Il principe delle fiamme e la principessa sognatrice di Haruichan96 (/viewuser.php?uid=109438)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** E' normale che ridano, sembriamo due punguini ***
Capitolo 2: *** Chiamatemi il principe delle fiamme ***
Capitolo 3: *** Tutti quei romanzi ti hanno sicuramente dato alla testa, sorellina ***
Capitolo 4: *** Colpo di fulmine? ***
Capitolo 5: *** Duello ***
Capitolo 6: *** Vincerò!! ***
Capitolo 7: *** Pirata ***
Capitolo 8: *** Cambio di programma! ***
Capitolo 9: *** Le principesse si trovano sempre in un castello quando vengono salvate ***
Capitolo 10: *** Garp ***
Capitolo 11: *** L'occhio rosso ***
Capitolo 12: *** Gol D. Roger ***
Capitolo 13: *** Oh, scusate, non pensavo di interrompere qualcosa ***
Capitolo 14: *** Papà ***
Capitolo 15: *** Mobydick ***
Capitolo 16: *** Il mio unico padre è Barbabianca ***
Capitolo 17: *** Incontro con Barbabianca ***
Capitolo 18: *** Stella ***
Capitolo 1 *** E' normale che ridano, sembriamo due punguini ***
Era
una bella serata, la luna risplendeva ed illuminava il bianco marmo
del balcone. Il salone era addobbato con festoni e ghirlande, i
tavoli, imbanditi a festa, erano coperti di ogni ben di Dio: cibi
rari e dall'aspetto bellissimo, preparati dagli chef migliori al
mondo. La sala era animata dai chiacchiericci delle dame e dei
signori; le prime erano intente a parlare di moda, i secondi di
affari.
Per
tutti era una serata di festa e di gioia, ma non per due ragazzi:
“Ricordami
il motivo per cui siamo qui?”
“Me
lo hai chiesto 5 minuti fa e da allora il motivo non è
cambiato.
Siamo qui perchè ce lo ha detto il babbo! Dobbiamo rapire le
due
principessine, portarle sulla nostra nave, chiedere il riscatto,
riceverlo e poi tutti felici e contenti!”
“Ah,giusto”
Portoguese
D. Ace, il comandante della seconda flotta dei pirati di Barbabianca,
e Marco, il comandante della prima, erano disgustati da quelle
manifestazioni di lusso. Ace avrebbe già messo tutto a ferro
e fuoco
se Marco non lo avesse fermato più volte, ripetendogli che
erano lì
solo per volontà del babbo.
“Ma
tu guarda...”
“Cosa
c'è Marco”
“Come?
Non te ne sei accorto?”
“Di
cosa?”
“Guarda
la!”
Ace
seguì lo sguardo dell' amico: un gruppo di ragazze, intorno
ai venti
anni, gli lanciavano rapide occhiate e poi ricominciavano a
parlottare tra loro con fare animato. Alcuni loro risolini arrivarono
fino alle orecchie dei due comandanti.
“E'
normale che ridano, sembriamo due pinguini”
Pugno
di fuoco aveva più volta ribadito di odiare quel tipo di
abbigliamento: indossava uno smoking nero abbastanza attillato e un
paio di jeans, sempre neri. Un piccolo farfallino bianco gli toglieva
il respiro e lo strangolava con la sua morsa.
Marco
era vestito come l'amico, ma portava un buffo cappello nero in testa,
per coprire i capelli biondi.
Il
rumore delle trombe comunicò l'entrata del re. Il re Touluse
aveva
fama di essere un re giusto e rispettato da molti. Sua moglie, la
regina Lucia, era morta molto giovane dopo il parto. Il re amava
talmente tanto la regina che fece costruire una piccola cappella nel
giardino reale. Era di dimensioni modeste e non troppo addobbata. La
lapide era al centro, coperta di fiori dai mille colori.
“Benvenuti
signori e signore. Vi ringrazio per essere accorsi così
numerosi al
mio invito. Oggi è un giorno molto importante, infatti le
mie due
figlie compiono 17 anni e finalmente entrano nella vita adulta.
Lucia, Agnese prego entrate.”
Il
tendone alle spalle del re si aprì e da questo ne uscirono
due
fanciulle: una indossava un lungo abito rosso senza maniche. Due
grandi rose addobbavano il vestito. Al colla portava una sfarzosa
collana di rubini. I capelli biondi erano sciolti e arrivavano fino
alla schiena; gli occhi azzurri risaltavano sul rosso del vestito.
VESTITO
COLLANA
L'altra
fanciulla indossava un lungo vestito blu notte ad una spallina. La
parte alta del vestito aveva dei piccoli diamanti incastonati a forma
di goccia. Al collo indossava anche lei una collana: era più
finemente lavorata di quella della sorella e meno appariscente. Era
composta da un piccolo fiore; i delicati petali abbracciavano una
luminosa pietra verde acqua che si intonava alla perfezione con gli
occhi della principessa. I lunghi capelli, legati in due codini, le
conferivano un aria infantile e il suo sorriso, caldo e gentile,
faceva scogliere i cuori di tutti i ragazzi lì presenti.
VESTITO
COLLANA
La
prima si chiamava Agnese, la seconda Lucia. Erano loro le due
fanciulle che Ace e Marco avrebbero dovuto catturare. Le ragazze
scendevano con calma la lunga scalinata. Le guance di Lucia erano
leggermente tinte di rosso, mentre la sorella non mostrava alcun
segno di imbarazzo e scendeva le scale a testa alta, con un fare
battagliero e arrogante. Gli sguardi di tutti erano rivolti verso di
loro, sopratutto gli occhi sognanti dei ragazzi.
Quel
giorno, infatti, non era solo il compleanno delle principesse, ma un
giorno molto più importante: il re aveva deciso che le sue
due
figlie avrebbero trovate marito al seguito di quel ballo.
I
due fortunati sarebbero stati scelti dal re in persona tra gli
invitati presenti in quella stanza.
Nessuno,
però, sapeva che il re stesso era molto addolorato per la
piega che
avevano preso le cose: non avendo figli maschi a cui lasciare il
regno, doveva combinare almeno un matrimonio. Sapeva però
che era
ingiusto obbligare solo un delle due sorelle a sposarsi e permettere
all'altra di trovare il vero amore, quindi era giunto a questa
conclusione.
Il
valzer era iniziato appena le principesse ebbero finito la scalinata:
una musica lenta e dolce che faceva sognare. Le varie dame e
cavalieri si strinsero per mano e incominciarono a seguire le
leggiadre note dell'orchestra. Agnese venne subito invitata da un
bellissimo giovane: occhi ebano e capelli mori.
Anche
Lucia aveva subito ricevuto un invito, ma lo rifiutò in modo
garbato
e gentile, come era nella sua natura. Si diresse verso il balcone e
si fermò a guardare la luna.
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Capitolo 2 *** Chiamatemi il principe delle fiamme ***
“Forza,
vai Ace!”
“Vai
dove, scusa?”
“Da
Lucia, mi pare ovvio!”
“Perchè
io?”
“Ace,
abbiamo pianificato tutto nei minimi particolari, non rovinare tutto
ora. Non dobbiamo farci scoprire, perciò prima dobbiamo
catturare la
loro fiducia”
“Lo
conosco il piano, ma perchè io Lucia?”
“Hai
paura?”
Ace
era stato ferito nell'orgoglio, così si diresse a passo di
carica
verso il balcone; ma arrivato alla soglia si fermò. Non
sapeva cosa
fare, non sapeva come comportarsi, non sapeva come iniziare una
conversazione decente senza sembrare uno stupido.
“Vi
serve qualcosa, signore?”
Ace
venne riportato alla realtà dalla calma voce della
principessa.
Guardò con la coda dell'occhio alle sue spalle dove vide un
gentiluomo baciare il palmo della mano di una fanciulla,
così decise
di imitarlo.
Si
inchinò, prese il palmo della ragazza tra la sua mano e le
diede un
semplice bacio sulle nocche.
“No,
vostra altezza, ero solo venuto a vedere la luna. Oggi è
davvero
magnifica!”
“Avete
proprio ragione, ma non chiamatemi vostra altezza, in questo momento
l'unica regina presente è la luna, la regina della
notte”
“Ma
non erano i vampiri i re della notte?”
“Voi
credete nei vampiri, signore?”
“Credo
anche nei fantasmi!”
I
due si guardarono negli occhi e poi scoppiarono a ridere; risate
vere, non come quelle dei nobili che ridono solo per fare scena.
“Lo
sapete signore, siete davvero divertente”
“Non
chiamatemi signore, mi fate sentire vecchio!”
“E
allora come dovrei chiamarvi?”
Un
ghigno divertito increspò le labbra di Ace: “Chiamatemi
il principe delle fiamme”
“E
voi Lucia!”
“Io
mi diverto a trovare un nome originale e voi mi dite il vostro nome?
Sforzatevi un po' di più!”
“
Mi
spiace, ma io odio i soprannomi! Mi chiamano sempre
“principessa”
o “vostra altezza””
“Allora
state tranquilla che non vi chiamerò mai
così”
“Lo
prendo come una promessa, quindi farete bene a mantenerla, ma ora
andiamo a ballare anche noi, principe delle fiamme?”
“Ballare?”
“Qual'è
il problema?”
“Io
non...non sono tanto bravo”
“Siete
diventato un peperone”
“Non
è vero!”
“Invece
si!”
“Ok,
ora vedrai!”
Ace
prese la principessa per un polso e la condusse al centro della
pista, dove incominciò a ballare.
Ma
combinò un vero disastro! Non andava a tempo, sbatteva
contro le
altre coppie creando così una confusione generale. La
principessa si
faceva trasportare dalle forti braccia di quel buffo ragazzo mentre
rideva a crepapelle.
“Ora
basta, direi che avete combinato abbastanza guai per stasera, ora
seguite me, senza fare storie!”
Lucia
fece fermare Ace: delicatamente portò le braccia del ragazzo
intorno alla sua vita e lei posizionò le braccia attorno al
suo
collo. Diede lei l'inizio muovendo la gamba destra e poi iniziarono a
volteggiare a ritmo di musica. Andavano perfettamente a passo con la
musica e si muovevano in perfetta sincronia. In poco tempo erano
diventati la coppia per eccellenza della sala.
Le
dame bisbigliavano, i ragazzi si rodevano e Agnese guardava la coppia
con un sorrisetto malizioso dipinto sul volto. Marco invece...bhe,
lui era solo scioccato. Non aveva mai visto Ace guardare
così una
donna, ne tanto meno ballare il valzer con una donna.
La
musica finì e solo allora i due ballerini si accorsero di
essere
rimasti da soli sulla pista da ballo. Si guardarono in faccia per
qualche secondo e poi si voltarono all'unisono, più
imbarazzati che
mai.
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Capitolo 3 *** Tutti quei romanzi ti hanno sicuramente dato alla testa, sorellina ***
“Allora
sorellina, hai fatto colpo, è?”
“Agnese!!
Ma cosa dici?”
“Non
fare la santarellina con me, ho visto come guardavi quel
ragazzo”
“Ho
solo ballato con lui, cosa c'è di male?”
“Lucia,
tu non hai mai ballato con nessuno”
“Non
significa niente”
“Senti
sorellina, non girarci intorno e rispondimi sinceramente. Ti piace,
non è vero?”
“Non
lo so! E' diverso dagli altri ragazzi. Non sembra nemmeno un
nobile”
“Ti
piace davvero tanto eh...”
“Pa..parlando
d'altro, anche tu hai ballato”
“Oh,
si, ho ballato con il conte della contea di Roseville. Un ragazzo
galante, gentile e di bell'aspetto, senza dubbio, ma non abbastanza
per me”
“Ma
tu guardi solo ai soldi?”
