremmo giocare. É troppo rumoroso", la prese in giro George.
Pansy arrossì ancora di più, sapendo che George aveva deliberatamente fatto suonare la sua affermazione precedente più sporca di quanto fosse, e ciò fece ridere di nuovo Hermione. Draco roteò gli occhi. George era davvero uno spasso a volte.
Il rosso si abbassò, per baciare Hermione sulla guancia.
"Congratulazioni per aver spezzato la maledizione. Fai la brava", disse, scompigliandole i capelli.
La strega riccia roteò gli occhi. "In che guaio mi potrei cacciare al Paiolo Magico? E comunqe, Malfoy è qui e Ron è laggiù", disse Hermione, indicando il bar, prima di rendersi conto che Ron doveva aver avuto fortuna ed era sparito.
"Oh!” esclamò. "Malfoy è ancora qui. Sono sicura che starò bene".
"E' questo che intendevo. Devi guardarti proprio dal fascino di Malfoy. Ti striscia addosso", disse George, facendo un mezzo sorriso al suo confuso amico, prima di ridere ed uscire dal pub con Pansy.
Hermione sembrava proprio adorabilmente confusa, e Draco soppresse un sorriso. George stava chiaramente cercando di causare più caos possibile. E Draco sapeva che se voleva che Hermione rimanesse, allora avrebbe dovuto trattarla come facevano quei suoi buoni a nulla di amici. Come se non avesse notato quanto incredibilmente bella fosse. "Ti va un altro drink?", chiese lui.
Lei semmbrò un po' insicura, chiaramente rimuginando sulle parole di George. "Non lo so. Credo dovrei andare a casa".
"Perchè? Ancora non sono nemmeno le undici. A meno che il tuo spaventoso padre non ti abbia dato il coprifuoco".
Lei rise. "No, ora sono tornata al mio appartamento. E anche se fossi stata ancora a casa, papà avrebbe camminato in tondo nel salotto finchè non fossi tornata a casa. Non ha molto spesso l'occasione di comportarsi da padre preoccupato, e si diverte ogni volta nel farlo":
"Quindi puoi rimanere per un altro bichciere?", chiese insistentemente Draco.
"Immagino di sì", disse lei, ancora non troppo sicura se avrebbe dovuto o meno.
"Per favore. Tutti gli altri se ne sono andati, ed io ho le precise istruzioni di non tornare a casa almeno fino a mezzanotte. Mia madre ha una serata romantica con Severus", mentì.
Lei diventò un po' verde. "Ma Malfoy Manor chiaramente è abbastanza grande perchè tu ci possa stare".
"Non ci crederai, ma sono rientrato in momenti piuttosto imbarazzanti".
"Cavolo, Malfot! Non voglio nemmeno immaginarmi Piton in quel modo".
Draco schioccò la lingua. "Allora, un altro drink?".
Lei alzò lo sguardo, come per accertarne il suo bisogno. Lui si cucì addosso la sua migliore espressione innocente, e sbattè le ciclia. "Bene, allora. Ma solo per un'altra ora",
Lui si abbassò e le sussurrò allorecchi. "Grazie. Quella strega laggiù sembrava che stesse per saltarmi addosso se te ne fossi andata".
Hermione si girò verso la direzione che lui aveva indicato, e notò una strega grassoccia, di trent'anni passati, addocchiarlo come se fosse una torta fumante. Rabbrividì e tornò a voltarsi verso di lui. "Non potrei mai lasciarti a questo destino", disse.
Lui si allontanò verso il bar, prima di lasciare che un ghigno trapelasse. I Grifondoro erano così facili da manipolare. 


Era passata più di un'ora, quando Hanna arrivò per cacciare via la Grifondoro che continuava a ridere, ed il Serpeverde che continuava a ghignare.
"Andiamo, ragazzi", disse. "Quest'anno voglio riposare un po'".
Hermione si voltò e fissò piuttosto triste la bionda Tassorosso. "Oh, scusa, Hanna, che ore sono?".
"Sono le due passate", replicò lei, sorridento alla bruna leggermente scossa.
"Cosa?? Ma erano le undici solo un minuto fa. Farei meglio ad andare a casa":
Si alzò di fretta, e l'alcool le andò dritto alla testa. Barcollò appena, e Malfoy lla afferrò per un braccio. "Stai in piedi, Granger".
"Che cosa mi hai dato?", chiese. Erano anni che non si sentiva così ubriaca.
"I cocktail migliori del Paiolo. Come si chiamava l'ultimo, Abbott?".
"Credo fosse la Vendetta Serpeverde", replicò Hanna..
Hermione buttò indietro la testa e rise. "Si è vendicato di me, ottimo. Faccio fatica a stare dritta".
La proprietaria del pub sembrava divertito. Non aveva mai visto così la sua vecchia amica. Di solito si permetteva solamente di diventare brilla, così non perdeva il controllo. Ma eccola lì, assolutamente ubriaca, che aveva bisogno di Malfoy perchè la tenesse in piedi. Figurarsi, Hanna non immaginava nemmeno che Hermione avrebbe passato tre buone ore in compagnia di Malfoy, palesemente divertendosi.
Li aveva guardati per la passata ora e mezza, ed Hermione si era divertita un mondo. Comunque, non era sicura se avrebbe dovuto fidarsi del biondo per portarla a casa. "Vuoi usare la Polvere Volante per andare a casa?".
"Oh, no", replicò l'altra strega, ridendo. "Non credo che sarei in grado di usarla correttamente. Probabilmente finirei nella camera da letto di qualcun altro. Finirò con il disturbare la serata romantica di tua madre Piton, Malfoy".
"La porto a casa", disse Malfoy.
Hanna gli lanciò uno sguardo serio. "Faresti meglio, Malfoy, se sapessi ciò che è meglio per te",
"Non preoccuparti, Hanna. Malfoy badereà a me. Dopo tutto, riesco a batterlo a duello se fa qualcosa", disse lei, estraendo la bacchetta ed agitandola, prima di lasciarla cadere.
Il mago biondo si fermò e la raccolse. "Credo sia meglio che la tenga io".
Hanna li ossrevò, mentre lui conduceva fuori dal locale la strega instabile. Si morse il labbro, non sicura di aver fatto la cosa giusta nel non insistere a portare lei stessa Hermione a casa. Per quanto aveva detto prima Neville, sembrava che Malfoy fosse un uommo diverso, e lo aveva visto abbastanza con Harry e Ron, ma ad Hanna non piaceva quel luccichio nei suoi occhi quando guardava Hermione. Era quasi come se la volesse mangiare.


Draco portò Hermione al punto di Smaterializzazione senza farla cadere, il che sentiva essere un qualcosa per il quale congratularsi con se stesso. Voleva che si ubriacasse un po', perchè sapeva che così sarebbe rimasta un po' più a lungo, ma non aveva immaginato che i cocktail l'avrebbero portata a quel livello. Sembrava che l'ultimo fosse stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Fortunatamente, lui si era preso dei drink meno letali, ed era abbastanza sobrio.
Comuque, non era sicuro in che modo Hermione sarebbe stata in grado di Smaterializzarsi a casa. Probabilmente sarebbe finita per spaccarsi. Doveva vedere se l'aria fresca l'aveva fatta riprendere un po'. La lasciò andare, e lei ondeggiò un po' prima di appoggiarsi pesantemente contro il muro. Ottimo! Non c'era alcuna possibilità che sarebbe riuscita a Smaterializzarsi, e lui non sapeva dove lei vivesse.
"Granger, dove vivi?", chiese, sperando che fosse una di quelle piccole comunità magiche, dove sarebbe stato facile trovare la casa.
"Vivo a Paddington. É nella Londra Babbana".
Dannazione. Non sarebbe di certo stato in grado di vagare per la Londra Babbana con Hermione, cercando di farle ricordare esattamente dove vivesse.
"Ok, Granger. Ti riporterò a Malfoy Manor con me. Non puoi Smaterializzarti, e probabilmente finiresti per spaccarti".
Hermione sbattè civettuola le ciglia. Scosse leggermente la testa, come per schiarirsi le idee, ma sembrò fallire ed annuì. Perfino in quello stato, era in grado di capirlo.
"Ci imbatteremo da qualche parte in Piton?", chiese.
Lui sorrise. "No, saranno a letto. E' tardi".
Draco le prese la mano e si Smaterializzarono al Manor. Fortunatamente, non avrebbero dovuto attraversare il lungo vialetto fino alla casa, dato che potevano Materializzarsi oltre le protezioni.
Hermione grugnì e si strinse lo stomaco, quando arrivarono, e lui le mise un braccio intorno alla vita per sostenerla, in caso si fosse sentita male.
"Stai bene?", chiese.
"Mi sento male".
"Prendi dei respiri profondi, e dimmi quando te la senti di muoverti".
Si appoggiò a lui, e fece alcuni respiri lunchi e profondi. "Ok, ora sono pronta".
Sfortunatamente, la sua stabililtà non lo era, e dopo che inciampò contro la quinta tavola, lui capì che avrebbe svegliato tutti. La prese in braccio per salvare i cimeli di famiglia, ed evitare di disturbare sua madre ed il suo patrigno.
"Che stai facendo?", chiese lei, confusa.
"Sveglierai tutti, se continui ad andare contro tutto. Così è più facile, veloce e meno rumoroso. Vuoi davvero che Piton arrivi e ti veda così?".
Lei rabbrividì alla prospettiva. "No, mi toglierà dei punti e mi metterà in punizione".
Draco rise, ma non si preoccupò di correggerla.
Cercò di portarla dal suo lato della casa. Aprì al porta della sua stanza, e la lasciò sul letto. "Rimani qui, io torno subito per portarti un pigiama".
"Questa è la tua stanza?", chiese lei addocchiando i libri di fianco al tavolo.
"Sì".
"Non è molto Serpeverde. Mi aspettavo che fosse decorata di verde, ed avesse un serpente gigante dipinto sul muro", disse lei, prima di ridere per la battuta non originale.
Draco roteò gli occhi. "Forse voi Grifondoro fate cose del genere, ma personalmente io preferisco decorare meglio la mia stanza".
"E' carina, confortevole", replicò, osservando la stanza decorata al naturale.
I muri erano crema, ed i mobili di legno pregiato. C'erano mensole di libri lungo un lato, e due porte che portavano a chissà dove. Presumette che una portasse ad un bagno. Si  trascinò giù dal letto, e barcollò per la sala verso le mensole, mentre lui apriva una delle porte, per rivelarne un armadio guardaroba.
Hermione fece vagare le dita tra i libri. Ne aveva molti che aveva anche lei. Sapera che c'era una biblioteca a Malfoy Manor, così rimase sorpresa che ne avesse molti nella camera.
"Ecco, è il meglio che posso fare", le disse alle spalle.
Lei si voltò troppo velocemente, facendo girare la stanza, e dovette appoggiarsi ai libri. Prese i vestiti che Malfoy le allungava, e li strinse al petto. "Grazie", replicò.
Non fece alcun tentativo di muoversi. Rimase semplicemente lì a fissarlo. Era piuttosto bello. In effetti, aveva lo aveva notato tutta la sera, che era cresciuto in un uomo dannatamente attraente. Quando le aveva fatto alzare i piedi da terra, non aveva potuto non notare che aveva anche un buon profumo. Aveva fatto del suo meglio per non far scorrere le mani tra i suoi capelli, per vedere se erano morbidi quanto sembravano.
Fece scorrere gli occhi sul suo corpo, rendendosi conto quanto si fosse sviluppato, prima di toranre a guardarlo negli occhi. Decise di fare, per una volta nella sua vita, di fare qualcosa di spontaneo e temerario, e cercò di giocare.
"Quindi dormo qui?", chiese, cercando di avere un tono di voce passionale.
"No, scusa, non volevo intendere nulla di tutto questo. Sono passato di qui per darti qualcosa da indossare".
Hermione decise di dover provare a flirtare un po' meglio, se lui si fosse comportato così responsabilmente. Si avvicinò di nuovo al letto maliziosamente, ma l'effetto si rovinò un pochino per il fatto che quasi si inciampò da sola a metà strada. Si sedette, e battè una mano di fianco a lei, come per invitarlo. "Oh, non importa. E' un letto molto grande".
Malfoy si schiarì la gola, ed Hermione fu felice di notare che ora sembrava molto meno sicuro. "Ehm... Granger, davvero non credo sia una buona idea".
Lei rise rauca. "Credo tu possa chiamarmi Hermione. Dopo tutto, fino ad oggi, eravamo praticamente fidanzati, Draco", disse, insicura di essere riuscita a produrre la voce miagolante che sperava.
Nel profondo della sua mente, sapeva che l'alcool aveva pericolosamente diminuito le sue inibizioni. Si rialzò in piedi, e camminò verso Malfoy, che si itrasse finchè non fu con le spalle al muro. Si spinse sulle punte dei piedi, e gli sussurrò all'orecchio. "Hermione suona più intimo, non credi?".
Malfoy deglutì chiaramente, e lei lo prese come un incoraggiamento. Non aveva mai provato prima a sedurre qualcuno, ed era contenta di cosa era riuscita ad ottenere. Tracciò una scia di baci, dall'orecchio in giù, lungo la mascella, e lo baciò dolcemente all'angolo della bocca.
Si ritrasse brevemente, ma quando tutto ciò che lui fece fu fissarla con gli occhi confusi, si spostò, pronta per essere uccisa. Il biondo rimase come una statua per pochi secondi, prima che prendesse Hermione tra le braccia, la attirasse a lui, e la baciasse appassionatamente.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Becoming Mrs Malfoy Chapter 19, a harry potter fanfic | FanFiction

Capitolo 19

Hermione si svegliò con un allegro sole che penetrava dalla finestra. Doveva essersi dimenticata di chiudere le tende prima di andare a dormire la notte prima, ed ora il brillante sole d'inverno la stava accecando. Sbirciò di sottecchi, e si sedette velocemente, confusa.
Quella non era la sua camera.
Qualcuno si schiarì la gola, ed Hermione incrociò gli occhi con quelli di un piccolo Elfo Domestico.
"Signorina Hermione, il Padrone Draco ha detto a Coco di darle questi. Coco li ha lavati per lei, e sono tutti belli e puliti". L'Elfo Domestico indicò i suoi vestiti, posizionati ordinati su di una sedia.
Lei chiuse brevemente gli occhi, mentre gli eventi della notte precedente le si riversarono addosso, ma si ricompose, perché non voleva crollare di fronte all'Elfo. Lo avrebbe detto a Malfoy. "Grazie mille, Coco", fu tutto ciò che disse.
L'Elfo Domestico fece un cenno di assenso e si inchinò, prima di schioccare le dita ossute e Smaterializzarsi fuori dalla camera.
Hermione grugnì, si sdraiò di scatto sul letto, e si schiacciò un cuscino sul viso. Che stava pensando? Quello era il problema: non aveva pensato, e si era ubriacata pesantemente. Ringraziò la sua buona stella che Malfoy avesse almeno avuto degli scrupoli e non avesse davvero dormito con lei. No, l'aveva baciata con trasporto, e poi depositata nella stanza degli ospiti.
Ed ora lei si sentiva umiliata. Era vero che non si sarebbe mai gettata su di lui se non fosse stata ubriaca, ma lo aveva fatto, ed almeno gli doveva dare atto di essere stato un gentiluomo, respingendola.
Ecco perché lei non si ubriacava. L'ultima volta che era stata così intossicata, aveva permesso alle gemelle Patil di portarla ad irrompere nell'Ufficio Misteri. Ovviamente, era stata ripescata prima che potesse gironzolare da qualche altro posto vicino al dipartimento. Non ci voleva una super guardia di sicurezza per sentire e rintracciare una donna ubriaca che straparlava sui tacchi alti. Era stata fortunata a non aver perso il lavoro. Sospettava che Hestia ci fosse passata sopra per la sua reputazione di eroina.
Se Hermione avesse saputo in qualche modo come uscire da Malfoy Manor ed avesse avuto la sua bacchetta, sarebbe sicuramente strisciata via di nascosto senza vedere Malfoy. Sfortunatamente, avrebbe dovuto trovarlo per reclamare la sua bacchetta, che lui aveva preso perché lei non riusciva a maneggiarla. E dire che era famosa per essere la Strega più brillante della sua era. A volte la vita non era per niente giusta.
I suoi pensieri vennero interrotti da un lieve bussare alla porta.
"Hermione, sei lì dentro?". La voce di Malfoy arrivava dall'altra parte.
Per un breve momento, contemplò l'idea di ignorarlo e fare a finta di essere tornata a dormire, o di essere fuggita dalla finestra, il che era una prospettiva sempre più attraente, di secondo in secondo. Non aveva bisogno della sua bacchetta. Avrebbe potuto andare a comprarne un'altra da Olivander. Ma se non le fosse andata bene come l'altra? Poi si rese conto che Malfoy era una delle persone più insistenti ed irritanti del pianeta. Se non si fosse confrontata subito con lui, l'avrebbe rintracciata al suo ufficio, e lei non voleva per niente un pubblico.
Si sentiva già abbastanza male con una persona unica.
Si districò dal groviglio di lenzuola e coperte, e raggiunse a piedi nudi la porta, la aprì di poco e sbirciò fuori.
"Ciao, Malfoy", cercò di dire freddamente, ma ne uscì solo un sussurro mortificato. Stupida voce che non ascoltava ciò che le comandava il cervello!
Lui la osservò in viso, prima di dire qualcosa. "Mia madre voleva farti sapere che il pranzo sarà servito tra un'ora e mezza".
Hermione aveva completamente dimenticato che Malfoy viveva con sua madre ed il suo patrigno. Ci sarebbero state più persone ad assistere alla sua vergogna. Che tipo di uomo vive ancora con sua madre?, pensò malignamente. Si chiedeva se lui avesse detto qualcosa di cosa era successo la notte precedente. Non poteva sopportare il pensiero che Piton sapesse che lei si era gettata addosso a Malfoy ed era stata rifiutata.
"Ehm... Credo... Cioè, dovrei andare a casa", disse esitante.
"Rimani a pranzo. Mia madre si dispiacerà se rifiuti".
"Non credo davvero sia una buona idea".
"Hermione", disse lui, con la frustrazione che trapelava nella voce. "Per una volta nella tua vita, non iper-analizzare tutto. Non essere testarda e rimani solo a pranzo. Credimi, ci saranno più domande se rifiuti".
Lei divenne rosso acceso, e guardò ovunque, tranne che il biondo al momento allungato contro lo stipite della porta. Annuì. "Ok, rimarrò".
"Pensavo che ormai fosse Draco".
Si riscosse dal suo stato di mortificazione, e gli lanciò uno sguardo penetrante. Ci voleva proprio lui, l'idiota, a ricordarle la scorsa notte, invece che fare a finta che non fosse accaduto. Lui sogghignò, prima di voltarsi.
"Aspetta, Malfoy. Dove pranzate, e come ci arrivo?", chiese, uscendo dalla camera per chiamarlo.
"Tornerò a prenderti. Comunque, quei vestiti stanno meglio a te che a me, micetta", disse lui, prima di camminare per il corridoio.
Hermione ritornò velocemente nella sua stanza, e sbatte forte la porta, ignorando la risata che riusciva sentir arrivare da oltre la porta. Osservò i pantaloncini corti e la maglietta che lui le aveva dato da indossare, capendo solo in quel momento che ovviamente risalivano a quando faceva parte della squadra di Quidditch di Serpeverde, con il blasone di Serpeverde. Il set era di quando lui era più magro, e la stringevano nei punti più sbagliati. Giusti sarebbe stata la parola adatta, se solo stesse cercando di impressionare qualcuno. Ruggì lievemente, mentre si lanciava verso il bagno. L'ira era meno potente, visto che non c'era nessuno a testimoniarla.


Esattamente un'ora e mezza dopo, Malfoy stava di nuovo bussando alla sua porta. Ovviamente, quando lei stava meledicendo i suoi stupidi capelli. Si rifiutavano di essere qualcos'altro, oltre a ricci scomposti sulla testa, in un modo ridicolarmente cespuglioso. Come se non bastasse, aveva il mal di testa che le martellava nel cervello, ed aveva un umore tetro. Imprecò, quando rinunciò a domare i suoi capelli ribelli, ed andò con passo pesante verso la porta,
"Hai la mia bacchetta?", chiese gracchiante, allunganto imperativamente la mano.
"Eccola, micetta", replicò lui, mettendogliela in mano.
Appena sentì la familaire pulsazione di magia con la bacchetta in mano, repisrò un po' più facilmente. Non si sentiva mai completamente a suo agio senza. Pensava fosse il risultato della guerra.
Malfoy sembrò capire che lei non avrebbe parlato, mentre si avviavano di sotto, ma a metà scalinata lei gli afferrò il braccio per fermarlo.
"Tua madre sa della scorsa notte?", chiese lei.
"Ovviamente, Hermione, altrimenti penserebbe che tu sia davvero strana, ad arrivare presto la mattina per farti una dormita", disse seccamente Hermione. Gesticolò con la mano libera, impazientemente. "Non il perchè sono qui, ma sai, riguardo... alla... cosa che è accaduta", mormorò.
"Oh, sì, racconto tutto a mia madre delle ragazze che bacio", disse sarcasticamente, prima di roteare gli occhi. "Non essere sciocca, Granger. Ho detto solo che ti sei ubriacata un po' troppo e non potevi andare a casa".
"Grazie, e mi dispiace davvero per tutto".
"Intendevo sul serio ciò che ho detto prima. Cerca di non comportarti come al solito. Non c'è bisogno di farne un affare di stato".
Leì annuì, ma non riuscì quasi a guardarlo in faccia. Era facile dirlo per Malfoy, non era stato lui a gettarsi su di lei. Non era lui che si era completamente umiliato da solo.
Continuarono a camminare verso la sala da panzo, e lei si sistemò nervosamente i capelli, prima di entrare. Non avrebbe contato nulla in quella massa incasinata, ma lo sperava lo stesso. Ignorò lo sguardo divertito che Malfoy le lanciò. Non avrebbe capito il suo dolore; aveva dei capelli perfetti, che erano un totale spreco per un ragazzo. Che cosa avrebbe fatto, se avesse avuto capelli come quelli. Lui li manteneva solo corti e puliti.
"Non morde", commentò lui.
"No, ma Piton potrebbe".
Malfoy emise una risata simile ad un latrato. "É vero. Ma almeno non sei Potter. Ancora non lo sopporta".
"Draco, caro, sei tu?", chiamò Narcissa.
"Sì, madre. Stiamo arrivando.
Hermione si intimidì. Non era mai stata in casa di un amico, a causa della troppa ubriachezza. E Malfoy non era esattamente un amico. Era molto imbarazzante, senza contare la pomiciata. Lanciò uno sguardo veloce alla tavola, e vide Narcissa sorriderle incoraggiante.
"Salve, Signora Piton. Mi spiace doverla disturbare", disse gentilmente.
"Non ce n'è motivo, cara. Non disturbi. Come puoi vedere abbiamo un sacco di spazio. Preog, siediti e prendi una tazza di thè".
Hermione scivolò nella sedia più vicina, e stava per prendere un sorso di thè che Narcissa le passò, quanto un calice di pozione le comparve sotto il naso.
"Pensavo che la Signorina Garnger avrebbe preferito prima questo", disse Piton a sua moglie.
Hermione alzò lo sguardo dalla pozione antisbornia, per rivolgerlo all'ex Professore, sconvolta. Severus Piton aveva appena fatto qualcosa di carino per lei?".
"Dovrebbe berlo, Signorina Granger. Non l'ho avvelenata".
Hermione arrossì. Piton la faceva sempre sentire come se fosse stata una ragazzina di Hogwarts di dodici anni, e cercò di compiacerlo. "Certo che no, Professore. Grazie molte", disse, e mandò giù la pozione.
Il suo mal di testa passò quasi immediatamente. Il cattivo gusto in bocca si attenuò, e lo stomaco smise di contrarsi. Si sentiva quasi come se le fosse stato dato un nuovo corpo, tutta nuova e timida.
"Fortunatamente, ancora non è stata inventata una pozione che riesca a sciogliere quel nido in cima alla testa", sbiascicò Piton, annullando automaticamente il piacevole sentimento che Hermione aveva appena iniziato a provare per lui. Non è che lui avesse i capelli migliori del mondo.
"Severus!", disse alterata Narcissa.
Malfoy sogghinò, ed Hermione gli lanciò uno sguardo astioso. Narcissa spostò velocemente la conversazione su argomenti meno litigiosi, ed Hermione mangiò velocemente , volendo portare a termine quel pranzo il prma possibile, così che avrebbe potuto strisciare di nuovo al suo appartamento e nascondersi.
Quando finirono, Malfoy e sua madre la accompagnarono al salotto, dove si trovava la loro connessione Metropolvere.
"Grazie di nuovo per avermi permesso di restare", disse Hermione a Narcissa.
"Non c'è problema. Sarei felice che venissi più spesso. Preferibilmente per altri motivi, piuttosto che essere troppo ubriaca per tornare a casa".
Malfoy rise fore. "Aspetta fino alla prossima Vendetta Serpeverde. L'hai buttato giù come se fosse stato succo di zucca".
"Di sicuro starò lontana da qualsiasi cosa abbia a che fare con i Serpeverde".
"Spero tu non voglia davvero, Hermione cara. Io per prima adorerei vederti di nuovo", disse Narcissa.
Hermione arrossì un pochino. Non aveva intenzione di essere così scortese, ed intendeva solo Malfoy, non sua madre. Malfoy ghignò consapevole.
"Spero di non avervi svegliato, o rovinato la serata romantica", disse.
Narcissa lanciò uno sguardo confuso al figlio. "Non vi abbiamo per nulla sentiti".



