Try to bleed.

di Emma Wright
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***



Sangue.
Era nell'aria, un odore pungente che entrava istintivamente nelle narici, facendo perdere la cognizione del tempo e dello spazio a chiunque inspirasse il macabro profumo della morte.
Sangue.
Bartemius respirava a fatica, raggomitolato in un angolo di quella buia cella di Azkaban. Aveva visto con chiarezza fin troppo. Bastava chiudere un attimo gli occhi, concentrandosi, per ascoltare le grida di uomini ormai folli, che avevano cercato di resistere al richiamo di pazzia e dolore di quel luogo, invano. O ancora, qualcosa che non sfuggiva era la presenza di creature indefinibili, chiamate col nome di Dissennatori, che godevano della sofferenza, istigando i prigionieri.
Avrebbe preferito morire, piuttosto che continuare a vivere là dentro, ma evadere era impossibile.
Si limitò a guardare con aria assente quello che in teoria avrebbe dovuto essere il pavimento, completamente sudicio, cercando un modo per estraniarsi dalla realtà. Intravide, per un attimo, un piccolo frammento di vetro, prima che il bagliore del riflesso venisse completamente risucchiato dall’oscurità.
Più incuriosito che altro, si avvicinò lentamente, afferrando quel pezzo. Doveva essere ciò che restava di uno di quegli specchietti opachi: riuscì appena a scorgere il riflesso del proprio volto. Capelli color paglia che ricadevano mollemente accanto al viso smunto. Occhi infossati, di un colore irriconoscibile. Rigirò il frammento fra le dita, incurante. Inavvertitamente, si ferì con uno degli spigoli appuntiti: solo due gocce di sangue sgorgarono dalla piccola ferita. Quasi d’istinto, sfiorò con le dita le labbra, come era solito fare fin da bambino. Sua madre gli raccomandava sempre quel gesto, prima di recitare l’incantesimo per rimarginare il taglio.
Il sapore ferroso gli invase la bocca, costringendolo a sputacchiare. Si pulì le labbra con il dorso della mano, prima di accasciarsi svogliatamente contro il muro di gelida pietra.



 

 #Notes 

 Questa raccolta, composta da quattro flashfic, ha partecipato al contest "Come to the dark side... we have cookies", indetto da Bumacig/Sbarauau sul forum di EFP.
Si è classificata terza, e il giudizio sarà aggiunto nell'ultimo capitolo *_*
Il prompt era 'Sangue' e il personaggio scelto Bartemius Crouch jr., quindi tutte le ff saranno concantrate su di lui :D
Dato che le storie sono praticamente pronte, aggiornerò ogni due giorni, quindi martedì u.ù
L'avvertimento what if? è presente per via della ff finale, che va decisamente collocata in questo avvertimento. Questo capitolo è ambientato urante il primo soggiorno ad Azkaban di Barty, non molto tempo prima che la madre si sacrificasse per il figlio. Comunque, nell'intera storia ho fatto diversi scivoloni: il mio stile è, si solito, totalmente diverso, qui ho voluto provare a essere macabra e molto angstosa (?).
Spero che la flash sia stata di vostro gradimento, fatemi sapere ;)

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***



Aveva completamente perso la condizione del tempo e dello spazio.
Non riusciva ancora a credere ai propri occhi: era fuori da Azkaban, forse non completamente libero, ma anche solo la distanza da quel posto lo rendeva felice.
Era stato completamente fuori di sé dalla sorpresa, quando gli si erano presentati i suoi genitori, giunti “per una visita”. Era rimasto quasi sconvolto nel vedere quanto grande era stato il sacrificio di sua madre: aveva preso il suo posto, rinunciato alla propria vita pur di donargli un’altra occasione.
Ora stava respirando l’aria fredda e immobile, quella di fuori. Non aveva mai anche solo pensato che ci sarebbe potuta essere una scorciatoia, una via di fuga, eppure era successo. Tutto qui.
Avrebbe voluto dire al padre qualcosa di indimenticabile, in quel momento. Erano arrivati a casa Crouch, quella deliziosa villetta dotata di ogni piccolo lusso e comodità. Bartemius Senior non gli aveva rivolto la parola per tutto il tragitto.
«Papà…»
«Tu non sei mio figlio. Mio figlio non avrebbe mai fatto una cosa del genere», si limitò a ribattere lui.
«Ma la mamma avrebbe voluto che…»
«Se Beatrix ha fatto quello che ha fatto, la colpa è solo tua. Non è stato altro che un atto di pura stupidità, inutile abnegazione. Ti compativa, lo sai? Niente di più. Eri il suo bambino. Avevo sottovalutato ciò che sarebbe stata in grado di fare, per un ingrato traditore come te. Il discorso si chiude qui, punto»
Barty osservò il padre, avendone, per la prima volta, davvero paura. Scorgeva i suoi occhi iniettati di sangue, lo sguardo vacuo e minaccioso. E ancora un velo di lacrime, che il più anziano dei due Crouch non sembrava disposto a far scendere. Lacrime per la moglie perduta. Lacrime per un figlio odiato. Quel ragazzo sapeva bene quanto in realtà fosse rigido, quanto gli fosse costato il gesto di Beatrix. Non avrebbe comunque voluto rinunciare così.
«Ma…»
«Non ammetto repliche!», ribatté di nuovo il padre, fulminandolo con un’ultima occhiataccia. Si diresse a grandi passi verso l’uscita della stanza nella quale si ritrovavano. Aperta la porta, trovò sulla soglia la piccola elfa domestica, che tremante stava ancora attendendo di ricevere i dovuti incarichi dal suo padrone.
«Winky, sai cosa fare», disse lui, facendola entrare.
Senza voltarsi, si chiuse con forza la porta alle spalle.