“Sorellina,
io non sono una sognatrice come te che aspetta il principe azzurro
che le porti il suo “felice e contenti”, io guardo
la realtà con
i piedi per terra, quindi so che il principe azzurro non esiste.
L'amore è solo di convenienza”
“Ma
papà e mamma si amavano tanto, il loro era vero
amore”
“Tutti
quei romanzi ti hanno sicuramente dato alla testa, sorellina”
“E
a te troppo poco direi”
“Noto
che indossi ancora quella collana”
“Già,
ho giurato di non indossare altri gioielli all'infuori di questo, ti
ricordi?”
“Già.
Lo avevo promesso anche io, ma poi non sono riuscita a trattenermi;
insomma, mi hanno regalato così tanti gioielli e anche molto
più
belli di quello..
“Agnese!”
“Non
fare quella faccia scandalizzata! So bene che quelle collane sono
preziosissime per noi, ma sono vecchio stampo, superati. La gente
guarda alla grandezza del gioiello non alla finezza di
lavorazione”
“
Io
non lo trovo giusto!”
“Lo
so sorellina, ma la moda va così e noi dobbiamo seguire i
suoi
capricci se vogliamo sempre essere al top!”
“Bhe
allora...”
Non
sapremmo mai cosa stava per dire Lucia poiché un potente
squillo di
trombe comunicò la fine delle danze e l'inizio della seconda
parte
della festa.
Avevo
detto sabato, è vero, ma visto che mentre scrivevo mi sono
venuti
fuori due capitoli non troppo lunghi, ho preferito metterne uno oggi
e il uno domani. In teoria doveva essere un capitolo unico, ma
è
uscito così!! Il prossimo sarà ambientato nello
stesso momento di
questo, ma dal punto di vista dei due ragazzi!!
Curiosi?
A domani!
Ringrazio
tutti coloro che hanno recensito, messo tra preferiti, seguite o
ricordate, letto o semplicemente aperto questa pagina per sbaglio!
Arigatou!!
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Capitolo 4 *** Colpo di fulmine? ***
Ace
si stava dirigendo verso Marco: si guardava confusamente intorno,
molto imbarazzato per i continui sguardi che gli venivano lanciati.
“Ace!!
Stai bene?”
“Si,
perchè?”
“Guardavi
quella ragazza come se fosse una dea!”
“Non
dire cavolate, ho solo fatto come era nei piani; non era quello che
mi hai chiesto tu?”
“A
me sembrava...”
“No Marco!! Ho solo seguito il piano. Ora
tocca a te!”
“D'accordo,
ma prima dimmi la verità: provi qualcosa per quella
ragazza?”
“Non
dire fesserie! Te lo detto e te lo ripeto, ogni cosa che ho fatto era
premeditato fin da subito per riuscire a diventarle simpatico e
acquistare un po' della sua fiducia.”
“Come
vuoi”
Marco
se ne andò senza nemmeno guardarlo in faccia. Ace invece si
malediva
mentalmente; sapeva che quello che aveva detto a Marco non
corrispondeva esattamente alla realtà: mentre ballava con
quella
ragazza aveva sentito qualcosa al petto: che fosse questo quello che
chiamano colpo
di fulmine?
Girò lievemente
la testa a destra e la vide:
stava parlando con la sorella; era molto rossa in viso e rigirava
freneticamente tra le mani quella collana azzurra. Un lieve
formicolio si impossessò delle sue guance e si costrinse a
voltare
velocemente lo sguardo per non essere colto in flagrante. Avrebbe
voluto ballare ancora un po' solo con lei, per poter sentire la sua
risata risuonare nell'aria e vedere il suo corpo volteggiare sulla
pista da ballo.
Il
suono delle trombe lo svegliò dal tenue tepore in cui era
caduto. Un
anziano maggiordomo percorse tutta la lunghezza della sala, per poi
avvicinarsi alle due principesse. Le ragazze si guardarono in faccia
dopo di che lo seguirono senza batter ciglio.
Qualche
minuto dopo era possibile scorgerle alla destra e alla sinistra del
padre. Erano sedute su due troni d'oro finemente lavorati.
Marco
tornò indietro con un mezzo ghigno stampato in volto.
“Ops,
a quanto pare la mia parte è saltata!”
“Bastardo!”
“Ehy,
non è colpa mia!”
“Potevi darti una svegliata!”
“Sei
tu il narcolettico, non io!”
“Non
cambiare discorso!”
“Allora diciamo che me ne sono
dimenticato!”
“ Sei un idiota! Se fosse stato per me questo
posto brucerebbe già!”
“
Si
immagino”
“Mi
stai dando del piromane?”
“Hai
fatto tutto da solo!”
“Fottiti!”
“Ti
voglio bene anche io, fratello!”
Ecco
la seconda parte!!
Mi
scuso per le parolacce finali, secondo voi dovrei cambiare il rating
e mettere giallo??
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Capitolo 5 *** Duello ***
L'aria
si era fatta molto tesa all'interno della sala. Sembrava che tutti
non aspettassero altro che quel momento, che tutto quello di prima
fosse solo un bluff.
I
due comandanti si guardarono, stupiti, spiazzati: erano imbucati e
perciò non conoscevano il programma della serata. Ace,
d'istinto,
guardò in direzione di Lucia: era seduta, con la testa
china, la
collana azzurra perennemente in mano. Piangeva. Stille salate
scendevano silenziose sulle sue gote. Pugno di fuoco non capiva.
Cosa
stava per succedere?
Perchè
piangeva?
Perchè
non le mostrava quel suo magnifico sorriso?
Le
risposte le avrebbe avute di lì a poco.
Lo
stesso maggiordomo che aveva accompagnato le ragazze tornò
al centro
della sala. In mano portava una pergamena: era arrotolata su se
stesso e, a giudicare dal colore giallognolo, era molto antica, ma
comunque ben conservata. Non un graffio; Non una macchia sminuiva
l'importanza di quell'antico documento.
L'uomo
si schiarì leggermente la voce, srotolò la
pergamena, la posizionò
meglio di fronte e incominciò.
“Signori
e signore, come voi tutti sapete oggi è il diciottesimo
compleanno
delle nostre due principesse. Secondo la tradizione quando un re non
ha eredi maschi, il regno passa nelle mani dello sposo della figlia
maggiore. Ma se il fato decide di complicare ulteriormente le cose
allora fa nascere due gemelle primogenite. La sorte ha deciso per il
nostro regno questa opzione e noi dobbiamo fronteggiarla. Altri re
del passato, illustri antenati del nostro amatissimo re, avevano
adottato soluzioni varie e diverse in codesta materia: chi ha
esiliato una delle sue figlie, chi ne ha uccisa una, chi ha scelto
una delle due come unica figlia ripudiando l'altra. Ma sua
maestà,
re Touluse, amando troppo le sue due figlie, non ha scelto nessuna di
queste decisioni, a suo parere drastiche. Così ha optato per
un'altra scelta, una novità in questo campo, che
verrà scritta
nella storia”
I
partecipanti trattenevano il fiato: la prima parte la conoscevano
già, a loro interessava la seconda.
“Sua
maestà ha scelto un duello.”
Nel
momento stesso che venne pronunciata la parola duello
un brulicare continuo nacque nella sala, per poi sciamare ad un solo
gesto di mano del re.
“Il
duello sarà così strutturato: i pretendenti si
presenteranno al
banchetto che si trova in fondo alla sala, daranno nome e cognome,
dopodiché verranno divisi in squadre e si batteranno. La
squadra che
vince più duelli si scioglierà e i singoli
partecipanti dovranno
combattere tra loro. Il primo classificato prenderà in sposa
la
principessa Agnese: futura regina del regno e il secondo
classificato prenderà in sposa la principessa Lucia,
principessa di
questo regno.
Ora
prego lor signori di andare ad iscriversi. Saprete le squadre 20
minuti dopo la fine delle iscrizioni.”
Il
maggiordomo fece un profondo inchino in direzione dei regnanti e,
silenziosamente come era arrivato, uscì dalla sala.
Marco
e Ace avevano ascoltato ogni cosa. Arrabbiati? No!
Impauriti?
Nemmeno!
Increduli?
Forse.
Scandalizzati?
Assolutamente si!
Usavano
quelle due ragazze come oggetti che dovevano andare al migliore
offerente ad un'asta .
Marco
continuava a fissare il punto dove una attimo prima c'era il
maggiordomo, mentre Ace non aveva staccato un attimo lo sguardo da
Lucia. Aveva continuato per tutto il tempo con quel suo silenzioso
pianto.
Strinse
i pugni, fino a far sbiancare le nocche e prese una decisione:
“Marco: io partecipo!”
“Cosa?”
“Ho
detto che partecipo: e anche tu!”
“Cosa
ti salta in mente?”
“Tu arriverai primo e io secondo”
“Grande
Ace! Così poi le potremmo rapire.”
“Co.....si
è esatto!”
“Accidenti
che strategia fine, non ci sarei mai arrivato se non avessi
continuato. Vado subito a dare i nostri nomi. Ci vediamo in
finale!”
“
Si,
certo!”
-Marco sei uno stupido, non hai capito niente! Niente!”
Auguro
un buon natale a tutti quanti!!!
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Capitolo 6 *** Vincerò!! ***
Ace
continuava a rimuginare tra se quando si accorse che il messaggio non
conteneva un informazione alquanto importante: era un duello, si, ma
di che cosa? Di spade? Un corpo a corpo? O che altro?
Sapeva
che nessuno poteva rispondere, eccetto il maggiordomo, che si era
volatilizzato nel nulla dopo il proclamo, e il re in persona.
Inizialmente
l'idea di abbassarsi lo disgustò, ma decise di mettere da
parte
l'orgoglio: le lacrime di quella fanciulla dagli occhi smeraldo
rimbombavano come un eco nella sua mente.
Si
avvicinò al trono del re, si inginocchiò,
abbassò il capo in segno
di rispetto e chiese quale fosse l'argomento del duello.
“
Non
mi sembra di conoscervi, giovanotto. Potrei sapere il vostro
nome?”
Il re scrutava Ace.
“Mi
chiamano “il principe delle fiamme” vostra
maestà”
“Il
principe delle fiamme eh....prima vi ho visto ballare con mia figlia:
avete intenzione di combattere per ottenere la sua mano?”
“Ovviamente,
vostra maestà”
“Allora..”
“Padre
basta!” Lucia si era alzata di scatto dal suo trono
“perchè
tartassate questo ragazzo di domande? La domanda è
legittima, non
capisco la vostra riluttanza” La ragazza era rossissima in
viso,
giocherellava con la collana al collo, ma non dava segni di
cedimento. Il re alzò un sopracciglio e l'ombra di un
sorriso gli
spuntò sul viso.
“Bene.
Come detto la gara si dividerà in due parti: la seconda
sarà un
duello di scherma, mentre la prima, qualcosa di un po' più
particolare. Infatti alle due squadre verrà assegnato un
“tesoro”:
la squadra che riesce a portare il tesoro avversario nella propria
metà campo passa alla seconda fase. Ci sono però
delle regole: un
giocatore che viene toccato nel campo avversario non può
muoversi
finché un suo alleato non lo tocca. Stokins farà
da arbitro”
Il
maggiordomo di prima era tornato: indossava una tuta che gli andava
piuttosto larga: era davvero buffo!!
“Vi
ringrazio infinitamente vostra maestà, ora, se permettete,
devo
andare a prepararmi” Ace fece qualche passo in dietro con il
volto
in direzione del sovrano per poi voltarsi e uscire verso il giardino.
L'aria
fresca era un toccasana per i suoi nervi e il lieve odore dei fiori
lo rinvigorì. Si mise a camminare nel giardino.
Fiori
di ogni tipo abbellivano l'atmosfera: rose, girasoli, fiori esotici,
primule,viole, violette e tanti altri di cui non conosceva il nome.
“Principe
delle fiamme!!”