Narcissa rimase a guardare, mentre Hermione prendeva una manciata di Polvere Volante, la ringraziava ancora una volta per la sua ospitalità, e spariva tra le fiamme verdi. Appena la giovane donne se ne fu andata, si voltò verso il figlio.
"Che serata romantica, Draco", chiese.
"Potrei aver detto ad Hermione una piccola ed innocente bugia, per farla rimanere al pub con me la notte scorsa".
Narcissa incrociò le braccia, e lo guardò incredibilmente adirata.
"Cosa? Ha spezzato la maledizione, e voleva andarsene presto come tutti gli altri hanno fatto. Non uscirà volontariamente con me", spiegò.
"L'hai fatta ubriacare di proposito?".
"No! Volevo mantenerla brilla, così si sarebbe rilassata, ma non così tanto da fare in modo che non riuscisse ad andare a casa".
"Sarà meglio che sia la verità, Draco Malfoy", lo minacciò Narcissa.
"Lo è. Non sono così meschino".
"Sembrava molto imbarazzata questa mattina. Più di quanto uno si aspetti, per un qualcuno che è rimasto solo la notte perchè non poteva andare a casa".
Draco imprecò, e Narcissa sorrise tra sè. Aveva sempre saputo quando mentiva, ed era veloce a capirlo. Aveva reso la missione della sua vita dopo la guerra, e la morte di suo padre, lavorare sui suoi modi. Aveva capito quanto spocchioso e macchinoso fosse diventato suo figlio, e voleva cambiarlo.
"Potrebbe avermi baciato", disse lui reclutante.
"Hai approfittato di quella povera ragazza?"
"No!", esclamò lui. "Per ma barba di Merlino, madre, per che uomo mi hai preso? Era ubriaca!".
Narcissa si addolcì, e sorrise al figlio. "Certo che non lo hai fatto, caro", disse, accarezzandogli la guancia.
Lasciò suo figlio e tornò nella sala da pranzo, dove Severus stava legggendo e bevendo tranquillamente un thè. Si strofinò contenta le mani mentre entrava, e lui osservò quel suo insuale gesto con interesse.
"Che cosa ti rallegra?", chiese.
"Oooh... devo inviare un gufo a Rachel Granger", strillò contenta. "Quei due finiranno insieme, te lo dico io".
Severus tornò al suo libro di Pozioni, chiaramente non interessato. "Non ne vedo alcun segno. La ragazza riesce a malapena a guardare Draco".
"É solo perché la notte scorsa lo ha baciato".
"Mi manca di capire perchè sia così importante. Era ubriaca. Le persone fanno cose stupide quando lo sono".
Lei fece ondeggiare una mano, come per scacciare le obiezioni come se fossero state una mosca fastidiosa. "Sei un uomo. Non capisco. Se so una cosa di Hermione Granger è il fatto che non si getta su di un uomo qualsiasi, troppo ubriaca o per nulla. Ovviamente, sono contenta che Draco non si sia approfittato di lei, ma è un po' un peccato, perchè ora è terribilmente imbarazzata, e li allontanerà un pochino. Scommetto che si sente ridicola e, nonostante tutto, un po' rifiutata".
"Spererei che lui non l'abbia usata", disse Severus, distogliendo l'attenzione dal libro di Pozioni, all'idea che il suo figliastro facesse una cosa così reprensibile.
Lei sospirò. "No, era esattamente la cosa giusta da fare, ma dovrà faticare molto per far in modo che lei voglia vederlo di nuovo. Era mortificata. Devo dirlo immediatamente a Rachel".
"Fai ciò che devi, ma per favore non immischiarmi nei tuoi piano. Non voglio avere niente a che fare con quella so-tutto-io cespugliosa, o con l'amore incasinato per la vita di tuo figlio".
Narcissa si indignò. "Draco non ha un amore incasinato".
Severus la guardò scettivo. "Aveva una cotta per la Granger da Hogwarts. Non era difficile capirlo. Credo che persino i suoi amici l'abbiano notato, ad un certo punto. Erano solo il suo infernale orgoglio e le stupide nozioni sulla purezza del sangue, che lo trattenevano dal fare qualcosa. Poi ha combattuto dal lato opposto nella guerra, diventando un suo nemico più che mai. Ed ora, quando lei lo bacia, lui deve rifiutarla perchè è troppo ubriaca, facendola sentire umiliata. Se non è incasinato questo, non so cos'altro lo sia".
Lei strinse le labbra e sospirò. Odiava quando suo marito aveva ragione. Sarebbe stato più difficile di quanto aveva previsto.
Ma almeno Rachel avrebbe saputo come rivoltare Hermione.


Draco si stava trascinando su per le scale, ignaro dei piani di sua madre per renderlo felice. Si afflosciò sul letto, e cercò di non pensare alla notte passata. Stava iniziando a contemplare la camera in movimento. Hermione gli aveva quasi fatto avverare una delle sue più grandi fantasie, la solo perchè era molto ubriaca. Non era così scemo da credere che lo avrebbe mai fatto, se non avesse avuto una grande quantità di alcool che le nuotava nel sangue.
Ed ora lui era rimasto con i ricordi di uno dei baci più belli della sua vita, ed era successo nella sua camera. I ricordi lo avrebbero tormentato.
Draco sapeva che non poteva continuare a baciare Hermione. Avrebbe dovuto fermarsi davvero presto, perchè le mani di lei stavano vagando ovunque, e gli stavano facendo dimenticare tutti i motivi per cui non avrebbe dovuto cedere. La allontanò, e la spinse leggermente indietro.
"Cosa c'è che non va, Draco?", chiese suadente.
"Dobbiamo fermarci".
"Perché?", chiese, facendo scorrere le mani sul suo petto e baciandogli la gola.
"Perché sei davvero ubriaca, Hermione".
"Quindi? Mi piace ciò che stiamo facendo. A te no?".
Lui le catturò le mani, che stavano minando un po' troppo il suo autocontrollo. "Troppo, ma domani mattina lo rimpiangerai".
Sembrava come una bambina alla quale avevano tolto la caramella. "No, non lo farò", disse, cercando di districare le mani dalla sua presa.
"Hermione, ho detto di no! Non è una buona idea".
Lei lo guardò ferita. Fece un passo indietro, ed abbassò lo sguardo al pavimento. "Immmagino tu non voglia toccare una Sanguesporco. Potresti infettarti con i miei germi".
Draco ruggì. Solo Hermione riusciva a trasformare in quel modo qualcosa, facendo sembrare il suo nobile gesto una cosa schifosa.
"Ti ho appena baciata, quindi non ha senso"; disse, cercando di rimediare alla situazione.
"Sì, ma non vuoi continuare".
"Solo perchè hai bevuto troppo", disse lui, frustrato.
Mai provare ad avere ragione con una persona ubriaca. Capì quanto vero osse. Era impossibile, specialmente quando la persona ubriaca in questione era una strega bella, testarda e cespugliosa, determinata a prevalere. Era anche abbastanza irragionevole da capire come un insulto qualsiasi cosa lui dicesse.
Hermione si voltò e lui udì un singhiozzo sospettoso. Oh, no! Stava per piangere. Non pensava avrebbe mai visto Hermione piangere, non importava quanto cattivo fosse nei suoi confronti.
"Per favore, non piangere", disse.
"Non sto piangendo", replicò lei, la voce fievole che sottintendeva una bugia. "É solo... perché nessuno mi vuole?".
Ora Draco si sentiva anche peggio. Avrebbe dovuto lasciarla andare via dal pub alle undici. Le mise le mani sulle spalle.
"Hermione, tu sei bellissima, e mi piacerebbe continuare a baciarti, ma domani mi odierai, se continuiamo".
Lei tirò su con il naso, e seppellì il viso nella sua malgietta. Draco le accarezzò i capelli, e la lasciò piangere. Almeno quando era ubriaca non diventava violenta. Probabilmente lo avrebbe ucciso.

Draco venne riscosso dai suoi pensieri da Coco. "Padrone Draco, la Signorina Herione la lasciato questi nella stanza degli ospiti. Vuole che Coco li lavi prima di rimetterli nel suo armadio?".
Il piccolo Elfo Domestico teneva in mano i vestiti che Draco aveva prestatao ad Hermione per dormire. "No, non preoccuparti. Lasciali solo lì", disse.
Aspettò finchè l'Elfo non se ne fu andato, prima di prendere la maglietta e sentire il profumo di Hermione. Poi si diede dello stupido per le sue azioni. Chiaramente stava perdendo la testa. Per fortuna era nella sua stanza, perchè se qualcuno lo avesse visto avrebbe riso per quanto patetico era. Invece di fantasticare sulla donna, era meglio passare il tempo cercando di capire come farle passare l'imbarazzo e farla di nuovo saltare addosso a lui. Sobria questa volta.
Sapeva esattamente chi aveva bisogno di incontrare


Hermione era contenta di essersi allontanata dalla scena del primine. Al momento, desiderava non vedere mai più Draco Malfoy.
"Eccoti qui! Dove diavolo sei stata?", le urlò Ron, mentre usciva dal camino.
Lei alzò lo sguardo, per vedere Harry e Ron di fronte a lei. I capelli di Harry erano ancora più scompigliati del solito, come se ci avesse passato di continuo le mani.
"Cosa? Avevamo detto che ci saremmo incontrati oggi?", chiese lei.
"No, Hanna è venuta a contollare se eri tornata a casa sana e salva questa mattina, e tu non eri qui, quindi è venuta a chiamarci. Ti stiamo aspettando da un paio d'ore. Stavo per denunciare la tua scomparsa", disse Harry.
"Hanna non vi ha detto che ero con Malfoy?", chiese lei, diventando più confusa ogni minuto. Ora non aveva proprio bisogno di sentire questo dramma.
"Sì, ma ne sembrava preoccupata", spiegò Harry.
Hermione non riuscì a non ridere un pochino. "Andiamo, siete voi che siete stati per anni amici di Malfoy, ma ancora non vi fidate di lui se mi porta a casa?".
Harry e Ron sembrarono un po' presi alla sprovvista.
"Beh, se la metti così...", disse Harry.
"Ma non ti ha portata a casa. Dove sei stata?", chiese Ron.
"Ero troppo ubriaca per Smaterializzarmi a casa, e Malfoy non sapeva dove vivessi, così mi ha portato a Malfoy Manor, ed ho passato la notte lì”.
Poi sconcertò completamente i suoi amici, iniziando a piangere.
"Che ti ha fatto, Hermione?", chiese di getto Ron. "Per Godric, se ti ha toccato, lo spello vivo".
Harry sembrava altrettanto omicida. Lei smise di singhiozzare, abbastanza per dissuaderli dall'idea che Malfoy le avesse fatto qualcosa di male, prima che continuassero e rendessero peggio la situazione.
"No, non è così. Sono io che gli sono saltata addosso e lui… lui mi ha rifiutata".
Harry e Ron la coinvolsero in un abbraccio di gruppo, e la schiacciarono tra loro ed il divano.
"Shhh, non piangere", disse Harry.
"Mi sento così stupida", singhiozzò.
"Non volevi dormire con lui, vero, Hermione?", chiese Ron, un po' insicuro.
"La scorsa notte sì. L'ho anche pregato, ma non ha voluto".
"Ma è una bella cosa, no?", chiese Ron di nuovo, completamente stranito.
"Sì, ma non mi fa sentire meno rifiutata od umiliata", rivelò.
Harry e Ron strinsero Hermione di nuovo, e la lasciarono sfogare. Erano contenti del fatto che Draco avesse degli scrupoli, e non si fosse approfittato della loro amica. Ma sapevano anche della sua fragile autostima quando si parlava di ragazzi. Malfoy ne era stato la principale causa quando erano stati ad Hogwarts, e sembrava che per sbaglio l'avesse fatta sentire di nuovo brutta ed assolutamente incapace di essere amata.


Draco fece irruzione nella camera di Blasie, svegliando i due occupanti nel letto. "Dormite ancora?", chiese incredulo. "Sono passate le due del pomeriggio".
Blasie alzò la testa. "Che fai, Draco? Non puoi semplicemente entrare come una furia nella mia camera".
"Sì, posso. Ora esci, voglio parlare con la piccola Weasley".
"Fuori dalle scatole, Draco", disse scocciato il suo amico.
"Hai tempo fino al mio tre, e poi vi toglierò le coperte".
Ginny si tolse i capelli dagli occhi, e se li strofinò assonnata. "Blasie, fai quello che vuole e basta, altrimenti non se ne andrà mai. Ci vorrebbe una tazza di caffè. Malfoy, dammi un minuto per mettermi dei vestiti".
Blasie lanciò uno sguardo al suo irriverente amico, ma sapeva riconoscere una battaglia persa quando la vedeva. Scese goffamente dal letto, si mise una vestaglia, e spinse fuori a mali modi il biondo dalla stanza, così che la sua ragazza poresse rendersi presentabile.
"Non so perchè non ti sbatto semplicemente fuori a calci e non cambio gli incantesimi", grugnì al suo amico, probabilmente prossimo ad essere ex.
"Perchè li spezzerei", replicò Draco. "Ora vai a fare il caffè. Lungo, niente zucchero, in caso te lo sia scordato".
Blasie mormorò qualcosa sul caffè addosso a Draco, piuttosto che farglielo bere, ma lui non se ne preoccupò. Piaceva troppo a Blasie, perchè lo facesse.
Un richiamo attutivo provvenne dalla camera, dicenogli che Ginny era vestita e stava aspettando. Aprì la porta ed entrò.
"É meglio che sia importante, Malfoy", gli ringhiò.
"Lo è. Ho bisogno del tuo aiuto".
Ginny gli fece una linguaccia. "Non lo stai facendo bene".
"Riguarda Hermione", disse lui, e le orecchie della rossa si drizzarono. "Ma prima che ti dica qualcosa, devi giurare che non farai mai cenno a questa conversazione con nessuno. Nemmeno Blasie".
Lei roteò gli occhi, ma acconsentì. Malfoy effettuò l'incantesimo Vincolante, che l'avrebbe coperta di bolle se non avesse mantenuto la parola. Lei avrebbe obiettato, ma sapeva che avrebbe fatto la stessa cosa.
"Ora che ci siamo rassicurati, sei pronto a dirmi di che si tratta?", chiese lei.
Draco iniziò quindi ad aggiornare la rossa. Dovette fermarsi per permettere a Blasie di portare dentro il caffè. Il bel Serpeverde non fu affatto felice, quando venne prontamente spinto fuori di nuovo.
"Allora, fammi capire. Hermione ti è praticamente saltata adosso?", chiese Ginny, quando finalmente lui finì la storia. "Sapevo da quel fine settimana ad Hogwarts che voleva ancora venire a letto con te!".
"Beh, questa mattina non sembrava più pesar... aspetta, che intendi con ancora?", chiese.
Ginny iprecò. Non poteva dire a Draco che Hermione aveva avuto delle fantasie su di lui al sesto anno, vero? Hermione si sarebbe arrabiata. Ma comunque, avrebbe aiutato il biondo ad avera la sua rivincita.
"Ora ti dirò una cosa che Hermione mi ha raccontato in completa confidenza. Usalo contro di lei, e giuro che mi assicurerò che tu non possa mai avere un mini Malfoy".
Lui semplicemente annuì.
"Ok, dopo l'incontro al Ministero in Ottobre, dove Hermione è impazzita, mi ha raccontato una cosa che non aveva mai detto a nessuno prima di allora. Sto interamente infrangendo il codice di amicizia, raccontandotelo, quindi non farmene pentire, Malfoy".
"Continua e basta".
"Beh, Hermione aveva una cotta per te al sesto anno".
Draco si sedette in fondo al letto, con la bocca aperta. Davvero ad un certo punto piaceva ad Hermione? Prima che avesse rovinato le sue possibilità cercando di uccidere Silente, diventando un Mangiarmorte ed in generale dalla parte del Signore Oscuro.
"Cosa?", chiese confuso.
Ginny non poteva fargliene una colpa. "Sì, aveva una piccola infatuaizone per te, ed alcuni pensieri impropri".
Lui sogghinò. "Fantaasticava su di me, vero? Quale ragazza ad Hogwarts non lo faceva?".
Lei roteò gli occhi, prima di lanciare un cuscino al Serpeverde. "Scendi dal piedistallo, Malfoy. Nessun altro a parte Hermione può averti trovato attraente quando eri tutto preso dalla Stanza delle Necessità".
Lui la prese in giro. "Quindi dici che anche tu hai fantasticato su di me? Blasie lo sa?".
Lei sembrò scocciat.a "Malfoy, non eri nelle mie fantasie da ragazza, ed io sempre immaginato di essere con Blasie".
Draco rise forte. "Davvero? Fantasticavi di essere con Blasie nei dormitori Serpeverde? Che piccola sporcacciona!".
"Sì, beh, almeno non sognavo di sedurre un Serpeverde nella biblioteca", sputò fuori, prima di deglutire e mettersi le mani sulla bocca. Non aveva intenzione di rivfelargli così tanto.
"La Grenger voleva sedurmi nella biblioteca di Hogwarts, vero? Ora perchè non mi sorprende? Magari le darò un'occasione per farlo".
"Se si lascerà mai avvicinare ancora da te".
Lui si ittì e sospirò. Ginny aveva ragione. "Potresti aver ragione. Dovevi vederla prima. Era mortificata, e sarebbe striscaita via da Malfoy Manor se solo avesse saputo la strada".
"Certo che l'avrebbe fatto. Ma non puoi biasimarla. Ha appena scoperto di avere ancora una cotta per te, dopo tutti quegli anni in cui pensava tu fossi il diavolo".
"Che devo fare? Non mi permetterò di avvicinarmi a lei a più di un metro di distanza, se la conosco bene".
Ginny ne riconobbe la verità. Hermione era ridicolarmente testarda.
"Sai che devi solo incolpare te stesso?", chiese Ginny.
"Io? Che ho fatto?", replicò, confuso.
"Sei il motivo maggiore per cui ha una così basa autostima. Tutti quegli anni a ridere del suo aspetto, ed a compararla praticamente  con un troll, hanno dato i loro frutti".
Lui grugnì. "Sapevo che il mio passato sarebbe tornato a tormentarmi".
"Sì, beh, fortunatamente per te, non è irrimediabile. Rispetterà il fatto che tu abbia mostrato degli scrupoli, la scorsa notte, e devi solo mostrarle che è attraente. Ed io ho il posto perfetto", disse lei, e procedette con il creare un piano con lui.

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Capitolo 20


Rachel si sedette gongolante di fianco a Matthew, come un gatto che aveva appena catturato un topo.
"Come mai sei così contenta?", chiese lui. "E dove sei stata?".
"Oh, ho incontrato Narcissa per pranzo a Diagon Alley", replicò.
Sua moglie avrebbe dovuto essere una strega. Adorava assolutamente il mondo magico. Avere una figlia che lo era, non era lo stesso, perché Hermione aveva la sua vita. Ma ora Rachel aveva un'amica strega, e passava un sacco di tempo a placare la sua curiosità su tutto.
Lui alzò un sopracciglio. "Capisci che Diagon Alley è per i maghi, giusto?"
Rachel roteò gli occhi. "Ed io ero con una strega. Comunque, riesci davvero ad immaginarti Narcissa che passa del tempo nella Londra Babbana?".
Matthew riconobbe del vero nelle sue parole. La bionda di ghiaccio non era a suo agio tra le persone non magiche. In effetti, era stata una sorpresa che lei e Rachel fossero diventate così buone amiche. Si vedevano piuttosto regolarmente. Narcissa aveva anche allacciato la casa dei Granger alla Metropolvere, così le visite erano molto più facili. Matthew non ne era rimasto molto contento, più che altro perché Rachel non ne aveva parlato con Hermione, prima di procedere. Non era nemmeno sicuro se Hermione lo sapesse già. Recentemente non era andata molto a trovarli, perché si stava facendo in quattro nel cercare di rompere la maledizione che l'avrebbe legata a Draco Malfoy.
"Quindi, a parte incontrare Narcissa e passare del tempo in Diagon Alley, per cosa sei così eccitata?", chiese.
"Hermione è rimasta a Malfoy Manor per il fine settimana", disse allegramente.
Matthew si raddrizzò. Non sembrava qualcosa per cui essere elettrizzati.
"Che intendi?", chiese.
"Beh, era in giro a festeggiare la fine della maledizione, si è molto ubriacata, e Draco l'ha riportata al Manor".
"Ha spezzato la maledizione? Questa è la mia rag... aspetta, hai detto che Malfoy ha portato mia figlia a casa sua quando era ubriaca?", ringhiò, le enormi mani strette a pugno.
Rachel osservò divertita, mentre suo marito si arrabbiava. Adorava prenderlo in giro. Gli batté una mano sul braccio, rassicurante. "Non preoccuparti, non l'ha toccata. Anche se non per mancanza di suoi tentativi".
Mattew si stava accendendo di un allarmante colore rosso. "Che intendi? Lo ucciderò, quel piccolo bastardo. Avrei dovuto farlo quando è venuto qui!".
Rachel gongolò, facendolo arrabbiare ancora di più.
"Non vedo cosa ci sia di così divertente!", ruggì.
"Dovresti solo stringere la mano a Draco, non cercare di ucciderlo. A quanto pare, Hermione lo ha baciato ma, essendo lui un gentiluomo, ci ha dato un taglio, sapendo che era ubriaca".
Le sue grandi spalle si rilassarono, ed emise un profondo respiro. "Quel ragazzo è fortunato".
"Magari ora ammetterai che non è poi così male?".
Matthew era ferocemente leale nei confronti di Hermione. Sapeva che se la stava cavando meglio con Malfoy, ora, ma non gli avrebbe dato alcuna approvazione finché non l'avesse data anche lei.
"E' a porto", disse senza entusiasmo Matthew.
Rachel rise. "Ci sarà un uomo giusto per la tua bambina?".
"Solo perché ti ha incantata con un sorriso ed alcune belle parole, non significa che mi prenderà in giro altrettanto facilmente".
"Lascerai mai perdere? Volevo rendere le cose più facili per Hermione, e considerando che non si stava comportando da idiota irritante come lo descriveva lei, ho deciso di dargli il beneficio del dubbio, con te che gli stavi con il fiato sul collo ed Hermione che si è fiondata nella sua camera".
"E non aveva niente a che fare con il suo sorriso ed i denti bianchi luccicanti?".
"É un ragazzo attraente. Non c'è niente di sbagliato a volere questo per mia figlia", disse lei sulla difensiva.
Lui le lanciò uno sguardo. "Cosa avete pianificato tu e Narcissa? Non può essere niente di buono".
"Sapevi che Hermione trova ogni anno una scusa per evitare di partecipare alla festa di Natale del Ministero?", chiese Rachel.
"No. E anche se fosse?".
"É l'evento più grande dell'anno, e la sua non partecipazione non è evidentemente vista di buon occhio dalle sfere alte del Ministero".
Matthew mugugnò. Voleva che Hermione avesse successo. Aveva sacrificato gran parte della sua giovinezza per assicurarsi di avere un posto nel mondo magico, e lui voleva che quel posto fosse grande.
"A quanto pare, dice che noi diamo una festa di Natale lo stesso giorno".
"Ed è un male per la sua carriera?", chiese lui.
Rachel annuì e basta.
"Allora cosa avete organizzato tu e Narcissa?".
"Ho detto che Hermione sta con noi quella sera ogni anno e, visto che ora siamo connessi con la Metropolvere, Draco dovrebbe venire a prenderla e portarla alla festa", disse Rachel, con le dita incrociata, sapendo che il supporto di suo marito sarebbe stata la chiave.
"Non può essere Harry, o Ron?".
"Beh, Harry porterà la sua fidanzata, ed a quanto sembra Ron ha incontrato una ragazza al pub la notte scorse, e le ha già chiesto di andarci con lui", replicò Rachel.
"Il tizio, Paciock?", chiese Matthew, disperandosi un po'.
"Esce con qualcuna".
Matthew grugnì. Avrebbe dovuto essere d'accorto con quella sciocchezza. Non voleva che Hermione non riuscisse a realizzare le sue ambizioni solo perché non partecipava ad una festa. Poteva essere tanto anti-sociale quanto testarda fino all'osso, e non era un bene, se questo Ministero insisteva che gli impiegati partecipassero ai loro eventi. "Ok, lo accetto, ma ad una condizione".
Rachel strinse le labbra. "Quale?".
"Voglio chiacchierare un po' con Malfoy. Puoi andare ad aiutare Hermione a cambiarsi, e lasciarmi parlare con il ragazzo".
Rachel strinse gli occhi, ma glie lo concesse. Non pensava davvero che sarebbe riuscita ad avere il suo supporto, quindi era più che preparata a permettergli qualche concessione.


"Draco, caro, sei tu?", gridò Narcissa, appena Draco entrò.
"Sì, madre".
"Puoi venire qui un minuto? Voglio parlarti".
Drago ruggì. Era stato portato in giro per i negozi da Ginny Weasley per tutto il giorno, e forzato a tentare la fortuna a causa della sua idea di sorprendere Hermione. Al momento, davvero non se la sentiva di ascoltare qualsiasi cosa sua madre gli avrebbe detto.
Riluttantemente, entrò nella serra, il luogo preferito di sua madre, perfino d'inverno.
"Cosa c'è, madre? Ho avuto una giornata difficile".
Narcissa corrugò la fronte. "Non c'è un modo per parlare con la donna che sta facendo del suo meglio per assicurarti la felicità futura?".
Lui guardò il soffitto, come per trovare la forza. "Che hai fatto ora?".
"Potrei essermi organizzata con Rachel Granger, in modo che tu possa portare Hermione alla festa di Natale del Ministero", disse lei.
"Oh", esclamò lui.
"É tutto quello che hai da dire?".
"No, è solo che sono un po' sorpreso. Sono uscito a fare compere per tutto il pomeriggio con Ginevra Weasley, ed ho dovuto pagare un vestito per Hermione, che non mi è stato concesso di vedere, perché potessi portarla alla festa", disse lui, rabbrividendo al pensiero.
Narcissa si congratulò. "Hai avuto la stessa idea. Sapevo che eri innamorato di lei".
Non gli piaceva assolutamente la direzione che stava prendendo quella conversazione. Bastava dare a sua madre una mano, e si sarebbe presa l'intero braccio. "Non ho mai detto di essere innamorato di lei".
Lei gli sorrise semplicemente comprensiva, e gli accarezzò una guancia. "É giusta per te", fu tutto ciò che disse.
Draco rabbrividì ancora di più. Sua madre a volte era davvero irritante.