 

Notes

Ecco la seconda flashfic! C:
Grazie mille ad Acquamarine_, Piccola streghetta e Meissa_ per aver recensito lo scorso capitolo ♥
E anche ha chi ha letto questo ^^ E' ambientato poco dopo l'inganno dell'evasione di Barty. quest'ultimo, il figlio, mi sembra davvero troppo buono, quindi cadiamo leggermente nell'OOC, pazienza ._. Se credete che sia meglio aggiungere anche l'avvertimento, non esitate a dirmelo, sono dubbiosa in proposito :D
A giovedì, quindi, secondo i miei calcoli la raccolta si concluderà giusto sabato.
-Emma

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***



La sua esistenza era clandestina e sottoposta a determinate costrizioni. Ma alla fine, a Bartemius non importava. Gli bastava essere vivo. Sapeva che il Signore Oscuro sarebbe tornato, prima o poi, nell’attesa avrebbe potuto anche cercare di fare qualcosa.

Sospirò, immerso nel suo torpore, osservando appena l’Elfa domestica, intenta a riordinare la cucina, minuta e completamente anonima. Winky passava inosservata molto facilmente, nel Mondo Magico, come sarebbe stato possibile il contrario?
«Winky ha finito, padron Barty, dov’è suo padre?», pigolò lei, osservandolo con i suoi occhioni enormi e sporgenti.
Lui scosse la testa, affranto.
«Credo sia fuori».
Winky sembrò accontentarsi della risposta, perché si rannicchiò tranquillamente contro una delle gambe del tavolo, accanto al ragazzo, seduto su una sedia lì vicino.
Improvvisamente, il campanello tintinnò, facendo sobbalzare entrambi.
«Winky va ad aprire», trillò l’elfa, procedendo a saltelli verso l’anticamera, nervosa «Tu resta qui, Winky si occupa di tutto».
Dalla sua posizione, Barty riuscì a sentire quello che doveva star succedendo non molto lontano.
L’elfa aveva senza dubbio aperto la porta. Una voce squillante che non seppe riconoscere stava invece dicendo qualcosa, con una parlantina irresistibile.
Cercò di focalizzare l’attenzione su quelle parole.
«Dunque, quelli del Ministero mi hanno mandata qui… certo, sarebbe stato molto meglio non farmi fare tutta questa strada, perdersi è facilissimo! Ad un certo punto avevo anche voglia di chiedere informazioni a qualche Babbano, ma sinceramente non avrei saputo che dire, sono così strani! Ora che sono arrivata non ho tempo da perdere, altrimenti sarebbero in grado di venirmi a cercare dandomi per dispersa! Il che sarebbe anche imbarazzante, c’è una mia collega d’ufficio davvero antipatica, non perde occasione per parlare male alle spalle degli altri! Ma credo di star divagando, perché sono qui? Aspetta un attimo, perdonami ma negli ultimi tempi non so più dove ho la testa! Ecco, c’è il signor Crouch?».
Evidentemente Winky era rimasta più che perplessa davanti a quello scroscio di parole, dato che la sua familiare vocina stridula non era altro che un flebile lamento.
«Ehm, il padrone non è in casa, Winky è rimasta a fare la guardia da sola» disse la creatura magica, attenta a non tradirsi. «Bertha Jorkins deve restare qui, Winky torna subito…».
Dopo appena pochi secondi, l’elfa rientrò in cucina, agitata.
Cominciò a sussurrargli qualche parola a mezza voce, in preda al panico. Barty si limitò ad ignorarla.
«Lui parla di quella tizia, a volte, bisogna lasciarla perdere…» le disse, alzando il tono, irritandosi. La conosceva di fama: sapeva quanto potesse essere disastroso avere a che fare con lei.
Di quello che accadde in seguito, aveva ricordi molto frammentari. Da quel che aveva capito, Bertha li aveva sentiti parlare ed aveva raggiunto la cucina, trovandolo. Lui, Bartemius Crouch Junior. Forse aveva tratto le giuste conclusioni.
Poi il padre doveva essere rientrato. Da allora aveva perso ogni barlume di memoria.
Ricordava di aver battuto la testa, poi più niente.
Una volta risvegliato, aveva trovato Winky intenta a medicarlo. Doveva aver appena cambiato le fasce, perché lì accanto ve ne erano altre insanguinate.
Senza dubbio,  Bertha Jorkins era stata messa a tacere per sempre.