Il
comandante si voltò di scatto, aveva riconosciuto subito la
voce: un
grande sorriso gli spuntò istintivamente sulle labbra!
“
Lucia,
che ci fai qui?”
“Volevo
scusarmi con voi per il comportamento di mio padre: a volte
è troppo
possessivo verso di noi, ma è così da quando
è morta la mamma”
“Tu
non hai conosciuto tua madre?”
“No,
è morta poco dopo aver dato alla luce me e mia sorella.
Nostro padre
ha costruito una piccola cappella funebre in suo onore.”
“Ora
che ci penso ho notato una piccola cappella, ho visto anche dei fiori
freschi sulla tomba”
“Sono
stata io a metterli: li cambio ogni settimana.
Ora
devo andare altrimenti potrebbero pensare male, ci vediamo
dopo”
La
ragazza schiocco un piccolo bacio sulla guancia di Ace per poi
fuggire in direzione del castello: sorrideva.
Ace
era rimasto di sasso, non si era mosso da quel dolce contatto:
sentiva solo le farfalle volargli nello stomaco. Si toccò il
punto
del bacio con il palmo della mano e una sola parola disse, a bassa
voce: “Vincerò”
Come
testimoni di quel momento c'erano solo la luna, le stelle e la regina
Lucia.
Buongiorno
a tutti, visto che domani entriamo nel 2012 auguro a tutti una buona
vigilia . Inoltre domani è il compleanno di Ace (almeno ho
letto che
è domani, se è sbagliato ditemelo) quindi....
AUGURONI
ACE PUGNO DI FUOCO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ok,
finito lo sclero da fan ringrazio infinitamente:
chi
ha messo questa storia tra le preferite:
Itacina
e
chi la messa tra le seguite:
black
dalia
FM107
3 RADIOCAOS
robinchan07
Ron96
_Temari_Ace
e
chi ha recensito:
_Temari_Ace
robinchan07
FM107
3 RADIOCAOS
Ron96
e
infine (ma non meno importanti) coloro che hanno letto. Arigatou
minna!!!
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Capitolo 7 *** Pirata ***
“Ace,
dove ti eri cacciato? Pensavo che ti volessi ritirare!”
“Non
dire idiozie, sono solo uscito un po'!”
“
Ok,ok!!
Ora ascoltami, siamo stati fortunati, infatti ci hanno collocato in
squadra insieme”
“Fantastico!”
“Il
problema è che...”
“Che...”
“I
nostri compagni di squadra sono delle schiappe, secondo me non sanno
nemmeno giocare a nascondino”
“
Meglio,
almeno la seconda parte sarà più veloce”
“Cerca
di non abbrustolire nessuno”
“Non
prometto niente!”
“Lasciamo
perdere..... Bene, Stokins sta distribuendo i
“tesori” alle varie
squadre, meglio andare a vedere”
I
due ragazzi si avviarono vicino al maggiordomo, seguiti dai loro
compagni di squadra. Il tesoro era una scatola nera: era
rettangolare, più lunga che larga; al centro del coperchio
una
serratura finemente lavorata in argento spiccava sullo scuro del
resto. Il maggiordomo aveva spiegato che la persona che avrebbe
portato la scatola nella propria metà campo si sarebbe
accaparrato
il contenuto della scatola. Stokins disse le stesse cose nel campo
avversario e diede inizio alla gara. Si giocava nel salone
principale che per l'occasione era diventato un campo con tanto di
pubblico urlante. Ace e Marco si buttarono nella mischia. Si
divertivano un mondo a prendere tutti quelli che cercavano di rubare
la scatoletta. Inutile dire che se non ci fossero stati la loro
squadra avrebbe perso subito. Passati dieci minuti di gioco i due
comandanti decisero di andare all'attacco: Marco partì di
lato,
veloce e scattante mentre Ace, silenzioso come un gatto, aveva preso
la scatola ed era tornato nel proprio campo. Quando l'altra squadra
aveva capito cosa era successo era ormai troppo tardi. Andarono
persino a lagnarsi con l'arbitro, ma quest'ultimo gli rispose che
erano stati troppo stolti e che avevano avuto quello che si
meritavano.
“
Quel
Stokins mi sta simpatico!”
“
Tu
dici?”
“Insomma
li ha liquidati con una sola frase!”
“Si,
ora che ci penso”
“Ma
ora cosa devo fare? E' solo una scatola!”
Neanche
l'avesse chiamata, la risposta arrivò subito dopo. Il re gli
si era
avvicinato: dopo qualche complimento gli porse un piccolo sacchetto
di velluto nero. Il re gli aveva detto che lì c'era la
chiave e che
il regalo all'interno della scatola era suo e ne poteva fare quello
che voleva. Pugno di fuoco la prese e uscì ancora in
giardino,
titubante sul da farsi.
“Allora,
non la apri?”
“Possibile
che noi due ci incontriamo sempre all'aperto?”
“Così
sembra!”
“Dimmi
Lucia tu sai cosa c'è dentro?”
“Ovviamente,
sono stata io a scegliere il regalo!”
“Davvero!”
“Solo
uno, l'altro l'ha scelto mia sorella. Ma non ho idea di cosa ci sia
dentro, ha detto che era una sorpresa”
“Allora
perchè non mi dici cosa c'è qui?”
“Perchè
così ti levo lo sfizio di scoprirlo da solo!”
Ace sbuffò
appena e aprì il sacchetto, da cui estrasse una chiave
lavorata come
la serratura”
“Senti
principe delle fiamme.....” La ragazza aveva lo sguardo basso
e un
tono molto serio. Pugno di fuoco notò il cambiamento, ma
fece finta
di niente “tu chi sei in realtà?”
“Co...Cosa
intendi dire?” Cercava di non sudare e di mantenere il
personaggio.
“Tu
non sei chi fai finta di essere”
“Non
capisco di cosa parliate” ----Inspira ed espira, inspira ed
espira.----
“Ne
tu, ne il tuo amico....l'ho capito fin da quando vi ho visto. Siete
diversi. Quando stavate giocando, non so, è come se voi non
vi
impegnaste affatto, come se per voi scappare e rincorrere è
una cosa
di routine. Inoltre hai accettato il mio invito a darmi del tu:
nessuno lo aveva mai fatto, tutti hanno continuato a darmi del voi
nonostante il mio consenso e sai perchè....perchè
fa parte della
loro educazione, è quello che gli hanno insegnato fin da
piccoli”
“Eppure
anche tu hai accettato di dare del tu a me!”
Si
stava aggrappando a quell'ultimo scoglio.
“Sono
la figlia del sovrano; mi hanno insegnato a dare del voi solo alle
persone di rango più alto o uguale al mio, ovvero un re, una
regina
o un'altra principessa e comunque io ho continuato a darvi del voi,
non ve ne siete accorto, voi mi avete solo chiesto di non chiamarvi
signore”
L'onda
troppo alta lo aveva appena colpito in pieno e anche quell'ultimo
scoglio si stava allontanando.
“Eppure
tu non sembri felice!” Forse aveva appena trovato un'ancora
di
salvezza.
“Si,
avete ragione.” Era in salvo.
“Io
odio tutto questo, è vero, ma se voi siete quello che penso
io andrò
a denunciarvi”
“Dite,
allora, cosa sono io!”
“Un
pirata!!”
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Capitolo 8 *** Cambio di programma! ***
“Ammettiamo
per un attimo che tu abbia ragione. Perchè mi andresti a
denunciare?
Hai detto di odiare tutto questo, allora perchè?”
“Perchè
ho dei doveri e finché sarò qui sarò
obbligata a compierli”
“Quindi
lo fai solo solo per un ordine che ti viene dall'alto?”
“Si”
“
Ma
allora rispondi a questa domanda: se tu non avessi questi obblighi,
mi denunceresti?”
La
principessa lo guardò intensamente negli occhi: verde nel
nero e
nero nel verde, dopodiché gli si avvicinò e di
nuovo e gli schioccò
un bacio sulla guancia, come aveva fatto prima.
Quando
staccò le labbra partì subito verso la reggia, ma
non riuscì a
fare che pochi passi, poiché venne abilmente presa da
dietro. Ace se
la mise sulle spalle, aprì di scatto l'enorme portone del
castello
e..
“MARCO,
CAMBIO DI PROGRAMMA!!”
Lo
so capitolo cortissimo e mi dispiace, ma dovevo isolarlo per dargli
maggiore risalto.
Inoltre
una persona che non posso nominare per motivi di privacy mi ha detto
che con il carattere che uso non si capisce niente.
Quindi
a voi la parola...se vi piace questo carattere lo terrò,
altrimenti
ne metterò uno pi semplice.
Vincerà
la maggioranza.
Ringrazio
tutti quelli che leggono e che recensiscono.
Forse
ne pubblicherò uno a metà settimana, ma non
prometto niente, la
scuola non mi lascia molto tempo.
Ciao!!!
|
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Capitolo 9 *** Le principesse si trovano sempre in un castello quando vengono salvate ***
La
Fenice capì al volo la situazione: si tolse il cappello e lo
smoking per rimanere a petto nudo. Il grande tatuaggio di Barbabianca
in bella vista. Il tumulto generale non tardò ad arrivare:
il
clangore delle armature delle guardie, le urla del re, gli acuti
delle dame in preda al panico e il lieve frusciare delle spade,
aiutarono il comandante a catturare l'altra principessa. Agnese aveva
provato a difendersi, tirando calci a destra e a manca, ma Marco le
diede un leggero colpetto alla nuca, quel tanto che bastava per
intontirla. Entrambi i pirati scapparono dal balcone e incominciarono
a correre per il cortile. Veloci come ghepardi, si muovevano agili e
silenziosi. Il re, adirato e preso in giro, abbaiava ordini alle
guardie, ma ormai era troppo tardi. Entrambi erano saliti sulle
rispettive navi, nascoste in una baia lì vicina: avevano
usato la
nebbia presente in quei giorni come scudo e la folta vegetazione del
luogo come riparo da occhi indiscreti. Inoltre la principessa Lucia
non aveva fiatato per tutto il viaggio; questo aveva aiutato di molto
la loro fuga.
Ace,
salito sulla nave, lasciò la ragazza nella sua cabina, che
chiuse a
chiave, per poi andare a dare gli ordini ai suoi uomini.
Nel
mentre la ragazza si guardava intorno: era una stanza non troppo
grossa e nemmeno eccessivamente arredata. Solo un letto e una
scrivania rallegravano un po' l'atmosfera. Su questa c'erano pile di
fogli sovrapposti: erano tutti spiegazzati e coperti da un filo di
polvere. Le pareti ebano erano spoglie, tranne per dei fogli affissi
sopra.
Uno
catturò maggiormente la sua attenzione. Mostrava un ragazzo,
molto
giovane. Sorrideva e indossava un buffo cappello di paglia in testa.
-Sembra
simpatico- Abbassò lo sguardo -Monkey D. Rufy soprannominato
cappello di paglia....ho già sentito questo nome, anche se
non
ricordo inquale
occasione.-
La
ragazza girò per la stanza guardando tutte le varie foto
affisse:
c'era un ragazzo con i capelli verdi e una renna dolcissima, una
ragazza con gli occhi mare, un'altra con i capelli arancioni, un
ragazzo che assomigliava a pinocchio e uno con i capelli biondissimi
e anche un ragazzo dai capelli blu e uno con la pettinatura afro.
Sapeva di averli già sentiti nominare, ma le sfuggiva il
dove o il
perchè. Si avvicinò alla scrivania e
notò due piccoli cassetti ai
lati: da uno straripavano fogli e foglietti vari, dall'altro invece
non usciva niente. Spinta dalla curiosità lo
spostò leggermente,
ma non riuscì ad aprirlo.