Hermione si stava congratulando con sé stessa per il lavoro ben fatto. Ancora una volta, aveva sconfitto i poteri maligni al lavoro, e si era liberata di una noiosa festa. Non le importava quanto Ginny dicesse quanto buono fosse il cibo, o la musica. Lei non voleva essere inseguita per la sala da maghi viscidi che al confronto facevano sembrare Cormac McLaggen un santo, o dover cacciare via quelli arrabbiati per la sua ultima legge a protezione degli Elfi Domestici. Assolutamente. Quell''anno, come ogni anno da quando aveva per la prima volta rifiutato di parteciparci, sarebbe rimasta con i suoi genitori, e guardato la trilogia di Star Wars con suo padre, finché non si fosse addormentata sul divano. Aveva anche provato a schivare Malfoy dalla tragedia della settimana prima. Harry e Ron l'avevano confortata, fatta mangiare cibo spazzatura e rallegrata con le loro buffonate. Era andata a dormire sentendosi marginalmente più felice, ma continuava ancora a non desiderare di posare mai più gli occhi su Malfoy. Tristemente, il suo subconscio non la pensava allo stesso modo, nel dimenticare tutto. I suoi baci avevano popolato i suoi sogni, e negli ultimi giorni si era svegliata con le labbra formicolanti. Comunque, era determinata a non arrendersi ai suoi impulsi, non importava quante volte i suoi sogni la portassero nella biblioteca di Hogwarts e la facessero sedurre un Malfoy con gli abiti da Serpeverde, che faceva quello che lei voleva. Era sbagliato, e lei non ne avrebbe avuto niente a che fare.
Hermione ciabattò di sotto con le sue comode pantofole. Una volta c'erano stati dei gatti disegnati, ma ora erano così messe male che assomigliavano di più a palle di lana senza forma. Si era messa il pigiama felpato e più confortevole che aveva, ed aveva legato i capelli in una coda scompigliata.
"Sicura di non voler indossare qualcos'altro?", chiese suo padre, adocchiando il pigiama con i pinguini.
"Perché? Non è che ci aspettiamo visite", replicò.
Suo padre la guardò in dubbio, come se avesse voluto dirle qualcosa, ma sua madre entrò nella stanza. "Voi due cenate qui, come sempre quando guardate Star Wars?".
"Sembra un buon piano. Va bene per te, orsacchiotta?".
Rachel poi si accorse di Hermione, quando lei si alzò per far partire il film. "Ehm... Hermione, tesoro, non vorresti cambiarti?".
Lei sbuffò. "Che avete voi due per volere che mi cambi? Indosso sempre questi pigiami, e nessuno dei due se ne è mai lamentato prima".
I suoi genitori osservarono sfuggenti la stanza, evitando sia i suoi occhi che quelli dell'altro. Hermione sospirò. Odiava quando facevano così. Solitamente significava che avevano organizzato qualcosa. L'ultima volta, un "bel giovanotto" del loro studio era stato invitato a casa per incontrarla. Lei non ne era rimasta contenta, e l'avevano stressata su quanto non apprezzasse che i suoi genitori le procurassero una vita amorosa, non importava quanto schifosa fosse.
Ora, comunque, le sembravano un po' a disagio. Sua madre si diede alla fuga, e suo padre premette play, così da far iniziare la musica iniziale di Star Wars.
Hermione dimenticò presto lo strano comportamento dei genitori, mentre si ingozzava di pasta e sospirava alla vista di Han Solo, la sua cotta adolescenziale. Ok, era un po' abrasivo, ma almeno c'era del fuoco in lui. E sì, era egoista e doveva essere costretto a fare le cose, ma toglieva il fiato alla Principessa Leia. Almeno non era come Luke Skywalker, gentile ma noioso.
E sì, stava certamente ignorando la parte del suo cervello che le faceva notare quanto quei tratti fossero simili ad un certo biondo rompiscatole di fronte al quale si era umiliata. Non lo avrebbe di certo guardato Draco Malfoy con gli occhi a cuoricino solo perché l'aveva baciata come nessun altro prima di allora.
Hermione presto perse il divertimento per il film, visto che il suo cervello stupido e testardo si rifiutava di smetterla. Le sovrapponeva di continuo l'immagine di Malfoy a quella di Han Solo, e lei stava rapidamente perdendo la volontà di vivere. E dovevano ancora vedere altri due film e mezzo.
Il suono proveniente dal camino dei suoi genitori la scossa dalla catarsi. Urlò e corse a prendere la sua bacchetta, mentre una figura alta e magra uscì dalle fiamme smeraldine.
"Chi sei?", urlò lei, puntando la bacchetta all'intruso e lanciandogli uno Schiantesimo.
L'intruso venne spinto indietro, sbattendo dolorosamente contro il caminetto, e scivolando a terra.
Rachel arrivò di corsa nella stanza, mentre Matthew iniziava a ridere forte. Hermione corse verso di lui, e fece scendere il cappuccio del mantello, per rivelarne Draco Malfoy.
Il suono si sentì ancora, e ne uscì Ginny, che si inciampò in Malfoy e gli cadde addosso.
Rialzandosi in piedi, si voltò verso Hermione, se sembrava bloccata dall'incredulità, inginocchiata al fianco di Malfoy. "La prendo come una conferma che non le avete detto di essere allacciati alla Metropolvere".
Rachel scosse la testa, un po' distratta mentre Matthew era ancora scosso dalle risate.
Ginny sventolò una mano di fronte al viso della sua amica. "Hermione. Ciao, terra chiama Hermione", la chiamò.
Hermione si risvegliò dalla trance, e guardò accusatoria i suoi genitori. "Sapevo che stavate pianificando qualcosa", disse con la voce piena di rabbia.
"Tesoro, non arrabbiarti. Vogliamo solo che tu sia tenuta di conto al Ministero, e la tua non partecipazione sta annullando le possibilità di una promozione", disse sua madre di getto.
Hermione batté i piedi come una bambina. "Non ci voglio andare! Odio quelle stupidaggini!".
Ginny roteò gli occhi. "Hermione Jean Granger, ci sei venuta una volta! Ora smettila di lamentarti come una bambina e muovi il culo su per le scale. Ho del lavoro da fare".
"Perché dovrei?", chiese con un ringhio.
"Non fare in modo che ti costringa. Abbiamo imparato tutti quanto penosa sia la tua forza fisica all'apertura della stagione di Quidditch", la minacciò la rossa.
Hermione abbassò la testa sconfitta. Lanciò un breve sguardo a suo padre. Aveva una vaga speranza che si sarebbe alzato ed avrebbe buttato fuori Ginny.
"Hermione, dovresti Innervare Malfoy", la chiamò Ginny.
Hermione per un momento pensò di ribellarsi e lasciarlo schiantato. Ma sapeva che se non l'avesse fatto lei lo avrebbe fatto Ginny, e quindi ci sarebbero stati più scotti da pagare. Volteggiò la bacchetta da sopra la spalla, e Draco si sedette, strofinandosi la testa e vendendo scomparire dalla porta il suo appuntamento.
Rachel si abbassò verso di lui. "Oh, Draco, mi spiace tanto. Non pensavo davvero che Hermione avrebbe reagito in quel modo, ma non volevamo darle alcun preavviso, perché probabilmente si sarebbe trasportata nel suo appartamento ed avrebbe rifiutato di uscire".
Draco mugugnò, mentre iniziò a dolergli la nuca. Si tastò la testa, e trovò un bernoccolo grande come un uovo.
"Ti porto del ghiaccio per quello", disse Rachel, lasciando Draco sotto lo sguardo divertito di Matthew Granger.
Draco all'improvviso si sentì un po' a disagio. Il gigante padre di Hermione lo metteva tremendamente alle strette, e sapeva che Matthew non lo avrebbe accolto calorosamente. E nonostante non potesse nuocergli fisicamente non significava che l'anziano non lo volesse. Draco non aveva dimenticato lo sguardo minaccioso che gli aveva lanciato la prima volta che si erano incontrati.
Rachel tornò di corsa, allungò a Draco una sacca di ghiaccio, e si affrettò via di nuovo.
Guardò confuso la sacca, non sapendo cosa farci. Ciò rese Matthew ancora più spavaldo, il che ora stava iniziando ad essere irritante. Prese tra le mani la bacchetta. Non si sapeva mai.
"Mettiti il ghiaccio sopra al bernoccolo che hai dietro la testa", spiegò finalmente l'altro uomo.
Il biondo fece come gli disse, e mormorò di sollievo, mentre il dolore si affievoliva.
"Grazie", replicò, rialzandosi in piedi e spazzolandosi mantello e vestiti.
Si era vestito di nero, visto che Ginny si era rifiutata di dargli qualche dettaglio sul vestito di Hermione.
"Bene, Malfoy, siediti lì", disse Matthew, indicando una poltrona. "Io e te faremo una piccola chiacchierata".
Draco fece un salto. Se lo aspettava. Matthew si era presentato come il tipo di padre che avrebbe voluto mettere delle regole prima che sua figlia scomparisse dalla porta, (beh, in realtà dal caminetto), con lui. Non rendeva comunque meno minaccioso l'ex giocatore di rugby.
"Quali sono le intenzioni verso mia figlia?", chiese l'uomo.
Draco si sistemò il colletto della camicia. Non lo sapeva nemmeno lui quali erano le sue intenzioni verso Hermione. "Ehm... buone", disse esitante.
Matthew aggrottò la fronte verso l'uomo a disagio. "Buone? É tutto? Non sai se vuoi uscire con lei o essere solo amici?".
Ora stava iniziando a sudare. "Vorrei uscire con lei, se lei signore me lo permettesse".
"E se Hermione è d'accordo, come la tratterai?".
"Come una principessa", replicò automaticamente.
Mattew tossì. "Che pateticamente prevedibile. Lo hai letto nel Manuale sul come andare d'accordo con i padri difficili? Come faccio a sapere che non la prenderai in giro o le farai calare maggiormente l'autostima?".
Draco non si stava divertendo. Non aveva mai dovuto persuadere un padre che lo disapprovava di essere all'altezza, prima di allora. Di solito, i padri spingevano verso di lui le figlie purosangue, chiaramente puntando alle sue ricchezze. Non aveva mai preso parte ad un interrogatorio (perché lo era) con qualcuno che chiaramente si stava divertendo a farlo penare. "Sua figlia mi piace da tanto. Rimpiango profondamente il dolore che le ho causato. Apprezzo la sua acutezza, ed ammiro la sua intelligenza. É leale con i suoi amici e dedita al suo lavoro. É feroce ed appassionata, e molto bella. Se uscisse con me, glie lo farei sapere".
"É bello sapere che hai colto quelle qualità che rendono unica la mia Hermione. Meglio di ogni altro suo altro stupido fidanzato abbia fatto. Ti darò il permesso di corteggiarla, ma se fai un passo falso mi assicurerò che tu non sia più in grado di afferrare la bacchetta", lo minacciò Matthew.
La voce di Rachel si udì dal piano di sopra, mentre chiamava Matthew perché salisse ad aiutarla a cercare qualcosa. Lui si alzò ed andò verso la porta.
"Ancora una cosa, ragazzo. Riportami di nuovo mia figlia ubriaca, e ti taglierò i gioielli. La aspetterò finché non sarà tornata a casa, sta notte".
Draco annuì, sperando che l'intimidatorio uomo uscisse dalla stanza. Si sentiva prosciugato, dopo quella "conversazione", ed ancora non aveva nemmeno parlato con Hermione. Ma non aveva dubbi che quella sera sarebbe stata altrettanto difficile. Le era stata fatta un'imboscata, quindi non sarebbe stata carina con nessuno, e lui sapeva che sarebbe stato l'unico che avrebbe sopportato il suo brutto stato d'animo.


Di sopra, Hermione stava proprio per perdere la pazienza, ed allontanare sia Ginny che sua madre, che stavano cercando di acconciarle i capelli.
"Ci rinuncio", disse Ginny, alzando in aria le mani. "Come riesci ogni volta a combinare qualcosa con questo casino selvaggio?".
Hermione guardò pigramente la sua amica allo specchio. Lei, ovviamente, sapeva bene come fare con i propri capelli, ma non avrebbe aiutato, in protesta per le loro azioni.
Rachel aveva frugato nel suo bagno, alla ricerca di un qualche tipo di cura magica, ma era tornata a mani vuote. "Ancora non riesco a credere che tu abbia ereditato i capelli di mia zia Emmelina. Era una mucca vendicativa, e mi odiava", si lamentò.
Ginny si era ora spostata sul viso di Hermione, e le stava applicando il fondotinta sulla pelle. Hermione smise di agitarsi, sapendo che era meglio rimanere buona e ferma. Non avrebbe dato a Ginny la scusa per legarla ad una sedia. In ogni caso, i capelli stavano già protestando abbastanza al posto suo.
Ginny finalmente finì, ed Hermione si guardò allo specchio. Doveva ammettere che nessuno truccava meglio di Ginny, che aveva deciso di enfatizzare i suoi occhi, enormi e con un ombretto grigio fumo. Solo una spolverata di fard sulle guance, e un lucidalabbra rosato completavano il look.
Mentre Hermione stava ammirando l'effetto, Ginny aveva aperto la sacca del vestito, ed ora davanti ad Hermione ce n'era uno bellissimo. Era lungo fino al ginocchio, con una fascia intorno al collo. Per gran parte era nero, ma aveva la fascia e l'orlo rosa, con dei fiori neri. Estremamente alla moda, ma elegante e femminile. Hermione se ne innamorò immediatamente.
"Oh, Ginny! É meraviglioso".
Ginny sorrise. "Si è vero, e mi ci è voluto un giorno intero per trovarlo. Quindi sistemati i capelli, ed entraci. Devo prepararmi per stendere Blasie".
"Pensavo lo avessi già fato nel dormitorio Serpeverde", la prese in giro.
Ginny arrossì un pochino, ma sorrise di rimando.


Draco era ufficialmente annoiato. Che stavano combinato quelle scoppiate? Quanto ci voleva per mettere un vestito? Poi si ricordò lo stato in cui erano i capelli di Hermione, e ghignò. Le tre stavano probabilmente lottando con quel casino pauroso. Forse le aveva messe al muro.
Passò il resto dell'attesa divertendosi al pensiero dei capelli di Hermione che prendevano il comando in storiche battaglie famose.
Finalmente, dopo quelle che erano sembrate ore, udì dei passi scendere le scale. Si alzò ed andò nel corridoio, sapendo che sua madre andava sempre in brodo di giuggiole quando lui e Severus erano lì ad aspettarla ed apprezzare i suoi sforzi per essere bella.
Rachel emerse per prima, con un'aria un po' misteriosa, mentre Matthew la seguiva da vicino, sembrando un po' impacciato ma lanciandogli sguardi minacciosi. Ginny fu la prossima. Era bella nel suo vestito lungo e verde, con i capelli che le scendevano sulla schiena ed increspati sul viso.
"Stai bene, rossa", disse Malfoy. "Sai cosa fare, per essere una Weasley".
Ginny gli passò davanti ondeggiando i capelli. "Ci vediamo dopo. Per quanto mi piacerebbe vederti sbavare, ho un appuntamento dal quale essere prelevata".
Lui sogghignò. "Ora so chi porta i pantaloni nella vostra relazione. Assicurati di portare qualcosa di carino da far indossare a Blasie".
Ginny gli lanciò uno sguardo, ma non riuscì a mantenere la facciata, e scoppiò in una risata mentre se ne andava.
Draco rimase ad osservare le scale. Riusciva a sentire dei movimenti, e sperò che Hermione si sbrigasse e scendesse. Non poteva essere così male. Anche se, pensandoci, Draco non credeva di averla mai vista portare una gonna fuori Hogwarts.
Dopo pochi altri secondi di attesa, Hermione finalmente iniziò a scendere le scale, e Draco si maledisse tra sé, mentre la mascella gli cascava alla vista. I capelli erano stati acconciati, ed elegantemente raccolti. Il vestito le faceva risaltare la figura, ma in modo classico. Ma fu quanto gli occhi raggiunsero i piedi di Hermione, che scoppiò a ridere.
"Cosa?", sbottò lei, mentre arrivava all'ultimo gradino.
Il suo imbarazzo per essere faccia a faccia con Malfoy scomparve di nuovo, per l'irritazione della sua reazione. Era davvero così ridicola quando indossava un vestito?
Rachel stava lanciando al biondo uno sguardo confuso, mentre Matthew sembrava che volesse spezzarlo in due.
"Credo tu abbia dimenticato qualcosa", disse, indicando le pantofole di pana che Hermione portava ancora.
"Oh", esclamò lei, arrossendo.
"Ginny mi ha lasciato vedere le scarpe, quindi so per certo che non sono quelle", disse.
Appellò le scarpe con un Accio, allungandone una ad Hermione per mettergliela al piede.
Hermione arrossì ancora di più, quando capì che Malfoy aveva intenzione di metterle le scarpe. Scivolò fuori dalle pantofole, ed indossò i tacchi alti. Sua madre sospirò contenta da dietro di lui, invece lei si rifiutò di guardare chiunque, specialmente sua madre, che si comportava come se fosse il matrimonio di Hermione, e non una stupida festa di Natale alla quale era stata forzata a partecipare.
Finalmente mise la mano sul braccio di Malfoy, mentre lui la scortava verso il camino.
"Come ci si sente, sapendo che ho pagato tutto quello che indossi, micetta?", le chiese con un sorriso scherzoso.
Hermione ruggì, e lo colpì al braccio con la borsa. "Scendi dal piedistallo, Malfoy".
Ma non poté far altro che sorridergli. Sapeva che lo aveva detto per darle la possibilità di picchiarlo e mettersi a suo agio.

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Becoming Mrs Malfoy Cap 21

Capitolo 21




Harry era seduto con Daphne, Adrian, Robert e la sua accompagnatrice nella sala da ballo che il Ministero della Magia aveva preso in affitto per il Ballo di Natale. Non poté non ghignare alla vista di Ron, che veniva trascinato per la pista da ballo dalla compagna, Eve Marling. Non era cambiato dal ragazzino di quattordici anni che si era reso ridicolo al Ballo del Ceppo. Odiava ancora ballare. Ma a differenza di Padama Patil, Eve era abbastanza attraente perché lui le concedesse di ballare. In ogni caso, stava facendo un lavoro pessimo, il che faceva ridacchiare Harry.
"Non so perché tu stia gongolando come una ragazzina di quattro anni, Harry. L'unico motivo per cui non sei in pista anche tu, trasportato in giro come una scimmia vestita, è perché Daphne ci tiene alle dita dei piedi", disse Adrian, con aria di scherno.
Harry aggrottò le sopracciglia verso il collega. "No, non è vero. A Daphne non piace nemmeno ballare, giusto amore?", chiese alla sua fidanzata.
"Ehm...", disse lei, chiaramente non volendo mentire od urtare i suoi sentimenti.
"Andiamo Daphne, facciamo vedere al Prescelto come ballano i Serpeverde", disse Adrian, allungando una mano e conducendo Daphne in pista, dove la fece girare elegantemente.
"Spaccone", mormorò Harry.
Robert rise semplicemente, ed andò a recuperare la compagna al bar, prima di dimostrare che anche i Corvonero potevano ballare bene. Harry di deprimette, sentendosi più che un po' abbandonato. Di solito lui e Ron venivano insieme a questi eventi. Questo era il primo anno che era riuscito a portare Daphne, visto che, anche se Hermione non vi partecipava, avrebbe comunque sentito parlare dell'appuntamento Serpeverde di Harry dal gossip del Ministero.
Harry spiò Angelina, che tornava da una chiacchierata con i suoi amici, le afferrò la mano, e la trascinò in pista. Glie l'avrebbe fatta vedere a quei Serpeverde.
"Ehm... Harry, credi sia una buona idea?", chiese Angelina. "Mi ricordo che la Patil si è lamentata per giorni delle ferite che le hai lasciato sui piedi al Ballo dei Ceppo, ed era solo un ballo".
"Erano quegli stupidi ragazzi di Durmstrang. Comunque, è successo una decina di anni fa. Sono sicuro di essere più bravo a ballare, ora".
Angelina rabbrividì leggermente, ma vide Adrian ballare con Daphne, e decise che avrebbe potuto scaricare Harry, lasciarlo con la donna che amava, e tornare dal suo appuntamento infinitesimalmente più coordinato.

Hermione non poté non sentirsi un po' nervosa nell'entrare nella sala da ballo. L'ultima volta che aveva partecipato ad una di queste cose era stata appena dopo la guerra, dove ancora una volta Ron era riuscito a rovinarle la serata. Non aveva litigato con lei per il suo accompagnatore, perché in effetti era lui. No, si era invece ubriacato alla grande, e vomitato sopra di lei. I due balli ai quali aveva partecipato, le avevano fatto lasciare la sala in lacrime, cercando di controllarsi e non affatturare Ron per la rabbia.
Malfoy le strinse la mano. "Perché sei nervosa?", chiese.
"Non sono brava in queste cose. Gli unici due balli ai quali sono stata, sono stati un completo disastro".
"Oh, non direi che il Ballo del Ceppo sia andato male. Avevi l'intera popolazione maschile di Hogwarts che ti sbavava addosso", le disse Malfoy.
Hermione lo guardò sconvolta.
"Sì, anche i Serpeverde", confermò con una risata.
Hermione ridacchiò. "Ma per favore. Come se aveste potuto soprassedere ai pregiudizi sul sangue, solo per ammettere che fossi un po' attraente".
Malfoy si abbassò per sussurrarle all'orecchio. "Ne saresti sorpresa. Molti cuori Serpeverde sono stati spezzati quella notte. Eri una Nata Babbana, ma assolutamente bellissima".
Hermione arrossì. Il suo autocontrollo da quindicenne non avrebbe retto, al saperlo. Probabilmente non sarebbe stata così timida nel far sapere a Ron i suoi sentimenti per lui. Ma comunque, la loro relazione non era finita troppo bene, quindi probabilmente era stato un bene che non fosse successo prima della Grande Battaglia.
La voce di Malfoy si abbassò ancora un po', mentre le continuava a parlare. "Ma sta sera sei da infarto".
Hermione lo guardò in viso ed arrossì ancora di più, quando vide il desiderio nei suoi occhi. Le mancò il respiro e non riuscì a non avvicinarsi a lui, che abbassò lentamente la testa.
"Cazzone, eccoti qui. Devo incolparti per questo, Draco?", gridò Blasie da dietro di loro.
Malfoy imprecò sottovoce, ed Hermione riguadagnò il controllo. Che diavolo aveva pensato? Non aveva nemmeno la scusa di aver bevuto qualcosa. Lei e Malfoy si girarono a guardare Blasie, che stava arrivando tempestoso, con al seguito una gongolante Ginny.
Hermione non riuscì a non scoppiare a ridere, quando vide il mazzo di fiori che Blasie aveva in mano.
"Buona scelta, piccola Weasley", biascicò Draco.
"Perché la mia compagna, la mia compagna donna, è arrivata nel mio appartamento con dei fiori per me, da farmi tenere durante il ballo?", esclamò furente Blasie.
"Andiamo, Blasie. Sappiamo tutti chi porta i pantaloni nella vostra relazione, e non sei tu. Comunque, sei sempre stato un po' femmineo".
Hermione non aveva mai visto così tante emozioni sul viso di Blasie Zabini. Era orgoglioso di mantenere le distanze da tutti, ed aveva il tratto Serpeverde di trovare le emozioni un po' troppo complicate. Ma ora, era dannatamente arrabbiato, e lo dimostrava. Ad ogni secondo che passava, sembrava che le orecchie gli stessero per fumare.
"Ti uccido!", urlò, mentre si allungava verso Malfoy, che scattò velocemente dietro Hermione, nascondendosi dalle conseguenze dell'ovvia stupida idea che aveva impiantato nella testa di Ginny.
La terza festa ufficiale di Hermione venne salvata dall'essere un totale disastro grazie a Ginny, che afferrò i vestiti di Blasie. "Non osare fare un altro passo verso Hermione", ruggì Ginny. "Non ho passato ore questa sera a prepararle, per non parlare dell'intera giornata in compagnia di Malfoy, che mormorava e si lamentava, perché tu potessi rovinare tutto in un secondo".
Blasie si prese qualche secondo per respirare profondamente, e riportare il suo temperamento fuori controllo. "Ora chi sta facendo la ragazzina, nella tua relazione", grugnì Blasie.
"Scusami, stai dicendo che le ragazze sono deboli ed incapaci di difendersi?", obiettò Ginny.
"Faresti meglio a spiegarti, Zabini. Ho avuto la meglio con Mangiamorte adulti, quando tu stavi ancora imparando incantesimi difensivi di base", fumò Hermione.
Blasie sembrò un po' imbarazzato, quando si trovò di fronte a due così potenti, che erano anche donne. "Non intendevo quello".
"É meglio per te. Non uscirò con un sessista che pensa che le donne siano deboli in ogni cosa, forma e misura", continuò Ginny.
"Tesoro, sei così formidabile che fai paura ai maghi più grandi nella loro forma migliore", ritrattò velocemente Blasie.
Malfoy ghignò semplicemente, per il suo punto di vantaggio da dietro Hermione. "Amico, questa è Hermione Granger. Solo un idiota non si nasconderebbe dietro di lei".
"Quel che è", biascicò Blasie, prima di entrare nella sala da ballo.
"I fiori ti donano, in ogni caso. Illuminano i tuoi occhi. Ginny ha scelto i colori giusti", urlò Malfoy al Serpeverde che spariva rapidamente.
"Idiota", disse Ginny, appoggiandosi alla spalla di Malfoy.
"Attenzione, Weasley, sono ad un appuntamento con la Granger. Solo lei può testare la merce. Sono un tipo monogamo", la prese in giro.
"Come se volessi toccarti, furetto", sbottò Hermione.
"Ehi, non gettare al vento le mie speranze proprio ora. Ho specificatamente chiesto al barista di prepararti la Vendetta Serpeverde".
Hermione roteò gli occhi, ma per una volta rifiutò di arrabbiarsi. "Faresti meglio a preoccuparti della tua di vendetta, perché Blasie non sembrava un coniglietto molto contento".
Malfoy annuì verso Ginny. "Mi relazionerò con la rossa qui presente. Lei lo addolcirà per me".
"Dipende, Malfoy. Cosa farai per me?".
"Diciamo solo che potrei aver risolto i problemi di sponsor delle Holyhead Harpies. La squadra potrà permettersi le ultime Firebot, dopo tutto", la informò.
Ginny squittì, ed iniziò a saltellare. "Davvero?".
Lui annuì, e si ritrovò al braccio una rossa troppo entusiasta. "Ehi", la riprese. "Che ho detto rigurdo alla merce? Solo la Granger qui può".
Ginny lo lasciò, sorridendo da un'orecchio all'altro. Spinse Hermione verso Malfoy. "Lo hai sentito", disse. "Vai a sbaciucchiarlo per me".
Hermione lancià alla sua amica uno sguardo irritato. Ginny sapeva quanto male si sentisse riguardo all'intera faccenda, e riportrla a galla così era cattivo.
"Mi riserverò un ballo", disse Malfoy, ovviamente capendo quando poco a suo agio fosse.
Lei gli lanciò un'occhiata di ringraziamento, ma non notò il sorrisetto che lui rivolse a Ginny, che si preparò ad affascinare ed a far tornare il buon umore al compagno. Il suo lavoro per ora era finito, ed Hermione si sentiva molto più ben disposta nei confronti di Malfoy.


Narcissa Piton addocchiò contenta la sua opera. Lei e Severus erano arrivati alla festa mentre Draco aveva usato la Metropolvere per raggiungere i Granger, e sorprendere e costringere Hermione a partecipare. Guardò suo figlio, mentre conduceva la bruna nella pista da ballo ed iniziava a ballare elegantemente un valzer con lei.
Come sempre a questi eventi, il ballo iniziava molto tradizionalmente, per compiacere tutti i partecipanti che si lamentavano della nuova musica inadatta. Come Malfoy, Draco doveva brillare in tali circostanze, e Lucius si era assicurato che prendesse lezioni di danza sin da bambino. Sorrise, mentre ricordò quanto suo figlio le odiasse. Si era imbronciato ed arrabbiato, per cercare di convincerla a cancellarle. Ma Lucius si era fermamente opposto. Non era accettabile essere in qualche modo socialmente incapace in qualcosa, per un Malfoy.
Draco cercamente non sembrava rimpiangere quelle lezioni ora, mentre conduceva esperto Hermione.
Narcissa sospirò alla vista, e Severus la guardò. "Cosa ti rende così sentimentale, Cissa?", chiese.
Lei indicò verso Draco ed Hermione. "Non sembrano perfetti insieme?".
Suo marito roteò gli occhi. "Almeno lei ha i capelli sotto controllo. Devo ammetterlo, sono sorpreso che tu stia incoraggiando questa infatuazione di Draco. Pensavo che avresti fatto di tutto per tenere lontani quei capelli dal lingaggo di famiglia. Immagina se i tuoi nipoti li ereditassero".
Narcissa gongolò, e colpì leggera Severus sul braccio. "Smettila, Severus. So che sei più appassionato alla ragazza di quanto ti piaccia ammettere. Come potresti non esserlo, con quel cervello che si ritrova?".
Severus agrottò le sopracciglia. "Non sono appassionato di un'insopportabile so-tutto-io come lo è la Signorina Granger".
Lei lo guardò consapevole. "Certo che no, caro. E non l'avresti mai voluta a Serpeverde".
Severus decise ovviamente che ballare avrebbe zittito la sua troppo entusiasta moglie, e la condusse in pista. Lei cedette, e volteggiò felice verso Draco ed Hermione.
"Cari", disse emozionata mentre si avvicinavano a loro. "Siete divini insieme. Hermione, sei incantevole sta sera".
A Narcissa piaceva il fatto che la ex Grifondoro riuscisse ancora ad arrossire ai complimenti. Significava che non se li aspettava, come invece facevano molte altre donne della sua età. La gran parte di quelle che Draco aveva accompagnato a tali eventi prima di allora esigeva che le fosse detto quanto bella fosse. Si aspettavano anche una proposta di matrimonio per diventare la prossima Signora Malfoy, e lei era rimasta estremamente contenta che Draco si fosse deciso a pensare da solo e non si fosse inchinato alle tradizioni della famiglia Malfoy.
Baciò Hermione e poi Draco, prima di sussurrare all'orecchio di suo figlio. "Assicurati di non incasinare tutto sta sera. Non ti perdonerà mai se farai altri errori con lei".
Draco lanciò a sua madre uno sguardo, prima di scansarsela di dosso, così da poter tornare a ballare con Hermione.