Notes

Ecco il terzo e penultimo capitolo, incredibilmente è rientrato nelle 498 parole esatte (secondo fiumidiparole) v.v
Quella in grassetto all'inizio è la citazione che ho scelto, dato che uno fdegli obblighi del contest stava nel riuscire a inserirla in maniera soddisfacente ^^
Grazie a chi recensisce/segue/preferisce/ricorda, come sempre ♥ Questo episodio della vita di Barty si colloca il giorno nel quale Bertha Jorkins scopre la verità, nonostante non molto dopo dimentichi tutto a causa dell'Incantesimo della Memoria. Credo che l'idea base non sia male, ma che potrebbe dare i suoi frutti se meglio sviluppata, non come ho fatto io u.ù

A sabato! C:
*corre-via-a guardare-il-suo-adorato-episodio-di-Glee-e-a-recensire*
-E.

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Capitolo 4
*** Capitolo IV ***



Aveva appena evocato il Marchio Nero.
Corse via affannosamente. Fuggendo, malauguratamente inciampò. Ascoltò con terrore il suono che faceva il mantello nero nello sfregiarsi a causa di una macchia di rovi, seguito immediatamente dal tessuto dei calzoni. Le spine graffiarono lo strato di pelle, recidendo bruscamente l’epidermide. Strinse i denti, continuando ad avanzare, aveva visto e provato di peggio. Se c’era una cosa di cui andava fiero, era la spiccata determinazione. Imperterrito, proseguì, nel buio della notte, ignorando le inconsapevoli gocce di sangue che seminava lungo il percorso. Penetravano nel terreno smosso, senza che a lui importasse.
Non gli era rimasto nemmeno quello.
Sentiva le prime grida di terrore, il Marchio Nero aveva senza dubbio seminato panico in maniera spropositata.
Solo allora si permise, per un solo attimo, di portarsi una mano all’altezza del graffio, solo per accettarsi di non destare troppi sospetti lasciandosi alle spalle una scia rossa.
Annusò il proprio palmo, disgustato.
Perché, del sangue, aveva anche l’odore.





Ecco anche l'ultimo capitolo. Qui si spiega anche perché ho deciso di inserire l'avvertimento 'what if?': è lievissimo, sì; tuttavia nei libri le cose sono andate diversamente, ho controllato *ripone per l'ennesima volta il Calice di Fuoco, dopo un gran sfogliare*
Posto anche il giudizio di Sbarbi/Sbarauau/Bumacig ♥


 
 #Terza Classificata: Emma 
 
Grammatica 14,6/15
Lessico 1/5
Originalità 9/10
Stile 8/10
Gradimento personale 7/10
Utilizzo dei prompt 5/5
Punti bonus 5/5
Sviluppo della trama 8/10
IC/Caratterizzazione dei personaggi 8/10
Totale 65,6/80
Per quanto riguarda la grammatica poco o niente da dire, è quasi perfetta. Ci sono solo un paio di sviste di punteggiatura, ma assolutamente nulla di grave. Brava!
Il lessico: qui mi sei caduta, facendo anche non poco rumore, oltretutto!
Tantissime, innumerevoli, uncountable parole usate letteralmente a sproposito... era a questo che mi riferivo quando ti ho chiesto cosa avessi fumato! Confido che il tuo sia stato un momento di defiance, perché non è assolutamente da te scrivere in questo modo.
L'originalità è alta, perché... insomma, devo davvero spiegarlo? Hai scritto una storia davvero particolare, di un tipo che non mi era mai capitato di leggere.
Lo stile c'è ed è buono, poco da dire... anche se risente del lessico, che va a minare un po' quella che è la scorrevolezza del testo.
Nonostante il disappunto iniziale, il gradimento è elevato, perché questa storia mi è davvero piaciuta moltissimo.
Lo sviluppo della trama è, come si suol dire, ben congeniato. Il susseguirsi degli eventi è inaspettato e interessante.
L'IC c'è tutto, anche se ti ho tolto dei punti per Barty, che mi sembra un po' troppo 'buono'.

Ecco, sappiate che non spiegherò a nessuno che mi sono fumata, so di mio che si tratta di roba alquanto pericolosa v.v
Graie anche a chi è arrivato fin qui.
-Emma

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