Decise
di lasciar perdere e si avvicinò alla finestrella della
cabina:
poteva indistintamente vedere i vari marinai darsi da fare per
allontanarsi dalla costa. Su tutti era tatuato lo stesso simbolo che
Marco portava al petto.
Inoltre
da qui riuscì distintamente a captare il nome del principe
delle
fiamme: Portgas D. Ace, comandante della seconda flotta dei pirati di
Barbabianca.
E
a quanto pare era proprio da quell'uomo che la stavano portando.
La
porta sbatté di colpo facendo sobbalzare la principessa. Ace
era
proprio lì, davanti a lei: si era cambiato e ora indossava
un paio
di pantaloni neri abbinati a un buffo cappello arancione. Il petto
scoperto fece leggermente arrossire Lucia, che si voltò,
fingendo di
voler guardare il mare.
“Benvenuta,
principessa, sulla mia nave.”
“Avete
appena infranto la promessa”
“Sei
su una nave piena di pirati, non sai quello che potremmo farti e tu
pensi alla promessa!! Sei strana”
“Per
me la parola data è molto importante”
“Lo
sai mi ricordi molto quel matto del mio fratellino, anche lui la
pensa così”
“Bhe,
mi fa piacere. Dov'è mia sorella”
“Agnese
si trova sull'altra nave. E' strano che tu non mi abbia ancora
chiesto che cosa vogliamo farvi”
“Forse
mia sorella ha ragione”
“Su
che cosa avrebbe ragione”
“Dice
che credo troppo nelle favole”
“Davvero?”
“Si
e dice anche che il principe azzurro non esiste”
“Ma
davvero...e come dovrebbe essere il vostro principe azzurro, se mi
è
concesso chiedere”
“Nelle
fiabe ha sempre capelli biondi, occhi azzurri e un cavallo bianco.
Sconfigge il drago e salva la principessa”
“Bhe,
allora non posso essere io: io non vi ho salvato, anzi vi ho portato
via dal vostro castello”
“E'
vero, ma le
principesse si
trovano sempre in un castello quando vengono salvate.”
1
a 0 per Lucia
“
E'
vero ma io non ho ne i
capelli biondi ne gli occhi azzurri”
“Non
ho mai detto di voler per forza un ragazzo biondo”
2-0
“E
non ho un cav..”
“Hai la nave!!”
“Non
sono un pr...”
“Davvero
“principe delle fiamme”?”
Ok,
la partita era stata vinta dalla principessa.
“
E
chi ti dice che non è
tutta una messa in scena?”
“Io
mi fido di te”
Il
ragazzo venne profondamente colpito da queste parole: nonostante lo
conoscesse da una sera, nonostante l'avesse ingannata su tutto, lei
si fidava di lui. Non gli pareva possibile. Una persona normale
starebbe tremando di paura o urlando come un ossesso ( reazione di
Agnese che stava facendo dannare la ciurma di Marco), mentre lei se
ne stava lì a guardare il mare come se fosse la cosa
più normale
del mondo. Ace uscì dalla stanza, pensando al discorso
appena
concluso: quella ragazza era strana, senza dubbio, eppure un sorriso
gli tagliò leggermente le labbra. Quelle frasi insensate lo
avevano
portato con la mente al suo adorato e pazzo fratellino.
“Capitano
ci sono guai in vista”
Pugno
di fuoco alzò immediatamente lo sguardo: marina.
“Marina
a ore dodici! Aprite i cannoni e preparatevi alla battaglia!”
Scusate, ma ieri nonn
ho potuto per motivi personali quindi eccomi qua.
Inoltre ho saputo che hanno chiuso megavideo, una tragedia, una vera e
propria catastrofe -.-
Spero che riparta ;)
Ciao!!
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Capitolo 10 *** Garp ***
Circa
una decina di navi della marina bloccavano loro il passaggio. Una in
particolare aveva attirato la sua attenzione: infatti la polena aveva
la testa di una cane.
Ace
conosceva fin troppo bene quel simbolo: -Il vecchiaccio-
“Marco!!
Quella è la nave di Garp!!”
“Garp?”
Il comandante trasformando le braccia in ali atterrò sulla
nave
dell'amico “il vice ammiraglio della marina?? L'eroe della
marina??”
“Si,
lui!”
“Cosa
ci fa qui?”
“Come non lo sai....i nobili chiamano e la marina
accorre”
“ACE!!!”
Una voce minacciosa si diffuse nell'aria
“Che
ti dicevo?”
Pugno
di fuoco si avvicinò alla balaustra della nave: di fronte a
lui Garp
lo fissava minaccioso, con il volto coperto dal copricapo a forma di
cane.
“Ciao
vecchiaccio, da quanto non ci vediamo?”
“Ace.
Io ti avevo detto di non diventare un pirata, ma ne tu, ne quella
testa quadra mi avete voluto ascoltare”
“Perchè ti abbiamo
mai ascoltato?”
“Non
rispondermi con quel tono, ragazzino. Comunque so che avete rapito le
due principesse: restituitele immediatamente”
“Non
so proprio di cosa stai parlando, vecchiaccio!”
“AIUTOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!”
Dalla
nave di Marco uscì un urlo spacca timpani:
“LASCIATEMI ANDARE
SUBITO, IO SONO UNA PRINCIPESSA, COME VI PERMETTETE!!”
Marco
aveva i nervi a fior di pelle, aveva una voglia matta di
lasciargliela quell'oca starnazzante, almeno i suoi timpani lo
avrebbero ringraziato.
“Non
ne sapete niente, eh? A me pare il contrario”
Garp
spiccò un grande balzo verso il cielo, per poi atterrare
sulla nave
di Ace come se nulla fosse.
I
due comandanti si misero in posizione di combattimento: sapevano
entrambi che non sarebbe stato facile.
Ace
e Marco si
scagliarono contro l'ammiraglio, il primo tutto ricoperto da fiamme e
il secondo in forma di fenice: ma fu tutto inutile. Garp con due
pugni ben assestati riuscì a sbatterli contro il muro della
nave.
“Ma
come è possibile, siamo entrambi dei rogia!”
“Il
vecchiaccio sa usare l'haki”
“Diavolo,
questa non ci voleva.”
“Possiamo
batterlo con l'astuzia”
“Che
intendi?”
“NON
SI PARLOTTA DURANTE UN COMBATTIMENTO”
Il
viceammiraglio prese entrambi per le braccia e li lanciò in
alto,
oltre il ponte della nave.
Sarebbero
entrambi caduti in acqua se Marco non si fosse subito trasformato in
fenice, prendendo così al volo Ace. In questo lasso di tempo
ebbero
modo di mettere a punto un piano di azione.
Pugno
di fuoco fu lasciato sul ponte della sua nave. Ordinò a
tutti i suoi
uomini di andare sull'altra nave e di obbedire agli ordini di Marco,
inoltre aggiunse di portare anche Lucia.
“Ma
capitano, non puoi farcela da solo”
Il
comandante lo fulminò con lo sguardo, un messaggio
più che
eloquente.
Intanto
Lucia guardava la scena dalla cabina in cui era rinchiusa. Aveva
deciso di non urlare come sua sorella, ma non riusciva a spiegarsi
nemmeno lei il perchè: sarebbe dovuta essere felice per
l'arrivo
della marina, eppure aveva paura. Paura di perdere il suo principe
azzurro. Di svegliarsi dal quel sogno bellissimo. Sogno. Lei ne aveva
uno, ma non avrebbe mai potuto seguirlo, lei era una principessa, non
poteva nemmeno pensare una cosa simile.
La
porta si aprì: un paio di uomini le coprirono la bocca e le
legarono
le braccia, in modo che non potesse scappare. Li aveva riconosciuti,
erano i sottoposti di Ace; avrebbe voluto dirgli che non avevano
bisogno di precauzioni simili, non sarebbe scappata.
La
presero in braccia e la portarono sull'altra nave. In quel tratto di
strada vide Ace: era di spalle e combatteva contro il marine. Sulla
schiena vide il tatuaggio di Barbabianca: un brivido la percorse per
tutta la schiena. Non era paura, ma senso di avventura. Quel simbolo
l'attirava, le faceva sognare di solcare i mari, di essere libera, di
non dover sottostare a nessuno.
La
collana si illuminò per qualche secondo, per poi tornare
normale
senza, destare sospetto.
Buon
pomeriggio a tutti!! Oretta buca ( abbiamo saltato latino, sono
felice come una pasqua :)) e ho approfittato per scrivere un po'.
Forse il prof manca anche domani ( lo spero), ma non c'è
niente di
sicuro. Ringrazio tutti quanti, mi rendete felicissima e mi fate
venire la voglia di andare avanti.
Ciao!!
|
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Capitolo 11 *** L'occhio rosso ***
Ace
tese le gambe e spiccò un grande balzo, atterrò
sul legno del ponte
e parò velocemente il pugno del marine. Ormai quella schema
si
ripeteva da un po' e Garp mostrava segni di irrequietezza, mentre al
ragazzo interessava solo guadagnare tempo.
Più
ci pensava e più credeva che non avevano altra scelta: il
piano era
pazzo e rischioso, ma cos'è la vita senza un po' di brivido?
Solo un
guscio vuoto e monotono. Sorrise e schivò in fretta un altro
colpo;
ormai mancava poco all'alba e allora avrebbero vinto. Prese fuoco e
si scagliò con furore contro il nemico; sapeva bene che non
poteva
ancora competere con il marine, il suo compito era solo quello di far
guadagnare tempo a Marco.
Nel
frattempo la fenice stava dando ordini ben precisi:
“Ascoltatemi,
attaccatevi saldamente alle funi di sicurezza, voi due piegate le
vele, voi altri tirate fuori i remi e state pronti. Voi quattro con
me”
“Cosa
dobbiamo fare capitano?”
“Salite
sull'albero maestro e state all'erta: non appena darò il
segnale voi
spiegherete subito le vele, sono stato chiaro?”
“Si,
capitano”
Gli
uomini scattarono all'opera e Marco si diresse verso il timone. Gli
venne da sorridere pensando alla cavolata che stavano per fare. Il
piano era pazzo e suicida, insomma tutto in regola per un tipo come
Ace!
*****Flashback*****
“Hai
un piano?”
“Si,
l'occhio
rosso?”
“Spiegati,
perchè non l'ho ancora comprato il dizionario Ace-persone
normali /
persone normali-Ace”
“Molto
divertente. Comunque mi riferisco al tornado in queste acque. Si apre
solo al tramonto e all'alba e inghiotte qualsiasi cosa si trovi sulla
sua strada.”
“Vuoi
ucciderci tutti?”
“Fammi finire! Per schivarlo bisognare
virare a sud non appena si intravede nel mare uno strano riflesso
verde.”
“Ne sei sicuro o è solo una diceria?”
“Hai
un'idea migliore?” Se davvero esistesse un dizionario allora
ci
sarebbe scritto qualcosa come: -Penso sia una cavolata immensa, ma
non ho altre idee in mente-
Marco
fece un lungo sospiro “Eh,sia”
*****Fine
flashback*****
Lo
sguardo fisso davanti a sé, a controllare ogni increspatura
dell'acqua, finché..
“ADESSO!!”
Tutto
successe in un attimo.
Ace
saltò immediatamente sulla nave dell'amico,i rematori
mossero
all'unisono i remi, le vele si spiegarono con un leggero tonfo e il
vortice si aprì.
La
nave di Ace cadde nel baratro delle onde trasportando con se il
marine e in coda tutte le navi della marina.
Il
ciclone rosso si chiuse, silenziosamente come si era aperto facendo
ritornare l'acqua cristallina.
I
due comandanti guardavano la scena: non erano felici, certo, ma
nemmeno potevano dire di essere completamente delusi.
Quella
scena non l'avrebbero mai dimenticata: quel color sangue rendeva
ancora più spaventoso quel fenomeno naturale.