Harry doveva ammettere che ballare non era poi così male, finchè si era tra le braccia della donna che si amava. Avevano danzato per diverse canzoni ormai, e non si era annoiato od irritato. Era felice di passare il tempo con Daphne. Poi sentì qualcuno battergli violentemente sulla spalla.
"Harry! Merlino, Harry! Hai visto?", chiese Ron, chiaramente sconvolto da qualcosa.
Harry si accigliò. "Cosa, Ron?".
Ron indicò semplicemente una coppia dall'altra parte della pista. Harry vide che si trattava di Malfoy. "É solo Draco. E allora? Viene ogni anno".
Il suo amico spinse la testa di Harry, per farlo guardare meglio. "So che porti gli occhiali, ma cerca di non essere così cieco. Guarda chi è la compagna di Malfoy".
Harry osservò la ragazza, e gli cadde la mascella quanto capì che si trattava di Hermione. "Hermione? Cosa? Com'è riuscito a farla venire?".
"Non lo so. Non sembra nemmeno arrabbiata", commentò Ron.
I due ragazzi corsero dalla loro migliore amica. "Ehi, Draco, spostati. Vogliamo ballare con Hermione".
"Davvero? Tutti e tre? Non sarebbe un po' strano?".
"Spostati e basta", disse Ron, tirando una gomitata a Malfoy.
Hermione si ritrovò ad essere trascinata per la pista da ballo da due paia di mai. "Che ci fai qui? E con Draco?", chiese Harry.
"Hai bevuto qualcosa? Non sei ubriaca, vero?", disse Ron.
Lei roteò gli occhi verso il suo amico rosso, ed ignorò le domande. "Mi hanno teso una trappola", replicò ad Harry. "Malfoy ha complottato con i miei genitori e Ginny".
Ron si sporse per annusarle l'alito.
"Ronald, non sono ubriaca!", sbottò lei.
Il suo amico si ritrasse, sembrando un po' basito. "Scusa, è solo che sei volontariamente qui con Malfoy. Pensavo solo che avrei dovuto controllare, in caso gli fossi saltata addosso in pista".
"Onestamente, Ronald, la tua mancanza di fiducia nei miei confronti mi insulta".
"Quindi non stai più evitando Draco", proseguì Harry.
"Beh, è piuttosto difficile farlo, dato che sua madre ha connesso il camino dei miei genitori alla Metropolvere, e lui compare in salotto".
"Quindi Rachel è ancora amica di Narcissa Piton? Strano", disse Ron.
Sia Harry che Hermione non lo badarono. "Rende sempre difficile ignorarlo", constatò Harry di Draco.
Prima che fosse aggiunto altro, uno dei motivi per cui Hermione di solito evitava questi eventi come la peste si intromise nella loro conversazione.
"Scusatemi, Signor Potter e Signor Weasley, ma devo davvero parlare con la Signorina Granger qui presente".
Entrambi gli uomini si ritrovarono spinti via da due dei gomiti più ossuti mai esistiti. Una vecchia rigida trafisse Hermione da sopra gli occhiali.  "Signorina Granger, sono sbigottita dalla sua ultima legge. Ho dovuto perfino liberare i miei Elfi Domestici per evitare le ridicole sanzioni che sono ora state imposte dal Ministero. Devo davvero protestare".
Hermione iniziò a sentire il sangue salirle alla testa. Odiava il fatto di essere un facile bersaglio per ogni purosangue dalla mente bigotta, perché la sgridassero solo per volere alcuni diritti di base per gli Elfi.
Stava giusto per colpire la vecchia strega, quanto una voce strascicata la interruppe.
"Zia Araminta, che bello vederti", biascicò Malfoy con un perfetto accento tagliente, che ricordò ad Hermione di come fosse imparentato con molte delle persone che le rendevano la carriera lavorativa un inferno.
"Oh, Draco caro, non ti vedo dal ballo dell'anno scorso. Tu e tua madre dovreste proprio venire a trovarmi".
Malfoy sorrise affascinante alla donna anziana. "Lo dirò a mia madre. Sarebbe delizioso. Ora, se non ti dispiace, vorrei reclamare la mia compagna", disse, prendendo la mano di Hermione.
La Signora Rosier sembrava presa alla sprovvista. "Hai accompagnato qui la Signorina Granger?".
Dal modo in cui venne sputato il suo nome, Hermione seppe di non farsi illusioni sul come la Signora Rosier vedesse lei ed i Nati Babbani in generale.
"Sì", replicò Malfoy. "É stata così gentile da avere pietà di me ed accettare di essere la mia dama sta sera”.
"Cosa deve pensarne tua madre? Non dovresti corteggiare una ragazza diversa? Una delle Greengrass per esempio? Di certo non la più vecchia, ho sentito che si è mescolata al ragazzo Potter. Davvero un peccato".
Hermione riuscì a vedere Harry scaldarsi dietro la Signora Rosier ma, prima che potesse intervenire, Malfoy decise di mostrare le unghie. "Mia madre è amica intima di quella di Hermione, ed è eccitata all'idea che io la stia accompagnando sta sera. E poi dovresti sapere che noi Malfoy facciamo ciò che più ci aggrada". Inchinò leggermente la testa, e trascinò via con stile Hermione, verso la pista.
"Dovrei svenire e chiamarti mio eroe ora?", chiese Hermione, divertita.
Lui ghignò. "Pensavo di salvarti prima che la affatturassi e finissi ad Azkaban".
"É andata molto vicina a beccarsi una Fattura Gambe Molli. Anche se credo possa essere ancora in pericolo. Harry sembra stia per esplodere ogni minuto che passa e, l'ultima volta che l'ha fatto, ha gonfiato sua zia".
Il sopracciglio di Malfoy si alzò in sorpresa, ed Hermione lo ragguagliò sulla zia di Harry, Marge, e di come fosse stata Obliviata appena prima il loro terzo anno ad Hogwarts. Quando la storia finì lui stava ridendo forte.
"Non che non se lo meritasse, quella mucca odiosa", commentò Hermione.
Malfoy sentì una pacca sulla spalla, e si voltò per vedere Adrian Pucey. "Draco, se non ti dispiace, mi piacerebbe rubarti la deliziosa dama per un ballo".
Malfoy sogghinò verso Hermione. "Vedi? Te l'avevo detto che i ragazzi Serpeverde hanno un debole per te ai balli, micetta".
Lei arrossì un po' ma sorrise a Pucey, mentre lui la faceva volteggiare lontano dal biondo.
"Come mai volevi ballare con me?", chiese. "Non credo ci siamo mai scambiati più di poche parole":
Pucey ghignò. "Ah, ma ora posso raccontare ai miei nipoti che ho ballato con Hermione Granger, e che lei non mi ha affatturato".
Hermione non potè far altro che sorridere.


Draco si appoggiò al muro, mentre guardava Hermione che ballava con i Serpeverde presenti. Era una vista bizzarra, osservarla ballare energicamente con Theo Nott. Se qualcuno gli avesse detto, ancora alla partita di Quidditch di Halloween, che sarebbe finito con l'accompagnare Hermione Granger alla festa di Natale del Ministero, e che lei avrebbe ballato di sua spontanea volontà con praticamente ogni Serpeverde della sala, lui lo avrebbe fatto ricoverare al San Mungo per pazzia. Era grandiosa la differenza che potevano fare un paio di mesi. Ora tutto quello che doveva fare era farle ammetterle che voleva baciarlo di nuovo.
"Sembri abbastanza contento di te stesso", disse Daphne, mentre si avvicinava con Pansy alle calcagna. "Bel lavoro nell'aver fatto partecipare Herimone".
"Sì, come ci sei riuscito?", chiese Pansy.
"Diciamo solo che mia madre può anche non avere più Malfoy come cognome, ma è ancora una serpe".
"Ed è sposata con Severus. Ha ospitato due volte Voldemort per anni, ed è riuscita a vivere per raccontarlo. É piuttosto notevole", precisò Daphne.
"É bella", commentò Pansy.
"Lui le muore dietro più di quanto abbia fatto al Ballo del Ceppo", raccontò Daphne.
"Raccontami. Io l'ho quasi ucciso quella notte. Era il mio accompagnatore, ed invece è rimasto tutta la sera lì a fissare la Granger come un idiota", replicò Pansy.
"Posso ancora sentirvi entrambe", disse Draco.
"Sono sorpresa", rispose Pansy. "Pensavo fossi diventato sordo, stupido e cieco, a causa della gloriosità della Granger".
Lui roteò gli occhi, ma distolse lo sguardo dalla sua compagna e si focalizzò invece sulle due amiche. "Felici ora?", chiese.
"Almeno abbiamo attirato la tua attenzione", disse Daphne. "Allora, come va l'Operazione Hermione?".
Draco sospirò. "Beh, non mi odia più, e la piccola Weasley dice che aveva una cotta per me, ma non credo lei ne sia consapevole".
Pansy sogghignò. "É rigenerante vedere che il fascino dei Malfoy non è infallibile".
"Sei stata troppo intorno ai Weasley. Ti stanno facendo il lavaggio del cervello", disse lui tagliente.
"Sei solo geloso perché George mi bacerò senza l'aiuto dell'alcool".
"Se vuoi baciare un rosso balordo troppo cresciuto, allora sta completamente a te", biascicò Draco.
"L'invidia non ti si addice, Draco", lo prese in giro Pansy.
Lui borbottò, prima di tornare a guardare Hermione, che ora stava ballando con Blasie e ne stava lisciando le penne arruffate.




Hermione  si stava divertendo alla grande. Se avesse saputo che sarebbe stato così divertente, avrebbe iniziato ad andarci anni prima. Anche se, se fosse venuta allora, avrebbe passato più che altro la sera a tenere d'occhio i Serpeverde presenti e cercare di persuadere Harry ad arrestarli.
Si sentiva piuttosto grata a Cosetta Corvonero e la sua maledizione. Se non si fosse attivata, allora probabilmente lei sarebbe rimasta bloccata nel continuare a seppellire i suoi problemi e non cercare aiuto.
Nonostante il trauma, specialmente nei primi giorni, si sentiva più bilanciata e contenta di quanto fosse stata per anni. E ballare con i Serpeverde era infinitamente preferibile a Ron ed Harry che, benedetti ragazzi, non avevano un minimo di ritmo.
I suoi occhi saettarono verso Malfoy, che era appoggiato al muro mentre parlava con Daphne e Pansy. Sembrava irritato, ma sapeva che aveva quella scintilla negli occhi ogni volta che veniva preso in giro da quelli a cui teneva. Non aveva mancato di notare che l'aveva quello sguardo anche quando prendeva in giro lei.
Ginny era andata a riprendere Hermione nel suo ufficio, per aver ignorato Malfoy durante la settimana. La rossa le aveva raccontato che lui provava dei sentimenti per lei, ed era crudele ad ignorarlo. Personalmente, lo aveva trovato un po' difficile da credere.
Per quanto non volesse ammetterlo, sapeva che la sua cotta per il biondo era tornata. A parte il fatto che questa non era solo una reazione al suo aspetto e la sua delusione nei confronti di Ron. Questa volta gli piaceva davvero anche la sua personalità. Ed anche se voleva credere che Malfoy provava lo stesso per lei, era troppo insicura quando ci pensava. Aveva davvero quello sguardo incredibilmente attraente, quando la guardava, o se lo stava solo immaginando?
"Hermione, grazie a Dio, eccoti qui". La voce affannata di Minerva McGranitt la distolse dai suoi pensieri.
Allontanò lo sguardo da Malfoy, che osservava sognante da sopra la spalla di Blasie, e guardò verso la Preside di Hogwarts, che le si stava avvicinando con una fretta insuale.
"Ah, Signor Zabini, questo riguarda anche lei. In effetti, dovete radunare quelli che sono stati colpiti dalla maledizione. Devo parlarvi urgentemente", disse la McGranitt.
"Minerva, che è successo? Abbiamo già spezzato la maledizione, ricordi?", disse Hermione con un cispiglio.
La McGranitt scosse la testa. "No, non l'avete fatto. Pensavate di sì, ma sono stata contattata da Cosetta, che mi ha informata del fatto che vi siete sbagliati e la maledizione è ancora attiva".
La testa di Hermione si bloccò per un momento. Dannazione, ora che aveva appena iniziato a venire a patti con i suoi sentimenti, la maledizione era tornata, pendendo sopra di loro come la spada di Damocle.



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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


Becoming Mrs Malfoy Cap 22

Capitolo 22




Minerva McGranitt guardò tristemente il gruppo di ex studenti radunati al suo incontro messo insieme alla meglio. Aveva preso in prestito una vicina sala conferenze, e quelli coinvolti avevano lasciato la festa di Natale del Ministero per sentire ciò che aveva da dire. Sembravano preoccupati, anche. Era dispiaciuta di dover dare loro questa notizia, visto che era stata così orgogliosa di loro quando sembrava avessero scoperto la maledizione e l'avessero spezzata. Era rimasta ancora più contenta quando non avevano rotto i nuovi legami tra loro. In effetti, sembrava che avesse funzionato, nel portarne alcuni ad essere più vicini. Per esempio, Pansy Parkinson sedeva con la testa appoggiata alla spalla di George Weasley, che aveva il braccio intorno a lei. Minerva non aveva mai pensato che quell'accoppiata sarebbe stata così perfetta, quando era stata estratta dal Cappello Parlante. Ma i suoi occhi si soffermarono più che altro verso Hermione Granger, che stava seduta rigida con occhi ansiosi. La sua mano sinistra era stretta forte da Draco Malfoy, che le stava lanciando sguardi preoccupati. Era ovviamente in ansia per l'effetto che questa notizia stava avendo su di lei, e Minerva era piuttosto sconcertata da quanto si fossero avvicinati i due. Riscaldava il cuore. Non lo aveva immaginato quanto aveva istruito solo sulla situazione.
Comunque, non erano radunati perché lei osservasse quanto erano cresciuti come persone da quando erano studenti.
Si schiarì la gola. "Mi spiace trascinarvi via tutti dalla festa, ma pensavo voleste sapere il più presto possibile".
Ci furono cenni di assenso per la sala.
"Sono stata contattata da Cosetta Corvonero questa sera", iniziò, "Che mi ha informata che, anche se siete sulla strada giusta per quanto riguarda la maledizione, non avete trovato le giuste condizioni per spezzarla"
"Beh, quali sono queste giuste condizioni? Intendo, abbiamo un Grifondoro ed un Serpeverde insieme, che si amano. Sicuramente questo dovrebbe provare che le due case non si odiano come un tempo", urlò George.
"Lo so, e pensavo davvero anche io che sarebbe finita. Ma apparentemente, anche se avete avuto l'idea giusta, questa particolare coppia non rientra nei criteri che ha imposto Cosetta".
"Che schifo", borbottò Ron. Aveva molto da perdere se la maledizione non poteva essere spezzata. Eve gli piaceva davvero, ma avrebbe dovuto sposare Tracey Davis, a meno che non fossero riusciti a scoprire le ridicole restrizioni imposte dalla Corvonero.
"Lo so, Ron, e capisco quanto frustrati vi debba rendere. Ammetto che anche io ero irritata, quanto mi è stato spiegato. Ma Cosetta ha insistito sul fatto che non è che relazioni tra Grifondoro e Serpeverde non si siano formate in passato. Non hanno semplicemente avuto un reale impatto nella rivalità tra le due case", spiegò.
"Ma ha detto che abbiamo avuto l'idea giusta?", chiese Hermione.
"Sì. In effetti, credo fosse piuttosto impressionata da quanto vi siete sforzati di lavorare come gruppo su ciò".
Hermione si isolò, mentre il resto del gruppo discusse furiosamente delle implicazioni della notizia della McGranitt. Ora che avevano ricevuto questa informazione, aveva un'idea precisa di ciò di cui c'era in realtà bisogno, ma non voleva rivelare la direzione che aveva preso la sua mente, ancora. Sarebbe stato prematuro per un inizio, ma ancora non era preparata per la pressione che le sarebbe stata imposta, e sperava tanto che Bill le avrebbe fatto gettare al vento quell'idea.
Percepì Malfoy stringerle la mano, e si riscosse dai suoi pensieri. Non sarebbe stato un bene agire in quel modo così distaccato. Anche se gli altri avrebbero pensato che fosse solo la sua ansia per il fatto che la maledizione non era stata spezzata, Ron ed Harry avrebbero automaticamente capito che stava pensando a qualcosa. Conoscevano troppo bene il suo sguardo "distratto", come lo chiamavano loro.
Non c'era molto altro di cui discutere, ed un gruppo molto depresso tornò al ballo. Ormai nessuno voleva rimanere alla festa, ma non volevano nemmeno andare a casa tanto tristi.
"A qualcuno andrebbe di tornare a Malfoy Manor per un tè?", suggerì Malfoy.
"Sembra un'idea, Draco", disse Pucey.
"Controllo solo se mia madre è ancora qui".
Riapparse dopo dieci minuti.
"Sono tornati al Manor", informò il gruppo, che era ormai pronto ed in attesa.
Draco li condusse verso il retro del Ministero, nella sala più grande, dove partirono per il Manor.
"Eccovi, Draco", li accolse sua madre. "Mi chiedevo dove foste spariti tutti".
"La McGranitt voleva parlarci. Doveva informarci che la maledizione, nonostante tutto, non è stata spezzata".
Hermione notò il veloce sguardo che sia Malfoy che Narcissa le lanciarono a questa notizia, ma lei fece finta di non essersene accorta. Non voleva che qualcuno la tirasse in ballo e le chiedesse la sua opinione. Non finché lei non avesse pensato bene alle cose.
"É un peccato. Proverete di nuovo a spezzarla? Siete più che i benvenuti ad incontrarvi qui, ogni volta", offrì volontaria Narcissa.
"Ancora non abbiamo avuto il tempo di discutere della mossa successiva. Siamo venuti dritti qui, dopo aver parlato con la McGranitt", disse Malfoy.
Narcissa annuì semplicemente ancora una volta, lanciando un altro sguardo ad Hermione.
"Bene, verrò a portare del tè", disse Narcissa. "Hermione, vorresti venire ad aiutarmi? So che Coco sarebbe felice di vederti di nuovo".
Non c'era modo di scamparla, ed apparire esitante avrebbe causato solo altri sospetti. "Sarebbe fantastico, grazie, Signora Piton".
"Quante volte ti ho detto di chiamarmi Narcissa? Comunque Signora Piton suona così strano. Ancora non ci sono abituata".
"Solo perché Malfoy è un nome così distinto. Come può qualcuno viverne senza?", urlò dietro di lei Malfoy.
Narcissa roteò gli occhi, e sorrise ad Hermione. "Penseresti che Draco avesse soprasseduto al suo orgoglio per il nome ormai, ma no, è proprio come suo padre, sotto quell'aspetto".
Hermione non poté far altro che stringersi nelle spalle, e non passò inosservato.
"Non in quel senso, cara. Volevo solo dire nel fatto dell'arroganza. Credo che Draco abbia imparato presto quanto fossero sbagliati gli ideali di Lucius riguardo i purosangue ed i Babbani, quando la realtà della guerra lo ha colpito".
"Mi spiace, mi ci vuole solo un po' per abituarmi".
La donna le batté una mano sul braccio. "Ora, mi dici cosa ti rende così pensierosa, sta sera?".
Hermione grugnì tra sé. Non voleva avere questa conversazione, ora. "Oh, è solo la maledizione. Avevo sperato che non ci fosse più, ma ora è tronata, ed è deprimente".
"Certo che lo è, ma cerca di non preoccuparti troppo. Ho molta fiducia che la spezzerai. E poi il mio Draco può corteggiarti come si deve, senza la minaccia di tremende conseguenze su di voi".
Hermione si immobilizzò nel corridoio appena fuori la cucina. "Che intende?", chiese lei.
Narcissa sorrise gentilmente alla strega riccia. "Conosco Draco meglio di chiunque altro, probabilmente incluso sé stesso. Ha avuto una cotta per te per un lungo periodo. Non era più che attrazione quanto eravate a scuola, ma credo che durante l'ultimo anno di guerra si sia trasformata in qualcosa di più per lui".
"Ma questo non ha senso", obiettò lei.
"Quanto mai l'attrazione ha senso?".
Hermione non aveva una risposta, perchè anche lei si era trovata attratta da Draco al loro sesto anno, quando continuava a lanciarle insulti ed era un Mangiamorte, anche se lei non ne era a conoscenza.
"Ma perchè durante l'ultimo anno della guerra?".
La strega bionda la guardò analitica. "Non credo tu capisca quanto incredibilmente coraggiosa sei stata in questa casa. Quando sei stata tortura da mia sorella e non ti sei piegata. Non so chi altro avrebbe potuto riuscirci, eccetto forse Harry Potter stesso".
Hermione abbassò lo sguardo. Era molto strano discutere di quello con la sorella della donna che l'aveva torturata nella stessa casa.
"Non dire niente. Volevo farti sapere che Draco nutre dei sentimenti profonti per te. Non è il primo ad ammetterli, e probabilmente non è abituato a morstrarli, ma gli importa davvero. So che non è lo stesso per te, ma volevo dire qualcosa, in caso tu sia preparata a dargli un'occasione, anche in caso tu non riesca a spezzare la maledizione. Inoltre, spero che tu non sia arrabbata com me per aver collegato il camino dei tuoi genitori alla Metropolvere. Mi piace molto Rachel, ma il trasporto Babbano non è il mio forte".
Hermione apprezzò il cambio di soggetto, specialmente dato che era stata appena colpita da eccessive informazioni, nel caso di Malfot. Non era sicura che sarebbe stata in grado di apprenderle tutte finchè non fosse rimasta sola, e capace di pensare senza distrazioni. Poi c'era il problema della maledizione. Era tutto molto complicato.



Qundici minuti dopo, Hermione tortò con i vassoi di tramezzini, torte, ed una teiera di tè che levitava dietro di lei. Narcissa aveva deciso di lasciarle a lei, sparendo per recarsi nelle stanze private, dopo averle dato un bacio sulla guancia.
Lei sorrise, mentre i soliti sospetti - ok, solo Ron - fecero razzia dei vassoi, come se non avessero mangiato da mesi. Venne preso deciso che avrebbero provato ad in contrarsi lì la sera sabato seguente, dato che Malfoy Manor aveva una grande biblioteca e, ovviamente. Turry, che aveva già fornito le informazioni di cui avevano bisogno sulla magia degli Elfi Domestici.
Presto rimasero solo Hermione e Draco, mentre lei stringeva la sua tazza di tè come se fosse stata un salvagente. Il biondo dovette sorridere. Non le sarebbe saltato addosso, anche se in realtà non gli sarebbe importato se lo avesse fatto lei. Le parlò di cose a caso, che la fecero rilassare appena.
"Grazie per il tè e l'ospitalità, Malfoy", disse Hermione. "Immagino dovrei tornare ora. Se conosco mio padre, starà consumando il pavimento, in attesa del mio ritorno".
Draco avrebbe scommmesso tutto il contenuto della sua camera blindata alla Gringott che Matthew sarebbe rimasto a fissare l'orologio, volendo che Hermione tornasse a casa. "Perchè non dai un'occhiata alla biblioteca prima?", chiese. "Ancora non l'hai vista".
Sorrise teneramente, mentre lei si eccitò visibilmente a quella prospettiva, e la condusse per la casa, finchè raggiunsero l'angolo in cui era situata la biblioteca. Aprì le porte e rimase indietro, mentre lei entrò, si fermò in mezzo alla stanza, e si guardò intorno.
Lei ne era immune, essendo cresciuto lì, ma guardare la sua reazione gli fece ricordare quanto fosse notevole. I muri erano straripanti di mensole, e c'erano scompartimenti organizzati secondo il contenuto. La sezione più usata era quella di Pozioni. Severus e Draco avevano aggiunto molto materiale lì.
Hermione zampettò verso lo scomparto più vicino, e fece amorevolmente scorrere le dita sui tomi di Incantesimi.
"Questo posto è fantastico", disse, voltandosi per guardarlo in viso.
"Sei la benvenuta nel venire qui quando vuoi", le offrì lui.
"Non dirlo, non ti libererai mai di me", disse lei, prendendolo in giro.
Draco non rispose, mentre realizzò che in realtà non voleva affatto liberarsi di lei. Poteva anche vivere nella biblioteca, per quanto gli importavca, specialmente se avesse significato che l'avrebbe vista ogni giorno. Lo stufava doverla corteggiare, e voleva semplicemente uscirsene e dichiarare che la amava, ma sapeva che l'avrebbe mandata completamente fuori di testa, e se ne sarebbe corsa via ad almeno un miglio di distanza. Avrebbe dovuto farlo lentamente, e sperava che, una volta che si fosse fidata di lui, sarebbe anche arrivata ad amarlo. Non era garantito, ma almeno sapeva che era attratta da lui.
Sarebbe stato molto più felice, se avesse saputo che fatica stava facendo lei a mantenere le distanze, e non era solo a causa della libreria. Le piacevano i momenti come quello con Malfoy. Non si comportava da idiota, lei non reagiva, e si beavano semplicemente della loro compagnia. Era carino, un'emozione che lei non avrebbe mai pensato di associare a lui, ma era esattamente così.
Perlustrò ancora un po' la biblioteca, prima di avvicinarsi ad un libro che sperava di accapparrarsi da anni, ma non aveva avuto fortuna. Era fuori stampa da chissà quando nel diciassettesimo secolo. Si voltò per guardare Malfoy. "Hai la Storia di Merlino di De Montfort", disse scioccata.
"Sì", disse semplicemente lui.
"Nemmeno ad Hogwarts c'è", disse lei, scuotendo il libro come se, così facendo, si duplicasse in qualche modo.
"Lo so", replicò Malfoy. "Mio padre lo ha acquistato degli anni fa, e no, non so come, ed in realtà non sono praticolarmente sicuro di volerlo sapere".
"Doveva rivelare i segreti di Merlino e Morgana La Fey che nessuno sapeva", disse in estasi lei.
Lui annuì. "L'ho letto. Non sono sicuro ci credere a ciò che De Montfort asserisce ma, se è vero, è affascinante".
Hermione sosppirò. Voleva disperatamente leggerlo ma, se lo avesse avuto nella sua collezione, allora non lo avrebbe mai fatto più uscire da casa sua. Magari un giorno Malfoy l'avrebbe fatta tornare e leggerlo. Lo rimise nel posto in cui l'aveva trovato.
"Farei meglio ad andare", disse, con le dita ancora appoggiate al mono, come se fosse reclutante a lasciarlo andare.
Lui allungò il braccio. "Ti scorto a casa".
"Non devi. Beh, in reatà, devi portarmi di nuovo nel salotto, perchè mi perderei in questo maniero enorme. Ma, comunque, non c'è bisogno che mi tieni d'occhio fino a lì. Dopo tutto, è solo da camino a camino", disse lei, sentendosi di nuovo sicura.
Lui roteò gli occhi. "So che sei abituata a Potter e Weasley, ma dammi un po' di credito. Sei la mia accompagnatrice, ed io porto sempre a casa le mie donne".
"E probabilmente nel loro letto", mormorò lei.
"Cosa?".
Hermione arrossì. Sperava davvero che non lo avesse sentito. "Niente", disse, cercando di assumere un'espressione innocente, ma sembrando solo colpevole.
Uscirono dal camino nel salotto dei Granger. "Davvero non credo che la Metropolvere sia creata perchè due persone viaggino allo stesso tempo", disse lei, spazzolandosi le spalle dalla cenere.
Il biondo scrollò le spalle. "Rimarresti sorpresa da ciò che viaggia con la Metropolvere. Alcune storie che ho sentito erano davvero incredibili".
"Davvero, non voglio saperlo".
Malfoy sorrise storto. "No, è stato Adrian Pucey a raccontarmele. Se ne esce fuori con delle cose seriamente depravate. Pensandoci, lui ed Angelina sono probabilmente perfetti insieme".
"Sono stata realmente bene sta sera", disse lei, riportando il soggetto a loro.
"Cosa? Nonostante il fatto che abbiamo scoperto che la maledizione non è stata davvero spezzata?".
"Sì, tenendo conto perfino di quello. Normalmente queste feste non mi piacciono, ma è stato divertente".
Le fece scorrere un dito sulla guancia. "Ne sono felice. Anche io mi sono divertito. Di solito mia madre mi rompe le scatole perchè partecipi. Severus se la svigna con regolarità, quasi come fai tu".
Hermione sentì le guance arrossarsi sotto il tocco di Malfoy. Si sentiva come se stesse per perdere il controllo del suo corpo negli ultimi giorni, specialmente per ciò che riguardava il biondo. Le stava dicendo qualcosa, ma lei non gli stava dando attenzione. Invece, stava osservandogli la bocca come se fosse stata acqua, e lei rimasta nel deserto per quasi un mese. Non seppe cosa glie lo fece fare, la si avvicinò a lui, si alzò sulle punte dei piedi, e premette le labbra sulle sue. Il suo corpo sembrò sciogliersi a quel contatto. Erano incredibilmente soffici ed allettanti. Il braccio di lui le scivolò intorno alla vita, avvicinandola mentre approfondiva il bacio.
Miagolò appena, quanto lui la allontanò.
"Impazzirai e correrai via, questa volta?", chiese lui. "Perchè se è così, dovremmo probabilmente finirla ora".
Hermione trovava difficile parlare. Non le piaceva per niente sentirsi così ragazzina vicino a lui. Aveva un cervello impressionante, anche se diventava vuoto quanto gli si avvicinava. Così decise di scuotere la testa, ed avvicinarsi di nuovo a lui. Lui le sorrise, prima di stringerla di nuovo, pronto a baciarla.
La coppia era nel suo piccolo mondo, inconsapevole di ciò che la circondava, quanto una luce accecante li abbagliò.
Hermione, mezza cieca, saltò lontano da Malfoy, mentre suo padre agrottava la fronte alla scena.
"Pensavo di aversi sentita rientrare, tesoro", disse suo padre, pugnalando con lo sguardo il ragazzo.
Anche se doveva sentirsi imbarazzata all'essere beccata a pomiciare come una ragazzina, lei non potò non sorridere divertita alla vista del viso più pallido del solito di Malfoy. Era bello sapere che fosse intimidito da Matthew Granger. Qualcuno doveva arrestare la sua arroganza.
"Ehm... sì... ciao, papà", disse lei, con tutta l'eloquenza di una tredicenne.
"Beh, ora che hai ringraziato Malfoy per la serata, credo sia il momento di trovare il tuo letto", le raccomandò il padre, calcando particolarmente la parola, ed intendendo chiaramente che il biondo non l'avrebbe seguita per le scale.
Lei arrossì e biasicò qualcosa a Malfoy, prima di fuggire dalla scena del crimine.
Draco venne lasciato con un arrabbiato Matthew Granger. Come si spiega ad un padre oltraggiato che era stata sua figlia a fare la prima mossa, per la seconda volta nel giro di poco tempo? Almeno non era ubriaca. In effetti, non credeva di averla vista bere qualcosa di alcolico. COmunque, non pensava che sarebbe stata la cosa migliore da dire al gigante con le braccia incrociate che al momento lo stava tenendo d'occhio.
"Bene, ora che ho portato Hermione a casa, ritornerò al Manor", disse lui invece.
"Non così veloce, ragazzo".
Draco imprecò sottovoce. Beh, valeva la pena fare un tentativo.
"Che cos'era esattamente quello, con mia figlia?", chiese Matthew,
"Un bacio della buona notte?", suggerì Draco, un po' esitante.
"Un bacio da dieci minuti?".
Represse una risposta sarcastica sulla punta della lingua. Farsi nemico suo padre non gli avrebbe giovato per niente con Hermione.
Fortunatamente, sembrava che Matthew non volesse una risposta. "Potrei averti dato il permesso di uscire con Hermione, se lei era d'accordo, ma non significa che ti ho dato il via libera al mangiarla nel mio salotto".
Draco voleva precisare che in realtà aveva rifinito il suo stile nel baciare, per evitare di consumare le ragazze troppo presto, ma decise per una risposta più rispettosa. "Sì, signore. Non accadrà più".
"Sarà meglio", russ' Matthew, frima di scortarlo verso il camino.
Draco fu felice di svignarsela a Malfoy Manor con tutte le membra intatte.