La
leggenda dice che è rosso perchè impregnato del
sangue di tutti i
marinai incauti che ci sono caduti dentro, altri dicono solo che
alcune alghe sul fondo gli donano questa colorazione.
Qualunque
sia la spiegazione, questo vortice è una delle tante insidie
del
mare.
“Accidenti
abbiamo perso una nave!” Marco era abbastanza contrariato e
picchiettava in continuazione le dite sul legno.
“Bhe, guarda il
lato positivo”
“C'è
un lato positivo?”
“Si.
Siamo vivi e io non ho più tutte quelle scartoffie da
firmare”
“Non
è esatto”
“Cosa?”
“Ho
ordinato che la tua scrivania fosse portata sulla nave insieme a
tutte le carte che erano presenti nella tua stanza.”
“Bello
scherzo, ma non ci casco”
“Non
è uno scherzo.....”
“MARCO!!
IO TI FACCIO ARROSTO!!”
L'immagine
non è perfetta, ma più o meno è quello
il vortice rosso
Grazie
a tutti!!
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Capitolo 12 *** Gol D. Roger ***
Dopo
essersi sfogato abbastanza con Marco, pugno di fuoco si diresse nella
cabina che gli era stata assegnata.
Era
più piccola della sua, ma erano ugualmente riusciti a farci
entrare
la scrivania e tutte le scartoffie. Si aspettava di trovarle sparse
tutte per terra, invece erano ordinatamente appoggiate sulla
scrivania. Gli costò abbastanza fatica ammettere a se stesso
che la
stanza era molto più ordinata di quella che aveva lasciato.
Non ci
volle molto a capire la “responsabile”.
Lucia
stava guardando il mare da una delle botole della nave: aveva
cambiato nave, ma il suo atteggiamento era rimasto lo stesso.
“Sei
stata tu a combinare questo macello?”
“Ma
di cosa stai parlando?”
“Insomma,
la stanza è un disastro”
La
ragazza lo guardò perplessa: “Ma se è
più ordinata della tua!”
“E'
qui che ti sbagli! Io quello che tu chiami disordine lo chiamo ordine
e quello che tu chiami ordine io lo chiamo disordine”
“Ah
si?”
“Già,
probabilmente adesso io dovrò stare chino su queste pagine
per
ore”
“E perchè prima quanto ci stavi?”
Il
ragazzo si mise un dito sulle labbra e assunse un'aria pensosa, ma
che di serio non aveva neanche l'ombra. “In effetti, non ci
sono
mai stato”
“Quindi
non cambia niente”
“Si
che cambia”
“Che cosa?”
“Cambia
che...”
Non
lo sapremo mai, perchè proprio in quel momento a Ace venne
un
attacco di narcolessia, che lo fece addormentare li dov'era, in piedi
e con ancora le mani in tasca.
Lucia
guardava la scena con occhi sbarrati: non aveva idea di quello che
stava succedendo.
Passarono
dieci minuti buoni in cui non accadde niente, il silenzio ne faceva
da padrone.
----E
ora cosa diavolo faccio, sembra morto. O signore, non è mica
normale? Dovrei chiamare qualcuno? No, potrebbero pensare che sono
pazza, questa storia è troppo assurda e poi..----
“
Ei
bella addormentata, ci
sei?”
La
ragazza alzò velocemente lo sguardo: due grandi occhi neri
la
guardavano con attenzione. Gli era talmente vicino che poteva sentire
il suo respiro entrargli nelle ossa, i loro nasi sfiorarsi appena.
Rimase
imbambolata per un istante che a lei parve infinito e..
“AHHHHHHHHHHHHHHHHHH”
Cadde
di sedere, rotolò su se stessa, sbatté
violentemente la testa
contro la scrivania, i fogli le caddero addosso, ricoprendola dalla
testa ai piedi.
“Ma
cosa combini, baka!”
“Cosa
combino....COSA COMBINO??” Lucia uscì da qual mare
di foglietti,
più infuriata che mai “mi hai fatto spaventare a
morte e tu chiedi
cosa combino?”
“Spaventare? E di cosa?”
Ok,
se prima gli era rimasto in corpo un minimo di autocontrollo, ora era
evaporato del tutto.
“MI
SEI SVENUTO DAVANTI!! Stavamo parlando e tu sei svenuto nel pieno
della conversazione”
“Oh,
quello. Io soffro di narcolessia! Non ti dovevi preoccupare per
me”
“E'
normale che mi preoccupi invece”
“Perchè
ti sei innamorata di me?” Lo aveva pronunciato con un tono
che di
casto e puro non aveva manco l'apparenza.
“Chissà?”
Lei, invece, era solo incazzata nera.
Un
leggero scricchiolio decise le fine di quel match di sguardi. L'urto
abbastanza forte di prima aveva aperto la serratura del cassetto
chiuso a chiave. Quest'ultimo era lentamente scivolato giù,
fino a
cadere sul legno della nave.
Ace,
di colpo bianco, si era tuffato in direzione del fogliettino che
stava svolazzando per l'aria, ma venne anticipato dalla principessa.
“DAMMELO!”
“Insomma
Ace non sei un bambino”
“DAMMELO!”
“E'
solo un foglio di carta, cosa c'è di male?”
“DAMMELO!!” Il
ragazzo si scagliò con furore sulla ragazza, ma lei, da
brava
testarda che era, lo girò, non curandosi delle minacce che
le
venivano lanciate.
Quello
che vide, era l'ultima cosa che si aspettava.
Sul
foglio c'era il volto di Gol
D Roger, il re dei pirati.
Era uno di quei fogli
che si usano per le taglie, infatti una cifra stratosferica ornava il
foglietto.
Era
completamente scarabocchiato: frasi offensive erano scritte ovunque
in modo confusionario, ma deciso. Inoltre in un angolino del foglio
una piccola parola, appena scarabocchiata e scritta con una grafia
più minuta faceva capolino in quel putiferio di inchiostro.
“DAMMELO!”
Ace
si buttò con vigore sulla principessa che, impreparata,
cadde sotto
il peso del ragazzo.
Il
comandante le strappò violentemente di mano il fogliettino,
lo
accartocciò e se lo mise in tasca. C'era qualcosa di
studiato in
quei movimenti: da una parte erano impetuosi e iracondi, dall'altra
rispettosi e precisi.
“Ace”
Lucia aveva pronunciato il nome con voce flebile e appena udibile
“Cosa
c'è?”
“Po...potresti alzarti”
“Cosa?”
Solo in quel momento si accorse di tutto: nella foga le era andata
letteralmente addosso.
Poteva
sentire il corpo della ragazza aderire perfettamente al suo.
Si
alzò di scatto, rosso in viso e uscì dalla
stanza, in silenzio.
A
entrambi batteva il cuore a mille.
Lucia
era sicura di quello che provava, mentre il ragazzo era confuso.
Sapeva che sentiva qualcosa per quella ragazza, ma aveva paura.
Aveva
paura di deluderla, proprio come suo padre aveva fatto con lui. Aveva
paura di anteporre i suoi desideri all'amore che provava per lei.
Decise
di chiedere consiglio all'unica persona di cui si fidasse davvero: il
suo babbo.
Scusate il ritardo, ma ho un raffreddore terribile e questa settimana
ho avuto due verifiche ( mi è venuto un istinto omicida
verso il prof -.- visto che le ha messe lui entrambe)
Spero vi piaccia e non chiedetemi la taglia di Roger, perchè
credo sia una taglia che non possiamo nemmeno immaginarci
Ringrazio tutti quelli che seguono la storia, mi rendete davvero
felice!! ;)
Ciao! Probabilemnte aggiornerò mercoledì,
poichè il chappy l'avevo già scritto un po' di
tempo fa, lo devo solo mettere a posto.
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Capitolo 13 *** Oh, scusate, non pensavo di interrompere qualcosa ***
Ormai
stavano navigando da 3 giorni e tutto filava liscio come l'olio...o
quasi.
Infatti
Ace e Lucia non si erano più parlati, troppo imbarazzati al
solo
ricordo e Agnese continuava ad urlare come un'ossessa.
Marco,
che aveva i nervi a fior di pelle, non poteva più non
ascoltare le
lamentele dei suoi uomini, così decise che era arrivato il
momento
di dire qualcosina alla ragazza.
Si
avvicinò alla cabina, prese un bel respiro profondo ed
entrò.
Agnese
stava beatamente dormendo. La stanza era completamente spoglia tranne
per un letto posizionato nel centro. Il volto rivolto verso la
porta era appena illuminato dalla luce che entrava , mettendo in
risalto le labbra rosee della giovane.
Il
comandante restò qualche minuto a fissarle, pensando che
erano
davvero invitanti.
-Marco
cosa cavolo pensi? Datti una svegliata:ora può anche
sembrare un
angioletto bellissimo e adora...basta!”- Si diede due leggeri
colpetti in faccia e fece per uscire.
“
Dove
pensi di andare tu?”
Marco
si girò di scatto, preso alla sprovvista. Era sveglia? E da
quando?
“Da
quando sei sveglia?”
“
Da
sempre! Non riesco a
dormire su questa bagnarola!”
“Primo:
questa non è una bagnarola, ma la MIA nave. Secondo: solo
perchè tu
non riesci a dormire non vuol dire che nemmeno noi non
dobbiamo!”
“
A
quanto pare qualcuno
soffre di insonnia”
“No!
Soffro solo delle tue grida!”
“Esagerato!
Non urlo poi così tanto!”
“Sei
peggio di una cornacchia”
Agnese
si arrabbiò non poco.
“Ora
basta! Sono stata gentile per ora, ma sai che ti dico, speravo
caldamente che la marina vi facesse a pezzi. Non vi sopporto! Inoltre
questa nave fa schifo, non possiede alcun comfort, inoltre non ho
nemmeno un cambio d'abito decente”
“Mi
scusi “vostra maestà”, almeno
ringraziami che non ti ho lasciata
con la ciurma.”
“
Non
oseresti.”
“Oh
si che oso!”
“Non
provarci nemmeno!”
Agnese
nella foga si era alzata di scatto e si era pericolosamente avvicinata
al comandante.
Voleva
strozzarlo o si se lo voleva ma...le cose andarono un po'
diversamente.
Nello
stesso momento la porta si aprì violentemente, facendo
perdere
l'equilibrio a Marco che andò a sbattere contro Agnese,
coinvolgendola in un bacio mozzafiato.
Quando
entrambi si resero conto di quello che era successo ormai era troppo
tardi: uno sopra l'altro con le bocche attaccate, gli occhi fuori
dalle orbite e due peperoni al posto delle guance.
“Oh
scusate, non pensavo di interrompere qualcosa. Continuate
pure!”
E
voilà!! Vi aspettavate che la prima mossa la facessero gli
altri due
piccioncini, e invece ci hanno pensato prima loro.
Grazie
a tutti e fatemi sapere!! ;)
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Capitolo 14 *** Papà ***
La
porta si richiuse alle loro spalle accompagnata da alcune risate
sommesse.
I
due ragazzi rimasero qualche secondo completamente immobili, troppo
increduli e troppo imbarazzati per muovere anche un solo muscolo.
Marco,
quando realizzò quello che era successo, dopo essersi
promesso di
ammazzare Ace il prima possibile, si allontanò leggermente
dalla
principessa. Si allontanò lentamente, cadenzando ogni passo,
avvicinandosi alla maniglia e aprendola appena. Un lampo gli
passò
di lato, spalancando la porta e correndo sul ponte.
Agnese
,che non si era mossa per niente, era sgusciata fuori in cerca della
sorella. Era confusa e non capiva niente. Un turbinio di emozioni
contrastanti le affollavano la mente e ognuna voleva prevalere
sull'altra. Riuscì a trovare subito la stanza della sorella,
guidata
da chissà quale forza misteriosa. La aprì di
colpo, facendo tremare
la porta.
Lucia
alzò lo sguardo dal mare: Agnese era paonazza, con i capelli
scombinati e il vestito mezzo strappato. I suoi cristalli versavano
stille salate e cercavano aiuto.
“Agnese,
cosa è successo?”
“Lucia!”
Si buttò letteralmente tra braccia della sorella,non
smettendo di
piangere. Lucia rimase abbastanza sorpresa di ciò: non
l'aveva mai
vista piangere, anzi, di solito era lei che chiedeva un consiglio
alla sorella.
“Agnese
cosa ti succede? Che cosa ti è successo!”
“Io
non lo so! E' assurdo!”
“ Ma di cosa stai parlando? Sorellona
mi fai stare in ansia”
“Io..io..insomma...come posso dire”
“Fai
un respiro profondo e dimmi tutto”
Si
sciolsero
dall'abbraccio e la maggiore le raccontò tutto, senza
tralasciare
nulla.
“
Quando
ho ricevuto quel
bacio, io...non lo so.. mi sono sentita strana: da una parte avevo
voglia di prenderlo a cazzotti, ma dall'altra mi sentivo come
ubriaca.
“Certo,
immagino che deve essere sta...aspetta un attimo, come fai a sapere
come ci si sente quando si è ubriachi?”
“Ops! Ecco sorellina,
qualche volta ho “leggermente” ecceduto con gli
alcolici e
quindi...”
“Agnese.
Senti stavolta non mi arrabbio perchè sei già
abbastanza sconvolta
e non dirò niente a papà quando torneremo a casa,
ma tu non farlo
più”
“Grazie
sorellina, ti adoro. Farò qualsiasi cosa”
“Allora rispondi:
ti piace Marco?”
“Ehhhhhhhhhh!”
“Hai detto che avresti
fatto qualsiasi cosa!”
“Sembri un angioletto ma a volta sei
davvero sadica!”
“Non
ho ancora superato la maestra”
“Dannata me!”
“Ora
rispondi”
“
No!”
“Sicura”
“Certo”
“Sicura
sicura?”
“Uffa,si”
“Sicura
sicura sicura..”
“E che sei un disco rotto. Invece di ficcare
il naso nelle mie faccende parlami di te e Ace”
“Ma
ora sei tu che ti impicci delle mie!”
“Ma io sono la
maggiore!”
“
Uff
e va bene! Forse ho
ficcato il naso dove non dovevo”
“
Come?”
“Ho
trovato un foglietto su cui c'era il volto di Gol D Roger”
“Il
re dei pirati?”
“
Si.
Il foglietto era
tutto ricoperto di parole offensive”
“Non
mi sorprendo più di tanto, in fondo sono in molti quelli che
lo
odiano”
“Infatti,
ma la cosa strana è un'altra. In un angolino, con una grafia
più
minuta c'era scritta la parola PAPA'”
“Papà?”
“Si
e quando ho trovato il foglio Ace ha fatto di tutto per non farmelo
vedere, quindi penso che..”
“Ferma! Non correre con la
fantasia. Se Roger avesse avuto un figlio la marina lo avrebbe
scoperto. Ma mettiamo caso che sia vivo. Io escludo che sia
Ace.”
“Perchè?”
“Semplice!
Roger e Barbabianca erano rivali: è impensabile che
Barbabianca
abbia accolto nella sua ciurma il figlio del suo peggior
nemico”
“Non
sempre però i figli seguono le orme del padre”
“Non
lo so. Ora basta però non pensiamoci più. Grazie
sorellina mi hai
aiutato davvero tanto, torno in camera mia”
“Sicura
di poter girare a zonzo per la nave?”
“Sicura? No! Ma non
oseranno avvicinarsi a me: le mie corde vocali hanno proprio voglia
di fare un po' di baccano”
“E
poi sarei io quella sadica!”
“Lo hai detto tu stessa che non
hai ancora superato la maestra”
Detto
questo se ne andò. Lucia sorrise appena: sua sorella non
sarebbe mai
cambiata, ma proprio per questo la adorava.
Qualcuno
però aveva ascoltato tutta la conversazione nell'ombra.
Finalmente
ce l'ho fatta!! Fiu! Comunque non so quando potrò
aggiornare, anche
se spero presto.
E
si è scoperto chi è “l'angelo
custode” che ha “accidentalmente”
aperto la porta.
Marco:
Accidentalmente!
Io:
Mai sentito parlare di sarcasmo?
Meglio
che chiudo altrimenti non riesco a fermare Marco.
Ringrazio
tutti quelli che hanno letto, recensito messo tra i preferiti,seguiti
o ricordate!
Ciao!
|
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Capitolo 15 *** Mobydick ***
-Come
osa dirmi quello che devo o non devo fare! Io non
considererò mai
Roger come un padre, mai! Nemmeno se ne andasse della mia vita: io ho
un solo padre e il suo nome è Barbabianca!-
Camminava
avanti e indietro per tutta la lunghezza della nave sotto gli sguardi
attoniti della ciurma.
Muoveva
i pugni e a volte prendeva fuoco tanto era arrbbiato!
Doveva
assolutamente parlare con il suo babbo, o se doveva...
Quasi
come se le sue preghiere fossero state ascoltate il mozzo
urlò che
ormai la Mobydick,
l'enorme
nave dell'imperatore, era in vista.
Pugno
di fuoco non se lo fece ripetere due volte: saltò sul suo
personale
mezzo di trasporto e si diresse in direzione della nave.
Salì
a bordo e si incamminò verso l'enorme trono del vecchio
pirata; dal
canto suo appena visto il figlio l'uomo alzò l'enorme calice
che
teneva in mano e poi se lo scolò tutto d'un fiato.
I
suoi occhi non si erano staccati un attimo da Ace: “Ciao Ace,
sei
tornato! E Marco dov'è?”
“E'
in camera sua e in questo momento è un po'
arrabbiato”
“Come
mai, è andato storto qualcosa” L'uomo
offrì da bere al ragazzo e
questo accettò più che volentieri.
“No,
no! La missione è andata a gonfie e vele...apparte
Garp”
“COSA!”
“O,
niente di serio! Il vecchiaccio ci ha attaccato, ma lo abbiamo
battuto..e...si...abbiamo anche perso una nave, ma è
irrilevante!
“D'accordo.
Eppure sento che c'è qualcosa che ti turba
figliolo”
“Sono
qui da cinque minuti e lo hai già capito”
“Naturale;
sei mio figlio”
Ace
sorrise; un riflesso quasi automatico, ma sentirsi dire questo cose
lo rendeva sempre il ragazzo più felice del mondo
“Vieni
con me, ne parliamo con calma”
L'imperatore
lo condusse nella sua cabina e si sedette sull'enorme letto. Ace
invece prese una sedia e si affiancò al genitore.
“Allora
Ace, che cosa c'è?”
“Se
te nei sei accorto subito deve essere davvero evidente. Sarò
franco....non sono bravo con i giochi di parole...MI SONO
INNAMORATO”
“Oh!
E chi sarebbe la fortunata?”
“E'”
Ace era rossissimo e non aveva il coraggio di guardare il padre in
faccia “é la principessa” Se non ci
fosse stato quel silenzio
non si sarebbe di certo capito nulla.i
“E
chi delle due.”
“Lucia”
“Ti
ha proprio stregato: sicuro che non sia una strega?”
“Dai
babbo, è una cosa seria”
“Ok,
ok. Ma lei lo sa”
“E'
questo il punto...io sono innamorato, ma non so se è solo
attrazione
fisica o se la amo davvero. Con lei mi sento bene, a mio agio...anche
se a volte mi fa davvero arrabbiare, però non riesco proprio
a
togliermela dalla testa. Ho paura di rovinare tutto e poi io sono un
pirata e lei una principessa” -E sa che sono il figlio del re
dei
pirati-
-Sono
proprio curioso di conoscerla- Il vecchio imperatore sorrise nel
vedere il figlio così confuso.
“Ace,
non sono bravo in questione di cuore. Non mi sono mai innamorato e
voi siete la mia unica famiglia. Ma credo che tu debba seguire il tuo
cuore, come hai fatto sempre fatto.”
“Anche
quando ho cercato di ucciderti?”
“Ancora
quella storia? Non mi sono mai preoccupato, sapevo che non ce
l'avresti fatta!”
“Già.
Non so nemmeno quante volte sono finito in acqua!”
“Ahahahah,
sicuramente un bel po'. Ora vai a riposarti, sarai stanco”
“D'accordo,
grazie babbo.”
Ace se ne andò, con un grande sorriso sulle
labbra. Parlare con l'imperatore lo metteva sempre di buon umore.
Intanto
nella cabina di Lucia..
la
principessa guardava il mare, o meglio fingeva di guardarlo. Nei suoi
occhi era ancora presente l'immagine di Ace che la fulminava con i
suoi occhi infuocati.
In
quel momento un brivido le aveva percorso tutta la schiena. Era
rimasta impietrita da quegli occhi di fuoco.
Fuoco..il
suo stesso elemento.
Per
un attimo si era chiesta se anche le sue labbra erano così
calde e
invitanti come sembravano a lei.
Assorta
nei suoi pensieri non si rese nemmeno conto che alcuni uomini erano
entrati nella cabina e la stavano ammanettando. Una di loro la prese
in braccio e la condusse su un'altra nave.
La
riconobbe subito...era la grande nave di Barbabianca, la Moby Dick.
Alzò
lo sguardo e rimase a fissare la bandiera con il teschio per un tempo
che a lei parve infinito. L'emblema sventolava fiero e maestoso
sfidando il vento e le tempeste.
Un
brusco richiamò la riportò alla
realtà. Era davanti ad una grande
porta in legno scuro.
Uno
dei pirati le ordinò di entrare; la ragazza entrò
e davanti a lei
apparve l'uomo più forte di tutti i mari...
“Barbabianca!”
Salve
a tutti!! Finalmente vado avanti, ma questa settimana è
stata un
inferno e la prossima sarà anche peggio! Quando arriva
Pasqua,
quando?? Voglio le vacanze!!!
Credo
che abbiate capito che gli aggiornamenti non sono più
regolari ( ma
va! Nd tutti), spero possiate perdonarmi!
So bene che
nell'immagine non sono in cabina, ma mi piaceva da matti e ho deciso di
metterla. Se non vi piace ditemelo che la tolgo e cerco quella
dell'episodio.
Ci
vediamo al prossimo ( che non ho idea di quando sarà) Ciao!
|
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Capitolo 16 *** Il mio unico padre è Barbabianca ***
Ace
aveva sentito ogni parola. Non era arrabbiato, ma sorpreso. Quelle
ragazze avevano scoperto molte cose e avevano troppi dubbi nella
mente. Capii che non poteva aspettare fino a domani, quando sarebbero
arrivati alla Moby Dick, così decise che doveva parlare
subito con
Lucia e mettere le cose in chiaro.
Ovviamente
la priorità era però un'altra. Non poteva certo
perdere
l'occasione di burlarsi di Marco.
Si
diresse disinvolto verso la sua camera: sicuramente era incazzato
nero e aveva voglia di ucciderlo, ma in qualche modo doveva pur
vendicarsi.
“Ciao
Marco, allora come è andata con la principessina?”
Aveva
violentemente sbattuto la porta senza curarsi di bussare o anche solo
pensare di essere indesiderato. La stanza era modesta e i colori che
troneggiavano erano il blu e l'arancione. Sulla scrivania sfilavano
cartine, strumenti di navigazione, bussole e logpose, senza contare
una serie infinita di diari di bordo esposti ordinatamente sullo
scaffale. Già, ordinatamente. Infatti Marco ci teneva che la
sua
stanza avesse un aspetto decente, almeno per non fare brutte figure.
Ace gli ripeteva che era un precisino e di rimando lui lo sgridava
per la sua negligenza in quel campo.
Insomma
passavano le giornate a punzecchiarsi tra gli schiamazzi della
ciurma.