Hermione fuggì nella sua stanza al piano superiore, con le mani premute sulle guance. Non capiva cosa le stesse accadendo. Sua madre era seduta sul suo letto, che la stava aspettando.
"Ti sei divertita?", chiese Rachel, guardando le guance arrossate della figlia con divertimento.
Lei si sedette sul letto di fianco alla madre. "Sì, è stata una bella festa".
Rachel soppresse un sorriso. Aveva tenuto sotto controllo Matthew il più a lungo possibile, ma quanto era diventato ovvio che la coppia si stava più baciando che parlando, suo marito era schizzato di sotto per interromperli.
Sapeva anche se sua figlia non le avrebbe mai rivelato nulla senza un incoraggiamento. "Draco bacia bene, quindi?".
La testa di Hermione scattò in alto, e guardò sua madre mortificata. "Mamma", si lamentò. "Non puoi farmi domande come questa".
"Sì che posso, sono tua madre. Comunque non ti avrei chiesto i dettagli".
Hermione si prese la testa tra le mani e grugnì. Voleva bene a sua madre, davvero, ma a volte era troppo. Questa era una di quelle volte.
"Sto ancora aspettando, Hermione. A meno che, certo, tu non voglia fare questa conversazione di fronte a tuo padre. Finirà presto di torchiare il povero Draco".
Lei alzò le mani per la disperazione. "Bacia bene. Ecco! Sei contenta ora?".
Rachel sorrise dolce alla figlia."Ora esci con lui? Ufficialmente?", chiese.
Lei scosse la testa. "Non so cosa stia succedendo tra noi. Io ho iniziato il bacio. Di nuovo".
"Ti piace", constatò sua madre, e le battè una mano sulla spalla.
"Credo di più che piacermi, ma non so cosa farci. E' tutto così complicato. Non so nemmeno se voglio che mi piaccia, ed ora la maledizione è tornata, e l'obbligo di essere insieme pende ancora sopra di noi".
"La maledizione è tornata? Pensavo l'aveste spezzata".
"Anche io, ma Minerva McGranitt è venuta a cercarci alla festa questa sera, per informarci che non è per niente così".
"Quindi, avete qualche idea di cosa fare, questa volta?", chiese Rachel.
"Beh, Corvonero ha detto a Minerva che eravamo sulla strada giusta, così almeno non dobbiamo iniziare da capo la nostra ricerca. A quanto pare abbiamo usato solo la coppia sbagliata, il che mi ha fatto pensare che magari...", iniziò lei, prima di bloccarsi.
Anche se sua madre non era una strega, o molto istruita su come funzionasse la magia, sapeva ugualmente dove la mente di sua figlia stava andando a parare.
"Credi che magari il contro incantesimo abbia a che fare con te e Draco".
Hermione annuì semplicemente, e diventò triste.
"Lo sospetta qualun altro?", chiese Rachel.
Lei strinse le labbra. "Forse Bill credo, specialmente quanto sentirà che l'abbiamo quasi spezzata. La sua mente non ci metterà molto ad arrivare alla stessa conclusione della mia, ma nessun altro sospetta qualcosa, ne sono sicura".
"Quando parlerai a Draco?".
Lei scrollò le spalle. "Non ne sono sicura. Non sono nemmeno sicura di volerlo, ma Narcissa mi ha detto qualcosa questa sera che mi fa pensare", disse, prima di bloccarsi di nuovo.
Rachel mise le braccia intorno a sua figlia, e la avvicinò per un abbraccio. "Non credo che Draco sarà un problema. A meno che non mi stia completamente sbagliando, quel ragazzo è innamorato di te oltre ogni dire. Ma non credo che tu ancora lo sia".
Hermione appoggiò la testa sulla spalla di sua madre. "Non so cosa provo", confessò. "Non ho mai pensato che sarei stata così bene con lui, ma quando siamo da soli, lo sono. Ho sempre saputo che fosse attraente, ma la sua repellente personalità sopraffaceva il suo aspetto, ed ora che è cambiato, lo stanno facendo anche i miei sentimente. Non riesco a pensare correttamente quanto gli sono intorno, e continuo a fare cose stupide, come baciarlo. E poi questa sera Narcissa arriva e mi confonde ancora di più, dicendomi che Malfoy ha sempre provato qualcosa per me".
Tirò su con il naso, e Rachel le accarezzò in circolo la schiena. "Il mio consiglio è di non pensarci troppo. Dovresti fidarti delle tue emozioni e smetterla di combatterle, perchè tu credi che sia quello che ha senso. Non renderti triste respingendolo perchè è quello che credi che dovresti fare. Se è cambiato allora dagli un'altra possibilità, specialmente se ti rende felice".
"Perchè è tutto così complicato?".
Sua madre sorrise. "Perchè non sei fatta per le cose semplici, Hermione, non lo sei mai stata. Se lo avessi fatto allora saresti rimasta con Ron, non importa quanto incompatibili foste".
"Ma perché Malfoy? Sicuramente è solo il destino che si sta prendendo gioco di me".
"Forse... o forse il destino dice che è più adatto per te che gli altri. E' intelligente, ingegnoso, e ti fa accelerare il battito. Perchè dovresti voler essere adatta a qualcosa di meno?".
Lei scrollò le spalle, prima di sbadigliare assonnata. Rachel le baciò la gronte, prima di spingerla verso il bagno. "Ora vai, cambiati e fatti una bella dormita. I tuoi sentimenti od i problemi non se ne andranno tanto presto, quindi è meglio metterli da parte fino al mattino".
Hermione raccolse il suo pigiama e si avviò al bagno. Rachel sorrise dietro di lei. Era orgogliosa di quanto lontano fosse arrivata sua figlia nell'ultimo paio di mesi. Ora tutto ciò che doveva fare era accettare quello che il cuore le stava dicendo ed aprirsi per Draco Malfoy. Se glie lo avesse permesso, avrebbero potuto essere molto felici insieme,
Litigiosi, ma felici.

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


Becoming Mrs Malfoy Cap 23

Capitolo 23



Hermione si stiracchiò, mentre si svegliava da una buona dormita. Nonostante fosse tornata tardi e quel bacio con Draco Malfoy, era crollata a letto e si era addormentata subito.
Sorrise al pensiero della notte precedente. Si era divertita. Beh, non la parte della maledizione, ma nemmeno quello l'aveva abbattuta. Si sentiva come se finalmente fosse venuta a patti con i sentimenti per Malfoy. Le piaceva, qualcosa in più potenzialmente, e non sarebbe scappata da questo. La conversazione con sua madre la notte prima le aveva fatto capire quanto stupido fosse fare una cosa del genere. Quindi cosa importava se la sua relazione con Malfoy non fosse convenzionale, o ciò che le persone si aspettavano?
Sbadigliò, mentre si sistemava su di una sedia in cucina. Si versò una tazza di tè e lo sorseggiò, non ricordandosi quando fosse stata l'ultima volta che si era sentita così in pace.
"Allora, avrò una spiegazione per ciò che è successo ieri notte?", le chiese suo padre.
Lei si voltò per guardarlo. Aveva uno sguardo confuso per la sua espressione serena ed il fatto che l'avesse beccata a baciare Malfoy.
"Ehm... mi piace Malfoy", disse lei, con la voce che si acuiva, facendola sembrare quasi una domanda.
"Beh, l'avevo capito, considerando che continuavi a baciarlo".
Hermione sorrise al padre iperprotettivo. Era stato facile recentemente, visto che la sua avita amorosa non esisteva prima.
"Allora, esci con lui o no?", chiese impazientemente Matthew.
Lei inclinò la testa da un lato. "Non ufficialmente, no, ma forse rettificherò questa settimana".
Suo padre roteò gli occhi. "Che è successo al tuo odio?", chiese, e suonò più come una delusione.
"Ha dato prova di essere diverso. E nonostante abbia cercato disperatamente di continuare ad odiarlo, mi ha convinta".
"Non tanto quanto te".
"Che intendi?", chiese lei.
"Sei stata sconfitta dal fascino di quel ragazzo. Almeno sei durata più di quanto abbia fatto tua madre".
Lei gongolò appena. Malfoy non ci aveva messo molto impegno con sua madre. Aveva solo dovuto mostrarle i denti bianchi e lei si era sciolta. Mmm... pensare a quei denti la fece pensare alle sue labbra, e non ci volle molto prima che iniziasse a rivivere il bacio.
"Non voglio nemmeno sapere dove sia la tua mente al momento", disse contrariato suo padre. "Ma do al ragazzo il permesso di uscire con te".
Lei grugnì e seppellì il viso tra le mani. "Papà! Sono una donna adulta, non ho bisogno del tuo permesso per avere un appuntamento".
"Sì, che ne hai bisogno. Non ti voglio sistemata con uno qualsiasi. Almeno Malfoy ha avuto il buon senso di non intimidirsi completamente quando gli ho chiesto quali fossero le sue intenzioni verso di te".
Hermione alzò con orrore la testa dalle mani. "Per favore, papà, dimmi che mi stai prendendo in giro. Non hai strapazzato Malfoy su ciò che prova per me, vero?".
Matthew incrociò le braccia al petto. "Certo che sì. Non permetterò ad un buono a nulla di uscire con mia figlia".
"Ho venticinque anni".
"Quindi? Sei ugualmente mia figlia".
"Probabilmente non mi vorrà mai più vedere".
"Se è così non è all'altezza. Ma conoscendo la mia fortuna, sarà irritantemente tenace e continuerà a girarti intorno. Almeno ha riconosciuto le tue buone qualità, il che è più di quanto possa dire dei tuoi altri ragazzi ignoranti".
Hermione venne salvata dal deprimente imbarazzo in cui l'aveva messa suo padre da un gufo che beccava alla finestra. Entrambi riconobbero il gufo reale che aveva fatto loro visita mesi prima.
Matthew grugnì. "Sapevo che sarebbe stato difficile scaricarlo".
Lei lanciò a suo padre uno sguardo reprimente. Non importava se nessuno dei precedenti ragazzi era adatto, se questo era così che si comportava con loro.
Si alzò ed aprì la finestra, per far entrare il gufo. Questa volta era meno sprezzante. Probabilmente gli erano state dette delle belle cose su di lei. O forse era l'assenza di Leotordo. Non riusciva ad immaginare che il gufo di Malfoy si fosse scandalizzato a causa dell'animale spennacchiato di Ron. Fece cadere il pacco che portava prima di acconsentire ad essere brevemente rifocillato. Forse il gufo poteva comportarsi normalmente se nessuno degli altri dei Malfoy era intorno a vedere un comportamento così indegno.
Hermione portò il pacco in tavola, e si sedette prima di aprirlo. Sussultò, mentre l'involucro si scartava, per rivelare il libro di De Montroft. Un pezzo di carta volò a terra non visto, mentre lei era troppo occupata a guardare amorevolmente il tomo.
Matthew roteò gli occhi, e si abbassò a raccogliere la lettera. Non ci voleva uno scienziato nucleare per capire a chi fosse inviata. Doveva dare credito a Malfoy. Sapeva come intontire sua figlia.
Le diede una veloce letta, prima di attirare la sua attenzione, così glie la dovette passare. Non poté far altro che sbuffare.
Hermione,
volevo darti questo libro per farti sapere quanto sia stato bene la notte scorsa, specialmente l'ultima parte.
Ti piacerebbe uscire martedì sera? Io e Potter stiamo pensando di andare al cinema, e dato che lui si porterà Daphne, mi chiedevo se volessi accompagnarmi.
Draco.


Hermione sospirò, mentre rileggeva la lettera. Pensava che avrebbe dovuto chiedere lei a Malfoy di uscire. Per il momento, era lei che aveva fatto le mosse tra di loro.
Ok, magari era perché Malfoy aveva paura che lo affatturasse, ma non le dispiaceva. Le piaceva il fatto che lui avesse un sano rispetto della sua rabbia e capacità con gli incantesimi. L'auto preservazione, dopo tutto, era sempre stato un tratto dei Malfoy.
Mise giù la lettera, ed aprì il libro. Era felice di non avere niente in programma quel giorno perché, se lo avesse avuto, avrebbe dovuto essere cancellato per permetterle di sedersi e leggere. Il suo scomparire tra le pagine aveva anche aggiunto il beneficio di far desistere suo padre dal tentativo di intromettersi nella sua vita amorosa.


Draco era un po' nervoso, mentre aspettava fuori dal cinema. Harry aveva lanciato uno sguardo al suo viso ansioso, riso di lui, e sparito a comprare i biglietti per il film.
Daphne era più accondiscendente. "Perché sei così preoccupato?", chiese al biondo.
"Non vedo Hermione dalla festa, quanto mi ha baciato quanto l'ho portata a casa".
Daphne sembrò eccitata, e batté le mani. "Ooooh! Non ho mai pensato che Hermione sarebbe arrivata così lontana e baciarti, da soli, e due volte".
Lui roteò gli occhi alla reazione melodrammatica della sua amica. Ma pensava la stessa cosa. Quando era stata rivelata quella maledizione, non si immaginava che Hermione si sarebbe addolcita nei suoi confronti, abbastanza da permettersi di arrivare così vicina alle sue labbra.
"Ma ora sono preoccupato che possa uscire di testa. L'ultima volta che mi ha baciato, mi ha evitato per giorni".
Daphne guardò dietro di lui e sorrise. "Non credo tu debba preoccuparti di questo. Hermione sta arrivando proprio ora".
Lui si voltò, per notare in che modo disinvolto Hermione stesse camminando verso di loro. Sembrava felice e pacifica, e lui se ne impressionò, dato che non la vedeva così dai primi anni a scuola. In quel momento della sua vita, la vista di una sorridente Hermione Granger non gli aveva dato alcun piacere. In effetti, aveva fatto del suo meglio per rubarle la felicità. Borbottò al pensiero. Non c'era dubbio sul perché lei lo avesse odiato per così tanto. Era davvero stato un cazzone con lei.
"Ciao", disse sorridente Hermione, mentre raggiungeva Draco e Daphne. "Dov'è Harry?", chiese, guardandosi intorno.
"É andato a comprare i biglietti per il film", replicò Daphne.
"Che cosa guardiamo?".
Daphne grugnì. "Ho cercato di contrattare per una commedia carina, ma eravamo in due contro una, e questi due balordi volevano guardare l'ultimo horror. I poster dicono che è pieno di sangue, cadaveri fatti a pezzi, e violenza".
Le spalle di Hermione si afflosciarono. "Mi spiace essere arrivata in ritardo proprio oggi. Avrei potuto aiutarti nel formare una ribellione contro una tale mostruosità di scelta".
Draco sogghignò. Lui ed Harry si assicuravano sempre di coordinare il loro arrivo precisamente, così che potessero fare squadra contro Daphne e guardare quello che volevano. Se lo avesse lasciato da solo, Harry si sarebbe arreso alla scelta di Daphne, e si sarebbero trovati incastrati con un film melenso.
"Come mai sei arrivata in ritardo?", chiese lui.
Hermione sorrise radiosamente. "Abbiamo finalmente liberato a forza gli Elfi Domestici a Yaxley Manor. Ci stavano provando da quasi sei mesi, ormai".
Draco e Daphne si guardarono, e non poterono non ridere. Ma Daphne si addolcì, dando ad Hermione un grande abbraccio.
"Congratulazioni, Hermione. È una grande notizia".
"Sì, ridete di me quanto volete, ma è sul serio un grande traguardo".
Harry a quel punto ritornò, e si avviarono per fare razzia del negozio di dolciumi, per acquistare caramelle da smangiucchiare per il nervoso durante il film.



A metà proiezione, Draco pensò che il braccio gli si sarebbe staccato. Hermione lo stava stringendo così forte, che la circolazione del sangue era in pericolo.
"Sai che è solo finzione, vero?", chiese lui in un sussurro.
Lei annuì ma, prima che potesse replicare, il cattivo riapparve, rincorrendo una ragazza del gruppo di adolescenti, prima di ucciderla in una marea di sangue. Hermione sobbalzò, piagnucolò leggermente, e nascose il viso sul suo braccio.
Draco non poté far altro che ridere.
"Non è divertente", lo sgridò lei, prima di dargli un pizzicotto. "Odio i film horror, e tu sei cattivo a farmelo guardare".
"Ehi, attenta! Il mio povero braccio maltrattato avrà bisogno di cure, strega violenta!".
Lei gongolò, ma poi gli strinse ancora più forte il suddetto braccio, quanto la tensione nel film raggiunse il massimo. Squittì in terrore, mentre l'eroina cercò di scappare, indossando non molto di più che l'intimo.
"Sai, se avessi combattuto i Mangiamorte vestita in quel moto, sono sicuro che la guerra sarebbe finita molto più velocemente", disse lui. "Io, per esempio, avrei felicemente combattuto dietro di te".
Hermione lanciò un'occhiata all'irriverente biondo. "Smettila di essere un tale pervertito! Comunque, sarebbe stato sinistro, se fosse accaduto. La maggior parte dei Mangiamorte che ho combattuto erano abbastanza vecchi da essere mio padre. Ed io ero un'adolescente".
Ci furono un sacco di "Shhhhh!", dalle persone di fronte a loro.
Draco li guardò, e stava per iniziare a litigare, quanto Hermione gli lasciò il braccio, e lanciò una versione aggiornata dell'incantesimo Muffliato, che aveva modificato lei, così che non ci fossero irritanti brusii di sottofondo. Poteva essere usato al cinema, senza irritare gli altri.
"Vero", disse lui. "Ma ad Hollywood avrebbe funzionato. Cioè, le attrici sono quasi sempre molto più giovani dell'uomo".
Lei lo guardò confusa. "Vuoi davvero iniziare una conversazione sul sessismo e l'età nell'industria cinematografica mentre siamo al cinema?".
Lui scrollò le spalle. "Per essere onesto, questo film è un po' noioso, ed il fatto che il protagonista abbia da poco passato i quaranta, ma stia interpretando un ragazzo di appena vent'anni, e corteggiando una ragazza appena uscita dall'adolescenza, mi ci fa pensare".
Hermione sbatté le palpebre, a questo diverso lato di Draco Malfoy. Non l'avrebbe dai pensato come una persona irritata dal sessismo palese.
"Vuoi solo fare in modo di piacermi di più?", chiese lei.
"Ti piaccio?".
Lei scacciò via la domanda. "Ora non è importante".
"Mi permetto di differire. Se ti piaccio, allora ho una speranza", disse lui con un mezzo sorriso.
Lei lo fissò per un momento, prima scuotere le mani come se stesse allontanando qualcosa di irritante. "Ti dà fastidio la discriminazione?", chiese,
"Sì, ma non dovresti esserne troppo sorpresa. Sono un Mangiamorte pentito. Una volta che capisci quanto sia ridicola la supremazia del sangue, capisci quanto siano sbagliate tutte le forme di discriminazione".
Lei continuò a guardarlo, come se all'improvviso gli fossero spuntate due teste.
"Sono più di un bimbo biondo. So che il mio bel aspetto distrae, ma possiedo un cervello abbastanza decente, e dovresti imparare a guardare oltre", la prese in giro.
Lei gli fece una linguaccia, prima di sbuffare ed aggrapparsi di nuovo al suo braccio.
Lui si strofinò il punto dolente. "Il mio povero braccio".
"Smettila di fare la regina del melodramma", lo rimbeccò.
Lui sorrise semplicemente alla Grifondoro, e le prese fermamente le mani tra le sue. "Non preoccuparti, ti proteggerò io dai grandi mostri cattivi", disse, gesticolando verso lo schermo.
Hermione tornò a guardare il film, appena in tempo perché qualcuno perdesse la testa. Si coprì gli occhi, mentre pezzi del corpo volavano in un bagno di sangue, ed il biondo senza cuori di fianco a lei rise per la sua reazione.