“Ace.
Io ti ammazzo”
“Cosa?
Tu vuoi ammazzare me! E perchè!”
“Non
fare il santerellino! Lo so che mi hai spinto tu!”
“Io?”
Avete presente quelle aureole che hanno gli angioletti, immaginatene
una sulla testa di Ace.
Immaginate
anche un Marco contornato da un aurea oscura e con un istinto omicida
e come risultato avrete una lite in piena regola!
“ACE!!
Io ti ammazzo!”
“Ma
dai era solo un bacio”
“Con
quella!! Ma sei pazzo!”
“No,
tanto ti piace!”
“Prova
a ripeterlo se ne hai il coraggio!”
“A
Marco piace Agnese! A Marco piace Agnese!”
“Basta!!”
“No,
non la pianto, mi diverto troppo!!”
“Sparisci
di qui!”
Con
un poderoso calcio lo spedì dritto dritto sul ponte della
nave e si
chiuse la porta alle spalle.
Ace
rise sommessamente: non si sarebbe di certo fermato per un calcio, ma
almeno per ora lo avrebbe lasciato in pace, avevo una chiacchierata
da fare.
Si
diresse nella sua stanza, vi entrò, chiuse la porta a chiave
e si
mise la chiave in tasca.
Lucia
era lì e aveva visto tutto. Per la prima volta Ace credette
di aver
visto negli occhi della giovane un filo di paura. Sorrise. Doveva
chiarire quel punto e doveva farlo subito.
Incominciò
a battere le mani, non staccando gli occhi dalla principessa.
“Complimenti,
mi avete colpito. Siete molto perspicace. Al contrario di tua
sorella, tu hai indovinato tutto”
“Non capisco di cosa stai
parlando parlando” Aveva capito eccome, ma voleva sentirlo
dalle
sue orecchie
“Sai
benissimo di cosa sto parlando” Si era avvicinato
pericolosamente,
guardandola negli occhi e incatenandola con lo sguardo. Si
avvicinò
al suo orecchio e le alitò leggermente sul collo,
provocandole
qualche brivido. “Io sono il figlio del re dei pirati. Sono
il
figlio di Gol D. Roger. Ora hai paura di me”
I
due ragazzi rimasero immobili per un tempo che sembrò
infinito.
Erano
vicinissimi, senza parlare.
Lucia
non aveva paura. Non cadeva in quei pregiudizi. Non gliene importava
niente.
“No”
Una
risposta secca, decisa, senza un minimo di esitazione.
Pugno
di fuoco rimase leggermente imbambolato. Non se lo aspettava. Credeva
che avesse incominciato ad urlare o a implorare di non ucciderla. Si
alterò altamente.
“Perchè?
Perchè non hai paura di me? Tutti hanno paura del re dei
pirati! No,
paura non è il termine esatto: tutti hanno sempre detto che
io devo
morire, che sono un errore, che il figlio del re dei pirati non
è
degno di vivere! Io odio mio padre, anzi, non posso nemmeno chiamarlo
padre, lo odio, con tutto me stesso. E' colpa sua se mia madre
è
morta. E' colpa sua se ho avuto un'infanzia da schifo. E' colpa sua
se odio il sangue che mi scorre nelle vene! Ci ha abbandonati per
inseguire il suo sogno e poi si è fatto catturare dalla
marina senza
pensare a sua moglie o suo figlio.
Mia
madre è morta per quello lì e per salvarmi. Il
giorno del mio
compleanno è lo stesso della sua morte! Lei è
morta per me, per
permettermi di vivere. Come vuoi che mi senta! COME?!”
Aveva
detto anche più del dovuto, si era sfogato, aveva il
fiatone. Non
aveva riflettuto su ciò che diceva, le parole gli erano
uscita come
un fiume in piena, senza controllo.
E
Lucia sempre immobile. Aveva ascoltato lo sfogo del ragazzo.
Sapeva
di non poter capire cosa si prova, lei in un certo senso ha sempre
avuto il problema opposto, ma si sentiva vicino a lui. Voleva
aiutarlo. In qualche modo.
Si
alzò dalla sedia e fece sedere Ace sul letto, vicino a lei;
prese
gli prese la testa fra le e la posò sulle sue gambe.
Incominciò ad
accarezzargli i folti capelli neri.
“Ma
cosa?”
Ace
non capiva più nulla; sentiva solo le mani della fanciulla
accarezzargli i capelli. Le sua mani erano calde e delicate.
“Ne
sei sicuro” Lucia era calmissima, forse anche
troppo”hai detto
che non riesci a chiamarlo padre, eppure su quel foglietto c'era
scritto”
“E'
stato solo un momento di debolezza! Non lo chiamerò mai
più così!”
“Ace,
ora basta. Stai mentendo a te stesso”
“Non
è vero” Lo aveva detto con un filo di voce
“Si
invece. Tu vuoi un padre. E per quanto dici di odiarlo, non potrai
mai farlo del tutto”
“Ti
sbagli” Era violentemente scattato in piedi, provocando un
rumore
sordo con il legno della nave “Io ho già un padre,
il suo nome è
Barbabianca!”
“Ace”
“Il
mio unico padre è Barbabianca!”
“Ace,
non mentirmi”
“IO
HO UN SOLO PADRE! BARBABIANCA!”
Più
infuriato che mai uscì dalla cabina. Rosso in volto e con i
pugni
chiusi
-Non
puoi mentire a te stesso Ace. Sono sicura che se sapessi la
verità
non lo odieresti così tanto-
Salve
a tutti. Mi è venuta l'ispirazione ed è venuto
più lungo di quanto
credessi. Sono riuscita ad aggiornare anche questa settimana, ma per
la prossima non prometto nulla.
Praticamente
abbiamo una verifica o interrogazione al giorno, perciò
potete
immaginare.
Ho
scelto questa immagina perchè è il momento a cui
Ace pensa quando
afferma che Berbabianca è suo padre.
Intanto
credo di dover fare dei ringraziamenti:
a
chi ha messo tra preferiti
1
- Itacina
[Contatta]
2
- scrittrice_87
[Contatta]
3
- _Temari_Ace
[Contatta]
a
chi ha messo tra le ricordate:
1 -
scrittrice_87
[Contatta]
a
chi ha messo tra le seguite:
1
- black
dalia [Contatta]
2
- cola23
[Contatta]
3
- FM107
3
RADIOCAOS [Contatta]
4
- Malisony
[Contatta]
5
- milan010
[Contatta]
6
- robinchan07
[Contatta]
7
- Ron96
[Contatta]
8
- scrittrice_87
[Contatta]
9
- _Temari_Ace
[Contatta]
Inoltre
tutti quelli che recensiscono o hanno semplicemente aperto questa
pagina.
Grazie
a tutti, mi rendete felicissima!!
Ciao!!
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Capitolo 17 *** Incontro con Barbabianca ***
La
ragazza non poteva credere di essere davanti ad uno dei terrori dei
mari; aveva tante volte sentito il suo nome, le sue gesta, gli epici
combattimenti con il re dei pirati, ma nessun racconto avrebbe mai
potuto eguagliare la realtà.
Dall'altro
lato anche Barbabianca la stava squadrando con attenzione: voleva
proprio conoscere la donna che aveva rubato il cuore del suo pupillo.
“Scusa
le maniere, ma siamo dei pirati e non ci atteniamo a delle stupide
regole da galateo. Sicuramente mi conoscerai già, ma in caso
contrario sono Barbabianca, uno dei quattro imperatori”
“Solo
un pazzo non ti conoscerebbe! E comunque puoi anche togliermi le
manette, non ho intenzione di scappare” Lucia aveva paura,
una
paura mortale, ma cercava di non darlo a vedere, non voleva
dimostrarsi debole o codarda “Il mio nome è Lucia
e sono la
principessa del regno di Wonder. Ma forse lo sapete già
visto che
avete ordinato di farci rapire”
L'imperatore
sorrise; quella ragazza aveva fegato. Poche persone ce l'avrebbero
fatta senza balbettare.
“Non
volete sapere come mai ho chiamato solo voi e non anche vostra
sorella”
“Un po' sono curiosa”
“Ace
mi ha parlato di voi e..”
“Tu,
non sopporto quando mi danno del voi. Hai detto di non attenerti al
galateo e allora dammi del tu. In fondo ai tuoi occhi sono solo una
ragazzina insignificante, potresti uccidermi quando ti pare con la
tua forza” -Oh no, ora ho esagerato...ma da quando sono
così
sfacciata? Ecco, ora mia ammazza, ne sono certa-
Lucia,
in un gesto quasi automatico, posizionò le mani davanti alla
faccia
come per proteggersi da un eventuale colpo: il tremore delle gambe
era diventato evidente e tutto il corpo era scosso da leggeri fremiti
di paura.
L'imperatore
sorrise di fronte a quella scena, quella ragazza lo incuriosiva:
anche se aveva paura cercava di trattenerla in tutti i modi,
mostrando solo quella sua parte battagliera. Cominciava a capire
perchè Ace ne fosse rimasto colpito. Ordinò che
venisse portata una
sedia e subito questa arrivò.
A
quel gesto il cuore di Lucia si calmò un attimo:
perchè non l'aveva
attaccata? Aveva parlato da sfrontata e lui non l'aveva punita. Aveva
sentito che Barbabianca era un uomo molto malvagio che uccideva donne
e bambini, che radeva al suolo interi villaggi. Aveva anche sentito
che i membri della ciurma erano ragazzacci selvaggi, che sapevano
solo uccidere e non conoscevano la pietà.
E
invece.... aveva appena constato con i suoi occhi che non era vero.
Ace con lei si era comportato da vero gentil' uomo e anche
Barbabianca; non era l'uomo malvagio e cattivo che le avevano sempre
raccontato. Ma quell'uomo...era forte, saggio, incuteva rispetto, ma
era anche cordiale.. paterno, in un certo senso. Era strano da dire,
e forse l'avrebbero presa per pazza, ma non aveva completamente
paura. Le sue paure erano fondate fondamentalmente sulle dicerie che
aveva sentito dai marine che aveva incontrato di tanto in tanto a
palazzo, ma se provava a dimenticare tutto e si concentrava solo su
quello che vedeva in quel momento, allora non sentiva alcuna traccia
di paura in lei.
Guardò
l'imperatore negli occhi e questo le indicò la sedia.
“Mi
stavi dicendo che Ace ti aveva parlato di me”
“Si.
Avrei una domanda da farti e devi rispondere sinceramente. Cosa ne
pensi di mio figlio”
“Eh...cosa...io.”
-Lo amo! Lo amo! Ecco cosa ne penso, mi piace da impazzire, ma come
faccio a dirglielo, mi imbarazzo da matti- “Penso sia un
ragazzo
molto gentile e anche molto...gradevole”
“Ho
capito” In realtà Edward aveva capito i pensieri
della ragazza,
come avesse la capacità di leggerle nel pensiero. Decise di
cambiare
argomento, per non metterla ancora di più in
difficoltà.
“E
di tua sorella cosa mi dici?”
“Ah,
cosa? Mia sorella, bhe, ecco....diciamo che lei è il
comandante
Marco non hanno proprio un rapporto idilliaco”
“Ace
mi ha detto che era arrabbiato!”