La cena dopo il film fu in evento scherzoso. Hermione non vedeva Harry così rilassato da molto tempo, ed era contenta che fosse così felice con Daphne. Si sentiva ancora triste e che il suo comportamento distruttivo ed inflessibile di prima lo avesse portato a nasconderle la sua relazione per così tanto. Era fortunato che Daphne fosse così paziente con lui. Non molte ragazze avrebbero comportato il suo atteggiamento codardo nell'affrontarla sui suoi problemi con i Serpeverde.
Mentre camminavano per Trafalgar Square, tornando da Charing Cross Road, Harry incrociò il braccio con quello di Hermione.
"É un pezzo che non ti vedevo così felice", disse lui.
"É perché sono felice", replicò semplicemente lei.
Harry si abbassò, e le diede un buffetto sulla guancia. "Lui è adatto a te".
"Che intendi?", chiese lei.
"Ti rilassa. Sei stata tesa per molto tempo, e Ron ed io non riuscivamo mai a farti sedere e divertirti".
"E credi che Malfoy ci riesca?".
"Ti ha fatto divertire alla festa di Natale, e sta sera, per una volta, non avevi quello sguardo serio".
Hermione ci pensò. Magari doveva pensarci di nuovo. Harry aveva ragione; si divertiva a passare il tempo con Malfoy. La prendeva in giro senza pietà, ma non aveva quel tono dispregiativo che manteneva d Hogwarts. Invece, era piuttosto carino. Prendeva in giro tutti ma, con lei, ci metteva più calore. Narcissa aveva ragione? Provava da tempo dei sentimenti per lei? E cosa significava per lei? La conversazione con sua madre di sabato sera le aveva aperto un po' gli occhi. Aveva accettato la sua cotta per Malfoy, e comunque non avrebbe potuto nasconderla, specialmente quando il suo corpo continuava a tradirla, e farle fare cose come saltargli addosso. Sarebbe stato sbagliato lasciar semplicemente scorrere e vedere dove le cose l'avrebbero portata? Probabilmente no. Aveva venticinque anni, aveva dovuto iniziato a vivere presto e, anche se si trattava di Draco Malfoy, nessuno dei suoi amici né la sua famiglia avrebbe avuto qualche problema.
"Mi piace pensare di essere adatta a lui anche io", replicò.
Harry sorrise. "Senza alcun dubbio".
Si separarono quanto raggiunsero il Paiolo Magico, e rientrarono nel mondo magico. Harry e Daphne si Smaterializzarono all'appartamento di Harry. Anche se Hermione viveva nella Londra Babbana, avrebbe potuto tornare a Paddington con il bus dal ristorante, ma aveva preferito camminare fino a Charing Cross Road e Materializzarsi nel suo appartamento. Aveva anche deciso, durante la passeggiata, di andarci con Draco.
"Ti va di venire da me a prendere un caffè?", chiese.
Malfoy ghignò. "Così che possa vedere dove vivi per future occasioni in cui sarai messa al tappeto dalla Vendetta Serpeverde?".
"Sì, ed anche perché sarebbe carino passare del tempo noi due da soli".
Malfoy strinse la mano intorno l'avambraccio di Hermione. "Conduci, mia signora", disse.
Lei roteò gli occhi. "Sei così sdolcinato a volte".
"Ma so che lo adori, micetta".
Li fece Materializzare di fronte alla porta dell'appartamento, all'improvviso nervosa di ciò che Malfoy ne avrebbe pensato. Lui si guardò brevemente intorno, prima di andare dritto verso le mensole di libri che lei teneva nella stanza, ed osservando la sua collezione.
"Tè o caffè?", chiese lei.
"Tè, credo. Domani devo andare al lavoro".
"Non puoi arrivarci in ritardo? Pensavo fossi il capo", lo rimbeccò lei.  
Lui la guardò. "Lavoro con Severus. Ricordi quanto fosse intollerante sui ritardi ad Hogwarts?".
Hermione rise. "Pensavo fosse un tuo impiegato".
"E' Severus. Non credo sia mai stato impiegato di qualcuno. Ti onora, accettando di lavorare per la tua organizzazione".
Lei rise sommessamente, prima di preparare il tè in cucina. Quanto tornò, Malfoy aveva messo diversi libri sul basso tavolino, e li stava osservando.
"Dove te li sei procurati questi?", chiese, senza alzare lo sguardo.
Hermione sogghignò. "Essere una famosa eroina di guerra ha alcuni vantaggi".
Lui alzò la testa, e notò la sua espressione derisoria. "Credevo che le uniche copie conosciute fossero nella collezione di Bathilda".
"Infatti. Ma, come sai, è stata uccisa durante la guerra. Non aveva parenti e, quando il Ministero ha preso la sua collezione, mi ha offerto di dare una prima occhiata alla sua biblioteca, prima che andasse in vendita".
Malfoy rise. "Pensavo fossi a favore della condotta leale, micetta. Suona come se tu abbia usato la tua reputazione per averne un vantaggio".
Lei sorrise da un orecchio all'altro. "Era per il bene superiore. La vendita è servita a procurare i fondi per ricostruire Hogwarts".
"Sei più Serpeverde di quanto tu sappia".
Qualche mese prima, Hermione sarebbe esplosa ad una frase del genere, ma ora la capiva come un complimento da parte dell'ex Serpeverde. Sorseggiò il suo tè, mentre lui continuava a curiosare tra i libri.
"Puoi prenderli in prestito se vuoi", disse.
"Davvero?", disse lui. "Li lasceresti uscire da casa tua?".
Hermione scrollò le spalle. "Non è che li stia prestando a Ron. So che tieni ai libri tanto quanto me, e Malfoy Manor ha probabilmente la migliore biblioteca conservata fuori Hogwarts".
"Grazie, Hermione. Ma e se venissi solo qui a leggerli?".
Lei lo guardò sospettosa. "Così puoi tornare qui e spiarmi?".
"Più o meno".
Lei scosse la testa alla sua incorreggibilità. "Allora faresti meglio a portarli con te".
Veloce come un fulmine, Malfoy aveva riposto attentamente i libri sul tavolo, portata sul divano, ed allungato su di lei. Prima della terapia, ciò l'avrebbe mandata fuori di testa, facendola sentire in trappole e fuori controllo. Ora l'anticipazione del suo bacio le stava causando le farfalle svolazzanti allo stomaco.
"Ma come potrei fare questo se non fossi qui?", disse lui, prima di inclinare la testa e baciarla.
Hermione sospirò, ed avvinghiò le braccia intorno al suo collo, facendogli scorrere le mani tra i capelli. Aprì la bocca, mentre lui le mordeva il labbro. Amava davvero baciare Malfoy. Lui si mosse lungo il suo collo, e lei sussultò, arcuandosi verso di lui, mentre trovava il punto sensibile appena sotto l'orecchio. Le fece scorrere le dita lungo la schiena, e se la modellò addosso.
"Malfoy", mormorò lei, mentre lui le leccava il lobo dell'orecchio.
Lui si fermò, ed allontanò il viso. "Davvero, Hermione! Sai quanto sia scoraggiante?"
Lei lo guardò confusa. "Cosa?", chiese, notando che si era fermato.
Poi la assalirono i dubbi. Aveva fatto qualcosa di davvero sbagliato? Il paralizzante pensiero che lo avesse completamente scoraggiato, la fece intorpidire.
"E' come se l'incubo che ho fatto al quinto anno con la McGranitt fosse diventato realtà".
Hermione sbatté le palpebre, chiedendosi perché lui si stesse lamentando della McGranitt al quinto anno, quanto avrebbe potuto baciarla.
"Mi metteva in punizione e poi mi faceva dormire con lei, e mormorava Malfoy proprio come hai fatto qui", disse lui con un brivido.
"Hai fatto un sogno erotico su Minerva McGranitt?".
"No!", esclamò Malfoy. "Ho detto che ho avuto un incubo".
"Non vedo l'ora di raccontarle che avevi una cotta per lei", disse lei prendendolo in giro, cercando di sopprimere una risata ma fallendo.
Malfoy la guardò con orrore. "Non osare!".
"Come mi fermerai?".
La osservò brevemente, come per saggiare la sua debolezza. Poi fece scorrere le dita lungo i suoi fianchi finché non raggiunse la vita, ed iniziò a farle il solletico senza pietà.
"Basta!", urlò lei.
Lui rallentò. "Allora, a chi lo racconterai?".
Hermione, testarda come sempre, non poté soprassedere al suo comportamento. "A Minerva", disse.
"Risposta sbagliata", replicò, iniziando a solleticarla di nuovo.
"Ok, ok, non lo dirò a nessuno!".
"Bene", disse lui, appoggiandosi sui gomiti mentre la guardava riprendere fiato.
"E stato sleale, Malfoy", disse lei triste, quanto riprese in controllo del respiro.
"Non tanto quanto pianificare di raccontare alla McGranitt i miei incubi".
"Tu saresti stato imbarazzato per un momento, ma io sono quasi morta soffocata".
"Ora chi sta facendo la regina del melodramma?".
"Credo di aver bisogno di un bacio per sentirmi meglio".
Lui sogghignò. "Si può fare, ma solo se prometti di mormorare Draco, e non Malfoy".
"Si può fare, ma solo se rendi il bacio davvero, davvero bello", disse tendenziosa lei.
Malfoy non era mai stato uno troppo timido per non accettare una sfida come quella.

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


Becoming Mrs Malfoy Cap 24

Capitolo 24



Hermione stava sbadigliando, quando entrò in ufficio la mattina seguente, nonostante il riposo minimo. Malfoy non aveva lasciato il suo appartamento, la notte prima, fino alle prime ore mattutine.
Era riuscita a controllarsi e non invitarlo nel suo letto, ma si erano divertiti a baciarsi e sussurrarsi nelle orecchie per ore. Lo aveva poi finalmente sbattuto fuori, quando aveva capito quanto tardi fosse. Lui aveva provato a farle gli occhi da cucciolo, ma era stata irremovibile. Anche se al momento riusciva a conviverci, non era abbastanza preparata perché le cose andassero così velocemente. Di conseguenza, era rimasta troppo sotto sopra per dormire bene. Il solito metodo di rilassamento, ovvero leggere a letto, non aveva funzionato così era rimasta invece sdraiata lì, a ghignare come una pazza nell'oscurità.
Ernie alzò lo sguardo dalla Gazzetta del Profeta che stava leggendo, assieme al caffè.
"Sembri felice oggi", le fece notare.
"Già. Lo sono", replicò allegramente lei.
Lui strinse gli occhi. "Perché sento che quest'aria allegra non riguardi puramente il risultato dagli Yaxley di ieri?".
Lei ghignò in risposta.
"Smettila!", si lamentò Ernie. "Fa paura vederti così".
Lei rise. "Bello. Vuoi che vada in giro a prendermela con tutti ed imprecando per qualsiasi cosa?".
"Sì. Sarebbe più normale".
Hermione lanciò in testa al suo collega un pezzo strappato di un pacco. È sleale! Ho il diritto di essere felice".
"Immagino di sì, ma ieri ho parlato con Hanna, e so che la maledizione non è stata spezzata. Ho pensato che saresti stata arrabbiata e delusa".
"Non tutto gira intorno alla maledizione", rispose fiaccamente lei, prima di seppellirsi nella posta in arrivo.
Ernie la guardò sospettosamente; c'era qualcosa in corso che la Grifondoro non gli stava raccontando. Poteva essere stato un Tassorosso, ma non re stupido. Hanna gli aveva anche raccontato della notte in cui Hermione si era ubriacata con Malfoy. Ora che la maledizione era tornata, si sarebbe aspettato che lei girasse in tondo nell'ufficio, arrabbiandosi di maledizioni Serpeverde. Ma invece era lì, che semplicemente sbadigliava contenta.



Draco vagò per l'ufficio Auror, e sogghignò quando vide Harry, Ron, Adrian e Robert seduti a giocare a Sparaschiocco.
"Voi ragazzi non avete del lavoro da fare?", chiese.
"Potrei dire lo stesso di te. Passi metà della tua vita qui", replicò Adrian.
"Alcuni di noi sono importanti, ed hanno incontri con il Ministro".
Harry roteò gli occhi. "Sì, sappiamo tutti quanto importanti siano in Malfoy, Draco".
Draco non si preoccupò di rispondere. Invece, continuò a camminare, e si sedette sul bordo della scrivania di Harry, frugando nella sua posta.
"Ehi, smettila!", protestò Harry.
"Non penserai mica che sia venuto a trovare te, vero? Dovevo sapere gli ultimi pettegolezzi. Come faccio a ricattare i miei competitori se non so che illegalità stanno commettendo?".
"Per favore, dimmi che stai scherzando".
Draco alzò lo sguardo da un succoso comunicato che stava leggendo sulla CEO di una compagnia di pozioni rivale. "Se ti rende felice".
Harry guardò senza speranza verso Adrian, che scrollò semplicemente le spalle, sembrando divertito.
"Serpeverde", mormorò Harry, prima di ignorare qualsiasi libertà si stesse prendendo Draco. Non si sentiva in grado di affrontare uno scontro quel giorno. Sperava solo che, qualsiasi cosa stesse facendo Draco, non gli avrebbe portato dei grattacapi.
Adrian guardò il biondo, che era impegnato a creare duplicati dei documenti sulla scrivania di Harry. Strinse gli occhi. Il suo amico sembrava felice. Quasi felice quanto un Tassorosso. Non aveva mancato di notare che Draco e la Granger stavano migliorando. Aveva portato la maniacale cespugliosa alla festa di Natale, ed aveva ballato con lei per lunghi periodi, quella sera.
"Perché sembri un gatto che ha catturato il topo?", chiese Adrian.
Draco spinse via la corrispondenza di Harry. Tristemente, c'erano solo un paio di documenti utilizzabili, ma sarebbero stati utili nell'assicurarsi un grande contratto che stava al momento inseguendo.
"Niente", disse Draco con un sogghigno leggero.
"Tu ed Hermione avete fatto qualcosa dopo che si siamo lasciati ieri sera?", chiese Harry.
"Sapevo che la piccola Grifondoro era coinvolta, da qualche parte", constatò Adrian.
Draco ignorò il suo compagno. "Abbiamo preso del tè".
"Dove?", chiese Harry. "Gli unici posti aperti a quell'ora in Diagon Alley sono i ristoranti ed il Paiolo Magico".
Draco lanciò un'occhiata al rompiscatole Ragazzo-Che-E' Sopravvissuto. "Mi ha invitato nel suo appartamento", disse riluttantemente.
"Oh, hai avuto fortuna?", chiese prendendolo in giro Adrian.
"Non sono affari tuoi".
"Lo prendo per un no", replicò irriverente Adrian.
Draco si alzò e lisciò io vestito. "Bene, ora che ho ciò per cui sono venuto, dirò addio a voi perdenti".
"Rimani a pranzo", disse Harry.
"Non posso. Ho dei piani in programma molto più allettanti".
Ron grugnì. "Uh, tu ed Hermione ora vi state davvero frequentando, vero? Era rivoltatemene allegra quando l'ho incrociata nell'ingresso, prima".
Draco non si diede la pena di rispondere. Era a metà strada oltre la porta, e non vedeva il motivo di condividere così tante informazioni con gli Auror. Adrian se ne sarebbe divertito troppo. 
Ron guardò Harry. "Si frequentano, vero?".
Harry sorrise semplicemente. "Credo si siano solo baciati, ma non penso ci metteranno molto a diventare una coppia ufficiale".
"Sarà insopportabile", mugugnò Ron.
"Pensavo volessi che Hermione fosse felice", disse Harry.
"Infatti, ma non con Malfoy. Quei due dovrebbero rimanere separati per un motivo. Riesci ad immaginarti come sarebbe la vita se si mettono insieme? Nessuno sarà più in grado di vincere un litigio, con nessuno dei due".
"E se ci riuscissi, il cervello della Granger si alleerebbe con la malignità di Draco, per inventare un piano perfetto su come ucciderti per vendetta", constatò Adrian.
Ron si prese la testa tra me mani, e grugnì di nuovo. Harry rise. "Beh, non abbiamo mai visto Hermione così felice, quindi io sto con loro".
"Hai sempre avuto istinti suicidi", disse Adrian.


Draco arrivò allegro nell'ufficio di Hermione. Si fermò, quanto si rese conto che lei non era lì, e si guardò intorno. Qualcuno che gli ricordava vagamente Hogwarts era seduto all'altra scrivania nell'ufficio, e lo fissava.
"Non anche tu", mormorò il familiare ex compagno di scuola.
Lui aggrottò la fronte. Sapeva che era stato un Tassorosso, ma questo era tutto. Non gli veniva in mente il nome. Poi notò un promemoria sulla scrivania di Hermione, indirizzato alla divisione Elfi Domestici, ed i due nomi. Uno era di Hermione, l'altro Ernie Macmillan. Ecco come si chiamava!
"Ciao, Macmillan. C'è Hermione", chiese Draco.
"Sì, tornerà in un minuto. È solo stata chiamata per incontrare il grande capo".
Si sedette dietro la scrivania di lei. "La aspetterò proprio qui, allora, se per te va bene".
Ernie cercò di non sussultare al biondo Serpeverde. Da quando conosceva Draco Malfoy, non aveva mai chiesto il permesso per fare qualcosa. Se voleva quel qualcosa, se lo sarebbe preso e basta.
"Allora, devi essere rimasto davvero contento per tutta quella cosa degli Yaxley", disse Malfoy, facendo conversazione.
Stava diventando parecchio strano per Ernie. Prima, Hermione era felice, quando lui si stava invece preparando ad affrontare un'arpia su tutte le furie, ed ora Malfoy stava cercando di intavolare una conversazione gentile. "Ehm... sì".
"Bello, davvero. Irma Yaxley non è mai stata una che cambia idea. Gli Elfi Domestici non sarebbero stati liberati per principio".
"Sì, anche Hermione l'ha pensato. Ci ha lavorato sopra per anni. Era così eccitata quando abbiamo avuto i risultati dal Wizengamot, ieri".
"Sembra proprio da Hermione", disse sorridente Malfoy.
Ernie sussultò, e pregò che Hermione tornasse molto velocemente dal suo colloquio. Non era sicuro di quanto a lungo Malfoy fosse riuscito su quella strada.
Come in risposta alle sue preghiere, la porta si aprì ed Hermione entrò molto meno felice. Ernie capì perché, quando notò il loro capo alle sue calcagna.
"Ora, Hermione, capisco cosa vuoi dire, ma non è proprio fattibile", disse Drystan Jones.
"Ma ho parlato con Michael, ed ha detto che dai dato loro un aumento di fondi per aiutare le negoziazioni con i Lupi Mannari".
"Hermione, devi capire che alcuni progetti hanno bisogno di fondi extra".
"Ma abbiamo fatto davvero un buon lavoro alla proprietà degli Yaxley, e conosco almeno altri due casi che richiedono la stessa azione".
"Sì, ma dovrai aspettare i fondi del prossimo anno. Ora i soldi non sono accessibili".
"Ciò che vuoi dire è che non lo sono per gli Elfi Domestici", disse ammutinante Hermione
Draco notò che si stava arrabbiando parecchio, e stava per alienare interamente il suo capo. Fortunatamente per lei, lui conosceva molto bene Drystan. Non era un compagno particolarmente piacevole me, quanto seguiva suo padre per il Ministero parecchi anni prima, corrompendo i Capi di vari dipartimenti, aveva conosciuto Drystan, ed il Capo del Dipartimento per la Regolazione e il Controllo delle Creature Magiche rispettava il nome dei Malfoy.
"Ciao, Drystan. Quanto tempo", disse.
Drystan si voltò, e vide Draco seduto dietro la scrivania di Hermione. "Draco! Che ci vai da queste parti? Avresti dovuto venire dritto nel mio ufficio".
Lui si alzò, si mise di fianco ad Hermione e le mise un braccio intorno alle spalle. "Oh, oggi non sono venuto per trovarti. Sono qui per portare la mia ragazza a pranzo, e congratularmi con lei per la spettacolare vittoria di ieri".
Hermione si era tesa, quando Malfoy le aveva messo un braccio intorno. L'ultima cosa di cui in quel momento aveva bisogno era che il suo capo pensasse che lei avesse visite personali fuori e dentro l'ufficio per tutto il giorno.
"Oh, esci con Hermione?", chiese Drystan, praticamente insultante, e sorpreso.
Lei strinse gli occhi.
Malfoy le baciò la fronte. "Sì, siamo andati a scuola insieme", disse lui, come se quello spiegasse tutto, il che non era così.
Tutti sapevano che i Malfoy erano stati sostenitori di Voldemort, mentre Hermione era la migliore amica di Harry Potter.
"Mmm .... sì", disse il suo capo, ovviamente non volendo precisarlo.
"Sono così felice che sia riuscita a liberare gli Elfi Domestici nella proprietà degli Yaxley. Irma non si sarebbe mai arresa. È importante che cerchiamo di lavorare contro punti di vista come i suoi, se vogliamo avere una comunità armoniosa".
Drystan mormorò ancora un qualcosa, e Draco si spinse oltre. "In effetti, gli Elfi Domestici dei Malfoy sono stati liberati molto tempo fa, perché sapevano che fosse un'importante concessione per cambiare le vecchie e pericolose abitudini verso i machi e la superiorità del sangue".
L'uomo anziano sembrava combattuto. Era ovvio dal suo passato che non considerasse gli Elfi Domestici importanti, ma era altrettanto chiaro che non voleva alienarsi una delle famiglie purosangue più antiche, e sembrare sostenitore di punti di vista poco popolari.
"Beh, Hermione, mi incontrerò di nuovo con i finanziatori, e vedrò se riuscirò a racimolare per te dei soldi".
Hermione era delusa ed arrabbiata, quando Drystan se ne andò. Malfoy era entrato ed aveva smontato la sua autorità nel suo ufficio!
"Che pensavi di fare?", chiese, svincolandosi dalla sua presa.
"Cosa? Ti ho aiutato a trovare i soldi di cui avevi bisogno", disse lui, sorpreso dal suo tono ostile.
"No, sei arrivato, hai preso il sopravvento e praticamente minacciato il mio capo nel darmi quei soldi".
"Ma ottenerli non era la cosa importante?".
"No, non voglio seguire i vecchi metodi per guadagnare fondi. Voglio che ci dia i soldi perché è quello che deve fare, come Capo del dipartimento".
"Ma, micetta, conosco Drystan da tempo, lui non lavora così, ecco probabilmente perché sei in questo vecchio ufficio".
Hermione si sentì ferita. Sapeva che se si fosse inchinata a Drystan ed avesse invitato Harry Potter alle sue stupide feste del dipartimento, lei ed Ernie avrebbero ricevuto un trattamento molto migliore, ma si rifiutava di farlo.
"Non chiamarmi micetta, o non provare ad affascinarmi a modo tuo. Non voglio che le persone interferiscano sul mio posto di lavoro. Non lo permetto nemmeno ad Harry, quando ci prova, e tu non sei un'eccezione. Sono perfettamente in grado di cavarmela. Non sono una donna che ha bisogno di aiuto, o della guida di un uomo".
"Non stavo cercando di fare questo. Volevo solo usare la mia conoscenza con Drystan per aiutarti".
"Beh, sembra che tu sia saltellato qui ed abbia completamente smontato la mia autorità", replicò lei.
Malfoy le si avvicinò, e la guardò con intensità negli occhi. "Non volevo farlo, Hermione. So che sei più che in grado di avere quello che vuoi. Io volevo solo risparmiarti dello stress, specialmente visto che stai lavorando a questa maledizione".
Lei si calmò un pochino. Ancora non era molto felice del biondo, ma le sue intenzioni erano buone. Non conosceva altro modo per farlo. Era un Malfoy ed un Serpeverde, dopo tutto.
"Ok, ti perdono, ma non pensarci nemmeno a provarci di nuovo", lo avvertì.
Lui sorrise. "Mi ritengo avvisato. Non voglio incappare in qualche altra fattura. Preferisco i tuoi baci".
Hermione arrossì, ed il sopracciglio di Ernie si alzò. Aveva avidamente guardato lo scambio di battute, godendosi la prima fila che gli era stata concessa su quella coppia affascinante. Hannah non sarebbe stata l'unica con dei nuovi pettegolezzi, la prossima volta che si sarebbero incontrati.


Una volta che si furono seduti al tavolo, e la cameriera ebbe preso i loro ordini, Hermione decise di spostare su di loro il soggetto. Malfoy si era riferito a lei come la sua ragazza di fronte al capo, ma lo aveva detto solo perché così Drystan l'avrebbe presa più seriamente?
Voleva dei chiarimenti, prima di intraprendere la situazione molto più complicata della maledizione.
"Malfoy?", iniziò Hermione.
"Draco", la interruppe lui.
"Cosa?".
"Ci siamo già passati la notte scorsa. D'ora in poi mi chiamerai Draco. Ricorda? I baci e tu che mi chiami Malfoy non vanno bene insieme".
"Oh, sì, scusa, me ne sono dimenticata", disse lei. "Draco, intendevi sul serio quello che hai detto a Drystan?".
"Cosa? Il mio discorso sulla situazione degli Elfi Domestici che deve cambiare per far cadere le vecchie abitudini?".
"No.… beh, sì, è vero e sono felice che tu la pensi così. Ma mi riferivo a quando mi hai chiamata la tua ragazza", disse lei, un pochino imbarazzata.
Lui sogghignò dall'altra parte del tavolo. "Non sei la mia ragazza?".
Lei sbuffò. Odiava quando Draco le rivolgeva contro le sue domande. Era un'abitudine irritante. "Rispondi e basta alla mia domanda".
"Sì, lo intendevo sul serio".
"Oh!".
"Perché? Non lo sei?".
"Immagino di sì. Suona solo davvero strano".
Draco rise. "Più strano che baciarmi?"
Lei ne riconobbe la verità. Sorrise al suo ragazzo. Le ci sarebbe voluto un po' per farci il callo. "No, credo di no. Ma ora è ufficiale".
"Già", disse lui stringendole la mano. "Il che significa che un sacco di sbaciucchiamenti sono d'obbligo".
"Non in pubblico!", lo castigò lei
Lui le mise il broncio. "Mi togli tutto il divertimento".
"Qualcuno deve farlo".
Draco si allungò sul tavolo e le rubò un veloce bacio sulla guancia. "I Malfoy hanno dei problemi a prendere ordini".
Hermione roteò gli occhi, ma non si permise di seguirlo. Non si sarebbe abbassata al suo livello per fare qualcosa di ancora più oltraggioso solo per provare di aver ragione. Lui era proprio persistente.
Comunque, ora che aveva chiarito un punto, doveva introdurre l'aspetto problematico della loro relazione: la maledizione.
"Prima di incontrarci al Manor sabato sera, andrò a trovare Bill", gli disse.
"Non verrà anche lui al Manor?".
"Sì, ma devo vederlo prima, per discutere di alcune cose".
"Perché?".
"Perché credo di sapere come metterci fine".
"Cosa? Da quando?", chiese Draco.
"Da quando la McGranitt ha sganciato la bomba che non era stata spezzata".
"Te lo sei tenuto per te".
"Ci ho pensato molto", spiegò lei. "E non ero nemmeno sicura che avrei potuto fare ciò che la maledizione richiedeva, ma ora ho la risposta. Mi piacerebbe che venissi con me da Bill".
Draco non era mai stato lento a comprendere. Non gli serviva che le cose gli venissero spiegate, prima che riuscisse a mettere insieme i pezzi.  "Coinvolge anche me", disse lentamente lui.
"Sì".
"Noi siamo la chiave, non è vero?".
"Io la penso così. Credo si possa trattare di noi o di George e Pansy, o forse tutti noi insieme. Ma il fatto che Daphne ed Harry non abbiano spezzato la maledizione, mi ha fatto capire che probabilmente siamo noi".
"L'inimicizia che una volta esisteva tra di noi?".
"Quello, ed il fatto che noi rappresentiamo esattamente ciò che Cosetta voleva unire, il che mi fa pensare si tratti di noi".
"Purosangue e Nata Babbana. Beh, potrebbe avere senso".
Hermione annuì. "Lo, so, ma credo significhi anche che dobbiamo essere innamorati".
"Ed ecco perché non ne hai parlato", constatò lui.
Hermione annuì di nuovo, ed abbassò lo sguardo alla sua frittata. Si era sentita a disagio a rivelarlo a Draco. Non era sicura di essere innamorata di lui, ancora, ma era a buon punto. Sperava che, qualsiasi maledizione Cosetta Corvonero avesse creato, avrebbe colto il potenziale di una relazione, e non solo le cose concrete. Che poi, cosa era concreto in una relazione?
Lui le coprì le mani con le sue. "Non devi imbarazzarti con me, Hermione. È ancora presto per noi due, e tu hai fatto tanta strada in poco tempo. Non cerco una dichiarazione da te. Ce la prenderemo comoda e, se Corvonero non lo capisce, allora non è la strega intelligente che si dice fosse".
Hermione si rassicurò, alle parole di Draco. Era felice che non le stesse mettendo fretta. Voleva preservare ciò che avevano ora, e non sentiva il bisogno di correre per raggiungere qualcosa di più profondo. Era passato molto tempo da quando lei aveva smesso di frequentare qualcuno, e voleva godersi il periodo della luna di miele.
Gli sorrise. "Non è che non possa. In effetti, credo di esserlo, ma non voglio spingere i miei sentimenti", spiegò vagamente. Non voleva nemmeno dire la parola con la A.
Draco le accarezzò le mani. "Non preoccuparti. So che non sei una che fa qualcosa senza che sia un sentimento coinvolto. E, anche se lo fossi, non lo faresti con me".
Fu sollevata che fossero riusciti a passare oltre una conversazione così imbarazzante in modo molto calmo. Non pensava che avrebbe potuto analizzare e dissezionare tutto così velocemente con Draco.
"Allora... Bill. Dove lo incontreremo?", chiese Draco.
"A Villa Conchiglia. Di solito vado lì verso le 10 del mattino. Riesci ad arrivare da me alle dieci meno dieci?".
"Penso possa andare. Comunque, hai iniziato a leggere il libro di De Montfort?".
"Se l'ho iniziato? L'ho praticamente divorato prima di alzarmi dal tavolo della colazione la mattina in cui me lo hai inviato".
Draco rise, ed il resto del pranzo passò allegramente. Parlarono di libri, pozioni, e lui cercò di far interessare Hermione alla sua squadra di Quidditch. Lei sbadigliò giocosamente, e fece finta di notare che ore fossero.
"Wow, è già così tardi? Farei meglio a tornare in ufficio", disse.
Lui roteò semplicemente gli occhi. "Ti porterò alla loro prossima partita, e li adorerai!.
"Draco Malfoy, sono amica di Ron, Harry e Ginny da molti anni, e tutti loro hanno fallito nel rendermi più che leggermente interessata al Quidditch. Perché pensi che con farai diversamente?".
"Perché sono il tuo ragazzo", disse lui, alzando un sopracciglio.
Hermione rise apertamente. "Hai dimenticato che uscivo con Ron?".
Il suo ragazzo sbiancò. "Per favore, Hermione, non riportarmelo mai più alla mente. Ho baciato le stesse labbra che ha toccato la Donnola. Che schifo. Ho praticamente baciato Ronald Weasley".
"Che melodrammatico. Io non voglio nemmeno pensare a quante ragazze tu abbia baciato, se stiamo proprio rivangando il passato".
"Non tante quanto dicevano".
Hermione sembrò divertita. "Cioè non sei tipo da una botta e via?".
Lui rabbrividì. "Uh, suona così brutto. No, certo che no. Se fossi andato con tutte quelle ragazze che dicevano, quando mai mi avrebbero visto ad Hogwarts? Se non avessi avuto Pansy ancorata al braccio, generalmente sarei stato in giro e seguire gli ordini del Signore Oscuro".
Lei aprì la bocca, la lui la precedette prima che riuscisse a parlare. "E non credo proprio di essere andato a letto con qualche ragazza a tredici anni! È proprio sbagliato. Ero un bambino, molto interessato al Quidditch e ad affatturare Potter".
"Ma hai avuto un sacco di tempo da quanto hai lasciato Hogwarts".
"Sì, la maggior parte del quale l'ho passato a ricostruire il nome e la reputazione dei Malfoy. E non molte ragazze erano interessate ad uscire con me, quanto ero considerato fortunato ad essere scampato ad Azkaban".
Hermione si rassicurò un pochino, sul fatto di non star uscendo con una specie di Casanova con chissà quante esperienze. Lei stessa non ne aveva molta, e la faceva sentire un po' meglio sapere che nemmeno lui ne aveva tanta.
Dopo pranzo, lui insistette per accompagnarla alla porta dell'ufficio. Si fermò al di fuori, e si abbassò per un bacio. Un bacio lento, che sembrò farle venire i brividi sulla schiena. Almeno finché la porta non si aprì, e lei cadde all'indietro.
"Ah! Pomici con Malfoy durante l'orario di lavoro, Hermione? Che poco professionale!", esclamò forte Ginny, proprio di fianco alle sue orecchie.
Hermione sobbalzò e si strofinò l'orecchio, sentendosi scoperta. "Ginny? Che ci fai qui?".
"Vengo a controllarti. Il che è anche un bene", disse l'irriverente rossa.
"Hai un tempismo terribile", grugnì Draco.
Ginny gli lanciò semplicemente un sorriso abbagliante. "Almeno non entro come una furia nelle camere, minacciando di togliere le coperte".
"Era un'emergenza!".
"Posso dirlo anche io. Ho bisogno di sapere i pettegolezzi da questa ragazza qui, quindi togliti dalle scatole, Malfoy. Anche tu, Ernie", disse Ginny, mandandolo via poco cerimoniosamente dall'ufficio.
"Oggi è decisamente una giornata troppo bizzarra per me. Mi porto il lavoro a casa, Hermione. Ci vediamo domani", disse Ernie, felice di fuggire da quel manicomio che era diventato il suo ufficio.
"Ciao", gli disse allegramente Ginny, prima di sbattere in faccia la porta a Draco. Fece marciare Hermione verso la sedia, la spinse giù, e si accomodò sulla scrivania di fronte a lei. "Allora, ora sbaciucchi un Serpeverde, eh?".
"Dovresti saperne tutto a riguardo", mormorò Hermione sulla difensiva.
"Mmm... di sicuro Blasie sa baciare. Scommetto che per Draco è lo stesso. Mi chiedo se gli abbiano dato lezioni su come far tremare le gambe alle ragazze, quanto sono stati smistati in quel covo".
Hermione si nascose il viso. "Ne dubito. Prendi Tiger e Goyle. Non mi sarebbe piaciuto baciare nessuno di quei due troll".
"C'è un'eccezione ad ogni regola", le concesse Ginny.
"Comunque, cosa ci fai qui? Non dovresti essere con le Holyhead?".
"No, abbiamo il giorno libero perché abbiamo sconfitto il Puddlemore United questa settimana. Allora, Signorinella, tu e Draco sembrate molto appiccicosi ultimamente", disse Ginny, non curante del tentativo di Hermione di cambiare argomento.
Lei arrossì leggermente. "Immagino di sì", disse.
"Immagini? Vi ho appena beccati a cercare di mangiarvi la faccia, e tu immagini semplicemente che potreste esserlo? Quindi, quanto seria è la faccenda? Vi baciate solo, o in realtà vi frequentate?".
Hermione odiava quelle conversazioni con Ginny. Le trovava sempre imbarazzanti oltre ogni limite. "Ci frequentiamo", mugugnò.
La rossa squittì e batté le mani. "E' così eccitante! Non frequenti da anni qualcuno! Non riesco a credere che Draco Malfoy sia il tuo ragazzo".
Hermione tossì. "Non siamo a scuola. È tutt'altro che eccitante".
"Lo è e basta. È come una torrida storia d'amore. Anni di odio che si trasformano in una relazione".
"Che cavolo hai letto?".
"Cosa? Mi annoiavo con le Holyhead".
"Ed ora io ne pago le conseguenze".
"Smettila di lamentarti, e comincia a raccontare", disse Ginny, perdendo la pazienza con la riluttanza della sua amica.
Hermione chiuse gli occhi, e rinunciò a continuare il lavoro di quel pomeriggio.