“Non
deve averla presa troppo bene”
“Di cosa parli”
“Lui
e mia sorella si sono baciati. A quanto pare è stato uno
sbaglio,
qualcuno a spinto il comandante e si sono scontrati. Mia sorella era
davvero sconvolta, è venuta da me in lacrime: non l'avevo
mai vista
così, di solito è testarda e orgogliosa, non ha
mai pianto, almeno
per quello che mi ricordo”
“Ti
ringrazio, questa si che è un'informazione
importante”
“LA
PREGO NON LE FACCIA DEL MALE!” La ragazza era scattata in
piedi,
facendo cadere la sedia: in un gesto istintivo aveva unito le mani in
un gesto di supplica. L'imperatore non si mosse e rimase a fissare la
ragazza con sguardo dolce. Si alzò dal suo trono e si
avvicinò alla
fanciulla; con delicatezza le tolse le manette e prese le mani tre le
sue. La guardò negli occhi e sorrise: “Lucia se mi
prometti che
non proverai a scappare ti do il permesso di girare per la nave,
sicuramente ti annoierai a stare ore e ore rinchiusa in quella cabina
e, sta pure tranquilla, tua sorella è al sicuro su questa
nave, come
anche tu”
Lucia
non poteva credere a quello che aveva appena sentito: Barbabianca le
stava dando la sua fiducia. Piuttosto rossa in viso abbasso il capo e
mormorò un “grazie” appena accennato.
L'imperatore la lasciò e
le indicò un piccola porta sulla parete destra: l'anziano le
disse che li c'era un bagno e
che, se voleva, poteva andare a farsi una doccia, inoltre le
assicurò
che sarebbe rimasto lui di guardia. Sempre più imbarazzata
Lucia
annuì e entrò in bagno chiudendosi la porta alle
spalle.
Intanto
nella camera di Ace...
Il
ragazzo aveva dormito profondamente per circa due ore di fila: era
distrutto e una bella dormita era proprio ciò di cui aveva
bisogno.
Al suo risveglio si fece una doccia veloce e, finalmente, si decise
di compilare quelle benedette scartoffie che aveva cercato di
distruggere.
Ma
non iniziò nemmeno che subito gli balzò
all'occhio la scatolina
nera della festa. Era ancora chiusa; se ne era quasi scordato. Il re
aveva espressamente detto che poteva farci quello che voleva.
Cautamente
la aprì e rimase sorpreso nel vedere che non c'era un solo
oggetto,
ma bensì due.
Il
primo era un carrilon. L'esterno era colorato di blu e di verde,
ricoperto qua e la da graziose conchiglie di mare. Una sottile
striscia d'oro bianco scriveva a caratteri delicati la parola
“speranza”.
Ace
lo fissò intensamente per qualche minuto e poi lo
aprì: subito si
sparse per l'aria una dolce melodia. Era leggera e si insinuava nella
mente come una presenza gradevole, non estranea o indesiderata, ma
delicata e appartata. Un suono allegro e giocoso, con un so che di
infantile. Pugni di fuoco ne era rimasto letteralmente affascinato.
Appoggiò
il manufatto accanto a se e prese il secondo oggetto.
Era
un piccolo quadro. Il capitano credette che ci fosse un errore: era
completamente nero, non c'era nulla. Ma poi lo guardò con
più
attenzione soffermandosi su ogni particolare e lo vede, quel
particolare che dava il significato a tutta l'opera.
Marco
era sul suo letto e continuava a pensare a quel bacio....qual
maledettissimo bacio!
-Dannazione,
possibile che non riesa a levarmelo dalla testa! E' solo un bacio con
quella spocchiosa! UFFA! Ma chi voglio prendere in giro, quello non
era solo un bacio, o meglio era solo un bacio...AHHHHHHHHHHHH, non ci
capisco nulla! Ecco, ora sembro Ace, ma perchè mi comporto
così,
sono stato quello responsabile e saggio io! Uffa! Ok, ora vado da lei
e mettiamo le cose in chiaro, ho deciso!-
Si
stava dirigendo verso la porta della sua cabina, quando..
“MARCO
DOBBIAMO PARLARE, ORA!”
Ciao
a tutti! Non vi aspettavate un mio aggiornamento, vero? E invece
eccomi qua! Mi è venuta l'ispirazione ed è uscito
questo. Come
avrete capito il prossimo sarà incentrato principalmente su
Marco e
Agnese. E poi quale sarà questo piccolo particolare? No,
questo lo
so già e me lo sono annotata (la mia memoria è
pessima!) ma non vi
dico nulla, vediamo se qualcuno indovina.
Vi
do un indizio: mi sono ispirata ad una puntata di
“Toradora” (Che
anime fantastico!!!!) per creare il secondo oggetto.
A
voi la parola!
Grazie
a tutti come al solito si rendete tanto tanto tanto felice con le
vostre recensioni!!
Al
prossimo,ciao!!
|
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Capitolo 18 *** Stella ***
Agnese
aveva sbattuto la porta della stanza del comandante. Doveva
assolutamente chiarire, non ne poteva più. Ogni minuto quel
bacio le
tornava alla mente, anche se lei cercava in tutti i modi di
dimenticarlo. Nemmeno l'odore di salsedine era riuscito a coprire
quello delle labbra del comandante.
“Dobbiamo
parlare Marco”
La
Fenice annuì distrattamente, ancora scosso per la brusca
entrata
della principessa nella sua stanza...un momento..la principessa nella
sua stanza..che entrava...COSA ???
“Cosa
ci fai nella mia cabina?”
“Mai
sei sordo? Dobbiamo parlare!”
“Senti
tesoro potresti almeno fare finta di essere una prigioniera?”
“Fammici
pensare..no! E non chiamarmi tesoro!”
“Non ti ho mai chiamata
tesoro”
“
Senti
tesoro..” Agnese aveva imitato la voce del comandante. Marco
prese
fuoco tanto era imbarazzato, non si era nemmeno accorto di averla
chiamato con quel nomignolo. “Va bhe cosa vuoi”
“Solo
chiarire la questione”
“La
questione?”
“Il
bacio zucca vuota, il bacio!”
“Ho
capito, ho capito”
“Allora
è stato un incidente, un semplice incidente: se la porta non
si
fosse aperta sarebbe finita in un altro modo, è stato un
banalissimo
incidente!”
“Si”
“Solo
un incidente”
“Si”
“Bene”
La
principessa si voltò e, dando le spalle al comandante,
uscì dalla
cabina.
Marco
aveva ancora lo sguardo fisso verso il punto esatto in cui prima
c'era Agnese. Era strano, ma sentiva qualcosa di strano allo stomaco,
una sensazione di malessere...dopo pochi minuti era in bagno a
vomitare.
-Cosa
mi sta succedendo? Quella ragazza mi sta uccidendo e quel bacio mi
sta tormentando. Non ce la faccio più...e allora
perchè quando
l'ho vista andare via in realtà non volevo,
perchè volevo che
rimesse qui? Anche semplicemente a litigare, mi sarebbe bastato,
voglio solo stare con lei. Che poi non ho capito ancora cosa ci sia
di interessante: è manesca, altezzosa, gallina...eppure mi
piace! Ma
perché? Forse perchè so che è una
maschera? O forse è un mio film
mentale!
Uffa,
non lo so! Ora vado da lei e incominciamo a litigare, magari un sano
litigio mi aiuterà!”
Marcò
uscì dalla porta e la vide. Proprio in quel momento stava
entrando
nella sua cabina : doveva farla arrabbiare e allora lo avrebbe fatto
come si deve!
Intanto
nel bagno dove c'è Lucia.....
La
ragazza era appena uscita dalla vasca: si sentiva rinata, era da
molto che non faceva un bagno ed era proprio ciò di cui
aveva
bisogno. Si avvolse in un morbido asciugamano e si diresse verso
l'enorme specchio che ornava il bagno. Iniziò ad asciugarsi
i lunghi
capelli biondi, come quelli della sorella, quando notò sul
lavabo un
piccolo fogliettino: la grafia era minuta ed ordinata, piacevole alla
vista. Diceva “Questo è il cambio, spero sia di
tuo gradimento”
La
ragazza guardò di fianco a se e notò dei panni
puliti: una
maglietta verde smeraldo a maniche corte con sopra la scritta
“freedom”, una gonnellina bianca con motivi
floreali verdi da
abbinare a dei pantaloncini arrivanti al ginocchio neri e un paio di
stivali bianchi abbinati alla gonna.
La
principessa rimase un attimo perplessa: non erano certo vestiti
adatti ad una ragazza del suo rango...ma in fondo a lei cosa
importava in quel momento? Di certo sarebbe stata più comoda
vestita
in quel modo che col vestito che indossava, che, per quanto bello
fosse, era scomodo e non certo adatto alla vita su una nave.
Sorrise
e senza pensarci un attimo di più si cambiò. A
opera ultimata si
guardò allo specchio, soddisfatta. Aveva legato i capelli in
una
lata coda di cavallo: al contrario dei codini, le davano un aria
più
matura, che comunque non stonava.
Uscì
dal bagno e la prima cosa che vide fu il sorriso di Barbabianca:
ricambiò il sorriso e ringraziò per i vestiti
puliti.
“Figurati:
lo sai, stai molto meglio vestita così”
“Dici?
E la prima volta che lo faccio, però è vero, mi
sento a mio agio in
questi abiti”
“Ora
però avrei un'altra cosa da chiederti” La voce
dell'uomo si era
fatta improvvisamente seria e a Lucia non mancò il
cambiamento di
sfumatura.
“Dimmi”
Ormai non tremava, qualsiasi cosa le avrebbe chiesto, lei avrebbe
risposto: si fidava.
“Quella
collana, come l'hai avuta?”
“La
mia collana?” La giovane strabuzzò gli occhi: si
poteva aspettare
di tutto, ma questa domanda l'aveva colpita come un fulmine a ciel
sereno “Papà ci ha sempre detto che questa collana
è il regalo
della mamma per noi; anche Agnese ne ha una uguale, ma lei non la
indossa al collo come me.
E'
il suo unico ricordo e avevamo giurato di non toglierla mai, ma
mentre io ho mantenuto la promessa, mia sorella ha preferito seguire
la moda del momento e l'ha tolta, paragonando un oggetto di tale
importanza come un qualsiasi altro oggetto.”
Per
la prima volta si era sentita una certa tristezza nelle sue parole:
da quelle semplici parole traspariva tutto il bene che Lucia voleva
alla sorella, ma allo stesso tempo il suo dispiacere nel constatare
la poca lealtà alla parola data.
Intanto
il vecchio imperatore ascoltava in silenzio, assorto in pensieri
tutti suoi che nessuno, senza le adeguate informazioni, poteva
capire. Le chiese il nome di sua madre e Lucia glielo disse: Lucia
Narita.
Il
pirata annuì, come se già sapesse la risposta.
Congedò la ragazza
e chiese di rimanere solo; questo era un particolare a cui non aveva
pensato.
Una
piccola stella, seminascosta nell'oscurità: Ace la vide.
Quella
stella, posta perfettamente al centro dava valore a tutta l'opera:
all'inizio non si vede, ma se lo guardi con calma, tutto ti sembra
chiaro. E' da sola, non ci sono le sue sorelle, ne la luna a farle
compagnia.
L'istinto
gli disse di girare la foto e dietro ci vide una scritta. Diceva:
“
Anche in cielo oscuro che non lascia intravedere nulla, si nasconde
inevitabilmente una stella che brilla”
Pugno
di fuoco rimase immobile, a leggere e rileggere quelle poche righe.
Nemmeno
il rumore della porta lo distrasse.
“E
così, hai aperto il tuo premio?”
Salve
a tutti!! Finalmente ho finito un capitolo e anche se ho pronto solo
questo ho deciso di postarlo perchè vi ho già
fatto aspettare
troppo, ma vi avverto: non mi piace molto e ho modificato una parte
della storia che avevo in testa. Spero solo di non cadere nel banale
e se dovesse succedere, bhe, ditemelo!
Delusi
per la coppia Agnese Marco? Trnqulilli, ce n'è di tempo, non
demoralizzatevi ^_^
Detto
questo mi sembra giusto dire che toglierò la scritta
sospesa, ma non
aspettatevi aggiornamenti veloci.
Detto
questo ringrazio tutti, davvero!! GRAZIE GRAZIE GRAZIE!!
Al
prossimo!
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