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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


Becoming Mrs Malfoy Cap 25

Capitolo 25

 

 

Hermione non vedeva Draco da quel giorno al Ministero. Erano passati solo un paio di giorni, ma sembravano di più. Le aveva mandato qualche gufo, ma era rimasto bloccato nel suo laboratorio a creare qualcosa. Anche se gli mancava, era rimasta comunque un po' contenta di quella pausa. Aveva un'enorme mole di lavoro da finire, ora che Drystan le aveva concesso del denaro in più.
Si sentiva sottosopra quando Draco era in giro. Era proprio quella cosa di cui aveva letto ed anelato, ma ora che stava accadendo a lei si sentiva fuori controllo. Cioè, era esilarante essere al settimo cielo per la maggior parte del tempo. In quel momento stava seduta nel salotto, in attesa che lui arrivasse. Dovevano essere a Villa Conchiglia in dieci minuti, e lei ridicolamente sveglia dalla mattina presto, e si era già cambiata diverse volte d'abito. Il suo lato logico risentiva della sua presenza. Non era una di quelle ragazze che passavano il tempo a programmare l'abbigliamento successivo. Di solito era troppo occupata con la testa infilata in un libro.
Il crepitare del fuoco la riscosse dai suoi pensieri, ed apparve Draco, sembrando divertito di averla fatta sobbalzare.
"Oh, bene sei qui. Andiamo?", disse Hermione, faticando a riguadagnare la sua compostezza di pochi minuti prima.
Perché doveva essere così bello? Era già abbastanza difficile stare dietro ai cambiamenti che stava apportando alla sua vita, senza che lui le facesse battere forte il cuore ogni volta che lo vedeva.
"Aspetta un minuto", disse lui, camminando verso di lei. "Ancora non mi hai dato il mio bacio del buon giorno, e sono passati un paio di giorni da quando ci siamo visti l'ultima volta".
Lei quasi si strozzò. Ovviamente lui l'aveva notato, e sembrò più divertito che mai. Comunque, lei era una Grifondoro, e non si tirava indietro ad una sfida. Si abbassò, e diede un bacio a Draco.



Bill non poté non sorridere alla stramba coppia che apparve dalla connessione alla Metropolvere di Villa Conchiglia.
"Siete in ritardo di venti minuti", disse. "Mi stavo chiedendo se foste arrivati o meno".
Hermione lanciò uno sguardo a Draco, che avrebbe steso un uomo. Comunque, lui sembrava invece un gatto che aveva catturato il topo.
"Mi spiace, Bill. È sorta una complicazione che ci ha ritardato", disse, cercando di lisciarsi i capelli.
"Una buona complicazione", mormorò Draco.
Lei sembrò mortificata, e guardò il suo ragazzo come se avesse voluto ucciderlo. Bill non si faceva illusioni sul cosa li avesse trattenuti, e decise di salvare il Serpeverde dal famoso temperamento iracondo di Hermione.
"Nessun problema. Ora che siete qui, volete spostarvi in cucina? Fleur ci ha lasciato delle brioches".
I tre si sistemarono intorno al tavolo della cucina. Come alla Tana, era strapiena, ma accogliente. Hermione adorava stare lì. Era quasi come se le riportasse ai giorni felici e spensierati della sua infanzia. Comunque, spinse via la nostalgia dalla mente, ed aprì la borsa. Prese la sua ricerca, la sparpagliò per il tavolo, e prese un ravvivante sorso di caffè, prima di lanciarsi nella spiegazione.
"Credo di sapere come spezzare la maledizione", disse senza alcun preambolo.
Bill osservò Hermione da sopra la sua tazza. "Anche io, credo. Ti va di scambiarci le idee?".
Hermione sorrise. Bill era il suo Weasley favorito, dopo Ron e Ginny. Era così intellettualmente intraprendente, e si nutrivano a vicenda le menti. "Secondo la McGranitt, la maledizione è stata quasi spezzata, ma Harry e Daphne non adempivano alle richieste".
"Sì, Minerva mi ha spedito un gufo, dove sottolineava questa parte".
"Quindi siamo sulla strada giusta. Dobbiamo solo trovare la coppia giusta".
"Il che spiegherebbe il perché tu e Draco siete qui", disse Bill.
Lei rise. "Anche tu sei arrivato a questa conclusione".
"E' ormai un po' che ci rimugino sopra. Ha senso. Molto di più che Harry e Daphne".
Draco tossì. "C'è bisogno che io sia qui? Cioè, nessuno dei due ha bisogno di qualche mio consiglio".
Hermione roteò gli occhi al biondo melodrammatico. "Devi stare qui, visto che riguarda te".
"Sei sicura che non si tratti di George e Pansy?", chiese Bill.
"Sì. Avevo pensato che potessero essere loro, ma ci ho pensato di nuovo meglio nei pochi giorni passati. Dobbiamo essere io e Draco. Rappresentiamo le qualità che Grifondoro e Serpeverde volevano nelle loro Case", spiegò.
"A Salazar Serpeverde sono sempre piaciuti gli intelligenti ed ambizioni", disse Draco, lisciandosi le penne.
"O i vili, deviati e purosangue", precisò lei.
"Lo dici come se fosse una cosa brutta", si lamentò il biondo.
"E di certo Hermione è coraggiosa, intrepida e Nata Babbana", si intromise Bill.
"Allora perché non Pansy e George? Hanno entrambi qualità simili", chiese Draco.
"Più che altro a causa del sangue, penso. Sono entrambi Purosangue. Un'unione tra loro due non è così controversa come una tra te e me", disse Hermione.
"Vero. Ogni figlio che scodelleremo significherà la fine di una lunga linea di Malfoy Purosangue".
Hermione sbiancò al pensiero di bambini. Draco sapeva esattamente dove la sua mente stava andando a parare, e decise di prenderla un po' in giro. "Allora, Bill. Questa maledizione potrebbe richiedere un figlio per essere spezzata?".
Lei si strozzò con il caffè.
Bill rise di gusto. "Calmati, Hermione. Malfoy ti sta solo creando fastidio".
Lei guardò semplicemente l'irriverente ex Serpeverde, e gli diede un pizzicotto sul braccio.
"Attenta!", esclamò lui. "Mi sono appena liberato delle ultime botte che mi hai lasciato".
"Te lo meriti per avermi deliberatamente spaventata in quel modo".
"Non ho potuto farne a meno, micetta. Sembravi così impaurita solo all'idea".
"Comunque", disse Hermione esasperata, voltandosi verso Bill. "Credi che l'idea che abbiamo di spezzare la maledizione possa essere cambiata?".
Draco si isolò presto, mentre Hermione e Bill iniziarono una discussione molto tecnica su riti di sangue e spezzare maledizione. Non che non fosse interessato a tutta la teoria, perché lo era, ma se lo erano perso subito. Bill era uno Spezza-incantesimi con molto talento, ed Hermione si era impegnata tantissimo per conoscere tutto quello che conoscevano gli esperti, in ogni ambito. Probabilmente avrebbe potuto tornare nel mondo Babbano e diventare fisico nucleare molto facilmente, dopo soli pochi salti in biblioteca. Il suo cervello a volte era incredibilmente pauroso. Il sole che filtrava tra le nuvole di dicembre lo fece uscire a vagare. Villa Conchiglia era davvero un posto bellissimo. Era remoto, come molte residenze dei maghi. La spiaggia era splendida, un esempio di quelle che rendevano la Cornovaglia una popolare destinazione per molti surfisti della Gran Bretagna. Vide una lapide stagliata verso il lato del cottage, e si incamminò per sapere chi fosse sepolto lì. Rimase scosso, quando scoprì che si trattava di Dobby.
Sentì un moto di rimpianto, mentre rimaneva di fronte alla piccola tomba dell'Elfo Domestico che era stato tormentato dalla sua famiglia. Era stato un bambino pestifero, ed aveva trattato l'Elfo con rispetto nullo, trovando divertente che Dobby si punisse da solo. Ma non era mai stato così felice di vederlo quando si era Smaterializzato al Manor ed aveva aiutato Potter, Weasley, e specialmente Hermione. Sapeva che era morto ad un certo punto, durante la guerra, ma non era un soggetto di cui aveva parlato con Potter, che sapeva avere un grande affetto per lui.
Una piccola mano afferrò la sua. "Sarebbe stato orgoglioso di te", disse semplicemente Hermione.
"Dobby?".
"Sì. Sarebbe stato orgoglioso che tu abbia liberato i tuoi Elfi Domestici. Adorava essere libero", disse con un sorriso.
Lui aggrottò la fronte. "Lo sarei stato anch'io, se fossi stato trattato nel modo in cui facevamo con lui. Ha avuto la peggio tra tutti gli altri Elfi Domestici, perché ovviamente odiava essere un servo".
Hermione fece girare il viso di Draco verso di lei. "Non dartene troppa pena. Sei cambiato così tanto, e Dobby sarebbe stato il primo a farlo notare. I tuoi Elfi sono felici, e ti adorano".
"Come è morto?", chiese.
Lei sussultò. "Non lo sai?".
"No. Non mi sono mai sentito a mio agio nel chiederlo ad Harry".
"Mentre si Smaterializzava via dal Manor, si è trovato il coltello di Bellatrix nella schiena".
Lui chiuse semplicemente gli occhi. "Quindi noi siamo responsabili anche della sua morte?".
Hermione gli strinse solo la mano, e gli mise la testa sulla spalla. Draco aveva bisogno di tempo per comprendere parti della guerra che aveva appena scoperto, e lei lo avrebbe aiutato.
Draco si allontanò dalla tomba di Dobby, e camminò un po' per poi sedersi su di una delle dune di sabbia. "Allora, cosa avete concluso tu e Bill?".
"Beh, abbiamo capito che dobbiamo fare solo lo stesso rito dell'altra volta, ma con me e te".
"Davvero? Avete passato tutto quel tempo solo per dire questo?".
Lei si mosse il labbro ed aggrottò un sopracciglio. "Sta zitto! Abbiamo anche discusso di qualche altra possibilità, in caso non funzionasse".
Draco la guardò. Aveva quell'espressione che amava. Era quella distratta, che era arrivato a capire significasse che stava pensando troppo. Quel particolare sguardo lo fece volerla distrarre, ma si trattenne, rendendosi conto che voleva districarsi i pensieri il più possibile, prima di andare a Malfoy Manor poco dopo. Rimasero seduti così per un po', prima che lui decidesse che aveva pensato troppo ed avesse bisogno di divertirsi.
"Andiamo", disse, trascinandola su con la mano. "Facciamo una passeggiata sulla spiaggia".
Hermione gli sorrise. "Fai il romantico, Draco?".
"Forse?", disse lui con un ghigno, e lei automaticamente non si fidò. Ed aveva ragione. Appena raggiunsero l'acqua, lui la prese in braccio e ci si incamminò finché non gli ebbe raggiunto le ginocchia.
"Non osare!", gracchiò lei.
"Osare fare cosa?".
"Lasciarmi cadere nell'acqua fredda del mare".
"Cosa sei pronta a fare per fermarmi?".
"Darti un bacio?", chiese lei, leggermente speranzosa.
"Ma per favore! Ora me lo prendo in ogni caso. Devi essere un po' più creativa, Granger".
Hermione si scervellò. Non riusciva a pensare a nient'altro che ad uno spogliarello, ma non sarebbe accaduto.
"Troppo tardi", le sussurrò all'orecchio lui, prima di lasciarla cadere nell'acqua ghiacciata.
Lei riemerse annaspando. "Sei decisamente nei guai ora, Malfoy!", urlò, mentre i respiri diventavano flebili per il freddo.
Draco rise semplicemente, così lei si immerse di nuovo e gli afferrò le gambe, trascinando sotto anche lui.
Dieci minuti dopo, un divertito Bill guardava attraverso la finestra della cucina, mentre due ragazzi bagnati come un calzino e tremolanti ritornavano indietro.
"E' un po' freddo per una nuotata", commentò.
Hermione gli lanciò solo uno sguardo esasperato. Draco, d'altro canto, sembrava trarre pieno vantaggio dal fatto che Hermione si era tolta la giacca, ed i vestiti le si stavano appiccicando addosso, modellandone la figura.
"Andiamo al Manor", disse velocemente il biondo, prima che la sua ragazza si togliesse qualche altro vestito di fronte all'altro uomo. "Ci sono un sacco di bagni per noi, così ci riscaldiamo più in fretta".
La trascinò verso il camino. "Ci vediamo tra un po', Bill", disse, prima di gettare un pugno di Polvere Volante tra le fiamme e sparire con Hermione.
Bill scosse la testa. Malfoy era riuscito a fare l’impossibile: far illuminare Hermione, e farla comportare come una bambina.


Hermione arrossì all'espressione sul viso del suo ex professore. Le sopracciglia di Piton si alzarono, alla vista della coppia che uscì dal camino, che aveva ovviamente appena finito di ridere mentre li aveva beccati bagnati e sporchi. Erano coperti di fuliggine, che si stava loro appiccicando tra i capelli ed i vestiti. Sembrava che ne stesse traendo troppo divertimento dalla loro comparse, ma in ogni caso Draco non si fermò abbastanza perché fosse detto qualcosa, continuando a tirarla dietro di lui.
La depositò nella stessa stanza in cui era stata la prima volta. "Gli asciugamani sono nel bagno", disse, prima di spingerla nella direzione della doccia. "Dirò a Coco di lasciarti dei vestiti caldi sul letto".
Tutto ciò che lei riuscì a fare fu annuire grata. I denti le stavano battendo, ed aveva troppo freddo per fare qualcosa, tranne saltare sotto il getto caldo della doccia. La Manica era frizzante a metà giugno, figurarsi nel mezzo di dicembre.
Dopo aver passato venti minuti a riguadagnare la temperatura corporea, Hermione uscì dal bagno, trovando i vestiti lasciati per lei sul letto. Roteò gli occhi, quando vide cos'erano. Un paio di jeans, ovviamente trasfigurati da quelli di Draco, e la stessa maglia di Serpeverde che aveva indossato la volta precedente.
Si mise i jeans, la maglietta dei Serpeverde, sapendo che Draco (e probabilmente anche Ron) stavano cercando di farla esplodere, e poi indossò un paio di calzini felpati. Non c'era molto che potesse fare con i capelli, a parte asciugarli finché non diventarono tanto ricci da formarle un'enorme nuvola intorno alla testa.
Bussò alla porta di Draco, e la aprì quando lui la chiamò. Sperò di non averlo fatto, quando si rese conto che lui stava vagando con solo i pantaloni addosso.
"Non credi che dovresti avvisare le persone quando sei mezzo nudo, prima di farle entrare?".
"Ti sembro mezzo nudo? Indosso più vestiti di quanto farei d'estate in spiaggia. Comunque, tu sei la mia ragazza. Non è che abbia invitato ad entrare in camera mia una tipa a caso".
Lei distolse l'attenzione dal petto nudo di Draco, e fece vagare lo sguardo alla libreria. "Sai che abbiamo molti libri uguali, vero?".
"Sai come si dice. Le grandi menti pensano uguale".
Lei sorrise, ma mantenne lo sguardo fisso sui libri. Draco non aveva certo bisogno di gonfiare ancora di più l'ego che aveva.
La porta di aprì di scatto, e Narcissa infilò la testa. Sussultò, quanto vide Hermione. "Ciao, Hermione, non avevo capito fossi arrivata".
"Abbiamo fatto un tuffo nel mare", spiegò Draco.
L'anziana strega sembrò un po' perplessa, ma non si preoccupò di chiedere ulteriori spiegazioni al figlio. "Harry e Daphne sono di sotto", li informò. "Draco, caro, dovresti metterti una maglietta".
"E' ciò che sto cercando di fare, ma continuo ad essere interrotto".
"Non essere scortese. Non ti si addice", riprese lei il figlio irritato, prima di voltarsi verso Hermione. "Aspetti che Draco ti mostri la strada?".
"Sì", disse Hermione. "Mi perdo in questo posto".
Narcissa rise. "Sì, ci vuole un po' per trovare la bussola. Vieni con me. Ho sistemato le cose per voi nel salotto grande".
Hermione seguì Narcissa in una stanza che non aveva mai visto. Era grande e comprendeva la maggior parte dell'ala frontale della casa.
C'erano un sacco di cibo e bevande impilate sui vari tavoli.
"Grazie per il rinfresco", disse.
La bionda sorrise. "Verrà il tuo amico Ron, così ho pensavo che avrei dovuto avere del cibo a portata di mano".
Lei rise allegra, e così Harry, che era seduto in uno dei divani con Daphne.
"Ehi, Hermione", disse, prima di notare cosa indossasse. "Perché porti una maglietta dei Serpeverde".
Hermione roteò gli occhi. "E' l'idea che ha Draco di scherzo. Mi ha lanciata nel mare a Villa Conchiglia, ed avevo bisogno di un cambio di vestiti".
Harry scosse semplicemente la testa. "Non avrei dovuto chiederlo".



L'incontro andò bene. I partecipanti rimasero impressionati, ancora una volta, della logica di Hermione e Bill, e c'era stata un'aria speranzosa quando avevano capito che la maledizione sarebbe stata spezzata. Ron e Neville, in particolare, erano molto felici che accadesse. Nessuno dei due voleva rimanere incastrato in una relazione che non voleva, dato che avevano ragazze non Serpeverde. Neville si era brevemente allontanato per vedere la McGranitt, che aveva dato loro, di nuovo, il permesso di invadere Hogwarts il giorno seguente. Hermione e Draco avrebbero adempiuto al rito di sangue, quella volta.
Un'atmosfera festiva aveva riempito la stanza, e tutti loro si erano seduti a chiacchierare e mangiare il cibo che aveva fornito Narcisa. Gli occhi di Ron si erano spalancati, quando avevano notato quanto ce ne fosse. Stava ancora facendo razzia di tutto.
"Dai sdegno al nome dei Weasley", disse in disgusto George, mentre guardava la performance di suo fratello.
"Che vuoi dire?", chiese Ron, sputando in giro pezzetti di cibo, con la bocca piena.
"Oh, Ron, devi fare così? Non parlare con la bocca occupata", disse Ginny, spazzolandosi i resti dal braccio con un'espressione infelice in viso.
"Ho appena provato la mia teoria", rimarcò George.
Ron masticò esageratamente il cibo, guardando Ginny, prima di parlare di nuovo. "Che ho fatto?".
"George ha ragione. Ti comporti sempre come se non mangiassi da anni, e poi ti ingozzi come se poi dovessi fare una dieta", commentò Ginny.
"Non è vero!".
"Narcissa ha detto che ha portato così tanto cibo perché sapeva che saresti arrivato", disse Harry.
Ron diventò rosso porpora, e sbuffò. Si spostò dai tavoli e camminò verso l'altro lato della stanza, molto lontano da quelli che lo criticavano. Odiava quando la sua famiglia lo rimproverava, e George e Ginny erano i peggiori.
"E' senza speranza", constatò Ginny, guardandolo allontanarsi. "Non importa ciò che faccia mamma, lui fallisce nell'imparare le buone maniere basilari".
"State di nuovo commentando Ron, voi tre?", chiese Hermione, mentre si avvicinava. Non aveva mancato di notare la sua fuga lontano dagli amici, ed i sibili.
"Stava sputacchiando cibo in giro, ed in generale comportandosi come se non avesse visto cibo per mesi", disse Ginny.
Hermione scosse semplicemente la testa. Ron non sarebbe mai cambiato, non importava quanto si irritasse Ginny. "Daphne mi dice che avere scelto una data per il matrimonio", disse ad Harry.
Harry tossicchiò. "Sì, per fine marzo. Daphne ama la primavera, e per allora saranno sbocciati i tulipani e i gigli".
"Oh, sarà meraviglioso", disse Ginny, prima di andare verso Daphne per discutere di tutti i dettagli.




Hermione e Draco erano spaparanzati su divani opposti, guardando al casino che era rimasto nell'ormai stanza vuota.
"Non c'è dubbio sul perché Grifondoro e Serpeverde si siano tenuti lontani così a lungo. Quando sono insieme lasciano il caos. E non di parti del corpo, ma di croste di panini", disse Draco.
Hermione osservò la sala. Sembrava davvero un campo minato. I Grifondoro erano sempre stati famosi per le loro feste, e sembrava che i Serpeverde fossero simili. Si alzò di malavoglia, ed iniziò a raccogliere i piatti.
"Che stai facendo?", chiese Draco.
"Cosa credi stia facendo? Pulisco. Non possiamo lasciare così".
"Sì che possiamo, Tufty starà dando di matto nell'attesa di pulire un po' ".
Lei sbuffò e continuò a sistemare la stanza. Draco la guardò solamente, ed aspettò finché lei non decise che avesse un aspetto migliore, prima di tirarla via dalla sala.
"Dove andiamo?", chiese.
"Rimani con me, stanotte".
"Non lo so, Draco. Non sono sicura che sia una buona idea".
"Andiamo", la incoraggiò. "Puoi rimanere nella stanza dove hai dormito la volta scorsa".
Hermione era divisa in due. Non voleva particolarmente tornare a casa nel suo appartamento vuoto, quando poteva passare più tempo con Draco. Ma non voleva nemmeno che lui pensasse che sarebbe necessariamente andata così ogni volta.
"Ti dico cosa fare. Vieni di sopra, prenditi una tazza di tè, e pensaci", disse persistente.
Si ritrovò a cedere, soprattutto perché, molto profondamente, voleva rimanere con lui quella notte.

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


Becoming Mrs Malfoy Cap 26

Capitolo 26



Hermione si svegliò con le farfalle nello stomaco. Al suo cervello ci volle un momento per controllare il sistema nervoso. Era il giorno x per la maledizione. Se le loro azioni di quel giorno non l'avrebbero spezzata, allora sarebbero realmente stati ad un punto morto.
Anche se lei e Draco erano più vicini che mai, non significava che voleva doverlo sposare. Avrebbe piuttosto invece scelto, di sposarlo. E, per farla sentire ancora più sotto pressione, aveva Neville e Ron che contavano su di lei per la loro felicità futura. Non voleva che questo tentativo di spezzarla fallisse, forzandoli a sposare streghe che non amavano, solo per tenere aperto Hogwarts.
"Riesci a fare silenzio, lassù? Il tuo cervello sta praticamente urlando", disse una voce assonnata dietro di lei.
Oh, e poi c'era l'ansia riguardo al fatto che aveva fatto esattamente ciò che aveva detto che non avrebbe fatto, ed era andata a letto con Draco.
Un braccio strisciò attorno alla sua vita. "Smettila di pensare così tanto. Un giorno andrai in combustione spontanea, a causa di tutte le analisi".
Hermione si voltò e guardò il biondo con il quale condivideva il letto. Era deliziosamente arruffato la mattina, ed aveva anche il segno del cuscino più divertente che lei avesse mai visto, stampato in faccia. Le sopracciglia le si alzarono.
"Cosa?", chiese lui, stranito.
"Sembra che io non sia l'unica con i capelli selvaggi".
Lui se li appiattì e grugnì. "E' colpa tua. Tutto quello scorrere di dita tra di loro ha fatto effetto".
Lei fece una smorfia, incredula. "La prossima volta mi dirai che la condizione dei miei capelli è contagiosa".
Draco strinse gli occhi pensierosamente, e le esaminò i capelli. "Potrebbe essere. Ovviamente hanno una cattiva influenza sullo stile Malfoy".
"Fai un baffo a Gilderoy Allock, quando si parla di ego".
"Io ho vinto il Premio su Settimanale Strega di Sorriso-Più-Affascinante, lo scorso anno. Nel mio profilo, hanno gentilmente glissato sui miei non proprio salutari anni da adolescente".
"Credo di ricordarmelo. Ho visto l'uscita da Molly".
"Non dirmelo. Hai scritto all'editore con una strillettera, e l'hai minacciato di imprigionarlo per aver dato il premio ad un Serpeverde, in particolare al Draco Malfoy dei tuoi stivali".
Lei si fece piccola piccola. La sua presa in giro non era poi molto lontana dalla verità. Era uscita completamente di testa, ed aveva sbraitato a lungo con Harry e Ron di questo.
"Qualcosa del genere", mormorò.
Draco rise e rotolò sopra di lei. "Vorrei che ti fosse stato permesso di tenere il Gira-Tempo che avevi al terzo anno".
Lei aggrottò la fronte. "Come lo sai?".
"Me lo ha detto Harry. In effetti, credo mi abbia sbattuto in faccia il fatto che ha avuto una parte nella fuga dalla giustizia di quel maledetto Ippogrifo".
Hermione non si sentiva in vena di iniziare in litigio con Draco su quanto si meritasse di essere stato ferito da Fierobecco. In ogni caso, era stato un graffio, e quell'idiota con la puzza sotto al naso ne aveva fatto un affare di stato.
"Comunque, perché vorresti che avessi ancora il Gira-Tempo?".
Lui sogghignò malignamente. "Mi piacerebbe fare un piccolo viaggetto ad un anno fa, e far completamente esplodere il tuo vecchio auto-controllo".
Draco mantenne poi la sua posizione sopra di lei, e si beò del petto di Hermione contro il suo, mentre ascoltava i dieci minuti di spiegazione sui pericoli del viaggio nel tempo e nel permettere che il suo passato o futuro se stesso lo vedesse.
Mormorò un mite "Sì, micetta", prima di far divergere la passione della sua ragazza in una direzione molto più produttiva.



Hermione si trovò di nuovo a camminare di fianco a Draco giù per le scale di Malfoy Manor, per fare colazione, con Narcissa e Piton. Questa volta non si sentiva ugualmente umiliata, ma era un po' ansiosa.
"Tua madre penserà che io sia una specie di zoccola", sussurrò.
Lui roteò gli occhi. "Sì, sono sicuro pensi sia scandaloso che la mia ragazza sia rimasta anche la notte".
"La tua ragazza da meno di una settimana".
"Ti conosco da quando avevamo undici anni, e ti sono morto dietro per quasi dieci anni. Non è come se ci fossimo incontrati la settimana scorsa. Comunque, ti ho mai detto che ho scoperto di mia madre e Severus quando lui una mattina è apparso a tavola a colazione?".
"Oh, per la barba di Merlino! Piton!", si lamentò lei.
"Che ha?"
"Ci sarà anche lui!".
"Quindi?".
"E' solo dannatamente strano. Sono qui a camminare per la strada della vergogna di fronte al mio vecchio professore".
"A Piton non importerà. Ha sempre pensato che i Grifondoro fossero moralmente delinquenti".
"Dovrei svignarmela ed incontrarti dopo ad Hogwarts. Così tua madre non saprà mai che sono rimasta sta notte".
"Hai dimenticato di Tilly che ci ha spaventati questa mattina nella doccia. Sono sicuro abbia già detto a mia madre che sei qui".
Le guance di lei si infuocarono. "Dirà a Narcissa che eravamo nella doccia insieme, non è vero?".
"Non preoccuparti, le ho ordinato di non farlo".
"Hermione, Draco, perché ci mettete tanto?", chiamò Narcissa, uscendo dalla sala per scovarli.
"Arriviamo, madre. Hermione qui sta avendo un mini-crollo", disse Draco.
La strega anziana svoltò l'angolo, appena in tempo per vedere la coppia ferma sul pianerottolo. Hermione era ovviamente molto imbarazzata.
"Perché?".
"Crede penserai che lei sia una donna facile, per essere rimasta stanotte".
Se gli sguardi avessero potuto uccidere, allora Draco in quel momento si sarebbe trovato mutilato a terra, a dissanguarsi lentamente fino a morire.
"Non riesco a credere che tu l'abbia appena detto", sibilò veemente Hermione al suo ragazzo.
Narcissa rise semplicemente. "Non essere sciocca, cara. Non sono antiquata. Anzi, è bello avere un'altra donna in giro per casa".
Hermione stava ancora pugnalando Draco con lo sguardo. "Ti odio".
"Non preoccuparti, mi farò perdonare più tardi", replicò maliziosamente lui.
Hermione riuscì solo a dargli un pizzicotto e camminare con più dignità possibile giù per le scale, verso sua madre.
"Non lasciare che Draco ti metta nel sacco. Si delizia a prendere in giro quelli che ama", le disse Narcissa.
Lei rifiutò di guardare il bel biondo, mentre marciava nella sala da pranzo per affrontare Severus.


Minerva McGranitt stava aspettando il gruppo che stava per arrivare dai cancelli del castello. Avevano deciso di mantenersi in pochi. Erano solo Hermione, Draco e Bill. Non volevano procurare inconvenienti alla Preside od al resto del corpo studentesco di Hogwarts. I nervi di Hermione stavano saltando, e perfino Draco sembrava ansioso. Aveva quell'espressione tirata che di solito sfoderava quando si sentiva sotto pressione. Ricordava ad Hermione il loro sesto anno, quando aveva costantemente quello sguardo. Bill, in contrasto, stava fischiettando felicemente, il che era altamente irritante.
"Salve", li accolse Minerva. "Non viene nessun altro?".
"No, abbiamo pensato che il gruppo sarebbe dovuto consistere delle persone essenziali", spiegò Bill.
"Sì, probabilmente è così".
Camminarono fino al settimo piano in silenzio, ed Hermione si ritrovò di nuovo di fronte allo stendardo di Barnaby il Babbeo.
Questa volta non c'erano sentimenti malinconici, e non era più confusa riguardo a ciò che provava per Draco. Gli strinse la mano, che era ancorata forte alla sua. Lui le sorrise rassicurante.
Era strano per lei essere la prescelta. Era abituata a coprire le spalle ad Harry. Alla fine, poteva pur essere stata cruciale nell'aver portato sano e salvo il suo migliore amico alla battaglia finale con Voldemort, ma era lui che aveva dovuto affrontare il terribile viaggio nella Foresta Proibita incontro al suo destino. Ovviamente, spezzare la maledizione non era questione di vita o di morte, ma era importante per molte persone, e riusciva a sentirle la pressione.
"Respira, donna, o rimarrai stecchita", le sussurrò Draco.
Hermione rilasciò il lungo respiro che aveva tenuto intrappolato nel petto. Finché non glie lo aveva fatto notare, non se n'era nemmeno accorta. Alzò lo sguardo verso i suoi occhi, mentre univano i palmi e mescolavano il sangue.
"Ora chi è una piccola sudicia Sangue-sporco?", disse lei prendendolo in giro.
"Zitta, micetta, o rovinerai il momento cerimoniale".
Lei gli mostrò infantilmente la lingua, il che lo fece ridere. Si voltarono verso il muro, e misero le mani contro la pietra. Si riuscivano a sentire le candele gocciolare, mentre tutti rimanevano silenziosi, in attesa di ciò che sarebbe accaduto. Arrivò il lampo di luce blu, per loro grande disappunto.
"Immagino sia tutto, quindi", disse Draco.
Bill si accigliò. "Ero sicuro che avrebbe funzionato".
Minerva sembrava solo in ansia. Spezzare la maledizione l'avrebbe sollevata dal pensiero di cosa avrebbero fatto i suoi ex studenti. Non era stata cieca, quando era andato da lei il nuovo Professore di Erbologia, Neville. Era innamorato perso di Hannah Abbott, ma avrebbe dovuto sposare qualcun altro.
Hermione era silenziosa. Le era tornato lo sguardo - distratto -. "Aspettate. So cosa dobbiamo fare".
Si voltarono tutti verso di lei.
"Non credo affatto che il rituale debba essere eseguito qui. Cioè, la Stanza delle Necessità non ha un grande valore simbolico. Perfino molte poche persone sapevano che fosse qui. Penso che il rito di sangue debba avere luogo nel cuore dei territori di Grifondoro e Serpeverde", spiegò.
"Le sale comuni", disse Draco.
"Esattamente. Credo che fare ciò che abbiamo provato qui, negli altri due luoghi la spezzerà definitivamente. Mmm... mi chiedo, se ci avessimo pensato prima, se avrebbe funzionato anche con Harry e Daphne".
"Forse", disse Bill. "Ma io penso che l'inimicizia tra voi due è ciò su cui era più focalizzata Corvonero".
"Probabilmente. Comunque, questo mi fa pensare…".
Draco mise un braccio intorno alle spalle di Hermione, ovviamente preoccupato che si stesse incolpando per aver dimenticato qualcosa. "Recentemente, qualcuno ti ha mai detto che sei brillante?", disse, nel tentativo di rallegrarla.
Lei sorrise da un orecchio all'altro. "Io sono la strega più brillante della nostra epoca".
"Probabilmente anche la strega con la testa più grossa della nostra era".
"Senti chi parla!", replicò lei, pizzicandolo sul braccio.
"Sei troppo violenta per il tuo stesso bene, oltretutto".
Bill rise semplicemente, mentre Minerva rimase a fissare confusa le buffonate dei due vecchi nemici. In effetti, riconciliare il Draco e la Hermione che erano stati suoi studenti con quella coppia affiatata era molto difficile.
"Allora, dove per prima?", chiese Bill.
"Beh, visto che siamo qui, potremmo andare dritti alla Torre dei Grifondoro", disse Minerva, distogliendo gli occhi dai due.
Hermione sentì il cambiamento nell'aria, quando riaprì il taglio sul palmo nella sala comune dei Grifondoro. L'atmosfera pulsava di energia. Lo prese come un buon presagio. Era anche una buona cosa che Minerva avesse sgomberato la stanza da tutti gli studenti che si stavano rilassando. C'erano stati uno o due sguardi cattivi in direzione di Draco, ma bisognava aspettarselo. Quando lei e Draco spinsero i palmi di nuovo contro il muro, ci fu un lampo accecante di luce verde, e la pesante tensione che aveva riempito la stanza scomparve.
"Beh, è diversa, il che è positivo", constatò Bill
"Giù nelle segrete!", disse allegramente Draco.
Questa volta fu il turno di Hermione di ricevere occhiate, e qualcuno osò sibilare "Sangue-sporco" verso di lei, mentre passavano.
Draco si voltò veloce come la luce, ed afferrò per il mantello il ragazzo che aveva parlato. "Scusati!", ordinò.
"No", disse il Serpeverde.
Il biondo strinse la presa sulla veste dello studente.
"Signor Malfoy, tolga le mani dal Signor Brutus ora!", esclamò Minerva, oltraggiata.
"Non finché non si scuserà per aver chiamato Sangue-sporco la mia ragazza".
"Sei una disgrazia per il nome dei Malfoy", biascicò Martin Brutus.
Draco, facendo emergere la natura dei Malfoy, sibilò cattivo al ragazzo. "E tu non sei degno di baciarle i piedi. Ora scusati, prima che distrugga gli affari di tuo padre. E sai che ho il potere per farlo".
Hermione gli mise una mano sul braccio. "Draco, non ne vale la pena".
"Per me sì", replicò lui, senza distogliere lo sguardo dal ragazzo.
Si fissarono a vicenda, finché il ragazzo sembrò leggere l'intendo irremovibile negli occhi di Draco. "Scusa", mormorò ad Hermione.
"Dì di nuovo una cosa del genere quando sono nei paraggi, e ti manderò al San Mungo", lo minacciò Draco.
Il ragazzo se la svignò, con la coda tra le gambe.
"Ricordami di rimanere nelle tue grazie, Malfoy", disse Bill.
Draco stava ancora fissando la porta, ma si voltò e gli sorrise. "Beh, dicono che i pentiti siano sempre i più inflessibili".
Minerva continuò a tenere le labbra serrate, e lanciò a Draco uno sguardo di rimprovero. "Facciamola finita, prima che il Signor Malfoy cerchi di assalire qualcun altro dei miei studenti".
"Spero gli dia una punizione", disse Draco, molto poco impressionato.
"Non si preoccupi, Signor Malfoy. Mi occuperò del comportamento del Signor Brutus quando avremo finito qui".
Quando la sala comune dei Serpeverde venne sgomberata, la familiare tensione, che c'era stata nella Torre, tornò. Hermione e Draco si tagliarono i palmi per la terza volta, e li premettero contro il muro. Questa volta ci fu un lampo di un rosso brillante, e l'atmosfera di dissipò ancora. Mentre si voltarono per andarsene, Minerva crollò a terra con un urlo. Bill la afferrò per le braccia e la distese sul divano più vicino.
"Cos'ha che non va?", chiese agitata Hermione.
"Non lo so. Non ho mai visto niente del genere, nemmeno quando una maledizione era stata spezzata male", replicò Bill.
Hermione lanciò qualche incantesimo di diagnosi sulla Preside svenuta, ma mostravano tutti risultati normali. "E' quasi come se si fosse addormentata profondamente", constatò.
"Come in coma?", chiese Draco.
"Sì e no. I suoi segni vitali sono buoni, e penso dovremmo solo aspettare che si svegli".
Così i tre si sedettero ed attesero.
Trenta minuti più tardi, Minerva finalmente si stiracchiò. Si sedette, e si guardò intorno spaesata. "Che è successo?".
"Speravamo potessi dircelo tu", disse Bill. "Sei semplicemente svenuta, e non ti svegliavi".
Minerva radunò i pensieri. "Ero in trance. Credo che l'abbia ingegnato Cosetta, così che potesse comunicare con me".
"Questa cosa di Corvonero che ti contattava è stata davvero strana", commentò Draco.
Minerva sorrise. "Sì è vero, e sono davvero felice che sia finalmente finita".
Hermione sussultò. "Cioè ha funzionato?".
La Preside le batté una mano sulla spalla. "Sì, ce l'hai fatta".
Hermione diede il cinque a Bill, strinse Minerva e poi quasi strangolò Draco con un forte abbraccio. Quando lo lasciò andare, era rosso in viso, e tossicchiava.
"Che carina. Spezzi la maledizione e poi cerchi di assassinarmi".
Hermione era troppo felice della notizia per fregarsene dei lamenti dei suo ragazzo. "Oh, sta zitto e smettila di comportarti come un bambinone. Torniamo ai Tre Manici di Scopa, e diamo agli altri la buona novella".
"Solo se prima possiamo spaventarli un po’", chiese Draco.
"No, non faremo a finta che la maledizione non sia stata risolta. È crudele e sleale".
"Sarebbe divertente. Riesci ad immaginarti quanto stressati diventerebbero Paciock e Weasley?".
"E' orribile, Draco", disse lei con un tono proibitivo.
"Mi rovini tutto il divertimento".
"Questa maledizione ha molto di cui rispondere", mormorò Bill a Minerva. "Quei due insieme saranno un completo incubo. Spero sarai ancora Preside, quando i loro figli arriveranno".
Minerva sbiancò al pensiero.



La tensione nella stanza sul retro dei Tre Manici di Scopa era palpabile. Tutti quelli che avevano aiutato a decifrare la maledizione erano radunati lì, più Hannah ed Eve. Ron era pallido e sconvolto, e stringeva forte la mano di Eve. Era così nervoso che non aveva nemmeno toccato i biscotti in mezzo al tavolo. Lo stesso non poteva essere detto di Ginny, che li stava sbocconcellando. Era ansiosa, e doveva tenere le mani occupate.
"Quanto avevano detto che ci avrebbero messo?", chiese Theo.
"Non ci abbiamo messo molto quando l'abbiamo fatto noi, ma immagino che ci possano essere state delle complicazioni", replicò Daphne.
"Ottimo! Complicazioni... Proprio quello di cui avevamo bisogno", mormorò amaramente Ron.
"Se qualcuno può riuscirci, allora quella è Hermione. Quando mai ha fallito?", rassicurò i presenti Harry.
Era l'unica cosa che dava loro la speranza. Hermione Granger non falliva, specialmente quanto erano coinvolte ricerche e capacità in qualcosa di magico. Era troppo capace per lasciarsi sconfiggere. Ne erano sicuri.
Comunque, i loro cuori persero un battito mentre la porta si apriva di scatto, ed un deluso Draco entrò. Sospirò. "Mi spiace ragazzi, non ha funzionato", mormorò sconsolatamente.
La stanza emise un sospiro. Hannah iniziò a piangere, mentre seppelliva il viso nel collo di Neville. Le spalle di Ron caddero, e lui e Tracey si guardarono scontenti.
Hermione arrivò poco dopo, e guardò il gruppo depresso. "Perché siete tutti così sconvolti?", chiese.
"Draco ci ha detto quello che è successo", replicò Pansy.
"Draco Malfoy!", urlò lei. "Ti avevo detto di non spaventarli!".
Draco sogghignò malignamente. "Scusa, micetta. Non sono riuscito a resistere",
"Sei un idiota!", disse sibilando.
"Aspetta", disse Harry. "Significa che in realtà avete spezzato la maledizione?".
"Certo che sì. Lei è la strega più brillante della nostra epoca", rispose Draco.
Una cospicua dose di biscotti venne lanciata contro il biondo Serpeverde, prima che la notizia venisse completamente assimilata, e brindassero tutti allegri.
Hannah saltò su e coinvolse Hermione in un grande abbraccio. "Oh, grazie, Hermione! Sei la migliore".


Hermione si sedette su di una roccia che sovrastava la Stamberga Strillante, e guardò il sole tramontare. Ormai era da un po' che la festa continuava ai Tre Manici di Scopa. Il sollievo che provavano tutti di non doversi sposare per tenere aperto Hogwarts era immenso. Lei era anche incredibilmente contenta per Ron e Neville. Le loro vite sarebbero davvero state infelici, se avessero dovuto lasciare le streghe di cui si erano innamorati, per sposare altre due donne. Era davvero felice di essere stata essenziale nell'aiutarli ad evitarlo.
Sorrise, mentre pensava al viaggio che lei stessa aveva affrontato. Quando tutto quello era stato rivelato, non avrebbe mai pensato che la maledizione in realtà sarebbe stata una benedizione travestita. Era stata una vera sciocca ad aver permesso che la sua vita venisse riempita da così tanto odio e pensieri di vendetta. Invece di godersi la pace per la quale aveva duramente combattuto, era rimasta amara. Ma, grazie alla maledizione, aveva affrontato i suoi demoni, cercato l'aiuto di cui aveva bisogno, ed ora trovato la felicità nel luogo più improbabile.
Lui le mise un braccio intorno alle spalle. "Allora, è qui che ti eri nascosta", mormorò Draco.
"Mmm... mi è sempre piaciuto quassù. È così pacifico".
Il biondo si sedette sulla roccia di fianco a lei. È vero".
"Ci stanno andando ancora pesante?".
"Credo che Madama Rosmerta dovrà mandarli via a calci".
Lei gongolò. "Quindi, come ci sente ad essere dal lato vincente?".
Lui le fece il solletico sul fianco. "Felice! È bello non doversi più sentire costretti".
"Certamente. Magari ora le cose tra di noi andranno normalmente".
"Significa che mi lascerai, visto che ora non dovrai sposarmi né far chiudere Hogwarts?".
Hermione ammiccò verso di lui. "Credo tu ormai sia bloccato con me, Malfoy".
Lui se la tirò più vicina. "Bene, perché è proprio così che mi piace".
Lei gli appoggiò la testa sulla spalla, e rimasero seduti a guardare in silenzio il tramonto, godendosi semplicemente la reciproca compagnia, non sentendo il bisogno di parlare.
Quando il sole tramontò completamente, Draco si voltò verso di lei. "Ti va di andartene da qui?", chiese.
"Sì", disse lei, rabbrividendo. "E' ancora Dicembre, dopo tutto".
"Torni da me?".
Hermione annuì, ed insieme si Smaterializzarono di nuovo al Manor.

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Capitolo 27
*** Epilogo ***


Epilogo

Epilogo




Hermione tirò una sberla ad Harry, mentre cercava di sistemarsi per l'ennesima volta il farfallino, e roteò gli occhi verso Ron, che stava di fianco a lui.
"Harry, smettila!", sibilò. È perfetto, e lo rovinerai se continui".
"Non riesco a farne a meno", si lamentò. "É troppo stretto".
"Sei solo nervoso, quindi smettila di toccarlo e pensa solo a quando sia meravigliosa Daphne, ed a quanto tu sia fortunato a sposarla oggi".
Harry si voltò per osservare tutti i presenti che guardavano loro tre. È scorretto", mormorò. "Vorrei che fosse già finita".
"Datti un contegno, amico", sussurrò Ron. "Daphne merita di avere tutta la pompa magna e le cerimonie che vuole. Dopo tutto, ha dovuto sopportarti mentre la nascondevi per anni".
"In ogni caso, se te la fili ora, io e Ron saremmo ufficialmente i peggiori testimoni di sempre".
Hermione gongolò appena, mentre ricordava quanto scioccate fossero rimaste alcune persone, quando Harry aveva annunciato di volere come testimoni Hermione e Ron. Molti della vecchia generazione si erano aspettati di essere inclusi nella lista di Daphne ma, anche se lei la adorava, sarebbe stato strano non essere al fianco di Harry. Lei e Ron erano sempre rimasti con lui durante gli avvenimenti più importanti della sua vita, ed il matrimonio non era un'eccezione. Così avevano ignorato la tradizione, ed Hermione e Ron erano ufficialmente i testimoni.
Harry e Daphne avevano originariamente organizzato un matrimonio in primavera a causa del limite di tempo imposto dalla maledizione, ma la data era stata cambiata quanto era stata spezzata, e portata a quel giorno di luglio, ad Hogwarts, di fianco al Lago Nero. Minerva ne era rimasta toccata, quando Harry e Daphne le avevano chiesto il permesso di sposarsi lì. Era stata la prima reale casa di Harry, e la maledizione che pendeva su di loro un catalizzatore perché la loro relazione diventasse pubblica. I prati di Hogwarts erano inoltre abbastanza grandi da contenere tutti gli ospiti che erano stati invitati al matrimonio di Harry Potter.
La musica iniziò, ed il mormorio degli invitati si alzò, in attesa della comparsa della sposa. Hermione rise ancora una volta, mentre si alzavano anche mormorii mentre Draco avanzava verso l'altare come testimone di Daphne. Dopo la scossa che aveva causato la posizione di Hermione, come testimone di Harry, l'organizzatore del matrimonio aveva deciso di mantenere segreto il ruolo di Draco. Sarebbe stato divertente vedere quanto si sarebbero scandalizzati gli ospiti.
Daphne aveva cercato di coordinare Draco con le damigelle, ma lui aveva rifiutato assolutamente di vestirsi di qualche colore pastello. Aveva allora provato a fargli indossare almeno una cravatta della stessa tonalità.
Il resto della marcia nuziale continuò lentamente, mentre Astoria, la sorella più giovane di Daphne, Tracey e Pansy seguivano Draco. Poi apparve Daphne al braccio del padre. Hermione sentì gli occhi riempirsi di lacrime, mentre guardava quanto bella fosse. Harry aveva la bocca aperta, quando prese la sua bellissima sposa.
La cerimonia fu lenta, ed Hermione agguantò la bacchetta quando arrivò il momento in cui qualcuno avrebbe potuto obiettare alla loro unione. Non che si aspettasse che qualcuno lo facesse, ma non sarebbe stata la vita di Harry, se non ci fosse stato qualcosa di drammatico. Fortunatamente, non dovette affatturare nessuno, e presto Harry e Daphne vennero presentati agli ospiti come Signore e Signora Potter.
Mentre tornavano indietro lungo la navata, Hermione allungò il braccio perché Draco lo afferrasse. Lui la guardò male, ed allungò il suo perché lo prendesse lei.
"Io sono il testimone", obiettò lei.
"Non tentare la fortuna. Comunque, Cormac McLaggen è qui, e ti ha adocchiata. Voglio assicurarmi che noti la tua mano sinistra".
Hermione roteò gli occhi. Gli uomini della sua vita, quando avrebbero capito che Cormac McLaggen non era altro che una spina nel fianco? Non aveva mai provato niente per lui, e mai lo avrebbe fatto. Era Cormac che persisteva con la sua cotta. Sorrise malignamente, quando seguì i suoi occhi che si fermavano sull'enorme anello di fidanzamento che le brillava al dito.
Draco le aveva chiesto di sposarlo il mese precedente. Narcissa li aveva spinti a lungo perché rendessero la loro relazione più ufficiale e permanente, ma loro avevano resistito per altri sei mesi. Poi avevano capito entrambi quanto fosse ridicolo non fidanzarsi. Non erano dei bambini che si sarebbero pentiti di una tale decisione, e si conoscevano bene sia dentro che fuori. Così si erano ufficializzati, ma ancora non avevano fissato una data per il matrimonio. Avevano accennato qualcosa per l'estate successiva, e si sarebbe ovviamente tenuto al Manor, ma volevano prendere un po' in giro Narcissa e Rachel, che erano costantemente sui carboni ardenti, in attesa dell'annuncio.


Il ricevimento era al culmine, quando Hermione si rese conto che Draco era sparito. Dov'era? Aveva ballato con Blasie, Bill e Theo, mentre lui chiacchierava con Pansy e George, ma poi non lo aveva più visto. Aveva iniziato a setacciare la sala in cerca del suo fidanzato scomparso, quando arrivò Ginny.
"Ho un messaggio da Draco. Qualcosa a proposito di un libro di pozioni raro che è andato a prendere nella biblioteca. Vuole che tu lo veda e persuada Minerva a venderglielo".
Hermione roteò gli occhi. Era tipico di Draco. Dovevano godersi il matrimonio, e invece lui stava perlustrando gli scaffali della biblioteca di Hogwarts per vedere se avrebbe potuto accaparrarsi qualche volume raro. Dubitava altamente che Minerva sarebbe stata favorevole a venderne qualcuno.
Camminò per il corridoio fino alla biblioteca, ed aprì le porte già aperte.
"Draco?", chiamò, incapace di vederlo alla luce flebile.
Si voltò di scatto, mentre le porte si chiudevano con un incantesimo. Sentì dei passi dietro di lei e si voltò di nuovo, per notare poi Draco appoggiato contro uno degli scaffali, che ondeggiava la bacchetta in una mano. Fece scorrere gli occhi su di lui, vedendolo abbigliato con l'uniforme da Serpeverde. Lo guardò confusa, e poi sussultò, quando lui agitò la bacchetta e si trovò vestita da Grifondoro.
Camminò verso di lei, e la spinse contro i libri. "Pensavo di darti un'opportunità per realizzare quella fantasia che avevi di me in biblioteca", le sussurrò all'orecchio, prima di sferrare l'attacco.


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